fondazione Cassa di Risparmio Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fondazione-cassa-di-risparmio-perugia/ Settimanale di informazione regionale Tue, 09 Apr 2024 12:11:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg fondazione Cassa di Risparmio Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fondazione-cassa-di-risparmio-perugia/ 32 32 Prosegue il progetto ‘Rete di Argento’ https://www.lavoce.it/prosegue-il-progetto-rete-di-argento/ https://www.lavoce.it/prosegue-il-progetto-rete-di-argento/#comments Tue, 09 Apr 2024 12:10:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75590 locandina programma iniziativa 'rete di argento'

Presentato ed avviato lo scorso autunno, il progetto Rete di Argento (2023-2024) prosegue il suo percorso attuativo offrendo a tutta la cittadinanza, in particolare alle persone anziane, un ciclo di sette incontri informativi, dall’11 aprile al 28 maggio, a cura del Distretto del Perugino USL Umbria 1, che avranno per oggetto argomenti di grande importanza rispetto al tema dell’invecchiamento attivo: adottare stili di vita sani attraverso l’alimentazione, l’attività fisica, la prevenzione del fumo e dell’alcol, il gioco responsabile e la sicurezza alimentare. Gli incontri si svolgeranno presso il Centro Socio Culturale Europa 93, in Via Isarco 4, a Ponte Valleceppi di Perugia. Il primo incontro è programmato per giovedì 11 aprile alle ore 16.

Si ricorda che il progetto è nato nell’ambito del bando Welfare 2023 Per gli anziani: cura promozione e risorsa pubblicato da Fondazione Perugia, ideato e realizzato da Fondazione di Carità San Lorenzo - ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve - in collaborazione con USL Umbria 1 - Distretto del Perugino, Comune di Perugia, Polizia di Stato, Associazione Coordinamento Centri Socio Culturali di Perugia e Fondazione Santa Caterina Parlesca Onlus.

Finalità principale di Rete di Argento è quella di riconoscere il diritto della persona anziana ad avere un ruolo attivo all’interno della società.

Il progetto intende sperimentare, nell’arco di dodici mesi, un modello di gestione innovativo in grado di promuovere, attraverso un sistema coordinato e integrato lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse già attive e potenzialmente attivabili nel territorio di Perugia, nonché strategie e azioni innovative finalizzate ad incoraggiare il coinvolgimento della comunità e le esperienze aggregative della popolazione anziana autosufficiente ≥65 anni allo scopo di favorirne la partecipazione ad un corretto processo di invecchiamento attivo e la prevenzione alla condizione della solitudine.

Le attività già realizzate da Rete di Argento

Nei primi cinque mesi di svolgimento, quelle relative all’attivazione di uno sportello welfare itinerante presso undici Centri Soci Culturali e presso la Fondazione Santa Caterina, oltre all’avvio della mappatura delle risorse e dei servizi presenti sul territorio rispetto al tema dell’invecchiamento attivo.

Inoltre, la realizzazione di quattro percorsi di cittadinanza attiva (nello specifico tre percorsi informativi sulle conoscenze e le competenze digitali rivolte agli anziani, un incontro informativo sulla prevenzione delle truffe in collaborazione con la Polizia di Stato).

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locandina programma iniziativa 'rete di argento'

Presentato ed avviato lo scorso autunno, il progetto Rete di Argento (2023-2024) prosegue il suo percorso attuativo offrendo a tutta la cittadinanza, in particolare alle persone anziane, un ciclo di sette incontri informativi, dall’11 aprile al 28 maggio, a cura del Distretto del Perugino USL Umbria 1, che avranno per oggetto argomenti di grande importanza rispetto al tema dell’invecchiamento attivo: adottare stili di vita sani attraverso l’alimentazione, l’attività fisica, la prevenzione del fumo e dell’alcol, il gioco responsabile e la sicurezza alimentare. Gli incontri si svolgeranno presso il Centro Socio Culturale Europa 93, in Via Isarco 4, a Ponte Valleceppi di Perugia. Il primo incontro è programmato per giovedì 11 aprile alle ore 16.

Si ricorda che il progetto è nato nell’ambito del bando Welfare 2023 Per gli anziani: cura promozione e risorsa pubblicato da Fondazione Perugia, ideato e realizzato da Fondazione di Carità San Lorenzo - ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve - in collaborazione con USL Umbria 1 - Distretto del Perugino, Comune di Perugia, Polizia di Stato, Associazione Coordinamento Centri Socio Culturali di Perugia e Fondazione Santa Caterina Parlesca Onlus.

