celebrazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/celebrazione/ Settimanale di informazione regionale Wed, 04 Oct 2023 13:30:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg celebrazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/celebrazione/ 32 32 San Francesco, Patrono d’Italia: accesa la lampada votiva dei Comuni https://www.lavoce.it/san-francesco-patrono-ditalia-accesa-la-lampada-votiva-dei-comuni/ https://www.lavoce.it/san-francesco-patrono-ditalia-accesa-la-lampada-votiva-dei-comuni/#respond Wed, 04 Oct 2023 13:30:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73511 san francesco patrono d'italia

Si è appena conclusa la prima parte della giornata di festeggiamenti per San Francesco Patrono d’Italia, segnata dalla tragedia della caduta dal cavalcavia del bus a Mestre, con ventuno morti e quindici feriti. La comunità dei frati ha pregato per le vittime, i feriti e i lori cari, insieme alla preghiere dei pellegrini e dei devoti, ai piedi della Tomba di San Francesco. "Davanti a tanto dolore -ha affermato fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento- la reazione nella fede non può che essere anzitutto la preghiera e l’affidamento al Signore". Durante la celebrazione delle 10 nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco (in presenza delle autorità umbre e valdostane e dei rispettivi rappresentanti ecclesiali), il sindaco di Aosta Gianni Nuti ha acceso la Lampada votiva dei Comuni d’Italia in rappresentanza del popolo italiano. La solenne liturgia, è stata presieduta da monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta e presidente della Conferenza episcopale piemontese. A seguire, come da tradizione, ci sono stati i discorsi dalla loggia del Sacro Convento. Hanno parlato fra Carlos Trovarelli, OFMConv, ministro generale e 119esimo successore di San Francesco per i Frati Minori Conventuali, il sottosegretario Alfredo Mantovano, a nome del Presidente del Consiglio, il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, il vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino e il sindaco della Città serafica, Stefania Proietti. Un’attenzione particolare, quest’anno, è stata riservata anche a tutti i devoti che non riescono a venire ad Assisi di persona. Tutti, infatti, possono partecipare a questa giornata speciale in onore del Santo di Assisi, andando sulla pagina web www.festadisanfrancesco.org, per accendere una candela virtuale a San Francesco e inviare preghiere per sé e per i propri cari, che poi i frati depongono davanti alla tomba del Santo. Tutti gli appuntamenti religiosi e civili di oggi, sono trasmessi inoltre in diretta streaming sui canali social della comunità francescana del Sacro Convento (canale YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e pagina Facebook SAN FRANCESCO D’ASSISI). Nel pomeriggio la diretta riprende a partire dalle 15.50 per trasmettere la celebrazione dei vespri pontificali in cappella papale nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco presieduti da monsignor Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, che hanno luogo alle ore 16. Seguirà la processione alla Piazza superiore della Basilica, la benedizione all’Italia e al mondo da parte di monsignor Sorrentino e l’esecuzione da parte della Cappella Musicale della Basilica, diretta da fra Peter Hrdy, OFMConv, del Cantico delle creature di San Francesco musicato da padre Domenico Stella. Questi, frate minore conventuale, nel 1920 si trasferisce ad Assisi dopo essere stato direttore della Schola Cantorum di Anzio e professore di canto sacro al Collegio Serafico Internazionale di San Teodoro Sul Palatino. Nella città di San Francesco dirige la Cappella musicale dell’omonima Basilica fino alla sua morte, avvenuta nel 1956, dopo essersi dedicato a lungo alla musica sacra lasciando composizioni di rara bellezza e misticismo, come appunto la sua versione musicale del Cantico di San Francesco.

Le dichiarazioni delle autorità civili e del Ministri Generale dei Francescani Conventuali

Nei discorsi dalla loggia del Sacro Convento alle ore 11.30, Alfredo Mantovano ha, anzitutto, trasmesso il cordoglio del Presidente del Consiglio e del Governo per l’incidente di Mestre. ha poi aggiunto a proposito della festa del Patrono d’Italia: "La figura di San Francesco è centrale oggi, come lo è stata otto secoli fa: se perdiamo di vista San Francesco non cancelliamo solo un esempio di vita e di fede; cancelliamo il motivo dell’originalità italiana, la nostra fisionomia e il nostro contributo nel mondo [...] In vista del prossimo centenario, San Francesco va individuato come un rinnovatore di vita per il vecchio Continente, e una speranza per chi ne incontrerà la figura in ogni angolo del mondo. Il Governo italiano, d’intesa col comitato e con tutte le amministrazioni interessate, per quanto di sua competenza, farà quanto possibile perché questa speranza si manifesti". "Celebrando la solennità di San Francesco d’Assisi -ha dichiarato fra Carlos Trovarelli, OFMConv, ministro generale dei Frati Minori Conventuali- ci rendiamo conto non solo della sua santità, che è un dono per tutta la Chiesa, ma anche del suo essere fratello e guida per quanti cercano con sincerità di costruire un mondo nuovo, più giusto, più fraterno, più rispettoso della dignità e della libertà di ogni essere umano". "La nostra piccola regione alpina e autonoma -ha detto il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin, parlando dalla loggia del Sacro Convento- è molto riconoscente per questa presenza qui ad Assisi. La storia del nostro popolo, si è profondamente intrecciata con la presenza francescana nel nostro territorio, tanto che il Convento dei Cordeliers, Frati minori conventuali, fondato nel 1352 che sorgeva nel cuore della città di Aosta, ha ospitato fino al Settecento le sedute dei più importanti organi di autogoverno locali, cioè l’Assemblea degli Stati generali e il Conseil des Commis. La culla dell’autonomia valdostana, è stata, dunque, a lungo custodita nella casa della famiglia francescana. E ora questa eredità spirituale francescana, fa parte della nostra identità caratterizzata dal rispetto della Natura e del Creato e dell’attenzione ai bisogni dei più fragili e dei meno fortunati".

I doni della Valle d'Aosta a San Francesco

Questa mattina sono stati consegnati, durante la celebrazione eucaristica delle 10, anche i doni che i pellegrini provenienti dalla Valle d’Aosta hanno offerto al Sacro Convento di San Francesco in Assisi. La Regione autonoma Valle d’Aosta, ha donato una copia ristampata del Messale di Challant. La pubblicazione è una copia del grande Messale festivo della Collegiata aostana dei santi Pietro e Orso (cod. 43): un imponente manoscritto che il priore Georges de Challant fece realizzare nel primo decennio del Cinquecento, a conclusione dell’importante campagna di adeguamento di quella chiesa e degli edifici annessi ai gusti artistici del tempo. Il fac-simile a stampa è stato realizzato nel 1993 in seguito al restauro del codice originale promosso dalla Regione autonoma Valle d’Aosta. La Regione, ha offerto anche un cesto realizzato dall’artigiana valdostana Nella Pardi con la tecnica dell’intreccio vannerie contenente dei prodotti enogastronomici della Regione. Il Comune di Aosta dal canto suo ha regalato al Sacro Convento un’anfora in gres bianco chamottato. Realizzata dall’artista valdostano Fabio Cornaz, la foggiatura è eseguita manualmente al tornio. L’anfora ha contenuto l’olio di oliva, acquistato da un’azienda di Assisi dalla lunga tradizione nella lavorazione delle olive, utilizzato per alimentare la Lampada dei Comuni d’Italia che arde nella cripta, dinanzi alla Tomba di San Francesco. Il Consorzio degli Enti locali della Valle d’Aosta ha donato al Sacro Convento una casula artigianale realizzata dalla cooperativa femminile Lou Dzeut di Champorcher utilizzando la teila de meison, il tessuto che un tempo veniva prodotta in proprio dalle famiglie per realizzare corredi per la casa e per la persona. Infine, la Diocesi di Aosta ha offerto al Sacro Convento il contributo per il restauro di una cartagloria dell’anno 1645, con raffigurazione dell’ultima cena attribuita all’artista Bonaventura Bisi detto il Pittorino. Le cartaglorie sono tre tabelle che, prima della riforma liturgica attuata in seguito al Concilio Ecumenico Vaticano II, erano poste sull'altare e riportavano alcune orazioni invariabili della Santa Messa secondo il rito romano.  ]]>
san francesco patrono d'italia

Si è appena conclusa la prima parte della giornata di festeggiamenti per San Francesco Patrono d’Italia, segnata dalla tragedia della caduta dal cavalcavia del bus a Mestre, con ventuno morti e quindici feriti. La comunità dei frati ha pregato per le vittime, i feriti e i lori cari, insieme alla preghiere dei pellegrini e dei devoti, ai piedi della Tomba di San Francesco. "Davanti a tanto dolore -ha affermato fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento- la reazione nella fede non può che essere anzitutto la preghiera e l’affidamento al Signore". Durante la celebrazione delle 10 nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco (in presenza delle autorità umbre e valdostane e dei rispettivi rappresentanti ecclesiali), il sindaco di Aosta Gianni Nuti ha acceso la Lampada votiva dei Comuni d’Italia in rappresentanza del popolo italiano. La solenne liturgia, è stata presieduta da monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta e presidente della Conferenza episcopale piemontese. A seguire, come da tradizione, ci sono stati i discorsi dalla loggia del Sacro Convento. Hanno parlato fra Carlos Trovarelli, OFMConv, ministro generale e 119esimo successore di San Francesco per i Frati Minori Conventuali, il sottosegretario Alfredo Mantovano, a nome del Presidente del Consiglio, il Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Renzo Testolin, il vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino e il sindaco della Città serafica, Stefania Proietti. Un’attenzione particolare, quest’anno, è stata riservata anche a tutti i devoti che non riescono a venire ad Assisi di persona. Tutti, infatti, possono partecipare a questa giornata speciale in onore del Santo di Assisi, andando sulla pagina web www.festadisanfrancesco.org, per accendere una candela virtuale a San Francesco e inviare preghiere per sé e per i propri cari, che poi i frati depongono davanti alla tomba del Santo. Tutti gli appuntamenti religiosi e civili di oggi, sono trasmessi inoltre in diretta streaming sui canali social della comunità francescana del Sacro Convento (canale YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e pagina Facebook SAN FRANCESCO D’ASSISI). Nel pomeriggio la diretta riprende a partire dalle 15.50 per trasmettere la celebrazione dei vespri pontificali in cappella papale nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco presieduti da monsignor Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, che hanno luogo alle ore 16. Seguirà la processione alla Piazza superiore della Basilica, la benedizione all’Italia e al mondo da parte di monsignor Sorrentino e l’esecuzione da parte della Cappella Musicale della Basilica, diretta da fra Peter Hrdy, OFMConv, del Cantico delle creature di San Francesco musicato da padre Domenico Stella. Questi, frate minore conventuale, nel 1920 si trasferisce ad Assisi dopo essere stato direttore della Schola Cantorum di Anzio e professore di canto sacro al Collegio Serafico Internazionale di San Teodoro Sul Palatino. Nella città di San Francesco dirige la Cappella musicale dell’omonima Basilica fino alla sua morte, avvenuta nel 1956, dopo essersi dedicato a lungo alla musica sacra lasciando composizioni di rara bellezza e misticismo, come appunto la sua versione musicale del Cantico di San Francesco.

Le dichiarazioni delle autorità civili e del Ministri Generale dei Francescani Conventuali

Nei discorsi dalla loggia del Sacro Convento alle ore 11.30, Alfredo Mantovano ha, anzitutto, trasmesso il cordoglio del Presidente del Consiglio e del Governo per l’incidente di Mestre. ha poi aggiunto a proposito della festa del Patrono d’Italia: "La figura di San Francesco è centrale oggi, come lo è stata otto secoli fa: se perdiamo di vista San Francesco non cancelliamo solo un esempio di vita e di fede; cancelliamo il motivo dell’originalità italiana, la nostra fisionomia e il nostro contributo nel mondo [...] In vista del prossimo centenario, San Francesco va individuato come un rinnovatore di vita per il vecchio Continente, e una speranza per chi ne incontrerà la figura in ogni angolo del mondo. Il Governo italiano, d’intesa col comitato e con tutte le amministrazioni interessate, per quanto di sua competenza, farà quanto possibile perché questa speranza si manifesti". "Celebrando la solennità di San Francesco d’Assisi -ha dichiarato fra Carlos Trovarelli, OFMConv, ministro generale dei Frati Minori Conventuali- ci rendiamo conto non solo della sua santità, che è un dono per tutta la Chiesa, ma anche del suo essere fratello e guida per quanti cercano con sincerità di costruire un mondo nuovo, più giusto, più fraterno, più rispettoso della dignità e della libertà di ogni essere umano". "La nostra piccola regione alpina e autonoma -ha detto il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin, parlando dalla loggia del Sacro Convento- è molto riconoscente per questa presenza qui ad Assisi. La storia del nostro popolo, si è profondamente intrecciata con la presenza francescana nel nostro territorio, tanto che il Convento dei Cordeliers, Frati minori conventuali, fondato nel 1352 che sorgeva nel cuore della città di Aosta, ha ospitato fino al Settecento le sedute dei più importanti organi di autogoverno locali, cioè l’Assemblea degli Stati generali e il Conseil des Commis. La culla dell’autonomia valdostana, è stata, dunque, a lungo custodita nella casa della famiglia francescana. E ora questa eredità spirituale francescana, fa parte della nostra identità caratterizzata dal rispetto della Natura e del Creato e dell’attenzione ai bisogni dei più fragili e dei meno fortunati".

