Catiuscia Marini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/catiuscia-marini/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:48:56 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Catiuscia Marini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/catiuscia-marini/ 32 32 Dal Pil al Bes. Osservazioni sulla lettera della presidente Marini https://www.lavoce.it/pil-bes-marini/ Fri, 25 Jan 2019 10:00:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53900 scossa

In una lettera pubblicata a inizio d’anno dalla stampa locale (Catiuscia Marini, “Pronti a nuove sfide, il Governo si svegli”, Corriere dell’Umbria, 2/1/2019), la presidente regionale Marini ha illustrato il percorso che la Giunta da lei guidata intende seguire nel 2019.

La lettera pone in evidenza la articolazione e la complessità dell’impegno politico della Giunta: volumi e qualità della produzione, ma anche occupazione diffusa e decente (con particolare attenzione ai giovani), e poi l’avvio effettivo della ricostruzione pesante nelle aree colpite dal terremoto, una sanità efficiente, un’istruzione e formazione all’altezza delle sfide attuali, un’azione rafforzata a protezione dell’ambiente, un ampio ventaglio di interventi promotori a vario titolo di inclusione sociale e infrastrutture funzionali allo sviluppo della nostra economia, della nostra società e del nostro territorio.

L’ampiezza e la complessità dell’orizzonte proposto nella lettera inducono ad approfondire finalità e vincoli dell’azione politica. Obiettivo di questa non può essere semplicemente un aumento del Pil (prodotto interno lordo). Invece, essa deve assumersi il compito di governare una molteplicità di fronti perché insieme contribuiscano ad accrescere il benessere complessivo della nostra società, e a farla divenire sempre più una comunità, perseguendo una crescita che sia insieme equa e sostenibile.

Benessere sostenibile

La sostenibilità deve essere ambientale e sociale, volta appunto a un benessere equo e sostenibile (Bes), per il quale è necessario un approccio olistico, che tenga conto cioè simultaneamente di tutte le forze in gioco, di tutti i provvedimenti che si intende attuare, da parte di tutti i livelli di governo, a favore del territorio di cui valutiamo crescita e benessere (anche se in questa sede ci riferiamo soprattutto all’azione dell’Amministrazione regionale).

Si profila un approccio che per molti lineamenti può ritenersi orientato verso una configurazione di bene comune - e che, anche per questo, dovrebbe comprendere i provvedimenti adottati nei confronti del movimento migratorio.

Perché concentrare l’attenzione sull’equità e sostenibilità della crescita e del benessere così generato? Perché si ritiene che la scelta dello sviluppo sostenibile sia “il solo modo per evitare i rischi del collasso del sistema economico e sociale, anticipati dal Club di Roma” nel famoso Rapporto sui limiti della crescita (Enrico Giovannini, “L’utopia sostenibile”, introduzione, p. X, Laterza, 2018), e magistralmente riproposti da Papa Francesco nella Laudato si’ con l’illustrazione della duplice insostenibilità, ambientale e sociale, e del relativo intreccio.

Al riguardo, noto come anche l’Italia e l’Umbria abbiano sofferto negli ultimi anni, tra l’altro, di numerose manifestazioni di grave inquinamento del suolo e dell’aria, di seri problemi nella raccolta di rifiuti e nella difesa del territorio, di aumento sostenuto di povertà e precarietà.

Nel settembre 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato l’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile , comprensiva di 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) e di 169 target, o sotto-obiettivi, ben specificati e concreti. Anche ilTrattato di Lisbona del 2009, Carta fondamentale dell’Unione europea, accoglie il principio dello sviluppo sostenibile all'art. 3 (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Pierluigi Grasselli

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scossa

In una lettera pubblicata a inizio d’anno dalla stampa locale (Catiuscia Marini, “Pronti a nuove sfide, il Governo si svegli”, Corriere dell’Umbria, 2/1/2019), la presidente regionale Marini ha illustrato il percorso che la Giunta da lei guidata intende seguire nel 2019.

La lettera pone in evidenza la articolazione e la complessità dell’impegno politico della Giunta: volumi e qualità della produzione, ma anche occupazione diffusa e decente (con particolare attenzione ai giovani), e poi l’avvio effettivo della ricostruzione pesante nelle aree colpite dal terremoto, una sanità efficiente, un’istruzione e formazione all’altezza delle sfide attuali, un’azione rafforzata a protezione dell’ambiente, un ampio ventaglio di interventi promotori a vario titolo di inclusione sociale e infrastrutture funzionali allo sviluppo della nostra economia, della nostra società e del nostro territorio.

L’ampiezza e la complessità dell’orizzonte proposto nella lettera inducono ad approfondire finalità e vincoli dell’azione politica. Obiettivo di questa non può essere semplicemente un aumento del Pil (prodotto interno lordo). Invece, essa deve assumersi il compito di governare una molteplicità di fronti perché insieme contribuiscano ad accrescere il benessere complessivo della nostra società, e a farla divenire sempre più una comunità, perseguendo una crescita che sia insieme equa e sostenibile.

Benessere sostenibile

La sostenibilità deve essere ambientale e sociale, volta appunto a un benessere equo e sostenibile (Bes), per il quale è necessario un approccio olistico, che tenga conto cioè simultaneamente di tutte le forze in gioco, di tutti i provvedimenti che si intende attuare, da parte di tutti i livelli di governo, a favore del territorio di cui valutiamo crescita e benessere (anche se in questa sede ci riferiamo soprattutto all’azione dell’Amministrazione regionale).

Si profila un approccio che per molti lineamenti può ritenersi orientato verso una configurazione di bene comune - e che, anche per questo, dovrebbe comprendere i provvedimenti adottati nei confronti del movimento migratorio.

Perché concentrare l’attenzione sull’equità e sostenibilità della crescita e del benessere così generato? Perché si ritiene che la scelta dello sviluppo sostenibile sia “il solo modo per evitare i rischi del collasso del sistema economico e sociale, anticipati dal Club di Roma” nel famoso Rapporto sui limiti della crescita (Enrico Giovannini, “L’utopia sostenibile”, introduzione, p. X, Laterza, 2018), e magistralmente riproposti da Papa Francesco nella Laudato si’ con l’illustrazione della duplice insostenibilità, ambientale e sociale, e del relativo intreccio.

Al riguardo, noto come anche l’Italia e l’Umbria abbiano sofferto negli ultimi anni, tra l’altro, di numerose manifestazioni di grave inquinamento del suolo e dell’aria, di seri problemi nella raccolta di rifiuti e nella difesa del territorio, di aumento sostenuto di povertà e precarietà.

Nel settembre 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato l’ Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile , comprensiva di 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, Sdg) e di 169 target, o sotto-obiettivi, ben specificati e concreti. Anche ilTrattato di Lisbona del 2009, Carta fondamentale dell’Unione europea, accoglie il principio dello sviluppo sostenibile all'art. 3 (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Pierluigi Grasselli

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Marini riparte dai sindaci per agganciare il cambiamento https://www.lavoce.it/marini-riparte-dai-sindaci-agganciare-cambiamento/ Wed, 14 Mar 2018 17:22:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51450

Ha lanciato un appello al suo partito, la presidente della Giunta di centrosinistra che governa l’Umbria, Catiuscia Marini, nella conferenza stampa in cui ha commentato i risultati delle elezioni e la pesante sconfitta del Pd: “No alla resa dei conti interna e alla ricerca di capri espiatori”. A giudicare da quello che è successo dopo, l’appello è caduto nel vuoto - visto che sono cominciate a circolare voci di possibili rimpasti del suo esecutiivo, a danno della rappresentanza socialista che, non avendo avuto un proprio esponente nelle liste per le politiche in Umbria, avrebbe contribuito alla storica débacle. “L’Umbria rossa è un ricordo storico”, ha chiosato Bruno Bracalente, docente di Statistica ed ex presidente della Regione ai tempi dei cosiddetti “professori”. Da diverse tornate elettorali, Bracalente analizza i flussi di consensi da un partito all’altro, e stavolta ha certificato che il Partito democratico in Umbria alle politiche del 4 marzo ha perso 43 mila voti. Ora ne ha 125.000, la metà circa del 2014. Una “volatilità enorme” dell’elettorato “dem” a livello umbro, secondo Bracalente, il quale parla della “fine di una storia del centrosinistra al termine di un lungo percorso”. Le cause? Una, principalmente: “L’attesa di un cambiamento reale”. Quel cambiamento che l’attuale classe dirigente del Pd, ma anche quelle che l’hanno preceduta, evidentemente non hanno saputo garantire. Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, si è dimesso a poche ore dal voto. “Lo ringrazio, ma le responsabilità sono di tutti” ha insistito la presidente Marini, la quale - incontrando i sindaci Pd dell’Umbria per valutare i risultati elettorali - sembra aver lanciato più di un segnale al proprio partito su come ripartire dopo la sconfitta, e in vista delle amministrative di primavera, delle europee dell’anno prossimo e del voto per la Regione del 2020. Secondo Marini, il Pd deve tornare a essere “inclusivo e aperto”. È evidente, analizzando la trasformazione che il partito ha registrato con Matteo Renzi al timone, che queste caratteristiche sono andate abbastanza perdute negli ultimi anni. Con un paradosso politico palese: Renzi conquistò il partito avendo a che fare con gruppi parlamentari “dem” a impronta prevalentemente bersaniana. Ora che Renzi si dimette (?), le pattuglie del Pd al Senato e alla Camera sono a sua immagine e somiglianza, ma il partito è fuori (volontariamente, anche...) dai giochi politici per formare un governo. “Bisogna ripartire dal Pd, sforzandosi di capire i cambiamenti in atto nella società” è la ricetta della Presidente della Regione per rilanciare il partito. C’è da chiedersi, senza reticenze o sconti per nessuno, come mai questo impegno e questo sforzo non si siano concretizzati prima del voto. E se, soprattutto, la fretta di rimettere in piedi il ’malato’ Pd senza una diagnosi sincera della sconfitta non sia foriera di ulteriori passaggi a vuoto. AUTORE: Daris Giancarlini]]>

Ha lanciato un appello al suo partito, la presidente della Giunta di centrosinistra che governa l’Umbria, Catiuscia Marini, nella conferenza stampa in cui ha commentato i risultati delle elezioni e la pesante sconfitta del Pd: “No alla resa dei conti interna e alla ricerca di capri espiatori”. A giudicare da quello che è successo dopo, l’appello è caduto nel vuoto - visto che sono cominciate a circolare voci di possibili rimpasti del suo esecutiivo, a danno della rappresentanza socialista che, non avendo avuto un proprio esponente nelle liste per le politiche in Umbria, avrebbe contribuito alla storica débacle. “L’Umbria rossa è un ricordo storico”, ha chiosato Bruno Bracalente, docente di Statistica ed ex presidente della Regione ai tempi dei cosiddetti “professori”. Da diverse tornate elettorali, Bracalente analizza i flussi di consensi da un partito all’altro, e stavolta ha certificato che il Partito democratico in Umbria alle politiche del 4 marzo ha perso 43 mila voti. Ora ne ha 125.000, la metà circa del 2014. Una “volatilità enorme” dell’elettorato “dem” a livello umbro, secondo Bracalente, il quale parla della “fine di una storia del centrosinistra al termine di un lungo percorso”. Le cause? Una, principalmente: “L’attesa di un cambiamento reale”. Quel cambiamento che l’attuale classe dirigente del Pd, ma anche quelle che l’hanno preceduta, evidentemente non hanno saputo garantire. Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, si è dimesso a poche ore dal voto. “Lo ringrazio, ma le responsabilità sono di tutti” ha insistito la presidente Marini, la quale - incontrando i sindaci Pd dell’Umbria per valutare i risultati elettorali - sembra aver lanciato più di un segnale al proprio partito su come ripartire dopo la sconfitta, e in vista delle amministrative di primavera, delle europee dell’anno prossimo e del voto per la Regione del 2020. Secondo Marini, il Pd deve tornare a essere “inclusivo e aperto”. È evidente, analizzando la trasformazione che il partito ha registrato con Matteo Renzi al timone, che queste caratteristiche sono andate abbastanza perdute negli ultimi anni. Con un paradosso politico palese: Renzi conquistò il partito avendo a che fare con gruppi parlamentari “dem” a impronta prevalentemente bersaniana. Ora che Renzi si dimette (?), le pattuglie del Pd al Senato e alla Camera sono a sua immagine e somiglianza, ma il partito è fuori (volontariamente, anche...) dai giochi politici per formare un governo. “Bisogna ripartire dal Pd, sforzandosi di capire i cambiamenti in atto nella società” è la ricetta della Presidente della Regione per rilanciare il partito. C’è da chiedersi, senza reticenze o sconti per nessuno, come mai questo impegno e questo sforzo non si siano concretizzati prima del voto. E se, soprattutto, la fretta di rimettere in piedi il ’malato’ Pd senza una diagnosi sincera della sconfitta non sia foriera di ulteriori passaggi a vuoto. AUTORE: Daris Giancarlini]]>
Solidarietà per il Sindaco di Norcia mentre si indaga sul centro polifunzionale di Ancarano https://www.lavoce.it/solidarieta-sindaco-norcia-si-indaga-sul-centro-polifunzionale-ancarano/ Fri, 12 Jan 2018 11:11:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50994

