Flavio Lotti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/flavio-lotti/ Settimanale di informazione regionale Sun, 24 Apr 2022 16:01:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Flavio Lotti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/flavio-lotti/ 32 32 Marcia per la pace in Ucraina. Lotti: “la politica torni ad essere l’alternativa alla guerra” https://www.lavoce.it/marcia-per-la-pace-in-ucraina-lotti-la-politica-torni-ad-essere-lalternativa-alla-guerra/ Sun, 24 Apr 2022 15:19:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66383 Flavio Lotti nel momento finale della marcia per la pace in Ucraina Perugia Assisi, in piazza san Francesco

“La politica torni ad essere l’alternativa alla guerra!”. È l'appello che Flavio Lotti, Coordinatore del Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi, ha rivolto dal palco davanti ai partecipanti alla marcia per la pace in Ucraina giunti alla tappa finale del percorso, la piazza inferiore di San Francesco in Assisi (tutti gli interventi finali nel video della diretta su You Tube). Lotti ha ricordato che la partecipazione alla giornata non si è concretizzata solo nella Perugia-Assisi ma anche in numerose iniziative tenute in molte altre città italiane.

Per la prima volta anche le Università hanno aderito alla Marcia

Oltre a Lotti sono intervenuti il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino (qui il suo intervento), il custode del Sacro Convento di Assisi fra fra Marco Moroni, che ha richiamato le parole che Papa Francesco, al “ReginaCaeli”, ha rivolto ai politici (“ascoltate quello che dice il popolo”) e si è detto convinto che “si può ancora intavolare il dialogo" perché "non è quella delle armi la risposta, le armi portano solo distruzione, non ci sarà mai nessuna vittoria di nessuno perché le armi portano il male di tutti”. Infine il Custude ha invitato ad andare sulla tomba di Francesco per chiedere “attraverso di lui il dono della pace del Risorto, la fine dell' ostilità e la pace per tutto il mondo”. Sono intervenuti anche Giuseppe Giulietti, Presidente FNSI, fondatore Articolo 21, la sindaco di Assisi Stefania Proietti e altri sindaci e autorità, i ragazzi dele scuole che hanno partecipato alla marcia, tanti altri impegnati per la pace e, per la prima volta, diversi Rettori delle Università italiane, tra cui il Rettore dell'Università di Perugia, in rappresentanza della Conferenza dei Rettori delle Università italiane che ha aperto un sito in cui sono raccolte le iniziative dei singoli Atenei a sostegno della pace in Ucraina.

Lotti: per salvare gli ucraini dobbiamo togliere la parola alle armi

“Dopo 8 anni di guerra e 60 giorni di escalation è venuto il tempo di fermare la guerra. Questa guerra poteva e doveva essere evitata. Per otto anni e 60 giorni - ha ricordato ancora Lotti - abbiamo affidato alle armi le sorti dell’Ucraina, dell’Europa, del diritto all’autodeterminazione dei popoli, della libertà, della democrazia e della pace nel mondo. È il suicidio della politica”. Lotti ha ripetuto ciò che in vari modi gli interventi hanno ribadito, e cioè che “non è vero che le armi sono l’unico aiuto che possiamo dare all’Ucraina. C’è un altro modo ed è il motivo per cui siamo qui”. “Per salvare la vita degli ucraini - ha detto Lotti - dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica. Una politica nuova, una politica di cura, di pace e nonviolenza basata sul diritto internazionale dei diritti umani, sul disarmo e sulla consapevolezza che un mondo ormai globalizzato, frammentato, sottoposto a grandi sfide comuni richiede il passaggio dalla competizione selvaggia alla cura reciproca, dall’economia di guerra all’economia della fraternità, dalla sicurezza armata alla sicurezza comune”.]]>
Flavio Lotti nel momento finale della marcia per la pace in Ucraina Perugia Assisi, in piazza san Francesco

“La politica torni ad essere l’alternativa alla guerra!”. È l'appello che Flavio Lotti, Coordinatore del Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi, ha rivolto dal palco davanti ai partecipanti alla marcia per la pace in Ucraina giunti alla tappa finale del percorso, la piazza inferiore di San Francesco in Assisi (tutti gli interventi finali nel video della diretta su You Tube). Lotti ha ricordato che la partecipazione alla giornata non si è concretizzata solo nella Perugia-Assisi ma anche in numerose iniziative tenute in molte altre città italiane.

Per la prima volta anche le Università hanno aderito alla Marcia

Oltre a Lotti sono intervenuti il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino (qui il suo intervento), il custode del Sacro Convento di Assisi fra fra Marco Moroni, che ha richiamato le parole che Papa Francesco, al “ReginaCaeli”, ha rivolto ai politici (“ascoltate quello che dice il popolo”) e si è detto convinto che “si può ancora intavolare il dialogo" perché "non è quella delle armi la risposta, le armi portano solo distruzione, non ci sarà mai nessuna vittoria di nessuno perché le armi portano il male di tutti”. Infine il Custude ha invitato ad andare sulla tomba di Francesco per chiedere “attraverso di lui il dono della pace del Risorto, la fine dell' ostilità e la pace per tutto il mondo”. Sono intervenuti anche Giuseppe Giulietti, Presidente FNSI, fondatore Articolo 21, la sindaco di Assisi Stefania Proietti e altri sindaci e autorità, i ragazzi dele scuole che hanno partecipato alla marcia, tanti altri impegnati per la pace e, per la prima volta, diversi Rettori delle Università italiane, tra cui il Rettore dell'Università di Perugia, in rappresentanza della Conferenza dei Rettori delle Università italiane che ha aperto un sito in cui sono raccolte le iniziative dei singoli Atenei a sostegno della pace in Ucraina.

Lotti: per salvare gli ucraini dobbiamo togliere la parola alle armi

“Dopo 8 anni di guerra e 60 giorni di escalation è venuto il tempo di fermare la guerra. Questa guerra poteva e doveva essere evitata. Per otto anni e 60 giorni - ha ricordato ancora Lotti - abbiamo affidato alle armi le sorti dell’Ucraina, dell’Europa, del diritto all’autodeterminazione dei popoli, della libertà, della democrazia e della pace nel mondo. È il suicidio della politica”. Lotti ha ripetuto ciò che in vari modi gli interventi hanno ribadito, e cioè che “non è vero che le armi sono l’unico aiuto che possiamo dare all’Ucraina. C’è un altro modo ed è il motivo per cui siamo qui”. “Per salvare la vita degli ucraini - ha detto Lotti - dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica. Una politica nuova, una politica di cura, di pace e nonviolenza basata sul diritto internazionale dei diritti umani, sul disarmo e sulla consapevolezza che un mondo ormai globalizzato, frammentato, sottoposto a grandi sfide comuni richiede il passaggio dalla competizione selvaggia alla cura reciproca, dall’economia di guerra all’economia della fraternità, dalla sicurezza armata alla sicurezza comune”.]]>
L’Umbria del dialogo e dell’Università saluta mons. Bromuri: è stato la voce di chi non ha voce, non dimenticheremo la sua lezione https://www.lavoce.it/lumbria-del-dialogo-e-delluniversita-saluta-mons-bromuri-e-stato-la-voce-di-chi-non-ha-voce-non-dimenticheremo-la-sua-lezione/ Mon, 17 Aug 2015 17:51:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42563 Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)20

Monsignor Elio Bromuri, scomparso il 17 agosto dopo una lunga malattia, è stato un grande uomo di dialogo e di cultura. Tra i suoi numerosi incarichi, è stato docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di Assisi, ma anche di Storia della Chiesa presso l’Università per stranieri. Da qui il saluto e la preghiera unanime del mondo ecclesiastico e culturale umbro, dopo quello politico e giornalistico.

Il Sacro Convento di Assisi

“Costruttore e tessitore di ponti e per anni voce di chi non ha voce”: così lo ricorda padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento di Assisi. Le parole di padre Gambetti sono riportate sul sito sanfrancesco.org, dove la comunità francescana conventuale di Assisi esprime “cordoglio e preghiera” dopo la morte di don Elio.

L’Università per Stranieri

 Il rettore dell’Università per stranieri, Giovanni Paciullo, in una nota si dice “particolarmente addolorato dalla scomparsa di monsignor Elio Bromuri, dovendogli tanto della mia formazione e della mia crescita nell’impegno civile; un impegno iniziato in Fuci avendolo come assistente e guida una volta che ne assunsi la presidenza. La sua sensibilità per l’accoglienza ed il dialogo tra i popoli sono stati e restano per me ancora oggi, come rettore di questo prestigioso ateneo, un riferimento fondamentale. Mancheranno a tutti la sua sensibilità, la sua generosità, il suo rigore morale, la sua comprensione nei confronti di quanti, vivendo situazioni difficili, attraverso di lui hanno potuto mantenere un rapporto con la Fede e con la Chiesa”.

La Tavola della Pace

“Con la scomparsa di don Elio Bromuri, Perugia e l’Umbria perdono un uomo del dialogo. La sua attenzione al dialogo interreligioso, ecumenico e interculturale è stata una risorsa autentica, preziosa e, dobbiamo ammetterlo, abbastanza rara per la nostra comunità”. A dirlo, in una nota, è Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. “La sua fermezza nelle proprie convinzioni – prosegue Lotti – non gli ha impedito di assumere un atteggiamento di sincera apertura, di ascolto e dialogo anche con coloro che apparivano più lontani. Per questo don Elio è riuscito ad animare una fitta sequenza di incontri e relazioni tutt’altro che banali o scontate. Penso innanzitutto all’incontro-scontro con Aldo Capitini, il suo pensiero, la Marcia per la pace Perugia-Assisi attorno ai quali ha voluto ripetutamente riflettere. Ma anche alla tenacia con cui ha costruito occasioni di incontro con la comunità islamica. Don Elio non ha mai nascosto o camuffato il suo punto di vista ma non ha mai censurato quello degli altri. Anzi, dagli altri si è sempre lasciato interrogare”. “‘Interrompere un dialogo non è mai piacevole’, ha scritto nel suo ultimo editoriale de La Voce, ‘ma in questi casi è inevitabile’. Speriamo di riprenderlo, caro don Elio – conclude Lotti – insieme a tutti quelli che non vorranno dimenticare la tua lezione”.

