Don Guanella Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/don-guanella/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:51:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Don Guanella Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/don-guanella/ 32 32 Don Guanella. L’attualità del suo carisma, le urgenze dell’oggi https://www.lavoce.it/don-guanella-lattualita-del-suo-carisma-le-urgenze-delloggi/ Fri, 24 Apr 2015 13:06:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31822 don-guanellaC’erano tanti festoni colorati al centro di riabilitazione “Sereni” dell’Opera Don Guanella di Montebello, che lunedì e martedì scorso ha ospitato l’urna del “santo della carità”.

In un clima di festa, i “ragazzi” (così vengono chiamati gli ospiti dell’istituto, indipendentemente dalla loro età) hanno partecipato sorridenti ai momenti di preghiera davanti alle spoglie di san Luigi Guanella. “Perché – dice a La Voce don Matteo Rinaldi, direttore del Centro Sereni – la nostra è una grande famiglia, e san Luigi è il nostro capofamiglia venuto a trovarci”.

Una “visita” avvenuta per il primo centenario della morte del fondatore dell’Opera Don Guanella, con il pellegrinaggio delle sue spoglie nelle realtà ecclesiali guanelliane del Centro-Sud Italia, in corso dal 16 aprile al 1° giugno.

L’evento – spiega don Matteo – vuole solennizzare questa ricorrenza, ma anche far conoscere, a credenti e non credenti, il carisma del Santo e il valore sociale della sua opera.

“Un carisma – prosegue – che aveva trascinato un gruppo di persone attorno a lui, ma che è ancora vivo e che trascina anche noi, sacerdoti, suore e volontari cooperatori guanelliani, convinti dell’attualità e forza del suo messaggio. La presenza delle sue spoglie ci rende tutti più vivi e forti. Il sentirlo vicino a noi, come il nostro capofamiglia, ravviva la nostra fede in Dio e nella Sua provvidenza”.

Don Matteo ricorda inoltre che ai tempi di don Guanella non c’era lo stato sociale, quindi “lui si prodigava per assistere e aiutare poveri e malati non solo per filantropia ma perché in loro vedeva il volto di Dio. Il suo è un messaggio sempre attuale, anche se con il tempo la società ha preso maggiore coscienza della necessità di non abbandonare chi ha bisogno. Ma c’è sempre tanto da fare per la sussidiarietà nel campo della assistenza. L’epoca tecnologica infatti non ha cancellato i poveri, anzi! Anche Papa Francesco ha denunciato questa mentalità dello scarto per cui chi non produce sottrae risorse, ed è dunque da scartare… come i nostri ‘ragazzi’ con le loro disabilità cognitive gravi”.

Questo pellegrinaggio dell’urna con le spoglie del fondatore dell’Opera Don Guanella, proclamato santo nel 2011, deve servire anche – secondo don Matteo – “a farlo conoscere meglio e renderlo più vicino al nostro territorio. A fare sapere che c’è un’istituzione come la nostra, che ha bisogno dell’aiuto di tutti: non solo dei rappresentanti degli enti locali, venuti in questi giorni a onorare le sue spoglie, ma anche del sostegno della gente comune”.

Nella conversazione con La Voce, il direttore del Centro Sereni lo sottolinea più volte: “Ci sentiamo troppo soli. C’è bisogno di maggiore attenzione alla nostra realtà, ai nostri problemi”.

Un’ultima domanda: come avrebbe affrontato don Guanella, oggi, questi problemi? La risposta di don Matteo: “Con la fede nella Provvidenza, lui ha superato tante difficoltà, seppure con qualche fallimento. Ma anche la Provvidenza ha bisogno di sussidi, risorse, e cammina con la previdenza”.

 

IL CENTRO SERENI DI PERUGIA

Il Centro “Sereni”, che assiste disabili di sesso maschile con disturbi cognitivi, è la sola presenza dell’Opera Don Guanella in Umbria. Una storia che comincia nel 1946 nelle campagne di Marsciano per la generosità dei coniugi Sereni, i quali donarono la loro villa di famiglia e l’ampia tenuta agricola di Sant’Elena. Con il ricavato della vendita di alcuni di questi terreni fu acquistato poi il terreno vicino a Perugia, dove nel 1959 fu inaugurato l’attuale Centro: una struttura socio-riabilitativa ed educativa che oggi accoglie in trattamento residenziale 60 persone, più altre 15 in trattamento semi-residenziale.

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Giunta l’urna con le spoglie di san Luigi Guanella https://www.lavoce.it/giunta-lurna-con-le-spoglie-di-san-luigi-guanella/ Wed, 22 Apr 2015 15:25:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31676 don-guanellaPoco prima di mezzogiorno del 20 aprile ha varcato il cancello d’ingresso del grande parco dell’“Opera Don Guanella – Centro Sereni” in Montebello di Perugia, l’urna con le spoglie di san Luigi Guanella proveniente da Firenze, in “pellegrinaggio” lungo la Penisola dal 16 aprile al 1 giugno 2015, nell’anno del centenario della morte del Santo “Servo della Carità”.

Un’atmosfera di festa avvolgeva il “Don Guanella” di Perugia con i suoi tanti visi gioiosi di ospiti, familiari, operatori e volontari e commuoveva soprattutto la tenerezza di quei volti il cui sguardo era “rapito” da chissà quale “pensiero”. Si tratta di persone affette da patologie riconducibili alla base genetica e alle encefalopatie da sofferenza perinatale con o senza epilessia; persone considerate gli “scarti della società”, come ha denunciato, il 4 ottobre 2013, papa Francesco nello storico e commovente incontro con i ragazzi dell’Istituto Serafico di Assisi. Per tutte queste persone, per i familiari, per coloro che si prendono amorevolmente cura di loro a livello socio-assistenziale e sanitario (operatori e volontari), per i Servi della Carità, la Congregazione religiosa maschile fondata da don Luigi Guanella, e per tutti i Cooperatori laici, la presenza delle spoglie del Santo fondatore nell’“Opera Guanelliana” perugina è segno di speranza e di forte richiamo all’insegnamento dello stesso don Luigi Guanella; un esempio di santità vissuta al servizio degli “ultimi”, sempre attuale dopo un secolo dalla sua morte nell’incarnare e nel richiamare il gesto compiuto dal Buon Samaritano.

Ad accogliere le spoglie del Santo, oltre alla folta “Famiglia Guanelliana” perugina guidata da don Mario Cogliati e don Matteo Rinaldi, rispettivamente superiore e direttore dell’“Opera-Centro Sereni”, c’era il parroco di Montebello don Raffaele Zampella e l’abate benedettino Giustino Farnedi. Quest’ultimo, che rappresentava l’Archidiocesi, ha sottolineato come “la venerazione e l’amore per i Santi è una caratteristica della nostra epoca, soprattutto dei Santi della Carità. Don Guanella, prete di Como, ha conosciuto san Giovanni Bosco, da cui ha avuto l’impulso a iniziare la sua opera di carità, conosciuta come ‘Opera Don Guanella’, oggi diffusa in tutto il mondo per l’accoglienza ai disabili affetti da gravi patologie e ai più poveri ed emarginati”.

Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti presiederà nel pomeriggio la S. Messa nella chiesa interna all’“Opera Don Guanella – Centro Sereni”, dove è stata collocata l’urna con le spoglie del Santo per permettere ai fedeli di raccogliersi in preghiera.

Martedì pomeriggio 21 aprile (ore 18.45), l’urna giungerà nella chiesa dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia”, dove si terrà la veglia di preghiera con giovani, malati e familiari, operatori sanitari e volontari. La veglia, che ha per titolo il passo del Vangelo di Luca “Va’ la tua fede ti ha salvato”, sarà presieduta dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti e vedrà anche alcune testimonianze significative di vita sull’esempio del “Servo della Carità” san Luigi Guanella.

 

Il cardinale Gualtiero Bassetti in visita all’“Opera Don Guanella – Centro Sereni” in occasione dell’arrivo delle spoglie del Santo fondatore.

Il porporato: “la santità di Luigi Guanella è concreta, non fatta di discorsi, ma di opere di misericordia. Oggi più che mai occorre prenderla d’esempio”.

Era gremita di fedeli e di membri della grande “Famiglia Guanelliana” di Perugia (ospiti, familiari, educatori, operatori socio-sanitari, religiosi e cooperatori laici) la chiesa dell’“Opera Don Guanella – Centro Sereni”, dove il cardinale Gualtiero Bassetti, nel pomeriggio, ha presieduto la celebrazione eucaristica dinanzi all’urna con le spoglie di san Luigi Guanella giunta da Firenze. Erano presenti alla celebrazione anche i rappresentanti delle massime Istituzioni civili del capoluogo umbro, che al termine hanno portato il loro saluto.

Il cardinale Bassetti, nell’omelia, si è soffermato su alcuni aspetti salienti della vita di san Luigi Guanella (1842-1915), vissuto 73 anni, “una vita spesa interamente per i poveri, gli ultimi e i bisognosi. Un uomo che si è sempre interessato di temi sociali, un uomo di cultura con una intelligenza vivissima e dal cuore grande – ha evidenziato il porporato -. Era molto umile e diceva: ‘È Dio che fa’. La sua è una santità concreta, non fatta di discorsi, ma di opere di misericordia. Oggi più che mai occorre prenderla d’esempio. Egli voleva portare a tutti ‘pane e Signore’. È il Santo della Provvidenza! E non si è limitato a predicare il Vangelo, le sue mani erano sempre all’opera. È stato anche, sulla scia di Don bosco, un grande educatore. La sua opera continua oggi nei Servi della Carità (alcuni di questi sacerdoti animano la Comunità Guanelliana perugina, n.d.r.) e nelle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, le due congregazioni religiose da lui fondate. Don Guanella, le cui reliquie sono davanti a noi, non solo va venerato, ma imitato nel mettere in pratica il suo insegnamento che è un richiamo all’‘Inno alla Carità’ di san Paolo”. Il porporato, rivolgendosi ai “ragazzi perugini di Don Guanella”, i 75 accolti ed assistiti dall’“Opera Don Guanella – Centro Sereni”, ha detto loro: “chiedo a san Luigi di continuare a vigilare su di voi, di proteggervi e di proteggere anche la nostra città di Perugia e la nostra Umbria che ne hanno tanto bisogno”.

Il cardinale ha voluto anche lasciare un suo breve scritto all’“Opera Don Guanella” in ricordo dell’arrivo a Perugia delle reliquie del Santo fondatore: “Col cuore colmo di gioia e di gratitudine al Signore, per le sorprese che ci riserva attraverso quel miracolo che sono i santi, ringrazio la Sua Provvidenza per averci concesso di poter venerare l’urna e le reliquie di san Luigi Guanella. Egli fu padre dei poveri, dei piccoli e degli ‘scarti’, come direbbe il nostro papa Francesco, e manifestò a una società abbandonata e sofferente la tenerezza dell’amore misericordioso di Dio”.

 

Le esperienze significative di due laici attratti dal carisma di san Luigi Guanella nella professione e nell’opera volontaria accanto agli ospiti del “Centro Sereni”.

Tra gli interventi al termine della S. Messa anche quelli di Maria Mastrone, coordinatrice dell’“Opera Don Guanella – Centro Sereni”, che è intervenuta a nome della comunità educativa, e di Martino Sumerano, presidente dei Cooperatori Guanelliani del Centro-Sud Italia con sede in Perugia.

Maria Mastrone, che da trenta anni svolge la sua attività professionale al “Don Guanella”, ha parlato della sua esperienza formatasi attraverso il carisma del Santo fondatore, “che amava dire ai suoi collaboratori: ‘fin quando ci sono poveri da soccorrere non ci si può fermare’”. Così è anche per Maria e tutti gli educatori e operatori che coordina. “Veniamo al mattino, incontriamo i nostri ragazzi, li svegliamo, li laviamo, organizziamo le attività, le terapie, definiamo il progetto educativo e riabilitativo per ciascuno di loro, puliamo, cuciniamo, corriamo e tant’altro… Ma soprattutto li guardiamo, li prendiamo per mano, ci sorridiamo, viviamo momenti di fatica e di gioia follia, come con i nostri figli quando sono piccoli. E ritroviamo così il sorriso e la ragione per cui ancora siamo qui e non riusciamo a immaginare la nostra vita professionale altrove. Per tutto questo noi ci sentiamo risorsa morale e culturale per il nostro territorio, nonché risorsa economica per l’importante numero di persone qui impiegate. E ci sentiamo ‘pietre vive’ nella Chiesa, perché qui, come ha detto qualcuno, tutto è possibile, è possibile che anche i più piccoli, gli emarginati, vivano il loro sogno di vita, siano riconosciuti in pienezza nella loro dignità di figli di Dio, nella loro dignità di persone”.

Martino Sumerano, nel portare il suo personale saluto e quello dei sette Cooperatori Guanelliani di Perugia e dei circa 200 del Centro-Sud Italia, ha presentato brevemente il loro impegno. “I cooperatori, organizzati in associazione – ha spiegato Sumerano -, crescono nell’attenzione e nell’accoglienza delle persone in difficoltà e si impegnano nel vivere una vita autenticamente cristiana nella famiglia naturale e nel proprio lavoro. Io, per esempio, sono sposato, ho due figlie e lavoro in una pubblica amministrazione e anche mia moglie è cooperatrice e lavora con una cooperativa sociale e alle nostre figlie piace definirsi ‘piccole cooperatrici’. A Perugia, attivando la fantasia della carità, che aiuta a promuovere iniziative e attività umane, sociali e religiose, i Cooperatori collaborano con la comunità educativa dell’‘Opera Don Guanella – Centro Sereni’ e si stanno attivando per promuovere iniziative anche nel territorio. Un esempio è il progetto dal titolo ‘Il pianoforte della carità’, attraverso il quale la musica vuole essere strumento di aggregazione tra i ragazzi e chi dal di fuori della nostra ‘Opera’ accoglie il nostro invite”.