Finalità principale di Rete di Argento è quella di riconoscere il diritto della persona anziana ad avere un ruolo attivo all’interno della società.

Il progetto intende sperimentare, nell’arco di dodici mesi, un modello di gestione innovativo in grado di promuovere, attraverso un sistema coordinato e integrato lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse già attive e potenzialmente attivabili nel territorio di Perugia, nonché strategie e azioni innovative finalizzate ad incoraggiare il coinvolgimento della comunità e le esperienze aggregative della popolazione anziana autosufficiente ≥65 anni allo scopo di favorirne la partecipazione ad un corretto processo di invecchiamento attivo e la prevenzione alla condizione della solitudine.

Le attività già realizzate da Rete di Argento

Nei primi cinque mesi di svolgimento, quelle relative all’attivazione di uno sportello welfare itinerante presso undici Centri Soci Culturali e presso la Fondazione Santa Caterina, oltre all’avvio della mappatura delle risorse e dei servizi presenti sul territorio rispetto al tema dell’invecchiamento attivo.

Inoltre, la realizzazione di quattro percorsi di cittadinanza attiva (nello specifico tre percorsi informativi sulle conoscenze e le competenze digitali rivolte agli anziani, un incontro informativo sulla prevenzione delle truffe in collaborazione con la Polizia di Stato).

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‘Verso il Perugino e oltre’, per la promozione dell’arte e della cultura https://www.lavoce.it/verso-il-perugino-e-oltre-per-la-promozione-dellarte-e-della-cultura/ Wed, 23 Jun 2021 10:28:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61151 'Verso il Perugino e oltre'

Verso il Perugino e oltre è l’accordo di collaborazione siglato dall’Archidiocesi di Perugia - Città della Pieve e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per promuovere e sviluppare azioni e progetti comuni nell’ambito dell’arte e della cultura in occasione della ricorrenza dei cinquecento anni dalla morte di Pietro Vannucci, il grande maestro del Rinascimento italiano noto a tutti come il Perugino, che cadrà nel 2023.

Sottoscritto nella mattina di mercoledì 23 giugno dal vescovo ausiliare di Perugia - Città della Pieve monsignor Marco Salvi (delegato del cardinale Gualtiero Bassetti per la gestione e promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici e per le Celebrazioni del V Centenario dalla morte di Pietro Vannucci) e dalla Presidente dalla Fondazione Cristina Colaiacovo, l’accordo nasce dalla necessità di dare corpo a un documento che regolamenta la molteplicità di interessi comuni anche alla luce dell’eccezionalità degli eventi in corso, sia sul piano socio-sanitario ed economico che su quello riguardante il senso profondo del rapporto tra arte, fede e convivenza comune. Un accordo che rientra tra le finalità della Commissione diocesana per la preparazione degli eventi celebrativi di questo V Centenario, istituita di recente, da promuovere in sinergia anche con le altre Istituzioni preposte in materia.

Verso il Perugino e oltre, è una piattaforma condivisa che imposta un metodo e non mette limiti, nel rispetto delle reciproche autonomie e ruoli, e che si pone come punto di partenza da condividere con le istituzioni e con gli enti territoriali, a partire dalla Regione Umbria, i comuni interessati al progetto e l’Università di Perugia.

Alla base del metodo che verrà adottato, ci sono due esigenze fondamentali: rafforzare la visione di sistema nel campo della gestione e promozione dei beni culturali, anche promuovendo professionalità e progetti innovativi, e unire gli sforzi di analisi ed elaborazione adottando una visione ampia dell’esistente e delle prospettive.

Nella situazione attuale è necessario assumere un ruolo attivo che supporti la ripartenza cogliendo l’attuale momento di difficoltà facendolo diventare una risorsa senza sprofondare nella cultura dell’emergenza.

"L’Archidiocesi di Perugia e Città della Pieve -osserva monsignor Marco Salvi-  si pone l’obiettivo di intraprendere un percorso di attenta valorizzazione del patrimonio storico-artistico conservato nel Museo Diocesano di Perugia, ma anche in numerose chiese del territorio che testimoniano una produzione artistica di grande pregio legata alla committenza ecclesiastica.

