embrione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/embrione/ Settimanale di informazione regionale Fri, 27 Jul 2018 18:17:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg embrione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/embrione/ 32 32 Castello. Al Café teologico si parla di pillole abortive https://www.lavoce.it/castello-al-cafe-teologico-si-parla-di-pillole-abortive/ Thu, 23 Jan 2014 15:08:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21690 Mantovani durante l’incontro
Mantovani durante l’incontro

Nel primo incontro del “Café teologico” dell’anno, il 17 gennaio, è stata proposta la provocazione: “Le pillole contraccettive uccidono?”. Alla domanda ha cercato di rispondere la dott.ssa Chiara Mantovani, esperta in bioetica e membro dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci). L’ospite ha esordito ponendo l’attenzione sull’uso improprio e distorto che spesso media, pubblicità e società fanno di alcuni termini, in sostituzione di altri la cui connotazione semantica può colpire maggiormente la sensibilità, come ad esempio “interruzione volontaria della gravidanza” invece di “aborto”. “Cambiare il nome alle cose non cambia le cose in sé” ha però sottolineato, parafrasando Platone, la dottoressa, che ha aggiunto: “Riguardo alla contraccezione, noi appiattiamo nel significato di una parola quelle che in realtà sono quattro cose distinte: contraccezione, intercezione, controgestazione e aborto, che non sono sinonimi. Non possiamo chiamare allo stesso modo due diverse situazioni come l’impedimento della fecondazione tra ovulo e spermatozoi, oppure il fatto di impedire lo sviluppo di un ovocita fecondato o l’annidamento. E se riflettiamo bene sui fatti, negli ultimi due casi citati dovremmo parlare di aborto, perché ogni zigote, feto o embrione che non nasce è un bambino che non nasce”. Presentati all’uditorio alcuni errori e superficialità con cui la stampa spesso tratta il problema della contraccezione, Mantovani è poi passata a spiegare funzionamento e caratteristiche di alcune pillole anticoncezionali, le quali possono risultare anche rischiose per la salute della donna, con i loro effetti collaterali. “La pillola – ha aggiunto – andrebbe considerata alla stregua di qualsiasi altro farmaco, ma nel caso in questione non esisterebbe alcuna malattia da curare, a meno che non arrivassimo a pensare la gravidanza come una patologia”. “Oggi – ha quindi concluso la relatrice – ‘contraccezione’ non è più una parola con connotazioni negative, anzi porta con sé una carica semantica legata alla responsabilità. Inoltre stiamo banalizzando l’idea di libertà, vista più come possibilità di poter fare tutto quello che si vuole, e come si vuole, che non come uno sforzo da affrontare verso il bene. Inoltre non cerchiamo più di capire se ciò che facciamo sia giusto o no, ma facciamo quello che ci piace. Abbiamo smarrito il significato della persona, della sessualità e dell’amore: il sesso, nella nostra società, ha a che fare solo con la fisiologia e non più con la sua componente affettiva”. “Così, assieme agli embrioni – ha sintetizzato Chiara Mantovani – muoiono anche il senso dell’affettività e della sessualità, la capacità di assunzione di responsabilità e quella di guardare obiettivamente la realtà”.

