dirigenti scolastici Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/dirigenti-scolastici/ Settimanale di informazione regionale Sat, 26 Mar 2022 20:38:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg dirigenti scolastici Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/dirigenti-scolastici/ 32 32 Mensa scolastica “punisce” bambina https://www.lavoce.it/mensa-scolastica-punisce-bambina/ Thu, 11 Apr 2019 10:20:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54356 lente d'ingrandimento, logo rubrica De gustibus

di Daris Giancarlini

Ricordo quei pomeriggi d’estate in cui mia nonna Palmira mi faceva fare merenda, seduta con me sulla porta di casa.

Immancabilmente arrivavano anche altri bambini, magari di famiglie meno fortunate della nostra, pur modesta. Allora Palmira risaliva in cucina e tornava con pane e olio, o pane, burro e zucchero, anche per i nuovi arrivati: “Sennò a guardare te che mangi - mi spiegava - gli viene l’anima negli occhi”.

Ha pianto, la bimba straniera dell’asilo di Minerbe, provincia di Verona, quando ha visto che a lei, al contrario del pasto distribuito a pranzo ai suoi compagni, venivano dati dei cracker e una scatoletta di tonno. “Lo abbiamo deciso per correttezza verso le famiglie che, al contrario di quella della bimba in questione, pagano regolarmente la retta” ha spiegato il sindaco, eletto con la Lega.

Non fa una piega la motivazione, in linea di principio. Ma il principio non dovrebbe turbare un piccolo essere umano che ha la sola ‘colpa’ di provenire da una famiglia che, forse per difficoltà economiche, non paga la retta dell’asilo.

Mia nonna Palmira non avrebbe guardato al principio: avrebbe guardato gli occhi di quella bambina. Si chiamava solidarietà, anche se nonna non lo sapeva. Magari invece i genitori degli altri bimbi dell’asilo di Minerbe, questa parola potrebbero ricordarsela.

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di Daris Giancarlini

Ricordo quei pomeriggi d’estate in cui mia nonna Palmira mi faceva fare merenda, seduta con me sulla porta di casa.

Immancabilmente arrivavano anche altri bambini, magari di famiglie meno fortunate della nostra, pur modesta. Allora Palmira risaliva in cucina e tornava con pane e olio, o pane, burro e zucchero, anche per i nuovi arrivati: “Sennò a guardare te che mangi - mi spiegava - gli viene l’anima negli occhi”.

Ha pianto, la bimba straniera dell’asilo di Minerbe, provincia di Verona, quando ha visto che a lei, al contrario del pasto distribuito a pranzo ai suoi compagni, venivano dati dei cracker e una scatoletta di tonno. “Lo abbiamo deciso per correttezza verso le famiglie che, al contrario di quella della bimba in questione, pagano regolarmente la retta” ha spiegato il sindaco, eletto con la Lega.

Non fa una piega la motivazione, in linea di principio. Ma il principio non dovrebbe turbare un piccolo essere umano che ha la sola ‘colpa’ di provenire da una famiglia che, forse per difficoltà economiche, non paga la retta dell’asilo.

Mia nonna Palmira non avrebbe guardato al principio: avrebbe guardato gli occhi di quella bambina. Si chiamava solidarietà, anche se nonna non lo sapeva. Magari invece i genitori degli altri bimbi dell’asilo di Minerbe, questa parola potrebbero ricordarsela.

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La scuola umbra si autovaluta https://www.lavoce.it/la-scuola-umbra-si-autovaluta/ Fri, 13 Feb 2015 12:19:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30301 aula-scuola-studenti-bambiniParte anche in Umbria il sistema di autovalutazione delle scuole. Tale processo coinvolgerà, a partire dal mese di marzo, tutti gli istituti italiani (sia statali che paritari) di ogni ordine e grado secondo una direttiva del settembre 2014 stabilita dal Ministero per l’Istruzione, Università e ricerca (Miur). La conferenza di formale avvio nella nostra regione della prima tappa del Sistema nazionale di valutazione (Snv), che durerà tre anni, è avvenuta venerdì 6 febbraio nell’Aula magna dell’Università per stranieri di Perugia alla quale erano presenti Domenico Petruzzo, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria (Usr), Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur, Amilcare Bori, dirigente tecnico dell’Usr, Giovanni Paciullo, rettore dell’Università per Stranieri. La platea era composta da numerosi dirigenti scolastici e coordinatori didattici dell’Umbria, nonché docenti di alcune scuole. “Per molti anni in Italia non abbiamo avuto la sensibilità della valutazione” – ha detto Petruzzo. È comunque un processo già in atto da tempo in tutta Europa e sistemi di valutazione sono stati già avviati nel nostro Paese, a partire dalle prove Invalsi e Vales.

L’obiettivo di tale valutazione – ha spiegato il capo dipartimento Bono, ricordando le parole del ministro all’Istruzione Stefania Giannini, è quello di dare “alle scuole strumenti che non servono per promuoverle o bocciarle, ma per migliorarsi. Non stiamo pensando a classifiche di istituti, ma puntiamo ad una crescita del sistema scuola, che è possibile solo quando si è in grado di verificare quali siano i punti di forza e quelli di debolezza. La valutazione non è uno scopo, ma è uno strumento che serve a raggiungere uno scopo: migliorare e mettere a frutto il potenziale di ogni singola scuola”. In pratica tale valutazione, che durerà tre anni, prevede tre momenti: il primo riguarderà la valutazione che ogni singola scuola farà di se stessa, la seconda esterna, la terza della dirigenza scolastica. Le scuole già dai prossimi mesi dovranno compilare un format del Rapporto di autovalutazione (Rav) elaborato dall’Invalsi con la supervisione del Miur e di esperti. Il Rav prevede che gli istituti debbano analizzare il contesto in cui operano (ad es. popolazione scolastica), gli esiti (i livelli di apprendimento degli studenti, l’organizzazione della didattica), le risorse (l’utilizzo delle risorse umane e finanziarie), i processi (le pratiche educativo didattiche e gestionali-organizzative). Questi dati saranno inseriti in una piattaforma online, riservata ad ogni scuola.

Nel realizzare questa autovalutazione le scuole avranno un parametro nazionale di riferimento (bench-mark), che consentirà di paragonare i propri dati con quelli di altri istituti. All’interno della piattaforma compariranno altri elementi in possesso del Ministero, dell’Invalsi e di altre banche dati. Lo scopo è che ogni scuola possa avere a disposizione un quadro complessivo che le permetta di riflettere sui propri punti di debolezza o di forza, per cercare di capire come migliorarsi e potenziare la propria offerta formativa. Tale format, in formato elettronico, dovrà essere reso pubblico entro luglio- agosto 2015 sia sul sito della scuola, ed accessibile anche alle famiglie, che sulla piattaforma del Miur “Scuola in chiaro”. Alla fine del triennio, nell’anno scolastico 2016/2017, le scuole diffonderanno i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di miglioramento programmati. Per fare tutto ciò ci saranno dei momenti di formazione. Durante l’anno scolastico 2015/16 prenderanno il via, invece, le visite alle scuole dei nuclei di valutazione esterna. Per la valutazione dei dirigenti sarà portata avanti secondo degli indicatori definiti dall’Invalsi in collaborazione con il Miur. Al termine dell’incontro la capo dipartimento Bono si è augurata che tale processo “non venga preso come uno dei tanti adempimenti normativi, ma che vada a migliorare la qualità del sistema scolastico”.

 

Le principali perplessità

 

Al termine dell’incontro non sono mancate domande e perplessità da parte dei dirigenti scolastici, pur convinti in buona parte del valore di tale valutazione. Tra le tante il sovraccarico di lavoro per dirigenti e docenti che si dovranno occupare di compilare il Rapporto, i fondi, la pericolosità di una lettura dei dati grezzi, senza possibilità di poterli commentare: la valutazione dovrebbe tener conto del contesto scolastico, sociale e territoriale – è stato commentato da alcuni – vedi il problema delle pluriclassi nelle zone montane, degli studenti provenienti da famiglie con un livello di istruzione basso, o di nazionalità straniera. Bisognerebbe conoscere anche il precedente percorso scolastico degli studenti, perché andrebbero valutati anche i progressi. E poi il Rav come verrà interpretato dai genitori nella scelta della scuola? Una cosa è condividere i dati tra addetti ai lavori, un’altra tra persone non esperte.

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Inizia la scuola. Verrà “trasformata”? https://www.lavoce.it/inizia-la-scuola-verra-trasformata/ https://www.lavoce.it/inizia-la-scuola-verra-trasformata/#comments Thu, 11 Sep 2014 13:53:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27965 insegnante-scuola-aiuto-compitiUn nuovo anno scolastico è alle porte. Lunedì 15 settembre per circa 120 mila studenti umbri suonerà la campanella, salvo alcuni avvii anticipati che rientrano nelle scelte dell’autonomia dei singoli istituti.

È un anno che promette delle novità, (almeno così sembra) in attesa di vedere come si muoverà il Governo dopo la pubblicazione, nei giorni scorsi, del nuovo Piano della scuola italiana. Piano che, tra i principali punti, si pone l’obiettivo di porre fine al precariato ‘storico’ dei docenti promettendo di assumerne 150 mila a settembre 2015, eliminando così le graduatorie a esaurimento (Gae), dalle quali ogni anno viene attinto il 50% di tutti i nuovi docenti (la restante percentuale è riservata ai vincitori di concorso). In questo modo alle scuole verrà garantito un numero stabile di docenti che potrebbero coprire in modo programmato le tante cattedre vacanti. Basta con le supplenze!, è stato detto. Almeno questo è il proposito. Ma non tutti sono d’accordo. Chi coprirà le assenze brevi degli insegnanti? Aggiungendo delle ore in più ai loro colleghi di ruolo, con ore di straordinario magari senza essere pagati? – sostengono i docenti supplenti.

