fecondazione eterologa Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fecondazione-eterologa/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:52:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg fecondazione eterologa Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fecondazione-eterologa/ 32 32 Sì alla fertilità, ma non con ogni mezzo https://www.lavoce.it/si-alla-fertilita-ma-non-con-ogni-mezzo/ https://www.lavoce.it/si-alla-fertilita-ma-non-con-ogni-mezzo/#comments Fri, 15 Jul 2016 11:00:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46740 Fecondazione-assistita-(Foto-archivio)Continua ad aumentare in Italia il numero di embrioni “sacrificati” per consentire la fecondazione “extra-corporea”, fenomeno che va letto in concomitanza con l’aumento di donne ultra-40enni che decidono di avere un figlio. È il dato che risulta dalla recente relazione annuale fatta, di fronte al Parlamento, dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Intanto, per promuovere un’inversione di tendenza rispetto al calo demografico nel nostro Paese, lo stesso Ministero ha lanciato per il 22 settembre il primo Fertility Day. Notizia in sé positiva, ma che – nell’ottica delle attuali tendenze del “mercato” della vita nascente – potrebbe finire per promuovere un modello distorto.
“Ci auguriamo – scrive infatti il dott. Angelo Filardo, vice presidente nazionale dell’Aigoc (Associazione ginecologi e ostetrici cattolici) – che il Fertility Day non diventi una vetrina delle tecniche e dei centri di riproduzione umana, ma che sia un momento di riscoperta della bellezza della fertilità umana e del bisogno improcrastinabile di conoscerla, preservarla dai numerosi rischi presenti nel nostro tempo, rispettare i ritmi in essa presenti, mettendo i giovani in condizioni di poter procreare nell’età migliore, imparare a conoscere e utilizzare le informazioni che essa ci offre secondo i bisogni della coppia (ottenere, rinviare o evitare la gravidanza), valorizzando i metodi naturali di regolazione naturale della famiglia, che oltre a essere molto efficaci, scientificamente provati, ecologici, vengono insegnati gratuitamente”.
Quanto alla relazione del ministro Lorenzin sull’attuazione della legge 40/2004 nell’anno 2014 – osserva ancora Filardo -, si registra “una significativa impennata rispetto agli anni precedenti del numero di embrioni sacrificati, 149.950, e degli embrioni crioconservati, 28.757! Questi 149.950 rappresentano l’altissimo costo in vite umane delle tecniche di fecondazione extracorporea, che le rende umanamente inaccettabili, e che viene ancora poco considerato dai nostri parlamentari, dal ministro della Salute, dal Governo, dai mass media, da tanti medici e dagli educatori”.
E ancora: deve far riflettere “il significativo aumento delle donne con età superiore a 40 anni che si sono sottoposte a queste tecniche; per cui l’età media delle donne nel 2014 è stata 36,7 anni, con un aumento progressivo delle pazienti con più di 40 anni che iniziano un ciclo con le tecniche a fresco (32,9% nel 2014, rispetto al 31,0% nel 2013, e al 20,7% del 2005)”.

E in Umbria? In generale, “i dati relativi alle singole regioni contenuti nella Relazione ministeriale non sono dettagliati e contengono meno informazioni di quelli cumulativi, per cui non è possibile calcolare esattamente il numero totale di embrioni sacrificati in Umbria nel 2014. Infatti i 681 riportati nella tabella 3.4.26 sarebbero solo il 66% di tutti gli ovociti fecondati (tabella 3.4.13), per cui potrebbero essere 1.032. Mancano, inoltre, dati certi sul numero di embrioni trasferiti in utero, in particolare dopo lo scongelamento di embrioni”.
Seppure “apparentemente i dati umbri sembrerebbero più favorevoli rispetto a quelli nazionali, tale dato è negativamente influenzato dal numero delle coppie trattate e dalla carenza dei dati offerti”.
L’età media delle donne che hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro in Umbria è di circa 37 anni. anni. Le coppie che hanno avuto almeno un figlio in braccio sono 67 (il 18,81% delle coppie trattate, il 16,3% dei cicli iniziati)”.

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“Fate quello che volete ma non nel mio cortile!” https://www.lavoce.it/fate-quello-che-volete-ma-non-nel-mio-cortile/ https://www.lavoce.it/fate-quello-che-volete-ma-non-nel-mio-cortile/#comments Thu, 18 Sep 2014 14:43:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28072 Dal 9 settembre a oggi, mentre scrivo queste righe, al Parlamento si sono tenute 12 votazioni per eleggere due membri del Csm, Consiglio superiore della magistratura. Sicuramente si tratta di un’elezione importante, che richiede una maggioranza – determinata dalla Costituzione – che però non viene fuori nonostante le manovre di corridoio, le promesse e le minacce tra le forze politiche in campo. Qualcuno, in questi giorni, sulla base di indicatori economici e finanziari che danno l’Italia in stato di crisi crescente, al contrario di altri Paesi europei, si è domandato perché l’Italia non cresce. Anche se non è un fatto economico, la perdita di tempo e di credibilità del Parlamento italiano e dei partiti mi pare che dia la risposta, o perlomeno una risposta: non si trova l’accordo su niente, in questo benedetto Paese. Tutti contro tutti, e nessuno che faccia un passo indietro, nessuno che riconosca che le sue pretese sono eccessive o che il bene dell’intera società possa meritare anche il sacrificio di una opinione o pretesa. Il caso del Csm è solo una cartina di tornasole sullo stato di malattia morale della società che si può ravvisare in tantissimi ambiti della vita. Fare un elenco di casi di litigiosità, di faziosità, di chiusura a ogni “compromesso” a beneficio della collettività, sarebbe facile esercizio, e varrebbe anche per i rapporti familiari. Tale atteggiamento, ripiegato sul proprio interesse e sul proprio punto di vista, è all’origine delle guerre e delle grandi tragedie della storia. Mi ha fatto molta impressione a questo proposito il discorso di Papa Francesco alla cerimonia commemorativa dei caduti della Prima guerra mondiale, di cui ricorre il centenario. Il Papa, storcendo la bocca in una smorfia, ha ripetuto per ben 20 volte la frase di Caino, chiamato a rispondere dell’uccisione di suo fratello Abele: “A me che me ne importa?”.