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Rapporto sulla legge 194: si diffonde la cultura della vita https://www.lavoce.it/rapporto-sulla-legge-194-si-diffonde-la-cultura-della-vita/ Thu, 19 Sep 2013 14:15:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19143 aborto“La Relazione ministeriale sugli aborti in Italia fa sorgere due domande” afferma Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv). “I numeri sono completi? Lo sono certamente per quanto riguarda le Ivg (interruzioni volontarie di gravidanza) ospedaliere, ma sono completi anche se il criterio di giudizio riguarda la distruzione di vite umane incipienti?”, è la prima domanda. “Se seguiamo questo secondo criterio – precisa il presidente del Mpv – bisogna tener conto degli effetti prodotti dall’inconoscibile aborto chimico (400 mila confezioni di ‘pillola del giorno dopo’ vendute ogni anno) e del persistere dell’aborto clandestino classico, di cui qualche episodio giudiziario fa ogni tanto emergere la persistenza”. E la seconda domanda: “Se diminuzione complessiva del sacrificio di vite umane c’è stato, quali ne sono le cause?”. Per Casini, “certamente il merito non è della legge 194, ma del crollo del numero di donne italiane in età feconda e dell’azione educativa svolta dalla Chiesa e dal Movimento per la vita, dall’azione assistenziale dei nostri Centri di aiuto alla vita che hanno aiutato a nascere ogni anno non meno di diecimila bambini. Una buona notizia – fa notare il presidente del Mpv – riguarda l’obiezione di coscienza dei ginecologi, che è in costante crescita. È una buona notizia perché la Relazione ministeriale fa il calcolo di quanti aborti deve praticare un medico non obiettore ogni settimana. Il calcolo dice 1,7: un dato che dimostra l’assurdità ideologica e intollerante dei ricorsi promossi davanti al Consiglio d’Europa anche dalla Cgil contro l’Italia che contrasterebbe il preteso diritto d’aborto (sic!) delle donne permettendo una troppo estesa obiezione di coscienza, che costringe i non obiettori a un superlavoro, ad abbandonare ogni altro aspetto della loro professione, ad affrontare uno stress psichico in violazione delle norme sulla disciplina del lavoro”. Il Movimento per la vita, che si è costituito dinanzi al Consiglio d’Europa per difendere l’Italia e gli obiettori di coscienza, conclude Casini, “utilizzerà questa parte della relazione ministeriale per contrastare questo attacco, che ultimamente è un attacco contro la vita. L’alta percentuale dell’obiezione di coscienza è una buona notizia anche perché indirettamente prova, con la testimonianza di chi vede e se ne intende, che l’embrione umano è davvero uno di noi”.

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Croazia. Scelta immorale e disumana https://www.lavoce.it/scelta-immorale-e-disumana/ Fri, 20 Jul 2012 13:22:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12253 La Croazia ha approvato una nuova legge sulla fecondazione medicalmente assistita. D’ora in avanti potranno essere congelati non solamente i gameti maschili e femminili – come consentiva la vecchia legge – ma anche gli embrioni. Il diritto all’accesso alla fecondazione assistita viene garantito a tutte le coppie che non possono avere figli, incluse quelle di fatto, dunque non sposate, e anche alle donne sole. È permessa la donazione di seme o ovulo di donatori esterni nel caso non sia possibile utilizzare quelli dei futuri genitori, o quando si vuole evitare la trasmissione di gravi malattie genetiche. Così come è permessa la donazione di embrioni.

Le reazioni

Immediata è stata la reazione della Conferenza episcopale croata, che ha definito la legge “profondamente immorale e disumana” perché apre la porta “alla dissoluzione dei valori fondamentali del matrimonio e della famiglia”. Secondo i Vescovi croati, la legalizzazione della crio-conservazione degli embrioni “alle persone umane concepite in questo modo non garantisce il diritto alla vita ma, nella maggior parte dei casi, li condanna a morte”. Dal canto suo, il Governo ha difeso la legge perché “chiunque ritenga non-etica una o tutte le procedure permesse dalla legge non è costretto a sottoporvisi, ma bisogna dare la possibilità alle coppie che non possono avere figli di scegliere ed essere assistite dalla sanità pubblica nella loro scelta”. Proprio su questa dichiarazione conviene fare qualche riflessione, in quanto emerge una fisionomia distorta di Stato e di democrazia.

Il compito dello Stato

Ci troviamo di fronte a un pendolo che oscilla tra due estremi: da una parte, la posizione dello Stato come colui che fonda la moralità, stabilendo ciò che è bene o male i cittadini compiano e piegando a sé le libertà personali delle persone. Si ha avuto esperienza di questo nel corso delle tirannie della storia – presenti anche nel Novecento – e nelle forme non ancora tramontate di controllo della vita dei singoli. Basti pensare alle pressioni esercitate da taluni Stati o anche organizzazioni internazionali per contenere il numero dei figli. Dalla parte opposta, c’è la posizione dello Stato che si fa garante di ogni scelta individuale. Soprattutto nelle scelte bioetiche, si dice che non si dovrebbe imporre nulla e che ciascuno dovrebbe essere lasciato libero di comportarsi secondo i propri valori umani o religiosi. Così, nessuno potrebbe obbligare un cattolico a scegliere l’eutanasia, ma neanche un cattolico potrebbe impedire che un altro la chieda per sé o per un proprio caro.

