don lorenzo milani Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/don-lorenzo-milani/ Settimanale di informazione regionale Wed, 31 May 2023 10:33:24 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg don lorenzo milani Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/don-lorenzo-milani/ 32 32 Convegno “PasolinAssisi 2023 – E come piante senza radice” https://www.lavoce.it/convegno-pasolinassisi-2023-e-come-piante-senza-radice/ https://www.lavoce.it/convegno-pasolinassisi-2023-e-come-piante-senza-radice/#respond Wed, 31 May 2023 10:30:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71804

“PasolinAssisi 2023 – E come piante senza radice” è il titolo del convegno promosso da Pro Civitate Christiana alla Cittadella di Assisi dal 2 al 4 giugno. L’incontro “prende le mosse dalle provocazioni e dalle denunce con cui Pier Paolo Pasolini e don Lorenzo Milani hanno messo a nudo le storture del sistema educativo”, spiegano gli organizzatori. Che aggiungono: “Nella Lettera a una professoressa don Milani, insieme ai suoi ragazzi, scriverà: ‘La scuola che perde i ragazzi più difficili è una scuola che cura i sani e respinge i malati’. Il loro sguardo – lucido e disincantato – verso la scuola era un grido d’allarme che partiva dall’ultimo banco, anzi da chi non aveva mai avuto il diritto ad un banco”.

PasolinAssisi 2023: gli interrogativi a cui risponderà il convegno

Con l’aiuto di maestri, docenti, scrittori e pedagogisti, al convegno si proverà a rispondere ad una serie di interrogativi: “Cosa ci insegna oggi la pedagogia pasoliniana? Come ha inciso la prassi educativa realizzata da don Milani? Quali i punti di incontro tra i due mondi di Pasolini e Milani? Dove e come i loro sguardi hanno incrociato e visto le stesse ipocrisie di quel diritto proclamato e negato allo stesso momento?”.

Fornire saperi senza formare?

I promotori dell’evento spiegano: “’E come piante senza radice’ è il verso di una poesia di Pasolini che rappresenta questo tempo in cui si crede che basti fornire solo alcuni saperi, offrire informazione senza formazione. Abbiamo chiesto ad alcuni ‘maestri’ di guardare oggi alla scuola e ai sistemi educativi. Quelle denunce sono servite a pensare e fare una scuola diversa? Dobbiamo prenderci cura della memoria personale e altrui, affinché non diventi simulacro, monumento, ma sia viva e vitale. E serva a mettere radici”. Per info e programma: www.cittadella.org]]>

“PasolinAssisi 2023 – E come piante senza radice” è il titolo del convegno promosso da Pro Civitate Christiana alla Cittadella di Assisi dal 2 al 4 giugno. L’incontro “prende le mosse dalle provocazioni e dalle denunce con cui Pier Paolo Pasolini e don Lorenzo Milani hanno messo a nudo le storture del sistema educativo”, spiegano gli organizzatori. Che aggiungono: “Nella Lettera a una professoressa don Milani, insieme ai suoi ragazzi, scriverà: ‘La scuola che perde i ragazzi più difficili è una scuola che cura i sani e respinge i malati’. Il loro sguardo – lucido e disincantato – verso la scuola era un grido d’allarme che partiva dall’ultimo banco, anzi da chi non aveva mai avuto il diritto ad un banco”.

PasolinAssisi 2023: gli interrogativi a cui risponderà il convegno

Con l’aiuto di maestri, docenti, scrittori e pedagogisti, al convegno si proverà a rispondere ad una serie di interrogativi: “Cosa ci insegna oggi la pedagogia pasoliniana? Come ha inciso la prassi educativa realizzata da don Milani? Quali i punti di incontro tra i due mondi di Pasolini e Milani? Dove e come i loro sguardi hanno incrociato e visto le stesse ipocrisie di quel diritto proclamato e negato allo stesso momento?”.

Fornire saperi senza formare?

I promotori dell’evento spiegano: “’E come piante senza radice’ è il verso di una poesia di Pasolini che rappresenta questo tempo in cui si crede che basti fornire solo alcuni saperi, offrire informazione senza formazione. Abbiamo chiesto ad alcuni ‘maestri’ di guardare oggi alla scuola e ai sistemi educativi. Quelle denunce sono servite a pensare e fare una scuola diversa? Dobbiamo prenderci cura della memoria personale e altrui, affinché non diventi simulacro, monumento, ma sia viva e vitale. E serva a mettere radici”. Per info e programma: www.cittadella.org]]>
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Don Lorenzo Milani, la sua scuola un modello vivente https://www.lavoce.it/don-lorenzo-milani-la-sua-scuola-un-modello-vivente/ https://www.lavoce.it/don-lorenzo-milani-la-sua-scuola-un-modello-vivente/#respond Tue, 30 May 2023 21:00:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71788

di Erica Cassetta *

La figura di don Lorenzo Milani, la sua vita e la sua azione di sacerdote e di maestro, hanno attraversato in modo carsico la nostra storia. I suoi scritti “pastorali” ed educativi non hanno mai smesso di interrogare non solo i docenti più avveduti, ma anche quelle istituzioni religiose e scolastiche che lo hanno apertamente avversato. Nel primo caso è di capitale importanza il finanziamento a Barbiana da parte di Papa Paolo VI, nei giorni dell’invito all’ "escardinazione” da parte del vescovo di Firenze, Florit.

