festival del giornalismo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/festival-del-giornalismo/ Settimanale di informazione regionale Tue, 05 Apr 2022 08:41:19 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg festival del giornalismo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/festival-del-giornalismo/ 32 32 La Voce e Umbria radio protagonisti al Festival del Giornalismo di Perugia https://www.lavoce.it/festival-giornalismo-perugia/ Tue, 05 Apr 2022 08:41:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65973 festival giornalismo perugia

Anche La Voce e Umbria Radio tra i protagonisti della XVI edizione del Festival internazionale del Giornalismo in programma a Perugia da mercoledì 6 a domenica 10 aprile. In apertura della manifestazione, dopo due anni di stop a causa del Covid, un incontro dedicato alla rivoluzione digitale e al giornalismo scolastico organizzato da da Ucsi – Unione cattolica della stampa italiana, dal settimanale La Voce e da Umbria Radio InBlu, dal titolo “Dal taccuino allo smartphone”, in programma mercoledì 6 aprile alle 11, nella Sala del Dottorato del complesso della Cattedrale di San Lorenzo, in piazza IV Novembre.

Rivoluzione digitale

In che modo in nuovi “ambienti digitali” hanno cambiato i primi passi che molti studenti delle scuole secondarie muovono nel mondo del giornalismo, attraverso le esperienze in classe? Quanto e come il tradizionale “giornalino” scolastico sta lasciando il campo alla narrazione sui media digitali, dai giornali online, ai social media e fino alla web radio? Come si formano i ragazzi all’uso consapevole dei nuovi linguaggi, acquisendo competenze sempre nuove e specialistiche? Da questi e altri interrogativi nasce l’idea di condividere esperienze e testimonianze delle scuole secondarie dell'Umbria in un incontro nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo di Perugia. La sessione, dal titolo “Dal taccuino allo smartphone - Come la rivoluzione digitale ha cambiato il giornalismo scolastico”, vedrà la partecipazione di cinque le scuole secondarie che condivideranno le proprie attività scolastiche nel campo della comunicazione: il Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” di Perugia con il giornale “La Siringa”, l’Istituto di istruzione superiore “Giordano Bruno” di Perugia con il progetto “GBRadio”, il Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Perugia con il giornale “Il Saggiatore”, il Liceo “Jacopone da Todi” di Todi con il giornale “Sottob@nco” e il Liceo “Assunta Pieralli” di Perugia con il progetto “Il caffè dell'Assuntina”. All’incontro partecipano i giornalisti Vincenzo Varagona, vicecaporedattore Rai e presidente nazionale dell’Ucsi, e Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano e insegnante nelle scuole superiori di Roma.]]>
festival giornalismo perugia

Anche La Voce e Umbria Radio tra i protagonisti della XVI edizione del Festival internazionale del Giornalismo in programma a Perugia da mercoledì 6 a domenica 10 aprile. In apertura della manifestazione, dopo due anni di stop a causa del Covid, un incontro dedicato alla rivoluzione digitale e al giornalismo scolastico organizzato da da Ucsi – Unione cattolica della stampa italiana, dal settimanale La Voce e da Umbria Radio InBlu, dal titolo “Dal taccuino allo smartphone”, in programma mercoledì 6 aprile alle 11, nella Sala del Dottorato del complesso della Cattedrale di San Lorenzo, in piazza IV Novembre.

Rivoluzione digitale

In che modo in nuovi “ambienti digitali” hanno cambiato i primi passi che molti studenti delle scuole secondarie muovono nel mondo del giornalismo, attraverso le esperienze in classe? Quanto e come il tradizionale “giornalino” scolastico sta lasciando il campo alla narrazione sui media digitali, dai giornali online, ai social media e fino alla web radio? Come si formano i ragazzi all’uso consapevole dei nuovi linguaggi, acquisendo competenze sempre nuove e specialistiche? Da questi e altri interrogativi nasce l’idea di condividere esperienze e testimonianze delle scuole secondarie dell'Umbria in un incontro nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo di Perugia. La sessione, dal titolo “Dal taccuino allo smartphone - Come la rivoluzione digitale ha cambiato il giornalismo scolastico”, vedrà la partecipazione di cinque le scuole secondarie che condivideranno le proprie attività scolastiche nel campo della comunicazione: il Liceo scientifico “Galeazzo Alessi” di Perugia con il giornale “La Siringa”, l’Istituto di istruzione superiore “Giordano Bruno” di Perugia con il progetto “GBRadio”, il Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Perugia con il giornale “Il Saggiatore”, il Liceo “Jacopone da Todi” di Todi con il giornale “Sottob@nco” e il Liceo “Assunta Pieralli” di Perugia con il progetto “Il caffè dell'Assuntina”. All’incontro partecipano i giornalisti Vincenzo Varagona, vicecaporedattore Rai e presidente nazionale dell’Ucsi, e Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano e insegnante nelle scuole superiori di Roma.]]>
Festival del giornalismo: il ruolo dell’informazione cattolica https://www.lavoce.it/festival-del-giornalismo-il-ruolo-dellinformazione-cattolica/ Fri, 09 May 2014 12:31:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24839 convegno-60-anni-voceHa ancora senso parlare di giornalismo del territorio? E come si racconta la realtà nell’Era della comunicazione digitale? Sono queste le domande su cui La Voce e Umbria Radio hanno voluto riflettere in occasione del dibattito organizzato sabato scorso per i 60 anni del settimanale e i 30 anni della radio all’interno del Festival internazionale del giornalismo di Perugia.

Un momento di incontro e confronto, volto non tanto e non soltanto a celebrare queste due lunghe storie, ma soprattutto a riflettere sulle sfide del futuro. “Qual è il senso della nostra dimensione e del nostro legame con il territorio? E quale quello della svolta digitale che stiamo vivendo? – ha sottolineato, aprendo l’incontro, il direttore de La Voce, don Elio Bromuri -. Vogliamo essere un laboratorio locale di crescita e formazione, perché la qualità del modo di comunicare dipende dalla qualità del modo di essere, che dipende dalla formazione”.

A ragionare insieme a don Bromuri, il direttore di Umbria Radio, don Paolo Giulietti, il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, e il coordinatore di Eurocom – Giornalisti per l’Europa, Paolo Bustaffa.

