confessione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/confessione/ Settimanale di informazione regionale Sun, 28 Nov 2021 12:02:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg confessione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/confessione/ 32 32 FESTA DEL PERDONO. L’intervista al nuovo custode della Porziuncola, fra Massimo Travascio https://www.lavoce.it/festa-del-perdono-lintervista-al-nuovo-custode-della-porziuncola-fra-massimo-travascio/ Fri, 30 Jul 2021 12:49:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61554

È una delle feste francescane più sentite e vissute dai fedeli, in particolare dai giovani e dalle famiglie. Per il secondo anno consecutivo, il Perdono di Assisi fa i conti con le restrizioni imposte dalla pandemia, ma sarà lo stesso una grande festa di popolo. Da otto secoli, i fedeli sono ancora richiamati dalle parole sferzanti e gioiose di san Francesco. “Voglio portare tutti in paradiso” fu l’imperativo che il Santo si affrettò a comunicare al popolo dei fedeli riuniti intorno alla Porziuncola, insieme ai vescovi umbri di allora. Qualche giorno prima, Francesco aveva raggiunto a Perugia papa Onorio III, mettendo bene in chiaro che la sua “contabilità” non si riferiva agli anni dell’indulgenza plenaria che stava chiedendo, ma alle anime che voleva salvare dal peccato.

Parla il nuovo Custode della Porziuncola

Con lo spirito e l’entusiasmo francescano di allora, fra Massimo Travascio si prepara a celebrare il suo primo Perdono, da quando è stato nominato custode della Porziuncola, nel settembre 2020. [caption id="attachment_61556" align="alignnone" width="400"] Fra Massimo Travascio, Custode della Porziuncola - Assisi[/caption] “Sono molto contento - ci dice fra Massimo lungo il chiostro del grande convento dei frati minori a Santa Maria degli Angeli - perché è una grande opportunità per la mia vita, un grande onore e anche un grande onere. Sento una grande responsabilità, soprattutto in questo tempo particolare della pandemia”. Quella del 2 agosto è la “festa” della misericordia di Dio, con l’autentico e profondo desiderio di Francesco di riconciliazione verso il Signore e verso i fratelli… “Chi guarda Francesco, guarda alla sua intuizione originaria, quindi a questo desiderio di piccolezza, di minorità, di prossimità. Aver compreso che dalle cose piccole e dall’umiltà si possono fare nuove tutte le cose. Come dice anche il vangelo. L’importante è ripartire da questa piccolezza che è nel desiderio di ogni uomo, sapendo che questa piccolezza contiene in sé grandi opportunità. In questo ripartire dal ‘piccolo’ c’è un desiderio di cose grandi”.

L'attualità di san Francesco

La grandezza e l’attualità di san Francesco forse stanno proprio in questo: saper coniugare l’universalità del suo messaggio con le ‘piccole cose’ della nostra quotidianità di allora e di oggi. Che ne dici, fra Massimo? “Questo è possibile farlo proprio attraverso uno sguardo rinnovato e tu hai un rinnovato sguardo sulle cose, sulle situazioni, sulle persone e sulle difficoltà che vivi, solo nella misura in cui fai esperienza di un amore più grande, che ti precede, in cui tu sei ricompreso. Questo è l’amore di Dio. Il messaggio del Perdono è proprio questo: permettere a ogni persona che varca la soglia della Porziuncola di comprendere quanto siamo amati, anche nella nostra fragilità e nel nostro limite, che non diventa più uno sbarramento per la nostra vita, ma è invece un’occasione per ripartire”. Non è affatto facile ripartire in un momento come quello che stiamo vivendo e dalla quale stiamo cercando di uscire. Epoca di conflitto e di scontro a tanti livelli, con noi stessi e con gli altri. Riusciremo a ‘perdonarci’ e a perdonare? “Anche se il tuo cuore ti rimprovera qualcosa, tu ricorda che il Signore è più grande del tuo cuore. Questa non è parola mia, ma è parola di Dio. Dobbiamo avere questa consapevolezza nel cuore. Ecco perché è importante conservare nel nostro cuore proprio la parola di Dio, che dà senso alla nostra vita, a tutte le situazioni, alle relazioni, alle difficoltà che viviamo. Nel 2016, in occasione dell’ottavo centenario del Perdono di Assisi, Papa Francesco disse che qui alla Porziuncola tutto parla di perdono e proprio dall’esperienza del perdono, dal comprendere l’amore di Dio, da quanto siamo amati che può ripartire qualcosa”.