Certo superare il carosello di avvicendamenti di insegnanti a cui si assiste ogni settembre a inizio anno scolastico sarebbe cosa buona, così da assicurare agli studenti quella continuità didattica auspicata da anni. Intanto altra novità sarà il sistema d’accesso all’insegnamento a cui si arriverà – è la proposta del Governo – soltanto attraverso concorso pubblico. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi. Sul sito www.istruzione.it, “Piano della buona scuola. Facciamo crescere il Paese” è stata data facoltà a tutti, docenti, studenti, genitori e a chiunque è interessato al mondo della scuola, di poter interloquire dal 15 settembre al 15 novembre con il Governo nella fase iniziale di progettazione.

“In Umbria – spiega il dirigente vicario dell’Ufficio scolastico regionale Domenico Petruzzo – i docenti iscritti nelle graduatorie a esaurimento sono 2.464. Quelli immessi in ruolo nel corrente anno sono stati 496 (di cui 52 per la scuola dell’infanzia, 85 la primaria, 56 le secondarie di I grado, 63 le secondarie di II grado, 240 sono gli insegnanti di sostegno). Di questi nuovi insegnanti, 143 provengono dalle Gae, il restante numero è stato reclutato dall’ultimo concorso; per il sostegno, 221 provengono dalle Gae, per il resto anch’esse dal concorso. Cinquanta è il numero del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario)”.

“Anche le graduatorie di istituto – aggiunge Petruzzo – sono in fase di elaborazione e saranno pronte per le operazioni di competenza delle scuole nei giorni di inizio delle lezioni. Il piano di modifica legislativa in corso prevede anche per queste graduatorie un cambiamento profondo”. Non tutti i posti disponibili nelle scuole sono stati comunque coperti: “Ci sono ancora circa 1.000 cattedre vacanti comuni, 300 nel sostegno. Tutte saranno coperte con contratti annuali entro la prossima settimana”.

Anche i dirigenti scolastici assunti a seguito dell’ultimo concorso nel 2011 sono al loro posto. “Nell’anno scolastico 2011-2012 ne sono stati nominati 25 – precisa Petruzzo – per l’anno in corso 8. Attualmente le graduatorie sono esaurite e il prossimo concorso sarà nazionale, non più regionale, e gestito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione”.

Calendario scolastico

La Regione ha stabilito che la fine delle lezioni per le scuole primarie e secondarie di I e II grado avverrà mercoledi 10 giugno 2015; martedi 30 giugno 2015 sarà la data di fine attività didattica nelle scuole dell’infanzia. Festività: 1° novembre, festa di Tutti i Santi; 8 dicembre, Immacolata Concezione; 25 dicembre, Santo Natale; 26 dicembre, Santo Stefano; 1° gennaio, Capodanno; 6 gennaio, Epifania; 6 aprile, lunedì di Pasqua; 25 aprile, Anniversario della Liberazione; 1° maggio, Festa del lavoro; 2 giugno, festa nazionale della Repubblica; festa del Santo Patrono. Festività riconosciute dalla Regione: da martedì 23 dicembre a lunedi 5 gennaio 2015, compresi, per le vacanze natalizie; da giovedì 2 aprile a martedi 7 aprile 2015, compresi, per le vacanze pasquali; sabato 2 maggio 2015; lunedi 1 giugno 2015.

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Con il Papa dalla parte degli ultimi https://www.lavoce.it/con-il-papa-dalla-parte-degli-ultimi/ Thu, 13 Mar 2014 14:45:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23620 Il tavolo dei relatori
Il tavolo dei relatori

Il 7 marzo presso la Domus Pacis di Assisi si è tenuto il primo incontro regionale di quest’anno promosso dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università, sul tema “Al Serafico dalla parte degli ultimi: il valore della gratuità”. Si è voluto riflettere sulla realtà degli ultimi a partire dall’incontro del 4 ottobre di Papa Francesco al Serafico con i bambini e ragazzi disabili e ammalati. Hanno partecipato con grande interesse dirigenti scolastici, docenti, genitori, studenti, sacerdoti, religiose, educatori.

Dopo l’introduzione della prof.ssa Anna Rita Caponera, coordinatrice regionale Cresu, il video di alcune toccanti immagini dell’incontro di Papa Francesco ci ha fa rivivere le forti emozioni di quello storico incontro. L’intervista del giornalista e vaticanista Raffaele Luise a Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, a Fausto Santeusanio, medico, a Carlo Menichini, dirigente scolastico ha approfondito in modo egregio i vari aspetti legati alla realtà degli ultimi, a tutte quelle persone che sono alla periferia del nostro cuore, perché se ne abbia cura con amore.

Luise ha sottolineato tuttavia come sia anche molto complicato e difficile la riflessione su questi problemi. Ha evidenziato il grande carisma di Papa Francesco che ci mostra sempre il Vangelo, il comportamento di Gesù nel suo incontro con le persone e non si limita a gesti, ma crea eventi con la sua capacità comunicativa, aprendo processi relazionali nuovi. Il Papa infatti si è trattenuto a lungo al Serafico, è si mischiato senza fretta – come Gesù per le strade della Galilea – con le persone, comunicando amore, partendo dalla periferia più estrema, quella del dolore, che non può neanche esprimersi.

Il giornalista prima di rivolgere le sue domande alle personalità presenti ha elogiato le splendide parole della Presidente, che hanno commosso il Papa; il quale, lasciato il discorso scritto, ha preso spunto dalle sue parole regalandoci delle riflessioni meravigliose sul dolore, sulle piaghe dell’umanità.

Il prof. Menichini ha sottolineato come la scuola abbia il compito di accogliere e integrare tutte quelle persone che hanno qualche problema, senza escludere nessuno, ma dando un valore forte a ogni persona. E l’accoglienza è fondamentale per attivare un processo di dialogo e di scambio con tutti.

Il dott. Santeusanio ha evidenziato come tutte le “piaghe” devono essere riconosciute e ascoltate. La sua riflessione è proseguita partendo dal buon samaritano, l’unico che ha visto e riconosciuto quel dolore sui margini della strada, per lanciare a tutti un invito, perché non sappiamo più riconoscere chi soffre! Ha proseguito dicendo che oggi si possono curare tante malattie rispetto al passato eppure la realtà è molto complessa, vedi la popolazione anziana bisognosa di particolare cura e le diverse problematiche bioetiche. Luise si è soffermato su questo sfondo inquietante per ricordare come il Papa sia l’attuale samaritano che fa della Chiesa un ospedale da campo; e così è dove lui si reca con grande amore, dolore e gioia!

La presidente Di Maolo ha espresso ancora una volta la sua emozione per aver avuto il Papa lì, in mezzo a quei ragazzi, che non hanno voce, che sono nel silenzio, che neanche votano e lui, il Papa, che li ha abbracciati! La cosa più forte, ha proseguito, è stata quella di fare esperienza di paternità: anche i ragazzi con deficit molto gravi hanno riconosciuto il “padre”, gli hanno parlato per chiedere, per confidarsi; anche chi non si fa toccare, si è avvicinato a lui e si è fatto abbracciare. “Cristo era lì presente nei ragazzi e nel Papa in una umanità profonda che noi abbiamo dimenticato. La sofferenza la scansiamo, il dolore lo evitiamo, mentre il Papa lo ha riconosciuto e accolto”, ha detto la Di Maolo.

Anche il Serafico è un luogo dove coltivare la speranza, perché la vita è sempre possibile, ma va custodita; occorre ricordarsi dell’altro e farsene carico. La sete di relazione dei ragazzi del Serafico è grande, ma anche nella scuola e con il malato la relazione e l’ascolto sono fondamentali per una cultura dell’accoglienza e dell’incontro, e non dello scarto come purtroppo avviene oggi. L’incontro, dopo alcuni interventi da parte dell’assemblea, si è concluso con le parole del vescovo mons. Sorrentino che ha ricordato quello storico evento con commozione e gratitudine.

Cresu – Assisi: I prossimi incontri

Gli incontri della Cresu, pensati per stimolare dialogo e confronto, prevedono una tavola rotonda guidata da un giornalista e aperta alle domande dei presenti. Si prosegue il 21 marzo (“Alla Proziuncola insieme ai giovani: per costruire il futuro”) con il discorso del Papa ai giovani e con Piero Damosso di Rai-Tg1 che intervista il pugile Roberto Cammarelle, il responsabile del servizio regionale per gli oratori don Riccardo Pascolini e la dirigente scolastica Bianca Maria Tagliaferri. Si conclude il 4 aprile (“Alla sala della Spoliazione: imparare stili di vita più essenziali”) con il discorso fatto alla sala della Spoliazione e con il direttore di Avvenire Marco Tarquinio che intervista don Luigi Ciotti, coordinatore di Libera. Sempre ad Assisi, alle ore 16, alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli.

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Tre incontri Cresu per educatori nel segno di Papa Francesco https://www.lavoce.it/tre-incontri-cresu-per-educatori-nel-segno-di-papa-francesco/ Thu, 20 Feb 2014 13:44:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22481 Papa Francesco durante la visita al Serafico ad Assisi
Papa Francesco durante la visita al Serafico ad Assisi

“Potevamo lasciar cadere nel dimenticatoio l’indimenticabile giornata con Papa Francesco ad Assisi?” si chiede Annarita Caponera, coordinatrice Cresu (Commissione regionale Ceu per l’educazione e la scuola), che aggiunge: “È stata questa la domanda che ha stimolato tutta la Commissione – a partire dal vescovo delegato mons. Domenico Sorrentino – perché anche le scuole non dimenticassero quell’evento così importante e partecipato del 4 ottobre scorso”. Ecco perché quest’anno 2013-2014 la Cresu, in collaborazione con diverse associazioni cattoliche professionali e dei genitori, ha organizzato l’ormai tradizionale corso primaverile di aggiornamento e formazione attorno a questo tema: “Cerco l’Uomo: in dialogo con Papa Francesco a sei mesi dalla visita ad Assisi”.

