diocesi di Città di Castello Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/diocesi-di-citta-di-castello/ Settimanale di informazione regionale Wed, 21 Aug 2024 15:59:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg diocesi di Città di Castello Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/diocesi-di-citta-di-castello/ 32 32 CuciniAmo, aspiranti chef cucinano per la mensa Caritas di Città di Castello https://www.lavoce.it/cuciniamo-aspiranti-chef-cucinano-per-la-mensa-caritas-di-citta-di-castello/ https://www.lavoce.it/cuciniamo-aspiranti-chef-cucinano-per-la-mensa-caritas-di-citta-di-castello/#respond Tue, 11 Apr 2023 14:25:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71138 progetto CuciniAMO

CuciniAMO, ovvero dal laboratorio e i fornelli alla mensa della Caritas. E' questo, il progetto di impresa simulata che per quattro mesi, a partire dall'11 aprile, vedrà coinvolti gli allievi del percorso di Istruzione e Formazione Professionale per Tecnico di cucina presso l’Asp Bufalini di Citta’ di Castello. Cucina creativa e solidale, in una delle prime esperienze a livello nazionale, rivolta a cinque studenti del primo anno che saranno accompagnati in questa esperienza dai docenti Andrea Cesari, Luigi Manganelli e Lucio Valcelli. I ragazzi ogni mercoledì, giovedì e venerdì fino al 30 giugno prossimo, faranno insieme al cuoco della mensa Caritas diocesana la verifica delle derrate alimentari in loro possesso e creeranno, in base alla dotazione alimentare a disposizione, settimanalmente un menù, che a rotazione potrà prevedere la preparazione di un primo o un secondo o un contorno nel numero richiesto necessario, in modo che i pasti da asporto possano essere distribuiti giornalmente in aggiunta a quelli preparati della cucina della Caritas.

Un percorso di impresa simulata

"I nostri percorsi -spiega presidente dell'Asp Bufalini, Giovanni Granci- prevedono che i ragazzi del primo anno, iscritti dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado siano impegnati per oltre cinquecento ore in un'attività di impresa simulata nel settore dello specifico indirizzo, con l’obiettivo di fornire loro sia alcune nozioni realmente spendibili nel contesto produttivo locale per sviluppare un’idea imprenditoriale che le basi del lavoro per definire, in maniera cooperativa con il gruppo-classe, l’idea di fondo di un’impresa e le relative problematiche ed opportunità. Quest’anno abbiamo deciso di gestire il progetto di Impresa formativa simulata andando oltre la logica aziendale e produttiva dedicandola a far conoscere ai ragazzi coinvolti una realtà sociale molto importante. Per questo abbiamo attivato una collaborazione con la Caritas di Città di Castello e con la sua mensa per permettere agli allievi di fare un’ esperienza formativa più profonda. Ci siamo resi conto che poteva essere un’occasione di crescita sociale dei nostri ragazzi: l’obiettivo del progetto CuciniAMO, sarà quello di cogliere e di evidenziare, a partire dalle situazioni e dalle storie incontrate sul territorio, elementi di prospettiva e di speranza. Esempi concreti di risposta e resilienza capaci di farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate nel corso della pandemia nel nostro territorio, dando luogo ad una serie di triangolazioni positive, che possano far cogliere l’importanza di lavorare in rete, assumendo responsabilità diverse ma condivise".

La Mensa della Caritas di Città di Castello

"La crisi socio economica degli ultimi anni -precisa il direttore della Caritas, Gaetano Zucchini- generata da molteplici fattori (pandemia, guerra, inflazione) ha determinato anche nel nostro territorio difficoltà per molti a soddisfare esigenze primarie. La Caritas diocesana di Città di Castello, cerca di intervenire nei limiti delle sue possibilità per sostenere persone e famiglie in situazioni di particolare vulnerabilità: basti pensare che nell’anno 2022 i Centri di Ascolto hanno effettuato circa novecento colloqui che hanno evidenziato difficoltà al sostentamento alimentare, problematiche abitative, occupazionali e di varia natura. Nel corso dell’ultimo biennio, in particolare, l’attività correlata al sostegno alimentare nella Diocesi è cresciuta in maniera esponenziale fino ad arrivare agli attuali cento-centodieci pasti giornalieri preparati presso la Mensa Caritas, di cui circa quaranta-cinquanta distribuiti in presenza e sessanta-sessantacinque in modalità di asporto, sostenendo così persone sole (italiane e straniere) e circa cinquanta famiglie, senza dimenticare l’azione effettuata all’interno dell’esperienza dell’Emporio della Solidarietà San Giorgio a cui afferiscono ormai cinquecentocinquanta nuclei familiari (circa millecinquecento persone). Sostenere tale impegno, è reso sempre più difficoltoso dall’ingente mole di lavoro ,grazie al contributo del personale Caritas e dei volontari e dall’approvvigionamento del materiale alimentare (i cui costi risultano aumentati considerevolmente), dato che il recupero delle eccedenze alimentari non soddisfa pienamente tale attività.

CuciniAMO, progetto di carità creativa

Per tale motivo, nell’abitudine di Caritas diocesana di collaborare con le realtà del territorio, abbiamo chiesto la possibilità di un aiuto; la richiesta, è stata accolta favorevolmente dall’Asp Bufalini con la quale abbiamo stipulato una convenzione per l’attivazione del progetto CuciniAMO, sotto la forma di un’impresa formativa simulata che si tradurrà nell’impegno da parte dei ragazzi della Scuola di preparare una portata del menù per tre giornate alla settimana, sostenendo e favorendo così la distribuzione alimentare. Al di là dell’obiettivo prefissato, riteniamo importante sottolineare come l’attività della Scuola e degli studenti si traduca generosamente in gesti concreti verso i più fragili: un segnale di grande sensibilità che va a testimoniare quella carità creativa che ci ricorda spesso Papa Francesco. Convinti che facendo rete si possa rispondere meglio ai bisogni del territorio -ha concluso Zucchini- ringraziamo ancora la disponibilità dell’Asp Bufalini sperando che un esempio di collaborazione simile possa essere raccolto da altri soggetti ed imprese". Plauso e sostegno all’iniziativa anche dal vescovo, monsignor Luciano Paolucci Bedini. "Il duplice valore del progetto CuciniAMO -sottolinea- che rappresenta un dono per la Caritas ma anche un dono per i ragazzi che pur imparando un mestiere a scuola imparano a pensarsi nel mondo, cittadini solidali. Una catena solidale fra scuola, volontariato e Caritas destinata a rappresentare un modello positivo da seguire in futuro"    ]]>
progetto CuciniAMO

CuciniAMO, ovvero dal laboratorio e i fornelli alla mensa della Caritas. E' questo, il progetto di impresa simulata che per quattro mesi, a partire dall'11 aprile, vedrà coinvolti gli allievi del percorso di Istruzione e Formazione Professionale per Tecnico di cucina presso l’Asp Bufalini di Citta’ di Castello. Cucina creativa e solidale, in una delle prime esperienze a livello nazionale, rivolta a cinque studenti del primo anno che saranno accompagnati in questa esperienza dai docenti Andrea Cesari, Luigi Manganelli e Lucio Valcelli. I ragazzi ogni mercoledì, giovedì e venerdì fino al 30 giugno prossimo, faranno insieme al cuoco della mensa Caritas diocesana la verifica delle derrate alimentari in loro possesso e creeranno, in base alla dotazione alimentare a disposizione, settimanalmente un menù, che a rotazione potrà prevedere la preparazione di un primo o un secondo o un contorno nel numero richiesto necessario, in modo che i pasti da asporto possano essere distribuiti giornalmente in aggiunta a quelli preparati della cucina della Caritas.

Un percorso di impresa simulata

"I nostri percorsi -spiega presidente dell'Asp Bufalini, Giovanni Granci- prevedono che i ragazzi del primo anno, iscritti dopo il conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado siano impegnati per oltre cinquecento ore in un'attività di impresa simulata nel settore dello specifico indirizzo, con l’obiettivo di fornire loro sia alcune nozioni realmente spendibili nel contesto produttivo locale per sviluppare un’idea imprenditoriale che le basi del lavoro per definire, in maniera cooperativa con il gruppo-classe, l’idea di fondo di un’impresa e le relative problematiche ed opportunità. Quest’anno abbiamo deciso di gestire il progetto di Impresa formativa simulata andando oltre la logica aziendale e produttiva dedicandola a far conoscere ai ragazzi coinvolti una realtà sociale molto importante. Per questo abbiamo attivato una collaborazione con la Caritas di Città di Castello e con la sua mensa per permettere agli allievi di fare un’ esperienza formativa più profonda. Ci siamo resi conto che poteva essere un’occasione di crescita sociale dei nostri ragazzi: l’obiettivo del progetto CuciniAMO, sarà quello di cogliere e di evidenziare, a partire dalle situazioni e dalle storie incontrate sul territorio, elementi di prospettiva e di speranza. Esempi concreti di risposta e resilienza capaci di farsi carico delle situazioni di marginalità e vulnerabilità affiorate nel corso della pandemia nel nostro territorio, dando luogo ad una serie di triangolazioni positive, che possano far cogliere l’importanza di lavorare in rete, assumendo responsabilità diverse ma condivise".

La Mensa della Caritas di Città di Castello

"La crisi socio economica degli ultimi anni -precisa il direttore della Caritas, Gaetano Zucchini- generata da molteplici fattori (pandemia, guerra, inflazione) ha determinato anche nel nostro territorio difficoltà per molti a soddisfare esigenze primarie. La Caritas diocesana di Città di Castello, cerca di intervenire nei limiti delle sue possibilità per sostenere persone e famiglie in situazioni di particolare vulnerabilità: basti pensare che nell’anno 2022 i Centri di Ascolto hanno effettuato circa novecento colloqui che hanno evidenziato difficoltà al sostentamento alimentare, problematiche abitative, occupazionali e di varia natura. Nel corso dell’ultimo biennio, in particolare, l’attività correlata al sostegno alimentare nella Diocesi è cresciuta in maniera esponenziale fino ad arrivare agli attuali cento-centodieci pasti giornalieri preparati presso la Mensa Caritas, di cui circa quaranta-cinquanta distribuiti in presenza e sessanta-sessantacinque in modalità di asporto, sostenendo così persone sole (italiane e straniere) e circa cinquanta famiglie, senza dimenticare l’azione effettuata all’interno dell’esperienza dell’Emporio della Solidarietà San Giorgio a cui afferiscono ormai cinquecentocinquanta nuclei familiari (circa millecinquecento persone). Sostenere tale impegno, è reso sempre più difficoltoso dall’ingente mole di lavoro ,grazie al contributo del personale Caritas e dei volontari e dall’approvvigionamento del materiale alimentare (i cui costi risultano aumentati considerevolmente), dato che il recupero delle eccedenze alimentari non soddisfa pienamente tale attività.

CuciniAMO, progetto di carità creativa

Per tale motivo, nell’abitudine di Caritas diocesana di collaborare con le realtà del territorio, abbiamo chiesto la possibilità di un aiuto; la richiesta, è stata accolta favorevolmente dall’Asp Bufalini con la quale abbiamo stipulato una convenzione per l’attivazione del progetto CuciniAMO, sotto la forma di un’impresa formativa simulata che si tradurrà nell’impegno da parte dei ragazzi della Scuola di preparare una portata del menù per tre giornate alla settimana, sostenendo e favorendo così la distribuzione alimentare. Al di là dell’obiettivo prefissato, riteniamo importante sottolineare come l’attività della Scuola e degli studenti si traduca generosamente in gesti concreti verso i più fragili: un segnale di grande sensibilità che va a testimoniare quella carità creativa che ci ricorda spesso Papa Francesco. Convinti che facendo rete si possa rispondere meglio ai bisogni del territorio -ha concluso Zucchini- ringraziamo ancora la disponibilità dell’Asp Bufalini sperando che un esempio di collaborazione simile possa essere raccolto da altri soggetti ed imprese". Plauso e sostegno all’iniziativa anche dal vescovo, monsignor Luciano Paolucci Bedini. "Il duplice valore del progetto CuciniAMO -sottolinea- che rappresenta un dono per la Caritas ma anche un dono per i ragazzi che pur imparando un mestiere a scuola imparano a pensarsi nel mondo, cittadini solidali. Una catena solidale fra scuola, volontariato e Caritas destinata a rappresentare un modello positivo da seguire in futuro"    ]]>
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Le cappuccine del monastero di “Santa Veronica” inaugurano il mercatino e presentano il calendario https://www.lavoce.it/cappuccine-monastero-santa-veronica-inaugurano-mercatino-presentano-calendario/ Fri, 09 Dec 2022 14:58:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69510

Nel chiostro del monastero di clausura delle Cappuccine di Santa Veronica Giuliani di Città di Castello questa mattina è stato inaugurato il mercatino di Natale e presentato il calendario 2023. È la prima volta che il monastero del rione San Giacomo apre un mercatino che rimarrà aperto nei giorni 10 e 11 dicembre con orario 9.30-18.

Il mercatino di Natale

Si tratta del primo mercatino realizzato dalle nove “sorelle” dello storico monastero, dove sarà possibile acquistare i prodotti realizzati artigianalmente dalla comunità monastica: lavori in cuoio, candele natalizie, scatole regalo di carta rivestite in velluto, cestini, manufatti in legno, astucci di stoffa, alberi di Natale decorati a mano, immagini sacre e tanto altro comprese birre artigianali, cioccolata, torrone e biscotti prodotti dalle monache benedettine di Bastia Umbra che hanno stretto un vero e proprio gemellaggio solidale con le “sorelle” tifernati. Il ricavato della vendita degli oggetti esposti servirà per il sostentamento quotidiano del monastero. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69541,69543,69544,69547,69548,69549,69552"] Nelle bancarelle del mercatino è esposto anche il calendario di “clausura”, “Laus Deo” 2023, giunto alla quarta edizione, realizzato dalla Casa Editrice Tipografia Petruzzi e dalla Legatoria Cartoedit di Città di Castello. Il progetto grafico è di Silvio Ficarra. Le iniziative sono state coordinate dall’Associazione “Le Rose di Gerico”, con la presidente, Angelica Lombardo, in prima linea. “Per la prima volta nel nostro chiostro abbiamo realizzato un mercatino di Natale – ha dichiarato la madre badessa, suor Chiara accanto alle altre suore del monastero e al cavalier Lucio Ciarabelli, titolare Cartoedit - i prodotti che troverete sono interamente realizzati da noi insieme alle sorelle cappuccine di Fiera di Primiero e alle benedettine di Bastia Umbra. Con questo spirito vogliamo offrirvi il frutto del lavoro delle nostre mani".

Il calendario

"Anche quest'anno inoltre vi raggiungiamo con il nostro calendario. Lo scorrere dei mesi – hanno spiegato - si intreccia con il racconto della quotidianità di santa Veronica”. Nel frattempo giungono le prime richieste via facebook e e-mail da tutto il mondo per avere il calendario: dall’America alle Filippine fino all’Europa. Le suore del monastero prima di inaugurare il mercatino hanno voluto rivolgere una preghiera ai quattro giovani che sono deceduti nel tragico incidente stradale di sabato scorso a San Giustino: “preghiamo per loro e per le famiglie e dedichiamo in segno di speranza queste iniziative di solidarietà. La preghiera e il nostro amore e quello di tutta la comunità saranno sempre presenti accanto a loro”. Info: www.santaveronicagiuliani.it; info.santaveronicagiuliani@gmail.com. Fb: Cappuccine di Santa Veronica Giuliani

Le monache Clarisse cappuccine (monastero “S. Veronica”)

Il monastero è stato fondato nel 1643 da mons. Giovanni Maria Cuccioli. Le prime due madri provenivano dal Monastero delle cappuccine di Perugia. Le monache sono di vita interamente contemplativa e seguono la regola di santa Chiara d’Assisi, secondo la riforma intrapresa dalla venerabile Lorenza Longo nel 1535. Qui visse santa Veronica Giuliani, grande mistica, che dal 1677 al 1727 si offrì per la gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. Nel secolo scorso il monastero è stato scelto come sede della nascente Federazione delle cappuccine e come centro formativo della vita cappuccina. L’11 marzo 1955, infatti, nasceva la prima Federazione centro-sud-isole e la sua prima presidente fu suor Maria Francesca Venturini. In quegli anni il monastero fu la sede del noviziato comune e quindi si resero necessari i lavori di ampliamento e di ristrutturazione per accogliere le novizie degli altri monasteri. Le sorelle oltre a un’intensa vita di preghiera, si dedicano alla preparazione delle ostie per la diocesi e accolgono i numerosi pellegrini che desiderano visitare il piccolo museo che custodisce i ricordi di santa Veronica e della beata Flórida Cèvoli.]]>

Nel chiostro del monastero di clausura delle Cappuccine di Santa Veronica Giuliani di Città di Castello questa mattina è stato inaugurato il mercatino di Natale e presentato il calendario 2023. È la prima volta che il monastero del rione San Giacomo apre un mercatino che rimarrà aperto nei giorni 10 e 11 dicembre con orario 9.30-18.

Il mercatino di Natale

Si tratta del primo mercatino realizzato dalle nove “sorelle” dello storico monastero, dove sarà possibile acquistare i prodotti realizzati artigianalmente dalla comunità monastica: lavori in cuoio, candele natalizie, scatole regalo di carta rivestite in velluto, cestini, manufatti in legno, astucci di stoffa, alberi di Natale decorati a mano, immagini sacre e tanto altro comprese birre artigianali, cioccolata, torrone e biscotti prodotti dalle monache benedettine di Bastia Umbra che hanno stretto un vero e proprio gemellaggio solidale con le “sorelle” tifernati. Il ricavato della vendita degli oggetti esposti servirà per il sostentamento quotidiano del monastero. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69541,69543,69544,69547,69548,69549,69552"] Nelle bancarelle del mercatino è esposto anche il calendario di “clausura”, “Laus Deo” 2023, giunto alla quarta edizione, realizzato dalla Casa Editrice Tipografia Petruzzi e dalla Legatoria Cartoedit di Città di Castello. Il progetto grafico è di Silvio Ficarra. Le iniziative sono state coordinate dall’Associazione “Le Rose di Gerico”, con la presidente, Angelica Lombardo, in prima linea. “Per la prima volta nel nostro chiostro abbiamo realizzato un mercatino di Natale – ha dichiarato la madre badessa, suor Chiara accanto alle altre suore del monastero e al cavalier Lucio Ciarabelli, titolare Cartoedit - i prodotti che troverete sono interamente realizzati da noi insieme alle sorelle cappuccine di Fiera di Primiero e alle benedettine di Bastia Umbra. Con questo spirito vogliamo offrirvi il frutto del lavoro delle nostre mani".