I doni della Valle d'Aosta a San Francesco

Questa mattina sono stati consegnati, durante la celebrazione eucaristica delle 10, anche i doni che i pellegrini provenienti dalla Valle d’Aosta hanno offerto al Sacro Convento di San Francesco in Assisi. La Regione autonoma Valle d’Aosta, ha donato una copia ristampata del Messale di Challant. La pubblicazione è una copia del grande Messale festivo della Collegiata aostana dei santi Pietro e Orso (cod. 43): un imponente manoscritto che il priore Georges de Challant fece realizzare nel primo decennio del Cinquecento, a conclusione dell’importante campagna di adeguamento di quella chiesa e degli edifici annessi ai gusti artistici del tempo. Il fac-simile a stampa è stato realizzato nel 1993 in seguito al restauro del codice originale promosso dalla Regione autonoma Valle d’Aosta. La Regione, ha offerto anche un cesto realizzato dall’artigiana valdostana Nella Pardi con la tecnica dell’intreccio vannerie contenente dei prodotti enogastronomici della Regione. Il Comune di Aosta dal canto suo ha regalato al Sacro Convento un’anfora in gres bianco chamottato. Realizzata dall’artista valdostano Fabio Cornaz, la foggiatura è eseguita manualmente al tornio. L’anfora ha contenuto l’olio di oliva, acquistato da un’azienda di Assisi dalla lunga tradizione nella lavorazione delle olive, utilizzato per alimentare la Lampada dei Comuni d’Italia che arde nella cripta, dinanzi alla Tomba di San Francesco. Il Consorzio degli Enti locali della Valle d’Aosta ha donato al Sacro Convento una casula artigianale realizzata dalla cooperativa femminile Lou Dzeut di Champorcher utilizzando la teila de meison, il tessuto che un tempo veniva prodotta in proprio dalle famiglie per realizzare corredi per la casa e per la persona. Infine, la Diocesi di Aosta ha offerto al Sacro Convento il contributo per il restauro di una cartagloria dell’anno 1645, con raffigurazione dell’ultima cena attribuita all’artista Bonaventura Bisi detto il Pittorino. Le cartaglorie sono tre tabelle che, prima della riforma liturgica attuata in seguito al Concilio Ecumenico Vaticano II, erano poste sull'altare e riportavano alcune orazioni invariabili della Santa Messa secondo il rito romano.  ]]>
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San Francesco, Patrono d’Italia: presentato il programma delle celebrazioni del 3 e 4 ottobre https://www.lavoce.it/san-francesco-patrono-ditalia-presentato-il-programma-delle-celebrazioni-del-3-e-4-ottobre/ https://www.lavoce.it/san-francesco-patrono-ditalia-presentato-il-programma-delle-celebrazioni-del-3-e-4-ottobre/#respond Mon, 02 Oct 2023 15:42:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73494 La basilica Superiore di San Francesco

La comunità ecclesiale e quella civile di Assisi sono pronte a festeggiare San Francesco, Patrono d’Italia, e ad accogliere i pellegrini e le istituzioni provenienti dalla Valle d’Aosta, regione ospite delle celebrazioni del 3 e 4 ottobre. Il programma dei festeggiamenti è stato presentato con una conferenza stampa presso la Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Vi hanno preso parte il vescovo delle Diocesi di Assisi - Gualdo Tadino - Nocera Umbra e di Foligno, Monsignor Domenico Sorrentino, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, il presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, Alberto Bertin, il Custode del Convento di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, fra Massimo Travascio, OFM, e il Custode del Sacro Convento di San Francesco, fra Marco Moroni, OFMConv. Sono intervenuti con un videomessaggio anche il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, il sindaco di Aosta Gianni Nuti e il vescovo della Diocesi omonima, monsignor Franco Lovignana. In modo particolare, per la prima volta la comunità francescana del Sacro Convento di San Francesco trasmetterà in diretta streaming sui canali social ufficiali (YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e Facebook SAN FRANCESCO D’ASSISI) dalle 6 del mattino alle 12.15 e dalle 15.50 alle 17.30 le celebrazioni e i momenti salienti della giornata del 4 ottobre, con interviste ai protagonisti, approfondimenti, curiosità e dietro le quinte della festa più importante della città del Poverello.

Le celebrazioni per San Francesco, Patrono d’Italia

Martedì 3 ottobre alla concelebrazione eucaristica nel Transito di San Francesco (prevista alle 11 presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola) seguirà, alle 15, l’incontro di monsignor Domenico Sorrentino al Santuario della Spogliazione con i pellegrini della Diocesi di Aosta, mentre alle 18 verranno celebrati i primi vespri nel Transito di San Francesco, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, presieduti da monsignor Franco Lovignana, Vescovo di Aosta, con l’assistenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi. Mercoledì 4 ottobre, alle 10, la celebrazione eucaristica presso la chiesa superiore della Basilica di San Francesco, presieduta da monsignor Lovignana, e il tradizionale rito dell’accensione, da parte del Sindaco di Aosta Gianni Nuti, della Lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde presso la Tomba di San Francesco, alimentata per un anno con l’olio offerto dalla Regione Valle d’Aosta. Seguiranno, alle 11.30, dalla Loggia del Sacro Convento, i messaggi di fra Carlos A. Trovarelli, OFMConv, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, del presidente della Regione Valle d’Aosta Renzo Testolin, del sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino e del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Alle 14 si terrà la riunione del Comitato Nazionale per le celebrazioni della morte di San Francesco d’Assisi, presieduto dal poeta Davide Rondoni. Alle 16 i vespri pontificali in cappella papale presieduti da monsignor Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, a cui seguirà la processione alla Piazza superiore della Basilica, la benedizione all’Italia da parte di monsignor Sorrentino e la consueta esecuzione (da parte della Cappella musicale della Basilica di San Francesco) del Cantico delle creature di San Francesco musicato da padre Domenico Stella.

Le dichiarazioni

"Alla vigilia dei festeggiamenti francescani -ha detto monsignor Domenico Sorrentino- sono felice di poter dare il benvenuto ai fratelli che arrivano dalla Valle d'Aosta, agli amministratori della stessa regione e a tutti i fedeli che nel nostro santo, patrono d'Italia, si ritrovano. Sentitevi davvero come a casa vostra. Francesco, uomo del Vangelo, ci ricorda che siamo fratelli e sorelle. Della fraternità egli fece uno stile di vita. Egli ci riconsegna il Vangelo, come la bella notizia di Gesù nostro Salvatore, la bella notizia che dobbiamo assolutamente ri-ascoltare affinché l’amore possa vincere indifferenza, odio, guerra e violenza e il mondo si ritrovi tutto riconciliato nell’amore. Il mio augurio è che possiamo metterci in ascolto di Francesco per ritrovare Gesù, via, verità e vita, segreto della nostra gioia". "Come ogni anno -ha dichiarato Stefania Proietti- le celebrazioni della festa di San Francesco patrono d’Italia sono tra i momenti più importanti per la nostra Città, ma quest’anno assumono una rilevanza straordinaria per due ordini di motivi: il primo perché si entra ufficialmente negli eventi dell’ottavo centenario del Nostro Santo che culmineranno nel 2026. Il secondo motivo, è l’annuncio di Papa Francesco che, proprio il 4 ottobre, ci donerà un nuovo testo sull’ecologia, aggiornamento dell’enciclica Laudato si’ con un’esortazione, l’ennesima del Santo Padre, a custodire il Creato passando dalle parole ai fatti. La Città di Assisi da anni si sta impegnando con azioni concrete per l’ambiente per essere, sempre più e sempre meglio, la città-messaggio della Laudato si’. In vista dell’ottavo centenario del Cantico delle creature sarà lanciato proprio il 4 ottobre il manifesto Assisi 2025 con i dieci obiettivi di sostenibilità che il Comune intende conseguire in questa data storica per la Città Serafica e per il mondo. Le festività che ci apprestiamo a vivere sono destinate dunque a lasciare un segno nelle nostre esistenze. Accogliamo con gioia il sindaco di Aosta e il presidente della Valle d’Aosta insieme alle loro amministrazioni e a tutti i comuni di una regione, esemplare per cura e valorizzazione dell’ambiente, che ha risposto con entusiasmo al nostro invito". "Partecipare alla celebrazione di San Francesco è un onore per la Valle d'Aosta -ha detto il presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin- e siamo felici di portare ad Assisi un po' della nostra terra e della nostra cultura. La Valle d’Aosta, regione autenticamente montanara, è sempre stata terra di transito e di crocevia di lingue e culture, a partire dalle quali si è innestata la sua identità. Un’identità che, come la montagna e le popolazioni che vi risiedono, è aperta, solidale e rispettosa. Con questi sentimenti manifestiamo la nostra fraternità verso la figura di questo Santo e verso il territorio che lo ha ospitato in vita e che oggi accoglie le sue spoglie". "Con grande gioia -ha detto fra Massimo Travascio- ci apprestiamo a vivere la Solennità di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, attraverso un ricco programma di celebrazioni ed eventi che culmineranno alla Porziuncola nel 2026, a ottocento anni dalla morte del Poverello. Il suo messaggio di pace continua a sostenere le speranze dell’uomo d’oggi. La Regione Valle d’Aosta, ha annunciato di voler portare ad Assisi e all’Italia un messaggio di condivisione attraverso le proprie specificità linguistiche e culturali: un segno di apertura universale e di vera fraternità. All’intercessione di San Francesco e della Madonna degli Angeli affidiamo il nostro Paese e la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che inizia proprio il 4 ottobre. Buona festa!". "In questi anni -ha dichiarato fra Marco Moroni- sento forte la richiesta, da parte delle persone che vengono presso la tomba di San Francesco, di accoglierle e accompagnarle, in particolare proprio attraverso la preghiera. Le donne e gli uomini che vengono in Basilica ci chiedono in qualche modo di aiutarli a incontrare Francesco e attraverso di lui (se credenti)  a fare esperienza di Cristo che ci guarda con amore e rispetto. Questa responsabilità di accoglienza e accompagnamento nella preghiera la sentiamo in maniera speciale nel giorno della festa di San Francesco. Per questo al mattino alle 6,50 del 4 ottobre, dopo la celebrazione della prima Santa Messa, come comunità francescana deporremo ai piedi dei resti mortali di San Francesco le preghiere delle persone che qui ad Assisi di persona o attraverso il web, (su www.festadisanfrancesco.org) si sono rivolte a lui chiedendo luce, coraggio e consolazione".  ]]>
La basilica Superiore di San Francesco

La comunità ecclesiale e quella civile di Assisi sono pronte a festeggiare San Francesco, Patrono d’Italia, e ad accogliere i pellegrini e le istituzioni provenienti dalla Valle d’Aosta, regione ospite delle celebrazioni del 3 e 4 ottobre. Il programma dei festeggiamenti è stato presentato con una conferenza stampa presso la Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Vi hanno preso parte il vescovo delle Diocesi di Assisi - Gualdo Tadino - Nocera Umbra e di Foligno, Monsignor Domenico Sorrentino, il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, il presidente del Consiglio regionale della Valle d'Aosta, Alberto Bertin, il Custode del Convento di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, fra Massimo Travascio, OFM, e il Custode del Sacro Convento di San Francesco, fra Marco Moroni, OFMConv. Sono intervenuti con un videomessaggio anche il presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, il sindaco di Aosta Gianni Nuti e il vescovo della Diocesi omonima, monsignor Franco Lovignana. In modo particolare, per la prima volta la comunità francescana del Sacro Convento di San Francesco trasmetterà in diretta streaming sui canali social ufficiali (YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e Facebook SAN FRANCESCO D’ASSISI) dalle 6 del mattino alle 12.15 e dalle 15.50 alle 17.30 le celebrazioni e i momenti salienti della giornata del 4 ottobre, con interviste ai protagonisti, approfondimenti, curiosità e dietro le quinte della festa più importante della città del Poverello.

Le celebrazioni per San Francesco, Patrono d’Italia

Martedì 3 ottobre alla concelebrazione eucaristica nel Transito di San Francesco (prevista alle 11 presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola) seguirà, alle 15, l’incontro di monsignor Domenico Sorrentino al Santuario della Spogliazione con i pellegrini della Diocesi di Aosta, mentre alle 18 verranno celebrati i primi vespri nel Transito di San Francesco, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, presieduti da monsignor Franco Lovignana, Vescovo di Aosta, con l’assistenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi. Mercoledì 4 ottobre, alle 10, la celebrazione eucaristica presso la chiesa superiore della Basilica di San Francesco, presieduta da monsignor Lovignana, e il tradizionale rito dell’accensione, da parte del Sindaco di Aosta Gianni Nuti, della Lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde presso la Tomba di San Francesco, alimentata per un anno con l’olio offerto dalla Regione Valle d’Aosta. Seguiranno, alle 11.30, dalla Loggia del Sacro Convento, i messaggi di fra Carlos A. Trovarelli, OFMConv, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, del presidente della Regione Valle d’Aosta Renzo Testolin, del sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, del vescovo di Assisi Domenico Sorrentino e del sindaco di Assisi Stefania Proietti. Alle 14 si terrà la riunione del Comitato Nazionale per le celebrazioni della morte di San Francesco d’Assisi, presieduto dal poeta Davide Rondoni. Alle 16 i vespri pontificali in cappella papale presieduti da monsignor Giuseppe Anfossi, vescovo emerito di Aosta, a cui seguirà la processione alla Piazza superiore della Basilica, la benedizione all’Italia da parte di monsignor Sorrentino e la consueta esecuzione (da parte della Cappella musicale della Basilica di San Francesco) del Cantico delle creature di San Francesco musicato da padre Domenico Stella.

Le dichiarazioni

"Alla vigilia dei festeggiamenti francescani -ha detto monsignor Domenico Sorrentino- sono felice di poter dare il benvenuto ai fratelli che arrivano dalla Valle d'Aosta, agli amministratori della stessa regione e a tutti i fedeli che nel nostro santo, patrono d'Italia, si ritrovano. Sentitevi davvero come a casa vostra. Francesco, uomo del Vangelo, ci ricorda che siamo fratelli e sorelle. Della fraternità egli fece uno stile di vita. Egli ci riconsegna il Vangelo, come la bella notizia di Gesù nostro Salvatore, la bella notizia che dobbiamo assolutamente ri-ascoltare affinché l’amore possa vincere indifferenza, odio, guerra e violenza e il mondo si ritrovi tutto riconciliato nell’amore. Il mio augurio è che possiamo metterci in ascolto di Francesco per ritrovare Gesù, via, verità e vita, segreto della nostra gioia". "Come ogni anno -ha dichiarato Stefania Proietti- le celebrazioni della festa di San Francesco patrono d’Italia sono tra i momenti più importanti per la nostra Città, ma quest’anno assumono una rilevanza straordinaria per due ordini di motivi: il primo perché si entra ufficialmente negli eventi dell’ottavo centenario del Nostro Santo che culmineranno nel 2026. Il secondo motivo, è l’annuncio di Papa Francesco che, proprio il 4 ottobre, ci donerà un nuovo testo sull’ecologia, aggiornamento dell’enciclica Laudato si’ con un’esortazione, l’ennesima del Santo Padre, a custodire il Creato passando dalle parole ai fatti. La Città di Assisi da anni si sta impegnando con azioni concrete per l’ambiente per essere, sempre più e sempre meglio, la città-messaggio della Laudato si’. In vista dell’ottavo centenario del Cantico delle creature sarà lanciato proprio il 4 ottobre il manifesto Assisi 2025 con i dieci obiettivi di sostenibilità che il Comune intende conseguire in questa data storica per la Città Serafica e per il mondo. Le festività che ci apprestiamo a vivere sono destinate dunque a lasciare un segno nelle nostre esistenze. Accogliamo con gioia il sindaco di Aosta e il presidente della Valle d’Aosta insieme alle loro amministrazioni e a tutti i comuni di una regione, esemplare per cura e valorizzazione dell’ambiente, che ha risposto con entusiasmo al nostro invito". "Partecipare alla celebrazione di San Francesco è un onore per la Valle d'Aosta -ha detto il presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin- e siamo felici di portare ad Assisi un po' della nostra terra e della nostra cultura. La Valle d’Aosta, regione autenticamente montanara, è sempre stata terra di transito e di crocevia di lingue e culture, a partire dalle quali si è innestata la sua identità. Un’identità che, come la montagna e le popolazioni che vi risiedono, è aperta, solidale e rispettosa. Con questi sentimenti manifestiamo la nostra fraternità verso la figura di questo Santo e verso il territorio che lo ha ospitato in vita e che oggi accoglie le sue spoglie". "Con grande gioia -ha detto fra Massimo Travascio- ci apprestiamo a vivere la Solennità di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, attraverso un ricco programma di celebrazioni ed eventi che culmineranno alla Porziuncola nel 2026, a ottocento anni dalla morte del Poverello. Il suo messaggio di pace continua a sostenere le speranze dell’uomo d’oggi. La Regione Valle d’Aosta, ha annunciato di voler portare ad Assisi e all’Italia un messaggio di condivisione attraverso le proprie specificità linguistiche e culturali: un segno di apertura universale e di vera fraternità. All’intercessione di San Francesco e della Madonna degli Angeli affidiamo il nostro Paese e la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che inizia proprio il 4 ottobre. Buona festa!". "In questi anni -ha dichiarato fra Marco Moroni- sento forte la richiesta, da parte delle persone che vengono presso la tomba di San Francesco, di accoglierle e accompagnarle, in particolare proprio attraverso la preghiera. Le donne e gli uomini che vengono in Basilica ci chiedono in qualche modo di aiutarli a incontrare Francesco e attraverso di lui (se credenti)  a fare esperienza di Cristo che ci guarda con amore e rispetto. Questa responsabilità di accoglienza e accompagnamento nella preghiera la sentiamo in maniera speciale nel giorno della festa di San Francesco. Per questo al mattino alle 6,50 del 4 ottobre, dopo la celebrazione della prima Santa Messa, come comunità francescana deporremo ai piedi dei resti mortali di San Francesco le preghiere delle persone che qui ad Assisi di persona o attraverso il web, (su www.festadisanfrancesco.org) si sono rivolte a lui chiedendo luce, coraggio e consolazione".  ]]>
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Celebrazioni della Festa dell’Assunta nella diocesi di Terni-Narni-Amelia https://www.lavoce.it/celebrazioni-della-festa-dellassunta-nella-diocesi-di-terni-narni-amelia/ https://www.lavoce.it/celebrazioni-della-festa-dellassunta-nella-diocesi-di-terni-narni-amelia/#respond Fri, 11 Aug 2023 12:50:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73105 celebrazione dell'Assunta

La diocesi di Terni-Narni-Amelia celebra la festa dell’Assunta in modo solenne nelle due Cattedrali di Terni ed Amelia e nelle sette parrocchie che sono dedicate a Santa Maria Assunta: Alviano, Configni, Otricoli, Frattuccia, Giove, Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria.