Sono particolarmente soddisfatto di questa sinergia che si sta creando con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, da sempre attenta alla promozione e alla tutela dei beni culturali del territorio perugino. La stipula di questo accordo ci consente di operare insieme e di fare squadra, in un settore come quello del patrimonio artistico e museale in cui è necessario unire gli sforzi e le progettualità, creando delle reti, al fine di elaborare azioni ed indirizzi operativi comuni. La Diocesi vuole rafforzare la sua azione pastorale attraverso i beni culturali seguendo le indicazioni della Pontificia Commissione per i Beni Culturali (2001), al fine di favorire un nuovo umanesimo".

"Abbiamo colto l’occasione di una ricorrenza così importante qual è il cinquecentenario dalla morte del Perugino -afferma la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Cristina Colaiacovo- per mettere le basi di un’alleanza con l’Archidiocesi di Perugia - Città della Pieve che riteniamo strategica per costruire un percorso condiviso che diventi una permanenza stabile nel nostro territorio. Nel 2020 abbiamo dovuto sacrificare gli interventi destinati ad arte e cultura per dare spazio a quelli emergenziali in ambito sociale e sanitario, ma questo settore è sempre stato e rimane di grande rilievo nella nostra programmazione. Abbiamo quindi continuato ad impegnarci non solo organizzando eventi culturali presso la nostra sede di Palazzo Baldeschi e sostenendo interventi a favore dei beni culturali attraverso i restauri, ma anche tessendo reti e stingendo collaborazioni con altre realtà del territorio per dare maggior spinta alla ripresa.

Per quanto riguarda il Perugino, lo scorso novembre abbiamo attivato due borse di studio destinate una alla raccolta di materiale bibliografico-documentale, l’altra alla costruzione di itinerari turistico-culturali, i cui risultati saranno senz’altro utili per la costruzione di progetti condivisi, anche in funzione della promozione di un turismo culturale internazionale di qualità sempre più elevata che possa generare un circuito economico virtuoso e nuove opportunità lavorative, soprattutto per i giovani".

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'Verso il Perugino e oltre'

Verso il Perugino e oltre è l’accordo di collaborazione siglato dall’Archidiocesi di Perugia - Città della Pieve e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia per promuovere e sviluppare azioni e progetti comuni nell’ambito dell’arte e della cultura in occasione della ricorrenza dei cinquecento anni dalla morte di Pietro Vannucci, il grande maestro del Rinascimento italiano noto a tutti come il Perugino, che cadrà nel 2023.

Sottoscritto nella mattina di mercoledì 23 giugno dal vescovo ausiliare di Perugia - Città della Pieve monsignor Marco Salvi (delegato del cardinale Gualtiero Bassetti per la gestione e promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici e per le Celebrazioni del V Centenario dalla morte di Pietro Vannucci) e dalla Presidente dalla Fondazione Cristina Colaiacovo, l’accordo nasce dalla necessità di dare corpo a un documento che regolamenta la molteplicità di interessi comuni anche alla luce dell’eccezionalità degli eventi in corso, sia sul piano socio-sanitario ed economico che su quello riguardante il senso profondo del rapporto tra arte, fede e convivenza comune. Un accordo che rientra tra le finalità della Commissione diocesana per la preparazione degli eventi celebrativi di questo V Centenario, istituita di recente, da promuovere in sinergia anche con le altre Istituzioni preposte in materia.

Verso il Perugino e oltre, è una piattaforma condivisa che imposta un metodo e non mette limiti, nel rispetto delle reciproche autonomie e ruoli, e che si pone come punto di partenza da condividere con le istituzioni e con gli enti territoriali, a partire dalla Regione Umbria, i comuni interessati al progetto e l’Università di Perugia.

Alla base del metodo che verrà adottato, ci sono due esigenze fondamentali: rafforzare la visione di sistema nel campo della gestione e promozione dei beni culturali, anche promuovendo professionalità e progetti innovativi, e unire gli sforzi di analisi ed elaborazione adottando una visione ampia dell’esistente e delle prospettive.

Nella situazione attuale è necessario assumere un ruolo attivo che supporti la ripartenza cogliendo l’attuale momento di difficoltà facendolo diventare una risorsa senza sprofondare nella cultura dell’emergenza.

"L’Archidiocesi di Perugia e Città della Pieve -osserva monsignor Marco Salvi-  si pone l’obiettivo di intraprendere un percorso di attenta valorizzazione del patrimonio storico-artistico conservato nel Museo Diocesano di Perugia, ma anche in numerose chiese del territorio che testimoniano una produzione artistica di grande pregio legata alla committenza ecclesiastica.

