elezioni regionali 2015 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/elezioni-regionali-2015/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:53:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg elezioni regionali 2015 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/elezioni-regionali-2015/ 32 32 Il cambiamento c’è ma non si vede https://www.lavoce.it/il-cambiamento-ce-ma-non-si-vede/ Thu, 18 Jun 2015 11:11:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36219 palazzo_donini_perugiaLa presidente Catiuscia Marini pensa al quintetto dell’esecutivo, mentre il Psi si divide sul nome da proporre. Dovrebbe mancare poco all’ufficializzazione della nuova Giunta regionale uscita dal voto del 31 maggio.

Si danno per sicuri gli assessorati per Luca Barberini e Fernanda Cecchini, entrambi del Pd. Ma, per il resto, quello che un giorno sembra sicuro – il ternano Fabio Paparelli – il giorno dopo pare già dimenticato, per poi tornare magicamente in lizza.

Si è parlato a lungo di un “esterno” scelto dalla Marini, passando dal prof. Luca Ferrucci a un altro docente, Antonio Bartolini. C’è tanta tensione in casa socialista dopo le dimissioni del segretario regionale Aldo Potenza.

L’assessore uscente Silvano Rometti, rieletto in Consiglio, potrebbe essere di nuovo scelto, oppure vorrà segnalare qualcuno di fiducia (Claudia Bastianelli)?

Nella scelta degli assessori bisognerà considerare – visto che da 8 sono passati a 5 – il riferimento territoriale. Già ci sono stati alcuni territori, come Spoleto (basti pensare alla lista del Pd senza esponenti della città del Festival dei Due mondi), che si sono sentiti esclusi. C’è bisogno di coniugare il consenso elettorale con l’appartenenza politica e territoriale.

Forse il criterio preferibile sarebbe quello della competenza… ma non sempre viene posto al primo posto nella scala dei valori nella composizione di un esecutivo, non solo regionale. L’attesa per la definizione del nuovo esecutivo ha consentito a Claudio Ricci, il candidato del centrodestra sconfitto, di rilevare il fatto che “si continua, come se nulla fosse accaduto, a ipotizzare una Giunta regionale basata non sul cambiamento richiesto e sui progetti innovativi necessari ma, esclusivamente, come risultato di un esercizio di potere fra correnti interne e feudi, sempre più piccoli, da difendere”.

Ricci ha sottolineato che gli elettori umbri hanno inviato “un forte segnale di richiesta di cambiamento. Se ci fosse stata una legge elettorale normale, e non di dubbia costituzionalità, che avesse incluso il doppio turno modello-sindaci o almeno una soglia minima per avere il premio di maggioranza, la storia politica della Regione sarebbe già cambiata. Ma il centro-sinistra fa finta di non aver sentito il forte campanello d’allarme: dal vantaggio del 30 %  che aveva nel 2005 sul centro-destra, si è passati a uno striminzito 3 % del 2015, con ancora molte verifiche da fare. E l’Umbria scivola sempre più in basso, nell’assordante silenzio di molti”.

 

Chi vota (o non vota più) chi

Il voto umbro sotto la lente dell’Agenzia Umbria ricerche e dell’Università

La forbice tra centrosinistra e centrodestra è sempre più piccola; aumenta l’incidenza di Lega nord e M5s, con un forte incremento dell’astensione. Sono la fotografia del voto e le stime dei flussi elettorali delle elezioni regionali 2015 in Umbria, illustrati dal presidente di Aur (Agenzia Umbria ricerche), Claudio Carnieri, e da Bruno Bracalente del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. Si tratta di una situazione in movimento che fa emergere alcuni segnali presenti nelle più recenti consultazioni (le regionali del 2010 e le europee del 2014).

È stato sottolineato che il sistema politico regionale è diventato praticamente articolato in 4 poli: centrosinistra, centrodestra, Lega nord e  “grillini”, oltre al il fenomeno, sempre più diffuso, dell’astensionismo. Tra i dati più significativi, la riduzione del divario fra centrosinistra e centrodestra (rispetto alle regionali 2010 si è ulteriormente ridotto di 70 mila voti), marcando una distanza tra i due schieramenti di 18 mila voti, e l’incremento del non-voto che, sebbene fosse atteso, aumenta di 68 mila astensioni.

Il Pd ha perso molti consensi (24 mila voti rispetto al 2010) con un travaso di voti verso il centrodestra ma anche verso il M5s (14 mila) e la Lega nord (11 mila), secondo una tendenza che si era manifestata già nelle ultime politiche 2013 e nelle europee del 2014.

Da segnalare che, dei 150 mila voti di Pdl e Lega nord delle regionali 2010, ne sono rimasti solo 85 mila nell’ultima tornata elettorale. I voti mancanti, secondo l’analisi dei flussi, hanno preso la via del non-voto, delle liste del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, o sono stati dati esclusivamente al candidato presidente. La Lega nord ha ricevuto un forte afflusso di voti dal Pdl, dal Pd, ma anche dalla sinistra radicale (8%), che per il 25% ha scelto l’astensionismo e per il 20% ha votato M5s.

Per quanto riguarda il movimento di Beppe Grillo, assente alle precedenti regionali, il raffronto con le politiche 2013 dice che il suo elettorato origina dal centrosinistra (33 mila voti contro i 7 mila del centrodestra). Le liste minori di centrosinistra hanno invece beneficiato di una consistente quota di voti socialisti (il cui elettorato è rimasto fedele per il 40%), di flussi provenienti dal centrodestra e dal non-voto.

Le liste del centrodestra hanno funzionato per la candidatura di Ricci presidente, andando a ereditare un quarto dell’elettorato Pdl che non ha votato Forza Italia e il 45% dell’Udc.

 

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L’Umbria non volta pagina … eppur qualcosa cambia https://www.lavoce.it/lumbria-non-volta-pagina-eppur-qualcosa-cambia/ Thu, 04 Jun 2015 12:13:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34699 marini-palazzo-cesaroni-elezioni-2015L’Umbria ha un nuovo Governo. “Nuovo” perché, pur nella riconferma della presidente Catiuscia Marini, tante cose sono cambiate. Anzitutto, la Giunta sarà assai diversa dalla precedente. Ma soprattutto è cambiata l’opposizione, più radicata grazie all’exploit di Ricci, e più “agguerrita” con la presenza, adesso numericamente rilevante, di Movimento 5 stelle e Lega nord. Resta infine da non sottovalutare e da capire il fenomeno dell’astensionismo

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Il nostro augurio ai neo-eletti https://www.lavoce.it/il-nostro-augurio-ai-neo-eletti/ Thu, 04 Jun 2015 12:09:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34694 Una nota più che opportuna, anzi necessaria, alta e autorevole, con il tono pacato e fermo secondo il suo abituale stile, è venuta dal presidente Mattarella: “Le elezioni accentuano le tensioni. Mi auguro che, concluso questo percorso, ci sia un’attitudine più serena, nel rispetto delle posizioni diverse”. Tale auspicio è condiviso dalla maggior parte dei cittadini, stanchi di litigi e risse, come l’ultima provocata dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi per la “presentazione” pubblica degli “impresentabili”, che avrà una coda di polemiche e ingiurie. È in atto anche la verifica e la conta delle schede annullate.

Ora però le elezioni sono concluse, e i cittadini hanno scelto. Ci sarà da eleggere il presidente del Consiglio regionale, formare le Giunte e assegnare gli assessorati. Anche questo dovrà essere fatto tenendo conto di dati oggettivi, in base alle competenze, attitudini, disponibilità, con un occhio al territorio di appartenenza degli eletti. Ci si attende di non assistere a duelli personali per i posti da occupare. Ciò non avverrà – o non dovrebbe avvenire – se gli incarichi saranno considerati in tutta la loro portata di responsabilità, e non come una poltrona da occupare, da esibire per ambizione personale o per interesse di corrente di partito.

Purtroppo, sappiamo che nella sinistra, che ha governato la nostra Regione da sempre, ci sono conflittualità, gelosie, oltre a versioni di colore politico diverso. C’è anche la frattura tra la sinistra “dolce” renziana e la minoranza “ribelle”. Si dovrebbe mettere in conto che i cittadini – non sappiamo quanti, ma sicuramente più di quanto si pensi – hanno scelto di votare a sinistra per sostenere il Governo, evitando di mettere in crisi un cammino, sia pur lento, di ripresa e di riforma dello Stato. Per quanto riguarda l’opposizione, sempre in Umbria, si presenta piuttosto frastagliata, e questo pare anche il motivo del mancato successo: troppo distante il programma di Ricci, sindaco di Assisi, con tutto ciò che evoca nell’immaginario collettivo, da quello di Salvini, e tra quest’ultimo e quello di Grillo.

Ora, abbassati i toni e le pretese, gli eletti si metteranno tutti a studiare, maggioranza e opposizione, discutendo tra loro per giungere a conclusioni concrete, cercando le risorse disponibili e quelle che si possono recuperare, e con l’attenzione di frenare le tasse ed evitare gli sprechi, come si è detto in campagna elettorale senza demagogia e slogan a effetto. Non sarà facile. Sarà utile mettersi in dialogo con la società civile su ciò che sta a cuore a tutti: la salute, il lavoro, l’ordine pubblico, la famiglia, la scuola.

L’Umbria, tra le sette Regioni che hanno avuto le elezioni è la più piccola, solo 20 consiglieri: una famiglia, si direbbe. Inoltre si tratta di persone chiamate ad amministrare, più che a pontificare e disquisire su astratte teorizzazioni ideologiche e geopolitiche. Possono lavorare bene e produrre una svolta, un riscoperta dell’utilità del sistema regionale, in alternativa al centralismo burocratico dei regimi liberali del passato. Per questa ragione i cattolici sono legati all’ideale “regionalistico” per il quale si è battuto quel grande genio della politica che fu don Luigi Sturzo, di Caltagirone. Cito la località per evocare le periferie da non dimenticare, anche quelle dell’Umbria, che tanto hanno dato alla Marini.

Non ci facciamo illusioni, evidentemente. Ma gli eletti devono ogni giorno ricordare che stanno amministrando risorse non proprie, che in Italia assommano alla strabiliante cifra di 190 miliardi: spalmati su tutti gli italiani, segnano un costo medio di 3.124 euro a persona. Se tutto ciò non produce il bene comune – è stato detto – il sistema diventa un “mostro tentacolare” che si prende pubbliche risorse e restituisce servizi non sempre all’altezza delle attese. L’augurio per tutti gli eletti che queste non siano deluse.

Elio Bromuri

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Nuova Giunta, nuova opposizione https://www.lavoce.it/nuova-giunta-nuova-opposizione/ Thu, 04 Jun 2015 10:22:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34662 Catiuscia-Marini-presidenteCatiuscia Marini si è confermata in sella all’Umbria.

Lo sfidante Claudio Ricci ha provato a disarcionarla, ma non ci è riuscito per poco (appena 12 mila voti di differenza).

È la prima volta che il centrosinistra, che governa da sempre la Regione, è stato avvicinato dagli avversari.

L’astensionismo (il 10 per cento) e il calo di voti del Pd, rispetto a cinque anni fa, hanno inciso; ma altri fattori, come un centrodestra unito, hanno portato Ricci a sfiorare lo storico ribaltone.

È indubbio che ora l’opposizione sarà poco moderata perché composta anche da esponenti di Lega Nord e Movimento 5 stelle. Ma questo potrebbe essere uno stimolo importante per la maggioranza.

Resta la vittoria della Marini, che ora già si trova fare i conti con l’organizzazione di una Giunta regionale dove i posti sono diminuiti (da 8 a 5), così come il numero dei consiglieri regionali (passati da 30 a 20, e con molte facce nuove).

“Terrò conto del consenso – ha osservato la presidente – e ci confronteremo con gli eletti. Userò fino in fondo le mie prerogative presidenziali”. Può sembrare la dichiarazione di maniera che viene espressa dopo ogni votazione.