 

 


]]>
Per la pace e la fraternità https://www.lavoce.it/per-la-pace-e-la-fraternita/ Fri, 17 Oct 2014 13:21:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28544 marcia-pace-assisiSono la “pace e la fraternità” i temi della Marcia Perugia-Assisi che si svolgerà domenica prossima. Tante le adesioni di enti locali, associazioni e scuole ma anche tante le polemiche e qualche significativa assenza di organizzazioni e movimenti che hanno fatto parte della storia di questa manifestazione, ideata e voluta nel 1961 da Aldo Capitini, da alcuni definito il “Gandhi italiano”. Una marcia che avviene a 100 anni dall’inizio della Prima guerra mondiale con i suoi 10 milioni di morti e 20 milioni tra feriti ed invalidi. Anche oggi però “la pace è in pericolo e il 19 ottobre vogliamo lanciare un forte segnale d’allarme” ha detto Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace che organizza la PerugiAssisi, nella conferenza stampa che si è svolta la scorsa settimana a Roma. “Noi – ha proseguito – non sappiamo più cos’è la pace. La diamo per scontata e non ci accorgiamo che la stiamo perdendo. Non sappiamo nemmeno cosa sia la guerra e siamo sempre più disposti a farla.

Il 19 ottobre marceremo contro la Terza guerra mondiale denunciata da Papa Francesco e ignorata dalla gran parte della politica e delle istituzioni. Denunciamo il pericoloso tentativo di rilegittimare la guerra come strumento inevitabile”. Alla marcia hanno aderito 763 tra associazioni, enti locali e scuole di 480 città. Per la prima volta non ci saranno però l’Agesci, l’associazione italiana degli scout e delle guide, ed il Movimento Nonviolento, fondato proprio da Capitini. Accusano Lotti di una “gestione personalistica” e “poco trasparente” della manifestazione e ritengono che avrebbe dovuto dimettersi da questo incarico di coordinatore dopo essersi candidato nelle ultime elezioni politiche (senza essere stato eletto). “I nostri bilanci sono online e trasparenti” ha replicato Lotti, che ha anche ricordato di essersi sempre impegnato sui temi della pace e di volere continuare a farlo. Tornando ai numeri della prossima Marcia Lotti ha sottolineato che ci saranno studenti di 100 scuole e sindaci, consiglieri, assessori e presidenti di 100 tra Comuni, Province e Regioni. Questi ultimi dalla Basilica di San Francesco rivolgeranno un nuovo appello per il riconoscimento della pace come diritto umano fondamentale.

A tale proposito Andrea Ferrari, presidente del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, ha ricordato che molti degli enti da lui rappresentati hanno contribuito ad organizzare la Marcia “nella convinzione che la pace, oggi più che mai, comincia nelle nostre città dove la crisi sta alimentando povertà, paure e insicurezza”. “La Perugia Assisi sarà per noi un giorno di scuola” ha affermato Aluisi Solini, dirigente scolastico e coordinatore della Rete delle scuole di pace. “Daremo avvio ad un nuovo programma di educazione alla cittadinanza democratica perché la pace ha bisogno di una nuova cultura, si insegna, s’impara e si vive. A partire dalla scuola”. Le guerre – è stato detto – non sono solo quelle combattute con le armi, ma anche quelle combattute dall’economia che genera sfruttamento, povertà, fame, distruzione dell’ambiente, diseguaglianze sempre più forti. A questo proiposito “la marcia vuole essere il punto di partenza non di arrivo” ha detto padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi. “Il 19 ottobre – ha proseguito – vivremo la festa della pace, di ripudio della guerra e di amore per il prossimo. Sarà una marcia spinta solo dalla coscienza degli uomini di buona volontà che chiedono ai governanti, come fece lo stesso Francesco d’Assisi ai potenti di allora, di pensare al bene degli uomini e non alla guerra”. La partenza avverrà come al solito alle ore 9 dai Giardini del Frontone a Perugia e la marcia si concluderà alle 15 alla Rocca Maggiore di Assisi. Per informazioni www.perugiassisi.org

]]>
Caritas Gerusalemme: progetto di gemellaggi con l’Italia https://www.lavoce.it/caritas-gerusalemme-progetto-di-gemellaggi-con-litalia/ Thu, 03 Apr 2014 15:37:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24111 Centro di ascolto Caritas a Gerusalemme (Città Vecchia), foto di Katie Orlinsky-Caritas 2010
Centro di ascolto Caritas a Gerusalemme (Città Vecchia), foto di Katie Orlinsky-Caritas 2010

“L’Umbria con i cristiani dimenticati della Terra Santa” era il titolo dell’incontro tenutosi a Perugia mercoledì, 2 aprile, con il direttore della Caritas di Gerusalemme, padre Raed Abusahlia. Scopo era presentare il progetto “Gemellaggi e pellegrinaggi” lanciato dalla Caritas di Gerusalemme per venire incontro ai cristiani di Terra Santa, ond’evitare che emigrino in massa in cerca di migliori fortune. Alla conferenza stampa erano presenti anche Marco Vinicio Guasticchi e Flavio Lotti, rispettivamente presidente e direttore del Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, che ha organizzato l’evento, e padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi. L’incontro con padre Abusahlia, in qualche modo preparatorio alla visita di Papa Francesco in Terra Santa il 24-26 maggio prossimi, ha rafforzato i legami di collaborazione della nostra regione con gli strati più disagiati della popolazione di Terra Santa, sia per offrire sostegno di tipo economico sia per contribuire al processo di pace. In concreto, si tratta delle 15 parrocchie cristiano-palestinesi che sorgono nel territorio compreso tra Gaza e Gerusalemme. Il “Progetto di gemellaggio e pellegrinaggio” si rivolge però non alla sola Umbria ma all’intera Chiesa italiana, e consta dei seguenti punti. Si propone anzitutto un gemellaggio di ciascuna delle 15 parrocchie palestinesi con una diocesi del nostro Paese; a fare da tramite sarà l’ufficio Caritas o l’ufficio Pellegrinaggi della diocesi interessata, mentre farà da “facilitatore” la Caritas di Gerusalemme. Quest’ultima si impegna a fornire alla Caritas italiana un rapporto annuale sulle necessità più urgenti, in particolare relative a scuola, povertà, anziani, disoccupati, malati, disabili. Il suggerimento è di organizzare ogni anno in Italia una raccolta di offerte per le parrocchie di Terra Santa; il denaro confluirà in un Fondo speciale di ogni Caritas parrocchiale palestinese. Ogni parrocchia fornirà ogni anno una relazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi. Inoltre, Caritas Gerusalemme invita le diocesi italiane a privilegiare la Terra Santa tra le mete dei propri pellegrinaggi, senza contare la possibilità di scambi di visite in cui coinvolgere soprattutto i giovani. Per seguire queste varie attività tra Italia e Gerusalemme verrà nominato un coordinatore ad hoc. Caritas Gerusalemme è stata fondata nel 1967 all’indomani della Guerra dei sei giorni; oggi si prende cura di circa 30.000 persone di ogni appartenenza religiosa, che risiedono a Gerusalemme, nella Striscia di Gaza e nei Territori occupati. Gestisce 6 dipartimenti: servizi sociali, centri medici, micro-credito, giovani, sviluppo, comunicazione.

Cattolici di Terra Santa

Le parrocchie cattoliche di Terra Santa fanno parte di un’unica diocesi che si estende su tre aree geopolitiche: Israele (17 parrocchie), Territori palestinesi (15), Giordania (35). Caritas Gerusalemme è responsabile principalmente delle parrocchie di Palestina. Sono comunità grandi o piccole, che abbracciano le diverse tradizioni della Chiesa cattolica, non solo quindi quella di rito latino ma anche le varie espressioni della Chiesa cattolica di rito orientale: maronita, greco-melchita, armena, siriana, caldea. “Caritas Gerusalemme – scrivono – sta passando giorni dolorosi. Facciamo del nostro meglio per raggiungere il maggior numero di persone possibile, ma non abbiamo alcun reddito stabile”.

]]>
16 posti in palio al Parlamento per i politici umbri https://www.lavoce.it/16-posti-in-palio-al-parlamento-per-i-politici-umbri/ Fri, 25 Jan 2013 09:32:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14780 Simboli-elezioni-2013Anche in Umbria è pronto il palcoscenico elettorale per la sfida del 24 e 25 febbraio. In palio ci sono 16 posti da parlamentare, di cui 9 alla Camera e 7 al Senato.

Tante le liste in lizza, molti i nomi noti e i patemi d’animo per la composizione dei ‘nominati’, come al solito. All’ultimo momento è venuta meno al Senato la lista di Centro democratico (con Gianni Rivera).

Alla fine il Pdl è riuscito ad evitare, alla Camera, l’invasione ‘romana’. Sono stati candidati Pietro Laffranco, Rocco Girlanda e Raffaele Nevi (i primi due hanno la sostanziale sicurezza di essere eletti) mentre al Senato, dopo Silvio Berlusconi, che dovrebbe optare per un altro collegio, ci saranno Luciano Rossi (eletto in pectore), Ada Spadoni Urbani (ha superato la deroga anagrafica) e Massimo Monni.

