diocesi spoleto norcia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/diocesi-spoleto-norcia/ Settimanale di informazione regionale Mon, 09 Sep 2024 09:53:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg diocesi spoleto norcia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/diocesi-spoleto-norcia/ 32 32 Norcia, avviata la ricostruzione della concattedrale di S. Maria Argentea https://www.lavoce.it/norcia-avviata-la-ricostruzione-della-concattedrale-di-s-maria-argentea/ https://www.lavoce.it/norcia-avviata-la-ricostruzione-della-concattedrale-di-s-maria-argentea/#respond Mon, 09 Sep 2024 09:52:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77503 L'interno senza tetto e con vari danni della copncattedrale di Norcia

Alle 16.07 di sabato 7 settembre 2024 è stato ufficialmente avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, gravemente ferita dai terremoti del 2016.

La consegna simbolica delle chiavi della concattedrale di Norcia da parte dell'arcivescovo Boccardo

All’interno di ciò che rimane della chiesa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dinanzi a numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche, nonché a molti nursini, ha simbolicamente consegnato le chiavi al signor Claudio Umbrico, titolare della ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (Pg) che eseguirà i lavori. "Iniziamo una bella avventura – ha detto mons. Boccardo - che dice la fiducia e l’incoraggiamento per tutta la popolazione di Norcia che aspetta di ritrovare questa chiesa di Santa Maria come la propria casa, casa della comunità cristiana di questa città. Dopo otto anni questo è un momento di speranza per ricominciare seriamente. L’avvio del cantiere è la parte visibile e immediata dell’opera di ricostruzione che è iniziata da tempo e che, grazie alla sinergia degli Enti coinvolti, sta portando i frutti su tutto il territorio". Mons. Boccardo ha quindi benedetto il cantiere di lavoro e poi tutti si sono spostati nel vicino DigiPASS per la presentazione del progetto di recupero della chiesa.

Il progetto di ricostruzione della concattedrale di Santa Maria Argentea di Norcia

Alcuni rappresentanti del gruppo della progettazione – il prof. arch. Riccardo Dalla Negra, l’arch. Giancarlo Battista e l’ing. Andrea Giannantoni – hanno presentato il progetto di ricostruzione della chiesa: «Si tratta – hanno detto – di un progetto complesso, per nulla facile, ma possibile. Reintegreremo tutto ciò che è possibile, grazie anche all’operazione molto attenta che è stata fatta di salvaguardare il materiale recuperato".

I danni della Concattedrale

Gli eventi sismici del 2016 hanno causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri ed ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali. Il dato geometrico è stato acquisito mediante laser a tempo di volo (Leica P40) e le scansioni sono state elaborate in un’unica nuvola di punti tramite il software Leica Cyclone. Per ovviare alla problematica posta dalla presenza della messa in sicurezza si sono dovute eseguire numerose scansioni aggiuntive tra la muratura ed i ponteggi, andando poi ad eliminare la sagoma di questi ultimi in fase di elaborazione del modello. Per integrare il dato geometrico con quello materico si è condotto un rilievo fotografico da drone, che ha consentito di analizzare anche superfici che per la loro altezza risultavano poco visibili da terra. L’ampia documentazione fotografica ha poi portato all’ulteriore elaborazione di modelli texturizzati tramite fotogrammetria digitale. Progetto per gli esterni: recupero delle bozze di pietra dalle macerie; reintegrazione delle lacune tramite la giustapposizione (condotta per anastilosi ove possibile) dei bozzati esterni; ricostituzione del sodo murario da realizzarsi con un conglomerato (calcestruzzo di calce con buone caratteristiche di idraulicità e aggregati provenienti dal recupero delle macerie, opportunamente e variamente macinate). Gli elementi lapidei crollati sono conservati in bancali collocati in parte a piè d’opera ed in parte nel deposito di S. Scolastica. Verranno ricostruiti i paramenti murari. Progetto per gli interni: reintegrazione delle murature perimetrali; reintegrazione in forme semplificate delle parti architettoniche crollate con lo stesso conglomerato gettato in casserature preformate per restituire una superficie molto compatta; per quanto riguarda i pilastri, si recupera tutto il materiale possibile. Progetto per le coperture interne: il sistema di chiusura dell'ordine architettonico non vuole replicare mimeticamente l’ultima configurazione dei plafoni crollati, frutto di una ricostruzione riduttiva degli anni sessanta. Al tempo stesso la documentazione fotografica riconduce ad una più complessa definizione decorativa degli stessi plafoni, ma dalla documentazione storica si evince che l’attuale configurazione delle coperture fosse stata sensibilmente abbassata rispetto alle quote originarie. Si percorre quindi la strada della reintegrazione in chiave contemporanea, ma a totale “servizio” della preesistenza, mediante un sistema di volte a sesto ribassato, irregolare nella configurazione, ma pur sempre in grado di sottolineare le “campate” sottostanti, oltre che l'area presbiteriale.

L’intervento del Commissario Guido Castelli

Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della messa in sicurezza, della rimozione e catalogazione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 ha approvato il progetto di ricostruzione. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016, nello specifico ordinanze n. 105 del 2020 e n. 132 del 2022. Il 27 giugno 2024 si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati, appunto, la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026. E il sen. Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016, ha rivolto il suo grazie a tutti quanti si sono impegnati per arrivare a questa giornata. "Grazie a mons. Boccardo e all’archidiocesi di Spoleto-Norcia che sta facendo molto sulla ricostruzione, in un lavoro che è enorme ed impegnativo. Sugli edifici di culto, con le diocesi, stiamo facendo un vero cammino sinodale, un bel lavoro di squadra. Abbiamo due obiettivi: ricostruire meglio e mantenere vive le comunità. Con l’avvio di questo cantiere a Norcia si va proprio in questa direzione".

L'intervento dell'assessore Enrico Melasecche

L’intervento dell’assessore Melasecche. In rappresentanza della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei è giunto a Norcia Enrico Melasecche, assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. «Questa giornata – ha detto – è una pietra miliare per Norcia. La collaborazione fra gli Enti, finalmente, ci fa vedere le stelle della ricostruzione. Qui la vita deve proseguire e quindi vanno bene le infrastrutture, ma la Cattedrale riunisce la comunità, è il segno fondamentale dell’anima di questa zona».

L’intervento del sindaco di Norcia Giuliano Boccanera

Di pura emozione ha parlato il primo cittadino commentando l’avvio del cantiere. "Questa chiesa – ha detto - è l’identità della nostra Città. La nostra vita si riconduce sempre dentro la Cattedrale".

Le parole dell'arcivescovo Renato Boccardo

Le conclusioni dell’Arcivescovo. "Stiamo dando inizio – ha detto mons. Boccardo nell’intervento conclusivo - ad una operazione grande e significativa. Avviamo qualcosa che va al di là delle mura, che dice la voglia di una comunità di guardare avanti. Siamo qui, tutti insieme, a costruire il futuro. La chiesa di Santa Maria è uno scrigno che custodisce le radici di Norcia". https://www.youtube.com/watch?v=HXBUXdJ-fos   [gallery ids="77511,77512,77513,77514,77515,77516,77517,77518"]]]>
L'interno senza tetto e con vari danni della copncattedrale di Norcia

Alle 16.07 di sabato 7 settembre 2024 è stato ufficialmente avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, gravemente ferita dai terremoti del 2016.

La consegna simbolica delle chiavi della concattedrale di Norcia da parte dell'arcivescovo Boccardo

All’interno di ciò che rimane della chiesa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dinanzi a numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche, nonché a molti nursini, ha simbolicamente consegnato le chiavi al signor Claudio Umbrico, titolare della ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (Pg) che eseguirà i lavori. "Iniziamo una bella avventura – ha detto mons. Boccardo - che dice la fiducia e l’incoraggiamento per tutta la popolazione di Norcia che aspetta di ritrovare questa chiesa di Santa Maria come la propria casa, casa della comunità cristiana di questa città. Dopo otto anni questo è un momento di speranza per ricominciare seriamente. L’avvio del cantiere è la parte visibile e immediata dell’opera di ricostruzione che è iniziata da tempo e che, grazie alla sinergia degli Enti coinvolti, sta portando i frutti su tutto il territorio". Mons. Boccardo ha quindi benedetto il cantiere di lavoro e poi tutti si sono spostati nel vicino DigiPASS per la presentazione del progetto di recupero della chiesa.

Il progetto di ricostruzione della concattedrale di Santa Maria Argentea di Norcia

Alcuni rappresentanti del gruppo della progettazione – il prof. arch. Riccardo Dalla Negra, l’arch. Giancarlo Battista e l’ing. Andrea Giannantoni – hanno presentato il progetto di ricostruzione della chiesa: «Si tratta – hanno detto – di un progetto complesso, per nulla facile, ma possibile. Reintegreremo tutto ciò che è possibile, grazie anche all’operazione molto attenta che è stata fatta di salvaguardare il materiale recuperato".

I danni della Concattedrale

Gli eventi sismici del 2016 hanno causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri ed ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali. Il dato geometrico è stato acquisito mediante laser a tempo di volo (Leica P40) e le scansioni sono state elaborate in un’unica nuvola di punti tramite il software Leica Cyclone. Per ovviare alla problematica posta dalla presenza della messa in sicurezza si sono dovute eseguire numerose scansioni aggiuntive tra la muratura ed i ponteggi, andando poi ad eliminare la sagoma di questi ultimi in fase di elaborazione del modello. Per integrare il dato geometrico con quello materico si è condotto un rilievo fotografico da drone, che ha consentito di analizzare anche superfici che per la loro altezza risultavano poco visibili da terra. L’ampia documentazione fotografica ha poi portato all’ulteriore elaborazione di modelli texturizzati tramite fotogrammetria digitale. Progetto per gli esterni: recupero delle bozze di pietra dalle macerie; reintegrazione delle lacune tramite la giustapposizione (condotta per anastilosi ove possibile) dei bozzati esterni; ricostituzione del sodo murario da realizzarsi con un conglomerato (calcestruzzo di calce con buone caratteristiche di idraulicità e aggregati provenienti dal recupero delle macerie, opportunamente e variamente macinate). Gli elementi lapidei crollati sono conservati in bancali collocati in parte a piè d’opera ed in parte nel deposito di S. Scolastica. Verranno ricostruiti i paramenti murari. Progetto per gli interni: reintegrazione delle murature perimetrali; reintegrazione in forme semplificate delle parti architettoniche crollate con lo stesso conglomerato gettato in casserature preformate per restituire una superficie molto compatta; per quanto riguarda i pilastri, si recupera tutto il materiale possibile. Progetto per le coperture interne: il sistema di chiusura dell'ordine architettonico non vuole replicare mimeticamente l’ultima configurazione dei plafoni crollati, frutto di una ricostruzione riduttiva degli anni sessanta. Al tempo stesso la documentazione fotografica riconduce ad una più complessa definizione decorativa degli stessi plafoni, ma dalla documentazione storica si evince che l’attuale configurazione delle coperture fosse stata sensibilmente abbassata rispetto alle quote originarie. Si percorre quindi la strada della reintegrazione in chiave contemporanea, ma a totale “servizio” della preesistenza, mediante un sistema di volte a sesto ribassato, irregolare nella configurazione, ma pur sempre in grado di sottolineare le “campate” sottostanti, oltre che l'area presbiteriale.

L’intervento del Commissario Guido Castelli

Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della messa in sicurezza, della rimozione e catalogazione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 ha approvato il progetto di ricostruzione. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016, nello specifico ordinanze n. 105 del 2020 e n. 132 del 2022. Il 27 giugno 2024 si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati, appunto, la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026. E il sen. Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016, ha rivolto il suo grazie a tutti quanti si sono impegnati per arrivare a questa giornata. "Grazie a mons. Boccardo e all’archidiocesi di Spoleto-Norcia che sta facendo molto sulla ricostruzione, in un lavoro che è enorme ed impegnativo. Sugli edifici di culto, con le diocesi, stiamo facendo un vero cammino sinodale, un bel lavoro di squadra. Abbiamo due obiettivi: ricostruire meglio e mantenere vive le comunità. Con l’avvio di questo cantiere a Norcia si va proprio in questa direzione".

L'intervento dell'assessore Enrico Melasecche

L’intervento dell’assessore Melasecche. In rappresentanza della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei è giunto a Norcia Enrico Melasecche, assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. «Questa giornata – ha detto – è una pietra miliare per Norcia. La collaborazione fra gli Enti, finalmente, ci fa vedere le stelle della ricostruzione. Qui la vita deve proseguire e quindi vanno bene le infrastrutture, ma la Cattedrale riunisce la comunità, è il segno fondamentale dell’anima di questa zona».

L’intervento del sindaco di Norcia Giuliano Boccanera

Di pura emozione ha parlato il primo cittadino commentando l’avvio del cantiere. "Questa chiesa – ha detto - è l’identità della nostra Città. La nostra vita si riconduce sempre dentro la Cattedrale".

Le parole dell'arcivescovo Renato Boccardo

Le conclusioni dell’Arcivescovo. "Stiamo dando inizio – ha detto mons. Boccardo nell’intervento conclusivo - ad una operazione grande e significativa. Avviamo qualcosa che va al di là delle mura, che dice la voglia di una comunità di guardare avanti. Siamo qui, tutti insieme, a costruire il futuro. La chiesa di Santa Maria è uno scrigno che custodisce le radici di Norcia". https://www.youtube.com/watch?v=HXBUXdJ-fos   [gallery ids="77511,77512,77513,77514,77515,77516,77517,77518"]]]>
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Messa dell’arcivescovo Boccardo nel cantiere della Basilica di San Benedetto https://www.lavoce.it/messa-dellarcivescovo-boccardo-nel-cantiere-della-basilica-di-san-benedetto/ https://www.lavoce.it/messa-dellarcivescovo-boccardo-nel-cantiere-della-basilica-di-san-benedetto/#respond Mon, 30 Oct 2023 15:15:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73855 celebrazione nella basilica di san benedetto

Dopo sette anni è stata nuovamente celebrata la Messa nella Basilica di San Benedetto a Norcia, chiesa che è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e che è sulla via della piena ricostruzione. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha presiedere lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 11.30 l’Eucaristia nell’edificio di culto costruito sulla casa natale dei Santi Benedetto e Scolastica. Una giornata emozionante e storica per la comunità nursina. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Luciano Avenati. C’erano anche due monaci benedettini del monastero di San Benedetto in Monte.

All’interno della chiesa hanno trovato posto oltre centocinquanta fedeli e una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni, oltre agli operatori della comunicazione. Tra le autorità c’erano: il commissario straordinario di Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall'evento sismico del 2016 senatore Guido Castelli; il presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei; il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera; il soprintendete speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli. Per l’occasione è tornato a Norcia anche l’ex commissario Giovanni Legnini.

Tanti fardelli gravosi hanno motivato lo scoraggiamento

 "Il terremoto del 2016 -ha detto l’arcivescovo Boccardo nell’omelia- ci ha piegati, togliendoci le case e i luoghi di lavoro, privandoci di monumenti, maestosi o semplici, che raccontavano storie di vita e di fede e racchiudevano ed esprimevano l’identità delle popolazioni; ha generato una cesura tra passato e futuro. Poi la lentezza della ricostruzione, gli intoppi burocratici, le difficoltà nella ripresa lavorativa ed economica, la tragedia della pandemia, il lievitare dei prezzi delle materie prime: tanti fardelli gravosi che hanno acuito la fatica e motivato lo scoraggiamento".

Il grazie del Vescovo agli attori della ricostruzione della Basilica di San Benedetto

 "Dall’angosciante desolazione prodotta dal terremoto -ha detto ancora l'arcivescovo- è sbocciata tanta solidarietà che, come la fioritura di Castelluccio, ha riempito di colore il grigiore della polvere dei crolli e delle macerie; e la sofferenza e la paura si sono stemperate nella speranza di un futuro che ancora potrà esserci. Non possiamo dimenticare il coinvolgimento attento delle Istituzioni pubbliche e dei diversi Enti statali e locali, in particolare della Struttura Commissariale con gli Onorevoli Legnini e Castelli. Significativo è stato inoltre l'impegno delle massime Istituzioni europee a finanziare l'opera di ricostruzione di questa Basilica, riconoscendo implicitamente il ruolo insostituibile per l'Europa del Cristianesimo e della cultura che ha saputo ispirare. Grazie a questo intrecciarsi di passione, competenze e sogni, ci è possibile oggi convenire eccezionalmente qui per abitare questi muri così cari ai nursini e a tutti noi.

Mi faccio dunque volentieri interprete della comune gratitudine e ammirazione nei confronti del Ministero della Cultura, dell’ENI, degli altri Enti qui autorevolmente rappresentati e della Società COBAR con le sue maestranze: grazie a tutti loro ritroviamo per qualche ora questa aula liturgica per celebrarvi, non senza commozione, il sacrificio eucaristico".

Ricostruzione della Basilica di San Benedetto è la capacità dell’uomo di risollevarsi

"Questo edificio sacro -ha proseguito il Presule- è diventato l'emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell'essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l'intelligenza, la maestria, la fantasia e l'impegno al servizio di un comune riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere".

Guardare avanti con sguardo lungo

 "Ci piace pensare -ha concluso l’arcivescovo- al tempo della ricostruzione che ancora ci attende come ad una grande occasione per compiere un salto di qualità nella vita quotidiana. Dobbiamo guardare avanti con sguardo lungo; attenerci fedelmente non alle opinioni correnti e ai calcoli interessati ma a ciò che è vero, buono e giusto; non accontentarci di un ottimismo senza fondamento ma alimentare e custodire la speranza. Dobbiamo riscoprire sempre di nuovo le virtù civiche come l’onestà, la volontà di servizio, l’impegno per il bene comune, l’attenzione agli ultimi, la salvaguardia dei diritti di tutti; realizzare una stagione in cui tornino a risplendere il coraggio, la sobrietà, la responsabilità, il dialogo, l’unità e nello stesso tempo competenze politiche e tecniche da mettere insieme in un gioco di squadra, indispensabile per conseguire quel risultato che tutti attendiamo e che esprima ancora creatività e crescita per una autentica rinascita dei nostri borghi e delle nostre città. Oggi siamo tutti ammirati e commossi guardando queste pareti ricomposte e la leggerezza ed eleganza delle capriate lignee sopra le nostre teste, e sogniamo di poter presto contemplare la Basilica di San Benedetto in tutta la sua ritrovata bellezza".

Benedizione delle campane

 Al termine della Messa, Vescovo, autorità e fedeli si sono recati all’esterno della Basilica per benedire due nuove campane che, non appena possibile, verranno issate nella torre campanaria della chiesa. Una è dedicata a San Benedetto e una a Santa Scolastica.

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celebrazione nella basilica di san benedetto

Dopo sette anni è stata nuovamente celebrata la Messa nella Basilica di San Benedetto a Norcia, chiesa che è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e che è sulla via della piena ricostruzione. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha presiedere lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 11.30 l’Eucaristia nell’edificio di culto costruito sulla casa natale dei Santi Benedetto e Scolastica. Una giornata emozionante e storica per la comunità nursina. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Luciano Avenati. C’erano anche due monaci benedettini del monastero di San Benedetto in Monte.