Poi, al momento dell’assegnazione delle deleghe, non sarà così semplice, considerando che la giunta dovrà essere articolata tra uomini e donne e bisognerà tenere conto dei campioni delle preferenze (Donatella Porzi e Luca Barberini) ma anche delle provenienze territoriali, oltre che dell’equilibrio della coalizione (Socialisti e Sel).

Fin dalle prime dichiarazioni, la Marini ha sottolineato il risultato della Lega nord – i consensi in Umbria in 5 anni sono triplicati – là dove i “temi della sicurezza e dell’immigrazione sono stati decisivi per il loro risultato; il Pd deve farsi carico di questi problemi.

Sono grandi questioni nazionali, come quella della riforma della scuola, sui quali si dovrà alzare il livello di rappresentanza politica della comunità regionale.

Da oggi inizia una legislatura in cui avrò un’attenzione ancora maggiore rispetto a problemi sentiti anche da quelli che non mi hanno votato. E centrali poi saranno i temi del lavoro e delle imprese”.

Nell’analisi del voto occorre guardare alla Lega nord e valutare se abbia o meno aiutato il successo di Ricci. Alcuni moderati – tra cui Gianfranco Sebastiani e Maurizio Ronconi – avevano preso le distanze dal candidato del centrodestra, Ricci, proprio perché sostenuto dalla Lega nord.

La loro lista di appoggio alla Marini – con altri candidati di diversa estrazione – non ha avuto successo, ma è certo che molti moderati non hanno apprezzato le posizioni di Matteo Salvini.

Se la Marini già immagina un’opposizione che “non avrà più, rispetto al passato, i caratteri della moderazione”, Ricci ha parlato invece di “un’opposizione seria, attenta ma costruttiva per il bene dell’Umbria”. Lo sconfitto lascerà, intanto, la poltrona di sindaco di Assisi per trasferirsi a palazzo Cesaroni.

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Astensionismo, segno di una democrazia “in deficit” https://www.lavoce.it/astensionismo-segno-di-una-democrazia-in-deficit/ Thu, 04 Jun 2015 08:14:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34583 elezioni-regionali-2015-manifesti-elettorali-1Amministrative 2015: 5 a 2 per il centro-sinistra, Liguria e Veneto a un centro-destra in cui, nel complesso, la Lega in versione estremista di Salvini diventa la forza trainante, mentre Berlusconi perde leadership e voti in un movimento sempre più diviso.

Il Pd vince, ma soprattutto in alcuni casi (Umbria in testa) non convince e rischia grosso. Cinque stelle, con Grillo dietro le quinte, non ha conquistato alcuna regione, ma è secondo partito in quattro regioni: Liguria, Marche, Umbria, Puglia. Raccolto magro per le diversificate formazioni chi si sono collocate alla sinistra del Pd (il meglio in Liguria, dove sono intorno al 10%).

Per molti versi, un risultato senza grandi sorprese, ma che conferma e vede accentuarsi il dato preoccupante dell’astensione (52,2% i votanti contro il 62,1% delle precedenti elezioni del 2010). Tendiamo ormai da tempo a uniformarci alla media delle altre democrazie occidentali. Ma in questo caso il mal comune non fa mezzo gaudio.

È evidente che si tratta del dato saliente di questa tornata elettorale, anche tenendo conto che in Italia tradizionalmente le percentuali erano state sempre molto più alte, sia nelle politiche sia nelle amministrative.

Sarebbe bene che le forze politiche, oltre che a commentare e valutare i loro risultati, riflettessero, non a porte chiuse ma pubblicamente, su questa sconfitta del voto. Perché? Perché, come tutti sappiamo, l’elezione resta, fino a prova contraria, il fattore più rilevante della sovranità popolare.

Da anni la politica si è fatta, in Italia, sempre più indipendente dai cittadini: lavora in proprio. E lo fa, come anche l’attuale Governo continua a ripetere, “nel loro interesse”. Fatto sta però che la democrazia non è un solo né soprattutto un governo “per” il popolo, ma “del” popolo”.

La nostra Costituzione ce lo ricorda là dove dichiara che “la sovranità appartiene al popolo”, che la esercita nelle forme che la stessa Carta si premura di regolare.

Un Governo che faccia l’interesse del popolo senza che il popolo partecipi a determinarlo – ed eventualmente a criticare quanto c’è da criticare – non è una democrazia o, almeno, si allontana in modo preoccupante da ciò che essa dovrebbe essere. Diventa un benevolo (quando lo è) paternalismo.

La conclusione sembra evidente: queste amministrative, al di là della specificità di ogni caso particolare, sono un nuovo campanello d’allarme che ci richiama al deficit democratico del nostro Paese.

Ecco i dati dei votanti, che fanno toccare con mano la situazione: Veneto 57,16% (precedente: 66,4%), Liguria 50,67% (precedente: 60,9%), Umbria 55,42%, Campania 51,93%, Marche 49,77% (62,8%), Toscana 48,24% (precedente 60,9%), Puglia 51,15%.

Le cause dell’astensionismo sono molte, troppe per poter essere qui anche solo elencate. Però alcune saltano agli occhi: l’estraneità in cui sono confinati i cittadini nei processi decisionali, le deboli risposte che questo e altri Governi hanno dato e danno alla crisi in atto (molte parole, pochi fatti, e quei pochi esagerati rispetto al loro reale valore), la permanenza di una classe politica in deficit di autorevolezza e anche talvolta di competenza (la “buona scuola” e la “buona università” insegnano…), la scarsa concretezza, la sottovalutazione del problema gravissimo delle povertà (che non si risolvono con l’elemosina politica), la disoccupazione. E via così.

Aggiungiamo anche, però, che uno sguardo rivolto solo alle inadempienza della politica non basta.

Pensiamo a quanto, nella cultura e nel senso comune della nostra società, sia diminuito l’interesse verso la cosa pubblica a causa di una smisurata crescita della cura per l’io narcisista e per tutto quanto in esso rifluisce: moda, passatempi, shopping, privacy (che molti considerano ormai come una barriera oltre la quale il mondo degli altri sembra non esistere), diritti giocati come “armi” e non come garanzie, e così via.

Questi sono fenomeni che in ogni città e in ogni regione constatiamo ogni giorno. E allora sarebbe bene che, regione per regione, caso per caso, se ne esaminassero le cause; e che, dopo queste elezioni, ci fossero iniziative che vedessero insieme cittadini e amministratori a discutere fattivamente sulla crisi della partecipazione e sui modi per superarla, e ovviamente sui problemi più gravi che abbiamo di fronte.

Deliberare insieme nei luoghi e con i mezzi adatti (gli strumenti della deliberazione esistono e funzionano ormai in tutte le democrazie, poco nella nostra, che però abusa di Twitter e Facebook). E non solo decidere e poi comunicare o lanciare slogan su un futuro troppo lontano.

Si farà? La speranza, come si dice sovente, è l’ultima a morire. Da dove cominciare a deliberare insieme? Scuola, disoccupazione, immigrazione. Troppe cose? Non è colpa dei cittadini se i nodi al pettine, localmente e a livello nazionale, sono diventati così tanti.

 

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Ecco gli eletti al Consiglio regionale dell’Umbria https://www.lavoce.it/ecco-gli-eletti-al-consiglio-regionale-dellumbria/ Mon, 01 Jun 2015 19:07:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34494 CATIUSCIA MARINI (presidente eletto-secondo mandato-PD)

Nata a Todi nel 1967. Laureata in Scienze politiche con indirizzo internazionale. Dal 2007 è dirigente di Legacoopumbria. Consigliere comunale e vice Sindaco di Todi dal 1990 al 1998. Dal 1998 al 2007 è stata sindaco di quella città alla guida di una coalizione di centrosinistra. È stata presidente dell’Anci Umbria. Tra il 2008 ed il 2009 ha ricoperto la carica di Parlamentare europeo (PE).

Iscritta al Gruppo PSE. Nel marzo 2010 è eletta presidente della Regione Umbria. Nel giugno 2010 viene nominata membro titolare del Comitato delle Regioni. Membro della commissione per la politica di coesione territoriale (COTER) e della commissione ambiente, cambiamenti climatici ed energia (ENVE).

Tra l’ottobre 2011 ed il giugno 2014 ha ricoperto la carica di Primo Vicepresidente del gruppo del Partito Socialista Europeo (PSE) del Comitato delle Regioni. Da fine giugno 2014 è il Primo Vicepresidente del Comitato delle Regioni. Nell’ambito della Conferenza italiana delle Regioni e Province Autonome svolge la funzione di Coordinatrice del gruppo di lavoro sulla programmazione comunitaria 2014-2020. È inoltre coordinatore vicario della commissione Salute e coordinatore della commissione Attività di cooperazione e iniziative per il dialogo e la pace in Medio Oriente.

DONATELLA PORZI (8675 voti-primo mandato-PD) Nata a Perugia il 27 marzo 1966. Istruzione: Studi classici e diplomata all’Isef di Perugia. Ha svolto attività amministrativa, come assessore nel Comune di Cannara e, dal 2009 al 2014 è stata assessore alle politiche culturali, sociali, giovanili, europee, della legalità e delle pari opportunità della Provincia di Perugia.

LUCA BARBERINI (7171 voti-secondo mandato-PD) Nato a Foligno (PG) il 12 settembre 1964, commercialista, sposato con due figli. Ha ricoperto incarichi di amministratore e revisore di diverse società. Tra il 2006 e il 2010 è stato vice presidente e presidente della Valle Umbra Servizi Spa (Vus). Ha fatto parte di vari movimenti giovanili e associazioni culturali e di volontariato.

Alla fine degli anni ’90 è fra i promotori de “La Margherita” ed ha partecipato attivamente alla crescita del Partito Democratico in Umbria. Nella passata legislatura ha fatto parte della I e II Commissione permanente e ha presieduto il Comitato per la legislazione.

FERNANDA CECCHINI (6807 voti- secondo mandato-PD ) Nata a Città di Castello il 17 febbraio 1960, diploma di Maturità, si è specializzata nel settore sociale e ha lavorato nella scuola a sostegno dei portatori di handicap. Attiva nel volontariato sociale. Consigliere comunale a Città di Castello dal 1980 al 1988, è stata segretario del Pds di Città di Castello dal 1993 al 1997. Assessore comunale alla Cultura e all’Urbanistica dal 1997 al 1999 e assessore provinciale (PG) alla Cultura e al Bilancio dal 1999 al 2001.

Eletta Sindaco di Città di Castello nel 2001, è stata rieletta nel 2006, carica mantenuta fino a maggio 2010. È stata Presidente di Anci Umbria. Assessore regionale all’agricoltura, parchi, caccia e pesca, è stata membro del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa.

FABIO PAPARELLI (5633 voti-primo mandato-PD) Nato a Terni il 26 gennaio del 1962, laureato in Scienze politiche, docente di materie giuridiche ed economiche. E’ stato consigliere alla circoscrizione Tacito nei primi anni  ’90 per il Psdi, quindi ha ricoperto la carica di consigliere in quota Pds al Comune di Montecastrilli e di assessore alla Comunità montana di Guardea. Dal 1995 al 1999 è stato consigliere provinciale Ds. Dal 2000 è stato assessore alla Provincia di Terni. Nella passata legislatura (da maggio 2013) ha ricoperto l’incarico di assessore regionale al commercio, urbanistica, riforme e sport.

ATTILIO SOLINAS (5385 voti-primo mandato-PD) Nato a Perugia nel 1957. Laureato in Medicina, specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva, medicina interna, radiologia. Responsabile del servizio di gastroenterologia ed epatologia del distretto del Perugino, al poliambulatorio Europa di Perugia.

Rappresentante dell’associazione Gastroenterologi ospedalieri Italiani presso la federazione europea della Gastroenterologia con sede a Vienna. E’ stato membro nell’assemblea costituente del Pd, coordinatore del forum provinciale Sanità. Fondatore del circolo Sanità del Pd di Perugia e responsabile fino al 2014 del Dipartimento regionale Sanità del Pd Umbria.