Fissate già da tempo le candidature nel Pd, alla Camera con Marina Sereni, Gianpiero Bocci, Giampiero Giulietti, Anna Ascani e Walter Verini in pole per l’elezione; mentre al Senato, dopo Miguel Gotor, il fedelissimo di Bersani imposto al primo posto, seguono Gianluca Rossi, Nadia Ginetti e Valeria Cardinali (con qualche rischio). Torna in scena Maurizio Ronconi, esponente umbro dell’Udc, candidato al Senato per la lista “Con Monti per l’Italia”, il quale sottolinea che “è singolare che anche in Umbria protestino contro la pressione fiscale imprenditori milionari che non si curano affatto delle difficoltà delle famiglie, particolarmente di quelle numerose. Quello che allarma in questa campagna elettorale è l’egoismo di classe che spinge gli uni contro gli altri, facendo dimenticare a molti che un anno fa eravamo sull’orlo della insolvenza, e che Monti ha salvato tutti, a cominciare da quegli imprenditori che oggi fanno anche i saccenti”.

Oltre a Pd e Pdl depositate anche le liste del Movimento 5 stelle, del Sel, dei Moderati in rivoluzione di Samorì, della Destra di Stefania Verruso e della Lega Nord, dell’Udc e anche di Casa Pound. La lista degli uomini di Casini, che presenteranno il simbolo solo alla Camera (al Senato c’è la lista unica di Monti), vede come numero uno alla Camera l’ex presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini di fronte a Sandra Monacelli. I “rivoluzionari” di Ingroia invece, piazzano il magistrato davanti a Flavio Lotti della Tavola della pace e al giornalista Rai Carlo Cianetti. Al Senato invece il numero uno è il presidente della società che edita il giornale Liberazione, Marco Gelmini. Per quanto riguarda i “grillini”, le votazioni via Web hanno lanciato come capolista alla Camera la 37enne Tiziana Ciprini e al Senato il 43enne Stefano Lucidi.

Per la Destra di Storace alla Camera c’è il segretario regionale Stefania Verruso, al Senato Daniela Cirillo. I leghisti presentano invece il consigliere regionale Gianluca Cirignoni alla Camera e Sergio Gunnella a Terni, pensionato e presidente dell’Ente nazionale produzione selvaggina. In Umbria parteciperà alla competizione anche il Centro democratico del duo Tabacci-Donadi: quest’ultimo sarà il capolista alla Camera. Della lista di Oscar Giannino (Fare per fermare il declino) si sono candidati Eugenio Guarducci alla Camera e Tommaso Consigli al Senato.

Tra tanti nomi che concorrono escono definitivamente di scena parlamentari di lungo corso come Franco Asciutti e Domenico Benedetti Valentini, entrambi del Pdl, ma anche Anna Fioroni (Pd), con una sola legislatura alle spalle.

]]>
I partiti umbri verso le urne https://www.lavoce.it/i-partiti-umbri-verso-le-urne/ Thu, 10 Jan 2013 14:29:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14531 Dimissioni, parole in libertà, presentazioni, sogni realizzati ed altri rimasti tali: la politica umbra non ha riposato durante il periodo natalizio ma, anzi, ha lavorato intensamente tra primarie (Pd e Sel) e divisioni alla vigilia del voto per le politiche del 24-25 febbraio. A distanza di cinque anni e nonostante le tante chiacchiere, a destra e a sinistra, sulla necessità di una riforma elettorale, si presenta la medesima situazione: si eleggono i ‘nominati’, alla faccia dell’importanza delle primarie.

E così il Pd candida al Senato, come capolista, Miguel Gotor, fedelissimo di Bersani, professore di Storia moderna a Torino. Come al solito, il territorio umbro è stato tranquillamente ‘invaso’ dal partito di maggiore peso, il Pd, per garantire un’elezione sicura. Per il resto Marina Sereni è capolista alla Camera. Dietro di lei, in ordine, il parlamentare più votato alle primarie, Gianpiero Bocci, il sindaco di Umbertide, Giampiero Giulietti, la giovane Pd Anna Ascani, i parlamentari uscenti Walter Verini ed Emanuele Trappolino, il segretario regionale Pd, Lamberto Bottini, l’assessore comunale di Foligno, Joseph Flagiello, e la ternana Alida Nardini. Mentre al Senato, dietro a Gotor sono posizionati l’assessore regionale Gianluca Rossi, il sindaco di Corciano, Nadia Ginetti, l’assessore comunale di Perugia Valeria Cardinali e il sindaco di Citerna, Giuliana Falaschi. Nelle ultime elezioni il Pd ottenne un risultato molto buono (44,8%) e furono eletti 5 parlamentari alla Camera e 4 al Senato. Vedremo se sarà così anche quest’anno, considerato che cambieranno alcuni scenari.

Nello spazio di pochi giorni è uscito completamente di scena l’assessore Silvano Rometti (Psi) che sembrava aver conseguito un posto sicuro al Senato sulla base di accordi nazionali. Niente da fare.

Sono intanto rientrate le dimissioni del segretario regionale Bottini che le aveva presentate dopo la sua sconfitta cocente alle primarie, con accuse, abbastanza chiare, alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, e al sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, di aver fatto campagna elettorale per alcuni candidati (Giulietti, Ascani, Cardinali) poi risultati vincenti. Insomma, si apre una fase di campagna elettorale ma anche congressuale per il Pd umbro.

Il fronte Pdl, anche in Umbria, è in forte fibrillazione per le direttive imposte da Berlusconi: non più di 15 anni (anche non consecutivi) tra i banchi di Montecitorio o palazzo Madama; età inferiore a 65 anni; essere in regola con la contribuzione mensile al partito e aver dimostrato ‘fedeltà’. Sulla base di questi criteri paiono uscire di scena Franco Asciutti, Domenico Benedetti Valentini e Ada Spadoni Urbani, mentre paiono sicuri di essere confermati Rocco Girlanda, Pietro Laffranco e Luciano Rossi, con il ternano Raffaele Nevi subito dietro. In effetti, al di là delle candidature, il problema maggiore, per il consenso del Pdl, potrebbe essere costituito dalla effettiva consistenza dei “Fratelli d’Italia”, il nuovo partito che fa capo a Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Nei giorni scorsi si sono registrati commenti acidi tra lo stato maggiore del Pdl umbro (in particolare Luciano Rossi) e i consiglieri regionali Alfredo De Sio e Andrea Lignani Marchesani, designati capilista in Umbria per la nuova formazione, sul rischio di una frammentazione del voto, funzionale solo al successo del centrosinistra. Lo stesso capogruppo Pdl in Regione, Raffaele Nevi, è intervenuto affermando “leggo con preoccupazione le dichiarazioni della nuova formazione Fratelli d’Italia, che sembrano avere come obiettivo quello di attaccare il Pdl. Conoscendo bene i colleghi De Sio e Lignani, sono sicuro che vorranno accogliere il mio invito a considerare come avversaria la sinistra che in Umbria, come in Italia, vince quando il centrodestra si divide come è stato dimostrato alle elezioni amministrative”. L’obiettivo è quello di “evitare di farci del male da soli”, ha concluso Nevi.

Per i centristi di Monti ci sarebbe spazio per il professor Alessandro Campi, mentre il rettore della Stranieri, Stefania Giannini, verrebbe proposta in Toscana.

Intanto si propone il movimento “Fare per fermare il declino”, guidato da Oscar Giannino, che in Umbria presenta Eugenio Guarducci, patròn di Eurochocolate, che non ha voglia di fare solo mera partecipazione: “Voglio raggiungere un risultato positivo – ha detto. – Per me, comunque, questa è parentesi che si chiuderà o dopo il 25 febbraio o, chissà, tra cinque anni. Noi non siamo né di destra, né di sinistra né di centro: siamo il nuovo”.

L’obiettivo di “Rivoluzione civile” del giudice Antonio Ingroia è di eleggere un deputato nella nostra regione – con l’appoggio di Rifondazione comunista e dell’Italia dei valori – dove viene proposto Flavio Lotti.

Intanto Sinistra, ecologia e libertà, attraverso le sue primarie, ha lanciato l’assessore alla cultura del Comune di Foligno, Elisabetta Piccolotti, come capolista alla Camera, seguita dal sindaco di Campello sul Clitunno, Paolo Pacifici; mentre al Senato è stato proposto Roberto Natale, alla guida della Federazione nazionale della stampa italiana.

]]>
Orecchie disattente alla pace https://www.lavoce.it/orecchie-disattente-alla-pace/ Thu, 10 Jan 2013 12:44:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14449
Il tavolo dei relatori

Lunedì 7 gennaio, alle ore 18, presso il Centro ecumenico ed universitario “San Martino” in Perugia (via del Verzaro 23), gli Uffici diocesani per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, hanno promosso un incontro dedicato alla 46a Giornata Mondiale della Pace, in particolare per riflettere sul Messaggiodi Papa Benedetto XVI dal titolo “Beati gli operatori di pace”.

Ha introdotto i lavori mons. Elio Bromuri, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, che ha evidenziato come la proposta di svolgere la Giornata Mondiale della Pace il primo gennaio sia nata per iniziativa di papa Paolo VI, che ha pensato di catalizzare l’attenzione dei cattolici sulla pace con l’idea che il messaggio doveva essere portato ai capi di Stato. Il titolo Beati gli operatoridi pace il fatto che non basta parlare di pace, ma occorre anche farla concretamente. Mons. Bromuri ha ricordato che le iniziative del Centro Ecumenico San Martino e del Centro Internazionale di Accoglienza – Ostello della Gioventù di Perugia si situano proprio in questo solco del lavoro per la pace, in cui si mettono insieme in pacifica convivenza persone di credo religioso, estrazione sociale, sesso, popoli diversi.