Nelle prime 24 ore di presenza a Perugia delle spoglie di san Luigi Guanella, numerosi sono stati i fedeli che si sono recati al “Don Guanella” per raccogliersi in preghiera dinanzi all’urna che le racchiude. Questa mattina (21 aprile) anche la visita di due Scuole dell’Infanzia, quelle dell’“Opera Pia San Martino” e “Gesù Redentore”. “Più di cento bambini hanno incontrato san Luigi Guanella – commenta Martino Sumerano -, erano preparatissimi, sapevano tutto. Le insegnanti gli avevano parlato già di lui e stamattina hanno vissuto questo incontro scoprendo l’episodio del vecchietto e le caramelle. Dopo la preghiera intorno all’urna animata da don Umberto Brugnoni e don Mario Cogliati, si sono ritrovati sul piazzale da dove ciascun bambino ha lanciato in cielo un palloncino con una frase di Don Guanella. Tanti palloncini, tante frasi che volando su Perugia e dintorni cadranno chissà dove e raggiungendo chissà chi con l’augurio che portino spunti per vivere una vita cristiana più autentica e che miri alla santità”.

 

Le spoglie di san Luigi Guanella nella chiesa dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia”. Una partecipata veglia di preghiera guidata dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti.

Per tutta la notte fedeli in raccoglimento fino alla partenza dell’urna del Santo per il Santuario di Loreto avvenuta poco dopo le ore 8 di stamani, mercoledì 22 aprile.

Malati e loro familiari, operatori sanitari, volontari Caritas, Croce Rossa, Misericordia, Unitalsi, giovani ed anziani, dal tardo pomeriggio di martedì 21 a poco dopo le ore 8 del 22 aprile, si sono raccolti in preghiera dinanzi all’urna con le spoglie di san Luigi Guanella collocata davanti all’altare della chiesa dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia. L’urna è giunta nel capoluogo umbro il 20 aprile, presso l’“Opera Don Guanella – Centro Sereni”, in occasione dell’anno del centenario della morte del Santo “Servo della Carità”, che dallo scorso 16 aprile al prossimo 1 giugno percorrerà gran parte della Penisola. Dopo Perugia ha raggiunto, sempre nella giornata del 22 aprile, il Santuario di Loreto accompagnata da una rappresentanza dei Cooperatori Guanelliani perugini. Questi, insieme ai Servi della Carità, i religiosi della Congregazione di san Luigi Guanella, hanno voluto fortemente la “sosta” del loro Santo fondatore nell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia”, dove si è tenuta la veglia di preghiera con alcune significative testimonianze di giovani affascinati dal carisma di questo Santo della Carità, coinvolgendo nell’iniziativa l’Ufficio diocesano per la pastorale della sanità e diverse associazione di volontariato.

A guidare la veglia, che ha visto la partecipazione di 200 fedeli, è stato il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti. “E’ molto significativo che le reliquie di san Luigi Guanella – ha commentato il presule – siano arrivate in questo luogo di cura a un anno dalla Visita pastorale del cardinale Gualtiero Bassetti, la quale ha evidenziato, accanto alla qualità del servizio sanitario e all’impegno di tanti operatori professionali e volontari, il crescente bisogno di un orizzonte di senso di fronte alla realtà drammatica della sofferenza e della morte. La fede di Don Guanella, il suo abbandono alla Provvidenza, la capacità di stare vicino a chi soffre, sono dono prezioso per i malati, per i familiari e per quanti si prendono cura di loro”.

Il dott. Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della sanità, ha ricordato che “san Luigi Guanella è stato un santo che si è speso nella carità agli ultimi. Riuscire a portare le sue reliquie nel luogo di cura e sofferenza più importante della nostra regione, chiamando giovani e malati ad una veglia di preghiera, significa per la Chiesa locale farsi particolarmente vicino al mondo del dolore, portare un po’ di sollievo e speranza ai tanti malati anche gravi curati in questo luogo, ai loro familiari e agli operatori. Per loro è stata occasione di fare per tutta la notte una sosta in preghiera di fronte alle reliquie di un Santo, che nella vita si è fatto sempre carico dei sofferenti”.

 

Le testimonianze durante la veglia di preghiera.

Ad animare e a rendere più coinvolgente e toccante la veglia di preghiera sono state alcune testimonianze di vita e di fede, come quella di Elena, poco più che trentenne e in carrozzina fin dalla nascita, a causa di una grave sofferenza celebrale verificatasi durante il parto, con una incoordinazione nei movimenti e un’importante disartria nella comunicazione. Ha raccontato la sua storia e quella della sua famiglia credente e praticante, che l’ha educata ai valori cristiani e ad andare in chiesa la domenica. “Nel periodo adolescenziale, però, cominciarono le ‘crisi’ – ha detto Elena -, perché non accettavo la mia condizione che era molto diversa da quella dei miei coetanei. Per questo ero tanto arrabbiata con Dio, in quanto ritenevo lui responsabile della mia situazione. All’età di venti anni i miei genitori mi hanno portato all’Istituto Serafico per un ciclo di terapie ambulatoriali, incontrando numerosi ragazzi con disabilità molto più grave della mia. Nei loro volti ho visto un Gesù totalmente diverso da come me lo immaginavo prima. Ho capito che il Signore è più vicino a chi soffre che agli altri. Poi andai a Lourdes, anche se in me era ancora forte la rabbia con Dio. È stata un’esperienza umana e spirituale fortissima, che mi ha fatto comprendere che la Vergine Maria della Grotta di Lourdes mi sarebbe stata sempre vicino. Le crisi sono continuate anche molto forti, però è cambiato il mio rapporto con Dio, in quanto non lo considero più responsabile della mie sofferenze. Da tre anni, su invito di una mia amica, ho intrapreso un cammino di fede con il Rinnovamento nello Spirito, che mi ha aiutato di più a conoscere e ad avvicinarmi a Gesù anche se con molta fatica. Le prove non sono finite, anzi, ce ne saranno sempre tante, ma sono sicura che il Signore mi vorrà donare la vera gioia e la vera pace”.

Altre testimonianze sono giunte da Irma e Rosanna, del Movimento Giovanile Guanelliano (M2G). Quest’ultima ha presentato le finalità del Movimento: “seguire gli insegnamenti di Don Guanella vivendo principalmente la carità nella vita di noi giovani: in famiglia, a scuola, nel volontariato con emarginati e disabili”. Irma ha raccontato la sua esperienza guanelliana iniziata 11 anni fa, in un campo-scuola a Fraciscio, il paese natale di san Luigi Guanella, nel periodo del post-cresima. Esperienza che si è intensificata una volta entrata nell’equipe dei coordinatori del M2G. “Oggi le persone non si guardano negli occhi – ha detto Irma -, perché viviamo in un’epoca di sconvolgente individualismo. Lo stile di Don Guanella porta a farci prossimi con gli altri e ad essere fratelli. E poi, credere nella Provvidenza ci aiuta a dare un senso ai momenti difficili e a sperare che essi si risolvano in qualcosa di positivo nella nostra vita”.

Infine, la testimonianza di Michel, che da educatore-operatore è diventato cooperatore guanelliano trasformando la sua professione di servizio ai disabili in uno stile di vita. Come? “Operando al ‘Centro Sereni’ – ha sottolineato Michel – mi sono accorto che si può lavorare con i disabili unendo metodi scientifici al cuore. Diceva Don Guanella: ‘l’educazione è soprattutto opera di cuore’. Il mio diventare cooperatore è iniziato nel leggere tutti i giorni questa frase scritta all’interno del ‘Don Guanella’ di Perugia. Nel percorrere la strada della formazione di cooperatore, che dura almeno tre anni di incontri mensili nei quali si approfondisce la conoscenza di Dio attraverso le opere di san Luigi Guanella, ho scoperto che non era l’unica frase del Santo che si avvicinava al mio modo di rapportarmi con la sofferenza degli altri. Il mio cuore si è aperto all’intero pensiero di educatore che era Don Guanella, che disse anche: ‘ciò che non otterrò con le buone, tanto meno l’otterrò con le cattive’”.

 

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Il centenario di don Guanella https://www.lavoce.it/il-centenario-di-don-guanella/ Thu, 16 Apr 2015 10:10:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31508 Il Centro Sereni - Opera Don Guanella di Perugia
Il Centro Sereni – Opera Don Guanella di Perugia

La famiglia guanelliana invita tutti a festeggiare l’arrivo, nel capoluogo umbro, dell’urna di san Luigi Guanella, santo della carità. Lunedì 20 aprile, al Centro Sereni – Opera Don Guanella di Perugia arriverà l’urna per una tappa del pellegrinaggio promosso in occasione del centenario della morte del fondatore (1915). Dal 16 aprile al 1° giugno l’urna farà sosta nelle realtà ecclesiali guanelliane del Centro-Sud Italia. Nella chiesa presente entro la struttura guanelliana di Perugia, a Montebello, l’urna di san Luigi Guanella verrà accolta e venerata il 20-21 aprile. Diverse le occasioni di incontro e di preghiera comunitari: dall’accoglienza dei disabili e della comunità di Montebello, quando l’urna varcherà i cancelli del Centro Sereni (20 aprile, ore 11), alla recita del rosario meditato (ore 17); dalla messa con il card. Bassetti (ore 18.30) al momento di incontro e di preghiera insieme ai fratelli e sorelle dei Cursillos de Cristianidad, invitati con altri movimenti e associazioni a condividere esperienze di cammino intrecciate a quelle guanelliane (ore 21). E ancora, l’incontro con balli, giochi e preghiera che vedranno i bambini di alcune scuole dell’infanzia conoscere il “piccolo e grande” Luigino (21 aprile, ore 10), e l’incontro con i religiosi e le religiose della città, tra i quali la presenza della famiglia salesiana umbra è d’obbligo perché rappresenta il legame che unì san Luigi Guanella e san Giovanni Bosco a Torino nel triennio 1875-78 (ore 16). Martedì 21 aprile dalle ore 18.45 ci sarà il passaggio dell’urna dal “Centro Sereni” alla cappella dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, dove resterà fino alle ore 8 del giorno dopo. Di lì l’urna ripartirà per raggiungere il santuario della Santa Casa di Loreto dove la sera si terrà una veglia di preghiera presieduta da mons. Paolo Giulietti. In Umbria la realtà guanelliana, grazie alla presenza di alcuni sacerdoti e laici cooperatori, risale al 1946, a seguito di una donazione dei coniugi Sereni che permise ai Servi della Carità, un decennio più tardi, di realizzare la sede del “Centro Sereni” a Perugia. È una struttura socio-riabilitativa ed educativa che oggi accoglie come una famiglia (chiamando “ragazzi” gli ospiti pazienti), in trattamento residenziale, 60 persone di sesso maschile in età adulta, con deficit cognitivo medio-grave o gravissimo, e 15 persone in trattamento semi-residenziale.

Ritratto di Don Luigi Guanella
Ritratto di Don Luigi Guanella

L’urna contiene le spoglie del “Servo della carità”, il sacerdote che nato a Fraciscio di Campodolcino (in provincia di Sondrio) il 19 dicembre 1842, visse con coraggio e determinazione il Vangelo della carità. Animato dall’amore di Dio, dedicò la vita all’accoglienza dei più poveri, deboli e abbandonati, divenendo per loro compagno e maestro, conforto e sollievo, e superando le difficoltà con una fiducia incrollabile nella divina Provvidenza. Morì a Como il 24 ottobre 1915, lasciando una salda testimonianza di fede e di carità.

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L’Associazione cristiana residenze anziani e disabili chiede ascolto alla Regione https://www.lavoce.it/lassociazione-cristiana-residenze-anziani-e-disabili-chiede-ascolto-alla-regione/ Mon, 16 Feb 2015 16:55:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30357 Fontenuovo
Fontenuovo

La grave crisi economica che sta progressivamente riducendo le risorse per le politiche di welfare, sta condizionando pesantemente anche le attività delle istituzioni aderenti alla Acradu l’ Associazione cristiana residenze anziani e disabili. Sono una trentina, con 1300 ospiti tra anziani e disabili, che occupano un migliaio di persone tra infermieri, medici, addetti alla amministrazione ed ai vari servizi, affiancati da centinaia di volontari. Una situazione difficile che potrebbe mettere in discussione la loro preziosa ed insostituibile presenza nel campo socio-assistenziale-sanitario, con ripercussioni ancora più gravi sulle oltre mille famiglie umbre degli assistiti. Per questo l’ Acradu rinnova l’appello alla Regione per un “confronto diretto” sulla programmazione sanitaria in merito alla assistenza agli anziani non autosufficienti ed ai disabili. Lo fa con una intevista a La Voce uno dei componenti del direttivo, don Matteo Rinaldi, che è anche direttore dell’ Opera Don Guanella-Centro Sereni.

“L’ Acradu – spiega – ha compiuto quest’anno i suoi primi 13 anni di attività. Promossa dalla Conferenza episcopale umbra, si è costituita infatti l’8 ottobre 2002 ad Assisi come associazione non profit, su iniziativa della Consulta regionale ‘Problemi sociali e Lavoro, Giustizia e Pace’ e della Consulta regionale Pastorale della Salute. La sede legale è presso il Seminario regionale di Assisi mentre quella operativa si trova all’Istituto Serafico di Assisi. Riunisce trenta istituzioni che svolgono in Umbria attività a favore di anziani e disabili, gestite da diocesi, istituzioni religiose e secolari o da istituzioni laiche che si ispirano ai valori cristiani”.