Una trentina di anni fa, Tarquinio mosse i primi passi nella professione giornalistica proprio nella redazione de La Voce. Un periodo formativo che l’attuale direttore di Avvenire ricorda con affetto e riconoscenza: “Devo a La Voce – racconta – parte della mia formazione professionale. Quello che ho imparato lavorando in un settimanale regionale è che il territorio ti obbliga tutti i giorni a fare i conti con la tua professionalità e onestà intellettuale, in quanto l’effetto e la correttezza del proprio lavoro lo si tasta ‘dal vivo’, incontrando fisicamente le persone di cui si parla e dovendo dar loro conto del proprio operato”.

A maggior ragione, sottolinea ancora Tarquinio, l’informazione cattolica continua ad avere un ruolo fondamentale nel panorama della comunicazione digitalizzata e globalizzata. “L’informazione cattolica – spiega – non è mai un’informazione ‘del grido’, ma una parola che, con rispetto e chiarezza, non ha paura di dire la verità”.

Alle sue parole si uniscono quelle di Paolo Bustaffa, che parla di “riscoprire il magistero della comunicazione per tutti coloro che fanno cultura e informazione” proprio e soprattutto nel territorio, “il luogo dove è garantita l’identità senza rinunciare alla capacità del dialogo”.

Guardare al futuro, però, non significa dimenticare il passato. Ed è per questo che don Paolo Giulietti ha concluso l’incontro facendo memoria di tutti coloro che negli anni hanno reso possibile le attività del settimanale e della radio, strumenti di servizio e dialogo di tutta la comunità. Della radio ha sottolineato le caratteristiche per le quali la volle l’arcivescovo mons. Cesare Pagani e che ne orientano tutt’ora il servizio: radio di comunità, ed anche per questo la si volle di proprietà di una cooperativa; radio per il dialogo, per un confronto alla pari con tutte le realtà locali; radio di servizio, anzitutto ai malati, ma in gradi di comunicare con i giovani e con le famiglie “La parola che voglio sottolineare – ha concluso – è gratitudine: nei confronti di coloro che negli anni hanno dato il proprio contributo, spesso in maniera volontaria, per la sopravvivenza di questi ‘piccoli miracoli’ che sono i nostri media”.

Il saluto del Cardinale Bassetti al 60 del nostro settimanale: “La Voce è uno strumento della Provvidenza”

«Devo confessare che come tutti non leggo per intero “La Voce”, ma i fondi di don Elio Bromuri, io settimanalmente li esamino, e se si rimette insieme tutti gli anni in cui è stato direttore e ha scritto questi fondi viene fuori un tracciato della vita della cultura dell’Umbria interessantissima, e anche direi della nostra nazione. Bisognerebbe davvero raccoglierli tutti questi fondi de “La Voce”! E con lui ringrazio la redazione, tutti i suoi collaboratori, coloro che scrivono, coloro che cooperano.

È importante un settimanale diocesano e ancora più importante un settimanale regionale.

Credo che in Umbria non ci sia niente di paragonabile al nostro settimanale dove come in una sinossi tu vedi la vitalità di tutte le diocesi dell’Umbria. Per me ad esempio, per la missione che svolgo, è importantissimo. Prima ancora di andare a cercare le pagine di Perugia – Città della Pieve, vado a vedere ciò che si vive, ciò che si pensa, ciò che si riflette non solo nel mondo cattolico ma in tutta la società dell’Umbria, attraverso il nostro settimanale.

Vi invito perciò ad apprezzarlo, ad amarlo, a diffonderlo, perché credo che sia uno strumento della provvidenza di cui soprattutto oggi, nel rispetto di tutti i mezzi della comunicazione, non si possa fare a meno.

Voglio concludere soltanto con una parola. L’esecuzione tra poco della Messa in Sì minore Johann Sebastian Bach, un capolavoro sicuramente della musica universale, ci aiuti davvero stasera ad entrare in quella straordinaria dimensione dello Spirito che unisce tutti gli uomini, attorno al grande ideale della bellezza e per i credenti della contemplazione dell’assoluto. E voglio fare un saluto al direttore di Avvenire Tarquinio, noi lo ricordiamo perché è stato giornalista e collaboratore de La Voce. Grazie ancora per questa numerosa e affettuosa presenza».

Gualtiero Cardinale Bassetti
Arcivescovo diPerugia – Città della Pieve

Guarda la fotogallery del concerto

 

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I 60 anni de La Voce e i 30 anni di Umbria Radio, il dibattito https://www.lavoce.it/i-60-anni-de-la-voce-e-i-30-anni-di-umbria-radio-tra-radicamento-nel-territorio-e-nuove-sfide-digitali/ Sun, 04 May 2014 12:49:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24678 Voce60Radio30

“Non una celebrazione, ma un momento di riflessione per capire dove stiamo andando e qual è il senso del nostro lavoro nel mondo digitale”. Così il direttore de La Voce, mons. Elio Bromuri, ha aperto il dibattito che si è svolto ieri pomeriggio in occasione dei 60 anni de La Voce e dei 30 anni di Umbria Radio all’interno dell’edizione 2014 del Festival del Giornalismo. Presenti anche il direttore di Umbria Radio, don Paolo Giulietti, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, e il coordinatore di Eurocom – Giornalisti per l’Europa Paolo Bustaffa.

La sfida che la radio e il settimanale delle Chiese dell’Umbria stanno affrontando – hanno ribadito tutti i relatori – è quella di mantenere la propria vocazione di voce del territorio, presidio di democrazia e pluralismo, ed integrarla con le nuove istanze del web.

“Ho mosso i primi passi come giornalista – ha ricordato Marco Tarquinio – proprio nella redazione de La Voce e ad essa devo parte della mia formazione professionale. Essere un giornale del territorio significa fare i conti ogni giorno con la propria professionalità e con la propria onestà intellettuale, perché l’effetto e la correttezza del proprio lavoro lo si tasta ‘dal vivo’, incontrando fisicamente le persone di cui si parla e dovendo dar loro conto del proprio operato”. “L’informazione cattolica – ha poi sottolineato – continua ad avere un senso profondo nel mondo contemporaneo dell’informazione digitalizzata e globalizzata perché non è mai un’informazione ‘del grido’, ma una parola che, con rispetto e chiarezza, non ha paura di dire la verità”. “Il territorio – ha aggiunto Paolo Bustaffa – è il luogo dove si garantisce l’identità, senza rinunciare alla capacità del dialogo. In quest’ottica occorre riscoprire il magistero della comunicazione per tutti coloro che fanno cultura e informazione”.