Mons. Fausto Sciurpa, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, ha continuato l’introduzione ai lavori commentando alcuni punti del messaggio di Benedetto XVI. Un primo punto è stato il fatto che il documento è stato letto da una certa stampa in modo riduttivo, in realtà il discorso rientra in un contesto più articolato e fondamentale che è anche uno dei temi dell’attuale magistero di Benedetto XVI sull’integrità dell’uomo, che quando ricerca l’individuo facendone un assoluto senza tener conto del contesto in cui quest’ultimo si trova, rompe il contesto di vita, rompe la pace nel senso dello shalombiblico, come pienezza di tutte le condizioni che caratterizzano l’uomo.

Durante la serata sono state proposte testimonianze concrete di impegno per la pace, come per esempio quella presentata da Lucia Maddoli, impegnata a diffondere la cultura della pace realizzando progetti di cooperazione internazionale in Medio Oriente. Ha riportato la sua esperienza del 2008 in Libano: dal timore iniziale perché il Libano era considerato dalla comune opinione pubblica un Paese di guerra, allo scioglimento di tale paura come neve al sole, quando si è aperta all’altro e l’altro l’ha accolta. Un modo concreto per vincere la paura che si basa sulla ignoranza, che genera il non dialogo e il conflitto. Il Libano le ha insegnato diverse cose, in primo luogo quanto sono fortunati coloro che sono nati dopo il Vaticano II, che non hanno sperimentato cosa sia la guerra, in secondo luogo come in Libano è stata possibile la convivenza tra popoli e religioni diverse con grande rispetto l’uno per l’altro.

Successivamente c’è stata la testimonianza di Flavio Lotti da anni impegnato a livello nazionale e internazionale per diffondere la cultura della pace. Ripercorrendo la sua esperienza Lotti ha evidenziato come la terra umbra sia uno scrigno preziosissimo in cui si sono concentrati tanti percorsi di pace. Per questo fa pensare il fatto che il messaggio del papa su un tema così universale che mette d’accordo credenti e non credenti, non abbia suscitato l’attenzione che merita da parte dei media o della comunità internazionale. Un’ulteriore notazione riportata da Lotti riguarda la questione che la pace chiama in causa l’azione personale ma anche collettiva. Si possono dare tante definizioni di essa, ma quella che sembra definirla meglio riguarda i diritti umani, cioè c’è pace solo quando vengono riconosciuti i diritti fondamentali di tutti. E operare per la pace vuol dire operare per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti.

L’incontro si è concluso con le molte sollecitazioni e domande suscitate nel pubblico presente.

]]>
Spiritualità. Due giorni di riflessione, a Foligno e Spello, sul carisma di fratel Carlo Carretto https://www.lavoce.it/spiritualita-due-giorni-di-riflessione-a-foligno-e-spello-sul-carisma-di-fratel-carlo-carretto/ Thu, 04 Oct 2012 12:00:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13170 Carlo Carretto. Le gioie e le speranze dell’uomo d’oggi” è il titolo del convegno che si tiene a Spello il 5 e 6 ottobre. Evento organizzato da diocesi e Comune di Foligno, Comune di Spello, Ac, Istituto Paolo VI e Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. “Il tema scelto – commenta l’Azione cattolica – è quanto mai suggestivo perché richiama lo stretto legame tra fratel Carlo, il Concilio e la Parola. Elementi che si incrociano in questo tempo in cui ci apprestiamo a vivere l’Anno della fede e l’anniversario dell’inizio della grande assise conciliare. Il convegno si colloca come grande opportunità per dare slancio al respiro del nostro ‘polmone spirituale’ in collaborazione con la città di Spello che continua a vivere con il profondo e significativo ricordo di fratel Carlo”. Fratel Oswaldo di Jesus Caritas ricorda un certo pessimismo che accompagnò la visione della storia in Carretto: “Anche noi – aggiunge – stiamo vivendo un tempo in cui non è assente la paura, e forse con un tasso di densità molto più forte di quella che denunciava Carlo Carretto ai suoi giorni. Ma la paura si vince con la conoscenza e l’amore della Parola di Dio. La paura si vince nella preghiera. La paura si vince con la fede. La paura si vince facendo riscoprire ad ogni membro della Chiesa la propria dignità”. Il programma: 5 ottobre, ore 10, incontro con gli studenti presso il multisala Politeama di Foligno; ore 15.30, al teatro di Spello, tavola rotonda con il direttore di Famiglia cristiana e Franco Miano, presidente nazionale Ac. Sabato 6, dalle 9.45 ancora a Spello, testimonianze dalla Siria, dal mondo del lavoro e dal carisma di Carretto; modera Flavio Lotti. Si concluderà a San Girolamo con la preghiera.

]]>
“Subentri l’amore” https://www.lavoce.it/subentri-lamore/ Thu, 29 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9652 Ma quanti erano in marcia da Perugia ad Assisi? C’è sempre un balletto di numeri quando si tiene un’iniziativa in cui sono annunciati tanti rappresentanti di associazioni, movimenti e istituzioni: secondo gli organizzatori della Tavola della pace circa 200 mila persone, ma le presenze sono state probabilmente inferiori, intorno ai 50 mila, vista anche la velocità con la quale i marciatori hanno lasciato Assisi dopo la manifestazione. In una marcia, rispetto al passato, poco frequentata dai politici – tra cui Niki Vendola e Rosy Bindi -, Benedetto XVI ha inviato un breve messaggio, letto dal vescovo di Assisi, mons. Sorrentino, in occasione della sosta della Marcia sul piazzale della basilica di San Francesco. “Sincero apprezzamento per la significativa manifestazione, volta a richiamare l’universale valore della pace nel rispetto dei diritti e dei doveri di ciascuno”, è stato espresso dal Pontefice, che ha rivolto il suo “cordiale saluto a tutti i partecipanti” alla Perugia-Assisi. Benedetto XVI ha assicurato la sua preghiera perché “sull’esempio luminoso di Francesco, in ogni parte del mondo, all’odio subentri l’amore”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del meeting dei “1.000 giovani per la pace” che ha aperto a Bastia Umbra le iniziative dedicate al 50° anniversario della Marcia, aveva inviato al coordinatore nazionale della Tavola della pace, Flavio Lotti, un messaggio nel quale è stato ricordato che l’incontro “si arricchisce anche del prezioso contributo dei ragazzi provenienti dai Paesi arabi della sponda sud del Mediterraneo attraversati, negli ultimi mesi, da vasti sommovimenti”. Ha auspicato, inoltre, che “le loro legittime aspettative di libertà, di legalità e democrazia si realizzino pienamente, senza ulteriori sacrifici di vite umane”. Il Capo dello Stato aveva poi sottolineato che “i tanti ragazzi, appartenenti a diverse nazionalità, culture e religioni, che hanno aderito alla Marcia e agli appuntamenti ad essa correlati, confermano la profonda aspirazione delle giovani generazioni a costruire un futuro fondato su principi di libertà, tolleranza e giustizia sociale in grado di garantire la pacifica coesistenza tra i popoli”. C’è stato spazio, per i francescani del Sacro Convento, attraverso il custode padre Giuseppe Piemontese “in nome di san Francesco”, per chiedere la liberazione del collaboratore di Emergency, Francesco Azzarà, rapito in Africa da una quarantina di giorni. Alla Marcia della pace, tra i tanti cartelli a favore di popoli abbandonati o dimenticati (Siria, Congo, l’etnia Tamil), erano presenti alcune bandiere No-Tav, per protestare contro la realizzazione dell’Alta velocità in Piemonte.

]]>
L’educazione alla pace insegna agli studenti a “volare” https://www.lavoce.it/leducazione-alla-pace-insegna-agli-studenti-a-volare/ Thu, 15 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9631 L’educazione alla pace negli anni si è progressivamente affermata nelle scuole di ogni ordine e grado, e non è lasciata soltanto all’iniziativa dei singoli. Lo dimostra il seminario promosso dall’Ufficio scolastico regionale, rappresentato nella sala conferenze della Fondazione Sant’Anna di Perugia dalla nuova dirigente Maria Letizia Melina e dal funzionario Ada Girolamini, che si è tenuto nella mattinata dell’8 settembre. Il seminario era riservato ai dirigenti scolastici che hanno partecipato, in numero elevato, dalle varie città dell’Umbria. Le loro relazioni hanno mostrato una variegata serie di iniziative e soprattutto di metodologie seguite nello sviluppare percorsi formativi adeguati ai vari livelli di scuola. Nelle relazioni dei dirigenti sono emerse anche indicazioni di metodo che sono alla base di una moderna pedagogia secondo la quale “la scuola insegna a volare, ma a volare sono loro”, gli alunni. Ciò va trasmesso attraverso l’impegno e il coinvolgimento diretto dei bambini e degli adolescenti, chiamati a realizzare iniziative con la popolazione, a pulire i parchi e i giardini, a fare teatro, impegnarsi in qualche servizio di volontariato. Da queste relazioni è venuto un quadro diverso da quello che spesso emerge nei media, di una scuola lontana, fredda e neutrale mentre, anche dal tono delle relazioni, si è notato interesse e passione educativa. Una visione di sintesi di tali problemi, in chiave propositiva, è venuta dalla relazione della dirigente Melina, che ha svolto una sintesi dei temi cardine delle metodologie d’insegnamento. Un insegnamento che non deve essere astratto e cattedratico, ma fare leva sul vissuto quotidiano e tenere conto di vari aspetti della personalità e dell’ambiente di vita dell’alunno. Pertanto comporta un percorso personalizzato di crescita integrale, tutt’altro che una trasmissione di nozioni astratte. Al seminario, che è durato un’intera mattinata, oltre ai saluti del vice Sindaco di Perugia, dell’assessore provinciale alla Pace e diritti umani Donatella Porzi, del preside Alunni della Fondazione Sant’Anna, vi sono state due relazioni piuttosto impegnative di mons. Elio Bromuri e Flavio Lotti, che hanno dato molti spunti di riflessione ai dirigenti scolastici presenti, i quali hanno poi dimostrato apprezzamento per quanto detto. Nei due interventi si è parlato del significato della pace, che spesso – ha detto Lotti – è una parola abusata e perfino confusa con iniziative di guerra che nulla hanno a che fare con la pace. Il discorso di Lotti è stato molto critico anche in relazione alla commemorazione – fatta dai media e dai governi occidentali – dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, che ha provocato tremila morti, degni di essere ricordati, evidentemente, ma senza dimenticare tutti gli altri morti (250 mila), vittime anch’essi dell’11 settembre a causa delle guerre che si sono scatenate come rivalsa americana. Ha poi affermato che la pace si realizza non attraverso la guerra ma la convivenza attiva, costruendo un mondo in cui siano garantiti a tutti i diritti umani. Don Bromuri si è invece soffermato sul tema della pace sviscerato attraverso anche i testi classici, quale la profezia di Isaia, il trattato di un antico vescovo di Assisi chiamato Magister Rufinus il quale scrisse uno splendido trattato sul bene della pace (De bono pacis), l’esempio di san Francesco e l’attuale insegnamento della Chiesa che ha proposto il movimento ecumenico, il dialogo interreligioso, con iniziative che hanno lasciato un segno indelebile quale l’incontro dei rappresentanti delle religioni ad Assisi convocati da Giovanni Paolo II 25 anni fa (27 ottobre 1986) e quest’anno da Benedetto XVI nello stesso giorno, 27 ottobre. Il titolo della relazione di don Bromuri era “Da palcoscenico a protagonisti. Una città per il dialogo”, nel senso che l’Umbria spesso si limita a fare da scenario ad iniziative che vengono da fuori, mentre dovrebbe essere anche attiva e protagonista nel promuovere valori essenziali ed attuali quale la pace, la solidarietà e i diritti di tutti gli uomini in un abbraccio di fraternità universale. A conclusione Carla Casciari, vice presidente della Giunta regionale, ha espresso la volontà della massima istituzione regionale di considerare l’educazione, e in particolare l’educazione alla pace, una risorsa culturale e sociale di primaria importanza per una regione quale l’Umbria che della pace ha fatto il suo emblema, anche e non solo per la Marcia Perugia-Assisi che è divenuta un punto di riferimento per il pacifismo internazionale.