Il calendario

"Anche quest'anno inoltre vi raggiungiamo con il nostro calendario. Lo scorrere dei mesi – hanno spiegato - si intreccia con il racconto della quotidianità di santa Veronica”. Nel frattempo giungono le prime richieste via facebook e e-mail da tutto il mondo per avere il calendario: dall’America alle Filippine fino all’Europa. Le suore del monastero prima di inaugurare il mercatino hanno voluto rivolgere una preghiera ai quattro giovani che sono deceduti nel tragico incidente stradale di sabato scorso a San Giustino: “preghiamo per loro e per le famiglie e dedichiamo in segno di speranza queste iniziative di solidarietà. La preghiera e il nostro amore e quello di tutta la comunità saranno sempre presenti accanto a loro”. Info: www.santaveronicagiuliani.it; info.santaveronicagiuliani@gmail.com. Fb: Cappuccine di Santa Veronica Giuliani

Le monache Clarisse cappuccine (monastero “S. Veronica”)

Il monastero è stato fondato nel 1643 da mons. Giovanni Maria Cuccioli. Le prime due madri provenivano dal Monastero delle cappuccine di Perugia. Le monache sono di vita interamente contemplativa e seguono la regola di santa Chiara d’Assisi, secondo la riforma intrapresa dalla venerabile Lorenza Longo nel 1535. Qui visse santa Veronica Giuliani, grande mistica, che dal 1677 al 1727 si offrì per la gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. Nel secolo scorso il monastero è stato scelto come sede della nascente Federazione delle cappuccine e come centro formativo della vita cappuccina. L’11 marzo 1955, infatti, nasceva la prima Federazione centro-sud-isole e la sua prima presidente fu suor Maria Francesca Venturini. In quegli anni il monastero fu la sede del noviziato comune e quindi si resero necessari i lavori di ampliamento e di ristrutturazione per accogliere le novizie degli altri monasteri. Le sorelle oltre a un’intensa vita di preghiera, si dedicano alla preparazione delle ostie per la diocesi e accolgono i numerosi pellegrini che desiderano visitare il piccolo museo che custodisce i ricordi di santa Veronica e della beata Flórida Cèvoli.]]>
Totem ‘intelligenti’ all’ingresso della Cattedrale e nelle chiese del centro storico https://www.lavoce.it/totem-intelligenti-allingresso-della-cattedrale-e-nelle-chiese-del-centro-storico/ Wed, 05 Oct 2022 13:16:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68834 totem informativi città di castello

Totem intelligenti all’ingresso delle chiese del centro storico a portata di turisti e fedeli: attraverso lo smartphone puntando un codice Qr si potrà accedere alle informazioni di carattere storico, artistico e religioso di tutti gli edifici di culto. Il progetto, su iniziativa dell’Associazione Chiese Storiche, prevede l’istallazione di totem informativi presso il Duomo di Città di Castello e nelle chiese di San Domenico, San Francesco, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Nova, San Michele Arcangelo e al Santuario della Madonna delle Grazie. Uno strumento che permetterà ai fedeli, ai visitatori di conoscere la storia del luogo. Inquadrando con il telefonino il display si potrà, tramite il codice QR, accedere al testo scritto e ad un messaggio audio, entrambi i contenuti saranno sia in lingua italiana che tradotti in lingua inglese. Una iniziativa, quindi, che punta a migliorare l’accoglienza nei luoghi ed edifici religiosi meta di molti visitatori. Ma potrebbe essere anche uno stimolo per i tifernati, per conoscere meglio queste chiese, che sono scrigni di memorie, di fede, di storia e di arte. E’ stato il vescovo, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nella mattina di mercoledì 5 ottobre in Cattedrale, nel corso della presentazione ufficiale del progetto a testarne per primo l’efficacia e utilità assieme al Presidente dell’Associazione Chiese Storiche, Paolo Bocci e all’assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, Michela Botteghi. Semplice, intelligente e generosa, così il vescovo Paolucci Bedini al termine della prova col proprio smartphone, ha definito l’iniziativa ideata e realizzata dall’Associazione Chiese Storiche. L’Associazione Chiese Storiche ha presentato domanda di finanziamento alla CEI per installare totem informativi, in sette chiese della nostra città, presso: la Cattedrale, San Domenico, San Francesco, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Nova, San Michele Arcangelo e il santuario della Madonna delle Grazie. "L’idea avanzata è stata ritenuta valida -ha precisato Bocci- poiché punta a migliorare l’accoglienza nei luoghi di culto sia per i fedeli che per gli ospiti. Il progetto è stato realizzato dalla ditta H24 di Perugia (società specializzata nella fornitura di servizi informatici consulenza, formazione, sviluppo e networking) grazie al contributo otto per mille alla Chiesa Cattolica ed in collaborazione con la Diocesi di Città di Castello". I sette pannelli sono costituti da una scheda in formato A4, nella quale vi sono riportate informazioni storico artistiche della chiesa in italiano e in inglese. Inoltre, grazie alla tecnologia QR code, le persone interessate potranno ascoltare un audioguida in italiano ed in inglese. I visitatori potranno accedere ai contenuti semplicemente inquadrando, con il proprio cellulare, il QR code. Le app che consentono questa operazione sono gratuite e facilmente scaricabili, ad esempio sia da app store - Apple che da Google play. "Con questa iniziativa -ha concluso Bocci- dotiamo importanti chiese di Città di Castello di uno strumento che permetterà, sia ai tifernati che hai visitatori, di conoscere meglio il luogo dove sono e quindi di apprezzarlo sia da un punto di vista storico- artistico che di fede. Ci poniamo l’obiettivo di fare memoria di storie del passato, per trasportarle nel presente, rendendole attuali, grazie ad un linguaggio aggiornato ai tempi, capace di trasmettere nuove emozioni e stimoli". I volontari dell’associazione continueranno a fare visite guidate per gli interessati, visite che arricchiranno le informazioni contenute nei totem.

L’Associazione Chiese Storiche

Un gruppo di cittadini ha costituito nel 2020, a Città di Castello, l’Associazione Chiese Storiche. Si tratta di una associazione di volontari, senza scopo di lucro, che tra i suoi scopi avrà anche quello di promuovere azioni per la custodia, la tutela e la valorizzazione di edifici di culto. Le attività inizieranno nei prossimi mesi a San Francesco e a San Domenico; fondamentale sarà la collaborazione con i parroci, al fine di trasmettere alla collettività ed in particolare alle nuove generazioni, il valore religioso, culturale e storico che questi due edifici di culto rappresentano per la comunità tifernate e dell’intera valle. I soci fondatori sono diciotto, ma uno degli obiettivi sarà quello di ampliare la platea delle persone interessate, al fine di rafforzare il valore identitario che queste chiese rappresentano per la comunità, di migliorare l’offerta culturale del territorio favorendo anche la fruizione pubblica di questi edifici di culto. Un ruolo fondamentale lo eserciteranno i soci volontari, proprio per adempiere al meglio al servizio di accoglienza, ai cittadini e visitatori, in queste due chiese a settembre si prevede l’avvio di corsi di formazione per gli aderenti.]]>
totem informativi città di castello

Totem intelligenti all’ingresso delle chiese del centro storico a portata di turisti e fedeli: attraverso lo smartphone puntando un codice Qr si potrà accedere alle informazioni di carattere storico, artistico e religioso di tutti gli edifici di culto. Il progetto, su iniziativa dell’Associazione Chiese Storiche, prevede l’istallazione di totem informativi presso il Duomo di Città di Castello e nelle chiese di San Domenico, San Francesco, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Nova, San Michele Arcangelo e al Santuario della Madonna delle Grazie. Uno strumento che permetterà ai fedeli, ai visitatori di conoscere la storia del luogo. Inquadrando con il telefonino il display si potrà, tramite il codice QR, accedere al testo scritto e ad un messaggio audio, entrambi i contenuti saranno sia in lingua italiana che tradotti in lingua inglese. Una iniziativa, quindi, che punta a migliorare l’accoglienza nei luoghi ed edifici religiosi meta di molti visitatori. Ma potrebbe essere anche uno stimolo per i tifernati, per conoscere meglio queste chiese, che sono scrigni di memorie, di fede, di storia e di arte. E’ stato il vescovo, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nella mattina di mercoledì 5 ottobre in Cattedrale, nel corso della presentazione ufficiale del progetto a testarne per primo l’efficacia e utilità assieme al Presidente dell’Associazione Chiese Storiche, Paolo Bocci e all’assessore alla Cultura del Comune di Città di Castello, Michela Botteghi. Semplice, intelligente e generosa, così il vescovo Paolucci Bedini al termine della prova col proprio smartphone, ha definito l’iniziativa ideata e realizzata dall’Associazione Chiese Storiche. L’Associazione Chiese Storiche ha presentato domanda di finanziamento alla CEI per installare totem informativi, in sette chiese della nostra città, presso: la Cattedrale, San Domenico, San Francesco, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Nova, San Michele Arcangelo e il santuario della Madonna delle Grazie. "L’idea avanzata è stata ritenuta valida -ha precisato Bocci- poiché punta a migliorare l’accoglienza nei luoghi di culto sia per i fedeli che per gli ospiti. Il progetto è stato realizzato dalla ditta H24 di Perugia (società specializzata nella fornitura di servizi informatici consulenza, formazione, sviluppo e networking) grazie al contributo otto per mille alla Chiesa Cattolica ed in collaborazione con la Diocesi di Città di Castello". I sette pannelli sono costituti da una scheda in formato A4, nella quale vi sono riportate informazioni storico artistiche della chiesa in italiano e in inglese. Inoltre, grazie alla tecnologia QR code, le persone interessate potranno ascoltare un audioguida in italiano ed in inglese. I visitatori potranno accedere ai contenuti semplicemente inquadrando, con il proprio cellulare, il QR code. Le app che consentono questa operazione sono gratuite e facilmente scaricabili, ad esempio sia da app store - Apple che da Google play. "Con questa iniziativa -ha concluso Bocci- dotiamo importanti chiese di Città di Castello di uno strumento che permetterà, sia ai tifernati che hai visitatori, di conoscere meglio il luogo dove sono e quindi di apprezzarlo sia da un punto di vista storico- artistico che di fede. Ci poniamo l’obiettivo di fare memoria di storie del passato, per trasportarle nel presente, rendendole attuali, grazie ad un linguaggio aggiornato ai tempi, capace di trasmettere nuove emozioni e stimoli". I volontari dell’associazione continueranno a fare visite guidate per gli interessati, visite che arricchiranno le informazioni contenute nei totem.

L’Associazione Chiese Storiche

Un gruppo di cittadini ha costituito nel 2020, a Città di Castello, l’Associazione Chiese Storiche. Si tratta di una associazione di volontari, senza scopo di lucro, che tra i suoi scopi avrà anche quello di promuovere azioni per la custodia, la tutela e la valorizzazione di edifici di culto. Le attività inizieranno nei prossimi mesi a San Francesco e a San Domenico; fondamentale sarà la collaborazione con i parroci, al fine di trasmettere alla collettività ed in particolare alle nuove generazioni, il valore religioso, culturale e storico che questi due edifici di culto rappresentano per la comunità tifernate e dell’intera valle. I soci fondatori sono diciotto, ma uno degli obiettivi sarà quello di ampliare la platea delle persone interessate, al fine di rafforzare il valore identitario che queste chiese rappresentano per la comunità, di migliorare l’offerta culturale del territorio favorendo anche la fruizione pubblica di questi edifici di culto. Un ruolo fondamentale lo eserciteranno i soci volontari, proprio per adempiere al meglio al servizio di accoglienza, ai cittadini e visitatori, in queste due chiese a settembre si prevede l’avvio di corsi di formazione per gli aderenti.]]>
Le Diocesi di Gubbio e Città di Castello per le comunità colpite dal maltempo https://www.lavoce.it/le-diocesi-di-gubbio-e-citta-di-castello-nelle-comunita-colpite-dal-maltempo/ Sat, 17 Sep 2022 15:32:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68644 danni maltempo

La Caritas italiana e quella diocesana di Gubbio sono pronte a intervenire in aiuto delle comunità locali colpite dalla straordinaria ondata di maltempo e di pioggia che si è scatenata nella serata del 15 settembre. Il direttore nazionale della Caritas, don Marco Pagniello, è in contatto con il vescovo Luciano Paolucci Bedini e con il direttore diocesano dell’organismo pastorale della Chiesa italiana, Luca Uccellani. E a loro ha manifestato la disponibilità a sostenere situazioni di bisogno familiari e comunitarie. Stamattina, il vescovo Luciano, insieme ad alcuni sacerdoti, ai responsabili di economato, edilizia di culto e Caritas diocesana, ha raggiunto la cittadina di Cantiano per verificare di persone le necessità e i bisogni in questa fase di emergenza causata dal maltempo, come anche nelle prossime settimane. Già da ieri, la curia eugubina ha inviato nel borgo marchigiano una squadra della cooperativa sociale Corinzi 13, insieme a restauratori della Ikuvium RC e all’architetto Francesco Raschi. Un intervento immediato per aiutare il parroco don Marco Cardoni nelle prime opere di sgombero e rimozione di fango e detriti che hanno invaso le chiese cantianesi.

I danni causati dal maltempo

"Nei locali parrocchiali -spiega l’architetto Raschi- il fango ha invaso il piano terra e il seminterrato. Abbiamo dovuto smontare una parte del ponteggio sulla facciata in quanto era ormai pericolante. Già da ieri mattina ci sono quattro operai dell’impresa appaltatrice dei lavori che sta cercando di ripulire il tutto e nel giro di qualche giorno ci riusciremo. L’obiettivo è quello di provare a ripartire con la sistemazione dell’interno dei locali già la prossima settimana. Per le chiese è molto più complicata: hanno subito danni gravissimi e tutti gli arredi interni posti fino a un metro e mezzo dal pavimento sono compromessi per la maggior parte. Resta da valutare nei prossimi giorni la parte impiantistica e strutturale, ricoperte dal fango". Oggi è entrato in azione anche un gruppo di volontari della diocesi per mettere in sicurezza e trasferire tutti i documenti e gli archivi parrocchiali, minacciati dall’alluvione. Tante anche le persone che da Gubbio e dintorni si sono mobilitate per aiutare a liberare strade ed edifici da acqua e fango. La Caritas diocesana ha anche rilanciato la raccolta fondi subito attivata dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Cantiano, dove i danni appaiono già ingenti. Si possono donare aiuti attraverso il conto corrente con Iban IT35C0538768240000042012035, intestato alla stessa Parrocchia di San Giovanni Battista presso BPER Banca Cantiano, con causale “Emergenza alluvione 2022”. Stessa causale anche per i fondi che sta raccogliendo la Caritas attraverso il conto corrente presso Mps, intestato a Diocesi di Gubbio Caritas, con Iban IT21R0103038480000063165776. Gli aiuti che arriveranno attraverso questo secondo canale saranno destinati soprattutto a particolari situazioni di bisogno causate dagli eventi meteo. Una raccolta fondi ma anche un appello a intervenire con pala e stivali è stato lanciato nelle prime ore anche dal parroco di Scheggia e Pascelupo, don Matteo Monfrinotti. Quella di Cantiano è la zona della diocesi eugubina più colpita dal maltempo di questi giorni, ma ci sono anche altre zone sulle quali è in corso un monitoraggio della situazione per evidenziare situazioni di necessità: tra queste, in particolare, proprio il paese di Scheggia e alcune aree del buranese.

Dopo Cantiano previsto un sopraluogo a Pietralunga

Dopo aver visitato stamattina la comunità e le parrocchie di Cantiano (porzione marchigiana della diocesi di Gubbio), il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha programmato un sopralluogo a Pietralunga (in diocesi di Città di Castello) per domattina alle ore 9.30, con il parroco don Francesco Cosa e il sindaco Mirko Ceci. Anche in questo caso, l’incontro servirà a individuare le necessità delle comunità nell'immediata emergenza e nelle settimane prossime, in modo da poter disporre e organizzare gli aiuti da parte di Caritas e di altri organismi diocesani.]]>
danni maltempo

La Caritas italiana e quella diocesana di Gubbio sono pronte a intervenire in aiuto delle comunità locali colpite dalla straordinaria ondata di maltempo e di pioggia che si è scatenata nella serata del 15 settembre. Il direttore nazionale della Caritas, don Marco Pagniello, è in contatto con il vescovo Luciano Paolucci Bedini e con il direttore diocesano dell’organismo pastorale della Chiesa italiana, Luca Uccellani. E a loro ha manifestato la disponibilità a sostenere situazioni di bisogno familiari e comunitarie. Stamattina, il vescovo Luciano, insieme ad alcuni sacerdoti, ai responsabili di economato, edilizia di culto e Caritas diocesana, ha raggiunto la cittadina di Cantiano per verificare di persone le necessità e i bisogni in questa fase di emergenza causata dal maltempo, come anche nelle prossime settimane. Già da ieri, la curia eugubina ha inviato nel borgo marchigiano una squadra della cooperativa sociale Corinzi 13, insieme a restauratori della Ikuvium RC e all’architetto Francesco Raschi. Un intervento immediato per aiutare il parroco don Marco Cardoni nelle prime opere di sgombero e rimozione di fango e detriti che hanno invaso le chiese cantianesi.

I danni causati dal maltempo

"Nei locali parrocchiali -spiega l’architetto Raschi- il fango ha invaso il piano terra e il seminterrato. Abbiamo dovuto smontare una parte del ponteggio sulla facciata in quanto era ormai pericolante. Già da ieri mattina ci sono quattro operai dell’impresa appaltatrice dei lavori che sta cercando di ripulire il tutto e nel giro di qualche giorno ci riusciremo. L’obiettivo è quello di provare a ripartire con la sistemazione dell’interno dei locali già la prossima settimana. Per le chiese è molto più complicata: hanno subito danni gravissimi e tutti gli arredi interni posti fino a un metro e mezzo dal pavimento sono compromessi per la maggior parte. Resta da valutare nei prossimi giorni la parte impiantistica e strutturale, ricoperte dal fango". Oggi è entrato in azione anche un gruppo di volontari della diocesi per mettere in sicurezza e trasferire tutti i documenti e gli archivi parrocchiali, minacciati dall’alluvione. Tante anche le persone che da Gubbio e dintorni si sono mobilitate per aiutare a liberare strade ed edifici da acqua e fango. La Caritas diocesana ha anche rilanciato la raccolta fondi subito attivata dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Cantiano, dove i danni appaiono già ingenti. Si possono donare aiuti attraverso il conto corrente con Iban IT35C0538768240000042012035, intestato alla stessa Parrocchia di San Giovanni Battista presso BPER Banca Cantiano, con causale “Emergenza alluvione 2022”. Stessa causale anche per i fondi che sta raccogliendo la Caritas attraverso il conto corrente presso Mps, intestato a Diocesi di Gubbio Caritas, con Iban IT21R0103038480000063165776. Gli aiuti che arriveranno attraverso questo secondo canale saranno destinati soprattutto a particolari situazioni di bisogno causate dagli eventi meteo. Una raccolta fondi ma anche un appello a intervenire con pala e stivali è stato lanciato nelle prime ore anche dal parroco di Scheggia e Pascelupo, don Matteo Monfrinotti. Quella di Cantiano è la zona della diocesi eugubina più colpita dal maltempo di questi giorni, ma ci sono anche altre zone sulle quali è in corso un monitoraggio della situazione per evidenziare situazioni di necessità: tra queste, in particolare, proprio il paese di Scheggia e alcune aree del buranese.

