coldiretti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/coldiretti/ Settimanale di informazione regionale Thu, 23 Nov 2023 15:03:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg coldiretti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/coldiretti/ 32 32 Il cibo sintetico è sano e sicuro? https://www.lavoce.it/il-cibo-sintetico-e-sano-e-sicuro/ https://www.lavoce.it/il-cibo-sintetico-e-sano-e-sicuro/#respond Thu, 23 Nov 2023 11:43:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74042

di Andrea Zaghi

È scontro sulla carne sintetica. L’ultimo scontro, in ordine di tempo, sui temi dell’agroalimentare, della buona tavola italiana, delle tradizioni contrapposte – spesso in modo strumentale – alla modernità, che non sempre, d’altra parte, appare nuova né soprattutto immune da rischi e dubbi. Quello dell’alimentazione si dimostra così ancora una volta un tema dividente, in cui gli schieramenti si fanno netti e intransigenti, mentre la lucidità sembra perdersi nelle polemiche. L’ultimo tema del contendere è appunto quello del divieto in Italia ai cosiddetti cibi sintetici (la carne, ma non solo).

Il nostro Paese da pochi giorni si è dotato di una legge che vieta produzione e importazione di alimenti ottenuti con metodi che non siano quelli tradizionali. Principale imputata, la carne sintetica o “coltivata”, cioè un derivato da cellule staminali (indifferenziate, quindi capaci di diventare cellule muscolari, ad esempio) prelevate da un animale vivo, o comunque da carne “vera”, e fatte sviluppare in grandi contenitori (bioreattori) che riproducono le condizioni nelle quali queste cellule si troverebbero nel corpo dell’animale. Metodo certamente rivoluzionario dal punto di vista produttivo, non certo da quello biologico, dato che si fanno le prove da circa dieci anni. Metodo, soprattutto, molto efficiente, visto che da una sola cellula possono essere prodotti circa 10 tonnellate di carne in poco tempo.

Ma è davvero carne quella che si ottiene da questo procedimento? Sulla risposta gli schieramenti si sono formati e scontrati. È carne buona e sana secondo i sostenitori, che aggiungono l’assenza di antibiotici, il danno ambientale più basso, l’assenza di consumo di acqua e suolo per allevare gli animali, la diminuzione del numero di animali uccisi, la possibilità di dare carne anche anche a chi non può permettersela. È invece un obbrobrio biologico per i detrattori, che mettono sul tavolo dubbi come la possibilità di tumori determinate dalle staminali, l’assenza di studi approfonditi sulla sicurezza nutrizionale, l’elevata produzione di anidride carbonica e l’alto costo energetico del procedimento. Senza dire, per questi ultimi, il rischio per gli allevamenti tradizionali che hanno fatto della qualità, della cura degli animali e dell’ambiente, oltre che delle tradizioni, i loro cavalli di battaglia.

Numerosi i componenti nei diversi schieramenti; ma, in Italia almeno, paiono più forti e combattivi quelli contro questi alimenti. A iniziare da Coldiretti, che ricorda come 3 italiani su 4 siano contrari alla carne “in provetta” e alla sua commercializzazione. Un dato che ha accompagnato una grande raccolta di firme (arrivate a oltre due milioni), a cui hanno aderito decine di sigle associative di tutti gli orientamenti politici, 2.000 Amministrazioni comunali, le Regioni e numerosi parlamentari. Di fronte a tutto questo – che tra l’altro ha portato anche a interpellare il Quirinale – è forse opportuno ricordare alcuni princìpi come la libertà di scelta anche nell’alimentazione, e quindi la necessità di dare una precisa, completa e comprensibile informazione su ciò che si può acquistare e mettere in tavola. Princìpi ai quali la scienza può e deve dare supporto. In un Paese civile gli alimenti, comunque e sempre, devono essere sani, controllati, sicuri. Per tutti.

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di Andrea Zaghi

È scontro sulla carne sintetica. L’ultimo scontro, in ordine di tempo, sui temi dell’agroalimentare, della buona tavola italiana, delle tradizioni contrapposte – spesso in modo strumentale – alla modernità, che non sempre, d’altra parte, appare nuova né soprattutto immune da rischi e dubbi. Quello dell’alimentazione si dimostra così ancora una volta un tema dividente, in cui gli schieramenti si fanno netti e intransigenti, mentre la lucidità sembra perdersi nelle polemiche. L’ultimo tema del contendere è appunto quello del divieto in Italia ai cosiddetti cibi sintetici (la carne, ma non solo).

Il nostro Paese da pochi giorni si è dotato di una legge che vieta produzione e importazione di alimenti ottenuti con metodi che non siano quelli tradizionali. Principale imputata, la carne sintetica o “coltivata”, cioè un derivato da cellule staminali (indifferenziate, quindi capaci di diventare cellule muscolari, ad esempio) prelevate da un animale vivo, o comunque da carne “vera”, e fatte sviluppare in grandi contenitori (bioreattori) che riproducono le condizioni nelle quali queste cellule si troverebbero nel corpo dell’animale. Metodo certamente rivoluzionario dal punto di vista produttivo, non certo da quello biologico, dato che si fanno le prove da circa dieci anni. Metodo, soprattutto, molto efficiente, visto che da una sola cellula possono essere prodotti circa 10 tonnellate di carne in poco tempo.

Ma è davvero carne quella che si ottiene da questo procedimento? Sulla risposta gli schieramenti si sono formati e scontrati. È carne buona e sana secondo i sostenitori, che aggiungono l’assenza di antibiotici, il danno ambientale più basso, l’assenza di consumo di acqua e suolo per allevare gli animali, la diminuzione del numero di animali uccisi, la possibilità di dare carne anche anche a chi non può permettersela. È invece un obbrobrio biologico per i detrattori, che mettono sul tavolo dubbi come la possibilità di tumori determinate dalle staminali, l’assenza di studi approfonditi sulla sicurezza nutrizionale, l’elevata produzione di anidride carbonica e l’alto costo energetico del procedimento. Senza dire, per questi ultimi, il rischio per gli allevamenti tradizionali che hanno fatto della qualità, della cura degli animali e dell’ambiente, oltre che delle tradizioni, i loro cavalli di battaglia.

Numerosi i componenti nei diversi schieramenti; ma, in Italia almeno, paiono più forti e combattivi quelli contro questi alimenti. A iniziare da Coldiretti, che ricorda come 3 italiani su 4 siano contrari alla carne “in provetta” e alla sua commercializzazione. Un dato che ha accompagnato una grande raccolta di firme (arrivate a oltre due milioni), a cui hanno aderito decine di sigle associative di tutti gli orientamenti politici, 2.000 Amministrazioni comunali, le Regioni e numerosi parlamentari. Di fronte a tutto questo – che tra l’altro ha portato anche a interpellare il Quirinale – è forse opportuno ricordare alcuni princìpi come la libertà di scelta anche nell’alimentazione, e quindi la necessità di dare una precisa, completa e comprensibile informazione su ciò che si può acquistare e mettere in tavola. Princìpi ai quali la scienza può e deve dare supporto. In un Paese civile gli alimenti, comunque e sempre, devono essere sani, controllati, sicuri. Per tutti.

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Coldiretti Umbria e Diocesi di Perugia insieme per dire basta alla guerra in Ucraina https://www.lavoce.it/coldiretti-umbria-e-diocesi-di-perugia-insieme-per-dire-basta-alla-guerra-in-ucraina/ Fri, 11 Mar 2022 10:07:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65500 fiaccolata per la pace in ucraina

All'insegna di Seminiamo la pace, si è svolta a Perugia nel tardo pomeriggio di giovedì 10 marzo, la manifestazione-fiaccolata per dire basta alla guerra in Ucraina che ha visto insieme Coldiretti Umbria e l'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Attorno alla splendida duecentesca Fontana Maggiore di piazza IV Novembre, monumento-simbolo della cultura del capoluogo umbro con non pochi riferimenti, nei suoi bassorilievi, alle arti e ai mestieri, come anche alle scene di vita pregne di umanesimo cristiano, quasi un inno alla convivenza pacifica,  l'incontro è culminato con la preghiera per la Pace scritta dai giovani della Comunità di Taizé. Presenti, il presidente regionale della Coldiretti Albano Agabiti e il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Tra i partecipanti, diversi rappresentanti delle Istituzioni civili umbre e numerosi giovani agricoltori.

Coldiretti Umbria per la Pace in Ucraina

"Noi come agricoltori -ha detto il presidente regionale Agabiti- siamo abituati ad essere un popolo paziente e pacifico, perché abbiamo sempre lavorato per la pace, per la solidarietà e per costruire percorsi di futuro e non percorsi di guerra. Per questo coltiviamo la terra e ripudiamo la guerra. Il dramma che sta attraversando l’Europa e in particolare l’Ucraina ci porta ad essere in questo luogo così importante per tre motivi.

Il primo per dire basta alla guerra, sì alla pace, soprattutto dinanzi alle immagi strazianti di bambini morti che ci fanno rivivere un’ennesima strage degli innocenti.

Il secondo è per la solidarietà che si concretizza con una raccolta di generi alimentari promossa insieme alla Caritas di Perugia e al nostro mercato di Campagna amica, da inviare nei prossimi giorni al popolo ucraino rimasto in patria a lottare per la libertà.

Il terzo motivo è perché siamo entrati in un’economia di guerra in questa nostra Europa. Lo viviamo da cittadini nel vedere l’aumento del costo dell’energia nelle nostre case, del carburante quando andiamo al distributore dove l’aumento non è più giornaliero o settimanale, ma avviene diverse volte in un giorno.

Siamo in piazza anche per dire che con questa economia di guerra stiamo mettendo a repentaglio anche il futuro della nostra agricoltura e il futuro di un cibo sano per i cittadini se non si corre presto ai ripari su questi rincari che determinano scarsità di cereali e di concimi prodotti in particolare in Ucraina. Occorre cambiare politiche e strategie utilizzate nel nostro Paese e nell’Unione europea rivelatesi dinanzi a questa grave crisi sbagliate e per questo va ridiscusso tutto, perché per anni ci hanno costretto a non produrre determinati prodotti e messo vincoli su diverse produzioni, portandoci alla situazione di oggi in cui non abbiamo più la sovranità agro-alimentare".

Il saluto ai partecipanti del cardinale Bassetti

"Un saluto particolare lo rivolgo al parroco della comunità degli ucraini che sono in Perugia, don Vasil, esprimendogli la nostra affettuosa solidarietà per tutto quello che sta facendo per la sua gente e dirgli che ci sentiamo, come italiani, anche ucraini insieme a lui".

Lo ha detto il cardinale Bassetti all’inizio del suo intervento concluso con la lettura della preghiera per la pace.

"Ci siamo radunati intorno alla Fontana Maggiore, cuore vivo e pulsante dell’intera comunità perugina, con in mano le candele accese per un momento di riflessione e di preghiera. In questo tempo cupo e pauroso per l’inutile strage che si sta compiendo nei vasti territori dell’Ucraina, vogliamo testimoniare la nostra vicinanza e il nostro affetto a quanti sono vittime di questo terrore spietato e insensato.

Possano queste flebili luci rischiarare la notte del mondo, il buio della follia e della morte. Sia questo nostro convenire, umile e discreto, un segno di speranza. Queste luci, accese nel cuore di Perugia, riscaldino il cuore di chi è nella sofferenza e nel dolore. Siano anche un segno per quanti sono alla guida degli stati perché orientino sempre le loro scelte verso i sentieri della pace e della collaborazione.

Ringrazio di cuore quanti hanno promosso questa iniziativa -ha concluso il cardinale Bassetti- specialmente la direzione della Coldiretti. Ringrazio anche per l’impegno che la più grande organizzazione del mondo agricolo italiano pone nei riguardi delle povertà, ed ora anche nei confronti dei profughi ucraini, fornendo cibo e assistenza, in collaborazione con la Caritas diocesana. Anche questo è un segno di vicinanza e di concreta solidarietà nella desolazione della guerra e della sofferenza. Il dono fa bene a chi lo compie e a chi lo riceve. In questi giorni stringiamoci tutti attorno ai fratelli dell’Ucraina, sostenendoli qui a Perugia o inviando viveri nel loro paese martoriato".

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fiaccolata per la pace in ucraina

All'insegna di Seminiamo la pace, si è svolta a Perugia nel tardo pomeriggio di giovedì 10 marzo, la manifestazione-fiaccolata per dire basta alla guerra in Ucraina che ha visto insieme Coldiretti Umbria e l'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve. Attorno alla splendida duecentesca Fontana Maggiore di piazza IV Novembre, monumento-simbolo della cultura del capoluogo umbro con non pochi riferimenti, nei suoi bassorilievi, alle arti e ai mestieri, come anche alle scene di vita pregne di umanesimo cristiano, quasi un inno alla convivenza pacifica,  l'incontro è culminato con la preghiera per la Pace scritta dai giovani della Comunità di Taizé. Presenti, il presidente regionale della Coldiretti Albano Agabiti e il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Tra i partecipanti, diversi rappresentanti delle Istituzioni civili umbre e numerosi giovani agricoltori.

Coldiretti Umbria per la Pace in Ucraina

"Noi come agricoltori -ha detto il presidente regionale Agabiti- siamo abituati ad essere un popolo paziente e pacifico, perché abbiamo sempre lavorato per la pace, per la solidarietà e per costruire percorsi di futuro e non percorsi di guerra. Per questo coltiviamo la terra e ripudiamo la guerra. Il dramma che sta attraversando l’Europa e in particolare l’Ucraina ci porta ad essere in questo luogo così importante per tre motivi.