“Dalla misera questione del Csm alla guerra, ce ne corre”, direte. Certo. Ma la logica è la stessa. La stessa che porta un giovane a buttarsi dalla finestra trascinandosi dietro la fidanzata che lo rifiuta, del marito che spara al figlio in braccio alla moglie e si suicida. La logica dell’io che prevale su tutti e su ogni altro valore. La logica di chi non vuole la ferrovia o la strada o l’inceneritore o il gasdotto nel suo territorio. È nato a proposito un movimento internazionale con un motto in inglese: Nimby – Not in my back yard, non nel mio giardino. “Fate quello che volete, a me non importa, basta che non date fastidio alla mia tranquillità, al mio benessere”. C’è una deriva anche internazionale di questa logica, con il referendum della Scozia che dopo trecento anni vuole staccarsi dal Regno Unito, e la Catalogna che minaccia di staccarsi dalla Spagna, e la questione aggrovigliata e carica di tensioni contrapposte, fino alla guerra aperta, in Ucraina; e così via. E su tutto questo aleggia un sistema di pensiero che parla solo di diritti del singolo cittadino, con tutte le questioni che vanno dalla fecondazione eterologa all’utero in affitto, alla richiesta di matrimoni, con prole, per due uomini o due donne, dimenticando quanto affermato ad Assisi: che il padre è per natura un uomo e la madre una donna, e così il figlio, venendo al mondo, può capire qualcosa della realtà in cui viene a trovarsi. È appena iniziata la scuola, e c’è da auspicare che gli insegnanti, che hanno la missione dell’educazione, si impegnino a favorire la crescita interiore degli alunni perché possano diventare, non dico santi o cristiani, ma almeno rispettosi dei principi primi della nostra Costituzione e delle regole della democrazia moderna; nella quale, perché possa funzionare, si deve armonizzare la difesa dei propri diritti con la coscienza della responsabilità verso gli altri. Don Milani aveva fatto affiggere sulla parete della scuola di Barbiana la frase “I care”, “mi interessa”, sono interessato alla situazione del mio villaggio e del villaggio comune che è il mondo. In questa logica, anche l’economia cambia valore.

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La fecondazione eterologa non è un “importante traguardo” https://www.lavoce.it/la-fecondazione-eterologa-non-e-un-importante-traguardo/ Thu, 18 Sep 2014 14:32:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28063 fecondazione-laboratorio-analisiIl “traguardo molto importante”, raggiunto con la delibera della Giunta regionale che dà il via libera alla fecondazione in vitro eterologa in Umbria, è – contrariamente a quanto affermato dalla presidente Catiuscia Marini – il segno dell’incapacità, anche degli amministratori umbri, di leggere la realtà e di utilizzare il danaro pubblico per rispondere alle reali necessità sanitarie della popolazione, anziché adeguarsi agli input ideologici e di moda che provengono dalle lobby cui loro sono maggiormente sensibili e molto fedeli.

È vero che oggi la Medicina è in grado di dare risposte positive alla sterilità e infertilità di coppia, ma non è sicuramente la fecondazione artificiale omologa e/o eterologa la vera risposta a questa pur dolorosa patologia.

È bene ricordare che le tecniche di fecondazione artificiale in vitro non possono essere considerate terapie della sterilità e infertilità di coppia, perché non sono in grado di rendere fertile la coppia sterile curando la patologia che ne è la causa; e neanche possono essere considerate alla stregua di protesi perché, contrariamente alle protesi, non restituiscono la funzione alterata, cioè la capacità procreativa. Sono solamente tecniche alternative di produzione umana, conosciute in zootecnia già alla fine del Settecento, e che oggi si ritiene una conquista civile applicare anche all’uomo!

I veri dati
Fatta questa necessaria premessa, cerchiamo di capire il senso delle affermazioni della Governatrice umbra: “Un documento che ha un profilo medico-scientifico di notevole qualità e che pone al centro i diritti delle coppie. Anche in Umbria, dunque, potrà essere praticata gratuitamente la fecondazione eterologa all’interno del Servizio sanitario nazionale, con tutte le garanzie di sicurezza e qualità che la sanità pubblica assicura”. Non so a quale profilo medico-scientifico faccia riferimento, ma, se la bontà di una tecnica si valuta dai frutti, mi sembra che il profilo di queste tecniche di produzione umana sia molto basso. Basta leggere attentamente i dati forniti il 30 giugno scorso dal Ministro della Salute, nel quale è detto chiaramente che su 105.324 embrioni trasferiti in utero (il 60,75% degli embrioni prodotti in laboratorio), solo 8.127 (il 14,92%) arriva alla nascita!

La Governatrice ha affermato con onestà che la delibera pone al centro i presunti “diritti della coppia”, ma forse non sa che solo il 14,92% delle coppie trattate riesce ad avere uno o più figli in braccio, e che il 90,68% degli embrioni trasferiti in utero, cioè 95.506 bambini, sono stati sacrificati per far nascere nel 2012 i loro 9.818 fratellini. È evidente che gli embrioni, la cui dignità umana non può essere messa in dubbio, non sono al centro dell’attenzione dei nostri Amministratori, perché anche loro li considerano come oggetti che si possono produrre a piacimento e, se non sono graditi, rifiutare, eliminare con l’aborto volontario (99 nel 2012) o scartare in laboratorio.

Inaccettabile
Ci vuole una grande spudoratezza solo a pensare d’inserire queste tecniche nei Lea – Livelli essenziali di assistenza, se si tiene presente che non sono una terapia, che hanno un’efficacia bassissima, che hanno un costo elevato, e che producono sequele psico-patologiche nella stragrande maggioranza delle coppie (più dell’85%) che non riescono a coronare il loro desiderio dopo essersi esposte a tanti sacrifici, rischi e spese.

Inoltre, anche dal punto di vista di giustizia sociale è inaccettabile sprecare il denaro pubblico per ciò che non è terapia, mentre anche i meno abbienti sono costretti a pagare per esempio il paracetamolo, un farmaco usato per il mal di testa, che ha un’accertata e documentata efficacia terapeutica; e i cittadini umbri – in particolare quelli più disagiati – sono costretti a lunghe attese di mesi e talora più di un anno per esami diagnostici importanti (Tac, Rm, mammografia, Doppler venosi e arteriosi, ecografie…) o per visite specialistiche.

Per quanto riguarda la gratuità, che già in parte scompare in Umbria con il rimborso delle giornate lavorative, dubito fortemente che si possano trovare donne generose che per 5-10 volte si sottopongano a bombardamenti ormonali e prelievi degli ovociti gratuitamente per far arricchire i Centri o gli operatori di fecondazione artificiale.

Mi auguro che siano più attenti al bene comune e al rispetto della dignità e della vita anche degli innumerevoli embrioni i parlamentari, ma l’aria che tira non sembra quella buona.

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Renzi e le coppie gay. Le vere ragioni di una discriminazione eterofobica https://www.lavoce.it/renzi-e-le-coppie-gay-le-vere-ragioni-di-una-discriminazione-eterofobica/ https://www.lavoce.it/renzi-e-le-coppie-gay-le-vere-ragioni-di-una-discriminazione-eterofobica/#comments Fri, 20 Jun 2014 13:48:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25686 La proposta di Renzi, riportata nei dettagli sull’Unità, circa il riconoscimento legale delle convivenze omosessuali era da tempo nell’aria. Ciò che lascia interdetti è il volerlo limitare alle sole convivenze gay, senza estenderlo alle coppie eterosessuali. Se fossi parte di una coppia convivente “etero” griderei subito allo scandalo e alla eterofobia, e in effetti non vi è ragione al mondo che fermerà la Consulta dal dichiarare l’incostituzionalità della norma laddove non preveda l’estensione del riconoscimento alle coppie etero.

L’autentica discriminazione che Renzi mette in campo è tuttavia dettata da ragioni ben diverse da quelle apparenti.