MARCO VINICIO GUASTICCHI (5551 voti-primo mandato-PD) Nato a Umbertide il 2 dicembre 1962. Laureato in Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Relazioni Internazionali, giornalista pubblicista. Dirigente nazionale del sindacato Fabi. Dal 2009 al 2014 è stato presidente della Provincia di Perugia, presidente dell’Upi (Unione Province Italiane) dell’Umbria. Dal 15 dicembre 2013 è membro della direzione nazionale del Partito Democratico.

GIACOMO LEONELLI (5373 voti-primo mandato -PD) Nato ad Assisi il 18 agosto 1979, avvocato. Nel 2004 eletto consigliere comunale di Perugia. Primo segretario cittadino del Partito Democratico, nel 2009 eletto nel Consiglio Provinciale di Perugia di cui è diventato presidente nell’aprile 2011. Dal febbraio 2014 è segretario regionale del PD.

EROS BREGA (5148 voti – terzo mandato-PD) Nato a Terni il 26 novembre 1968, ha conseguito il diploma di perito elettronico. Inizia la sua attività politica con la Democrazia cristiana, divenendo consigliere nazionale e poi membro della direzione nazionale.

Nel 1996 è entrato nel Partito Popolare, di cui diviene segretario comunale di Terni e membro della direzione nazionale. Assessore al Comune di Terni dal 1999 al 2005. Nel 2001 aderisce al partito della Margherita.

Nel 2005 viene eletto nella lista Uniti nell’Ulivo per la circoscrizione di Terni. Nell’ottava legislatura è consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza. Nelle regionali del 2010 è eletto nella lista provinciale di Terni del PD. Il 19 maggio 2010 diviene il 17° presidente del Consiglio regionale dell’Umbria e, dal 2012, è coordinatore della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome.

GIANFRANCO CHIACCHIERONI (4986 voti – secondo mandato – PD) Nato a San Venanzo (TR) l’11 maggio 1954, sindaco di Marsciano nel 1999 e nel 2004. Infermiere professionale dal 1972, ha lavorato al policlinico di Perugia dal 1975. Capogruppo del Pds al Comune di Marsciano dal 1990 al 1995, dirigente del Pci dagli anni ’80 nel comprensorio della Media Valle del Tevere. Eletto nelle elezioni regionali del 2010 nella lista provinciale di Perugia del Pd. Nella scorsa legislatura è stato il presidente della Seconda commissione consiliare.

ANDREA SMACCHI (4721 voti – secondo mandato-PD) Nato a Gubbio (PG) il 23 maggio 1969, laureato in giurisprudenza, dipendente di una importante azienda privata in qualità di risk manager. Consigliere comunale nella Città dei Ceri dal 1993, dal 2003 al 2007 è stato assessore della Comunità montana Alto Chiascio. Dal 1993 al 1995 è stato assistente parlamentare dell’onorevole Walter Veltroni.

Nelle elezioni regionali del 2010 è stato eletto nella lista provinciale di Perugia e in questa legislatura è stato presidente della Commissione Speciale per le riforme statutarie e regolamentari, componente del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale e della Terza Commissione.

SILVANO ROMETTI (4072 voti – terzo mandato – Psi) Nato a Città di Castello nel 1954, laureato in scienze politiche, dirigente tecnico presso il Dipartimento di prevenzione della Usl 2. Membro della direzione nazionale del Partito socialista italiano. Eletto in Consiglio comunale a Perugia nel 1995, assessore all’ambiente con delega alla protezione civile dal 1997 al 1999, diviene successivamente vicesindaco. Dal 2000 al 2005 presidente dell’Ato 1.

Nel 2005, eletto in Consiglio regionale, viene nominato assessore con delega ai Beni e Attività Culturali, Sport, Politiche per i Centri Storici, Riqualificazione Urbana, Politiche per lo Spettacolo e Trasporto Pubblico Locale. Nel 2010, al secondo mandato, viene nominato assessore con delega all’Ambiente, Territorio, Infrastrutture e Trasporti.

GIUSEPPE BIANCARELLI (1234 voti-primo mandato-SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ) Nato a Gubbio nel 1960, laureato in scienze bancarie, imprenditore agricolo. È stato presidente della Comunità Montana Alto Chiascio e consigliere comunale. Attualmente ricopre la carica di presidente del Consiglio comunale della città di Gubbio.

CLAUDIO RICCI (candidato presidente coalizione centrodestra-primo mandato) Nato a Perugia nel 1964 è Sindaco di Assisi. Ingegnere, oltre alla progettazione edile ha svolto corsi di livello universitario su “Territorio e Turismo”. Dal 1995 unisce alla professione incarichi istituzionali tra cui vicesindaco e Sindaco di Assisi, presidente per due mandati (2009-2014) dei siti e beni italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, componente ICOMOS Italia (Consiglio Nazionale Monumenti e Siti, dal 2010), delegato nazionale ANCI per il turismo (2011-2014), ha fatto parte del Comitato di Valutazione “Gioielli d’Italia” e della Conferenza sul Turismo di “ItaliaDecide” per il Rapporto 2014.

Ha promosso la candidatura di Perugia con i Luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria a Capitale Europea della Cultura 2019. È stato responsabile dell’organizzazione regionale di Forza Italia (1999-2006) e vicecoordinatore regionale (2006-2008), per poi diventare vicecoordinatore regionale e responsabile comunicazione e programma del PdL (2009).

VALERIO MANCINI (2903 voti-primo mandato-LEGA NORD) Nato a Monte Santa Maria Tiberina (PG) il 14 aprile 1965, diploma di ragioniere, opera nel settore del terziario commerciale. È Capogruppo della Lega Nord Nel Consiglio comunale di Città di Castello e, dal 2014, coordinatore della Lega Nord nella provincia di Perugia.

EMANUELE FIORINI (2477 voti-primo mandato-LEGA NORD)  Nato a Terni il 3 dicembre 1981, diploma di ragioniere, ex operaio della ThyssenKrupp, da settembre 2014 è referente per la provincia di Terni della Lega Nord.

SERGIO DE VINCENZI (1626 voti-primo mandato-LISTA RICCI PRESIDENTE) Nato a Roma nel 1960, laurea in medicina veterinaria, sposato, padre di nove figli. Dottore di Ricerca. Membro del Senato Accademico e del Consiglio d’Amministrazione dell’Università degli Studi di Perugia. Docente di Nutrizione e Alimentazione Animale.

Molto attivo in campo associativo (APS Le Casine – gruppo di acquisto familiare; AGeSC (Ass. Genitori Scuole Cattoliche) e membro del Consiglio Nazionale. Membro del direttivo del Forum dell’Umbria e della Commissione Nazionale Scuola. Membro dell’organo di garanzia SSI grado presso l’USR dell’Umbria e del FoPAGS presso l’USR dell’Umbria. Eletto nel Consiglio Comunale di Perugia con la lista del Nuovo Centro destra, è passato nell’agosto 2014 al gruppo Misto di cui è capogruppo.

MARCO SQUARTA (3808 voti-primo mandato- FRATELLI D’ITALIA)  Nato a Perugia nel 1979, è avvocato e dipendente di una società di servizi. È portavoce regionale di Fratelli d’Italia e membro della direzione nazionale del partito. Nel 2006 ha fatto parte del Corecom dell’Umbria. È stato vicepresidente provinciale di Alleanza Nazionale, dirigente nazionale di Azione Giovani e vice coordinatore provinciale del PdL.

RAFFAELE NEVI (3571 voti – terzo mandato) Imprenditore agricolo, nato a Narni (TR) il 9 marzo 1973, sposato, laureato in Scienze politiche. E’ impegnato in politica sin da giovanissimo all’interno della Gioventù Liberale italiana. Dal 1993 consigliere circoscrizionale a Terni e, nel 1997 consigliere comunale per Forza Italia.

Dal 1998 al 1999 è stato consigliere di amministrazione dell’Irres. Eletto consigliere regionale nel 2005 con 2892 preferenze. Nell’VIII legislatura è stato vicepresidente del Consiglio. Rieletto nel 2010, nel corso della IX legislatura è stato vicepresidente della Commissione speciale per le riforme statutarie e regolamentari, componente della Prima e della Seconda Commissione Consiliare.

ANDREA LIBERATI (candidato presidente MOVIMENTO 5 STELLE-primo mandato) Nato a Terni nel 1976. Diplomato al Liceo Classico e laureato in Scienze Politiche all’Università di Perugia. Funzionario della Regione Umbria e addetto stampa del vicepresidente del Consiglio regionale e dei gruppi consiliari di opposizione dal 2000 al 2008. Vicepresidente di “Italia Nostra” Umbria (2014) e presidente di “Italia Nostra” Terni (2012), consigliere comunale di opposizione al Comune di San Gemini (2004). Iscritto al Movimento Cinque Stelle nazionale dal giugno 2012.

CLAUDIO FIORELLI (1073 voti-primo mandato-MOVIMENTO 5 STELLE) Nato a Terni il 26 Maggio 1972, sposato, si diploma infermiere nel 1996 per poi proseguire gli studi e laurearsi in Medicina e Chirurgia nel 2002. Specialista in Anestesia e Rianimazione e, successivamente, in Cardiologia svolge la sua attività lavorativa presso l’Ospedale “S. Maria” di Terni come cardioanestesista. Attivista del Movimento 5 stelle dal 2013.

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L’Umbria riconferma Catiuscia Marini presidente della Regione https://www.lavoce.it/lumbria-riconferma-catiuscia-marini-presidente-della-regione/ Mon, 01 Jun 2015 14:28:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34485 marini conferenza stampaDopo una notte in cui ad un certo punto il candidato Claudio Ricci sembra poter conquistare la presidenza della Regione, le urne hanno decretato la riconferma di Catiuscia Marini (Pd) 42,78 per cento e la vittorio del Pd e della coalizione  di centrosinistra.

Una vittoria segnata dalla forte astensione: il 44,58 degli aventi diritto non sono andati a votare. Hanno espresso il loro voto solo il 55,42 per cento degli umbri chiamati al voto.

L’Assemblea legislativa dunque potrebbe essere così articolata (dati del Ministero dell’Interno, in attesa dsella proclamazione degli eletti):

Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria;

Partito democratico 35,75 per cento, 10 seggi:

Porzi Donatella (8675 preferenze),
Barberini Luca (7171),
Cecchini Fernanda (6807),
Paparelli Fabio (5633),
Guasticchi Marco Vinicio (5551),
Solinas Attilio (5385),
Leonelli Giacomo (5373),
Brega Eros (5148),
Chiacchieroni Gianfranco (4986),
Smacchi Andrea (4721).

“Umbria più uguale” 2,56 per cento, 1 seggio: Biancarelli Giuseppe (1234);

“Socialisti e riformisti” 3,37 per cento, 1 seggio: Silvano Rometti (4072).

 

Candidato presidente Claudio Ricci, coalizione centrodestra;

Lega Nord 13,99 per cento, 2 seggi:

Mancini Valerio (2903),

Fiorini Emanuele (2477),

“Ricci presidente” 4,49 per cento, 1 seggio: De Vincenzi Sergio (1626);

Fratelli d’Italia-An 6,24 per cento, 1 seggio: Squarta Marco (3808);

Forza Italia 8,54 per cento, 1 seggio: Nevi Raffaele (3571).

 

Movimento 5 Stelle 14,56 per cento, 2 seggi:

candidato presidente Liberati Andrea,

Fiorelli Claudio (1073).

 

RISULTATI DEI CANDIDATI ALLA PRESIDENZA

Claudio Ricci, candidato presidente per la coalizione di Centrodestra si è attestato al 39,27 per cento. A seguire, Andrea Liberati (Movimento 5 stelle) con il 14,31 per cento, Michele Vecchietti (L’Umbria per un’altra Europa) 1,57 per cento, Simone di Stefano (Sovranità prima gli italiani) 0,66 per cento, Amato John De Paulis (Alternativa riformista) 0,58 per cento, Aurelio Fabiani (Casa rossa) 0,49 per cento, Fulvio Carlo Maiorca (Forza nuova) 0,35 per cento.