All’interno della chiesa hanno trovato posto oltre centocinquanta fedeli e una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni, oltre agli operatori della comunicazione. Tra le autorità c’erano: il commissario straordinario di Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall'evento sismico del 2016 senatore Guido Castelli; il presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei; il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera; il soprintendete speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli. Per l’occasione è tornato a Norcia anche l’ex commissario Giovanni Legnini.

Tanti fardelli gravosi hanno motivato lo scoraggiamento

 "Il terremoto del 2016 -ha detto l’arcivescovo Boccardo nell’omelia- ci ha piegati, togliendoci le case e i luoghi di lavoro, privandoci di monumenti, maestosi o semplici, che raccontavano storie di vita e di fede e racchiudevano ed esprimevano l’identità delle popolazioni; ha generato una cesura tra passato e futuro. Poi la lentezza della ricostruzione, gli intoppi burocratici, le difficoltà nella ripresa lavorativa ed economica, la tragedia della pandemia, il lievitare dei prezzi delle materie prime: tanti fardelli gravosi che hanno acuito la fatica e motivato lo scoraggiamento".

Il grazie del Vescovo agli attori della ricostruzione della Basilica di San Benedetto

 "Dall’angosciante desolazione prodotta dal terremoto -ha detto ancora l'arcivescovo- è sbocciata tanta solidarietà che, come la fioritura di Castelluccio, ha riempito di colore il grigiore della polvere dei crolli e delle macerie; e la sofferenza e la paura si sono stemperate nella speranza di un futuro che ancora potrà esserci. Non possiamo dimenticare il coinvolgimento attento delle Istituzioni pubbliche e dei diversi Enti statali e locali, in particolare della Struttura Commissariale con gli Onorevoli Legnini e Castelli. Significativo è stato inoltre l'impegno delle massime Istituzioni europee a finanziare l'opera di ricostruzione di questa Basilica, riconoscendo implicitamente il ruolo insostituibile per l'Europa del Cristianesimo e della cultura che ha saputo ispirare. Grazie a questo intrecciarsi di passione, competenze e sogni, ci è possibile oggi convenire eccezionalmente qui per abitare questi muri così cari ai nursini e a tutti noi.

Mi faccio dunque volentieri interprete della comune gratitudine e ammirazione nei confronti del Ministero della Cultura, dell’ENI, degli altri Enti qui autorevolmente rappresentati e della Società COBAR con le sue maestranze: grazie a tutti loro ritroviamo per qualche ora questa aula liturgica per celebrarvi, non senza commozione, il sacrificio eucaristico".

Ricostruzione della Basilica di San Benedetto è la capacità dell’uomo di risollevarsi

"Questo edificio sacro -ha proseguito il Presule- è diventato l'emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell'essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l'intelligenza, la maestria, la fantasia e l'impegno al servizio di un comune riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere".

Guardare avanti con sguardo lungo

 "Ci piace pensare -ha concluso l’arcivescovo- al tempo della ricostruzione che ancora ci attende come ad una grande occasione per compiere un salto di qualità nella vita quotidiana. Dobbiamo guardare avanti con sguardo lungo; attenerci fedelmente non alle opinioni correnti e ai calcoli interessati ma a ciò che è vero, buono e giusto; non accontentarci di un ottimismo senza fondamento ma alimentare e custodire la speranza. Dobbiamo riscoprire sempre di nuovo le virtù civiche come l’onestà, la volontà di servizio, l’impegno per il bene comune, l’attenzione agli ultimi, la salvaguardia dei diritti di tutti; realizzare una stagione in cui tornino a risplendere il coraggio, la sobrietà, la responsabilità, il dialogo, l’unità e nello stesso tempo competenze politiche e tecniche da mettere insieme in un gioco di squadra, indispensabile per conseguire quel risultato che tutti attendiamo e che esprima ancora creatività e crescita per una autentica rinascita dei nostri borghi e delle nostre città. Oggi siamo tutti ammirati e commossi guardando queste pareti ricomposte e la leggerezza ed eleganza delle capriate lignee sopra le nostre teste, e sogniamo di poter presto contemplare la Basilica di San Benedetto in tutta la sua ritrovata bellezza".

Benedizione delle campane

 Al termine della Messa, Vescovo, autorità e fedeli si sono recati all’esterno della Basilica per benedire due nuove campane che, non appena possibile, verranno issate nella torre campanaria della chiesa. Una è dedicata a San Benedetto e una a Santa Scolastica.

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Terra Santa. L’arcivescovo Renato Boccardo invita la comunità ad una fiaccolata di riflessione e preghiera https://www.lavoce.it/terra-santa-larcivescovo-renato-boccardo-invita-la-comunita-ad-una-fiaccolata-di-riflessione-e-preghiera/ https://www.lavoce.it/terra-santa-larcivescovo-renato-boccardo-invita-la-comunita-ad-una-fiaccolata-di-riflessione-e-preghiera/#respond Fri, 13 Oct 2023 16:00:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73658

Lettera d'invito dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo alla comunità a partecipare alla fiaccolata di riflessione e preghiera del 17 ottobre che si svolgerà a Montefalco, dove c'è il convento di San Fortunato dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa.   Ancora una volta la Terra Santa, la terra di Gesù, è scenario di barbarie e di inaudita violenza, e in Israele e Palestina tanti innocenti sono vittime dell’odio che insanguina e divide la società, le famiglie e il vivere civile, generando distruzione e disperazione. «Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità» (Papa Francesco, Udienza Generale, 11 ottobre). Come cristiani, non possiamo non prendere su di noi e condividere il dolore di tanti fratelli e sorelle in umanità e dobbiamo fare ricorso all’unica forza su cui possiamo contare: la preghiera corale e intensa che implora da Dio, Padre di tutti, il dono della riconciliazione e della pace. In sintonia con quanto si farà a livello nazionale, invito tutte le comunità della diocesi e le persone di buona volontà ad una fiaccolata di riflessione e preghiera martedì 17 ottobre p.v. alle ore 21 a Montefalco con partenza da piazza del Comune verso il Convento di San Fortunato, dove vive una comunità dei Frati Francescani della Custodia di Terra Santa. A chi lo desidera e può, suggerisco anche un gesto penitenziale: astenersi dalla cena di quella sera e offrire il digiuno come sacrificio di intercessione. Nel nostro camminare non dimenticheremo la tragedia dell’Ucraina e i tanti altri focolai di guerra che punteggiano il pianeta, mentre deporremo nel cuore di Dio Onnipotente il nostro desiderio di pace, di giustizia e di riconciliazione. Spoleto, 12 ottobre 2023 + Renato Boccardo, Arcivescovo ]]>

Lettera d'invito dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo alla comunità a partecipare alla fiaccolata di riflessione e preghiera del 17 ottobre che si svolgerà a Montefalco, dove c'è il convento di San Fortunato dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa.   Ancora una volta la Terra Santa, la terra di Gesù, è scenario di barbarie e di inaudita violenza, e in Israele e Palestina tanti innocenti sono vittime dell’odio che insanguina e divide la società, le famiglie e il vivere civile, generando distruzione e disperazione. «Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra Israeliani e Palestinesi, ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta, e fanno solo soffrire gli uni e gli altri. Il Medio Oriente non ha bisogno di guerra, ma di pace, di una pace costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità» (Papa Francesco, Udienza Generale, 11 ottobre). Come cristiani, non possiamo non prendere su di noi e condividere il dolore di tanti fratelli e sorelle in umanità e dobbiamo fare ricorso all’unica forza su cui possiamo contare: la preghiera corale e intensa che implora da Dio, Padre di tutti, il dono della riconciliazione e della pace. In sintonia con quanto si farà a livello nazionale, invito tutte le comunità della diocesi e le persone di buona volontà ad una fiaccolata di riflessione e preghiera martedì 17 ottobre p.v. alle ore 21 a Montefalco con partenza da piazza del Comune verso il Convento di San Fortunato, dove vive una comunità dei Frati Francescani della Custodia di Terra Santa. A chi lo desidera e può, suggerisco anche un gesto penitenziale: astenersi dalla cena di quella sera e offrire il digiuno come sacrificio di intercessione. Nel nostro camminare non dimenticheremo la tragedia dell’Ucraina e i tanti altri focolai di guerra che punteggiano il pianeta, mentre deporremo nel cuore di Dio Onnipotente il nostro desiderio di pace, di giustizia e di riconciliazione. Spoleto, 12 ottobre 2023 + Renato Boccardo, Arcivescovo ]]>
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A Bevagna riaperta la chiesa dei Santi Domenico e Giacomo https://www.lavoce.it/a-bevagna-riaperta-chiesa-santi-domenico-giacomo/ https://www.lavoce.it/a-bevagna-riaperta-chiesa-santi-domenico-giacomo/#respond Mon, 21 Aug 2023 09:31:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73131

Riaperta la chiesa dei Santi Domenico e Giacomo. Nella serata di martedì 22 agosto Bevagna ha vissuto momenti di forte emozione e devozione. Per l’occasione, nella chiesa è stata ricollocata anche l’urna che contiene il corpo del beato Giacomo Bianconi. Tantissimi i fedeli presenti alla processione per le vie della città, alla quale ha fatto seguito il momento di preghiera all’interno della chiesa, riaperta dopo lunghi anni di ristrutturazione.

La chiesa era stata danneggiata a seguito del sisma del 1997

La cerimonia, alla presenza delle autorità cittadine e del sindaco Annarita Falsacappa, è stata presieduta dall’arcivescovo dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo. La chiesa, danneggiata dal sisma del 1997, è stata riaperta per un breve periodo dal 2008 al 2011 ma, a causa di problemi strutturali, è stata nuovamente chiusa. Nel 2016 l’ottenimento dei finanziamenti utili alla sistemazione, con i lavori interrotti dal terremoto dello stesso anno e, successivamente, rallentati dalla pandemia.

Il ritorno degli arredi conservati al museo

“Vedere così tante persone e sentirle condividere i propri ricordi, pezzi di storie personali legate alla chiesa – ricorda il sindaco Annarita Falsacappa a margine della cerimonia di riapertura - è stato raccogliere la soddisfazione di un'intera comunità e questo per chi amministra è senz'altro la ricompensa maggiore che non ha eguali”. Ai vari interventi strutturali, si è aggiunto il ritorno degli arredi conservati al museo, come la straordinaria statua lignea della Madonna acquistata dal beato Giacomo Bianconi in persona e il Crocifisso che lo irrorò di sangue. I festeggiamenti in onore del beato Giacomo sono proseguiti nella giornata di mercoledì 23 agosto con le messe e, alle 19.30, con la tombolata in piazza Filippo Silvestri. Alle 21.30 il concerto della banda musicale della Città di Bevagna (chiostro di San Domenico), mentre alle 23 lo spettacolo pirotecnico chiuderà i festeggiamenti. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="73140,73141,73142"]]]>

Riaperta la chiesa dei Santi Domenico e Giacomo. Nella serata di martedì 22 agosto Bevagna ha vissuto momenti di forte emozione e devozione. Per l’occasione, nella chiesa è stata ricollocata anche l’urna che contiene il corpo del beato Giacomo Bianconi. Tantissimi i fedeli presenti alla processione per le vie della città, alla quale ha fatto seguito il momento di preghiera all’interno della chiesa, riaperta dopo lunghi anni di ristrutturazione.

La chiesa era stata danneggiata a seguito del sisma del 1997

La cerimonia, alla presenza delle autorità cittadine e del sindaco Annarita Falsacappa, è stata presieduta dall’arcivescovo dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo. La chiesa, danneggiata dal sisma del 1997, è stata riaperta per un breve periodo dal 2008 al 2011 ma, a causa di problemi strutturali, è stata nuovamente chiusa. Nel 2016 l’ottenimento dei finanziamenti utili alla sistemazione, con i lavori interrotti dal terremoto dello stesso anno e, successivamente, rallentati dalla pandemia.

Il ritorno degli arredi conservati al museo

“Vedere così tante persone e sentirle condividere i propri ricordi, pezzi di storie personali legate alla chiesa – ricorda il sindaco Annarita Falsacappa a margine della cerimonia di riapertura - è stato raccogliere la soddisfazione di un'intera comunità e questo per chi amministra è senz'altro la ricompensa maggiore che non ha eguali”. Ai vari interventi strutturali, si è aggiunto il ritorno degli arredi conservati al museo, come la straordinaria statua lignea della Madonna acquistata dal beato Giacomo Bianconi in persona e il Crocifisso che lo irrorò di sangue. I festeggiamenti in onore del beato Giacomo sono proseguiti nella giornata di mercoledì 23 agosto con le messe e, alle 19.30, con la tombolata in piazza Filippo Silvestri. Alle 21.30 il concerto della banda musicale della Città di Bevagna (chiostro di San Domenico), mentre alle 23 lo spettacolo pirotecnico chiuderà i festeggiamenti. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="73140,73141,73142"]]]>
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Riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo a Cortigno di Norcia https://www.lavoce.it/riaperta-al-culto-la-chiesa-di-san-michele-arcangelo-a-cortigno-di-norcia/ https://www.lavoce.it/riaperta-al-culto-la-chiesa-di-san-michele-arcangelo-a-cortigno-di-norcia/#respond Wed, 16 Aug 2023 10:03:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73114 riapertura chiesa cortigno di norcia

A Cortigno di Norcia (paese situato a 1200 metri di altitudine e 22 km di distanza dal capoluogo, denominato la Terrazza sugli appennini in quanto da esso si vedono le più importanti cime del Lazio, dell’Abruzzo, dell’Umbria e delle Marche) il 15 agosto è stata una bella giornata di festa.

Dopo sette anni dai terremoti del 2016, infatti, è stata riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, accolto al suo arrivo a Cortigno da un prolungato applauso. Col Presule ha concelebrato il parroco della zona pastorale di Norcia, don Marco Rufini. Presente il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera e molti fedeli.

A Cortigno, stabilmente, vivono dodici persone; in estate, però, la frazione si riempie di quanti hanno lì le origini ma per motivi di lavoro vivono altrove.

Da sottolineare che la chiesa di Cortigno è la prima nel territorio comunale di Norcia ad essere stata riaperta dopo i terremoti del 2016.

I lavori

"Sono lieto di essere qui nel giorno dell'Assunta -ha detto monsignor Boccardo all’inizio della Messa- in cui ritroviamo questa chiesa ricca di fede e di arte. Grazie a quanti hanno reso possibile questa operazione non semplice".

E il pensiero è andato all’ufficio tecnico della Diocesi diretto dal geometra Simone Desantis, ai progettisti architetto Fabrizio Altieri e ingegnere Fabio Iambrenghi, alla ditta R.B. s.r.l. di Gualdo Cattaneo (subentrata in corso d’opera, per vari motivi, alla ditta Cricchi), alla restauratrice delle opere d’arte Emanuela D’Abbraccio, agli abitanti, in particolare a Triante Angeli, che sono stati un costante pungolo per la riapertura della chiesa.

Per effettuare i lavori di consolidamento sono stati necessari circa 64.000 euro: 48.226,44 giunti dalla struttura del Commissario Straordinario alla Ricostruzione e circa 15.000 euro di cofinanziamento dell’Archidiocesi. L’Arcivescovo ha anche riconsegnato tutte le opere d’arte che si trovavano nella chiesa prima del terremoto e che erano ricoverate al deposito del Santo Chiodo di Spoleto: manca all’appello solo la statua di San Michele Arcangelo che è in restauro a Venaria Reale (in provincia di Torino).

L’omelia dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Monsignor Boccardo ha sottolineato che la solennità dell’Assunta ci ricorda che la nostra vita, per quanto bella e ricca di successi, arriverà alla fine.

"Questo non ci deve rendere mesti -ha aggiunto- ma pronti a fare i conti con la realtà. Perché verrà il giorno in cui le maschere, i titoli e le divise non serviranno. Quello sarà il giorno della verità. E dobbiamo prepararci a quel giorno essendo persone serie, valutando bene ciò per cui impegnarsi e sacrificarsi. Nulla nella vita è magico, ognuno è costruttore del suo presente e del suo futuro; nulla avviene gratuitamente, le grandi mete si raggiungono col sacrificio, cadendo e rialzandosi".

Poi, un pensiero alla riapertura della chiesa.

"Ci rallegriamo per questa chiesa che ritroviamo. É un bel segnale per dire che le comunità più piccole della nostra Archidiocesi non sono meno importanti di quelle che si trovano nelle città. È bello venire qui e raccontare al Signore la nostra storia e attingere da questo altare la forza per ripartire".

Il ringraziamento del parroco

Don Marco Rufini al termine della Messa ha ringraziato l’Arcivescovo.

"Grazie a lei Eccellenza -ha detto il parroco- perché ha accolto pazientemente le pungolature della gente e molto si è adoperato per giungere a questa giornata. La riapertura della chiesa di Cortigno ci dice che la storia di questa terra ferita dal terremoto riparte dalle periferie. Il luogo che riapriamo al culto ci aiuti ad essere ogni giorno più comunità, consapevoli che ciò ci unisce, anche oltre le distanze, è la preghiera".

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riapertura chiesa cortigno di norcia

A Cortigno di Norcia (paese situato a 1200 metri di altitudine e 22 km di distanza dal capoluogo, denominato la Terrazza sugli appennini in quanto da esso si vedono le più importanti cime del Lazio, dell’Abruzzo, dell’Umbria e delle Marche) il 15 agosto è stata una bella giornata di festa.

Dopo sette anni dai terremoti del 2016, infatti, è stata riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, accolto al suo arrivo a Cortigno da un prolungato applauso. Col Presule ha concelebrato il parroco della zona pastorale di Norcia, don Marco Rufini. Presente il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera e molti fedeli.

A Cortigno, stabilmente, vivono dodici persone; in estate, però, la frazione si riempie di quanti hanno lì le origini ma per motivi di lavoro vivono altrove.

Da sottolineare che la chiesa di Cortigno è la prima nel territorio comunale di Norcia ad essere stata riaperta dopo i terremoti del 2016.

I lavori

"Sono lieto di essere qui nel giorno dell'Assunta -ha detto monsignor Boccardo all’inizio della Messa- in cui ritroviamo questa chiesa ricca di fede e di arte. Grazie a quanti hanno reso possibile questa operazione non semplice".

E il pensiero è andato all’ufficio tecnico della Diocesi diretto dal geometra Simone Desantis, ai progettisti architetto Fabrizio Altieri e ingegnere Fabio Iambrenghi, alla ditta R.B. s.r.l. di Gualdo Cattaneo (subentrata in corso d’opera, per vari motivi, alla ditta Cricchi), alla restauratrice delle opere d’arte Emanuela D’Abbraccio, agli abitanti, in particolare a Triante Angeli, che sono stati un costante pungolo per la riapertura della chiesa.

Per effettuare i lavori di consolidamento sono stati necessari circa 64.000 euro: 48.226,44 giunti dalla struttura del Commissario Straordinario alla Ricostruzione e circa 15.000 euro di cofinanziamento dell’Archidiocesi. L’Arcivescovo ha anche riconsegnato tutte le opere d’arte che si trovavano nella chiesa prima del terremoto e che erano ricoverate al deposito del Santo Chiodo di Spoleto: manca all’appello solo la statua di San Michele Arcangelo che è in restauro a Venaria Reale (in provincia di Torino).

L’omelia dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Monsignor Boccardo ha sottolineato che la solennità dell’Assunta ci ricorda che la nostra vita, per quanto bella e ricca di successi, arriverà alla fine.

