Convegno regionale famiglia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/convegno-regionale-famiglia/ Settimanale di informazione regionale Thu, 02 Dec 2021 16:42:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Convegno regionale famiglia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/convegno-regionale-famiglia/ 32 32 I Convegni ecclesiali regionali negli anni dal 1978 al 2008 https://www.lavoce.it/convegni-ecclesiali-regionali-1978/ Thu, 04 Apr 2019 14:31:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54666 convegni

Il Convegno ecclesiale umbro del 1978

Il 24 e 25 aprile 1978 ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro, si tiene il Convegno ecclesiale regionale sul tema La Chiesa in Umbria per la promozione umana. Fu promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) - presieduta da mons. Cesare Pagani, allora vescovo di Città di Castello e di Gubbio - e organizzato dalla segreteria del Centro regionale umbro di pastorale (Crup).

Le relazioni furono tenute dal direttore del Crup, mons. Giuseppe Chiaretti (sugli sviluppi nelle diocesi umbre del Convegno nazionale “Evangelizzazione e promozione umana” del 1976) e dagli altri membri della segreteria: don Giuseppe Betori (evangelizzazione), don Antonio Santantoni (coscientizzazione), Gino Piazza (servizio). Seguì l’intervento del prof. Maurizio Cavicchi, un laico esterno alla Chiesa invitato a dire il suo punto di vista sul rapporto Chiesa-mondo nel contesto regionale.

Le diocesi dell’Umbria con i loro vescovi furono tutte largamente rappresentate; i partecipanti 465, così ripartiti: 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici.

L’evento di Assisi prefigurò una revisione della pastorale nelle Chiese locali e auspicò - con l’intervento conclusivo di mons. Cesare Pagani - la continuazione di questo cammino condiviso a livello regionale. Prese così avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981) con il concorso di organismi e di iniziative dal forte spessore sinodale che operarono con slancio e convinzione.

Il Convegno del 1980

Appena due anni dopo, nei giorni 11-12 ottobre 1980, si tenne il secondo Convegno ecclesiale regionale, sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. I partecipanti furono 265.

Venne fatta un’analisi della situazione nelle singole diocesi per capire meglio lo stato dell’evangelizzazione in Umbria, sulla quale riferirono le due relazioni: la prima, presentata dal sottoscritto, riportò i risultati dell’indagine conoscitiva su Le attese degli umbri circa l’evangelizzazione, la seconda, curata da don Enzo Banetta, presentò le risposte date dagli organismi diocesani chiamati a verificare quanto fosse stato fatto (o non fatto) in adempimento del piano pastorale regionale triennale Ceu del 1978.

Furono presentati anche dei sussidi da parte del Crup: il primo, Shalom, di carattere biblico, scritto da fratel Giuseppe Florio ripercorrendo la storia della salvezza, venne ritenuto molto utile per il primo annuncio; il secondo, proposto da don Antonio Santantoni, cogliendo spunti di evangelizzazione e di catechesi nella vita liturgica, suggerì tematiche e segni da inserire nello svolgersi dell’anno liturgico e nel catecumenato ai diversi sacramenti; il terzo sussidio, presentato da don Pietro Bottaccioli, rifacendosi al catechismo dei giovani Non di solo pane, individuò tematiche per un cammino catecumenale, anche attraverso momenti di celebrazione e convivenza.

Il Convegno del 1983

Di tono minore risultarono gli altri due convegni degli anni Ottanta. A quello del 24-25 aprile 1983 su La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro , parteciparono circa 200 persone.

Preparato e coordinato non più dal Crup ma dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, si pose l’obiettivo di “sensibilizzare comunità e gruppi ecclesiali attorno al tema e ai problemi del lavoro”, tema che, “per le vaste ripercussioni, non poteva non coinvolgere l’azione pastorale della Chiesa e la riflessione e l’azione di persone e gruppi impegnati da credenti nel socio-politico”.

Aperto da mons. Cesare Pagani, presidente della Ceu, il Convegno fu scandito dalla relazione teologico-pastorale Evangelizzare il senso del lavoro umano, svolta da don Antonio Buoncristiani e, il giorno dopo, dalla tavola rotonda su Chiesa e lavoro in Umbria: situazione socio-pastorale e prospettive , alla quale parteciparono il vescovo di Todi, mons. Decio Lucio Grandoni, Franco Federici, presidente degli industriali dell’Umbria, Roberto Pomini, segretario regionale Cisl, e Guido De Guidi, responsabile formazione Fim.

Dopo i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, le conclusioni del convegno vennero tratte da mons. Santo Quadri, vescovo di Terni e presidente della Commissione problemi sociali e lavoro della Cei.

Il Convegno del 1984

Il convegno del 30 aprile e 1° maggio 1984 dedicato al Rinnovamento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Conciliumregistrò solo 165 partecipanti.