Quest’anno ci saranno alcune significative novità. Rimane la formula dei tre incontri in tre date diverse a Santa Maria degli Angeli presso la Domus Pacis, precisamente nei giorni 7 marzo, 21 marzo e 4 aprile, a partire dalle ore 16. La novità più significativa consiste nella modalità con cui vengono trattati i temi. “Abbiamo pensato – aggiunge la prof.ssa Caponera – di non proporre la conferenza tradizionale, ma di attivare tre tavole rotonde, invitando giornalisti professionisti che a loro volta dialogheranno con alcuni protagonisti del mondo ecclesiale, scolastico, medico, del volontariato e dello sport”. Come intervistatori vi saranno giornalisti quali Dino Boffo, Piero Damosso e Marco Tarquinio, mentre fra i molti importanti intervistati non possiamo non segnalare in particolare la presenza di don Luigi Ciotti, coordinatore di Libera, nell’ultimo incontro in programma. La Commissione si è posta l’obiettivo di approfondire alcuni momenti molto significativi della visita papale dello scorso 4 ottobre: in particolare la commovente visita al Serafico, poi l’entusiasmante incontro con i giovani umbri, e infine l’importante discorso tenuto presso la sala della Spoliazione del vescovado assisano. Questi tre momenti, veri e propri eventi nell’evento, saranno riproposti inizialmente anche con il supporto di alcune immagini, anzitutto per fare memoria ma ancor più per suscitare una progettualità che abbia una positiva ricaduta anche per il mondo legato all’educazione e alla scuola: sappiamo bene quanto sia importante, specie per le giovani generazioni, creare occasioni di riflessione e di impegno sui valori della gratuità, della costruzione di un futuro migliore e di imparare stili di vita più sobri ed essenziali. “Questi incontri – conclude – saranno anche un’importante preparazione in vista dell’appuntamento Cei di sabato 10 maggio a Roma con Papa Francesco, ‘La Chiesa per la scuola’. Con la nostra partecipazione a Roma sarà come restituire con gratitudine la visita che il Pontefice ci ha fatto”.

Programma

SEDE: “Domus pacis”, Santa Maria degli Angeli, sempre a partire dalle ore 16.
TEMA GENERALE: “Cerco l’Uomo – In dialogo con Papa Francesco a sei mesi dalla visita ad Assisi”. Ciclo di incontri rivolti a dirigenti scolastici, insegnanti, educatori, genitori e studenti.

VENERDÌ 7 MARZO
Tavola rotonda “Al Serafico dalla parte degli ultimi: il valore della gratuità”. Dino Boffo, direttore di Tv2000 della Cei, intervista Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, il dottor Fausto Santeusanio, e il dirigente scolastico Carlo Menichini.

VENERDÌ 21 MARZO
Tavola rotonda “Alla Porziuncola insieme ai giovani: per costruire il futuro”. Piero Damosso, giornalista Rai (Tg Uno), intervista il pugile olimpionico Roberto Cammarelle, don Riccardo Pascolini, responsabile del Servizio regionale per gli oratori, e la dirigente scolastica Bianca Maria Tagliaferri.

VENERDÌ 4 APRILE
Tavola rotonda “Alla sala della Spogliazione: imparare stili di vita più essenziali”. Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, intervista don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e coordinatore dell’associazione Libera.

INFORMAZIONI: Segreteria organizzativa, tel. 340 3328266 (Vittoria Guglielmino), 339 6179885 (Maria Caponetto), email cresu@chiesainumbria.it, sito www.chiesainumbria.it/cresu.

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Foligno. Incontri di informazione nelle scuole della regione in attesa della Festa di scienza e filosofia https://www.lavoce.it/foligno-incontri-di-informazione-nelle-scuole-della-regione-in-attesa-della-festa-di-scienza-e-filosofia/ Thu, 13 Feb 2014 15:06:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22217 Giovani e stand all’edizione 2013
Giovani e stand all’edizione 2013

A Foligno è partita la macchina organizzativa della IV edizione della Festa di Scienza e filosofia – “Virtute e Canoscenza”, incentrata, quest’anno sul tema “Umano. Sensibile. Ignoto”. E, con essa, si è avviata anche la “caccia” alle nuove reclute, agli studenti di oggi che potrebbero essere i ricercatori scientifici o i divulgatori culturali di domani. È partita, quindi, la ricerca dei “giovani cervelli” pronti a misurarsi con la scienza e la filosofia, curiosi di scoprire le numerose tematiche di questa nuova edizione ricca di novità. Come ogni anno, il Laboratorio di Scienze sperimentali, soggetto organizzatore della Festa insieme a Oicos Riflessioni e al Comune di Foligno, mercoledì 12 febbraio, presso la sala riunioni del Laboratorio di Scienze sperimentali, a Foligno si è tenuto un incontro con i dirigenti scolastici degli istituti d’istruzione superiore di Foligno e con i docenti di discipline scientifiche e umanistiche. L’incontro è servito a informare i docenti e i dirigenti degli istituti sulle iniziative e il programma della IV Festa di Scienza e Filosofia, al fine di attivare collaborazioni di vario genere tra le scuole, gli studenti e il consorzio Laboratorio di Scienze Sperimentali nell’ambito del festival.

Questo è solo il primo di una serie di incontri che interesseranno gli istituti superiori dell’intera Regione, organizzati in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria. Nelle prossime settimane, la Festa di Scienza e filosofia sarà presentata in diverse città dell’Umbria.

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Iscrizioni on line: si parte! https://www.lavoce.it/iscrizioni-on-line-si-parte/ Thu, 23 Jan 2014 16:02:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21707 Primo-giorno-di-scuolaFebbraio è il mese delle pre-iscrizioni scolastiche ovvero della scelta della scuola che si vorrà frequentare nel prossimo anno scolastico. Per i ragazzi della terza media è il momento della decisione del “cosa farò da grande” tra desideri e incertezze nella scelta dei possibili corsi presenti sul territorio. La preiscrizione è anche il momento della conferma della prosecuzione degli studi nella scuola che già si sta frequentando o della scelta di cambiare. Infine, ma non ultimo, è il momento in cui le famiglie scelgono se i loro figli frequenteranno l’insegnamento della religione cattolica o se seguiranno un corso alternativo tra quelli offerti dalla scuola o non frequenteranno proprio. Per i genitori è un momento impegnativo di decisioni che riguardano il futuro dei propri figli e per le scuole anche, non solo per quanto riguarda l’organizzazione della scuola ma anche perché al termine delle procedure di iscrizione i dirigenti scolastici dovranno verificare se tutti gli alunni che frequentavano le ultime classi del proprio istituto hanno presentato la preiscrizione al ciclo di studi successivo e se non l’avessero fatto dovranno contattare le famiglie per verificare se lo studente ha interrotto gli studi o li proseguirà presso scuole paritarie o non paritarie o presso centri di formazione professionale, assolvendo così all’obbligo di istruzione fino al 18° anno di età. La legge consente anche l’“istruzione parentale” sotto la responsabilità dei genitori. Dallo scorso anno le iscrizioni al primo anno delle scuole statali di ogni ordine e grado, avvengono esclusivamente in modalità on line all’indirizzo www.iscrizioni.istruzione.it. Per l’anno scolastico 2013-14, secondo i dati pubblicati dell’Ufficio scolastico regionale, in totale gli iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Umbria sono 119 mila 575. Il servizio offerto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) è una procedura nuova ed interattiva creata per “accompagnare le famiglie nel percorso d’iscrizione: dalla registrazione alla compilazione ed inoltro del modulo di iscrizione, dalla scelta del percorso di studio alla ricerca della scuola desiderata”. Le procedure di iscrizione si apriranno il 3 febbraio ma già dal 27 gennaio sarà possibile registrarsi al sito. Con questo sistema il Ministero, e successivamente le amministrazioni locali che si occupano di scuola, avranno un’idea precisa del numero d’iscritti per l’anno scolastico a venire. Una domanda però sorge spontanea: chi non ha internet o non sa usare un computer, cosa deve fare? Nessun problema. Basta rivolgersi alla segreteria della scuola di riferimento ed il personale provvederà ad effettuare la pratica, sempre via web. All’interno del sito si possono consultare anche le guide e le spiegazioni per l’orientamento del dopo diploma (media inferiore e superiore) e tutte le offerte di formazione professionale riconosciute a livello nazionale ed europeo. Il Miur è presente anche attraverso i social network più diffusi (Facebook e Twitter), con informazioni utili e aggiornate.

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Terapie contro la ludopatia https://www.lavoce.it/terapie-contro-la-ludopatia/ Thu, 06 Jun 2013 11:59:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17182 internet-ludopatiaUn interessante incontro per dirigenti scolastici, promosso da Luca Oliveti, direttore dell’ufficio di Pastorale della scuola, si è tenuto il 28 maggio a Montemorcino su “Il fenomeno delle ludopatie. Rischi e sfide educative per le nuove generazioni”.

