crisi climatica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/crisi-climatica/ Settimanale di informazione regionale Wed, 20 Nov 2024 17:22:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg crisi climatica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/crisi-climatica/ 32 32 Clima. Serve una “conversione ecologica” del cuore per salvare la “casa comune” https://www.lavoce.it/clima-serve-una-conversione-ecologica-del-cuore-per-salvare-la-casa-comune/ https://www.lavoce.it/clima-serve-una-conversione-ecologica-del-cuore-per-salvare-la-casa-comune/#respond Thu, 14 Nov 2024 08:20:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78604 La sala con i presenti alla Cop 29 sullo sfondo una grande schermo con la presidente Meloni che parla

La crisi climatica ormai continua a bussare violentemente anche alle porte delle nostre società. Dai cicloni alle tempeste, dai disastri “naturali” ai periodi di siccità sempre più estesi, anche Europa e Usa non possono più dirsi indifferenti rispetto ai cambiamenti climatici.

“Auspico che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune” – aveva detto Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 10 novembre. E in effetti si tratta di un’occasione cruciale per avanzare su obiettivi chiave come la riduzione drastica delle emissioni globali di CO₂ in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Si aspettano anche un maggior supporto finanziario per i paesi più vulnerabili, soprattutto attraverso il Fondo per le perdite e i danni, istituito per aiutare le nazioni colpite dagli impatti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, e il supporto alle energie rinnovabili.

Ma al di là degli obiettivi che oramai dovrebbero essere assolutamente chiari, c’è bisogno di elaborare meccanismi di controllo e monitoraggio per bandire ogni forma di greenwashing e promesse vaghe. E anche se l’elezione di Trump rappresenta sicuramente un freno al cammino delle Cop, l’auspicio non può che essere una conversione ecologica anche del suo cuore sollecitato dal grido della terra e di tutti i suoi abitanti.

]]>
La sala con i presenti alla Cop 29 sullo sfondo una grande schermo con la presidente Meloni che parla

La crisi climatica ormai continua a bussare violentemente anche alle porte delle nostre società. Dai cicloni alle tempeste, dai disastri “naturali” ai periodi di siccità sempre più estesi, anche Europa e Usa non possono più dirsi indifferenti rispetto ai cambiamenti climatici.

“Auspico che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune” – aveva detto Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 10 novembre. E in effetti si tratta di un’occasione cruciale per avanzare su obiettivi chiave come la riduzione drastica delle emissioni globali di CO₂ in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Si aspettano anche un maggior supporto finanziario per i paesi più vulnerabili, soprattutto attraverso il Fondo per le perdite e i danni, istituito per aiutare le nazioni colpite dagli impatti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, e il supporto alle energie rinnovabili.

Ma al di là degli obiettivi che oramai dovrebbero essere assolutamente chiari, c’è bisogno di elaborare meccanismi di controllo e monitoraggio per bandire ogni forma di greenwashing e promesse vaghe. E anche se l’elezione di Trump rappresenta sicuramente un freno al cammino delle Cop, l’auspicio non può che essere una conversione ecologica anche del suo cuore sollecitato dal grido della terra e di tutti i suoi abitanti.

]]>
https://www.lavoce.it/clima-serve-una-conversione-ecologica-del-cuore-per-salvare-la-casa-comune/feed/ 0
Laudato si’, parte 2 https://www.lavoce.it/laudato-si-parte-2/ https://www.lavoce.it/laudato-si-parte-2/#respond Wed, 06 Sep 2023 16:01:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73208 Montagne sullo sfondo il sole tra le nuvole

di Paolo Bustaffa

Una giovane in lacrime dice “soffro di ecoansia, ho anche attacchi di panico” e un ministro dell’Ambiente di fronte a lei si commuove e promette: l’immagine risale a un mese addietro. Poi la cronaca ha ripreso a narrare il multiforme degrado ambientale. L’elenco delle devastazioni, dei cedimenti, degli straripamenti è talmente lungo e noto da rendere superfluo il dettagliare caso per caso. Accanto a questo elenco afferma Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico - c’è quello di “quelli che continuano a confondere il maltempo con la Terra che muore”.