Quali gli scopi dell’ associazione?

“L’Acradu si prefigge di essere strumento di comunione non solo giuridico ma soprattutto spirituale ed evangelico tra le istituzioni aderenti e promuove lo sviluppo delle istituzioni aderenti, assicurando la necessaria assistenza e consulenza rispetto alla sempre più complessa ed esigente normativa nazionale e regionale. Si collega con le comunità cristiane locali per promuovere in generale la pastorale della sofferenza, la difesa della vita e mantenere viva la scelta preferenziale per i poveri. Sostiene le istituzioni aderenti nell’impegno di formazione etico-religiosa e l’aggiornamento professionale degli operatori dei servizi socio–sanitari. I suoi compiti principali sono quelli di rappresentare unitariamente le istituzioni aderenti presso la Regione e le altre autorità competenti e collaborare con loro per l’esame e la definizione delle problematiche socio–sanitarie a livello regionale e locale”.

Con quali risultati?

“In questi anni di attività l’Acradu ha avuto un ruolo importante nell’opera di accompagnamento e consulenza delle istituzioni aderenti nel percorso di adeguamento strutturale ed organizzativo previsto dalla legge per ottenere il riconoscimento e l’autorizzazione delle autorità pubbliche e per la stipula delle relative convenzioni. Allo stesso tempo l’Acradu, accreditata presso la Regione Umbria quale soggetto rappresentativo, ha partecipato ai Tavoli di consultazione regionale contribuendo alla definizione della legislazione (Piani sanitario e sociale regionali) e della normativa collegata”.

Quindi un ruolo importante il vostro….

“Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate, anche per la cosiddetta ‘crisi della politica’ e per la grave crisi economica che sta progressivamente riducendo le risorse economiche disponibili per le politiche di welfare. In tale quadro le istituzioni politiche e amministrative (Regione e Comuni) stanno dimostrando la loro inadeguatezza a fronteggiare la situazione, si arroccano con la scusa delle minori risorse economiche e, conseguentemente, hanno abbandonato la pratica del confronto e della partecipazione democratica”.

Dunque Regione e Comuni non vi ascoltano?

“In questa fase c’è una difficoltà di interlocuzione costante e incisiva con la Regione. Non riusciamo ad avere un confronto diretto su ciò che già fa parte dell’agenda regionale riguardo la programmazione sanitaria nell’ambito della grave e lieve non autosufficienza degli anziani e nell’ambito della grave pluridisabilità. Tale situazione non fa altro che accrescere le difficoltà e sta condizionando pesantemente l’operato degli associati, sino ad una possibile messa in discussione della loro presenza nel campo socio–assistenziale e sanitario”.

Sta dicendo quindi che alcune delle vostre associazioni potrebbero ridurre o sospendere le loro attività?

“In una realtà sociale, economica e politica che sembra aver perso l’orizzonte del bene comune è importante che l’Acradu qualifichi la sua presenza per una rappresentanza unitaria autorevole nei confronti delle istituzioni, in particolare la Regione, per superare l’inadeguata distinzione tra pubblico e privato che ancora permane in Umbria per motivi culturali e ideologici e per contribuire ad una più giusta normativa di programmazione e gestione delle politiche socio–sanitarie nella nostra regione”.

Quali saranno dunque le vostre iniziative per spingere Regione e Comuni ad avviare quel confronto diretto che negli ultimi tempi vi è stato negato?

“Il 28 febbraio prossimo si terrà l’assemblea dei soci presso l’Istituto Fontenuovo di Perugia. Sarà un importante momento di riflessione che vedrà tutti coinvolti nell’esaminare le problematiche più importanti, allo scopo di proporre ed approntare strategie future di intervento”.

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Al “Don Guanella” di Perugia evento di solidarietà in musica https://www.lavoce.it/al-don-guanella-di-perugia-evento-di-solidarieta-in-musica/ Fri, 24 Oct 2014 14:22:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28678 BASSETTI in Visita al Don Guanella-ottobre2009“Dalla Carità per la Carità” è l’evento musicale di solidarietà promosso per contribuire al “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre” per le famiglie in difficoltà per perdita del lavoro a causa della crisi economica. E’ un evento che vede impegnata l’Opera Don Guanella “Centro Sereni” in Perugia, domenica 26 ottobre, alle ore 17, con il concerto presso la Sala-Teatro della sua sede in località Montebello (strada Tuderte, 48), e vedrà al pianoforte il maestro don Gerardo Balbi che ha suonato per Papa Francesco il 4 ottobre 2013 all’Istituto Serafico di Assisi, e al violino il maestro Paolo Franceschini. In occasione dell’evento, il giorno prima, il cardinale Gualtiero Bassetti celebrerà la messa nella chiesa del “Centro Sereni”, il 25 ottobre alle ore 18.

“Dalla Carità per la Carità” nasce da un’idea del costituendo gruppo umbro dell’Associazione Nazionale Cooperatori San Luigi Guanella, in particolare da Martino e Michel, due cooperatori guanelliani perugini, ed è un’iniziativa che si inserisce nel progetto “Il Pianoforte della Carità”, frutto dalla creatività cristiana dei cooperatori guanelliani, attivo da marzo scorso grazie ad un buon pianoforte a mezza coda allungato donato dalla Fondazione “Brunello Cucinelli”.

L’obiettivo del progetto è quello di arricchire le attività di musicoterapia offerte dal “Centro Sereni” e di organizzare eventi musicali di solidarietà durante i quali «la musica», che come diceva Giovanni Paolo II, «è uno strumento di vera fraternità» e il suo linguaggio universale unisce, suscita emozioni, è mezzo per favorire la comunicazione, l’aggregazione e l’integrazione. La musica vuole anche contribuire a creare occasioni d’incontro per avvicinare le persone alla realtà guanelliana perugina e, con le offerte generose che si raccolgono, aiutare l’Opera don Guanella presente in 22 Nazioni con le sue molteplici attività caritative a favore di bambini e ragazzi in difficoltà, persone con disabilità psicomotorie, anziani, ammalati…

Il 24 ottobre, in occasione della festa liturgica di san Luigi Guanella, sette cooperatori emetteranno la “promessa di cooperatore” dando così vita al gruppo umbro di questa Associazione molto attiva in Italia (e nel mondo).

In Umbria (a Marsciano) la presenza guanelliana risale al 1946, a seguito di una donazione dei coniugi Sereni che permise, un decennio più tardi, di realizzare la sede del “Centro Sereni” in Perugia, una struttura socio-riabilitativa ed educativa che accoglie come una famiglia (chiamando «ragazzi» gli ospiti pazienti), in trattamento residenziale, 60 persone di sesso maschile in età adulta, con deficit cognitivo medio-grave, gravissimo e 15 persone in trattamento semiresidenziale. Le patologie più frequenti sono quelle su base genetica e le encefalopatie da sofferenza perinatale con o senza epilessia. Il personale specializzato e professionale che è chiamato a custodire, proteggere, educare, assistere ed accompagnare questi ragazzi lungo il loro percorso quotidiano di vita opera partendo dalla consapevolezza che «l’educazione è soprattutto opera del cuore» (Don Luigi Guanella). Un’Opera benemerita che, in occasione del 50° anniversario della sua presenza nel capoluogo umbro (2009), ha ricevuto anche un prestigioso riconoscimento civile, l’Iscrizione all’Albo d’Oro della città di Perugia, conferito al Don Guanella “Centro Sereni” dall’Amministrazione comunale.

Dai cooperatori guanelliani umbri giunge l’invito a partecipare all’evento dell’Istituto Don Guanella “Centro Sereni”, al quale interverrà anche il direttore della Caritas diocesana perugina Daniela Monni e che vede l’adesione delle Acli provinciali, del Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria, del Centro Sportivo Italiano-Regione Umbria e della Sezione provinciale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

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Regione e Cesvol uniti per valorizzare la rete di solidarietà e contro il disagio https://www.lavoce.it/regione-e-cesvol-uniti-per-valorizzare-la-rete-di-solidarieta-e-contro-il-disagio/ Fri, 10 Oct 2014 11:43:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28383 raccolta-ciboGli sprechi, soprattutto quelli alimentari, stanno assumendo dimensioni sempre più ampie. Secondo dati forniti dall’Unione Europea, infatti, ogni anno vengono gettate circa 89 milioni di tonnellate di cibo. Così, proprio per cercare di invertire questa tendenza, nella mattina del 3 ottobre, il Centro servizi per il volontariato di Perugia (Cesvol) e la Regione Umbria hanno firmato un Protocollo d’intesa, attraverso il quale viene confermato da parte della Regione stessa, il supporto economico già fornito in passato, per il “sostegno, la promozione e la valorizzazione della rete di solidarietà sociale”. Cesvol e Regione si impegnano inoltre a garantire informazione, assistenza tecnica, formazione e animazione territoriale a tutte le iniziative che si propongono di fronteggiare la povertà sul fronte alimentare, promosse da reti di solidarietà tra istituzioni e mondo del profit e no profit. Hanno sottoscritto l’accordo, la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari e il presidente del Cesvol Perugia, Giancarlo Billi. Presente anche Alessandra Stocchi, curatrice e responsabile del progetto “Zero Waste” (“Zero Sprechi”). Quest’ultimo è una delle principali attività svolte dal Cesvol stesso e ha come scopo quello di promuovere e favorire una cultura del consumo sostenibile e consapevole, mirando al recupero delle eccedenze alimentari e dei beni invenduti, ridistribuendoli a chi si trova in difficoltà.

Approvato all’interno del Programma di contribuzioni 2012 di Philip Morris Italia, il progetto Zero Waste si sta realizzando grazie alla sinergia tra la Caritas di Città di Castello, il Banco alimentare dell’Umbria e l’Associazione Il Samaritano di Perugia e con il sostegno delle Istituzioni locali.

Sebbene in maniera autonoma, le associazioni coinvolte operano con un unico obiettivo, quello di dare un supporto concreto alle situazioni di disagio sociale. Pertanto, ad esempio, il Banco alimentare dell’Umbria recupera i prodotti invenduti e l’eccedenza alimentare andando “fisicamente” presso i fornitori quali supermercati, ristoratori e mense, consegnandoli alle associazioni caritative convenzionate con il Banco che provvedono, a loro volta, a distribuirli a case d’accoglienza e a strutture per persone indigenti.

L’associazione “Il Samaritano” realizza anch’essa raccolta e distribuzione, ma si distingue per il tipo di beni oggetto del servizio. Si tratta soprattutto di vestiario, medicinali, beni di prima necessità e per l’igiene, per la cura della persona e per neonati. I prodotti raccolti sono destinati ad associazioni che operano a favore di persone e famiglie bisognose, a centri di prima accoglienza, a centri residenziali che ospitano anziani e disabili e alle mense per i poveri. La stessa associazione è, inoltre, artefice di una particolare iniziativa. Ha posizionato 4 contenitori all’ingresso di altrettanti supermercati, ottenendo, grazie alla generosità dei cittadini, tra l’altro circa 9.000 pacchi di pasta, 2.100 confezioni di cibo in scatola. Anche in questo caso i prodotti vengono, per lo più, distribuiti alle associazioni “collegate” con “Il Samaritano” quali ad esempio il Carcere, il Don Guanella e le Suore di San Vincenzo, in parte vengono conservati per coloro che si recano presso l’associazione.

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La creatività dei “ragazzi”: visita al “Don Guanella” di Perugia https://www.lavoce.it/la-creativita-dei-ragazzi-visita-al-don-guanella-di-perugia/ Thu, 05 Jun 2014 19:11:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25336 don-guanella-bnIn via Tuderte, a Montebello, a pochi chilometri dal centro di Perugia, c’è un grande fabbricato circondato da pini. È il Centro di riabilitazione “Sereni” dell’Opera Don Guanella, che ospita persone con disabilità cognitiva grave. Qui tutti li chiamano “i nostri ragazzi”, indipendentemente dall’età. Sessanta di loro, in gran parte umbri, vi abitano stabilmente, alcuni anche da molti anni. Ci sono poi 60 posti per ospiti diurni. Disabili che arrivano al mattino, raccolti da un pullman messo a disposizione dal Comune di Perugia, frequentano le attività del Centro e poi la sera vengono riaccompagnati a casa. Attualmente però sono soltanto 15.

Qui operano medici specialisti, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, terapisti, infermieri, insegnanti, educatori. Persone esperte e con competenze e professionalità specifiche, ma che nella loro attività partono dalla consapevolezza che “l’educazione è soprattutto opera del cuore”. Una frase del fondatore don Luigi Guanella (proclamato santo nel 2011) che si legge nella sala di ingresso del Centro. L’atmosfera è serena, gli ambienti moderni e accoglienti, rallegrati dalle opere coloratissime che escono dai tanti laboratori dei “ragazzi” del “Don Guanella”. Sono quadri in ceramica, mosaici, icone di legno, manufatti di artigianato artistico realizzati con i più diversi materiali. Palline di carta colorata e semi di piante, assemblati con pazienza e fantasia, diventano cielo, sole, campanili, paesaggi. Ed ancora filati e trucioli di legno prodotti dal temperamatite trasformati in singolari opere d’ arte moderna. Ma ci sono anche più tradizionali oggetti che escono da laboratorio di falegnameria e dal laboratorio di ceramica. Ci sono poi il “laboratorio natura”, dove nascono essenze, profumi, oli, saponette, e quello per il riciclaggio e la lavorazione della carta. Le mani e il genio dei “ragazzi” la trasformano in biglietti augurali, partecipazioni per matrimoni ma anche in bomboniere e altri singolari manufatti. Oggetti raccolti in una mostra mercato all’interno del Centro, che possono essere ammirati e acquistati. Sono stati anche esposti in fiere, nelle parrocchie e in varie manifestazioni. Negli anni scorsi è stato allestito il presepe nell’atrio del palazzo dei Priori a Perugia.