Dopo un caloroso e significativo saluto dell’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, il relatore Alvaro Paolacci ha sviluppato il tema della ludopatia, oggi purtroppo molto diffusa presso adolescenti, giovani ed anche bambini, e del quale c’è scarsa conoscenza da parte di genitori e adulti. “La ludopatia è una malattia, non un vizio”, ha affermato Paolacci dopo aver chiarito il concetto di “dipendenza”. Ed ha spiegato che per il giovane internet è “l’altro” che risponde sempre, non pone domande, non giudica, non chiede nulla e gli fa provare un senso di onnipotenza permettendogli anche di cambiare la propria identità. Per questo genera un trasfert molto forte. È icona di una libertà senza limiti: come i pesci nell’acqua, ma come i pesci nell’acqua non sanno cos’è l’acqua, così i giovani non hanno una conoscenza critica di internet. Per questo, deriva morale, ipnotizzazione, saturazione sono gli effetti negativi che possono prodursi.

Compito della scuola e della famiglia è di contenere ed arginare, fornendo un “controambiente” che non toglie, ma aggiunge, tenendo sempre acceso il dialogo o prospettando un aiuto esterno come lo psicologo o un educatore.

I ragazzi, i giovani, essendo purtroppo molto spesso orfani di maestri, più facilmente sviluppano la dipendenza da internet. Tra le cause il relatore ha indicato l’assenza della figura paterna e il legame simbiotico con la madre nel sistema familiare, mentre riferimento al sistema scolastico ha indicato il bullismo e l’eccessiva competitività.

Ci sono segni per riconoscere la dipendenza, come sostiene Tonino Cantelmi, psicoterapeuta: un senso di euforia e benessere del ragazzo/a con esclamazioni e imprecazioni ad alta voce, incurante dei presenti come se fosse solo/a, chiuso/a nel mondo virtuale della Rete, dalla quale non è in grado di staccarsi; e se, per qualche ragione, non può connettersi, rimane nei suoi comportamenti come se fosse connesso. Vuole sempre più tempo e si lamenta che ne ha poco. Trascura i doveri scolastici e anche di igiene personale. È un hikikomori, ha spiegato il relatore: un ragazzo che vive recluso nella sua camera da letto con i suoi rifiuti, isolato; cessa le relazioni con gli altri. È la Rete che gli consente di costruire una realtà che non lo fa soffrire né per la sua timidezza né per la sua insicurezza. Compie una sorta di suicidio dalla realtà, non esce dalla stanza.

Nel parlare dell’utilità e pericoli dei Mud, Paolacci ha sottolineato come i conflitti nati nel mondo virtuale possono sfociare in quello reale. Net gaming: dipendenza dai giochi di Rete fino a perdere grosse somme di denaro. Casinò virtuali. Ed ha fatto presente che anche i bambini giocano con i soldi (slot machines, siti di giochi d’azzardo on line) e prendedoli dove capita, anche rubando.

La vita non si cambia con un colpo di fortuna: al gioco non si vince mai, si perde sempre. Attenzione dunque alla pubblicità e a parlare in famiglia del gioco con la speranza della vittoria: i piccoli e i ragazzi ascolano e possono far propria questa tesi! La prevenzione attraverso la conoscenza è fondamentale insieme al dialogo, sempre, con i propri figli in famiglia, con i docenti a scuola.

La compresenza fisica dell’adulto e una risposta educativa come base sono le modalità più significative, che tutti possiamo e dobbiamo sentire come impegno di fronte a questa sfida educativa. L’incontro si è concluso con un significativo dibattito tra il relatore e la qualificata presenza dei partecipanti.

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Famiglia, scuola e Chiesa per l’educazione https://www.lavoce.it/famiglia-scuola-e-chiesa-per-leducazione/ Thu, 13 Oct 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9700 La sfida educativa nell’attuale contesto sociale richiede una forte alleanza con tutti i soggetti coinvolti. Un’alleanza che ha come cardini la famiglia, la scuola e la Chiesa come sottolineato anche nel convegno che si è tenuto a Terni, “Educazione professione docente: corresponsabilità e testimonianza”, organizzato dall’Aimc – Associazione maestri cattolici – in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, e che ha rappresentato una cartina di tornasole della comune preoccupazione delle istituzioni civili e religiose, dei docenti e dirigenti scolastici sulla difficile situazione economica e sociale della scuola. Non senza contestazioni e proteste da parte di alcuni docenti e precari sui quali incombono e pesano i tagli economici, una drastica riorganizzazione che porterà all’accorpamento di molte scuole in istituiti compresivi, il reclutamento della dirigenza scolastica attraverso un concorso che ancora una volta è stato posticipato, il convegno ha affrontato importanti aspetti sociologici e pedagogici aprendo scenari e le prospettive per i soggetti che con l’educazione hanno a che fare che, nella creazione di efficaci sinergie tra le istituzioni, i genitori e tutte le persone che sentono la responsabilità dell’educazione, hanno avuto un consenso unanime. Alfonso Rubinacci, coordinatore di Tuttoscuola, ha esortato ad “investire nella scuola perché i tagli creano a cascata disagi diffusi e fanno male alla società intera”. Prioritario è un nuovo progetto formativo che riqualifichi il sistema scuola, passando per i valori da recuperare e per l’assunzione comune di responsabilità alla luce dell’emergenza. Un progetto condiviso: “Una scuola che vive l’importanza di riconquistare un ruolo fondamentale per la crescita del nostro Paese deve ricostruire alleanze con i diversi soggetti educativi – ha detto il vescovo Vincenzo Paglia – e non può non farlo con la Chiesa e con tutte le sue articolazioni che s’impegnano per la crescita e per il vero bene dei bambini e dei ragazzi. Una scuola che deve collaborare anche con tutte le agenzie educative, la famiglia in prima istanza ma anche tutte le istituzioni che hanno come scopo la salvezza della persona sia in senso fisico che etico. In questo senso le azioni, il movimento, la vita comunitaria delle parrocchie possono avere un ruolo essenziale per ricostruire intorno ai temi dell’educazione quel patrimonio di valori condivisi che appartengono ad una vita vissuta coerentemente con il messaggio evangelico”. Con soddisfazione è stata accolta la ricostituzione del forum associativo, luogo di ascolto della base locale professionale della scuola e di rappresentanza delle istanze.

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Che cosa si muove nella scuola umbra https://www.lavoce.it/che-cosa-si-muove-nella-scuola-umbra/ Thu, 13 Oct 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9702 La scuola per lei non ha segreti. Normative, graduatorie, riforme: una realtà complicatissima che Eleonora Bodo conosce bene. Dopo 35 anni di servizio presso l’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, ha detto basta. Il 18 luglio scorso è andata in pensione. “Ho preso questa decisione con serenità e consapevolezza – racconta – anche se dispiaciuta perché ho lasciato colleghi veramente eccezionali. Tutti insieme abbiamo sempre lavorato perché le cose funzionassero per il meglio, cercando di andare incontro alle diverse esigenze sia delle scuole che del personale, come degli studenti e dei genitori, cercando di conciliare le esigenze di contenimento della spesa fissate dalle norme di finanza pubblica, con quelle del territorio”. “Gli ultimi tre anni sono stati particolarmente difficili – continua. – Il Piano programmatico triennale del Ministero (di cui quest’anno ricorre l’ultimo anno) aveva previsto, per l’Umbria, tagli complessivi per 900 docenti e 600 Ata. Nonostante ciò, siamo riusciti ad avviare regolarmente anche questo anno scolastico. Questo è stato possibile concedendo deroghe, nella formazione delle classi, solo nei casi effettivamente motivati da esigenze territoriali. Capisco il disagio dei docenti a lavorare in classi numerose, ma è importante evitare anche gli sprechi. Per quanto riguarda il tempo pieno nelle scuole primarie  – prosegue – non solo in questi anni abbiamo mantenuto l’esistente ma siamo riusciti a istituire nuove classi, anche se non è stato possibile soddisfare tutte le richieste”. Il lavoro, certamente, non le è mancato. Sono stati 35 anni molto impegnativi – racconta – ma ammette di essere stata fortunata. “Nel 1973, appena laureata in Giurisprudenza, ho vinto subito il concorso alla Pubblica istruzione nella carriera direttiva. L’assegnazione alla sede di Perugia nel 1976 mi ha permesso di conciliare bene il lavoro con la vita familiare”. Dal 2002, con incarico del Ministero, assume il ruolo di dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Perugia nell’ambito della Direzione regionale. Un incarico che porterà avanti fino alla pensione. Dagli anni ’70 la scuola è molto cambiata. Quali sono stati i momenti più significativi? “Quando sono arrivata, erano gli anni in cui si dava prima attuazione ai decreti delegati del 1974. Per la prima volta c’era un forte coinvolgimento del territorio nell’attività della scuola, e per la prima volta le famiglie potevano partecipare alla vita della scuola con la costituzione degli organi collegiali. Una grossa novità per quei tempi, una rivoluzione. Devo riconoscere che per me è stata una stagione complessa, ma positiva. Le prime elezioni dei Consigli di circolo, d’istituto, organismi di gestione della scuola tuttora esistenti. È da anni che si parla della revisione degli organi collegiali della scuola, ma ad oggi tale riforma non è ancora attuata”. E poi? “Poi c’è stata l’introduzione del tempo pieno nelle scuole primarie, le attività complementari nelle scuole medie. E, cosa molto importante, la chiusura delle classi differenziate per gli studenti disabili, con l’attuazione della legge 517 sull’integrazione degli alunni disabili nelle classi normali. È stata una fase molto complessa e faticosa, ma sicuramente una grossa conquista per il nostro Paese. In quest’ultimo anno i disabili certificati sono aumentati sensibilmente. Per far fronte a questa situazione, il direttore regionale dell’Umbria, Maria Letizia Melina, ha responsabilmente deciso di attivare 173 posti di sostegno, in aggiunta ai 1.001 posti assegnati dal Ministero, per far fronte alle specifiche esigenze del territorio. In futuro, con le nuove direttive per la formazione dei docenti, l’obiettivo del Ministero è di formare tutti gli insegnanti all’integrazione degli alunni disabili. Altro importante progetto è quello rivolto all’inclusione e integrazione degli alunni stranieri: siamo tra le prime regioni per numero di immigrati nelle scuole di ogni ordine e grado. Per questi progetti sono previste, dal contratto della scuola, specifiche risorse che vengono dal Ministero. Nell’ambito di tali progetti abbiamo avuto moltissime esperienze positive nelle scuole, con lavori eccellenti soprattutto nelle primarie. Siamo attenti anche alla tematica del disagio legata sia a fenomeni caratteriali e familiari che di disturbo dell’apprendimento (come dislessia e disgrafia). Problematiche che meritano grande attenzione e che oggi le scuole possono affrontare non solo con le risorse interne, ma anche con il contributo delle istituzioni presenti nel territorio, degli enti locali e della Regione”. Negli ultimi dieci-undici anni ci sono stati molti cambiamenti a seguito delle riforme Moratti e Gelmini… “Uno dei passi fondamentali si è compiuto sicuramente nel 2000 con l’introduzione dell’autonomia scolastica. Tale autonomia non solo prevede un nuovo profilo per chi è a capo della scuola, per cui presidi e direttori didattici sono ora dirigenti scolastici, ma anche una maggiore flessibilità e autonomia organizzativa, amministrativa, gestionale e didattica per tutte le scuole. L’introduzione del maestro unico è stata una scelta molto discussa nella scuola primaria, ordine di scuola che rappresenta il fiore all’occhiello dell’intero sistema scolastico. E poi la riduzione del monte ore delle classi che da 30 è passato a 27: andrà a regime tra due anni (essendo già in atto nelle prime, seconde e terze elementari). La grossa scommessa ora è quella della riforma delle scuole superiori: c’è la novità dei nuovi licei e la riduzione degli indirizzi di studio, oltre che delle ore di lezione. Un provvedimento necessario per allinearci all’Europa. È prematuro oggi esprimere giudizi, bisognerà aspettare che la riforma vada a regime”.