Insieme agli scienziati ci sono anche i giovani a contrastare il negazionismo ambientale

Nonostante diversi scienziati motivino con dati certi l’entità dei danni e prendano la parola contro l’immobilismo, c’è una politica che resta in sella, prigioniera di indifferenza, superficialità, caccia ai consensi elettorali.  Insieme agli scienziati ci sono i giovani a contrastare l’ondata di riduzionismo e negazionismo ambientale, ma anch’essi hanno subìto e devono spesso subire la derisione e l’accusa di essere apocalittici o ideologicamente schierati. Alle loro voci si contrappone l’affermazione che il rischio non esiste in grande misura, e che l’eventuale danno sarà tempestivamente rimediato dal progresso tecnologico e scientifico…

Una seconda enciclica Laudato si'

Papa Francesco ha annunciato per il 4 ottobre la pubblicazione di una seconda enciclica Laudato si’ , rinnovando così l’appello a difendere la “casa comune” perché le fondamenta e le mura sono fragili e l’uomo che la abita si sente in pericolo.

Basta con questa insensata guerra al creato

Lo psichiatra e psicanalista Vittorio Lingiardi cita una frase di Francesco: “Basta con questa insensata guerra al creato”, per dire che cresce l’ecoansia provocata da “sentimenti di precarietà e impotenza capaci di trasformare il futuro in un dono avvelenato”. Dai cristiani, anche se non solo da loro, si attendono un pensiero e comportamento per evitare l’incubo; e per questo, afferma la teologa statunitense Elizabeth A. Johnson sull’ultimo numero di Aggiornamenti sociali, è necessaria una “solida teologia della creazione”.  “Alla luce del nostro Creatore comune - scrive - abbiamo bisogno di ampliare il nostro senso di identità cristiana per includere la relazione con l’intera creazione… Allora possiamo iniziare a modificare alcuni dei comportamenti profondamente radicati che stanno alimentando la distruzione ambientale”. Si potrebbe iniziare dal Padre nostro per pensare a una paternità che certamente si rivolge all’essere umano, ma altrettanto certamente si rivolge agli altri esseri viventi e alla casa comune costruita – o meglio, creata – per tutti.

]]>
Montagne sullo sfondo il sole tra le nuvole

di Paolo Bustaffa

Una giovane in lacrime dice “soffro di ecoansia, ho anche attacchi di panico” e un ministro dell’Ambiente di fronte a lei si commuove e promette: l’immagine risale a un mese addietro. Poi la cronaca ha ripreso a narrare il multiforme degrado ambientale. L’elenco delle devastazioni, dei cedimenti, degli straripamenti è talmente lungo e noto da rendere superfluo il dettagliare caso per caso. Accanto a questo elenco afferma Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico - c’è quello di “quelli che continuano a confondere il maltempo con la Terra che muore”.

Insieme agli scienziati ci sono anche i giovani a contrastare il negazionismo ambientale

Nonostante diversi scienziati motivino con dati certi l’entità dei danni e prendano la parola contro l’immobilismo, c’è una politica che resta in sella, prigioniera di indifferenza, superficialità, caccia ai consensi elettorali.  Insieme agli scienziati ci sono i giovani a contrastare l’ondata di riduzionismo e negazionismo ambientale, ma anch’essi hanno subìto e devono spesso subire la derisione e l’accusa di essere apocalittici o ideologicamente schierati. Alle loro voci si contrappone l’affermazione che il rischio non esiste in grande misura, e che l’eventuale danno sarà tempestivamente rimediato dal progresso tecnologico e scientifico…

Una seconda enciclica Laudato si'

Papa Francesco ha annunciato per il 4 ottobre la pubblicazione di una seconda enciclica Laudato si’ , rinnovando così l’appello a difendere la “casa comune” perché le fondamenta e le mura sono fragili e l’uomo che la abita si sente in pericolo.