Sono particolarmente soddisfatto di questa sinergia che si sta creando con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, da sempre attenta alla promozione e alla tutela dei beni culturali del territorio perugino. La stipula di questo accordo ci consente di operare insieme e di fare squadra, in un settore come quello del patrimonio artistico e museale in cui è necessario unire gli sforzi e le progettualità, creando delle reti, al fine di elaborare azioni ed indirizzi operativi comuni. La Diocesi vuole rafforzare la sua azione pastorale attraverso i beni culturali seguendo le indicazioni della Pontificia Commissione per i Beni Culturali (2001), al fine di favorire un nuovo umanesimo".

"Abbiamo colto l’occasione di una ricorrenza così importante qual è il cinquecentenario dalla morte del Perugino -afferma la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Cristina Colaiacovo- per mettere le basi di un’alleanza con l’Archidiocesi di Perugia - Città della Pieve che riteniamo strategica per costruire un percorso condiviso che diventi una permanenza stabile nel nostro territorio. Nel 2020 abbiamo dovuto sacrificare gli interventi destinati ad arte e cultura per dare spazio a quelli emergenziali in ambito sociale e sanitario, ma questo settore è sempre stato e rimane di grande rilievo nella nostra programmazione. Abbiamo quindi continuato ad impegnarci non solo organizzando eventi culturali presso la nostra sede di Palazzo Baldeschi e sostenendo interventi a favore dei beni culturali attraverso i restauri, ma anche tessendo reti e stingendo collaborazioni con altre realtà del territorio per dare maggior spinta alla ripresa.

Per quanto riguarda il Perugino, lo scorso novembre abbiamo attivato due borse di studio destinate una alla raccolta di materiale bibliografico-documentale, l’altra alla costruzione di itinerari turistico-culturali, i cui risultati saranno senz’altro utili per la costruzione di progetti condivisi, anche in funzione della promozione di un turismo culturale internazionale di qualità sempre più elevata che possa generare un circuito economico virtuoso e nuove opportunità lavorative, soprattutto per i giovani".

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Da giornalista a volontario Caritas: la storia di Luigi Palazzoni https://www.lavoce.it/da-giornalista-a-volontario-caritas-la-storia-di-luigi-palazzoni/ https://www.lavoce.it/da-giornalista-a-volontario-caritas-la-storia-di-luigi-palazzoni/#comments Tue, 21 Apr 2020 10:51:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56926

Nella mia lunga attività di giornalista mi sono trovato a volte faccia a faccia con il mondo del volontariato. Confesso che per me è stata come un’evoluzione elaborata nel corso degli anni, che ha conosciuto varie tappe: prima come fortemente scettico, poi come quasi disinteressato osservatore, a seguire la perplessità unita alle prime domande che mi ponevo (perché lo fanno?), ed ancora, il nascere della consapevolezza che qualcosa di forte sfuggiva alla mia riflessione. A sfuggirmi, poi lo capii, era il sentimento dell’altruismo, la voglia di aiutare chi ne aveva bisogno, chi era stato meno fortunato di me, chi era passato o si trovava ancora in mezzo al guado di una vita impossibile da vivere per le condizioni che imponeva ad uno o più di uno dei livelli della nostra esistenza: sociale, familiare, economico, psicologico, morale.

La rivelazione finale

E poi, ecco la “rivelazione” finale, la consapevolezza, verificata nelle persone e nei fatti, che effettivamente donare un po’ del proprio tempo a qualcuno gratifica tanto chi lo riceve quanto chi lo dona. Occorre provarlo per capirlo. La mia attività di giornalista, prima come semplice cronista e poi via via fino alla direzione di giornali importanti, mi ha regalato un osservatorio privilegiato sul mondo che ci circonda. Sulla nostra società, sul bene ed il male, sulle gioie e i dolori che la gente vive giornalmente. https://youtu.be/ZjFggoSIF_o

Scetticismo iniziale

Quando all’inizio della mia carriera giornalistica da semplice cronista ricevevo l’incarico di un servizio su qualche fatto inerente il volontariato, ammetto che mi muovevo in maniera abbastanza scettica, con la domanda ricorrente: ma chi glielo fa fare di “perdere” il proprio tempo, per giunta gratuitamente, in favore di persone che neppure conoscono? Perché? Come mai?