I RISULTATI DELLE LISTE INTERNE ALLE SINGOLE COALIZIONI

Centrosinistra – Marini presidente: 43,25 per cento:

Partito democratico 35,75 per cento (10 seggi),
Umbria civica e popolare 1,47 per cento (nessun seggio),
Umbria più uguale 2,56 per cento (1 seggio),
Socialisti e riformisti 3,37 per cento (1 seggio).

Centrodestra – Ricci presidente: 38,56 per cento:

Lega Nord 13,99 per cento (2 seggi),
Ricci presidente 4,49 per cento (1 seggio),
Fratelli d’Italia-An 6,24 per cento (1 seggio),
Forza Italia 8,54 per cento (1 seggio),
Cambiare in Umbria 2,67 per cento (nessun seggio),
Per l’Umbria popolare 2,64 per cento (nessun seggio);

Movimento 5 Stelle 14,56 per cento (2 seggi);

L’Umbria per un’altra Europa 1,58 per cento (nessun seggio);

Sovranità prima gli italiani 0,67 per cento (nessun seggio);

Alternativa riformista 0,55 per cento (nessun seggio);

Casa rossa 0,47 per cento (nessun seggio);

Forza nuova 0,36 per cento (nessun seggio).

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C’è una speranza per la politica? https://www.lavoce.it/ce-una-speranza-per-la-politica/ Thu, 28 May 2015 10:16:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34341  

Mons. Domenico Sorrentino
Mons. Domenico Sorrentino

“Frate Francesco vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace”.

Così San Francesco si rivolge ai “politici” del suo tempo nella “Lettera ai reggitori dei popoli”. Faccio mie le sue parole. Vi giunga, amichevole e rispettoso, il mio saluto, in rappresentanza della comunità cristiana di questa diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mentre siete alle ultime battute della campagna elettorale.

1. Quale che sia la vostra parte politica, desidero innanzitutto esprimervi la stima della Chiesa. È opinione corrente che la politica sia una cosa sporca. Ma essa è piuttosto una grande forma di “carità”, come ci ricorda anche papa Francesco. Naturalmente a condizione che sia svolta con spirito di servizio e interamente rivolta al “bene comune”.

Se tanti cittadini sono tentati dall’ astensionismo – e non è cosa buona! – purtroppo qualche ragione c’è. Troppi interessi personali, troppa corruzione, troppo sperpero di danaro pubblico, mentre una crisi economica getta lavoratori, disoccupati, giovani e famiglie in preda all’angoscia. È insopportabile. Tocca ai “reggitori dei popoli” – come vi chiamerebbe San Francesco – dare un segnale. Un primo segnale, concreto ed eloquente, potrebbe essere quello di cominciare il vostro mandato, se sarete eletti, con l’autoriduzione dei vostri stipendi e simili privilegi. Si può certo comprendere che l’attività elettorale e politica comporti spese aggiuntive. Ma che gli emolumenti dei politici, a parità di condizioni, si stacchino vistosamente dalla remunerazione media di tanti cittadini, è inaccettabile. Forse un segnale come questo sarebbe importante per restituire credibilità a una politica boccheggiante.

2. Appena eletti, vi ritroverete a gestire, nei parlamenti regionali – il discorso è analogo per quello nazionale – la dialettica maggioranza-opposizione. Una dialettica che vi sta in questi giorni contrapponendo nel confronto elettorale. In linea di massima, è una tensione benefica, nella misura in cui consente di definire bene le posizioni, permettendo agli elettori di fare scelte chiare, oculate e responsabili. Nell’agenda della politica ci sono cose grandi e fondamentali, e tante altre di minor peso, ma che pur incidono nella vita delle persone. Molti temi di concreta organizzazione della convivenza si possono affrontare con diverse soluzioni lecite.

La politica è anche arte di mediare. Per questo la Chiesa non sceglie a priori nessuna “parte”, tanto meno interferisce nelle dinamiche elettorali. Al tempo stesso non si lascia “zittire” da un discutibile senso della “laicità”, che, ben compresa, è valore anche per noi cristiani. La Chiesa non può non avere a cuore la “polis”, perché ha a cuore l’uomo. Lo fa soprattutto con il suo compito educativo, offrendo momenti formativi, come qui ad Assisi, presso l’Istituto Serafico, con la Scuola di formazione socio-politica intitolata a Giuseppe Toniolo. Nelle contingenze elettorali la Chiesa vi segue soprattutto con la preghiera, lasciando ai singoli laici la responsabilità delle scelte concrete. È giusto anche che, una volta in Parlamento, non vi sentiate soli. La comunità cristiana desidera stabilire con voi un contatto, perché il discernimento sulle diverse problematiche possa avvantaggiarsi della comune riflessione.

3. Se tante cose di cui vi occuperete sono opinabili, c’è però un ambito etico fondamentale che precede la politica, e che la politica semplicemente deve riconoscere, salvaguardare e promuovere. La politica non è Dio! Per questo San Francesco, nella lettera ai Reggitori dei popoli, con linguaggio “diretto” ammoniva: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo, e di non deviare dai suoi comandamenti”.

Una deriva della politica è la tendenza a fare dei parlamenti il luogo in cui si legifera anche a dispetto della legge di Dio, ad esempio in tema di rispetto della vita. Mettersi al posto di Dio è l’inizio della fine. I comandamenti di Dio non sono materia di discussione. Essi sono inscritti nella nostra coscienza, e vi restano incisi anche quando non riconosciamo più la presenza di Dio o non lo chiamiamo più con questo nome.

4. Per questo vi auguro di andare in parlamento non lasciandovi intrappolare da schemi di “geometria” parlamentare. Parlare di “destra” o “sinistra”, di progressismo o tradizionalismo, di “laico” o di “cattolico”, quando sono in gioco valori riguardanti la vita dell’uomo, la sua dignità, la famiglia, la pace, il lavoro, è linguaggio ambiguo che rischia di ingabbiare le coscienze in schemi non adeguati alla posta in gioco. Che significa porre il marchio di “sinistra” o di “progressista”, a chi si batte per il lavoro e la sua dignità, per il rispetto e l’accoglienza degli immigrati, per la pace e la non proliferazione delle armi, e mettere il marchio di destra e di tradizionalista a chi si batte perché i bimbi non siano uccisi prima ancora di nascere, perché la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna sia rispettata come cellula fondamentale della società evitando la confusione con altri tipi di unione, perché l’identità maschile e femminile sia preservata dalla confusione di matrice ideologica, perché il rispetto dell’essere umano giunga fino all’estremo limite della sua vita?

Questi temi sono tutti intrecciati. Un filo unico li tiene: è la dignità della persona umana, l’unica dignità di ogni uomo e di ogni donna, di qualunque età e condizione. Questi valori dovrebbero essere il fondamento di ogni politica degna di questo nome, l’orizzonte ideale di una democrazia non ridotta a giochi formali. L’auspicio è che i vostri rapporti con gli elettori o con le lobbies e gli interessi di parte non vi leghino anche la coscienza.

5. Papa Francesco ha gridato contro la corruzione e ci ha invitato ad alzare la voce su questo tema. Ha però anche spiegato che essa non si riduce al deprecabile fenomeno delle tangenti. Su questo – va da sé – occorre fare passi in avanti, creando una legislazione e una cultura che costituiscano l’antidoto ad ogni tipo di mafia, di illegalità, di evasione fiscale. Ma corruzione è anche quel sottile avvelenamento delle coscienze e delle relazioni, che si realizza per vie mediatiche e persino legislative, quando si stravolgono valori fondamentali di solidarietà e di rettitudine, ad esempio lasciando via libera alle valanghe di pornografia e di pornoprassi che riempiono i nostri video e corrompono i rapporti sociali e familiari. Come difendere i bambini? E come non indignarsi di fronte alla strumentalizzazione commerciale del corpo? E quanto ancora dobbiamo crescere nel senso del rispetto delle donne e del riconoscimento del loro ruolo sociale? Se dobbiamo tutti riscoprire il dovere di custodire il creato con le sue bellezze materiali, fronteggiando vigorosamente ogni attacco agli equilibri della natura, non meno ci dobbiamo preoccupare della deriva morale che travolge le persone e le famiglie. Non basta scandalizzarsi davanti a casi clamorosi di perversione e di violenza.

I valori fondamentali sono un tessuto unitario. Lacerarlo in un punto significa compromettere il tutto. Una società ormai afflitta vistosamente dalla denatalità, minata dalla corruzione e incapace di tenere in piedi il vincolo familiare si candida all’estinzione. È ora che prendiamo coscienza di quello che sta accadendo. Una alleanza tra soggetti educativi (famiglia, Chiesa, scuola), adulti responsabili di qualunque fede religiosa, politici che ascoltano la propria coscienza prima che le sirene del potere, è necessaria per arginare la frana.

Il Signore vi doni di prepararvi al vostro mandato, di governanti o di oppositori, mettendovi davanti agli occhi la situazione dei giovani, dei lavoratori, dei disoccupati, delle famiglie, degli immigrati, degli anziani e dei malati. Ripartiamo dalla fragilità per metterla al centro e non alla periferia dell’azione politica. In modo particolare adoperiamoci per il superamento della crisi economica, coltivando una visione dell’economia che ponga al centro l’uomo e non lo stritoli negli ingranaggi di una ricerca senza scrupoli del solo profitto.

Nella menzionata lettera ai reggitori dei popoli San Francesco ricordava loro la verità, valida per tutti, che “quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte”. A me piace concludere in positivo: per noi credenti c’è un principio di “risurrezione” che è stato posto nella storia da quando Gesù è risorto. Non c’è situazione grave da cui, con l’aiuto di Dio, non si possa risorgere. Sono sicuro che anche tanti fratelli che non si richiamano alla fede, hanno però nel cuore motivi di speranza. A voi e a tutti un abbraccio fraterno.

Assisi, 26 Maggio 2015

 

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Le ragioni per andare a votare https://www.lavoce.it/le-ragioni-per-andare-a-votare/ Thu, 28 May 2015 09:37:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34335 Brutte notizie, o meglio banali e confuse dal fronte delle elezioni, dai candidati, dai supporter, dai big dei partiti. Non sono bastati i nomi dei candidati presidenti, né i massimi leader Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, a diradare la nebbia diffusa tra quelli che vedono la democrazia con occhi semplici e chiari, senza secondi fini né retro-pensieri, pregiudizi o ideologie. I programmi presentati dalle varie liste e affastellati nei due schieramenti che si contendono il primato, la Marini e Ricci. Attorno a loro due vi sono liste di supporto che alla fine snaturano quella che si presentava come la sfida cruciale: da una parte la conservazione, Marini, e dall’altra il rinnovamento dell’Umbria, per troppi anni governata dalla sinistra.

Ma la conservazione non accontenta nessuno, e in più vi sono i sedimenti negativi di un passato che tarda a morire, più tenace di ogni volontà di cambiamento, anche se proposto con buone intenzioni e buona fede. Dall’altra parte, il rinnovamento, che dovrebbe assomigliare al vento pulito del Subasio e all’acqua limpida del Chiascio, nella cornice unica del mondo di Assisi con il suo san Francesco amante di Dio, degli uomini e di tutte le creature, sacrificato invece e sopraffatto da linguaggi, orientamenti e programmi che non appartengono alla nostra tradizione umbra.

Da che parte voltarsi? Viene spontaneo dire: “Resto a casa, non vado da nessuna parte, non mi sentirei con la coscienza a posto né di qua né di là. Basta con questa politica sporca, equivoca e dannosa! Cosa potrebbero fare questi partiti per la nostra regione, per la quale si candidano?”. Vi sono anche espressioni più colorite, espresse in maniera diffusa, come uno sfogo e una confidenza. È quanto ho sentito con le mie orecchie. Un caro amico, Francesco, da poco in pensione, che si è adoperato da una vita a sostenere le ragioni della democrazia e della partecipazione, ben inserito nel tessuto sociale con impegno. Mi ha meravigliato per il tono acceso con cui si esprimeva, non richiesto, ma solo per un occasionale colloquio. Un discorso indignato e amaro. Deluso dalla politica, dalla quale si sente tradito. Forse ha avuto esperienze personali di cui non parla esplicitamente. Un fatto individuale, si dirà ma, se uno ascolta la cosiddetta “gente”, scopre che questa sensazione è diffusa. Si prevede, infatti, un forte calo del numero dei votanti.