Basta con questa insensata guerra al creato

Lo psichiatra e psicanalista Vittorio Lingiardi cita una frase di Francesco: “Basta con questa insensata guerra al creato”, per dire che cresce l’ecoansia provocata da “sentimenti di precarietà e impotenza capaci di trasformare il futuro in un dono avvelenato”. Dai cristiani, anche se non solo da loro, si attendono un pensiero e comportamento per evitare l’incubo; e per questo, afferma la teologa statunitense Elizabeth A. Johnson sull’ultimo numero di Aggiornamenti sociali, è necessaria una “solida teologia della creazione”.  “Alla luce del nostro Creatore comune - scrive - abbiamo bisogno di ampliare il nostro senso di identità cristiana per includere la relazione con l’intera creazione… Allora possiamo iniziare a modificare alcuni dei comportamenti profondamente radicati che stanno alimentando la distruzione ambientale”. Si potrebbe iniziare dal Padre nostro per pensare a una paternità che certamente si rivolge all’essere umano, ma altrettanto certamente si rivolge agli altri esseri viventi e alla casa comune costruita – o meglio, creata – per tutti.

]]>
https://www.lavoce.it/laudato-si-parte-2/feed/ 0
Per il clima si sta facendo ancora molto poco https://www.lavoce.it/per-il-clima-si-sta-facendo-ancora-molto-poco/ https://www.lavoce.it/per-il-clima-si-sta-facendo-ancora-molto-poco/#respond Thu, 03 Aug 2023 10:17:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72932

“Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”. Questo antico proverbio voleva dire che, se in inverno piove troppo sui campi seminati a grano, il raccolto sarà scarso; invece la neve porterà buoni raccolti. Quel detto esprimeva la saggezza e la rassegnazione di una umanità che aspettava il suo cibo frugale dal raccolto dei campi – lavorati faticosamente tutto l’anno – e sapeva quanto tutto dipendesse dal tempo favorevole o avverso.

Il cambiamento climatico sta mettendo in pericolo la sopravvivenza del genere umano

Adesso il grano lo facciamo venire dal Canada, abbiamo i termosifoni d’inverno, l’aria condizionata d’estate e del tempo non ce ne importa, almeno fino a che un tornado non ci scoperchia le case. Invece dovremmo preoccuparcene moltissimo, perché il cambiamento climatico sta mettendo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza come genere umano.

Un grado in più è la media planetaria per tutto l'anno

È un pensiero troppo inquietante per essere sopportabile, perciò tutti cerchiamo di tranquillizzarci dando ascolto ai negazionisti, quelli che dicono che il caldo torrido a luglio c’è sempre stato e che un grado in più non fa niente. Quello che ci sfugge è che a segnare un grado in più non è la temperatura di casa nostra per un giorno, è la media planetaria per tutto l’anno; in altre parole, non è che fa troppo caldo a Roma: fa troppo caldo al Polo Nord – e anche al Polo Sud, naturalmente.

L'aumento della anidride carbonica (CO2)

Si sciolgono i ghiacci polari e quelli delle montagne, si alterano fenomeni climatici che sembravano immutabili da millenni, ne risente la biologia degli animali marini e di quelli terrestri, ne risente la vegetazione spontanea non meno che quella delle coltivazioni agricole. Tutto questo dipende da diversi fattori, ma il più importante è l’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. E questo dipende essenzialmente dalla combustione del petrolio e del carbone.

Per il clima si sta facendo molto poco

Vediamo qualche cifra: i Paesi più poveri del mondo immettono ogni anno nell’atmosfera circa 0,2 tonnellate di CO2 pro capite; l’Italia ne immette 5 tonnellate, la Cina 7, gli Stati Uniti 14. Per salvare il clima si dovrebbe tornare, tutti e subito, al livello più basso, e l’effetto utile non sarebbe immediato. C’è una convenzione internazionale (il Protocollo di Kyoto, 1997) che teoricamente impegna tutti gli Stati del mondo a farlo, sia pure gradualmente, ma di fatto ben poco è cambiato.  Intanto gli sconquassi climatici aumentano. Davvero dobbiamo invidiare i nostri vecchi contadini che si auguravano la neve sui campi di grano.