"Questo non ci deve rendere mesti -ha aggiunto- ma pronti a fare i conti con la realtà. Perché verrà il giorno in cui le maschere, i titoli e le divise non serviranno. Quello sarà il giorno della verità. E dobbiamo prepararci a quel giorno essendo persone serie, valutando bene ciò per cui impegnarsi e sacrificarsi. Nulla nella vita è magico, ognuno è costruttore del suo presente e del suo futuro; nulla avviene gratuitamente, le grandi mete si raggiungono col sacrificio, cadendo e rialzandosi".

Poi, un pensiero alla riapertura della chiesa.

"Ci rallegriamo per questa chiesa che ritroviamo. É un bel segnale per dire che le comunità più piccole della nostra Archidiocesi non sono meno importanti di quelle che si trovano nelle città. È bello venire qui e raccontare al Signore la nostra storia e attingere da questo altare la forza per ripartire".

Il ringraziamento del parroco

Don Marco Rufini al termine della Messa ha ringraziato l’Arcivescovo.

"Grazie a lei Eccellenza -ha detto il parroco- perché ha accolto pazientemente le pungolature della gente e molto si è adoperato per giungere a questa giornata. La riapertura della chiesa di Cortigno ci dice che la storia di questa terra ferita dal terremoto riparte dalle periferie. Il luogo che riapriamo al culto ci aiuti ad essere ogni giorno più comunità, consapevoli che ciò ci unisce, anche oltre le distanze, è la preghiera".

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Diocesi Spoleto-Norcia: da 71 parrocchie si passerà a 16 pievanie https://www.lavoce.it/diocesi-spoleto-norcia-71-parrocchie-a-16-pievanie/ https://www.lavoce.it/diocesi-spoleto-norcia-71-parrocchie-a-16-pievanie/#respond Tue, 25 Jul 2023 08:58:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72613

A partire dal 1° settembre le attuali 71 parrocchie della diocesi di Spoleto-Norcia vengono riunite in 16 nuove parrocchie denominate Pievanie. La decisione è avvenuta con apposito Decreto arcivescovile pubblicato sabato 22 luglio, a seguito delle riflessioni e del discernimento dei Consigli episcopale e presbiterale e dell’Assemblea del clero. La costituzione delle Pievanie – si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi - intende suscitare un rinnovato e autentico slancio missionario, che non sarà garantito semplicemente dall’assunzione di una determinata forma organizzativa, ma dalla capacità delle comunità cristiane di assumere come prioritario questo compito, sapendo ripensare in modo significativo le attività svolte finora, con il fine di dare vita ad una azione d’insieme che investa in maniera adeguata e articolata tutti i diversi livelli della cura pastorale. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=BzJg3BMikRY[/embed]

L'arcivescovo Renato Boccardo spiega le motivazioni alla base del cambiamento in pievanie

Due le motivazioni che stanno alla base del provvedimento – spiega in un video pubblicato sul sito della diocesi l'arcivescovo di Spoleto Norcia mons. Renato Boccardo – La prima “è che non siamo più in un regime di cristianità, quel tempo in cui l’appartenenza alla società civile ed ecclesiale era un tutt’uno”. La seconda “è il calcolo delle forze. Per le attuali 71 parrocchie – ha precisato mons. Boccardo – noi abbiamo 29 sacerdoti con meno di 75 anni di età. Dunque non si tratta semplicemente di una operazione di ingegneria pastorale, se così si può dire, ma di uno sforzo per l’evangelizzazione tenendo conto delle nostre reali possibilità”. E ciò significa “Che le parrocchie esistenti vengono rivisitate. Molte di queste da tempo non hanno più le caratteristiche fondamentali per essere definite parrocchie e quindi vengono raggruppate in un'unica grande parrocchia che copre tutto il territorio e che verrà affidata ad un unico sacerdote, che avrà il titolo di pievano e ad altri sacerdoti e diaconi, dove possibile, come membri dello stesso gruppo presbiterale”.

Verrà costituito un gruppo di fedeli laici

Accanto a loro sarà costituito un gruppo di fedeli laici – spiega ancora - “che riceveranno dal vescovo una lettera di missione che, insieme ai sacerdoti, porteranno la responsabilità di tutta la comunità che è loro affidata”. Un cambiamento che comporterà una revisione di orari, luoghi e modalità delle celebrazioni.

Il grazie a sacerdoti e comunità

A tal proposito l'Arcivescovo ringrazia tutti i sacerdoti che “hanno accettato di rimettersi in gioco e di affrontare con legittima e comprensibile trepidazione una conversione della mente e del cuore che conduce poi alla conversione delle modalità pastorali”. Un ringraziamento mons. Boccardo l'ha rivolto anche alle comunità che faranno proprie queste modalità di azione pastorale. L'elenco delle nuove pievanie sul sito della diocesi http://www.spoletonorcia.it.]]>

A partire dal 1° settembre le attuali 71 parrocchie della diocesi di Spoleto-Norcia vengono riunite in 16 nuove parrocchie denominate Pievanie. La decisione è avvenuta con apposito Decreto arcivescovile pubblicato sabato 22 luglio, a seguito delle riflessioni e del discernimento dei Consigli episcopale e presbiterale e dell’Assemblea del clero. La costituzione delle Pievanie – si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi - intende suscitare un rinnovato e autentico slancio missionario, che non sarà garantito semplicemente dall’assunzione di una determinata forma organizzativa, ma dalla capacità delle comunità cristiane di assumere come prioritario questo compito, sapendo ripensare in modo significativo le attività svolte finora, con il fine di dare vita ad una azione d’insieme che investa in maniera adeguata e articolata tutti i diversi livelli della cura pastorale. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=BzJg3BMikRY[/embed]

L'arcivescovo Renato Boccardo spiega le motivazioni alla base del cambiamento in pievanie

Due le motivazioni che stanno alla base del provvedimento – spiega in un video pubblicato sul sito della diocesi l'arcivescovo di Spoleto Norcia mons. Renato Boccardo – La prima “è che non siamo più in un regime di cristianità, quel tempo in cui l’appartenenza alla società civile ed ecclesiale era un tutt’uno”. La seconda “è il calcolo delle forze. Per le attuali 71 parrocchie – ha precisato mons. Boccardo – noi abbiamo 29 sacerdoti con meno di 75 anni di età. Dunque non si tratta semplicemente di una operazione di ingegneria pastorale, se così si può dire, ma di uno sforzo per l’evangelizzazione tenendo conto delle nostre reali possibilità”. E ciò significa “Che le parrocchie esistenti vengono rivisitate. Molte di queste da tempo non hanno più le caratteristiche fondamentali per essere definite parrocchie e quindi vengono raggruppate in un'unica grande parrocchia che copre tutto il territorio e che verrà affidata ad un unico sacerdote, che avrà il titolo di pievano e ad altri sacerdoti e diaconi, dove possibile, come membri dello stesso gruppo presbiterale”.

Verrà costituito un gruppo di fedeli laici

Accanto a loro sarà costituito un gruppo di fedeli laici – spiega ancora - “che riceveranno dal vescovo una lettera di missione che, insieme ai sacerdoti, porteranno la responsabilità di tutta la comunità che è loro affidata”. Un cambiamento che comporterà una revisione di orari, luoghi e modalità delle celebrazioni.

Il grazie a sacerdoti e comunità

A tal proposito l'Arcivescovo ringrazia tutti i sacerdoti che “hanno accettato di rimettersi in gioco e di affrontare con legittima e comprensibile trepidazione una conversione della mente e del cuore che conduce poi alla conversione delle modalità pastorali”. Un ringraziamento mons. Boccardo l'ha rivolto anche alle comunità che faranno proprie queste modalità di azione pastorale. L'elenco delle nuove pievanie sul sito della diocesi http://www.spoletonorcia.it.]]>
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‘Maior Ecclesia’: un libro fotografico per l’825simo della dedicazione della Cattedrale di Spoleto https://www.lavoce.it/maior-ecclesia-un-libro-fotografico-per-l825simo-della-dedicazione-della-cattedrale-di-spoleto/ https://www.lavoce.it/maior-ecclesia-un-libro-fotografico-per-l825simo-della-dedicazione-della-cattedrale-di-spoleto/#respond Tue, 20 Jun 2023 13:38:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72101 libro fotografico cattedrale di spoleto

Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto: è il titolo del libro fotografico curato da Stefano Bonilli e Mario Brunetti dello studio Emaki di Spoleto, pensato dall’arcivescovo Renato Boccardo in occasione dell’825simo anniversario della dedicazione del Duomo. La Fondazione Cattolica ha contribuito alla pubblicazione di questo volume.

È stato presentato nella Basilica di Santa Eufemia a Spoleto lunedì 19 giugno. Sono intervenuti: l’arcivescovo; la dottoressa Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani; il professor Bruno Toscano, storico dell’arte; i curatori Bonilli e Brunetti; ha moderato il dottor Andrea Rutili responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi.

Le parole dell’Arcivescovo

"Avevo in mente qualcosa di fotografico sul Duomo per il Giubileo -ha detto monsignor Boccardo nel suo saluto introduttivo- e ho trovato due alleati formidabili in Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che hanno realizzato questo prezioso volume e li ringrazio di cuore. Questo libro vuole essere il racconto per immagini di un percorso umano e spirituale che attraversa i secoli e parla ancora agli uomini e alle donne del nostro tempo. L’insieme di fotografie raccolte dalla perizia tecnica e dalla passione artistica dei due curatori, permette di accostarsi alla Cattedrale di Santa Maria con rinnovato stupore e di scoprire ed ammirare tanti particolari che possono sfuggire ad uno sguardo come il nostro, spesso distratto e disincantato ma pur sempre mendicante di una bellezza che ci conduca ad affacciarci su una realtà altra rispetto a quella quotidiana e ci apra alla dimensione spirituale dell’esistenza, non accessoria ma essenziale e centrale per l'umanità".

Le parole del direttore dei Musei Vaticani

"Osservare le meravigliose fotografie di questo prezioso volume -ha detto Barbara Jatta- prodotte dall’attento occhio di Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che raccontano di vita, di paesaggi, di particolari (dal pavimento alle strutture murarie), di tanta arte, riporta negli occhi e nello spirito il senso più alto di Comunità cristiana. Una Comunità che attraverso la santità delle persone, la bellezza del creato e i capolavori custoditi, all’interno e all’esterno della Cattedrale, narra ed esalta una storia intrisa di fede e di devozione custodita fin dai boschi e dalle valli dell’Umbria e che continua anche ai nostri giorni. Un sensus fidei che, secolo dopo secolo, ha rinnovato l’attenzione più viva e profonda alla Cattedrale di Spoleto, arricchendola di sempre nuove espressioni artistiche e votive".

Le parole del professor Bruno Toscano

"É un libro che tratta un grande monumento con un linguaggio di immagini. Documenta parti del Duomo che in pochissimi vedono. È un modo non convenzionale di leggere un monumento. Racconta la Cattedrale in modo diverso dai libri di storia dell'arte perché mette in risalto, non solo le opere e i loro autori famosi, ma anche il lavoro dei cosiddetti ruoli secondari che hanno contribuito a realizzare il Duomo (falegnami, scalpellini, ebanisti, intarsiatori, vetrai). Emerge, quindi, un popolo fabbrile che in genere non appare negli altri volumi sulla Cattedrale. La formula del dizionario visivo (un dizionario sui generis, indifferente alla sequenza alfabetica) continua, a mio parere,  a funzionare. Stimolando la voglia di riordinare, di ricomporre tante immagini che si ammassano sulla pagina, esercita una sua funzione didattica. Infine, puntando sulla quantità oltre che sulla qualità, stimola in chi  sfoglia il libro l’istanza di una conservazione non selettiva, in cui anche il dettaglio non più contestualizzato deve essere tutelato, perché rimanda a quell’avvicendarsi di unità e molteplicità nella storia multisecolare della Cattedrale".

Le parole di Brunetti

Per lo studio Emaki, alla fine, ha preso la parola Mario Brunetti per ringraziare tutti gli intervenuti, quanti in vario modo hanno collaborato alla realizzazione del libro, la Jatta e Toscano per i loro preziosi contributi.

"Ma soprattutto -ha detto- permettetemi di ringraziare l’arcivescovo per la fiducia e per non averci imposto delle tempistiche sulla consegna. Abbiamo parlato con lui di questo progetto per la prima volta nell’autunno del 2020 e abbiamo avuto tutto il tempo necessario per realizzare il lavoro con la giusta calma. Mi piace anche ricordare il compianto don Giampiero Ceccarelli: gli dedichiamo con riconoscenza questo volume".          

Dove trovare il libro sulla Cattedrale di Spoleto

Chi fosse interessato ad avere il volume dedicato al 825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale di Spoleto, può contattare la segreteria della Curia Arcivescovile allo 0743 23101 o scrivere una mail a segreteria@spoletonorcia.it. Il contributo per l’acquisto del libro andrà a sostenere la manutenzione delle opere d’arte della Cattedrale.

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libro fotografico cattedrale di spoleto

Maior Ecclesia. Santa Maria Assunta. La Cattedrale di Spoleto: è il titolo del libro fotografico curato da Stefano Bonilli e Mario Brunetti dello studio Emaki di Spoleto, pensato dall’arcivescovo Renato Boccardo in occasione dell’825simo anniversario della dedicazione del Duomo. La Fondazione Cattolica ha contribuito alla pubblicazione di questo volume.

È stato presentato nella Basilica di Santa Eufemia a Spoleto lunedì 19 giugno. Sono intervenuti: l’arcivescovo; la dottoressa Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani; il professor Bruno Toscano, storico dell’arte; i curatori Bonilli e Brunetti; ha moderato il dottor Andrea Rutili responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi.

Le parole dell’Arcivescovo

"Avevo in mente qualcosa di fotografico sul Duomo per il Giubileo -ha detto monsignor Boccardo nel suo saluto introduttivo- e ho trovato due alleati formidabili in Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che hanno realizzato questo prezioso volume e li ringrazio di cuore. Questo libro vuole essere il racconto per immagini di un percorso umano e spirituale che attraversa i secoli e parla ancora agli uomini e alle donne del nostro tempo. L’insieme di fotografie raccolte dalla perizia tecnica e dalla passione artistica dei due curatori, permette di accostarsi alla Cattedrale di Santa Maria con rinnovato stupore e di scoprire ed ammirare tanti particolari che possono sfuggire ad uno sguardo come il nostro, spesso distratto e disincantato ma pur sempre mendicante di una bellezza che ci conduca ad affacciarci su una realtà altra rispetto a quella quotidiana e ci apra alla dimensione spirituale dell’esistenza, non accessoria ma essenziale e centrale per l'umanità".

Le parole del direttore dei Musei Vaticani

"Osservare le meravigliose fotografie di questo prezioso volume -ha detto Barbara Jatta- prodotte dall’attento occhio di Stefano Bonilli e Mario Brunetti, che raccontano di vita, di paesaggi, di particolari (dal pavimento alle strutture murarie), di tanta arte, riporta negli occhi e nello spirito il senso più alto di Comunità cristiana. Una Comunità che attraverso la santità delle persone, la bellezza del creato e i capolavori custoditi, all’interno e all’esterno della Cattedrale, narra ed esalta una storia intrisa di fede e di devozione custodita fin dai boschi e dalle valli dell’Umbria e che continua anche ai nostri giorni. Un sensus fidei che, secolo dopo secolo, ha rinnovato l’attenzione più viva e profonda alla Cattedrale di Spoleto, arricchendola di sempre nuove espressioni artistiche e votive".

Le parole del professor Bruno Toscano

"É un libro che tratta un grande monumento con un linguaggio di immagini. Documenta parti del Duomo che in pochissimi vedono. È un modo non convenzionale di leggere un monumento. Racconta la Cattedrale in modo diverso dai libri di storia dell'arte perché mette in risalto, non solo le opere e i loro autori famosi, ma anche il lavoro dei cosiddetti ruoli secondari che hanno contribuito a realizzare il Duomo (falegnami, scalpellini, ebanisti, intarsiatori, vetrai). Emerge, quindi, un popolo fabbrile che in genere non appare negli altri volumi sulla Cattedrale. La formula del dizionario visivo (un dizionario sui generis, indifferente alla sequenza alfabetica) continua, a mio parere,  a funzionare. Stimolando la voglia di riordinare, di ricomporre tante immagini che si ammassano sulla pagina, esercita una sua funzione didattica. Infine, puntando sulla quantità oltre che sulla qualità, stimola in chi  sfoglia il libro l’istanza di una conservazione non selettiva, in cui anche il dettaglio non più contestualizzato deve essere tutelato, perché rimanda a quell’avvicendarsi di unità e molteplicità nella storia multisecolare della Cattedrale".

Le parole di Brunetti

Per lo studio Emaki, alla fine, ha preso la parola Mario Brunetti per ringraziare tutti gli intervenuti, quanti in vario modo hanno collaborato alla realizzazione del libro, la Jatta e Toscano per i loro preziosi contributi.

"Ma soprattutto -ha detto- permettetemi di ringraziare l’arcivescovo per la fiducia e per non averci imposto delle tempistiche sulla consegna. Abbiamo parlato con lui di questo progetto per la prima volta nell’autunno del 2020 e abbiamo avuto tutto il tempo necessario per realizzare il lavoro con la giusta calma. Mi piace anche ricordare il compianto don Giampiero Ceccarelli: gli dedichiamo con riconoscenza questo volume".          

Dove trovare il libro sulla Cattedrale di Spoleto

Chi fosse interessato ad avere il volume dedicato al 825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale di Spoleto, può contattare la segreteria della Curia Arcivescovile allo 0743 23101 o scrivere una mail a segreteria@spoletonorcia.it. Il contributo per l’acquisto del libro andrà a sostenere la manutenzione delle opere d’arte della Cattedrale.

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https://www.lavoce.it/maior-ecclesia-un-libro-fotografico-per-l825simo-della-dedicazione-della-cattedrale-di-spoleto/feed/ 0
Progetto ‘Caritas Care’ per i bambini della Repubblica Democratica del Congo https://www.lavoce.it/progetto-caritas-care-a-favore-dei-bambini-della-repubblica-democratica-del-congo/ https://www.lavoce.it/progetto-caritas-care-a-favore-dei-bambini-della-repubblica-democratica-del-congo/#respond Fri, 28 Apr 2023 11:54:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71224 progetto caritas care

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, in collaborazione con l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, sta portando avanti dalla primavera 2021 un progetto di adozioni a distanza, Caritas Care, per il sostegno dei bambini della Repubblica Democratica del Congo, Paese dove le figlie del beato Pietro Bonilli svolgono una preziosa azione pastorale, sociale ed educativa.

I numeri del Progetto Caritas Care al 31 marzo

Adozioni singole sostenute: 190. Adozioni di classi scolastiche sostenute: 5. Totale benefattori: 117. Totale raccolto: 25.861,57 euro. Alcuni benefattori hanno sostenuto, nel corso dello stesso anno, più di una adozione; altri hanno versato spontaneamente un importo maggiore di quello previsto. Delle 195 adozioni, 57 sono state rinnovate per il secondo anno consecutivo. Con i soldi raccolti e inviati alle Suore della Sacra Famiglia sono già iniziati i lavori di costruzione della nuova scuola nella missione delle religiose.

La quota annua di adozione di un bambino

Per le famiglie è di 120 euro (10 euro al mese); per le parrocchie (che adotteranno una classe) è di 500 euro l’anno. Con l’adozione a distanza, verrà assicurata la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno, verrà garantito almeno un pasto al giorno e verrà fornito materiale scolastico.