I motivi della diminuita partecipazione furono diversi: il coinvolgimento più debole delle diocesi nella fase di preparazione, l’idea che si trattasse più di un momento di aggiornamento che di una continuazione di quella “pastorale d’insieme in Umbria” lanciata dalla Ceu nel 1978 e forse, con il passare del tempo, non più riproposta con la convinzione e l’entusiasmo dei primi tempi.

I primi quattro convegni, dunque, si svolsero nell’arco di sei anni, gli altri tre in un lasso di tempo molto più ampio: dal 1984 al 2008.

Naturalmente la sinodalità non è direttamente proporzionale al numero dei convegni ecclesiali celebrati in regione, ma il loro diradarsi sembrò rappresentare comunque una fase diversa nella storia post-conciliare delle chiese in Umbria.

Il Convegno del 1991

Il quinto Convegno ecclesiale primo e ultimo del decennio - si svolse alla Cittadella di Assisi nei giorni 9-10 novembre 1991 sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri.

Il convegno, presieduto dall’arcivescovo mons. Antonio Ambrosanio, riuscì bene per la partecipazione numerica e qualitativa. Due furono le relazioni: la prima, sul titolo del convegno, tenuta da mons. Attilio Nicora, allora presidente della Caritas italiana; la seconda, svolta da Luca Diotallevi su Servizi socio-caritativi collegati con la Chiesa in Umbria .

Molto partecipati risultarono gli otto gruppi di lavoro,segno anche di una buona preparazione fatta amonte:

1) Educazione dei giovani al Vangelo della carità; 2) Evangelizzazione e amore preferenziale per i poveri; 3) Evangelizzazione e presenza dei cristiani nel sociale e nel politico; 4) opere ecclesiali, nuove povertà e strutture civili; 5) Parrocchie soggetto di carità; 6) Pane della Parola e pane della carità; 7) la famiglia, luogo primario della educazione alla carità; 8) Comunione e comunicazione: segno della carità vissuta.

Il Convegno del 2001

Trascorsi altri dieci anni, il 17-18 novembre 2001 arrivò il sesto Convegno ecclesiale regionale. A Lyrick Theatre di Assisi, tanti giovani provenienti dalle otto diocesi umbre si ritrovarono insieme ad adulti e a sacerdoti per dire la loro Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani.

Fondamentale risultò il coinvolgimento della Consulta regionale di pastorale giovanile, già ben collaudata dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù.

Il programma fu scandito da due momenti forti, la veglia di preghiera nella basilica di San Francesco e lo spettacolo teatrale Sentinelle del mattino e, a seguire, da due relazioni ricche di spunti e di orientamenti pastorali: il sociologo perugino Paolo Montesperelli su Comunicare con la frontiera: Chiesa e giovani nell’Umbria che cambiamons. Giuseppe Betori, allora segretario della Cei, su Giovani, comunità cristiana e trasmissione della fede: ascolto, esperienza e comunicazione.

Il convegno - come documentarono gli Atti - venne curato molto bene e seguito con grande fiducia, non solo dai giovani. Segnò una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria. Con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato.

Il Convegno del 2008

Poi fu la volta della pastorale della famiglia a convocare tutte le diocesi dell’Umbria nel settimo Convegno ecclesiale, che ebbe luogo a Santa Maria degli Angeli nei giorni 18-19 ottobre 2008 per riflettere su La famiglia, il futuro di tuttiL’organizzazione fu affidata a una Commissione preparatoria, presieduta da mons. Vittorio Peri, con la quale collaborò il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Il coordinamento fu tenuto dall’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, diretto da padre Luciano Temperilli insieme a Elio e Letizia Giannetti.

Articolata e intensa risultò la fase preparatoria, iniziata due anni prima e scandita da tre seminari tematici su: aspetti socioeconomici- culturali in relazione alla famiglia; identità teologica del matrimonio e della famiglia; famiglia, risorsa per la persona e per la Chiesa.

Tutte le diocesi collaborarono tramite coppie referenti, che erano già responsabili della pastorale familiare all’interno delle proprie Chiese locali. Furono tre le relazioni fondamentali: la prima di natura teologica, svolta dalla prof.ssa Ina Siviglia su Il matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria; la seconda, di natura pedagogica, svolta dal prof. Ezio Aceti su La famiglia, luogo primario di educazione ai valori umani e alla fede cristiana; la terza, di natura sociologica, svolta dal dott. Francesco Belletti su La famiglia: bene primario della società.

Seguirono laboratori su tempi specifici e due comunicazioni: La famiglia vista dai figli e La famiglia e le politiche familiari oggi in Umbria; le conclusioni furono affidate a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle famiglie, che raccolse le proposte emerse da presentare ai vescovi umbri.