Dopo Cantiano previsto un sopraluogo a Pietralunga

Dopo aver visitato stamattina la comunità e le parrocchie di Cantiano (porzione marchigiana della diocesi di Gubbio), il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha programmato un sopralluogo a Pietralunga (in diocesi di Città di Castello) per domattina alle ore 9.30, con il parroco don Francesco Cosa e il sindaco Mirko Ceci. Anche in questo caso, l’incontro servirà a individuare le necessità delle comunità nell'immediata emergenza e nelle settimane prossime, in modo da poter disporre e organizzare gli aiuti da parte di Caritas e di altri organismi diocesani.]]>
A Città di Castello si celebra la festa della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/citta-di-castello-celebra-festa-madonna-grazie/ Wed, 24 Aug 2022 15:58:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68029

Ha preso avvio il 23 agosto il triduo in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, patrona principale di Città di Castello e della diocesi. Dopo i due anni segnati dalla pandemia, quest’anno il programma tornerà ad essere quello consueto. Il fulcro delle celebrazioni sarà il santuario della Madonna delle Grazie, nel rione San Giacomo, che dal 1456 ospita la venerata immagine. Quest’anno una novità particolarmente apprezzata sarà costituita dalla riapertura della grande cappella laterale, cuore del santuario, che da luglio 2020 a luglio 2022 è stata interessata da un radicale intervento di consolidamento, adeguamento impiantistico e restauro.

Il triduo

Il triduo, animato da padre Souriraj M. Arulanandasamy dell’Ordine dei Servi di Maria, prevede la celebrazione della messa nei giorni 23, 24 e 25 agosto alle ore 18; ogni giorno, la celebrazione sarà animata da un gruppo ecclesiale cittadino. Il 23, alle ore 21, si è tenuta la tradizionale veglia di preghiera mentre giovedì 25, sempre alle ore 21, muoverà dal santuario la processione che porterà la copia della venerata immagine per alcune strade cittadine secondo questo itinerario: via delle Giulianelle, via Campo dei Fiori, via dei Conti, via XI Settembre, via Trastevere, Pomerio San Girolamo, via della Fraternita, via dei Fucci, piazza Magherini Graziani, via XI Settembre. La processione sarà presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luciano Paolucci Bedini.

Il giorno della festa e i 50 anni di sacerdozio di mons. Domenico Cancian

Il 26 agosto, giorno della festa, al mattino la messa sarà celebrata alle ore 8, 9, 10 e 11; nel pomeriggio, alle ore 17.30 saranno celebrati i vespri cui seguirà, alle ore 18.30, la messa solenne presieduta da mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, che quest’anno ricorda i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Sarà presente anche il gonfalone del Comune, a ricordo della proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona cittadina avvenuta nel 1783. La festa della Madonna delle Grazie offrirà, dunque, l’occasione per ringraziare mons. Cancian per il suo servizio episcopale durato dal 2007 al 2022, in un luogo a lui molto caro, quale il santuario delle Grazie. Qui, il 23 settembre 2007, fece il suo ingresso in città e qui, durante i quindici anni di episcopato, ha più volte convocato i fedeli e presieduto momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche. Al termine della festa sarà riproposta la tradizionale cena in strada, organizzata dalla parrocchia e dalla Società rionale San Giacomo; i tagliandi di partecipazione si possono ritirare, fino a mercoledì 24 agosto, presso il santuario o il bar antistante. In vista della festa, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie ringrazia tutti coloro che hanno permesso il restauro della cappella che custodisce la venerata immagine della patrona di Città di Castello i quali, attraverso il loro lavoro o il loro contributo, hanno permesso di raggiungere un risultato andato oltre le aspettative iniziali. I lavori non sono ancora del tutto terminati, per cui l’inaugurazione vera e propria sarà organizzata in seguito; tuttavia, la cappella è agibile e utilizzabile per la preghiera personale. Di seguito il link per chi volesse seguire la celebrazione in diretta delle ore 18.30 dal Santuario della Madonna delle Grazie, presieduta dal vescovo emerito Domenico Cancian (in concomitanza con il 50esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale) e concelebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini: https://youtu.be/KRAl7o4pj1w  ]]>

Ha preso avvio il 23 agosto il triduo in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, patrona principale di Città di Castello e della diocesi. Dopo i due anni segnati dalla pandemia, quest’anno il programma tornerà ad essere quello consueto. Il fulcro delle celebrazioni sarà il santuario della Madonna delle Grazie, nel rione San Giacomo, che dal 1456 ospita la venerata immagine. Quest’anno una novità particolarmente apprezzata sarà costituita dalla riapertura della grande cappella laterale, cuore del santuario, che da luglio 2020 a luglio 2022 è stata interessata da un radicale intervento di consolidamento, adeguamento impiantistico e restauro.

Il triduo

Il triduo, animato da padre Souriraj M. Arulanandasamy dell’Ordine dei Servi di Maria, prevede la celebrazione della messa nei giorni 23, 24 e 25 agosto alle ore 18; ogni giorno, la celebrazione sarà animata da un gruppo ecclesiale cittadino. Il 23, alle ore 21, si è tenuta la tradizionale veglia di preghiera mentre giovedì 25, sempre alle ore 21, muoverà dal santuario la processione che porterà la copia della venerata immagine per alcune strade cittadine secondo questo itinerario: via delle Giulianelle, via Campo dei Fiori, via dei Conti, via XI Settembre, via Trastevere, Pomerio San Girolamo, via della Fraternita, via dei Fucci, piazza Magherini Graziani, via XI Settembre. La processione sarà presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luciano Paolucci Bedini.

Il giorno della festa e i 50 anni di sacerdozio di mons. Domenico Cancian

Il 26 agosto, giorno della festa, al mattino la messa sarà celebrata alle ore 8, 9, 10 e 11; nel pomeriggio, alle ore 17.30 saranno celebrati i vespri cui seguirà, alle ore 18.30, la messa solenne presieduta da mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, che quest’anno ricorda i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Sarà presente anche il gonfalone del Comune, a ricordo della proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona cittadina avvenuta nel 1783. La festa della Madonna delle Grazie offrirà, dunque, l’occasione per ringraziare mons. Cancian per il suo servizio episcopale durato dal 2007 al 2022, in un luogo a lui molto caro, quale il santuario delle Grazie. Qui, il 23 settembre 2007, fece il suo ingresso in città e qui, durante i quindici anni di episcopato, ha più volte convocato i fedeli e presieduto momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche. Al termine della festa sarà riproposta la tradizionale cena in strada, organizzata dalla parrocchia e dalla Società rionale San Giacomo; i tagliandi di partecipazione si possono ritirare, fino a mercoledì 24 agosto, presso il santuario o il bar antistante. In vista della festa, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie ringrazia tutti coloro che hanno permesso il restauro della cappella che custodisce la venerata immagine della patrona di Città di Castello i quali, attraverso il loro lavoro o il loro contributo, hanno permesso di raggiungere un risultato andato oltre le aspettative iniziali. I lavori non sono ancora del tutto terminati, per cui l’inaugurazione vera e propria sarà organizzata in seguito; tuttavia, la cappella è agibile e utilizzabile per la preghiera personale. Di seguito il link per chi volesse seguire la celebrazione in diretta delle ore 18.30 dal Santuario della Madonna delle Grazie, presieduta dal vescovo emerito Domenico Cancian (in concomitanza con il 50esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale) e concelebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini: https://youtu.be/KRAl7o4pj1w  ]]>
Cammino Camaldolese di San Benedetto: Dall’Abbazia di Montecorona al Monastero di Fonte Avellana https://www.lavoce.it/cammino-camaldolese-di-san-benedetto-dallabbazia-di-montecorona-al-monastero-di-fonte-avellana/ Wed, 17 Aug 2022 13:12:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67995 Cammino Camaldolese di San Benedetto

E' pronto a partire il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana. In tutto sono circa ottanta chilometri suddivisi in quattro tappe da circa venti chilometri l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.
Il pellegrinaggio che inaugura il Cammino partirà dall’Abbazia di Montecorona giovedì 25 agosto alle ore 8: in questa occasione il vescovo di Gubbio e di Città di Castello, Sua Eccellenza Monsignor Luciano Paolucci Bedini saluterà e benedirà i partecipanti mentre il sindaco di Umbertide consegnerà ai partecipanti la patente del pellegrino.
La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Sinteticamente le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana.
La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.
Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo STEMMA CAMALDOLESE. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.
Durante le tappe del cammino i partecipanti saranno salutati anche dal sindaco di Gubbio, a Santa Maria di Burano e dal vicepresidente della Regione Marche a Chiaserna.
Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352 ), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793).
Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente e dal Comune di Umbertide.
Questa collaborazione ha promosso un convegno che ha approfondito alcuni aspetti del rapporto fra eremi, monasteri e società e che si è svolto lo scorso 23 giugno presso la sala Beniamino Gigli dell’Abbazia di Montecorona. Il convegno ha invitato i partecipanti a riscoprire come i monaci e le strutture da essi costituite abbiano plasmato il paesaggio umbro marchigiano e anche il modo di vivere dei suoi abitanti.
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Cammino Camaldolese di San Benedetto

E' pronto a partire il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana. In tutto sono circa ottanta chilometri suddivisi in quattro tappe da circa venti chilometri l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.
Il pellegrinaggio che inaugura il Cammino partirà dall’Abbazia di Montecorona giovedì 25 agosto alle ore 8: in questa occasione il vescovo di Gubbio e di Città di Castello, Sua Eccellenza Monsignor Luciano Paolucci Bedini saluterà e benedirà i partecipanti mentre il sindaco di Umbertide consegnerà ai partecipanti la patente del pellegrino.
La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Sinteticamente le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana.
La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.
Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo STEMMA CAMALDOLESE. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.
Durante le tappe del cammino i partecipanti saranno salutati anche dal sindaco di Gubbio, a Santa Maria di Burano e dal vicepresidente della Regione Marche a Chiaserna.
Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352 ), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793).
Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente e dal Comune di Umbertide.
Questa collaborazione ha promosso un convegno che ha approfondito alcuni aspetti del rapporto fra eremi, monasteri e società e che si è svolto lo scorso 23 giugno presso la sala Beniamino Gigli dell’Abbazia di Montecorona. Il convegno ha invitato i partecipanti a riscoprire come i monaci e le strutture da essi costituite abbiano plasmato il paesaggio umbro marchigiano e anche il modo di vivere dei suoi abitanti.
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Il nuovo vescovo Luciano si è insediato a Città di Castello. Inizia il cammino comune con Gubbio https://www.lavoce.it/il-nuovo-vescovo-luciano-si-e-insediato-a-citta-di-castello-inizia-il-cammino-comune-con-gubbio/ Sun, 19 Jun 2022 16:27:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67314 Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Giornata rifugiati. Save the children: “Europa a due livelli, accoglie gli ucraini e respinge gli altri”
 https://www.lavoce.it/giornata-rifugiati-save-the-children-europa-a-due-livelli-accoglie-gli-ucraini-e-respinge-gli-altri%e2%80%a8/ Sun, 19 Jun 2022 13:29:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67301 Rifugiati. La testimonianza di Fatma raccolta da Save the children

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno Save the children ha presentato il secondo rapporto “Nascosti in piena vista” (qui trovi il testo integrale) per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. Nel Rapporto denuncia le disparità di trattamento e chiede la fine delle violenze lungo le frontiere. Con un appello alla Commissione europea.

Le storie dei rifugiati minorenni

Anastasya ha 14 anni ed è fuggita dalla guerra in Ucraina con la mamma e la sorella di 11 anni. Appena arrivata a Trieste, al valico Fernetti, per lei si sono aperte tutte le porte della solidarietà e dell'accoglienza. Ora ha la possibilità di girare liberamente in Europa grazie alla protezione temporanea concessa agli ucraini. Anche Ghulam ha 14 anni ma è afghano. Fugge da una situazione altrettanto dura e difficile ma alla stessa frontiera è arrivato dopo una camminata di 260 km durata 8 giorni, dal confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia, dopo un viaggio pericoloso lunghi mesi. È stato trovato dai militari italiani nella parte slovena del bosco carsico e condotto nei centri di accoglienza. Per lui il percorso per ottenere una protezione umanitaria sarà molto più lungo e tortuoso. Se vorrà muoversi per l'Europa per raggiungere familiari o amici rischierà di trovarsi di nuovo in una situazione di irregolarità e invisibilità.

I minori rifugiati non sono tutti uguali

La disparità di trattamento nei confronti dei minori migranti viene evidenziata nel nuovo report pubblicato oggi da Save the children, intitolato Nascosti in piena vista, che documenta le storie di minori soli o di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. (Guarda il video di presentazione curato da Save the Children)

Il Rapporto di Save the children

Il Rapporto punta il dito contro le violenze e violazioni dei diritti umani cui sono sottoposti tanti minorenni alle frontiere, mostrando una Europa a due volti: uno buono e solidale nei confronti dei profughi ucraini, uno respingente nei confronti degli altri. “In uno scenario mondiale profondamente mutato, l’Europa e i suoi Paesi hanno dimostrato di saper spalancare braccia e porte alla popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina, ma al contempo si sono dimostrati brutali e disposti a usare forza ingiustificata contro gente inerme, 'colpevole' di non avere documenti validi per l’ingresso, ma bisognosa allo stesso modo di un posto sicuro”, denuncia Save the children.

35 minorenni respinti alle frontiere Ue nei primi 3 mesi del 2022.

Nei primi 3 mesi del 2022 sono stati respinti alle frontiere esterne dell'Ue almeno 35 minorenni stranieri non accompagnati, che rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso. Basti pensare che nel solo mese di aprile sono stati segnalati 38 minori non accompagnati  in transito a Trieste, 24 in transito a Ventimiglia e 35 a Oulx.
 Un flusso in costante aumento con la bella stagione: a maggio sono diventati 60 a Trieste, a Ventimiglia 47, a Oulx addirittura 150. Si tratta in maggioranza di ragazzi afghani,
che arrivavano sia dalla cosiddetta “rotta balcanica”, sia dal Mar Mediterraneo. Alcuni subiscono violenze fisiche, umiliazioni e pestaggi dalle forze dell'ordine alla frontiera. Ad altri tocca una sorte peggiore, come un minorenne africano senza nome annegato in un fiume al confine con la Croazia. La frontiera tra Italia e Francia continua ad essere uno dei posti peggiori per un migrante: tra le associazioni presenti che cercano di aiutarli a soddisfare almeno i bisogni primari (pasti e vestiti), ci sono Caritas Intemelia, Diaconia Valdese, WeWorld  e Save the children.

Italia - Francia: la frontiera più dura per i migranti

In alcuni giorni i respingimenti dalla Francia riguardano parecchie decine di persone, a volte anche più di 100. Solo il 6 maggio il team di ricerca ha visto almeno 30 persone tornare a piedi dal posto di confine di Ponte San Luigi, respinte in modo sommario. Non potendo entrare per vie ufficiali i migranti approdano così nelle mani dei trafficanti, che consigliano i treni meno controllati, organizzano il tragitto a piedi lungo il Passo della Morte, con i taxi nelle stradine di montagna o nascosti nei camion. Spesso si verificano incidenti tragici, come i due cingalesi investiti da un camion ad aprile o le due persone rimaste folgorate sul tetto del treno da Ventimiglia a Mentone a gennaio e a marzo. A Mentone viene ancora segnalata la pratica della polizia di modificare la data di nascita per far risultare la persona maggiorenne e respingerla con il refus d'entrée. A Oulx, in Piemonte, nel mese di maggio sono state riportate indietro dalla Francia 530 persone, quasi 17 al giorno, cifre in continuo aumento.

Più di 14mila minori nel sistema di accoglienza italiano

Ad aprile 2022 risultano 14.025 minori stranieri non accompagnati nel sistema di accoglienza italiano, secondo i dati Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di cui il 16,3% sono bambine e ragazze, quasi il 70% hanno tra i 16 e i 17 anni e oltre il 22% sono sotto i 14 anni. Per quanto riguarda le nazionalità,

la novità di quest’anno è rappresentata dagli ucraini al primo posto (3.906, pari al 27,9%, la cui quasi totalità è ospitata presso parenti o famiglie affidatarie), poi ci sono gli egiziani con il 16,6% e a seguire bengalesi, albanesi, tunisini, pakistani, ivoriani.

 Gli afghani sono 306 pari al 2,6%, a testimonianza della loro volontà di raggiungere altri Paesi in Europa. Ad aprile sono entrati nel territorio italiano 1.897 minori soli - di cui solo 272 con gli sbarchi alla frontiera sud e i restanti 1.625 entrati evidentemente dalla frontiera terrestre – in maggioranza ucraini (1.332, pari al 70,2%), egiziani (169, pari all’8,9%), afghani (71, pari al 3,7%). Le regioni che ne accolgono di più sono Lombardia (19,6%), Sicilia (18%) ed Emilia-Romagna (8,8%).

Appello all'Ue, "proteggere tutti i minori".

Save the children chiede perciò alla Commissione europea "l’adozione di una Raccomandazione agli Stati Membri per l’adozione e l’implementazione di politiche volte ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell’Europa e sui territori degli Stati membri". Chiede inoltre ai governi europei "di astenersi dall’utilizzo di pratiche che erroneamente distinguono fra categorie di rifugiati - afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the children -, rispettando il diritto internazionale e il principio del non respingimento, consentendo l'accesso a tutti i richiedenti asilo, e di
estendere le buone pratiche istituite per i rifugiati ucraini a tutti i richiedenti asilo,
introducendole anche nelle discussioni sull’approvazione o revisione dei provvedimenti del Patto sull’Asilo e la Migrazione. Infine, riteniamo fondamentale l’adozione di sistemi di monitoraggio delle frontiere, che permettano anche di perseguire i casi di violazione dei diritti umani”. Patrizia Caiffa]]>
Rifugiati. La testimonianza di Fatma raccolta da Save the children

In occasione della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno Save the children ha presentato il secondo rapporto “Nascosti in piena vista” (qui trovi il testo integrale) per documentare storie di minori soli e di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. Nel Rapporto denuncia le disparità di trattamento e chiede la fine delle violenze lungo le frontiere. Con un appello alla Commissione europea.

Le storie dei rifugiati minorenni

Anastasya ha 14 anni ed è fuggita dalla guerra in Ucraina con la mamma e la sorella di 11 anni. Appena arrivata a Trieste, al valico Fernetti, per lei si sono aperte tutte le porte della solidarietà e dell'accoglienza. Ora ha la possibilità di girare liberamente in Europa grazie alla protezione temporanea concessa agli ucraini. Anche Ghulam ha 14 anni ma è afghano. Fugge da una situazione altrettanto dura e difficile ma alla stessa frontiera è arrivato dopo una camminata di 260 km durata 8 giorni, dal confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia, dopo un viaggio pericoloso lunghi mesi. È stato trovato dai militari italiani nella parte slovena del bosco carsico e condotto nei centri di accoglienza. Per lui il percorso per ottenere una protezione umanitaria sarà molto più lungo e tortuoso. Se vorrà muoversi per l'Europa per raggiungere familiari o amici rischierà di trovarsi di nuovo in una situazione di irregolarità e invisibilità.