]]>

“Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”. Questo antico proverbio voleva dire che, se in inverno piove troppo sui campi seminati a grano, il raccolto sarà scarso; invece la neve porterà buoni raccolti. Quel detto esprimeva la saggezza e la rassegnazione di una umanità che aspettava il suo cibo frugale dal raccolto dei campi – lavorati faticosamente tutto l’anno – e sapeva quanto tutto dipendesse dal tempo favorevole o avverso.

Il cambiamento climatico sta mettendo in pericolo la sopravvivenza del genere umano

Adesso il grano lo facciamo venire dal Canada, abbiamo i termosifoni d’inverno, l’aria condizionata d’estate e del tempo non ce ne importa, almeno fino a che un tornado non ci scoperchia le case. Invece dovremmo preoccuparcene moltissimo, perché il cambiamento climatico sta mettendo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza come genere umano.

Un grado in più è la media planetaria per tutto l'anno

È un pensiero troppo inquietante per essere sopportabile, perciò tutti cerchiamo di tranquillizzarci dando ascolto ai negazionisti, quelli che dicono che il caldo torrido a luglio c’è sempre stato e che un grado in più non fa niente. Quello che ci sfugge è che a segnare un grado in più non è la temperatura di casa nostra per un giorno, è la media planetaria per tutto l’anno; in altre parole, non è che fa troppo caldo a Roma: fa troppo caldo al Polo Nord – e anche al Polo Sud, naturalmente.

L'aumento della anidride carbonica (CO2)

Si sciolgono i ghiacci polari e quelli delle montagne, si alterano fenomeni climatici che sembravano immutabili da millenni, ne risente la biologia degli animali marini e di quelli terrestri, ne risente la vegetazione spontanea non meno che quella delle coltivazioni agricole. Tutto questo dipende da diversi fattori, ma il più importante è l’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. E questo dipende essenzialmente dalla combustione del petrolio e del carbone.

Per il clima si sta facendo molto poco

Vediamo qualche cifra: i Paesi più poveri del mondo immettono ogni anno nell’atmosfera circa 0,2 tonnellate di CO2 pro capite; l’Italia ne immette 5 tonnellate, la Cina 7, gli Stati Uniti 14. Per salvare il clima si dovrebbe tornare, tutti e subito, al livello più basso, e l’effetto utile non sarebbe immediato. C’è una convenzione internazionale (il Protocollo di Kyoto, 1997) che teoricamente impegna tutti gli Stati del mondo a farlo, sia pure gradualmente, ma di fatto ben poco è cambiato.  Intanto gli sconquassi climatici aumentano. Davvero dobbiamo invidiare i nostri vecchi contadini che si auguravano la neve sui campi di grano.

]]>
https://www.lavoce.it/per-il-clima-si-sta-facendo-ancora-molto-poco/feed/ 0
Crisi climatica. Scienza chiama giornalisti e giovani https://www.lavoce.it/crisi-climatica-scienza-chiama-giornalisti-e-giovani/ https://www.lavoce.it/crisi-climatica-scienza-chiama-giornalisti-e-giovani/#respond Wed, 02 Aug 2023 09:41:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72921 Ciotoli e alberi bruciati dopo un incendio

di Paolo Bustaffa

“Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori”. Lo affermano il premio Nobel 2021 per la Fisica Giorgio Parisi e 99 suoi colleghi in un appello rivolto nei giorni scorsi ai giornalisti perché smettano di parlare di maltempo e diffondano notizie scientifiche verificate.

L'appello degli scienziati al mondo dell'informazione

Gli scienziati firmatari, riferendosi a frequenti espressioni di negazionismo e di indifferenza, chiedono agli uomini e alle donne dell’informazione un supplemento di impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica, “perché siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050”.