Il primo per dire basta alla guerra, sì alla pace, soprattutto dinanzi alle immagi strazianti di bambini morti che ci fanno rivivere un’ennesima strage degli innocenti.

Il secondo è per la solidarietà che si concretizza con una raccolta di generi alimentari promossa insieme alla Caritas di Perugia e al nostro mercato di Campagna amica, da inviare nei prossimi giorni al popolo ucraino rimasto in patria a lottare per la libertà.

Il terzo motivo è perché siamo entrati in un’economia di guerra in questa nostra Europa. Lo viviamo da cittadini nel vedere l’aumento del costo dell’energia nelle nostre case, del carburante quando andiamo al distributore dove l’aumento non è più giornaliero o settimanale, ma avviene diverse volte in un giorno.

Siamo in piazza anche per dire che con questa economia di guerra stiamo mettendo a repentaglio anche il futuro della nostra agricoltura e il futuro di un cibo sano per i cittadini se non si corre presto ai ripari su questi rincari che determinano scarsità di cereali e di concimi prodotti in particolare in Ucraina. Occorre cambiare politiche e strategie utilizzate nel nostro Paese e nell’Unione europea rivelatesi dinanzi a questa grave crisi sbagliate e per questo va ridiscusso tutto, perché per anni ci hanno costretto a non produrre determinati prodotti e messo vincoli su diverse produzioni, portandoci alla situazione di oggi in cui non abbiamo più la sovranità agro-alimentare".

Il saluto ai partecipanti del cardinale Bassetti

"Un saluto particolare lo rivolgo al parroco della comunità degli ucraini che sono in Perugia, don Vasil, esprimendogli la nostra affettuosa solidarietà per tutto quello che sta facendo per la sua gente e dirgli che ci sentiamo, come italiani, anche ucraini insieme a lui".

Lo ha detto il cardinale Bassetti all’inizio del suo intervento concluso con la lettura della preghiera per la pace.

"Ci siamo radunati intorno alla Fontana Maggiore, cuore vivo e pulsante dell’intera comunità perugina, con in mano le candele accese per un momento di riflessione e di preghiera. In questo tempo cupo e pauroso per l’inutile strage che si sta compiendo nei vasti territori dell’Ucraina, vogliamo testimoniare la nostra vicinanza e il nostro affetto a quanti sono vittime di questo terrore spietato e insensato.

Possano queste flebili luci rischiarare la notte del mondo, il buio della follia e della morte. Sia questo nostro convenire, umile e discreto, un segno di speranza. Queste luci, accese nel cuore di Perugia, riscaldino il cuore di chi è nella sofferenza e nel dolore. Siano anche un segno per quanti sono alla guida degli stati perché orientino sempre le loro scelte verso i sentieri della pace e della collaborazione.

Ringrazio di cuore quanti hanno promosso questa iniziativa -ha concluso il cardinale Bassetti- specialmente la direzione della Coldiretti. Ringrazio anche per l’impegno che la più grande organizzazione del mondo agricolo italiano pone nei riguardi delle povertà, ed ora anche nei confronti dei profughi ucraini, fornendo cibo e assistenza, in collaborazione con la Caritas diocesana. Anche questo è un segno di vicinanza e di concreta solidarietà nella desolazione della guerra e della sofferenza. Il dono fa bene a chi lo compie e a chi lo riceve. In questi giorni stringiamoci tutti attorno ai fratelli dell’Ucraina, sostenendoli qui a Perugia o inviando viveri nel loro paese martoriato".

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Giornata regionale del Ringraziamento promossa a Bevagna da Coldiretti Umbria https://www.lavoce.it/giornata-regionale-del-ringraziamento-promossa-a-bevagna-da-coldiretti-umbria/ Tue, 30 Nov 2021 16:25:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63426 Giornata del Ringraziamento

Si è tenuta a Bevagna, domenica 28 novembre, la Giornata regionale del Ringraziamento a Bevagna, promossa da Coldiretti Umbria. L'appuntamento, in programma il 7 novembre, in Umbria è stato celebrato domenica scorsa presso la Chiesa di San Michele con una Santa Messa presieduta dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo nella quale è stata resa grazia per il raccolto dei campi e chiesta la benedizione sui nuovi lavori. Nel corso della cerimonia liturgica, infatti, sono stati offerti i frutti della terra portati dagli agricoltori e a cui è seguita la tradizionale benedizione dei mezzi agricoli, alla presenza dei dirigenti e soci della Coldiretti regionale. La Giornata del Ringraziamento, tradizionale ricorrenza che dal 1951 viene festeggiata dalla Coldiretti in tutta Italia, rappresenta un momento importante che consente all’Organizzazione agricola di confermare la sua matrice cattolica, basata sulla dottrina sociale della Chiesa e un’attenta riflessione sulla realtà agricola, che da risorsa sociale qual è, ha profonde relazioni con cittadini, consumatori e tutta la comunità del territorio.

Quest’anno, per la 71esima Giornata del Ringraziamento, il tema indicato dai vescovi italiani riguarda gli animali che concorrono alla creazione. Nel Documento della Commissione episcopale c’è un invito a modificare gli stili di vita e di consumo, come richiamato nelle ultime due encicliche di Papa Francesco Laudato si’ e Fratelli tutti, in cui si insiste su un’ecologia integrale.

"Evitare quegli eccessi di consumo -vi è scritto- che, negli ultimi decenni, hanno distorto la salubrità della dieta mediterranea e aumentato il consumo di acqua in maniera esponenziale. La tradizione cristiana consigliava il magro di venerdì, giorno della morte in croce di Gesù, con una motivazione spirituale ed etica, che si rivela preziosa anche per la custodia delle relazioni nel creato, in cui si chiede di fare discernimento su quelle pratiche che pregiudicano gli interessi vitali degli animali, senza che ve ne siano in gioco di altrettanto importanti per gli esseri umani. La Giornata del Ringraziamento sia occasione per riflettere e per convertire i nostri stili di vita a una ecologia integrale -si legge ancora nel documento della Cei- Ad esempio, alcune specie animali, come le api, sono una benedizione per l’ecosistema e per le attività dell’uomo: la loro presenza è un indicatore infallibile dello stato di salute dell’ambiente e la loro preziosa opera di impollinazione garantisce fecondità ai cicli della natura". Nel testo dei vescovi pure un riferimento alla pesca e ai pastori e un invito a essere sempre lontani e distanti da ogni realtà legata alla caporalato.

"Si è trattato di un’occasione di festa -dice il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti- ma anche di un’opportunità per dare la giusta considerazione al ruolo dell’imprenditore agricolo, impegnato nell’importante opera di presidio e custodia della terra e a produrre cibo per la collettività. Grazie all’impegno degli agricoltori, anche molte aree interne e marginali della nostra regione sono state valorizzate: senza la loro generosa opera sarebbero state abbandonate allo spopolamento e al degrado, con evidenti effetti sia sul versante ambientale che economico-sociale".

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Giornata del Ringraziamento

Si è tenuta a Bevagna, domenica 28 novembre, la Giornata regionale del Ringraziamento a Bevagna, promossa da Coldiretti Umbria. L'appuntamento, in programma il 7 novembre, in Umbria è stato celebrato domenica scorsa presso la Chiesa di San Michele con una Santa Messa presieduta dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo nella quale è stata resa grazia per il raccolto dei campi e chiesta la benedizione sui nuovi lavori. Nel corso della cerimonia liturgica, infatti, sono stati offerti i frutti della terra portati dagli agricoltori e a cui è seguita la tradizionale benedizione dei mezzi agricoli, alla presenza dei dirigenti e soci della Coldiretti regionale. La Giornata del Ringraziamento, tradizionale ricorrenza che dal 1951 viene festeggiata dalla Coldiretti in tutta Italia, rappresenta un momento importante che consente all’Organizzazione agricola di confermare la sua matrice cattolica, basata sulla dottrina sociale della Chiesa e un’attenta riflessione sulla realtà agricola, che da risorsa sociale qual è, ha profonde relazioni con cittadini, consumatori e tutta la comunità del territorio.

Quest’anno, per la 71esima Giornata del Ringraziamento, il tema indicato dai vescovi italiani riguarda gli animali che concorrono alla creazione. Nel Documento della Commissione episcopale c’è un invito a modificare gli stili di vita e di consumo, come richiamato nelle ultime due encicliche di Papa Francesco Laudato si’ e Fratelli tutti, in cui si insiste su un’ecologia integrale.

"Evitare quegli eccessi di consumo -vi è scritto- che, negli ultimi decenni, hanno distorto la salubrità della dieta mediterranea e aumentato il consumo di acqua in maniera esponenziale. La tradizione cristiana consigliava il magro di venerdì, giorno della morte in croce di Gesù, con una motivazione spirituale ed etica, che si rivela preziosa anche per la custodia delle relazioni nel creato, in cui si chiede di fare discernimento su quelle pratiche che pregiudicano gli interessi vitali degli animali, senza che ve ne siano in gioco di altrettanto importanti per gli esseri umani. La Giornata del Ringraziamento sia occasione per riflettere e per convertire i nostri stili di vita a una ecologia integrale -si legge ancora nel documento della Cei- Ad esempio, alcune specie animali, come le api, sono una benedizione per l’ecosistema e per le attività dell’uomo: la loro presenza è un indicatore infallibile dello stato di salute dell’ambiente e la loro preziosa opera di impollinazione garantisce fecondità ai cicli della natura". Nel testo dei vescovi pure un riferimento alla pesca e ai pastori e un invito a essere sempre lontani e distanti da ogni realtà legata alla caporalato.

"Si è trattato di un’occasione di festa -dice il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti- ma anche di un’opportunità per dare la giusta considerazione al ruolo dell’imprenditore agricolo, impegnato nell’importante opera di presidio e custodia della terra e a produrre cibo per la collettività. Grazie all’impegno degli agricoltori, anche molte aree interne e marginali della nostra regione sono state valorizzate: senza la loro generosa opera sarebbero state abbandonate allo spopolamento e al degrado, con evidenti effetti sia sul versante ambientale che economico-sociale".

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I vantaggi del “mercato contadino”. Coldiretti fa rete con i piccoli produttori europei https://www.lavoce.it/i-vantaggi-del-mercato-contadino-coldiretti-fa-rete-con-i-piccoli-produttori-europei/ Sun, 28 Nov 2021 16:54:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63413

Il “mercato contadino”  è sempre più frequentato e ricercato e anche per questo nel “mercato”  di “Campagna Amica” a Perugia si è svolta una tavola rotonda in cui si messo a fuoco il tema de “Il ruolo dei farmers markets in città. Come Campagna Amica può garantire cibo local, sostenibilità ed aggregazione a Perugia”. L'evento è stato organizzato da Coldiretti Umbria e Campagna Amica Umbria in collaborazione con la World Farmers Markets Coalition.

Intorno al tavolo cuochi  produttori e politici

Presenti all’incontro: Andrea Giottoli assessore allo sviluppo economico del Comune Perugia, Carmelo Troccoli direttore Fondazione Campagna Amica, Stefano Lupi Presidente Università dei Sapori, Gianna Fanfano Presidente Associazione Cuochi Umbria; Irene Eva Facchetti Responsabile Campagna Amica Lombardia, Chef Paolo Trippini Ristorante Trippini (Civitella del Lago), Viola Capriola Ideatrice e fondatrice Grønt Marked Copenaghen (in video collegamento dalla Danimarca). Anche il Sindaco di Perugia Andrea Romizi ha partecipato all'evento; inoltre, fuori programma, è intervenuto anche lo chef Marco Lagrimino del ristorante L'Acciuga, che ha appena conseguito la Stella Michelin. Lagrimino ha riferito di servirsi costantemente al Mercato Contadino di Perugia: una parte della Stella ottenuta è quindi merito dei produttori locali. [gallery td_select_gallery_slide="slide" columns="2" ids="63415,63416,63418,63419"] È stato anche presentato alla stampa il primo rapporto Coldiretti sul cibo locale in Umbria: i prodotti salvati dalla pandemia grazie ai contadini. I mercati dei contadini continuano a essere, infatti, parte integrante dello scenario urbanistico e sociale delle città, in quanto qui è possibile appagare bisogni primari, attraverso relazioni dirette con i produttori; inoltre sono luoghi dove soddisfare necessità di socialità, di scoperta, di conoscenza, e vivere esperienze multi-sensoriali.]]>

Il “mercato contadino”  è sempre più frequentato e ricercato e anche per questo nel “mercato”  di “Campagna Amica” a Perugia si è svolta una tavola rotonda in cui si messo a fuoco il tema de “Il ruolo dei farmers markets in città. Come Campagna Amica può garantire cibo local, sostenibilità ed aggregazione a Perugia”. L'evento è stato organizzato da Coldiretti Umbria e Campagna Amica Umbria in collaborazione con la World Farmers Markets Coalition.