La questione della “dignità umana”

Ma torniamo alle oscillazioni del pendolo. Che cosa hanno entrambe di sbagliato queste due posizioni? Una visione non vera della realtà. La prima ritiene di essere la fonte dei valori: lo Stato stabilisce ciò che è bene o male in ordine alla collettività; la seconda rinuncia a cercare che cosa è bene o male e si limita a regolare i diritti individuali. Entrambe le posizioni non comprendono che c’è qualcosa che precede lo Stato e le scelte individuali e questa è la dignità della vita umana. Robert Spaemann, il più autorevole filosofo cattolico tedesco contemporaneo, afferma che la dignità umana non è una proprietà della persona tra le tante, ma piuttosto è “il motivo metafisico per cui gli esseri umani hanno diritti e doveri” (Tre lezioni sulla dignità della vita umana, Lindau, 2011). La dignità è così inviolabile, che nessuno può toglierla a un altro; semmai può impedirgli di presentarsi dignitosamente. Gli embrioni trattati come cose non perderanno mai la loro dignità, anche se soffocati nel gelo di un frigorifero, così come il Crocifisso non l’ha persa pur tra l’indifferenza e l’accanimento intorno. Il problema è un altro: può uno Stato moderno e democratico stare a vedere e permettere un tale imbarbarimento? Può non vedere che i diritti individuali, non poche volte, umiliano i più deboli? Se fosse così, si aprirebbe un futuro denso di nubi, perché, tollerata anche una sola eccezione, se ne dovrebbero permettere infinite altre.

La questione della libertà di scelta

La libertà sta altrove. È la capacità di scegliere in base alla natura umana, che appartiene a tutti ugualmente. “Avere una dignità – dice ancora Spaemann – è una conseguenza dell’appartenenza biologica alla famiglia degli esseri liberi”. Se lo Stato non deve valutare i desideri e punire quelli cattivi, ha il dovere di intervenire quando azioni di singoli violano la dignità umana, perché esso non rinuncia a conoscere i fondamenti della natura umana. Considerazioni, queste, di ordine razionale, anche se si sono consolidate in Occidente grazie alla fede cristiana.

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Pillole nuove, problemi antichi https://www.lavoce.it/pillole-nuove-problemi-antichi/ https://www.lavoce.it/pillole-nuove-problemi-antichi/#comments Thu, 17 May 2012 15:15:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10779 Dal 2 aprile l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ha autorizzato la vendita nelle farmacie italiane della pillola EllaOne (pillola dei cinque giorni dopo), indicata per la contraccezione di emergenza, cioè idonea ad evitare una gravidanza indesiderata se assunta alla dose di 30 mg ed entro 5 giorni da un rapporto sessuale non protetto. EllaOne si aggiunge quindi alla pillola del giorno dopo (Norlevo o Levonelle). Il principio attivo di Ella One è costituito da una molecola di sintesi chiamata Ulipristal, il cui meccanismo d’azione nell’impedire una gravidanza non è ancora ben chiaro. Si ritiene tuttavia che vari meccanismi possano intervenire: 1) il farmaco può ritardare o bloccare l’ovulazione per un’azione inibitoria ormonale a livello della ghiandola ipofisaria; 2) può anche ostacolare la migrazione degli spermatozoi lungo la cavità uterina e la sospinge impedendo così l’incontro con la cellula uovo e quindi la fecondazione; 3) può infine alterare la maturazione della mucosa uterina, impedendo l’impianto in utero dell’embrione allo stato di blastula, o facilitarne il distacco e l’espulsione qualora si sia già impiantato nella mucosa uterina. Nelle due eventualità indicate al punto 3, è più corretto parlare di effetto abortivo. Quale dei meccanismi indicati si realizzi individualmente dipende dalla situazione fisiologica in cui si trova l’organismo della donna che assume il farmaco, ma che nessuno può conoscere con esattezza. Ciò detto, sorprende il fatto che EllaOne venga presentata come pillola contraccettiva, atta cioè ad evitare il concepimento. L’ipocrisia si spinge oltre. Infatti l’impiego del farmaco richiede la prescrizione da parte di un medico dopo aver escluso una gravidanza in atto mediante test biologico, test che diventa positivo non prima di 8-9 giorni dal concepimento. Durante questo intervallo di tempo, in cui il test è ancora negativo, il prodotto del concepimento, ovvero l’embrione, inizia il suo sviluppo con una rapida suddivisione cellulare sino a raggiungere la cavità uterina e ad impiantarsi nell’endometrio. Quindi, in definitiva, chi assume EllaOne non sa se la protezione da una gravidanza si realizza con meccanismo contraccettivo, per un ostacolo alla fecondazione o e se invece, pur essendosi verificato il concepimento, l’embrione viene eliminato perché gli viene impedito di impiantarsi e svilupparsi nella cavità uterina. Prevale cioè una logica di mercato che è quella di incoraggiare l’uso di una nuova pillola ancor più sicura della precedente ad impedire il concepimento o la progressione di una gravidanza, banalizzando, soprattutto negli adolescenti, comportamenti e valori etici fondamentali. Non c’è dubbio che i giovani, già sfruttati e bombardati da tanti messaggi negativi, debbano essere incoraggiati a conoscere meglio il proprio corpo. Solo così le loro scelte potrebbero essere più responsabili e meno banalizzate.