]]>
Libere notizie di pace https://www.lavoce.it/libere-notizie-di-pace/ Thu, 06 May 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8425 Quest’anno la Marcia della pace accende i riflettori sugli ultimi. Dal 10 al 16 maggio, giorno della Perugia-Assisi, scatterà la campagna “T’illumino di +”, per dare voce agli “invisibili”. Chi sono gli ultimi, chi questa gente che soffre? “Sono persone, popoli coinvolti in tragedie umane, guerre, conflitti” afferma Flavio Lotti, coordinatore nazionale del Tavolo per la pace. “Purtroppo – continua Lotti – anche storie positive, idee, valori, progetti, iniziative e proposte vengono sistematicamente nascoste, oscurate, ignorate e distorte da un mondo dell’informazione sempre più chiuso e sempre meno libero. Il nostro è, dunque, innanzitutto un forte segnale per un’informazione corretta e una comunicazione di pace, contro la censura, per la libertà e il diritto all’informazione”. Da Perugia, dove si è appena concluso il Festival del giornalismo, si riparte parlando ancora di libera stampa, proprio mentre il premier Berlusconi afferma che in Italia “ce n’è fin troppa”. La campagna è organizzata con LiberaInformazione, Articolo 21, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, la Federazione nazionale della stampa e Usigrai. Mentre Lotti illustra il suo progetto, continuano ad arrivare a Perugia adesioni da tutta Italia: sindacati, associazioni, ong, Comuni, Province e Regioni, cittadini che ribadiscono il loro no ad un’informazione “drogata”. “Invito ogni giornalista e i mezzi d’informazione pubblici, privati e indipendenti – aggiunge Lotti – ad aderire a ‘T’illumino di +’ per dare voce per una settimana alle troppe persone e popoli che non hanno mai voce. Chiediamo ai mass media di definire spazi, trasmissioni, speciali, interventi nei programmi in palinsesto; e a coloro che hanno aderito alla Marcia per la pace Perugia-Assisi, di sollecitare i giornalisti e le testate sul nostro tema, cominciando da quelli del proprio territorio”. Gli organizzatori della Marcia per la pace 2010 sono alla ricerca anche di 30 reporter di pace, cioè “uomini e donne, anche non giornalisti professionisti, che possano aiutarci a ridare significato a parole come giustizia, solidarietà, pace, nonviolenza, libertà, speranza, diritti umani”. C’è anche un concorso dal titolo “Gira il tuo spot ideale per la Marcia”, promosso dalla Tavola della pace. Il filmato migliore verrà proiettato sul palco della Rocca maggiore di Assisi il 16 maggio e trasmesso in tv e sul sito di Rainews24.

]]>
A Gerusalemme per chiedere pace https://www.lavoce.it/a-gerusalemme-per-chiedere-pace/ Thu, 08 Oct 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7895 Una marcia dai piccoli numeri ma dal forte valore simbolico e di testimonianza. Rispetto alla solita Perugia – Assisi alla quale partecipano migliaia di persone i 500 (forse più, visto che le adesioni arriveranno fino all’ultimo) europei che andranno a Gerusalemme, in Israele e nei territori palestinesi occupati, non sono una grande cifra ma lo sforzo orgnizzativo, che coinvolge realtà palestinesi e israeliane, è grande. Flavio Lotti, Coordinatore del comitato promotore, spiega che spostare la marcia lì, nel cuore dei territori in guerra, “è decisione importante per invitare l’Italia e l’Europa a fare ogni sforzo per chiudere definitivamente questo lungo e doloroso conflitto. Prima che un’altra spaventosa guerra ci travolga tutti”. “Venti anni fa – ha ricordato Lotti – dopo la prima “intifada” facemmo una lunga catena umana con israeliani e palestinesi, per chiedere la pace, erano disposti a darsi la mano. Oggi non sarebbe possibile ripeterlo”. L’iniziativa, denominata “Time for Responsibilities”, si svolgerà dal 10 al 17 ottobre, con la partecipazione di oltre quattrocento italiani ed un centinaio di europei. Oltre ai 70 italiani rappresentanti di oltre cinquanta Comuni, Province e Regioni ci sono esponenti di associazioni e gruppi, studenti e insegnanti, sportivi e artisti, giovani e semplici cittadini che pagano per partecipare, come fanno quando vengono a Perugia, solo che stavolta il viaggio è più lungo. Sarà un viaggio a tappe in diverse città, con incontri con le popolazioni. Il tutto verrà seguito dagli inviati di “Famiglia Cristiana” e della trasmissione radiofonica “Caterpillar”. Dall’Umbria partecipa anche una delegazione di 18 ragazzi di 16 anni in rappresentanza di 10 società sportive di diversi comuni umbri. L’idea, spiega Donatella Porzi, assessore alla pace della Provincia di Perugia, “era di fare un triangolare di calcio con una squadra palestinese ed una israeliana, a non è possibile. Resta, comunque la loro partecipazione, incontreranno altri studenti e quando torneranno potranno riportare l’esperienza ai loro coetanei”. “La partecipazione dei ragazzi – aggiunge l’assessore – non è a carico della Provincia ma è sostenuta da alcune aziende che credono nel valore dell’iniziativa”. La Perugia-Assisi a Gerusalemme è promossa dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong italiane per il Medio Oriente e la Tavola della pace in collaborazione con la Rete Europea degli Enti Locali per la Pace in Medio Oriente e con il sostegno della Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture e di numerose Istituzioni locali e Regionali. La Perugia-Assisi si terrà ugualmente, il 16 maggio 2010.