Don Paolo Giulietti ha concluso l’incontro ricordando le tre istante con cui il 7 marzo 1984 venne inaugurata Umbria Radio: “L’obiettivo – ha spiegato – era creare un’emittente che fosse proprietà e spazio della comunità, che fosse luogo di dialogo senza privilegi e alla pari con gli altri e che fosse strumento di servizio. Negli anni Umbria Radio ha portato avanti questi tre propositi, a cui oggi mi sento di aggiungerne un quarto: gratitudine, nei confronti di tutti coloro che negli anni hanno dato il proprio contributo, spesso in maniera volontaria, per la sopravvivenza di questi ‘piccoli miracoli’ che sono i nostri media”.

L’evento è continuato nella Cattedrale di San Lorenzo, con il concerto della Messa in Si minore – BMW 232 di Johann Sebastian Bach a cura del coro Accademia degli Unisoni e dell’ Orchestra da camera di Perugia.

Laura Lana

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I 60 anni de La Voce e i 30 di Umbria Radio al Festival del giornalismo https://www.lavoce.it/ci-siamo-anche-noi/ Thu, 17 Apr 2014 11:35:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24514 VOCE-RADIODopo l’iniziale incognita della reperibilità dei fondi, il Festival internazionale del giornalismo a Perugia si farà, eccome. Grazie alla raccolta promossa on line e a un maggiore investimento degli sponsor storici, è stata raggiunta la cifra di 115 mila euro tanto da riuscire a organizzare un programma che straripa di proposte.

Dal 30 aprile al 5 maggio oltre duecento eventi animeranno le varie location del centro storico di Perugia. Con un’anteprima che si svolgerà a Roma il 28 aprile all’auditorium del Parco della musica sullo scontro tra media e politica con Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, a confronto con il direttore del Guardian, Alan Rusbridger, moderati da Enrico Franceschini di Repubblica; evento organizzato da Enel, tra i grandi sponsor della manifestazione. A sostenere il Festival ci saranno anche Tim, Sky, Nestlé e i nuovi Google, Autostrade per l’Italia e Amazon. Il sostegno dell’Umbria viene da Camera di commercio ed Eurochocolate.

Sull’onda dello slogan Stay fast, stay fit #ijf14 (Mantieniti veloce, mantieniti in forma), il festival promette di essere veramente speciale – come già ebbe modo di sottolineare a marzo alla presentazione Arianna Ciccone, ideatrice e organizzatrice della kermesse insieme a Chris Potter. Le premesse ci sono tutte, a partire dai temi principali intorno ai quali ruoterà il festival: il Datagate e “la guerra al giornalismo”, le intercettazioni contro la Associated Press fino alle pressioni sul Guardian. I temi chiave saranno comunque due: l’ascesa del lettore nell’era dell’open web e il contrastato rapporto tra il mondo dell’informazione e il potere politico.

Gli oltre 200 eventi saranno sottolineati da 50 workshop, tutti gratuiti, organizzati grazie all’aiuto di 200 giovani volontari provenienti da 25 Paesi, 400 gli ospiti. Tra i grandi eventi, centrati sui “mostri sacri” dell’informazione internazionale, come Rusdbridger, Jeff Jarvis, Wolfgang Blau (The Guardian), Richard Gingras (Google), Margareth Sullivan (New York Times), spazio anche alla presentazione di libri e a temi quali “Il futuro dei media in Africa”, “L’avventura del crowfunding”, “La Siria, la guerra, i media e le verità”, “Le donne nei media”, “La Giornata mondiale della libertà di stampa”.

Serate teatrali come quella “Sulla corruzione. Da Mani pulite a oggi, cos’è cambiato?”, Gian Antonio Stella e don Ciotti (sala dei Notari, mercoledì 30 aprile, ore 21-22.30). Presso la sala del Dottorato del chiostro della cattedrale di Perugia, mercoledì 30 aprile (ore 15), “Osservatorio nazionale di mediateca: una proposta dell’Ucsi per il giornalismo italiano”. E poi una particolare segnalazione va ai due eventi promossi dal nostro settimanale in occasione dei 60 anni. Sabato 3 maggio, nella sala del Dottorato, ore 18, “Protagonisti in Umbria. Dibattito e festa per i 60 anni del settimanale La Voce e dei 30 anni dell’emittente Umbria Radio”. Interverranno Marco Tarquinio, direttore Avvenire, Paolo Bustaffa, coordinatore di Eurocom, Giornalisti per l’Europa, Antonio Preziosi, già direttore di Radio Uno, Elio Bromuri, direttore La Voce, Paolo Giulietti, direttore Umbria Radio.

Alle ore 21, nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia, alla presenza del card. Gualtiero Bassetti, concerto del coro Accademia degli Unisoni e dell’Orchestra da camera di Perugia, direttore Leonardo Lollini, con la Messa in Si minore – BWV 232 di J. Sebastian Bach.