I più vicini al premier vi diranno che le coppie conviventi eterosessuali che vogliano veder riconosciuti i loro diritti hanno la possibilità di farlo mediante il matrimonio, ma la verità è un’altra. Renzi non vuol replicare l’errore del Governo britannico che – alcuni anni or sono – rischiò di mettere sul lastrico la previdenza sociale di Sua Maestà con il riconoscimento della rilevanza pubblica delle convivenze, omo o etero che fossero. Capirai! Tutte le badanti che risultavano convivere con il proprio anziano di spettanza si precipitarono a chiedere i sussidi pubblici e – alla morte del “badato” – chiesero in massa la pensione di reversibilità.

Cifre da capogiro costrinsero il Governo inglese a una precipitosa retromarcia, risolta con le molto più economiche nozze gay.

Ecco perché Renzi oggi propone la civil partnership solo per le coppie omo: i numeri semplicemente irrisori di coloro che ne beneficeranno non destano alcuna preoccupazione per le fragili casse dell’Inps.

Peccato però che il nostro Paese non si regga sull’Inps ma sulla famiglia così come prevista dall’art. 29 della Costituzione.

Umiliare o ridicolizzare la famiglia, mettendola sullo stesso piano delle sgradevoli carnevalate di cui al Gay Pride di due settimane fa porterà prevedibili conseguenze sia all’istituto stesso del matrimonio sia e più ancora alla stessa tenuta sociale dell’istituto familiare. Per non parlare del fatto che il ddl prevede espressamente la possibilità di adozione – anche se per ora limitata ai figli dell’altro partner. Inoltre con la liberalizzazione della fecondazione eterologa ciascuno potrà ordinare su internet i suoi figli e farli adottare all’altro a tutti gli effetti di legge.

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Fecondazione eterologa, i veri problemi in gioco https://www.lavoce.it/fecondazione-eterologai-veri-problemi-in-gioco/ Fri, 11 Apr 2014 10:39:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24388 I giudici della Corte costituzionale bocciano la norma contenuta nella legge 40 del 2004 secondo cui era proibito usare la fecondazione eterologa. Ciò significa che una coppia sterile può ricorrere a un donatore esterno per avere un figlio. Sono dieci anni che si discute e si combatte su fronti opposti su questa legge in generale, e su questa norma in particolare. Non entro nei particolari, che non mi competono e nei quali non saprei districarmi. Da quello che ho letto, posso trascrivere che da questo momento sarà possibile ricorrere a donatori di ovociti e spermatozoi quando uno dei due partner è sterile. Sarà lecita l’ovodonazione; qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio sperma. La sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile: non potrà essere di nuovo annullata. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno problemi di sterilità. I primi a sollevare il dubbio di costituzionalità della procreazione eterologa sono stati gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali del procedimento di Firenze, che hanno seguito 17 casi su 29, rispettivamente segretario dell’associazione “Luca Coscioni” e docente dell’Università di Firenze. Sembra che la prossima battaglia che sarà ingaggiata contro la legge 40 sarà per l’abolizione del divieto di fare ricerca sugli embrioni. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intanto prende tempo, in attesa di verificare le conseguenze che tale sentenza potrà portare in concreto, e le modalità con cui potrà essere adottata la pratica della procreazione eterologa, per quanto ad esempio riguarda l’anonimato del donatore esterno, che si concretizza nella domanda se i bimbi nati abbiano diritto a conoscere i veri genitori. Questo tipo di problemi scalda i dibattiti, che poi si allargano e vanno a toccare altri temi della sfera della sessualità, affettività, procreazione. C’è un clima di rincorsa su questi temi, esaltati e sbandierati come grandi conquiste di libertà, liberazione dai tabù, emancipazione, esaltazione di vittorie di civiltà, conquiste di potere, aumento della sfera dei diritti… Manca un qualche accenno al diritto dei figli, ad esempio sapere da quale ceppo biologico si proviene, in quale utero ci si è formati e quindi chi siano i “veri” (biologici) genitori. Non dice la scienza medica che conoscere i propri antenati aiuta a conoscere se stessi, per tutto il patrimonio genetico, tendenze, malattie, durata della vita? Un tale faceva il calcolo: mio padre è vissuto 96 anni e mia madre 80… Siamo nel campo dell’empirico, evidentemente, ma scivoliamo in un ambito freddo, asettico, forse meno umano, poco umano, disumano? Penso che, anziché grida di vittoria da una parte, e lamentele e rivalse dall’altra, si dovrebbero affrontare questi temi con sobrietà e modestia, come ricorsi di necessità per difetti, sofferenze, mancanze, frustrazioni, e quindi cercando in molti casi soluzioni ponderate. È sempre una sconfitta quando un difetto della natura costringe a snaturare un processo perdendo qualcosa della natura stessa. Non si tratta quindi di condannare alcuno, ma di introdurre una mentalità diversa nel campo dei diritti e delle pretese, perché il limite del comportamento umano non sia eluso con superficialità, e non ci si presti a soddisfare speculazioni e interessi economici.

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Fecondazione eterologa sì o no? https://www.lavoce.it/fecondazione-eterologa-si-o-no/ Fri, 11 Apr 2014 08:20:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24294 In questo numero de La Voce ci sono altre informazioni a proposito della sentenza della Corte costituzionale sulla fecondazione artificiale eterologa. Mi limito quindi a qualche annotazione collaterale. Anzitutto, che cosa ha detto la Corte? Ha detto che, se la legge ammette la fecondazione artificiale “omologa” (ossia all’interno della coppia), il principio di uguaglianza non consente di vietare la fecondazione artificiale “eterologa” (ossia con l’intervento di un estraneo destinato a rimanere anonimo) alle coppie che altrimenti non potrebbero procreare. Ma il principio di uguaglianza, benché fondamentale, può essere molto controverso. Infatti esso obbliga a trattare in modo uguale situazioni uguali, e non vieta – e a volte anzi impone – di trattare in modo diverso situazioni diverse. Quindi il problema diventa quello di stabilire chi è uguale e chi è diverso; ossia di stabilire quali siano le differenze che contano e quelle che non contano. Le persone sono tutte uguali, e non è accettabile che una persona sia trattata in modo diverso solo perché diverso è il colore della sua pelle; ma è normale che chi ha una laurea in Medicina possa fare il medico e chi non ce l’ha, no. Quindi, quando la Corte applica il principio di uguaglianza fa, in realtà, una scelta etica, perché vede che una differenza c’è, ma dice che non deve contare. Altri potrebbero fare la scelta etica opposta. Insomma, queste decisioni sono uno dei tanti modi nei quali l’etica e il diritto, che pure sono cose diverse, interferiscono fra loro. Ma è anche vero che non tutto ciò che viene condannato dall’etica debba essere condannato anche dal diritto. Come la legge rinuncia a punire l’adulterio, così può ammettere anche la fecondazione eterologa, che può essere vista come una forma speciale di adulterio. Ma tutto questo è secondario davanti al valore della nuova creatura che nasce, quale che sia il modo in cui è stata concepita. Il delitto inaccettabile è l’aborto, non la fecondazione eterologa.