I due Convegni del terzo millennio si sono caratterizzati per la scelta di temi specifici, prima i giovani e poi la famiglia, sentiti come particolarmente urgenti e capaci di suscitare attorno ad essi l’interesse e il coinvolgimento di tutte le componenti della vita ecclesiale.

Gli ambiti più limitati hanno reso possibile un approfondimento più puntuale sia nelle analisi delle situazioni che nella individuazione delle nuove prospettive pastorali attese dai cambiamenti in atto.

Inoltre, le reti di conoscenza e di collaborazione, come pure lo scambio di esperienze tra le persone di varie diocesi coinvolte nei due convegni, hanno favorito quelle relazioni reciproche che, nate lungo il cammino, hanno permesso sia alla pastorale giovanile sia a quella familiare di crescere, in maniera probabilmente più vivace rispetto ad altri ambiti, sotto il profilo della competenza e della responsabilità.

Antonio Nizzi membro della segreteria del Convegno 2019

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Il Convegno ecclesiale umbro del 1978

Il 24 e 25 aprile 1978 ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro, si tiene il Convegno ecclesiale regionale sul tema La Chiesa in Umbria per la promozione umana. Fu promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) - presieduta da mons. Cesare Pagani, allora vescovo di Città di Castello e di Gubbio - e organizzato dalla segreteria del Centro regionale umbro di pastorale (Crup).

Le relazioni furono tenute dal direttore del Crup, mons. Giuseppe Chiaretti (sugli sviluppi nelle diocesi umbre del Convegno nazionale “Evangelizzazione e promozione umana” del 1976) e dagli altri membri della segreteria: don Giuseppe Betori (evangelizzazione), don Antonio Santantoni (coscientizzazione), Gino Piazza (servizio). Seguì l’intervento del prof. Maurizio Cavicchi, un laico esterno alla Chiesa invitato a dire il suo punto di vista sul rapporto Chiesa-mondo nel contesto regionale.

Le diocesi dell’Umbria con i loro vescovi furono tutte largamente rappresentate; i partecipanti 465, così ripartiti: 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici.

L’evento di Assisi prefigurò una revisione della pastorale nelle Chiese locali e auspicò - con l’intervento conclusivo di mons. Cesare Pagani - la continuazione di questo cammino condiviso a livello regionale. Prese così avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981) con il concorso di organismi e di iniziative dal forte spessore sinodale che operarono con slancio e convinzione.

Il Convegno del 1980

Appena due anni dopo, nei giorni 11-12 ottobre 1980, si tenne il secondo Convegno ecclesiale regionale, sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. I partecipanti furono 265.

Venne fatta un’analisi della situazione nelle singole diocesi per capire meglio lo stato dell’evangelizzazione in Umbria, sulla quale riferirono le due relazioni: la prima, presentata dal sottoscritto, riportò i risultati dell’indagine conoscitiva su Le attese degli umbri circa l’evangelizzazione, la seconda, curata da don Enzo Banetta, presentò le risposte date dagli organismi diocesani chiamati a verificare quanto fosse stato fatto (o non fatto) in adempimento del piano pastorale regionale triennale Ceu del 1978.

Furono presentati anche dei sussidi da parte del Crup: il primo, Shalom, di carattere biblico, scritto da fratel Giuseppe Florio ripercorrendo la storia della salvezza, venne ritenuto molto utile per il primo annuncio; il secondo, proposto da don Antonio Santantoni, cogliendo spunti di evangelizzazione e di catechesi nella vita liturgica, suggerì tematiche e segni da inserire nello svolgersi dell’anno liturgico e nel catecumenato ai diversi sacramenti; il terzo sussidio, presentato da don Pietro Bottaccioli, rifacendosi al catechismo dei giovani Non di solo pane, individuò tematiche per un cammino catecumenale, anche attraverso momenti di celebrazione e convivenza.

Il Convegno del 1983

Di tono minore risultarono gli altri due convegni degli anni Ottanta. A quello del 24-25 aprile 1983 su La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro , parteciparono circa 200 persone.

Preparato e coordinato non più dal Crup ma dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, si pose l’obiettivo di “sensibilizzare comunità e gruppi ecclesiali attorno al tema e ai problemi del lavoro”, tema che, “per le vaste ripercussioni, non poteva non coinvolgere l’azione pastorale della Chiesa e la riflessione e l’azione di persone e gruppi impegnati da credenti nel socio-politico”.

Aperto da mons. Cesare Pagani, presidente della Ceu, il Convegno fu scandito dalla relazione teologico-pastorale Evangelizzare il senso del lavoro umano, svolta da don Antonio Buoncristiani e, il giorno dopo, dalla tavola rotonda su Chiesa e lavoro in Umbria: situazione socio-pastorale e prospettive , alla quale parteciparono il vescovo di Todi, mons. Decio Lucio Grandoni, Franco Federici, presidente degli industriali dell’Umbria, Roberto Pomini, segretario regionale Cisl, e Guido De Guidi, responsabile formazione Fim.