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L’interessante dibattito sul Festival del giornalismo a Perugia https://www.lavoce.it/linteressante-dibattito-sul-festival-del-giornalismo-a-perugia/ Thu, 31 Oct 2013 14:22:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20371 festival_giornalismoIl Festival del giornalismo dovrebbe tenersi anche il prossimo anno, ma l’annuncio degli organizzatori – il 17 ottobre – di volerlo sospendere per problemi economici aveva aperto un dibattito non sempre sereno sulla manifestazione. Un festival nato dalla scommessa di due giornalisti, Arianna Ciccone e Chris Potter, che in pochi anni e con pochi mezzi è diventato, con Umbria Jazz ed Eurochocolate, una delle più importanti vetrine di promozione di Perugia. Sulla sua importanza tutti si sono trovati daccordo: la città è diventata infatti una sorta di capitale mondiale del giornalismo. Nell’ultima edizione, nell’aprile scorso, relatori e speaker sono stati 500, con 200 volontari (tanti gli stranieri) che hanno collaborato all’organizzazione delle iniziative. Invece per Ciccone e Potter, compagni nella vita e di quest’avventura, non sono mancate le critiche. Sono stati accusati di troppo protagonismo e di una certa arroganza nel non volere capire che, in tempi di crisi, i soldi pubblici è meglio destinarli per indispensabili servizi ai cittadini. Opinioni diverse in un’animata discussione che comunque ha avuto il merito di fare chiarezza sull’ammontare e sulle modalità di erogazione dei contributi pubblici al Festival. L’ ultimo è costato circa 400 mila euro: il 75% della somma proveniva da sponsor privati e solo il 25% (100 mila euro) dalle istituzioni locali. Soldi dei cittadini spesi male? Probabilmente no, se raffrontati con i costi delle trasferte delle affollate delegazioni di funzionari pubblici, amministratori locali e politici in giro per il mondo a “promuovere” l’Umbria. Mentre nei giorni del Festival sono direttori, opinionisti, inviati, studiosi e tanti giovani di tutto il mondo che vengono a scoprire le città d’arte, i paesaggi e le tradizioni della nostra regione. Agli organizzatori della manifestazione va poi riconosciuto il merito di avere provocato un dibattito su questioni importanti (“Con la cultura non si mangia” diceva, sbagliando, un nostro ministro) e di avere aperto i cassetti dove spesso restano chiuse le carte con le cifre di sponsorizzazioni e contributi pubblici concordati e decisi nelle stanze e nei corridoi della politica.

Altri eventi 

Intanto, un altro colpo alla vita culturale del territorio arriva da Magione. “La chiusura di Umbria Gospel Festival, già Soul Christmas, è una brutta notizia” afferma il locale assessore alla Cultura, Giacomo Chiodini. Ma allora adesso “Regione, enti locali e sponsor privati prendano un impegno ufficiale a salvare, rafforzandolo, Trasimeno Blues, che che rappresenta un fondamentale veicolo di promozione per i nostri borghi. Il lago, un territorio con circa un milione di presenze turistiche annuali, non può rinunciare ai grandi eventi”.

L’origine della polemica e le reazioni

Ad aprire il dibattito sul futuro del Festival del giornalismo è stato l’annuncio del 17 ottobre: “Mentre il Festival cresce, richiamando una attenzione internazionale su Perugia, i sostegni vengono progressivamente tagliati” dichiara Arianna Ciccone. I soldi pubblici – sottolinea, polemica – vengono dirottati verso altre manifestazioni. Meglio sospenderlo, almeno per un anno, poi si vedrà”. Pochi giorni dopo, il 21 ottobre, Ciccone e Potter chiariscono la loro posizione in un incontro pubblico: “Il festival vogliamo farlo, ma senza soldi pubblici. Viste le reazioni di cittadini di tutta Italia e di giornalisti di tutto il mondo, abbiamo deciso di fare una raccolta pubblica di fondi”. Per non perdere più tempo ad aspettare le risposte delle istituzioni, stanchi del loro “tira e molla”. Per la sede ci sono richieste da altre città, anche non italiane, ma Perugia – dicono – “resta la nostra priorità”. Per un festival all’altezza delle edizioni precedenti servono però almeno 600 mila euro.

Dichiarazioni che sono oggetto di commenti e polemiche. Per Bruno Bracalente, presidente della Fondazione Perugia Capitale della cultura, “il Festival deve fare ogni sforzo, insieme alle istituzioni, per continuare a svolgere la sua insostituibile funzione nel panorama culturale italiano”.

Ma non tutti sono d’accordo. “Se Perugia non sarà scelta come Capitale della cultura europea, questo dipenderà dall’immagine degradata dal punto di vista sociale, e non certo dalla cessazione del Festival del giornalismo” replica il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani. Per Massimo Monni (Pdl) la richiesta di Ciccone “suona come una sorta di ricatto in un momento di crisi economica”. Anche da sinistra l’assessore regionale Stefano Vinti (Rifondazione comunista) parla di “posizioni abbastanza arroganti” e si chiede se sia opportuno spendere per il Festival “risorse pubbliche così ingenti”.

La replica di Regione e Comune di Perugia, direttamente chiamati in causa dagli organizzatori del Festival, arriva due giorni dopo in una conferenza stampa dei rispettivi assessori alla Cultura, Fabrizio Bracco e Andrea Cernicchi. Bracco dice che “il sostegno della Regione c’è e c’è sempre stato. Prima ancora delle polemiche di questi giorni, la delibera per un contributo di 120.000 euro, 20.000 più dell’anno scorso, era pronta”. Cernicchi sottolinea l’impegno del Comune per sostenere la cultura “365 giorni all’anno” aiutando però non solo le grandi manifestazioni, come il Festival del giornalismo, ma anche le piccole. Regione, Comune e altri enti pubblici – spiega Cernicchi – possono mettere insieme 200 mila euro. “Se poi questi soldi non bastano, più di questo la nostra terra non può fare”.

Alla fine, le promesse di Regione e Comune e le richieste di non fare morire la manifestazione giunte da tutto il mondo sembrano aver convinto gli organizzatori, che hanno annunciato un nuovo incontro pubblico per sabato 2 novembre (ore 11 all’hotel Brufani) per aprire una raccolta di fondi per finanziare la manifestazione. “È la nostra nuova sfida – sono le loro parole – per riuscire a realizzare il Festival del 2014”.

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Con il Festival del giornalismo Perugia sempre più internazionale https://www.lavoce.it/con-il-festival-del-giornalismo-perugia-sempre-piu-internazionale/ Thu, 02 May 2013 12:57:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16492 Uno dei tanti workshop del festival
Uno dei tanti workshop del festival

Con la settima edizione del Festival internazionale del giornalismo, si è rivista la Perugia che piace. Ai perugini e ai turisti. Da mercoledì 24 a domenica scorsa, complici anche le belle giornate primaverili e il ‘ponte’ per le due festività del 25 aprile e del 1° maggio, corso Vannucci è tornato il “salotto cittadino” dei bei tempi: tanta gente dalla mattina alla sera, tavoli di bar, caffè e ristoranti affollati. Poi la folla dei 1.500 giornalisti e dei 200 giovani volontari accreditati al festival e delle centinaia di studenti delle scuole di giornalismo arrivati a Perugia da tutto il mondo. Molti con famiglie ed amici al seguito, che hanno colto l’occasione per una visita alle altre città d’arte dell’Umbria.