Energie e motivazioni

Ecco, quei “perché”, quei “come mai” hanno cominciato a ronzarmi nel cervello, ma senza una risposta immediata. Il tarlo però ormai era innescato, e con il passare del tempo quando al giornale c’era da seguire qualche fatto riguardante il mondo del volontariato, mi facevo avanti io chiedendo di poter coprire quel servizio. Non ero ancora cosciente di ciò che muoveva quella fetta di società umana, ma proprio per questo ero deciso a capire quali erano le energie e le motivazioni che riuscivano a convincere, spostare, far immedesimare tante persone che dopo essere salite sul rimorchio per prova o per curiosità facendosi timidamente trainare da altri, acquisivano forza ed entusiasmo propri fino a marciare convinti in gruppo e convincendo senza nulla dire, ma solo con l’esempio, tante altre persone a seguire la stessa strada.

Scoprire il volontariato

È così che scoprii il significato sempre più profondo di cosa significa dare una mano a qualcuno che si trova in difficoltà più o meno gravi. Ma lo capii per interposta persona, cioè parlando e stando a contatto con organizzazioni di volontariato, perché l’impegno professionale di giornalista non mi concedeva spazi liberi di tempo da dedicare personalmente agli altri. Ma ogni volta che c’erano fatti e cronache riguardanti il mondo del volontariato in uno dei suoi tanti aspetti, non perdevo occasione, quale responsabile della direzione regionale del Messaggero, per organizzare un servizio giornalistico, chiedendo e spiegando al collega che di volta in volta incaricavo, quale taglio dargli e gli aspetti da cogliere. E al momento di decidere l’impaginazione, il servizio sul volontariato aveva quasi sempre un rilievo tutt’altro che secondario.

Stima e ammirazione

La mia stima e ammirazione per coloro che dedicavano una parte del loro tempo agli altri, cresceva, fino a maturare la decisione che al momento di lasciare l’attività giornalistica per motivi pensionistici. Avrei dedicato anch’io una buona parte delle mie energie al volontariato. E così è stato. Prima ero osservatore/ammiratore di chi si prodigava per il benessere altrui in maniera disinteressata e con forte abnegazione. Ora sono dall’altra parte della barricata. Da qualche anno vivo finalmente in prima persona le soddisfazioni morali ed il benessere psicologico per una attività di volontariato che porto avanti anche con spirito di sacrificio. Con convinzione, determinazione e soprattutto la gioia intima e profonda della consapevolezza di fare qualcosa di utile per tante persone.

Centro di ascolto, mensa, accoglienza immigrati

Il mio primo approccio con il mondo del volontariato fu fin dall’inizio con la Caritas. Un iniziale periodo di ambientamento presso la sede di Porta Sole, dove si trovava il Centro di ascolto diocesano, più da “osservatore” che da attivo partecipante per la giusta necessità di farmi capire i meccanismi ed il contesto in cui sarei forse entrato. In seguito fui dirottato alla mensa della Caritas di via Imbriani. Una istituzione caritatevole di lunga data, collocata nel centro storico di Pertugia, nata da una collaborazione con il Comune. Poi chiesi ed ottenni di prestare la mia attività di volontariato in esterno. Fu così che feci un periodo di attività presso una struttura nella zona di Colle Umberto. All’interno della canonica locale la Caritas ospitava alcune decine di immigrati in attesa di riconoscimenti e sistemazioni normative e logistiche diverse dalla provvisorietà.

Emporio della Solidarietà

[gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" link="none" ids="56943,56947,56944"] Alla fine approdai alla nuova sede della Caritas, il “Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza”, dove mi fu proposto di dare una mano nell’Emporio della Solidarietà “Tabgha” presso il quale le famiglie in gravi difficoltà vengono a fare spesa gratuitamente, dopo aver verificato il loro reale stato di bisogno. Feci “pratica” anche in questo settore dedicando all’Emporio tempo e lavoro costante. Collaborando in maniera costruttiva nella struttura, soprattutto nella gestione delle donazioni di generi alimentari. Nel frattempo, grazie alle iniziative a tutto campo della direzione Caritas, le donazioni di alimentari, ma anche di oggettistica e generi vari di consumo casalingo, sono diventate sempre più consistenti. Una strategia indispensabile perché l’Emporio non può pensare di sopravvivere soltanto con le donazioni economiche, dal momento che è ben difficile trovare donatori generosi come la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha contribuito in maniera determinante sia alle spese per l’apertura dell’Emporio, che a quelle per l’acquisto dei generi alimentari nei primi anni di vita.