Dopo i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, le conclusioni del convegno vennero tratte da mons. Santo Quadri, vescovo di Terni e presidente della Commissione problemi sociali e lavoro della Cei.

Il Convegno del 1984

Il convegno del 30 aprile e 1° maggio 1984 dedicato al Rinnovamento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Conciliumregistrò solo 165 partecipanti.

I motivi della diminuita partecipazione furono diversi: il coinvolgimento più debole delle diocesi nella fase di preparazione, l’idea che si trattasse più di un momento di aggiornamento che di una continuazione di quella “pastorale d’insieme in Umbria” lanciata dalla Ceu nel 1978 e forse, con il passare del tempo, non più riproposta con la convinzione e l’entusiasmo dei primi tempi.

I primi quattro convegni, dunque, si svolsero nell’arco di sei anni, gli altri tre in un lasso di tempo molto più ampio: dal 1984 al 2008.

Naturalmente la sinodalità non è direttamente proporzionale al numero dei convegni ecclesiali celebrati in regione, ma il loro diradarsi sembrò rappresentare comunque una fase diversa nella storia post-conciliare delle chiese in Umbria.

Il Convegno del 1991

Il quinto Convegno ecclesiale primo e ultimo del decennio - si svolse alla Cittadella di Assisi nei giorni 9-10 novembre 1991 sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri.

Il convegno, presieduto dall’arcivescovo mons. Antonio Ambrosanio, riuscì bene per la partecipazione numerica e qualitativa. Due furono le relazioni: la prima, sul titolo del convegno, tenuta da mons. Attilio Nicora, allora presidente della Caritas italiana; la seconda, svolta da Luca Diotallevi su Servizi socio-caritativi collegati con la Chiesa in Umbria .

Molto partecipati risultarono gli otto gruppi di lavoro,segno anche di una buona preparazione fatta amonte:

1) Educazione dei giovani al Vangelo della carità; 2) Evangelizzazione e amore preferenziale per i poveri; 3) Evangelizzazione e presenza dei cristiani nel sociale e nel politico; 4) opere ecclesiali, nuove povertà e strutture civili; 5) Parrocchie soggetto di carità; 6) Pane della Parola e pane della carità; 7) la famiglia, luogo primario della educazione alla carità; 8) Comunione e comunicazione: segno della carità vissuta.

Il Convegno del 2001

Trascorsi altri dieci anni, il 17-18 novembre 2001 arrivò il sesto Convegno ecclesiale regionale. A Lyrick Theatre di Assisi, tanti giovani provenienti dalle otto diocesi umbre si ritrovarono insieme ad adulti e a sacerdoti per dire la loro Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani.

Fondamentale risultò il coinvolgimento della Consulta regionale di pastorale giovanile, già ben collaudata dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù.

Il programma fu scandito da due momenti forti, la veglia di preghiera nella basilica di San Francesco e lo spettacolo teatrale Sentinelle del mattino e, a seguire, da due relazioni ricche di spunti e di orientamenti pastorali: il sociologo perugino Paolo Montesperelli su Comunicare con la frontiera: Chiesa e giovani nell’Umbria che cambiamons. Giuseppe Betori, allora segretario della Cei, su Giovani, comunità cristiana e trasmissione della fede: ascolto, esperienza e comunicazione.

Il convegno - come documentarono gli Atti - venne curato molto bene e seguito con grande fiducia, non solo dai giovani. Segnò una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria. Con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato.

Il Convegno del 2008

Poi fu la volta della pastorale della famiglia a convocare tutte le diocesi dell’Umbria nel settimo Convegno ecclesiale, che ebbe luogo a Santa Maria degli Angeli nei giorni 18-19 ottobre 2008 per riflettere su La famiglia, il futuro di tuttiL’organizzazione fu affidata a una Commissione preparatoria, presieduta da mons. Vittorio Peri, con la quale collaborò il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Il coordinamento fu tenuto dall’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, diretto da padre Luciano Temperilli insieme a Elio e Letizia Giannetti.

Articolata e intensa risultò la fase preparatoria, iniziata due anni prima e scandita da tre seminari tematici su: aspetti socioeconomici- culturali in relazione alla famiglia; identità teologica del matrimonio e della famiglia; famiglia, risorsa per la persona e per la Chiesa.

Tutte le diocesi collaborarono tramite coppie referenti, che erano già responsabili della pastorale familiare all’interno delle proprie Chiese locali. Furono tre le relazioni fondamentali: la prima di natura teologica, svolta dalla prof.ssa Ina Siviglia su Il matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria; la seconda, di natura pedagogica, svolta dal prof. Ezio Aceti su La famiglia, luogo primario di educazione ai valori umani e alla fede cristiana; la terza, di natura sociologica, svolta dal dott. Francesco Belletti su La famiglia: bene primario della società.