Tra loro direttori, inviati e opinionisti famosi di importanti quotidiani, televisioni e dei nuovi media internazionali, in particolare inglesi e americani. Hanno vissuto un po’ dell’Umbria fatta di natura, arte, cultura e gastronomia di qualità. Saranno probabilmente loro la migliore promozione della nostra regione nel mondo. Insieme alle firme più prestigiose del giornalismo italiano e ai volti noti delle Tv. Con collegamenti quotidiani per talk show e trasmissioni varie di televisioni e radio che hanno riempito gli schermi con il bel paesaggio che si ammira dai giardini Carducci e dalle sale dell’hotel Brufani. Questa volta non per parlare di delitti e droga. Insomma una bella rappresentazione di Perugia, con il centro storico costantemente presidiato da auto e pattuglie di carabinieri e polizia, una città che vorremmo così non solo per il Festival del giornalismo ma per tutti i 365 giorni dell’anno.

Una manifestazioni colta ma anche popolare (vedi le file chilometriche per partecipare agli appuntamenti nel teatro Morlacchi e nella sala dei Notari con personaggi come Roberto Saviano ma anche con giornalisti come Ezio Mauro, Concita De Gregorio, Riccardo Jacona e Gian Antonio Stella) che tuttavia non è stata invasiva per Perugia e per i suoi abitanti. Ed anche un bel sostegno alla candidatura di Perugia-Assisi a Capitale della cultura europea. “Il festival – aveva dichiarato il sindaco Wladimiro Boccali nel giorno di apertura – porta il mondo nelle strade, nei caffè, nelle sale del centro storico, e per questa occasione si riunisce qui una comunità di altissimo livello professionale. Il risultato è che oggi è uno dei punti forti dell’identità culturale di Perugia”.

I due cofondatori, Arianna Ciccone e Chris Potter, nella conferenza stampa conclusiva non hanno nascosto qualche preoccupazione di tipo economico per l’organizzazione dell’edizione 2014, per la quale non ci sono ancora le date. Già quest’anno il budget è stato tagliato da 500 a 400 mila euro: 300 di sponsor privati e 100 di quelli istituzionali. “Aspettiamo settembre e vediamo cosa succede. Il Festival va sostenuto” hanno detto Ciccone e Potter all’assessore Andrea Cernicchi che rappresentava il Comune all’incontro con la stampa.

Un successo innegabile. Più di 200 appuntamenti, dalla mattina alle 9 a notte fonda, in otto diverse sale con più di 500 relatori.

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Comunicare nella Rete https://www.lavoce.it/comunicare-nella-rete/ Thu, 02 May 2013 10:43:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16454 ComputerIntegrationLa Settimana delle comunicazioni sociali, nata per iniziativa delle suore Paoline, che vivono il carisma della evangelizzazione tramite i moderni mezzi di apostolato, è rivolta a dare respiro e spazio alla Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Questa, la “giornata” più ufficiale, è universalmente condivisa di tutte, in quanto è stata indetta dallo stesso Concilio Vaticano II e stabilita nel decreto sui mezzi della comunicazione sociale, Inter mirifica, il primo a essere stato approvato dal Concilio.

È stata celebrata fin da subito, e quest’anno è la 47a. Non possiamo dire che abbia trovato un’adeguata corrispondenza nella grande massa del popolo di Dio, anche perché in questi anni il panorama delle comunicazioni si è profondamente mutato. Si rende pertanto opportuna l’iniziativa di preparare la giornata (domenica 12 maggio, Ascensione del Signore) con una serie di iniziative che trovate qui accanto nel programma. Il tema del messaggio pontificio scritto dal vescovo emerito di Roma, Benedetto XVI, prima della rinuncia, ha per oggetto, come si esprime lui stesso, “lo sviluppo delle reti sociali digitali che stanno contribuendo a far emergere una nuova ‘agorà’, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove, inoltre, possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità”.

Come si può capire, Benedetto XVI riconosce un grande valore umano e anche cristiano all’essere connessi in una rete (Web) in cui ci pone in relazione, e considera questo fatto come un’opportunità anche per l’evangelizzazione. Naturalmente si richiede che ci si ponga in Rete con serietà, sincerità, testimoniando amore, comprensione e anche la propria identità di credenti. Recentemente, durante il Festival del giornalismo di Perugia, il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, ha ritenuto che la Rete digitale possa essere illuminata dal concetto di comunione trinitaria, in quanto pone le persone in una relazione profonda, continua, per la quale ci si realizza in quanto posti in relazione gli uni con gli altri, e cercando ognuno di arricchirsi dei valori e della testimonianza di vita dell’altro.

C’è da precisare che non tutti oggi sono in Rete e non tutti hanno ben chiaro che ci stanno a fare nei vari social network, per cui si devono tenere in vita e sviluppare anche altre forme di comunicazione che sono i libri, i giornali, la radio, la televisione, che hanno ancora, e avranno sempre, un loro spazio e un loro peso nella formazione della cultura e della coscienza delle persone. Da qui le iniziative della Settimana in cui si presentano altri modi di comunicazione che possono interessare e devono esser coltivati e usati per il comune fine della evangelizzazione.

Il programma

La Settimana della comunicazione

 47a GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Domenica 12 maggio ore 18, cattedrale di San Lorenzo – Perugia, celebrazione eucaristica presieduta da mons.Paolo Giulietti, vicario generale e direttore di Umbria Radio.

Iniziative alla libreria Paoline (piazza IV Novembre, Perugia)

Lunedì 6 maggio ore 18
Dalla vita le parole. Tre novità in libreria di autori perugini: Fabrizio Carletti, “SOS Creatività”, Paoline, 2013; Roberta Vinerba, “Alla luce dei tuoi occhi”, Cittadella, 2013; Flavia Marcacci, “La Pasqua degli sposi”, Dehoniane, 2013.