I magistrati applicano la legge, la ricostruzione obbliga alla massima trasparenza; ma le norme non sono chiare, e l’emergenza sta durando un po’ troppo. È questo il quadro della vicenda relativa all’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che ha provocato una serie infinita di reazioni.

La reazione del Sindaco è pacata: “Nei prossimi giorni chiederò di essere ascoltato dai magistrati, nei quali ripongo la mia totale fiducia e mi metto a loro completa disposizione per fare chiarezza sulla vicenda; e sono convinto che, carte alla mano, capiranno la bontà delle operazioni che stiamo portando avanti. Capisco che la magistratura deve assolvere al proprio ruolo, ma è altrettanto certo che questo clima non aiuta gli uffici dell’Amministrazione comunale a svolgere con serenità l’enorme mole di lavoro a cui sono quotidianamente chiamati”.

Unanime la solidarietà per Alemanno dal mondo politico. “Questa vicenda sembra una beffa, sono davvero esterrefatta” ha scritto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, su Facebook. “Se l’avviso di garanzia è per l’autorizzazione ambientale nella gestione dell’emergenza sismica, allora ci dimettiamo tutti da ammini- stratori pubblici che stanno mettendo la faccia con le persone a rappresentare lo Stato sul territorio!”

Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale de La Voce.

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I magistrati applicano la legge, la ricostruzione obbliga alla massima trasparenza; ma le norme non sono chiare, e l’emergenza sta durando un po’ troppo. È questo il quadro della vicenda relativa all’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, che ha provocato una serie infinita di reazioni.

La reazione del Sindaco è pacata: “Nei prossimi giorni chiederò di essere ascoltato dai magistrati, nei quali ripongo la mia totale fiducia e mi metto a loro completa disposizione per fare chiarezza sulla vicenda; e sono convinto che, carte alla mano, capiranno la bontà delle operazioni che stiamo portando avanti. Capisco che la magistratura deve assolvere al proprio ruolo, ma è altrettanto certo che questo clima non aiuta gli uffici dell’Amministrazione comunale a svolgere con serenità l’enorme mole di lavoro a cui sono quotidianamente chiamati”.

Unanime la solidarietà per Alemanno dal mondo politico. “Questa vicenda sembra una beffa, sono davvero esterrefatta” ha scritto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, su Facebook. “Se l’avviso di garanzia è per l’autorizzazione ambientale nella gestione dell’emergenza sismica, allora ci dimettiamo tutti da ammini- stratori pubblici che stanno mettendo la faccia con le persone a rappresentare lo Stato sul territorio!”

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Sisma. Marini: in Umbria oltre 5000 persone non possono rientrare a casa https://www.lavoce.it/sisma-marini-in-umbria-oltre-5000-persone-non-possono-rientrare-a-casa/ Fri, 04 Nov 2016 12:43:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47852

La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha svolto questa mattina (4 novembre) a Foligno, al Centro regionale di Protezione civile, una dettagliata relazione relativa alle problematiche legate alla nuova emergenza in Umbria determinata dal forte sisma dello scorso 30 ottobre, con particolare riferimento all’assistenza alle popolazioni, ed alla definizione del nuovo decreto legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi. L’informativa è stata fatta ai parlamentari umbri (la vice presidente della Camera, Marina Sereni, la vice presidente del Senato Linda Lanzillotta, i senatori Cardinali, Ginetti, Rossi, Lucidi, Gotor, ed i deputati Galgano, Gallinella, Giulietti, Laffranco e Verini, e l’europarlamentare Gasbarra), presente anche la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Donatella Porzi. “Il terremoto dello scorso 30 ottobre – ha detto la presidente Marini – ha drammaticamente aggravato il quadro dei danni in Valnerina e ne ha prodotti altri in molti centri della regione, ed e significativamente cresciuto il numero delle persone che sono oggi fuori dalle proprie case. Al momento, dunque la priorità è quella di garantire alle popolazioni una adeguata assistenza. Ad oggi sono oltre 5000 le persone che non possono rientrare a casa e circa 3000 quelle che vengono assistite dal sistema di Protezione civile nazionale e regionale in 24 Comuni della regione, la maggior parte dei quali in Valnerina, mentre sono circa 50 i comuni di tutta l’Umbria dove sono stati registrati danneggiamenti”. La presidente ha quindi ricordato che mentre è in corso l’attività di assistenza alle persone, sono già state avviate le procedure per l’allestimento dei campi container, in alternativa alle tende, che potranno ospitare quanti non potranno rientrare nelle abitazioni, e si stanno anche definendo le procedure per la costruzione dei villaggi con le “casette”. Nello stesso tempo il Governo, l’Ufficio del commissario per la ricostruzione, d’intesa con i presidenti delle Regioni, anche nella veste di vice commissari, e con tutti i sindaci, avvieranno subito la fase relativa alla ricostruzione sulla base del decreto legge già approvato dal Governo e il nuovo approvato oggi. Quest’ultimo, ha spiegato la presidente Marini, prevede una serie di norme che consentiranno la velocizzazione di molte procedure e conterrà ulteriori norme a beneficio del sistema economico e produttivo, al fine di rimettere in piedi rapidamente l’economia sia della Valnerina sia di tutta l’Umbria. “Alcune norme del nuovo decreto – ha proseguito Marini –consentiranno alla Protezione civile di poter rispondere più velocemente agli urgenti fabbisogni dei cittadini e delle imprese, ciò in virtù del fatto che con il sisma del 30 ottobre nelle quattro regioni si stima che il numero degli edifici per i quali saranno necessarie le verifiche di agibilità sia passato da 70mila a 200mila. Per questo è stata radicalmente modificata e semplificata la procedura di verifica delle agibilità. Una operazione, questa, indispensabile per poter definire l’esatto fabbisogno sia dei container che delle casette e per la stima dei danni agli edifici privati, pubblici, alle imprese ed alle aziende agricole”. Al termine dell’incontro la presidente Marini ed i parlamentari hanno convenuto sulla necessità di mantenere un confronto costante per poter condividere le necessarie iniziative da assumere in sede parlamentare “nell’interesse generale delle popolazioni dell’Umbria, così duramente colpite e provate dagli eventi sismici di questi mesi”. (Franco Arcuti - Ufficio stampa Regione Umbria)]]>

La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha svolto questa mattina (4 novembre) a Foligno, al Centro regionale di Protezione civile, una dettagliata relazione relativa alle problematiche legate alla nuova emergenza in Umbria determinata dal forte sisma dello scorso 30 ottobre, con particolare riferimento all’assistenza alle popolazioni, ed alla definizione del nuovo decreto legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi. L’informativa è stata fatta ai parlamentari umbri (la vice presidente della Camera, Marina Sereni, la vice presidente del Senato Linda Lanzillotta, i senatori Cardinali, Ginetti, Rossi, Lucidi, Gotor, ed i deputati Galgano, Gallinella, Giulietti, Laffranco e Verini, e l’europarlamentare Gasbarra), presente anche la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Donatella Porzi. “Il terremoto dello scorso 30 ottobre – ha detto la presidente Marini – ha drammaticamente aggravato il quadro dei danni in Valnerina e ne ha prodotti altri in molti centri della regione, ed e significativamente cresciuto il numero delle persone che sono oggi fuori dalle proprie case. Al momento, dunque la priorità è quella di garantire alle popolazioni una adeguata assistenza. Ad oggi sono oltre 5000 le persone che non possono rientrare a casa e circa 3000 quelle che vengono assistite dal sistema di Protezione civile nazionale e regionale in 24 Comuni della regione, la maggior parte dei quali in Valnerina, mentre sono circa 50 i comuni di tutta l’Umbria dove sono stati registrati danneggiamenti”. La presidente ha quindi ricordato che mentre è in corso l’attività di assistenza alle persone, sono già state avviate le procedure per l’allestimento dei campi container, in alternativa alle tende, che potranno ospitare quanti non potranno rientrare nelle abitazioni, e si stanno anche definendo le procedure per la costruzione dei villaggi con le “casette”. Nello stesso tempo il Governo, l’Ufficio del commissario per la ricostruzione, d’intesa con i presidenti delle Regioni, anche nella veste di vice commissari, e con tutti i sindaci, avvieranno subito la fase relativa alla ricostruzione sulla base del decreto legge già approvato dal Governo e il nuovo approvato oggi. Quest’ultimo, ha spiegato la presidente Marini, prevede una serie di norme che consentiranno la velocizzazione di molte procedure e conterrà ulteriori norme a beneficio del sistema economico e produttivo, al fine di rimettere in piedi rapidamente l’economia sia della Valnerina sia di tutta l’Umbria. “Alcune norme del nuovo decreto – ha proseguito Marini –consentiranno alla Protezione civile di poter rispondere più velocemente agli urgenti fabbisogni dei cittadini e delle imprese, ciò in virtù del fatto che con il sisma del 30 ottobre nelle quattro regioni si stima che il numero degli edifici per i quali saranno necessarie le verifiche di agibilità sia passato da 70mila a 200mila. Per questo è stata radicalmente modificata e semplificata la procedura di verifica delle agibilità. Una operazione, questa, indispensabile per poter definire l’esatto fabbisogno sia dei container che delle casette e per la stima dei danni agli edifici privati, pubblici, alle imprese ed alle aziende agricole”. Al termine dell’incontro la presidente Marini ed i parlamentari hanno convenuto sulla necessità di mantenere un confronto costante per poter condividere le necessarie iniziative da assumere in sede parlamentare “nell’interesse generale delle popolazioni dell’Umbria, così duramente colpite e provate dagli eventi sismici di questi mesi”. (Franco Arcuti - Ufficio stampa Regione Umbria)]]>
Le cose belle si dicono, quelle brutte si tacciono https://www.lavoce.it/le-cose-belle-si-dicono-quelle-brutte-si-tacciono/ Thu, 14 Jul 2016 13:01:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46728 perugia-palazzo_donini-regione-umbria-cmykIl Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza, la proposta di risoluzione, che “condivide e approva la relazione del Presidente della Giunta regionale sullo stato di attuazione del programma di governo e dell’amministrazione regionale per il 2015”.
Dagli interventi dei consiglieri di centrodestra e liste civiche emerge, invece, un giudizio “ampiamente negativo”, soprattutto per il silenzio sulla “crisi di maggioranza e sul necessario cambio di passo più volte annunciato”, “sul protocollo firmato con Toscana e Marche”, mentre il Movimento 5 stelle sostiene che “i piani della Marini non ci convincono, quando non sono un autentico fallimento”. Dalla maggioranza giudizio positivo “perché le questioni centrali sono in corrispondenza con quello che la Regione aveva programmato” e perché questo “è il momento dei cofinanziamenti, le imprese sono disponibili, ci sono bandi e risorse da intercettare”.
Raffaele Nevi (Forza Italia) ha parlato di “ricostruzione tecnica, che non dice nulla sulla crisi della maggioranza e sul necessario cambio di passo più volte annunciato. Non c’è una riga su quello che è successo nel 2015, con un inizio legislatura che si è prolungato fino al 2016 e soprattutto con lo scossone delle dimissioni dell’assessore Barberini e l’annuncio in pompa magna del Pd che ‘da adesso in avanti si cambierà passo’, con un sistema più meritocratico, senza riciclati ma con giovani leve e rotazione dei dirigenti, iniziative di cui però non c’è traccia nella relazione della presidente”. Claudio Ricci ha parlato di “un’Umbria che oscilla tra il recupero e il ritardo. I poli di innovazione dovrebbero rappresentare la parte prioritaria per lo sviluppo”.
Per la Marini “i risultati ottenuti vengono per un’azione di governo chiara, il cui cuore è la programmazione europea. Non serve evocare scenari apocalittici senza avere riscontri fondati con dati oggettivi. Nelle nostre politiche abbiamo rovesciato l’approccio, andando a cogliere le priorità strategiche delle imprese che chiedevano di essere aiutate a essere più competitive, aiutandole nei processi di internazionalizzazione, a fare export. Dalla relazione emerge un dato strutturale positivo, frutto di un lavoro lungo e della capacità governo. Come nella razionalizzazione della spesa pubblica”.
Sui trasporti “la Regione è in equilibrio, e – ha aggiunto Marini – stiamo gestendo con senso di responsabilità le difficoltà delle società partecipate dando il sostegno agli enti locali per una piena funzionalità dei servizi e un pieno utilizzo dei fondi trasporti. Abbiamo riportato la Giunta alla piena funzionalità, anche numerica, e giudico positivo il rientro dell’assessore Barberini”.