2017, l'anno della riabilitazione per don Lorenzo Milani

Il 2017 è l’anno della riabilitazione piena di don Milani da parte delle autorità religiose con Papa Francesco che visita Barbiana, prega sulla tomba di don Milani e riconosce apertamente l’errore della curia fiorentina, nello stesso tempo il Ministero dell’Istruzione dà vita ad un Convegno nel quale riconosce la sua figura di grande educatore, ne parla come di un “ispiratore”, di un “grande illuminato educatore”.

Don Lorenzo Milani non è né comunista, né marxista

Don Milani non è comunista, né marxista, non auspica nessuna rivoluzione sociale o economica; stringe relazioni ed alleanze con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che possano aiutarlo nella sua missione di accompagnare i poveri in un percorso reale di emancipazione e giustizia. Da grande educatore sa leggere il contesto nel quale è stato esiliato ed utilizza quegli strumenti didattici, quei metodi che gli possono permettere di raggiungere il suo fine. Oggi in una dimensione di individualismo dominante il suo insegnamento è certamente di grande attualità.

La scuola di don Lorenzo Milani era inclusiva

La scuola di don Milani è inclusiva, non discriminante, è contemporanea: si leggono i giornali e ci si interessa del mondo. E' una scuola cooperativa: si studia intorno ad un unico tavolo ed i più grandi insegnano ai più piccoli; valorizza i talenti e le inclinazioni di ciascuno, è una scuola non meritocratica e che non boccia. La scuola di don Milani porta il mondo dentro la scuola e si apre al mondo.

La scuola di oggi

La scuola italiana di oggi non è sicuramente più quella degli anni ’60 e la sua trasformazione ha risentito del dibattito in sede EU e dell’accoglimento di esperienze e modelli della nostra tradizione e di quella internazionale. I temi ed azioni sviluppati sulle Competenze, Valutazione, Orientamento, Continuità…, i Progetti di singole scuole o di scuole in rete, i nuovi approcci didattici, le nuove metodologie, sono esempi di innovazione condivisibili, ma che non hanno trovato una sistemazione organica, strutturale.

Questa scuola sembra essere “una scuola senz’anima”! Se don Milani fosse vissuto ai nostri giorni, da questa scuola sarebbe partito ed il suo spirito critico si sarebbe esercitato su una scuola di massa, si sarebbe preso cura dei giovani di oggi, degli insegnanti e i genitori del presente. Per don Milani la lingua era l’elemento fondamentale per essere e diventare cittadini, in un paese in cui la maggioranza della popolazione era sostanzialmente analfabeta. Dopo il Covid 19 e nella crisi valoriale e sociale attuale quali sono gli analfabetismi attuali?

I nuovi strumenti di comunicazione

I nuovi strumenti di comunicazione cambiano e si affermano con una rapidità che li rende velocemente superati. Il linguaggio dei social è oggi la lingua che fa uguali?! I docenti devono saperli far usare criticamente, insegnando ai ragazzi a saper selezionare le informazioni, distinguendo quelle vere dalle false.

L'importanza della relazione umana ed educativa

Servono la stabilità del personale e la formazione obbligatoria da contratto durante tutto il percorso professionale. Gli studenti hanno anche bisogno di sentirsi “amati, accompagnati, guidati”. Il nucleo centrale è “la relazione” umana prima, educativa dopo. La scuola anaffettiva non ha prodotto risultati positivi in questi anni. L’affetto schietto ed autorevole (proprio di Don Milani) nel rapporto insegnante-docente è importante per consentire la disponibilità ad imparare. In un momento in cui la denatalità sta riducendo drasticamente le nostre classi, si dovrebbe intervenire sull’attuale legislazione. Classi di 15 alunni sono la dimensione ottimale per personalizzare la relazione docente-alunno e l’istaurarsi della dimensione affettiva.