]]>
“Fermiamo subito quella sanguinosa follia” https://www.lavoce.it/fermiamo-subito-quella-sanguinosa-follia/ Thu, 22 Jan 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7239 Alla manifestazione per la pace in Medio Oriente, tenutasi domenica 18 sulla cittadella di Assisi, hanno partecipato cinquemila persone. ‘Una grande manifestazione – ha commentato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, che ha organizzato l’evento -, con l’adesione di oltre 1.200 associazioni e organizzazioni di ogni orientamento culturale, politico e religioso, Comuni, Regioni e forze politiche. Abbiamo ascoltato – aggiunge – molte voci da Gaza, Sderot, Gerusalemme; voci di palestinesi e di israeliani, di cristiani musulmani, ebrei… Abbiamo ascoltato, riflettuto e avanzato numerose idee e proposte’. L’ascolto in diretta telefonica di persone da Israele e dall’area degli scontri è stato infatti uno dei momenti più toccanti della manifestazione. E l’impegno concreto sarà quello di ‘restituire’ la visita: ‘Tutti a Gerusalemme, entro l’anno!’ è la proposta lanciata con forza dallo stesso Lotti. Se non altro, per costringere l’Europa ad ‘accorgersi’ di quel territorio che ha già pagato un immenso tributo di sangue. Tre proproste concreteQuanto alle proposte emerse dalla giornata di domenica, o meglio le ‘cose da fare insieme’, sono state sintetizzate in tre punti. 1: Costituire in ogni città un comitato per la pace in Medio Oriente, in cui enti locali e associazioni che condividono l’appello di Assisi Dobbiamo fare la nostra scelta possano lavorare assieme per coinvolgere e sensibilizzare la popolazione, promuovere una politica e un’informazione di pace e praticare una solidarietà fattiva. 2: Dare un futuro ai bambini di Gaza, partecipando alla campagna di solidarietà con i bambini palestinesi di Gaza. L’obiettivo è raccogliere i fondi necessari per alleviare immediatamente le loro sofferenze, curare i feriti e aiutarli a superare il trauma e tornare a sognare un futuro migliore. Si possono inviare offerte sul c/c postale 19583442 intestato all’Agenzia della Pace, specificando ‘Bambini di Gaza’. 3: Come già accennato, organizzare una ‘spedizione’ a Gerusalemme, in Israele e nei Territori palestinesi occupati. ‘Per mettere definitivamente fine a questa sanguinosa follia’. Ma nella marcia di Assisi qualcosa non andavaSperavo sinceramente, domenica scorsa, di vedere in Assisi una manifestazione per la pace diversa dal solito, dato che nel foglio distribuito partecipanti si dichiarava ormai finito ‘il tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti’. Ma il copione, eccettuate soprattutto la presenza e le sagge parole del vescovo di Assisi Sorrentino davanti alla basilica di San Francesco, non mi è sembrato granché diverso dal solito. Il logo, i discorsi dei soliti politici, le interviste, gli striscioni ecc. erano chiaramente sbilanciati contro una delle due parti in conflitto. E già questo mi è apparso un grosso neo, perché con i ‘contro’ non si va molto lontano. Vedendo tanti partecipanti, giustamente indignati contro le violenze e la guerra in Medio Oriente, mi sono chiesto perché mai tanto silenzio nei mesi scorsi, quando dall’India giungevano ogni giorno notizie di feroci massacri contro i cristiani, delle distruzioni di migliaia di case e chiese, della fuga nelle foreste di interi villaggi cristiani; perché mai le tante bandiere inneggianti alla non violenza fossero rimaste nei ripostigli. Pensavo, anche, che non è lecito tacere di fronte al fatto che le violenze contro i cristiani dell’India, rei soltanto di sottrarre i paria allo sfruttamento delle ‘classi superiori’, non abbiano suscitano sdegno e proteste adeguati; che, più in generale, la lunga scia di sangue dei nuovi martiri cristiani (centinaia negli ultimi mesi; milioni nel secolo scorso!) non abbia quasi lasciato traccia nelle coscienze di tanti che pure lodevolmente operano per la pace e i diritti dei popoli. Non sarà che queste vittime sono ritenute politicamente insignificanti? Le manifestazioni per contrastare la violenza vanno sicuramente fatte; ma in qualsiasi caso, con forza e pubblicamente, se si vuole essere credibili. E in tali casi noi cristiani dovremmo essere in prima fila accanto a chi sinceramente opera per la pace e avversa ogni forma di violenza, pur convinti che lo strumento primo e irrinunciabile è la preghiera rivolta a Colui che ‘è la nostra pace’, come hanno opportunamente ricordato, anche in questa circostanza, i Vescovi dell’Umbria.

]]>
Pace: un dovere esigente https://www.lavoce.it/pace-un-dovere-esigente/ Thu, 11 Oct 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6189 Tante istanze hanno marciato da Perugia ad Assisi, sulle gambe di 200 mila persone. Al centro la richiesta di diritti umani per tutti, con i cattolici che hanno levato alta la loro voce. Mentre san Francesco – era scritto su uno striscione – veniva richiesto come ministro della Difesa e santa Chiara come quella della Famiglia. Il pontefice Benedetto XVI, nel messaggio inviato ai marciatori, ha ricordato che ‘la pace è dono prezioso di Dio e un esigente dovere di ciascuno’, oltre a rinnovare l’appello ‘per una pacifica soluzione dei conflitti delle varie regioni del mondo’. Il Papa ha poi auspicato che ‘l’esempio evangelico di san Francesco susciti nei credenti rinnovata coscienza della preziosa realtà della pace, quale dono di Dio ed esigente dovere di ciascuno’. Si è marciato allora per i diritti dei monaci e del popolo della ex Birmania, per la legalità invocata dai familiari delle vittime della mafia, per un’informazione libera nel nome della giornalista Anna Politkovskaya (c’era anche una delegazione russsa), per aumentare la quota del Pil che il Governo italiano destina alla cooperazione internazionale (tutt’oggi fermo a circa lo 0,2 per cento invece dello 0,7 fissato da oltre un decennio come obbiettivo irrinunciabile) e per la difesa dell’ambiente. In 200 mila – secondo le stime degli organizzatori – hanno marciato domenica da Perugia ad Assisi per chiedere ‘Tutti i diritti umani per tutti’. La Marcia della pace del 7 ottobre ha visto sfilare quest’anno meno bandiere di partiti e di sindacati, meno ‘segni’ di parte, così come era nelle intenzioni del suo ideatore, Aldo Capitini. È stata la marcia degli scout, oltre 7 mila giunti da tutta Italia secondo quanto ha affermato la Tavola della pace, accanto a don Ciotti e ai parenti di alcune vittime della mafia e a 250 volontari della Federazione degli organismi di volontariato cristiano internazionale (Focsiv). Volantini contro lo sfruttamento di un corso d’acqua in Umbria da parte di una multinazionale sono stati distribuiti dal comitato ‘Rio Fergia’. ‘Marciare quest’anno ha avuto un valore eccezionale – ha dichiarato il presidente delle Acli, Andrea Oliviero – perché la testimonianza tragica e insieme luminosa del popolo e dei monaci birmani ci invita a riscoprire una radicalità spirituale che non è intimismo, né rifiuto dell’impegno politico: è anzi la forza di affrontare ogni rischio per la pace’. Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la Marcia della pace è stato ‘un appuntamento di rilievo per tutti coloro che dedicano il proprio impegno all’obiettivo di costruire un futuro di pace e solidarietà’. Scrivendo ai coordinatori della Tavola della pace, Flavio Lotti e Grazia Bellini, Napolitano ha ribadito che il rispetto di ogni persona, senza distinzioni di sesso, razza, religione o opinioni politiche è fra i principi ai quali si ispira l’azione internazionale dell’Italia, ‘conformemente al dettato costituzionale ed alle più nobili tradizioni civili e giuridiche del nostro Paese’. (pa .gio.)Alla veglia, anche don Milani e il TibetSabato sera, nonostante la pioggia, la cattedrale di San Lorenzo era gremita di persone – per lo più scout – venute per partecipare alla veglia ‘Sotto lo stesso cielo’, promossa da Conferenza episcopale umbra, Agesci, Libera International, Pax Christi. Un momento di preghiera, riflessione ed impegno sulla pace e i diritti umani, insieme a letture, profeti e testimoni che illuminano il cammino. La veglia, guidata da don Fabio Corazzina (Pax Christi) e Sabrina De Cianni (Agesci), è stata accompagnata da un coro di scout, ed è stata contraddistinta da gesti, segni e testimonianze. Dopo l’apertura, affidata a un brano della Populorum progressio, mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve, nel dare un saluto di benvenuto, ha ricordato la figura di Franco Rasetti, scienziato umbro che rifiutò di lavorare per la costruzione della bomba atomica. Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, ha portato il saluto di san Francesco e del Santo Padre, invitando a camminare non solo per le vie del mondo ma anche nel profondo del cuore. Cecilia Dall’Oglio (Focsiv) ha espresso l’attualità della Populorum progessio nel quarantesimo anniversario; Maresco Ballini, uno dei primi allievi di don Milani, ha ricordato l’impegno del priore di Barbiana per garantire a tutti il diritto all’istruzione. Il lama Lobsang Lungrig, monaco tibetano, e Dekyi Dolkar, dell’Associazione donne tibetane, hanno ricordato il dramma della Birmania e del Tibet. Max Bressan e Barbara Cartella, incaricati del settore pace – nonviolenza – solidarietà dell’Agesci, hanno fatto memoria dell’impegno scout della pace e della figura di Robert Baden-Powell. L’invito ad essere responsabili costruttori di pace e custodi dei diritti è stato segnato dallo ‘stand up’ (un gesto di impegno contro la povertà, legato alla campagna degli obiettivi del millenno) e dalla Fiamma dello spirito scout, segno di fraternità e di pace, che è stata accesa in Kenya il 22 febbraio scorso in ricordo del centenario dello scautismo, è giunta in Inghilterra il 31 luglio e infine a Perugia; e infine da un macigno, simbolo dell’oppressione dei diritti, via via frantumato dall’accettazione personale della fatica di questo percorso di liberazione e di pace, segno speranza per le generazioni future. Fra i presenti ricordiamo ancora don Tonio Dell’Olio (Libera International), padre Alex Zanotelli, padre Kizito Sesana, Luisa Morgantini (vicepresidente Parlamento europeo), Dina Tufano (capo guida Agesci), Chiara Sapigni (presidente della Federazione Italiana dello scoutismo), Paola Stroppiana (presidente Agesci).