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Barberini lascia. È “scontro” con la Marini https://www.lavoce.it/barberini-lascia-e-scontro-con-la-marini/ Mon, 22 Feb 2016 09:34:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45520 nuova-giuntaCMYKIl confronto sulle nomine della sanità umbra si è trasformato in un braccio di ferro, tutto interno alla maggioranza di centrosinistra, vinto, al momento, daLla presidente Catiuscia Marini, contro l’assessore alla sanità, Luca Barberini. Quest’ultimo si è dimesso dall’esecutivo ma rimarrà in Consiglio, perché “è venuto meno il rapporto di fiducia con la presidente”, ha spiegato l’assessore uscente. In realtà, si è consumato un violento scontro di potere all’interno del Pd, al di là delle chiacchiere sul rinnovamento.

Ognuna delle due parti – la presidente Marini e l’assessore Barberini (esponente di spicco del Pd ma anche dell’area del sottosegretario Bocci) – non ha inteso arretrare dalle proprie posizioni. La prima ha fatto capire, a più riprese, la volontà di esercitare la prerogativa di nomina dei direttori generali. Il secondo, da tempo, aveva ribadito la necessità di rinnovare i vertici della sanità umbra. Il termine rinnovamento si presta, però, a diverse interpretazioni. E’ rinnovamento solo sostituire chi non è gradito? E il cambiamento si avvera nel momento in cui le proprie indicazioni vengono accolte? Sulle nomine della sanità si sono sempre registrate tensioni nel centrosinistra – la sanità assorbe quasi l’ottanta per cento del bilancio regionale – ma non si era sfiorata mai una crisi istituzionale di questo genere. Barberini ha detto esplicitamente che “è venuto meno un rapporto di reciproca fiducia e lealtà all’interno della giunta.

Non si possono fare scelte così importanti, come quelle dei direttori generali, senza ascoltare l’assessore delegato in materia sulle esigenze espresse dalla comunità: ricadono troppo direttamente sulla vita dei cittadini. Su sanità e sociale non possiamo più vivere di ricordi e risultati conseguiti nel passato: serve un cambio di passo. Ritengo che le prese di posizione arroganti, sia nella politica che nella vita, non paghino”.

Le parole sono pesanti e dimostrano il clima di rottura all’interno del Pd, tra le cosiddette ‘anime’. La presidente Marini si è detta “dispiaciuta e rammaricata della decisione di Barberini” ma ha anche fatto presente che la ricostruzione fatta dall’assessore uscente “sulla modalità dei criteri adottati per la definizione degli incarichi dei direttori generali non corrisponda alla verità del confronto di merito che si è tenuto all’interno della giunta regionale nella sua collegialità”. E parla di “volontà di salvaguardare l’autonomia della giunta regionale da ogni pressione o ingerenza esterna nelle scelte dei direttori”. La divisione pare netta e sarà difficile superare questo momento, considerato che ci sono altri consiglieri del Pd (Smacchi, Brega, Porzi e Guasticchi) che hanno apertamente criticato le nomine. In questo contesto l’opposizione chiede apertamente di tornare al voto.

 

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Uniti dallo Spirito del pellegrinaggio https://www.lavoce.it/uniti-dallo-spirito-del-pellegrinaggio/ Fri, 15 Jan 2016 21:32:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44954 Lo spirito universale del Giubileo della Misericordia, strettamente connesso all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, fortemente legata al messaggio francescano intimamente collegato con la storia, l’ambiente, le tradizioni e la cultura dell’Umbria” e “l’afflusso di numerosi pellegrini con tappa principale a Roma, ma con immancabili ricadute sui maggiori santuari e città d’arte dell’Umbria”, sono le motivazioni principali che hanno indotto la Regione e la Ceu a redigere insieme un protocollo d’intesa “finalizzato – si legge – a individuare una serie di interventi di promozione del Giubileo della Misericordia in Umbria”.

Inoltre, l’Anno santo “contiene un preciso richiamo alla pratica del pellegrinaggio” e la nostra regione, con i suoi ”Cammini”, è già preparata a questo tipo di accoglienza turistico-religiosa.

Il protocollo è stato firmato a Perugia, il 23 dicembre scorso, dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, e dal presidente della Ceu, il card. Gualtiero Bassetti. All’atto della firma erano presenti il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, l’assessore alle Infrastrutture Giuseppe Chianella e il vescovo ausiliare di Perugia mons. Paolo Giulietti. Questo protocollo è il frutto di “una progettazione condivisa” con l’obiettivo di “sviluppare e coordinare azioni volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, religioso e ambientale nel territorio regionale nell’Anno giubilare” e prevede iniziative a carattere anche nazionale e internazionale. La presidente Marini ha parlato del grande interesse della nostra regione per gli eventi giubilari, “perché l’Umbria è sede di importantissimi santuari, che custodiscono memorie e propongono messaggi di grande valenza per la cristianità e per l’umanità intera”. Il card. Bassetti ha sottolineato la grande mobilitazione che l’evento giubilare sta richiamando tra i fedeli e ”ci attendiamo anche un risveglio spirituale nella nostra regione, di cui avvertiamo molto il bisogno”.

Alla domanda di un giornalista sulla possibilità di una visita in Umbria di Papa Francesco durante l’Anno giubilare, Bassetti è stato molto prudente, ricordando che il Papa limiterà i viaggi in Italia nel 2016, ma ha aggiunto: “È probabile però che un salto ad Assisi, il Papa lo farà”. La recente fugace visita al santuario del presepe di Greccio rafforzerebbe questa probabilità. Cosa prevede il protocollo Regione-Ceu? Varie manifestazioni religiose e culturali per gli 800 anni della fondazione dell’Ordine dei Frati minori francescani; un grande evento internazionale in ricordo del 30° anniversario della prima storica “Preghiera per la pace” indetta ad Assisi il 27 ottobre 1986 da san Giovanni Paolo II; il pellegrinaggio regionale delle Chiese umbre a Roma (1° ottobre) con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo socioeconomico e culturale regionale. Il protocollo prevede anche iniziative per la promozione del pellegrinaggio, in modo da incrementare i suoi flussi “con particolare riferimento all’accoglienza ‘povera’ e accessibile presso i santuari locali e lungo il percorso dei Cammini”.

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Economia umbra: la ripresa c’è https://www.lavoce.it/economia-umbra-la-ripresa-ce/ Fri, 13 Nov 2015 13:26:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44411 export-umbriaCi siamo lasciati alle spalle la crisi economica? Forse il peggio è passato. Lo dicono i numeri di studi e statistiche di istituti di ricerca pubblici e privati. Numeri che però devono ancora tradursi in più posti di lavoro per chi lo ha perso o non riesce a trovarlo, e più soldi che entrano nei bilanci delle famiglie che non riescono a pagare bollette, mutuo, cure mediche e libri scolastici per i figli. C’è ottimismo anche nell’ultimo “aggiornamento congiunturale” della Banca d’Italia sull’economia in Umbria. “Dopo tre anni di flessione nella prima parte del 2015 – ha detto ai giornalisti il direttore della filiale di Perugia, Marco Ambrogi – l’attività economica ha mostrato segnali di recupero, tanto che l’Umbria sembra avere agganciato la ripresa, con dati di crescita in linea con quelli nazionali, in particolare con le regioni del Centro-Nord”. Dati positivi che al momento significano più contratti di lavoro a tempo indeterminato, una lieve ripresa dei consumi da parte delle famiglie, e il ritorno in banca per chiedere il mutuo per l’acquisto della casa. Fiducia e ottimismo che si avvertono anche nel mondo delle imprese, la metà delle quali segnala un aumento del fatturato nei primi nove mesi dell’anno. Questo, grazie soprattutto al made in Umbria che piace all’estero, con un aumento dell’export e dei turisti stranieri che vengono a visitare la nostra regione. “Siamo sulla buona strada – ha commentato Catiuscia Marini. – Gli ultimi dati della Banca d’Italia, che vedono l’Umbria addirittura crescere sopra la media nazionale, ci consegnano fiducia. Dati – ha proseguito la Presidente della Regione – che testimoniano la giustezza delle nostre politiche indirizzate verso il sistema delle nostre piccole e medie imprese, soprattutto per favorire investimenti in ricerca, innovazione tecnologica e internazionalizzazione”. L’indagine della Banca d’Italia ha confermato che sono soprattutto queste piccole e medie aziende, capaci di guardare al futuro con la ricerca e l’nnovazione, a sfondare sui mercati esteri. Gli aumenti più rilevanti nell’export, non solo in Europa ma anche in Asia e Stati Uniti, hanno riguardato tessile e abbigliamento (+15%) e le materie plastiche (+26%). Oltre all’abbigliamento, sono meccanica e chimica i settori trainanti dell’economia umbra, per la loro maggiore internazionalizzazione e l’alto livello di innovazione tecnologica. È ancora buio invece per l’edilizia (tantissime le case invendute) con qualche segnale di ripresa per lavori di ristrutturazione che usufruiscono di agevolazioni fiscali. Sono tornati a crescere – come detto – i consumi delle famiglie, che peraltro per gli acquisti preferiscono negozi e piccoli supermercati ai grandi centri commerciali, dove più forte sarebbe la tentazione di comprare cose non strettamente necessarie.