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Le radici antiche del pacifismo https://www.lavoce.it/le-radici-antiche-del-pacifismo/ Thu, 22 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9633 “La pace è troppo importante per essere lasciata nelle mani dei soli governanti”. È una frase di Aldo Capitini, e più che una frase è il motivo di tutto il suo impegno, volto a trasmettere al più vasto numero possibile di persone un impegno concreto per la pace. Istintivamente viene da dire che – proprio perché è una cosa così importante – non può essere lasciata in mano a nessuno in modo esclusivo, né soprattutto in modo conflittuale. I governanti non hanno il monopolio del perseguimento della pace. È verissimo. Ma essi, per loro specifico ruolo, sono e devono sentirsi investiti direttamente del compito di conservare e rafforzare il bene primario della pace. A loro compete di operare scelte concrete di ordine politico, che rendano percepibile l’intento di lavorare in ambito economico e amministrativo per la pace all’interno delle comunità. In questo modo la pace diviene il criterio delle scelte di giustizia e di equità che caratterizza tutte le scelte politiche. La stessa cosa vale per le relazioni internazionali. Aiutare i Paesi a superare le loro crisi, se non lo si fa per amore, lo si deve fare per conservare la pace, per eliminare le ragioni di possibili conflitti, scaturiti dalla “collera dei poveri”. In questa prospettiva la pace sociale interna e internazionale diventa il sale della politica e dell’economia: non più il Pil o il profitto. In questo senso, la pace è un valore di tale importanza che non può essere lasciata neppure in mano ai soli pacifisti, pur animati da ottime intenzioni, ma che non possono cambiare le sorti di niente se dalle manifestazioni non si passa a scelte politiche che incidano sulla storia concreta dei popoli. Altro aspetto del tema della pace è che non può essere sostenuta con le riduttive ragioni del pacifismo gandhiano o capitiniano. L’Umbria su questo piano dovrebbe essere più attenta a non perdere radici più antiche non percepite dal pensiero di Capitini. Con tutto il rispetto per questo pensatore, attivo propugnatore del valore della pace, da perseguire attraverso la via della non-violenza attiva, non si può dimenticare – come è stato recentemente sottolineato in un’assemblea di dirigenti scolastici dell’Umbria – che la pace è un bene messianico di cui parla Isaia in famosi passaggi del suo libro (capitoli 2 e11: “Il lupo e l’agnello pascoleranno insieme…”; “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci…”). Testi che spinsero Giorgio La Pira a portare ai capi di Stato, nei tempi della guerra fredda, la prospettiva della pace da raggiungere navigando insieme verso il “porto di Isaia” (VII secolo a.C.). Il cristianesimo sarà poi la religione di uno che ha detto e praticato la non-violenza: il Crocifisso Risorto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace…” (Gv 14,27). In seguito, nella storia, i cristiani non sono sempre stati pacifici, ma non perché cristiani: perché poco cristiani. Nello stesso tempo vi sono stati martiri ed eroi della fede che hanno professato l’ideale dell’amore fin verso i nemici, e il perdono, operando per la riconciliazione. L’Umbria non può dimenticare Francesco d’Assisi, e una generazione prima di lui il vescovo di Assisi chiamato Magister Rufinus che scrisse un trattato sul bene della pace (De bono pacis). In un orizzonte più generale, si può ricordare il coraggioso insegnamento dei Papi che nel terribile secolo XX, con due guerre mondiali e tragedie a non finire, si sono opposti alle guerre e invocato la pace. Ultimo di questi gesti sarà compiuto il 27 ottobre in Assisi con i rappresentanti delle religioni, invitati da Benedetto XVI a pregare per la pace tra popoli. La pace quindi non va lasciata in mano ad altri, ma ognuno la custodisca e la promuova in ogni ambiente in cui vive ricordando sempre, inoltre, che se non interviene il Signore, vano sarà ogni sforzo umano (Salmo 126).

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L’educazione alla pace insegna agli studenti a “volare” https://www.lavoce.it/leducazione-alla-pace-insegna-agli-studenti-a-volare/ Thu, 15 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9631 L’educazione alla pace negli anni si è progressivamente affermata nelle scuole di ogni ordine e grado, e non è lasciata soltanto all’iniziativa dei singoli. Lo dimostra il seminario promosso dall’Ufficio scolastico regionale, rappresentato nella sala conferenze della Fondazione Sant’Anna di Perugia dalla nuova dirigente Maria Letizia Melina e dal funzionario Ada Girolamini, che si è tenuto nella mattinata dell’8 settembre. Il seminario era riservato ai dirigenti scolastici che hanno partecipato, in numero elevato, dalle varie città dell’Umbria. Le loro relazioni hanno mostrato una variegata serie di iniziative e soprattutto di metodologie seguite nello sviluppare percorsi formativi adeguati ai vari livelli di scuola. Nelle relazioni dei dirigenti sono emerse anche indicazioni di metodo che sono alla base di una moderna pedagogia secondo la quale “la scuola insegna a volare, ma a volare sono loro”, gli alunni. Ciò va trasmesso attraverso l’impegno e il coinvolgimento diretto dei bambini e degli adolescenti, chiamati a realizzare iniziative con la popolazione, a pulire i parchi e i giardini, a fare teatro, impegnarsi in qualche servizio di volontariato. Da queste relazioni è venuto un quadro diverso da quello che spesso emerge nei media, di una scuola lontana, fredda e neutrale mentre, anche dal tono delle relazioni, si è notato interesse e passione educativa. Una visione di sintesi di tali problemi, in chiave propositiva, è venuta dalla relazione della dirigente Melina, che ha svolto una sintesi dei temi cardine delle metodologie d’insegnamento. Un insegnamento che non deve essere astratto e cattedratico, ma fare leva sul vissuto quotidiano e tenere conto di vari aspetti della personalità e dell’ambiente di vita dell’alunno. Pertanto comporta un percorso personalizzato di crescita integrale, tutt’altro che una trasmissione di nozioni astratte. Al seminario, che è durato un’intera mattinata, oltre ai saluti del vice Sindaco di Perugia, dell’assessore provinciale alla Pace e diritti umani Donatella Porzi, del preside Alunni della Fondazione Sant’Anna, vi sono state due relazioni piuttosto impegnative di mons. Elio Bromuri e Flavio Lotti, che hanno dato molti spunti di riflessione ai dirigenti scolastici presenti, i quali hanno poi dimostrato apprezzamento per quanto detto. Nei due interventi si è parlato del significato della pace, che spesso – ha detto Lotti – è una parola abusata e perfino confusa con iniziative di guerra che nulla hanno a che fare con la pace. Il discorso di Lotti è stato molto critico anche in relazione alla commemorazione – fatta dai media e dai governi occidentali – dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, che ha provocato tremila morti, degni di essere ricordati, evidentemente, ma senza dimenticare tutti gli altri morti (250 mila), vittime anch’essi dell’11 settembre a causa delle guerre che si sono scatenate come rivalsa americana. Ha poi affermato che la pace si realizza non attraverso la guerra ma la convivenza attiva, costruendo un mondo in cui siano garantiti a tutti i diritti umani. Don Bromuri si è invece soffermato sul tema della pace sviscerato attraverso anche i testi classici, quale la profezia di Isaia, il trattato di un antico vescovo di Assisi chiamato Magister Rufinus il quale scrisse uno splendido trattato sul bene della pace (De bono pacis), l’esempio di san Francesco e l’attuale insegnamento della Chiesa che ha proposto il movimento ecumenico, il dialogo interreligioso, con iniziative che hanno lasciato un segno indelebile quale l’incontro dei rappresentanti delle religioni ad Assisi convocati da Giovanni Paolo II 25 anni fa (27 ottobre 1986) e quest’anno da Benedetto XVI nello stesso giorno, 27 ottobre. Il titolo della relazione di don Bromuri era “Da palcoscenico a protagonisti. Una città per il dialogo”, nel senso che l’Umbria spesso si limita a fare da scenario ad iniziative che vengono da fuori, mentre dovrebbe essere anche attiva e protagonista nel promuovere valori essenziali ed attuali quale la pace, la solidarietà e i diritti di tutti gli uomini in un abbraccio di fraternità universale. A conclusione Carla Casciari, vice presidente della Giunta regionale, ha espresso la volontà della massima istituzione regionale di considerare l’educazione, e in particolare l’educazione alla pace, una risorsa culturale e sociale di primaria importanza per una regione quale l’Umbria che della pace ha fatto il suo emblema, anche e non solo per la Marcia Perugia-Assisi che è divenuta un punto di riferimento per il pacifismo internazionale.