Anno centenario

Sono anni di ‘ottocentenari’ francescani, quelli che viviamo ormai da qualche tempo. Ce n’è uno importante anche quest’anno... “Sì, infatti, ed è quello della regola non bollata. Un anno importante anche questo e il Vescovo di Assisi riprenderà un’antica tradizione legata proprio alla città di Assisi. La tradizione del pellegrinaggio degli assisani a piedi dal centro della città verso la Porziuncola, la mattina presto. Proprio per essere i primi a ricevere questo dono dell’indulgenza del Perdono di Assisi. Ciò darà una sottolineatura e una connotazione particolare a questa ricorrenza. Francesco volle riunire tutti i suoi frati, quando questi ormai erano già in numero considerevole per dare loro la prima regola non bollata. Questa del 1221, rispetto a quella del 1223 che è quella più riconosciuta, contiene veramente il ‘fuoco’ di Francesco: è un insieme continuo di riferimenti al vangelo, proprio a dire come la vita e la regola dei frati minori è proprio vivere il vangelo. E si vede come Francesco abbia compreso e desiderato che la vita di ogni frate e di ogni uomo potesse confrontarsi con la parola di vita del vangelo”.

Indulgenza in tutto il mondo

Ormai siete pronti ad accogliere qui in Porziuncola pellegrini e fedeli, nel rispetto delle indicazioni contro la pandemia. Ma va ricordato che quella del Perdono di Assisi - in un certo senso - è forse l’indulgenza più condivisa e diffusa nel mondo. Giusto? “Sì, all’inizio questo privilegio era concesso alla Porziuncola da mezzogiorno del primo agosto fino alle ore 24 del 2. Poi questo privilegio è stato esteso a tutti i giorni dell’anno per la Porziuncola e si è voluto che in tutte le chiese francescane e in tutte le parrocchie del mondo ci fosse l’indulgenza per i propri peccati dalle 12 del primo alla mezzanotte del 2 agosto. Le condizioni sono le stesse per tutti e ovunque: la confessione sacramentale, l’accostarsi all’eucarestia, la preghiera per il Papa, la recita del Credo per rinnovare la propria fede, la preghiera del Padre Nostro per rinnovare la propria figliolanza a Dio. Questo dice come il desiderio della Chiesa da sempre sia di rimettere al centro il messaggio della misericordia e del perdono di Dio”.

Le celebrazioni principali a Santa Maria degli Angeli

Dal 29 al 31 luglio, alle ore 21.15: triduo di preparazione celebrato da mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e vice presidente della Cei. Domenica primo agosto: celebrazioni eucaristiche alle ore 7, 8.30, 11, 16.30 e 18. Quella solenne delle ore 11 è presieduta dal nuovo ministro generale dei Frati minori, fra Massimo Fusarelli, e si chiude con la processione di apertura del Perdono. Alle ore 19: primi vespri della solennità celebrati dall’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino. Lunedì 2 agosto: celebrazioni eucaristiche alle ore 7, 8.30, 10, 11.30, 16.30 e 18. Quella solenne delle ore 11.30 è presieduta dal card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore presso la penitenzieria apostolica. Alle ore 19: secondi vespri presieduti da fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati minori di Umbria e Sardegna. Per informazioni e dettagli: tel. 075.8051430 - www.porziuncola.org.]]>

È una delle feste francescane più sentite e vissute dai fedeli, in particolare dai giovani e dalle famiglie. Per il secondo anno consecutivo, il Perdono di Assisi fa i conti con le restrizioni imposte dalla pandemia, ma sarà lo stesso una grande festa di popolo. Da otto secoli, i fedeli sono ancora richiamati dalle parole sferzanti e gioiose di san Francesco. “Voglio portare tutti in paradiso” fu l’imperativo che il Santo si affrettò a comunicare al popolo dei fedeli riuniti intorno alla Porziuncola, insieme ai vescovi umbri di allora. Qualche giorno prima, Francesco aveva raggiunto a Perugia papa Onorio III, mettendo bene in chiaro che la sua “contabilità” non si riferiva agli anni dell’indulgenza plenaria che stava chiedendo, ma alle anime che voleva salvare dal peccato.