Gli amerini celebrano questa ricorrenza con particolare devozione per esprimere la gratitudine della comunità a Maria che liberò Amelia dalla peste e dal terremoto, e cercando ancora oggi nella Madre celeste il segno grande di consolazione e di sicura speranza.

Nella concattedrale di Amelia le celebrazioni saranno presiedute dal vescovo Francesco Antonio Soddu a cominciare da lunedì 14 agosto alle ore 18 con i primi Vespri e la celebrazione eucaristica. Il 15 agosto solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu alle ore 11.30 animato dalla cappella musicale del Duomo. Particolarmente suggestiva è la Processione con l’immagine dell’Assunta alle ore 18 per le vie della città, che farà sosta in piazza XXI settembre dove presso Porta Romana il Vescovo impartirà la benedizione alla Città e in piazza Matteotti per la benedizione ai malati.

Parteciperanno autorità civili e militari e il Complesso Bandistico Città di Amelia, al rientro in Cattedrale verrà celebrata la Messa vespertina. L’annuale solennità dell’Assunta è una ricorrenza particolarmente sentita e, come lo è stato nei secoli, ancora oggi ha tutte le caratteristiche della festa patronale e la Basilica Cattedrale, che custodisce la venerata immagine, è il luogo dove gli amerini salgono nel cuore dell’estate, per onorare la Madonna memori della devozione dei loro antenati.

Il culto dell'Assunta nella Cattedrale di Amelia

La prima notizia documentata sul culto della Santissima Assunta nella Cattedrale di Amelia, è la Bolla di indulgenza concesse da Papa Niccolò IV il 7 marzo 1291 a chi visitasse la chiesa nei giorni delle festività dell’Assunta, di San Giovanni Battista (titolare del vicino battistero), di Santa Fermina e Sant’Olimpiade (titolari della Cattedrale) e nell’anniversario della consacrazione della chiesa medesima.

Nel secolo XVII, poi, anche in seguito alla sempre crescente venerazione dei cittadini di Amelia verso la loro Madonna e in ringraziamento dello scampato pericolo in occasione del terremoto del 1703, fu avanzata richiesta al Capitolo Vaticano per ottenere l’incoronazione della sacra immagine che avvenne il 9 maggio 1745.

Le celebrazioni nella Cattedrale di Terni e nelle sette parrocchie dedicate

Nella Cattedrale di Santa Maria Assunta in Terni l’11-12-13 agosto si terrà il triduo di preparazione alla festa con la recita del rosario alle ore 17.30 e la Messa alle 18 presso l’altare maggiore.

Martedì 15 agosto alle ore 9.30 e 18 santa messa e alle ore 11 santa Messa solenne.

Ad Alviano, si rinnova la tradizionale processione dei Portantini dell’Assunta lungo il percorso di sei chilometri da Alviano Scalo alla chiesa parrocchiale. Martedì 15 agosto alle ore 8 dalla chiesa di Sant’Anna ad Alviano scalo benedizione dei Portantini e trasporto verso il Paese della Madonna Assunta, accoglienza della statua dell’Assunta in piazza ad Alviano paese e alle ore 11 Celebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale con l’atto di consacrazione a Maria.

A Lugnano in Teverina lunedì 14 Agosto ore 17.45  cerimonia di consegna del cero all’altare dell’Assunta riportato dallo statuto Medievale della terra di Lugnano, alle ore 18  celebrazione della Santa Messa in onore di Maria Assunta in Cielo presso la Chiesa Collegata presieduta da monsignor Salvatore Ferdinandi Vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia e a seguire processione per le vie del paese con la partecipazione del corteo storico e la banda musicale di Lugnano in Teverina. Martedì 15 agosto ore 11 celebrazione della Santa Messa in onore di Maria Assunta in Cielo presso la Chiesa Collegiata. Ore 12 Concerto della Banda musicale di Lugnano in piazza Santa Maria.

A Giove, domenica 13 agosto alle 21 concerto d’organo in onore della Madonna Martedì 15 agosto alle ore 9 e 11 sante messe solenni con gli auguri e la speciale benedizione a coloro che sono nati il 15 agosto e coloro che portano il nome di Maria e Assunta. Ore 21.30 Solenne processione aux flambeaux per le vie del paese lungo piazza Trento e Trieste, via Marconi, Giove Vecchio, piazza Cento Tramonti, Strada provinciale, piazza XXIV Maggio, corso Mazzini, via Alcini, viale Marconi, via Amerina, via Piave, rientro in chiesa.

A Calvi dell’Umbria lunedì 14 agosto alle ore 21 santa messa e seguire processione con la statua della Madonna per le vie della città. Martedì 15 agosto solenne celebrazione alle ore 9 e alle ore 11.30

Ad Otricoli nella collegiata di Santa Maria Assunta il 14 agosto alle ore 21 santa messa e processione per le vie del centro. Martedì 15 agosto alle ore 11 messa solenne.

A Configni il 15 agosto sarà celebrata la messa a Monte Coscie alle 11.30 e alle 18.30 a Lugnola santa messa e processione.

A Frattuccia lunedì 14 agosto alle ore 21.15 ci sarà la messa solenne cantata e la processione per le vie del paese. Martedì 15 agosto alle ore 11.15 santa Messa solenne.

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celebrazione dell'Assunta

La diocesi di Terni-Narni-Amelia celebra la festa dell’Assunta in modo solenne nelle due Cattedrali di Terni ed Amelia e nelle sette parrocchie che sono dedicate a Santa Maria Assunta: Alviano, Configni, Otricoli, Frattuccia, Giove, Lugnano in Teverina, Calvi dell’Umbria.

Gli amerini celebrano questa ricorrenza con particolare devozione per esprimere la gratitudine della comunità a Maria che liberò Amelia dalla peste e dal terremoto, e cercando ancora oggi nella Madre celeste il segno grande di consolazione e di sicura speranza.

Nella concattedrale di Amelia le celebrazioni saranno presiedute dal vescovo Francesco Antonio Soddu a cominciare da lunedì 14 agosto alle ore 18 con i primi Vespri e la celebrazione eucaristica. Il 15 agosto solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu alle ore 11.30 animato dalla cappella musicale del Duomo. Particolarmente suggestiva è la Processione con l’immagine dell’Assunta alle ore 18 per le vie della città, che farà sosta in piazza XXI settembre dove presso Porta Romana il Vescovo impartirà la benedizione alla Città e in piazza Matteotti per la benedizione ai malati.

Parteciperanno autorità civili e militari e il Complesso Bandistico Città di Amelia, al rientro in Cattedrale verrà celebrata la Messa vespertina. L’annuale solennità dell’Assunta è una ricorrenza particolarmente sentita e, come lo è stato nei secoli, ancora oggi ha tutte le caratteristiche della festa patronale e la Basilica Cattedrale, che custodisce la venerata immagine, è il luogo dove gli amerini salgono nel cuore dell’estate, per onorare la Madonna memori della devozione dei loro antenati.

Il culto dell'Assunta nella Cattedrale di Amelia

La prima notizia documentata sul culto della Santissima Assunta nella Cattedrale di Amelia, è la Bolla di indulgenza concesse da Papa Niccolò IV il 7 marzo 1291 a chi visitasse la chiesa nei giorni delle festività dell’Assunta, di San Giovanni Battista (titolare del vicino battistero), di Santa Fermina e Sant’Olimpiade (titolari della Cattedrale) e nell’anniversario della consacrazione della chiesa medesima.

Nel secolo XVII, poi, anche in seguito alla sempre crescente venerazione dei cittadini di Amelia verso la loro Madonna e in ringraziamento dello scampato pericolo in occasione del terremoto del 1703, fu avanzata richiesta al Capitolo Vaticano per ottenere l’incoronazione della sacra immagine che avvenne il 9 maggio 1745.

Le celebrazioni nella Cattedrale di Terni e nelle sette parrocchie dedicate

Nella Cattedrale di Santa Maria Assunta in Terni l’11-12-13 agosto si terrà il triduo di preparazione alla festa con la recita del rosario alle ore 17.30 e la Messa alle 18 presso l’altare maggiore.

Martedì 15 agosto alle ore 9.30 e 18 santa messa e alle ore 11 santa Messa solenne.

Ad Alviano, si rinnova la tradizionale processione dei Portantini dell’Assunta lungo il percorso di sei chilometri da Alviano Scalo alla chiesa parrocchiale. Martedì 15 agosto alle ore 8 dalla chiesa di Sant’Anna ad Alviano scalo benedizione dei Portantini e trasporto verso il Paese della Madonna Assunta, accoglienza della statua dell’Assunta in piazza ad Alviano paese e alle ore 11 Celebrazione Eucaristica nella chiesa parrocchiale con l’atto di consacrazione a Maria.

A Lugnano in Teverina lunedì 14 Agosto ore 17.45  cerimonia di consegna del cero all’altare dell’Assunta riportato dallo statuto Medievale della terra di Lugnano, alle ore 18  celebrazione della Santa Messa in onore di Maria Assunta in Cielo presso la Chiesa Collegata presieduta da monsignor Salvatore Ferdinandi Vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia e a seguire processione per le vie del paese con la partecipazione del corteo storico e la banda musicale di Lugnano in Teverina. Martedì 15 agosto ore 11 celebrazione della Santa Messa in onore di Maria Assunta in Cielo presso la Chiesa Collegiata. Ore 12 Concerto della Banda musicale di Lugnano in piazza Santa Maria.

A Giove, domenica 13 agosto alle 21 concerto d’organo in onore della Madonna Martedì 15 agosto alle ore 9 e 11 sante messe solenni con gli auguri e la speciale benedizione a coloro che sono nati il 15 agosto e coloro che portano il nome di Maria e Assunta. Ore 21.30 Solenne processione aux flambeaux per le vie del paese lungo piazza Trento e Trieste, via Marconi, Giove Vecchio, piazza Cento Tramonti, Strada provinciale, piazza XXIV Maggio, corso Mazzini, via Alcini, viale Marconi, via Amerina, via Piave, rientro in chiesa.

A Calvi dell’Umbria lunedì 14 agosto alle ore 21 santa messa e seguire processione con la statua della Madonna per le vie della città. Martedì 15 agosto solenne celebrazione alle ore 9 e alle ore 11.30

Ad Otricoli nella collegiata di Santa Maria Assunta il 14 agosto alle ore 21 santa messa e processione per le vie del centro. Martedì 15 agosto alle ore 11 messa solenne.

A Configni il 15 agosto sarà celebrata la messa a Monte Coscie alle 11.30 e alle 18.30 a Lugnola santa messa e processione.

A Frattuccia lunedì 14 agosto alle ore 21.15 ci sarà la messa solenne cantata e la processione per le vie del paese. Martedì 15 agosto alle ore 11.15 santa Messa solenne.

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Iniziate con il triduo le celebrazioni in onore del Santo patrono Costanzo https://www.lavoce.it/iniziate-con-il-triduo-le-celebrazioni-in-onore-del-santo-patrono-costanzo/ Thu, 26 Jan 2023 13:45:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70176 avvio celebrazioni a perugia del patrono costanzo

È iniziato nel pomeriggio del 25 gennaio, nella chiesa basilica minore intitolata a San Costanzo, patrono della città di Perugia e dell’Archidiocesi, il triduo di preparazione a questa importante ricorrenza religiosa ed anche civile del capoluogo umbro; triduo presieduto dal vicario generale don Simone Sorbaioli insieme al parroco don Pietro Ortica, che proseguirà nei pomeriggi del 26 e 27 gennaio (ore 17-18) con l’adorazione eucaristica meditata.

Centro ideale della fede perugina

A margine della celebrazione del 25 gennaio, il vicario generale, intervistato dal settimanale La Voce, si è soffermato sull’importanza della chiesa basilica minore di San Costanzo al cui interno si trova il sarcofago restaurato che ha custodito il corpo decapitato del martire Costanzo, narrano le cronache, martire della seconda metà del II secolo. "Soprattutto, questo luogo di culto -evidenzia don Simone Sorbaioli- è un luogo centrale della spiritualità perugino-pievese, perché custodisce le spoglie mortali del nostro Santo patrono. Una chiesa che è stata rinnovata prima sotto il pontificato di Leone XIII, già vescovo di Perugia, e di recente con le importanti opere di restauro realizzate grazie allo zelo del parroco don Pietro Ortica. Opere che hanno permesso una rinnovata attenzione dei fedeli verso questo luogo, centro ideale della nostra fede, perché ci ricorda il sangue versato dal vescovo Costanzo. Centro ideale anche di una preghiera unanime del popolo cristiano nei giorni in cui celebriamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), oltre a diventare il luogo della ritrovata unità della Chiesa perugino-pievese attorno al segno del martirio del suo Patrono. Con queste intenzioni iniziamo oggi il triduo di preparazione alla festa di san Costanzo sapendo che anche quest’anno siamo chiamati ad una rinnovata testimonianza nella fede, nell’amore e nell’unità della nostra Chiesa particolare".

Il successore del vescovo Costanzo

"Quest’anno la festa del nostro Santo patrono, vescovo e martire -sottolinea il vicario generale- è caratterizzata dalla presenza del nuovo arcivescovo, Ivan Maffeis, perché, non dimentichiamo, il vescovo Ivan è il successore di San Costanzo. Monsignor Maffeis, avendo iniziato il suo ministero episcopale da qualche mese nella nostra Chiesa particolare, per noi celebrare la festa del Patrono, del vescovo Costanzo, è anche segno di speranza in una Chiesa che va avanti, che si rinnova e che tramite la successione dei suoi pastori rende sempre bella e giovane la volontà di Dio".