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Ernesto Diaco al primo degli incontri sull’educazione https://www.lavoce.it/ernesto-diaco-al-primo-degli-incontri-sulleducazione/ Thu, 03 Mar 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9187 Si è svolto il primo dei tre incontri regionali sul tema “Chi ama educa. E chi insegna?”, che in realtà voleva essere un’illustrazione del tema ormai noto della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo”. Organizzati dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università, i tre incontri sono destinati a dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e sono volti ad una progettazione di un patto educativo condiviso. Il primo dei tre incontri previsti, che si tengono alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, ha avuto come relatore Ernesto Diaco, insegnante che è anche giornalista e collaboratore del Progetto culturale della Cei. La sua relazione ha offerto spunti di riflessione arricchiti da esperienze personali dirette. Seguendo la traccia del documento dei Vescovi, ha comunicato alla foltissima platea, formata di tanti giovani insegnanti, soprattutto donne, la bellezza dell’insegnamento. Ha detto che l’educazione è la professione più bella e, citando una frase di Susanna Tamaro, ha enucleato in due fondamentali atteggiamenti il ruolo dell’educatore: l’accoglienza e la fermezza. Come per un qualsiasi filo d’erba o fiore, c’è bisogno di un terreno solido e di una precisa direzione verso cui tendere, e ciò si fa non con sole parole ma con l’esempio della vita. Felicemente su questo ha parlato la dirigente Rita Ferri: “Si educa facendo altro”, cioè nel modo di agire dell’educatore i giovani percepiscono i valori che l’insegnante propone e la sincerità della sua testimonianza. L’incontro è stato preceduto da una lettura biblica da parte di mons. Domenico Sorrentino, da una sua efficace esortazione e da un’introduzione del direttore della Commissione, Giovanni Carlotti, che ha illustrato il senso e l’importanza di lavorare insieme in ambito educativo, rilevando l’urgenza di essere preparati e aggiornati in un mondo che continuamente cambia. Su tale argomento c’è stato un intervento del direttore de La Voce, don Elio Bromuri, che, oltre a ricordare come il settimanale dei cattolici umbri sia uno strumento di aggiornamento continuo e di formazione religiosa e culturale, ha presentato due emergenze che riguardano gli stranieri nelle scuole: la presenza dei cristiani ortodossi e dei ragazzi musulmani, invitando a riflettere e individuare modalità idonee e diversificate, evitando sia la superficiale modalità del relativismo, sia la chiusura che rifiuta ogni confronto.

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Dirigenti scolastici a lezione di… economia https://www.lavoce.it/dirigenti-scolastici-a-lezione-di-economia/ Thu, 12 Mar 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7387 Tutti a Perugia! Tifosi scalmanati, manifestanti, esaltati? Ma no, sono i tranquillissimi dirigenti scolastici della Consulta dell’Umbria. Riunitisi a Perugia, in assemblea, mercoledì scorso, all’Ipsia ‘Cavour-Marconi’ di Piscille. Tranquilli ma preoccupati. Anzi, preoccupatissimi. Nel breve comunicato stampa, che stanno inviando alle redazioni in tutta fretta, scrivono di vivere ‘un momento particolare di tensione’. ‘Qui c’è un accumulo di situazioni conflittuali’, spiega il preside del liceo statale ‘Mazzatinti’ di Gubbio, Dario Missaglia ‘si rischia una forte depressione della scuola pubblica. Seguendo ancora certe logiche, solo chi ha i soldi potrà far studiare i propri figlioli”. Beh, ditelo al ministro, no? ‘Ma se ha accettato passivamente tutto ciò che gli è stato imposto da Tremonti (Finanze), i suoi tagli”. Parliamo di soldi, allora? ‘E sì’, continua Missaglia, ‘perché senza soldi non si fa nemmeno didattica’. Umbria, 500 supplenti a casaScuola disarmata, dunque. Come se all’esercito lo Stato non comperasse le divise o le armi? Condivide, preside? ‘In pieno. La situazione finanziaria delle scuole statali dell’Umbria’, afferma Missaglia ‘è disastrosa: c’è un grave scoperto riguardante il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie. In pratica il Governo non ha stanziato le risorse indispensabili per garantire il normale funzionamento didattico e amministrativo dei nostri istituti. Quindi, per ora, le nostre scuole hanno approvato dei meri bilanci ‘virtuali’, sulla base di ciò che avevano investito in cultura l’anno precedente. Ma che succederà se non arriveranno le risorse?’. Per un dirigente scolastico non poter pagare le supplenze brevi o saltuarie – per sopperire ai docenti temporaneamente assenti – significa non poter assicurare lo svolgimento delle lezioni. ‘Potremmo trovare un modo per vigilare sugli studenti’, dichiara Missaglia, ‘ma la didattica’ quella no’. Già, perché senza supplenti, le classi verrebbero accorpate e ‘ ad esempio nella scuola elementare ‘ di fronte a bambini di prima, terza e quarta improvvisamente messi tutti insieme, il maestro ‘fortunato’ potrebbe fare solo ‘la guardia’. Intanto si lascerebbero i supplenti a casa. E il prossimo anno scolastico, se il Governo continuerà ‘barra a tutta dritta’ sulla scuola, nella sola Umbria rischiano di perdere il posto di lavoro circa 500 giovani insegnanti e altri 300 lavoratori, fra personale di segreteria e bidelli. Dai ‘residui attivi’ al conflitto sociale? Ci sono poi delle scuole che dovrebbero godere dei cosiddetti ‘residui attivi’, ossia dei compensi già approvati dal ministero dell’Istruzione, mai erogati e tuttora congelati. Si tratta di soldi relativi ancora alle supplenze brevi e ai compensi degli esami di Stato. Denaro che gli istituti scolastici hanno anticipato e che, adesso, non riescono a riprendere dal Governo. ‘Il ministro Tremonti’, conclude il direttore scolastico Missaglia, ‘aveva preso la decisione sui tagli alla scuola nell’estate scorsa, quando varò il decreto 133/08. Adesso, in piena crisi, la situazione è cambiata: c’è meno lavoro, sono aumentati i cassintegrati e nelle famiglie entra meno ricchezza. Se complichiamo eccessivamente la vita anche alla scuola, già in sofferenza, allora c’è il rischio di innescare un pericoloso conflitto sociale. Cosa che, sono certo, non è nella volontà di chi ci governa’.

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Riapre la scuola. Con polemiche https://www.lavoce.it/riapre-la-scuola-con-polemiche/ Thu, 11 Sep 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6939 Si torna sui banchi di scuola. Lunedì 15 settembre tutti in aula, salvo qualche anticipazione che ha interessato il liceo scientifico G. Galilei di Perugia e l’Itas ‘G. Bruno’, che hanno già aperto i cancelli mercoledì 10 e giovedì 11 scorsi. In tutta la regione saranno 113.766 gli studenti per i quali suonerà la campanella, di cui 13.925 sono gli alunni nella scuola dell’infanzia, 27.359 nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di I grado e in quella di II grado i ragazzi saranno rispettivamente 16.878 e 28.608. A Terni saranno invece 26.996 gli studenti che rientreranno in classe, di cui 4.011 nella scuola dell’infanzia, 9.135 nella primaria, 5.163 alle medie inferiori e 8.687 alle superiori. Per quanto riguarda gli studenti stranieri in Umbria, sono più del 10% (12.079), percentuale che proietta la nostra regione tra le più multietniche d’Italia. L’assessore all’Istruzione e diritto allo studio della Regione dell’Umbria, Maria Prodi, con una lettera aperta diffusa dall’agenzia stampa della Giunta regionale (il testo su www.regione.umbria.it), ha formulato gli auguri a studenti e personale della scuola, nella quale ha sottolineato il valore e l’importanza del sistema educativo e dei suoi protagonisti. Oltre le polemiche attuali si è soffermata sul futuro, ricordando che ‘nei prossimi due anni verrà realizzata una innovativa divisione di competenze fra lo Stato (chiamato a fissare i principi e gli ordinamenti) e le Regioni (più operative sul piano della organizzazione)’. Ha quindi annunciato che sarà fatta presto ‘una nuova legge regionale sul sistema integrato formazione-istruzione’ che tra l’altro porrà una ‘specifica attenzione alla integrazione dei ragazzi immigrati, alla educazione scientifica, alla dimensione linguistica europea, all’orientamento’. Inizio d’anno scolastico non proprio tranquillo. La questione insegnante unico tiene banco, anche se entrerà in vigore gradualmente dal prossimo anno a partire dalle prime classi: ‘Il decreto – spiega Erica Casetta della Cisl scuola Umbria – ci preoccupa, è una cosa grave che va a discapito non solo dei docenti ma di tutto il personale della scuola: le classi verranno ridotte di numero, e gli studenti per ognuna di loro aumenteranno. La questione inciderà soprattutto sulle scuole dei piccoli centri, che non avranno il numero di studenti necessario per tenerle aperte’. ‘È una decisione rivolta solo a fare cassa – sostiene -, non c’è una motivazione pedagogica. La scuola primaria era lo zoccolo duro del nostro sistema scolastico, reputata tra le migliori in Europa. Intanto – conclude – è previsto a breve lo stato di agitazione dei dirigenti scolastici per il mancato rinnovo del contratto dell’area, già scaduto per il primo biennio economico’.