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Bioetica: perché la medicina curi anzitutto con la prossimità https://www.lavoce.it/bioetica-perche-la-medicina-curi-anzitutto-con-la-prossimita/ Thu, 26 Oct 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5476 Al di là delle migliori aspettative, in termini di presenze (più di 50 persone ogni giorno) ma soprattutto come attenzione prestata e qualità di esposizione dei contenuti, si è svolto a Città di Castello, per tre sabati consecutivi, dal 30 settembre al 14 ottobre, il primo Corso di bioetica, tenuto presso l’aula magna del Liceo classico.

Colonna portante delle tre giornate è stato Fabio Ermili, medico chirurgo presso l’ospedale di Foligno ed esperto in Bioetica, che ha relazionato su “Bioetica: storia e orientamenti, lo statuto dell’embrione” assieme a Carlo Cirotto, docente ordinario di citologia e istologia all’Università di Perugia, che invece ha presentato ‘”La legge 40/2004: rilevanze bioetiche” assieme a Francesca Barone, docente di Bioetica presso l’ateneo perugino.

La terza relazione si intitolava: “Eutanasia e direttive anticipate”. Ermili ha avuto il merito di una straordinaria chiarezza ed efficacia: ha letteralmente incollato per più ore l’attenzione della platea. Altrettanto valide le relazioni di Carlo Cirotto, Francesca Barone, padre Massimiliano Michielan, teologo morale, psicologo, docente all’Università Antoniana di Roma; quest’ultimo ha parlato sul tema della “Bioetica: aspetti antropologici, etici, psicologici” con la trattazione dei “risvolti psicologici dell’aborto procurato”.

Le dispense del corso sono disponibili per tutti gli interessati presso la libreria “Sacro Cuore” di Città di Castello. La bioetica è una scienza relativamente nuova che meriterebbe un’attenzione più diffusa e profonda: al giorno d’oggi se ne sente un bisogno particolare nella lettura, nella comprensione e nel discernimento dei problemi che concernono la vita nel suo sbocciare, nel suo abbandono, nel suo crescere come salute e come malattia; problemi che investono non solo la fede ma anche la ragione; la Medicina è molto orientata allo studio della qualità della vita, ma meno ad accompagnare la vita con un sostegno anche solo di umanità.