Seguirono laboratori su tempi specifici e due comunicazioni: La famiglia vista dai figli e La famiglia e le politiche familiari oggi in Umbria; le conclusioni furono affidate a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle famiglie, che raccolse le proposte emerse da presentare ai vescovi umbri.

I due Convegni del terzo millennio si sono caratterizzati per la scelta di temi specifici, prima i giovani e poi la famiglia, sentiti come particolarmente urgenti e capaci di suscitare attorno ad essi l’interesse e il coinvolgimento di tutte le componenti della vita ecclesiale.

Gli ambiti più limitati hanno reso possibile un approfondimento più puntuale sia nelle analisi delle situazioni che nella individuazione delle nuove prospettive pastorali attese dai cambiamenti in atto.

Inoltre, le reti di conoscenza e di collaborazione, come pure lo scambio di esperienze tra le persone di varie diocesi coinvolte nei due convegni, hanno favorito quelle relazioni reciproche che, nate lungo il cammino, hanno permesso sia alla pastorale giovanile sia a quella familiare di crescere, in maniera probabilmente più vivace rispetto ad altri ambiti, sotto il profilo della competenza e della responsabilità.

Antonio Nizzi membro della segreteria del Convegno 2019

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Le famiglie sono ben rappresentate https://www.lavoce.it/le-famiglie-sono-ben-rappresentate-2/ Fri, 06 Jun 2008 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6713 Il grande Convegno sulla famiglia che la Conferenza episcopale umbra ha indetto per il prossimo ottobre è un appuntamento al quale le nostre diocesi si stanno preparando da tempo. Nei tre seminari appena conclusi, alcuni delegati di ogni diocesi hanno avuto modo di ascoltare, dibattere ed approfondire le problematiche più attuali che coinvolgono la famiglia oggi. I delegati sono stati scelti direttamente dai Vescovi tra le persone impegnate nella Pastorale familiare, affidando loro il compito di creare una rete regionale e quindi di riportare i frutti di questo percorso nelle realtà particolari da cui provengono. Nella maggior parte dei casi i Vescovi hanno delegato famiglie: i seminari hanno visto la partecipazione media di 47 famiglie, che esprimono uno spaccato completo della nostra regione. Alcune coppie sono giovanissime: il 20% è sposata da meno di cinque anni, ma non manca chi ha un grosso bagaglio di esperienza basato su oltre venti anni di vita insieme. Il nocciolo principale è però costituito da coppie di coniugi intorno ai quaranta – cinquanta anni di età. Delle coppie delegate dai Vescovi, il 30% ha almeno tre figli e sono rappresentate anche famiglie molto numerose. Sono presenti tutte le classi sociali: operai, imprenditori, professionisti e insegnanti; alcune mamme sono casalinghe e qualcuno è già pensionato. Quasi tutti hanno conseguito il diploma di scuola media superiore e il 60% è laureato. Ai delegati delle diocesi è stato quindi affidato il compito di incontrarsi, conoscersi e scambiarsi esperienze e testimonianze delle più diverse situazioni vissute dalla famiglia oggi, affinché il Convegno possa essere il frutto di una esperienza di comunione tra le varie diocesi e tra le diverse realtà ecclesiali. In quella occasione la partecipazione dovrà essere ancora più ampia, per celebrare un incontro gioioso di famiglie che, con i loro figli, facciano presente quanto la nostra società abbia bisogno di questa testimonianza: nel Signore è ancora possibile amarsi, perdonarsi, accogliere la vita e servirla in tutte le fasi della sua esistenza. In questo tempo che ci separa dell’appuntamento di ottobre, compito delle coppie delegate è quello di sensibilizzare le diocesi di appartenenza risvegliando la vocazione delle famiglie ed invitandole a partecipare numerose perché ogni Chiesa domestica possa contribuire a formare un corpo più grande e testimoniare l’amore di Dio in questa generazione.