La gratitudine del direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia don Edoardo Rossi

"Sono veramente commosso dalla generosità che la gente della nostra Diocesi ha avuto per i bambini della Repubblica Democratica del Congo e che sono certo proseguirà. Grazie!".

E' questo quanto riferisce il direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia don Edoardo Rossi, dopo i vari colloqui e incontri avuti con la superiora generale delle suore della Sacra Famiglia, madre Paola Sisti, che ha da poco visitato la missione in Congo.

"I bambini e le suore -prosegue il direttore- ci ringraziano per quanto stiamo facendo. La Caritas oltre ad essere impegnata con progetti a sostegno delle fasce deboli della popolazione e all’animazione delle opere-segno sul territorio, interpreta il suo mandato anche proponendo progetti di educazione alla mondialità, in cui rientra anche questo delle adozioni che, nelle scorse domeniche, è stato presentato dai volontari della Caritas in tutte le parrocchie della Diocesi. Appena la situazione nella Repubblica Democratica del Congo sarà migliore, è mia intenzione andare a fare visita alla missione delle Suore della Sacra Famiglia e ai bambini da loro accolti. Intanto, però, dal 1 al 10 luglio prossimi, insieme ad alcuni giovani volontari, andrò in Costa d’Avorio, nell’altra missione africana delle Suore della Sacra Famiglia, per vivere un’esperienza di prossimità nel Dispensario don Pietro Bonilli e nel centro di accoglienza per bambini Arc en Ciel ".

Il video di ringraziamento delle Suore e dei bambini del Congo alla comunità di Spoleto-Norcia

https://youtu.be/1xxPLm6r9gY        ]]>
progetto caritas care

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, in collaborazione con l’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, sta portando avanti dalla primavera 2021 un progetto di adozioni a distanza, Caritas Care, per il sostegno dei bambini della Repubblica Democratica del Congo, Paese dove le figlie del beato Pietro Bonilli svolgono una preziosa azione pastorale, sociale ed educativa.

I numeri del Progetto Caritas Care al 31 marzo

Adozioni singole sostenute: 190. Adozioni di classi scolastiche sostenute: 5. Totale benefattori: 117. Totale raccolto: 25.861,57 euro. Alcuni benefattori hanno sostenuto, nel corso dello stesso anno, più di una adozione; altri hanno versato spontaneamente un importo maggiore di quello previsto. Delle 195 adozioni, 57 sono state rinnovate per il secondo anno consecutivo. Con i soldi raccolti e inviati alle Suore della Sacra Famiglia sono già iniziati i lavori di costruzione della nuova scuola nella missione delle religiose.

La quota annua di adozione di un bambino

Per le famiglie è di 120 euro (10 euro al mese); per le parrocchie (che adotteranno una classe) è di 500 euro l’anno. Con l’adozione a distanza, verrà assicurata la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno, verrà garantito almeno un pasto al giorno e verrà fornito materiale scolastico.

La gratitudine del direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia don Edoardo Rossi

"Sono veramente commosso dalla generosità che la gente della nostra Diocesi ha avuto per i bambini della Repubblica Democratica del Congo e che sono certo proseguirà. Grazie!".

E' questo quanto riferisce il direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia don Edoardo Rossi, dopo i vari colloqui e incontri avuti con la superiora generale delle suore della Sacra Famiglia, madre Paola Sisti, che ha da poco visitato la missione in Congo.

"I bambini e le suore -prosegue il direttore- ci ringraziano per quanto stiamo facendo. La Caritas oltre ad essere impegnata con progetti a sostegno delle fasce deboli della popolazione e all’animazione delle opere-segno sul territorio, interpreta il suo mandato anche proponendo progetti di educazione alla mondialità, in cui rientra anche questo delle adozioni che, nelle scorse domeniche, è stato presentato dai volontari della Caritas in tutte le parrocchie della Diocesi. Appena la situazione nella Repubblica Democratica del Congo sarà migliore, è mia intenzione andare a fare visita alla missione delle Suore della Sacra Famiglia e ai bambini da loro accolti. Intanto, però, dal 1 al 10 luglio prossimi, insieme ad alcuni giovani volontari, andrò in Costa d’Avorio, nell’altra missione africana delle Suore della Sacra Famiglia, per vivere un’esperienza di prossimità nel Dispensario don Pietro Bonilli e nel centro di accoglienza per bambini Arc en Ciel ".

Il video di ringraziamento delle Suore e dei bambini del Congo alla comunità di Spoleto-Norcia

https://youtu.be/1xxPLm6r9gY        ]]>
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Spoleto sacra 1200: mostra per gli 825 anni della dedicazione della Cattedrale https://www.lavoce.it/spoleto-sacra-1200-mostra-per-gli-825-anni-della-dedicazione-della-cattedrale/ Fri, 31 Mar 2023 13:12:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71037 Spoleto sacra 1200

Nell’ambito delle celebrazioni per l’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo con il Comitato Scientifico composto dai professori Massimiliano Bassetti, Maria Teresa Gigliozzi, Enrico Menestò, Emore Paoli, Serena Romano, Giovanna Sapori, Bruno Toscano, ha ideato e promosso la mostra Spoleto sacra 1200. Nell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, realizzata da Opera Laboratori con il catalogo di Sillabe. Il tema portante della mostra, in programma dal 2 aprile al 16 luglio prossimo presso il Museo Diocesano, è il grandioso rinnovamento della Cattedrale altomedievale compiuto fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, impresa che riflette un’importante fase della storia religiosa e culturale della città di Spoleto e della sua vasta diocesi. I lavori erano in parte compiuti quando la chiesa fu dedicata da Innocenzo III (1198) ed erano conclusi quando fu nuovamente dedicata da Onorio III (1216-1227).

Un cammino di conoscenza e di dialogo

"Il presente nel quale viviamo -commenta monsignor Renato Boccardo- non si esaurisce e non si identifica con la storia che ci ha preceduto, ma non può nemmeno esprimere la propria identità separandosi da essa e ignorando i suoi insegnamenti. Occorre, dunque, percorrere con umiltà e intelligenza un cammino di conoscenza e di dialogo, permettendo alla storia di raccontarsi attraverso documenti dalle tipologie più diverse. È quanto si propone la mostra Spoleto Sacra 1200, voluta per celebrare gli ottocentoventicinque anni della dedicazione della Basilica Cattedrale di Santa Maria di Spoleto. Ritrovare nelle sale del Museo Diocesano diversi pezzi della sua storia, alcuni tornati dopo secoli nella nostra città, e poterli ammirare da vicino, permette di attraversare il tempo e sentirsi in qualche modo contemporanei dei padri che, con intuizione spirituale che richiama l’uomo al suo destino ultimo, hanno edificato questo monumento di arte e di fede".

Spoleto sacra 1200: una mostra articolata in tre sezioni

Le opere esposte nella mostra sono articolate in tre sezioni. Si tratta di documenti, disegni, sculture, dipinti, libri miniati collegati o collegabili al rinnovamento della Cattedrale e al suo ambiente storico, religioso e artistico fra il XII e il XIII secolo. L’edificio fu, infatti, radicalmente trasformato con il rifacimento dell’architettura interna (1644 circa), promosso dal cardinale protettore della città, Francesco Barberini. Questo provocò la perdita o la dispersione della quasi totalità delle opere che vi erano allora contenute. In quest’ottica alle opere in mostra si aggiungono, in un percorso guidato, dipinti e sculture conservati nel Museo diocesano.

"Quanto si ammira nella mostra -prosegue l’arcivescovo di Spoleto-Norcia- è parte di un patrimonio di fede: l'arte e la fede in simbiosi. La fede suggerisce i contenuti, l'arte li propone, li trasforma e li presenta. L'artista, a pieno titolo, è un sapiente che narra la fede e la modula nei segni, nelle forme più impensate, nei colori più avvincenti. Un luogo di culto non è mai un museo; non lo è per l'intenzione di chi l'ha voluto e non lo è per le finalità alle quali è destinato. Spoleto sacra 1200 vorrebbe, pertanto, suscitare un rinnovato interesse per una ricchezza che ci appartiene, presentandosi come un forte richiamo al sacro di cui è emanazione, ed offrendo uno spazio museale quale luogo di dialogo fra culture diverse e come spunto di lavoro comune fra soggetti distinti.

Un percorso per recuperare le proprie radici

In questo senso, l'esposizione può diventare anche una provocazione. Non si limita a prendere in considerazione un passato di memorie, ma aiuta l'uomo e la donna contemporanei a scavare, a recuperare le proprie radici; vorrebbe renderli più informati, più consapevoli, capaci di apprezzare il loro presente e di proiettarli nel futuro con sguardo più penetrante e meno distratto".

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Spoleto sacra 1200

Nell’ambito delle celebrazioni per l’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo con il Comitato Scientifico composto dai professori Massimiliano Bassetti, Maria Teresa Gigliozzi, Enrico Menestò, Emore Paoli, Serena Romano, Giovanna Sapori, Bruno Toscano, ha ideato e promosso la mostra Spoleto sacra 1200. Nell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, realizzata da Opera Laboratori con il catalogo di Sillabe. Il tema portante della mostra, in programma dal 2 aprile al 16 luglio prossimo presso il Museo Diocesano, è il grandioso rinnovamento della Cattedrale altomedievale compiuto fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, impresa che riflette un’importante fase della storia religiosa e culturale della città di Spoleto e della sua vasta diocesi. I lavori erano in parte compiuti quando la chiesa fu dedicata da Innocenzo III (1198) ed erano conclusi quando fu nuovamente dedicata da Onorio III (1216-1227).

Un cammino di conoscenza e di dialogo

"Il presente nel quale viviamo -commenta monsignor Renato Boccardo- non si esaurisce e non si identifica con la storia che ci ha preceduto, ma non può nemmeno esprimere la propria identità separandosi da essa e ignorando i suoi insegnamenti. Occorre, dunque, percorrere con umiltà e intelligenza un cammino di conoscenza e di dialogo, permettendo alla storia di raccontarsi attraverso documenti dalle tipologie più diverse. È quanto si propone la mostra Spoleto Sacra 1200, voluta per celebrare gli ottocentoventicinque anni della dedicazione della Basilica Cattedrale di Santa Maria di Spoleto. Ritrovare nelle sale del Museo Diocesano diversi pezzi della sua storia, alcuni tornati dopo secoli nella nostra città, e poterli ammirare da vicino, permette di attraversare il tempo e sentirsi in qualche modo contemporanei dei padri che, con intuizione spirituale che richiama l’uomo al suo destino ultimo, hanno edificato questo monumento di arte e di fede".

Spoleto sacra 1200: una mostra articolata in tre sezioni

Le opere esposte nella mostra sono articolate in tre sezioni. Si tratta di documenti, disegni, sculture, dipinti, libri miniati collegati o collegabili al rinnovamento della Cattedrale e al suo ambiente storico, religioso e artistico fra il XII e il XIII secolo. L’edificio fu, infatti, radicalmente trasformato con il rifacimento dell’architettura interna (1644 circa), promosso dal cardinale protettore della città, Francesco Barberini. Questo provocò la perdita o la dispersione della quasi totalità delle opere che vi erano allora contenute. In quest’ottica alle opere in mostra si aggiungono, in un percorso guidato, dipinti e sculture conservati nel Museo diocesano.

"Quanto si ammira nella mostra -prosegue l’arcivescovo di Spoleto-Norcia- è parte di un patrimonio di fede: l'arte e la fede in simbiosi. La fede suggerisce i contenuti, l'arte li propone, li trasforma e li presenta. L'artista, a pieno titolo, è un sapiente che narra la fede e la modula nei segni, nelle forme più impensate, nei colori più avvincenti. Un luogo di culto non è mai un museo; non lo è per l'intenzione di chi l'ha voluto e non lo è per le finalità alle quali è destinato. Spoleto sacra 1200 vorrebbe, pertanto, suscitare un rinnovato interesse per una ricchezza che ci appartiene, presentandosi come un forte richiamo al sacro di cui è emanazione, ed offrendo uno spazio museale quale luogo di dialogo fra culture diverse e come spunto di lavoro comune fra soggetti distinti.

Un percorso per recuperare le proprie radici

In questo senso, l'esposizione può diventare anche una provocazione. Non si limita a prendere in considerazione un passato di memorie, ma aiuta l'uomo e la donna contemporanei a scavare, a recuperare le proprie radici; vorrebbe renderli più informati, più consapevoli, capaci di apprezzare il loro presente e di proiettarli nel futuro con sguardo più penetrante e meno distratto".

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Squadra che vince… https://www.lavoce.it/squadra-che-vince/ Thu, 12 Jan 2023 09:37:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70001 Il commissario Legnini all'interno del cantiere della basilica di San Benedetto di Norcia insieme ad altre persone

Lo aveva detto e ripetuto più di una volta nei mesi scorsi. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, aveva già fatto intendere che un eventuale cambio del commissario straordinario per la ricostruzione nelle zone del sisma del 2016 avrebbe rischiato di rallentare un percorso positivo. Dello stesso avviso erano anche altre istituzioni civili, sindaci e sindacati, al di là di ogni colore o appartenenza politica.

In quasi tre anni di lavoro come commissario, Giovanni Legnini aveva avviato la locomotiva di un treno che da qualche tempo era lanciato in corsa e che – secondo le voci più disparate – non era bene fermare. Poche righe, da parte sua, per comunicare il cambio: “Ho appreso della decisione del Governo…”, scrive Legnini in un messaggio nel quale riepiloga i 34 mesi di impegno nelle quattro Regioni del centro Italia comprese nel cratere del terremoto di oltre sei anni fa.

Una scelta che l’arcivescovo Boccardo ha definito – senza mezzi termini – “uno schiaffo alle popolazioni terremotate”. Sono seguiti tanti messaggi di supporto al pensiero del presidente dei vescovi umbri, insieme alle immancabili polemiche di chi accusa la Chiesa di fare politica piuttosto che occuparsi delle anime. Mons. Boccardo ha affidato al nostro giornale le risposte a questa e altre osservazioni su ricostruzione e dintorni.

Un paio di pensieri, però, ci interessa metterli a fuoco. Pur tra mille difetti e fragilità, la Chiesa è radicata tra la gente e conosce i bisogni e le necessità delle persone, specie di chi fa più fatica.

“Il lavoro da fare è ancora tanto – ha scritto Legnini nel suo messaggio di commiato, augurando buon lavoro al suo successore – e diverse sono le difficoltà da superare, gran parte delle quali dovute alla congiuntura del mercato dell’edilizia”.

È ora di procedere spediti con tutto ciò che consente un rapido ritorno alla normalità. Di questo ha parlato Boccardo oggi, ieri e l’altroieri, in sintonia con altri vescovi e sacerdoti umbri, marchigiani, laziali e abruzzesi.

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Il commissario Legnini all'interno del cantiere della basilica di San Benedetto di Norcia insieme ad altre persone

Lo aveva detto e ripetuto più di una volta nei mesi scorsi. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, aveva già fatto intendere che un eventuale cambio del commissario straordinario per la ricostruzione nelle zone del sisma del 2016 avrebbe rischiato di rallentare un percorso positivo. Dello stesso avviso erano anche altre istituzioni civili, sindaci e sindacati, al di là di ogni colore o appartenenza politica.

In quasi tre anni di lavoro come commissario, Giovanni Legnini aveva avviato la locomotiva di un treno che da qualche tempo era lanciato in corsa e che – secondo le voci più disparate – non era bene fermare. Poche righe, da parte sua, per comunicare il cambio: “Ho appreso della decisione del Governo…”, scrive Legnini in un messaggio nel quale riepiloga i 34 mesi di impegno nelle quattro Regioni del centro Italia comprese nel cratere del terremoto di oltre sei anni fa.

Una scelta che l’arcivescovo Boccardo ha definito – senza mezzi termini – “uno schiaffo alle popolazioni terremotate”. Sono seguiti tanti messaggi di supporto al pensiero del presidente dei vescovi umbri, insieme alle immancabili polemiche di chi accusa la Chiesa di fare politica piuttosto che occuparsi delle anime. Mons. Boccardo ha affidato al nostro giornale le risposte a questa e altre osservazioni su ricostruzione e dintorni.

Un paio di pensieri, però, ci interessa metterli a fuoco. Pur tra mille difetti e fragilità, la Chiesa è radicata tra la gente e conosce i bisogni e le necessità delle persone, specie di chi fa più fatica.

“Il lavoro da fare è ancora tanto – ha scritto Legnini nel suo messaggio di commiato, augurando buon lavoro al suo successore – e diverse sono le difficoltà da superare, gran parte delle quali dovute alla congiuntura del mercato dell’edilizia”.

È ora di procedere spediti con tutto ciò che consente un rapido ritorno alla normalità. Di questo ha parlato Boccardo oggi, ieri e l’altroieri, in sintonia con altri vescovi e sacerdoti umbri, marchigiani, laziali e abruzzesi.

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Fondo di Sostegno sociale alle famiglie in difficoltà della Caritas di Spoleto-Norcia https://www.lavoce.it/fondo-di-sostegno-sociale-alle-famiglie-in-difficolta-della-caritas-di-spoleto-norcia/ Wed, 03 Aug 2022 11:21:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67837 Fondo di Sostegno Sociale

Nel 2013 la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e il Comune di Spoleto hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la costituzione e la gestione del Fondo di Sostegno Sociale a favore di famiglie e/o persone particolarmente bisognose, non sufficientemente coperte sotto il profilo sociale.

Il Fondo è stato costituito con una dotazione iniziale di cinquanta mila euro erogati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Negli anni è stato costantemente incrementato da ulteriori liberalità eseguite da enti, istituzioni, anche pubbliche, associazioni e singole persone. La gestione operativa del Fondo ha sede presso i locali della Caritas diocesana. L’amministrazione è curata da una Commissione composta da tre membri: uno indicato dalla Fondazione, uno dalla Caritas e uno dal Comune. Possono accedere ai benefici i nuclei familiari in condizione di vulnerabilità economica e sociale residenti nel Comune di Spoleto e il tutto dovrà essere attestato da idonea documentazione.

Maggiori informazioni: 0743 220485 (Caritas diocesana).

I numeri del Fondo di Sostegno sociale

 Nel 2021 sono state aiutate cento famiglie. Per l’anno 2022, invece, il fondo ha una dotazione di 30.514,00 euro di cui: 5.514,00 residuo del 2021 e venticinque mila contributo 2022 della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Dal 1 gennaio 2022 ad oggi sono state già sostenute quaranta famiglie per un impegno di circa quindici mila euro.

Il grazie del direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi

"Un primo grazie -afferma il direttore della Caritas diocesana- va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto per il fondamentale contributo che assicura a questo Fondo, mediante il quale sosteniamo alcune famiglie in difficoltà. E questo ci consente di entrare in relazione con storie e volti segnati dalla povertà. Un secondo grazie va al Comune di Spoleto per la fattiva collaborazione.

Il nostro stile -prosegue- è quello di cercare di mettere sempre le persone prima della povertà, facendoci carico delle loro necessità. Mi piace anche sottolineare la bella e proficua sinergia che c’è tra la Fondazione, il Comune e la Caritas: l’assunzione di responsabilità verso i poveri, infatti, avviene solo attraverso una progettazione condivisa capace di ascolto e di coinvolgimento di una comunità.