Intorno al tavolo cuochi  produttori e politici

Presenti all’incontro: Andrea Giottoli assessore allo sviluppo economico del Comune Perugia, Carmelo Troccoli direttore Fondazione Campagna Amica, Stefano Lupi Presidente Università dei Sapori, Gianna Fanfano Presidente Associazione Cuochi Umbria; Irene Eva Facchetti Responsabile Campagna Amica Lombardia, Chef Paolo Trippini Ristorante Trippini (Civitella del Lago), Viola Capriola Ideatrice e fondatrice Grønt Marked Copenaghen (in video collegamento dalla Danimarca). Anche il Sindaco di Perugia Andrea Romizi ha partecipato all'evento; inoltre, fuori programma, è intervenuto anche lo chef Marco Lagrimino del ristorante L'Acciuga, che ha appena conseguito la Stella Michelin. Lagrimino ha riferito di servirsi costantemente al Mercato Contadino di Perugia: una parte della Stella ottenuta è quindi merito dei produttori locali. [gallery td_select_gallery_slide="slide" columns="2" ids="63415,63416,63418,63419"] È stato anche presentato alla stampa il primo rapporto Coldiretti sul cibo locale in Umbria: i prodotti salvati dalla pandemia grazie ai contadini. I mercati dei contadini continuano a essere, infatti, parte integrante dello scenario urbanistico e sociale delle città, in quanto qui è possibile appagare bisogni primari, attraverso relazioni dirette con i produttori; inoltre sono luoghi dove soddisfare necessità di socialità, di scoperta, di conoscenza, e vivere esperienze multi-sensoriali.]]>
Coldiretti: in Italia la fame non è stata sconfitta https://www.lavoce.it/coldiretti-in-italia-la-fame-non-e-stata-sconfitta/ Fri, 07 May 2021 14:36:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60509

In Italia c’è ancora chi ha fame. C'è gente – molta gente -, che non riesce a mangiare continuativamente e correttamente. Si tratta spesso di intere famiglie. Stando alle analisi effettuate in base ad uno degli ultimi rapporti Istat, la quantità di persone (in Italia) che ha fame arriva ormai ad “oltre 3 milioni”, dicono i coltivatori diretti che hanno acceso una luce speciale su questa parte del Paese.

Italiani poveri

Si tratta in particolare di “italiani che hanno incontrato problemi nell’affrontare le spese alimentari durante la seconda ondata” del contagio da Covid-19, ma che “sono la punta dell’iceberg della situazione di disagio in cui si trova una parte importante della popolazione”. Il numero reale di chi ha fame, in altri termini, potrebbe anche essere più elevato. Sempre secondo Coldiretti, il 6,3% della popolazione nazionale adulta ha difficoltà a garantirsi il pasto. Ma la percentuale varia dal 3,2% al centro Italia, al 5,6% del nord, per salire al 9% nel Mezzogiorno. Cresce il numero di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi di aiuto alimentare, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Si tratta di quelli che la sociologia chiama “nuovi poveri”: coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.

Crescono le iniziative di solidarietà

Da qui le numerosissime iniziative di solidarietà che hanno visto scattare l’azione di molti. Stando ad una ricerca, pare che quasi un italiano su tre abbia fatto qualcosa. Nel 2020, per esempio, sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici italiani, a chilometro zero distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti e “Campagna Amica” per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. E per Pasqua sono state circa ventimila le famiglie povere piegate dall’emergenza Covid che hanno potuto mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari grazie all’importante operazione di solidarietà del sistema agroalimentare italiano promossa dalla Coldiretti insieme a “Filiera Italia” e “Campagna Amica” che ha coinvolto le più importanti realtà dell’agroalimentare nazionale. Tutto senza dire dell’enorme lavoro svolto dalle parrocchie, dalla Caritas, dai mille gruppi di soccorso presenti lungo lo Stivale.

... ma ancor più serve lavoro

Ma prima o poi la solidarietà nell’emergenza finisce e occorre dare spazio ad interventi più organici e strutturati. Soprattutto, a prospettive che siano di ripresa delle attività, di ritorno del lavoro. Orizzonti nei quali anche l’agricoltura e l’agroalimentare possono fare la loro parte (magari anche offrendo prospettive di lavoro nuove e diverse da quelle precedenti). La rinnovata attenzione alla produzione agricola, riscoperta anche per il suo valore strategico oltre che economico e occupazionale, può anzi sicuramente aiutare a tenere conto del ruolo dei campi per produrre cibo ma anche occasioni di vita nuova. È un cammino lungo e tortuoso, tutto in salita, quello che occorre intraprendere. Ma è anche l’unico possibile. Andrea Zaghi]]>

In Italia c’è ancora chi ha fame. C'è gente – molta gente -, che non riesce a mangiare continuativamente e correttamente. Si tratta spesso di intere famiglie. Stando alle analisi effettuate in base ad uno degli ultimi rapporti Istat, la quantità di persone (in Italia) che ha fame arriva ormai ad “oltre 3 milioni”, dicono i coltivatori diretti che hanno acceso una luce speciale su questa parte del Paese.

Italiani poveri

Si tratta in particolare di “italiani che hanno incontrato problemi nell’affrontare le spese alimentari durante la seconda ondata” del contagio da Covid-19, ma che “sono la punta dell’iceberg della situazione di disagio in cui si trova una parte importante della popolazione”. Il numero reale di chi ha fame, in altri termini, potrebbe anche essere più elevato. Sempre secondo Coldiretti, il 6,3% della popolazione nazionale adulta ha difficoltà a garantirsi il pasto. Ma la percentuale varia dal 3,2% al centro Italia, al 5,6% del nord, per salire al 9% nel Mezzogiorno. Cresce il numero di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi di aiuto alimentare, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Si tratta di quelli che la sociologia chiama “nuovi poveri”: coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.

Crescono le iniziative di solidarietà

Da qui le numerosissime iniziative di solidarietà che hanno visto scattare l’azione di molti. Stando ad una ricerca, pare che quasi un italiano su tre abbia fatto qualcosa. Nel 2020, per esempio, sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici italiani, a chilometro zero distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti e “Campagna Amica” per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. E per Pasqua sono state circa ventimila le famiglie povere piegate dall’emergenza Covid che hanno potuto mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari grazie all’importante operazione di solidarietà del sistema agroalimentare italiano promossa dalla Coldiretti insieme a “Filiera Italia” e “Campagna Amica” che ha coinvolto le più importanti realtà dell’agroalimentare nazionale. Tutto senza dire dell’enorme lavoro svolto dalle parrocchie, dalla Caritas, dai mille gruppi di soccorso presenti lungo lo Stivale.

... ma ancor più serve lavoro

Ma prima o poi la solidarietà nell’emergenza finisce e occorre dare spazio ad interventi più organici e strutturati. Soprattutto, a prospettive che siano di ripresa delle attività, di ritorno del lavoro. Orizzonti nei quali anche l’agricoltura e l’agroalimentare possono fare la loro parte (magari anche offrendo prospettive di lavoro nuove e diverse da quelle precedenti). La rinnovata attenzione alla produzione agricola, riscoperta anche per il suo valore strategico oltre che economico e occupazionale, può anzi sicuramente aiutare a tenere conto del ruolo dei campi per produrre cibo ma anche occasioni di vita nuova. È un cammino lungo e tortuoso, tutto in salita, quello che occorre intraprendere. Ma è anche l’unico possibile. Andrea Zaghi]]>
E’ morto mons. Giovanni Battista Tiacci, canonico camerlengo della cattedrale https://www.lavoce.it/e-morto-mons-giovanni-battista-tiacci-canonico-camerlengo-della-cattedrale/ Mon, 04 Jan 2021 09:25:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58741

PERUGIA - Mons. Giovanni Battista Tiacci è il terzo sacerdote diocesano di Perugia-Città della Pieve a perdere la vita, in meno di due mesi, a seguito del contagio da Covid-19. E’ deceduto nella serata di domenica 3 gennaio, presso l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. Le esequie si terranno martedì 5, alle ore 11, nella cattedrale di San Lorenzo presiedute dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Il presule, appresa la triste notizia, si è raccolto in preghiera ed ha espresso il profondo cordoglio alla famiglia Tiacci anche a nome dell’intero presbiterio diocesano.

Il ricordo del card. Gualtiero Bassetti

"Riferimento sicuro per tante anime, per tante persone, per tante istituzioni – così lo ricorda il cardinale Bassetti –, don Giovanni lascia un vuoto improvviso, grande, che ci fa stringere gli uni agli altri in uno smarrimento condiviso, in questo nostro tempo così segnato dal male che purtroppo, fra le tante vittime, oggi annovera anche il suo nome. Eppure non riusciamo a pensare a lui senza sorridere ancora per quelle sue battute con le quali sdrammatizzava chiunque si prendesse troppo sul serio. Era un altro modo di annunciare il Vangelo: con la semplicità di chi sa farsi prossimo di tutti, condividendone sinceramente e profondamente sia la festa, sia il dolore".

Il ricordo del card. Ennio Antonelli

[caption id="attachment_58752" align="alignleft" width="144"] Mons. Giovanni Tiacci con il card. Ennio Antonelli[/caption] Mons. Tiacci era legato al cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve dal 1988 al 1995, da una grande e lunga amicizia, sin dagli anni del seminario. "Don Giovanni: mio collaboratore attento e premuroso quando sono stato Arcivescovo a Perugia, amico e fratello prima e dopo di allora – scrive il cardinale Antonelli –. Scherzava spesso e volentieri; ma in realtà era molto serio e responsabile, con una fede saldissima, uno zelo appassionato per il bene spirituale della gente, una brillante capacità di relazionarsi con tutti e di calarsi con sincera umanità nelle concrete situazioni di ognuno. La simpatia, la stima, l’affetto verso di lui rimarranno a lungo nella memoria di tantissime persone, specialmente dei suoi carissimi parrocchiani e del suo Vescovo che con fiducia lo accompagna all’incontro definitivo con il Signore".

Curato di campagna "prestato" alla città

Mons. Giovanni Battista Tiacci era nato a Deruta (Pg) il 24 giugno 1936, giorno della memoria liturgica della nascita di san Giovanni Battista, ed ordinato sacerdote il 29 giugno 1960 nella cattedrale di San Lorenzo. Lo scorso anno aveva celebrato 60 anni di sacerdozio vissuti totalmente al servizio della Chiesa e del popolo di Dio. Per quasi 40 anni è stato parroco di San Fortunato della Collina. Era un curato di campagna “prestato” alla città nel ricoprire delicati incarichi diocesani e della cattedrale di cui è stato per più di un quarto di secolo canonico camerlengo-amministratore, confessore ed esorcista.

La conservazione dei beni culturali la sua seconda vocazione

Fin da giovanissimo sacerdote iniziò ad occuparsi della conservazione del patrimonio storico-artistico e culturale ecclesiastico, la sua seconda vocazione dopo quella sacerdotale, divenendo, nella prima metà degli anni ’60, aiuto archivista di Curia. Dopo aver conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana, fu insegnante di religione nelle scuole superiori. In qualità di direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, di responsabile del Museo Capitolare di San Lorenzo e di membro della Commissione diocesana per l’arte sacra, si prodigò molto per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico-artistico ed archivistico diocesano e parrocchiale, collaborando anche come consulente dei preposti Uffici della Cei. A mons. Tiacci "molto gli deve la Chiesa perusina, molto la città e moltissimo la cattedrale – sottolinea il cardinale Bassetti –, della quale ha seguito con indefesso e disinteressato amore i lavori, i restauri, gli scavi che hanno portato alla luce nuovi imponenti percorsi della Perugia preromana".

I rapporti con le istituzioni

Anche per i suoi incarichi diocesani, mons. Tiacci, uomo di elevato spessore culturale e appassionato di scrittura, ha saputo intessere rapporti di amicizia e collaborazione con non pochi rappresentanti delle Istituzioni civili, politiche e del mondo culturale ed accademico del capoluogo umbro. Come uomo e sacerdote è stato affabile, cordiale, empatico, generoso, aperto al dialogo con tutti, ma, nel contempo, deciso e rigoroso nelle circostanze che lo richiedevano.

Il titolo di monsignore

Per i suoi meriti in campo culturale e pastorale è stato nominato da san Giovanni Paolo II cappellano di Sua Santità con il titolo di monsignore. Tra i vari incarichi da lui ricoperti quello di cappellano magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta, consigliere del Consiglio di amministrazione dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero e consulente ecclesiastico provinciale della Coldiretti.

La passione per lo sport e i giovani

La sua passione per lo sport, soprattutto per il calcio - seguiva molto l’AC Perugia - e per il ciclismo - era un grande tifoso di Moser -, lo ha portato anche ad avere un rapporto “privilegiato” con le giovani generazioni. Per molti ragazzi e ragazze è stato il loro punto di riferimento oltre la canonica. Le giornate feriali le trascorreva in gran parte a Perugia, in cattedrale, ma appena poteva non esitava a tornare nella sua San Fortunato della Collina. Memorabili sono le feste patronali da lui organizzate con il coinvolgimento della gioventù, come anche le celebrazioni delle Cresime alle quali invitava spesso a presiederle il suo amico Antonelli, l’ultima fu nel maggio 2018.]]>

PERUGIA - Mons. Giovanni Battista Tiacci è il terzo sacerdote diocesano di Perugia-Città della Pieve a perdere la vita, in meno di due mesi, a seguito del contagio da Covid-19. E’ deceduto nella serata di domenica 3 gennaio, presso l’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. Le esequie si terranno martedì 5, alle ore 11, nella cattedrale di San Lorenzo presiedute dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Il presule, appresa la triste notizia, si è raccolto in preghiera ed ha espresso il profondo cordoglio alla famiglia Tiacci anche a nome dell’intero presbiterio diocesano.