* Segretaria regionale Cisl Scuola Umbria Componente Comitato nazionale celebrazioni centenario della nascita di Don Milani (1923-2023)

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di Erica Cassetta *

La figura di don Lorenzo Milani, la sua vita e la sua azione di sacerdote e di maestro, hanno attraversato in modo carsico la nostra storia. I suoi scritti “pastorali” ed educativi non hanno mai smesso di interrogare non solo i docenti più avveduti, ma anche quelle istituzioni religiose e scolastiche che lo hanno apertamente avversato. Nel primo caso è di capitale importanza il finanziamento a Barbiana da parte di Papa Paolo VI, nei giorni dell’invito all’ "escardinazione” da parte del vescovo di Firenze, Florit.

2017, l'anno della riabilitazione per don Lorenzo Milani

Il 2017 è l’anno della riabilitazione piena di don Milani da parte delle autorità religiose con Papa Francesco che visita Barbiana, prega sulla tomba di don Milani e riconosce apertamente l’errore della curia fiorentina, nello stesso tempo il Ministero dell’Istruzione dà vita ad un Convegno nel quale riconosce la sua figura di grande educatore, ne parla come di un “ispiratore”, di un “grande illuminato educatore”.

Don Lorenzo Milani non è né comunista, né marxista

Don Milani non è comunista, né marxista, non auspica nessuna rivoluzione sociale o economica; stringe relazioni ed alleanze con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che possano aiutarlo nella sua missione di accompagnare i poveri in un percorso reale di emancipazione e giustizia. Da grande educatore sa leggere il contesto nel quale è stato esiliato ed utilizza quegli strumenti didattici, quei metodi che gli possono permettere di raggiungere il suo fine. Oggi in una dimensione di individualismo dominante il suo insegnamento è certamente di grande attualità.

La scuola di don Lorenzo Milani era inclusiva

La scuola di don Milani è inclusiva, non discriminante, è contemporanea: si leggono i giornali e ci si interessa del mondo. E' una scuola cooperativa: si studia intorno ad un unico tavolo ed i più grandi insegnano ai più piccoli; valorizza i talenti e le inclinazioni di ciascuno, è una scuola non meritocratica e che non boccia. La scuola di don Milani porta il mondo dentro la scuola e si apre al mondo.

La scuola di oggi

La scuola italiana di oggi non è sicuramente più quella degli anni ’60 e la sua trasformazione ha risentito del dibattito in sede EU e dell’accoglimento di esperienze e modelli della nostra tradizione e di quella internazionale. I temi ed azioni sviluppati sulle Competenze, Valutazione, Orientamento, Continuità…, i Progetti di singole scuole o di scuole in rete, i nuovi approcci didattici, le nuove metodologie, sono esempi di innovazione condivisibili, ma che non hanno trovato una sistemazione organica, strutturale.

Questa scuola sembra essere “una scuola senz’anima”! Se don Milani fosse vissuto ai nostri giorni, da questa scuola sarebbe partito ed il suo spirito critico si sarebbe esercitato su una scuola di massa, si sarebbe preso cura dei giovani di oggi, degli insegnanti e i genitori del presente. Per don Milani la lingua era l’elemento fondamentale per essere e diventare cittadini, in un paese in cui la maggioranza della popolazione era sostanzialmente analfabeta. Dopo il Covid 19 e nella crisi valoriale e sociale attuale quali sono gli analfabetismi attuali?

I nuovi strumenti di comunicazione

I nuovi strumenti di comunicazione cambiano e si affermano con una rapidità che li rende velocemente superati. Il linguaggio dei social è oggi la lingua che fa uguali?! I docenti devono saperli far usare criticamente, insegnando ai ragazzi a saper selezionare le informazioni, distinguendo quelle vere dalle false.

L'importanza della relazione umana ed educativa

Servono la stabilità del personale e la formazione obbligatoria da contratto durante tutto il percorso professionale. Gli studenti hanno anche bisogno di sentirsi “amati, accompagnati, guidati”. Il nucleo centrale è “la relazione” umana prima, educativa dopo. La scuola anaffettiva non ha prodotto risultati positivi in questi anni. L’affetto schietto ed autorevole (proprio di Don Milani) nel rapporto insegnante-docente è importante per consentire la disponibilità ad imparare. In un momento in cui la denatalità sta riducendo drasticamente le nostre classi, si dovrebbe intervenire sull’attuale legislazione. Classi di 15 alunni sono la dimensione ottimale per personalizzare la relazione docente-alunno e l’istaurarsi della dimensione affettiva.