Questo lavoro di squadra ci consente anche, come ci sollecita Caritas Italiana, di andare oltre i luoghi comuni sui poveri per approfondire le cause della povertà, per avere una conoscenza delle implicazioni politiche e sociali e per -conclude don Edoardo- un’assunzione più responsabile dei propri stili di vita".

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Fondo di Sostegno Sociale

Nel 2013 la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, la Caritas diocesana di Spoleto-Norcia e il Comune di Spoleto hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la costituzione e la gestione del Fondo di Sostegno Sociale a favore di famiglie e/o persone particolarmente bisognose, non sufficientemente coperte sotto il profilo sociale.

Il Fondo è stato costituito con una dotazione iniziale di cinquanta mila euro erogati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Negli anni è stato costantemente incrementato da ulteriori liberalità eseguite da enti, istituzioni, anche pubbliche, associazioni e singole persone. La gestione operativa del Fondo ha sede presso i locali della Caritas diocesana. L’amministrazione è curata da una Commissione composta da tre membri: uno indicato dalla Fondazione, uno dalla Caritas e uno dal Comune. Possono accedere ai benefici i nuclei familiari in condizione di vulnerabilità economica e sociale residenti nel Comune di Spoleto e il tutto dovrà essere attestato da idonea documentazione.

Maggiori informazioni: 0743 220485 (Caritas diocesana).

I numeri del Fondo di Sostegno sociale

 Nel 2021 sono state aiutate cento famiglie. Per l’anno 2022, invece, il fondo ha una dotazione di 30.514,00 euro di cui: 5.514,00 residuo del 2021 e venticinque mila contributo 2022 della Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto. Dal 1 gennaio 2022 ad oggi sono state già sostenute quaranta famiglie per un impegno di circa quindici mila euro.

Il grazie del direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi

"Un primo grazie -afferma il direttore della Caritas diocesana- va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto per il fondamentale contributo che assicura a questo Fondo, mediante il quale sosteniamo alcune famiglie in difficoltà. E questo ci consente di entrare in relazione con storie e volti segnati dalla povertà. Un secondo grazie va al Comune di Spoleto per la fattiva collaborazione.

Il nostro stile -prosegue- è quello di cercare di mettere sempre le persone prima della povertà, facendoci carico delle loro necessità. Mi piace anche sottolineare la bella e proficua sinergia che c’è tra la Fondazione, il Comune e la Caritas: l’assunzione di responsabilità verso i poveri, infatti, avviene solo attraverso una progettazione condivisa capace di ascolto e di coinvolgimento di una comunità.

Questo lavoro di squadra ci consente anche, come ci sollecita Caritas Italiana, di andare oltre i luoghi comuni sui poveri per approfondire le cause della povertà, per avere una conoscenza delle implicazioni politiche e sociali e per -conclude don Edoardo- un’assunzione più responsabile dei propri stili di vita".

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Caritas diocesana Spoleto-Norcia, report sulle attività gennaio-aprile 2022 https://www.lavoce.it/caritas-diocesana-spoleto-norcia-report-sulle-attivita-gennaio-aprile-2022/ Mon, 27 Jun 2022 13:24:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67519 caritas spoleto-norcia

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia da quest'anno pubblicherà ogni quattro mesi un report sulle attività svolte.

"Lo scopo -sottolinea il direttore don Edoardo Rossi- è quello di far conoscere le iniziative e progetti realizzati anche grazie ai fondi dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, ai finanziamenti di Caritas italiana, alle risorse diocesane, a quelle di privati e di aziende.

Il documento si fa portavoce degli operatori e, soprattutto, dei tanti volontari Caritas che ogni giorno si dedicano al sostegno dei più poveri".

Il report si basa sul profilo delle povertà rilevate e sui servizi attivati nel periodo gennaio-aprile 2022 raggruppati in quattro macro-aree.

Centro di Ascolto Caritas

Nei Centri di Ascolto, diocesani e di pievania, hanno operato sessantasei volontari ed è stato fornito ascolto a centonovantasei persone che hanno presentato richieste per acquisto di beni essenziali, di farmaci, per trasporto terapeutico e per orientamento al lavoro. In particolare nove volontari hanno seguito e curato la distribuzione di 1.044 pacchi alimentari e la consegna di cinquantadue spese alimentari al domicilio dei richiedenti. Sono stati registrati tredici interventi per gestire l’emergenza abitativa, cui se ne aggiungono altri quaranta per l’acquisto di beni essenziali per un importo di 4.600 euro. La collaborazione efficace con il Comune di Spoleto e la Fondazione Carispo, attraverso la destinazione con cadenza annuale di appositi Fondi, ha consentito di fornire sussidi a quarantanove persone del comprensorio diocesano per un totale di 13.200 euro: interventi finalizzati al sostegno sociale di famiglie in difficoltà economica (pagamento utenze domestiche, canoni di locazione, trasporto sanitario, tasse scolastiche, buoni carburante, ricariche telefoniche).

Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti

Nei primi quattro mesi del 2022 ha distribuito 5.800 pasti (600 erogati presso i locali di via Cecili e 5.200 come pasti da asporto), per un totale di spese fisse sostenute di circa 9.000 euro (finanziate con donazioni private). Sono stati, invece, 70 i volontari che si sono alternati da gennaio ad aprile.

Progetti vari

L’amore...oltre le catene (autunno 2021)

Raccolta straordinaria di prodotti per l’igiene del corpo, indumenti sportivi e scarpe da ginnastica a favore dei detenuti in media sorveglianza della Casa di Reclusione di Spoleto. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento, oltre ai fedeli della parrocchie, di sessanta alunni della prima e seconda media dell’Istituto Comprensivo G. Fanciulli di Arrone e Ferentillo, che hanno comunicato on line con alcuni detenuti della struttura penitenziaria. É già stato calendarizzato per il prossimo autunno il coinvolgimento degli Istituti Superiori di Spoleto. La disponibilità di volontari e la sensibilità della Direzione della Casa di reclusione hanno consentito la creazione di un apposito Centro di ascolto interno al carcere, con l’obiettivo di colmare bisogni contingenti e rendere più forti e solidali le relazioni umane fra le persone detenute e quelle libere.

Fattoria Socio Educativa

Grazie ai fondi 8xmille della Conferenza episcopale italiana è stato avviato il Progetto - approvato e finanziato per sessanta mila euro, per la riqualificazione del casolare della Confraternita della Misericordia in località Castellocchio di Eggi di Spoleto attraverso la formazione, il sostegno socio-educativo ed il coinvolgimento di tutti gli Istituti di scuola superiore di Spoleto e dell’Istituto Comprensivo di Cerreto di Spoleto. Il progetto ha lo scopo di educare i giovani ad una nuova e ritrovata relazione con l’ambiente sul solco tracciato dall’Enciclica di papa Francesco Laudato Sii.  Ad oggi sono stati sostenuti costi relativi al progetto per circa quindici mila euro.

Caritas Care

Nell’anno 2021, settantasette benefattori hanno sostenuto novantacinque adozioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo con un contributo di 12.863 euro, garantendo la possibilità di frequentare la scuola, avere un pasto giornaliero, materiale scolastico e supporto sanitario.

Emergenza Ucraina

La situazione dei profughi fuggiti dall’Ucraina a seguito del conflitto esploso il 24 febbraio 2022 ha sin da subito coinvolto la Caritas diocesana che si è attivata per la loro accoglienza, in collaborazione con gli Enti e le Associazioni del territorio: in strutture religiose, nelle canoniche, in conventi e monasteri, in famiglie privare. Ad oggi le persone ucraine accolte dalla Caritas sono centosessanta: novanta minori, quattro neo maggiorenni, quattro papà, quarantadue mamme e venti tra nonne, sorelle, nipoti e amici. A queste vanno aggiunte quaranta persone che hanno trovato accoglienza in modo autonomo e che sono comunque seguite dalla Caritas.

Con un gruppo di volontari Caritas sono state create le Famiglie Tutor con il compito di assistere, attraverso un dialogo costante, i nuclei familiari ucraini.

Presso la ex chiesa di San Nicolò in Spoleto, con un’apertura di sette giorni su  sette garantita da numerosi volontari, è stata predisposta la raccolta speciale di materiale da inviare direttamente alle popolazioni ucraine (su richiesta ed in collaborazione con la comunità ucraina di Spoleto che ha gestito l’attività).

Nella casa canonica di Maiano di Spoleto è stato creato l’emporio Don Guerrino Rota dove i cittadini ucraini hanno la possibilità di avere indumenti, giochi e cancelleria. Si tratta di tutto materiale nuovo donato dai commercianti della Diocesi. Inoltre, la sensibilità di diverse realtà (Associazione commercianti, Fondazione Festival e altre) ha consentito la possibilità di organizzare momenti ludico-ricreativi per i bambini ucraini e loro, al fine di facilitare l’integrazione nel tessuto sociale del territorio della diocesi di Spoleto-Norcia.

In collaborazione con la CPIA di Spoleto (Scuola Statale per Adulti) viene proposto, presso i locali della Parrocchia di San Venanzo a Spoleto, un corso base di lingua italiana.

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caritas spoleto-norcia

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia da quest'anno pubblicherà ogni quattro mesi un report sulle attività svolte.

"Lo scopo -sottolinea il direttore don Edoardo Rossi- è quello di far conoscere le iniziative e progetti realizzati anche grazie ai fondi dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, ai finanziamenti di Caritas italiana, alle risorse diocesane, a quelle di privati e di aziende.

Il documento si fa portavoce degli operatori e, soprattutto, dei tanti volontari Caritas che ogni giorno si dedicano al sostegno dei più poveri".

Il report si basa sul profilo delle povertà rilevate e sui servizi attivati nel periodo gennaio-aprile 2022 raggruppati in quattro macro-aree.

Centro di Ascolto Caritas

Nei Centri di Ascolto, diocesani e di pievania, hanno operato sessantasei volontari ed è stato fornito ascolto a centonovantasei persone che hanno presentato richieste per acquisto di beni essenziali, di farmaci, per trasporto terapeutico e per orientamento al lavoro. In particolare nove volontari hanno seguito e curato la distribuzione di 1.044 pacchi alimentari e la consegna di cinquantadue spese alimentari al domicilio dei richiedenti. Sono stati registrati tredici interventi per gestire l’emergenza abitativa, cui se ne aggiungono altri quaranta per l’acquisto di beni essenziali per un importo di 4.600 euro. La collaborazione efficace con il Comune di Spoleto e la Fondazione Carispo, attraverso la destinazione con cadenza annuale di appositi Fondi, ha consentito di fornire sussidi a quarantanove persone del comprensorio diocesano per un totale di 13.200 euro: interventi finalizzati al sostegno sociale di famiglie in difficoltà economica (pagamento utenze domestiche, canoni di locazione, trasporto sanitario, tasse scolastiche, buoni carburante, ricariche telefoniche).

Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti

Nei primi quattro mesi del 2022 ha distribuito 5.800 pasti (600 erogati presso i locali di via Cecili e 5.200 come pasti da asporto), per un totale di spese fisse sostenute di circa 9.000 euro (finanziate con donazioni private). Sono stati, invece, 70 i volontari che si sono alternati da gennaio ad aprile.

Progetti vari

L’amore...oltre le catene (autunno 2021)

Raccolta straordinaria di prodotti per l’igiene del corpo, indumenti sportivi e scarpe da ginnastica a favore dei detenuti in media sorveglianza della Casa di Reclusione di Spoleto. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento, oltre ai fedeli della parrocchie, di sessanta alunni della prima e seconda media dell’Istituto Comprensivo G. Fanciulli di Arrone e Ferentillo, che hanno comunicato on line con alcuni detenuti della struttura penitenziaria. É già stato calendarizzato per il prossimo autunno il coinvolgimento degli Istituti Superiori di Spoleto. La disponibilità di volontari e la sensibilità della Direzione della Casa di reclusione hanno consentito la creazione di un apposito Centro di ascolto interno al carcere, con l’obiettivo di colmare bisogni contingenti e rendere più forti e solidali le relazioni umane fra le persone detenute e quelle libere.

Fattoria Socio Educativa

Grazie ai fondi 8xmille della Conferenza episcopale italiana è stato avviato il Progetto - approvato e finanziato per sessanta mila euro, per la riqualificazione del casolare della Confraternita della Misericordia in località Castellocchio di Eggi di Spoleto attraverso la formazione, il sostegno socio-educativo ed il coinvolgimento di tutti gli Istituti di scuola superiore di Spoleto e dell’Istituto Comprensivo di Cerreto di Spoleto. Il progetto ha lo scopo di educare i giovani ad una nuova e ritrovata relazione con l’ambiente sul solco tracciato dall’Enciclica di papa Francesco Laudato Sii.  Ad oggi sono stati sostenuti costi relativi al progetto per circa quindici mila euro.

Caritas Care

Nell’anno 2021, settantasette benefattori hanno sostenuto novantacinque adozioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo con un contributo di 12.863 euro, garantendo la possibilità di frequentare la scuola, avere un pasto giornaliero, materiale scolastico e supporto sanitario.

Emergenza Ucraina

La situazione dei profughi fuggiti dall’Ucraina a seguito del conflitto esploso il 24 febbraio 2022 ha sin da subito coinvolto la Caritas diocesana che si è attivata per la loro accoglienza, in collaborazione con gli Enti e le Associazioni del territorio: in strutture religiose, nelle canoniche, in conventi e monasteri, in famiglie privare. Ad oggi le persone ucraine accolte dalla Caritas sono centosessanta: novanta minori, quattro neo maggiorenni, quattro papà, quarantadue mamme e venti tra nonne, sorelle, nipoti e amici. A queste vanno aggiunte quaranta persone che hanno trovato accoglienza in modo autonomo e che sono comunque seguite dalla Caritas.

Con un gruppo di volontari Caritas sono state create le Famiglie Tutor con il compito di assistere, attraverso un dialogo costante, i nuclei familiari ucraini.

Presso la ex chiesa di San Nicolò in Spoleto, con un’apertura di sette giorni su  sette garantita da numerosi volontari, è stata predisposta la raccolta speciale di materiale da inviare direttamente alle popolazioni ucraine (su richiesta ed in collaborazione con la comunità ucraina di Spoleto che ha gestito l’attività).

Nella casa canonica di Maiano di Spoleto è stato creato l’emporio Don Guerrino Rota dove i cittadini ucraini hanno la possibilità di avere indumenti, giochi e cancelleria. Si tratta di tutto materiale nuovo donato dai commercianti della Diocesi. Inoltre, la sensibilità di diverse realtà (Associazione commercianti, Fondazione Festival e altre) ha consentito la possibilità di organizzare momenti ludico-ricreativi per i bambini ucraini e loro, al fine di facilitare l’integrazione nel tessuto sociale del territorio della diocesi di Spoleto-Norcia.

In collaborazione con la CPIA di Spoleto (Scuola Statale per Adulti) viene proposto, presso i locali della Parrocchia di San Venanzo a Spoleto, un corso base di lingua italiana.

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A San Pellegrino di Norcia tornano le campane https://www.lavoce.it/san-pellegrino-norcia-tornano-campane/ Thu, 19 May 2022 09:55:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66772

Le tre campane della chiesa parrocchiale di S. Pellegrino di Norcia sono tornate, lunedì 16 maggio, nel paese nursino dopo i violenti terremoti del 2016. Fino ad ora erano conservate nel deposito di opere d’arte del Ministero della Cultura a Santo Chiodo di Spoleto. Sono state posizionate in una torre campanaria orizzontale realizzata in legno e posizionata al lato del centro di comunità che ora funge da chiesa. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo a benedire le campane, fatte poi suonare da alcuni uomini del paese e dal parroco don Marco Rufini, e poi a presiedere la messa nella festa liturgica di S. Pellegrino. L’idea di far tornare le campane è stata del parroco don Marco Rufini, come racconta il presidente della Comunanza agraria di S. Pellegrino Claudio Leoncilli: "Una sera di qualche mese fa – dice – arriva a casa don Marco e mi parla di questo suo desiderio, chiedendomi cosa ne pensassi. La mia riposta è stata subito affermativa. Ci siamo messi al lavoro per ottenere i permessi necessari, per realizzare lo spazio dove collocarle e per organizzare il trasposto dal deposito di Santo Chiodo. C’è stata la massima collaborazione della gente per questo che è un piccolo segno di speranza per la comunità di S. Pellegrino. E il nostro grazie va all’Archidiocesi, in particolare al Vescovo e a don Marco, per la costante vicinanza e per non averci fatto mai mancare sostegno e affetto in questi anni". [gallery ids="66781,66782,66783"]

La celebrazione eucaristica e le parole dell'Arcivescovo

All’avvio della messa mons. Boccardo ha fatto gli auguri ad una delle donne più anziane di S. Pellegrino che proprio quel giorno compiva 91 anni e che non ha mai abbandonato il paese dopo il terremoto vivendo prima nelle tende, poi in roulotte ed ora in una soluzione abitativa di emergenza: "Lodiamo il Signore per la lunga vita di Cecilia, costellata anche da tante difficoltà. Chiediamo a san Pellegrino di continuare a proteggere lei e gli altri anziani del paese". Spontaneo è partito un lungo applauso dei numerosi fedeli presenti. Nell’omelia poi mons. Boccardo ha detto che "le delusioni e i fallimenti, i momenti di prova che caratterizzano la nostra vita come l’esperienza tragica del terremoto non devono portarci a dire: mollo tutto, anche il rapporto con Dio. Le fatiche e le paure, così come le speranze, le dobbiamo vivere qui a S. Pellegrino, luogo dove siamo chiamati a mettere in pratica ciò che il Signore ci dice. É in questa bella terra che dobbiamo testimoniare che la vita cristiana è una cosa seria". Poi, la preghiera dell’Arcivescovo a S. Pellegrino: "Al nostro patrono chiediamo di intercedere affinché il Signore metta il sale nella testa degli amministratori, comunali e provinciali, regionali e nazionali, chiamati a gestire la ricostruzione. Noi possiamo protestare, occupare le strade e fare articoli sui giornali ma se non c'è il sale nella testa di chi governa serve a poco".

Il saluto finale di don Marco Rufini

"Grazie Eccellenza per essere qui tra noi. Quando gli ho detto della campane il suo calendario era pieno, ma è riuscito a spostare alcune cose ed essere con noi qui a S. Pellegrino. Con questa comunità e con quella di Frascaro stiamo facendo un percorso intitolato “Ricominciamo dalla comunità – un cammino nell’amicizia” per ritrovare le motivazioni ad abitare in queste zone, per far emergere i limiti che ci sono non per piangerci addosso ma per superarli, per dire a tutti i livelli della società che una comunità è tale quando i suoi legami diventano generativi e non per i numeri che la compongono. Grazie a chi ha realizzato il nostro campanile orizzontale servito a ridare un po' di movimento a S. Pellegrino; grazie a Maurizio Nanni, impresario, che ci ha portato le campane da Santo Chiodo a qui, per amicizia e non per altro; grazie alla Comunanza Agraria, alla Pro loco e agli abitanti: tutti si sono adoperati per questo progetto lavorando anche sotto la pioggia e con un vento fortissimo. Grazie davvero".