Il ricordo del card. Gualtiero Bassetti

"Riferimento sicuro per tante anime, per tante persone, per tante istituzioni – così lo ricorda il cardinale Bassetti –, don Giovanni lascia un vuoto improvviso, grande, che ci fa stringere gli uni agli altri in uno smarrimento condiviso, in questo nostro tempo così segnato dal male che purtroppo, fra le tante vittime, oggi annovera anche il suo nome. Eppure non riusciamo a pensare a lui senza sorridere ancora per quelle sue battute con le quali sdrammatizzava chiunque si prendesse troppo sul serio. Era un altro modo di annunciare il Vangelo: con la semplicità di chi sa farsi prossimo di tutti, condividendone sinceramente e profondamente sia la festa, sia il dolore".

Il ricordo del card. Ennio Antonelli

[caption id="attachment_58752" align="alignleft" width="144"] Mons. Giovanni Tiacci con il card. Ennio Antonelli[/caption] Mons. Tiacci era legato al cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve dal 1988 al 1995, da una grande e lunga amicizia, sin dagli anni del seminario. "Don Giovanni: mio collaboratore attento e premuroso quando sono stato Arcivescovo a Perugia, amico e fratello prima e dopo di allora – scrive il cardinale Antonelli –. Scherzava spesso e volentieri; ma in realtà era molto serio e responsabile, con una fede saldissima, uno zelo appassionato per il bene spirituale della gente, una brillante capacità di relazionarsi con tutti e di calarsi con sincera umanità nelle concrete situazioni di ognuno. La simpatia, la stima, l’affetto verso di lui rimarranno a lungo nella memoria di tantissime persone, specialmente dei suoi carissimi parrocchiani e del suo Vescovo che con fiducia lo accompagna all’incontro definitivo con il Signore".

Curato di campagna "prestato" alla città

Mons. Giovanni Battista Tiacci era nato a Deruta (Pg) il 24 giugno 1936, giorno della memoria liturgica della nascita di san Giovanni Battista, ed ordinato sacerdote il 29 giugno 1960 nella cattedrale di San Lorenzo. Lo scorso anno aveva celebrato 60 anni di sacerdozio vissuti totalmente al servizio della Chiesa e del popolo di Dio. Per quasi 40 anni è stato parroco di San Fortunato della Collina. Era un curato di campagna “prestato” alla città nel ricoprire delicati incarichi diocesani e della cattedrale di cui è stato per più di un quarto di secolo canonico camerlengo-amministratore, confessore ed esorcista.

La conservazione dei beni culturali la sua seconda vocazione

Fin da giovanissimo sacerdote iniziò ad occuparsi della conservazione del patrimonio storico-artistico e culturale ecclesiastico, la sua seconda vocazione dopo quella sacerdotale, divenendo, nella prima metà degli anni ’60, aiuto archivista di Curia. Dopo aver conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana, fu insegnante di religione nelle scuole superiori. In qualità di direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici, di responsabile del Museo Capitolare di San Lorenzo e di membro della Commissione diocesana per l’arte sacra, si prodigò molto per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico-artistico ed archivistico diocesano e parrocchiale, collaborando anche come consulente dei preposti Uffici della Cei. A mons. Tiacci "molto gli deve la Chiesa perusina, molto la città e moltissimo la cattedrale – sottolinea il cardinale Bassetti –, della quale ha seguito con indefesso e disinteressato amore i lavori, i restauri, gli scavi che hanno portato alla luce nuovi imponenti percorsi della Perugia preromana".

I rapporti con le istituzioni

Anche per i suoi incarichi diocesani, mons. Tiacci, uomo di elevato spessore culturale e appassionato di scrittura, ha saputo intessere rapporti di amicizia e collaborazione con non pochi rappresentanti delle Istituzioni civili, politiche e del mondo culturale ed accademico del capoluogo umbro. Come uomo e sacerdote è stato affabile, cordiale, empatico, generoso, aperto al dialogo con tutti, ma, nel contempo, deciso e rigoroso nelle circostanze che lo richiedevano.

Il titolo di monsignore

Per i suoi meriti in campo culturale e pastorale è stato nominato da san Giovanni Paolo II cappellano di Sua Santità con il titolo di monsignore. Tra i vari incarichi da lui ricoperti quello di cappellano magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta, consigliere del Consiglio di amministrazione dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero e consulente ecclesiastico provinciale della Coldiretti.

La passione per lo sport e i giovani

La sua passione per lo sport, soprattutto per il calcio - seguiva molto l’AC Perugia - e per il ciclismo - era un grande tifoso di Moser -, lo ha portato anche ad avere un rapporto “privilegiato” con le giovani generazioni. Per molti ragazzi e ragazze è stato il loro punto di riferimento oltre la canonica. Le giornate feriali le trascorreva in gran parte a Perugia, in cattedrale, ma appena poteva non esitava a tornare nella sua San Fortunato della Collina. Memorabili sono le feste patronali da lui organizzate con il coinvolgimento della gioventù, come anche le celebrazioni delle Cresime alle quali invitava spesso a presiederle il suo amico Antonelli, l’ultima fu nel maggio 2018.]]>
Arriva la “Pasta della solidarietà” e la “Spesa sospesa contadina” di Coldiretti https://www.lavoce.it/arriva-la-pasta-della-solidarieta-e-la-spesa-sospesa-contadina-di-coldiretti/ Fri, 11 Dec 2020 21:15:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58413

Sono in crescita le famiglie, e non solo, che a causa dell'attuale emergenza sanitaria hanno perso il lavoro e si trovano in difficoltà economiche. Per venire incontro a chi non riesce a fare la spesa Coldiretti Umbria e Campagna Amica, grazie all’impegno degli imprenditori agricoli, dal 12 dicembre hanno promosso due iniziative di solidarietà. In un comunicato Coldiretti annuncia che donerà 6mila kg di pasta Made in Italy che verrà consegnata a sei organizzazioni del territorio regionale impegnate in attività benefiche e di utilità sociale. “Grazie all’impegno di Fondazione Campagna Amica - spiega il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - la Pasta della solidarietà raggiungerà la Caritas di Perugia e Terni, la Comunità di Sant’Egidio di Perugia, il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” di Perugia, la Comunità Incontro di Amelia e l’Associazione Società di San Vincenzo De’ Paoli di Terni". Con la “La spesa sospesa del contadino”,  promossa presso il Mercato Campagna Amica al coperto, a Madonna Alta, a Perugia, ci sarà la possibilità di acquistare generi alimentari da donare, grazie al supporto di Coldiretti Giovani Impresa Umbria. “L’obiettivo - prosegue Agabiti - è quello di offrire un aiuto concreto in questa emergenza sul modello dell’usanza campana del ‘caffè sospeso’, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Si tratta di ‘panieri’ che possono comprendere frutta, verdura, farina, formaggi, salumi o altri generi alimentari Made in Italy, di qualità e a km zero, che gli agricoltori di Campagna Amica faranno pervenire alle famiglie bisognose in accordo con associazioni ed enti che si occupano di aiutare le persone in difficoltà. Quasi 4 italiani su 10 (39%) - ricorda Agabiti - partecipano a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori di Campagna Amica”. “In Italia - sottolinea il direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - salgono a 4 milioni i poveri che con l’aggravarsi della situazione sanitaria sono costretti per Natale a chiedere aiuto alle mense o usufruiscono della distribuzione di pacchi alimentari. Numeri in aumento anche in Umbria a causa della pandemia che ha accresciuto il disagio”. Tra l’altro - aggiunge Rossi - i sani prodotti di qualità e le eccellenze agricole Made in Italy al centro dei nostri progetti, in questo periodo hanno riportato ancor più all’attenzione la strategicità del lavoro degli agricoltori che non si sono mai fermati e che vanno sostenuti per continuare ad assicurare cibo per tutta la collettività. In quest’emergenza che ha penalizzato pure tutta la filiera agroalimentare locale, resta forte comunque - conclude Rossi - la volontà dei nostri imprenditori agricoli e di Coldiretti di mettersi al servizio dei più bisognosi.]]>

Sono in crescita le famiglie, e non solo, che a causa dell'attuale emergenza sanitaria hanno perso il lavoro e si trovano in difficoltà economiche. Per venire incontro a chi non riesce a fare la spesa Coldiretti Umbria e Campagna Amica, grazie all’impegno degli imprenditori agricoli, dal 12 dicembre hanno promosso due iniziative di solidarietà. In un comunicato Coldiretti annuncia che donerà 6mila kg di pasta Made in Italy che verrà consegnata a sei organizzazioni del territorio regionale impegnate in attività benefiche e di utilità sociale. “Grazie all’impegno di Fondazione Campagna Amica - spiega il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - la Pasta della solidarietà raggiungerà la Caritas di Perugia e Terni, la Comunità di Sant’Egidio di Perugia, il Comitato per la Vita “Daniele Chianelli” di Perugia, la Comunità Incontro di Amelia e l’Associazione Società di San Vincenzo De’ Paoli di Terni". Con la “La spesa sospesa del contadino”,  promossa presso il Mercato Campagna Amica al coperto, a Madonna Alta, a Perugia, ci sarà la possibilità di acquistare generi alimentari da donare, grazie al supporto di Coldiretti Giovani Impresa Umbria. “L’obiettivo - prosegue Agabiti - è quello di offrire un aiuto concreto in questa emergenza sul modello dell’usanza campana del ‘caffè sospeso’, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Si tratta di ‘panieri’ che possono comprendere frutta, verdura, farina, formaggi, salumi o altri generi alimentari Made in Italy, di qualità e a km zero, che gli agricoltori di Campagna Amica faranno pervenire alle famiglie bisognose in accordo con associazioni ed enti che si occupano di aiutare le persone in difficoltà. Quasi 4 italiani su 10 (39%) - ricorda Agabiti - partecipano a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori di Campagna Amica”. “In Italia - sottolinea il direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - salgono a 4 milioni i poveri che con l’aggravarsi della situazione sanitaria sono costretti per Natale a chiedere aiuto alle mense o usufruiscono della distribuzione di pacchi alimentari. Numeri in aumento anche in Umbria a causa della pandemia che ha accresciuto il disagio”. Tra l’altro - aggiunge Rossi - i sani prodotti di qualità e le eccellenze agricole Made in Italy al centro dei nostri progetti, in questo periodo hanno riportato ancor più all’attenzione la strategicità del lavoro degli agricoltori che non si sono mai fermati e che vanno sostenuti per continuare ad assicurare cibo per tutta la collettività. In quest’emergenza che ha penalizzato pure tutta la filiera agroalimentare locale, resta forte comunque - conclude Rossi - la volontà dei nostri imprenditori agricoli e di Coldiretti di mettersi al servizio dei più bisognosi.]]>
Settimana Santa da vivere da casa. Articoli e orari delle liturgie… e molto altro nella nostra edizione digitale https://www.lavoce.it/settimana-santa-da-vivere-da-casa-articoli-e-orari-delle-liturgie-e-molto-altro-nella-nostra-edizione-digitale/ Thu, 02 Apr 2020 13:00:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56737

Tutti gli articoli e i programmi delle celebrazioni

Una Settimana santa come non se ne ricordavano. Sì, già in passato guerre ed epidemie avevano stravolto la vita sociale, e quindi quella ecclesiale (basti pensare alla Milano dei Promessi sposi). E tuttavia, nel vissuto contemporaneo lo shock è stato forte. Accompagnato da un altro fenomeno nuovo: la diffusione capillare dei social media. Proprio questi ultimi si stanno dimostrando uno dei veicoli privilegiati per ovviare all’impossibilità di radunarsi in chiesa. Si è usufruito dei moderni mezzi di comunicazione nelle settimane precedenti, lo si farà anche per i riti di Pasqua. Senza però dimenticare un “mezzo di comunicazione” ancora più capillare e potente: la preghiera. Tutti gli articoli e i programmi delle celebrazioni - e tanto altro ancora - nelle pagine che puoi leggere online nell'Edizione digitale.

Famiglia

Il Governo vara una serie di misure per venire incontro alle famiglie con figli a carico a casa. Di quali cifre si tratta, per quali situazioni, e in che modo è possibile accedere ai fondi messi a disposizione. Il Forum delle associazioni familiari però critica il provvedimento: il motivo, e la loro contro-proposta

Agricoltura

Il settore alimentare è il più attivo in questo tempo di austerity. Gli approvigionamenti non mancano. E tuttavia anche il mondo dell’agricoltura, perlomeno in alcuni settori, sta subendo i contraccolpi dell’emergenza. Ce ne parla il presidente regionale di Coldiretti, Albano Agabiti

Cei

Milioni di euro per sostenere una serie di strutture ospedaliere in tutta Italia. La Cei oggi in prima linea anche sul piano sanirario

Sport

Posticipate di un anno le Olimpiadi di Tokyo. Anche un bel gruppo di atleti umbri si stava preparando a partecipare. Non è una ‘vacanza extra’. Anzi

Città di Castello

L’Istituto Sales fa lezione in diretta, collegato a Londra

Avigliano Umbro

Covid e rifornimenti: parla responsabile di supermercato

Sigillo

Si può fare la spesa e lasciarla a chi ne ha più bisogno

Gubbio

Dalla diocesi, un telefono amico per ogni necessità

Terni

Vigili del fuoco in motocicletta per distribuire farmaci

Cascia

Se vuoi aiutare i poveri, scarica il Kit del pellegrino]]>

Tutti gli articoli e i programmi delle celebrazioni

Una Settimana santa come non se ne ricordavano. Sì, già in passato guerre ed epidemie avevano stravolto la vita sociale, e quindi quella ecclesiale (basti pensare alla Milano dei Promessi sposi). E tuttavia, nel vissuto contemporaneo lo shock è stato forte. Accompagnato da un altro fenomeno nuovo: la diffusione capillare dei social media. Proprio questi ultimi si stanno dimostrando uno dei veicoli privilegiati per ovviare all’impossibilità di radunarsi in chiesa. Si è usufruito dei moderni mezzi di comunicazione nelle settimane precedenti, lo si farà anche per i riti di Pasqua. Senza però dimenticare un “mezzo di comunicazione” ancora più capillare e potente: la preghiera. Tutti gli articoli e i programmi delle celebrazioni - e tanto altro ancora - nelle pagine che puoi leggere online nell'Edizione digitale.