Martedì 7 maggio ore 18
I consacrati nel social network: presenza e usi
. Ne parlano Rita Marchetti, vice presidente WeCa e docente di Teoria e tecniche dei nuovi media – Università di Perugia, e don Francesco Verzini, vice direttore ufficio di Pastorale giovanile.

Mercoledì 8 maggio ore 10
“Come nasce un libro?
, incontro dei bambini della scuola elementare “Giovanni Cena” con la scrittrice Silvia Vecchini.

Giovedì 9 maggio ore 20.45
Presso la biblioteca del Centro di accoglienza, via Bontempi13, “Profezia di Don Tonino Bello a 20 anni dalla morte”.
Tonio Dell’Olio (ass. Libera internazionale) presenta il nuovo libro di Sergio Paronetto, vice presidente di Pax Cristi, “Don Tonino Bello, maestro di non violenza, pedagogia, politica, cittadinanza attiva e vita cristiana” (ed. Paoline, 2013) con proiezione di parti del film L’anima attesa.

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Dove c’è l’Annuncio c’è voglia di comunicare https://www.lavoce.it/dove-ce-lannuncio-ce-voglia-di-comunicare/ Thu, 14 Apr 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9295 La Chiesa che è in Umbria, costituita in passato da 13 diocesi, ridotte poi ad 8 tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si è percepita come una comunità di Chiese sorelle, unite dalla stessa fede, ma anche da un comune progetto pastorale. Pur essendo e rimanendo Chiese particolari nella pienezza della loro missione, per la esiguità del numero dei fedeli (l’Umbria complessivamente, anche con l’apporto demografico degli immigrati, non arriva a 900 mila abitanti) e per alcuni tratti omogenei di storia e cultura, si sono sentite nell’opportunità o meglio nella necessità di operare insieme, allestendo una rete di scambi e collaborazioni. Esempi di ciò si hanno in un comune luogo di formazione dei presbiteri, il Seminario regionale di Assisi, una comune istituzione di studio e ricerca teologica costituita dall’Istituto teologico di Assisi, ed hanno anche scelto uno strumento comune di comunicazione sociale, dando vita al settimanale La Voce nel 1953, che ha avuto una specie di rifondazione nel 1984, tuttora, come si vede, in piena salute. In seguito sono nate altre forme interdiocesane di collaborazione nei vari campi della vita ecclesiale. Nell’ambito della comunicazione sociale si è venuta perfezionando la prospettiva regionale attraverso la realizzazione di un portale informatico di dominio della Conferenza episcopale umbra, frutto di una costruzione collettiva, operata dai responsabili delle otto diocesi della regione con lunghi e appassionati incontri di lavoro. La Chiesa è stata la prima ed antesignana nel percepire la dimensione regionale come fondamentale per uno sviluppo armonico, senza sacche territoriali di arretramento sociale e culturale. In questa prospettiva non viene trascurato il dato peculiare delle singole realtà che sono le diocesi, vere Chiese locali, con i loro vescovi, patroni, santi e tradizioni e con le 600 parrocchie e i 92 Comuni, con le mille frazioni che vi ruotano attorno. Tutte realtà che vivono, si esprimono e si raccontano con i mezzi di cui dispongono, dagli uffici stampa alle radio locali tra loro collegate che interagiscono, periodici di santuari e bollettini ecclesiastici diocesani e regionali, nonché centinaia di bollettini parrocchiali, alcuni dei quali anche molto vivaci e attenti alle problematiche locali. In Umbria c’è un’esposizione mediatica di origine e stampo ecclesiale persino troppo affollata. Ma tutto ciò alla fine si può leggere – e rileggere, e ritrovare come in un fiume di raccolta e di vaglio – nel settimanale cattolico La Voce, frutto di una grande intuizione e modello unico tra i 135 settimanali cattolici diocesani. La Chiesa, che ha come compito primario l’annuncio della buona notizia agli uomini, da sempre è stata maestra della parola e dei linguaggi. Non poteva, pertanto, misconoscere i mezzi della comunicazione sociale, vecchi e nuovi. Oggi si trova ad esaminare le nuove opportunità e riconsiderare la comunicazione come valore primario all’interno della comunità ecclesiale e come mezzo insostituibile di dialogo con la società civile e le sue istituzioni. Deve, nella presente situazione culturale, ripensare i contenuti e i modelli da diffondere nella rete ecclesiale già esistente e in quella potenzialmente aperta dai nuovi punti personali di contatto (pc) diffusi nel territorio. A questo scopo è stato elaborato il progetto della formazione di figure di volontariato denominate “animatore della comunicazione e cultura” che sorgeranno in ogni zona o unità ecclesiale. Un progetto ambizioso, ma urgente, rispondente a quella emergenza educativa che è riconosciuta da tutti gli operatori del settore. Come in ogni parrocchia si sono formate lungo i precedenti due decenni i punti di ascolto della Caritas, così si avranno i centri di ascolto e comunicazione per l’educazione, il dialogo e la formazione culturale dela comunità. Un’urgenza ancor più opportunamente presa in considerazine in un momento di affluenza di culture diverse, portatrici di modelli di vita e di pensiero con i quali si dovranno fare i conti. Una rifessione su questo tema assume una particolare connotazione nel momento in cui è in atto a Perugia il Festival del giornalismo che tanto entusiasmo e partecipazione suscita.