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Le idee ci sono, lo spirito anche https://www.lavoce.it/le-idee-ci-sono-lo-spirito-anche/ Fri, 30 May 2008 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6697 La proposta del Convegno regionale sulla pastorale della famiglia, promosso direttamente dalla Conferenza episcopale umbra, ha trovato subito terreno fertile in tutte le diocesi della regione. Sono quasi due anni che la macchina organizzativa ha iniziato a operare mettendo in campo idee, proposte e iniziative. Il gruppo di lavoro è formato da una o due coppie appartenenti a tutte e otto le diocesi regionali. Sin dall’inizio si è respirata una grande unità, soprattutto per quanto riguarda gli intenti e le finalità del Convegno. Molteplici sono stati gli incontri, e molteplici le idee che ogni volta sono venute fuori. Tutto comunque era finalizzato a far sì che la futura manifestazione assumesse un carattere formativo per partecipanti e operatori, ma anche celebrativo per la famiglia nella sua connotazione cristiana. Da questo insieme di intenti, con l’apporto dell’esperienza di mons. Vittorio Peri, presidente del Convegno regionale, e di padre Luciano Temperilli, direttore dell’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, è venuta fuori una modalità di manifestazione che si è già concretizzata nei tre seminari, e che si concluderà in maniera solenne nel prossimo ottobre durante le giornate del Convegno. Nulla è stato dato per scontato, tutto è stato definito nei minimi dettagli. Particolare rilievo è stato dato ai tre seminari, aventi una funzione preparatoria. La scelta ‘itinerante’ delle tre città ospitanti, Città di Castello, Collevalenza e Cannaiola di Trevi, testimonia la volontà di poter abbracciare da un punto di vista territoriale tutta la nostra regione. Per le sedi poi è stata fatta una selezione, dato che erano necessari spazi per ospitare i numerosi partecipanti e i tanti bambini al seguito. Per loro si è pensato ad una connotazione diversa dalla consueta attività di baby-sitter, con gli scout o altri animatori preparati. In base all’età, i bambini e i ragazzi sono stati divisi in gruppi di lavoro nei quali, in modalità ovviamente diversificata, hanno potuto esprimere il loro punto di vista sulla famiglia. Tra l’altro proprio al Convegno di ottobre sarà presentato un lavoro di ricerca sui giovani che l’Università di Perugia ha svolto su proposta della Conferenza episcopale umbra e del Comitato organizzatore. Notevole confronto poi vi è stato sulla scelta dei relatori, una volta individuati i temi da trattare. Finora le persone chiamate ad esporre hanno veramente destato interesse negli uditori, suscitando inoltre una rinata voglia di fare e di impegnarsi nel campo della famiglia. Relatori preparati e competenti i quali, grazie anche agli interventi dei partecipanti, hanno saputo riportare i concetti espressi al livello del quotidiano e del vissuto. Bisogna poi ricordare la presenza costante come moderatore nei tre seminari, e come futuro relatore al Convegno, di mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, il quale apporta una notevole dose di esperienza, che permette alle nostre diocesi di confrontarsi con quanto di buono viene fatto a livello nazionale. Concludendo, si può affermare che tutto l’impegno finora profuso testimonia che le diocesi umbre credono nella famiglia in quanto sacramento e in quanto luogo di educazione per le prossime generazioni.