Le campane

Prima del sisma del 2016 la torre campanaria di S. Pellegrino ospitava quattro campane. La più piccola era del campanile della chiesa di Santa Giuliana. Le tre riportate a S. Pellegrino sono state realizzate da importanti fonderie del centro Italia. Quella maggiore, che è la più moderna, è stata realizzata dalla “Fonderia Lera” di Lammari (Lu) nel 1911 e misura 84 centimetri di diametro. La campana mezzana è stata realizzata dalla “Premiata Fonderia di campane Demetrio Soli e Figli” di Foligno (Pg) nel 1899 e misura 74,5 centimetri di diametro. Quella minore è stata realizzata nel 1854 dalla “Fonderia fratelli Raffaele e Pasquale Pasqualini” di Montedinove (Ap) e misura 64 centimetri di diametro. [embed]http://youtu.be/flOFwxKaCYQ[/embed]]]>

Le tre campane della chiesa parrocchiale di S. Pellegrino di Norcia sono tornate, lunedì 16 maggio, nel paese nursino dopo i violenti terremoti del 2016. Fino ad ora erano conservate nel deposito di opere d’arte del Ministero della Cultura a Santo Chiodo di Spoleto. Sono state posizionate in una torre campanaria orizzontale realizzata in legno e posizionata al lato del centro di comunità che ora funge da chiesa. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo a benedire le campane, fatte poi suonare da alcuni uomini del paese e dal parroco don Marco Rufini, e poi a presiedere la messa nella festa liturgica di S. Pellegrino. L’idea di far tornare le campane è stata del parroco don Marco Rufini, come racconta il presidente della Comunanza agraria di S. Pellegrino Claudio Leoncilli: "Una sera di qualche mese fa – dice – arriva a casa don Marco e mi parla di questo suo desiderio, chiedendomi cosa ne pensassi. La mia riposta è stata subito affermativa. Ci siamo messi al lavoro per ottenere i permessi necessari, per realizzare lo spazio dove collocarle e per organizzare il trasposto dal deposito di Santo Chiodo. C’è stata la massima collaborazione della gente per questo che è un piccolo segno di speranza per la comunità di S. Pellegrino. E il nostro grazie va all’Archidiocesi, in particolare al Vescovo e a don Marco, per la costante vicinanza e per non averci fatto mai mancare sostegno e affetto in questi anni". [gallery ids="66781,66782,66783"]

La celebrazione eucaristica e le parole dell'Arcivescovo

All’avvio della messa mons. Boccardo ha fatto gli auguri ad una delle donne più anziane di S. Pellegrino che proprio quel giorno compiva 91 anni e che non ha mai abbandonato il paese dopo il terremoto vivendo prima nelle tende, poi in roulotte ed ora in una soluzione abitativa di emergenza: "Lodiamo il Signore per la lunga vita di Cecilia, costellata anche da tante difficoltà. Chiediamo a san Pellegrino di continuare a proteggere lei e gli altri anziani del paese". Spontaneo è partito un lungo applauso dei numerosi fedeli presenti. Nell’omelia poi mons. Boccardo ha detto che "le delusioni e i fallimenti, i momenti di prova che caratterizzano la nostra vita come l’esperienza tragica del terremoto non devono portarci a dire: mollo tutto, anche il rapporto con Dio. Le fatiche e le paure, così come le speranze, le dobbiamo vivere qui a S. Pellegrino, luogo dove siamo chiamati a mettere in pratica ciò che il Signore ci dice. É in questa bella terra che dobbiamo testimoniare che la vita cristiana è una cosa seria". Poi, la preghiera dell’Arcivescovo a S. Pellegrino: "Al nostro patrono chiediamo di intercedere affinché il Signore metta il sale nella testa degli amministratori, comunali e provinciali, regionali e nazionali, chiamati a gestire la ricostruzione. Noi possiamo protestare, occupare le strade e fare articoli sui giornali ma se non c'è il sale nella testa di chi governa serve a poco".

Il saluto finale di don Marco Rufini

"Grazie Eccellenza per essere qui tra noi. Quando gli ho detto della campane il suo calendario era pieno, ma è riuscito a spostare alcune cose ed essere con noi qui a S. Pellegrino. Con questa comunità e con quella di Frascaro stiamo facendo un percorso intitolato “Ricominciamo dalla comunità – un cammino nell’amicizia” per ritrovare le motivazioni ad abitare in queste zone, per far emergere i limiti che ci sono non per piangerci addosso ma per superarli, per dire a tutti i livelli della società che una comunità è tale quando i suoi legami diventano generativi e non per i numeri che la compongono. Grazie a chi ha realizzato il nostro campanile orizzontale servito a ridare un po' di movimento a S. Pellegrino; grazie a Maurizio Nanni, impresario, che ci ha portato le campane da Santo Chiodo a qui, per amicizia e non per altro; grazie alla Comunanza Agraria, alla Pro loco e agli abitanti: tutti si sono adoperati per questo progetto lavorando anche sotto la pioggia e con un vento fortissimo. Grazie davvero".

Le campane

Prima del sisma del 2016 la torre campanaria di S. Pellegrino ospitava quattro campane. La più piccola era del campanile della chiesa di Santa Giuliana. Le tre riportate a S. Pellegrino sono state realizzate da importanti fonderie del centro Italia. Quella maggiore, che è la più moderna, è stata realizzata dalla “Fonderia Lera” di Lammari (Lu) nel 1911 e misura 84 centimetri di diametro. La campana mezzana è stata realizzata dalla “Premiata Fonderia di campane Demetrio Soli e Figli” di Foligno (Pg) nel 1899 e misura 74,5 centimetri di diametro. Quella minore è stata realizzata nel 1854 dalla “Fonderia fratelli Raffaele e Pasquale Pasqualini” di Montedinove (Ap) e misura 64 centimetri di diametro. [embed]http://youtu.be/flOFwxKaCYQ[/embed]]]>
A Norcia l’arrivo della fiaccola e le celebrazioni per san Benedetto https://www.lavoce.it/norcia-arrivo-fiaccola-celebrazioni-san-benedetto/ Sat, 19 Mar 2022 14:48:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65637

Il 20 e 21 marzo Norcia celebra san Benedetto, patrono della città e dell'Europa. Protagonista degli eventi sarà la Fiaccola Pro Pace et Europa Una che farà ritorno in città dopo essere stata benedetta da Papa Francesco e accesa all’interno della Basilica di San Benedetto il 25 febbraio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La staffetta dei tedofori composta dai podisti dell’Associazione Norcia Run 2017, dei Marciatori Simbruini di Subiaco e del Cus Cassino, è partita dall’abbazia di Montecassino venerdì 18 marzo e sta percorrendo il Cammino di San Benedetto, facendo tappa a Subiaco al Sacro Speco, venerdì sera, e la sera di sabato a Rieti dove sarà al centro di un momento di preghiera per la Pace organizzato dal Comune e dalla Chiesa reatina.

Pace è infatti l’appello che si elevato ad ogni iniziativa in cui la luce di Benedetto è stata presente, durante il suo pellegrinaggio in Spagna, a Madrid e Santiago de Compostela, e ad ogni passo percorso a piedi che la riporterà a Norcia, nella casa natale del Patrono d’Europa.

Il programma

Le iniziative prenderanno il via a Norcia il 20 marzo, alle 17.30 presso il monastero di San Benedetto in Monte dove la Fiaccola sarà accolta dal Priore padre Benedetto Nivakoff.

Successivamente in piazza San Benedetto l'arrivo della Fiaccola in piazza San Benedetto alle 19.40 circa, dove ad attenderla ci sarà l'Arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Renato Boccardo, il sindaco Nicola Alemanno ed altre autorità istituzionali regionali e nazionali, tra cui un rappresentante dell’Ambasciata di Spagna in Italia che consegnerà la bandiera dello Stato visitato alla Comunità monastica di San Benedetto in Monte di Norcia. Al termine dei saluti isitituzionali, lo spettacolo piro-musicale illuminerà la notte della città.

Lunedì 21 marzo, la solenne celebrazione eucaristica che si svolgerà alle 11 in piazza San Benedetto, e sarà presieduta dall' arcivescovo Boccardo. La messa sarà animata nei canti dal coro della parrocchia e dal coro San Benedetto. Nella stessa mattina sfilerà anche il Corteo storico San Benedetto, riprendendo la tradizione sospesa in tempo di pandemia. I servizi musicali saranno eseguiti dal complesso bandisitico Città di Norcia.

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Il 20 e 21 marzo Norcia celebra san Benedetto, patrono della città e dell'Europa. Protagonista degli eventi sarà la Fiaccola Pro Pace et Europa Una che farà ritorno in città dopo essere stata benedetta da Papa Francesco e accesa all’interno della Basilica di San Benedetto il 25 febbraio alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La staffetta dei tedofori composta dai podisti dell’Associazione Norcia Run 2017, dei Marciatori Simbruini di Subiaco e del Cus Cassino, è partita dall’abbazia di Montecassino venerdì 18 marzo e sta percorrendo il Cammino di San Benedetto, facendo tappa a Subiaco al Sacro Speco, venerdì sera, e la sera di sabato a Rieti dove sarà al centro di un momento di preghiera per la Pace organizzato dal Comune e dalla Chiesa reatina.

Pace è infatti l’appello che si elevato ad ogni iniziativa in cui la luce di Benedetto è stata presente, durante il suo pellegrinaggio in Spagna, a Madrid e Santiago de Compostela, e ad ogni passo percorso a piedi che la riporterà a Norcia, nella casa natale del Patrono d’Europa.

Il programma

Le iniziative prenderanno il via a Norcia il 20 marzo, alle 17.30 presso il monastero di San Benedetto in Monte dove la Fiaccola sarà accolta dal Priore padre Benedetto Nivakoff.

Successivamente in piazza San Benedetto l'arrivo della Fiaccola in piazza San Benedetto alle 19.40 circa, dove ad attenderla ci sarà l'Arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Renato Boccardo, il sindaco Nicola Alemanno ed altre autorità istituzionali regionali e nazionali, tra cui un rappresentante dell’Ambasciata di Spagna in Italia che consegnerà la bandiera dello Stato visitato alla Comunità monastica di San Benedetto in Monte di Norcia. Al termine dei saluti isitituzionali, lo spettacolo piro-musicale illuminerà la notte della città.

Lunedì 21 marzo, la solenne celebrazione eucaristica che si svolgerà alle 11 in piazza San Benedetto, e sarà presieduta dall' arcivescovo Boccardo. La messa sarà animata nei canti dal coro della parrocchia e dal coro San Benedetto. Nella stessa mattina sfilerà anche il Corteo storico San Benedetto, riprendendo la tradizione sospesa in tempo di pandemia. I servizi musicali saranno eseguiti dal complesso bandisitico Città di Norcia.

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Guerra in Ucraina: Lettera dell’arcivescovo Boccardo, che invita alla Fiaccolata per la Pace a Norcia https://www.lavoce.it/guerra-in-ucraina-lettera-dellarcivescovo-boccardo-che-invita-alla-fiaccolata-per-la-pace-a-norcia/ Wed, 02 Mar 2022 14:45:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65349 fiaccolata per la pace in ucraina

"Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza.

Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (Papa Francesco).

La folle tragedia che insanguina l’Ucraina, sconvolge l’Europa e costringe anziani, donne e bambini a cercare rifugio e pane, interpella la nostra coscienza, richiede ferma condanna di ogni guerra e impegno concreto e responsabile per la pace.

Il territorio della nostra diocesi custodisce la memoria viva di San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, che ispirò ai popoli del Continente la cura dell'ordine e della giustizia come base della vera socialità. Proprio da Norcia allora si deve elevare, unito a quanto avviene in tante altre parti del mondo, un grido corale che dice convinta riprovazione di ogni forma di violenza e aggressione e invoca giorni di pace per questa umanità inquieta.

Fiaccolata per la Pace in Ucraina

Invito pertanto le Parrocchie, i Comuni e le Associazioni, insieme con gli uomini e le donne che vogliono la pace, a ritrovarci a Norcia domenica 6 marzo per una fiaccolata per la pace, che prenderà avvio alle ore 21 dalla ex area containers collettivi (via Circonvallazione) per raggiungere piazza San Benedetto.

+ Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia

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fiaccolata per la pace in ucraina

"Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza.

Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" (Papa Francesco).

La folle tragedia che insanguina l’Ucraina, sconvolge l’Europa e costringe anziani, donne e bambini a cercare rifugio e pane, interpella la nostra coscienza, richiede ferma condanna di ogni guerra e impegno concreto e responsabile per la pace.

Il territorio della nostra diocesi custodisce la memoria viva di San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, che ispirò ai popoli del Continente la cura dell'ordine e della giustizia come base della vera socialità. Proprio da Norcia allora si deve elevare, unito a quanto avviene in tante altre parti del mondo, un grido corale che dice convinta riprovazione di ogni forma di violenza e aggressione e invoca giorni di pace per questa umanità inquieta.

Fiaccolata per la Pace in Ucraina

Invito pertanto le Parrocchie, i Comuni e le Associazioni, insieme con gli uomini e le donne che vogliono la pace, a ritrovarci a Norcia domenica 6 marzo per una fiaccolata per la pace, che prenderà avvio alle ore 21 dalla ex area containers collettivi (via Circonvallazione) per raggiungere piazza San Benedetto.

+ Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia

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A Spoleto, arcivescovo e sindaco in preghiera con la comunità ucraina a San Ponziano https://www.lavoce.it/spoleto-arcivescovo-sindaco-preghiera-comunita-ucraina-san-poziano/ Sun, 27 Feb 2022 15:39:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65240

Celebrazione in rito bizantino della comunità ucraina spoletina a San Ponziano

Domenica 27 febbraio 2022, come tutti i giorni festivi, la comunità ucraina che vive a Spoleto si è riunita per la celebrazione eucaristica in rito bizantino nella basilica di S. Ponziano presieduta da don Vasyl Hushuvatyy, sacerdote cattolico ucraino che segue spiritualmente i suoi connazionali in Umbria. Alla messa hanno partecipato anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, accompagnati da alcuni fedeli spoletini e da rappresentanti del Consiglio comunale: hanno espresso vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle dell’Ucraina (Paese attaccato militarmente dalla Russia) e si sono uniti alla preghiera.  A Spoleto vivono circa 800 ucraini, in Umbria intorno ai 5000. [gallery ids="65256,65257,65258"]  

Le parole dell’arcivescovo Boccardo

"Vi saluto nel nome del Signore. Sono voluto venire questa mattina, insieme con il Sindaco, per dire la nostra vicinanza cordiale a tutti voi. Pensiamo alle vostre famiglie in Ucraina e a tutto il popolo di quel Paese aggredito con una violenza folle che non trova giustificazione a nessun livello. È un momento triste, è un momento di guerra nel quale la forza delle armi sembra avere il sopravvento sulla forza della ragione. Tempo di guerra e di armi.

Due le "armi" a disposizione: solidarietà e preghiera

Anche noi – ha detto mons. Boccardo - vogliamo usare le armi. Ne abbiamo due a nostra disposizione. La prima è quella della solidarietà. Non siete da soli. Da parte nostra quello che è possibile lo vogliamo fare, anzitutto esprimendo la vicinanza, il sostegno e l’aiuto anche materiale. Monasteri, case religiose, strutture della diocesi e della Caritas metteranno a disposizione degli alloggi per i vostri familiari o per altri cittadini dell’Ucraina che vengono a cecare qui pace, libertà e pane. Le nostre case sono aperte". La seconda arma è quella della preghiera: "Vogliamo chiedere al Signore di illuminare le menti dei governanti, degli aggressori, che sono omicidi, e di tutti coloro che rivestono responsabilità per le sorti dei popoli. Con delicatezza e con discrezione vorremmo che tutto il popolo ucraino possa sentire questa nostra carezza di vicinanza e solidarietà. San Ponziano, la cui reliquia è qui con noi, è patrono di Spoleto e voi siete spoletini a pieno titolo: dunque, lo imploriamo con voi e per voi".

Le parole del sindaco Sisti

"Stiamo vivendo una cosa che non avremmo mai immaginato. Vedere i vostri connazionali partire senza nulla è triste. Non possiamo permettere che si usi la violenza contro le persone: è un segno di arroganza e di ignoranza. Vi siamo vicini con la preghiera, ma anche con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per aiutarvi. Questa situazione mi ha drammaticamente scosso: vedere persone della mia età prendere e partire senza una meta è inaccettabile. Tutti dobbiamo ribellarci. Voi ucraini che vivete a Spoleto siete nostri fratelli e cittadini, ci stringiamo a voi con grande disponibilità. Come comunità politica e civile, e Spoleto è da sempre città aperta all’accoglienza, siamo a disposizione - in collaborazione con la diocesi - per compiere qualsiasi atto che dia conforto alla comunità ucraina".

Don Hushuvatyy: "la vostra voce è preziosa per fermare la guerra"

Don Vasyl Hushuvatyy ha ringraziato il Vescovo e il Sindaco: "La vostra presenza è un dono di pace, di tranquillità, di serenità. Anche la vostra voce è preziosa per fermare la guerra".

Preghiera e adorazione eucaristica il 2 marzo

Momenti di preghiera in programma mercoledì 2 marzo. In risposta all’appello del Papa tutte le comunità parrocchiali della diocesi di Spoleto-Norcia terranno una speciale “ora di preghiera per la pace” la sera di mercoledì 2 marzo, dalle 21 alle 22 (Adorazione eucaristica, rosario, Ufficio delle Letture, …): sarà una invocazione corale che da ogni parrocchia dell’Archidiocesi sale nello stesso momento al Trono dell’Altissimo affinché lo Spirito santo riconduca l’umanità sul cammino della pace, sproni chi la edifica a perseverare nel suo proposito e chi la ostacola a cercare la guarigione dell’odio che lo tormenta. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Paolo II in San Nicolò di Spoleto si terrà una Adorazione eucaristica notturna aperta a tutti, dalle ore 21 di mercoledì 2 alle ore 7 di giovedì 3 marzo, quando l’Arcivescovo celebrerà la “Messa per la pace” con tutti i sacerdoti che vorranno partecipare.

Fiaccolata per la pace a Norcia

Domenica 6 marzo alle ore 21 l’arcivescovo Renato Boccardo convoca fedeli e sindaci della diocesi a ritrovarsi a Norcia per una fiaccolata per invocare la pace in Ucraina e che terminerà, attraversato corso Sertorio, nella piazza centrale della città, dinanzi alla statua di san Benedetto. "Chiederemo al patrono d’Europa - messaggero di pace e maestro di civiltà, che cementò quella unità spirituale in Europa in forza della quale popoli divisi sul piano linguistico, etnico e culturale avvertirono di costituire un solo popolo - di ricondurre l’umanità inquieta sul cammino della vera pace", afferma il Presule.  ]]>

Celebrazione in rito bizantino della comunità ucraina spoletina a San Ponziano

Domenica 27 febbraio 2022, come tutti i giorni festivi, la comunità ucraina che vive a Spoleto si è riunita per la celebrazione eucaristica in rito bizantino nella basilica di S. Ponziano presieduta da don Vasyl Hushuvatyy, sacerdote cattolico ucraino che segue spiritualmente i suoi connazionali in Umbria. Alla messa hanno partecipato anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, accompagnati da alcuni fedeli spoletini e da rappresentanti del Consiglio comunale: hanno espresso vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle dell’Ucraina (Paese attaccato militarmente dalla Russia) e si sono uniti alla preghiera.  A Spoleto vivono circa 800 ucraini, in Umbria intorno ai 5000. [gallery ids="65256,65257,65258"]  

Le parole dell’arcivescovo Boccardo

"Vi saluto nel nome del Signore. Sono voluto venire questa mattina, insieme con il Sindaco, per dire la nostra vicinanza cordiale a tutti voi. Pensiamo alle vostre famiglie in Ucraina e a tutto il popolo di quel Paese aggredito con una violenza folle che non trova giustificazione a nessun livello. È un momento triste, è un momento di guerra nel quale la forza delle armi sembra avere il sopravvento sulla forza della ragione. Tempo di guerra e di armi.