I minori rifugiati non sono tutti uguali

La disparità di trattamento nei confronti dei minori migranti viene evidenziata nel nuovo report pubblicato oggi da Save the children, intitolato Nascosti in piena vista, che documenta le storie di minori soli o di famiglie in arrivo o in transito alla frontiera nord, a Trieste, Ventimiglia e Oulx. (Guarda il video di presentazione curato da Save the Children)

Il Rapporto di Save the children

Il Rapporto punta il dito contro le violenze e violazioni dei diritti umani cui sono sottoposti tanti minorenni alle frontiere, mostrando una Europa a due volti: uno buono e solidale nei confronti dei profughi ucraini, uno respingente nei confronti degli altri. “In uno scenario mondiale profondamente mutato, l’Europa e i suoi Paesi hanno dimostrato di saper spalancare braccia e porte alla popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina, ma al contempo si sono dimostrati brutali e disposti a usare forza ingiustificata contro gente inerme, 'colpevole' di non avere documenti validi per l’ingresso, ma bisognosa allo stesso modo di un posto sicuro”, denuncia Save the children.

35 minorenni respinti alle frontiere Ue nei primi 3 mesi del 2022.

Nei primi 3 mesi del 2022 sono stati respinti alle frontiere esterne dell'Ue almeno 35 minorenni stranieri non accompagnati, che rappresentano solo la punta di un iceberg sommerso. Basti pensare che nel solo mese di aprile sono stati segnalati 38 minori non accompagnati  in transito a Trieste, 24 in transito a Ventimiglia e 35 a Oulx.
 Un flusso in costante aumento con la bella stagione: a maggio sono diventati 60 a Trieste, a Ventimiglia 47, a Oulx addirittura 150. Si tratta in maggioranza di ragazzi afghani,
che arrivavano sia dalla cosiddetta “rotta balcanica”, sia dal Mar Mediterraneo. Alcuni subiscono violenze fisiche, umiliazioni e pestaggi dalle forze dell'ordine alla frontiera. Ad altri tocca una sorte peggiore, come un minorenne africano senza nome annegato in un fiume al confine con la Croazia. La frontiera tra Italia e Francia continua ad essere uno dei posti peggiori per un migrante: tra le associazioni presenti che cercano di aiutarli a soddisfare almeno i bisogni primari (pasti e vestiti), ci sono Caritas Intemelia, Diaconia Valdese, WeWorld  e Save the children.

Italia - Francia: la frontiera più dura per i migranti

In alcuni giorni i respingimenti dalla Francia riguardano parecchie decine di persone, a volte anche più di 100. Solo il 6 maggio il team di ricerca ha visto almeno 30 persone tornare a piedi dal posto di confine di Ponte San Luigi, respinte in modo sommario. Non potendo entrare per vie ufficiali i migranti approdano così nelle mani dei trafficanti, che consigliano i treni meno controllati, organizzano il tragitto a piedi lungo il Passo della Morte, con i taxi nelle stradine di montagna o nascosti nei camion. Spesso si verificano incidenti tragici, come i due cingalesi investiti da un camion ad aprile o le due persone rimaste folgorate sul tetto del treno da Ventimiglia a Mentone a gennaio e a marzo. A Mentone viene ancora segnalata la pratica della polizia di modificare la data di nascita per far risultare la persona maggiorenne e respingerla con il refus d'entrée. A Oulx, in Piemonte, nel mese di maggio sono state riportate indietro dalla Francia 530 persone, quasi 17 al giorno, cifre in continuo aumento.

Più di 14mila minori nel sistema di accoglienza italiano

Ad aprile 2022 risultano 14.025 minori stranieri non accompagnati nel sistema di accoglienza italiano, secondo i dati Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di cui il 16,3% sono bambine e ragazze, quasi il 70% hanno tra i 16 e i 17 anni e oltre il 22% sono sotto i 14 anni. Per quanto riguarda le nazionalità,

la novità di quest’anno è rappresentata dagli ucraini al primo posto (3.906, pari al 27,9%, la cui quasi totalità è ospitata presso parenti o famiglie affidatarie), poi ci sono gli egiziani con il 16,6% e a seguire bengalesi, albanesi, tunisini, pakistani, ivoriani.

 Gli afghani sono 306 pari al 2,6%, a testimonianza della loro volontà di raggiungere altri Paesi in Europa. Ad aprile sono entrati nel territorio italiano 1.897 minori soli - di cui solo 272 con gli sbarchi alla frontiera sud e i restanti 1.625 entrati evidentemente dalla frontiera terrestre – in maggioranza ucraini (1.332, pari al 70,2%), egiziani (169, pari all’8,9%), afghani (71, pari al 3,7%). Le regioni che ne accolgono di più sono Lombardia (19,6%), Sicilia (18%) ed Emilia-Romagna (8,8%).

Appello all'Ue, "proteggere tutti i minori".

Save the children chiede perciò alla Commissione europea "l’adozione di una Raccomandazione agli Stati Membri per l’adozione e l’implementazione di politiche volte ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell’Europa e sui territori degli Stati membri". Chiede inoltre ai governi europei "di astenersi dall’utilizzo di pratiche che erroneamente distinguono fra categorie di rifugiati - afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the children -, rispettando il diritto internazionale e il principio del non respingimento, consentendo l'accesso a tutti i richiedenti asilo, e di
estendere le buone pratiche istituite per i rifugiati ucraini a tutti i richiedenti asilo,
introducendole anche nelle discussioni sull’approvazione o revisione dei provvedimenti del Patto sull’Asilo e la Migrazione. Infine, riteniamo fondamentale l’adozione di sistemi di monitoraggio delle frontiere, che permettano anche di perseguire i casi di violazione dei diritti umani”. Patrizia Caiffa]]>
Presentato il restauro delle facciate della cattedrale di San Lorenzo di Perugia https://www.lavoce.it/restaurate-facciate-cattedrale-san-lorenzo-perugia/ Sat, 18 Jun 2022 17:02:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67273

La cattedrale di San Lorenzo è ritornata al suo antico splendore, dopo un restauro conservativo durato 11 mesi su una superficie di oltre 9 mila metri quadrati e che ha impegnato contemporaneamente oltre 50 maestranze specializzate. Dati evidenziati in una nota sul sito dell'archidiocesi di Perugia-Città della Pieve (http://diocesi.perugia.it). La presentazione dei lavori è avvenuta il 17 giugno in piazza IV Novembre, antistante la cattedrale, alla presenza delle autorità religiose, civili e militari della città. Il lavoro di squadra e il coordinamento tra le imprese coinvolte, i progettisti e la direzione dei lavori, ha permesso "il celere ed efficace svolgimento del cantiere", ha spiegato l'ingegnere Roberto Regni, direttore dei lavori e coordinatore dell'équipe di architetti e ingegneri dell'Area progetto associati di Perugia ai quali il Capitolo della cattedrale, il seminario arcivescovile e l'archidiocesi di Perugia-Città della Pieve hanno affidato la progettazione e il coordinamento dell'opera. Ammonta invece a poco più di 8 milioni di euro la spesa complessiva del restauro finanziato in parte grazie al "bonus facciate e il resto con il contributo della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e della società Plenitude. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67286,67287,67288,67289,67290,67291,67292,67293,67294,67295"]

Il restauro

"Le facciate, oltre ad aver beneficiato di un restauro conservativo - spiega l'ingegnere Regni -, hanno anche ricevuto interventi di consolidamento e riparazione di alcuni paramenti murari e di messa in sicurezza degli apparati decorativi. Gli interventi di restauro e consolidamento hanno riguardato i due portali d' ingresso, quello monumentale di piazza Danti, del Carattoli, del 1729, e quello cinquecentesco di piazza IV Novembre, eseguito dallo scultore Ludovico Scala su disegno dell'architetto Galeazzo Alessi, la Loggia di Braccio costruita nel 1423, il campanile ricostruito su disegno di Bino Sozi nel 1606, il pulpito quattrocentesco, l'edicola del Crocifisso del 1540, le edicole della Madonna della Consolazione e della Madonna della Provvidenza, che si affacciano su piazza IV Novembre, come anche il monumento a papa Giulio III, il basamento e la seduta in travertino dinanzi alla gradinata della Cattedrale, anch'essa ripulita, le cornici delle bifore e trifore, le vetrate e il rosone, oltre ai lavori eseguiti sulle pareti esterne dell'Isola di San Lorenzo che si affacciano sulle vie delle Cantine, Baldeschi e Maestà delle Volte e su piazza Cavallotti". L’accurata opera di restauro ha permesso anche di effettuare uno studio delle stratificazioni in pietra e in marmo caratterizzante la fabbrica dell’attuale cattedrale risalente al secolo XV, poggiante su resti di una precedente, la cui sottostante area archeologica attraversa 25 secoli, dall’età etrusca e romana a quella medioevale.

Le parole del card. Gualtiero Bassetti

"Si tratta di un recupero e di una valorizzazione architettonica esemplare - ha detto nel suo saluto l’arcivescovo emerito il cardinale Gualtiero Bassetti - che ha tenuto conto di quasi un millennio di storia, narrata in ogni singola pietra, ogni decorazione, ogni sedimentazione dei vari strati che si sono succeduti nella costruzione dell’edificio e degli annessi. Questo recupero architettonico ha infatti posto in luce, con grande chiarezza, non solo il passato ma anche, per dir così, il futuro, le potenzialità che questo monumento offre, oggi più che mai. Questa 'Isola di San Lorenzo', adagiata e perfettamente inserita da secoli nel flusso del centro cittadino, vuole ancora rappresentare un approdo, un riferimento per i fedeli e per i tanti turisti che sono tornati a popolare la nostra città". "Grazie a questo intervento, compiuto in tempi molto rapidi, grazie ai benefattori e alle preghiere e alla partecipazione di tanti, il sacro tempio è tornato a risplendere in tutta la sua bellezza - ha  poi detto il cardinale  Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica di ringraziamento. Soffermandosi sulla vita della comunità ecclesiale, Bassetti ha evidenziato che "un ruolo tutto speciale riveste la chiesa cattedrale. L’edificio di pietre deve servire a tutti noi, perché è proprio nel tempio materiale che, ascoltando la parola di Dio e celebrando la sacra liturgia, noi diventiamo un solo corpo, un unico tempio di Dio. (l'omelia completa su http://diocesi.perugia.it).

Il messaggio di mons. Fausto Sciurpa

"Piena soddisfazione per il risultato raggiunto" è stata espressa da mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici, tramite una nota diffusa dal sito web della arcidiocesi, perché costretto dal Covid-19 a restare in quarantena nel giorno della presentazione e seguendo dal terrazzo delle Logge di Braccio l'intera cerimonia. Un restauro che "ha restituito una rinnovata vitalità, luminosità, leggibilità della composita tessitura architettonica della cattedrale. L’intero complesso degli edifici della cosiddetta 'Isola di S. Lorenzo', che all’opera principale si è correlato, ne ha beneficiato contribuendo al rinnovamento di un’area del centro storico che esalta la bellezza di Perugia. Un evento che, con qualche enfasi ma non troppo, si può definire storico". "Un sentito ringraziamento – conclude sempre nella nota mons. Sciurpa – a quanti hanno contribuito all’operazione dalla progettazione all’esecuzione, e a monte, nella logica del ‘Bonus Facciate’, a quanti ne hanno permesso il finanziamento. Un particolare ringraziamento alla ‘Fondazione Brunello e Federica Cucinelli’ senza la quale il Capitolo della Cattedrale non avrebbe potuto dare avvio all’intera operazione. Il ringraziamento è tanto più sentito quanto più la fondazione si è fatta carico di interventi non previsti dal ‘Bonus’. Interventi, alcuni importanti, come quello delle Vetrate della Cattedrale, altri secondari o apparentemente meno rilevanti, nondimeno rivelativi dell’amorevole cura degli ambienti e di quanti ne fruiscono".

Brunello Cucinelli: "conservando i nostri monumenti conserviamo, per certi versi, noi stessi"

"Mi è sempre piaciuto pensare che conservando i nostri monumenti conserviamo, per certi versi, noi stessi, e gettiamo le fondamenta del nostro futuro": a dirlo è stato Brunello Cucinelli parlando del restauro del duomo di Perugia. "Si inaugura il restauro di un monumento celebre, simbolo non soltanto religioso per i perugini e per l' Italia tutta", ha aggiunto. "Ho imparato dalla mia famiglia, e dalla campagna, che ogni buona azione è come un seme che non manca mai di dare buoni frutti. Per questo auguro a tutti che l'esempio di questa buona opera stimoli un'imitazione virtuosa alla grande come alla piccola scala, pubblica e privata, poiché, come dicevano i miei stimati greci, se terrai in ordine e ben conservato l'ingresso della tua casa, anche la tua città sarà sempre ben conservata. Sono convinto che questo meritano la nostra augusta Perugia e la nostra terra madre umbra".

Le parole di Stefano Goberti

"Uno dei punti cardine della nostra strategia di sostenibilità è l'attenzione alle comunità", ha detto Stefano Goberti, amministratore delegato di Plenitude. "Questo progetto - ha aggiunto - racchiude in sé tutti gli elementi essenziali di tale approccio: abbiamo investito su partnership di valore coinvolgendo tutte le professionalità necessarie per poter restituire alla comunità perugina un simbolo di profondo rilievo storico e religioso".  ]]>

La cattedrale di San Lorenzo è ritornata al suo antico splendore, dopo un restauro conservativo durato 11 mesi su una superficie di oltre 9 mila metri quadrati e che ha impegnato contemporaneamente oltre 50 maestranze specializzate. Dati evidenziati in una nota sul sito dell'archidiocesi di Perugia-Città della Pieve (http://diocesi.perugia.it). La presentazione dei lavori è avvenuta il 17 giugno in piazza IV Novembre, antistante la cattedrale, alla presenza delle autorità religiose, civili e militari della città. Il lavoro di squadra e il coordinamento tra le imprese coinvolte, i progettisti e la direzione dei lavori, ha permesso "il celere ed efficace svolgimento del cantiere", ha spiegato l'ingegnere Roberto Regni, direttore dei lavori e coordinatore dell'équipe di architetti e ingegneri dell'Area progetto associati di Perugia ai quali il Capitolo della cattedrale, il seminario arcivescovile e l'archidiocesi di Perugia-Città della Pieve hanno affidato la progettazione e il coordinamento dell'opera. Ammonta invece a poco più di 8 milioni di euro la spesa complessiva del restauro finanziato in parte grazie al "bonus facciate e il resto con il contributo della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e della società Plenitude. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67286,67287,67288,67289,67290,67291,67292,67293,67294,67295"]

Il restauro

"Le facciate, oltre ad aver beneficiato di un restauro conservativo - spiega l'ingegnere Regni -, hanno anche ricevuto interventi di consolidamento e riparazione di alcuni paramenti murari e di messa in sicurezza degli apparati decorativi. Gli interventi di restauro e consolidamento hanno riguardato i due portali d' ingresso, quello monumentale di piazza Danti, del Carattoli, del 1729, e quello cinquecentesco di piazza IV Novembre, eseguito dallo scultore Ludovico Scala su disegno dell'architetto Galeazzo Alessi, la Loggia di Braccio costruita nel 1423, il campanile ricostruito su disegno di Bino Sozi nel 1606, il pulpito quattrocentesco, l'edicola del Crocifisso del 1540, le edicole della Madonna della Consolazione e della Madonna della Provvidenza, che si affacciano su piazza IV Novembre, come anche il monumento a papa Giulio III, il basamento e la seduta in travertino dinanzi alla gradinata della Cattedrale, anch'essa ripulita, le cornici delle bifore e trifore, le vetrate e il rosone, oltre ai lavori eseguiti sulle pareti esterne dell'Isola di San Lorenzo che si affacciano sulle vie delle Cantine, Baldeschi e Maestà delle Volte e su piazza Cavallotti". L’accurata opera di restauro ha permesso anche di effettuare uno studio delle stratificazioni in pietra e in marmo caratterizzante la fabbrica dell’attuale cattedrale risalente al secolo XV, poggiante su resti di una precedente, la cui sottostante area archeologica attraversa 25 secoli, dall’età etrusca e romana a quella medioevale.

Le parole del card. Gualtiero Bassetti

"Si tratta di un recupero e di una valorizzazione architettonica esemplare - ha detto nel suo saluto l’arcivescovo emerito il cardinale Gualtiero Bassetti - che ha tenuto conto di quasi un millennio di storia, narrata in ogni singola pietra, ogni decorazione, ogni sedimentazione dei vari strati che si sono succeduti nella costruzione dell’edificio e degli annessi. Questo recupero architettonico ha infatti posto in luce, con grande chiarezza, non solo il passato ma anche, per dir così, il futuro, le potenzialità che questo monumento offre, oggi più che mai. Questa 'Isola di San Lorenzo', adagiata e perfettamente inserita da secoli nel flusso del centro cittadino, vuole ancora rappresentare un approdo, un riferimento per i fedeli e per i tanti turisti che sono tornati a popolare la nostra città". "Grazie a questo intervento, compiuto in tempi molto rapidi, grazie ai benefattori e alle preghiere e alla partecipazione di tanti, il sacro tempio è tornato a risplendere in tutta la sua bellezza - ha  poi detto il cardinale  Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica di ringraziamento. Soffermandosi sulla vita della comunità ecclesiale, Bassetti ha evidenziato che "un ruolo tutto speciale riveste la chiesa cattedrale. L’edificio di pietre deve servire a tutti noi, perché è proprio nel tempio materiale che, ascoltando la parola di Dio e celebrando la sacra liturgia, noi diventiamo un solo corpo, un unico tempio di Dio. (l'omelia completa su http://diocesi.perugia.it).

Il messaggio di mons. Fausto Sciurpa

"Piena soddisfazione per il risultato raggiunto" è stata espressa da mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici, tramite una nota diffusa dal sito web della arcidiocesi, perché costretto dal Covid-19 a restare in quarantena nel giorno della presentazione e seguendo dal terrazzo delle Logge di Braccio l'intera cerimonia. Un restauro che "ha restituito una rinnovata vitalità, luminosità, leggibilità della composita tessitura architettonica della cattedrale. L’intero complesso degli edifici della cosiddetta 'Isola di S. Lorenzo', che all’opera principale si è correlato, ne ha beneficiato contribuendo al rinnovamento di un’area del centro storico che esalta la bellezza di Perugia. Un evento che, con qualche enfasi ma non troppo, si può definire storico". "Un sentito ringraziamento – conclude sempre nella nota mons. Sciurpa – a quanti hanno contribuito all’operazione dalla progettazione all’esecuzione, e a monte, nella logica del ‘Bonus Facciate’, a quanti ne hanno permesso il finanziamento. Un particolare ringraziamento alla ‘Fondazione Brunello e Federica Cucinelli’ senza la quale il Capitolo della Cattedrale non avrebbe potuto dare avvio all’intera operazione. Il ringraziamento è tanto più sentito quanto più la fondazione si è fatta carico di interventi non previsti dal ‘Bonus’. Interventi, alcuni importanti, come quello delle Vetrate della Cattedrale, altri secondari o apparentemente meno rilevanti, nondimeno rivelativi dell’amorevole cura degli ambienti e di quanti ne fruiscono".