Ora, cosa si può dire? Il distacco dall’esercizio della democrazia con l’abbandono della partecipazione, non porta da nessuna parte. La società nel suo essere e nel suo progresso, con tutti i suoi problemi sta tutta davanti alla responsabilità dei cittadini. Niente cade dall’alto. Niente è puramente dovuto. Tutto è nelle mani delle persone oneste e responsabili. Nessuno può permettersi di voltarsi per non vedere.

Caro Francesco, ci si deve fermare, frenare lo sdegno, stringere i denti, inforcare gli occhiali da prèsbite e guardare ai nomi dei candidati, fare qualche conto e tirare le somme. Se non si riesce a sommare 100, accontentiamoci del 50, come nella storia dei talenti: chi ne ha ricevuto anche uno solo lo deve valorizzare per produrne almeno due. Tra i candidati ci sono persone rispettabili, alcuni preparati, altri motivati da ideali, altri bravi professionisti che possono dare efficienza tecnica all’amministrazione. Vi sono anche criteri di tipo etico, insieme alla onorabilità personale, e la considerazione del peso che in concreto il mio voto possa avere nel calcolo dei risultati.

Ogni elettore dovrebbe domandarsi: chi di questi partiti e di questa coalizione e di questi candidati può dare di più e di meglio all’Umbria, considerando anche, come si mormora, che queste potrebbero essere le ultime elezioni di una regione, l’Umbria annessa ad una macro-regione che non si sa cosa e quale sarà. Un pensiero va rivolto anche sull’effetto che i risultati del voto regionale possa produrre a livello nazionale. Ci si dovrà chiedere se si intende dare un consenso al Governo e alla sua politica, oppure un segnale contro, per metterlo in crisi. Caro Francesco, coraggio, andiamo tutti a votare, nella libertà illuminata dal discernimento e con senso di responsabilità. Ce lo suggerisce con solidi argomenti anche l’arcivescovo Sorrentino.

 

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Cinque motivi per votare https://www.lavoce.it/cinque-motivi-per-votare/ Thu, 28 May 2015 09:08:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34324 Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria
Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria

“I o voto perché… cinque motivi per andare a votare” è l’iniziativa promossa del Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria in vista delle elezioni regionali.

Per il Forum sono cinque i motivi cardine per i quali è importante recarsi alle urne domenica 31 maggio: “Alcune proiezioni stimano il 50% di affluenza alle urne – ha esordito il presidente Ernesto Rossi -, per questo noi ci rivolgiamo a quanti non credono più nell’importanza di partecipare democraticamente alla vita istituzionale attraverso il voto. Il nostro manifesto d’intenti racchiude il tema del lavoro, la crisi del welfare, l’ecologia umana che Papa Francesco tratterà nella prossima enciclica, l’educazione e la fiscalità a misura di famiglia”.

Al tavolo con Rossi erano presenti il segretario Francesco D’Andola e il consigliere nazionale del Forum Simone Pillon.

“Per recepire le nostre proposte è necessaria un’operazione di sistema – ha proseguito Rossi – perché la famiglia costituzionalmente intesa è un contenitore che connette tutte le tematiche. Il primo argomento è il lavoro: gli ultimi dati ci parlano di 51mila disoccupati in Umbria: ci chiediamo se sia sufficiente attendere la periodica ripartizione dei fondi europei oppure se sia il caso di lanciare un progetto organico per il lavoro”.

Tra i cinque punti anche le politiche di welfare sulle quali, ha detto Rossi, “abbiamo molte perplessità, perché i dati ci dimostrano come il sistema socio-assistenziale sia in caduta libera, tanto da non essere più sostenibile, così come è pensato adesso, dal 2030 in poi. Anche qui chiediamo azioni di sistema”.

A seguire, il Forum chiede attenzione al tema dell’ecologia umana “intesa come connubio tra uomo e ambiente, strettamente interconnessi tra loro. In questa macro-categoria sono contenute le battaglie valoriali che portiamo avanti ogni giorno, dall’aborto al fine vita ”.

“L’ educazione è un altro nodo dolente – ha proseguito Rossi – perché esigiamo che i contenuti che i nostri figli imparano a scuola vengano preventivamente discussi con le famiglie. Quindi niente fughe in avanti ideologiche, come sulle teorie di genere”.

Infine il Forum propone una fiscalità “a misura di famiglia, premiando i nuclei più numerosi”.

Sette candidati dei diversi schieramenti si sono confrontati sui cinque punti suddetti, assenti i rappresentanti del Partito democratico.

“Ci duole raccontare che, dei 329 candidati ai quali abbiamo sottoposto il nostro appello, strutturato sui temi cardine che difendiamo, solo sette abbiano aderito” ha detto il presidente regionale del Movimento per la Vita Angelo Filardo .

“Evidenziamo che l’Umbria negli ultimi anni è stata la capofila di svariate politiche incentrate su temi che toccano i valori imprescindibili non solo per noi cattolici: questo è un punto sul quale non facciamo sconti, – ha detto Pillon – perché aborto, eutanasia e gender non sono argomenti di nicchia ma valori da difendere in quanto esistenti in natura”.

 

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Elezioni regionali. Nemico comune: l’astensionismo https://www.lavoce.it/nemico-comune-lastensionismo/ Thu, 28 May 2015 08:55:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34317 elezioni-regionaliCatiuscia Marini, oppure Claudio Ricci. Ma avranno un grande peso, nell’esito finale, i consensi verso Andrea Liberati del Movimento 5 stelle, e soprattutto l’incognita – anzi l’incubo, per tanti candidati – dell’astensionismo, che potrebbe diventare il primo “partito” in Umbria.

Si dovrebbe giocare su questi fattori la poltrona di presidente della Regione Umbria per il prossimo quinquennio.

La legge elettorale regionale, tanto contestata, non prevede ballottaggi: quindi governerà chi prenderà più voti in percentuale. Basterà ottenere la maggioranza relativa per ottenere la maggioranza assoluta e guidare magari l’Umbria verso una sua aggregazione con un’altra Regione.

L’ultima settimana di campagna elettorale ha portato i big nazionali in Umbria nella convinzione – solo presunta – di suscitare qualche entusiasmo in più nell’elettorato, stanco e demotivato da una delle campagne elettorali meno coinvolgenti degli ultimi anni.

Silvio Berlusconi e Claudio Ricci
Silvio Berlusconi e Claudio Ricci

E così è arrivato ad Assisi, a sostegno di Claudio Ricci, Silvio Berlusconi , il quale si è pure rivolto a san Francesco per tentare di ripetere il “miracolo” del 2000 che portò, con il risultato delle regionali, a scalzare Massimo D’Alema da premier.

L’auspicio è che anche l’attuale primo ministro, Matteo Renzi – se sconfitto – vada a casa, perché, come al solito, il risultato delle regionali, nel nostro Paese, può influenzare la maggioranza politica che governa a livello nazionale.

Il leader di Forza Italia ha inoltre sottolineato che Ricci “ha già ottenuto un primo successo riuscendo, come prima Regione, a mettere insieme tutto il centrodestra”, osservando che “non è stato così facile, perché purtroppo la situazione attuale del centrodestra disorienta molti nostri, anche antichi, elettori”.

Nel frattempo è arrivato lo stesso Renzi a Perugia per sostenere Catiuscia Marini. “L’Umbria – ha detto il premier – è stata ben governata da Catiuscia Marini nei precedenti cinque anni.Lunedì prossimo Catiuscia sarà di nuovo alla guida di questa regione, amata da tutta l’Italia, di cui è il centro geografico e da cui è possibile una ripartenza per tutto il Paese”.

Catiuscia Marini, Matteo Renzi e Giacomo Leonelli
Catiuscia Marini, Matteo Renzi e Giacomo Leonelli

Ha pure ricordato quando, con il suo gruppo scout, venne a Nocera Umbra dopo il terremoto del 1997: “Mi resi conto in quella situazione di quanto questa terra fosse nel cuore di ogni italiano, che qui aveva una casa, un parente, una fidanzata. Vederla dall’elicottero mi ha fatto commuovere”.

Ma Renzi, premier ma anche segretario nazionale Pd, ha lanciato un monito: “C’è bisogno che non la diamo per vinta, l’Umbria. Qui c’è da lavorare”, fino all’ultimo, ha ricordato.

“Allora istruzioni per l’uso: prendere telefonino in mano, controllare la rubrica, fare l’elenco di persone da contattare” e “raccontiamo che nella scommessa di Catiuscia c’è la scommessa di tutti voi”.

 

I candidati:

FULVIO MAIORCA “No all’aborto, e aboliamo le Regioni”

Supportato dalla lista “Forza nuova”, Fulvio Carlo Maiorca, nato a Pisticci (Matera) nel 1937, è avvocato del Foro di Perugia. Tra le sue proposte c’è quella dell’abolizione delle Regioni e la devoluzione delle loro competenze e prerogative alla Provincia, nel quadro di un progetto di sviluppo politico dell’autonomia locale.

Per la rinascita dell’Umbria, afferma, è necessario il “richiamo dei giovani di buona volontà alle loro scelte vocazionali, per creare professionisti, artigiani, commercianti, agricoltori, allevatori che si sposino, abbiano figli, riempiano l’Umbria e siano di esempio e guida anche ai giovani immigrati i quali, per sopravvivere dignitosamente, dovranno essere preparati alla nostra cultura. E pertanto, stop immediato all’aborto e a tutte le pratiche abortive; via libera agli aiuti alle famiglie; applicazione piena dell’art. 31 della Costituzione”.

La copertura finanziaria di tali provvedimenti dovrà essere ricavata dalla riduzione dei costi della politica, dall’eliminazione delle spese inutili o superflue, di consulenze e uffici per gestire attività fantasma.

CATIUSCIA MARINI “Più fondi a sostegno delle imprese”

La Presidente uscente si avvale del supporto di 4 liste: Pd, “Umbria più uguale – Sinistra, ecologia libertà – La sinistra per l’Umbria”, “Socialisti riformisti – Territori per l’Umbria” e “Iniziativa per l’Umbria civica e popolare”.

La Marini è nata a Todi nel 1967, laureata in Scienze politiche con indirizzo internazionale. Dal 1998 al 2007 è stata sindaco di Todi per due mandati consecutivi. Nel 2007 è stata assunta come dirigente di Legacoop Umbria. Tra il 2008 e il 2009 è stata parlamentare europea. Nel 2010 è stata eletta presidente della Regione.

In tema economico, nel programma di Marini si parla di “700 milioni di euro nei prossimi anni a sostegno delle imprese agricole, industriali, dell’artigianato, del turismo, del commercio e dell’economia sociale”, di “237 milioni di euro di Fondo sociale europeo per favorire: occupazione giovanile, ritorno al lavoro dei disoccupati, riduzione delle povertà e miglioramento delle competenze dei lavoratori e delle persone”.

CLAUDIO RICCI “Case popolari, zero sprechi, sicurezza”

 

Ha sei liste in appoggio: “Ricci presidente”, “Per l’Umbria popolare con Ricci”, “Cambiare in Umbria con Ricci”, “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale – Ricci presidente”, Lega nord e Forza Italia. Ricci è nato a Perugia nel 1964. È ingegnere, e dal 1997 ricopre ruoli amministrativi ad Assisi, di cui è stato sindaco dal 2006 al 2015.

Tra i punti del programma riguardanti l’economia, “realizzare più case popolari assegnandole, con alcuni parametri di priorità, a chi risiede in Umbria da almeno 10 anni e dando prevalenza a famiglie numerose e con disabili”; “risparmiare nei primi 3 anni almeno il 10% (del bilancio disponibile) azzerando gli sprechi per ridurre le tasse regionali”; “l’utilizzo gratuito di internet per tutti e in particolare per imprese e giovani”. Tra gli altri punti del programma: “Priorità alla sicurezza, finanziando di più la legge regionale sulla sicurezza. Sviluppare sistemi di videocamere e centrali di controllo attive 24 ore su 24 e sostenere le associazioni di volontari per la sicurezza (al servizio delle polizie locali)”.