 

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Casavola (Cnb): sui temi di bioetica, confronto senza pregiudizi https://www.lavoce.it/casavola-cnb-sui-temi-di-bioetica-confronto-senza-pregiudizi/ Thu, 17 Oct 2013 12:01:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20168 legge-omofobia-protesta-genderLa bioetica è un campo in cui “il legislatore dovrebbe intervenire il meno possibile”, cioè “solo quando è indispensabile indicare un comportamento come doveroso o vietarne un altro quando è inaccettabile per la morale collettiva”. La legge aurea, in questo campo, consiste nel “rispettare il tribunale interiore della nostra coscienza” e nel proseguire sulla via del “dialogo costruttivo” tra cattolici e laici, tenendo conto della diversità delle posizioni, ma cercando al tempo stesso un denominatore comune rivolto al bene comune del Paese. Francesco Paolo Casavola, confermato in questi giorni presidente del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), sintetizza così il mandato dell’organismo appena rinnovato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Lo abbiamo intervistato.

Il Cnb si rinnova: con quali obiettivi?

“Alla base dell’attività del nuovo Comitato, come si evince già dalla sua composizione, c’è l’idea di allargare lo spettro delle competenze, che consentirà di conseguenza di allargare i temi dei gruppi di lavoro, dai quali poi scaturisce la produzione di pareri e documenti. Tra i nuovi membri del Comitato ci sono infatti uno psichiatra esperto di neuroscienze, un esperto di diritto comparato, un neonatologo, un economista sanitario, un esperto di medicina legale e un avvocato che opera in questo ambito, con il valore aggiunto di una grande esperienza nel contenzioso. Tutte competenze, queste, non ancora presenti nella composizione del Comitato appena scaduta”.

Quali sono i “fronti caldi” su cui vi concentrerete?

“Dobbiamo seguire i mutamenti morfologici della nostra società. La demografia ci segnala un’estensione costante della fascia degli anziani, che comporta una straordinaria quantità di problematiche: dalla biomedicina all’applicazione delle nuove tecnologie per le protesi e il sostegno alla ridotta o assente autonomia, fino alle patologie di carattere psicologico e psichiatrico. All’interno del Cnb, il dibattito su questi e sugli altri temi legati alla bioetica avviene collegialmente nelle plenarie, non è semplicemente l’espressione dei singoli componenti”.

Il card. Bagnasco si è detto preoccupato per il rischio della perdita della “differenza”, tra i sessi e le generazioni. Quale contributo può arrivare da un organismo come il vostro?

“Il tema dell’orientamento sessuale è oggi oggetto di un turbamento collettivo: basti pensare alla questione dell’omofobia e alla richiesta dell’omologazione agli eterosessuali anche per quanto riguarda il rapporto familiare. Sono problemi scottanti, ma che vanno affrontati senza pregiudizi, tenendo conto che la società cambia, ma che non tutto deve essere omologato. Il principio da cui si parte è naturalmente il rispetto della persona, ma il matrimonio tra un uomo e una donna è un’altra cosa: le diversità vanno salvaguardate, non omologate. Altrimenti, il rischio che si corre è quello di una discriminazione al contrario”.

Anche il tema dell’inizio e della fine vita continua a essere messo a dura prova.

“La procreazione assistita, e in particolare tutto quanto attiene alla fecondazione eterologa, l’aborto, l’eutanasia: sono alcuni dei grandi problemi della bioetica che sono sempre sul tappeto. L’eutanasia, ad esempio, non va intesa come una psicosi per cui tutti corrono a uccidersi, come possono far pensare anche alcuni gesti clamorosi di persone importanti in questi giorni, che vanno inquadrati invece come momenti di una solitudine tragica. La tendenza naturale di ognuno di noi è a protrarre la vita. Papa Francesco ci insegna a vedere dovunque la possibilità che si manifesti la misericordia di Dio: non possiamo essere giudici senza appello, dobbiamo lasciare che si apra l’orizzonte – per noi esseri umani, inconoscibile – della misericordia”.

Come si “dialoga” in bioetica tra cattolici e laici?

“L’intenzione del Cnb è continuare sulla via del dialogo costruttivo, che tenga conto della diversità delle posizioni ma abbia lo stesso orientamento di garantire la libertà intellettuale e morale, nel modo che possa essere più utile alla vita della comunità. Evitando le cristallizzazioni, e partendo da quelle che Kant considera le due dimensioni indubitabili dell’essere umano: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. È il grande tema della coscienza, tanto caro a Papa Francesco, e che per noi cattolici ha una luce in più che diventa decisiva nell’orientare i comportamenti e le scelte”.

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Si cavilla sulla vita https://www.lavoce.it/si-cavilla-sulla-vita/ Thu, 30 Aug 2012 13:59:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12577 Il divieto imposto a una coppia portatrice di una malattia genetica di ricorrere alla diagnosi preimpianto nel quadro della fecondazione in vitro sarebbe contrario al rispetto della vita privata e familiare: questo il contenuto di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che il 28 agosto si è pronunciata sul caso “Costa e Pavan contro Italia”. La sentenza, che ritiene “incoerente” la legge italiana sulla fecondazione assistita, ha sollevato molteplici reazioni e commenti perplessi. Si auspica un ricorso nei confronti dell’organismo di Strasburgo.

Cosa dice la Corte

Un collegio di sette giudici, presieduto dal belga François Tulkens, si è espresso su un caso sollevato dai coniugi italiani Rosetta Costa e Walter Pavan, che, portatori sani di fibrosi cistica, vorrebbero avere un figlio affidandosi alla fecondazione artificiale: effettuando una analisi preimpianto, i coniugi vorrebbero selezionare gli embrioni per evitare la nascita di un figlio affetto da questa malattia genetica. Tale pratica non è però consentita dalla legislazione italiana (legge n. 40), che vieta la selezione degli embrioni e comunque la limita alle coppie dichiarate sterili (non è il caso dei coniugi ricorrenti). I giudici di Strasburgo hanno dunque “rilevato l’incoerenza del sistema legislativo italiano” in quanto “da una parte priva i ricorrenti alla diagnosi genetica preimpianto” mentre permette di accedere all’interruzione di gravidanza per motivi terapeutici. Nella sentenza si riscontra però una distorta interpretazione della legge sull’interruzione di gravidanza (n. 194). Secondo i giudici, lo Stato italiano dovrà versare alla coppia 15.000 euro per danno morale e 2.500 per rimborso spese processuali. La sentenza non è però definitiva: è possibile ricorrere entro tre mesi, per portare il caso davanti alla Grande Chambre di Strasburgo.