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Festival del giornalismo: Informazione, non spettacolo https://www.lavoce.it/festival-del-giornalismo-informazione-non-spettacolo/ Thu, 07 Apr 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9282 Sono oltre 140 gli eventi e più di 300 i giornalisti e gli esperti di tutto il mondo che dal 13 al 17 aprile parteciperanno a Perugia ad incontri-dibattito, tavole rotonde, interviste, presentazioni di libri, workshop, proiezioni di documentari, concorsi, premiazioni e mostre per la quinta edizione del Festival internazionale del giornalismo. In pochi anni la manifestazione, nata da un’intuizione e da una sorta di scommessa di Arianna Ciccone, è diventata un evento mondiale. Alla sua realizzazione, oltre ad uno staff professionale di otto persone, concorrono circa 200 giovani appassionati di giornalismo, dai 15 ai 26 anni, rappresentanti di una sorta di comunità nata ed organizzata sulla Rete attraverso i social network, che nei giorni del festival saranno a Perugia come volontari. Un’ottantina di loro sono stranieri, di Paesi di tutto il mondo, tra i quali Bulgaria, Camerun, Cina, Cuba, Egitto, Finlandia, Giordania, Libia, Lettonia, Lituania, Nepal, Pakistan, Tanzania, Ucraina, Uganda e Uzbekistan. La “scommessa” di Arianna Ciccone fu subito sostenuta dall’Ordine dei giornalisti e dalla Regione. Poi si aggiunsero altri enti locali e sponsor. Tra questi ultimi quest’anno per la prima volta anche la Nestlé. “L’idea di allora, che è anche quella di oggi – racconta Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria – fu quella di guardare dentro una professione in piena crisi, ma tanto ambita dai giovani. Senza però chiuderci all’interno della categoria per piangerci addosso. Abbiamo invece scelto di raccontare alla gente questo mestiere, la sua storia, i suoi problemi ed il suo futuro, affidando la narrazione ai suoi protagonisti”. Ed ecco la parola “festival”, da tanti contestata, in tempi in cui spesso l’informazione diventa spettacolo, talk-show. “Ma il nostro Festival – osserva Ciliani – è esattamente il contrario: ci sono i giornalisti che si raccontano, ci sono testimonianze reali, ci si confronta sul mondo nuovo del giornalismo con esperti e blogger di tutto il mondo, senza sceneggiate e battibecchi. Insomma, senza spettacolo. Avremmo potuto chiamarlo ‘meeting, incontro’. Ma alla fine – dice Ciliani – la parola ‘festival’ ci era sembrata la più commestibile. Ed i tempi ci hanno dato ragione: dei tanti festival, dell’economia, della filosofia ecc., il nostro è uno dei pochi in salute”. “Il successo è venuto anche dal fatto – continua Ciliani – che l’Umbria e Perugia sono un salotto perfetto per questo festival. Ci sono 40 mila studenti universitari, teatri, gallerie, strade e piazze dove i partecipanti che magari si conoscevano soltanto di nome si incontrano, si frequentano, discutono. A Roma o in qualsiasi altra grande città non sarebbe stato possibile. E così anche questa manifestazione esalta caratteristiche e peculiarità dell’Umbria’’. Perugia con la Scuola di giornalismo radiotelevisivo e questo Festival internazionale è dunque diventata una sorta di Capitale del giornalismo? “Diciamo – risponde Ciliani – che è diventata luogo ideale di incontro per parlare e confrontarsi. Sarebbe un sogno fare diventare l’Umbria un laboratorio permanente per capire l’evoluzione di questa professione in grande trasformazione”. Magari creando anche altri appuntamenti con direttori, inviati, studiosi dei media durante tutto l’arco dell’anno. Coinvolgendo le Università, enti culturali e con “altri sforzi” delle istituzioni. Per ora è un auspicio ed un sogno; “ma – si chiede Ciliani – anche la grande avventura di Umbria Jazz non cominciò forse allo stesso modo?”. Quattro incontri in calendarioTra i tanti incontri in programma, ne segnaliamo 4 in particolare. Le religioni raccontate dai media: ore 11.30 di venerdì 15 aprile, Centro servizi G. Alessi. Intervengono Lamis Andoni, giornalista e scrittrice cristiana, da Betlemme; Laura Silvia Battaglia di Avvenire; Laith Mushtaq, musulmano, della rete televisiva Al Jazeera, da Baghdad. Raccontare l’altro: reportage dal mondo: ore 15 di giovedì 14, Centro servizi G. Alessi. La globalizzazione sembra appiattire le diversità: stessi consumi, stessi stili di vita e desideri… In cosa consiste oggi l’alterità e perché andiamo ancora a cercarla? E soprattutto, come fa il reporter a raccontare l’Altro senza cadere negli stereotipi o nell’effetto folcloristico a tutti i costi? Rom, ospiti sgraditi: ore 10 di sabato 16, sala Lippi (sede Unicredit, corso Vannucci). Intervengono Luca Bravi, Università di Firenze; Maria Gabriella Capparelli del Tg Uno; don Giancarlo Perego, direttore dell’ufficio Pastorale Cei per rom e sinti; Santino Spinelli, ambasciatore Arte&Cultura; in collaborazione con l’Associazione giornalisti Scuola di Perugia. Hyperlocal: il territorio come editore, le notizie come bussola: ore 14.30 di sabato 16, Centro Alessi. Il mercato delle notizie, incalzato dai social network, cerca rifugio sul piano locale; l’informazione tenda a diventare sempre più un linguaggio della cittadinanza territoriale.

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Libere notizie di pace https://www.lavoce.it/libere-notizie-di-pace/ Thu, 06 May 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8425 Quest’anno la Marcia della pace accende i riflettori sugli ultimi. Dal 10 al 16 maggio, giorno della Perugia-Assisi, scatterà la campagna “T’illumino di +”, per dare voce agli “invisibili”. Chi sono gli ultimi, chi questa gente che soffre? “Sono persone, popoli coinvolti in tragedie umane, guerre, conflitti” afferma Flavio Lotti, coordinatore nazionale del Tavolo per la pace. “Purtroppo – continua Lotti – anche storie positive, idee, valori, progetti, iniziative e proposte vengono sistematicamente nascoste, oscurate, ignorate e distorte da un mondo dell’informazione sempre più chiuso e sempre meno libero. Il nostro è, dunque, innanzitutto un forte segnale per un’informazione corretta e una comunicazione di pace, contro la censura, per la libertà e il diritto all’informazione”. Da Perugia, dove si è appena concluso il Festival del giornalismo, si riparte parlando ancora di libera stampa, proprio mentre il premier Berlusconi afferma che in Italia “ce n’è fin troppa”. La campagna è organizzata con LiberaInformazione, Articolo 21, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, la Federazione nazionale della stampa e Usigrai. Mentre Lotti illustra il suo progetto, continuano ad arrivare a Perugia adesioni da tutta Italia: sindacati, associazioni, ong, Comuni, Province e Regioni, cittadini che ribadiscono il loro no ad un’informazione “drogata”. “Invito ogni giornalista e i mezzi d’informazione pubblici, privati e indipendenti – aggiunge Lotti – ad aderire a ‘T’illumino di +’ per dare voce per una settimana alle troppe persone e popoli che non hanno mai voce. Chiediamo ai mass media di definire spazi, trasmissioni, speciali, interventi nei programmi in palinsesto; e a coloro che hanno aderito alla Marcia per la pace Perugia-Assisi, di sollecitare i giornalisti e le testate sul nostro tema, cominciando da quelli del proprio territorio”. Gli organizzatori della Marcia per la pace 2010 sono alla ricerca anche di 30 reporter di pace, cioè “uomini e donne, anche non giornalisti professionisti, che possano aiutarci a ridare significato a parole come giustizia, solidarietà, pace, nonviolenza, libertà, speranza, diritti umani”. C’è anche un concorso dal titolo “Gira il tuo spot ideale per la Marcia”, promosso dalla Tavola della pace. Il filmato migliore verrà proiettato sul palco della Rocca maggiore di Assisi il 16 maggio e trasmesso in tv e sul sito di Rainews24.