Due le "armi" a disposizione: solidarietà e preghiera

Anche noi – ha detto mons. Boccardo - vogliamo usare le armi. Ne abbiamo due a nostra disposizione. La prima è quella della solidarietà. Non siete da soli. Da parte nostra quello che è possibile lo vogliamo fare, anzitutto esprimendo la vicinanza, il sostegno e l’aiuto anche materiale. Monasteri, case religiose, strutture della diocesi e della Caritas metteranno a disposizione degli alloggi per i vostri familiari o per altri cittadini dell’Ucraina che vengono a cecare qui pace, libertà e pane. Le nostre case sono aperte". La seconda arma è quella della preghiera: "Vogliamo chiedere al Signore di illuminare le menti dei governanti, degli aggressori, che sono omicidi, e di tutti coloro che rivestono responsabilità per le sorti dei popoli. Con delicatezza e con discrezione vorremmo che tutto il popolo ucraino possa sentire questa nostra carezza di vicinanza e solidarietà. San Ponziano, la cui reliquia è qui con noi, è patrono di Spoleto e voi siete spoletini a pieno titolo: dunque, lo imploriamo con voi e per voi".

Le parole del sindaco Sisti

"Stiamo vivendo una cosa che non avremmo mai immaginato. Vedere i vostri connazionali partire senza nulla è triste. Non possiamo permettere che si usi la violenza contro le persone: è un segno di arroganza e di ignoranza. Vi siamo vicini con la preghiera, ma anche con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per aiutarvi. Questa situazione mi ha drammaticamente scosso: vedere persone della mia età prendere e partire senza una meta è inaccettabile. Tutti dobbiamo ribellarci. Voi ucraini che vivete a Spoleto siete nostri fratelli e cittadini, ci stringiamo a voi con grande disponibilità. Come comunità politica e civile, e Spoleto è da sempre città aperta all’accoglienza, siamo a disposizione - in collaborazione con la diocesi - per compiere qualsiasi atto che dia conforto alla comunità ucraina".

Don Hushuvatyy: "la vostra voce è preziosa per fermare la guerra"

Don Vasyl Hushuvatyy ha ringraziato il Vescovo e il Sindaco: "La vostra presenza è un dono di pace, di tranquillità, di serenità. Anche la vostra voce è preziosa per fermare la guerra".

Preghiera e adorazione eucaristica il 2 marzo

Momenti di preghiera in programma mercoledì 2 marzo. In risposta all’appello del Papa tutte le comunità parrocchiali della diocesi di Spoleto-Norcia terranno una speciale “ora di preghiera per la pace” la sera di mercoledì 2 marzo, dalle 21 alle 22 (Adorazione eucaristica, rosario, Ufficio delle Letture, …): sarà una invocazione corale che da ogni parrocchia dell’Archidiocesi sale nello stesso momento al Trono dell’Altissimo affinché lo Spirito santo riconduca l’umanità sul cammino della pace, sproni chi la edifica a perseverare nel suo proposito e chi la ostacola a cercare la guarigione dell’odio che lo tormenta. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Paolo II in San Nicolò di Spoleto si terrà una Adorazione eucaristica notturna aperta a tutti, dalle ore 21 di mercoledì 2 alle ore 7 di giovedì 3 marzo, quando l’Arcivescovo celebrerà la “Messa per la pace” con tutti i sacerdoti che vorranno partecipare.

Fiaccolata per la pace a Norcia

Domenica 6 marzo alle ore 21 l’arcivescovo Renato Boccardo convoca fedeli e sindaci della diocesi a ritrovarsi a Norcia per una fiaccolata per invocare la pace in Ucraina e che terminerà, attraversato corso Sertorio, nella piazza centrale della città, dinanzi alla statua di san Benedetto. "Chiederemo al patrono d’Europa - messaggero di pace e maestro di civiltà, che cementò quella unità spirituale in Europa in forza della quale popoli divisi sul piano linguistico, etnico e culturale avvertirono di costituire un solo popolo - di ricondurre l’umanità inquieta sul cammino della vera pace", afferma il Presule.  ]]>
Suor Annamaria Lolli eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria https://www.lavoce.it/suor-annamaria-lolli-eletta-madre-generale/ Thu, 20 Jan 2022 17:01:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64582

Martedì 18 gennaio suor Annamaria Lolli, nata ad Atri (Te) il 29 maggio 1962, è stata eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dette di Ravasco. Le religiose sono riunite in capitolo a Roma. Succede a suor Graziella Montemagni, eletta nel 2014. Il nuovo Consiglio generale è così composto: suor Anna Maria Lolli (Madre generale); suor Maria de Lourdes Medeiro (Vicaria); suor Olga Lucia Rojas (II Consigliera); suor M. Rosa Bosani (III Consigliera); suor Xiomara Delgado (IV Consigliera). Dal 2010 al 2020 suor Annamaria è stata a Spoleto quale responsabile della Pastorale giovanile diocesana e docente di religione presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Le parole dell'Arcivescovo

Le parole dell’Arcivescovo. "Assicuriamo a suor Annamaria - afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, che ha predicato alle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria gli esercizi spirituali in preparazione al capitolo generale la prima settimana di gennaio - la corale preghiera della nostra Archidiocesi, affinché il Signore e la beata Eugenia Ravasco la assistano e la custodiscano in questo nuovo e delicato servizio cui è stata chiamata".

Le parole della neo Generale

appena nella serata del 18 gennaio si è diffusa la notizia dell’elezioni di suor Annamaria, tanti sono stati i messaggi di congratulazioni giunti dai fedeli della Chiesa di Spoleto-Norcia, in particolare da quei giovani che lei ha accompagnato nel percorso di fede. Raggiunta telefonicamente, la neo Madre generale ha detto: "Sono ancora un po’ sorpresa, ma con l’aiuto di Dio, della beata Eugenia nostra fondatrice, di S. Giovanni Paolo II cui abbiamo voluto dedicare il Centro giovanile diocesano di Spoleto e la preghiera delle tante persone incontrate in questi anni cercherò di svolgere al meglio il servizio di guida delle consorelle. Ringrazio tutti gli amici di Spoleto-Norcia per la vicinanza e presto verrò in Città per fare visita alla comunità di suore che vive accanto alla Cattedrale". [gallery ids="64589,64590"]

Le Figlie dei Sacri cuori di Gesù e Maria

Le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondate il 6 dicembre 1868 a Genova da Eugenia Ravasco, si dedicano all’istruzione della gioventù in scuole di diverso ordine e grado e all’assistenza agli infermi e agli anziani; gestiscono pensionati universitari e collaborano alla pastorale di varie parrocchie attraverso l’animazione liturgica, gli oratori e la catechesi. Le religiose hanno case in Europa (Italia, Svizzera e Albania), in America (Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Venezuela), in Africa (Costa D’Avorio) e in Asia (Filippine).]]>

Martedì 18 gennaio suor Annamaria Lolli, nata ad Atri (Te) il 29 maggio 1962, è stata eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dette di Ravasco. Le religiose sono riunite in capitolo a Roma. Succede a suor Graziella Montemagni, eletta nel 2014. Il nuovo Consiglio generale è così composto: suor Anna Maria Lolli (Madre generale); suor Maria de Lourdes Medeiro (Vicaria); suor Olga Lucia Rojas (II Consigliera); suor M. Rosa Bosani (III Consigliera); suor Xiomara Delgado (IV Consigliera). Dal 2010 al 2020 suor Annamaria è stata a Spoleto quale responsabile della Pastorale giovanile diocesana e docente di religione presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Le parole dell'Arcivescovo

Le parole dell’Arcivescovo. "Assicuriamo a suor Annamaria - afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, che ha predicato alle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria gli esercizi spirituali in preparazione al capitolo generale la prima settimana di gennaio - la corale preghiera della nostra Archidiocesi, affinché il Signore e la beata Eugenia Ravasco la assistano e la custodiscano in questo nuovo e delicato servizio cui è stata chiamata".

Le parole della neo Generale

appena nella serata del 18 gennaio si è diffusa la notizia dell’elezioni di suor Annamaria, tanti sono stati i messaggi di congratulazioni giunti dai fedeli della Chiesa di Spoleto-Norcia, in particolare da quei giovani che lei ha accompagnato nel percorso di fede. Raggiunta telefonicamente, la neo Madre generale ha detto: "Sono ancora un po’ sorpresa, ma con l’aiuto di Dio, della beata Eugenia nostra fondatrice, di S. Giovanni Paolo II cui abbiamo voluto dedicare il Centro giovanile diocesano di Spoleto e la preghiera delle tante persone incontrate in questi anni cercherò di svolgere al meglio il servizio di guida delle consorelle. Ringrazio tutti gli amici di Spoleto-Norcia per la vicinanza e presto verrò in Città per fare visita alla comunità di suore che vive accanto alla Cattedrale". [gallery ids="64589,64590"]

Le Figlie dei Sacri cuori di Gesù e Maria

Le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondate il 6 dicembre 1868 a Genova da Eugenia Ravasco, si dedicano all’istruzione della gioventù in scuole di diverso ordine e grado e all’assistenza agli infermi e agli anziani; gestiscono pensionati universitari e collaborano alla pastorale di varie parrocchie attraverso l’animazione liturgica, gli oratori e la catechesi. Le religiose hanno case in Europa (Italia, Svizzera e Albania), in America (Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Venezuela), in Africa (Costa D’Avorio) e in Asia (Filippine).]]>
A Spoleto celebrata la Festa di san Ponziano https://www.lavoce.it/spoleto-celebrata-festa-san-ponziano/ Fri, 14 Jan 2022 16:07:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64485

"Ad ogni ritorno del 14 gennaio ci è caro celebrare la memoria di Ponziano, un giovane ardente e generoso, che con il vigore di una fede limpida ha presieduto al configurarsi di questa comunità cristiana, segnando del suo nome la nostra vicenda e la nostra identità". Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia per la festa del patrono della Città di Spoleto e della diocesi, san Ponziano. Il solenne pontificale si è tenuto venerdì 14 gennaio 2022 nella Basilica Cattedrale di Spoleto, ed è stato trasmesso in diretta nei canali social della diocesi.

Celebrazioni ridotte a causa del Covid

Per il secondo anno consecutivo, a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, le celebrazioni si sono tenute in forma ridotta. Sono stati annullati, infatti, due appuntamenti: il convegno che precede la festa (era previsto per il 13 gennaio un dialogo sul tema “La Chiesa che vorrei” con il card. Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna e l’on. Luciano Violante già presidente della Camera dei Deputati, che si spera di recuperare più avanti) e la processione del 14 pomeriggio per riportare dal Duomo la reliquia del Santo nella Basilica a lui dedicata.

Solenne pontificale

Al solenne pontificale, concelebrato da diversi sacerdoti, hanno preso parte autorità civili e militari, tra cui: Paola Agabiti, assessore regionale alla programmazione europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, turismo, cultura, istruzione e diritto allo studio; Stefania Proietti, presidente della provincia di Perugia; Andrea Sisti, sindaco di Spoleto; Nicola Alemanno, sindaco di Norcia; altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio della diocesi. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dal gruppo ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La liturgia è stata animata nel canto dalla Corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. [gallery ids="64497,64498,64499"]

L'omelia e le due caratteristiche del Santo

San Ponziano discepolo del Signore. L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sulle due coordinate essenziali dell’esistenza di san Ponziano.

San Ponziano discepolo del Signore

La prima è quella che lo qualifica come discepolo del Signore: "Alla sua scuola – ha detto - torniamo a testimoniare con coraggio il messaggio salvifico del Vangelo, capace, oggi come allora, di cambiare il male in bene, le tenebre in luce, la disperazione in fiducia, la violenza in pace, la morte in vita".

San Ponziano patrono di Spoleto

"Sotto la sua protezione la città ha attraversato nei secoli vicissitudini turbinose - raccolte nell’immagine sempre eloquente del terremoto - rimanendo viva e vivace. Per questo noi - pur con i problemi e le difficoltà (che sulla terra sono immancabili) e pur con le debolezze di pensiero e di comportamento che oggi affliggono non solo noi ma l’intera società - abbiamo di che rallegraci di essere spoletini e della protezione di S. Ponziano, esperimentata nel tempo e che oggi insieme ancora invochiamo contro un virus insidioso e maligno, non possiamo non considerare – ha detto mons. Boccardo - come al suo patrocinio debba corrispondere sia in campo civile che ecclesiale una rinnovata coscienza di comunità. Se vogliamo dare un volto veramente umano al nostro con-vivere, dobbiamo sentirci e riconoscerci come una comunità di vita, capace di condividere valori, prospettive, diritti e doveri, capace di pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Un tale percorso – ha proseguito il Presule - significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, pur se in diversa misura, protagonista del presente e del futuro di questa società.  Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri, consapevoli di ciò che ci unisce più di quanto ci divide, senza aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore il mondo. C’è bisogno di attenzione, di approfondimento continuo, di cercare e riconoscere il bene, di farlo durare e dargli spazio. Questo modo di procedere permette di avvedersi di molte buone pratiche, di fecondi scambi, dell’importanza della diversità, della presenza di menti e di cuori disponibili ad un impegno serio, lucido e generoso. Lo stile di attenzione con cui la comunità si guarda intorno e si prende operosamente cura della vita delle persone e delle istituzioni, garantisce il terreno e l’atmosfera necessaria per riconoscere e far maturare i germogli di un 'amore politico e sociale' (cf Lettera Enciclica Fratelli tutti, 180), superando – ha concluso l’Arcivescovo - le tristi schermaglie autoreferenziali, il consociativismo di comodo o, magari, perfino l’arroganza, l’opportunismo e l’ottusa demagogia". Al termine della messa, mentre Vescovo, presbiteri e fedeli uscivano dalla Cattedrale, il gruppo ottoni della Banda musicale “Città di Spoleto” dalla loggia del Duomo ha omaggiato S. Ponziano con l’inno in onore al martire e altri pezzi musicali.

I Secondi vespri pontificali

Nel pomeriggio nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto i Secondi Vespri Pontificali nella festa di san Ponziano. Al termine, è stato letta la passio di S. Ponziano, ossia le tappe che lo hanno portato al martirio presso il Ponte Sanguinario della Città. Il giovane prima di essere decapitato, il 14 gennaio del 175, pronunciò queste parole: “Ti ringrazio, mio Signore, che mi hai fatto arrivare a questo momento perché, attraverso la lotta del supremo supplizio, nel tuo nome io possa confondere il diavolo. E ora, Signore, accogli in pace il mio spirito”. Al termine del racconto della passione, con i fedeli rimasti seduto al proprio posto, la reliquia del Santo è stata condotta in simbolica processione (quella tradizionale non si è tenuta a causa del Covid, ndr) fino al sagrato del Duomo, dove l’Arcivescovo ha pronunciato una particolare invocazione per chiedere al giovane Martire di liberarci dalla pandemia e di implorare la benedizione di Dio sulla città e sulla diocesi. Queste le parola di mons. Boccardo in Piazza: Glorioso San Ponziano, da questa piazza dove lungo i secoli i nostri padri ti hanno venerato e invocato, anche noi rivolgiamo a te la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi. Tu, eroe vittorioso, da noi respingi il nemico: il virus insidioso che affligge le nostre esistenze e attenta alla nostra vita e alla nostra pace. Implora con noi e per noi la misericordia del Dio Altissimo perché doni a tutti la salute del corpo e dell'anima, conforti coloro che sono nella sofferenza e nel dolore, sostenga quanti si pongono al servizio dei fratelli, effonda su di noi il dono dello Spirito, perché possiamo attraversare questo tempo e trarne preziosi insegnamenti di vita. La tua intercessione ci ottenga il dono della sapienza che viene dall'alto, perché impariamo a coltivare uno sguardo contemplativo ed accogliente sulle persone, sulle vicende e sul mondo; a trovare libertà nella attenzione all'essenziale; ad assaporare la grazia della fraternità e dello stare in famiglia; a coltivare relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla mutua accettazione e dal reciproco perdono; a riscoprire la bellezza della sobrietà che fa posto alle gioie dell'interiorità, quelle che purificano lo spirito, liberano l'anima e restituiscono lucentezza allo sguardo. Chiedi per questa città e per la diocesi tutta l'abbondanza della benedizione divina, sorgente di sicurezza e di pace, mentre alla tua preziosa compagnia affidiamo il nostro pellegrinare nel tempo, fino al giorno in cui canteremo insieme con te la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nel tempo che non ha fine. Amen.    [gallery ids="64520,64519,64518,64517"] Al termine dei Vespri, mons. Boccardo, in automobile, ha riportato la reliquia di S. Ponziano nella Basilica a lui dedicata. Il Presule ha condiviso con i presenti che attendevano la celebrazione eucaristica delle 18 un breve momento di preghiera e poi si è recato a salutare le monache Canonichesse Regolari Lateranensi che custodiscono tutto l’anno la sacra testa del martire.     [embed]http://www.youtube.com/watch?v=19BXzE9jLQ8[/embed]]]>

"Ad ogni ritorno del 14 gennaio ci è caro celebrare la memoria di Ponziano, un giovane ardente e generoso, che con il vigore di una fede limpida ha presieduto al configurarsi di questa comunità cristiana, segnando del suo nome la nostra vicenda e la nostra identità". Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia per la festa del patrono della Città di Spoleto e della diocesi, san Ponziano. Il solenne pontificale si è tenuto venerdì 14 gennaio 2022 nella Basilica Cattedrale di Spoleto, ed è stato trasmesso in diretta nei canali social della diocesi.

Celebrazioni ridotte a causa del Covid

Per il secondo anno consecutivo, a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, le celebrazioni si sono tenute in forma ridotta. Sono stati annullati, infatti, due appuntamenti: il convegno che precede la festa (era previsto per il 13 gennaio un dialogo sul tema “La Chiesa che vorrei” con il card. Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna e l’on. Luciano Violante già presidente della Camera dei Deputati, che si spera di recuperare più avanti) e la processione del 14 pomeriggio per riportare dal Duomo la reliquia del Santo nella Basilica a lui dedicata.

Solenne pontificale

Al solenne pontificale, concelebrato da diversi sacerdoti, hanno preso parte autorità civili e militari, tra cui: Paola Agabiti, assessore regionale alla programmazione europea, bilancio e risorse umane e patrimoniali, turismo, cultura, istruzione e diritto allo studio; Stefania Proietti, presidente della provincia di Perugia; Andrea Sisti, sindaco di Spoleto; Nicola Alemanno, sindaco di Norcia; altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio della diocesi. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dal gruppo ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La liturgia è stata animata nel canto dalla Corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. [gallery ids="64497,64498,64499"]

L'omelia e le due caratteristiche del Santo

San Ponziano discepolo del Signore. L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sulle due coordinate essenziali dell’esistenza di san Ponziano.