Brunello Cucinelli: "conservando i nostri monumenti conserviamo, per certi versi, noi stessi"

"Mi è sempre piaciuto pensare che conservando i nostri monumenti conserviamo, per certi versi, noi stessi, e gettiamo le fondamenta del nostro futuro": a dirlo è stato Brunello Cucinelli parlando del restauro del duomo di Perugia. "Si inaugura il restauro di un monumento celebre, simbolo non soltanto religioso per i perugini e per l' Italia tutta", ha aggiunto. "Ho imparato dalla mia famiglia, e dalla campagna, che ogni buona azione è come un seme che non manca mai di dare buoni frutti. Per questo auguro a tutti che l'esempio di questa buona opera stimoli un'imitazione virtuosa alla grande come alla piccola scala, pubblica e privata, poiché, come dicevano i miei stimati greci, se terrai in ordine e ben conservato l'ingresso della tua casa, anche la tua città sarà sempre ben conservata. Sono convinto che questo meritano la nostra augusta Perugia e la nostra terra madre umbra".

Le parole di Stefano Goberti

"Uno dei punti cardine della nostra strategia di sostenibilità è l'attenzione alle comunità", ha detto Stefano Goberti, amministratore delegato di Plenitude. "Questo progetto - ha aggiunto - racchiude in sé tutti gli elementi essenziali di tale approccio: abbiamo investito su partnership di valore coinvolgendo tutte le professionalità necessarie per poter restituire alla comunità perugina un simbolo di profondo rilievo storico e religioso".  ]]>
A Terni il nuovo “Lapidarium” della cattedrale https://www.lavoce.it/terni-nuovo-lapidarium-cattedrale/ Sat, 18 Jun 2022 15:13:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67261

Epigrafi, fregi marmorei, un’acquasantiera, pietre con affreschi, sono i reperti risalenti a varie fasi costruttive del Duomo di Terni, ora fruibili nell’esposizione allestita nei locali adiacenti alla Cattedrale di Santa Maria Assunta e nel Museo Diocesano di Terni. Grazie al contributo della Fondazione Carit è stato realizzato un “lapidarium” negli spazi, in parte al chiuso e in parte all’aperto, che dividono la Cattedrale stessa dagli ambienti dell’Oratorio, recuperando e sistemando i numerosi reperti che erano sparsi e giacenti a terra, in vari locali. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67266,67267,67268,67269,67270"] I reperti sono stati posti in opera con l’affissione delle lapidi alle murature, i capitelli e l’acquasantiera su colonne in corten e i reperti lapidei su piani in plexiglass nel portico a destra della facciata del Duomo, nella piccola chiostrina che separa la Sacrestia dalla scala di accesso agli archivi diocesani, nel piano terra di questa scala e lungo la sua risalita, e da ultimo anche nella sacrestia. Piccoli tesori risalenti a diverse epoche, alcune epigrafi al XV secolo, capitelli di epoca paleocristiana recuperati in occasione di lavori di rifacimento della Cattedrale, come le pietre con affresco su intonaco rinvenute nel sottotetto dell’antisacrestia e la lastra di pietra con croce scolpita che era parte della gradinata del presbiterio.]]>

Epigrafi, fregi marmorei, un’acquasantiera, pietre con affreschi, sono i reperti risalenti a varie fasi costruttive del Duomo di Terni, ora fruibili nell’esposizione allestita nei locali adiacenti alla Cattedrale di Santa Maria Assunta e nel Museo Diocesano di Terni. Grazie al contributo della Fondazione Carit è stato realizzato un “lapidarium” negli spazi, in parte al chiuso e in parte all’aperto, che dividono la Cattedrale stessa dagli ambienti dell’Oratorio, recuperando e sistemando i numerosi reperti che erano sparsi e giacenti a terra, in vari locali. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67266,67267,67268,67269,67270"] I reperti sono stati posti in opera con l’affissione delle lapidi alle murature, i capitelli e l’acquasantiera su colonne in corten e i reperti lapidei su piani in plexiglass nel portico a destra della facciata del Duomo, nella piccola chiostrina che separa la Sacrestia dalla scala di accesso agli archivi diocesani, nel piano terra di questa scala e lungo la sua risalita, e da ultimo anche nella sacrestia. Piccoli tesori risalenti a diverse epoche, alcune epigrafi al XV secolo, capitelli di epoca paleocristiana recuperati in occasione di lavori di rifacimento della Cattedrale, come le pietre con affresco su intonaco rinvenute nel sottotetto dell’antisacrestia e la lastra di pietra con croce scolpita che era parte della gradinata del presbiterio.]]>
Celebrato il Corpus Domini a Città della Pieve https://www.lavoce.it/celebrato-il-corpus-domini-a-citta-della-pieve/ Sat, 18 Jun 2022 09:28:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67247

"Chi non ha mai sperimentato nella propria vita l’incombere della notte, l’incertezza della speranza posta sulle cose umane? È in questi momenti che Cristo si fa presente per darci come sostentamento il suo Corpo offerto in sacrificio. Grazie a questo sacrificio sappiamo che abbiamo già ottenuto la riconciliazione con il Padre". Così il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi nell’omelia della solennità del Corpus Domini celebrata la sera del 16 giugno nella concattedrale di Città della Pieve. A seguire si è tenuta la processione del Santissimo Sacramento per le vie del centro storico della cittadina umbra che ha dato i natali al grande maestro del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, il Perugino, del quale ricorre il prossimo anno il quinto centenario della morte (1523-2023). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67253,67254,67255,67256,67257"] I pievesi sono ritornati a vivere “in presenza”, dopo la pandemia, una delle processioni più sentite e partecipate, ha commentato a margine il parroco e arciprete della concattedrale don Simone Sorbaioli. Processione che è stata aperta dai tradizionali “Tronchi” delle confraternite, le grandi croci processionali recate in equilibrio dai confratelli per tutto il percorso. I fedeli hanno tenuto in mano le candele e i bambini e le bambine della Prima comunione hanno sparso a terra, in segno di riconoscenza al Signore, petali di fiori che emanavano un intenso profumo, simbolo della “fragranza” di Dio che avvolge e protegge tutti i suoi figli. Sul significato dell’appartenenza alla "famiglia di Dio", chiamata a concretizzare il messaggio di salvezza rivelato dal Corpo e dal Sangue di Cristo, si è soffermato mons. Salvi. "È questo l’alimento spirituale che ci sostiene nelle vicissitudini della vita, tra le ombre notturne che sembrano avvolgere il mondo intero. Mai come in questo momento (il riferimento è alla guerra in Ucraina, n.d.r.) sembra che le tenebre prendano il sopravvento su tutta la vita. Cristo Eucaristia si presenta come il grande amico, che sta sempre, incondizionatamente accanto a noi e ci offre continuamente il suo amore. L’Eucaristia è questo amore continuo che ci viene offerto a ciascuno di noi. L’esperienza, per quello che mi compete, dimostra che nel mezzo delle pene più grandi ciò che sostiene la fede di coloro che soffrono, è l’Eucaristia. È la possibilità di partecipare allo stesso sacrificio di Cristo e di alimentarsi con la stessa sua Comunione. Quando ero parroco, quante volte andando a trovare gli ammalati, l’Eucaristia diventava il sostegno della loro vita, un atto di ringraziamento continuo". L’Eucaristia richiama tre aspetti fondamentali della fede evidenziati da mons. Salvi nell’omelia. "Prima di tutto credere nella presenza reale di Cristo nell’ostia, che va gustata perché si offre di accompagnarci nel nostro pellegrinare terreno. Per questo dobbiamo continuamente ravvivare la nostra fede in questo grande mistero. Non possiamo dare per scontato la nostra partecipazione alla Messa, come se fosse l’abitudine di qualcosa che è distante da noi'. Secondo, "è affermare il carattere sacrificale della Messa, nel partecipare a quell’unico sacrificio di Cristo che si dona nella Croce offrendo la sua vita a tutti. Quando condividiamo l’Eucaristia, sapendo che è un autentico sacrificio, accettiamo tutta la sua grandezza e ne riceviamo i suoi frutti, venendoci donata l’opportunità di unire la nostra vita alla stessa vita di Cristo". Terzo, "la fede eucaristica ci porta alla pratica della Comunione frequente, il sostentamento che ogni giorno ci viene donato perché nella nostra vita si affermi sempre di più il bene. Il percorso della vita umana ha bisogno di questo alimento altrimenti perdiamo le forze del vivere. Non è più il tuo carattere, le tue pretese, le tue opinioni che vincono, ma è quella vita che ti viene donata e che diventa esperienza comune fra te e tuo fratello e tua sorella". Vivere l’Eucaristia, ha concluso mons. Salvi, "significa vivere quest’unità nella nostra Chiesa e che la festa del Corpus Domini rinnovi in ciascuno di noi la riscoperta e l’adesione di tutta la nostra vita all’Eucaristia".]]>

"Chi non ha mai sperimentato nella propria vita l’incombere della notte, l’incertezza della speranza posta sulle cose umane? È in questi momenti che Cristo si fa presente per darci come sostentamento il suo Corpo offerto in sacrificio. Grazie a questo sacrificio sappiamo che abbiamo già ottenuto la riconciliazione con il Padre". Così il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi nell’omelia della solennità del Corpus Domini celebrata la sera del 16 giugno nella concattedrale di Città della Pieve. A seguire si è tenuta la processione del Santissimo Sacramento per le vie del centro storico della cittadina umbra che ha dato i natali al grande maestro del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, il Perugino, del quale ricorre il prossimo anno il quinto centenario della morte (1523-2023). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="67253,67254,67255,67256,67257"] I pievesi sono ritornati a vivere “in presenza”, dopo la pandemia, una delle processioni più sentite e partecipate, ha commentato a margine il parroco e arciprete della concattedrale don Simone Sorbaioli. Processione che è stata aperta dai tradizionali “Tronchi” delle confraternite, le grandi croci processionali recate in equilibrio dai confratelli per tutto il percorso. I fedeli hanno tenuto in mano le candele e i bambini e le bambine della Prima comunione hanno sparso a terra, in segno di riconoscenza al Signore, petali di fiori che emanavano un intenso profumo, simbolo della “fragranza” di Dio che avvolge e protegge tutti i suoi figli. Sul significato dell’appartenenza alla "famiglia di Dio", chiamata a concretizzare il messaggio di salvezza rivelato dal Corpo e dal Sangue di Cristo, si è soffermato mons. Salvi. "È questo l’alimento spirituale che ci sostiene nelle vicissitudini della vita, tra le ombre notturne che sembrano avvolgere il mondo intero. Mai come in questo momento (il riferimento è alla guerra in Ucraina, n.d.r.) sembra che le tenebre prendano il sopravvento su tutta la vita. Cristo Eucaristia si presenta come il grande amico, che sta sempre, incondizionatamente accanto a noi e ci offre continuamente il suo amore. L’Eucaristia è questo amore continuo che ci viene offerto a ciascuno di noi. L’esperienza, per quello che mi compete, dimostra che nel mezzo delle pene più grandi ciò che sostiene la fede di coloro che soffrono, è l’Eucaristia. È la possibilità di partecipare allo stesso sacrificio di Cristo e di alimentarsi con la stessa sua Comunione. Quando ero parroco, quante volte andando a trovare gli ammalati, l’Eucaristia diventava il sostegno della loro vita, un atto di ringraziamento continuo". L’Eucaristia richiama tre aspetti fondamentali della fede evidenziati da mons. Salvi nell’omelia. "Prima di tutto credere nella presenza reale di Cristo nell’ostia, che va gustata perché si offre di accompagnarci nel nostro pellegrinare terreno. Per questo dobbiamo continuamente ravvivare la nostra fede in questo grande mistero. Non possiamo dare per scontato la nostra partecipazione alla Messa, come se fosse l’abitudine di qualcosa che è distante da noi'. Secondo, "è affermare il carattere sacrificale della Messa, nel partecipare a quell’unico sacrificio di Cristo che si dona nella Croce offrendo la sua vita a tutti. Quando condividiamo l’Eucaristia, sapendo che è un autentico sacrificio, accettiamo tutta la sua grandezza e ne riceviamo i suoi frutti, venendoci donata l’opportunità di unire la nostra vita alla stessa vita di Cristo". Terzo, "la fede eucaristica ci porta alla pratica della Comunione frequente, il sostentamento che ogni giorno ci viene donato perché nella nostra vita si affermi sempre di più il bene. Il percorso della vita umana ha bisogno di questo alimento altrimenti perdiamo le forze del vivere. Non è più il tuo carattere, le tue pretese, le tue opinioni che vincono, ma è quella vita che ti viene donata e che diventa esperienza comune fra te e tuo fratello e tua sorella". Vivere l’Eucaristia, ha concluso mons. Salvi, "significa vivere quest’unità nella nostra Chiesa e che la festa del Corpus Domini rinnovi in ciascuno di noi la riscoperta e l’adesione di tutta la nostra vita all’Eucaristia".]]>
Nella cattedrale di Perugia l’appuntamento con le famiglie per il X Incontro mondiale https://www.lavoce.it/cattedrale-perugia-appuntamento-diocesano-famiglie/ Fri, 17 Jun 2022 08:00:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67235

Dal 22 al 26 giugno si terrà a Roma il X Incontro mondiale delle famiglie dal titolo “L'amore familiare: vocazione e via di santità”. A causa della pandemia all'incontro parteciperanno solo i delegati internazionali e i responsabili di Associazioni e Movimenti che si occupano di Pastorale familiare, mentre si attuerà in forma multicentrica e diffusa nelle varie diocesi italiane. L'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve - Ufficio pastorale familiare ha dato appuntamento alle famiglie a Perugia il 26 giugno alle ore 17 nella cattedrale di San Lorenzo dove mons. Marco Salvi, amministratore diocesano, durante la celebrazione eucaristica consegnerà il Mandato missionario alle famiglie; a seguire, alle ore 18, in piazza IV Novembre si terrà il concerto spettacolo “Voglio dirti sì”. Sul palco, oltre ai canti di evangelizzazione, si alterneranno testimonianze, sketch genitori-figli e videoclip sui momenti più significativi delle giornate a Roma con il Papa. L'evento è in collaborazione con La Voce - Umbria Radio e ha il patrocinio del Comune di Perugia. Per info: http://diocesi.perugia.it, Facebook pastorale familiare Perugia]]>

Dal 22 al 26 giugno si terrà a Roma il X Incontro mondiale delle famiglie dal titolo “L'amore familiare: vocazione e via di santità”. A causa della pandemia all'incontro parteciperanno solo i delegati internazionali e i responsabili di Associazioni e Movimenti che si occupano di Pastorale familiare, mentre si attuerà in forma multicentrica e diffusa nelle varie diocesi italiane. L'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve - Ufficio pastorale familiare ha dato appuntamento alle famiglie a Perugia il 26 giugno alle ore 17 nella cattedrale di San Lorenzo dove mons. Marco Salvi, amministratore diocesano, durante la celebrazione eucaristica consegnerà il Mandato missionario alle famiglie; a seguire, alle ore 18, in piazza IV Novembre si terrà il concerto spettacolo “Voglio dirti sì”. Sul palco, oltre ai canti di evangelizzazione, si alterneranno testimonianze, sketch genitori-figli e videoclip sui momenti più significativi delle giornate a Roma con il Papa. L'evento è in collaborazione con La Voce - Umbria Radio e ha il patrocinio del Comune di Perugia. Per info: http://diocesi.perugia.it, Facebook pastorale familiare Perugia]]>
Celebrazione della Solennità del Corpus Domini nella Cattedrale di Terni https://www.lavoce.it/celebrazione-della-solennita-del-corpus-domini-nella-cattedrale-di-terni/ Thu, 16 Jun 2022 11:26:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67229 Corpus Domini

Solennità del Corpus Domini nella Cattedrale di Santa Maria Assunta in Terni, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Francesco Antonio Soddu e concelebrata con i sacerdoti della diocesi, giovedì 16 giugno con inizio alle 18. A seguire la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento, alla quale prenderanno parte i sacerdoti, le confraternite, i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i rappresentanti delle associazioni e movimenti ecclesiali e delle parrocchie.

La Solennità del Corpus Domini momento importante alla fine dell'anno pastorale

L’Eucaristia culmine e fonte per la vita sinodale della Chiesa, segna la riflessione della solennità del Corpus Domini che rappresenta un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è l’Eucaristia, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà della diocesi per sentirsi complementari nella diversità di ciascuno. La comunità diocesana riunita intorno al corpo del Cristo portato in processione, nella corale preghiera per i deboli, i poveri, per chiunque ha bisogno di amore e di consolazione, vicino o lontano, è il segno tangibile di una condivisione e partecipazione alla vita cittadina e ai suoi problemi.]]>
Corpus Domini

Solennità del Corpus Domini nella Cattedrale di Santa Maria Assunta in Terni, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Francesco Antonio Soddu e concelebrata con i sacerdoti della diocesi, giovedì 16 giugno con inizio alle 18. A seguire la processione eucaristica con il Santissimo Sacramento, alla quale prenderanno parte i sacerdoti, le confraternite, i Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i rappresentanti delle associazioni e movimenti ecclesiali e delle parrocchie.

La Solennità del Corpus Domini momento importante alla fine dell'anno pastorale

L’Eucaristia culmine e fonte per la vita sinodale della Chiesa, segna la riflessione della solennità del Corpus Domini che rappresenta un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è l’Eucaristia, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà della diocesi per sentirsi complementari nella diversità di ciascuno. La comunità diocesana riunita intorno al corpo del Cristo portato in processione, nella corale preghiera per i deboli, i poveri, per chiunque ha bisogno di amore e di consolazione, vicino o lontano, è il segno tangibile di una condivisione e partecipazione alla vita cittadina e ai suoi problemi.]]>
Se quattro italiani su 5… https://www.lavoce.it/se-quattro-italiani-su-5/ Thu, 16 Jun 2022 10:43:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67223 di Stefano De Martis

Com’era ampiamente prevedibile, i cinque referendum sulla giustizia non hanno raggiunto il quorum richiesto per la validità della consultazione. Ma la partecipazione è stata così bassa – la più bassa di sempre: il 20,9% – da esigere una riflessione schietta sia sull’istituto del referendum abrogativo in sé, sia sui quesiti al centro di questa specifica tornata. Sotto il primo aspetto, il nodo da sciogliere sta nella contraddizione tra l’accresciuta facilità dell’iniziativa referendaria e il “muro” del quorum, divenuto praticamente insuperabile.