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La cronaca vista dal lato Sud https://www.lavoce.it/la-cronaca-vista-dal-lato-sud/ Thu, 09 Apr 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7455 Giornalismo missionario: cos’è? Che utilità può avere per l’informazione ‘normale’? Al Festival del giornalismo di Perugia hanno risposto i comboniani Renato Kizito Sesana (ha fondato il periodico dell’Africa anglofona New People) e Giuseppe Caramazza (fondatore del Catholic Information Service for Africa), padre Bernardo Cervellera (fondatore di Asia News) e il domenicano sudafricano Emil Blaser (ha fondato Radio Veritas). Moderati dall’unico laico al tavolo, Stefano Femminis, direttore di Popoli, mensile internazionale dei Gesuiti. Femminis ha presentato alcuni numeri per capire cos’è il giornalismo missionario: 45 riviste che raccolgono 650.000 lettori, ai quali vanno aggiunti i lettori dei siti internet delle agenzie on-line. ‘Quando si parla di Sud del mondo – ha detto Caramazza – corriamo il rischio di criminalizzarlo perché straniero, ovvero ‘strano’. Spesso siamo noi missionari ad aiutare i giornalisti a capire le situazioni’. Ha quindi raccontato del lavoro fatto al New People Media Centre di Nairobi, in cui si insegna ‘cosa è notizia’, per una comunicazione che parta dall’Africa per l’Africa, e per i Paesi del Nord del mondo. ‘La maggior parte dei comunicatori missionari è europea, anche nei Paesi del Sud. Sarebbe bene – ha aggiunto – riuscire ad avere più giornalisti del Sud a parlare a nome del Sud del mondo, sia nel loro contesto che verso di noi’. Indice della approssimazione con cui si racconta l’Africa sono state le cronache sul recente viaggio del Papa, presentato come visita ‘in Africa’ e non in Camerun e Angola. ‘Un milione di persone sono analfabete, ma non sono stupide, e c’è una grande saggezza che viene trasmessa da padre in figlio’ ha detto Emil Blaser. Per questo ‘per noi la radio è la Rolls Royce della comunicazione. Nel Continente ci sono migliaia di lingue: solo in Sud Africa ce ne sono 11, e se vogliamo raggiungere la gente dobbiamo parlare la sua lingua’ che i giornalisti occidentali spesso non conoscono. ‘I giornalisti missionari – ha detto Blaser – non devono fare solo cronaca ma spiegare, aiutare a capire cosa accade. Ci sono valori cattolici che spingono a fare buon giornalismo, come, per esempio, il valore della condivisione che è il contrario dell’arraffare, ed è anche un valore della cultura africana’. Diversa la situazione in Asia presentata da padre Bernardo Cervellera, da sempre missionario e giornalista. ‘Non vogliamo fare solo informazione dall’Asia all’Italia ma anche viceversa, e per la stessa Asia’ ha detto, spiegando il perché della scelta di un sito web in italiano, inglese e cinese. Scelta riuscita, al punto che Asia News, pur essendo tra i siti web oscurati dal Governo cinese, ‘è l’agenzia più diffusa sui siti cattolici cinesi, che con espedienti tecnici riescono a superare il blocco della Rete e quindi a rilanciare notizie che altrimenti non passerebbero mai’. Per Cervellera il giornalismo missionario è tale non solo perché fatto da missionari ‘ma anche perché cattolico’. Un’appartenenza, ha precisato, che non esclude gli altri o le notizie, perché ‘la fede si interessa di tutto l’uomo. Per cui, se parliamo della crisi economica, accanto alle notizie sulle Borse asiatiche pubblichiamo anche i dati sulla disoccupazione’. Per questo motivo ‘abbiamo fatto della libertà religiosa una battaglia importante per Asia News, perché dove manca questa anche gli altri diritti sono umiliati’. Una battaglia condotta raccontando fatti grazie ai corrispondenti presenti nei vari Paesi asiatici che, a differenza dei blogger e simili, ‘verificano sempre le notizie’. ‘Quarant’anni fa abbiamo fatto una battaglia perché non fossero pubblicate foto che offendevano la dignità degli africani. Oggi forse non le pubblichiamo più, ma forziamo le cose in modo da non rispettarne la realtà’. Ha aperto il discorso all’autocritica padre Sesana, chiedendo anche alla stampa missionaria maggiore qualità, magari ‘investendo di più in inchieste’. Come è stato fatto, per esempio, per Kibera, lo slum di Nairobi che si diceva avesse un milione di abitanti, ma che uno studio fatto dall’Università ha stimato essere 250 mila, ovvero un quarto! ‘Il Papa non è andato a parlare di condom ma del Sinodo africano, eppure la stampa missionaria non ne parla a sufficienza, non aiuta a capire cosa accade’. Per capirlo, ha aggiunto, ‘in Italia avete bisogno di un’informazione puntale, seria e approfondita’. E al Festival del giornalismo ha lanciato la proposta: ‘Il prossimo anno, invece dei missionari, invitiamo immigrati che ci raccontino come si sentono offesi da come vengono raccontati!’. Al dibattito ha portato il suo saluto mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, esprimendo gratitudine al Festival ‘per aver dato spazio al giornalismo missionario, un’informazione che riesce a dare voce dove altri media non arrivano, come nel caso del Darfur’.

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