Il centro di riabilitazione è dunque un luogo vivo, aperto. Per i corridoi si incontrano persone sorridenti, che salutano, tendono la mano e vogliono sapere chi sei. Sono i giorni (dal 20 al 25 maggio) di “Festinsieme”, una festa di “fine anno operativo”, ricca di appuntamenti: giochi sportivi, clown, laboratori di teatro creativo e spettacoli teatrali presentati dai “ragazzi” e dagli educatori del Centro. C’è infatti un grande teatro (più di 100 posti) che recentemente si è arricchito di un moderno pianoforte donato dalla Fondazione Brunello Cucinelli. È però anche uno spazio polivalente che può essere usato per convegni e manifestazioni varie. Ha ospitato più volte feste e manifestazioni delle scuole e spettacoli allestiti da gruppi di giovani della zona.

Durante l’intero anno, tante iniziative e attività ludiche e sportive. Nella grande area (20.000 metri) dell’istituto ci sono infatti anche un percorso verde, campi sportivi e una piscina. Non mancano l’orto e una serra dove i “ragazzi” svolgono attività riabilitativa coltivando ortaggi che fiscono sulla loro mensa.

Ovviamente il Centro Sereni si occupa della riabilitazione dei suoi ospiti (residenziali e semi-residenziali) con le più aggiornate terapie specifiche di fisioterapia, logopedia, psicomotricità, musicoterapia, terapia occupazionale, pet therapy. Dal 1987 è convenzionato con la Regione Umbria per la riabilitazione delle disabilità cognitive. Convenzione valida per tutto il territorio nazionale, e infatti circa il 30 per cento degli ospiti provengono dal Lazio.

“L’intuizione di don Guanella – si legge nella Carta dei servizi del Centro -, il suo credere all’educazione proprio là dove appare impossibile o inutile, rappresenta il fulcro della nostra esperienza; anche in soggetti con ritardo mentale grave un intervento educativo-riabilitativo, orientato individualmente, può influenzare i processi cognitivi modificando significativamente la capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente e conducendo a una maggiore autonomia nella vita quotidiana”.

Il sorriso dei “ragazzi” che si incontrano nei corridoi e nei laboratori e i loro quadri coloratissimi, i mosaici di palline di carta e di semi lo confermano.

 

“Venite a visitarci e conoscerci! Tutti possono fare qualcosa di utile”

Don Matteo Rinaldi è il direttore del Centro Sereni. Nel suo studio è un andirivieni di persone che vengono per avere indicazioni o ad esporre problemi. Il telefono squilla in continuazione. Gli operatori dipendenti sono 60. Ad aiutarli in modo stabile ci sono anche 4 volontari cooperatori guanelliani, un gruppo laico che affianca l’attività della congregazione dei Servi della Carità. Poi saltuariamente intervengono altri volontari, gruppi di giovani, o delle parrocchie, che partecipano ad attività ludiche e culturali. Sono però troppo pochi.

Don Matteo non fa giri di parole: “La risposta non è quella che ci saremmo aspettati”. Ci sono pregiudizi, diffidenze, resistenze. “Per qualcuno – continua – questa è ancora e sempre ‘la casa dei matti’”. Una casa che invece è aperta e che vuole essere parte della comunità. Che chiede di essere frequentata per essere conosciuta. Nella sua ampia chiesa la domenica e nei giorni festivi si celebra la messa per i fedeli della parrocchia di Montebello San Giustino. “Ma noi – dice don Matteo – non siamo e non vogliamo essere soltanto la chiesa in muratura; noi siamo parte viva della comunità, della parrocchia, della intera Chiesa”. E quindi il suo appello, esteso a tutti, per una maggiore partecipazione di volontari. Tutti possono essere utili ai “ragazzi” del Don Guanella: dagli artigiani ai professionisti, dai pensionati alle casalinghe.

Competenze e aiuti ancora più necessari in tempi in cui le risorse pubbliche continuano a essere tagliate. Da molti anni le rette corrisposte sono immutate. Volendo mantenere la qualità del servizio – spiega don Matteo – i costi salgono e gli introiti restano invariati o addirittura diminuiscono. Sì, perché mentre la Regione Umbria paga con puntualità la sua quota, la Regione Lazio per i suoi assistiti è in ritardo di anni. Ritardi infiniti anche per le quote dei Comuni e, purtroppo, anche per quelle a carico delle famiglie, sempre più in difficoltà e sempre di meno aiutate dallo Stato.

Con tante complicazioni burocratiche. Dal 2010 le Regioni corrispondono soltanto il 70 per cento della retta, considerata “quota sanitaria”. L’altro 30 per cento (la “quota sociale”) è a carico delle famiglie o dei Comuni nei casi in cui queste hanno redditi bassi. “Questo – dice don Matteo – ci obbliga a tenere tre diverse contabilità (per Regione, Comuni e famiglie) con tutte le complicazioni che ne derivano. Quando poi c’ è da tagliare nella sanità, purtroppo si comincia sempre dal sociale”.

Il Centro Sereni, insieme alla Fondazione Fontenuovo di Perugia, all’Istituto Serafico di Assisi e ad altre associazioni ed enti, fa parte dell’Acradu (Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria). È stata costituita per svolgere un’azione unitaria anche nei rapporti istituzionali. “Purtroppo – dice don Matteo – siamo poco coinvolti, anzi, negli ultimi tempi la Regione ci ha proprio ignorati”. Come per la stesura del Piano sanitario. “Noi invece con la nostra esperienza sul campo possiamo aiutare a risolvere i problemi che conosciamo bene”. Meglio di tanti politici e burocrati. Per spendere bene i soldi dei cittadini.

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Crisma, il segno di noi Chiesa https://www.lavoce.it/crisma-il-segno-di-noi-chiesa/ Thu, 17 Apr 2014 10:46:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24493 messa-crisma-perugia
Foto Andrea Coli

“Reverendissimo Padre, è una messa crismale un po’ speciale quella che stasera ci apprestiamo a celebrare attorno a lei: è la prima dopo la sua creazione a cardinale da parte di Papa Francesco. L’abbiamo attesa, questa messa crismale, con qualche preoccupazione per le sue condizioni di salute, fortunatamente assai migliorate dopo tre giorni trascorsi in ospedale, durante i quali ha potuto ancora sperimentare l’affetto della sua gente e dei suoi preti”. Con queste parole rivolte dal vicario generale mons. Paolo Giulietti al card. Gualtiero Bassetti, alle quali ha fatto seguito il lungo e caloroso applauso dei numerosi fedeli che gremivano la cattedrale di San Lorenzo, è iniziata la messa crismale, che nel capoluogo umbro è celebrata il Mercoledì santo.

L’Arcivescovo ha ricambiato le espressioni di affetto ricevute dai presbiteri e dai fedeli presenti quando, all’omelia, ha confessato che in questa Quaresima avrebbe voluto scrivere ai suoi preti “una breve lettera di incoraggiamento”, soprattutto una lettera per dire grazie. “Lo faccio ora – ha detto – ponendomi assieme a tutto il popolo di Dio: grazie, sacerdoti! Grazie perché ci siete! Grazie per la vostra donazione! La nostra gente, le famiglie, i ragazzi, i giovani, i malati si rendono conto che la loro vita, senza di voi, sarebbe più povera e abbandonata”.

“Grazie – ha aggiunto – per essere rimasti fedeli al Signore, per essere rimasti in mezzo alla gente, a contatto dei piccoli e dei grandi, condividendo, soprattutto in questo periodo di crisi, anche generosamente, i problemi della gente, senza curare i vostri interessi, senza discriminazione di persone”.

Ben consapevole che anche tra i preti possono esservi “alcune ombre e debolezze” come in tutto il popolo di Dio, Bassetti ha voluto sottolineare che quel “grazie” è per lui una “esigenza di verità” e non un “dovere d’ufficio”, perché “ci sono tantissimi preti fedeli nel quotidiano, che stanno giorno e notte al loro posto di sentinella, che si spendono umilmente, svolgendo anche compiti delicati e difficili con umanità e grazia”.

Contemplando la cattedrale gremita, il Vescovo ha definito l’appuntamento della messa del crisma una “grande festa della Chiesa” in cui è visibile “l’unità del popolo santo di Dio, popolo sacerdotale, del sacerdozio unico e originale di Gesù. La Chiesa, miei cari fratelli, è davvero una meraviglia del nostro Dio. E tutto questo è espresso nel segno del crisma, che sto per consacrare, e degli altri oli, dei catecumeni e degli infermi, che mi appresto a benedire. Tutti noi da questi santi oli siamo o saremo segnati per il ministero della grazia nella nostra vita e della consolazione. Ma stasera, la presenza dell’intero presbiterio orienta la nostra attenzione verso Cristo, il cui nome significa consacrato per mezzo dell’unzione, e verso i nostri sacerdoti”.

Bassetti ha quindi ricordato con emozione tutti i preti da lui consacrati nei suoi anni si episcopato, “dalla cattedrale di Massa Marittima, fino all’ultimo del nostro presbiterio, il carissimo don Emanuele Bolognino… Cari sacerdoti, come abbiamo letto dal profeta Isaia, abbiamo un sacro potere e una responsabilità che trascendono le nostre povere persone; siamo chiamati a sanare le ferite di ogni uomo e di tutto l’uomo. Dalle necessità fisiche dei poveri, dei malati, degli ultimi, a tutte le necessità dell’anima: dalle persone che soffrono per la violazione di un diritto, per un amore distrutto e, soprattutto, a causa del peccato, a chi si trova nel buio e soffre per l’assenza di verità e di amore. Quante piaghe da curare, quante creature bisognose di salvezza: l’ho sperimentato in questi faticosi mesi di visita pastorale in quelli che sono i vari ambiti dell’esistenza umana! E quanto è esigente il Vangelo nei confronti di noi sacerdoti”.

Il card. Bassetti ha infine invitato i fedeli a pregare per lui e “per i preti e a ringraziare il Signore per il grande dono della loro presenza”, e a “pregare anche per le vocazioni”, ricordando in particolare “i nostri carissimi seminaristi”, 17, che si preparano al sacerdozio. Tra questi Lorenzo Marzani, Matteo Rubechini e Marco Cappelletto, i tre diaconi che saranno ordinati il prossimo 28 giugno. L’Arcivescovo ha avuto un affettuoso ricordo anche per le famiglie itineranti del Cammino neocatecumenale e per le 5 ragazze che sono entrate in monastero.

Giubilei e celebrazioni pasquali con il Cardinale

Il vicario generale mons. Giulietti, come è consuetudine all’inizio della messa crismale, ha ricordato i confratelli che nell’ultimo anno il Signore ha chiamato a sé: don Giancarlo Casetto, don Guido Giommi e mons. Antonello Pignatta. Inoltre, ha ricordato i sacerdoti che nel 2014 “vivono particolari anniversari”: il primo anno di sacerdozio di don Emanuele Bolognino; il 25° di don Fabio Fiorini; il 50° di don Bruno Contini, mons. Giuseppe Ricci, don Antonio Santantoni, mons. Remo Serafini, don Mario Tacconi, l’abate benedettino emerito dom Giustino Farnedi, il cappuccino padre Pio Conti e il saveriano padre Dante Volpini; il 60° di don Benito Baldoni, don Dante Ceccarelli, don Augusto Penchini e don Mario Rabica; il 65° di mons. Luciano Tinarelli; il 70° di mons. Rino Valigi, che si avvia ai 95 anni di età.

Triduo pasquale in cattedrale

Nella messa in Coena Domini del Giovedì santo, il Cardinale ha compiuto il rito della Lavanda dei piedi a dodici tra destinatari e operatori della carità e a coloro che si apprestano a ricevere la consacrazione religiosa e l’ordinazione presbiterale. Si tratta di alcuni ospiti delle opere “Villa Nazzarena” in Pozzuolo Umbro, istituto “Don Guanella”, residenza per anziani “Fontenuovo” e “Villaggio della Carità” di Perugia, “Il Casolare” a Sanfatucchio, “Madonna dei Bagni” di Casalina e “Villaggio S. Caterina” a Solfagnano, di un ordinando diacono e di un ordinando prete, di una suora e di un frate in procinto di professione e di un volontario Caritas. Il Venerdì santo, 18 aprile, alle ore 18, l’Arcivescovo celebra la liturgia della Passione con l’adorazione della croce. In serata, alle ore 21, la Via crucis ambientata nel quartiere intorno alla storica via del Verzaro con ritrovo dei fedeli in cattedrale.Sabato santo, 19 aprile, la Veglia pasquale inizia alle ore 22 con il rito della benedizione del fuoco nel chiostro. Riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima, eucaristia) tredici catecumeni giovani-adulti con età media di 35 anni, di cui dieci donne, di nazionalità italiana ed estera, in maggioranza dal Continente africano. Domenica di Pasqua, 20 aprile, in cattedrale alle ore 11.30 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal card. Bassetti insieme ai canonici. Al termine, la Corale laurenziana eseguirà il tradizionale canto dell’Alleluia dal Messia di Haendel.