“Fare subito ricorso”

“È una sentenza superficiale”: Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita italiano ed eurodeputato, definisce così il pronunciamento della Corte dei diritti dell’uomo. Casini ricorda che il Mpv aveva inviato alla Corte una memoria scritta: “Nonostante questo, la sentenza non ha nemmeno preso in considerazione le nostre argomentazioni”. Casini sottolinea che “si rilevano inoltre una errata interpretazione della legge 194” sull’interruzione della gravidanza “e un mancato esame della grande differenza fra diagnosi prenatale e diagnosi preimpianto, quest’ultima a carattere selettivo ed eugenetico”. Per il presidente della commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, la Corte “si è accorta che tra la legge 40 sulla fecondazione artificiale e la legge 194 sull’interruzione di gravidanza c’è ‘una incongruenza’. È la scoperta dell’acqua calda”. Casini sostiene che la legge italiana sull’aborto “si preoccupa soltanto della donna”, mentre la seconda, più recente, “punta a tutelare tutti i soggetti coinvolti nelle procedure di procreazione assistita, quindi i genitori e il bambino. Tuttavia – aggiunge – neppure la legge 194, almeno a parole, consente l’aborto eugenetico, perché l’interruzione volontaria di gravidanza è permessa in presenza di un pericolo serio e grave per la madre, e la diagnosi prenatale è funzionale anche a un intervento risanatore sul bambino malato. Viceversa la diagnosi genetica programma l’uccisione di molti figli-embrioni per trovare quelli sani”. Casini dichiara di non avere “alcun dubbio che il Governo italiano scelga di fare ricorso contro la sentenza. Un ricorso che difficilmente la Grande Chambre potrà rigettare. In ogni caso – conclude – la decisione” dei giudici di Strasburgo “prova quanto sia importante l’iniziativa europea ‘Uno di noi’ che sta mobilitando i cittadini dei 27 Paesi Ue per raccogliere milioni e milioni di firme con l’obiettivo di chiedere alle istituzioni comunitarie un deciso riconoscimento del bambino titolare di diritti fin dal concepimento”. I giudici, secondo il deputato, “non potranno non tenere conto della volontà di tanta parte dei popoli che per la prima volta fanno ricorso a questo strumento di democrazia diretta”.

I casi precedenti

La sentenza con la quale la Corte europea dei diritti dell’uomo è intervenuta sui temi della procreazione e della vita non è la prima in questo campo. Negli ultimi anni più volte i giudici di Strasburgo, ma anche il Consiglio d’Europa dal quale dipende la Corte, così come la Corte di giustizia del Lussemburgo (che invece è un organismo dell’Unione europea) si sono espressi in tali materie. Basti citare il pronunciamento dell’ottobre 2011 mediante il quale la Corte di giustizia Ue ha stabilito la non-brevettabilità di quelle invenzioni biotecnologiche che si fondano sull’utilizzo di cellule embrionali umane. Una sentenza storica, che ribadisce tra l’altro che la vita umana inizia dal concepimento. Il 3 novembre successivo la Corte di Strasburgo ha invece affermato che il divieto della fecondazione eterologa stabilito dal sistema legislativo dell’Austria non contrasta con le disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa il 7 ottobre 2010 aveva invece sottolineato il diritto per tutti gli operatori sanitari di far valere il diritto all’obiezione di coscienza in caso di richiesta di aborto o di eutanasia.

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La Legge 40 in pillole https://www.lavoce.it/la-legge-40-in-pillole/ Thu, 02 Jun 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4507 Principi della normaLa legge 40/2004 ruota attorno ad un principio cardine: il rispetto della vita nascente, il diritto del concepito ad essere trattato come uomo. Questo diritto inviolabile, che spetta a tutti e a ciascuno (tutti noi siamo stati embrioni), dovrebbe a rigore di logica e di diritto (diritto alla vita e all’integrità fisica, principio di precauzione) vietare le stesse tecniche di procreazione artificiale, in cui un embrione (un uomo) che prima non c’era viene deliberatamente ‘ per desiderio altrui – portato ad esistenza in situazioni di estrema precarietà fisico-biologica (la maggior parte degli embrioni va incontro a morte sicura), senza tener conto dei rischi che le tecniche comportano anche per la madre. La legge, frutto di un compromesso parlamentare, non vieta la fecondazione artificiale, ma si sforza comunque – non senza alcune gravi lacune – di garantire al concepito alcune tra le condizioni migliori per l’eventuale nascita. Si tratta comunque di un quadro generale migliore sia della situazione precedente (c.d. ‘far west procreativo’), sia della situazione in cui ci si ritroverebbe se fossero approvati i quattro referendum in corso (sostanzialmente un ritorno al ‘far west procreativo’). Ecco un elenco sintetico e non esaustivo degli aspetti positivi e negativi della legge: Principali aspetti positivi- si riconoscono, nelle tecniche di procreazione, i diritti del concepito (art. 1); – le tecniche sono ammissibili quando non si possono utilizzare altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause della sterilità (art. 1, art. 4); – è vietata la fecondazione eterologa, nonché il disconoscimento di paternità e dell’anonimato della madre (padre e madre certi per ogni bambino eventualmente nato) (art. 4, art. 9); – è consentito l’accesso alle tecniche solo a coppie di sesso diverso (art. 5); – è vietata la produzione di embrioni a fini di ricerca e sperimentazione, o comunque per fini diversi da quelli previsti dalla stessa legge (art. 13); – è vietata la crioconservazione o la soppressione di embrioni, salvo il caso (per la crioconservazione) di forza maggiore e fino all’impianto dell’utero da realizzare non appena possibile (art. 14); – è vietata la produzione sovrannumeraria di embrioni (max tre embrioni per ogni impianto) (art. 14); – gli embrioni prodotti devono essere oggetto di un unico tentativo di impianto (cioè si dà a tutti gli embrioni una possibilità di vita, pur se statisticamente remota) (art. 14); – è prevista la facoltà dell’esercizio dell’obiezione di coscienza per il personale sanitario e ausiliario (art. 16); Principali aspetti negativi- l’ammissibilità della stessa pratica della fecondazione artificiale (viste le alte percentuali di insuccesso molti embrioni sono destinati a morte sicura); – l’accesso alle tecniche anche a coppie non sposate purché conviventi (art. 5); ConclusioniCome si può vedere, se cade il presupposto iniziale (riconoscimento della dignità umana all’embrione o comunque, nell’incertezza, attivazione del principio di precauzione), se cioè vi è un declassamento dell’embrione da ‘uomo’ a ‘cosa’, aspetti positivi e negativi della legge sono destinati ad invertirsi. Il declassamento biologico e giuridico dell’embrione è tuttavia insostenibile, poiché:a) è contrario all’esperienza comune (tutti noi siamo stati embrioni); b) è contrario ai dati scientifici (continuità del processo evolutivo a partire dalla fecondazione fino alla nascita); c) è contrario ai lineamenti portanti dell’ordinamento giuridico (diritto alla vita ed all’integrità fisica, principio di precauzione quando vi è possibilità di ledere l’uomo)d) è contrario al parere del Comitato Nazionale di Bioetica del giugno 1996: ‘…Il Comitato è pervenuto unanimemente a riconoscere il dovere morale di trattare l’embrione umano, sin dalla fecondazione, secondo i criteri di rispetto e tutela che si devono adottare nei confronti degli individui umani a cui si attribuisce comunemente la caratteristica di persone…’