 

Auto nuove e più soldi in banca

Tra i tanti dati dell’indagine della Banca d’Italia colpiscono quelli relativi all’aumento della vendita di auto (con un +20% di immatricolazioni) e dei soldi depositati in banca da famiglie e imprese che, seppure un po’ meno degli anni passati, continuano a crescere. Insomma c’era e c’è ancora la crisi, quindi meglio non spendere, lasciando il gruzzolo da parte perché non si sa mai. Però dell’auto nuova non si può fare a meno. Sarà anche per colpa – come si legge nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco – di politiche che non danno la priorità ai trasporti pubblici, intasando così le nostre città di auto con una sola persona a bordo?

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Solidarietà compatta per i lavoratori della Perugina https://www.lavoce.it/solidarieta-compatta-per-i-lavoratori-della-perugina/ Thu, 10 Sep 2015 10:24:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43167 Il sit-in dei sindacati della Perugina in piazza della Repubblica
Il sit-in dei sindacati della Perugina in piazza della Repubblica

Tanta solidarietà e tanta partecipazione nel primo giorno di presenza, nel centro storico di Perugia (7 settembre), dei rappresentanti della Rsu della Perugina.

I sindacati hanno “messo le tende” in piazza della Repubblica per tutta la settimana, con l’obiettivo di illustrare alla cittadinanza le preoccupazioni dei lavoratori, ma anche le proposte avanzate dalla stessa Rsu nel suo “Piano industriale degli operai”.

“Il perché oggi la Perugina è in piazza – ci dice Luca Turcheria, coordinatore Rsu Nestlé Flai-Cgil – è chiaro: siamo a un anno dalla scadenza del contratto di solidarietà [scadrà nel 2016], attivato nel 2014 perché la Nestlé dichiarava 214 esuberi. Per evitare che questi si trasformino in licenziamenti, abbiamo bisogno che cresca il volume dei prodotti che facciamo in fabbrica”.

Concetto ribadito anche da Daniele Marcaccioli, segretario territoriale di Perugia della Uila-Uil: “La Nestlé ci dica cosa intende fare per rilanciare la produzione dello stabilimento di San Sisto: che sia Bacio, che siano caramelle, biscotti o che sia caffè, qualcosa si deve fare. Nestlé è la più grande azienda dell’alimentare a livello mondiale, quindi ha le capacità economiche per cambiare le sorti anche di questo stabilimento”.

Decine di cittadini si sono fermati al gazebo per esprimere solidarietà ai lavoratori, sottoscrivendo anche il documento con le proposte presentate dalla Rsu. “La raccolta firme – afferma Filippo Ciavaglia, segretario generale della Camera del lavoro – serve a rendere consapevole la popolazione e gli amministratori dell’Umbria che la Perugina è importante per l’economia della nostra regione. Non si tratta solo di un problema occupazionale, che di per sé è già importante, ma è una delle aziende-simbolo della regione, quindi lo sviluppo di questa azienda sul territorio rappresenta una ricchezza che non vogliamo svilire”.

Anche le istituzioni si affiancano alla preoccupazione dei lavoratori della Perugina, dichiarandosi disposte a mettere in atto tutte le azioni necessarie a difesa dell’attività produttiva e dell’occupazione dello stabilimento di San Sisto.

Catiuscia Marini e Andrea Romizi durante il loro intervento
Catiuscia Marini e Andrea Romizi durante il loro intervento

“Io e il Sindaco di Perugia – ha affermato la presidente della Regione, Catiuscia Marini – abbiamo chiesto un incontro a livello nazionale, alla presenza del Governo, presso il ministero dello Sviluppo economico, con il gruppo Nestlé, perché vogliamo capire quali sono le proposte per il piano industriale nel medio e nel lungo periodo. È importante ricordare sempre che per Nestlé l’Italia non può essere soltanto un grande Paese di consumo e di mercato, ma deve continuare a essere una grande realtà di produzione e di occupazione”.

Solidarietà ai lavoratori è stata espressa anche dal sindaco del capoluogo umbro, Andrea Romizi: “La Perugina fa parte del nostro Dna, per cui cercheremo fino in fondo di esserle vicino, per accompagnare i lavoratori in un percorso che necessita di alcuni passaggi di chiarimento”.

Il vescovo ausiliare, mons. Paolo Giulietti, ha manifestato la vicinanza della Chiesa in questa vertenza “per tanti motivi. Per la difesa dell’occupazione che, in questo momento, è l’obiettivo prioritario sottolineato più volte da Papa Francesco; ma anche per la difficoltà di reinserire in altre opportunità produttive persone che dovessero perdere il posto di lavoro. È importante, soprattutto quando in gioco ci sono imprese multinazionali, che si faccia un po’ quadrato, perché l’attenzione alla realtà locale è inferiore rispetto a quella nazionale, per cui tante problematiche rischiano di passare sotto silenzio”.

 

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Obiettivo sanità https://www.lavoce.it/obiettivo-sanita/ Thu, 03 Sep 2015 11:30:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43033 L'Ospedale di Castiglione del lago
L’Ospedale di Castiglione del lago

La Regione Umbria ha ripreso la sua attività istituzionale post-pausa estiva con la riunione di Giunta, il 31 agosto, e con la convocazione dell’Assemblea legislativa il 3 settembre.

Entrambe dedicate ad argomenti tutt’altro che secondari per lo sviluppo della società regionale.

All’assemblea di palazzo Cesaroni, presieduta da Donatella Porzi, è approdato il “Rendiconto generale dell’amministrazione della Regione per l’esercizio finanziario 2014”, che ha avuto come relatore unico il presidente della I Commissione Andrea Smacchi.

La Giunta, presieduta da Catiuscia Marini, ha approvato le delibere che hanno permesso all’Umbria di concludere l’iter per la procedura di attuazione dell’“Accordo di programma per il settore degli investimenti sanitari” di oltre 65 milioni di euro, sottoscritto nel 2013 da Regione Umbria e ministero della Salute, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze.

Con il varo di quattro delibere, commenta l’assessore alla Salute Luca Barberini, sono state date “le risposte che i territori attendevano secondo gli impegni presi sia dalla Regione che dalle Aziende sanitarie”. Entrando nel merito dei provvedimenti, l’assessore ha precisato che “gli atti approvati riguardano gli interventi programmati per il nuovo ospedale di Narni-Amelia, la riqualificazione degli ospedali di Castiglione del Lago e Città della Pieve, e l’acquisto di tecnologie ed arredi per l’assistenza ospedaliera del lago Trasimeno. Queste nostre proposte saranno trasmesse entro il 4 settembre al ministero della Salute per l’ammissione degli interventi al finanziamento nazionale”.

La Giunta, con il varo delle suddette delibere, ha previsto una serie di interventi, in primis la realizzazione dell’ospedale di Narni-Amelia quale struttura orientata prevalentemente alla riabilitazione sia di base che di media e alta specializzazione, con 140 posti letto, oltre a 4 posti dedicati all’osservazione breve intensiva del pronto soccorso e 14 alla dialisi ambulatoriale, per un importo complessivo di 54.980.340,77 euro. Altro provvedimento rilevante è la riqualificazione degli ospedali di Castiglione del Lago e Città della Pieve.

Il primo dovrà garantire la funzione ospedaliera con una dotazione di 61 posti letto (46 con degenza ordinaria e 15 diurna), 4 posti dedicati all’osservazione breve, 10 posti per le attività di dialisi, oltre a 6 poltrone per i pazienti che necessitano di trattamenti oncologici, per un importo complessivo di 4.542.822,42 euro. Il secondo dovrà garantire una funzione marcatamente territoriale, con riconversione delle attività di degenza per acuti a favore della Medicina del territorio, per un importo complessivo di 2.600.000 euro.

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Il mondo della politica ricorda mons. Elio Bromuri: perdiamo un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano https://www.lavoce.it/il-mondo-della-politica-ricorda-mons-elio-bromuri-perdiamo-un-uomo-di-enorme-spessore-umano-culturale-cristiano/ Mon, 17 Aug 2015 16:44:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42544 Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)29
Giampiero Bocci con mons. Bromuri all’incontro della Associazione Amici de La Voce del 27 giugno scorso

Tutto il mondo politico umbro esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di mons. Elio Bromuri, avvenuta il 17 agosto dopo una lunga malattia. Univoco il ricordo dello spessore culturale e giornalistico del direttore de La Voce, ma anche la profondità umana e spirituale.

Il sottosegretario Bocci: “sacerdote integerrimo, di un intellettuale raffinato e di un giornalista moderno”. “Don Elio Bromuri – afferma in una nota il sottosegretario agli Interni, l’on.Giampiero Bocci – è stato per tutti noi, che a vario livello ci confrontiamo per operare nel mondo cattolico, la personificazione della generosità e dell’altruismo. E, di più, egli ci ha fatto comprendere, sempre, quanto impegnativo fosse trasformare la spontaneità del farsi fratelli in azione concretamente spesa nella società”.

“Quando, specialmente oggi, dobbiamo confrontarci con resistenze ed egoismi d’ogni tipo verso l’accoglienza – prosegue Bocci – la lezione di don Elio diventa un punto di riferimento immediato e attuale, insostituibile e progettuale: ho avuto il privilegio – io che mi sono formato sul suo insegnamento – di essere stato fra gli ultimi a incontrarlo e di avere ricevuto da lui, pur nelle condizioni estreme della sua vita, l’ulteriore spinta a far valere nelle istituzioni il senso semplice, ma immensamente appagante e proficuo per la società, della disponibilità, costi quel che costi, e della conseguente articolazione organizzativa nel rapporto fra Stato e Chiesa.

Il senso del dialogo con le altre religioni, l’ospitalità data da sempre come un aiuto a chi passa vicino alla nostra comunità e ha bisogno di un atto d’amore e di un minimo di essenziale ristoro: sono questi gli elementi di una civiltà senza aggettivi, nè appartenenze culturali che renderanno ancora più efficaci, domani, le parole e gli esempi di un uomo sobrio, di un sacerdote integerrimo, di un intellettuale raffinato e di un giornalista moderno come è stato, per tutti noi, don Elio Bromuri”.

La presidente Marini: “La comunità regionale perde anche un’importante figura di riferimento per l’impegno che ha profuso in campo umanitario”. “La scomparsa di don Elio – afferma la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ne ricorda la vita – priva la comunità umbra di un apprezzato esponente della Chiesa perugina che, fin da giovanissimo, ha svolto la sua azione pastorale nella nostra terra con dedizione e intelligenza. Si è poi impegnato soprattutto nel dialogo interreligioso attraverso il Centro ecumenico e universitario San Martino da lui diretto. Docente di Storia della Chiesa all’Università per Stranieri di Perugia, è stato poi un rispettoso ed equilibrato giornalista, dirigendo La Voce, il settimanale di informazione religiosa della Conferenza episcopale umbra. La sua attività pastorale e culturale – aggiunge – è stata sempre orientata a valorizzare le acquisizioni del Concilio Vaticano II verso una continua opera di rinnovamento teologico e religioso per rafforzare la presenza della Chiesa nella comunità cristiana e nella società”.

“La comunità regionale – dice ancora la presidente – perde anche un’importante figura di riferimento per l’impegno che ha profuso in campo umanitario, fondando a Perugia il primo Centro internazionale di accoglienza, l’ostello in cui da mezzo secolo trovano ospitalità e attenzione persone in difficoltà, senza distinzioni di religione o luoghi di provenienza. In questi anni, durante i quali ho avuto modo in varie occasioni di incontrarlo oltre che di leggere i suoi editoriali – prosegue la presidente – ho potuto conoscere e apprezzare il suo modo di operare, volto al bene della società umbra, il suo forte impegno e la ricerca del dialogo non solo fra le diverse professioni religiose ma anche con le istituzioni, non facendo mancare la sua voce, né il suo apporto concreto”.