Famiglia

Il Governo vara una serie di misure per venire incontro alle famiglie con figli a carico a casa. Di quali cifre si tratta, per quali situazioni, e in che modo è possibile accedere ai fondi messi a disposizione. Il Forum delle associazioni familiari però critica il provvedimento: il motivo, e la loro contro-proposta

Agricoltura

Il settore alimentare è il più attivo in questo tempo di austerity. Gli approvigionamenti non mancano. E tuttavia anche il mondo dell’agricoltura, perlomeno in alcuni settori, sta subendo i contraccolpi dell’emergenza. Ce ne parla il presidente regionale di Coldiretti, Albano Agabiti

Cei

Milioni di euro per sostenere una serie di strutture ospedaliere in tutta Italia. La Cei oggi in prima linea anche sul piano sanirario

Sport

Posticipate di un anno le Olimpiadi di Tokyo. Anche un bel gruppo di atleti umbri si stava preparando a partecipare. Non è una ‘vacanza extra’. Anzi

Città di Castello

L’Istituto Sales fa lezione in diretta, collegato a Londra

Avigliano Umbro

Covid e rifornimenti: parla responsabile di supermercato

Sigillo

Si può fare la spesa e lasciarla a chi ne ha più bisogno

Gubbio

Dalla diocesi, un telefono amico per ogni necessità

Terni

Vigili del fuoco in motocicletta per distribuire farmaci

Cascia

Se vuoi aiutare i poveri, scarica il Kit del pellegrino]]>
Da Assisi l’impegno per una economia giusta e sostenibile https://www.lavoce.it/da-assisi-limpegno-per-una-economia-giusta-e-sostenibile/ Fri, 24 Jan 2020 14:05:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56063

“Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”. È un passaggio del “Manifesto di Assisi” “contro la crisi climatica” presentato ad Assisi questa mattina con un evento nazionale al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’impegno dei sottoscrittori del Manifesto è costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura. “Siamo in tanti ad aver sottoscritto il Manifesto che Ermete ha ideato insieme ad alcuni esperti di economia. Oltre 2000 firme, di grande rappresentatività. E oltre 2000 saranno anche i giovani “quattro amici” che, con Papa Francesco, verranno a fine marzo con la voglia di cambiare l’economia. Li attendiamo con speranza: non possiamo e non vogliamo più tornare indietro. E sono convinto che insieme – noi tutti, i giovani e Francesco – cambieremo il mondo” ha detto il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, in apertura dell'incontro. Il Manifesto ha raccolto le firme di tanti cittadini ma anche e soprattutto imprenditori, a cominciare dai promotori: Confindustria, Coldiretti, Gruppo Enel, Novamont (la multinazionale umbra leader nel settore delle bioplastiche impegnata per lo sviluppo sostenibile) che con la Fondazione “Symbola” e il Sacro Convento di Assisi, hanno promosso il Manifesto. [gallery ids="56067,56066,56065,56064"]

Questo il testo del Manifesto

IL MANIFESTO DI ASSISI

Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

Qui sotto, il testo completo del Manifesto. Si trova pubblicato sul sito www.symbola.net, dove è anche possibile firmarlo. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila. Già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’ economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti. La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo. I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l’incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’ Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. La sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore. Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo più sicuro, civile, gentile.]]>

“Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”. È un passaggio del “Manifesto di Assisi” “contro la crisi climatica” presentato ad Assisi questa mattina con un evento nazionale al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’impegno dei sottoscrittori del Manifesto è costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura. “Siamo in tanti ad aver sottoscritto il Manifesto che Ermete ha ideato insieme ad alcuni esperti di economia. Oltre 2000 firme, di grande rappresentatività. E oltre 2000 saranno anche i giovani “quattro amici” che, con Papa Francesco, verranno a fine marzo con la voglia di cambiare l’economia. Li attendiamo con speranza: non possiamo e non vogliamo più tornare indietro. E sono convinto che insieme – noi tutti, i giovani e Francesco – cambieremo il mondo” ha detto il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, in apertura dell'incontro. Il Manifesto ha raccolto le firme di tanti cittadini ma anche e soprattutto imprenditori, a cominciare dai promotori: Confindustria, Coldiretti, Gruppo Enel, Novamont (la multinazionale umbra leader nel settore delle bioplastiche impegnata per lo sviluppo sostenibile) che con la Fondazione “Symbola” e il Sacro Convento di Assisi, hanno promosso il Manifesto. [gallery ids="56067,56066,56065,56064"]

Questo il testo del Manifesto

IL MANIFESTO DI ASSISI

Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

Qui sotto, il testo completo del Manifesto. Si trova pubblicato sul sito www.symbola.net, dove è anche possibile firmarlo. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila. Già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’ economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti. La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo. I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l’incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’ Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. La sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore. Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo più sicuro, civile, gentile.]]>
Contadini 4.0: tre storie di giovani, da chi punta sulle relazioni a chi alleva…bisonti https://www.lavoce.it/contadini-4-0-bisonti/ Thu, 01 Aug 2019 11:27:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55046 contadini

“L’innovazione non è semplicemente un macchinario nuovo, ma è un qualcosa legato anche all’interpretazione di un mondo. Se i giovani oggi vedono nel mondo dell’agricoltura una possibilità di crescita e di affermazione è perché questo comparto, a differenza di tanti altri, ancora cresce”.

Lo ha detto Veronica Barbati, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, intervenuta agli “Oscar Green 2019” di Coldiretti, gli Oscar dell’agricoltura umbra consegnati a Passignano sul Trasimeno domenica scorsa. L’Italia infatti, secondo dati Istat del giugno scorso, è la numero uno in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under 35 che guidano 57.621 imprese nel 2018.

“Siamo primi in Europa e questo perché quello che stiamo rappresentando noi giovani è il passaggio da un modello agricolo orientato solo alla produzione intensiva, ad un modello che lascia spazio alla creatività e all’attenzione verso il sociale” ha continuato Barbati. Questa creatività dei giovani imprenditori agricoli è stata al centro delle premiazioni di Coldiretti ed ha accomunato le loro storie apparentemente diverse.

La maggior parte dei giovani agricoltori presenti, tra premiati e non, ha raccolto l’attività di famiglia e sta cercando di rinnovarla, ma c'è anche chi ha messo in piedi una produzione da zero, tra mille difficoltà. Abbiamo raccolto le loro storie di fatica e successo (disponibili sull'edizione digitale de La Voce). 

I vincitori degli Oscar Green

Tra le circa 40 aziende in lizza in Umbria, solo 6 gli imprenditori che si sono aggiudicati gli Oscar regionali del concorso Coldiretti Giovani Impresa.

Federico Vispi della società agricola Vispetto di Gubbio, ha conquistato la categoria “Sostenibilità” per aver orientato le sue produzioni ortofrutticole e l’allevamento avicolo e di conigli, verso un rispetto totale di terra e animali. Tra le varie particolarità dell’azienda quella di aver fatto realizzare da artigiani locali particolari ricoveri notturni per gli animali chiamati “arche”.

Annalaura Tili della società agricola Tili Vini di Assisi si è aggiudicata la categoria “Campagna Amica”.

Per la categoria “Creatività” premiato Lucio Martino Manna dell’azienda agricola Gli Allori di Gubbio.

Per la categoria “Fare Rete”, premiata la collaborazione tra l’azienda agraria Solana di Peter Virdis di Perugia, l’agriturismo San Giovanni al Monte di Elena Pennacchi di Collazzone e Michele Giorgi della società agricola Giorgi S.S. di Stroncone.

La Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) si è aggiudicata la categoria “Noi per il sociale” che premia oltre alle imprese agricole, enti capaci di dar vita a sinergie con le realtà del comparto a fini sociali.

L’azienda agricola Gatti Massimiliano di Panicale, è risultata la vincitrice di “Impresa 4.Terra” con un allevamento di bisonti allo stato brado e hi-tech.

La premiazione, aperta dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, si è caratterizzata anche per un “question time”, con l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti e la Delegata Nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati.

 

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contadini

“L’innovazione non è semplicemente un macchinario nuovo, ma è un qualcosa legato anche all’interpretazione di un mondo. Se i giovani oggi vedono nel mondo dell’agricoltura una possibilità di crescita e di affermazione è perché questo comparto, a differenza di tanti altri, ancora cresce”.

Lo ha detto Veronica Barbati, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, intervenuta agli “Oscar Green 2019” di Coldiretti, gli Oscar dell’agricoltura umbra consegnati a Passignano sul Trasimeno domenica scorsa. L’Italia infatti, secondo dati Istat del giugno scorso, è la numero uno in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under 35 che guidano 57.621 imprese nel 2018.

“Siamo primi in Europa e questo perché quello che stiamo rappresentando noi giovani è il passaggio da un modello agricolo orientato solo alla produzione intensiva, ad un modello che lascia spazio alla creatività e all’attenzione verso il sociale” ha continuato Barbati. Questa creatività dei giovani imprenditori agricoli è stata al centro delle premiazioni di Coldiretti ed ha accomunato le loro storie apparentemente diverse.

La maggior parte dei giovani agricoltori presenti, tra premiati e non, ha raccolto l’attività di famiglia e sta cercando di rinnovarla, ma c'è anche chi ha messo in piedi una produzione da zero, tra mille difficoltà. Abbiamo raccolto le loro storie di fatica e successo (disponibili sull'edizione digitale de La Voce). 

I vincitori degli Oscar Green

Tra le circa 40 aziende in lizza in Umbria, solo 6 gli imprenditori che si sono aggiudicati gli Oscar regionali del concorso Coldiretti Giovani Impresa.

Federico Vispi della società agricola Vispetto di Gubbio, ha conquistato la categoria “Sostenibilità” per aver orientato le sue produzioni ortofrutticole e l’allevamento avicolo e di conigli, verso un rispetto totale di terra e animali. Tra le varie particolarità dell’azienda quella di aver fatto realizzare da artigiani locali particolari ricoveri notturni per gli animali chiamati “arche”.

Annalaura Tili della società agricola Tili Vini di Assisi si è aggiudicata la categoria “Campagna Amica”.

Per la categoria “Creatività” premiato Lucio Martino Manna dell’azienda agricola Gli Allori di Gubbio.

Per la categoria “Fare Rete”, premiata la collaborazione tra l’azienda agraria Solana di Peter Virdis di Perugia, l’agriturismo San Giovanni al Monte di Elena Pennacchi di Collazzone e Michele Giorgi della società agricola Giorgi S.S. di Stroncone.

La Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) si è aggiudicata la categoria “Noi per il sociale” che premia oltre alle imprese agricole, enti capaci di dar vita a sinergie con le realtà del comparto a fini sociali.

L’azienda agricola Gatti Massimiliano di Panicale, è risultata la vincitrice di “Impresa 4.Terra” con un allevamento di bisonti allo stato brado e hi-tech.

La premiazione, aperta dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, si è caratterizzata anche per un “question time”, con l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti e la Delegata Nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati.

 

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Gli “indignati” dell’agricoltura in piazza https://www.lavoce.it/gli-indignati-dellagricoltura-piazza/ Mon, 18 Jun 2018 11:05:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52117 Agricolura- La protesta di Coldiretti

“La burocrazia fa più danni della grandine”, “lavoriamo per i cinghiali”, “agricoltura in ginocchio”: sono alcuni degli slogan di due giorni di protesta degli agricoltori di tutta l’Umbria che la scorsa settimana in centinaia sono sfilati, anche con grandi trattori, per le strade di Perugia, con affollate assemblee e presidi davanti alle sedi istituzionali della Regione. Loro, che si definiscono i “custodi” dell’Umbria, delle sue campagne e dei suoi paesaggi, si sentono trascurati, ignorati, presi in giro dalle ripetute promesse di finanziamenti pubblici che poi arrivano con anni ed anni di ritardo o mai più. Con pratiche, graduatorie, moduli e documenti da presentare che si accumulano e si perdono nei meandri di una burocrazia senza responsabili. Distruggendo progetti e sogni anche di tanti giovani che si sono fidati delle promesse: hanno inventato innovative sturt-up, preso in affitto terreni, acquistato attrezzature. Con soldi in prestito dalle banche, le quali, alla fine - hanno denunciato in tanti, e non solo i giovani - sono le uniche a guadagnarci con gli interessi incassati nell’attesa di quei contributi pubblici che dura per anni. Di chi la colpa di questa soffocante burocrazia e di questi ritardi? Di nessuno, con il solito scaricabarile tra Regione, Stato ed uffici della Unione Europea. In Umbria ci sono 60 milioni di euro di fondi europei formalmente già aggiudicati ma che non sono mai arrivati nelle tasche degli agricoltori. Ci sono poi altri 7 milioni di euro di risarcimento delle assicurazioni per i danni arrecati dal maltempo che non è stato ancora possibile incassare ed altri milioni per danni provocati dalla fauna selvatica, soprattutto cinghiali. Con 600 giovani che hanno presentato la domanda per gli aiuti promessi per l’apertura di nuove aziende ed altre 900 domande di aziende già attive che hanno richiesto finanziamenti per nuovi investimenti.