]]>
Libro e Moschetto https://www.lavoce.it/libro-e-moschetto/ Thu, 14 Sep 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5381 ‘Libro e moschetto, fascista (o, meglio, fasista) perfetto’. L’ennesimo slogan del poro Benito. Che ne sfornava in quantità industriali. Poi, quelli che riteneva ‘venuti meglio’, li lanciava dal primo balcone disponibile, e osservava a lungo il volo di quei suoi piccioni viaggiatori, mascella tesa, petto in fuori, mani arrovesciate sui fianchi. ‘E il cranio robusto // oscillando accennava // di saper che ognuno // di quegli alati latori // del suo almo pensiero // un po’ migliore reso avrebbe il mondo’. Poesia, linguaggio della commozione. Anche io la uso, a volte, prima di colazione.Il moschetto. Oggi, in Libano, al posto del moschetto i nostri soldati dispongono di orribili aggeggi dalla capacità distruttiva enormemente superiore a quella degli schioppetti di allora, poco più che sambuchi caricati a stoppa, ribattezzati ‘moschetti’ dall’ipertrofico orgoglio nazionale; ma, contrariamente ad allora, i militari italiani di oggi hanno ferma speranza di non usare mai i mostri di tecnologia della morte che hanno in mano. Il libro. I ‘militari fasisti’, il libro sul quale si erano formati, all’atto della partenza per il fronte, l’avevano riposto in soffitta da tempo. E avevano fatto bene, anche perché quel libro tentava di accreditarci come ‘colonizzatori buoni’, giustificando così anche gli abomini compiuti da noi esponenti della ‘civiltà cristiana’: in Tripolitania, ad esempio, soprattutto da Graziani, ma anche da Badoglio, nelle decine di campi di concentramento disseminati ovunque, che stiparono circa 100.000 ‘nemici’: una metà ci lasciarorono la pelle. Il libro, i nostri soldati oggi il libro ce l’hanno con sé, nello zaino, ma è tutt’altra cosa. Sono due piccoli volumi di lingua e cultura araba, realizzati dalla Scuola di lingua estere dell’esercito, operante a Perugia. E dentro lo zaino c’è anche un Cd, per imparare elementi della lingua araba e conoscere gli elementi primi di quella cultura. Frasi del gergo militare, modi di dire utili per farsi capire dalla gente comune, riprodotti in italiano, arabo, inglese e francese. ‘Non basteranno i militari – hanno affermato Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace. – In Libano quello che serve è innanzitutto personale civile in congruo numero e con appropriata competenza: monitori dei diritti umani, specialisti nel settore dello sviluppo e dell’assistenza umanitaria, personale esperto in comunicazione e dialogo interculturale. L’intera missione Unifil deve tener conto dei bisogni fondamentali delle popolazioni che sono afflitte da violenza e da insicurezza. Serve dunque personale civile impegnato in un continuo processo di comunicazione, consultazione e dialogo con le autorità di governo locale, i gruppi e le organizzazioni della società civile, sindacali, religiose, i media locali’. Che sia la volta buona? La creazione del Cpce, ‘Corpo di pace civile europeo’, è allo allo studio di fattibilità. Dovrà mediare, rafforzare la fiducia tra le parti belligeranti, curare l’aiuto umanitario, la reintegrazione degli ex combattenti, il sostegno agli sfollati, ai rifugiati e ad altri gruppi vulnerabili, cooperare alla ricostruzione e alla stabilizzazione delle strutture economiche, monitorare i diritti umani, favorire la creazione e lo sviluppo delle istituzioni democratiche, educare alla pace e al dialogo interculturale. Che sia la volta buona?

]]>
Marcia per la pace in Libano https://www.lavoce.it/marcia-per-la-pace-in-libano/ Thu, 31 Aug 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5344 Siamo tutti pacifisti, ma quando c’è di mezzo la marcia ad Assisi l’atmosfera si riscalda e la polemica è fin troppo obbligata. Anche nell’iniziativa del 26 agosto, ristretta ad Assisi, un po’ improvvisata, che voleva appoggiare la missione dell’Italia in Libano, c’è stato spazio per un furore dialettico che ha contraddetto, almeno in parte, il senso della manifestazione.La Tavola della pace ha promosso l’iniziativa con l’intenzione di aprire un momento di riflessione in un movimento che ha fatto registrare qualche spaccatura. ‘Siamo qui perché ‘ ha detto Flavio Lotti – il pericolo della continuazione di questa guerra, del suo allargamento, resta immenso e perchè questa bomba atomica che si chiama Medio Oriente rischia di scoppiare’. Alla Cittadella si sono dati appuntamento un migliaio di manifestanti ma alcuni striscioni, non certo quello in cui campeggiava la scritta ‘Forza Onu’ ad opera degli organizzatori, hanno diviso i commenti del dopo marcia (dalla Cittadella alla basilica di San Francesco, dove sono state ricordate le vittime della guerra in Libano con tante paia di scarpe deposte su un tappeto rosso che simboleggiava una grande macchia di sangue). La presenza di foto di sostegno al leader hezbollah Hassan Nasrallah e quella che ritrae bambini israeliani che firmano missili da lanciare nel Libano con la scritta ‘I bambini israeliani mandano regali ai bambini libanesi’ ha provocato polemiche di ogni tipo. Anche la presenza del leader dell’Unione delle comunità islamiche italiane, Mohamed Nour Dachan – dopo la pubblicazione dell’inserzione a pagamento su alcuni quotidiani, da parte della stessa associazione, con il paragone tra israeliani e nazisti – non è passata inosservata. Certo è un po’ paradossale che in una marcia in cui lo stesso movimento pacifista plaude sostanzialmente alla presenza militare italiana, sotto la bandiera Onu, per riportare la pace tra Israele e Libano, si accendano polemiche di questo tipo. Lotti ha accusato ‘qualcuno’ di aver pagato il manifestante che inneggiava al capo degli hezbollah. Non è neanche nuova l’accusa agli organizzatori della marcia Perugia-Assisi di essere di parte ‘ in questo caso a favore del Libano e contro Israele ‘ ed in generale di essere antioccidentali. Lo ha ricordato l’onorevole Maurizio Ronconi, vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Udc, affermando che ‘la marcia della pace di Assisi si riconferma anti-americana ed anti-israeliana, caratterizzata da un unilateralismo dannoso e soprattutto pericoloso per i militari italiani che stanno per partire per la missione in Libano’. E Savino Pezzotta si chiede se non sia ‘il caso di promuovere manifestazioni per la pace anche al nord, perché il movimento per la pace non si ferma ad Assisi’.

]]>
Sud del mondo interpella Regione https://www.lavoce.it/sud-del-mondo-interpella-regione/ Thu, 15 Jun 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5216 Correva l’anno 2000 quando tutti i Paesi membri dell’Onu sottoscrissero gli Obiettivi di sviluppo del millennio, un documento in cui venivano presi in carico una serie di impegni concreti da realizzare entro il 2015 per cercare di risolvere alcuni dei molti problemi nelle zone più povere del mondo. Secondo il programma prefissato da questo progetto, l’obiettivo da raggiungere entro il 2006 era quello di destinare lo 0,33% del Pil all’Aiuto pubblico allo sviluppo (Asp). Complice una difficile contingenza economica mondiale, questo primo obiettivo sembra ormai compromesso sia in Italia che negli altri Paesi. È questo il dato da cui è partita la riflessione portata avanti dalla Piattaforma volontariato internazionale promossa dal Centro servizi volontariato (Cesvol) della provincia di Perugia. Questa struttura ha infatti riunito sotto il progetto della piattaforma ben 28 organismi di volontariato cattolico e laico, organizzazioni non governative, enti locali, università, impegnati nella cooperazione internazionale e nell’aiuto ai Paesi poveri. Venerdì 9 giugno presso la sede Anci in via Alessi, a Perugia, si è svolto il seminario su ‘La cooperazione decentrata in Umbria: prospettive di sviluppo’ è stato occasione per presentare un documento in cui sono esposti i nodi critici e le richieste più urgenti a Regione, Governo ed enti locali in generale. Nella giornata seminariale hanno dato il loro contributo, fra gli altri, il coordinatore della Tavola della pace Flavio Lotti, l’assessore del Comune di Perugia Wladimiro Boccali, il direttore della consulta regionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale umbra Pasquale Caracciolo, il direttore dell’Anci Umbria Silvio Ranieri. Punto comune è stato il riconoscimento dell’impegno, della sensibilità e della collaborazione del mondo dell’associazionismo, a prescindere dai diversi orientamenti, riguardo ai problemi della povertà, della giustizia e della pace. Obiettivo della Piattaforma è la creazione di un sistema territoriale umbro di cooperazione decentrata, e nel documento sono individuati dei punti da sottoporre alla Regione Umbria ed agli enti locali in relazione alla legge regionale in materia di ‘Interventi regionali per la promozione della cooperazione internazionale allo sviluppo e della solidarietà tra i popoli’ (legge 26 del 1999). Tra le richieste una migliore informazione e promozione delle attività di cooperazione allo sviluppo; la creazione di una Consulta regionale per la Cooperazione decentrata; l’istituzione di Tavoli di lavoro geografici e tematici che favoriscano una maggiore informazione sui progetti conclusi; la realizzazione di una banca dati regionale sui soggetti e sui progetti di cooperazione internazionale.

]]>
“Diamo voce alla pace” https://www.lavoce.it/diamo-voce-alla-pace/ Thu, 09 Mar 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5019 Un giornale come il nostro, che si chiama La Voce, non può negare “voce alla pace”. Con lo slogan “Diamo voce alla pace”, infatti, è stata promossa un’iniziativa a carattere nazionale dalla Tavola della Pace che ha sede nella nostra terra umbra. L’iniziativa consiste nel dedicare le 24 ore del 10 marzo all’informazione e comunicazione di pace. L’intenzione potrebbe essere ambigua nel senso che da una parte induce a pensare che si debba parlare della pace con conferenze e tavole rotonde, dall’altra parte invece che i mass media, almeno per un giorno, riescano a stare in pace e a determinare attraverso i loro programmi, sentimenti di fraternità tra uomini e popoli ed evitare pertanto la rappresentazione della violenza e l’esaltazione della guerra e delle stragi.

L’iniziativa si annuncia ben riuscita. Il tema è suggestivo, induce a riflettere sulle grandi problematiche della storia, delle civiltà, delle istituzioni politiche e religiose ed è ricco di aspetti filosofici e letterari, si accompagna con coreografiche manifestazioni, va di moda. Sono in calendario oltre 150 iniziative in molte città d’Italia ed hanno dichiarato la loro partecipazione 610 organizzazioni dell’associazionismo, del volontariato, di scuole, e di comuni, province e regioni.