Parla il nuovo Custode della Porziuncola

Con lo spirito e l’entusiasmo francescano di allora, fra Massimo Travascio si prepara a celebrare il suo primo Perdono, da quando è stato nominato custode della Porziuncola, nel settembre 2020. [caption id="attachment_61556" align="alignnone" width="400"] Fra Massimo Travascio, Custode della Porziuncola - Assisi[/caption] “Sono molto contento - ci dice fra Massimo lungo il chiostro del grande convento dei frati minori a Santa Maria degli Angeli - perché è una grande opportunità per la mia vita, un grande onore e anche un grande onere. Sento una grande responsabilità, soprattutto in questo tempo particolare della pandemia”. Quella del 2 agosto è la “festa” della misericordia di Dio, con l’autentico e profondo desiderio di Francesco di riconciliazione verso il Signore e verso i fratelli… “Chi guarda Francesco, guarda alla sua intuizione originaria, quindi a questo desiderio di piccolezza, di minorità, di prossimità. Aver compreso che dalle cose piccole e dall’umiltà si possono fare nuove tutte le cose. Come dice anche il vangelo. L’importante è ripartire da questa piccolezza che è nel desiderio di ogni uomo, sapendo che questa piccolezza contiene in sé grandi opportunità. In questo ripartire dal ‘piccolo’ c’è un desiderio di cose grandi”.

L'attualità di san Francesco

La grandezza e l’attualità di san Francesco forse stanno proprio in questo: saper coniugare l’universalità del suo messaggio con le ‘piccole cose’ della nostra quotidianità di allora e di oggi. Che ne dici, fra Massimo? “Questo è possibile farlo proprio attraverso uno sguardo rinnovato e tu hai un rinnovato sguardo sulle cose, sulle situazioni, sulle persone e sulle difficoltà che vivi, solo nella misura in cui fai esperienza di un amore più grande, che ti precede, in cui tu sei ricompreso. Questo è l’amore di Dio. Il messaggio del Perdono è proprio questo: permettere a ogni persona che varca la soglia della Porziuncola di comprendere quanto siamo amati, anche nella nostra fragilità e nel nostro limite, che non diventa più uno sbarramento per la nostra vita, ma è invece un’occasione per ripartire”. Non è affatto facile ripartire in un momento come quello che stiamo vivendo e dalla quale stiamo cercando di uscire. Epoca di conflitto e di scontro a tanti livelli, con noi stessi e con gli altri. Riusciremo a ‘perdonarci’ e a perdonare? “Anche se il tuo cuore ti rimprovera qualcosa, tu ricorda che il Signore è più grande del tuo cuore. Questa non è parola mia, ma è parola di Dio. Dobbiamo avere questa consapevolezza nel cuore. Ecco perché è importante conservare nel nostro cuore proprio la parola di Dio, che dà senso alla nostra vita, a tutte le situazioni, alle relazioni, alle difficoltà che viviamo. Nel 2016, in occasione dell’ottavo centenario del Perdono di Assisi, Papa Francesco disse che qui alla Porziuncola tutto parla di perdono e proprio dall’esperienza del perdono, dal comprendere l’amore di Dio, da quanto siamo amati che può ripartire qualcosa”.

Anno centenario

Sono anni di ‘ottocentenari’ francescani, quelli che viviamo ormai da qualche tempo. Ce n’è uno importante anche quest’anno... “Sì, infatti, ed è quello della regola non bollata. Un anno importante anche questo e il Vescovo di Assisi riprenderà un’antica tradizione legata proprio alla città di Assisi. La tradizione del pellegrinaggio degli assisani a piedi dal centro della città verso la Porziuncola, la mattina presto. Proprio per essere i primi a ricevere questo dono dell’indulgenza del Perdono di Assisi. Ciò darà una sottolineatura e una connotazione particolare a questa ricorrenza. Francesco volle riunire tutti i suoi frati, quando questi ormai erano già in numero considerevole per dare loro la prima regola non bollata. Questa del 1221, rispetto a quella del 1223 che è quella più riconosciuta, contiene veramente il ‘fuoco’ di Francesco: è un insieme continuo di riferimenti al vangelo, proprio a dire come la vita e la regola dei frati minori è proprio vivere il vangelo. E si vede come Francesco abbia compreso e desiderato che la vita di ogni frate e di ogni uomo potesse confrontarsi con la parola di vita del vangelo”.