Il presidente Mismetti: “monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale”.  Il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, ha definito monsignor Elio Bromuri “grande uomo di fede e figura di primo piano nel panorama culturale e sociale dell’Umbria. Giornalista raffinato – ricorda Mismetti – storico direttore del settimanale La Voce, attento testimone di una società in continua evoluzione, monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale. Esprimo a nome mio personale, del consiglio e dei dipendenti della Provincia le più sentite condoglianze al cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, all’intera archidiocesi perugino-pievese, ai familiari, ai collaboratori e alle tante persone che hanno avuto l”onore di essergli amiche'”.

Il sindaco Romizi: “don Elio Bromuri lascia a tutti noi il suo pensiero e il suo insegnamento, come beni preziosi da custodire”. “La nostra comunità perde un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano. Il suo impegno è stato costante nell’arco della sua vita come uomo di Chiesa, come giornalista, come intellettuale. Mancherà a questa città la sua propensione all’accoglienza, l’aiuto a chi ne aveva bisogno, la sua capacità di saper far dialogare anche mondi apparentemente diversi e lontani tra loro”.

A dirlo è il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, commentando la scomparsa di don Elio Bromuri. “Così come accade con le più alte menti – prosegue Romizi in una nota del Comune – don Elio Bromuri lascia a tutti noi il suo pensiero e il suo insegnamento, come beni preziosi da custodire. Lo voglio ricordare con uno dei suoi insegnamenti: ‘Comunicare la Carità – diceva – è necessario perché oggi vige il mondo dell’individualismo, del nichilismo, dell’arroganza del più forte. Oggi è necessario riportare al centro la Carità, ma non nel senso dell’elemosina data al poveretto, ma nel senso di una comunione tra le persone nel rispetto, nella dignità e nella libertà in un progetto comune di sviluppo della comunità umana'”.

La presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi: “ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione”. Donatella Porzi, “profondamente colpita dalla morte di Don Elio Bromuri, si unisce al dolore della Chiesa perugina ed umbra, che perde una delle figure di maggior rilievo nel dialogo interreligioso. Sicura di interpretare il sentimento di tutti i consiglieri regionali umbri esprimo al cardinale Gualtiero Bassetti i sensi del nostro più profondo cordoglio”.

“Uomo di fede profonda, raffinato intellettuale e giornalista di razza – dice Porzi, in una nota della Regione – don Elio, nella sua prolifica attività di saggista e giornalista, ci ha offerto in tutti questi anni innumerevoli e mai banali spunti di riflessione e di analisi sociale e politica sulla realtà umbra e nazionale. Tutte qualità che nei miei precedenti incarichi amministrativi ho avuto il privilegio di apprezzare attraverso la conoscenza personale con lui e la condivisione di alcune significative esperienze. Come direttore de La Voce, Don Elio ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione, formando tanti giovani giornalisti e regalandoci i suoi acuti e profondi editoriali settimanali che, da oggi, tanto ci mancheranno”.

Claudio Ricci ricorda la sua “capacità, oggi rara, di ascoltare per meglio mettersi al servizio degli altri”. “La raffinata cultura di Elio Bromuri si univa alla mitezza per le persone. Era proteso, sempre, verso la misericordia concreta nei piccoli gesti della umana quotidianità”: è il ricordo del consigliere regionale Claudio Ricci. “Impegnato nel dialogo fra popoli, religioni e identità culturali attraverso lo strumento del vivere insieme un cammino di esperienze – aggiunge Ricci, in una nota della Regione – Elio Bromuri, carismatico insegnante all’istituto teologico di Assisi, ha dedicato alla comunicazione, attraverso il settimanale La Voce, un ampio impegno nella convinzione, pionieristica, che il saper comunicare è una missione capace di aggiungere valore ai fatti rappresentati soprattutto quando sono storie e testimonianze utili al cammino dell’umanità”. Ricci ricorda infine “il suo stile al tempo stesso colto, mite e attento, che partiva sempre dalla capacità, oggi rara, di ascoltare per meglio mettersi al servizio degli altri”.

Maurizio Ronconi: “Prediligendo sempre le ultime file, con umiltà ha offerto mattoni importanti nella costruzione e per la diffusione delle idee e degli impegni sociali dei cattolici”. Don Elio Bromuri “ha scritto da protagonista una pagina importante della storia dei cattolici umbri. Prediligendo sempre le ultime file, con umiltà ha offerto mattoni importanti nella costruzione e per la diffusione delle idee e degli impegni sociali dei cattolici”: lo afferma l’ex senatore Udc Maurizio Ronconi, in una nota sulla morte del sacerdote perugino.  “Ha permesso – prosegue Ronconi – che anche nei momenti più difficili delle diaspore e delle incomprensioni, i suoi scritti, le sue sollecitazioni, rappresentassero sempre sintesi condivise. La sua presenza è stata sempre rassicurante, fonte di serenità e di volontà costruttive. Mancherà da oggi questo sua discreta ma forte presenza; da oggi dovremo fare da soli con l’aiuto che ci continuerà a offrire da lassù”.

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Innovazione e cambiamento https://www.lavoce.it/innovazione-e-cambiamento/ Thu, 30 Jul 2015 09:38:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=41116 Il Consiglio regionale in assemblea
Il Consiglio regionale in assemblea

Innovazione e cambiamento: sono le due parole d’ordine presenti nelle linee programmatiche della legislatura regionale guidata dalla Marini.

La Presidente ha rimarcato l’attenzione “alla persona, agli imprenditori e ai lavoratori che creano valore, all’ambiente e al territorio”.

Il suo discorso programmatico è stato approvato con 13 voti a favore (Pd, Upu, Ser) e 8 contrari (Ricci presidente, Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle).

Sono stati anche annunciati alcuni provvedimenti entro pochi mesi: il completamento del percorso di riorganizzazione delle agenzie regionali e delle partecipate, il contenimento del consumo del suolo e la riqualificazione edilizia.

Catiuscia Marini ha fatto riferimento a una “fase complessa ma affascinante, perché guidata da innovazione e spirito riformatore. “Scelgo di stare dalla parte e degli innovatori e dei riformatori, rifuggendo i populismi e le scorciatoie”; ma servirà “studio e creatività, anche in campo amministrativo. Mi aspetto il contributo di tutti, e spero quest’assemblea sappia ‘contaminarsi’ con quello che c’è lì fuori, sapendo interpretare bisogni e speranze”.

La Presidente ha fatto un confronto con la precedente legislatura: “Cinque anni fa – ha detto – Giunta e maggioranza erano consapevoli che avremmo dovuto gestire una lunga fase di crisi. Ora, in questa, alla luce di alcuni indicatori economici che ci fanno pensare che non siamo più sotto i colpi durissimi della crisi, dovremo rafforzare l’economia puntando alla creazione di più posti di lavoro”.

La Marini nel suo intervento ha parlato di riforma della pubblica amministrazione, definendo la Regione come una “casa di vetro, in grado di fornire informazioni a cittadini e imprese”. E ha annunciato anche il riassetto della partecipate e delle agenzie, puntando a una “agenzia multifunzionale della Regione Umbria, quale braccio operativo per tutti i servizi di supporto alla competitività delle imprese e del lavoro”.

Molto spazio è stato dedicato ai temi del welfare e della sanità. La Marini ha fatto riferimento alla necessità di una “nuova coesione sociale” che sappia misurarsi con i nuovi bisogni della società, da costruire insieme a imprese con le quali “sperimentare l’innovazione”.

Per la sanità, la sfida interessa la sostenibilità economica del sistema e il suo carattere universalistico: “Tutti devono dare una mano sulle riforme, anche superando i localismi”.

Quattro saranno gli obiettivi strategici di legislatura: il nuovo Piano sanitario, l’attuazione del Piano di prevenzione 2014-2018, del Patto della salute 2014-2016, la gestione delle liste di attesa. Tra le priorità delle infrastrutture, la manutenzione ordinaria e straordinaria del tratto umbro della E45, l’apertura della Perugia-Ancona, il completamento della Quadrilatero e della Terni-Orte.

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Regione. Abbronzatura o politica? https://www.lavoce.it/abbronzatura-o-politica/ Thu, 23 Jul 2015 09:21:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39926 L’insediamento della seconda commissione
L’insediamento della seconda commissione

Il Consiglio regionale è ormai definito nelle sue varie articolazioni. Dopo l’elezione di Donatella Porzi (Pd) alla guida del Consiglio regionale e dell’ufficio di Presidenza, si sono insediate le Commissioni consiliari permanenti: non c’è stata nessuna sorpresa.

Andrea Smacchi (Pd), presidente della prima Commissione (Affari istituzionali e comunitari); Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale) della seconda (Attività economiche e governo del territorio) e Attilio Solinas (Pd) della terza (Sanità e servizi sociali), Raffaele Nevi (FI) presidente del comitato di monitoraggio e vigilanza.

Il Movimento 5 stelle si è tirato fuori dalle nomine per il Comitato a causa dell’“inefficacia storica” di questo organismo, ma anche dalle altre, perché sarebbero stati individuati – secondo i grillini – “protagonisti della logica ‘consociativo-spartitoria’ che ha connotato la politica umbra negli ultimi anni”.

C’era stata qualche polemica sulla composizione delle varie commissioni, sul numero dei membri e sul rapporto tra consiglieri di maggioranza e di opposizione. Alla fine è stato trovato un accordo unanime sulla proposta fatta da Andrea Liberati (M5s) per mantenere, in almeno uno dei tre organismi, un solo consigliere di differenza tra maggioranza e opposizione.

In attesa di ascoltare le linee programmatiche da parte della presidente Catiuscia Marini, previste nei prossimi giorni, i consiglieri regionali del centrodestra e delle liste civiche hanno sottolineato, attraverso i loro capigruppo, la loro disponibilità a essere presenti per attività istituzionali e legislative, “anche nel mese di agosto, concordando le date per normali motivi di programmazione e agenda”.

Lo ha annunciato Claudio Ricci, portavoce del centrodestra e delle liste civiche. “Eviteremo accuratamente – spiega Ricci – polemiche su dettagli procedurali cercando, invece, di svolgere un’opposizione chiara e forte sulla sostanza, come già abbiamo fatto con circa 20 mozioni e atti legislativi. Vogliamo puntare su punti concreti e circostanziati, privilegiando proposte alternative all’attuale Giunta regionale, proprio per dimostrare che siamo in grado di governare l’Umbria molto meglio di quanto sta avvenendo”. Basterà attendere qualche giorno per osservare la capacità di proposta di agosto: mese dedicato, generalmente, all’abbronzatura.

 

Le commissioni consiliari

Prima – “Affari istituzionali e comunitari”: Andrea Smacchi (Pd) eletto presidente con 5 voti; Raffaele Nevi (Forza Italia) eletto vice presidente con 2 voti; Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale); Maria Grazia Carbonari (M5s); Gianfranco Chiacchieroni, Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli (Pd); Valerio Mancini (Lega nord).

Seconda – “Attività economiche e governo del territorio”: Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale) eletto presidente con 5 voti; Emanuele Fiorini (Lega nord) eletto vice presidente con 2 voti; Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli e Andrea Smacchi (Pd); Claudio Ricci (Rp); Andrea Liberati (M5s); Silvano Rometti (Socialisti riformisti).

Terza – “Sanità e servizi sociali”: Attilio Solinas (Pd) eletto presidente con 4 voti; Sergio De Vincenzi (Ricci presidente) eletto vice presidente con 2 voti; Eros Brega, Gianfranco Chiacchieroni (Pd), Maria Grazia Carbonari (M5s), Silvano Rometti (Sr), Marco Squarta (FdI).

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Regione. L’impresa della cultura https://www.lavoce.it/marini-il-futuro-imprese-culturali/ Thu, 23 Jul 2015 09:20:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39923 apertura-culturaRiuscirà l’Europa dove non è riuscita la politica? Avete presente le infinite code agli assessorati alla cultura regionale, provinciale e comunale, per chiedere finanziamenti per le più diverse iniziative culturali?