Si può dire che il mondo è pieno di conflitti, ma la maggioranza degli uomini sono pacifici e la pace, a parole, gode di grande stima. Invitare i media a mettersi al servizio della pace con consapevolezza e responsabilità è un ottimo proposito. Flavio Lotti, il coordinatore della Tavola della pace ha indicato agli operatori delle comunicazioni sociali alcuni impegni, tra cui la denuncia della falsa idea della pace. Mi pare l’obiettivo più importante di tutta l’operazione, perché spesso, in modo esplicito o subdolo, l’idea di pace viene abbinata ad ignavia, viltà, debolezza, paura, mancanza di ideali e di amore alla propria patria e ai valori della propria identità.

Il pacifista sarebbe un codardo, un uomo che lascia fare, si lascia ingannare, non prende la difesa della sua terra o della sua gente. Così accade pure per il non violento. Un ministro in visita a militari dislocati all’estero ha detto che i pacifisti sono delle caricature. Ora per evitare che coloro che operano in pace a favore della pace siano considerati delle marionette o delle caricature, è necessario dare dignità, valore e corpo all’azione di promozione della pace a livello mondiale, organizzando una strategia di convinzione, educazione, formazione, consenso favorendo la giustizia e il rispetto dei diritti e contribuendo allo sviluppo ordinato della nazione verso il benessere e il progresso.

E su questo piano i mezzi di comunicazione sono di decisiva importanza. Ma per essere efficaci e credibili in questo obiettivo devono convertirsi in strutture in cui vi sia il culto della verità (Il messaggio del Papa del primo gennaio: “Nella verità la pace”) il rispetto della vita e della dignità di ogni essere umano e non si prestino a divenire strumenti di una parte pronti a fomentare il disprezzo e l’odio per la parte avversa.

Oggi i media non solo informano male, ma sono in continua guerra tra loro e all’interno delle loro strutture. Alcuni sono veri e propri strumenti di lotta, come esercito schierato in battaglia. Ben venga quindi l’iniziativa della Tavola della Pace che chiede “un cambio di mentalità e una più ampia assunzione di responsabilità”.

]]>
Una marcia in più contro il terrorismo https://www.lavoce.it/una-marcia-in-piu-contro-il-terrorismo/ Thu, 28 Jul 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4622 ‘Mettiamo al bando la miseria, mettiamo al bando la guerra, riprendiamoci l’Onu’. Il sito web della Tavola della Pace con questi slogan lancia l’invito agli utenti Internet a partecipare alla marcia della pace Perugia-Assisi del prossimo 11 settembre, data ormai entrata nella storia del terzo millennio per le stragi di New York e Washington. Questa giornata è stata scelta simbolicamente anche per ribadire l’importanza della partecipazione contro il terrorismo che ha seminato sangue e distruzione a Londra e a Sharm El Shaikh gettando nel panico la capitale inglese e dando un colpo pesante all’industria del turismo egiziano, nel suo centro più famoso. Nel sottolineare i lutti per i morti di Londra, la Tavola della Pace ha invitato uomini e donne a partecipare alla marcia Perugia-Assisi di settembre. ‘Il dolore, l’angoscia e il senso di smarrimento di queste ore – hanno affermato Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace – ci spinge a intensificare il nostro impegno concreto contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre e le grandi violazioni dei diritti umani che continuano ad insanguinare il mondo. Invitiamo tutte le donne e gli uomini amanti della pace e della giustizia, le associazioni e gli enti locali ad organizzare insieme a noi, il prossimo 11 settembre, una nuova grande marcia Perugia-Assisi per la giustizia e la pace. Costruiamo insieme un argine umano al crescente disordine e insicurezza internazionale – concludono – rompiamo le catene dell’odio. Diciamo no al terrorismo, alla guerra e alla violenza’. Secondo i coordinatori della Tavola della Pace ‘per vincere il terrorismo ci vuole una marcia in più, una marcia contro la miseria, la violenza, la guerra e il terrorismo, per democratizzare e rafforzare l’Onu’. La mobilitazione dei cittadini a sostegno della pace, della giustizia e della democrazia ‘è parte essenziale della lotta al terrorismo – hanno continuato Lotti e Bellini – rafforzare la società civile in tutto il mondo e la sua capacità di respingere le ideologie violente, di promuovere il dialogo e la convivenza è tra gli obiettivi di fondo dell’assemblea dell’Onu dei popoli e dell’assemblea dell’Onu dei giovani che precederanno, a Perugia e a Terni, la marcia Perugia-Assisi’. La sesta assemblea dell’Onu dei popoli si svolgerà a Perugia dall’8 al 10 settembre e affronterà i temi della lotta alla povertà, della costruzione della pace, del rafforzamento dell’Onu e della democrazia internazionale. Come sempre l’Assemblea vedrà la partecipazione di numerosi esponenti laici e religiosi di movimenti, sindacati, organizzazioni e network nazionali e internazionali, istituzioni locali e università, centri di ricerca di tutto il mondo impegnati contro la povertà e la guerra, a favore della pace e dei diritti umani, dello sviluppo umano sostenibile, della giustizia sociale e della democrazia. Con questa edizione, la Tavola della pace festeggerà anche il decennale dell’Assemblea dell’Onu dei Popoli (1995-2005): una ricorrenza che, oltre a sollecitare una riflessione sull’esperienza realizzata, consentirà di approfondire il dibattito sul crescente ruolo della società civile mondiale.

]]>
Siamo tutti sulla stessa terra https://www.lavoce.it/siamo-tutti-sulla-stessa-terra/ Thu, 06 Jan 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4240 Serve un impegno concreto per vincere il male e favorire la pace, ma questo impegno deve partire dal cuore di ciascuno. San Francesco invitava non solo a parlare di pace ma a viverla: ‘La pace che annunciate con la bocca, abbiatela ancor di più nei vostri cuori. Non provocate nessuno all’ira e allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza’. E proprio ad Assisi, in occasione della 38/a giornata mondiale della pace, nella basilica inferiore di San Francesco, la consulta regionale ‘Giustizia e pace’ della Conferenza episcopale umbra, il Sacro Convento e la Tavola della pace hanno voluto promuovere un momento di riflessione sul messaggio del Santo Padre sul tema ‘Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male’, presenti amministratori locali e sindacalisti, tra cui Savino Pezzotta. Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della consulta regionale ‘Giustizia e pace’, ha ricordato, nell’omelia che ha seguito la riflessione, che ‘nell’Umbria vi è un tesoro di pace che attende di essere ancora raccolto in tutta la sua ricchezza. E noi vorremmo raccoglierlo perché porti frutti. C’è una vocazione alla pace che l’Umbria ritrova in particolare accanto a san Francesco. Ed è per questo che insisto perché venga posta tale memoria nello Statuto regionale. Abbiamo qui un magistero di pace a cui tutti, cristiani, credenti, laici, uomini e donne di buona volontà, dobbiamo attingere se vogliamo offrire il nostro contributo perché questo millennio non sia più segnato da conflitti, da guerre e da un crescente amore solo per i propri interessi’. La riflessione sul messaggio per la pace del pontefice ha riguardato anche la tragedia avvenuta nel sud-est asiatico. ‘L’amore vince la morte, il bene vince il male, la solidarietà vince la discordia, è un messaggio particolarmente significativo anche in questo tempo così drammatico, ha detto mons. Paglia. I terremoti e i disastri naturali non sono una punizione di Dio ma il risultato di quell’impasto terribile del potere del male con la storia dell’uomo e del creato. Siamo tutti perciò chiamati a ricercare anche le responsabilità degli uomini per i disastri naturali che avvengono. Abbiamo sentito, per fare un solo esempio, di strumenti tecnici che preavvertono dai disastri naturali. Purtroppo li hanno solo i paesi ricchi. In quell’area non c’è nulla di questo. Tra le molte riflessioni che sorgono da questa tragedia ce n’è una che vorrei sottolineare: è l’indispensabile coscienza universale che ciascuno di noi è chiamato ad avere se vogliamo evitare il ripetersi di altri disastri. In nome di interessi particolari si sono fatte guerre e fomentati conflitti, si sono scelte aree da sviluppare e altre da sfruttare, sempre a proprio vantaggio. Oggi ci accorgiamo, drammaticamente, che non è più possibile difendere solo i propri interessi. Questa tragedia ci mostra che stiamo tutti sulla stessa piccola terra, e tutti ne siamo ugualmente responsabili. Oggi possiamo e dobbiamo avere una nuova cosicenza, quella di appartenere al mondo intero. Non a caso nel messaggio del Papa si parla di cittadinanza mondiale di ciascun individuo. Sì, siamo tutti cittadini del mondo e potremmo aggiungere: fratelli e sorelle universali. Questa coscienza mondiale sta nascendo. Dobbiamo accorgercene e farla crescere: è la via della pace’. Nel corso della funzione religiosa sono stati accesi ceri in omaggio alle nazioni colpite dal maremoto e in quelle dove ci sono conflitti in atto. Al termine della celebrazione è stata collocata una targa nella cripta di San Francesco, accanto alla lampada della pace, con la scritta ‘Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male’. Cambierà ogni anno. Il padre custode del Sacro Convento, Vincenzo Coli, ha detto che il messaggio del Papa ‘è un mandato: occorre impegnarci a fare gesti di pace come regalare luce e speranza’. Flavio Lotti della Tavola della Pace ha sottolineato che il messaggio di Giovanni Paolo II ‘è una sorta di programma, politico sociale ed economico che può aiutarci ad uscire da questa catena della violenza, dell’odio, del terrore. Il Papa dice chiaramente che non si può vincere il male con il male e che anzi se si cerca di vincere il male con il male si finisce per essere vinti dal male. Il Papa indica cose concrete da fare per uscire da questa spirale della violenza: l’impegno per la giustizia, l’impegno per la ricerca del bene comune, la distribuzione dei beni a tutti i componenti della famiglia umana. Facciamo nostro questo programma e cercheremo di svilupparlo nel corso dell’anno’.

]]>