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“La legge 40 non è proibizionista” https://www.lavoce.it/la-legge-40-non-e-proibizionista/ Thu, 26 May 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4494 Coloro che vogliono modificare la legge con il referendum (tra questi Ada Girolamini e i socialisti umbri) parlano di ‘legge proibizionista e penalizzante nei confronti della ricerca e di tante persone che soffrono’. A sostegno del loro ragionamento portano il caso dei gemelli italiani concepiti in provetta in Turchia (i genitori non avevano problemi di sterilità) per salvare il fratellino malato di talassemia. Dunque secondo i sostenitori del Sì la legge sarebbe un ostacolo per la cura di malattie oggi incurabili. Ne parliamo con Francesca Barone, medico legale, esperta in bioetica, responsabile del Consultorio familiare della diocesi di Perugia. Dottoressa Barone, c’è del vero in quanto dicono i referendari? ‘La legge italiana non è proibizionista e penalizzante nei confronti della ricerca e l’esempio turco non è appropriato perché si riferisce a ben altro, alla formazione e selezione di embrioni compatibili con il bambino già esistente, al fine di averne uno dal quale prelevare le cellule staminali, ma dal cordone ombelicale così come si fa anche in Italia. Il caso turco è eticamente immorale perché sono stati creati più embrioni, selezionati, eliminati quelli ‘non compatibili’ e poi usato e sviluppato quello compatibile. Non è vero che la legge ostacola la ricerca perché attualmente siamo ancora molto lontani da un possibile uso delle cellule staminali embrionali sull’uomo. Infatti la manipolazione delle cellule staminali embrionali al fine di trapianto presenta problemi tecnici ancora irrisolvibili che non ne permettono l’utilizzo clinico e nemmeno una preliminare sperimentazione. Attualmente si fanno esperimenti olo sugli animali poiché lo stesso meccanismo di elevata moltiplicazione cellulare conduce alla formazione di grossi tumori maligni (teratocarcinomi) e ancora non si è in grado di estrarre le cellule staminali dall’embrione per capire la loro formazione e quindi manipolarle in modo da renderle innocue’. Nel suo comunicato a sostegno di quattro sì Ada Girolamini afferma che si è fatta una legge basata su ‘un’etica di parte’ che impone una ‘visione integralista dello Stato’ e ‘mette in discussione la laicità dello Stato. Secondo lei si può davvero parlare di ‘etica di parte’? ‘La legge non è stata compilata secondo visioni etiche di parte, ma secondo le più accreditate risultanze scientifiche relative alle attuali conoscenze di biologia dello sviluppo embrionale, dello sviluppo uterino, delle implicanze ormonali dopo stimolazione ovarica, di psicopatologia dello sviluppo umano, dei legami inerenti ai legami sistemici familiari. Le conclusioni presenti nella normativa sulla fecondazione assistita (che è composta non solo dalla legge 40, ma dai successivi due decreti relativi alle ‘linee guida’ e al trattamento dei cosiddetti embrioni abbandonati congelati da riunire, previo censimento, presso l’Ospedale Maggiore di Milano) sono state redatte secondo le indicazioni presenti nelle dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo, dei diritti del fanciullo, dell’Unesco sul genoma umano, della Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo e la biomedicina’. Girolamini afferma anche che la legge consente allo Stato di intromettersi nella ‘sfera privata degli individui’ laddove stabilisce il numero di embrioni da impiantare, vieta la fecondazione eterologa, stabilisce ‘indirizzi in materia di sterilità’ che si scontrerebbero ‘con i frutti di una libera e consapevole scelta da parte di coppie desiderose di un bambino’. In tutto questo, ed anche nel divieto di sperimentazione sulle cellule staminali, vi sarebbe una ‘prevaricazione del legislatore su una materia nella quale dovrebbero venire privilegiate le scelte individuali’. Cosa ne pensa? ‘Non si è trattato di una volontà interventista nella sfera privata dei cittadini, ma di una normale prassi in tema di trattamenti sanitari in Italia da sempre in uso, secondo il Testo Unico delle leggi Sanitarie, e la normativa complessa relativa alle strutture ospedaliere pubbliche e private, secondo quanto indicato dall’art. 32 della Costituzione nel quale si afferma che la salute è un diritto del cittadino e interesse della collettività da salvaguardare attraverso modalità regolative ben precise’.

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Diritti universali o interessi particolari? https://www.lavoce.it/diritti-universali-o-interessi-particolari/ Thu, 26 May 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4501 Promozione della ricerca nel rispetto della vita, tutela della salute della madre e del concepito, difesa dei diritti della famiglia e garanzia di genitori certi sono le ragioni dell’inserimento nell’ordinamento giuridico italiano della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, legge (sicuramente perfettibile) che ha messo fine ad un periodo di spregiudicata speculazione sulla ricerca per una procreazione sviluppata artificialmente. Sono stati questi i temi di viva attualità che l’on. Carlo Casini ha illustrato alle numerose persone che la scorsa settimana si sono riunite a Todi presso la sala del cinema Jacopone, per confrontarsi su questi argomenti. Il Presidente del Movimento per la vita ha aperto confutando l’illegittimità e l’arbitrarietà utilitaria della negazione di persona umana dell’ovulo fecondato fino al quattordicesimo giorno e l’attribuzione ingiustificata a questo organismo in crescita dell’appellativo di ‘pre-embrione’, come se il percorso vitale dell’ovocita non mostrasse una continuità genetica e fosse composto di una prima fase vegetativa e di una seconda fase umana. La conferenza ed il successivo dibattito hanno riaffermato la trasversalità e la condivisione delle motivazioni poste alla base dell’opposizione all’approvazione dei quattro quesiti abrogativi, che saranno sottoposti agli elettori il 12 e 13 giugno prossimi, per consentire l’accesso alla fecondazione artificiale a tutte le coppie, coniugate o conviventi che siano; a negare i diritti del concepito; abolire il limite alla produzione di embrioni da impiantare ed alla crioconservazione per usi futuri; a consentire la fecondazione eterologa, la sperimentazione sugli embrioni umani e la loro donazione. Decidendo di non recarsi alle urne si riaffermerà che la vita, oltre a non poter essere clonata, non può nemmeno essere messa ai voti e l’astensione attiva è il miglior modo per respingere l’estensione all’Italia dei tentativi, riusciti in atto in altri Paesi, di negare per motivi puramente politici diritti essenziali e la stessa dignità delle persone più deboli e più vulnerabili, come il concepito, non riconoscendo i diritti naturali della persona umana e la funzione sociale della famiglia fondata con il matrimonio.