Dalla pubblicazione del libro alla rassegna di danza, dal restauro dell’affresco alla mostra d’arte moderna, dalla manifestazione storica ai concerti di musica varia, ecc ecc.

La coda in effetti negli ultimi anni si è sfoltita per mancanza di soldi, con annunci di “ultima edizione” di manifestazioni “per colpa” dell’ente pubblico di turno che non dà più il contributo.

Questo lo scenario in cui si pone il discorso che la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha tenuto lunedì 20 luglio, in un’affollatissima Aula Magna del complesso monumentale di San Pietro a Perugia, di fronte alle istituzioni e agli operatori della cultura della regione.

Uno degli incontri che sta tenendo con le diverse categorie sulle nuove politiche programmatiche per il quinquennio 2015-2020.

La presidente, insieme alla neo assessore alla cultura, Fernanda Cecchini, ha detto chiaramente che se non fosse per i fondi europei la Regione non avrebbe di che spendere per la cultura, ma per averli l’Europa mette delle condizioni che cambiano alla base il modo di pensare e soprattutto di operare del settore.

Le risorse “verranno meno nei prossimi anni sia per la gestione che per le spese ordinarie di mantenimento dei beni e delle attività culturali” ma, ha aggiunto Marini, “contemporaneamente potremo utilizzare quelle comunitarie previste per la creatività, per l’innovazione, per la formazione, (qualche decina di milioni di euro in 5 anni)”.

“L’Europa ci chiede di individuare i cosiddetti ‘grandi attrattori culturali’ della regione e l’Umbria nel suo insieme siamo convinti sia il più forte attrattore”, ha detto la Presidente evidenziando poi la necessità di “un nuovo modello organizzativo” per poter accedere ai Fondi comunitari, un modello che faccia “perno sulle imprese culturali, soprattutto per la gestione”, imprese che creino lavoro.

L’altra parola chiave, ha aggiunto, è il “fare rete” “per raggiungere dimensioni ed economie di scala significative”. Per la Presidente l’Umbria “è all’avanguardia in

termini di diffusione delle risorse culturali di qualità in tutto il territorio”. In tutto ci sono 120 musei tra pubblici e privati, compresi i 13 della Rete dei musei ecclesiastici dell’Umbria, ben rappresentati alla conferenza dalla vicepresidente Catia Cecchetti e altri consiglieri Meu.

Esistono già forme di rete “ma la situazione vede ancora singole iniziative chiuse nelle loro angustie gestionali e finanziarie”. Ha poi parlato della necessità di una “revisione della legislazione, arrivando ad una Legge quadro regionale in materia di cultura e della sua valorizzazione” visto che tra l’altro è cambiata in questo settore anche la legislazione nazionale.

Il tavolo dei relatori durante l’incontro della conferenza regionale della cultura
Il tavolo dei relatori durante l’incontro della conferenza regionale della cultura

Va fatto inoltre ogni sforzo “per ampliare la partecipazione dei privati e delle Fondazioni “sfruttando la recente legislazione nazionale che promuove tale partecipazione”. Infine nell’anno del Giubileo straordinario – ha sottolineato ancora la Marini – la collaborazione con la Conferenza episcopale umbra e con i referenti del più significativo patrimonio culturale dell’Umbria è fondamentale.

Alla conferenza erano pre

senti Franco Moriconi, rettore dell’Università degli studi di Perugia e presidente della Fondazione per l’Istruzione agraria, Francesco Tei, direttore Dipartimento di Scienze agrarie alimentari ed ambientali Università di Perugia, Luisa Montevecchi, segretario regionale Mibact per l’Umbria, Giorgio Armillei, coordinatore Consulta Cultura Anci Umbria, mons. Mario Ceccobelli, delegato Beni culturali della Ceu.

 

Beni culturali ecclesiastici anima della cultura umbra

Beni ecclesiastici. Per mons. Ceccobelli (Ceu) c’è bisogno di maggiore sinergia tra pubblico e privato. Necessari fondi non solo per la valorizzazione ma anche per la gestione

“Le diocesi umbre con le loro 500 e più parrocchie, e i santuari custodiscono la gran parte dei beni culturali della regione. Alcune chiese monumentali rappresentano esse stesse opere d’arte e richiamano migliaia di visitatori. Ma, al di là, dei grandi centri d’arte, vi è una miriade di chiese, cappelle,

oratori e conventi di indubbio valore artistico. Essi rappresentano la ‘vera anima’ della cultura umbra, che si è formata attraverso i secoli grazie alla fede e alla pietà popolare”. Ha sottolineato così l’importanza del patrimonio culturale delle Chiese umbre, mons. Mario Ceccobelli, intervenuto alla conferenza in rappresentanza della Conferenza episcopale umbra.

Un patrimonio immenso del quale “l’ente pubblico deve farsi carico poiché, anche se non gli appartiene giuridicamente, fa parte integrante dei beni pubblici della nostra terra” ha detto il vescovo ricordando “che le diocesi, le parrocchie e le comunità religiose a stento riescono a tutelare e prima ancora a salvare e rendere fruibili” beni tra i quali ci sono chiese “cariche di opere d’arte” ma chiuse da anni perchè non gli si può garantire adeguata custodia.

Mons. Ceccobelli ha poi ricordato il processo di inventariazione dei beni culturali ecclesiastici portato avanti grazie al contributo dell’otto per mille e della realtà della Rete museale ecclesiastica umbra, che comprende 13 musei. Ricordando la collaborazione e sinergia tra Rete museale e Regione mons. Ceccobelli ha chiesto “tavoli di lavoro periodici con l’assessorato e gli uffici competenti regionali” per poter formulare “progetti e iniziative in grado di consolidare e potenziare lo straordinario patrimonio culturale umbro”.

In questa direzione va anche la necessità di trovare, ha aggiunto, “la possibilità di finanziamenti non solo destinati alla valorizzazione ma anche alla gestione dei musei ecclesiastici”, indicando tra le necessità quella di “modificare le normative che impediscono alle diocesi dell’Umbria l’accesso ai finanziamenti europei”.

Di fronte alle tante emergenze evidenziatesi a seguito dei recenti censimenti sul patrimonio architettonico, storico artistico, archivistico e bibliografico attuato dalla diocesi umbre, difficili da gestire per mancanza di risorse pubbliche, Ceccobelli ha infine auspicato la “stipula di un Accordo di Programma Quadro coordinato dalla Regione con l’adesione dello Stato e della Conferenza episcopale umbra, rivolto a mettere insieme le competenze, le risorse economiche, l’individuazione di effettive priorità, da sostanziare in un programma operativo pluriennale che potrebbe essere un tentativo di soluzione di un problema che riguarda tutti”.

 

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Due donne al comando https://www.lavoce.it/due-donne-al-comando/ Thu, 16 Jul 2015 10:01:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39130 L’aula del consiglio regionale
L’aula del consiglio regionale

Non era mai successo nella storia politica dell’Umbria che due donne guidassero la Regione: Catiuscia Marini è stata riconfermata presidente per altri cinque anni e condurrà l’istituzione regionale in uno dei periodi più difficili dal punto di vista economico e sociale, Donatella Porzi è il nuovo presidente dell’assemblea regionale umbra, il 18° della storia regionale, ed è la prima donna a ricoprire questo incarico.

Questo primato di donne nella politica umbra vuol dire qualcosa? La nuova legge elettorale, con l’indicazione della parità di genere, anche nel voto, intendeva dare più spazio alle donne, anche da un punto di vista numerico.

È vero che la Porzi è stata la più votata della lista Pd, ma è anche vero che ha potuto godere di un vasto appoggio di riferimento (l’area Bocci, attraverso i suoi vari candidati “maschietti”, ha consentito di farle ottenere il titolo di Lady Preferenze).

Ma basta scorrere l’elenco dei consiglieri eletti a palazzo Cesaroni per osservare l’elezione di sole 4 donne, di cui 3 ai vertici, cioè la Marini, la Porzi e l’assessore Fernanda Cecchini, con il suo mega-assessorato, e l’unica rappresentante dell’opposizione che è Maria Grazia Carbonari del Movimento 5 stelle.

Probabilmente in Umbria ci sono donne che hanno le caratteristiche giuste per esercitare il mandato degli elettori. Va registrato il fatto che dal 2000 in poi una donna (prima Maria Rita Lorenzetti per dieci anni, ora la Marini che raggiungerà anch’essa questo traguardo) ha guidato l’esecutivo di palazzo Donini, una eccezione prettamente umbra.

Per la cronaca, la Porzi è stata eletta con i 13 sì della maggioranza grazie a un accordo interno nel Pd, e le 8 schede bianche delle opposizioni. Il centrodestra non ha proposto nessuno. Non c’è stata alcuna sorpresa anche per quanto riguarda i due vice presidenti, che sono per la maggioranza Marco Vinicio Guasticchi (indicato dal Pd) e Valerio Mancini per l’opposizione (il leghista è stato candidato da tutto il centrodestra).

Il primo è stato eletto con 12 voti, il secondo con 6. Nel suo discorso dopo l’elezione, la Porzi ha parlato della “necessità di un processo di avvicinamento dei cittadini alla politica e, quindi, alle istituzioni. Questa nostra Regione può e deve rivendicare di aver creato a partire dagli anni Settanta una identità regionale che si è tradotta in crescita e in direzione anche della qualità dei servizi”.

La Porzi ha invitato Giunta e consiglieri a “esprimersi con coraggio, a non aver paura delle innovazioni, ad alzare l’asticella con determinazione, pronti a dominare i processi, capaci a indirizzarli, consapevoli delle nostre potenzialità”. Visto che il “potere umbro è rosa”, perché non caratterizzarsi per qualche iniziativa particolare? Il consigliere Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale) ha proposto un taglio alle indennità dei consiglieri regionali, peraltro meno sostanziose rispetto a tante altre regioni. Quale migliore inizio, per la coppia di donne al comando, che rendere concreta questa iniziativa?

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Tre patti per la sicurezza https://www.lavoce.it/tre-patti-per-la-sicurezza/ Wed, 08 Jul 2015 08:03:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37791 La firma dei protocolli: Andrea Romizi, Antonella De Miro, Gianpiero Bocci, Catiuscia Marini, Nando Mismetti
La firma dei protocolli: Andrea Romizi, Antonella De Miro, Gianpiero Bocci, Catiuscia Marini, Nando Mismetti

Per sentirsi più al sicuro in casa propria e per strada, non basta il lavoro prezioso degli uomini e donne delle varie forze di polizia.

Servono invece l’impegno e la partecipazione attiva e coordinata degli organi dello Stato, delle istituzioni, dei cittadini e delle loro associazioni e comitati, che sempre più numerosi stanno nascendo in Umbria.

Di questo nuovo clima di “sicurezza partecipata” sono espressione i tre protocolli che venerdì scorso sono stati firmati nella Prefettura di Perugia dal sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci, dal prefetto Antonella De Miro, dai presidenti della Regione e della Provincia, Catiuscia Marini e Nando Mismetti, e dal sindaco perugino Andrea Romizi.

Prevedono un maggior coordinamento tra forze di polizia statali e vigili urbani e tra Stato e istituzioni locali, con scambi di informazioni frutto delle rispettive attività e banche dati, risorse fornite dalla Regione per nuovi strumenti e mezzi di trasporto e per la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori, controlli e vigilanza per la sicurezza del territorio anche con apparati di videosorveglianza.

Particolare attenzione verrà dedicata alla prevenzione delle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose nell’economia locale con l’esame incrociato sui contratti di appalto e sui fornitori della pubblica amministrazione, ma anche su lottizzazioni e cantieri privati e su acquisizioni e passaggi di proprietà di aziende e esercizi commerciali che potrebbero nascondere operazioni di riciclaggio di soldi della criminalità organizzata.