MICHELE VECCHIETTI “Un’alternativa reale, antiliberista, di sinistra”

È appoggiato dalla lista “L’Umbria per un’altra Europa”. Nato a Terni nel 1981, è laureato in Filosofia e ha un master in Cooperazione internazionale. Ha lavorato come operatore sociale e insegnante; attualmente è un precario del pubblico impiego.

Si propone come “un’alternativa reale, antiliberista, democratica e di sinistra, rispetto al consociativismo del centrosinistra e del centrodestra, responsabile della ‘crisi nella crisi’ della nostra regione, e della subalternità alle scelte sciagurate del governo Renzi e dell’Europa delle banche”.

Nel suo programma vi è, tra l’altro, un “piano regionale per il contrasto alla povertà, che preveda la sperimentazione di forme di reddito minimo garantito, per inoccupati e disoccupati non coperti da ammortizzatori sociali”, e un “piano regionale per il lavoro, quale strumento con cui concentrare le risorse disponibili, tanto di provenienza regionale che di natura nazionale e comunitaria”, oltre al “blocco degli sfratti per morosità incolpevole”.

SIMONE DI STEFANO “La Ast va salvata nazionalizzandola”

 

È supportato dalla lista “Sovranità – Prima gli italiani”. Di Stefano, nato a Roma nel 1976, è vice presidente nazionale del movimento politico di destra Casapound. Tra i temi principali del suo programma “sicuramente lavoro e sicurezza. L’Umbria è una regione particolare, perché i suoi problemi sono emblematici di situazioni gravi anche a livello nazionale. Pensiamo alle Acciaierie di Terni, con famiglie intere di operai abbandonate a se stesse per colpa di un Governo asservito alla Ue a alle lobby finanziarie, che intende procedere verso lo smantellamento del comparto siderurgico italiano.

Noi siamo per la nazionalizzazione, per l’intervento pubblico, per una public company partecipata da capitale della Regione perché dobbiamo essere padroni delle Acciaierie e non lasciare che i tedeschi le facciano fallire”. Tra le proposte, lo “stop all’immigrazione. In una nazione che ha il 50% di disoccupazione giovanile, non possiamo accogliere altre persone. Non possiamo destinare quei famosi 35 euro al giorno agli immigrati. Dobbiamo destinare quei fondi alla sicurezza”.

AMATO JOHN DE PAULIS “Ecco come fermare i racket criminali”

 

È appoggiato dalla lista “Alternativa riformista”. De Paulis è nato a Wilmington (Delaware, Usa) nel 1950. Biologo e medico veterinario, ha ricoperto ruoli di vertice e rappresentativi di numerose associazioni di veterinari umbri. Tra i punti più caratterizzanti del programma: “Legalizzazione e auto-coltivazione regolamentata della cannabis nonché legalizzazione, controllo sanitario e tassazione della prostituzione: le uniche vie praticabili per spezzare il crimine organizzato e la violenza associata” e “riconoscimento degli animali d’affezione come membri effettivi del nucleo familiare, tutelando i loro diritti”.

Per quanto riguarda la sanità: “Riduzione del ticket sanitario attraverso l’accorpamento delle due Asl in un’unica struttura regionale” e “costituzione di un unico centro acquisti regionale di farmaci, attrezzature e di materiale sanitario”.

In tema economico punta, tra l’altro, sulla “formazione professionale” e sull’utilizzo delle aree agricole demaniali dismesse anche a favore dell’occupazione giovanile.

AURELIO FABIANI “I due problemi sono lavoro e povertà”

 

Lo sostiene la lista “Casa rossa – Partito comunista e dei lavoratori”. Fabiani è nato a Spoleto nel 1955. Nei suoi interventi ha affermato che “in Umbria, come in tutto l’Occidente, oggi i problemi sono due: il lavoro e la povertà. Questi sono originati da grandi gruppi finanziari che hanno causato la crisi e l’hanno poi scaricata sui Paesi più deboli e sui ceti sociali più deboli.

“Anche in Umbria dobbiamo rispondere in tema di lavoro e di povertà. Una vera forza comunista è fondamentale per questo. Da quando essa manca, non l’Umbria, ma i poveri e i lavoratori dell’Umbria hanno subìto un vero massacro sociale. Ci vuole una svolta politica, e l’unico progetto utile è unire le forze che in Umbria si oppongono a questa Europa capitalista delle banche e delle multinazionali che ci strozzano e ci rubano lavoro”. Fabiani ha posto l’accento anche sul fatto che è necessario destinare risorse per l’occupazione “tagliando consulenze e appalti clientelari, per dirottare il tutto per creare lavoro”.

ANDREA LIBERATI “Lotta senza quartiere alla corruzione”

 

È il candidato della lista del Movimento 5 stelle. Liberati è nato a Terni nel 1976; è giornalista, laureato in Scienze politiche e negli ultimi anni, ricoprendo ruolo di vertice locale di “Italia nostra”, ha sollevato le principali questioni ambientali della Conca ternana (tra le quali le contaminazioni di suolo, aria, acqua e cibo e l’ampliamento della discarica Ast).

Nella campagna elettorale di Liberati è stata centrale la lotta alla corruzione. C’è una “gigantesca questione morale che attanaglia l’Umbria ormai da decenni. Una vera e propria cappa che impedisce lo sviluppo della nostra Regione, preda di interessi privatistici lontani anni luce dal bene comune e dagli interessi dei cittadini”.

Tra i principali punti del programma, “il reddito di cittadinanza regionale: 780 euro al mese per disoccupati, inoccupati e pensioni minime. Sgravi fiscali alle imprese virtuose che producono utilità sociale ed eccellenza nel mondo attraverso il reperimento di risorse da una spending review generale”.

 

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Istruzioni per l’uso https://www.lavoce.it/istruzioni-per-luso/ Fri, 15 May 2015 07:54:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33422 elezioni-regionaliL’Umbria è stata attraversata dalla marcia Perugia-Assisi promossa dal Movimento 5 stelle per sostenere l’avvento del reddito di cittadinanza. Il tema è di rilievo nazionale, ma ha toccato anche la campagna elettorale, anche se i candidati alla presidenza – tranne quello del M5s – hanno dato risposte interlocutorie.

Intanto il candidato del centrodestra, Claudio Ricci, ha presentato il proprio programma, molto snello. Tra i vari progetti ce n’è uno che punta ad azzerare gli sprechi per ridurre le tasse regionali. In pratica, Ricci propone di risparmiare, nei primi tre anni di legislatura, il 10 per cento del bilancio disponibile, quasi 250 milioni di euro, mentre si dice contrario alla trasformazione della E45 in autostrada.

La campagna elettorale si sta intensificando, nonostante non ci sia una grande mobilitazione. Con l’avvicinarsi del traguardo – domenica 31 maggio – si fanno vedere i rappresentanti nazionale dei vari partiti o movimenti. Tutti però sembrano avvertire una certa preoccupazione: il forte rischio dell’astensionismo. L’ultimo dato sull’affluenza alle urne per le regionali umbre – il 65 per cento del 2010 – già mostrava un costante calo della partecipazione rispetto a tutte le altre consultazioni. E stavolta raggiungere quella percentuale pare quasi impossibile.

Un successo con uno scarno consenso non porrebbe l’Umbria vicino all’Europa (nei Paesi con democrazia consolidata non si registra un’alta partecipazione alle urne) ma farebbe subito parlare di vittoria dimezzata. Sarà inoltre la prima volta che l’elettore umbro ci cimenterà con la nuova – e tanto contestata – legge elettorale. Va ricordato che i 707 mila umbri saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Regione tra gli 8 candidati, e i membri dell’assemblea di palazzo Cesaroni (20 e non più 30) tra gli oltre 300 in lizza.

Tra le novità, il fatto che è stata introdotta la doppia preferenza di genere al consigliere della lista che appoggia il candidato presidente. La cosa particolare è che l’elettore potrà scrivere il nome di un solo candidato, oppure di due; ma in tal caso bisognerà indicare una preferenza a favore di un candidato di sesso diverso, altrimenti la seconda preferenza sarà annullata. In sintesi: si potrà votare un uomo o una donna, ma non due donne o due uomini perché la seconda preferenza non sarebbe valida. La nuova legge vieta anche il voto disgiunto, cioè la preferenza a un certo candidato presidente e il voto per una lista e un consigliere di diverso schieramento.

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Elezioni regionali: spulciando tra i nomi… https://www.lavoce.it/elezioni-regionali-spulciando-tra-i-nomi/ Fri, 08 May 2015 11:09:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32948 aula-consiglioCon la presentazione delle 16 liste in appoggio agli 8 candidati alla presidenza regionale, vale la pena di evidenziare alcune particolarità di questa campagna elettorale. E spulciare tra i componenti di qualche lista, e magari alla loro provenienza. Si registra sempre qualche passaggio da un movimento all’altro, ma indubbiamente la lista “Iniziativa per l’Umbria civica e popolare”, d’appoggio alla Marini, annovera tra i fautori personaggi un tempo lontani politicamente. Enrico Sebastiani per dieci anni è stato consigliere regionale d’opposizione al centrosinistra. Ora dice che occorre camminare sul solco del governo Renzi “perché è inammissibile che a livello nazionale si sostenga l’Esecutivo e in Umbria l’opposizione, e un Ricci che raccoglie proteste senza fare proposte. Vogliamo un’Umbria diversa, e riforme radicali dopo la crisi”. Ma tra i registi dell’operazione ci sono anche Maurizio Ronconi e Valentino Valentini, capo di Gabinetto della Marini. La Presidente uscente ha sottolineato che “questa lista vuole favorire e contribuire all’apertura della coalizione a mondi, professioni e persone che si mettono in gioco per il futuro dell’Umbria. Non siamo più il centrosinistra del 2010, che non esiste più, bensì un progetto di governo che si definisce non per le differenze ma per le proposte e il pragmatismo di governo”. La lista pare molto eterogenea, dal presidente del Consiglio comunale di Terni, il comunista Giuseppe Mascio, a Maurizio Hanke che, alcuni anni fa, non divenne per pochi voti sindaco di Spoleto, fino a Massimo Roscini, vecchia gloria del Perugia calcio. Intanto il Movimento 5 stelle si prepara per sabato 9 maggio alla marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza, con Grillo e Casaleggio. La marcia partirà a mezzogiorno dai giardini del Frontone, poi il percorso si snoderà lungo le vie del capoluogo fino a Santa Maria degli Angeli. L’arrivo è previsto intorno alle 18 in viale Patrono d’Italia, nella zona della basilica. Nel centrodestra, tra i vari partiti in appoggio a Ricci, si sono registrati molti movimenti. Nella lista Fratelli d’Italia si presentano tre consiglieri regionali uscenti; ma solo uno proviene da Alleanza nazionale, Andrea Lignani Marchesani, mentre gli altri, Gianluca Cirignoni e Rocco Valentino, erano stati eletti rispettivamente con la Lega nord (con un passaggio in Ncd) e Forza Italia. Per Ricci, “Fratelli d’Italia è determinante per la nostra coalizione, un partito moderno e innovativo” e intanto annuncia la definizione di 20 punti programmatici da sviluppare per la gestione della Regione.

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Elezioni regionali: più liste… che voti https://www.lavoce.it/elezioni-regionali-piu-liste-che-voti/ Thu, 30 Apr 2015 11:25:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32379 Palazzo Donini sede della Giunta della Regione dell’Umbria
Palazzo Donini sede della Giunta della Regione dell’Umbria

La politica stanca. Il cittadino non vorrebbe votare, ma la voglia di candidarsi non accenna a diminuire. Mentre proseguono i sondaggi – anche se appare rilevante il rischio di forte astensionismo -, l’Umbria, a sorpresa, propone, fino a questo momento, 9 candidati alla presidenza della Regione.