Agricoltura. In piazza con la Coldiretti e gli “indignati”

Sono stati, come detto, due giorni di protesta del mondo agricolo, con due diverse manifestazioni: la prima organizzata da Coldiretti e l’altra da agricoltori (tanti i giovani) che hanno dato vita al movimento “Indignati dell’agricoltura”, in polemica anche con le associazioni che dovrebbero rappresentarli, da loro accusate di difendere soprattutto gli interessi delle aziende più grandi e di eccessiva “vicinanza” con enti e rappresentanti della Regione e delle altre istituzioni pubbliche. Comune però la rabbia e la lista delle richieste nelle due distinte manifestazioni: “basta parole, basta prenderci in giro, vogliamo i fatti!”. ”Dobbiamo incassare milioni e non abbiamo i soldi per pagare il gasolio”. Alla manifestazione della Coldiretti, svoltasi in piazza Italia, davanti alla Regione, tra la folla con le bandiere della associazione, i grossi trattori ed i banchi del mercato di Campagna amica, c’erano anche parlamentari, consiglieri regionali e l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, la quale ha parlato alla fine dopo avere ascoltato i vari interventi. La sintesi sui motivi della protesta e sulle richieste alla Regione l’ha fatta Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. Non si devono penalizzare i piccoli agricoltori ha detto - creando “imprenditori di serie A e serie B” e servono più risorse per favorire i giovani che sono il futuro non solo dell’agricoltura, “volano della economia regionale”. Servono nuove misure per prevenire i danni alle colture provocate da cinghiali ed altri animali selvatici e per semplificare e velocizzare le procedure di risarcimento. Gli agricoltori - ha proseguito - per programmare la loro attività hanno bisogno anche di “certezze” sulla disponibilità dell’acqua per l’irrigazione.

L’ algoritmo impazzito

Il problema più grave è però quello della burocrazia, in particolare per quanto riguarda i 60 milioni di pagamenti comunitari che le aziende umbre devono ancora ricevere. Soldi che devono essere erogati dall’Agea, l’Agenzia nazionale per l’erogazione in agricoltura il cui sistema informatico per la gestione delle graduatorie - è stato spiegato in altri interventi - è ormai obsoleto da anni e deve essere rinnovato. Ritardi dovuti ad appalti per il nuovo sistema prima aggiudicati e poi revocati. Con il risultato - ha detto un agricoltore - “che l’algoritmo per la graduatoria sembra impazzito e dobbiamo incassare milioni di euro ma alcuni di noi non hanno più soldi neanche per comperare il gasolio per i nostri trattori”.

Assessore Cecchini: “non c’è tutto per tutti”

L’assessore Cecchini ha esordito con una affermazione chiara e forte: “ci siamo già attivati per assegnare più risorse a sostegno dei giovani agricoltori, agricoltura biologica e l’agroambiente ma non c’è un mondo in cui con i fondi europei c’è tutto per tutti: non è così”. Le risorse - ha spiegato - sono diminuite e le domande sono aumentate. “In Umbria abbiamo a disposizione oltre 900 milioni di euro per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale, che significa sostegno all’economia, all’occupazione, alla qualità della vita nelle zone rurali, alla tutela del paesaggio. Ma le domande di accesso agli aiuti sono raddoppiate o addirittura triplicate. C’è un boom di adesioni anche per i giovani che guardano con sempre più favore all’agricoltura come fonte di reddito e occupazione. Abbiamo previsto un plafond consistente di ben 22 milioni di euro per accompagnare il loro primo insediamento, ma non è sufficiente per il numero straordinariamente alto di domande”.]]>
Agricolura- La protesta di Coldiretti

“La burocrazia fa più danni della grandine”, “lavoriamo per i cinghiali”, “agricoltura in ginocchio”: sono alcuni degli slogan di due giorni di protesta degli agricoltori di tutta l’Umbria che la scorsa settimana in centinaia sono sfilati, anche con grandi trattori, per le strade di Perugia, con affollate assemblee e presidi davanti alle sedi istituzionali della Regione. Loro, che si definiscono i “custodi” dell’Umbria, delle sue campagne e dei suoi paesaggi, si sentono trascurati, ignorati, presi in giro dalle ripetute promesse di finanziamenti pubblici che poi arrivano con anni ed anni di ritardo o mai più. Con pratiche, graduatorie, moduli e documenti da presentare che si accumulano e si perdono nei meandri di una burocrazia senza responsabili. Distruggendo progetti e sogni anche di tanti giovani che si sono fidati delle promesse: hanno inventato innovative sturt-up, preso in affitto terreni, acquistato attrezzature. Con soldi in prestito dalle banche, le quali, alla fine - hanno denunciato in tanti, e non solo i giovani - sono le uniche a guadagnarci con gli interessi incassati nell’attesa di quei contributi pubblici che dura per anni. Di chi la colpa di questa soffocante burocrazia e di questi ritardi? Di nessuno, con il solito scaricabarile tra Regione, Stato ed uffici della Unione Europea. In Umbria ci sono 60 milioni di euro di fondi europei formalmente già aggiudicati ma che non sono mai arrivati nelle tasche degli agricoltori. Ci sono poi altri 7 milioni di euro di risarcimento delle assicurazioni per i danni arrecati dal maltempo che non è stato ancora possibile incassare ed altri milioni per danni provocati dalla fauna selvatica, soprattutto cinghiali. Con 600 giovani che hanno presentato la domanda per gli aiuti promessi per l’apertura di nuove aziende ed altre 900 domande di aziende già attive che hanno richiesto finanziamenti per nuovi investimenti.

Agricoltura. In piazza con la Coldiretti e gli “indignati”

Sono stati, come detto, due giorni di protesta del mondo agricolo, con due diverse manifestazioni: la prima organizzata da Coldiretti e l’altra da agricoltori (tanti i giovani) che hanno dato vita al movimento “Indignati dell’agricoltura”, in polemica anche con le associazioni che dovrebbero rappresentarli, da loro accusate di difendere soprattutto gli interessi delle aziende più grandi e di eccessiva “vicinanza” con enti e rappresentanti della Regione e delle altre istituzioni pubbliche. Comune però la rabbia e la lista delle richieste nelle due distinte manifestazioni: “basta parole, basta prenderci in giro, vogliamo i fatti!”. ”Dobbiamo incassare milioni e non abbiamo i soldi per pagare il gasolio”. Alla manifestazione della Coldiretti, svoltasi in piazza Italia, davanti alla Regione, tra la folla con le bandiere della associazione, i grossi trattori ed i banchi del mercato di Campagna amica, c’erano anche parlamentari, consiglieri regionali e l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini, la quale ha parlato alla fine dopo avere ascoltato i vari interventi. La sintesi sui motivi della protesta e sulle richieste alla Regione l’ha fatta Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. Non si devono penalizzare i piccoli agricoltori ha detto - creando “imprenditori di serie A e serie B” e servono più risorse per favorire i giovani che sono il futuro non solo dell’agricoltura, “volano della economia regionale”. Servono nuove misure per prevenire i danni alle colture provocate da cinghiali ed altri animali selvatici e per semplificare e velocizzare le procedure di risarcimento. Gli agricoltori - ha proseguito - per programmare la loro attività hanno bisogno anche di “certezze” sulla disponibilità dell’acqua per l’irrigazione.

L’ algoritmo impazzito

Il problema più grave è però quello della burocrazia, in particolare per quanto riguarda i 60 milioni di pagamenti comunitari che le aziende umbre devono ancora ricevere. Soldi che devono essere erogati dall’Agea, l’Agenzia nazionale per l’erogazione in agricoltura il cui sistema informatico per la gestione delle graduatorie - è stato spiegato in altri interventi - è ormai obsoleto da anni e deve essere rinnovato. Ritardi dovuti ad appalti per il nuovo sistema prima aggiudicati e poi revocati. Con il risultato - ha detto un agricoltore - “che l’algoritmo per la graduatoria sembra impazzito e dobbiamo incassare milioni di euro ma alcuni di noi non hanno più soldi neanche per comperare il gasolio per i nostri trattori”.

Assessore Cecchini: “non c’è tutto per tutti”

L’assessore Cecchini ha esordito con una affermazione chiara e forte: “ci siamo già attivati per assegnare più risorse a sostegno dei giovani agricoltori, agricoltura biologica e l’agroambiente ma non c’è un mondo in cui con i fondi europei c’è tutto per tutti: non è così”. Le risorse - ha spiegato - sono diminuite e le domande sono aumentate. “In Umbria abbiamo a disposizione oltre 900 milioni di euro per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale, che significa sostegno all’economia, all’occupazione, alla qualità della vita nelle zone rurali, alla tutela del paesaggio. Ma le domande di accesso agli aiuti sono raddoppiate o addirittura triplicate. C’è un boom di adesioni anche per i giovani che guardano con sempre più favore all’agricoltura come fonte di reddito e occupazione. Abbiamo previsto un plafond consistente di ben 22 milioni di euro per accompagnare il loro primo insediamento, ma non è sufficiente per il numero straordinariamente alto di domande”.]]>
Lavoro. Coldiretti, 30mila giovani puntano su agricoltura https://www.lavoce.it/lavoro-coldiretti-30mila-giovani-puntano-agricoltura/ Wed, 02 May 2018 15:21:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51794

“Con quasi 30mila giovani che nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, il lavoro dei giovani cresce nei campi”. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in relazione agli ultimi dati Istat che indicano un calo dello 0,9% della disoccupazione giovanile in Italia rispetto a febbraio 2018 e del 4,4% su marzo 2017. “Le nuove generazioni – sottolinea la Coldiretti – sono il motore dell’agricoltura del futuro con una crescita del 6% nel 2017 per un totale di 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 che pone l’Italia al vertice nell’Unione europea”. Le aziende agricole dei giovani, ricorda la Coldiretti, “possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. I giovani agricoltori usano il web e la tecnologia, 1 su 4 è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, di solito l’inglese, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero, una caratteristica che permette di raggiungere e inserirsi in nuovi mercati e di mandare i propri prodotti in giro per il mondo”. Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. “È in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale – afferma la Coldiretti -: il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite e lo dimostra il fatto che le domande presentate per i Psr già superano di circa il 44% il totale degli insediamenti previsti per l’intera programmazione fino al 2020”.]]>

“Con quasi 30mila giovani che nel 2016/2017 hanno presentato in Italia domanda per l’insediamento in agricoltura dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, il lavoro dei giovani cresce nei campi”. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in relazione agli ultimi dati Istat che indicano un calo dello 0,9% della disoccupazione giovanile in Italia rispetto a febbraio 2018 e del 4,4% su marzo 2017. “Le nuove generazioni – sottolinea la Coldiretti – sono il motore dell’agricoltura del futuro con una crescita del 6% nel 2017 per un totale di 55.121 imprese agricole italiane condotte da under 35 che pone l’Italia al vertice nell’Unione europea”. Le aziende agricole dei giovani, ricorda la Coldiretti, “possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. I giovani agricoltori usano il web e la tecnologia, 1 su 4 è laureato e conosce, almeno a livello scolastico, una o più lingue straniere, di solito l’inglese, mentre 8 su 10 sono abituati a viaggiare e andare all’estero, una caratteristica che permette di raggiungere e inserirsi in nuovi mercati e di mandare i propri prodotti in giro per il mondo”. Per sostenere gli aspiranti colleghi imprenditori, i giovani della Coldiretti hanno costituito anche una speciale task force che opera a livello territoriale con tutor, corsi di formazione e consigli per accesso al credito. “È in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale – afferma la Coldiretti -: il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite e lo dimostra il fatto che le domande presentate per i Psr già superano di circa il 44% il totale degli insediamenti previsti per l’intera programmazione fino al 2020”.]]>
Otto marzo: Coldiretti, aumentate nell’ultimo anno le imprese agricole guidate da donne https://www.lavoce.it/otto-marzo-coldiretti-aumentate-nellultimo-anno-le-imprese-agricole-guidate-donne/ Thu, 08 Mar 2018 10:05:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51375

Sono aumentate del 6,6% nell’ultimo anno le imprese agricole guidate da giovani donne per un totale di 13.887 realtà nel 2017. È quanto emerge da un’elaborazione condotta da Coldiretti in occasione della festa dell’8 marzo sui dati Camera di Commercio di Milano rispetto alla rappresentanza femminile under 35 nei campi, nelle stalle e negli agriturismi. “In pratica – sottolinea la Coldiretti – in agricoltura un’impresa giovanile su quattro viene gestita da ragazze”. “Nella loro attività imprenditoriale – spiega Coldiretti – le agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo”. “Una capacità imprenditoriale – prosegue la nota – che ha dato direttamente lavoro a oltre 15mila persone, senza contare l’occupazione generata dall’indotto”. “Le ragazze nelle campagne – aggiunge Coldiretti – hanno puntato sull’uso quotidiano della tecnologia per gestire sia il lavoro che lo studio”. “Una capacità di innovazione che contagia tutte le aziende agricole giovani che in Italia – spiega Coldiretti – possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più”. Per Lorella Ansaloni, responsabile nazionale delle donne imprenditrici della Coldiretti, “le quasi 215mila aziende agricole guidate da donne in Italia sono un patrimonio di tutto il Paese con un peso all’interno del mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale”.]]>