Il programma delle celebrazioni

La festa in onore di San Costanzo culminerà il 28 e il 29 gennaio con la rievocazione della trecentesca processione della luminaria del 28 gennaio (ore 17), dal palazzo comunale dei Priori alla basilica di San Costanzo, lungo la via sacra, accompagnata dall’arcivescovo Ivan Maffeis e dal sindaco Andrea Romizi con il corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medioevali della città, coordinata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello. A seguire, in San Costanzo, si terranno i Primi Vespri (ore 18), presieduti dall’arcivescovo, con il rito dell’omaggio votivo al Santo patrono del cero e della corona d’alloro dell’Amministrazione comunale e di altri doni-simbolo della fede, della cultura e della tradizione perugina. Il 29 gennaio, nella Cattedrale di Perugia (ore 17), si terrà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme all’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, e ai sacerdoti diocesani, alla presenza delle autorità civili del capoluogo umbro. Durante la celebrazione riceverà l’ordinazione sacerdotale del seminarista Claudio Faina.

Le dirette YouTube

Le celebrazioni dei Primi Vespri in San Costanzo, di sabato 28, e la solenne in cattedrale, di domenica 29, saranno trasmesse in diretta sul canale YouTube del settimanale La Voce. Riccardo Liguori]]>
avvio celebrazioni a perugia del patrono costanzo

È iniziato nel pomeriggio del 25 gennaio, nella chiesa basilica minore intitolata a San Costanzo, patrono della città di Perugia e dell’Archidiocesi, il triduo di preparazione a questa importante ricorrenza religiosa ed anche civile del capoluogo umbro; triduo presieduto dal vicario generale don Simone Sorbaioli insieme al parroco don Pietro Ortica, che proseguirà nei pomeriggi del 26 e 27 gennaio (ore 17-18) con l’adorazione eucaristica meditata.

Centro ideale della fede perugina

A margine della celebrazione del 25 gennaio, il vicario generale, intervistato dal settimanale La Voce, si è soffermato sull’importanza della chiesa basilica minore di San Costanzo al cui interno si trova il sarcofago restaurato che ha custodito il corpo decapitato del martire Costanzo, narrano le cronache, martire della seconda metà del II secolo. "Soprattutto, questo luogo di culto -evidenzia don Simone Sorbaioli- è un luogo centrale della spiritualità perugino-pievese, perché custodisce le spoglie mortali del nostro Santo patrono. Una chiesa che è stata rinnovata prima sotto il pontificato di Leone XIII, già vescovo di Perugia, e di recente con le importanti opere di restauro realizzate grazie allo zelo del parroco don Pietro Ortica. Opere che hanno permesso una rinnovata attenzione dei fedeli verso questo luogo, centro ideale della nostra fede, perché ci ricorda il sangue versato dal vescovo Costanzo. Centro ideale anche di una preghiera unanime del popolo cristiano nei giorni in cui celebriamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), oltre a diventare il luogo della ritrovata unità della Chiesa perugino-pievese attorno al segno del martirio del suo Patrono. Con queste intenzioni iniziamo oggi il triduo di preparazione alla festa di san Costanzo sapendo che anche quest’anno siamo chiamati ad una rinnovata testimonianza nella fede, nell’amore e nell’unità della nostra Chiesa particolare".

Il successore del vescovo Costanzo

"Quest’anno la festa del nostro Santo patrono, vescovo e martire -sottolinea il vicario generale- è caratterizzata dalla presenza del nuovo arcivescovo, Ivan Maffeis, perché, non dimentichiamo, il vescovo Ivan è il successore di San Costanzo. Monsignor Maffeis, avendo iniziato il suo ministero episcopale da qualche mese nella nostra Chiesa particolare, per noi celebrare la festa del Patrono, del vescovo Costanzo, è anche segno di speranza in una Chiesa che va avanti, che si rinnova e che tramite la successione dei suoi pastori rende sempre bella e giovane la volontà di Dio".

Il programma delle celebrazioni

La festa in onore di San Costanzo culminerà il 28 e il 29 gennaio con la rievocazione della trecentesca processione della luminaria del 28 gennaio (ore 17), dal palazzo comunale dei Priori alla basilica di San Costanzo, lungo la via sacra, accompagnata dall’arcivescovo Ivan Maffeis e dal sindaco Andrea Romizi con il corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medioevali della città, coordinata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello. A seguire, in San Costanzo, si terranno i Primi Vespri (ore 18), presieduti dall’arcivescovo, con il rito dell’omaggio votivo al Santo patrono del cero e della corona d’alloro dell’Amministrazione comunale e di altri doni-simbolo della fede, della cultura e della tradizione perugina. Il 29 gennaio, nella Cattedrale di Perugia (ore 17), si terrà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme all’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, e ai sacerdoti diocesani, alla presenza delle autorità civili del capoluogo umbro. Durante la celebrazione riceverà l’ordinazione sacerdotale del seminarista Claudio Faina.

Le dirette YouTube

Le celebrazioni dei Primi Vespri in San Costanzo, di sabato 28, e la solenne in cattedrale, di domenica 29, saranno trasmesse in diretta sul canale YouTube del settimanale La Voce. Riccardo Liguori]]>
Celebranti senza popolo: la messa al tempo del Covid-19 https://www.lavoce.it/messa-senza-popolo-covid-19/ https://www.lavoce.it/messa-senza-popolo-covid-19/#comments Fri, 17 Apr 2020 07:37:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56901

Con uno dei decreti della presidenza del Consiglio dei ministri l’8 marzo sono state sospese, in via preventiva, le cerimonie civili e religiose su tutto il territorio nazionale. Contestualmente la Conferenza episcopale italiana, come le Conferenze delle varie regioni ecclesiastiche, in ottemperanza a quanto stabilito dagli organi di governo, hanno diramato diversi comunicati, note e indicazioni pastorali, tutte in fin dei conti con lo stesso risultato: sospensione delle messe con la partecipazione di popolo.

Settimana santa a porte chiuse

Abbiamo atteso con speranza che almeno per la Settimana santa, la grande Settimana, le misure emergenziali si potessero attenuare, invece: Settimana santa a porte chiuse. Questa assenza di popolo e assenza per il popolo ha suscitato non pochi commenti nel mondo ecclesiale, a tutti i livelli. Come spesso accade in una interpretazione avventata della realtà, abbiamo corso il rischio, o nel rischio siamo caduti, di fornire “ricette facili”, che probabilmente non sono frutto - anche se le parti appaiono ben preparate - di una riflessione più attenta e meno ideologizzata. Quest’ultima infatti dovrebbe proporre una lettura della realtà attuale più ponderata e meno impulsiva. Con questo non intendo esporre una rigorosa riflessione sul tema della messa senza adunanza di popolo; cercherò piuttosto di offrire un contributo che scaturisce dal sincero desiderio di portare equilibrio tra le parti, dove “equilibrio” non è sinonimo di “compromesso”.

Messa senza popolo

Ma ora veniamo al dunque: messa senza popolo sì o messa senza popolo no? Per rispondere prendo come base del ragionamento il numero 254 dell’Ordinamento generale del Messale romano che così afferma:
“la celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo”.
Indubbiamente in questi tempi di emergenza sanitaria stiamo vivendo tale “giusto e ragionevole motivo”, che legittima la celebrazione dell’eucarestia con il solo presbitero o con il presbitero e un ministro, ma questa forma rimane un’eccezione all’ordinarietà. Difatti, la ratio che soggiace all’Ordinamento è la stessa della Sacrosanctum Concilium, la quale a sua volta trova ispirazione nella Scrittura e nella Tradizione. La comunità è il soggetto celebrante e non lo è il solo ministro ordinato, il quale fa parte della stessa assemblea presiedendola.

La celebrazione è affare di popolo

Le testimonianze bibliche, come quelle patristiche, come le fonti liturgiche, che non cito perché innumerevoli, concordano sul fatto che la celebrazione dell'eucaristia è affare di popolo e non di singolo. Popolo concreto adunato intorno alla mensa per celebrare il mistero pasquale. In altre parole, la celebrazione eucaristica è nata e cresciuta in una dimensione comunitaria. La comunità cristiana trova in essa la sua fonte sorgiva. Da questo non si sfugge. È per questo che l’attuale Messale romano nel suo Ordo Missae parla di “populo congregato” e non di “sacerdos parato”, come invece faceva il Messale tridentino, quale condizione per dare inizio alla celebrazione. Eppure ciò che viviamo - faticosamente sia da parte dei laici che del clero - in questi giorni è una liturgia vissuta “sine populo congregato”.

Messa in diretta

Per far fronte a ciò molti sacerdoti hanno pensato di trasmettere le messe in diretta attraverso i social media. Gesto apprezzabile ed espressione di vicinanza, ma che non può in alcuna maniera essere considerato come surrogato di un’assemblea “viva” che si raduna per il rendimento di grazie. Per questo, più che moltiplicare le dirette, si sarebbe potuto recuperare, da parte del clero (e far recuperare al popolo di Dio), il senso di una messa celebrata pro populo seppur in sua assenza. Infatti, la liturgia, anche se in “forma privata”, è sempre azione di Cristo e della Chiesa tutta che celebra «applicando per la salute del mondo intero l’unica e infinità virtù redentrice del sacrificio della Croce» (Paolo VI, Mysterium fidei). Un altro aspetto su cui avremmo potuto impegnarci di più è la necessità di recuperare, in questo tempo particolare, la dimensione familiare del celebrare. Far riscoprire alle famiglie il loro essere chiesa domestica, in cui si può lodare il Signore attraverso varie forme. La Liturgia delle ore o l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio. In conclusione, ritengo che tale questione vada affrontata da una prospettiva diversa, più equilibrata, tenendo maggiormente conto della complessa e provvisoria situazione pastorale che tale emergenza sta suscitando nelle nostre comunità cristiane. La messa senza popolo non può dunque che rimanere un'eccezione, pur sofferta, alla forma ordinaria, che tutti speriamo di riprendere al più presto. Francesco Verzini]]>

Con uno dei decreti della presidenza del Consiglio dei ministri l’8 marzo sono state sospese, in via preventiva, le cerimonie civili e religiose su tutto il territorio nazionale. Contestualmente la Conferenza episcopale italiana, come le Conferenze delle varie regioni ecclesiastiche, in ottemperanza a quanto stabilito dagli organi di governo, hanno diramato diversi comunicati, note e indicazioni pastorali, tutte in fin dei conti con lo stesso risultato: sospensione delle messe con la partecipazione di popolo.

Settimana santa a porte chiuse

Abbiamo atteso con speranza che almeno per la Settimana santa, la grande Settimana, le misure emergenziali si potessero attenuare, invece: Settimana santa a porte chiuse. Questa assenza di popolo e assenza per il popolo ha suscitato non pochi commenti nel mondo ecclesiale, a tutti i livelli. Come spesso accade in una interpretazione avventata della realtà, abbiamo corso il rischio, o nel rischio siamo caduti, di fornire “ricette facili”, che probabilmente non sono frutto - anche se le parti appaiono ben preparate - di una riflessione più attenta e meno ideologizzata. Quest’ultima infatti dovrebbe proporre una lettura della realtà attuale più ponderata e meno impulsiva. Con questo non intendo esporre una rigorosa riflessione sul tema della messa senza adunanza di popolo; cercherò piuttosto di offrire un contributo che scaturisce dal sincero desiderio di portare equilibrio tra le parti, dove “equilibrio” non è sinonimo di “compromesso”.

Messa senza popolo

Ma ora veniamo al dunque: messa senza popolo sì o messa senza popolo no? Per rispondere prendo come base del ragionamento il numero 254 dell’Ordinamento generale del Messale romano che così afferma:
“la celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo”.
Indubbiamente in questi tempi di emergenza sanitaria stiamo vivendo tale “giusto e ragionevole motivo”, che legittima la celebrazione dell’eucarestia con il solo presbitero o con il presbitero e un ministro, ma questa forma rimane un’eccezione all’ordinarietà. Difatti, la ratio che soggiace all’Ordinamento è la stessa della Sacrosanctum Concilium, la quale a sua volta trova ispirazione nella Scrittura e nella Tradizione. La comunità è il soggetto celebrante e non lo è il solo ministro ordinato, il quale fa parte della stessa assemblea presiedendola.

La celebrazione è affare di popolo

Le testimonianze bibliche, come quelle patristiche, come le fonti liturgiche, che non cito perché innumerevoli, concordano sul fatto che la celebrazione dell'eucaristia è affare di popolo e non di singolo. Popolo concreto adunato intorno alla mensa per celebrare il mistero pasquale. In altre parole, la celebrazione eucaristica è nata e cresciuta in una dimensione comunitaria. La comunità cristiana trova in essa la sua fonte sorgiva. Da questo non si sfugge. È per questo che l’attuale Messale romano nel suo Ordo Missae parla di “populo congregato” e non di “sacerdos parato”, come invece faceva il Messale tridentino, quale condizione per dare inizio alla celebrazione. Eppure ciò che viviamo - faticosamente sia da parte dei laici che del clero - in questi giorni è una liturgia vissuta “sine populo congregato”.

Messa in diretta

Per far fronte a ciò molti sacerdoti hanno pensato di trasmettere le messe in diretta attraverso i social media. Gesto apprezzabile ed espressione di vicinanza, ma che non può in alcuna maniera essere considerato come surrogato di un’assemblea “viva” che si raduna per il rendimento di grazie. Per questo, più che moltiplicare le dirette, si sarebbe potuto recuperare, da parte del clero (e far recuperare al popolo di Dio), il senso di una messa celebrata pro populo seppur in sua assenza. Infatti, la liturgia, anche se in “forma privata”, è sempre azione di Cristo e della Chiesa tutta che celebra «applicando per la salute del mondo intero l’unica e infinità virtù redentrice del sacrificio della Croce» (Paolo VI, Mysterium fidei). Un altro aspetto su cui avremmo potuto impegnarci di più è la necessità di recuperare, in questo tempo particolare, la dimensione familiare del celebrare. Far riscoprire alle famiglie il loro essere chiesa domestica, in cui si può lodare il Signore attraverso varie forme. La Liturgia delle ore o l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio. In conclusione, ritengo che tale questione vada affrontata da una prospettiva diversa, più equilibrata, tenendo maggiormente conto della complessa e provvisoria situazione pastorale che tale emergenza sta suscitando nelle nostre comunità cristiane. La messa senza popolo non può dunque che rimanere un'eccezione, pur sofferta, alla forma ordinaria, che tutti speriamo di riprendere al più presto. Francesco Verzini]]>
https://www.lavoce.it/messa-senza-popolo-covid-19/feed/ 2
Chiese umbre. Ora la liturgia va online https://www.lavoce.it/chiese-umbre-liturgia-online/ Fri, 13 Mar 2020 16:35:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56446

È una Quaresima surreale e inimmaginabile solo fino a qualche settimana fa, quella che stanno vivendo i cattolici anche in Umbria. I provvedimenti del Governo di fatto bloccano tutta l’Italia e dettano molti limiti alle possibilità di spostamento delle persone, di apertura e organizzazione di tutti i luoghi pubblici, di gestione della quotidianità di ciascuno di noi. “Queste ulteriori restrizioni - commentano i Vescovi umbri - generano sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. Attraverso il grave sacrificio richiesto ai credenti, la comunità cristiana intende assicurare il proprio significativo contributo alla tutela della salute pubblica, collaborando lealmente con le Istituzioni civili in questo momento di emergenza nazionale”.