Ancora poco si sa che la scienza mentre solo il sapere che risponde al “come”, e al “perché”, cioè al senso della vita, la risposta viene da altro, la fede, ad esempio, per chi è credente. Ma come diceva Norberto Bobbio, perché lasciare ai cristiani soltanto la difesa del senso della vita? La visita del presidente del Consiglio Romano Prodi del 13 ottobre scorso in Vaticano è stata un’occasione per riportare all’opinione pubblica questi argomenti di bioetica: Prodi ebbe a dire che “se c’è il momento della discussione veramente profonda in Parlamento e nella società, allora la soluzione che si trova è coerente con i grandi principi che anche la Chiesa dà. Tiene cioè conto dell’uomo, delle sue radici, dei fatti fondamentali che guidano la nostra esistenza”.

Di attualità in Umbria sui quotidiani di questi giorni l’imposizione alle farmacie di vendere la “pillola del giorno dopo”, che prevede per il farmacista un solo ruolo di “nolo delle vendite” esonerandolo dall’obiezione di coscienza. Il Corso di bioetica a questo riguardo ha mostrato il ruolo dei Comitati di bioetica che, lungi da essere vincolanti da un profilo giuridico, hanno però il dovere di orientare il nostro modo di affrontare i problemi per trovare soluzioni più ponderate e opportune.

Il Movimento per la vita locale e regionale assieme al Forum delle Associazioni familiari vogliono essere presenti in questo contesto culturale nella promozione fattiva di una cultura che rispetti ogni uomo. Il Movimento per la vita, ricordando l’evento dell’incarnazione del Signore, vero inizio della vita terrena del Salvatore, il giorno 25 di ogni mese propone un incontro di preghiera per onorare il Dio della vita. Nel mese di ottobre è stata la chiesa di Santa Lucia a San Giacomo ad ospitare i partecipanti alla preghiera.

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Diritti universali o interessi particolari? https://www.lavoce.it/diritti-universali-o-interessi-particolari/ Thu, 26 May 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4501 Promozione della ricerca nel rispetto della vita, tutela della salute della madre e del concepito, difesa dei diritti della famiglia e garanzia di genitori certi sono le ragioni dell’inserimento nell’ordinamento giuridico italiano della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, legge (sicuramente perfettibile) che ha messo fine ad un periodo di spregiudicata speculazione sulla ricerca per una procreazione sviluppata artificialmente. Sono stati questi i temi di viva attualità che l’on. Carlo Casini ha illustrato alle numerose persone che la scorsa settimana si sono riunite a Todi presso la sala del cinema Jacopone, per confrontarsi su questi argomenti. Il Presidente del Movimento per la vita ha aperto confutando l’illegittimità e l’arbitrarietà utilitaria della negazione di persona umana dell’ovulo fecondato fino al quattordicesimo giorno e l’attribuzione ingiustificata a questo organismo in crescita dell’appellativo di ‘pre-embrione’, come se il percorso vitale dell’ovocita non mostrasse una continuità genetica e fosse composto di una prima fase vegetativa e di una seconda fase umana. La conferenza ed il successivo dibattito hanno riaffermato la trasversalità e la condivisione delle motivazioni poste alla base dell’opposizione all’approvazione dei quattro quesiti abrogativi, che saranno sottoposti agli elettori il 12 e 13 giugno prossimi, per consentire l’accesso alla fecondazione artificiale a tutte le coppie, coniugate o conviventi che siano; a negare i diritti del concepito; abolire il limite alla produzione di embrioni da impiantare ed alla crioconservazione per usi futuri; a consentire la fecondazione eterologa, la sperimentazione sugli embrioni umani e la loro donazione. Decidendo di non recarsi alle urne si riaffermerà che la vita, oltre a non poter essere clonata, non può nemmeno essere messa ai voti e l’astensione attiva è il miglior modo per respingere l’estensione all’Italia dei tentativi, riusciti in atto in altri Paesi, di negare per motivi puramente politici diritti essenziali e la stessa dignità delle persone più deboli e più vulnerabili, come il concepito, non riconoscendo i diritti naturali della persona umana e la funzione sociale della famiglia fondata con il matrimonio.