Da un lato, infatti, il requisito delle 500 mila firme, fissato quando gli elettori erano circa 29 milioni, è ormai inadeguato rispetto a un corpo elettorale di oltre 50 milioni, tenuto conto che l’aver sdoganato la raccolta in forma digitale delle sottoscrizioni ha reso l’operazione estremamente più agevole. Dall’altro lato, il consolidarsi di un astensionismo di base molto più alto che in passato, come si verifica costantemente nelle consultazioni politiche, ha trasformato in un’impresa ai limiti dell’impossibile il raggiungimento del 50% più uno degli aventi diritto al voto. È come se si partisse da sotto zero, insomma. Per evitare la mortificazione di un importante strumento di democrazia diretta, quindi, si dovrebbe ridurre il quorum, o quanto meno rapportarlo alla quota di partecipazione delle più recenti elezioni parlamentari.

Quando però va alle urne solo un elettore su cinque, com’è accaduto il 12 giugno, non è una questione di quorum. Al netto di ogni altra possibile e lecita considerazione sulle cause, quel che emerge è un radicale scollamento dell’iniziativa referendaria rispetto al sentire collettivo. Tanto più che sui due quesiti più “politici” (decreto Severino e custodia cautelare), anche tra i pochi che sono andati ai seggi, una buona quota – oltre il 40% – lo ha fatto per votare “no”. Al di là delle migliori intenzioni di alcuni dei sostenitori dei referendum, è veramente arduo non cogliere profili di strumentalità in un’iniziativa che ha investito almeno parzialmente la materia di una delle riforme-chiave del Pnrr, su cui si sono impegnati Governo e Parlamento.

Tra i tanti motivi che hanno tenuto gli italiani lontano dalle urne, forse c’è anche il fastidio per la campagna elettorale permanente in cui siamo immersi da mesi, e che sembra avere come principali obiettivi il logoramento del Governo in carica e la conquista di posizioni tatticamente redditizie nella prospettiva delle prossime politiche, da cui ci separa meno di un anno. Che poi queste manovre siano o no nell’interesse del Paese, sembra quasi marginale. Non è casuale che anche nella tornata amministrativa la partecipazione abbia registrato un calo rilevante, superando di poco la metà degli elettori potenziali. Per un bilancio completo delle comunali su scala nazionale sarà necessario attendere l’esito dei ballottaggi, ma colpisce fin d’ora che gran parte dell’attenzione sia concentrata sugli assetti degli schieramenti. Ossia gli assetti interni per quanto riguarda il centrodestra, che ha una tradizione di alleanze elettorali – a ben vedere – più forte delle pur aspre rivalità tra i leader; e gli assetti complessivi sul versante del centrosinistra, dove il perimetro delle alleanze è ancora in via di definizione.

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Il vescovo Luciano in cammino verso la Chiesa-Sposa tifernate https://www.lavoce.it/il-vescovo-luciano-in-pellegrinaggio-da-gubbio-a-castello/ Thu, 16 Jun 2022 07:08:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67205

Le tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla Via di Francesco verso Città di Castello sono iniziate con un gesto simbolico e una preghiera davanti alla “Porziuncola eugubina”, come il vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli aveva ribattezzato la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra il Santo assisano e il lupo, oltre che sede una delle prime fraternità francescane già dal 1213. I presenti, sia della diocesi eugubina sia arrivati da quella tifernate, hanno pregato insieme per mons. Paolucci Bedini affidandolo al Signore: “Assisti il nostro vescovo Luciano nell’assunzione del nuovo incarico - recitava l’invocazione - e stringi in piena comunione le nostre due Diocesi di Gubbio e Città di Castello, che nella sua persona hai reso ancor più vicine nel cammino”.

Le tappe tra Gubbio e Città di Castello

Poi le varie tappe lungo l’itinerario che collega le ultime parrocchie sul territorio diocesano di Gubbio - Loreto e San Benedetto Vecchio - fino ai confini con la diocesi di Città di Castello, a tre chilometri da Pietralunga, dove si trova da qualche anno una piccola edicola votiva con la statua di sant’Ubaldo, vescovo e patrono eugubino. Lì c’è stato l’incontro con il vescovo emerito della diocesi tifernate, mons. Domenico Cancian, che poi ha proseguito con don Luciano il cammino fino a Pietralunga, meta finale della prima giornata di cammino.

La galleria fotografica della prima giornata

[gallery td_gallery_title_input="Il pellegrinaggio a piedi del vescovo Luciano Paolucci Bedini da Gubbio a Città di Castello" td_select_gallery_slide="slide" ids="67210,67211,67212,67213,67214,67215,67216,67218,67217,67220,67206,67219,67208,67209,67207"]

Venerdì l'arrivo e sabato l'ingresso ufficiale

La destinazione ultima del cammino, con arrivo nel pomeriggio di venerdì 17 giugno, è il convento degli Zoccolanti a Città di Castello, passando da domani per Pieve de’ Saddi, Candeggio e il Sasso. Un cammino condiviso per alcuni tratti anche dal vescovo emerito, mons. Cancian. Una sorta di lungo prologo alla giornata dell’ingresso del nuovo Vescovo della diocesi tifernate. Sabato 18 giugno, alle ore 16.30, c’è il primo momento della giornata che segna l’inizio del ministero pastorale di mons. Paolucci Bedini, con l’accoglienza al santuario di Santa Maria delle Grazie. Segue il corteo verso il palazzo comunale percorrendo a piedi via XI Settembre, via Mario Angeloni, piazza Matteotti e corso Cavour. Fino all’arrivo in piazza Gabriotti dove - alle ore 17 - c’è il saluto del sindaco tifernate Luca Secondi, alla presenza di varie autorità civili e militari. Mezz’ora più tardi, intorno alle 17.30, l’accoglienza nella cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

Come partecipare alla celebrazione

La celebrazione eucaristica solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini inizia alle ore 18 e sarà trasmessa in diretta dal canale Youtube e sulla pagina Facebook della diocesi di Città di Castello, creati proprio in questi giorni. La diretta della celebrazione sarà visibile anche sul sito web www.ttv.it , sul sito web www.trgmedia.it e su Trg al canale 13 del digitale terrestre.]]>

Le tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla Via di Francesco verso Città di Castello sono iniziate con un gesto simbolico e una preghiera davanti alla “Porziuncola eugubina”, come il vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli aveva ribattezzato la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra il Santo assisano e il lupo, oltre che sede una delle prime fraternità francescane già dal 1213. I presenti, sia della diocesi eugubina sia arrivati da quella tifernate, hanno pregato insieme per mons. Paolucci Bedini affidandolo al Signore: “Assisti il nostro vescovo Luciano nell’assunzione del nuovo incarico - recitava l’invocazione - e stringi in piena comunione le nostre due Diocesi di Gubbio e Città di Castello, che nella sua persona hai reso ancor più vicine nel cammino”.

Le tappe tra Gubbio e Città di Castello

Poi le varie tappe lungo l’itinerario che collega le ultime parrocchie sul territorio diocesano di Gubbio - Loreto e San Benedetto Vecchio - fino ai confini con la diocesi di Città di Castello, a tre chilometri da Pietralunga, dove si trova da qualche anno una piccola edicola votiva con la statua di sant’Ubaldo, vescovo e patrono eugubino. Lì c’è stato l’incontro con il vescovo emerito della diocesi tifernate, mons. Domenico Cancian, che poi ha proseguito con don Luciano il cammino fino a Pietralunga, meta finale della prima giornata di cammino.

La galleria fotografica della prima giornata

[gallery td_gallery_title_input="Il pellegrinaggio a piedi del vescovo Luciano Paolucci Bedini da Gubbio a Città di Castello" td_select_gallery_slide="slide" ids="67210,67211,67212,67213,67214,67215,67216,67218,67217,67220,67206,67219,67208,67209,67207"]

Venerdì l'arrivo e sabato l'ingresso ufficiale

La destinazione ultima del cammino, con arrivo nel pomeriggio di venerdì 17 giugno, è il convento degli Zoccolanti a Città di Castello, passando da domani per Pieve de’ Saddi, Candeggio e il Sasso. Un cammino condiviso per alcuni tratti anche dal vescovo emerito, mons. Cancian. Una sorta di lungo prologo alla giornata dell’ingresso del nuovo Vescovo della diocesi tifernate. Sabato 18 giugno, alle ore 16.30, c’è il primo momento della giornata che segna l’inizio del ministero pastorale di mons. Paolucci Bedini, con l’accoglienza al santuario di Santa Maria delle Grazie. Segue il corteo verso il palazzo comunale percorrendo a piedi via XI Settembre, via Mario Angeloni, piazza Matteotti e corso Cavour. Fino all’arrivo in piazza Gabriotti dove - alle ore 17 - c’è il saluto del sindaco tifernate Luca Secondi, alla presenza di varie autorità civili e militari. Mezz’ora più tardi, intorno alle 17.30, l’accoglienza nella cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

Come partecipare alla celebrazione

La celebrazione eucaristica solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini inizia alle ore 18 e sarà trasmessa in diretta dal canale Youtube e sulla pagina Facebook della diocesi di Città di Castello, creati proprio in questi giorni. La diretta della celebrazione sarà visibile anche sul sito web www.ttv.it , sul sito web www.trgmedia.it e su Trg al canale 13 del digitale terrestre.]]>
Presentazione del restauro delle facciate della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia https://www.lavoce.it/presentazione-del-restauro-delle-facciate-della-cattedrale-di-san-lorenzo-a-perugia/ Wed, 15 Jun 2022 10:04:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67198 restauro cattedrale

"Il restauro delle facciate della Cattedrale e di tutto il complesso esterno dellIsola di San Lorenzo, è un segno molto importante per la città, poiché quest’intervento fa risplendere la nostra chiesa madre di una luce nuova, in un momento che segna una rinascita per la comunità perugina dopo gli anni tristi della pandemia, in cui la piazza ed anche la cattedrale, erano vuote e circondate da un surreale silenzio.

Quest’intervento, è anche un bagliore di speranza in un momento in cui ci giungono da mesi immagini delle devastazioni e delle distruzioni della guerra".

A sottolinearlo è il vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi, nell’annunciare l’imminente Presentazione del restauro delle facciate della Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, in programma venerdì pomeriggio 17 giugno, evento che inizierà con la solenne celebrazione eucaristica delle ore 18, per poi concludersi, alle ore 19, con i saluti istituzionali e il concerto della Fanfara della Polizia di Stato.

La storia risplende ed illumina il futuro

"Il colore quasi candido delle mura dell’Isola di San Lorenzo  -prosegue monsignor Salvi- dopo l’accurato lavoro di restauro, fa ammirare tutta la bellezza di uno dei monumenti più importanti della città per la fede e l’arte. Un lavoro che ci restituisce una “nuova” cattedrale, il cui splendore illumina la piazza e le vie limitrofe, in cui la storia risplende ed illumina il nostro futuro".

Un’opera di restauro molto a cuore al cardinale Bassetti

"Un’opera di restauro -commenta il presule- che è stata possibile grazie alle vigenti norme nazionali in materia di sovvenzioni in ambito edilizio e al contributo di realtà imprenditoriali sensibili al nostro patrimonio culturale, come la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e la Società benefit Plenitude. Un’opera molto a cuore al cardinale Gualtiero Bassetti, che, il 15 luglio di un anno fa, aveva inaugurato il cantiere dei lavori dell’Isola di San Lorenzo. Venerdì prossimo non può che essere il nostro arcivescovo emerito, da me delegato, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per il restauro terminato, animata dal Coro Canticum Novum di Solomeo".

Profonda gratitudine per la nuova Cattedrale, oltre alle citate realtà imprenditoriali, viene espressa al Capitolo della Cattedrale e al canonico camerlengo don Riccardo Pascolini, allo Studio Area Progetto e all’ingegnere Roberto Regni, ai dipendenti di Curia, ai tecnici e a tutto il personale delle aziende che vi hanno operato con grande cura e dedizione.

Riscoperta della sacralità e polo devozionale

Il vescovo ed amministratore diocesano, nel soffermarsi sui lavori anche in veste di architetto e ingegnere, evidenzia che il restauro ha reso più leggibile tutto ciò che la tessitura muraria racconta.

"Qui è possibile incontrare la bellezza di Dio e la bellezza del creato che si è espressa tramite tante maestranze che vi hanno lavorato per secoli. Come ci ricordano più volte i documenti, dal punto di vista urbanistico l’insieme degli edifici contigui alla cattedrale si configurano come unico complesso che racchiude spazi con destinazioni diverse: l’Insula di San Lorenzo, che comprende la cattedrale, la loggia di Braccio Fortebraccio, l’edificio del vecchio seminario, le canoniche, i chiostri quattrocentesco e settecentesco, a cui si aggiunge il Museo del 1923.

Al di sotto della cattedrale troviamo l’area archeologica in cui le stratificazioni dell’età etrusca, romana e medievale, ci presentano un viaggio di ben venticinque secoli alla scoperta di questa parte della città, da sempre fulcro della vita religiosa e civile. Davanti ai nostri occhi non c’è solo la bellezza ritrovata della Cattedrale, ma anche la riscoperta della sacralità di un luogo che diviene un polo devozionale’ nel corso dei secoli che si racconta".

L’armonia perugina attraverso l’arte

"A lavori ultimati -conclude monsignor Marco Salvi- nel rivolgere lo sguardo su piazza IV Novembre venendo da corso Vannucci, non possiamo non notare la ritrovata bellezza della Cattedrale che interagisce con quella mai adombrata della Fontana Maggiore. Sono due delle testimonianze visive per eccellenza dell’arte e della storia di Perugia da salvaguardare e valorizzare sempre, soprattutto per le future generazioni chiamate a coltivare, come ha ricordato di recente il cardinale Bassetti, quell’armonia perugina tra la compagine ecclesiale e quella civica, e tra coloro che ne esercitano le responsabilità".

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restauro cattedrale

"Il restauro delle facciate della Cattedrale e di tutto il complesso esterno dellIsola di San Lorenzo, è un segno molto importante per la città, poiché quest’intervento fa risplendere la nostra chiesa madre di una luce nuova, in un momento che segna una rinascita per la comunità perugina dopo gli anni tristi della pandemia, in cui la piazza ed anche la cattedrale, erano vuote e circondate da un surreale silenzio.

Quest’intervento, è anche un bagliore di speranza in un momento in cui ci giungono da mesi immagini delle devastazioni e delle distruzioni della guerra".

A sottolinearlo è il vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi, nell’annunciare l’imminente Presentazione del restauro delle facciate della Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, in programma venerdì pomeriggio 17 giugno, evento che inizierà con la solenne celebrazione eucaristica delle ore 18, per poi concludersi, alle ore 19, con i saluti istituzionali e il concerto della Fanfara della Polizia di Stato.

La storia risplende ed illumina il futuro

"Il colore quasi candido delle mura dell’Isola di San Lorenzo  -prosegue monsignor Salvi- dopo l’accurato lavoro di restauro, fa ammirare tutta la bellezza di uno dei monumenti più importanti della città per la fede e l’arte. Un lavoro che ci restituisce una “nuova” cattedrale, il cui splendore illumina la piazza e le vie limitrofe, in cui la storia risplende ed illumina il nostro futuro".

Un’opera di restauro molto a cuore al cardinale Bassetti

"Un’opera di restauro -commenta il presule- che è stata possibile grazie alle vigenti norme nazionali in materia di sovvenzioni in ambito edilizio e al contributo di realtà imprenditoriali sensibili al nostro patrimonio culturale, come la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli e la Società benefit Plenitude. Un’opera molto a cuore al cardinale Gualtiero Bassetti, che, il 15 luglio di un anno fa, aveva inaugurato il cantiere dei lavori dell’Isola di San Lorenzo. Venerdì prossimo non può che essere il nostro arcivescovo emerito, da me delegato, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per il restauro terminato, animata dal Coro Canticum Novum di Solomeo".

Profonda gratitudine per la nuova Cattedrale, oltre alle citate realtà imprenditoriali, viene espressa al Capitolo della Cattedrale e al canonico camerlengo don Riccardo Pascolini, allo Studio Area Progetto e all’ingegnere Roberto Regni, ai dipendenti di Curia, ai tecnici e a tutto il personale delle aziende che vi hanno operato con grande cura e dedizione.

Riscoperta della sacralità e polo devozionale

Il vescovo ed amministratore diocesano, nel soffermarsi sui lavori anche in veste di architetto e ingegnere, evidenzia che il restauro ha reso più leggibile tutto ciò che la tessitura muraria racconta.

"Qui è possibile incontrare la bellezza di Dio e la bellezza del creato che si è espressa tramite tante maestranze che vi hanno lavorato per secoli. Come ci ricordano più volte i documenti, dal punto di vista urbanistico l’insieme degli edifici contigui alla cattedrale si configurano come unico complesso che racchiude spazi con destinazioni diverse: l’Insula di San Lorenzo, che comprende la cattedrale, la loggia di Braccio Fortebraccio, l’edificio del vecchio seminario, le canoniche, i chiostri quattrocentesco e settecentesco, a cui si aggiunge il Museo del 1923.

Al di sotto della cattedrale troviamo l’area archeologica in cui le stratificazioni dell’età etrusca, romana e medievale, ci presentano un viaggio di ben venticinque secoli alla scoperta di questa parte della città, da sempre fulcro della vita religiosa e civile. Davanti ai nostri occhi non c’è solo la bellezza ritrovata della Cattedrale, ma anche la riscoperta della sacralità di un luogo che diviene un polo devozionale’ nel corso dei secoli che si racconta".

L’armonia perugina attraverso l’arte

"A lavori ultimati -conclude monsignor Marco Salvi- nel rivolgere lo sguardo su piazza IV Novembre venendo da corso Vannucci, non possiamo non notare la ritrovata bellezza della Cattedrale che interagisce con quella mai adombrata della Fontana Maggiore. Sono due delle testimonianze visive per eccellenza dell’arte e della storia di Perugia da salvaguardare e valorizzare sempre, soprattutto per le future generazioni chiamate a coltivare, come ha ricordato di recente il cardinale Bassetti, quell’armonia perugina tra la compagine ecclesiale e quella civica, e tra coloro che ne esercitano le responsabilità".

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Corso di formazione per volontari in servizio nella Caritas diocesana e nell’APV https://www.lavoce.it/corso-di-formazione-per-volontari-in-servizio-nella-caritas-diocesana-e-nellapv/ Tue, 14 Jun 2022 14:29:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67193 formazione al servizio

"La nostra vita diffonde luce quando si spende nel servizio. Il segreto della gioia è vivere per servire". Sono le parole di Papa Francesco con cui si apre un nuovo tempo di formazione per il servizio nella Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e nell’APV, l’Associazione Perugina di Volontariato.

Un percorso formativo per tutti i giovani e gli adulti che desiderano mettersi a servizio, per sperimentare cosa significa donare il proprio tempo per gli altri.