Le parole dei Vescovi Umbri

Niente messe nelle cattedrali, nei santuari e nelle chiese umbre. Almeno non con la presenza dei fedeli. I riti cambiano e si adeguano ai tempi, spostandosi sui social media che rimangono pressoché gli unici spazi di relazione che superano la dimensione domestica e familiare. “I fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente - aggiunge la Conferenza episcopale umbra nella sua ultima nota - all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e in streaming sui siti internet e sui social”.

PREGARE PER VIA TECNOLOGICA

TV2000 canale 28 in tv e 157 su Sky, www.tv2000.it/live Ore 7 - Messa di Papa Francesco da Santa Marta Ore 8.30 - Messa Ore 12 - Angelus Ore 15 - Coroncina della Divina Misericordia Ore 18 - Rosario da Lourdes Ore 19 - Messa dal santuario del Divino Amore Ore 20 - Rosario a Maria che scioglie i nodi 

Maria Vision Assisi canale 602 in tv, www.mariavision.it/mariavision-italia Ore 11 - Messa dal santuario della Spogliazione (solo festivi) Ore 12 - Adorazione eucaristica dalla chiesa del Serafico Ore 17.30 - Rosario e messa dal santuario della Spogliazione

 Basilica di San Francesco  www.facebook.com/sanfrancescoassisi/live_videoswww.sanfrancesco.org Ore 06.30 - Lodi e messa dalla basilica inferiore Ore 12.30 - Ora media dalla Tomba Ore 18.30 - Vespri e messa dalla basilica inferiore

 Basilica di Santa Maria degli Angeliwww.porziuncola.org/webtv.html Ore 06.30 - Lodi e messa Ore 17.30 - Rosario e messa Ore 19 - Vespri

Chiese diocesane dell'Umbria Ore 08 - Terni : Messa feriale dalla chiesa di San Giovannino ( www.facebook.com/diocesiterninarniamelia )

Ore 18 - Spoleto : Messa dalla cattedrale di Santa Maria Assunta ( www.facebook.com/archidiocesispoletonorcia )

Ore 18 - Foligno : Messa feriale e festiva da varie chiese della diocesi (Radio gente umbra - Fm 88.60 -93; www.diocesidifoligno.it ; www.facebook.com/diocesidifoligno )

  L’accesso ai luoghi di culto non è però precluso ai singoli fedeli che possono ritagliarsi momenti di preghiera individuale, avendo cura di osservare la distanza di sicurezza. “La situazione che si è venuta a creare - spiegano ancora i Vescovi umbri - ci conduce ad una esperienza particolare di ‘digiuno’, privandoci dei momenti di preghiera e di incontro comunitario che accompagnano il cammino quotidiano del credente, specialmente in questo tempo di Quaresima. Ciò tuttavia offre l’occasione di coltivare la preghiera personale e in famiglia e di dedicare un congruo tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, affinché questi giorni che siamo chiamati a vivere diventino per tutti un momento di grazia che rinnova la vita cristiana e ottiene la benedizione di Dio a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; a tutti gli operatori sanitari e al loro generoso servizio; a quanti affrontano le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.

La Conferenza episcopale italiana

“Tale inedita situazione - commenta una nota della Conferenza episcopale italiana - deve poter incontrare una risposta non rassegnata né disarmante. Va in questa direzione l’impegno con cui la Chiesa italiana, soprattutto attraverso le sue Diocesi e parrocchie, sta affrontando questo tempo, che come ricorda papa Francesco costituisce un cambiamento d’epoca, per molti versi spiazzante. Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese”. Questa vicinanza a tutti gli italiani - aggiungono i Vescovi italiani “si esprime nell’apertura delle chiese, nella disponibilità dei sacerdoti ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della riconciliazione; nel loro celebrare quotidianamente – senza popolo, ma per tutto il popolo – l’Eucaristia; nel loro visitare ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; nel loro recarsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti”. Anche stavolta “la prossimità ha il volto della carità”, assicurando in diocesi e parrocchie - spiega Caritas italiana - i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri d’ascolto. Nonostante lo stop a quasi tutte le iniziative pastorali, si moltiplicano sul territorio nazionale e umbro le iniziative in campo liturgico e caritativo, sostenute dai Vescovi e dalla passione di preti e laici, di animatori e volontari.

Daniele Morini

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È una Quaresima surreale e inimmaginabile solo fino a qualche settimana fa, quella che stanno vivendo i cattolici anche in Umbria. I provvedimenti del Governo di fatto bloccano tutta l’Italia e dettano molti limiti alle possibilità di spostamento delle persone, di apertura e organizzazione di tutti i luoghi pubblici, di gestione della quotidianità di ciascuno di noi. “Queste ulteriori restrizioni - commentano i Vescovi umbri - generano sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. Attraverso il grave sacrificio richiesto ai credenti, la comunità cristiana intende assicurare il proprio significativo contributo alla tutela della salute pubblica, collaborando lealmente con le Istituzioni civili in questo momento di emergenza nazionale”.

Le parole dei Vescovi Umbri

Niente messe nelle cattedrali, nei santuari e nelle chiese umbre. Almeno non con la presenza dei fedeli. I riti cambiano e si adeguano ai tempi, spostandosi sui social media che rimangono pressoché gli unici spazi di relazione che superano la dimensione domestica e familiare. “I fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente - aggiunge la Conferenza episcopale umbra nella sua ultima nota - all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e in streaming sui siti internet e sui social”.

PREGARE PER VIA TECNOLOGICA

TV2000 canale 28 in tv e 157 su Sky, www.tv2000.it/live Ore 7 - Messa di Papa Francesco da Santa Marta Ore 8.30 - Messa Ore 12 - Angelus Ore 15 - Coroncina della Divina Misericordia Ore 18 - Rosario da Lourdes Ore 19 - Messa dal santuario del Divino Amore Ore 20 - Rosario a Maria che scioglie i nodi 

Maria Vision Assisi canale 602 in tv, www.mariavision.it/mariavision-italia Ore 11 - Messa dal santuario della Spogliazione (solo festivi) Ore 12 - Adorazione eucaristica dalla chiesa del Serafico Ore 17.30 - Rosario e messa dal santuario della Spogliazione

 Basilica di San Francesco  www.facebook.com/sanfrancescoassisi/live_videoswww.sanfrancesco.org Ore 06.30 - Lodi e messa dalla basilica inferiore Ore 12.30 - Ora media dalla Tomba Ore 18.30 - Vespri e messa dalla basilica inferiore

 Basilica di Santa Maria degli Angeliwww.porziuncola.org/webtv.html Ore 06.30 - Lodi e messa Ore 17.30 - Rosario e messa Ore 19 - Vespri

Chiese diocesane dell'Umbria Ore 08 - Terni : Messa feriale dalla chiesa di San Giovannino ( www.facebook.com/diocesiterninarniamelia )

Ore 18 - Spoleto : Messa dalla cattedrale di Santa Maria Assunta ( www.facebook.com/archidiocesispoletonorcia )

Ore 18 - Foligno : Messa feriale e festiva da varie chiese della diocesi (Radio gente umbra - Fm 88.60 -93; www.diocesidifoligno.it ; www.facebook.com/diocesidifoligno )

  L’accesso ai luoghi di culto non è però precluso ai singoli fedeli che possono ritagliarsi momenti di preghiera individuale, avendo cura di osservare la distanza di sicurezza. “La situazione che si è venuta a creare - spiegano ancora i Vescovi umbri - ci conduce ad una esperienza particolare di ‘digiuno’, privandoci dei momenti di preghiera e di incontro comunitario che accompagnano il cammino quotidiano del credente, specialmente in questo tempo di Quaresima. Ciò tuttavia offre l’occasione di coltivare la preghiera personale e in famiglia e di dedicare un congruo tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, affinché questi giorni che siamo chiamati a vivere diventino per tutti un momento di grazia che rinnova la vita cristiana e ottiene la benedizione di Dio a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; a tutti gli operatori sanitari e al loro generoso servizio; a quanti affrontano le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica”.

La Conferenza episcopale italiana

“Tale inedita situazione - commenta una nota della Conferenza episcopale italiana - deve poter incontrare una risposta non rassegnata né disarmante. Va in questa direzione l’impegno con cui la Chiesa italiana, soprattutto attraverso le sue Diocesi e parrocchie, sta affrontando questo tempo, che come ricorda papa Francesco costituisce un cambiamento d’epoca, per molti versi spiazzante. Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese”. Questa vicinanza a tutti gli italiani - aggiungono i Vescovi italiani “si esprime nell’apertura delle chiese, nella disponibilità dei sacerdoti ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della riconciliazione; nel loro celebrare quotidianamente – senza popolo, ma per tutto il popolo – l’Eucaristia; nel loro visitare ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; nel loro recarsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti”. Anche stavolta “la prossimità ha il volto della carità”, assicurando in diocesi e parrocchie - spiega Caritas italiana - i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri d’ascolto. Nonostante lo stop a quasi tutte le iniziative pastorali, si moltiplicano sul territorio nazionale e umbro le iniziative in campo liturgico e caritativo, sostenute dai Vescovi e dalla passione di preti e laici, di animatori e volontari.

Daniele Morini

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Gli orari delle celebrazioni di Capodanno (Te Deum e Veni Creator) nelle diocesi umbre https://www.lavoce.it/orari-celebrazioni-capodanno/ Sun, 30 Dec 2018 08:09:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53727 orari

Perugia - Città della Pieve

Cattedrale San Lorenzo

Lunedì 31 - ore 18

Il cardinale Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione del Te Deum di ringraziamento

Martedì 1 gennaio - ore 18

Il cardinale Gualtiero Bassetti presiederà la messa del Veni Creator  

Orvieto - Todi

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 18

Mons. Benedetto Tuzia presiede in duomo la messa con Te Deum di ringraziamento per la fine dell’anno.

Martedì 1 gennaio - ore 17

Solennità di Maria Ss. Madre di Dio e 52a Giornata della pace “La buona politica al servizio della pace” (Papa Francesco), il Vescovo presiede la messa della pace, che sarà animata da canti gospel.

Gubbio

Chiesa di San Giovanni

Lunedì 31 - ore 18.30

Liturgia con canto del Te Deum.

Martedì 1 gennaio - ore 18.30

Festa di Maria santissima Madre di Dio e 52a Giornata per la pace messa con il canto del Veni Creator.  

Spoleto

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 18

Te Deum di ringraziamento.    

Assisi

Basilica di San Francesco

Lunedì 31

•    ore 17: S. Messa con il canto del “Te Deum” •    ore 23.00: Veglia di preghiera (senza Messa) in attesa del nuovo anno 2018

Martedì 1 gennaio

•    Ss. Messe alle ore 7.30 - 9.00 - 10.00 (English Mass) - 10.30 - 12.00 - 17.00 (solenne) - 18.30 •    ore 17.00: S. Messa della Solennità della SS. Madre di Dio con il canto del “VeniCreator” e del “Tota Pulchra”. Presiede p. Mauro Gambetti ofmconv, Custode del Sacro Convento. La Basilica San Francesco resta chiusa dalle 13.00 alle 14.30.  

Terni

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 17.30

Messa presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Piemontese con canto del Te Deum.

Martedì 1 gennaio

  • Messe ore 9.30, 11, 12;
  • Messa solenne col canto del Veni Creator e rinnovo dell'affidamento della diocesi al Sacro Cuore ore 17.30
 

Città di Castello

Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio

Lunedì 31 - ore 18.30

Santa messa

Martedì 1 gennaio

Messe ore 10.30, 12, 18.30.    ]]>
orari

Perugia - Città della Pieve

Cattedrale San Lorenzo

Lunedì 31 - ore 18

Il cardinale Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione del Te Deum di ringraziamento

Martedì 1 gennaio - ore 18

Il cardinale Gualtiero Bassetti presiederà la messa del Veni Creator  

Orvieto - Todi

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 18

Mons. Benedetto Tuzia presiede in duomo la messa con Te Deum di ringraziamento per la fine dell’anno.

Martedì 1 gennaio - ore 17

Solennità di Maria Ss. Madre di Dio e 52a Giornata della pace “La buona politica al servizio della pace” (Papa Francesco), il Vescovo presiede la messa della pace, che sarà animata da canti gospel.

Gubbio

Chiesa di San Giovanni

Lunedì 31 - ore 18.30

Liturgia con canto del Te Deum.

Martedì 1 gennaio - ore 18.30

Festa di Maria santissima Madre di Dio e 52a Giornata per la pace messa con il canto del Veni Creator.  

Spoleto

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 18

Te Deum di ringraziamento.    

Assisi

Basilica di San Francesco

Lunedì 31

•    ore 17: S. Messa con il canto del “Te Deum” •    ore 23.00: Veglia di preghiera (senza Messa) in attesa del nuovo anno 2018

Martedì 1 gennaio

•    Ss. Messe alle ore 7.30 - 9.00 - 10.00 (English Mass) - 10.30 - 12.00 - 17.00 (solenne) - 18.30 •    ore 17.00: S. Messa della Solennità della SS. Madre di Dio con il canto del “VeniCreator” e del “Tota Pulchra”. Presiede p. Mauro Gambetti ofmconv, Custode del Sacro Convento. La Basilica San Francesco resta chiusa dalle 13.00 alle 14.30.  

Terni

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Lunedì 31 - ore 17.30

Messa presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Piemontese con canto del Te Deum.