Indulgenza in tutto il mondo

Ormai siete pronti ad accogliere qui in Porziuncola pellegrini e fedeli, nel rispetto delle indicazioni contro la pandemia. Ma va ricordato che quella del Perdono di Assisi - in un certo senso - è forse l’indulgenza più condivisa e diffusa nel mondo. Giusto? “Sì, all’inizio questo privilegio era concesso alla Porziuncola da mezzogiorno del primo agosto fino alle ore 24 del 2. Poi questo privilegio è stato esteso a tutti i giorni dell’anno per la Porziuncola e si è voluto che in tutte le chiese francescane e in tutte le parrocchie del mondo ci fosse l’indulgenza per i propri peccati dalle 12 del primo alla mezzanotte del 2 agosto. Le condizioni sono le stesse per tutti e ovunque: la confessione sacramentale, l’accostarsi all’eucarestia, la preghiera per il Papa, la recita del Credo per rinnovare la propria fede, la preghiera del Padre Nostro per rinnovare la propria figliolanza a Dio. Questo dice come il desiderio della Chiesa da sempre sia di rimettere al centro il messaggio della misericordia e del perdono di Dio”.

Le celebrazioni principali a Santa Maria degli Angeli

Dal 29 al 31 luglio, alle ore 21.15: triduo di preparazione celebrato da mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e vice presidente della Cei. Domenica primo agosto: celebrazioni eucaristiche alle ore 7, 8.30, 11, 16.30 e 18. Quella solenne delle ore 11 è presieduta dal nuovo ministro generale dei Frati minori, fra Massimo Fusarelli, e si chiude con la processione di apertura del Perdono. Alle ore 19: primi vespri della solennità celebrati dall’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino. Lunedì 2 agosto: celebrazioni eucaristiche alle ore 7, 8.30, 10, 11.30, 16.30 e 18. Quella solenne delle ore 11.30 è presieduta dal card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore presso la penitenzieria apostolica. Alle ore 19: secondi vespri presieduti da fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati minori di Umbria e Sardegna. Per informazioni e dettagli: tel. 075.8051430 - www.porziuncola.org.]]>
Festa del Perdono a Isola Maggiore https://www.lavoce.it/festa-del-perdono-a-isola-maggiore/ Fri, 30 Jul 2021 12:31:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61543 perdono festa sbarco

Delle 18 solennità, tra fisse e mobili, che nel tempo passato (non poi così remoto!) scandivano la vita religiosa di Isola Maggiore è rimasta solo questa: la festa del Perdono. Il ridottissimo numero di abitanti; l’abolizione della parrocchia fatta nel 1982 accorpandola a Vernazzano, non consente più di poter vivere pienamente la vita cristiana a questo piccolo spicchio di terra che emerge dalle acque del Trasimeno e che nel 1211 san Francesco elesse a suo romitorio quaresimale.

L'isola in cui Francesco si ritirò in preghiera

Divenuta immediatamente luogo francescano per eccellenza, si poté gloriare della presenza dei Frati che dal 1250 al 1865 vissero nel Convento minorita a lui dedicato (poi trasformato nell’oramai abbandonato Castello Guglielmi). Non possediamo grandi notizie di come venisse vissuta nel passato questa “Indulgenza” voluta dal “Tutto serafico in ardore” e concessa da papa Onorio III il 2 agosto 1216. Ciò che è certo è che sin da quella data anche ad Isola Maggiore si celebrò con fede e devozione questa festa della riconciliazione e del perdono, in forme molto simili a quelle che G.F. Overbek di Lubecca, tra il 1829 ed il 1830, affrescherà sulla facciata della chiesa della Porziuncola, nella quale è raffigurato appunto l’istituzione del Perdono di Assisi.