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Comitato per la vita https://www.lavoce.it/comitato-per-la-vita/ Thu, 19 May 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4479 Il Comitato perugino ‘Scienza & Vita’, promosso dal Forum delle Famiglie, si è presentato ufficialmente giovedì 12 maggio. Vi hanno aderito persone di varia estrazione sociale culturale politica religiosa, che condividono la difesa della vita sin dal suo primo sbocciare come embrione. Difendere la vita anche nella sua forma embrionale non significa andare contro qualcuno, ma semmai schierarsi coraggiosamente a favore della ragione e della scienza, anche dinanzi ad argomentazioni improprie. Ecco il senso di questo Comitato che dinanzi a un referendum che stravolge di fatto la legge 40 che ha messo un po’ di ordine nel far west procreatico, sceglie l’astensione dal voto, che è poi un doppio no: no ai quesiti referendari e no all’uso distorto dello strumento referendario, in quanto la vita non può essere messa ai voti. Il Comitato è aperto ad altre adesioni. Per contattare il Comitato c’è una segreteria presso il Forum delle Famiglie (075/ 5750371 lunedì, mercoledì e venerdì, ore 9 – 12, martedì e giovedì, ore 16 – 18) formata da Gianni Taba (giannitaba@tin.it, cell. 347 5248048) e Rolando Tassini (Rolando.tassini@poste.it, cell. 393 0854362). Dopo anni di richieste che si levavano da varie parti perché si arrivasse ad una legge di regolamentazione della fecondazione medicalmente assistita, nel marzo 2004 è stata pubblicata la Legge 40 che si occupa, ponendo delle regole, della fecondazione medicalmente assistita. Vale a dire la fecondazione artificiale. E cioè quella fecondazione che non avviene per vie naturali, che non nasce da un atto di amore, ma da una tecnica realizzata da persone terze alla coppia. L’atto di fecondazione vero e proprio avviene in vitro e poi l’embrione che si è formato viene impiantato nella donna. E la legge, non perfetta, ma perfettibile, come ogni opera dell’uomo, per la prima volta dà una regolamentazione ad un’attività posta in atto senza freni, senza remore. Ad esclusivo danno degli embrioni, ma anche della donna. La Legge 40/2004, in primo luogo, tutela tutti i soggetti che in qualche modo entrano nell’opera della procreazione assistita, ivi compreso, il ‘concepito’. Dunque l’embrione diventa un soggetto di diritto fin dal suo concepimento e questo in considerazione del fatto che quando parliamo di essere umano, non parliamo di qualcosa di statico, di immobile. L’essere umano è sempre in divenire. Comincia ad esistere quando lo spermatozoo e l’uovo si incontrano e si moltiplica. Due cellule, quattro, otto’ milioni di cellule fino ad arrivare allo stadio adulto e poi discendere verso il declino. Un embrione, un feto, un bambino, un adulto e infine un vecchio. È sempre lo stesso essere umano. Se sopprimiamo il concepito non avremo il feto, il bambino, né l’adulto né il vecchio.. Prima di tale Legge regnava il caos a questo riguardo, e con il referendum, si vuol tornare indietro, si vogliono preparare tanti embrioni, ad libitum. Poi se ne impiantano quattro, otto, o chissà quanti, e quelli che non si impiantano si congelano, si conservano. Si fanno su di essi esperimenti. Si buttano gli embrioni che si ritengono non buoni.Ma crioconservare non è certo il migliore dei modi per trattare un embrione. Per quanto tempo dovrà durare la crioconservazione? e poi, che succederà? La Legge 40 vieta la conservazione degli embrioni, vieta gli esperimenti sugli embrioni ed impone che si possano creare solo tre embrioni per volta e tutti e tre subito devono essere impiantati, salvo casi eccezionali per quanto riguarda il ritardo dell’impianto. I coniugi che chiedono di sottoporsi a questo intervento debbono essere informati dal personale medico sulle tecniche, sui rischi, sui costi: insomma, il loro deve essere un consenso informato. Questo afferma la Legge e questo si accompagna al divieto della fecondazione eterologa: gli embrioni devono essere della coppia e la coppia deve ricorrere alla fecondazione quando è accertata la sterilità. La fecondazione eterologa è vietata: i figli hanno diritto di sapere chi sono il loro genitori. Conservare la Legge esistente che, ripetiamo, è migliorabile, vuol dire salvaguardare l’uomo ed i suoi figli. Significa tutelare il soggetto più debole e non trasformare la donna in un contenitore, in una semplice ‘fattrice’.Un’ultima osservazione su quello che istintivamente una madre dice: ‘Aspetto un bimbo’. E questo fin dal primo conoscere di essere incinta. Nessuna ha mai detto: ‘Aspetto un embrione’.