Sono aumentate del 6,6% nell’ultimo anno le imprese agricole guidate da giovani donne per un totale di 13.887 realtà nel 2017. È quanto emerge da un’elaborazione condotta da Coldiretti in occasione della festa dell’8 marzo sui dati Camera di Commercio di Milano rispetto alla rappresentanza femminile under 35 nei campi, nelle stalle e negli agriturismi. “In pratica – sottolinea la Coldiretti – in agricoltura un’impresa giovanile su quattro viene gestita da ragazze”. “Nella loro attività imprenditoriale – spiega Coldiretti – le agricoltrici italiane hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole ai servizi di agritata e agriasilo, dalle fattorie didattiche ai percorsi rurali di pet-therapy, fino agli orti didattici, mercati di Campagna Amica e l’agriturismo”. “Una capacità imprenditoriale – prosegue la nota – che ha dato direttamente lavoro a oltre 15mila persone, senza contare l’occupazione generata dall’indotto”. “Le ragazze nelle campagne – aggiunge Coldiretti – hanno puntato sull’uso quotidiano della tecnologia per gestire sia il lavoro che lo studio”. “Una capacità di innovazione che contagia tutte le aziende agricole giovani che in Italia – spiega Coldiretti – possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più”. Per Lorella Ansaloni, responsabile nazionale delle donne imprenditrici della Coldiretti, “le quasi 215mila aziende agricole guidate da donne in Italia sono un patrimonio di tutto il Paese con un peso all’interno del mondo produttivo che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale”.]]>
Allarme mafia nel settore alimentare https://www.lavoce.it/allarme-mafia-nel-settore-alimentare/ Thu, 16 Mar 2017 09:30:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48794 Agricoltura-e-caporalato-(Foto-archivio)-raccolta-pomodoriLa mafia adesso non spara. “È silente, le sue forme di intimidazione oggi sono il non detto; sussurra, accenna. È liquida, e come acqua si infiltra nella economia, nella società”. Parole di Gian Carlo Caselli, l’ex magistrato che, dopo avere combattuto negli anni ’60 nella sua Torino le Brigate rosse e Prima linea, nel 1992, dopo la morte di Falcone e Borsellino, volontariamente scese a Palermo. In Sicilia, come procuratore della Repubblica, per sette anni aveva diretto la lotta dello Stato contro la mafia. Poi con la pensione ha lasciato la toga ma continua il suo impegno nel contrasto alle mafie come responsabile della segreteria scientifica dell’Osservatorio della Coldiretti sulla criminalità organizzata nel settore agroalimentare.

In questa veste ha partecipato venerdì scorso, nell’aula magna della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, a un convegno sui “nuovi volti delle mafie”. La loro filosofia – ha detto a studenti e docenti – è quella del “piatto ricco, mi ci ficco”. Per la criminalità organizzata è facile inserirsi in ogni segmento della filiera agroalimentare: con prestanomi e la complicità di “colletti bianchi” acquista terreni, gestisce aziende agricole e in certe zone ha anche il monopolio dell’acqua per l’irrigazione. Fino ad arrivare a un totale controllo del territorio con le estorsioni e il furto di attrezzature e bestiame.

“Anche l’Umbria – ha rimarcato il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro – non è più terra vergine. Non c’è un’occupazione territoriale da parte delle mafie, ma cresce il pericolo di un’occupazione dell’economia”.

Il prof. Enrico Carloni ha detto che nella nostra regione ci sono 74 beni confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di terreni, aziende agricole, appartamenti, supermercati, aziende di vario tipo e perfino un castello. Per i mafiosi e i loro prestanome, con i soldi “sporchi” dei traffici di droga, armi, sfruttamento della prostituzione, non è difficile trovare beni e aziende in crisi da acquistare.

L’anno scorso – ha riferito il prefetto – sono state emesse in provincia di Perugia tre interdittive antimafia; una di esse riguardava un noto hotel di Assisi di proprieta di un ente di assistenza e beneficenza che, per la gestione, lo avebbe affidato a persone contigue alla criminalità organizzata. In regioni tranquille come l’Umbria – ha spiegato – spesso “manca la consapevolezza” del pericolo di queste infiltrazioni criminali, non si percepiscono i “segnali” di una loro presenza. “La nostra frontiera – ha concluso – deve essere quindi la conoscenza di questi pericoli”.

L’Università e l’associazione Libera contro le mafie hanno firmato un protocollo per rispondere alla esigenza della diffusione di una “cultura della legalità”, e il convegno si inseriva in questo progetto. Per elaborare un “modello antimafia” – ha detto il referente di Libera Umbria, Walter Cardinali – frutto della collaborazione e sinergia tra istituzioni, centri studi e di ricerca e associazioni del volontariato.

Nel convegno sono stati affrontati vari aspetti del pericolo “agromafie”. Il prof. Gaetano Martino ha parlato dello sfruttamento del lavoro. Ortaggi e frutta vengono pagati troppo poco a chi li produce. Per contenere i costi di produzione e raccolta, si è arrivati a situazioni di vera e propria schiavitù, con il reclutamento di manodopera gestito dalle mafie e retribuzioni anche di 2 euro all’ora.

Secondo Caselli, sarebbero almeno 100 mila questi nuovi schiavi nelle campagne italiane, in gran parte stranieri. Tra loro molte le donne, talvolta sfruttate anche sessualmente. C’è però – ha detto l’ex magistrato – anche un “caporalato estero, per noi invisibile, che sfrutta nel mondo il lavoro milioni di minori e che fa arrivare nei nostri negozi prodotti sottocosto e di bassa qualità, aumentando le difficoltà degli agricoltori locali”.

Il prof. Carlo Fiorio si è occupato delle norme per contrastare frodi commerciali e contraffazione, ma le sanzioni – ha detto – “sono troppo lievi e non sufficientemente dissuasive”. Caselli le ha addirittura definite “un groviera piena di buchi”. Per aggiornarle, nel 2015 è stata costituita una commissione di docenti universitari, esperti e rappresentanti delle associazioni di categoria presieduta proprio dall’ex magistrato. “Abbiamo presentato – ha riferito – un progetto complessivo di riforma che introduce anche nuovi reati, ad esempio la pubblicità ingannevole, per una maggiore tutela dei consumatori, della salute e dell’ambiente”.

Un progetto che però è rimasto nel cassetto. “E la mia impressione – ha detto – è che ci siano resistenze, anche legittime, della grande industria”.

 

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A sei mesi dal sisma Norcia accende la Fiaccola https://www.lavoce.it/a-sei-mesi-dal-sisma-norcia-accende-la-fiaccola-2/ Wed, 22 Feb 2017 14:30:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48657 Sono passati sei mesi da quel 24 agosto quando la terra ha tremato nel centro Italia, mettendo in ginocchio Umbria, Marche e Lazio. In queste due ultime Regioni si è pianto per molte vittime. Nella zona della Valnerina il centro più colpito fu San Pellegrino di Norcia. Il 2San-Benedetto_Norcia-2CMYK6 ottobre, poi, altre due forti scosse e il 30 la botta fatale per Norcia e il territorio circostante. E la terra ancora è agitata. Nuove faglie sprigionano energia tra Spoleto, la Valnerina, le Marche e il Lazio. Si deve convivere con il terremoto, che crea ansia e incertezza.

Dopo 180 giorni diverse cose comunque sono state fatte: messe in sicurezza case, chiese, edifici pubblici e opere d’arte; le campanelle delle scuole a tempo di record hanno nuovamente suonato in container polifunzionali; riaperte alcune zone del centro storico di Norcia; arrivati i moduli abitativi in varie parti; a San Pellegrino consegnate le prime 18 casette di legno; molti tunnel agricoli sistemati per gli allevatori; al di sopra di ogni aspettativa la solidarietà giunta da ogni parte d’Italia, d’Europa e del mondo. Certo, c’è ancora molto da fare e tutti ne sono consapevoli. La sinergia creata a livello istituzionale faciliterà la rinascita di Norcia e delle valli limitrofe.

In tutto questo “gioca” un ruolo di primo piano san Benedetto, il grande “costruttore” della civiltà europea fondata sui valori cristiani. Le abbazie benedettine hanno promosso studi, industrie e arti, intorno a esse sono sorti città e villaggi, collocandosi al centro della vita non soltanto religiosa, ma anche culturale, sociale e politica dell’Europa. La ricostruzione morale delle persone e materiale di case e chiese della Valnerina non può prescindere dal messaggio e dai valori che il grande patriarca dei monaci d’Occidente ha lasciato in eredità. Per sottolinearlo, quest’anno la Fiaccola benedettina “Pro Pace et Europa Una” verrà accesa a Norcia sulle macerie della basilica di San Benedetto.

La cerimonia è prevista per sabato 25 febbraio alle 16, a sei mesi esatti dalla prima forte scossa di terremoto. Saranno presenti, oltre naturalmente ai fedeli, l’arcivescovo Renato Boccardo, i monaci di Montecassino, Subiaco e Norcia, i Sindaci delle tre comunità e altre autorità.

La Fiaccola è stata benedetta da Papa Francesco durante l’udienza generale del 22 febbraio scorso. Il 4 marzo sarà a Subiaco, nel Sacro Speco, dove Benedetto ha vissuto per tre anni in completa solitudine, meditando la sua Regola. Poi sarà accolta a Bruxelles, in Belgio, capitale amministrativa dell’Europa unita, dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Il viaggio della fiaccola nel cuore dell’Europa assume quest’anno due significati importanti: celebrare i 60 anni del Trattato di Roma e portare l’attenzione delle istituzioni europee sugli accadimenti di Norcia e del centro Italia, con la necessità di un’attenzione internazionale ampia e convinta sul tema.

La fiaccola farà poi ritorno in Italia, e il 19 marzo sarà a Montecassino, dove Benedetto è sepolto. Il 20 e 21 le celebrazioni si terranno in contemporanea nelle tre città benedettine. Infine il 25 marzo è previsto a Norcia, all’interno delle celebrazioni benedettine, il rinnovo del Trattato di Roma, al cospetto delle autorità di tutta Europa.

Tutta la solidarietà che si è riversata dalle Chiese su Norcia

La solidarietà alle popolazioni ferite dal terremoto che passa attraverso la Chiesa, in modo particolare la Caritas, è davvero tanta. Qualche giorno fa è giunto un messaggio dal vice presidente della Caritas Grecia: ad Atene è stata effettuata una raccolta di fondi, un gesto molto significativo vista la perdurante crisi economica di quel Paese. La somma raccolta è di 3.000 euro. Tanta solidarietà è giunta anche dalla Val di Susa, Chiesa di origine dell’arcivescovo Renato Boccardo.

Dall’11 al 14 febbraio una delegazione di Ancarano di Norcia, accompagnata dall’Arcivescovo e dal parroco dell’abbazia di Sant’Eutizio in Preci don Luciano Avenati, è stata a Sant’Ambrogio di Torino (paese natale di mons. Boccardo) per suggellare un gemellaggio tra le due comunità. Lo scorso 22 gennaio, per la festa di sant’Antonio abate, alcuni rappresentati del paese piemontese erano stati accolti ad Ancarano.

Domenica 12 febbraio nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio di Torino c’è stata una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Susa Alfonso Badini Confalonieri e concelebrata da mons. Boccardo, da don Luciano Avenati e dal parroco locale don Romeo Zuppa.

Nella Val di Susa, per ora, sono stati raccolti 137.680 euro così ripartiti: 50.000 provengono direttamente dalla diocesi, 76.680 da una raccolta promossa dal settimanale diocesano La Valsusa (raccolta che prosegue), 5.500 dalla Coldiretti di Druento, 5.500 dai produttori di latte.

Come saranno utilizzati i fondi

L’Arcivescovo ha illustrato ai presenti come saranno utilizzati i soldi: “Le due somme maggiori (50.000 più, ad oggi, 76.680) intendo destinarle all’associazione ‘Tutti i colori del mondo’ di Norcia. Alcuni anni fa la diocesi – ha spiegato – ha affidato un edificio di sua proprietà [adiacente la chiesa di Sant’Agostino, ndr] a genitori che desideravano assicurare un luogo di vita adatto ai loro figli con disabilità fisica o mentale. Vi avevano realizzato un centro diurno, in attesa di allestire anche qualche camera per una accoglienza più stabile. Ora tutto l’immobile è inagibile ed occorre provvedere a ingenti lavori di messa in sicurezza, che si aggirano intorno ai 400.000 euro”. Il restante, ossia 11.000 euro, verrà devoluto a due famiglie di agricoltoriallevatori della Valle Campiana e di Norcia in difficoltà.

Riunione a Spoleto

Da segnalare infine che venerdì 3 marzo a Spoleto, nel palazzo vescovile, si terrà una riunione tra i Vescovi delle diocesi terremotate del centro Italia, il commissario straordinario del Governo alla ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il segretario generale del ministero della Cultura Antonia Pasqua Recchia. Scopo dell’incontro è fare il punto della situazione sulla ricostruzione delle chiese e sul recupero dei beni culturali.