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Incontro con le strutture assistenziali e residenziali cattoliche: meno isolamento e più rete https://www.lavoce.it/incontro-con-le-strutture-assistenziali-e-residenziali-cattoliche-meno-isolamento-e-piu-rete/ Sat, 15 Feb 2014 11:00:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22324 gestori_strutture_sanitarie-3992
Foto Andrea Coli

15/02/2014 – E’ stata la prima volta che i gestori delle strutture assistenziali e residenziali cattoliche si sono riuniti intorno allo stesso tavolo. Lo hanno fatto per volere dell’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Gualtiero Bassetti, che, in occasione della visita pastorale dedicata al mondo della sanità, li ha voluti incontrare.  L’incontro è avvenuto ieri pomeriggio presso l’istituto Sereni – Opera don Guanella. Presenti molti rappresentanti delle varie strutture che si occupano di assistenza ad anziani e disabili, come Fontenuovo, Fondazione Santa Caterina, Villa Nazzarena, Casa di cura Clinica Lami, Comunità di Capodacqua e Acradu (Associazione Cristiana Residenze Anziani e Disabili dell’Umbria). Purtroppo l’arcivescovo non ha potuto prendere parte all’incontro per motivi di salute, a fare le sue veci il vicario don Paolo Giulietti.

Nel corso dell’incontro sono emersi alcuni aspetti e problematiche comuni. In primis, il senso di isolamento che viene percepito da queste strutture rispetto alle Istituzioni, ma anche alla comunità territoriale. Sempre più le innegabili difficoltà economiche, causate dal momento di crisi, si legano ad altri problemi, come la mancanza di volontari o l’indifferenza della popolazione. Le strutture hanno, quindi, manifestato la volontà di aiutarsi a vicenda facendo rete tra loro, in modo da poter soddisfare i nuovi bisogni della società, come la richiesta di strutture specializzate per i malati di Alzheimer, di Sla o di sclerosi multipla, che ancora mancano o sono insufficienti.

I rappresentanti dell’Acradu hanno, inoltre, posto l’accento sulle difficoltà dei rapporti con le Istituzioni. “Chiediamo più attenzione e coinvolgimento da parte della Regione – ha sottolineato il presidente Luciano Viscioletti – nella stesura dei regolamenti, delle norme, delle tariffe… anche alla luce del fatto che le strutture cattoliche costituiscono in Umbria l’80% del settore assistenziale e residenziale”.

Laura Lana

 

 

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Il senso profondo del servizio all’Uomo https://www.lavoce.it/il-senso-profondo-del-servizio-alluomo/ Thu, 06 Feb 2014 14:23:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22015 La Giornata del malato celebrata nella chiesa di Santa Lucia nel 2009
La Giornata del malato celebrata nella chiesa di Santa Lucia nel 2009

La celebrazione diocesana della “Giornata mondiale del malato”, dedicata al tema “Fede e carità: ‘anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli’ (1Gv 3,16)”, quest’anno acquista un significato particolare poichè segna l’inizio della Visita pastorale dell’Arcivescovo al mondo della salute.

“È il primo degli incontri di ‘attenzione d’ambiente’ al mondo della salute che l’Arcivescovo ha voluto anteporre all’avvio della Visita pastorale” spiega Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute.

“L’arcivescovo – aggiunge Cusco – inizia una lunga serie di incontri per porsi anzitutto in attento ascolto delle istanze che emergono da quanti a motivo della malattia o della professione vivono, incontrano la sofferenza e l’angoscia dell’uomo, offrendo, al contempo, a tutti coloro che interverranno spunti di riflessione sul senso profondo del servizio all’Uomo”.

Mons. Bassetti visiterà diverse realtà del mondo della salute tra i mesi di febbraio ed aprile 2014, incontrando malati, disabili, operatori socio-sanitari e studenti di Medicina e Chirurgia, Scienze infermieristiche e Professioni sanitarie.

I primi due appuntamenti in calendario (venerdì 14 e martedì 25 febbraio) sono gli incontri con i gestori delle strutture sanitarie, residenziali e riabilitative cattoliche e la “giornata” presso l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia in Perugia.

Il primo si terrà presso l’Istituto Sereni (Don Guanella) in Perugia, il prossimo 14 febbraio, dalle ore 15 alle 17, e “vuole essere – commenta il dottor Cusco – un momento di riflessione per tutti coloro che in tali strutture hanno elevati livelli di responsabilità decisionale per poter riscoprire il senso profondo del servizio svolto perché sia l’espressione credibile dell’attività caritativa della comunità ecclesiale”. L’incontro, aggiunge, “si inserisce nell’attuale attività di verifica e stimolo a riscoprire il senso originale del carisma del proprio servizio avviato dalla Conferenza episcopale italiana a seguito del Motu Proprio Intima Ecclesiae Natura”.

Logo-visitaIl secondo appuntamento impegnerà l’Arcivescovo per un’intera giornata (il 25 febbraio, dalle ore 8 alle 19) per una visita al “Santa Maria della Misericordia” che inizierà al Centro prelievi per poi proseguire negli Ambulatori di Day Hospital Oncologia, di Ostetricia-Ginecologia e di Geriatria e alle Degenze di Geriatria e di Oncoematologia pediatrica. Mons. Bassetti pranzerà alla mensa dell’ospedale e nel pomeriggio, dopo aver incontrato i cappellani presso la loro struttura, proseguirà la sua visita alle Degenze di Ematologia e dell’Unità Spinale e celebrerà i vespri nella cappella e concluderà la giornata visitando il Pronto soccorso.

Settimanalmente sarà pubblicato un “calendario” della Visita pastorale all’“ambiente del mondo della sanità” consultabile dal 13 febbraio sui siti www.diocesi.perugia.it e www.chiesainumbria.it. La Visita sarà seguita anche dalla redazione perugina de La Voce con aggiornamenti sul sito e sulle pagine settimanali.

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L’augurio del Vescovo: che sia un Natale di speranza https://www.lavoce.it/laugurio-del-vescovo-che-sia-un-natale-di-speranza/ Fri, 21 Dec 2012 17:48:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14326

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Prossime feste mariane https://www.lavoce.it/prossime-feste-mariane/ Thu, 30 Aug 2012 12:07:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12528
La processione nel quartiere di Ponte della Pietra

È tutto pronto a Ponte della Pietra di Perugia, dove, dal 2 al 9 settembre, presso la chiesa parrocchiale-santuario si svolgerà la 85a edizione della festa della Madonna della Misericordia con un nutrito programma di appuntamenti religiosi, socio-culturali e aggregativi che culminerà con le processioni di sabato 8 e domenica 9 lungo via Settevalli e le strade adiacenti. Durante la settimana di festeggiamenti, la Caritas parrocchiale e l’oratorio “Giovanni Paolo II” proporranno iniziative per finanziare opere di carità. Tra gli appuntamenti culturali e di catechesi segnaliamo la presentazione del libro di don Aldo Buonaiuti della Comunità Papa Giovanni XXIII e la catechesi biblica di don Oscar W. Hauman Bustamante sul tema “Il Dio misericordioso e pietoso”. La festa, che coinvolge da anni anche le vicine comunità di Prepo e San Faustino, ha avuto una settimana di preparazione spirituale dal 26 al 31 agosto. Dal 2 al 9 settembre le celebrazioni eucaristiche saranno dedicate alle coppie che festeggiano l’anniversario di matrimonio, ai malati – con il sacramento dell’unzione degli infermi -, ai portatori di handicap con una messa cui parteciperà la comunità del Centro “Don Guanella”, e ai defunti con una celebrazione presso il cimitero. Ci saranno anche serate canore animate dai ragazzi del gruppo Alfa&Omega dell’oratorio “Giovanni Paolo II”, una “serenata” in onore della Vergine Maria dei cantautori della comunità parrocchiale; il coro di San Faustino animerà il canto alla partenza e all’arrivo della processione di sabato sera. “Successivamente alla fondazione del santuario, avvenuta nel 1851 per mano del vescovo Gioacchino Pecci (poi Leone XIII, ndr) – ricorda il parroco don Fabrizio Crocioni – si pensò a festeggiamenti già nel 1919. All’inizio degli anni ’90 si avviò una forma di collaborazione con la parrocchia di Prepo, anticipando la costituzione delle attuali unità pastorali”.

Montemelino. Celebrazioni, giornate speciali, processioni

Il Santuario Madonna di Lourdes a Montemelino

Iniziato il 25 agosto, si protrarrà fino al 16 settembre (giorno della festa) il programma mariano presso il santuario diocesano “Madonna di Lourdes” di Montemelino. A seguire, alcuni degli eventi in calendario.

Domenica 2 settembre è la Giornata della famiglia, con rosario e messa a partire dalle ore 17; sono invitate le coppie che celebrano l’anniversario di nozze o che vogliono rinnovare le promesse matrimoniali. La domenica successiva, 9 settembre, si celebrerà invece la Giornata del malato, con eucaristia (ore 17) presieduta da tutti i sacerdoti dell’Unità pastorale; il rito includerà unzione degli infermi, processione eucaristica e benedizione. Venerdì 14, Via crucis dalle ore 20.30. Sabato 15, ore 17 – rosario e messa prefestiva; ore 21 – fiaccolata, con falò di elevazione di suppliche a Maria. Domenica 16 settembre la celebrazione eucaristica delle ore 17 sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Bassetti; al termine, processione con la statua della Vergine. Alle 18.30 concerto della banda musicale di Agello, cui seguirà un momento conviviale.

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Don Guanella, santo amato dai perugini https://www.lavoce.it/don-guanella-santo-amato-dai-perugini/ Fri, 28 Oct 2011 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9732 C’erano anche i Guanelliani di Perugia domenica scorsa a Roma, in piazza San Pietro, per la canonizzazione del fondatore Luigi Guanella. “Eravamo circa 90 persone tra cui alcuni ragazzi disabili, operatori della casa e parrochiani” racconta don Mario Cogliati, superiore della comunità di Perugia. La festa si ripeterà a Perugia con la messa di ringraziamento per la canonizzazione di don Guanella, che l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti celebrerà sabato 29 ottobre alle ore 11 al Centro Sereni.

Le parole del Papa

Domenica Benedetto XVI, con don Luigi Guanella, ha canonizzato anche il vescovo Guido Maria Conforti e la religiosa Bonifacia Rodríguez de Castro. C’era tantissima gente e tra la folla “c’erano rappresentanze delle nostre case da tutto il mondo” aggiunge don Mario. Il Papa ha parlato della “testimonianza umana e spirituale di san Luigi Guanella” che “è per tutta la Chiesa un particolare dono di grazia. Durante la sua esistenza terrena egli ha vissuto con coraggio e determinazione il Vangelo della carità”. Grazie alla “profonda e continua unione con Cristo, nella contemplazione del suo amore”, don Guanella, guidato dalla Provvidenza divina, “è diventato compagno e maestro, conforto e sollievo dei più poveri e dei più deboli. L’amore di Dio animava in lui il desiderio del bene per le persone che gli erano affidate, nella concretezza del vivere quotidiano”. Questo nuovo Santo della carità, ha aggiunto il Papa, sia per tutti “modello di profonda e feconda sintesi tra contemplazione e azione”.

L’arrivo in Umbria

Il carisma guanelliano è giunto in Umbria nel 1946. Oggi i Servi della Carità – ma tutti li conoscono come “i guanelliani” – nella casa di Montebello si prendono cura di 90 disabili adulti, dei quali 65 vivono lì e gli altri vi trascorrono la giornata nelle attività di laboratorio, tra cui anche ceramica e falegnameria. Fu Antonio Sereni a individuare nell’Opera Don Guanella il destinatario di alcune delle numerose istituzioni benefiche che i Sereni avevano avviato negli anni. Dopo la prima guerra mondiale si era recato a Roma dove poté ammirare la casa San Giuseppe dell’Opera Don Guanella; questo gli suggerì di favorire qualcosa di simile in Umbria. Cosi avviò un’attività caritativa nel castello di Sant’Elena iniziando ad accogliere i figli menomati dei contadini che lavoravano le sue proprietà, come in precedenza avevano già fatto i suoi genitori altrove con ricoveri e asili. Nel ’46 i sacerdoti arrivarono come gestori dell’opera avviata dal Sereni. In seguito, a causa di difficoltà logistiche, l’Opera decise di trasferire l’istituzione verso Perugia (inizi anni ’50). Nella zona di Montebello, allora in aperta campagna, si trovò una sistemazione corrispondente ad alcuni principi essenziali: ampia area verde, vicinanza dei servizi ospedalieri facilmente raggiungibili. Il 21 giugno 1956 veniva posta la prima pietra del nuovo istituto “Sereni”. A Sant’Elena restarono quelli non più scolarizzabili.

Gli sviluppi

Per rendere il servizio efficace, si pose il problema di una scelta di categorie: l’orientamento fu per l’handicap psichico. I fisici vennero trasferiti nell’Opera di Roma e in altre strutture idonee (1960-62). In quel periodo a chiedre di usufruire del servizio erano soggetti culturalmente poveri, con gravi problemi socio-economici dell’ambiente di provenienza, in età scolare (6-15 anni). Con l’abolizione delle “scuole speciali” e l’inserimento dei disabili nelle scuole normali si ebbe una riduzione drastica delle richieste di ammissione. Da 140, gli ospiti divennero 20-40 con handicap molto gravi, così gravi da non poter essere inseriti in classi normali. Questi eventi e la presenza di soggetti gravissimi portarono ad un cambiamento del tipo di attività svolte nell’istituzione. La scuola interna rimase ma non era più l’attività portante, dando la prevalenza ad attività manuali. Fu quindi introdotto un personale più specializzato, composto da maestre specializzate, istruttori di laboratori (compensato, cartone), logopedisti, fisioterapisti.