Martedì 1 gennaio

  • Messe ore 9.30, 11, 12;
  • Messa solenne col canto del Veni Creator e rinnovo dell'affidamento della diocesi al Sacro Cuore ore 17.30
 

Città di Castello

Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio

Lunedì 31 - ore 18.30

Santa messa

Martedì 1 gennaio

Messe ore 10.30, 12, 18.30.    ]]>
La solennità di Tutti i santi tocca la nostra umanità https://www.lavoce.it/la-solennita-tutti-santi-tocca-la-nostra-umanita/ Thu, 02 Nov 2017 15:00:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50378

Verso la metà del I secolo in Oriente, un po’ più tardi in Occidente, si cominciò a celebrare presso la tomba l’anniversario di coloro che avevano reso testimonianza a Cristo offrendo la propria vita. Rispetto al culto dei morti, presente in tutte le culture, si possono sottolineare due elementi nuovi: non si tratta di un omaggio familiare, ma coinvolge tutta la comunità dei credenti; e invece di commemorare il giorno della nascita terrestre si celebra il loro “natale” (dies natalis), la loro nascita al cielo. All’indomani delle persecuzioni, il ricordo di coloro che avevano testimoniato fino alla morte fu oggetto di grande venerazione: si costruirono basiliche sulle tombe dei martiri più celebri e, nell’anniversario del loro martirio, il popolo era convocato presso la loro tomba per ascoltare il racconto della loro passione e celebrare l’eucaristia. (tratto da http://www.elledici.org)
Papa Francesco afferma “una realtà che la nostra civiltà moderna tende sempre più a cancellare. Così, quando la morte arriva, per chi ci sta vicino o per noi stessi, ci troviamo impreparati”. Una volta all’anno sembriamo battere la testa contro un muro che ci impedisce di legare due feste che toccano la nostra umanità: Tutti i santi e tutti i morti. Pedagogicamente distinte ma che ci toccano con un solo colpo di mano. Chi sono i santi se non i morti? E chi sono i morti se non i santi? Tutti ormai presenti dinanzi al mistero del Volto di Dio, della vita della Trinità. L’ortica impedisce di scoprire quell’alfabeto che costruisce il linguaggio della fede. Morte significa separazione, lacerazione, ma Gesù ci insegna come accoglierla. Pure lui si separò dall’amico Lazzaro e pianse. Eppure, era certo che Lazzaro sarebbe diventato un santo illuminato dalla luce che irradia il Dio uno e trino. Come uscire, posto che l’ortica ci consenta un varco, da questa sordità? È innegabile che la morte, continua Francesco, “è presente nella creazione, essa è però uno sfregio che deturpa il disegno di amore di Dio, e il Salvatore vuole guarircene”. Dobbiamo però affrontare lo sfregio per poter transitare e giungere alla nostra trasfigurazione di santi. Quale la strada? “A Marta che piange per la scomparsa del fratello Lazzaro – dice il Papa – Gesù oppone la luce di un dogma: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?’ (Gv 11,25-26). È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi, ogni volta che la morte viene a strappare il tessuto della vita e degli affetti. Tutta la nostra esistenza si gioca qui, tra il versante della fede e il precipizio della paura. ‘Io non sono la morte, io sono la risurrezione e la vita, credi tu questo?, credi tu questo?’”. Chi crede in questa vita da Risorto ha dentro di sé il passaggio, ignoto eppure luminoso. La Chiesa perché festeggia prima i santi e poi si rivolge ai morti? Perché quella Luce ormai raggiunta diventi in noi viva speranza e ci sappia condurre. Francesco non indora la pillola, ma sa renderla autentico farmaco: “Siamo tutti piccoli e indifesi davanti al mistero della morte. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano, come prese per mano la figlia di Giairo, e ripeterà ancora una volta: ‘Talità kum’, ‘Fanciulla, alzati!’ (Mc 5,41). Lo dirà a noi, a ciascuno di noi: ‘Rialzati, risorgi!’”. Morti lo saremo tutti, prima o poi ma è la consapevolezza che ci qualificherà: la fede, ascolto di una parola che ci viene incontro e che sa scavare nelle ortiche rendendo il nostro udito libero. Ad ognuno di noi sarà rivolto l’invito ricordato dal Papa: “Quando Gesù ci prenderà per mano e ci dirà, ’vieni con me, alzati’, lì finirà la speranza e sarà la realtà della vita. Gesù prenderà ognuno di noi con la sua tenerezza, la sua mitezza, con tutto il suo cuore. Questa è la nostra speranza davanti alla morte”. Tutti i nostri morti hanno udito questa parola, in una modalità a noi sconosciuta e impercettibile, per tutti loro la nostra preghiera diventa comunione, trapasso di certezza, condivisione piena perché si abbandonino e varchino la soglia: “Per chi crede - dice Francesco -, è una porta che si spalanca completamente; per chi dubita è uno spiraglio di luce che filtra da un uscio che non si è chiuso proprio del tutto. Ma per tutti noi sarà una grazia, quando questa luce ci illuminerà”. Luce di Tutti i santi.  ]]>

Verso la metà del I secolo in Oriente, un po’ più tardi in Occidente, si cominciò a celebrare presso la tomba l’anniversario di coloro che avevano reso testimonianza a Cristo offrendo la propria vita. Rispetto al culto dei morti, presente in tutte le culture, si possono sottolineare due elementi nuovi: non si tratta di un omaggio familiare, ma coinvolge tutta la comunità dei credenti; e invece di commemorare il giorno della nascita terrestre si celebra il loro “natale” (dies natalis), la loro nascita al cielo. All’indomani delle persecuzioni, il ricordo di coloro che avevano testimoniato fino alla morte fu oggetto di grande venerazione: si costruirono basiliche sulle tombe dei martiri più celebri e, nell’anniversario del loro martirio, il popolo era convocato presso la loro tomba per ascoltare il racconto della loro passione e celebrare l’eucaristia. (tratto da http://www.elledici.org)
Papa Francesco afferma “una realtà che la nostra civiltà moderna tende sempre più a cancellare. Così, quando la morte arriva, per chi ci sta vicino o per noi stessi, ci troviamo impreparati”. Una volta all’anno sembriamo battere la testa contro un muro che ci impedisce di legare due feste che toccano la nostra umanità: Tutti i santi e tutti i morti. Pedagogicamente distinte ma che ci toccano con un solo colpo di mano. Chi sono i santi se non i morti? E chi sono i morti se non i santi? Tutti ormai presenti dinanzi al mistero del Volto di Dio, della vita della Trinità. L’ortica impedisce di scoprire quell’alfabeto che costruisce il linguaggio della fede. Morte significa separazione, lacerazione, ma Gesù ci insegna come accoglierla. Pure lui si separò dall’amico Lazzaro e pianse. Eppure, era certo che Lazzaro sarebbe diventato un santo illuminato dalla luce che irradia il Dio uno e trino. Come uscire, posto che l’ortica ci consenta un varco, da questa sordità? È innegabile che la morte, continua Francesco, “è presente nella creazione, essa è però uno sfregio che deturpa il disegno di amore di Dio, e il Salvatore vuole guarircene”. Dobbiamo però affrontare lo sfregio per poter transitare e giungere alla nostra trasfigurazione di santi. Quale la strada? “A Marta che piange per la scomparsa del fratello Lazzaro – dice il Papa – Gesù oppone la luce di un dogma: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?’ (Gv 11,25-26). È quello che Gesù ripete ad ognuno di noi, ogni volta che la morte viene a strappare il tessuto della vita e degli affetti. Tutta la nostra esistenza si gioca qui, tra il versante della fede e il precipizio della paura. ‘Io non sono la morte, io sono la risurrezione e la vita, credi tu questo?, credi tu questo?’”. Chi crede in questa vita da Risorto ha dentro di sé il passaggio, ignoto eppure luminoso. La Chiesa perché festeggia prima i santi e poi si rivolge ai morti? Perché quella Luce ormai raggiunta diventi in noi viva speranza e ci sappia condurre. Francesco non indora la pillola, ma sa renderla autentico farmaco: “Siamo tutti piccoli e indifesi davanti al mistero della morte. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano, come prese per mano la figlia di Giairo, e ripeterà ancora una volta: ‘Talità kum’, ‘Fanciulla, alzati!’ (Mc 5,41). Lo dirà a noi, a ciascuno di noi: ‘Rialzati, risorgi!’”. Morti lo saremo tutti, prima o poi ma è la consapevolezza che ci qualificherà: la fede, ascolto di una parola che ci viene incontro e che sa scavare nelle ortiche rendendo il nostro udito libero. Ad ognuno di noi sarà rivolto l’invito ricordato dal Papa: “Quando Gesù ci prenderà per mano e ci dirà, ’vieni con me, alzati’, lì finirà la speranza e sarà la realtà della vita. Gesù prenderà ognuno di noi con la sua tenerezza, la sua mitezza, con tutto il suo cuore. Questa è la nostra speranza davanti alla morte”. Tutti i nostri morti hanno udito questa parola, in una modalità a noi sconosciuta e impercettibile, per tutti loro la nostra preghiera diventa comunione, trapasso di certezza, condivisione piena perché si abbandonino e varchino la soglia: “Per chi crede - dice Francesco -, è una porta che si spalanca completamente; per chi dubita è uno spiraglio di luce che filtra da un uscio che non si è chiuso proprio del tutto. Ma per tutti noi sarà una grazia, quando questa luce ci illuminerà”. Luce di Tutti i santi.  ]]>
Potestà e prerogative del Vescovo diocesano https://www.lavoce.it/potesta-e-prerogative-del-vescovo-diocesano/ Mon, 22 Feb 2016 11:38:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45493 san-valentino-2016cmyk-copia
Mons. Piemontese celebra la festa di san Valentino

 Il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, in occasione della festa di san Valentino (13-14 febbraio) è stato fatto oggetto di indebite pressioni nel suo legittimo esercizio di Pastore della Chiesa locale e di moderatore della vita liturgica della comunità cristiana affidata alle sue cure. È opportuno riflettere sull’accaduto al fine di tutelare la comunione ecclesiale.

Un principio ormai consolidato in Dottrina e in Giurisprudenza è quello per il quale nell’Ordinamento statuale l’esercizio del culto e le attività di religione – costituzionalmente garantiti – sono espressione della libera iniziativa dell’Autorità Ecclesiastica competente. Il Vescovo, in comunione con il Romano Pontefice e inserito pienamente nella successione apostolica, gode, all’interno della propria Diocesi, di “tutta la potestà ordinaria, propria e immediata, che è richiesta per l’esercizio del suo ufficio pastorale” (canone 381).

Comprendiamo, senza tema di smentita, l’ampio munus riservato al Vescovo diocesano per la sua Chiesa particolare in materia di vita ed azione liturgica, cioè le espressioni del culto consacrato in un rito e/o in una celebrazione (Sacramenti e sacramentali), nonché la preghiera o altre forme di devozioni personali o collettive. La tutela normativa del diritto di libertà religiosa nelle forme dell’espressione liturgica viene sommamente garantita, per i singoli e per gli Enti ecclesiali, dalle diverse fonti normative dello Stato (art. 19 e 20 della Costituzione; art. 7 del Nuovo Concordato del 1984; art. 831 del Codice civile, ecc.), e implementata per i battezzati, soggetti all’Ordinamento canonico, con la precipua prescrizione della potestà di governo – in detta materia – in capo all’Ordinario diocesano.

L’esercizio della funzione santificante, primaria e propria del Vescovo diocesano, condiziona la vita spirituale dei fedeli tanto da rafforzare la necessaria comunione di tutti i membri del popolo di Dio con il loro Pastore, capo della comunità orante. Di conseguenza il Vescovo all’interno della propria Diocesi ha piena potestà per diritto e atavica consuetudine, di disciplinare e dunque prevedere, regolare, promuovere, autorizzare, custodire e vietare ogni azione liturgica o espressione di fede da essa derivata o collegata. Il tutto finalizzato a sostenere una sempre maggiore partecipazione dei fedeli alla liturgia, attraverso la quale, la sensibilità del discernimento episcopale permette l’avanzamento nella vita spirituale del singolo, sia nel culto pubblico che in quello privato, nell’orizzonte della confessione della stessa fede.

Il Vescovo può, dunque, nell’esercizio delle sue funzioni, dettare delle regole per meglio disciplinare la vita liturgica della Diocesi affidatagli; nel proprio territorio è libero di presiedere qualsivoglia celebrazione, autorizzare o vietare azioni liturgiche, nonché esercizi di pietà, consacrare edifici di culto o ridurli allo stato profano. La cornice e l’ambito nei quali si concretizza l’esercizio di detto diritto è il principio valido per ogni forma di aggregazione umana, e sancito a più riprese nei documenti della Chiesa, che ciascuno ricopra il proprio posto, nel rispetto delle diverse competenze al fine di tutelare il dono della comunione ecclesiale, forma concreta della partecipazione dell’uomo al Corpo mistico di Cristo.

 

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Quod erat in votis https://www.lavoce.it/quod-erat-in-votis/ Fri, 09 Oct 2015 10:09:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43710 Don Angelo Fanucci
Don Angelo Fanucci

Nel momento in cui riapro l’interruttore e parlo ancora di mistagogia, mi vengono in mente quanti gesti nel corso della liturgia eucaristica sono carichi di significato, tesi non solo a spiegare quello che accade in quel momento, ma anche a tracciare le grandi linee della concezione cristiana delle vita facendole emergere dalla celebrazione. Il bacio dell’altare da parte del celebrante. La luce tenue ma vibrante delle candele (le lampadine lasciatele dal rivenditore, please!). La sede del celebrante ben altolevata sull’assemblea che in lui si riconosce. L’ambone separato dalla sede e proteso verso l’assemblea. La croce tracciata, al Vangelo, sulla fronte, sulle labbra, sul cuore. Potrei continuare fino a domattina.

Ma incomparabilmente più intensi e attinenti al mistero che si compie sono quel il pane bianco sulla patena e quel vino rosso nel calice. Sono lì da quando il celebrante ha detto: “Questo è il mio corpo, mangiatelo” e “questo è il mio sangue, bevetelo”, e ha concluso: “Fatelo in mia memoria”.

Siamo al vertice della mistagogia. La simbologia è al suo punto massimo, non invita solo a cogliere nella fede il Mistero nel suo compiersi, ma a entravi dentro, a farsene parte attiva; e lo fa con un invito che la passione di Dio per l’uomo ha trasformato in un comando.

Un comando. Poi però… l’invito/comando è recepito solo a metà. Solo nel pane.

Certo, ormai la gran parte della gente che viene in chiesa sarà sempre più convinta che la comunione eucaristica, parte integrante della messa, non è un lusso per anime belle, ma il cibo per chi cammina (panis angelorum, factus cibus viatorum), e chi cammina, inciampa.

E allora perché ci si nutre solo parzialmente, solo di pane, contro il comando del Signore?

Certo, dal Concilio di Trento all’odierno Catechismo della Chiesa cattolica (al n. 1390) il magistero della Chiesa ha sempre affermato chiaramente che il Signore Gesù è presente sacramentalmente sotto ciascuna specie, sia nel pane che nel vino consacrati, e che il “frutto” di grazia dell’eucaristia è intatto anche quando la si realizza in una sola delle due specie. Appurata questa verità di fondo, l’Ordo generalis del Messale romano oggi in uso (al n° 281) si limita a dire che la santa comunione esprime con maggiore pienezza la sua forma di segno se viene fatta sotto le due specie. Oddio, “maggiore pienezza”: cos’è, una litote, una figura retorica di attenuazione? “Maggiore pienezza” sta per “nella totalità del suo vero significato”? Forse.

Forse occorrerà attendere la terza editio typica del Messale romano, ancora da completare da parte della Cei, per sentirci dire che la comunione sotto ambedue le specie è la norma, e quella solamente sotto la specie del pane l’eccezione: quando, ad esempio, il numero dei comunicandi è eccessivo.

Quod erat in votis.

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Appello a favore della famiglia https://www.lavoce.it/appello-a-favore-della-famiglia/ Thu, 01 Oct 2015 08:58:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43565 Un momento della celebrazione durante la Festa della famiglia a Gubbio
Un momento della celebrazione durante la Festa della famiglia a Gubbio

Un pressante appello alle istituzioni e al mondo dell’economia per sostenere la famiglia e il ruolo fondamentale che svolge all’interno della società. Un caldo e paterno invito alle famiglie a vivere con consapevolezza e convinzione il proprio ruolo “lasciandosi illuminare dalla Parola di Dio”. È stato questo il filo conduttore dell’omelia pronunciata dal vescovo Mario Ceccobelli nella solenne celebrazione religiosa che in Piazza grande, domenica 27 settembre, ha concluso la prima Festa diocesana della famiglia sviluppata intorno al tema “Famiglia, cantiere di speranza”.

Con il presule hanno concelebrato l’emerito Pietro Bottaccioli e alcuni sacerdoti e diaconi della diocesi. Erano centinaia le famiglie che hanno partecipato all’iniziativa organizzata dall’ufficio di Pastorale familiare, animando per l’intera giornata le vie e le piazze del centro storico e approfittando dell’occasione per riflettere e pregare insieme, scambiarsi esperienze e consigli, confidarsi problemi e difficoltà.