Durata del corso di formazione al servizio

Sono previsti sei incontri, in calendario tutti i giovedì dal 16 giugno al 21 luglio, alle ore 18.30. Si terranno a Perugia, presso il Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1 - Zona Cortonese). Particolarità di questo cammino è la condivisione della prima fase formativa e la successiva distinzione dei percorsi che cambieranno in base al servizio che si vorrà poi effettuare, se in Caritas o nelle realtà in cui è presente l’APV: mondo carcerario, ospedaliero e dell’assistenza ad anziani e disabili (RSA). Gli incontri del 7 e 14 luglio, infatti, saranno tenuti da formatori diversi e tratteranno argomenti specifici per ogni servizio. In particolare, il 7 e 14 luglio, per gli interessati al servizio in Caritas, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e Silvia Bagnarelli, assistente sociale e responsabile del Centro di ascolto diocesano, presenteranno Chi è Caritas e centralità dell'ascolto e Metodo Caritas: Ascoltare, Osservare, Discernere. Negli stessi giorni per l’APV saranno presentati i servizi ai detenuti (7 luglio), da Clara Salvi e Raissa De Gruttola, e il servizio in ospedale e nelle residenze per anziani (14 luglio), da Sergio Menigatti e Maria Josè Rossi).

Il primo incontro, giovedì 16 giugno, tratterà i Fondamenti Biblici del Volontariato e sarà tenuto da padre Giulio Michelini (Ofm), noto biblista e teologo, preside dell’ITA di Assisi.

Gli altri incontri sono dedicati alla Storia del volontariato e identità del volontario (23 giugno), a cura di Maurizio Santantoni, alla Presentazione dei servizi Caritas e servizi APV (30 giugno), a cura di Mauro Cagiotti, presidente dell’APV e don Marco Briziarelli.

L’incontro conclusivo

 Il corso terminerà il 21 luglio con la serata Accendi il Servizio, che prevede un momento di condivisione finale, la celebrazione dell'Eucaristia e l’agape fraterna.

La disponibilità di posti è limitata e riservata ai maggiorenni. La partecipazione al corso è gratuita. Per maggiori informazioni: info@caritasperugia.it .

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formazione al servizio

"La nostra vita diffonde luce quando si spende nel servizio. Il segreto della gioia è vivere per servire". Sono le parole di Papa Francesco con cui si apre un nuovo tempo di formazione per il servizio nella Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e nell’APV, l’Associazione Perugina di Volontariato.

Un percorso formativo per tutti i giovani e gli adulti che desiderano mettersi a servizio, per sperimentare cosa significa donare il proprio tempo per gli altri.

Durata del corso di formazione al servizio

Sono previsti sei incontri, in calendario tutti i giovedì dal 16 giugno al 21 luglio, alle ore 18.30. Si terranno a Perugia, presso il Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1 - Zona Cortonese). Particolarità di questo cammino è la condivisione della prima fase formativa e la successiva distinzione dei percorsi che cambieranno in base al servizio che si vorrà poi effettuare, se in Caritas o nelle realtà in cui è presente l’APV: mondo carcerario, ospedaliero e dell’assistenza ad anziani e disabili (RSA). Gli incontri del 7 e 14 luglio, infatti, saranno tenuti da formatori diversi e tratteranno argomenti specifici per ogni servizio. In particolare, il 7 e 14 luglio, per gli interessati al servizio in Caritas, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e Silvia Bagnarelli, assistente sociale e responsabile del Centro di ascolto diocesano, presenteranno Chi è Caritas e centralità dell'ascolto e Metodo Caritas: Ascoltare, Osservare, Discernere. Negli stessi giorni per l’APV saranno presentati i servizi ai detenuti (7 luglio), da Clara Salvi e Raissa De Gruttola, e il servizio in ospedale e nelle residenze per anziani (14 luglio), da Sergio Menigatti e Maria Josè Rossi).

Il primo incontro, giovedì 16 giugno, tratterà i Fondamenti Biblici del Volontariato e sarà tenuto da padre Giulio Michelini (Ofm), noto biblista e teologo, preside dell’ITA di Assisi.

Gli altri incontri sono dedicati alla Storia del volontariato e identità del volontario (23 giugno), a cura di Maurizio Santantoni, alla Presentazione dei servizi Caritas e servizi APV (30 giugno), a cura di Mauro Cagiotti, presidente dell’APV e don Marco Briziarelli.

L’incontro conclusivo

 Il corso terminerà il 21 luglio con la serata Accendi il Servizio, che prevede un momento di condivisione finale, la celebrazione dell'Eucaristia e l’agape fraterna.

La disponibilità di posti è limitata e riservata ai maggiorenni. La partecipazione al corso è gratuita. Per maggiori informazioni: info@caritasperugia.it .

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Associazione San Vincenzo De Paoli: oltre 98mila euro di aiuti distribuiti nel 2021 https://www.lavoce.it/associazione-san-vincenzo-de-paoli-oltre-98mila-euro-di-aiuti-distribuiti-nel-2021/ Tue, 14 Jun 2022 12:11:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67185 associazione san vincenzo de paoli

L'Associazione San Vincenzo De Paoli di Terni presenta il bilancio dell'attività di assistenza svolta nel 2021. Il resoconto, è stato illustrato in occasione dell’assemblea annuale della associazione in cui responsabili delle varie conferenze si sono riuniti per delineare nuove prospettive e progetti per l’anno in corso. Un anno di ripartenza, dopo la contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, nel quale è cresciuta la volontà di riappropriarsi dei rapporti umani, della speranza in un futuro migliore, della consapevolezza che l’isolamento non giova a nessuno, soprattutto a chi vive già i drammi di un’esistenza misera. 

Un dato rilevante è che nell'ultimo anno c’è stato un incremento di circa il 30% di nuovi casi per effetto della pandemia che ha portato alla perdita di lavoro e a un isolamento spesso alienante. Inoltre, si è ulteriormente indebolita la fascia di popolazione a cui è rivolto da sempre l'intervento dell'Associazione: famiglie gravate da problemi economici ed esistenziali per senso di frustrazione e mancanza di opportunità lavorative, figli a rischio di abbandono scolastico per mancanza di un ambiente familiare culturalmente preparato a sostenerli, anziani soli, senzatetto, stranieri non perfettamente integrati.

"Anche se la situazione è critica -sottolinea il presidente diocesano dell'Associazione San Vincenzo De Paoli, Roberto Reale- si percepisce l'esigenza di riappropriarsi di una socialità interrotta di nuovi stimoli per ripartire, di fiducia e speranza.

C’è voglia di relazioni, di solidarietà non solo nelle persone assistite ma anche nella gente che interagisce con l’Associazione San Vincenzo De Paoli e nei volontari, nel sostenere le famiglie in difficoltà provvedendo alle loro primarie necessità e con interventi per il miglioramento del proprio benessere.

In realtà, noi, anche nei periodi di pandemia non si è mai fermata, i volontari più anziani dalle loro case hanno tenuto i contatti con le famiglie assistite, i più giovani si sono riorganizzati per la distribuzione di beni e servizi e sono riprese anche alcune attività laboratoriali per l’accoglienza e l’integrazione dei più bisognosi.

Vorremmo creare una rete di relazioni tra volontari delle varie conferenze per condividere esperienze e progettualità, che abbiano al centro le persone e l’amicizia con tutti coloro che chiedono aiuto e vicinanza umana".

L'attività svolta nel 2021 dall'Associazione San Vincenzo De Paoli a Terni

Nell’anno 2021 sono stati elargiti aiuti per un totale di € 98.449,00,cifra di poco inferiore a quella dell’anno precedente. Inoltre sono stati distribuiti 110.867 chilogrammi di generi alimentari ricevuti gratuitamente, in particolare attraverso il Banco Alimentare. Sono stati distribuiti 10.192 pacchi viveri e prodotti per igiene permettendo a 2987 persone di usufruirne, di cui 1390 italiani, 242 comunitari, 1355 extracomunitari. Sono state assistite 948 persone, 408 nuclei familiari attraverso le visite domiciliari, attività caratteristica dell’Associazione. Sono stati ricevuti e distribuiti 7253 capi di vestiario attrezzature per infanzia e mobili, il cui valore come prodotto usato può essere quantificato in € 27.539, distribuiti soprattutto attraverso l’Emporio Bimbi.

Il progetto Ripartiamo insieme: famiglia, amicizia, speranza

Grazie al prezioso contributo della Fondazione Carit di settantadue mila euro, la San Vincenzo ha potuto dar vita a questo progetto che tende a restituire dignità a chi per le difficoltà della vita sente di averla persa. Il supporto del sostegno amicale tende ad evitare la disgregazione delle famiglie, gravissima conseguenza della crisi economica che diventa crisi esistenziale. Condizione essenziale per l’unità del nucleo familiare è la disponibilità della casa, indiscutibile bene primario e la certezza di avere il necessario per l'alimentazione e la cura della persona. Si è provveduto al pagamento di utenze, affitti, spese condominiali, acquisto di generi alimentari e di igiene.

Altro aspetto è la cura della salute degli individui ed aiutarli al rispetto delle norme igieniche anche in riferimento al Covid. Obiettivo del progetto è assicurare tali beni e servizi attraverso il pagamento di visite mediche, medicinali, ausili vari. Ed infine l’istruzione per evitare la dispersione scolastica attraverso il sostegno allo studio e il pagamento delle spese scolastiche (libri di testo, materiale di cancelleria, corredo, mense e trasporto scolastico) per assicurare un futuro migliore ai bambini e ragazzi che si sentono discriminati per la mancanza di opportunità.

Denominatore comune del progetto è comunque quello del riappropriarsi della propria dignità anche sentendosi parte della comunità attraverso momenti volti all'inclusione. Migliorare la qualità di vita degli anziani che vivono spesso in solitudine e con pensioni inadeguate. Garantirgli una vita dignitosa attraverso aiuti economici, reinserirli nel tessuto sociale, dare loro serenità, amicizia, creare momenti di evasione.

Quindi particolare attenzione per le fasce più deboli come anziani e bambini, soprattutto stranieri poco integrati, che hanno maggiormente sofferto per la pandemia e il forzato isolamento ha tolto stimoli, acuito fobie ed impigrito le menti. Il progetto prevede interventi per migliorare il proprio benessere e qualità della vita, riallacciare i rapporti umani, creare occasioni di evasione e di integrazione, sono in programma gite per anziani, momenti culturali, conviviali e ludici. Interventi animati in particolare dai giovani vincenziani per un reciproco arricchimento di valori umani nella diversità generazionale.

Progetto U.N.I.R.E

Nel 2021 ha avuto realizzazione, grazie al contributo del Consiglio Nazionale della San Vincenzo de’ Paoli, il progetto U.N.I.R.E. (Unire Nazioni Insegnando Relazionandosi Emancipandosi), laboratorio di svago e apprendimento in lingua italiana, inglese e francese per acquisire la conoscenza dei sistemi digitali al fine di rapportarsi con la Pubblica Amministrazione, per accedere ai vari servizi online e usufruire delle agevolazioni, per le prenotazioni, per proporre candidature di lavoro, per essere in grado di sostenere i figli nella didattica a distanza e a tenere le relazioni con la scuola utilizzando le piattaforme on line. Il tutto affiancato da laboratori di musica danza e recitazione per preparare il saggio finale dei partecipanti.

Emporio Bimbi

Nel 2021 è stato festeggiato il V Anniversario dell’Emporio Bimbi, creato per l’integrazione tra le diverse culture e condizioni sociali attraverso eventi dedicati, particolare attenzione è rivolta ai bambini emarginati in ambiente scolastico. Emporio Bimbi è distribuzione di beni essenziali e servizi (sostegno scolastico, laboratori didattici, sport e danza) ai bambini da 0 a 12 anni in difficoltà economica e/o esistenziale e alle relative famiglie per evitare che qualcuno possa soffrire della mancanza di beni essenziali e della possibilità di opportunità necessari per una esistenza dignitosa.

Nell' anno 2021 l’Emporio ha assistito 333 bambini appartenenti a 196 famiglie, il 30% sono nuovi accessi, sono povertà economiche e culturali, trend in crescita anche nei primi mesi del 2022 con l’arrivo di circa 90 bambini ucraini.

Sono stati distribuiti 1176 pacchi spesa con alimentari, prodotti di igiene personale e materiale scolastico per un costo totale di € 27770,80.  Alcuni esempi dei beni distribuiti: 249 zaini per la scuola, 399 pastelli,1127 quaderni,2515 prodotti vari per la scuola, 923 merendine, 1307 biscotti, 982 miele/nutella, 1682 pannolini, 2089 saponi vari. Oltre a questi abbiamo distribuito 1807 giocattoli, 554 libri, 540 scarpe, 4735 capi di vestiario, 437 attrezzature varie.

L’ambito di azione dell’Emporio Bimbi è essenzialmente il territorio della Diocesi di Terni-Narni-Amelia nelle sue zone più depresse dove emergono differenze sociali e culturali che facilitano atti di discriminazione ed emarginazione nei confronti dei bambini più vulnerabili. Zone in cui vivono famiglie che non hanno livelli culturali, strumenti informatici e disponibilità economiche tali da sostenere il percorso scolastico dei figli favorendo il relativo abbandono soprattutto nell'attuale periodo della pandemia che le ha indebolite ulteriormente sia dal punto di vista economico che relazionale ed esistenziale.

Emporio Bimbi si è arricchito di nuove figure professionalmente preparate per gestire i nuovi laboratori per mamme e bambini grazie anche al prezioso apporto della Caritas di San Gabriele che è partner del nostro progetto UNIRE per offrire nuove opportunità di apprendimento, di socializzazione e di acquisizione delle conoscenze informatiche e digitali per colmare le loro lacune ed avere maggiore possibilità di accesso al mondo del lavoro

Importante è stato l'inserimento dei piccoli vincenziani che hanno portato avanti le iniziative di integrazione dei bambini frequentanti l'emporio ed hanno sostenuto con aiuti economici alcune famiglie particolarmente bisognose. Con la loro attività hanno inserito altri bambini nel mondo dello sport creando una squadra di pallavolo e hanno inserito in una nuova socialità ragazzi che vivono in solitudine invitandoli a fare le attività particolarmente apprezzate da tutti gli adolescenti.

Grazie al progetto Fratelli di Culla finanziato dalla Fondazione Carit trentotto famiglie hanno potuto usufruire del comodato gratuito di carrozzine e passeggini. Nei prossimi mesi riprenderanno i laboratori didattici, di danza e di musica, passi importanti verso l’inclusione e l’attenuazione del senso di frustrazione derivante dalle minori possibilità di accesso a servizi. Partirà inoltre nei prossimi giorni un laboratorio dedicato principalmente ai bambini ucraini per la realizzazione di mattonelle in ceramica da appendere in una via della città per ricordare l’ospitalità che Terni ha riservato loro e per ricordare l’importanza della convivenza pacifica.

Contributi e benefattori

Oltre alla Fondazione Carit altre realtà del territorio hanno contribuito a realizzare l’attività vincenziana in questo tempo di particolare difficoltà: la Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Cosp Tecno Service, Parrocchia e scuola materna di Stroncone, Confcommercio e Associazione Clown Vip, Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, OPES Umbria, Coldiretti, Circoli del PD, COOP, Conad Arca e tanti privati cittadini che oltre ad offerte in denaro hanno donato viveri, abbigliamento, mobili, giocattoli, attrezzature, materiale scolastico alle conferenze e in particolare all’Emporio Bimbi.

 Volontari

Purtroppo nell’anno sono state chiuse due conferenze ed c’è stato un forte decremento dei soci che sono attualmente settantadue. A questi si affianca un buon numero di volontari esterni che comunque sostengono l’attività e soprattutto il gruppo dei giovanissimi vincenziani a cui l’associazione affida il proprio futuro

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associazione san vincenzo de paoli

L'Associazione San Vincenzo De Paoli di Terni presenta il bilancio dell'attività di assistenza svolta nel 2021. Il resoconto, è stato illustrato in occasione dell’assemblea annuale della associazione in cui responsabili delle varie conferenze si sono riuniti per delineare nuove prospettive e progetti per l’anno in corso. Un anno di ripartenza, dopo la contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, nel quale è cresciuta la volontà di riappropriarsi dei rapporti umani, della speranza in un futuro migliore, della consapevolezza che l’isolamento non giova a nessuno, soprattutto a chi vive già i drammi di un’esistenza misera. 

Un dato rilevante è che nell'ultimo anno c’è stato un incremento di circa il 30% di nuovi casi per effetto della pandemia che ha portato alla perdita di lavoro e a un isolamento spesso alienante. Inoltre, si è ulteriormente indebolita la fascia di popolazione a cui è rivolto da sempre l'intervento dell'Associazione: famiglie gravate da problemi economici ed esistenziali per senso di frustrazione e mancanza di opportunità lavorative, figli a rischio di abbandono scolastico per mancanza di un ambiente familiare culturalmente preparato a sostenerli, anziani soli, senzatetto, stranieri non perfettamente integrati.

"Anche se la situazione è critica -sottolinea il presidente diocesano dell'Associazione San Vincenzo De Paoli, Roberto Reale- si percepisce l'esigenza di riappropriarsi di una socialità interrotta di nuovi stimoli per ripartire, di fiducia e speranza.

C’è voglia di relazioni, di solidarietà non solo nelle persone assistite ma anche nella gente che interagisce con l’Associazione San Vincenzo De Paoli e nei volontari, nel sostenere le famiglie in difficoltà provvedendo alle loro primarie necessità e con interventi per il miglioramento del proprio benessere.

In realtà, noi, anche nei periodi di pandemia non si è mai fermata, i volontari più anziani dalle loro case hanno tenuto i contatti con le famiglie assistite, i più giovani si sono riorganizzati per la distribuzione di beni e servizi e sono riprese anche alcune attività laboratoriali per l’accoglienza e l’integrazione dei più bisognosi.

Vorremmo creare una rete di relazioni tra volontari delle varie conferenze per condividere esperienze e progettualità, che abbiano al centro le persone e l’amicizia con tutti coloro che chiedono aiuto e vicinanza umana".

L'attività svolta nel 2021 dall'Associazione San Vincenzo De Paoli a Terni

Nell’anno 2021 sono stati elargiti aiuti per un totale di € 98.449,00,cifra di poco inferiore a quella dell’anno precedente. Inoltre sono stati distribuiti 110.867 chilogrammi di generi alimentari ricevuti gratuitamente, in particolare attraverso il Banco Alimentare. Sono stati distribuiti 10.192 pacchi viveri e prodotti per igiene permettendo a 2987 persone di usufruirne, di cui 1390 italiani, 242 comunitari, 1355 extracomunitari. Sono state assistite 948 persone, 408 nuclei familiari attraverso le visite domiciliari, attività caratteristica dell’Associazione. Sono stati ricevuti e distribuiti 7253 capi di vestiario attrezzature per infanzia e mobili, il cui valore come prodotto usato può essere quantificato in € 27.539, distribuiti soprattutto attraverso l’Emporio Bimbi.