IL FONDATORE E LE OPERE

Così forte era la “mania” di carità di don Guanella, che di lui dicevano: “O è un santo o è un matto”. Paolo VI lo ha proclamato beato il 25 ottobre 1964. Il fondatore delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e del corrispondente ramo maschile, i Servi della Carità (Opera Don Guanella), è stato già in vita il santo degli emarginati, giovani, ammalati, anziani, cerebrolesi, sofferenti in genere. Don Guanella nasce a Fraciscio (So) il 19 dicembre 1842. Ordinato sacerdote nel 1866, per nove anni aveva svolto le funzioni di parroco di campagna, quindi si era trasferito a Torino, a fianco di don Bosco, di cui fu per tre anni stretto collaboratore. Poi intraprese la sua strada. Fonda la prima casa per disabili e anziani a Como. Istituisce due congregazioni religiose: Figlie di Santa Maria della Provvidenza e Servi della Carità. Grande amico di papa Pio X, a Roma fonda varie case per i suoi poveri e costruisce la basilica di San Giuseppe al Trionfale. Dopo un viaggio faticoso in America per fondare delle opere in favore degli emigrati italiani e dopo aver soccorso i terremotati della Marsica in Abruzzo, muore a Como il 24 ottobre 1915. Oggi gli eredi spirituali di don Guanella continuano l’opera del fondatore in 192 case di assistenza e di accoglienza gestite complessivamente dal ramo maschile o femminile e distribuite in Italia e all’estero.

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Una vita degna per questi “figli” https://www.lavoce.it/una-vita-degna-per-questi-figli/ Thu, 24 Jun 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8556 Il 21 giugno 2009 l’Opera don Guanella a Perugia è giunta ai suoi 50 anni di vita, e il 20 giugno scorso ha chiuso l’anno di festeggiamenti. Sono stati anni di difficile impegno, perché in continuo cambiamento e aggiustamento nella fedeltà alla loro missione: prendersi cura delle persone che soffrono di disturbi cognitivi. La fisionomia delle due Case guanelliane dall’arrivo a Perugia a oggi è cambiata: la breve storia che ce ne fa il guanelliano don Beppe Frugis restituisce al lettore l’attenzione con cui la comunità ha cercato di rispondere alle mutate esigenze, modificando non solo la struttura, ma anche l’utenza e la tipologia di intervento riabilitativo, specializzandosi infine nella diagnosi e cura delle persone con disabilità cognitiva grave.

Don Frugis, molte cose sono cambiate in questi cinquant’anni… “Sì, e altre novità sono in cantiere per il futuro, compresa la ristrutturazione del centro di Sant’Elena, con la ridistribuzione degli ospiti tra le due strutture e l’apertura al femminile. Attualmente accogliamo 61 persone a residenziale e 19 semiresidenziali. Con un’età che oscilla tra i 32 e i 76 anni (eccezione un solo 23enne, l’ultimo inserimento) divisi in due moduli e in diversi gruppi tra vita e attività. Portiamo avanti tantissime attività e siamo sempre in ricerca di occasioni e opportunità nuove”.

Le persone che vengono da voi hanno gravi patologie da cui non potranno mai guarire, eppure voi ve ne prendete cura. “Ogni azione educativa e riabilitativa intesa, secondo don Guanella, come ‘lavoro di ogni giorno per tutti i giorni della vita’, è finalizzata, anche secondo l’attuale orientamento delle neuroscienze, al mantenimento e all’acquisizione di strategie cognitive che migliorano la qualità di vita”.

Cosa significa fare questo come religiosi? “Oltre alla cura degli ospiti, ci anima un altro obiettivo che forse è l’aspetto più difficile: stimolare il territorio, l’ambiente in cui siamo inseriti, cercare di fare cultura della carità, che è uno degli scopi del nostro essere nella chiesa e nel mondo”.

Pensando alla vostra casa, cosa vuol dire fare cultura della carità? “Vuol dire far passare l’idea che la qualità della vita non è solo dare un letto e un piatto, ma si compone di mille interventi e persone che entrano nelle nostre strutture, per poter far vivere ai nostri ‘figli’ una vita degna di questo nome. E questo nella difficoltà di far passare le emozioni, i sentimenti, gli sforzi – che a volte diventano fatica – di mantenere vive persone con importanti compromissioni neurologiche, a chi non lavora sul campo, ma ha il potere di disciplinare questa materia. Ancor più, cerchiamo di far comprendere che in questo terreno tutti si fa la propria parte, dai genitori alla persona che incontriamo per caso uscendo, e tutti devono sentirsi coinvolti”.

Chiedete un impegno gravoso…“Le energie da mettere in campo sono tante, sono di ogni giorno. E non ci si può arrendere o fermarsi. Fermarsi può significare perdere il lavoro di mesi e dover ricominciare. Tutti dobbiamo operare per il bene di questi ‘figli’, mettere insieme le nostre forze perché sempre più possano godere una vita di qualità al nostro interno, e non siano mai guardati con diffidenza all’esterno. Ci accorgiamo ogni giorno, che pur avendo ben operato in questi anni, ancora c’è tanto ancora da superare, perché la diversità dei disabili non generi paura e pietismo, ma accoglienza e sostegno”.

I Guanelliani in Umbria dalle origini…

Tutto è iniziato nel 1946 quando Antonio Sereni e consorte contattarono a Roma i preti dell’Opera don Guanella, che – possiamo ben dire – erano una potenza in fatto di “scemi” e “deficienti”. Offrirono a questi una grande proprietà, con al centro la loro villa estiva in località Sant’Elena di Marsciano. Nel 1949 parte l’attività che accolse i “buoni figli” – così don Guanella chiama i disabili – delle famiglie che lavoravano i terreni dei Sereni e dai paesi limitrofi. Velocemente la struttura diventa inadeguata ad accogliere le persone che aumentano di numero, e nel ’56 i Guanelliani decidono di realizzare una struttura vicino alla città, che diventerà il Centro Sereni a Montebello, inaugurato il 21 giugno 1959.

Nella nuova struttura furono trasferiti gli assistiti più giovani di Sant’Elena (circa 60 persone) e inseriti in scuole speciali, e lì restarono quelli non più scolarizzabili. Nonostante ciò, si notò ancora la difficoltà di erogare un servizio valido a tipologie troppo varie di handicappati psichici e fisici. A quel tempo il personale era composto da religiosi e studenti universitari volontari – che ricevevano in cambio vitto e alloggio – che frequentavano il corso di Pedagogia o la scuola di Servizio sociale, a cui si aggiungeva un operatore che svolgeva attività sportive. Per rendere il servizio efficace si pose il problema di una scelta di categorie di handicap, e l’orientamento fu per l’handicap psichico. Coloro che avevano un handicap fisico vennero trasferiti nell’opera di Roma e in altre specifiche (1960-62).

Negli anni 1960-70 furono accolte circa 130-150 persone che frequentavano la scuola speciale. Già allora si cercava di non rompere i contatti con le famiglie di origine dove i ragazzi tornavano, e tornano anche oggi, per le festività e le vacanze. Nel decennio 1968-78 si crearono gruppi di 5 o 6 ragazzi che potessero vivere in appartamenti, in cui autogestirsi, pur seguito da due operatori per quanto riguardava le faccende quotidiane (fare la spesa, le pulizie, cucinare, ecc.). Svolgevano un lavoro retribuito in laboratori in cui lavoravano normodotati, ma l’esperienza ebbe vita breve anche per l’impossibilità dei ragazzi di rispettare le esigenze di produzione.

Con l’abolizione delle “scuole speciali” e l’inserimento dei disabili nelle scuole normali, si ebbe una riduzione drastica delle richieste di ammissione. Da 140, gli ospiti divennero 20-40, con handicap tanto gravi da non poter essere inseriti in classi normali. Allora si passò da un orientamento educativo-riabilitativo, verbale, teorico, ad uno concreto, fattuale, manipolativo, sviluppando al massimo il potenziale di ciascun ragazzo, seguito da maestre specializzate, istruttori di laboratori, logopedisti, fisioterapisti. L’attività si fonda su alcuni punti chiave, che possiamo riassumere nel favorire la progressiva autonomia dei ragazzi nelle attività di tutti i giorni.

Negli anni Novanta le due strutture risultano inadeguate a seguito delle nuove norme in materia di sicurezza e di abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 1997 iniziarono i lavori di ristrutturazione, e a dicembre 2000 la struttura rinnovata poteva essere inaugurata riportando l’attività a ritmi normali dopo i tanti disagi sostenuti – senza che gli interventi riabilitativi si interrompessero – durante gli anni dei lavori. Contemporaneamente, si procede alla stesura del Progetto educativo riabilitativo, spinti dalla congregazione, nel quale sono evidenziati sia i principi che l’Opera don Guanella persegue, sia l’organizzazione per l’attività quotidiana.

Nel novembre 2006, non avendo possibilità economiche per intervenire sulla struttura di Sant’Elena, i Guanelliani sono costretti a trasferire i “buoni figli” a Montebello, dove si giunge a 67 interni e circa 20 semiresidenziali. Negli anni è progressivamente aumentato il numero degli operatori, che sono oltre 70 considerando i volontari del Servizio civile, tirocinanti di varia provenienza e il personale religioso che continua a dirigere e ad amministrare il Centro curandone anche la crescita spirituale. A questi vanno aggiunti le figure a contratto libero professionale.

Tutto questo lavoro è stato possibile, e continua a dare i suoi frutti, grazie a percorsi formativi continui di preparazione e approfondimento del personale. Infine, dal 2006 la struttura si è munita di Certificato di qualità e tende ad una crescita e miglioramento continui per rispondere “con scienza e con cuore” ai bisogni delle persone che socialmente sono considerate infelici.

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Anziani e disabili: necessità urgentissime https://www.lavoce.it/anziani-e-disabili-necessita-urgentissime/ Thu, 22 Oct 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7946 I soldi ancora non sono arrivati alle residenze protette – le molte ex case di riposo per anziani e disabili sparse per l’Umbria – ma il presidente dell’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu), Gino Brunozzi, sembra moderatamente ottimista. Anche se le “sue” residenze protette attendono dalla Regione da oltre un anno l’erogazione delle risorse del Fondo sulla non autosufficienza, istituito con legge regionale nel 2008.

Presidente Brunozzi, a che punto siamo? “Stiamo attendendo di essere convocati dalla Regione dell’Umbria. Spero, pertanto, di dialogare presto sul tema della programmazione delle risorse alle residenze protette. In tutto questo tempo, abbiamo continuato ad operare, in silenzio, in favore delle persone più deboli della nostra regione: gli anziani che necessitano di un’assistenza importante e costante e i disabili gravi”.

I sindacati sono stati già chiamati a palazzo Donini…“Sì, dunque adesso tocca a noi. Noi stiamo solo aspettando di confrontarci con la Regione, per trovare soluzioni – insieme a chi ci governa – alle nostre necessità urgentissime”.

Quali sono i problemi delle residenze protette dell’Umbria? “Per essere accreditate, le nostre strutture si sono dovute adeguare ad una miriade di parametri di legge: dalla grandezza delle camere da letto per gli ospiti ai bagni accessibili, alla camera ardente interna, alle norme antincendio, ecc. Tutte cose sacrosante, ma per la cui realizzazione abbiamo speso tantissimo. Poi ci sono quegli aumenti che chiamo ‘indiretti’. Nelle nostre case di riposo non vive più, come un tempo, il vecchietto che gioca a carte, che cammina abbastanza normalmente e che fa crocchio con gli altri amici nel parco. La realtà che oggi gestiamo fa rima con malati terminali, post ictus, post traumi gravissimi, persone colpite da Alzheimer… Assisterle costa così tanto che le nostre strutture medio-piccole soffrono, economicamente, da anni. E oggi siamo davvero a rischio di sopravvivenza”.

Come uscire da questa difficile situazione? “Innanzitutto occorre che la Regione agevoli, il prima possibile, ogni nostro percorso amministrativo all’interno delle strutture sanitarie pubbliche. Non è accettabile che i nostri assistiti, spesso in condizioni difficilissime, debbano far la fila assieme agli altri cittadini per essere visitati all’ospedale. Poi, subito dopo la morte di qualche assistito, occorre far accedere immediatamente nelle nostre strutture chi ne ha diritto ed è in lista d’attesa. Chiediamo, inoltre, che le visite diagnostiche e le indagini specialistiche vengano effettuate direttamente all’interno delle nostre residenze protette: spesso il solo spostare uno dei nostri pazienti è manovra ardua, pericolosa per la salute del paziente e costosa per le nostre casse. Infine, chiediamo che siano predisposte tariffe differenziate rispetto alla gravità dell’ospite e, poiché esistono persone che possono pagare l’intera loro retta senza problemi, che la Regione aggiunga altri posti letto ai posti letto convenzionati con ognuna delle nostre struttura, che le nostre case di riposo possano gestire in regime privato. Questo ci avvantaggerebbe economicamente, in quanto con ulteriori posti letto, che proporremmo a pagamento, riusciremmo ad abbattere di gran lunga i costi di gestione delle residenze protette poste sotto l’ombrello Acradu”.

Fondo per la non autosufficienza: 11 milioni di euro ancora fermi. E quei 20 che il Governo non dà. Quattro milioni sono nelle mani delle Asl, altri 7 sono nelle casse della Regione dell’Umbria. “I primi sono quelli finanziati direttamente dalla Regione Umbria, i secondi quelli provenienti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza (anno 2008), già trasferiti dallo Stato a palazzo Donini”.

L’opposizione, con il consigliere Franco Zaffini, ha segnalato la presenza proprio di queste ultime risorse nelle casse regionali nel corso del “Tavolo del 15 ottobre” sul Piano sociale sulla non autosufficienza 2009-2011, svoltosi alla sala Valnerina di palazzo Cesaroni. “Si tratta di fondi iscritti nel bilancio regionale con delibere della Giunta n. 841/2008 e 1666/2008. Perché, dunque, dalla fine del 2008, si tengono ancora ferme queste risorse invece di erogarle alle residenze protette?”, chiede Zaffini.