San Ponziano discepolo del Signore

La prima è quella che lo qualifica come discepolo del Signore: "Alla sua scuola – ha detto - torniamo a testimoniare con coraggio il messaggio salvifico del Vangelo, capace, oggi come allora, di cambiare il male in bene, le tenebre in luce, la disperazione in fiducia, la violenza in pace, la morte in vita".

San Ponziano patrono di Spoleto

"Sotto la sua protezione la città ha attraversato nei secoli vicissitudini turbinose - raccolte nell’immagine sempre eloquente del terremoto - rimanendo viva e vivace. Per questo noi - pur con i problemi e le difficoltà (che sulla terra sono immancabili) e pur con le debolezze di pensiero e di comportamento che oggi affliggono non solo noi ma l’intera società - abbiamo di che rallegraci di essere spoletini e della protezione di S. Ponziano, esperimentata nel tempo e che oggi insieme ancora invochiamo contro un virus insidioso e maligno, non possiamo non considerare – ha detto mons. Boccardo - come al suo patrocinio debba corrispondere sia in campo civile che ecclesiale una rinnovata coscienza di comunità. Se vogliamo dare un volto veramente umano al nostro con-vivere, dobbiamo sentirci e riconoscerci come una comunità di vita, capace di condividere valori, prospettive, diritti e doveri, capace di pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme. Un tale percorso – ha proseguito il Presule - significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, pur se in diversa misura, protagonista del presente e del futuro di questa società.  Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri, consapevoli di ciò che ci unisce più di quanto ci divide, senza aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore il mondo. C’è bisogno di attenzione, di approfondimento continuo, di cercare e riconoscere il bene, di farlo durare e dargli spazio. Questo modo di procedere permette di avvedersi di molte buone pratiche, di fecondi scambi, dell’importanza della diversità, della presenza di menti e di cuori disponibili ad un impegno serio, lucido e generoso. Lo stile di attenzione con cui la comunità si guarda intorno e si prende operosamente cura della vita delle persone e delle istituzioni, garantisce il terreno e l’atmosfera necessaria per riconoscere e far maturare i germogli di un 'amore politico e sociale' (cf Lettera Enciclica Fratelli tutti, 180), superando – ha concluso l’Arcivescovo - le tristi schermaglie autoreferenziali, il consociativismo di comodo o, magari, perfino l’arroganza, l’opportunismo e l’ottusa demagogia". Al termine della messa, mentre Vescovo, presbiteri e fedeli uscivano dalla Cattedrale, il gruppo ottoni della Banda musicale “Città di Spoleto” dalla loggia del Duomo ha omaggiato S. Ponziano con l’inno in onore al martire e altri pezzi musicali.

I Secondi vespri pontificali

Nel pomeriggio nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto i Secondi Vespri Pontificali nella festa di san Ponziano. Al termine, è stato letta la passio di S. Ponziano, ossia le tappe che lo hanno portato al martirio presso il Ponte Sanguinario della Città. Il giovane prima di essere decapitato, il 14 gennaio del 175, pronunciò queste parole: “Ti ringrazio, mio Signore, che mi hai fatto arrivare a questo momento perché, attraverso la lotta del supremo supplizio, nel tuo nome io possa confondere il diavolo. E ora, Signore, accogli in pace il mio spirito”. Al termine del racconto della passione, con i fedeli rimasti seduto al proprio posto, la reliquia del Santo è stata condotta in simbolica processione (quella tradizionale non si è tenuta a causa del Covid, ndr) fino al sagrato del Duomo, dove l’Arcivescovo ha pronunciato una particolare invocazione per chiedere al giovane Martire di liberarci dalla pandemia e di implorare la benedizione di Dio sulla città e sulla diocesi. Queste le parola di mons. Boccardo in Piazza: Glorioso San Ponziano, da questa piazza dove lungo i secoli i nostri padri ti hanno venerato e invocato, anche noi rivolgiamo a te la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi. Tu, eroe vittorioso, da noi respingi il nemico: il virus insidioso che affligge le nostre esistenze e attenta alla nostra vita e alla nostra pace. Implora con noi e per noi la misericordia del Dio Altissimo perché doni a tutti la salute del corpo e dell'anima, conforti coloro che sono nella sofferenza e nel dolore, sostenga quanti si pongono al servizio dei fratelli, effonda su di noi il dono dello Spirito, perché possiamo attraversare questo tempo e trarne preziosi insegnamenti di vita. La tua intercessione ci ottenga il dono della sapienza che viene dall'alto, perché impariamo a coltivare uno sguardo contemplativo ed accogliente sulle persone, sulle vicende e sul mondo; a trovare libertà nella attenzione all'essenziale; ad assaporare la grazia della fraternità e dello stare in famiglia; a coltivare relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla mutua accettazione e dal reciproco perdono; a riscoprire la bellezza della sobrietà che fa posto alle gioie dell'interiorità, quelle che purificano lo spirito, liberano l'anima e restituiscono lucentezza allo sguardo. Chiedi per questa città e per la diocesi tutta l'abbondanza della benedizione divina, sorgente di sicurezza e di pace, mentre alla tua preziosa compagnia affidiamo il nostro pellegrinare nel tempo, fino al giorno in cui canteremo insieme con te la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nel tempo che non ha fine. Amen.    [gallery ids="64520,64519,64518,64517"] Al termine dei Vespri, mons. Boccardo, in automobile, ha riportato la reliquia di S. Ponziano nella Basilica a lui dedicata. Il Presule ha condiviso con i presenti che attendevano la celebrazione eucaristica delle 18 un breve momento di preghiera e poi si è recato a salutare le monache Canonichesse Regolari Lateranensi che custodiscono tutto l’anno la sacra testa del martire.     [embed]http://www.youtube.com/watch?v=19BXzE9jLQ8[/embed]]]>
A Spoleto messa in suffragio di mons. Giuseppe Chiaretti https://www.lavoce.it/a-spoleto-messa-in-suffragio-di-mons-giuseppe-chiaretti/ Fri, 10 Dec 2021 16:47:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64009

Il 9 dicembre nella basilica di S. Gregorio Maggiore a Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto una messa in suffragio del vescovo Giuseppe Chiaretti a sette giorni dalla morte. Il Presule, che è stato vescovo di S. Benedetto del Tronto-Montalto-Ripatransone prima e di Perugia-Città delle Pieve, era “figlio” e presbitero della Chiesa di Spoleto-Norcia. Con mons. Boccardo hanno concelebrato diversi sacerdoti. Era presente anche la signora Piera, sorella del compianto Vescovo. Mons. Chiaretti era nato a Leonessa (Ri), al tempo parte della diocesi di Spoleto, il 19 aprile 1933; ordinato presbitero dall’arcivescovo Mario Raffale Radossi l’8 dicembre 1955. È stato parroco in diverse comunità (nell’altipiano tra Leonessa e Cascia, nella bassa Valnerina e infine a Pigge di Trevi) e Vicario generale dell’Arcidiocesi; è stato insegnante di Lettere nelle scuole superiori di Spoleto. Eletto alle sedi vescovili di Montalto e Ripatransone – San Benedetto del Tronto il 7 aprile 1983, è stato ordinato vescovo nella Basilica Cattedrale di Spoleto il 15 maggio 1983. Vescovo di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto il 30 settembre 1986; promosso a Perugia – Città della Pieve il 9 dicembre 1995. Nominato vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 30 maggio 2005. Divenuto emerito il 16 luglio 2009. Omelia mons. Boccardo: "Mons. Chiaretti – ha detto – è stato 'figlio' e presbitero di questa nostra Chiesa diocesana e con la celebrazione di questa sera lo affidiamo a Gesù buon pastore perché lo accolga nella solenne liturgia del cielo. È stato bello vedere quante persone lo hanno ricordato come educatore e testimone. Noi specialmente facciamo memoria della sua fede, del suo sacerdozio e del suo servizio come Vicario generale. Don Giuseppe è stato capace di trasmettere tante nozioni (la sua preparazione culturale era vasta e profonda) ma soprattutto ha aiutato tanti giovani a crescere interiormente. Il compianto Vescovo è da tutti ricordato come uomo sapiente e arguto, appassionato della storia locale, conoscitore profondo della nostra Chiesa diocesana. In un passaggio del testamento spirituale scrive: “Intendo rinnovare anche alla fine l’offerta che fu della mia giovinezza: Signore, ti do tutto. Ma tu dammi un sacerdozio splendido!'. Dare tutto a Dio: questo è quanto ci ha testimoniato don Giuseppe, che al termine della sua vita ha riconosciuto la mano di Dio che ha guidato i suoi giorni terreni, e noi siamo chiamati ad imitarlo". [gallery ids="64015,64016"]]]>

Il 9 dicembre nella basilica di S. Gregorio Maggiore a Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto una messa in suffragio del vescovo Giuseppe Chiaretti a sette giorni dalla morte. Il Presule, che è stato vescovo di S. Benedetto del Tronto-Montalto-Ripatransone prima e di Perugia-Città delle Pieve, era “figlio” e presbitero della Chiesa di Spoleto-Norcia. Con mons. Boccardo hanno concelebrato diversi sacerdoti. Era presente anche la signora Piera, sorella del compianto Vescovo. Mons. Chiaretti era nato a Leonessa (Ri), al tempo parte della diocesi di Spoleto, il 19 aprile 1933; ordinato presbitero dall’arcivescovo Mario Raffale Radossi l’8 dicembre 1955. È stato parroco in diverse comunità (nell’altipiano tra Leonessa e Cascia, nella bassa Valnerina e infine a Pigge di Trevi) e Vicario generale dell’Arcidiocesi; è stato insegnante di Lettere nelle scuole superiori di Spoleto. Eletto alle sedi vescovili di Montalto e Ripatransone – San Benedetto del Tronto il 7 aprile 1983, è stato ordinato vescovo nella Basilica Cattedrale di Spoleto il 15 maggio 1983. Vescovo di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto il 30 settembre 1986; promosso a Perugia – Città della Pieve il 9 dicembre 1995. Nominato vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 30 maggio 2005. Divenuto emerito il 16 luglio 2009. Omelia mons. Boccardo: "Mons. Chiaretti – ha detto – è stato 'figlio' e presbitero di questa nostra Chiesa diocesana e con la celebrazione di questa sera lo affidiamo a Gesù buon pastore perché lo accolga nella solenne liturgia del cielo. È stato bello vedere quante persone lo hanno ricordato come educatore e testimone. Noi specialmente facciamo memoria della sua fede, del suo sacerdozio e del suo servizio come Vicario generale. Don Giuseppe è stato capace di trasmettere tante nozioni (la sua preparazione culturale era vasta e profonda) ma soprattutto ha aiutato tanti giovani a crescere interiormente. Il compianto Vescovo è da tutti ricordato come uomo sapiente e arguto, appassionato della storia locale, conoscitore profondo della nostra Chiesa diocesana. In un passaggio del testamento spirituale scrive: “Intendo rinnovare anche alla fine l’offerta che fu della mia giovinezza: Signore, ti do tutto. Ma tu dammi un sacerdozio splendido!'. Dare tutto a Dio: questo è quanto ci ha testimoniato don Giuseppe, che al termine della sua vita ha riconosciuto la mano di Dio che ha guidato i suoi giorni terreni, e noi siamo chiamati ad imitarlo". [gallery ids="64015,64016"]]]>
Cinquantesimo di fondazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia https://www.lavoce.it/cinquantesimo-della-caritas-diocesana-di-spoleto-norcia/ Sat, 04 Sep 2021 17:47:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62074 Il cinquantesimo della Caritas di Spoleto-Norcia

La Caritas di Spoleto-Norcia ha celebrato i 50 anni dalla sua fondazione.

Un po'di storia

Nel 1971 l' arcivescovo Giuliano Agresti fu incaricato da Paolo VI, insieme ad altri due vescovi (uno per il nord e uno per il sud Italia), di redigere il primo statuto di Caritas Italiana, ufficialmente costituita il 2 luglio di quell' anno. Rientrato a Spoleto, mons. Agresti volle subito avviare l'' esperienza della Caritas nella valle spoletana, nominando don Sergio Virgili quale direttore. È stata, quindi, una delle prime Caritas diocesane italiane a prendere forma.

I festeggiamenti per l'anniversario

Questo anniversario è stato festeggiato sabato 4 settembre al Teatro Nuovo "Gian Carlo Menotti" di Spoleto con un convegno dal titolo "Tra memoria e profezia". "In questi 50 anni - ha detto l' arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, secondo quanto rifertisce l' archidiocesi in una nota - abbiamo accumulato un patrimonio enorme di solidarietà. Siamo qui oggi a prendere coscienza delle radici per guardare avanti con fantasia, coraggio e audacia. Questa giornata non è un' autocelebrazione, ma un modo di dire che il bene è ancora possibile in questa nostra società". La presidente della giunta regionale dell' Umbria, Donatella Tesei, ha manifestato il grazie della Regione all' azione della Caritas e al lavoro costante, discreto ed efficace svolto nel tempo tra le istituzioni civili e questo organismo pastorale della Chiesa. Poi, la Tesei - prosegue la nota - è scesa nel ricordo personale: "Questa è la mia Chiesa diocesana e qui mi sento a casa. Ci conosciamo quasi tutti e non posso non ricordare le tante situazioni affrontate insieme alla nostra Caritas diocesana quando ero sindaco di Montefalco. Le persone nella Caritas trovano un messaggio di speranza, parole calorose che spesso il pubblico non offre. Mi sento una di voi. Grazie!". Il commissario straordinario del Comune di Spoleto Tiziana Tombesi ha inviato una lettera a mons. Boccardo in cui esprime, a nome della città, "un sentito e dovuto ringraziamento per tutti coloro che operano nel sociale senza esitazione e titubanza. Se oggi, in un periodo così complicato, è possibile guardare al futuro con più fiducia è anche grazie all' opera della Caritas". La Caritas "delicatamente e silenziosamente - ha ricordato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno - ci è stata vicino durante il terremoto del 2016. È grazie a voi - ha detto rivolto agli operatori - se riusciamo a dare risposte alla gente. Senza la carezza della Caritas non ce l'' avremmo mai fatta". Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, ha ricordato tra l' altro come la Caritas non sia stata "fondata per farsi carico di tutte le questioni riguardanti i poveri, ma per incontrare le persone e far incontrare le persone, prestando particolare attenzione all' altro, ascoltandolo e conoscendolo. La Caritas - ha detto - deve avere il pallino della costante conversione e ricordarsi sempre che non lavora per se stessa ma per la Chiesa. È quindi invitata ad allontanare tutte le situazioni di autoreferenzialità". Dopo questi interventi, c' è stato il ricordo - video e con testimonianze dirette - di quanto la Caritas di Spoleto-Norcia ha fatto in questi anni: la vicinanza alle persone nelle calamità (terremoti del 1979, 1997 e 2016), le esperienze missionarie (Brasile, Albania, Romania, Kosovo, India, Tanzania, Georgia) e le opere segno (la casa OAMI per disabili di Baiano di Spoleto, gli Orti Solidali della Misericordia a Trevi, la Casa Patris corde per padri separati a Montefalco e la Locanda della Misericordia a Spoleto). Il cinquantesimo della Caritas era stato avviato già la sera del 3 settembre con la riapertura dopo alcuni lavori della Mensa della Misericordia a Spoleto che d' ora in poi non si chiamerà più Mensa ma Locanda della Misericordia e sarà intitolata a Ponziano Benedetti (deceduto nel 2018) che per anni vi ha svolto il servizio di coordinatore.]]>
Il cinquantesimo della Caritas di Spoleto-Norcia

La Caritas di Spoleto-Norcia ha celebrato i 50 anni dalla sua fondazione.

Un po'di storia

Nel 1971 l' arcivescovo Giuliano Agresti fu incaricato da Paolo VI, insieme ad altri due vescovi (uno per il nord e uno per il sud Italia), di redigere il primo statuto di Caritas Italiana, ufficialmente costituita il 2 luglio di quell' anno. Rientrato a Spoleto, mons. Agresti volle subito avviare l'' esperienza della Caritas nella valle spoletana, nominando don Sergio Virgili quale direttore. È stata, quindi, una delle prime Caritas diocesane italiane a prendere forma.

I festeggiamenti per l'anniversario

Questo anniversario è stato festeggiato sabato 4 settembre al Teatro Nuovo "Gian Carlo Menotti" di Spoleto con un convegno dal titolo "Tra memoria e profezia". "In questi 50 anni - ha detto l' arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, secondo quanto rifertisce l' archidiocesi in una nota - abbiamo accumulato un patrimonio enorme di solidarietà. Siamo qui oggi a prendere coscienza delle radici per guardare avanti con fantasia, coraggio e audacia. Questa giornata non è un' autocelebrazione, ma un modo di dire che il bene è ancora possibile in questa nostra società". La presidente della giunta regionale dell' Umbria, Donatella Tesei, ha manifestato il grazie della Regione all' azione della Caritas e al lavoro costante, discreto ed efficace svolto nel tempo tra le istituzioni civili e questo organismo pastorale della Chiesa. Poi, la Tesei - prosegue la nota - è scesa nel ricordo personale: "Questa è la mia Chiesa diocesana e qui mi sento a casa. Ci conosciamo quasi tutti e non posso non ricordare le tante situazioni affrontate insieme alla nostra Caritas diocesana quando ero sindaco di Montefalco. Le persone nella Caritas trovano un messaggio di speranza, parole calorose che spesso il pubblico non offre. Mi sento una di voi. Grazie!". Il commissario straordinario del Comune di Spoleto Tiziana Tombesi ha inviato una lettera a mons. Boccardo in cui esprime, a nome della città, "un sentito e dovuto ringraziamento per tutti coloro che operano nel sociale senza esitazione e titubanza. Se oggi, in un periodo così complicato, è possibile guardare al futuro con più fiducia è anche grazie all' opera della Caritas". La Caritas "delicatamente e silenziosamente - ha ricordato il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno - ci è stata vicino durante il terremoto del 2016. È grazie a voi - ha detto rivolto agli operatori - se riusciamo a dare risposte alla gente. Senza la carezza della Caritas non ce l'' avremmo mai fatta". Mons. Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, ha ricordato tra l' altro come la Caritas non sia stata "fondata per farsi carico di tutte le questioni riguardanti i poveri, ma per incontrare le persone e far incontrare le persone, prestando particolare attenzione all' altro, ascoltandolo e conoscendolo. La Caritas - ha detto - deve avere il pallino della costante conversione e ricordarsi sempre che non lavora per se stessa ma per la Chiesa. È quindi invitata ad allontanare tutte le situazioni di autoreferenzialità". Dopo questi interventi, c' è stato il ricordo - video e con testimonianze dirette - di quanto la Caritas di Spoleto-Norcia ha fatto in questi anni: la vicinanza alle persone nelle calamità (terremoti del 1979, 1997 e 2016), le esperienze missionarie (Brasile, Albania, Romania, Kosovo, India, Tanzania, Georgia) e le opere segno (la casa OAMI per disabili di Baiano di Spoleto, gli Orti Solidali della Misericordia a Trevi, la Casa Patris corde per padri separati a Montefalco e la Locanda della Misericordia a Spoleto). Il cinquantesimo della Caritas era stato avviato già la sera del 3 settembre con la riapertura dopo alcuni lavori della Mensa della Misericordia a Spoleto che d' ora in poi non si chiamerà più Mensa ma Locanda della Misericordia e sarà intitolata a Ponziano Benedetti (deceduto nel 2018) che per anni vi ha svolto il servizio di coordinatore.]]>