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Grande progetto per tutte le famiglie https://www.lavoce.it/grande-progetto-per-tutte-le-famiglie/ Thu, 24 Apr 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6623 Tempo di bilanci e di sguardi al futuro (prossimo) per la Pastorale familiare delle otto diocesi dell’Umbria. Domenica 20 aprile si è tenuto a Cannaiola di Trevi (Spoleto-Norcia) il terzo ed ultimo seminario regionale in preparazione del grande Convegno sulla famiglia che si terrà il prossimo mese di ottobre. L’incontro, svoltosi nella patria del beato Pietro Bonilli, è stato guidato da mons. Vittorio Peri, presidente del comitato per l’organizzazione del Convegno, e da padre Luciano Temperilli, direttore dell’ufficio regionale per la Pastorale familiare. Neanche questa volta è mancata la presenza e l’incoraggiamento di mons. Sergio Nicolli, direttore dell’ufficio nazionale della Conferenza episcopale italiana per la pastorale della famiglia, che si è complimentato per il percorso che la Chiesa umbra sta facendo. ‘Stiamo lavorando da sette mesi – ha detto – e tutto confluirà nel Convegno di ottobre. Credo che questa bella esperienza possa e debba essere esportata anche in altre regioni italiane. Si tratta di un percorso coerente, di un servizio a tutte e otto le diocesi della regione. Mi auguro – ha affermato, rivolto ai numerosi partecipanti – che riusciate ad essere promotori di un progetto per le famiglie, con le famiglie. Sono molto meravigliato anche della massiccia partecipazione a questi incontri. Dieci anni fa realizzare una cosa del genere era pressoché impossibile. Abbiate coraggio: quello che state facendo consegnerà una storia nuova alle vostre Chiese’. Dopo i tre seminari di Città di Castello, Collevalenza e Cannaiola, la il testimone passa ora alle singole diocesi. In ogni Chiesa locale si dovranno raccogliere le provocazioni emerse nei tre raduni regionali, rileggere i dati diocesani relativi alla pastorale familiare e individuare delle proposte, degli aspetti da portare poi alla comune discussione nel convegno di ottobre. Mons. Nicolli ha spiegato in maniera chiara anche cosa accadrà nel prossimo autunno. Sono previsti dei gruppi di lavoro che verteranno su alcune tematiche considerate attuali e ‘calde’ come l’educazione affettiva degli adolescenti e dei giovani; i percorsi di preparazione al matrimonio; le celebrazioni del matrimonio, cercando di sensibilizzare sempre più le coppie a svolgere il rito nelle comunità di appartenenza; l’attenzione alle coppie in difficoltà; l’accoglienza dei separati e dei divorziati, che spesso, come ha ricordato Nicolli, sono emarginati dalla Chiesa (alla quale però devono interessare esclusivamente le persone, sulle quali c’è un disegno di Dio); le strutture e i mezzi della pastorale. Da questi gruppi di studio deve emergere un ampio materiale, una specie di archivio della Pastorale familiare regionale, dal quale ogni singola diocesi potrà attingere in base alle necessità che di volta in volta si troverà a fronteggiare. Il direttore dell’ufficio per la Pastorale familiare della Cei ha dato anche dei suggerimenti su come rendere efficace la pastorale familiare nelle singole diocesi, su come far diventare coinvolgenti gli incontri in vista del matrimonio. Anzitutto, secondo Nicolli, è necessario recuperare i giovani nelle diocesi, nei vicariati e nelle parrocchie. ‘Ascoltiamoli – ha affermato – su come loro sognano il matrimonio, su come vivono il loro amore. L’ascolto ci dà l’aggancio con la Parola di Dio. No a lezioni dottrinali nei corsi pre-matrimoniali. Dobbiamo fargli riscoprire la fede partendo dal loro amore. Se dovessero arrivare ai nostri corsi conviventi, magari con figli, no alla morale, sì a cercare di comprendere la loro situazione’. Mons. Nicolli ha anche sottolineato come le famiglie debbano essere educate alle politiche sociali che le riguardano: ‘È fondamentale che la Pastorale familiare torni a fare la sua parte in questa direzione’. Insomma, di proposte, suggerimenti, input ce ne sono abbastanza. Alla Pastorale familiare umbra l’affascinante compito di misurare il tutto ‘ nel Convegno di ottobre ‘ e di confrontarlo con la realtà regionale, nell’interesse esclusivo delle famiglie. Francesco CarliniUna società a misura di famiglia, non viceversaCostruire una famiglia che alimenti il bene comune, che educhi persone adulte, libere, responsabili e fertili. Una famiglia che sia scuola di pace, che non induca al conflitto. Questi sono i punti cardini della relazione che il sociologo Francesco Belletti, direttore del Centro italiano studi famiglia (Cisf), ha tenuto al seminario di Cannaiola di Trevi. L’intervento di Belletti, molto applaudito, si è snodato sul rapporto società-famiglia. La prima deve vedere e riconoscere la seconda; la deve rispettare e non condizionarla o adattarla alle proprie esigenze. La famiglia non è sinonimo di consumatori, elettori, lavoratori. Oggi non si può dire ‘famiglia a misura di lavoro’, ma è corretto dire ‘lavoro a misura di famiglia’. La politica deve porre regole nuove, più sussidiarie e promozionali, meno prescrittive e riparatorie. Tutto ciò deve essere affrontato tenendo conto che le modalità di comunicazione sono cambiate, nella società, come all’interno della famiglia. ‘Dobbiamo ridire – afferma Belletti – che il nucleo familiare è il luogo primo della felicità, che nella famiglia non si può non riconoscere la diversità dell’altro, che nessuna società può stare in piedi senza la famiglia’. Per creare delle famiglie responsabili, che sappiano cioè affrontare sfide interne (ciclo di vita familiare) ed esterne (interazione col mondo del lavoro, con l’ambiente, con i media, con la scuola, con la politica ecc.), è necessario superare la solitudine, evitare che gli uomini e le donne trovino in sé stessi le proprie ragioni. È invece auspicabile fare famiglia con altre famiglie, fare società a misura di famiglia. ‘Solo insieme si riesce a fare grandi cose. È necessario però – ha concluso il sociologo – partire sempre dai bisogni della famiglia, che devono diventare opportunità per molti’. Il pomeriggio c’è stata la relazione dei coniugi Letizia ed Elio Giannetti, dell’ufficio regionale di Pastorale familiare incentrata sul tema ‘Famiglia, risorsa della persona e della Chiesa’. I coniugi hanno parlato della loro esperienza, in particolare del loro incontro con il carisma dell’unità di Chiara Lubich. I Giannetti sono partiti dalla Creazione, dove ci sono un uomo e una donna. A loro Dio consegna il comandamento dell’amore reciproco, l’invito alla fecondità, all’uso dei beni del creato. La scoperta dell’alterità e la nascita della persona coincidono con quella della famiglia. ‘Il ‘noi divino’ – hanno ricordato i coniugi spoletini – costituisce il modello eterno del ‘noi umano’, di quel noi che è formato dall’uomo e dalla donna. Tutta la vita della famiglia è fatta d’amore. E in tale rapporto si può leggere anche la ricchezza scaturita dal dono specifico dei due: quello maschile nell’orientarsi alla costruzione del mondo, quello femminile nel processo di umanizzazione del mondo stesso’. La famiglia, è emerso, non è solo la destinataria della Chiesa, ma ne diventa il soggetto più prezioso per il compimento della sua missione, l’alleata più efficace per il servizio pastorale. I coniugi, in quanto coppia, e i genitori e i figli, in quanto famiglia, devono vivere il loro servizio alla Chiesa. ‘Dobbiamo adempiere questa nostra missione – hanno ricordato i Giannetti – con tutta la nostra vita, realizzandola specialmente con la testimonianza e con il far sì che la famiglia sia Vangelo vivente, una buona notizia che suscita speranza per tutti’. Solo così si può evitare la violenza nelle famiglie, si possono garantire i diritti umani a tutti, si può superare la definizione ‘famiglia, contenitore del dolore dell’umanità dell’oggi’.