Una giornata importante, che ha trovato nell’omelia di Ceccobelli richiami importanti. Ha iniziato ricordando che “la famiglia è lo spazio vitale dove i figli apprendono tutto: il linguaggio, i gesti, le relazioni umane, i sentimenti e anche la fede”, con i genitori “punti di riferimento e i modelli a cui si ispirano i figli”. Sostenerla “è compito anche, ma direi soprattutto, delle autorità civili che hanno a cuore il bene della società”. Di qui l’appello al “mondo della politica e dell’economia” di “mettere al centro della sua attività questa cellula che sta a fondamento della società. Oggi sono necessarie e urgenti leggi che sostengano le famiglie nell’educazione dei figli, che predispongano strutture e provvedimenti capaci di aiutare i coniugi a credere nella vita e a donarla perché la nostra società abbia un futuro”.

Ampio spazio è stato dedicato ai genitori, raccomandando loro di aver fiducia “sul vigoroso aiuto che viene dallo Signore” ricevuto con il sacramento del matrimonio. Cecobelli ha così concluso: “Care famiglie, coraggio, non abbiate paura ad andare controcorrente: i vostri figli, la loro crescita, la loro educazione e la loro felicità sono più importanti di ogni altra cosa. Lasciatevi illuminare dalla Parola di Dio e in compagnia di Maria, la Madre che Gesù morente ci ha consegnato, siate impegnati nel costruire la vostra famiglia sulla roccia che è Gesù, il Signore della vita”.

 

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Una luce su ciascuno di noi https://www.lavoce.it/una-luce-su-ciascuno-di-noi/ Thu, 03 Sep 2015 08:30:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42979 Un momento della celebrazione
Un momento della celebrazione

Dopo il triduo di preparazione animato dalla predicazione di padre Emanuele Cattarossi, dell’Ordine dei Servi di Maria, anche quest’anno a fine agosto ha avuto luogo la festa della Madonna delle Grazie.

Come di consueto è stato il vescovo diocesano, mons. Domenico Cancian, a presiedere il pontificale, celebrato il 26 agosto nel santuario di Santa Maria delle Grazie.

La messa, animata dalla corale “Marietta Alboni”, è stata concelebrata anche dal vescovo di Huari, mons. Ivo Baldi.

Dipinta nel 1456 da Giovanni di Piamonte, allievo di Piero della Francesca, la tavola della Madonna delle Grazie continua a essere un faro di fede per la Chiesa di Città di Castello. Il dipinto, custodito in una cappella della chiesa, è stato svelato nei giorni precedenti alla celebrazione: unica occasione, nel corso dell’anno, in cui è possibile ammirare e venerare questa immagine di Maria con Bambino, a fianco dei santi Florido – patrono della diocesi tifernate – e Filippo Benizi.

“Nella tavola – ha spiegato il Vescovo introducendo la celebrazione – dalla mano di Gesù benedicente scende, attraverso Maria, un fascio di luce su Città di Castello. Questa luce rappresenta le molteplici grazie che nel corso dei secoli Maria ha ottenuto per le singole persone e per il popolo colpito da calamità: terremoti, epidemie, siccità. Maria si è presa cura dei tifernati, che giustamente la onorano e continuano a invocarla come Madonna delle Grazie”.

Prendendo poi spunto dalla stessa immagine e dalle letture, il Vescovo ha invitato tutti a porsi “sotto la protezione di Maria”, che con la sua sensibilità di madre e di donna ci propone un modello da seguire anche per vivere al meglio il prossimo Giubileo della Misericordia. “Maria – ha aggiunto – durante le nozze di Cana, con la sua mediazione, spinge Gesù a effettuare il suo primo miracolo. Tramutando l’acqua in vino, Gesù viene in soccorso di due giovani sposi; un fatto che ci porta a riflettere anche sulla famiglia, intesa in senso cristiano“.

Inoltre, “oltre alla famiglia, in questo anno dovremo cercare di affrontare anche altre situazioni particolari”. Mons. Cancian ha infatti riportato all’attenzione pubblica alcune emergenze sociali legate “agli stranieri, ai nuovi poveri e al mondo giovanile… Non possiamo non renderci conto che ci sia un grave disagio nei giovani, i quali non riescono a divertirsi in modo sano – ha sottolineato – e non possiamo in intervenire anche come cristiani, seppure noi adulti spesso fatichiamo a portare la nostra testimonianza”.

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Festa della Madonna del Ponte https://www.lavoce.it/festa-della-madonna-del-ponte/ Wed, 02 Sep 2015 15:06:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42962 Celebrazione al santuario della Madonna del Ponte di Narni Scalo
Celebrazione al santuario della Madonna del Ponte di Narni Scalo

Un continuo pellegrinaggio di fedeli onora la Madonna del Ponte, sostando in preghiera nella grotta che custodisce l’immagine di Maria con il Bambino, da sempre molto venerata.

La bellissima immagine di Maria con il Bambino, risalente al 1050, è affrescata nella grotta all’interno del santuario della Madonna del Ponte di Narni Scalo. Nel tempo la grotta venne a ricoprirsi di vegetazione al punto da non essere più visibile.

Dopo il ritrovamento dell’immagine della Madonna con il Bambino, il vescovo di Narni, Francesco Saverio Guicciardi, nel 1722 decretò la costruzione della chiesa, su progetto dell’architetto Giovanbattista Giovannini detto il Battistini; la costruzione terminò nel 1726 e la consacrazione avvenne nel 1728 con il vescovo Nicolò Terzago.

Dal 4 al 13 settembre si terrà la festa della Madonna del Ponte con celebrazioni quotidiane della messa presso il santuario diocesano alle 18 e il rosario meditato alle 17.15. Alcune delle celebrazioni pomeridiane saranno animate dalle comunità delle diverse parrocchie della Vicaria di Narni: il 7 settembre dalla parrocchia di S. Antonio di Padova, il 9 settembre da quella dei Ss. Giovenale e Cassio, il 10 settembre dalla parrocchia delle Ss. Rita e Lucia.

Domenica 6 settembre alle ore 10.30 ci sarà l’inaugurazione della rinnovata pavimentazione del santuario e alle 16.30 la celebrazione dell’unzione degli infermi con l’Unitalsi. L’8 settembre alle ore 21 la settima edizione della rassegna dei cori della diocesi. Sabato 12 settembre è in programma alle ore 20.45 la processione con l’immagine della Madonna, dalla chiesa di S. Antonio di Narni Scalo al santuario, accompagnata dalla filarmonica Città di Narni.

Infine, domenica 13 settembre si terrà alle ore 18 la solenne celebrazione con i sacerdoti della diocesi a conclusione del pellegrinaggio diocesano presieduta dal vescovo Piemontese.

Il pellegrinaggio, che trova le sue radici nella devozione mariana, nella cultura dell’amore, promosso dal gruppo diocesano di Comunione e liberazione, partirà alle ore 13.45 dalla cattedrale di Terni.

Ricco il programma culturale della festa, che, oltre alle due mostre dedicate a “Maria, Madre della misericordia” e “Genitori che generano santi”, prevede il 4 settembre alle ore 17.30 la conferenza “Papa Francesco civilizza il mercato e la società” nella sala consiliare del Comune di Narni, con gli interventi di Cristina Montesi, dell’Università degli studi di Perugia, dipartimento di Economia – sede di Terni, e Adriana Lombardi, già dirigente settore Servizi sociali dell Regione Umbria. Coordinerà l’incontro mons. Piergiorgio Brodoloni, rettore del santuario.

Venerdì 11 settembre alle ore 18.30 in programma la conferenza “Qual è il centro della vera devozione mariana secondo l’insegnamento della Chiesa?” sempre a cura di mons. Brodoloni.

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La solennità di san Lorenzo nelle parole dell’arcivescovo Bassetti https://www.lavoce.it/la-solennita-di-san-lorenzo-nelle-parole-dellarcivescovo-bassetti/ Thu, 13 Aug 2015 12:48:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42474 San Lorenzo
San Lorenzo

Nella solennità di san Lorenzo, primo diacono della Chiesa, santo cui è dedicata la cattedrale di Perugia, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, nella messa della vigilia ha ordinato sette diaconi permanenti provenienti da sette comunità parrocchiali: Francesco Buono e Gian Mauro Maggiurana da Tavernelle; Giovanni Brustenghi dal Castiglione della Valle; Lanfranco Cipolletti da Cerqueto di Marsciano; Francesco Germini da Pila; Aristide Bortolato da Pierantonio; Luigi Fioroni da San Barnaba in Perugia.
Il giorno dopo il Cardinale ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica delle ore 11.30 in cattedrale, concelebrata come ogni anno da una folta rappresentanza di sacerdoti provenienti dai cinque continenti che a Perugia studiano l’Italiano.

Qui di seguito il testo dell’omeliatenuta dal Cardinale nel giorno della solennità, il 10 agosto scorso:

All’inizio di questa celebrazione, m’è caro salutare le autorità di ogni genere e grado, e, soprattutto, i sacerdoti di altre nazionalità che, per motivi di studio, sono presenti nella nostra Diocesi e nella nostra città. Voi, carissimi presbiteri, rendete presente fra noi quella Chiesa della Pentecoste, nata 50 giorni dopo la Pasqua del Signore, che canta ed esprime le meraviglie dello Spirito. Perugia possa essere sempre nei vostri confronti Chiesa e città accoglienti.

Carissimi, festeggiare il Santo Patrono è come festeggiare un padre, un fratello, un amico – San Lorenzo è uno dei santi più venerati nella Chiesa: il suo culto è antichissimo.

Per la Chiesa è sempre tempo di martirio

L’immagine del diacono Lorenzo, con gli strumenti della sua passione, che oggi veneriamo, ci rimanda ai tempi lontani, in cui i cristiani venivano perseguitati e condannati ad atroci supplizi. Purtroppo per la Chiesa è sempre tempo di martirio. Più di quattromila sono i cristiani uccisi fra il 2013 e il 2014 per motivi legati alla loro fede. Sessantamila cristiani sono imprigionati nei campi di detenzione della Corea del Nord. Più di mille chiese sono state attaccate da estremisti dell’Islam. Più di cento sono i Paesi del mondo in cui si registra un crescente disprezzo per la libertà religiosa.

Secondo l’ultimo Dossier della Caritas, almeno cento milioni di cristiani sono perseguitati e lottano per la fede. L’intolleranza religiosa, come ben sapete, sta purtroppo crescendo. Non possiamo restare indifferenti dinanzi a questi fatti che scuotono la nostra coscienza di uomini e di cristiani e non possiamo non farci carico delle sofferenze di tanti fratelli e sorelle.

Affrontare insieme alle Istituzioni civili il fenomeno migratorio e dei profughi

Un altro fenomeno dei nostri giorni: il problema migratorio e quello dei profughi. Gente costretta a lasciare la propria terra e consegnarsi nelle mani di trafficanti senza scrupoli, che si servono di essi come di merce da trasporto. In poco più di sette mesi, in migliaia hanno trovato la loro tomba nel Mar Mediterraneo. Fra questi, tante donne e bambini. Il Santo Padre ha parlato chiaramente: “Respingere i migranti? Questa è guerra! Pensiamo a quei fratelli partiti dalla Birmania… sono cacciati da un Paese all’altro e vanno per mare… quando arrivano in un porto o su una spiaggia – sono parola di Papa Francesco – danno loro un po’ d’acqua e un po’ da mangiare e li ricacciano in mare! Questo, dice il Papa, è un conflitto non risolto, questa è guerra, questa si chiama violenza, si chiama uccidere…”.

Cari Fratelli e Sorelle, noi vogliamo essere Chiesa solidale e vogliamo esprimere secondo le nostre possibilità un’accoglienza generosa e concreta, impegnandoci come Caritas e con l’aiuto delle Istituzioni locali, che regolano i flussi dei migranti.

Siamo chiamati ad amare i fratelli, soprattutto i più poveri del mondo

San Lorenzo, nostro celeste patrono aiuti tutti noi a vivere e a consolidare la civiltà dell’amore costruita in due millenni di cristianesimo e fondata sul Vangelo. Essa, non è compito solo di pochi esperti e non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma è un dovere di tutti, ognuno per la sua parte. Cresca nei nostri cuori il fuoco della carità che infiammò san Lorenzo, il quale, caduto in terra come un seme, ci dice oggi che la misura definitiva del nostro essere amati da Dio è soltanto quella  dell’amore verso i fratelli. Siamo chiamati ad amare i fratelli, soprattutto i più poveri del mondo, con quell’amore commovente e misterioso con cui ci ama Gesù. Amare per un cristiano significa dare vita, dare gioia, comunicare speranza.

La gente è stanca di attendere e di ascoltare tante promesse

Nell’omelia di ieri sera, durante l’ordinazione di sette diaconi, citavo le parole del Vangelo: “Gesù vedendo le folle che erano stanche ne sentì compassione”, sottolineando come anche oggi sia importante vedere le “folle stanche”.

Oggi il nostro popolo è stanco, spesso sfiduciato e demotivato… La gente è stanca di attendere e di ascoltare tante promesse, che spesso non vanno oltre le parole. I giovani sono stanchi, li vedo spesso depressi e umiliati, cercano un senso alto per la vita, un lavoro, e non hanno chi possa indicare loro la strada, chi possa essere da faro affinché la loro fragile imbarcazione arrivi sicura al porto dell’esistenza.

Sono stanche le coppie di sposi e sentiamo sempre più frequentemente di coppie che divorziano o si separano. Come vorrei che le giovani coppie potessero carpire la bellezza dell’amore sponsale e coniugale, dell’amore genitoriale e della fatica di essere padre e madre, non tanto perché si mette al mondo una vita, ma perché la si accompagna pazientemente, perché la si educa ascoltandola, formandola, fino a lasciare i figli liberi, liberi della libertà di Dio, capaci di scelte grandi, positive e belle.

Potessero davvero comprendere gli sposi cristiani che la loro primaria vocazione è quella di trasmettere l’icona del nome di Dio: Dio è amore e proprio la coppia uomo-donna, unita nel sacramento del matrimonio, rivela questa identità di Dio.

Un padre di cinquanta anni minacciato di sfratto è quel sacramento di Cristo che san Lorenzo aveva colto nei poveri

Sono trascorsi trentacinque anni dalla morte di Mons. Oscar Romero: oggi beato e martire della Chiesa. Otto giorni prima di morire ha concluso una sua omelia con queste parole: “Se vedessimo che è Cristo, l’uomo bisognoso, l’uomo torturato, l’uomo prigioniero, l’uomo ucciso, Lui in ogni persona umana calpestata così indegnamente lungo le nostre strade, vedremmo in questo Cristo calpestato una moneta d’oro che si raccoglie con cura e si bacia, né certo ci vergogneremmo di Lui”.

Un padre di cinquanta anni, con quattro figli, minacciato di sfratto, come mi è capitato di incontrare in questi giorni, non è forse anche lui sacramento di Cristo, segno della sua misteriosa presenza, proprio quel sacramento che Lorenzo aveva colto nei poveri? San Lorenzo, diacono, martire, nostro celeste patrono, aiutaci ad amare Cristo, i poveri e la Chiesa, che tu ha fecondato con il tuo sangue! Amen!