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Parte anche in Umbria la raccolta di firme per i referendum che vogliono cancellare tutta o in parte la legge sulla fecondazione assistita https://www.lavoce.it/parte-anche-in-umbria-la-raccolta-di-firme-per-i-referendum-che-vogliono-cancellare-tutta-o-in-parte-la-legge-sulla-fecondazione-assistita/ Thu, 29 Jul 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3958 p align=”justify”Con tono di trionfo Rifondazione comunista ha annunciato che anche in Umbria compariranno presto i tavoli per la raccolta delle firme per chiedere l’abrogazione della legge 40/2004 sulla procreazione assistita che viene definita, in perfetto accordo con Monica Bellucci, (in una nota di Stefano Vinti) iniqua, in quanto limita il sacrosanto diritto delle donne ad avere figli. Su questa legge sono corsi corrono molti pregiudizi ed equivoci ed anche se non rappresenta la massima espressione giuridica possibile, difficile da realizzare in questa materia come in molte altre, è tuttavia una maniera per evitare che l’embrione sia usato come materiale biologico e non trattato come un essere umano in fase iniziale e per evitare la confusione e l’arbitrarietà dei comportamenti dei medici, lasciando che le coppie sterili possano attivare una certa procedura all’interno di determinati limiti. Intanto sono state definite delle “linee guida sulla procreazione medicalmente assistita”, approvate il 14 luglio scorso dal Consiglio superiore di sanità, non ancora pubblicate sulla Gazzetta ufficiale, considerate “coerenti con lo spirito della legge” dal teologo don Marco Doldi. Tali linee riguardano la diagnosi preimpianto, quella effettuata sull’embrione prima del suo trasferimento nel grembo materno, si proibisce ogni indagine che abbia come finalità l’eugenismo, cioè la selezione per migliorare la razza. Al contrario, ogni diagnosi dovrà informare la coppia circa lo stato di salute degli embrioni, per verificare la loro possibile suscettibilità allo sviluppo di una malattia e l’eventuale possibilità di intervenire terapeuticamente. La cura delle patologie dell’embrione è ancora ai suoi inizi, ma non si esclude che in futuro potranno esserci passi in avanti. “Recentemente – dice Doldi – la legge è stata oggetto di attacchi molto forti per quel che riguarda l’impianto dell’embrione in utero; gli oppositori calcavano la mano sul fatto che la donna sarebbe costretta a ricevere nel proprio grembo un embrione malato”. “Su questa presunta violenza – prosegue – fa chiarezza il Ministero, che indica il seguente iter: il medico della struttura sanitaria informa la coppia circa eventuali anomalie dell’embrione; se si decide di non proseguire il trasferimento dell’embrione, la sua coltura in vitro deve essere mantenuta sino al suo estinguersi naturale. Quando, invece, il trasferimento in utero dei tre embrioni fecondati non è possibile per le cattive condizioni di salute della donna, non prevedibili al momento della fecondazione, ciascun embrione dovrà essere congelato, in attesa che le condizioni migliorino e l’impianto dovrà avvenire appena possibile”. “In attesa di conoscere le linee guida nella loro completezza – conclude Doldi- queste precisazioni del Ministero fanno chiarezza su alcuni punti, sui quali è stata innestata la campagna referendaria. Resta ora doverosa una presa d’atto da parte degli organizzatori”.A Difesa della legge si è costituito un comitato scientifico su iniziativa del Movimento per la vita e del Forum delle famiglie, che sottolineano la necessità di “fornire all’opinione pubblica una chiara e corretta informazione” sui contenuti di quella che a torto è stata definita una legge “cattolica”, ma che il mondo cattolico “è chiamato a difendere, se non si vuole tornare al ‘far west’ legislativo precedente”.

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