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La famiglia, il futuro di tutti https://www.lavoce.it/la-famiglia-il-futuro-di-tutti/ Fri, 29 Feb 2008 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6489 Dopo la positiva esperienza del VI Convegno ecclesiale regionale dal titolo ‘Per una nuova comunicazione della fede: le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani’, svoltosi ad Assisi il 16-18 novembre 2001, i Pastori delle Chiese umbre hanno programmato un altro Convegno regionale che ha per tema la famiglia. I Vescovi sono convinti che i giovani e la famiglia vivano un grande travaglio a causa della crisi di valori più volte sottolineata dal Santo Padre Benedetto XVI, caratterizzata dall’individualismo e dalla perdita dei punti di riferimento che sono a fondamento della società. Il convegno del 2001, sulle cui indicazioni i Vescovi umbri hanno elaborato il documento Le Chiese in Umbria e i giovani, pubblicato il 4 ottobre 2002, ha prodotto risultati notevoli, che si sono potuti riscontrare già nella fase preparatoria e nel corso del suo svolgimento, in quanto i due momenti hanno costituito un vero evento ecclesiale vissuto con pieno coinvolgimento da tutte le diocesi. Dalle riflessioni maturate durante i lavori sono scaturite inoltre linee pastorali che hanno dato origine a varie iniziative, tra le quali forse la più significativa è stata la fioritura degli oratori in molte parrocchie, tanto che anche l’Amministrazione regionale ne ha preso atto e ha emanato una legge che prevede, a certe condizioni, il finanziamento delle loro attività rivolte al mondo giovanile. Dopo la bella esperienza del convegno sui giovani, i Vescovi umbri hanno voluto programmare, come si è detto, il convegno regionale sulla famiglia da svolgersi il 18 e 19 ottobre prossimi, affidandone la realizzazione ad una commissione regionale di cui sono stati nominati responsabili mons. Vittorio Peri, padre Luciano Temperilli e i coniugi Letizia ed Elio Giannetti di Spoleto. I Pastori sono infatti convinti che sia i giovani sia la famiglia costituiscono una grande risorsa per la società civile e per la Chiesa, e che da loro dipenderanno le sorti del secolo appena iniziato. Una commissione, formata da coppie di coniugi di tutte le otto diocesi umbre, da circa due anni lavora sull’argomento e già in questa fase sta sperimentando la gioia di costruire l’evento che si spera abbia ricadute concrete nella pastorale familiare regionale, come già si è verificato nel 2001 per il convegno sui giovani. L’evento per il quale la commissione regionale sta lavorando, in pratica, è già in corso attraverso i seminari che si sono tenuti a Città di Castello e a Collevalenza e a quello di Spoleto in programma per il 6 aprile prossimo. È in preparazione anche un convegno in ogni diocesi, organizzato dall’ufficio di Pastorale familiare diocesano insieme al Forum regionale delle famiglie, per una riflessione propositiva sulle tematiche dibattute nei tre seminari. Mi piace sottolineare come attraverso questi Convegni regionali – quello dei giovani nel 2001 e quello in atto delle famiglie – le diocesi umbre stiano sperimentando un nuovo modo di far pastorale, che vede i laici impegnati non più come esecutori di scelte e di decisioni prese dall’alto, ma che li attiva per individuare e discutere insieme ai Pastori le problematiche sempre più complesse che la società moderna ci propone, e per elaborare insieme ad essi possibili soluzioni. È questo il nuovo volto della Chiesa, che sottolinea i preziosi carismi dei laici, forse in passato troppo trascurati, e che le permette di uscire dalla marginalizzazione per acquisire una presenza più feconda nella vita sociale. Anche nello stile pastorale che si è delineato possiamo scorgere i frutti del Concilio Vaticano II: uno stile che ora, sotto le spinte forti di un mondo che sta velocemente cambiando, diventa necessario per annunciare a tutti il Vangelo di Gesù.

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