Nel frattempo i quasi 21 milioni di euro a carico dei finanziamenti di parte corrente del Servizio sanitario nazionale non sono stati ancora accreditati nelle casse della Regione dell’Umbria e sono proprio questi che gli assessori Damiano Stufara e Maurizio Rosi stanno chiedendo – da tempo e a gran voce – al governo Berlusconi. Le residenze protette che aderiscono all’AcraduLe residenze protette per anziani e disabili gravi aderenti all’Acradu sono 32: 24 in provincia di Perugia ed 8 in quella di Terni. La storia di molte di loro affonda nella seconda metà dell’800, quando solo la Chiesa si occupava dei più deboli e dei malati. L’Acradu ha sede ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro.

IN PROVINCIA DI PERUGIA

Casa anziani “S. Gertrude” – Suore benedettine di Santa Gertrude, via Amelia 2, S. Enea; Casa di riposo “Creusa Brizi Bittoni”, viale Cappuccini, 42 Città della Pieve; Casa “Francesco Ridolfi Bizzarri”, via Montalbano 10, Frazione Purello, Fossato di Vico; Casa Serena di Capodacqua Confraternita della Misericordia, via Fiorenzuola 21, Capodacqua di Foligno; Casa di accoglienza “Beata Angela”, Via Cairoli 55, Foligno; “Fiore verde” Società cooperativa sociale, Piazza San Giovanni in Campo, Città di Castello; Casa soggiorno anziani “Casa Benedetta”, via F. Petrelli 24, Sigillo; Comunità di Capodarco dell’Umbria Onlus, Corso Garibaldi 111, Gubbio; Comunità di Capodarco di Perugia Centro diurno “La Collina”, località Prepo 202, Perugia; Fondazione “Casa Serena” Prof. Zeffirino Rinaldi, via XX Settembre 52, Magione; Fontenuovo Casa di accoglienza “Maria Immacolata”, via Torino 1, Marsciano; Fontenuovo “Residenza di ospitalità per anziani” – Fondazione Onlus, via Enrico dal Pozzo 61, Perugia; Villaggio “Santa Caterina” Parlesca Fondazione Onlus “Casa per anziani”, Solfagnano, Parlesca; I Miei Tempi, via Amadio 21, Spoleto; Istituto Padre Ludovico da Casoria per la riabilitazione dellìetà evolutiva, via Frate Elia 1, Assisi; Istituto Serafico per sordomuti e ciechi, viale Marconi 6, Assisi; Opera “Don Guanella” – Centro di riabilitazione “Sereni”, via Tuderte 48, Montebello; Opera Assistenza Malati Impediti (Oami), via dell’Artificiere 6, Baiano di Spoleto; Opera pia “Bartolomei Castori”, via Butaroni 15, Foligno; Suore della Sacra Famiglia di Spoleto: “Casa Marini” – Casa protetta per anziani, via L. Vittori 7, Spoleto; Istituto Nazzareno – Casa per anziani, via Interna delle mura 23, Spoleto; Istituto per disabili “Don Pietro Bonilli”, via Galileo Galilei 179, Spoleto-Montepincio; Istituto Mons. Bonilli, vocabolo Lacrime 4, Trevi; Villa Nazarena “Santa Margherita”, via Indipendenza 8, località Pozzuolo, Castiglione del Lago;

IN PROVINCIA DI TERNI

Associazione Suore Consolatrici del Sacro Cuore di Gesù, via Flaminia Vecchia 20, Frazione Vigne 05030 Narni; Casa della Divina Provvidenza per il riposo della vecchiaia, Zona Cappuccini 9 05016 Ficulle; Casa per Anziani “Maria Sposa e Madre” Congr. Figli dell’Amore Misericordioso, via degli Stazzi 4, Montecchio; Casa vincenziana “G. Andreoli”, via Marconi 10, San Venanzo; Istituto “San Giovanni Bosco” – Suore Serve di Maria Riparatrici, via San Giovanni Bosco 11, Monterubiaglio; Servizi Strutture Terza Età “Villa Canali”, via della Portella 21, Montecastrilli; Villa Sabrina Srl , Strada Pareti 33, Otricoli; Residenza Alzheimer “Non ti scordar di me”, via Capannelle 22, Castel Giorgio.

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Amici del migliore amico dell’uomo https://www.lavoce.it/amici-del-migliore-amico-delluomo/ Fri, 16 Oct 2009 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7925 Al centro dell’attenzione il migliore amico dell’uomo, il cane. Per la prima volta, venerdì 16 ottobre i massimi vertici di Enpa (Ente nazionale protezione animali), Enci (Ente nazionale cinofila italiana), ministero della Salute e veterinari riuniti in Umbria all’interno del centro congressi “Deco Hotel” di Ponte San Giovanni in occasione del convegno “Il cane come attore sociale”. Obiettivo dell’iniziativa, che rientra nella due giorni delle esposizioni internazionali canine che si terrà a Umbriafiere di Bastia Umbra il 17 e il 18 ottobre, è dar vita ad un confronto tra esperti del settore cinofilo sulle tematiche e problematiche riguardanti l’amico a quattro zampe.

In programma dimostrazioni cinofile con i cani della Protezione civile che hanno salvato le prime vittime rimaste sepolte sotto le macerie nel terremoto a L’Aquila, che verranno premiati con una medaglia, e poi esibizioni dell’associazione Ghismo onlus e altre prove di agility anche con l’unità cinofila antidroga della Guardia di finanza. Per questo grande evento, i cui proventi, tra iscrizioni e partecipazione dei visitatori, verranno devoluti in favore dell’Abruzzo, hanno aderito oltre 4 mila cani da tutto il mondo. L’Umbria, dal canto suo, ha sempre dimostrato una particolare sensibilità verso l’amico Fido e l’ambiente che lo circonda, non solo attraverso la promozione di manifestazioni come queste, ma anche attraverso i centri di addestramento specializzati nella cura e nell’educazione dell’animale.

“Sotto il Gruppo cinofilo perugino – spiega Massimo Floris, presidente dell’associazione Ghismo onlus, addestratore di cani da utilità e difesa (istruttore federale Enci) – sono presenti diversi centri cinotecnici, a Terni, Acquasparta, Foligno, dove lavorano istruttori federali Enci che danno il loro contributo per favorire l’istruzione dell’animale sia a livello educativo sia a livello sportivo, e per migliorare il rapporto tra l’uomo e l’animale”. Inoltre con il supporto e l’aiuto vero e proprio dei cani, l’associazione Ghismo onlus, che da 6 anni opera sul territorio locale, riesce a portare avanti le sue numerose attività nell’ambito del sociale. “In Umbria da qualche anno esiste la Ghismo, patrocinata dalla Regione che addestra i cani per la pet therapy – continua Floris -.

Come attività specifiche sul territorio, ha due convenzioni: una con l’Asl del distretto di Assisi e l’altra con quella di Perugia. I nostri istruttori eseguono anche delle sedute di pet teraphy all’interno dell’istituto Don Guanella di Montebello e al Cicconi di Perugia. Non solo; la nostra associazione, con sede a Bettona, promuove progetti nelle scuole e svolge attività con persone diversamente abili che hanno ricevuto il cane in dotazione”. La Ghismo onlus è, infatti, un’associazione che si occupa delle selezione, allevamento e preparazione di cani per l’utilità sociale. Una volta addestrati, i cani vengono affidati gratuitamente a persone con disabilità fisiche o vengono impiegati in attività di pet therapy, a favore di persone portatrici di problematiche di tipo fisico e/o psichico.

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Cattolici uniti, oppure non conteranno nulla https://www.lavoce.it/cattolici-uniti-oppure-non-conteranno-nulla/ Thu, 15 Mar 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5744 Anche questa settimana, La Voce continua ad ascoltare le opinioni dei protagonisti politici della regione sulla necessità o meno di costituire i partiti unitari, al fine di semplificare la vita politica italiana e garantire una migliore governabilità a questo Paese.

È la volta di Enrico Sebastiani, coordinatore regionale dell’Udc, che rivolge anche delle critiche al governo regionale. Il centro sinistra sta preparando il suo Partito democratico. Qualcosa del genere è proposto anche nel centro destra. Secondo lei servirà a migliorare la politica italiana? “No, a questo punto la politica, da sola, non può riuscire a superare la crisi di partecipazione in atto. In questa fase storica, la politica non è luogo di incontro fra i politici e le piazze, ma è esclusivamente autoreferenziale. È solo strumento per governare e contare di più, a livello personale. Un’operazione come quella del Partito democratico, pur prevedendo l’incontro fra due culture, quella laica e quella cattolica, non servirà a nulla se non si cambiano le regole e lo stile del modo di far politica. Per evitare governi instabili, occorre rifare subito la legge elettorale, che deve essere proporzionale ‘alla tedesca’ e prevedere l’espressione delle preferenze, perché saranno gli italiani a dover scegliere le persone di cui si fidano di più per rilanciare la politica”.

Ma allora a destra non ci sarà mai un partito unitario “Credo che ormai sia totalmente impraticabile la proposta del partito unico per il centrodestra: lo stesso Casini lo ha ripetuto più volte. Siamo passati dal Polo alla Casa della libertà, ma non avremo mai la forza di varare un partito unico. Berlusconi ha avuto tanti meriti, soprattutto dopo le vicende di Tangentopoli, ma ora i tempi sono maturi per guardare avanti. L’Italia ha davvero bisogno di qualcosa di nuovo e, anche se il centro destra vincesse nuovamente con Berlusconi, la piazza non accetterebbe tale risultato, ma lo vivrebbe come imposto dall’alto. Anche perché Berlusconi non è amato da una parte consistente della società italiana, essendo considerato ‘reo’ di non aver ben compreso che la politica è l’arte della mediazione e che non ci si può comportare come al vertice di un’azienda. Come uomo politico io valuto molto positivamente il suo operato, meno i suoi atteggiamenti. Anche noi alleati dell’Udc siamo stati spesso trattati come sudditi, come quando diffuse coi suoi giornali il sondaggio che eravamo all’1 per cento e, Adornato, il giorno dopo, ci chiese l’annessione a Forza Italia”.

E che bisogna fare per governare bene questo Paese? “Al famoso Convegno della Chiesa a Palermo, quello che precedette Verona, fu teorizzato che i cattolici potessero operare in tutti i partiti. Eppure i cattolici, in tutti i partiti, oggi non riescono a contare da nessuna parte perché per le scelte politiche sono determinanti i numeri. C’è dunque da ripensare l’unità dei cattolici, specie ora che stiamo attraversando una fase di profonda crisi della politica. Dobbiamo riaffermare fortemente i nostri valori guida. Ecco che la politica deve rimettersi al servizio di quei valori indicati anche dalla dottrina sociale della Chiesa”.

Mastella propone a Follini e Casini un partito cattolico “del 10 per cento”. Lei che ne dice? “Innanzitutto dico che Follini si è comportato male appoggiando il governo Prodi. Quella non è la sua storia, né la sua cultura. Auspico invece che Mastella abbia ragione su un’aggregazione unitaria dei cattolici. E credo proprio che un eventuale formazione dei cattolici possa andare ben oltre il 10 per cento. Potremmo collocarci agevolmente sopra il 20 per cento, più o meno come una sinistra democratica non radicale”.

Mi fa un esempio della collaborazione fra i cattolici e la sinistra moderata, qui in Umbria? “La legge sugli oratori. E poi c’è stato anche l’assegno di cura per gli anziani non autosufficienti, sostenuto anche dall’assessore alla Sanità: 800 anziani ai quali veniva erogato un assegno di 427 euro al mese, purtroppo adesso sospeso per carenza di fondi”.

Dopo l’ultima manifestazione, con i ministri di Prodi in piazza al fianco degli omosessuali e con lo stesso capo del Governo che si è dichiarato “perplesso”, lei che dice? “Sugli omosessuali dico che li rispetto, non giudicandoli. Ma non darei mai loro un bambino in adozione. E poi sono infastidito dall’ostentazione dell’omosessualità, che subiamo in questo periodo da parte della ricca lobby omosessuale che vuole diffondere la sua ‘cultura’ attraverso un’azione di abile comunicazione. Nel corso di un recente dibattito televisivo, ho incontrato due gay. Era presente anche mons. Carlo Rocchetta, che a Perugia gestisce la Casa della Tenerezza per coppie in difficoltà. Uno dei due era sposato da 25 anni e era pure diacono della Chiesa cattolica. Per stare con il suo compagno, aveva anche lasciato moglie e due figli. Il bello è che voleva che mons. Rocchetta lo confermasse ancora come diacono! Come politico, davanti a fatti del genere, ritengo che i loro diritti civili vadano tutelati, ma nulla più. Perché deve essere chiaro all’intera società italiana che l’unica realtà naturale, su cui si fonda lo Stato, è la famiglia”.

Quali sono i principali “errori” dell’attuale governo regionale? “Il governo regionale si caratterizza per il superattivismo e il presenzialismo della presidente Lorenzetti, che finisce col soffocare il ruolo del Consiglio e limita la partecipazione delle istituzioni, dell’imprenditoria, delle associazioni di categoria, ecc. È stato poi un errore il fatto che, nello statuto, il Consiglio regionale non sia riuscito a mettere alcun riferimento a san Benedetto e san Francesco. Una vergogna, per una regione come l’Umbria. La maggioranza ha avuto paura dei valori universali della Chiesa e, soprattutto, ha ceduto ai ricatti della sinistra radicale. Ancora: alla Regione si vive ancora una cultura veterostatalista, impregnata di ideologia, che considera il pubblico come l’unica risposta valida, non capendo che la funzione pubblica può essere esercitata sia dallo Stato, sia dal privato. Inoltre la nostra Regione è carente sul Piano sociale, come ha recentemente sostenuto Pietro Laffranco. L’assessore Stufara ha voluto a tutti costi il garante delle carceri, soggetto che non ha avuto nessun effetto per mancanza di risorse. Al tempo stesso, l’assegno di cura non è stato più concesso agli anziani autosufficienti, sempre per lo stesso motivo. In Umbria, ci sono strutture come il centro per pluriminorati ‘Don Guanella’, che insieme all’Istituto Serafico di Assisi caratterizzano la sensibilità sociale degli umbri: eppure, dal 2005, il centro Don Guanella si è visto ridurre sempre più i finanziamenti e ora ha gravi difficoltà per pagare 67 dipendenti che assistono centinaia di pluriminorati”.