I frati a Isola Maggiore

Abbiamo solo qualche notizia sulla presenza di numerosi pellegrini ad Isola Maggiore per “piar l’indulgenza del serafico Patre nostro” durante i 17 anni (1444/1461) in cui fu Guardiano del Convento padre Pietro Fratangioli. Originario di Trequanda vicino Siena, padre Fratangeli, tanto esemplare figlio di san Francesco quanto dotto uomo di lettere e di studio, fu contemporaneo e conterraneo tra gli altri del pittore Sano di Pietro; e non è da escludersi che possa essere proprio sua la committenza del polittico della Vergine con Bambino tra i santi Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, dipinta dal senese nel 1450 per la pieve di san Michele Arcangelo, e del quale oggi sopravvivono (musealizzati) solo la pala centrale ed i medaglioni con gli Apostoli. Dell’importanza storica di quest’uomo, colto e pio al tempo stesso; che venne insediato Guardiano del Convento di Isola Maggiore il primo maggio 1444 niente meno che da san Bernardino da Siena in persona; morto in concetto di santità ed oggi Beato, è certo che dovrò tornare presto a scrivere! Con l’unità d’Italia e la chiusura del convento con conseguente trasformazione in villa patrizia (castello) non abbiamo più notizie di celebrazioni del Perdono, ma solo di quelle in onore di san Francesco il 4 ottobre.

La celebrazione nel luogo “dello sbarco”

Si dovranno attendere gli anni ’70 del’900 quando il parroco don Giancarlo Giamboni deciderà in accordo col suo popolo di rinnovare questo antico privilegio indulgenziale lucrabile in tutti i luoghi francescani, istituendo la tradizionale celebrazione della Messa sul luogo comunemente detto “dello sbarco”, dove sorge una delle due cappelle dedicate al santo. Più tardi negli anni a venire, il luogo è stato ampliato creando il grande piazzale dove nel 1982, in occasione delle celebrazioni per l’VIII centenario della nascita del santo, i Frati Minori Conventuali e dell’Ordine Francescano Secolare della Basilica di santa Croce di Firenze fecero porre una statua di bronzo opera dello scultore Sisto Zanetti. [caption id="attachment_61551" align="alignnone" width="282"] Il programma della festa a Isola Maggiore[/caption] In questo stesso piazzale, a distanza di 50 anni dalla prima volta, ci ritroveremo domenica e lunedì prossimi (1e 2 agosto) in due appuntamenti diversi, tanto al mattino che al pomeriggio, per pregare san Francesco affinché ci ottenga dalla misericordia di Dio la tanto sospirata Indulgenza. Umberto Benini]]>
perdono festa sbarco

Delle 18 solennità, tra fisse e mobili, che nel tempo passato (non poi così remoto!) scandivano la vita religiosa di Isola Maggiore è rimasta solo questa: la festa del Perdono. Il ridottissimo numero di abitanti; l’abolizione della parrocchia fatta nel 1982 accorpandola a Vernazzano, non consente più di poter vivere pienamente la vita cristiana a questo piccolo spicchio di terra che emerge dalle acque del Trasimeno e che nel 1211 san Francesco elesse a suo romitorio quaresimale.

L'isola in cui Francesco si ritirò in preghiera

Divenuta immediatamente luogo francescano per eccellenza, si poté gloriare della presenza dei Frati che dal 1250 al 1865 vissero nel Convento minorita a lui dedicato (poi trasformato nell’oramai abbandonato Castello Guglielmi). Non possediamo grandi notizie di come venisse vissuta nel passato questa “Indulgenza” voluta dal “Tutto serafico in ardore” e concessa da papa Onorio III il 2 agosto 1216. Ciò che è certo è che sin da quella data anche ad Isola Maggiore si celebrò con fede e devozione questa festa della riconciliazione e del perdono, in forme molto simili a quelle che G.F. Overbek di Lubecca, tra il 1829 ed il 1830, affrescherà sulla facciata della chiesa della Porziuncola, nella quale è raffigurato appunto l’istituzione del Perdono di Assisi.

I frati a Isola Maggiore

Abbiamo solo qualche notizia sulla presenza di numerosi pellegrini ad Isola Maggiore per “piar l’indulgenza del serafico Patre nostro” durante i 17 anni (1444/1461) in cui fu Guardiano del Convento padre Pietro Fratangioli. Originario di Trequanda vicino Siena, padre Fratangeli, tanto esemplare figlio di san Francesco quanto dotto uomo di lettere e di studio, fu contemporaneo e conterraneo tra gli altri del pittore Sano di Pietro; e non è da escludersi che possa essere proprio sua la committenza del polittico della Vergine con Bambino tra i santi Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, dipinta dal senese nel 1450 per la pieve di san Michele Arcangelo, e del quale oggi sopravvivono (musealizzati) solo la pala centrale ed i medaglioni con gli Apostoli. Dell’importanza storica di quest’uomo, colto e pio al tempo stesso; che venne insediato Guardiano del Convento di Isola Maggiore il primo maggio 1444 niente meno che da san Bernardino da Siena in persona; morto in concetto di santità ed oggi Beato, è certo che dovrò tornare presto a scrivere! Con l’unità d’Italia e la chiusura del convento con conseguente trasformazione in villa patrizia (castello) non abbiamo più notizie di celebrazioni del Perdono, ma solo di quelle in onore di san Francesco il 4 ottobre.