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Rilanciare la scuola https://www.lavoce.it/rilanciare-la-scuola/ Thu, 06 Sep 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6103 Si torna a scuola. Come tutti gli anni a settembre, si ripropone l’appuntamento con la ‘campanella’, dai più piccoli delle scuole primarie, ai più grandi delle superiori. Quello che si ripete è un rituale che apre un mondo di significati e coinvolge un po’ tutti: i ragazzi, in primo luogo, ma insieme tanti e tanti adulti, dai genitori agli insegnanti, fino ai responsabili del sistema scolastico, a diversi livelli. Per i ragazzi il ritorno a scuola, dopo la lunga pausa estiva, diventa per certi versi una ripresa di contatto con la quotidianità. Dopo il tempo della sospensione, della ‘vacanza’, si torna alle relazioni ordinarie, agli incontri e agli scontri con i compagni, con gli insegnanti, con i compiti, con i doveri e con le richieste dell’esistenza di tutti i giorni. Per ciascuno, e naturalmente con le differenze che riguardano le età, è occasione di misurarsi, attraverso il meccanismo della scuola, con se stessi e con gli altri, cercando e trovando equilibri e modi di essere propri. Per molti c’è da considerare l’impatto con ‘la prima volta’. I più piccoli, quanti cominciano il percorso scolastico, si trovano davanti un mondo tutto da scoprire, compagni e amici nuovi, adulti con un ruolo diverso dai genitori, da comprendere pian piano. In questa quotidianità che si rinnova, bambini e ragazzi incontrano grandi opportunità: la scuola è e resta occasione speciale di crescita e arricchimento personale, non solo sul piano delle conoscenze, ma soprattutto su quello della formazione della personalità. Nella scuola sono in gioco, sempre, valori e modelli di vita, ben al di là dei saperi e delle competenze. In quest’ottica si gioca anzitutto la responsabilità degli insegnanti, e degli adulti in generale. Ricominciare la scuola, per loro, significa riprendere in mano i fili di un processo delicato e fondamentale come quello della ‘cura’ dei più giovani. Naturalmente con le specificità e i limiti che competono a ciascuno ‘ insegnanti, dirigenti, famiglie… ‘ ma con la consapevolezza di ciò che si muove realmente all’interno dell’ambiente scolastico. Una consapevolezza che non può sfuggire nemmeno ai responsabili del sistema scolastico in generale, i politici. La nostra scuola è da anni in mezzo a un turbinio di cambiamenti, più o meno sensati ed efficaci, più o meno fattibili. È anche, da troppo, in mezzo a beghe di schieramento che ne impediscono non di rado lo sviluppo migliore. Infine è, forse da sempre, nelle secche di problemi economici tali da vanificare, talvolta, idee e proclami di prim’ordine. La consapevolezza della responsabilità educativa dovrebbe far riflettere su questi aspetti, cercando di rilanciare a 360 gradi un sistema che è vitale per il Paese, perché ne cura il futuro. Bambini, ragazzi e giovani sono la risorsa principale di un popolo. Lo sono non soltanto perché diventeranno gli ingegneri, gli imprenditori, i filosofi o i politici di domani, ma soprattutto perché saranno i loro volti e le loro passioni a dare fisionomia e vita al Paese e, guardando più in là, al mondo. Volti e passioni che anche a scuola cominciano a trovare fisionomia. L’11 settembre tutti in classeVacanze terminate. Martedì 11 settembre (salvo qualche anticipazione) gli studenti umbri tornano sui banchi di scuola. In tutta la regione saranno circa 112.000, 2100 quelli portatori di handicap. A dare i numeri del prossimo anno scolastico il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria Nicola Rossi nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Provincia, nel corso della quale l’assessore provinciale all’Edilizia scolastica Massimo Buconi ha fatto il punto sull’organizzazione delle strutture scolastiche di competenza dell’Ente. Buconi ha ricordato che sono molti gli interventi negli istituti di istruzione superiore previsti dal piano di utilizzo scolastico e che verranno completati per la maggior parte entro l’inizio dell’anno scolastico. Costo totale 210.000 euro. Ha poi detto che per venire incontro all’aumento della popolazione scolastica è in previsione anche la realizzazione di un polo scolastico in una zona molto servita del perugino. Un’ipotesi avanzata è Pian di Massiano o San Sisto mentre un polo scolastico tecnologico potrebbe essere realizzato a Piscille. Il direttore Rossi ha confermato la crescita degli iscritti ai licei, con un riequilibrio verso lo scientifico, e la sostanziale tenuta degli istituti tecnici e professionali. In tutta la regione sono 178 gli istituti scolastici, 5700 le classi, 11.000 i docenti, 4.000 il personale Ata. 66 i nuovi dirigenti scolastici immessi in ruolo. Per quanto riguarda le nuove immissioni in ruolo dei docenti in tutto sono 1000 (compreso personale Ata). 1600 le nuove supplenze. Un breve cenno anche al caro libri, ‘problema che esiste anche nella nostra regione – ha proseguito – e di cui ha parlato in una recente riunione con i dirigenti scolastici, ai quali ha chiesto di tenere sotto controllo il tetto di spesa, soprattutto nei licei, dove si arriva ad una spesa di quasi 500 euro’. Novità di quest’anno le sezioni Primavera, per i bambini al di sotto dei tre anni. In tutto sono 16 le sezioni finanziate dal Ministero, per un totale di oltre 300 bambini.

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In collaborazione per educare https://www.lavoce.it/in-collaborazione-per-educare/ Thu, 03 May 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5852 Incontrarsi: è questo il primo motivo per il quale mons. Sorrentino, responsabile per la Conferenza episcopale umbra del settore Educazione, scuola, università (Esu), ha voluto invitare al vescovado di Assisi i dirigenti scolastici degli istituti con sede nel territorio della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Nel clima di contrapposizione che spesso i mass media impongono su ogni questione della vita sociale, incontrarsi per conoscersi è il primo passo per superare quella incomunicabilità fatta di slogan catapultati a distanza nel campo ritenuto ‘avversario’, fatta di una presunta conoscenza del pensiero dell’altro senza una reale conoscenza dell’altro, fatta di paura del confronto. Un’iniziativa nuova per la diocesi che, nella sua semplicità, è stata accolta con favore dai dirigenti scolastici, presenti nella quasi totalità. Il dialogo è stato schietto e ricco di stimoli. Gli interventi dei dirigenti hanno offerto una fotografia della realtà della scuola nel nostro territorio. È una scuola viva: numerosi istituti hanno elaborato e realizzato progetti educativi significativi, spesso improntati su quei valori che Assisi rappresenta nel mondo. L’impegno di quanti vi operano è serio e generoso. Non mancano, evidentemente, le difficoltà. Il mondo della scuola è anche il luogo nel quale emergono tutte le problematiche e le tensioni della nostra società. L’assenza del ruolo educativo delle famiglie, le sfide poste dall’incontro di culture diverse, la mancanza di valori veri e realmente condivisi: sono questioni che chiedono un impegno corale di quanti hanno a cuore la costruzione dell’uomo, compito per il quale la Scuola non può essere ritenuta l’unico soggetto operativo. Nel dialogo è emerso che la Chiesa e la scuola, pur partendo da visuali distinte, che possono a volte essere anche difficilmente conciliabili, sono chiamate a collaborare fruttuosamente tra loro nel rispetto reciproco e nella ricerca della verità. Non sono mancate sollecitazioni ad un ripensamento critico su una visione di scuola preoccupata più di fornire nozioni che di educare persone, come pure sulle difficoltà da parte della Chiesa, nel venir meno delle sue tradizionale forme aggregative, a mantenere il contatto con le nuove generazioni. Per quanto le difficoltà incontrate da chi opera nella scuola siano serie, è stato opportunamente osservato che non può venir meno quel tratto fondamentale di ogni educatore che è la speranza, senza la quale l’educare, che propriamente è un investire sul futuro della persona, diventa impossibile. Mons. Sorrentino ha sottolineato che l’esperienza di questo incontro è, appunto, un piccolo segno di speranza per tutti, al quale si vuole dar seguito con concrete iniziative di collaborazione che potranno essere insieme elaborate.