Moltiplicate le donazioni

Ora le donazioni materiali di enti, aziende e singoli cittadini si sono moltiplicate ed il settore è in continuo sviluppo. Il volume di merce che ci giunge è molto importante e determinante. Un esempio per tutti viene dal Gruppo GMF Fioroni che collabora pienamente in questo senso con la Caritas garantendo un importante afflusso di merci donate.

Responsabile del “Daidò”

Alla luce di quanto sopra, la Caritas ha deciso di creare una nuova struttura dedicata esclusivamente alla gestione delle donazioni. Il direttore della Caritas, Giancarlo Pecetti, ha ritenuto opportuno affidarmi la responsabilità di tale struttura. Mi ha disposizione un gruppo di volontari per svolgere le varie mansioni relative alla gestione delle donazioni stesse. Per inciso, non a caso il nuovo settore si chiama, su iniziativa della condirettrice Luisa Pecetti, “Daidò”, a significare anche simbolicamente un’attività che consiste in sostanza nel ricevere qualcosa che viene poi dato ad altri: tu DAI a me qualcosa e io come Caritas DO’ ai poveri. Luigi Palazzoni]]>

Nella mia lunga attività di giornalista mi sono trovato a volte faccia a faccia con il mondo del volontariato. Confesso che per me è stata come un’evoluzione elaborata nel corso degli anni, che ha conosciuto varie tappe: prima come fortemente scettico, poi come quasi disinteressato osservatore, a seguire la perplessità unita alle prime domande che mi ponevo (perché lo fanno?), ed ancora, il nascere della consapevolezza che qualcosa di forte sfuggiva alla mia riflessione. A sfuggirmi, poi lo capii, era il sentimento dell’altruismo, la voglia di aiutare chi ne aveva bisogno, chi era stato meno fortunato di me, chi era passato o si trovava ancora in mezzo al guado di una vita impossibile da vivere per le condizioni che imponeva ad uno o più di uno dei livelli della nostra esistenza: sociale, familiare, economico, psicologico, morale.

La rivelazione finale

E poi, ecco la “rivelazione” finale, la consapevolezza, verificata nelle persone e nei fatti, che effettivamente donare un po’ del proprio tempo a qualcuno gratifica tanto chi lo riceve quanto chi lo dona. Occorre provarlo per capirlo. La mia attività di giornalista, prima come semplice cronista e poi via via fino alla direzione di giornali importanti, mi ha regalato un osservatorio privilegiato sul mondo che ci circonda. Sulla nostra società, sul bene ed il male, sulle gioie e i dolori che la gente vive giornalmente. https://youtu.be/ZjFggoSIF_o

Scetticismo iniziale

Quando all’inizio della mia carriera giornalistica da semplice cronista ricevevo l’incarico di un servizio su qualche fatto inerente il volontariato, ammetto che mi muovevo in maniera abbastanza scettica, con la domanda ricorrente: ma chi glielo fa fare di “perdere” il proprio tempo, per giunta gratuitamente, in favore di persone che neppure conoscono? Perché? Come mai?

Energie e motivazioni

Ecco, quei “perché”, quei “come mai” hanno cominciato a ronzarmi nel cervello, ma senza una risposta immediata. Il tarlo però ormai era innescato, e con il passare del tempo quando al giornale c’era da seguire qualche fatto riguardante il mondo del volontariato, mi facevo avanti io chiedendo di poter coprire quel servizio. Non ero ancora cosciente di ciò che muoveva quella fetta di società umana, ma proprio per questo ero deciso a capire quali erano le energie e le motivazioni che riuscivano a convincere, spostare, far immedesimare tante persone che dopo essere salite sul rimorchio per prova o per curiosità facendosi timidamente trainare da altri, acquisivano forza ed entusiasmo propri fino a marciare convinti in gruppo e convincendo senza nulla dire, ma solo con l’esempio, tante altre persone a seguire la stessa strada.