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Comitato per la vita https://www.lavoce.it/comitato-per-la-vita/ Thu, 19 May 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4479 Il Comitato perugino ‘Scienza & Vita’, promosso dal Forum delle Famiglie, si è presentato ufficialmente giovedì 12 maggio. Vi hanno aderito persone di varia estrazione sociale culturale politica religiosa, che condividono la difesa della vita sin dal suo primo sbocciare come embrione. Difendere la vita anche nella sua forma embrionale non significa andare contro qualcuno, ma semmai schierarsi coraggiosamente a favore della ragione e della scienza, anche dinanzi ad argomentazioni improprie. Ecco il senso di questo Comitato che dinanzi a un referendum che stravolge di fatto la legge 40 che ha messo un po’ di ordine nel far west procreatico, sceglie l’astensione dal voto, che è poi un doppio no: no ai quesiti referendari e no all’uso distorto dello strumento referendario, in quanto la vita non può essere messa ai voti. Il Comitato è aperto ad altre adesioni. Per contattare il Comitato c’è una segreteria presso il Forum delle Famiglie (075/ 5750371 lunedì, mercoledì e venerdì, ore 9 – 12, martedì e giovedì, ore 16 – 18) formata da Gianni Taba (giannitaba@tin.it, cell. 347 5248048) e Rolando Tassini (Rolando.tassini@poste.it, cell. 393 0854362). Dopo anni di richieste che si levavano da varie parti perché si arrivasse ad una legge di regolamentazione della fecondazione medicalmente assistita, nel marzo 2004 è stata pubblicata la Legge 40 che si occupa, ponendo delle regole, della fecondazione medicalmente assistita. Vale a dire la fecondazione artificiale. E cioè quella fecondazione che non avviene per vie naturali, che non nasce da un atto di amore, ma da una tecnica realizzata da persone terze alla coppia. L’atto di fecondazione vero e proprio avviene in vitro e poi l’embrione che si è formato viene impiantato nella donna. E la legge, non perfetta, ma perfettibile, come ogni opera dell’uomo, per la prima volta dà una regolamentazione ad un’attività posta in atto senza freni, senza remore. Ad esclusivo danno degli embrioni, ma anche della donna. La Legge 40/2004, in primo luogo, tutela tutti i soggetti che in qualche modo entrano nell’opera della procreazione assistita, ivi compreso, il ‘concepito’. Dunque l’embrione diventa un soggetto di diritto fin dal suo concepimento e questo in considerazione del fatto che quando parliamo di essere umano, non parliamo di qualcosa di statico, di immobile. L’essere umano è sempre in divenire. Comincia ad esistere quando lo spermatozoo e l’uovo si incontrano e si moltiplica. Due cellule, quattro, otto’ milioni di cellule fino ad arrivare allo stadio adulto e poi discendere verso il declino. Un embrione, un feto, un bambino, un adulto e infine un vecchio. È sempre lo stesso essere umano. Se sopprimiamo il concepito non avremo il feto, il bambino, né l’adulto né il vecchio.. Prima di tale Legge regnava il caos a questo riguardo, e con il referendum, si vuol tornare indietro, si vogliono preparare tanti embrioni, ad libitum. Poi se ne impiantano quattro, otto, o chissà quanti, e quelli che non si impiantano si congelano, si conservano. Si fanno su di essi esperimenti. Si buttano gli embrioni che si ritengono non buoni.Ma crioconservare non è certo il migliore dei modi per trattare un embrione. Per quanto tempo dovrà durare la crioconservazione? e poi, che succederà? La Legge 40 vieta la conservazione degli embrioni, vieta gli esperimenti sugli embrioni ed impone che si possano creare solo tre embrioni per volta e tutti e tre subito devono essere impiantati, salvo casi eccezionali per quanto riguarda il ritardo dell’impianto. I coniugi che chiedono di sottoporsi a questo intervento debbono essere informati dal personale medico sulle tecniche, sui rischi, sui costi: insomma, il loro deve essere un consenso informato. Questo afferma la Legge e questo si accompagna al divieto della fecondazione eterologa: gli embrioni devono essere della coppia e la coppia deve ricorrere alla fecondazione quando è accertata la sterilità. La fecondazione eterologa è vietata: i figli hanno diritto di sapere chi sono il loro genitori. Conservare la Legge esistente che, ripetiamo, è migliorabile, vuol dire salvaguardare l’uomo ed i suoi figli. Significa tutelare il soggetto più debole e non trasformare la donna in un contenitore, in una semplice ‘fattrice’.Un’ultima osservazione su quello che istintivamente una madre dice: ‘Aspetto un bimbo’. E questo fin dal primo conoscere di essere incinta. Nessuna ha mai detto: ‘Aspetto un embrione’.

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A tutela del nascituro https://www.lavoce.it/a-tutela-del-nascituro/ Thu, 06 May 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3779 La famiglia, incalzata dai mutamenti degli stili di vita e dei costumi, non sfugge alla dirompente evoluzione delle relazioni umane con conseguenti “tensioni” su cui il Legislatore italiano ha cercato di portare ordine disciplinando anche settori finora assolutamente privi di normativa. Suscita, in questo campo, un particolare interesse la Legge 19.02.04 n. 40 con cui il Parlamento italiano ha disciplinato la “procreazione medicalmente assistita” che, fino a quel momento, era “regolamentata” esclusivamente da circolari emesse dal ministero della Salute. La legge è stata approvata tra polemiche laceranti caratterizzate non solo da una “ripresa” dell'”antagonismo” fra laici e cattolici, ma anche dalla “minaccia” di un ricorso alla Corte costituzionale. È indubbio, comunque, che il Parlamento italiano abbia colmato un vuoto normativo molto grave. Un clima così “vivace”, peraltro, non facilita sicuramente una corretta analisi e la comprensione della nuova disciplina per poter fornire all'”utente” e all’operatore del diritto un’interpretazione e, conseguentemente, un’applicazione il più possibile univoca ed uniforme. Su molti “punti” della Legge il dibattito non sembra affatto esaurito e si rende opportuno un approfondimento per verificare se le norme siano idonee a raggiungere gli scopi che il legislatore si era prefisso. La Legge, per esempio, è riuscita a coniugare gli interessi del nascituro con il desiderio di genitorialità della coppia in presenza di sterilità o infertilità? Le sanzioni previste sono adeguate alle violazioni? La sperimentazione è correttamente disciplinata? L’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita – dispone la legge – è consentito alle coppie (coniugate o conviventi more uxorio) di soggetti, entrambi viventi, maggiorenni, di sesso diverso, in età potenzialmente fertile, solo nei casi di sterilità e di infertilità non altrimenti rimuovibili e certificati da atto medico. Non è ammesso il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo (fra soggetti estranei alla coppia). I nati a seguito di procreazione medicalmente assistita hanno lo stato di figli legittimi della coppia che ha fatto ricorso alle relative tecniche. Alla coppia, peraltro, non è consentito di disconoscere il concepito. Per approfondire l’analisi della Legge sulla procreazione medicalmente assistita l’Unione di Perugia dei Giuristi cattolici, in collaborazione con il Cif di Perugia ha promosso un convegno (vedi programma in pagina) al quale partecipa Antonio Palazzo, Ordinario di Diritto privato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, che ne ha curato il coordinamento scientifico. Si porrà particolare attenzione, ha detto Palazzo, alla tutela del nascituro che passa, essenzialmente, per l’esclusione della fecondazione eterologa (ottenuta ricorrendo a materiale genetico esterno alla coppia) al fine di evitare che l’anonimato del donatore possa indurre rischi di inconoscibilità delle origini genetiche del nato. Per il prof. Palazzo altra questione di interesse è la sorte degli embrioni cosiddetti soprannumerari (concepiti e non impiantati) i quali, come persone, meritano la piena tutela che il rispetto del principio di vita impone e che non sono pienamente tutelati perché possono essere oggetto, pur con limiti, di sperimentazione.