Il sottosegretario Bocci ha inoltre annunziato che nei mesi estivi arriveranno in Umbria una cinquantina tra carabinieri, poliziotti e operatori della Guardia di finanza.

Questi protocolli – ha detto il prefetto Antonella De Miro – sono il risultato di un “lavoro comune di tutte le istituzioni su strategie e azioni per rendere più vivibile il territorio. Contro la microcriminalità, ma anche – ha sottolineato – per alzare barriere contro il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra economia e nella nostra società. Protocolli – ha concluso il prefetto – che vogliono essere anche un punto di partenza per nuovi modelli operativi e organizzativi di questa sicurezza partecipata”.

La Regione – ha detto la presidente Marini – ha sottoscritto due di questi accordi: uno con il ministero dell’Interno per la sicurezza urbana in tutte le città dell’Umbria e l’altro per “Perugia sicura” insieme alla Prefettura, la Provincia e il Comune. “Siamo convinti – ha aggiunto – che questa sia la migliore strada per dare ai cittadini maggiore sicurezza, facendo ciascuno di noi la propria parte con spirito di leale collaborazione istituzionale e secondo il principio di sussidiarietà”.

Anche il sindaco Andrea Romizi ha sottolineato la “bontà” di “questo lavorare insieme” delle istituzioni ma – ha aggiunto – “è importante e fondamentale l’impegno diretto dei cittadini che vivono nelle aree critiche”.

Le statistiche – ha osservato il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti – dicono che negli ultimi anni è diminuito il numero dei reati denunciati ma i cittadini, in questi momenti di profondo disagio sociale, si sentono meno sicuri. Per questo – ha sottolineato – anche la Provincia, pur nelle tante incertezze del suo ruolo dopo la riforma dell’ente, non poteva mancare in questo progetto che vede le istituzioni e le forze di polizia “fare rete” per una risposta concreta alle preoccupazioni della gente.

Nel suo intervento il rappresentante del governo, il sottosegretario Bocci, ha detto che l’Umbria sta diventando un modello nelle politiche per la sicurezza con questo “lavorare insieme” di diversi soggetti che da “utenti diventano attori” e con la Regione che mette a disposizione risorse e servizi. Il protocollo per prevenire le infiltrazioni mafiose – ha aggiunto – “è un grande passo” e nell’insieme i tre accordi costituiscono una “bella e solida cornice” per affrontare con successo problemi e situazioni diverse, rispondendo così alla richiesta di maggiore sicurezza che arriva anche dalla gente dell’Umbria.

In sintesi

L’accordo triennale tra Regione e ministero dell’Interno per la sicurezza urbana prevede, tra l’altro, un maggiore coordinamento tra polizia, carabinieri, Guardia di finanza e vigili urbani, scambio di informazioni e sinergia tra le loro sale operative. La Regione fornirà ai vigili urbani veicoli a basso impatto ambientale e si impegnerà per il pronto utilizzo di beni confiscati alla mafia, che in Umbria sono una trentina. Beni che spesso restano per molto tempo inutilizzati per difficoltà burocratiche o perché mancano fondi per renderli agibili.

Con il protocollo biennale per prevenire le infiltrazioni mafiose, Prefettura e Comune di Perugia vigileranno insieme su appalti e contratti pubblici, anche per importi inferiori a quelli previsti dalla normativa antimafia. Accertamenti che verranno estesi anche alle attività private in settori economici ritenuti a rischio come quelli dell’edilizia e del commercio. È prevista anche un’azione comune per contrastare l’immigrazione irregolare, l’occupazione abusiva di edifici e irregolarità nella locazione di abitazioni.

È stato infine rinnovato il Patto per Perugia sicura (la prima firma è del 2008) che impegna Comune, Prefettura, Regione e Provincia. Verrà rafforzata la vigilanza delle forze di polizia non soltanto nel centro storico ma anche nelle periferie e nelle frazioni. Saranno intensificati i controlli in esercizi pubblici e abitazioni private considerate “a rischio”. Sarà potenziata la rete di videosorveglianza. La Regione, attraverso l’Ater, fornirà locali per posti di polizia nel centro storico.

Risposta importante ma insufficiente

Questi protocolli sono una risposta importante al problema altrettanto importante della sicurezza, sul quale si sono giocate tante campagne elettorali. Ma è una risposta parziale e insufficiente: un’aspirina per un malato che avrebbe bisogno di medicinali più forti.

La risposta vera è la “certezza della pena”, che in Italia non c’è. Abbiamo un Codice penale e un sistema giudiziario macchinoso e garantista a senso unico: nei confronti dell’indagato e imputato, ma non nei confronti di chi è vittima del reato. Inutile ricordare la lunghezza dei processi, con la tagliola della prescrizione e i tre gradi di giudizio necessari perché la pena diventi definitiva.

Così nell’attesa (mediamente sei anni, ma fino a dieci) di una sentenza definitiva della Cassazione, anche un imputato pluricondannato – ma formalmente incensurato – difficilmente resta a lungo in carcere. Il ladro, lo spacciatore, il rapinatore può continuare per anni a fare il suo “lavoro” e, se arrestato per l’ennesima volta, con un bravo avvocato esce dal carcere dopo pochi giorni.

Accade così che con i tanti disperati in fuga da povertà e guerre arrivano in Italia anche delinquenti che vengono a “lavorare” (spaccio, furti, ecc.) e dopo qualche anno – con qualche arresto e pochi giorni di carcere – tornano in patria con un bel gruzzolo per comprarsi una bella casa o un negozio. Alcune recenti indagini hanno dimostrato, ad esempio, che da un quartiere di Tunisi arrivano a Perugia persone che hanno già in tasca una mappa della città con i luoghi dello spaccio e i numeri di telefono di clienti e fornitori.

 

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“Il nostro obiettivo sarà la crescita” https://www.lavoce.it/il-nostro-obiettivo-sara-la-crescita/ Thu, 25 Jun 2015 08:44:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36585 La nuova giunta regionale
La nuova giunta regionale

È stata definita la nuova Giunta regionale, tra qualche volto nuovo (l’assessore esterno, in quota Psi, Giuseppe Chianella, e l’altro esterno, il prof. Antonio Bartolini, indicato dalla presidente Marini) e altri visi, targati Pd, molto conosciuti.

Si va dall’assessore confermata, con superdeleghe, Fernanda Cecchini a un altro uscente, il ternano Fabio Paparelli, fino a Luca Barberini, già consigliere regionale nella scorsa legislatura ed esponente di primo piano della cosiddetta area che fa riferimento al sottosegretario Gianpiero Bocci.

“Ho nominato la nuova Giunta regionale – ha detto la Marini – affidando ai cinque membri delle deleghe coerenti con la strategia programmatica e le priorità che avremo di fronte a noi in questa legislatura, il cui obiettivo principale è quello della crescita e dell’innovazione della nostra regione”.

Ha quindi ricordato che “il principio che mi ha ispirato nella scelta dei nuovi assessori è stato quello che richiede alla politica di riassumere su di sé le funzioni di scelta e di coordinamento delle azioni di governo.

Questo esecutivo segna anche il superamento di una modalità di concertazione con il resto delle autorità locali di governo, le forze sociali ed economiche. Vorremmo infatti avviare una modalità innovativa e originale nel confronto con il corpo della società regionale, seguendo modalità che siano più coerenti con la necessità di assumersi la responsabilità delle scelte delle azioni programmatiche, e anche della verifica del raggiungimento degli obiettivi”.

Gli assessori eletti – Cecchini, Paparelli e Barberini – hanno tenuto a precisare che non lasceranno il posto di consiglieri. In questo modo non daranno modo ai primi non-eletti di entrare in Consiglio percependo l’indennità; insomma, grazie a questa scelta non si peserà sulle casse regionali. È vero, ma, se non fossero stati scelti due assessori “esterni”, l’erario regionale ne avrebbe beneficiato ancora di più…

Per la composizione della Giunta non tutto è filato liscio. In particolare, all’interno del Psi. Nel momento in cui Silvano Rometti , pur eletto, si è reso conto che non avrebbe fatto parte dell’Esecutivo, è stato scelto, sostanzialmente con le stesse deleghe, un uomo di sua fiducia: il sindaco di Avigliano Umbro, Giuseppe Chianella , preferito, alla fine, a Claudia Bastianelli.

Ma le polemiche più dure sono arrivate dall’interno del Pd: a Terni per la scelta di Paparelli, ma, in generale, dalla sinistra Pd che non ha digerito l’esclusione dall’Esecutivo. “Escludere la sinistra – è detto in una nota – sia quella interna al partito sia quella esterna, rappresenta la scelta sbagliata, incoerente con il lavoro svolto da tutto il Pd prima del 31 maggio, che va nel senso opposto all’esito elettorale”.

La Giunta è nominata; restano da scegliere le presidenze delle Commissioni e soprattutto il presidente del Consiglio. Sembrano in lizza “lady-preferenze”, la bocciana Donatella Porzi, e l’ex presidente della Provincia di Perugia, Guasticchi. Ma non si escludono colpi di scena.

 

La Giunta e le deleghe

Il nuovo Esecutivo regionale, con l’applicazione della riforma, è composto dalla riconfermata presidente Catiuscia Marini (Pd) e da cinque assessori (non più otto). La Marini, alla seconda legislatura da presidente, in passato è stata sindaco di Todi, dal 1998 al 2007, ed è stata anche parlamentare a Strasburgo. La Presidente terrà per sé le deleghe che riguardano la programmazione, la gestione dei Fondi europei, la protezione civile, le politiche di parità, la promozione, l’internazionalizzazione dell’Umbria e – novità da mettere in rilievo – il bilancio.

Vice presidente è il ternano, in quota renziana, Fabio Paparelli (Pd), uno dei confermati della precedente Giunta. Ha iniziato il percorso politico nel Psdi come consigliere della Circoscrizione Tacito. Successivamente è stato consigliere comunale di Montecastrilli e assessore alla Provincia di Terni. Dal giugno 2013 è stato assessore regionale “esterno”. Al primo mandato come consigliere regionale, è risultato il primo degli eletti nella provincia di Terni. È docente in discipline giuridiche ed economiche. A lui vanno le deleghe a lavoro, formazione, competitività delle imprese e innovazione del sistema produttivo, infrastrutture digitali e rapporti con Sviluppumbria e Gepafin.

Altra riconfermata Fernanda Cecchini (Pd), con um mega-assessorato, dato che si occuperà di agricoltura, ambiente, caccia e pesca, ma anche di cultura, spettacolo e grandi manifestazioni. Tifernate, è stata sindaco della città dal 2001 al 2010, quando è stata eletta in Regione.

Luca Barberini (Pd di area “bocciana”) è il nuovo assessore alla sanità e al welfare. Il folignate sarà anche il “ministro per i rapporti col Parlamento”, ovvero la figura di raccordo con il Consiglio regionale. Di professione commercialista, ha guidato la Valle Umbra servizi spa, società di servizi pubblici nel territorio dell’area vasta Foligno-Spoleto-Valnerina. Nel 2010 è stato eletto nel Consiglio regionale dell’Umbria nella lista del Pd.

C’è pure un sindaco di un piccolo Comune del Ternano, Avigliano Umbro, tra i nuovi volti: è il socialista Giuseppe Chianella , nominato assessore alle infrastrutture, trasporti, riqualificazione urbana e centri storici.

Nella compagine governativa compare un esterno, un docente universitario di Diritto amministrativo all’Università di Perugia, Antonio Bartolini. A lui sono state conferite le seguenti deleghe: riforme, risorse umane e patrimoniali, agenda digitale, scuola ed edilizia scolastica.