* Segretaria regionale Cisl Scuola Umbria Componente Comitato nazionale celebrazioni centenario della nascita di Don Milani (1923-2023)

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L’eredità di don Milani in un convegno a Tavernelle https://www.lavoce.it/leredita-di-don-milani-in-un-convegno-a-tavernelle/ https://www.lavoce.it/leredita-di-don-milani-in-un-convegno-a-tavernelle/#respond Mon, 29 May 2023 13:58:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71769 convegno don milani

Don Milani profetico e visionario, è stato l'argomento al centro di un convegno nazionale che si è svolto giovedì 25 maggio a Tavernelle. Alle radici della memoria - Testimonianza e attualità dell’esperienza della Scuola di Barbiana, il titolo dell'incontro promosso dall’Istituto Comprensivo Panicale Piegaro Paciano, in virtù dell’adesione alla Rete Nazionale Scuola di Barbiana 2040. Ad oltre cinquanta anni di distanza dall'esperienza, basata su una totale integrazione tra scuola e vita, vengono percepiti quanto mai attuali. Ospite d’eccezione dell’incontro, a cui hanno portato il proprio contributo esperti della didattica ispirata al modello di Barbiana, Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e co-autore della sua opera più significativa, Lettera a una professoressa.

La testimonianza dell'ex allievo

"Lo sguardo di don Milani sui propri allievi -ha spiegato- non era cieco alle differenze, ma il suo obiettivo era di costruire una equipe. Infatti, faceva in modo che i propri ragazzi non ricevessero solo nozioni, ma acquisissero strumenti. Diceva che un buon educatore, sa dove sta di casa la cultura, del resto fare pedagogia significa accompagnare l’allievo nei luoghi del sapere. E per don Milani, i luoghi del sapere non erano i libri di testo". Martinelli ha, quindi, illustrato a fondo l’esperienza educativa della Scuola di Barbiana, basata sulla ricerca della verità e sulla condivisione delle tante opinioni, per arrivare insieme ad una verità comune.

Partire dalla scrittura collettiva per capire don Milani

"Se vogliamo capire don Milani -ha precisato l'ex allievo- dobbiamo partire dalla scrittura collettiva, la ricerca-azione che faceva fare per cercare e raggiungere la verità. La scrittura collettiva come palestra di democrazia. E per lui la Costituzione, di fatto, è la prima scrittura collettiva. I padri costituenti, ci diceva il priore, avevano dovuto rinunciare ciascuno a parte delle proprie ideologie per trovare una verità comune. Scrivere insieme non significa creare un collage che rispetta le idee di tutti, ma significa mescolare fino in fondo ciò che pensiamo, con la stessa volontà dei padri costituenti che hanno creato quel capolavoro che è la nostra Costituzione".]]>
convegno don milani

Don Milani profetico e visionario, è stato l'argomento al centro di un convegno nazionale che si è svolto giovedì 25 maggio a Tavernelle. Alle radici della memoria - Testimonianza e attualità dell’esperienza della Scuola di Barbiana, il titolo dell'incontro promosso dall’Istituto Comprensivo Panicale Piegaro Paciano, in virtù dell’adesione alla Rete Nazionale Scuola di Barbiana 2040. Ad oltre cinquanta anni di distanza dall'esperienza, basata su una totale integrazione tra scuola e vita, vengono percepiti quanto mai attuali. Ospite d’eccezione dell’incontro, a cui hanno portato il proprio contributo esperti della didattica ispirata al modello di Barbiana, Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e co-autore della sua opera più significativa, Lettera a una professoressa.

La testimonianza dell'ex allievo

"Lo sguardo di don Milani sui propri allievi -ha spiegato- non era cieco alle differenze, ma il suo obiettivo era di costruire una equipe. Infatti, faceva in modo che i propri ragazzi non ricevessero solo nozioni, ma acquisissero strumenti. Diceva che un buon educatore, sa dove sta di casa la cultura, del resto fare pedagogia significa accompagnare l’allievo nei luoghi del sapere. E per don Milani, i luoghi del sapere non erano i libri di testo". Martinelli ha, quindi, illustrato a fondo l’esperienza educativa della Scuola di Barbiana, basata sulla ricerca della verità e sulla condivisione delle tante opinioni, per arrivare insieme ad una verità comune.

Partire dalla scrittura collettiva per capire don Milani

"Se vogliamo capire don Milani -ha precisato l'ex allievo- dobbiamo partire dalla scrittura collettiva, la ricerca-azione che faceva fare per cercare e raggiungere la verità. La scrittura collettiva come palestra di democrazia. E per lui la Costituzione, di fatto, è la prima scrittura collettiva. I padri costituenti, ci diceva il priore, avevano dovuto rinunciare ciascuno a parte delle proprie ideologie per trovare una verità comune. Scrivere insieme non significa creare un collage che rispetta le idee di tutti, ma significa mescolare fino in fondo ciò che pensiamo, con la stessa volontà dei padri costituenti che hanno creato quel capolavoro che è la nostra Costituzione".]]>
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