È vero che manca ancora il riscontro delle firme necessarie per essere presenti effettivamente sulla scheda elettorale, ma l’eterno desiderio di protagonismo ha vinto un’altra volta. Ricapitoliamo un po’ la situazione.

Si parte da Catiuscia Marini, presidente uscente. La sua coalizione è formata da Pd e Socialisti, mentre in appoggio si stanno definendo la lista civica, un po’ composita, che si chiamerà “Iniziativa per l’Umbria popolare, civica e riformatrice”, e un’altra “Sinistra più uguale”, che comprenderebbe “Sinistra per l’Umbria”, Sel e le civiche del sindaco di Gubbio, Stirati.

Il maggiore avversario della Marini è Claudio Ricci, sindaco di Assisi, candidatosi da più di un anno. È appoggiato dalle liste civiche “Ricci presidente”, “Umbria popolare” (in cui ci sono Ncd e parte dell’Udc), “Cambiare in Umbria” e da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega nord.

È sceso in campo anche Andrea Liberati, il candidato del Movimento 5 stelle, dopo che ha sostituito Laura Alunni, scelta inizialmente ma che poi ha rinunciato. L’ex presidente di “Italia nostra” di Terni ha puntato sulla questione morale. Il massimo dell’attenzione l’avrà probabilmente quando il 9 maggio Beppe Grillo (come annunciato) farà a piedi il tragitto Perugia-Assisi con la sua “Marcia per il reddito di cittadinanza”.

A sinistra si è candidato Michele Vecchietti per “L’altra Umbria” e “Possiamo”. Al suo fianco si schiera anche l’Italia dei valori di Paolo Brutti, rimasta fuori dal centrosinistra. C’è pure Amato John De Paulis con la squadra di “Alternativa riformista”. “Siamo lontani da tutti i partiti”, ha dichiarato. Tra gli altri punti del programma, l’accorpamento delle due Asl.

In lizza anche Giampiero Prugni, imprenditore, con “Italia dei diritti” che vorrebbe interpretare la voglia di cambiamento. Ci sarà bisogno del conforto delle firme, ma a destra c’è grande fermento. Sarebbero due i candidati: Simone Di Stefano e Fulvio Carlo Maiorca. Il primo, di Casapound, con la lista “Sovranità”, mentre l’avvocato perugino Maiorca ha annunciato la sua candidatura a presidente a nome di “Forza nuova”.

All’estrema sinistra si registra la candidatura di Aurelio Fabiani, sostenuto dalla lista “Casa rossa – Partito comunista dei lavoratori” per favorire “la lotta unitaria di tutti gli sfruttati”.

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La Regione vara (o no) le ultime leggi. Tra le polemiche https://www.lavoce.it/la-regione-vara-o-no-le-ultime-leggi-tra-le-polemiche/ Fri, 03 Apr 2015 10:18:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31304 L’aula del consiglio regionale dell’Umbria
L’aula del consiglio regionale dell’Umbria

Ha chiuso i lavori l’assemblea legislativa di palazzo Cesaroni. Con qualche polemica per la mancata approvazione di alcuni atti. Gli ultimi provvedimenti, prima dello scioglimento – per le elezioni fissate al 31 maggio – hanno interessato la disciplina della promozione della qualità nella progettazione architettonica, i danni causati dalla fauna selvatica, la disciplina della navigazione sul lago Trasimeno e le “Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini”.

I primi tre (proposti dalla seconda Commissione) sono stati ammessi e approvati all’unanimità. L’atto “Norme per le politiche di genere” non è stato invece ammesso alla discussione. Ma anche il provvedimento sulle politiche giovanili non era arrivato in aula, per decisione della terza Commissione.

Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Damiano Stufara, ha polemizzato sulla decisione di non portare in aula le proposte di legge sulle politiche di genere e sulle politiche giovanili, che “avrebbero contribuito a innalzare il livello di civiltà dell’Umbria”.

D’altro canto Oliviero Dottorini (Idv) ha sottolineato che “politiche di genere e proposta popolare sulla sanità sono le vittime sacrificali di questa fine legislatura. È grave che il Consiglio abbia rifiutato di affrontarle, venendo meno a impegni assunti da tempo. Oggi arrampicarsi sugli specchi non serve più a nulla”.

Di tutt’altro avviso Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), secondo il quale “dietro la facciata di un sostegno alle nuove generazioni e alla tutela delle donne nei confronti della violenza maschile si voleva solo una celere approvazione di norme subdole, che nel lungo periodo avrebbero prodotto conseguenze devastanti”. Secondo il consigliere, “a margine della manovra di bilancio e prima del termine ultimo per legiferare nella IX legislatura (il 27 marzo alle ore 24) la maggioranza regionale, o parte di essa, ha provato a inserire dei provvedimenti con mere finalità elettorali”.

L’esponente dell’opposizione consiliare ha evidenziato che “le politiche giovanili presenti nel disegno di legge presentato dalla Giunta regionale erano infatti assolutamente paternalistiche, irrispettose della creatività delle nuove generazioni, e creavano una filiera clientelare ‘Regione-associazionismo-fruitore’ dall’evidente sapore elettoralistico.

Mentre la legge sulle relazioni uomo/donna potrebbe essere chiamata più propriamente ‘legge del genere’, un termine di cui si abusa nell’articolato, con lo scopo smaccato di creare confusione tra il termine ‘sesso’ e appunto il termine ‘genere’. In un futuro neanche troppo lontano – ha rilevato Lignani -, differenti associazioni, ispirate ai più svariati gusti sessuali (ognuno corrispondente a un genere) avrebbero potuto rivendicare la quota di loro spettanza indicata da questa norma, che infatti prevede per qualsivoglia incarico regionale (assessori, consiglieri di partecipate, revisori) una parità tra generi”.

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Claudio Ricci, il candidato della “discontinuità” https://www.lavoce.it/claudio-ricci-il-candidato-della-discontinuita/ Fri, 27 Mar 2015 14:17:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31126 Al tavolo da sinistra: Andrea Romizi,  Claudio Ricci, Giorgia Meloni e Emanuele Prisco
Al tavolo da sinistra: Andrea Romizi, Claudio Ricci, Giorgia Meloni e Emanuele Prisco

Il centrodestra fa quadrato attorno al sindaco di Assisi, Claudio Ricci, dopo tanto tempo passato a immaginare soluzioni diverse. Se si eccettua la componente interna a Forza Italia (Pietro Laffranco, il primo sostenitore di Ricci, ma ora in minoranza tra gli azzurri, ha minacciato di presentarsi autonomamente, in mancanza di candidati dell’area vicina a Raffaele Fitto), le varie componenti del centrodestra umbra sembrano puntare tutto su Ricci.

È arrivato il sostegno di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ma anche del sindaco di Perugia, Andrea Romizi. È da Ricci – ha detto Meloni – che “è partita la rivoluzione in Umbria, nella quale diamo sostegno convinto a persone capaci, e in grado di rompere con il sistema. Il cambiamento che Ricci propone parte dalla discontinuità con quello che abbiamo visto in questi anni: il sistema di potere è troppo più attento agli interessi dei pochi che ai diritti dei molti, qualcosa che vediamo anche a livello nazionale. Noi pensiamo che si possa ricostruire, come dimostra l’esperienza di Perugia, partendo da una discontinuità totale”.

Da parte sua Ricci non pare avere dubbi, dato che prevede che “tra due mesi saremo al governo della Regione”, e propone una serie di cambiamenti: “riduzione dell’addizionale Irpef regionale, riorganizzazione delle deleghe (15 distribuite ai 5 assessori), rapporto pubblico-privato più stretto, un’unica agenzia regionale che si occupi di promozione, un treno in grado di collegare Perugia a Milano in tre ore, privatizzazione di almeno il 40 per cento dell’aeroporto e un grande piano per la casa”.

Nel centrodestra alcuni passeranno la mano, come Franco Zaffini e Alfredo De Sio, mentre si ripresenterà Andrea Lignani Marchesani. In lizza anche Marco Squarta.

Sul fronte opposto, il Pd ha fissato i criteri per le candidature. Li ha illustrati il segretario Giacomo Leonelli: rinnovamento per almeno il 70% rispetto all’attuale gruppo consiliare, metà dei candidati donne, figure rappresentative delle due province nonché della “pluralità sociale regionale” e delle “sensibilità politiche nazionali e regionali presenti nel Pd”.

Semaforo rosso per coloro che abbiano fatto parte di esperienze amministrative bocciate dagli elettori, e una sola deroga, sulla quale si dovranno esprimere i diversi livelli territoriali. “Bisogna essere concentrati sul progetto politico – ha detto Leonelli –; non possiamo essere incoerenti e permetterci deficit di credibilità”.

In pratica, le possibilità per alcuni assessore uscenti della giunta Boccali, come Andrea Cernicchi e Lorena Pesaresi, sono state praticamente annullate. E non è servito a nulla che – prima dell’inizio della direzione Pd – gli uomini vicini a Cernicchi, già assessore alla Cultura del Comune di Perugia, abbiano depositato sulla scrivania del segretario regionale Leonelli e di quello comunale, Francesco Giacopetti, oltre 3.200 firme di persone che avrebbero voluto vederlo in lista. Leonelli ha parlato chiaramente: “Il partito non si deve perdere in discussioni su questo o quel dirigente”.

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A chi non piace la legge elettorale https://www.lavoce.it/a-chi-non-piace-la-legge-elettorale/ Fri, 20 Mar 2015 13:53:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31013 elezioni-urna-elettoraleFatta la legge (elettorale), trovato (se non l’inganno) il ricorso. Che è stato presentato a Perugia dal Comitato per la democrazia in Umbria, formato da Radicali, Scelta civica, Alternativa riformista e Sinistra capitalista, al quale si sono uniti anche “L’altra Umbria”, i deputati del M5s e Progetto Terni.

A capo dell’attività per impugnare la nuova legge elettorale umbra, che non tutelerebbe le minoranze, è Felice Besostri, avvocato che insieme ad altri colleghi è riuscito a chiudere con il Porcellum. Naturalmente andrà a finire per le lunghe.

Sulla questione si era espresso, in risposta all’interrogazione urgente della parlamentare di Scelta civica Adriana Galgano, il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, sottolineando che “il Governo non intende impugnare davanti alla Corte costituzionale; ritiene che legge non abbia profili di incostituzionalità e rientri nei parametri di discrezionalità politica ai sensi dell’articolo 122 della Costituzione”, ovvero quello che affida alle regioni la materiale elettorale.

“A ogni forma di governo – ha spiegato il sottosegretario – corrisponde una serie di ipotesi e modelli di legge elettorale, che devono avere una caratteristica fondamentale per essere legittimi: quella di garantire la rappresentanza e la formazione di una maggioranza, e ciò ha importanza nei sistemi presidenziali”.

Le parole di Bressa non sono piaciute alla Galgano. “Il sottosegretario – ha replicato – ha fatto riferimento alla diversa natura delle assemblee regionali e nazionali e, dunque, all’impossibilità di estendere la sentenza della Consulta alle leggi elettorali regionali. Ma il punto da noi sollevato è tutt’altro, e cioè ribadire che gli elettori, siano essi chiamati alle urne per rinnovare i Consigli regionali o il Parlamento, godono degli stessi diritti garantiti dalla Costituzione. Il principio di rappresentatività non può essere sacrificato interamente sull’altare della governabilità”.

Il segretario di Radicali Perugia, Michele Guaitini, ha affermato che “il sottosegretario forse non si è reso conto, o fa finta di non rendersi conto, che la sentenza della Corte costituzionale non solo ha bocciato il Porcellum, ma ha stabilito il principio che tutti i sistemi elettorali di organi elettivi devono rispondere a criteri di ragionevolezza”.

Nel frattempo è giunta l’ufficialità della data del voto, il 31 maggio. Secondo il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Andrea Lignani Marchesani, la data scelta “è troppo a ridosso di uno dei primi ponti ormai estivi, e ciò, unitamente al clima generale di antipolitica che pervade l’Italia, renderà molto probabile una grande astensione dei cittadini chiamati al voto”.