Scoprire il volontariato

È così che scoprii il significato sempre più profondo di cosa significa dare una mano a qualcuno che si trova in difficoltà più o meno gravi. Ma lo capii per interposta persona, cioè parlando e stando a contatto con organizzazioni di volontariato, perché l’impegno professionale di giornalista non mi concedeva spazi liberi di tempo da dedicare personalmente agli altri. Ma ogni volta che c’erano fatti e cronache riguardanti il mondo del volontariato in uno dei suoi tanti aspetti, non perdevo occasione, quale responsabile della direzione regionale del Messaggero, per organizzare un servizio giornalistico, chiedendo e spiegando al collega che di volta in volta incaricavo, quale taglio dargli e gli aspetti da cogliere. E al momento di decidere l’impaginazione, il servizio sul volontariato aveva quasi sempre un rilievo tutt’altro che secondario.

Stima e ammirazione

La mia stima e ammirazione per coloro che dedicavano una parte del loro tempo agli altri, cresceva, fino a maturare la decisione che al momento di lasciare l’attività giornalistica per motivi pensionistici. Avrei dedicato anch’io una buona parte delle mie energie al volontariato. E così è stato. Prima ero osservatore/ammiratore di chi si prodigava per il benessere altrui in maniera disinteressata e con forte abnegazione. Ora sono dall’altra parte della barricata. Da qualche anno vivo finalmente in prima persona le soddisfazioni morali ed il benessere psicologico per una attività di volontariato che porto avanti anche con spirito di sacrificio. Con convinzione, determinazione e soprattutto la gioia intima e profonda della consapevolezza di fare qualcosa di utile per tante persone.

Centro di ascolto, mensa, accoglienza immigrati

Il mio primo approccio con il mondo del volontariato fu fin dall’inizio con la Caritas. Un iniziale periodo di ambientamento presso la sede di Porta Sole, dove si trovava il Centro di ascolto diocesano, più da “osservatore” che da attivo partecipante per la giusta necessità di farmi capire i meccanismi ed il contesto in cui sarei forse entrato. In seguito fui dirottato alla mensa della Caritas di via Imbriani. Una istituzione caritatevole di lunga data, collocata nel centro storico di Pertugia, nata da una collaborazione con il Comune. Poi chiesi ed ottenni di prestare la mia attività di volontariato in esterno. Fu così che feci un periodo di attività presso una struttura nella zona di Colle Umberto. All’interno della canonica locale la Caritas ospitava alcune decine di immigrati in attesa di riconoscimenti e sistemazioni normative e logistiche diverse dalla provvisorietà.

Emporio della Solidarietà

[gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" link="none" ids="56943,56947,56944"] Alla fine approdai alla nuova sede della Caritas, il “Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza”, dove mi fu proposto di dare una mano nell’Emporio della Solidarietà “Tabgha” presso il quale le famiglie in gravi difficoltà vengono a fare spesa gratuitamente, dopo aver verificato il loro reale stato di bisogno. Feci “pratica” anche in questo settore dedicando all’Emporio tempo e lavoro costante. Collaborando in maniera costruttiva nella struttura, soprattutto nella gestione delle donazioni di generi alimentari. Nel frattempo, grazie alle iniziative a tutto campo della direzione Caritas, le donazioni di alimentari, ma anche di oggettistica e generi vari di consumo casalingo, sono diventate sempre più consistenti. Una strategia indispensabile perché l’Emporio non può pensare di sopravvivere soltanto con le donazioni economiche, dal momento che è ben difficile trovare donatori generosi come la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha contribuito in maniera determinante sia alle spese per l’apertura dell’Emporio, che a quelle per l’acquisto dei generi alimentari nei primi anni di vita.

Moltiplicate le donazioni

Ora le donazioni materiali di enti, aziende e singoli cittadini si sono moltiplicate ed il settore è in continuo sviluppo. Il volume di merce che ci giunge è molto importante e determinante. Un esempio per tutti viene dal Gruppo GMF Fioroni che collabora pienamente in questo senso con la Caritas garantendo un importante afflusso di merci donate.

Responsabile del “Daidò”

Alla luce di quanto sopra, la Caritas ha deciso di creare una nuova struttura dedicata esclusivamente alla gestione delle donazioni. Il direttore della Caritas, Giancarlo Pecetti, ha ritenuto opportuno affidarmi la responsabilità di tale struttura. Mi ha disposizione un gruppo di volontari per svolgere le varie mansioni relative alla gestione delle donazioni stesse. Per inciso, non a caso il nuovo settore si chiama, su iniziativa della condirettrice Luisa Pecetti, “Daidò”, a significare anche simbolicamente un’attività che consiste in sostanza nel ricevere qualcosa che viene poi dato ad altri: tu DAI a me qualcosa e io come Caritas DO’ ai poveri. Luigi Palazzoni]]>
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