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Il Natale del Vescovo https://www.lavoce.it/il-natale-del-vescovo/ Fri, 23 Dec 2005 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4889 Ci sono molti modi di prepararsi al Natale. C’è quello della folla festosa che riempie i negozi scintillanti alla ricerca di un regalo per le persone amate, c’è quello di chi sceglie di partecipare agli incontri di preghiera, veglie penitenziali per le confessioni e ritiri spirituali proposti nelle parrocchie o dai molti gruppi e associazioni che vivono in diocesi. C’è, potremmo dire, il “modo” che è del Vescovo quale pastore di una comunità grande e varia. Lui è invitato, atteso, ascoltato. In ciascuna occasione porta una parola che è sempre la stessa ma cambia anche e assume accenti diversi secondo dove viene pronunciata.

Il calendario di mons. Chiaretti, prima di Natale è fitto di incontri. Tra tutti spiccano le celebrazioni eucaristiche e le visite in luoghi privilegiati: all’istituto “Don Guanella” dove gli ospiti hanno preparato il presepe vivente; all’ospedale Silvestrini dove ha celebrato la messa per operatori sanitari e malati; nelle case dei sacerdoti anziani o malati cui porta il conforto del Pastore. Infine, ma non ultimo, il carcere femminile e maschile di Capanne in cui, accanto ai detenuti, vive la polizia penitenziaria e dove entrano volontari e operatori di cooperative sociali portando, tra l’altro, progetti che guardano al momento in cui le persone usciranno dal carcere e aiutano a dare un senso alle giornate. Di questi progetti il Vescovo ha, per così dire, portato fuori dalle mura il frutto, scegliendo di inserire nel pacco dono offerto ai dipendenti e collaborotari di curia, i biscotti prodotti artigianalmente dalla cooperativa sociale Gulliver presso la Casa circondariale di Perugia.

Nel suo calendario c’è un’attenzione particolare agli “ultimi” e ai sofferenti, che ha la stessa origine dell’iniziativa da lui voluta per il giorno di Natale: il pranzo con i poveri, in cattedrale, preparato dalla Caritas con l’aiuto di volontari che scelgono di dedicare agli altri questo giorno tradizionalmente vissuto in famiglia, servendo a tavola o lavorando in cucina. Ovunque l’Arcivescovo porta l’annuncio della buona Notizia. “Dobbiamo – ha scritto nella lettera di collegamento quindicinale con parroci religiosi e operatori pastorali Nuntium Perusinum – illuminare, e con forza, questo momento incredibile e irripetibile della storia, in cui, come dice l’apostolo Giovanni, Lògos sarkon eghéneto, Verbum caro factum est. Tre semplici parole che hanno cambiato la storia, la religione, la cultura degli uomini, e che ci chiedono una fede lucida e coriacea. Invochiamola questa fede nel tempo di Natale perché illumini la buia notte del relativismo qualunquistico, acido e senza futuro, che ci umilia e non consente a molti di alzare lo sguardo oltre le scarpe e di intravvedere la luce della speranza”.

“Sì, buon Natale, carissimi. – conclude – In particolar modo buon Natale a chi soffre, perché la fede e la solidarietà dei buoni rendano meno grave la loro tribolazione”. E quest’anno mons Chiaretti non si limita a raggiungere i confini della sua diocesi ma darà voce a tutta la Chiesa italiana quando (il 24 alle 11.45) porterà gli auguri di Natale ai telespettatori di Rai Uno, prima della Messa di mezzanotte trasmessa dalla basilica di San Pietro in Vaticano.

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“Linee” con questioni aperte https://www.lavoce.it/linee-con-questioni-aperte/ Fri, 21 Jan 2005 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4268 L’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu) ha partecipato attivamente alla fase di concertazione per la definizione delle “Linee d’indirizzo in materia di integrazione socio – sanitaria”: incontri tecnici, Gruppo ristretto e Tavolo tematico “Riqualificazione del sistema di welfare” previsto dal Patto di Sviluppo dell’Umbria, che ha dato il via libera definitivo.

L’Acradu ha espresso parere favorevole nella riunione conclusiva del 29 dicembre, sia perché le integrazioni apportate hanno migliorato il testo originario e sia perché non era più rinviabile il varo di un documento regionale sull’integrazione socio  sanitaria che delineasse un quadro complessivo più certo e mettesse fine a comportamenti difformi e contraddittori delle Asl e dei comuni. In un proprio documento, l’Acradu, oltre ad avanzare osservazioni nel merito dell’Atto d’indirizzo, ha evidenziato come una effettiva integrazione socio ‘ sanitaria sia strettamente correlata al passaggio da una logica di governo esclusivamente istituzionale (Asl e comuni) a una logica di governo comunitario (anche i soggetti sociali) particolarmente urgente nel campo delle politiche territoriali di welfare. Più precisamente l’Acradu ha denunciato lo scarto che ancora permane tra la pratica corrente e quanto prevede la vigente legislazione nazionale (art. 19, comma 3, della legge 328/2000) e regionale (Piani sociale e sanitario) riguardo agli Accordi di programma per la definizione dei Piani di zona e alla co – progettazione degli interventi socio  sanitari tra soggetti istituzionali e sociali.

L’Acradu ha anche evidenziato altre questioni ancora aperte. AnzianiLa prima riferita alle Residenze protette per gli anziani, la cui normativa per la stipula delle Convenzioni, chiaramente definita a livello regionale, non viene correttamente applicata dalle Asl, in particolare da quelle di Terni e Foligno, con gravi ripercussioni per le famiglie e le Residenze interessate. La seconda questione riguarda i 1.200 posti di residenzialità protetta per gli anziani previsti in Umbria che risultano insufficienti. La terza riguarda la compartecipazione dei comuni alla spesa sociale: da un lato i comuni denunciano la mancanza di risorse economiche per far fronte agli incrementi di spesa, dall’altro non possono essere i comuni a fissarne i criteri, ma dovrà essere fatto con apposito Regolamento regionale.

La stessa esigenza si presenta per gli 800 Assegni di cura degli anziani deliberati dalla Regione: per la loro erogazione dovranno essere emanate precise direttive. DisabiliRiguardo ai disabili l’Acradu ha sollevato tre necessità: – che i familiari e gli operatori che seguono quotidianamente i disabili siano normalmente coinvolti all’interno delle Unità multidisciplinari di valutazione delle Asl chiamate ad accertare il grado di disabilità e lo stato socio assistenziale; – la particolare attenzione da riservare alle Strutture convenzionate ex art. 26 della legge 883/1978 (l’Istituto Serafico, l’Opera don Guanella e la Comunità di Capodarco) nella gestione del passaggio da un regime sanitario a quello socio – sanitario; – la tempestiva definizione degli standard organizzativi e funzionali dei Centri socio – riabilitativi ed educativi residenziali e diurni rinviata ad un successivo Atto amministrativo. Non autosufficientiInfine c’è la ventilata istituzione di un fondo regionale per i non autosufficienti alimentato da una tassa di scopo. Forse per una regione come l’Umbria, seconda in Italia per anziani e disabili, tale scelta sarà obbligata. Dovranno, però, essere chiaramente definiti gli obiettivi, le finalità, gli scopi del Fondo e, in primo luogo, le modalità di gestione, per una puntuale e corretta destinazione delle risorse.

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L’associazione cristiana delle residenze per anziani e disabili denuncia: “Strutture cattoliche discriminate” https://www.lavoce.it/lassociazione-cristiana-delle-residenze-per-anziani-e-disabili-denuncia-strutture-cattoliche-discriminate/ Fri, 13 Feb 2004 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3623 Pasquale Caracciolo (Acradu): se la struttura è pubblica viene autorizzata subito, se è privata deve aspettare anni. La proposta: il “controllore” sia un terzo tra Asl e strutture. “Se la struttura residenziale per anziani o disabili è pubblica, viene autorizzata in poco tempo, se è privata deve aspettare molto, anche anni”. Lo sottolinea Pasquale Caracciolo, presidente dell’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu), che associa trenta strutture distribuite nel territorio regionale, rilevando un “diseguale trattamento per un diverso iter autorizzativo”.

Evidenzia un fatto singolare: “Per le strutture pubbliche è sufficiente un’autocertificazione per il possesso dei requisiti strutturali e di personale ma l’Asl è al tempo stesso controllore e controllato – osserva – mentre le altre sono state sottoposte ai ripetuti controlli delle Asl prima di ottenere l’autorizzazione dell’assessorato regionale alla sanità. Tale diversità di trattamento non è accettabile non solo per la procedura di autorizzazione ma anche per la medesima qualità del servizio a cui hanno diritto gli anziani e i disabili indipendentemente dalle residenze ospitanti”. Per superare questa situazione il presidente dell’Acradu propone l’istituzione di un’autorità amministrativa indipendente che “eserciti la stessa opera di controllo su tutte le residenze sanitarie assistite e le residenze protette. E’ necessario un soggetto terzo. Basta affidare questo compito all’assessorato alla sanità”.

Questa tematica rappresenta uno dei passaggi principali del documento sottoscritto dal Consiglio direttivo dell’Acradu che si è recentemente riunito a Perugia per esaminare lo stato delle politiche socio-assistenziali e sanitarie e i rapporti con le istituzioni regionali e territoriali. Nel lungo percorso di riqualificazione dell’offerta residenziale per gli anziani e i disabili (autorizzazione, convenzione ed accreditamento delle residenze sanitarie assistite e residenze protette) attivato con il piano sanitario regionale 1999-2001, secondo l’Acradu, vanno verificati alcuni aspetti. In particolare va migliorato e qualificato il rapporto tra l’assessorato regionale alla sanità, le Asl, i Comuni e le residenze private. In sostanza passa troppo tempo, anche anni, prima che qualsiasi richiesta (ampliamento, ristrutturazione, convenzione, adeguamento delle tariffe, domicilio di soccorso) trovi una risposta definitiva, nonostante i ripetuti solleciti. “Questo stato di cose rende difficile la programmazione delle attività e degli impegni di spesa per le strutture – mette in risalto Caracciolo – perché ci sono residenze, piccole e grandi – in gran parte aderenti all’Acradu – che, tranne le quote degli ospiti e la solidarietà dei cittadini, possono contare esclusivamente sulla congruità, regolarità e certezza delle integrazioni di parte sociale e sanitaria dovute rispettivamente dai Comuni e dalle Asl.

E senza il sollecito recupero di rapporti affidabili con le istituzioni, considerati i margini sempre più ristretti nelle spese correnti, ci si sta avvicinando pericolosamente ad uno stato di difficoltà gestionale con possibili effetti negativi sull’intero comparto”. Si punta quindi a superare il lungo percorso di riqualificazione dell’offerta residenziale per passare al coordinamento delle attività e dei rapporti in un mercato che vede accrescersi il ruolo del privato. L’Acradu non esprime solo critiche. Caracciolo esprime apprezzamento per il piano sociale regionale (2000-2002) che definisce “uno degli atti più significativi degli ultimi anni”. E rivendica la capacità di proposta dell’associazione che “non vuole rappresentare un soggetto attivo solo per la contrattazione ma una realtà attiva, capace di assumersi responsabilità individuando soluzioni positive per gli enti e la comunità”.

L’associazione avanza alcune proposte che prevedono, tra l’altro, l’attivazione del tavolo di concertazione tematico del patto per lo sviluppo dell’Umbria sulle politiche di welfare coinvolgendo il terzo settore e la rappresentanza delle autonomie locali, sino a questo momento esclusi. Caracciolo propone inoltre di attivare due tavoli di concertazione. Il primo intende aggiornare il piano sociale regionale e dare vita all’Osservatorio regionale sulle politiche sociali. Il secondo vuole consolidare il processo di riorganizzazione della sfera socio-sanitaria.

Acradu. Trenta strutture con seicento anziani.

L’Acradu (Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria) è nata nell’ottobre 2002 con l’obiettivo di rappresentare le esigenze delle strutture cattoliche per l’assistenza agli anziani e ai disabili. Vi aderiscono, al momento 30 strutture, dislocate in tutto il territorio regionale, che ospitano 600 persone, tra anziani e disabili, con oltre 500 dipendenti. Tra i compiti statutari dell’associazione ci sono l’assistenza e la consulenza per i soci per seguire le procedure di adeguamento alle nuove norme. Che riguardano le strutture, i servizi, l’applicazione dei contratti di categoria per i dipendenti. È importante l’attività di formazione del personale nel solco dell’ispirazione cristiana e sempre nel rispetto dei malati e del diritto alla vita.

Il Consiglio direttivo dell’Acradu è composto, oltre che dal presidente Pasquale Caracciolo, da don Matteo Rinaldi (vicepresidente) dell’Opera “Don Guanella” di Perugia, Guido Iacono (economo/segretario) dell’Istituto Serafico di Assisi, suor Maria Pia Duca (consigliere) delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto, don Angelo Fanucci (consigliere) della comunità di Capodarco dell’Umbria, Daniela Roscini (revisione dei conti), Silvio Topo (consigliere) della casa della Divina Provvidenza per il riposo della vecchiaia di Ficulle (Terni).

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