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“Verso una scuola interculturale” https://www.lavoce.it/verso-una-scuola-interculturale/ Thu, 01 Feb 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5664 Sono quattro le aree di intervento in cui si divide il progetto ‘Verso una scuola interculturale’, realizzato dal Comune di Spoleto grazie alla collaborazione delle associazioni Mappamondo e Cidis onlus e del tavolo dei dirigenti scolastici di Spoleto. Una serie di interventi congiunti, preceduti da un’analisi del fenomeno multiculturale nelle scuole di ogni ordine e grado della città, con lo scopo di ridurre il disagio scolastico dei minori stranieri (l’8% dei giovani che abitano a Spoleto) e di promuovere la loro socializzazione. Insomma l’obiettivo che i realizzatori del progetto si sono posti è quello di creare un terreno fertile alla convivenza civile tra le diverse comunità presenti in città, favorendo l’incontro e la conoscenza delle differenti culture. Quattro dunque le aree in cui si agisce per andare ‘verso una scuola interculturale’: accoglienza, educazione interculturale, sostegno linguistico e animazione interculturale. All’interno, tanti singoli progetti, attivati all’interno delle scuole, soprattutto quelle di periferia (San Giovanni e Baiano in primis), nei luoghi in cui il fenomeno è più evidente. Tra le attività previste, lo studio dei fenomeni migratori che hanno interessato l’Italia sia come Paese di emigrazione che, ora, come società di accoglienza: è il caso del ‘Laboratorio emigrazione/immigrazione’, che vede come soggetti interessati le classi terze della scuola media di San Giovanni di Baiano. Nella stessa frazione, per citare un altro progetto, i bambini della scuola elementare saranno impegnati in ‘A scuola con Giuha’: verrà realizzato un laboratorio di lingua italiana centrato su testi semplici rielaborati dai racconti di Giuha, personaggio che ha un’origine antichissima (IX secolo) nei Paesi arabi e che si può incontrare, con nomi simili o diversi, in altri Paesi del mondo. Numerose sono poi le proposte di sostegno linguistico, sia per ragazzi che per adulti. Per questi ultimi sono tre le iniziative: presso il Centro territoriale permanente, all’interno della scuola media ‘Pianciani ‘ Manzoni’, presso l’Itis-Ipsia, grazie ad un corso serale, e quella promossa dall’associazione ‘Acas Skandemberg’, che dà un primo sostegno linguistico alle famiglie appena giunte a Spoleto. Non manca però un corso di lingua araba rivolta ai bambini e ragazzi, per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale del proprio Paese d’origine. Il tutto grazie all’impegno dell’associazione ‘Es Salam’.

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I nemici di Greccio https://www.lavoce.it/i-nemici-di-greccio/ Thu, 14 Dec 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5570 Ritorna il Natale, e ritornano anche i presepi, accompagnati da discussioni e polemiche che investono i Paesi di antica origine culturale cristiana ed oggi in via di radicale secolarizzazione. Il quotidiano Avvenire, ha titolato un ampio servizio di un’intera pagina: ‘Natale: un estraneo in Europa?’. Sia pure con il punto interrogativo sono riportate le proibizioni di manifestare in pubblico segni religiosi e quindi i segni del Natale, per non offendere le altre fedi. Una delle nazioni maggiormente colpite da questa sindrome secolaristica è la Gran Bretagna, ma segnali si avvertono ovunque anche nella nostra Umbria, in alcune scuole dove imperano ‘illuminati’ dirigenti scolastici. È già successo che sia stato impedito il presepio in classe.Per noi questo fatto, o meglio, questa che ancora è una tendenza, ci interpella in modo particolare, perché, come tutti sanno, il presepio l’ha ‘inventato’ san Francesco. Ne ha scritto alcuni anni fa su questo giornale a firma di Maria Rita Valli, traendo notizie dalle Fonti francescane, ma non sarà male ricordare come avvenne e come fu vissuto questo primo presepio dal suo ispiratore. Nel Natale del 1223, tre anni prima della sua morte, Francesco realizzò il desiderio di celebrare la nascita di Gesù ricreando l’ambiente che accolse il suo primo vagito. Scrive Tommaso da Celano, primo biografo del Santo nella Vita prima, che Francesco voleva ‘rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello’. Il suo ‘fedele e pio amico’ Giovanni incaricato della preparazione ‘andò sollecito ad approntare nel luogo designato (Greccio) tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal santo’. La cosa strana è che, nel descrivere la scena della celebrazione della messa di Natale, nel racconto delle fonti non si parla di nessun bambino: ‘Arriva alla fine Francesco, vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello’. E il bambino? Forse lo metteranno dopo? Il sacerdote celebra l’eucarestia ‘sul presepio’, per il quale Francesco aveva chiesto l’autorizzazione direttamente al Papa. Francesco, che era diacono, proclamò il Vangelo e fece l’omelia. ‘Poi parla al popolo – continua il Celano – e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme … Uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembrava che un bambino giacesse privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicinasse e lo destasse da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, poiché il fanciullo Gesù, che era stato dimenticato nel cuore di molti, per grazia di lui veniva risuscitato attraverso il servo suo, san Francesco’. ‘Terminata quella veglia solenne – conclude il Celano – ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia’. Più essenziale è il racconto contenuto nella Leggenda maggiore, e chiara è l’assenza del bambino dalla scena. Se ne parla solo in riferimento alla visione di Giovanni. Francesco ‘fece preparare una stalla, vi fece portare del fieno e fece condurre sul luogo un bove e un asino… L’uomo di Dio stava davanti alla mangiatoia… Il santo sacrificio viene celebrato sopra la mangiatoia e Francesco… canta il santo Vangelo, predica al popolo e parla della nascita del re povero e, nel nominarlo, lo chiama, per tenerezza d’amore, il ‘bimbo di Betlemme’. Un cavaliere virtuoso e sincero … affermò di aver veduto, dentro la mangiatoia, un bellissimo fanciullino addormentato, che il beato Francesco, stringendolo con ambedue le braccia, sembrava destare dal sonno’. Dunque anche qui non si parla di bambino adagiato sulla greppia. Da ciò si deve trarre la conclusione che il presepio è nato in un contesto di fede vissuta e partecipata e non come un sacra rappresentazione. Tale è diventato e si è inserito nella tradizione anche artistisica, oltre che popolare, che ha travalicato il segno originario per dimensionarsi sulla celebrazione dell’umanità nel momento della trasmissione della vita, all’interno di una comunità familiare allargata e segnata da autentica e radicale umanità. Chi può offendere un presepio? Solo chi ha violentato il proprio sguardo inforcando gli occhiali del pregiudizio.

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Dalla terra ternana pellegrini a San Pietro https://www.lavoce.it/dalla-terra-ternana-pellegrini-a-san-pietro/ Thu, 06 Oct 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4739 Una lunga serpentina di pullman sulla strada verso Roma, ma anche auto e treni sono stati i mezzi che hanno trasportato i pellegrini della diocesi verso l’incontro con papa Benedetto XVI. Diecimila ternani, narnesi e amerini che hanno agitato bandiere e cappelli azzurri a colorare piazza San Pietro del loro entusiasmo, in particolare quello degli oltre tremila giovani, ragazzi e studenti presenti all’incontro, dalle scuole elementari e superiori, di gruppi scout e associazioni e movimenti della diocesi e molti gruppi parrocchiali. Un pellegrinaggio a lungo preparato e certamente intensamente vissuto nei diversi ambiti della società civile. ‘Questo viaggio ‘ spiega il vescovo mons. Paglia, che ha guidato il pellegrinaggio ‘ serve a creare anche maggiore coesione tra noi, per sentirci meno soli e più uniti, anche come territorio. È significativo, infatti, che tutta la città si ritrovi insieme, al di là delle differenze culturali o politiche, per manifestare i valori della pace, del dialogo, dell’incontro. E anche la scelta della data, all’indomani della festa di san Francesco, ha una sua motivazione specifica che la lega profondamente all’Umbria terra di san Francesco e san Benedetto, perché l’Europa, di cui san Benedetto è patrono, ha ancora bisogno di quel messaggio di solidarietà che viene dall’Umbria’. Nel pellegrinaggio sono state coinvolte tutte le parrocchie e i movimenti ecclesiali, i sindaci del territorio, i dirigenti scolastici di ogni scuola, il mondo del lavoro e quello dello sport. Tra i presenti anche un gruppo di malati dell’Unitalsi e mille anziani dei centri sociali. Il Papa nella sua catechesi ha ricordato l’Umbria terra dei santi Francesco e Benedetto, che furono anche loro pellegrini a Roma e che oggi ancora sono testimoni di pace e amore. ‘Dall’Umbria a Roma il loro esempio è giunto ovunque – ha detto il Papa – e la loro testimoninaza di amore e di pace è ancora attuale: l’Italia, l’Europa e il mondo ne hanno bisogno. Vi esorto ad ascoltare il vangelo e a testimoniarlo nella vostra vita’. L’incontro di tanti diocesani con Benedetto XVI rende forte e salda la fede che si radica in una tradizione che s’impegna non a demolire e a fare conflitti ma a creare un mondo di pace e di amore. ‘Segno di una comunità che vuole rinsaldarsi in se stessa per poter affrontare il futuro con maggiore vigore – ha detto il vescovo mons. Paglia – ma anche con maggiore speranza e forza. Quanto vissuto a Roma ci invita a guardare il futuro con molta più serenità e con un impegno assai più robusto di prima, per costruire una città pacifica, solidale e accogliente’. Un impegno che è stato anche sottolineato dal sindaco Paolo Raffaelli presente insieme agli altri 12 sindaci dei comuni della diocesi all’udienza in piazza San Pietro e che intende unire il messaggio spirituale alla vita sociale che spinge in primo luogo ad una civile convivenza tra le religioni, le culture e i popoli. Il richiamo esplicito fatto da papa Benedetto XVI all’Umbria quale terra di pace, rinnova ancora di più quello spirito che esalta le tradizioni di una terra ricca di spiritualità e di testimoni di fede, che sono ancora oggi esempio di vita per giovani e adulti che in questa terra sono nati o di quelli che hanno avuto modo di apprezzarne il grande impegno di sempre verso la costruzione di un mondo pacificato.

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