Il ministro dell'Ambiente promette il suo impegno per affrontare la crisi climatica

Siamo ancora in tempo per salvare la casa comune, ma quanto tempo abbiamo? Pochi giorni dopo questo appello, in un incontro tra giovani e il ministro del Governo italiano per l’ambiente, una ragazza esprime la sua angoscia per un futuro che non riesce più a vedere. Il ministro è colpito dal singhiozzo di chi sta parlando, e promette il suo impegno e quello del Governo italiano per affrontare la crisi climatica.

L'appello: fate conoscere le cause del cambiamento climatico e le soluzioni

Ci sarà coerenza tra l’emozione personale e le scelte di un Governo? In attesa di risposte, una comunità scientifica si rivolge ai giornalisti invitandoli a far conoscere le cause del cambiamento climatico e le possibili soluzioni. L’appello è: “Dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggior fiducia nel futuro”.

Giovani, scienziati, giornalisti, una triplice alleanza

Giovani, scienziati, giornalisti, una triplice alleanza per un futuro migliore, che ha avuto e ha come primo motore i ragazzi e le ragazze di diverse provenienze che hanno trovato sostegno e condivisione in tre anziani: un Papa, un Presidente della Repubblica, un premio Nobel per la Fisica. In queste tre figure si colgono tre sguardi sulla realtà e sul suo mutare, sguardi distinti ma tra essi dialoganti: la fede, le istituzioni, la scienza.

Per un giornalismo che cerca instancabilmente la verità, è una grande occasione per confermarsi sentinella della Storia e per aiutare la crescita di una cultura amica dell’ambiente, per rispondere alla domanda: quanto tempo abbiamo, e come dobbiamo impiegarlo perché la crisi climatica si riduca, e infine si arresti?

]]>
Ciotoli e alberi bruciati dopo un incendio

di Paolo Bustaffa

“Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori”. Lo affermano il premio Nobel 2021 per la Fisica Giorgio Parisi e 99 suoi colleghi in un appello rivolto nei giorni scorsi ai giornalisti perché smettano di parlare di maltempo e diffondano notizie scientifiche verificate.

L'appello degli scienziati al mondo dell'informazione

Gli scienziati firmatari, riferendosi a frequenti espressioni di negazionismo e di indifferenza, chiedono agli uomini e alle donne dell’informazione un supplemento di impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica, “perché siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050”.

Il ministro dell'Ambiente promette il suo impegno per affrontare la crisi climatica

Siamo ancora in tempo per salvare la casa comune, ma quanto tempo abbiamo? Pochi giorni dopo questo appello, in un incontro tra giovani e il ministro del Governo italiano per l’ambiente, una ragazza esprime la sua angoscia per un futuro che non riesce più a vedere. Il ministro è colpito dal singhiozzo di chi sta parlando, e promette il suo impegno e quello del Governo italiano per affrontare la crisi climatica.

L'appello: fate conoscere le cause del cambiamento climatico e le soluzioni

Ci sarà coerenza tra l’emozione personale e le scelte di un Governo? In attesa di risposte, una comunità scientifica si rivolge ai giornalisti invitandoli a far conoscere le cause del cambiamento climatico e le possibili soluzioni. L’appello è: “Dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggior fiducia nel futuro”.

Giovani, scienziati, giornalisti, una triplice alleanza

Giovani, scienziati, giornalisti, una triplice alleanza per un futuro migliore, che ha avuto e ha come primo motore i ragazzi e le ragazze di diverse provenienze che hanno trovato sostegno e condivisione in tre anziani: un Papa, un Presidente della Repubblica, un premio Nobel per la Fisica. In queste tre figure si colgono tre sguardi sulla realtà e sul suo mutare, sguardi distinti ma tra essi dialoganti: la fede, le istituzioni, la scienza.

Per un giornalismo che cerca instancabilmente la verità, è una grande occasione per confermarsi sentinella della Storia e per aiutare la crescita di una cultura amica dell’ambiente, per rispondere alla domanda: quanto tempo abbiamo, e come dobbiamo impiegarlo perché la crisi climatica si riduca, e infine si arresti?

]]>
https://www.lavoce.it/crisi-climatica-scienza-chiama-giornalisti-e-giovani/feed/ 0