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Basta davvero poco per salvare una vita https://www.lavoce.it/basta-davvero-poco-per-salvare-una-vita/ Thu, 12 Feb 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3632 La Scuola diocesana della Parola, alla presenza di un vasto uditorio di giovani ed adulti, è stata l’occasione per tornare a riflettere sul valore delle vita. Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita, membro del Comitato nazionale di Bioetica ed esperto presso il Parlamento europeo, ha esordito esprimendo la sua gioia per la notizia che, nella diocesi di Orvieto-Todi, nei giorni in cui si festeggiava la Giornata della vita, è stato attivato un progetto Gemma a favore di una ragazza straniera che verrà aiutata a portare a termine la sua gravidanza. Un piccolo contributo, a fronte di tanti delitti che vengono perpetrati nei confronti della vita ogni giorno, ma che va letto come un segno di speranza, perché ogni piccolo gesto, ricordava Casini, è in grado di cambiare il corso di una vita umana. Il relatore ha poi voluto ricordare ai presenti quali sono, oggi, gli attentati che subisce la vita umana: a livello ideale, il riferimento è alla “cultura materialistica” per cui la vita non viene riconosciuta come valore in sé e all’imperversare della “cultura della morte” che toglie senso alla procreazione, alla dignità della vita. Casini ha poi tratteggiato i principali problemi legati alla valutazione politico-legislativa del valore della vita: non potevano mancare riferimenti critici alla legge sull’aborto e a quella, oggi particolarmente attuale, sulla procreazione assistita, soprattutto in riferimento alle selezioni pre-impianto, al congelamento degli embrioni, agli embrioni soprannumerari e alla fecondazione eterologa. Ricordando poi che, dagli ultimi dati noti del Ministero della Salute, riferiti al 2001, gli aborti legali sono stati circa 4 milioni e mezzo in Italia e che attualmente sono 24 mila gli embrioni congelati, Casini ha riaffermato il significato profondo del suo impegno e del Movimento per la Vita, che può essere così sintetizzato: “senza figli non c’è futuro”.

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Un segno di civiltà https://www.lavoce.it/un-segno-di-civilta/ Thu, 11 Dec 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3517 Al Senato il clima è tra i più roventi: si sta procedendo, tra lunghe pause e mille diatribe, all’approvazione di una delle leggi più attese: quella che regolamenterà la fecondazione medicalmente assistita. A molti senatori non piace il testo trasmesso dalla Camera, perché giudicato di stampo cattolico. E questa è una cosa che brucia terribilmente. Non si vuole accettare che la fede cristiana abbia una parola di umanesimo da pronunciare su questioni che riguardano così da vicino l’uomo e la donna nell’esercizio della loro dimensione procreativa. Anticlericalismo? Massoneria? Liberalismo? Cattiva fede? Ignoranza? Interessi economici? Non crediamo di essere lontano dal vero se riconosciamo tali fattori all’origine di reazioni così violente nei confronti del mondo cattolico, attaccato in questi giorni con rabbia e superficialità. È stato detto che al Senato lo scontro non è tra opposizione e maggioranza, ma tra cattolici e laici. E non può avvenire diversamente dal momento che, forse per la prima volta, molti cattolici hanno deciso di fare fronte unito per proporre una legge, che al momento è quanto di meglio si possa sperare. Questi politici si sono resi conto che la loro appartenenza alla Chiesa non è una questione individuale, un fatto privato, ma ha naturali ricadute nell’impegno per il bene comune. E questo sarebbe un pericolo per la libertà sociale. Così ha scritto P. Ostellino: ‘Tradurre i principi morali della religione ‘ che dovrebbero riguardare solo la coscienza individuale ‘ in diritto pubblico è sempre pericoloso per la salute della democrazia liberale, sia perché riduce la libertà di scelta del non credente; sia perché mortifica persino il pieno esercizio del libero arbitrio da parte del credente’ (‘Corriere della sera’ 4/12/03). C’è dunque chi vorrebbe insegnare ai cattolici come comportarsi in politica, creando in loro una sorta di schizofrenia: in chiesa e in casa cattolici, ma al Senato indifferenti a qualunque valore morale e, semmai, impegnati a proteggere qualunque scelta di ogni cittadino. Se così avvenisse, sarebbe un danno serio per la società civile. La legge deve scegliere un valore morale e, per quanto le compete e le è storicamente possibile, cercare di favorire scelte coerenti e punire atti contrari. Lo schieramento dei cattolici ha scelto come bene quello del concepito.. Questa è un’assoluta novità ed è un segno di alta civiltà, perché la legge si pone anche dalla parte del più debole, come è l’essere umano nella fase iniziale del suo sviluppo. Alla luce di questo alto principio si snoda il testo, volto a tutelare il bene di chi viene al mondo. Per questo la fecondazione eterologa è rifiutata: darebbe al nascituro un padre biologico, diverso dal genitore, che desidera il figlio. Per questo non è possibile produrre un numero maggiore di embrioni, rispetto a quelli necessari per l’impianto: quale sorte toccherebbe a quelli in eccesso? Il bene dell’embrione comporta ancora l’esclusione della crioconservazione, la sperimentazione, l’alterazione del patrimonio genetico, la clonazione, il prelievo di cellule staminali. E il bene del concepito richiede una famiglia responsabile: no genitori in età da nonni, no persone sole, no coppie gay.

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Laicismo, non laicità https://www.lavoce.it/laicismo-non-laicita/ Thu, 25 Jul 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2580 Un certo allarme è risuonato sulla stampa cattolica per le dichiarazioni che, in merito al profilo ideale dell’Europa che dovrà emergere dalla sua futura Costituzione, Jacques Le Goff ha reso a Repubblica. Per lui è pur vero che il Continente è nato con il contributo essenziale del Cristianesimo, ma egli ugualmente sostiene che oggi l’Europa debba essere “uno spazio laico”. Personalmente non mi allarmerei. Tutto dipende da quello che Le Goff intende per laico. Da laico vengono anche sia laicismo che laicità.Noi abbiamo alle spalle decenni di laicismo deteriore. Deteriore perché emargina dai normali circuiti culturali di tutto ciò che è confessionale, di tutto ciò che fa riferimento a fonti di verità diverse da quel cappotto abbottonato anche d’estate che lorsignori hanno soprannominato ragione. Deteriore perché inteso come agnosticismo di principio.Il laicismo come emarginazione di tutto ciò che non scorre dalla ragione come l’acqua dal rubinetto si ripropone nelle reprimende che puntualmente rivolgono a noi cattolici tanti, troppi facili maestri, quando c’è in ballo l’aborto e la fecondazione eterologa: “Non potete a tutti imporre il parere del Papa”. No di certo!, ma per maturare, a tutti i livelli, le nostre convinzioni, anche quelle che attengono il concetto di bene comune, abbiamo il diritto di lasciarci illuminare da chi cavolo ci pare. Del laicismo come agnosticismo di principio dette prova angosciante Giorgio La Malfa, quando suo padre Ugo morì, e Forattini disegnò su Repubblica – senza didascalia – un tartaruga rovesciata sulla battigia, e a rendere omaggio alla salma si recò, in fila con tutti gli altri, anche il card. Poletti, Vicario di Roma: quando il porporato, con un gesto che gli veniva dal cuore, alzò la mano per benedire la salma, mi pare fosse proprio Giorgio, in prima persona, a bloccare quella mano a mezz’aria. Angosciante. Fra parentesi: quando toccherà a me, lasciate che vengano a pregare intorno al mio feretro tutti quelli che hanno qualcosa da pregare, tutti, anche i cultori di Manitù, anche lo Sciamano con gli anelli alle narici e le natiche infarinate, anche Otelma e tutti gli altri maghi che Maurizio Costanzo invita al suo show: quel giorno avranno da fare qualcosa di ben più importante che far aumentare l’audience. Chiusa la parentesi. Ma questo è laicismo, non laicità.

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