La celebrazione nel luogo “dello sbarco”

Si dovranno attendere gli anni ’70 del’900 quando il parroco don Giancarlo Giamboni deciderà in accordo col suo popolo di rinnovare questo antico privilegio indulgenziale lucrabile in tutti i luoghi francescani, istituendo la tradizionale celebrazione della Messa sul luogo comunemente detto “dello sbarco”, dove sorge una delle due cappelle dedicate al santo. Più tardi negli anni a venire, il luogo è stato ampliato creando il grande piazzale dove nel 1982, in occasione delle celebrazioni per l’VIII centenario della nascita del santo, i Frati Minori Conventuali e dell’Ordine Francescano Secolare della Basilica di santa Croce di Firenze fecero porre una statua di bronzo opera dello scultore Sisto Zanetti. [caption id="attachment_61551" align="alignnone" width="282"] Il programma della festa a Isola Maggiore[/caption] In questo stesso piazzale, a distanza di 50 anni dalla prima volta, ci ritroveremo domenica e lunedì prossimi (1e 2 agosto) in due appuntamenti diversi, tanto al mattino che al pomeriggio, per pregare san Francesco affinché ci ottenga dalla misericordia di Dio la tanto sospirata Indulgenza. Umberto Benini]]>
L’emergenza rende quasi impossibile confessarsi. Che fare? https://www.lavoce.it/lemergenza-e-confessione/ Fri, 03 Apr 2020 08:03:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56777 segreto

Confessione tradizionale o al telefono?

Mentre ci avviciniamo alla Pasqua e alle celebrazioni della Settimana santa, cresce nei fedeli anche il desiderio di concludere, come di consueto, il cammino della Quaresima con la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione. Confessare i propri peccati e prepararsi a vivere nella gioia la memoria della risurrezione di Cristo e della nostra salvezza ricevuta nel battesimo. Il continuare delle restrizioni sociali che stiamo vivendo, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, non ci permetterà purtroppo di celebrare neanche i misteri del Triduo pasquale con la partecipazione del popolo di Dio, ma ancora con solo pochi ministri e a porte chiuse. Questo di conseguenza renderà praticamente impossibile ai fedeli anche l’accostarsi alla confessione sacramentale, non senza grande sofferenza. Che fare? Cosa ci suggerisce la Chiesa? Da giorni girano indiscriminate comunicazioni che ipotizzano soluzioni innovative (come la confessione al telefono). La Chiesa ha fatto chiarezza attingendo al suo tesoro di tradizione. Indica a pastori e fedeli le possibilità di ricevere con certezza il perdono di Dio. Sia per chi si trova nelle drammatiche situazioni dell’infezione virale e per chi se ne prende cura. Per tutti coloro che sono solamente impediti dal recarsi in chiesa dalle norme di isolamento sociale.

Chi può recarsi da un sacerdote …

Coloro che, pur non infrangendo le disposizioni in vigore, avranno la possibilità di accostarsi individualmente a un sacerdote potranno celebrare il perdono di Dio nel modo consueto, nel sacramento della penitenza, curandosi di prendere, insieme al confessore, tutte le precauzioni per evitare ogni eventuale contagio (un luogo areato esterno al confessionale, una distanza conveniente, il ricorso alla mascherina). Tutti gli altri, secondo la dottrina della Chiesa, potranno ricevere il perdono e la riconciliazione con Dio esprimendo nella preghiera il proprio “atto di dolore (o contrizione) perfetto”. Accompagnato dalla ferma intenzione di accostarsi al sacramento appena possibile. Se si verifica dunque la dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, come in questi giorni, anche il cosiddetto votum confessionis, ovvero anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnato da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1452).