 

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Il cambiamento c’è ma non si vede https://www.lavoce.it/il-cambiamento-ce-ma-non-si-vede/ Thu, 18 Jun 2015 11:11:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36219 palazzo_donini_perugiaLa presidente Catiuscia Marini pensa al quintetto dell’esecutivo, mentre il Psi si divide sul nome da proporre. Dovrebbe mancare poco all’ufficializzazione della nuova Giunta regionale uscita dal voto del 31 maggio.

Si danno per sicuri gli assessorati per Luca Barberini e Fernanda Cecchini, entrambi del Pd. Ma, per il resto, quello che un giorno sembra sicuro – il ternano Fabio Paparelli – il giorno dopo pare già dimenticato, per poi tornare magicamente in lizza.

Si è parlato a lungo di un “esterno” scelto dalla Marini, passando dal prof. Luca Ferrucci a un altro docente, Antonio Bartolini. C’è tanta tensione in casa socialista dopo le dimissioni del segretario regionale Aldo Potenza.

L’assessore uscente Silvano Rometti, rieletto in Consiglio, potrebbe essere di nuovo scelto, oppure vorrà segnalare qualcuno di fiducia (Claudia Bastianelli)?

Nella scelta degli assessori bisognerà considerare – visto che da 8 sono passati a 5 – il riferimento territoriale. Già ci sono stati alcuni territori, come Spoleto (basti pensare alla lista del Pd senza esponenti della città del Festival dei Due mondi), che si sono sentiti esclusi. C’è bisogno di coniugare il consenso elettorale con l’appartenenza politica e territoriale.

Forse il criterio preferibile sarebbe quello della competenza… ma non sempre viene posto al primo posto nella scala dei valori nella composizione di un esecutivo, non solo regionale. L’attesa per la definizione del nuovo esecutivo ha consentito a Claudio Ricci, il candidato del centrodestra sconfitto, di rilevare il fatto che “si continua, come se nulla fosse accaduto, a ipotizzare una Giunta regionale basata non sul cambiamento richiesto e sui progetti innovativi necessari ma, esclusivamente, come risultato di un esercizio di potere fra correnti interne e feudi, sempre più piccoli, da difendere”.

Ricci ha sottolineato che gli elettori umbri hanno inviato “un forte segnale di richiesta di cambiamento. Se ci fosse stata una legge elettorale normale, e non di dubbia costituzionalità, che avesse incluso il doppio turno modello-sindaci o almeno una soglia minima per avere il premio di maggioranza, la storia politica della Regione sarebbe già cambiata. Ma il centro-sinistra fa finta di non aver sentito il forte campanello d’allarme: dal vantaggio del 30 %  che aveva nel 2005 sul centro-destra, si è passati a uno striminzito 3 % del 2015, con ancora molte verifiche da fare. E l’Umbria scivola sempre più in basso, nell’assordante silenzio di molti”.

 

Chi vota (o non vota più) chi

Il voto umbro sotto la lente dell’Agenzia Umbria ricerche e dell’Università

La forbice tra centrosinistra e centrodestra è sempre più piccola; aumenta l’incidenza di Lega nord e M5s, con un forte incremento dell’astensione. Sono la fotografia del voto e le stime dei flussi elettorali delle elezioni regionali 2015 in Umbria, illustrati dal presidente di Aur (Agenzia Umbria ricerche), Claudio Carnieri, e da Bruno Bracalente del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. Si tratta di una situazione in movimento che fa emergere alcuni segnali presenti nelle più recenti consultazioni (le regionali del 2010 e le europee del 2014).

È stato sottolineato che il sistema politico regionale è diventato praticamente articolato in 4 poli: centrosinistra, centrodestra, Lega nord e  “grillini”, oltre al il fenomeno, sempre più diffuso, dell’astensionismo. Tra i dati più significativi, la riduzione del divario fra centrosinistra e centrodestra (rispetto alle regionali 2010 si è ulteriormente ridotto di 70 mila voti), marcando una distanza tra i due schieramenti di 18 mila voti, e l’incremento del non-voto che, sebbene fosse atteso, aumenta di 68 mila astensioni.

Il Pd ha perso molti consensi (24 mila voti rispetto al 2010) con un travaso di voti verso il centrodestra ma anche verso il M5s (14 mila) e la Lega nord (11 mila), secondo una tendenza che si era manifestata già nelle ultime politiche 2013 e nelle europee del 2014.

Da segnalare che, dei 150 mila voti di Pdl e Lega nord delle regionali 2010, ne sono rimasti solo 85 mila nell’ultima tornata elettorale. I voti mancanti, secondo l’analisi dei flussi, hanno preso la via del non-voto, delle liste del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, o sono stati dati esclusivamente al candidato presidente. La Lega nord ha ricevuto un forte afflusso di voti dal Pdl, dal Pd, ma anche dalla sinistra radicale (8%), che per il 25% ha scelto l’astensionismo e per il 20% ha votato M5s.

Per quanto riguarda il movimento di Beppe Grillo, assente alle precedenti regionali, il raffronto con le politiche 2013 dice che il suo elettorato origina dal centrosinistra (33 mila voti contro i 7 mila del centrodestra). Le liste minori di centrosinistra hanno invece beneficiato di una consistente quota di voti socialisti (il cui elettorato è rimasto fedele per il 40%), di flussi provenienti dal centrodestra e dal non-voto.

Le liste del centrodestra hanno funzionato per la candidatura di Ricci presidente, andando a ereditare un quarto dell’elettorato Pdl che non ha votato Forza Italia e il 45% dell’Udc.

 

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Regione. Chi comporrà l’ambita cinquina? https://www.lavoce.it/chi-comporra-lambita-cinquina/ Thu, 11 Jun 2015 10:04:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35388 L’aula del consiglio regionale dell’Umbria
L’aula del consiglio regionale dell’Umbria

Dopo il voto che ha confermato il centrosinistra e Catiuscia Marini alla guida dell’Umbria, oltre alla consueta analisi dei flussi elettorali, la composizione del nuovo esecutivo dovrebbe essere definito nei prossimi giorni.

Le norme riducono il numero degli assessori, che ora saranno cinque. La Presidente ha assicurato di voler mantenere autonomia nelle scelte, ma è chiaro che bisognerà considerare le “esigenze” dei partiti della coalizione (Pd, Psi e Sel) e, nella scelta tra i componenti del Partito democratico, inserire esponenti che possano coprire l’ambito territoriale e le varie “correnti”.

Nella riduzione del numero degli assessorati ci sarà spazio per nuovo blocco delle deleghe. Partiamo dai nomi in circolazione.

Donatella Porzi, già assessore alla Cultura della Provincia di Perugia, è stata la più votata in assoluto in Umbria, ma non sembra in corsa per un posto in Giunta.

Paiono più accreditati Fernanda Cecchini, Luca Barberini (area Bocci) e Fabio Paparelli (per coprire l’area di Terni). Rimangono a disposizione due posti, di cui uno dovrebbe andare ai socialisti, con Silvano Rometti in predicato di ulteriore conferma, anche se si fa il nome di Claudia Bastianelli.

Ma la questione è aperta perché, anche dal segretario regionale Pd, Giacomo Leonelli, ora entrato a palazzo Cesaroni, è stata lanciata la proposta di una squadra totalmente nuova. Al punto che la Segreteria regionale del Psi ha fatto presente di non voler accettare imposizioni che “provengono da esponenti di altre forze politiche”, sottolineando “la propria autonomia sull’indicazione di eventuali figure per ricoprire il ruolo di assessore, partendo dal consenso ricevuto dagli elettori e considerando che, con la riduzione a 5 unità della Giunta, chi ricoprirà questo ruolo dovrà possedere determinati requisiti per affrontare al meglio i problemi che la regione ha davanti”.

La presidente Marini vorrebbe un “tecnico” – si fa il nome del prof. Luca Ferrucci – per ricoprire l’incarico con le deleghe all’economia. Nell’accorpamento dei settori, per la riduzione del numero degli assessori, si sta pensando a mettere insieme sanità e welfare, poi agricoltura insieme a turismo e cultura, urbanistica con l’ambiente, lavori pubblici e trasporti e un’area che comprenda bilancio e sviluppo economico. La Marini, che ha tenuto a lungo la delega alla sanità nella legislatura passata, dovrebbe tenere per sé tutta l’area che comprende la programmazione legata ai Fondi europei.

 

I grillini (e non solo) fanno ricorso

Da più parti si è levata un’accusa di incostituzionalità contro la legge elettorale regionale

La proclamazione degli eletti da parte dell’ufficio centrale regionale – alla corte d’Appello – ha di fatto avviato la decima legislatura regionale, e così la presidente Catiuscia Marini e i 20 consiglieri sono entrati in carica.

Ma c’è una prima novità nel Movimento 5 stelle: eletta Maria Grazia Carbonari (1.085 voti) con 4 voti in più rispetto a Claudio Fiorelli (1.081). Gli stessi grillini hanno annunciato un ricorso al Tar contro la legge elettorale.

I deputati Filippo Gallinella e Tiziana Ciprini hanno spiegato che “per la difesa dei principi di democrazia e di rappresentanza territoriale, presenteremo subito dopo la proclamazione degli eletti, come prevede la legge, un nuovo ricorso, questa volta al Tar, contro l’Umbricellum. Ricorso presentabile sia dai candidati che dagli elettori. Siamo convinti che il Movimento 5 stelle e i suoi sostenitori siano stati penalizzati dalla nuova legge elettorale dell’Umbria, che prevede meccanismi manifestamente incostituzionali”.

“La nuova legge elettorale – ha sottolineato Gallinella -, votata a febbraio da palazzo Cesaroni, è stata tagliata e cucita su misura per il Pd per frenare l’emorragia di consensi, a garanzia dello status quo. Una legge ostile al pluralismo politico e sorda alla domanda di cambiamento urlata il 31 maggio scorso dagli elettori. Una legge ‘salva poltrone’, lesiva della rappresentanza territoriale”.

Va ricordato che diverse formazioni politiche hanno presentato ricorso contro la legge elettorale, considerata incostituzionale.

Intanto, con la proclamazione degli eletti sarà possibile costituire i gruppi consiliari ed entro il prossimo 30 luglio – cioè a 60 giorni dalla data di svolgimento delle elezioni – sarà convocata la seduta di insediamento del nuova Assemblea da parte del consigliere regionale più anziano di età. Contestualmente verrà eletto l’Ufficio di presidenza, che è composto dal presidente dell’Assemblea legislativa e da due vice presidenti. Per eleggere il Presidente nelle prime tre votazioni è necessaria la maggioranza di 4/5, cioè 17 consiglieri. Dalla quarta votazione in poi sarà sufficiente la maggioranza assoluta, quindi 11 consiglieri.

Una volta eletto il Presidente, si voteranno i due vice presidenti con la procedura del voto limitato: una modalità che consente alle opposizioni di essere rappresentate perché ogni consigliere può esprimere una sola preferenza. Nella prima seduta successiva, la presidente Catiuscia Marini esporrà il programma di governo e presenterà i componenti della Giunta regionale.

 

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L’Umbria non volta pagina … eppur qualcosa cambia https://www.lavoce.it/lumbria-non-volta-pagina-eppur-qualcosa-cambia/ Thu, 04 Jun 2015 12:13:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34699 marini-palazzo-cesaroni-elezioni-2015L’Umbria ha un nuovo Governo. “Nuovo” perché, pur nella riconferma della presidente Catiuscia Marini, tante cose sono cambiate. Anzitutto, la Giunta sarà assai diversa dalla precedente. Ma soprattutto è cambiata l’opposizione, più radicata grazie all’exploit di Ricci, e più “agguerrita” con la presenza, adesso numericamente rilevante, di Movimento 5 stelle e Lega nord. Resta infine da non sottovalutare e da capire il fenomeno dell’astensionismo

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