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Regionali: candidati in cerca di consensi https://www.lavoce.it/regionali-candidati-in-cerca-di-consensi/ Fri, 13 Mar 2015 12:02:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30895 Palazzo Donini sede della Regione dell’Umbria
Palazzo Donini sede della Regione dell’Umbria

POLITICA. L’evento #UmbriaVerso organizzato dal partito ad Assisi

Il Pd va a sfidare Ricci nella ‘sua tana’

Se Claudio Ricci sembra stringere attorno a sé le forze del centrodestra, il Pd, in vista delle prossime elezioni (31 maggio), ha celebrato l’evento #UmbriaVerso proprio ad Assisi, dove è sindaco lo stesso Ricci. Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, ha definito questa manifestazione una “giornata davvero straordinaria” ringraziando chi ha animato i tavoli, le oltre 800 persone che si sono registrate e tutti coloro che si sono spesi nella realizzazione dell’evento.

“È impossibile non vedere la voglia di futuro che ha questo Pd Umbria”, ha osservato Leonelli, rilevando che “ai nostri tavoli si sono seduti tanti giovani, tanti rappresentanti del mondo del lavoro, delle professioni, dell’impresa, della società civile, che hanno voluto portare un contributo di esperienza e di idee per aiutarci a migliorare, e hanno testimoniato con la loro presenza che il Pd è l’unico vero interlocutore politico della regione. Era impossibile non vedere quanta unità, quanta passione e quanta voglia di futuro anima il gruppo dirigente, nuovo e giovane, del Partito democratico.

#UmbriaVerso è stato un investimento importante. Ha dimostrato che mettere le idee davanti alle persone è necessario per costruire un progetto credibile di rinnovamento insieme alla comunità regionale, mettendo insieme le esigenze dei cittadini e quelle di chi amministra.

Ora ripartiamo ancora più convinti e più orgogliosamente motivati dalla fiducia che ci è stata accordata. Sarà nostra responsabilità capitalizzare tutta questa energia, interpretare domande e bisogni, mostrarci aperti e coinvolgenti, e tradurre sinergie e impegno in progetti innovativi per una nuova fase di crescita e sviluppo per l’Umbria del futuro”.

Secondo Leonelli, “il centrodestra sta facendo semplicemente un accordo di potere, mettendo insieme tutto e il contrario di tutto senza un minimo di programma comune, senza alcun tema. Semplicemente, invece, noi abbiamo deciso di parlare di temi, partire dai temi e dai contenuti; parliamo di futuro con tutti coloro che vogliono darci una mano”.

La candidata Catiuscia Marini ha parlato di “giornata importante perché ci sono tante persone del Pd, ma anche della società regionale. Sicuramente dobbiamo essere un partito come quello di oggi, che è aperto a un confronto, a raccogliere idee e proposte. L’Umbria che immaginiamo è un’Umbria che torna a essere competitiva da un punto di vista economico e del lavoro.

Per fare questo abbiamo bisogno di selezionare proposte, progetti, idee, ma anche di dare forza a quell’imprenditoria coraggiosa, a quelle imprese che abbiamo chiamato ‘resistenti alla crisi’, che mentre c’era il temporale non si sono riparate con l’ombrello, ma sono andate a cercare luoghi dove c’era il sole”.

 

Ricci raccoglie attorno a sé tre partiti – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia – e tre liste civiche, anche se la presenza dei “padani” crea qualche malumore

Il programma del candidato del centrodestra alla Regione

Alla fine il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, è riuscito nell’impresa di mettere d’accordo, o quasi, le diverse componenti del centrodestra. “Questa è una coalizione per il cambiamento dell’Umbria, quindi raccomando a tutti di vivere tale esperienza non solo per partecipare ma per prepararsi al governo dell’Umbria”, ha detto Ricci presentando così la sua candidatura, nel centrodestra, a presidente della Regione nelle prossime regionali.

Nel corso di una conferenza stampa a Perugia, l’attuale sindaco di Assisi ha ricordato la “grande aggregazione” a suo supporto tra liste civiche e partiti di centrodestra (Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia). Ha quindi affermato che il “cambiamento radicale deve partire dal metodo e dai contenuti”. Per Ricci, la convergenza politica prima di tutto “parte dalla capacità di attrarre risorse, a cominciare dal risparmio come primo elemento, con l’obiettivo di governo che punta quindi a ottenere in tre anni un +10% di risorse in parte corrente”. Gli altri temi evidenziati da Ricci per il programma riguardano “la capacità di internazionalizzare l’Umbria, con il presidente della Regione che dovrà essere un city manager”, e “attrarre le opportunità per la Regione, che vanno dall’innovazione tecnologica alla creazione di un’unica agenzia regionale per la promozione culturale e turistica”. Per arrivare infine “al nodo centrale delle infrastrutture, per realizzare un piano decisivo e determinante”.

Ottenuto il via libera romano, Ricci, in qualità di candidato a presidente della Regione, ha invitato tutti a continuare a fare “esercizio di equilibrio e di reciproca comprensione per raggiungere l’obiettivo”, cioè il governo della Regione Umbria. La sua coalizione sarà composta da tre liste civiche (“Umbria popolare – Area popolare”, “Ricci presidente” e “Per cambiare in Umbria”, anche se quest’ultima è stata messa in attesa per “una riflessione tecnica”, dopo i rilievi degli altri partiti) oltre all’allargamento ai partiti, cioè Forza Italia, Lega nord e Fratelli d’Italia. Da rilevare che, sulla candidatura di Claudio Ricci, Area popolare si è spaccata.

In particolare Maurizio Ronconi ha annunciato le dimissioni da coordinatore regionale dei centristi perché non ha visto di buon occhio l’appoggio dato dalla Lega, partito giudicato incompatibile con i moderati centristi. Gli altri partiti non saranno magari entusiasti di Ricci, ma non hanno trovate alternative credibili. Intanto l’interessato ricorda che “sono ormai 16 mesi che stiamo incontrando la gente in tutto il territorio regionale, e siamo convinti che la politica debba tornare ad accorciare le distanze con le istituzioni”. Secondo il candidato del centrodestra umbro, “la Regione avrà un futuro se riuscirà a far collaborare il pubblico con il privato e con le associazioni”.

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Ci sono 4 candidati https://www.lavoce.it/ci-sono-4-candidati/ Fri, 27 Feb 2015 11:12:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30529 Palazzo Donini sede della giunta regionale dell’Umbria
Palazzo Donini sede della giunta regionale dell’Umbria

Varata la legge elettorale, già arrivano le prime richieste di incostituzionalità. Ma è partito il girotondo delle candidature e delle alleanze. Al momento per le elezioni regionali che si dovrebbero tenere domenica 17 maggio ci sono quattro candidati in pista. Per il centrosinistra si ricandida Catiuscia Marini, sostenuta da Pd, Psi e dalla Sinistra per l’Umbria di Stefano Vinti. Ancora in dubbio l’appoggio di Sel che si dovrebbe decidere a giorni. Verrà sfidata da Claudio Ricci, sindaco di Assisi, che ha lanciato da circa un anno la sua candidatura basata su un progetto civico ma che tenta di attirare il voto moderato. Alcuni partiti di centrodestra lo appoggiano: gli alfaniani di Ncd sono stati i primi a puntare su di lui, l’Udcl lo potrebbe sostenere ma non vuole la Lega Nord di mezzo che, invece, con Matteo Salvini, ha abbracciato già il programma di Ricci. Che conta anche sulla confusione del centrodestra che, a forza di aspettare i vertici romani, ancora non sa che pesci pigliare.

Altra candidata sicura è Laura Alunni del Movimento 5 Stelle, scelta attraverso il meccanismo del voto sul sito di Grillo. Il suo programma pone al centro la scuola e le battaglie per la legalità. Ma la sua candidatura è stata già contestata da una dissidente, Maria Luigia D’Amore e, per questo, ha perfino manifestato la volontà di dimettersi, salvo poi ripensarci. Ultimo in senso cronologico è candidarsi è Amato John de Paulis che, nelle file dei Radicali, si candidò a sindaco di Perugia nel 2009. Ora è sostenuto dall’associazione “Alternativa riformista”, che critica aspramente il Pd ma anche i partiti del centrodestra per l’approvazione della legge elettorale che limiterebbe la democrazia. Questi sono i quattro candidati ufficiali ma, a sinistra, c’è la possibilità di un altro candidato che raccolga l’eredità di Rifondazione, con l’Altra Europa con Tsipras, che non vuole avere nulla a che fare con il Pd. Ma non sarà così semplice trovare un candidato di richiamo.

Nel centrodestra di Forza Italia molti hanno ambizione di candidarsi e non hanno voglia di appoggiare Ricci.

Intanto con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della legge elettorale è già partita la corsa alla raccolta delle firme. Nel frattempo cominciano le schermaglie nei territori per le candidature dei propri rappresentanti. Il Pd di Umbertide, ad esempio, si è schierato a fianco di Manlio Mariotti, consigliere uscente ed ex segretario della Cgil. E nello stesso terreno dovrebbe scendere anche l’ex presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi.

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Regionali: spunta la candidata di M5s mentre Ricci corre “da solo” https://www.lavoce.it/regionali-spunta-la-candidata-di-m5s-mentre-ricci-corre-da-solo/ https://www.lavoce.it/regionali-spunta-la-candidata-di-m5s-mentre-ricci-corre-da-solo/#comments Fri, 06 Feb 2015 18:05:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30223 claudio-ricci-campagna-elettorale-regioneDopo Catiuscia Marini, alla guida del centrosinistra, ora un’altra donna punta a palazzo Donini: è Laura Alunni, candidata alla presidenza della Regione dal Movimento 5 stelle. La scelta è avvenuta attraverso la votazione online degli iscritti. E per il centrodestra? Si aspetta, si tergiversa, e il tempo passa. In sostanza, si attendono le indicazioni da Roma, come al solito. Ma la situazione a lungo andare si sta ingarbugliando un po’.

La candidatura del sindaco di Assisi, Claudio Ricci, non sta entusiasmando l’apparato di Forza Italia. L’opzione delle primarie nel centrodestra si è rivelata sostanzialmente impossibile da portare avanti. Ricci, a capo delle sue tre liste civiche, con il suo movimento “Noi per il cambiamento” invece va avanti. In questo momento in cui non c’è una proposta immediata del centrodestra, il Sindaco di Assisi sta portando avanti la sua campagna elettorale che punta proprio sulla trasversalità per intercettare il maggior numero di voti.

Intanto ha già ottenuto i consensi dei consiglieri regionali Massimo Monni e Massimo Mantovani, vicini ad Angelino Alfano, ma anche dell’ex leghista Gianluca Cirignoni. E prosegue nella sua linea, articolata in incontri pubblici, con il coinvolgimento di amministratori comunali e la volontà di creare 100 Comitati territoriali. Lo stallo del centrodestra sembra favorirlo, perché Ricci comunque rappresenta un candidato moderato e può catturare i voti degli scontenti, anche fuori dal proprio ‘mondo’. È indubbio che il centrodestra, lacerato dalle scelte nazionali, trovi difficile convergere su un nome come quello di Ricci che sembra non voler rispondere – per sua scelta – a decisioni delle Segreterie nazionali (o di quel che ne resta).

Ora un’altra voce a favore si è aggiunta alla candidatura di Ricci: è quella del leader della Lega nord, Matteo Salvini, che avrebbe espresso apertamente il suo appoggio. Che succederà? Le candidature, quando vengono scelte a livello nazionale, rispondono spesso a un ‘gioco a scacchi’ che poco a che fare con la realtà da governare.

I nomi dei candidati del centrodestra, alternativi a Ricci, restano quelli di Raffaele Nevi di Forza Italia e Marco Squarta per Fratelli d’Italia. Altri presunti presidenti durano lo spazio di un mattino. Se il centrodestra virasse un po’ compatto su Ricci, forse, per la prima volta, ci potrebbe essere una sfida, vera, tra destra e sinistra. Resta da vedere se nel centrodestra c’è interesse a provare a vincere.

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