Momento di preghiera e di riflessione

In questo caso si consiglia, almeno per chi ne ha la possibilità, di far precedere a questo momento profondo di preghiera un tempo di riflessione. A partire da un testo della Parola di Dio, che ci guidi a compiere un buon esame di coscienza, così da presentare al Signore il nostro pentimento per i peccati che abbiamo commesso e che riconosciamo davanti a Lui. Concludiamo con una preghiera di ringraziamento per la misericordia ricevuta e per la gioia ritrovata. È prevista dal Rito della penitenza anche una forma “straordinaria” con l’assoluzione generale dei penitenti quando non sia possibile l’ascolto delle confessioni individuali. Può essere impartita solo dove ricorre l’imminente pericolo di morte e la presenza di molti penitenti, oppure in caso di grave necessità, come purtroppo si sta verificando nei luoghi del Paese maggiormente interessati dal contagio, e necessita sempre dell’autorizzazione del Vescovo diocesano, entro i limiti del possibile. La Chiesa custodisce con umiltà e fedeltà il tesoro della misericordia di Dio. Cerca di assicurare ai fedeli la possibilità di attingervi il dono della vita nuova conquistata da Cristo per noi nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. † Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio]]>
segreto

Confessione tradizionale o al telefono?

Mentre ci avviciniamo alla Pasqua e alle celebrazioni della Settimana santa, cresce nei fedeli anche il desiderio di concludere, come di consueto, il cammino della Quaresima con la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione. Confessare i propri peccati e prepararsi a vivere nella gioia la memoria della risurrezione di Cristo e della nostra salvezza ricevuta nel battesimo. Il continuare delle restrizioni sociali che stiamo vivendo, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, non ci permetterà purtroppo di celebrare neanche i misteri del Triduo pasquale con la partecipazione del popolo di Dio, ma ancora con solo pochi ministri e a porte chiuse. Questo di conseguenza renderà praticamente impossibile ai fedeli anche l’accostarsi alla confessione sacramentale, non senza grande sofferenza. Che fare? Cosa ci suggerisce la Chiesa? Da giorni girano indiscriminate comunicazioni che ipotizzano soluzioni innovative (come la confessione al telefono). La Chiesa ha fatto chiarezza attingendo al suo tesoro di tradizione. Indica a pastori e fedeli le possibilità di ricevere con certezza il perdono di Dio. Sia per chi si trova nelle drammatiche situazioni dell’infezione virale e per chi se ne prende cura. Per tutti coloro che sono solamente impediti dal recarsi in chiesa dalle norme di isolamento sociale.

Chi può recarsi da un sacerdote …

Coloro che, pur non infrangendo le disposizioni in vigore, avranno la possibilità di accostarsi individualmente a un sacerdote potranno celebrare il perdono di Dio nel modo consueto, nel sacramento della penitenza, curandosi di prendere, insieme al confessore, tutte le precauzioni per evitare ogni eventuale contagio (un luogo areato esterno al confessionale, una distanza conveniente, il ricorso alla mascherina). Tutti gli altri, secondo la dottrina della Chiesa, potranno ricevere il perdono e la riconciliazione con Dio esprimendo nella preghiera il proprio “atto di dolore (o contrizione) perfetto”. Accompagnato dalla ferma intenzione di accostarsi al sacramento appena possibile. Se si verifica dunque la dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, come in questi giorni, anche il cosiddetto votum confessionis, ovvero anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnato da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1452).

Momento di preghiera e di riflessione

In questo caso si consiglia, almeno per chi ne ha la possibilità, di far precedere a questo momento profondo di preghiera un tempo di riflessione. A partire da un testo della Parola di Dio, che ci guidi a compiere un buon esame di coscienza, così da presentare al Signore il nostro pentimento per i peccati che abbiamo commesso e che riconosciamo davanti a Lui. Concludiamo con una preghiera di ringraziamento per la misericordia ricevuta e per la gioia ritrovata. È prevista dal Rito della penitenza anche una forma “straordinaria” con l’assoluzione generale dei penitenti quando non sia possibile l’ascolto delle confessioni individuali. Può essere impartita solo dove ricorre l’imminente pericolo di morte e la presenza di molti penitenti, oppure in caso di grave necessità, come purtroppo si sta verificando nei luoghi del Paese maggiormente interessati dal contagio, e necessita sempre dell’autorizzazione del Vescovo diocesano, entro i limiti del possibile. La Chiesa custodisce con umiltà e fedeltà il tesoro della misericordia di Dio. Cerca di assicurare ai fedeli la possibilità di attingervi il dono della vita nuova conquistata da Cristo per noi nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. † Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio]]>