Il progetto Ripartiamo insieme: famiglia, amicizia, speranza

Grazie al prezioso contributo della Fondazione Carit di settantadue mila euro, la San Vincenzo ha potuto dar vita a questo progetto che tende a restituire dignità a chi per le difficoltà della vita sente di averla persa. Il supporto del sostegno amicale tende ad evitare la disgregazione delle famiglie, gravissima conseguenza della crisi economica che diventa crisi esistenziale. Condizione essenziale per l’unità del nucleo familiare è la disponibilità della casa, indiscutibile bene primario e la certezza di avere il necessario per l'alimentazione e la cura della persona. Si è provveduto al pagamento di utenze, affitti, spese condominiali, acquisto di generi alimentari e di igiene.

Altro aspetto è la cura della salute degli individui ed aiutarli al rispetto delle norme igieniche anche in riferimento al Covid. Obiettivo del progetto è assicurare tali beni e servizi attraverso il pagamento di visite mediche, medicinali, ausili vari. Ed infine l’istruzione per evitare la dispersione scolastica attraverso il sostegno allo studio e il pagamento delle spese scolastiche (libri di testo, materiale di cancelleria, corredo, mense e trasporto scolastico) per assicurare un futuro migliore ai bambini e ragazzi che si sentono discriminati per la mancanza di opportunità.

Denominatore comune del progetto è comunque quello del riappropriarsi della propria dignità anche sentendosi parte della comunità attraverso momenti volti all'inclusione. Migliorare la qualità di vita degli anziani che vivono spesso in solitudine e con pensioni inadeguate. Garantirgli una vita dignitosa attraverso aiuti economici, reinserirli nel tessuto sociale, dare loro serenità, amicizia, creare momenti di evasione.

Quindi particolare attenzione per le fasce più deboli come anziani e bambini, soprattutto stranieri poco integrati, che hanno maggiormente sofferto per la pandemia e il forzato isolamento ha tolto stimoli, acuito fobie ed impigrito le menti. Il progetto prevede interventi per migliorare il proprio benessere e qualità della vita, riallacciare i rapporti umani, creare occasioni di evasione e di integrazione, sono in programma gite per anziani, momenti culturali, conviviali e ludici. Interventi animati in particolare dai giovani vincenziani per un reciproco arricchimento di valori umani nella diversità generazionale.

Progetto U.N.I.R.E

Nel 2021 ha avuto realizzazione, grazie al contributo del Consiglio Nazionale della San Vincenzo de’ Paoli, il progetto U.N.I.R.E. (Unire Nazioni Insegnando Relazionandosi Emancipandosi), laboratorio di svago e apprendimento in lingua italiana, inglese e francese per acquisire la conoscenza dei sistemi digitali al fine di rapportarsi con la Pubblica Amministrazione, per accedere ai vari servizi online e usufruire delle agevolazioni, per le prenotazioni, per proporre candidature di lavoro, per essere in grado di sostenere i figli nella didattica a distanza e a tenere le relazioni con la scuola utilizzando le piattaforme on line. Il tutto affiancato da laboratori di musica danza e recitazione per preparare il saggio finale dei partecipanti.

Emporio Bimbi

Nel 2021 è stato festeggiato il V Anniversario dell’Emporio Bimbi, creato per l’integrazione tra le diverse culture e condizioni sociali attraverso eventi dedicati, particolare attenzione è rivolta ai bambini emarginati in ambiente scolastico. Emporio Bimbi è distribuzione di beni essenziali e servizi (sostegno scolastico, laboratori didattici, sport e danza) ai bambini da 0 a 12 anni in difficoltà economica e/o esistenziale e alle relative famiglie per evitare che qualcuno possa soffrire della mancanza di beni essenziali e della possibilità di opportunità necessari per una esistenza dignitosa.

Nell' anno 2021 l’Emporio ha assistito 333 bambini appartenenti a 196 famiglie, il 30% sono nuovi accessi, sono povertà economiche e culturali, trend in crescita anche nei primi mesi del 2022 con l’arrivo di circa 90 bambini ucraini.

Sono stati distribuiti 1176 pacchi spesa con alimentari, prodotti di igiene personale e materiale scolastico per un costo totale di € 27770,80.  Alcuni esempi dei beni distribuiti: 249 zaini per la scuola, 399 pastelli,1127 quaderni,2515 prodotti vari per la scuola, 923 merendine, 1307 biscotti, 982 miele/nutella, 1682 pannolini, 2089 saponi vari. Oltre a questi abbiamo distribuito 1807 giocattoli, 554 libri, 540 scarpe, 4735 capi di vestiario, 437 attrezzature varie.

L’ambito di azione dell’Emporio Bimbi è essenzialmente il territorio della Diocesi di Terni-Narni-Amelia nelle sue zone più depresse dove emergono differenze sociali e culturali che facilitano atti di discriminazione ed emarginazione nei confronti dei bambini più vulnerabili. Zone in cui vivono famiglie che non hanno livelli culturali, strumenti informatici e disponibilità economiche tali da sostenere il percorso scolastico dei figli favorendo il relativo abbandono soprattutto nell'attuale periodo della pandemia che le ha indebolite ulteriormente sia dal punto di vista economico che relazionale ed esistenziale.

Emporio Bimbi si è arricchito di nuove figure professionalmente preparate per gestire i nuovi laboratori per mamme e bambini grazie anche al prezioso apporto della Caritas di San Gabriele che è partner del nostro progetto UNIRE per offrire nuove opportunità di apprendimento, di socializzazione e di acquisizione delle conoscenze informatiche e digitali per colmare le loro lacune ed avere maggiore possibilità di accesso al mondo del lavoro

Importante è stato l'inserimento dei piccoli vincenziani che hanno portato avanti le iniziative di integrazione dei bambini frequentanti l'emporio ed hanno sostenuto con aiuti economici alcune famiglie particolarmente bisognose. Con la loro attività hanno inserito altri bambini nel mondo dello sport creando una squadra di pallavolo e hanno inserito in una nuova socialità ragazzi che vivono in solitudine invitandoli a fare le attività particolarmente apprezzate da tutti gli adolescenti.

Grazie al progetto Fratelli di Culla finanziato dalla Fondazione Carit trentotto famiglie hanno potuto usufruire del comodato gratuito di carrozzine e passeggini. Nei prossimi mesi riprenderanno i laboratori didattici, di danza e di musica, passi importanti verso l’inclusione e l’attenuazione del senso di frustrazione derivante dalle minori possibilità di accesso a servizi. Partirà inoltre nei prossimi giorni un laboratorio dedicato principalmente ai bambini ucraini per la realizzazione di mattonelle in ceramica da appendere in una via della città per ricordare l’ospitalità che Terni ha riservato loro e per ricordare l’importanza della convivenza pacifica.

Contributi e benefattori

Oltre alla Fondazione Carit altre realtà del territorio hanno contribuito a realizzare l’attività vincenziana in questo tempo di particolare difficoltà: la Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Cosp Tecno Service, Parrocchia e scuola materna di Stroncone, Confcommercio e Associazione Clown Vip, Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, OPES Umbria, Coldiretti, Circoli del PD, COOP, Conad Arca e tanti privati cittadini che oltre ad offerte in denaro hanno donato viveri, abbigliamento, mobili, giocattoli, attrezzature, materiale scolastico alle conferenze e in particolare all’Emporio Bimbi.

 Volontari

Purtroppo nell’anno sono state chiuse due conferenze ed c’è stato un forte decremento dei soci che sono attualmente settantadue. A questi si affianca un buon numero di volontari esterni che comunque sostengono l’attività e soprattutto il gruppo dei giovanissimi vincenziani a cui l’associazione affida il proprio futuro

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Il Pranzo della Misericordia è tornato dopo due anni https://www.lavoce.it/il-pranzo-della-misericordia-e-tornato-dopo-due-anni/ Mon, 13 Jun 2022 14:44:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67178 pranzo della misericordia 2022

Il Pranzo della Misericordia, l'iniziativa promossa a Ponte Pattoli dal Gruppo di preghiera ed opere della Divina Misericordia assieme alle volontarie della Caritas parrocchiale è tornata dopo due anni, domenica 12 giugno. "Sentiamo nel cuore il bisogno e il desiderio di tornare alla normalità -commenta Graziella Tabarrini, a nome dei promotori del Pranzo- senza dimenticare la difficile situazione delle popolazioni in guerra in tutto il mondo, in particolare in Ucraina. Abbiamo dato il benvenuto a famiglie profughe ucraine e pregato con loro affinché possa tornare la pace e si possa costruire un mondo dove regni la concordia e il reciproco rispetto. Questo si prefigge il Pranzo della Misericordia, nella consapevolezza di essere una goccia d’acqua in un oceano, ma gioiosi di esserci perché testimoni del Vangelo".

Una giornata, promossa dal Gruppo di preghiera riconosciuto e benedetto dal cardinale Gualtiero Bassetti dieci anni fa, nel 2012, all’insegna della condivisione e della solidarietà con quanti vivono gravi situazioni di disagio e solitudine residenti nel territorio e con chi è fuggito da guerre, persecuzioni e povertà ed ha trovato dignitosa ospitalità nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Tra questi alcune famiglie ucraine con i loro bambini sorridenti, ma i volti tristi delle mamme ben trasmettono l’angoscia e la sofferenza che portano nel cuore da quasi quattro mesi.

Una iniziativa, quella del Pranzo della Misericordia, riconosciuta di rilevanza anche sociale dalle Istituzioni civili locali. A testimoniarlo è stata la presenza, tra gli oltre cento commensali, del sindaco di Perugia Andrea Romizi e degli assessori comunali Otello Numeri e Leonardo Varasano.

A condividere le finalità dell’iniziativa c’erano, tra gli ospiti, Rosalia Sabatini, moglie del venerabile Vittorio Trancanelli, il noto chirurgo perugino toccato dalla santità nella vita e in sala operatoria, che ha dato vita all’associazione Alle Querce di Mamre, oggi presieduta dal professor Fausto Santeusanio, anch’egli al pranzo, e Anna Armentano, mamma di Sara Mariucci di Gubbio, la piccola luce di Maria a cui vengono attribuite guarigioni inspiegabili.

Significativa la presenza di un gruppo di giovani profughi del progetto diocesano per richiedenti protezione internazionale gestito dalla società cooperativa Unitatis Redintegratio. Tra questi la giornalista e poetessa afghana Shamim Frotan, a Perugia da otto mesi, vincitrice del 13simo Concorso letterario Città di Grottammare, una delle tante donne afghane a cui il ritorno dei talebani ha negato lavoro e studio, così da ridurle alla povertà intellettuale e materiale più assoluta.

"Il nostro auspicio -ha detto Graziella Tabarrini, nel dare ai commensali appuntamento al prossimo anno- è quello che dal Pranzo della Misericordia possa nascere un’associazione di volontariato di opere di bene per persone con gravi disagi sostenendole a domicilio. Per questo abbiamo ricevuto l’incoraggiamento del direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e lo ringraziamo per il sostegno a questa iniziativa"

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pranzo della misericordia 2022

Il Pranzo della Misericordia, l'iniziativa promossa a Ponte Pattoli dal Gruppo di preghiera ed opere della Divina Misericordia assieme alle volontarie della Caritas parrocchiale è tornata dopo due anni, domenica 12 giugno. "Sentiamo nel cuore il bisogno e il desiderio di tornare alla normalità -commenta Graziella Tabarrini, a nome dei promotori del Pranzo- senza dimenticare la difficile situazione delle popolazioni in guerra in tutto il mondo, in particolare in Ucraina. Abbiamo dato il benvenuto a famiglie profughe ucraine e pregato con loro affinché possa tornare la pace e si possa costruire un mondo dove regni la concordia e il reciproco rispetto. Questo si prefigge il Pranzo della Misericordia, nella consapevolezza di essere una goccia d’acqua in un oceano, ma gioiosi di esserci perché testimoni del Vangelo".

Una giornata, promossa dal Gruppo di preghiera riconosciuto e benedetto dal cardinale Gualtiero Bassetti dieci anni fa, nel 2012, all’insegna della condivisione e della solidarietà con quanti vivono gravi situazioni di disagio e solitudine residenti nel territorio e con chi è fuggito da guerre, persecuzioni e povertà ed ha trovato dignitosa ospitalità nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Tra questi alcune famiglie ucraine con i loro bambini sorridenti, ma i volti tristi delle mamme ben trasmettono l’angoscia e la sofferenza che portano nel cuore da quasi quattro mesi.

Una iniziativa, quella del Pranzo della Misericordia, riconosciuta di rilevanza anche sociale dalle Istituzioni civili locali. A testimoniarlo è stata la presenza, tra gli oltre cento commensali, del sindaco di Perugia Andrea Romizi e degli assessori comunali Otello Numeri e Leonardo Varasano.

A condividere le finalità dell’iniziativa c’erano, tra gli ospiti, Rosalia Sabatini, moglie del venerabile Vittorio Trancanelli, il noto chirurgo perugino toccato dalla santità nella vita e in sala operatoria, che ha dato vita all’associazione Alle Querce di Mamre, oggi presieduta dal professor Fausto Santeusanio, anch’egli al pranzo, e Anna Armentano, mamma di Sara Mariucci di Gubbio, la piccola luce di Maria a cui vengono attribuite guarigioni inspiegabili.

Significativa la presenza di un gruppo di giovani profughi del progetto diocesano per richiedenti protezione internazionale gestito dalla società cooperativa Unitatis Redintegratio. Tra questi la giornalista e poetessa afghana Shamim Frotan, a Perugia da otto mesi, vincitrice del 13simo Concorso letterario Città di Grottammare, una delle tante donne afghane a cui il ritorno dei talebani ha negato lavoro e studio, così da ridurle alla povertà intellettuale e materiale più assoluta.

"Il nostro auspicio -ha detto Graziella Tabarrini, nel dare ai commensali appuntamento al prossimo anno- è quello che dal Pranzo della Misericordia possa nascere un’associazione di volontariato di opere di bene per persone con gravi disagi sostenendole a domicilio. Per questo abbiamo ricevuto l’incoraggiamento del direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e lo ringraziamo per il sostegno a questa iniziativa"

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Professione perpetua presso le Suore di Nostra Signora dell’Incarnazione https://www.lavoce.it/professione-perpetua-presso-le-suore-di-nostra-signora-dellincarnazione/ Mon, 13 Jun 2022 10:51:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67172 professione perpetua di suor raissa

Festa in diocesi per la professione perpetua di suor Raissa Mazalo Perezi, originaria del Togo e appartenente all’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione della Costa d’Avorio, congregazione che da quindici anni è presente a Terni con una comunità di suore nella parrocchia della Santissima Trinità e Santa Maria della Pace, che prestano il loro servizio nella Caritas diocesana e nella casa di accoglienza per donne sole e con bambini Santa Maria della Pace.

Sabato 11 giugno nella chiesa di Santa Maria della Pace a Valenza il vescovo Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ha presieduto la solenne messa, concelebrata dal vicario generale della diocesi monsignor Salvatore Ferdinandi, dal parroco monsignor Marcello Giorgi e da numerosi sacerdoti diocesani e altri provenienti dal Togo e Costa d’Avorio. Presente la reverenda Madre Adeline Léontine Brou Yera, superiora generale dell’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione. La suggestiva liturgia, ricca di colori, canti e simboli africani, è stata animata dalla Corale del Cuore e dai ragazzi del gruppo giovanile della parrocchia.

Una chiamata a testimoniare il vangelo nella sequela del Signore, percepita da suor Raissa dall’infanzia e maturata negli anni di formazione al postulato e noviziato, verificata nei sei anni come professa temporanea nella Congregazione Nostra Signora dell’Incarnazione.

Dopo la presentazione della professa all’assemblea, suor Raissa dal fondo della chiesa ha raggiunto l’altare cantando eccomi Signore, portando due segni propri della tradizione africana: un grande cucchiaio in legno e il testo autografo della professione, letto davanti alla Madre superiora generale. Il rito della professione perpetua, è proseguito con le interrogazioni del vescovo e la preghiera litanica, quindi suor Raissa con le sue mani nelle mani della Madre superiora suor Adeline Léontine Brou Yera ha emesso i voti perpetui ed ha ricevuto l’anello segno del suo sposalizio con Cristo.

"Hai espresso il tuo desiderio -ha detto il vescovo Soddu- che da oggi si fa offerta piena di vita nella consacrazione totale. Eccomi Signore è la risposta di fede di chiunque si sente chiamato da Dio. La voce di Dio non è la nostra voce, ma molto di più, si fa voce degli uomini e nel mistero dell’incarnazione diventa il miracolo più grande che Dio ha voluto donare all’umanità. Nulla è impossibile a Dio. Il sigillo di Dio nel tuo cuore è il Signore Gesù, che ti ha amato e ha dato la sua vita, e che per te oggi diventa amore sponsale".

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professione perpetua di suor raissa

Festa in diocesi per la professione perpetua di suor Raissa Mazalo Perezi, originaria del Togo e appartenente all’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione della Costa d’Avorio, congregazione che da quindici anni è presente a Terni con una comunità di suore nella parrocchia della Santissima Trinità e Santa Maria della Pace, che prestano il loro servizio nella Caritas diocesana e nella casa di accoglienza per donne sole e con bambini Santa Maria della Pace.

Sabato 11 giugno nella chiesa di Santa Maria della Pace a Valenza il vescovo Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ha presieduto la solenne messa, concelebrata dal vicario generale della diocesi monsignor Salvatore Ferdinandi, dal parroco monsignor Marcello Giorgi e da numerosi sacerdoti diocesani e altri provenienti dal Togo e Costa d’Avorio. Presente la reverenda Madre Adeline Léontine Brou Yera, superiora generale dell’Istituto delle suore di Nostra Signora dell’Incarnazione. La suggestiva liturgia, ricca di colori, canti e simboli africani, è stata animata dalla Corale del Cuore e dai ragazzi del gruppo giovanile della parrocchia.

Una chiamata a testimoniare il vangelo nella sequela del Signore, percepita da suor Raissa dall’infanzia e maturata negli anni di formazione al postulato e noviziato, verificata nei sei anni come professa temporanea nella Congregazione Nostra Signora dell’Incarnazione.

Dopo la presentazione della professa all’assemblea, suor Raissa dal fondo della chiesa ha raggiunto l’altare cantando eccomi Signore, portando due segni propri della tradizione africana: un grande cucchiaio in legno e il testo autografo della professione, letto davanti alla Madre superiora generale. Il rito della professione perpetua, è proseguito con le interrogazioni del vescovo e la preghiera litanica, quindi suor Raissa con le sue mani nelle mani della Madre superiora suor Adeline Léontine Brou Yera ha emesso i voti perpetui ed ha ricevuto l’anello segno del suo sposalizio con Cristo.

"Hai espresso il tuo desiderio -ha detto il vescovo Soddu- che da oggi si fa offerta piena di vita nella consacrazione totale. Eccomi Signore è la risposta di fede di chiunque si sente chiamato da Dio. La voce di Dio non è la nostra voce, ma molto di più, si fa voce degli uomini e nel mistero dell’incarnazione diventa il miracolo più grande che Dio ha voluto donare all’umanità. Nulla è impossibile a Dio. Il sigillo di Dio nel tuo cuore è il Signore Gesù, che ti ha amato e ha dato la sua vita, e che per te oggi diventa amore sponsale".

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