 

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Santa Chiara: un esempio di vita ancora attuale https://www.lavoce.it/santa-chiara-un-esempio-di-vita-ancora-attuale/ Thu, 13 Aug 2015 12:18:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42473 Santa Chiara in preghiera con le sue suore, affresco, chiesa di San Damiano, Assisi
Santa Chiara in preghiera con le sue suore, affresco, chiesa di San Damiano, Assisi

Martedì 11 agosto in occasione della solennità di santa Chiara si è tenuta, presso la basilica dedicata alla Santa di Assisi, la concelebrazione solenne presieduta dal cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

La cerimonia animata dal coro dei “Cantori di Assisi” ha visto la partecipazione delle massime autorità civili e militari.

Il cardinale Robert Sarah durante l’omelia, dopo aver ringraziato innalzando un canto di lode al Signore per esprimere la sua gioia nell’essere presente alla celebrazione dedicata alla Santa, ha posto l’attenzione sulla Parola di Dio e sull’Eucaristia affermando che “non possiamo farne a meno per vivere in pienezza la nostra esistenza. Nella vita di Santa Chiara – ha aggiunto – hanno avuto un ruolo fondamentale; sono stati i suoi due grandi pilastri. Santa Chiara ha cercato di vivere il Vangelo sull’esempio del Poverello di Assisi, lei desiderava rendere la sua vita conforme all’ideale evangelico proposto da Gesù; voleva vivere per Gesù, in Gesù e come Gesù stesso ha vissuto.

Partendo dalla Parola di Dio e da un rapporto intenso con Gesù Eucaristia santa Chiara ha modellato tutta la sua vita desiderando di essere la sposa di Cristo a cui era legata intimamente. La povertà per santa Chiara e san Francesco è stata la strada maestra per poter vivere pienamente il Vangelo imitando Cristo che è stato povero dalla nascita fino alla morte – ha poi suggerito il cardinale  – siamo tutti chiamati a seguire Gesù povero, umile, spogliato di ogni privilegio”.

Infine il cardinale Sarah ha ricordato, affidandoli a Dio, tutti i cristiani perseguitati e ha rivolto a tutti i fedeli l’augurio di far crescere come in santa Chiara l’amicizia con Gesù tramite la preghiera e l’adorazione. Durante la cerimonia sono stati portati sull’altare due cesti, uno contenente i ceri e l’altro i libri delle lodi e dei vespri offerti dalle suore clarisse.

 

 

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Lo sguardo alla Stella del mare https://www.lavoce.it/lo-sguardo-alla-stella-del-mare/ Wed, 15 Jul 2015 11:11:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38977 La Basilica di San Valentino
La Basilica di San Valentino

I Carmelitani Scalzi della basilica di San Valentino e le monache di clausura del monastero dei Santi Giuseppe e Teresa di Macchia di Bussone, con la messa presieduta dal vescovo Piemontese, hanno celebrato la festa della Madonna del Carmelo, patrona dell’Ordine.

Gli eremiti del monte Carmelo, detti Carmelitani e divenuti poi monaci, erano particolarmente devoti a Maria, tanto da definirsi, nella loro Regola, “fratelli della Beata Vergine” e uniformando la loro vita all’esempio di Maria.

La beata Vergine Maria del Monte Carmelo diventerà ufficialmente protettrice dell’Ordine carmelitano nel 1374. La festa della Madonna del Carmelo viene fissata il 16 luglio per ricordare la sua apparizione avvenuta nel 1251 a san Simone Stock, carmelitano scalzo inglese, priore generale dell’Ordine, che attribuisce a Maria anche il titolo di Stella maris (stella del mare).

A lui la Madonna consegnò lo “scapolare”. Si tratta di una lunga banda di stoffa, simbolo dell’abito monastico, che – oltre che dai Carmelitani – viene indossato dai Benedettini, Cistercensi e Domenicani. Lo scapolare introduce nella fraternità del Carmelo e impegna a vivere l’ideale dell’intima amicizia con Dio coltivata nella preghiera a partecipare alla formazione della famiglia carmelitana e nel diffondere la devozione a Maria e allo scapolare.

Allo scapolare e al rinnovamento dell’affidamento della parrocchia a Maria era infatti dedicata la celebrazione di domenica 12 luglio. La festa del Carmelo è coincisa con il dodicesimo appuntamento del Festival della spiritualità teresiana, promosso dai Carmelitani Scalzi nel quinto centenario della nascita di santa Teresa d’Avila, vale a dire il concerto Ave Maris Stella del gruppo Kralica Mjra di Vittorio Gabassi, dedicato alla Madonna del Carmelo.

Il programma del concerto, in aggiunta alle canzoni più direttamente ricollegabili a poesie di Teresa (“Nata per te”) o a opere mistiche di Teresa (“Castello di cristallo”), ha proposto una selezione delle più belle canzoni mariane tra le 105 che Vittorio Gabassi ha composto dalla sua conversione a oggi.

Teresa d’Avila non era affatto dimentica del monte da cui tutto si era originato, tanto da rivolgersi così alle sue monache: “Camminiamo verso il cielo, o sorelle del Carmelo” (Poesie, 10 e 20). Teresa era altresì desiderosa, come gli antichi Padri del deserto, di emulare Maria: “Cerchiamo, figlie mie, di imitare in qualche cosa la grande umiltà della Vergine santissima, di cui portiamo l’abito. C’è da riempirsi di confusione al pensiero che ci chiamiamo sue monache, perché per molto che ci sembri d’umiliarci, siamo ben lontane dall’essere degne figlie di tal Madre e spose di tale Sposo” (Cammino, 13,3).

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Comunità in festa https://www.lavoce.it/comunita-in-festa/ Wed, 08 Jul 2015 14:10:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38027 L’ingresso a Santa Maria Maggiore di mons. Bertoldi
L’ingresso a Santa Maria Maggiore di mons. Bertoldi

Campane a festa a Spello: monsignor Piergiorgio Bertoldi, arcivescovo titolare di Spello e nunzio apostolico in Burkina Faso e Niger, a circa un mese dalla sua consacrazione avvenuta nella basilica del Seminario di Venegono Inferiore in provincia di Varese, alla quale ha partecipato una delegazione spellana guidata dal parroco don Diego Casini, è arrivato in città per la presa di possesso del titolo.

Domenica 5 luglio la comunità pastorale di Spello lo ha infatti accolto manifestando gioia e gratitudine al Signore per la nomina.

La visita dell’arcivescovo, varesino di nascita, prete ambrosiano, ordinato nel 1988, è iniziata di prima mattina con l’incontro con le monache di clausura del monastero di Vallegloria, è proseguita poi alla volta del palazzo comunale dove è stato accolto dal sindaco Moreno Landrini e dai componenti della Giunta comunale.

A seguire la processione, accompagnata dalle confraternite e dalla banda musicale, da piazza della Repubblica alla chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si è svolta la solenne celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso arcivescovo, a cui ha partecipato anche il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi.

Per l’occasione, davanti l’altare, è stata realizzata un’infiorata raffigurante al centro lo stemma arcivescovile.

“Semplicemente grazie, grazie a ciascuno di voi, non mi aspettavo questa calorosa accoglienza – ha ringraziato commosso mons. Bertoldi. Sono particolarmente legato a Spello dove sono venuto insieme al cardinale Martini per un pellegrinaggio quando ero un giovane prete. Quando papa Francesco mi ha nominato vescovo ho scoperto, per caso, che la sede titolare di Spello era vacante e ho chiesto che mi fosse assegnata, perché mi sembrava facesse sintesi di quanto debbo al vescovo che mi ha ordinato prete, ai sentieri percorsi sotto la sua guida quando ero ben lungi dal pensare dove il servizio del Vangelo mi avrebbe condotto”.

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Norcia. Festa liturgica di San Benedetto: convegno e concerto della Banda dei Carabinieri https://www.lavoce.it/norcia-festa-liturgica-di-san-benedetto-convegno-e-concerto-della-banda-dei-carabinieri/ Wed, 08 Jul 2015 13:55:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37796 La statua di San Benedetto a Norcia
La statua di San Benedetto a Norcia

Sono iniziate lunedì 6 luglio, con la celebrazione della messa votiva alle ore 17.30 in Basilica, a Norcia, le celebrazioni solenni in onore della ricorrenza liturgica di San Benedetto da Norcia che la Chiesa celebrerà il prossimo sabato 11 luglio.

Nella basilica di Norcia venerdì 10 luglio vespri solenni, sabato alle ore 10 messa solenne. Venerdì, dopo i vespri, padre Basilio Nixen, osb, maestro del coro, alle ore 18 in Comune presenta Benedicta , il nuovo Cd di canto gregoriano.

Sabato 11 luglio, alle ore 11.30 presso la Sala del Consiglio Maggiore del palazzo comunale convegno sul tema: “San Benedetto e il lavoro” alla presenza di José Maria Galvan della Pontificia Università Santa Croce (che illustrerà “La filosofia del lavoro nell’enciclica Laborem Exercens di Papa Giovanni Paolo II”) e dello scrittore e studioso Massimo Folador (che parlerà de “La spiritualità benedettina e il mondo del lavoro: un confronto possibile”).

Sul fronte civico ad essere protagonista sarà invece l’Arma dei Carabinieri con due iniziative straordinarie.

Alle 18.30 si terrà la cerimonia di intitolazione della locale caserma di Corso Sertorio al brigadiere Giuseppe Ugolini, medaglia d’oro al valor militare.

“Luminoso esempio di sublime coraggio e attaccamento al dovere”, Ugolini nacque a Torgiano il 19 marzo del 1885 e fu barbaramente aggredito e assassinato il 23 giugno 1920, in corso Buenos Aires a Milano.

Il secondo evento alla presenza dell’Arma sarà il concerto della Banda della Benemerita in piazza S. Benedetto, alle ore 21.15.

 

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“Siate testimoni coraggiosi” https://www.lavoce.it/siate-testimoni-coraggiosi/ Thu, 02 Jul 2015 10:07:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37146 La celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco
La celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco

Come tradizione, il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo, il Papa ha presieduto nella basilica di San Pietro in Vaticano la celebrazione in cui ha benedetto i “pallii” destinati ai 46 Arcivescovi metropoliti nominati nel corso dell’anno.

La giornata in tempi recenti ha assunto anche valore ecumenico. All’Angelus dello stesso giorno, ha infatti ricordato la presenza di una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli alla liturgia; delegazione “venuta a Roma a nome del Patriarca ecumenico, il carissimo fratello Bartolomeo I, per partecipare, come ogni anno, alla festa. Anche questa presenza è segno dei fraterni legami esistenti tra le nostre Chiese”.

Con una “coda” legata all’attualità: “La nostra preghiera oggi è soprattutto per la città di Roma, per il suo benessere spirituale e materiale”.

“La lettura tratta dagli Atti degli apostoli – aveva detto Papa Bergoglio all’omelia della messa – ci parla della prima comunità cristiana assediata dalla persecuzione… Tuttavia non vorrei soffermarmi sulle atroci, disumane e inspiegabili persecuzioni, purtroppo ancora oggi presenti in tante parti del mondo, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutti. Vorrei invece oggi venerare il coraggio degli apostoli e della prima comunità cristiana; il coraggio di portare avanti l’opera di evangelizzazione, senza timore della morte e del martirio, nel contesto sociale di un Impero pagano; venerare la loro vita cristiana che per noi credenti di oggi è un forte richiamo alla preghiera, alla fede e alla testimonianza”.

Nel prosieguo dell’omelia rivolta ai Vescovi presenti, il pensiero è andato al Santo umbro per eccellenza: “La Chiesa vi vuole uomini di testimonianza. Diceva san Francesco ai suoi frati: ‘Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole!’ (cfr Fonti francescane, 43)”.

Poi, echeggiando una nota espressione di Paolo VI: “Oggi non c’è tanto bisogno di maestri, ma di testimoni coraggiosi, convinti e convincenti; testimoni che non si vergognano del nome di Cristo e della sua croce né di fronte ai leoni ruggenti né davanti alle potenze di questo mondo.

Sull’esempio di Pietro e di Paolo e di tanti altri testimoni lungo tutta la storia della Chiesa, testimoni che, pur appartenendo a diverse confessioni cristiane, hanno contribuito a manifestare e a far crescere l’unico Corpo di Cristo. E questo mi piace sottolinearlo alla presenza, sempre molto gradita, della delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli”.

Per concludere: “La testimonianza più efficace e più autentica è quella di non contraddire, con il comportamento e con la vita, quanto si predica con la parola e quanto si insegna agli altri. Cari fratelli, insegnate la preghiera pregando; annunciate la fede credendo; date testimonianza vivendo!”.

 

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La strada è: fidarsi di Gesù https://www.lavoce.it/la-strada-e-fidarsi-di-gesu/ Wed, 01 Jul 2015 12:23:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37081 Un momento della celebrazione
Un momento della celebrazione

La parrocchia di San Pietro a Terni ha festeggiato il patrono con solennità e in comunione con la basilica di San Pietro a Roma in virtù del “vincolo spirituale di affinità” tra le due chiese che chiama a coltivare con profondo affetto la venerazione del Principe degli apostoli e, dunque, a rafforzare la comunione con il Papa e la Chiesa universale.

A rinsaldare questo vincolo spirituale la presenza del card. Gerhard Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, che ha presieduto la solenne celebrazione nella chiesa di Terni.

“Pietro – ha affermato nell’omelia – ha sperimentato che la fedeltà di Dio è più grande delle nostre infedeltà e più forte dei nostri rinnegamenti. Si rende conto che la fedeltà del Signore allontana le nostre paure e supera ogni umana immaginazione. Anche a noi, oggi, Gesù rivolge la domanda: ‘Mi ami tu?’.

Lo fa proprio perché conosce le nostre paure e le nostre fatiche. Pietro ci mostra la strada: fidarsi di Lui, che ‘conosce tutto’ di noi, confidando non sulla nostra capacità di essergli fedeli, quanto sulla Sua incrollabile fedeltà. Gesù non ci abbandona mai, perché non può rinnegare se stesso. È fedele. La fedeltà del Signore nei nostri confronti tiene sempre acceso in noi il desiderio di servirlo e di servire i fratelli nella carità.

Per mezzo della comunione di vita con Gesù, con il Signore glorificato – ha aggiunto il porporato – e della partecipazione sacramentale al corpo e al sangue di Cristo, la Chiesa diventa un solo Corpo in cui Cristo stesso è presente e opera nello Spirito come il Signore glorificato. Egli non opera solo nella sua Chiesa, ma si rende anche presente attraverso la vita comunitaria, gli atti sacramentali e i ministeri insiti nella Chiesa”.

Salutando i numerosi fedeli presenti, ha ricordato il vincolo spirituale che lega le due chiese e ringraziato per la calorosa accoglienza tutti, in particolare i parroci don Adolfo e don Francesco e il vescovo Piemontese.

Nella giornata dei santi Pietro e Paolo è stata celebrata anche la festa nella parrocchia di San Paolo dal Vescovo, che ha presieduto la solenne celebrazione esortando tutti a vivere pienamente la vita ecclesiale diocesana come Chiesa di comunione e missione: “La Chiesa si sperimenta in una Chiesa diocesana segno di un territorio in unione con il vescovo, dove si sperimenta la gioia del Signore, legati gli uni altri altri, abbracciati dal Signore Gesù e da Maria santissima”.

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