 

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Referendum costituzionale: le posizioni nel mondo cattolico https://www.lavoce.it/referendum-costituzionale-le-posizioni-nel-mondo-cattolico/ Fri, 02 Dec 2016 13:27:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48002 REFERENDUM-COSTITUZIONALE-CMYKDomenica 4 dicembre si vota per il Referendum costituzionale ed i sondaggi dicono che è ancora alto il numero degli indecisi. Suonano dunque attuali le parole del cardinale Angelo Bagnasco al Consiglio permanente della Cei dello scorso 26 settembre: “Il nostro invito è d’informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze”. Un appello rilanciato nei giorni scorsi dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino che in un’intervista a Tg2000 ha aggiunto l’invito a non scandalizzarsi per le “posizioni diversificate” emerse nel mondo cattolico, “soprattutto se queste opinioni sono frutto di considerazioni prese in maniera consapevole”.

Tra le aggregazione laicali cattoliche, in effetti, le posizioni sono variamente articolate e questo non solo per il giudizio di merito sulla riforma sottoposta a referendum, ma anche per la natura di ciascuna organizzazione.

Per il No si è espresso il Movimento cristiano lavoratori (Mcl), mentre le Acli hanno preso posizione per il Sì ed ha scelto il Sì anche la Coldiretti.

Comunione e liberazione propone nel suo documento una riflessione critica su due posizioni antitetiche che vanno respinte, e sottolinea che “la vera urgenza del momento” è la necessità “di una maggiore stabilità ed efficienza del sistema politico … in vista dell’obiettivo fondamentale di sempre, vale a dire la promozione del bene comune”.

L’Agesci ha fatto sapere che non intende assumere posizioni ufficiali e ha dedicato gran parte della rivista per gli educatori dell’Agesci al tema della partecipazione con un approfondimento specifico sul referendum, integrato da materiali sul sito.

Sulla formazione delle coscienze punta l’Azione cattolica, come ha spiegato il presidente nazionale Matteo Truffelli in un ampio articolo disponibile sul sito dell’associazione in cui scrive che “né l’approvazione né la bocciatura della riforma proposta dovranno impedire il rilancio di un processo di rigenerazione della nostra democrazia che appare ogni giorno più urgente”.

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Ecco gli interventi per il Sì e per il No pubblicati su La Voce questa settimana

“Io, cattolico, perché dico Sì”, di Giancarlo Pellegrini

“Io, cattolico, perché dico No”, di Simone Pillon

Scarica qui la pagina de La Voce con le posizioni del Sì e del No sui principali punti della Legge Costituzionale sottoposta a Referendum il 4 dicembre

(clicca sull’immagine)

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Agricoltura da Oscar! https://www.lavoce.it/agricoltura-da-oscar/ Thu, 23 Jul 2015 08:00:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39842 I vincitori degli Oscar Green 2015
I vincitori degli Oscar Green 2015

L’agricoltura umbra? Un’eccellenza… da Oscar! Mercoledì, presso il Golf Club Perugia di Santa Sabina, la Coldiretti Giovani Impresa Umbria ha consegnato gli Oscar Green 2015, gli Oscar dell’agricoltura umbra, a quattro aziende del territorio che si sono particolarmente distinte per innovazione, ricerca e diversificazione.

L’Agriavicola Piccioni Italiani di Vadim Menconi di Spoleto, ha conquistato la categoria “Impresa 2.terra”, grazie all’idea di selezionare, in condizioni di benessere, le più prestigiose razze di piccioni da carne 100% Made in Italy. Attualmente dispone di 2500 coppie di piccioni riproduttori, alimentati di sole granaglie: i prodotti vanno dal piccioncino fresco e congelato, al ragù e paté di piccione, con la novità assoluta di quest’anno, il “piccione arrosto in lattina”.

Per la categoria “Campagna Amica”, il vincitore è Peter Virdis, dell’azienda Solana di Perugia, il cui prodotto principe è il formaggio di pecora e capra. Il tutto grazie all’allevamento di 600 pecore nelle campagne perugine, che gli permettono di “raggiungere” i consumatori nel Mercato di Campagna Amica e nel proprio punto vendita aziendale. Il laboratorio di trasformazione aziendale si avvale di tecniche e attrezzature all’avanguardia; da quest’anno 100 capre gli consentono di produrre formaggio da latte crudo di capra.

Per la categoria “We Green” a vincere è stato Luca Girolamo Stalteri dell’azienda “Il Lombrico Felice” di Città di Castello, con un’agricoltura biologica e fattoria didattica che punta sul rispetto ambientale. Il suo modello mira alla tutela del paesaggio ripristinando colture ormai abbandonate, alla promozione della filiera corta con il rispetto della stagionalità delle produzioni, a diffondere la conoscenza dell’origine dei prodotti agricoli. Tra le produzioni, ortaggi e cereali ma anche allevamenti rustici di polli, oche, anatre, oltre a miele e IV, V gamma.

Infine Borgobrufa SPA Resort di Torgiano è la vincitrice della categoria “Fare Rete”: la più grande della regione, con i suoi 1200 metri quadri di area benessere, ha aderito, prima struttura del genere in Italia, al progetto Campagna Amica Coldiretti, con l’allestimento di un’Isola della Bottega Italiana di Campagna Amica al suo interno.

Grazie a questa iniziativa i visitatori della SPA possono gustare, fin dalla colazione, i sapori autentici dell’agricoltura locale e italiana delle imprese Campagna Amica Coldiretti. Dal miele ai cereali, dalle confetture ai formaggi. Ma non solo: nel ristorante interno, accreditato come “Campagna Amica nel Piatto”, un apposito menù valorizza le eccellenze “tricolori” e umbre.

A potenziare il “wellness”, per trattamenti e azioni di bellezza, sieri e creme all’olio e al vino, sempre provenienti da un’azienda umbra. Infine, oltre alla possibilità di acquistare souvenir gastronomici presso l’Isola della Bottega Italiana, si possono contattare gli agricoltori per una visita presso le aziende e gli spacci di vendita diretta del territorio.

 

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Buon cibo… e natura alle “Fattorie della domenica” https://www.lavoce.it/buon-cibo-e-natura-alle-fattorie-della-domenica/ Wed, 15 Apr 2015 13:08:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31447 Esempi di coltivazione presentati ai laboratori delle “Fattorie della domenica"
Esempi di coltivazione presentati ai laboratori delle “Fattorie della domenica”

Domenica 19 aprile si parte: tornano le “Fattorie della domenica” organizzate da Eurobis che vedranno il coinvolgimento di oltre venti fattorie didattiche aderenti a Cia e Coldiretti.

Fino ad ottobre gli aderenti all’iniziativa proporranno delle giornate a famiglie e bambini sui valori della terra, del buon cibo e della salute.

Il programma di ogni giornata sarà articolato partendo con l’accoglienza alle ore 10 in cui verrà presentato il progetto e la fattoria ospitante; di seguito, alle 11, verrà organizzata una passeggiata intorno alla fattoria; alle ore 13 è prevista una pausa pranzo dove – in caso che la fattoria sia fornita di cucina – si potrà scegliere di assaporare i prodotti tipici o fare un picnic con il cibo portato da casa; dalle 14.30, infine, sarà la volta dei laboratori sensoriali finalizzati a far conoscere i prodotti coltivati nella fattoria e i loro usi alimentari.

Tra i temi oltre a “Come nasce un pulcino”, si parlerà de “La magica storia del pane”, “Alla scoperta dei segreti dell’orto”, “Macedoniamo”, “Ma come si fa il formaggio?”, “Per fare la zuppa di vuole un chicco”, “La festa della vendemmia”. La partecipazione alle giornate è gratuita. Per info programma www.eurobis.it

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I danni subiti dall’agricoltura nel Tuderte https://www.lavoce.it/i-danni-subiti-dallagricoltura-nel-tuderte/ Fri, 01 Aug 2014 12:33:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27342 La campagna intorno a Todi
La campagna intorno a Todi

Se il turismo piange, l’agricoltura non ride. L’estate 2014 ha sconvolto infatti non soltanto le attività turistiche stagionali ma anche il comparto agricolo. Pioggia, temporali e, in alcuni casi, la grandine hanno danneggiato a macchia di leopardo buona parte delle campagne italiane. L’Umbria non fa eccezione a questo quadro, seppure con una situazione migliore rispetto ad altre regioni, colpite ancor più pesantemente, e con una situazione piuttosto differenziata fra le varie aree territoriali.

“Il comprensorio tuderte – evidenzia Stefano Torricelli, responsabile di zona di Confagricoltura – ha registrato raccolti cerealicoli che sono stati superiori alle negative previsioni che fitopatie e andamento meteorologico lasciavano presagire. La media delle produzioni, per chi ha effettuato trattamenti adeguati, si è attestata sui 50 quintali a ettaro per il frumento tenero e di 45 per il duro, deprezzato nella qualità a causa delle piogge estive insistenti, mentre per il favino si può parlare di medie superiori ai 20 quintali. Bene finora il girasole, che ha beneficiato delle abbondanti precipitazioni”. Il bilancio stagionale è destinato a peggiorare con le colture arboree, viticoltura e olivicoltura su tutte. Dai vigneti ci si aspetta una riduzione della produzione intorno al 40%, mentre sarà quasi del tutto assente la raccolta di olive.

Le associazioni di categoria sono impegnate in azioni di sensibilizzazione verso le istituzioni con proposte di interventi a sostegno degli agricoltori, tra i quali figurano tra gli altri, ad opera di Coldiretti, lo sviluppo di Fondi mutualistici e la progettazione di nuove forme assicurative multirischio.

In Umbria, come detto, si registrano situazioni più pesanti nelle zone più colpite dalle cosiddette “bombe d’acqua” e da grandine, in quelle a maggiore vocazione orticola e frutticola e, soprattutto, nel caso di coltivazioni biologiche, la Confederazione italiana agricoltori (Cia) arriva a tratteggiare un quadro drammatico “che si traduce in rese tra le più basse degli ultimi 10 anni determinando addirittura la perdita dell’intero raccolto in molte aree interne della regione”.

“Crediamo – è il parere di Domenico Brugnoni, presidente della Cia – che anche in Umbria, dove sono tante le imprese agricole ancora in attesa di ricevere i risarcimenti per le alluvioni degli anni scorsi, l’andamento climatico anomalo debba essere ormai considerato a tutti gli effetti alla stregua di un evento calamitoso. Pertanto, non solo sarebbe necessario verificare se ricorrono le condizioni per decretare lo stato di calamità e indennizzare gli agricoltori colpiti, ma occorre prevedere fin da subito appropriate misure di difesa e di sostegno in tutti gli strumenti di programmazione, in primo luogo nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020, considerando che tali fenomeni si vanno intensificando di anno in anno”.

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Ceu e Cei organizzano a Perugia la conferenza “Il destino della libertà” https://www.lavoce.it/ceu-e-cei-organizzano-a-perugia-la-conferenza-il-destino-della-liberta/ Fri, 02 May 2014 13:00:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24638 Il tavolo dei relatori e la platea durante il convegno
Il tavolo dei relatori e la platea durante il convegno

Il 6 maggio a Perugia, in sala dei Notari, dalle ore 17 alle 19 si svolgerà la conferenza “Il destino della libertà. Quale società dopo la crisi economica”.

L’iniziativa è organizzata dalla Conferenza episcopale umbra in collaborazione con il Progetto culturale della Cei, l’Università degli studi di Perugia, l’Università per Stranieri, la Pastorale giovanile e la Pastorale universitaria di Perugia, con la partecipazione di numerosi enti ed associazioni come l’Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid), Confcooperative, le Acli, la Coldiretti, l’associazione culturale Stromata, e con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e dell’azienda Massinelli.

La conferenza rappresenta uno dei frutti del convegno internazionale “Custodire l’umanità. Verso le periferie esistenziali” che si è svolto ad Assisi il 29-30 novembre scorsi. Un convegno importante, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone e che ha rappresentato un momento fondamentale per gettare le basi di un nuovo e fecondo dialogo tra molti settori della società italiana e tra alcune delle più importanti istituzioni culturali della Regione.

Affinché il convegno di Assisi non resti un fatto isolato, la Conferenza episcopale umbra ha pensato di dar vita ad alcune iniziative di alto profilo culturale dislocate sul territorio umbro.

La prima, appunto “Il destino della libertà”, prende spunto dalla recente pubblicazione Generativi di tutto il mondo unitevi! Manifesto per la società dei liberi, scritto a quattro mani da Mauro Magatti e Chiara Giaccardi. Tre gli obiettivi della conferenza: sviluppare una riflessione sul tema della libertà in rapporto ai grandi mutamenti sociali che la crisi economica sta imponendo alla società contemporanea; elaborare la proposta di un nuovo modello di sviluppo che promuova il bene comune e difenda la dignità umana alla luce della persistente stagnazione del modello produttivo occidentale; coinvolgere associazioni e istituzioni che operano nel campo culturale, economico e sociale promuovendo sinergie virtuose tra di esse.

Saranno presenti il card. Gualtiero Bassetti, i docenti dell’Università Cattolica di Milano Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, il professore emerito dell’Università di Leeds Zygmunt Bauman e il giornalista Roberto Righetto, caporedattore delle pagine culturali di Avvenire, che presiederà l’evento.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.destinodellaliberta.it, la fan page Facebook “Il destino della libertà” e l’account Twitter @DestinoLiberta.

È possibile inoltre contattare la segreteria organizzativa all’indirizzo mail destinodellaliberta@gmail.com o al numero telefonico 327 3396993.

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