cassa integrazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cassa-integrazione/ Settimanale di informazione regionale Fri, 07 Aug 2015 08:02:52 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg cassa integrazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cassa-integrazione/ 32 32 Il peso storico degli “invalidi” https://www.lavoce.it/il-peso-storico-degli-invalidi/ Thu, 09 Jul 2015 09:16:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38060 La settimana scorsa ho parlato dei cento modi che ha uno Stato per indebitarsi con il nobile scopo di sostenere la capacità di spesa dei propri cittadini; e ho detto che uno dei tanti modi sono le pensioni di invalidità facili.

L’argomento ci tocca da vicino, perché l’Umbria è, se non la prima, una delle prime regioni in Italia per il numero di pensioni di invalidità in rapporto alla popolazione. Tutti falsi invalidi? Certamente no. Ma tra i due estremi (l’invalido vero e l’invalido falso) c’è una sterminata zona grigia popolata di mezzi invalidi, quasi invalidi, e gente che sta così così; il tutto, in un Paese dove un certificato medico compiacente non si nega a nessuno.

Da un po’ di tempo la legge ha reso più restrittivi i criteri e più severi i controlli; ma “ai bei tempi”, una cinquantina di anni fa, quando cominciavo a frequentare i tribunali, quasi la metà del lavoro del Tribunale civile di Perugia erano le cause dei cittadini contro l’Inps per farsi riconoscere l’invalidità e la relativa pensione.

Quelli che lo facevano non avevano neppure bisogno di cercarsi un avvocato e di pagarlo, perché ci pensavano i Patronati, con i soldi dello Stato. Regolarmente perdeva l’Inps, perché i giudici non potevano far altro che affidare il giudizio a un consulente tecnico medico, il quale riusciva sempre a stabilire che una malattia c’era (una malattia c’è sempre) e che ne derivava una certa percentuale di riduzione della capacità lavorativa (in realtà quell’individuo lavorava lo stesso, ma per la legge questo non contava).

Così gli invalidi con pensione diventavano un esercito e lo Stato aumentava piano piano quel debito che ancora ci pesa addosso. A chi diceva che tutti questi invalidi erano una follia, Ciriaco De Mita rispondeva: “Al Nord ci sono le industrie, e quando va male, hanno la cassa integrazione; al Centro-Sud le industrie non ci sono, la cassa integrazione non c’è, e in compenso abbiamo le pensioni di invalidità, ma la funzione sociale è sempre la stessa, si chiamano ammortizzatori sociali”.

Era giusto? Un po’ sì, forse. Ma a lungo andare tutto si paga, e duramente. Oggi tocca alla Grecia, domani…

]]>
Ast: comunque finisca, avrà strascichi pesanti https://www.lavoce.it/ast-comunque-finisca-avra-strascichi-pesanti/ Fri, 05 Dec 2014 11:49:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29331 thyssen-ansa-acciai-terniLa dura vertenza dell’Ast si è conclusa. Dell’accordo firmato al Mise mercoledì tutte le parti si dicono soddisfatte, ma quanto accaduto lascerà strascichi pesanti nel tessuto sociale ed economico della regione. Dopo quattro mesi di dure trattative, 36 giorni consecutivi di sciopero e la preoccupazione per le sorti della siderurgia italiana, dell’occupazione e della dignità del lavoro – anche Papa Francesco è intervenuto con parole forti: “Con il lavoro non si gioca”, – ora si spera veramente che questo possa essere un nuovo avvio.

Per quello che riguarda la questione licenziamenti, tecnicamente la soluzione l’hanno data tutti quei lavoratori che hanno firmato per l’esodo volontario incentivato, addirittura in numero maggiore rispetto ai 290 dichiarati dall’azienda. A loro andranno 80 mila euro lordi e la prospettiva, soprattutto per i più giovani, di andare all’estero in cerca di miglior fortuna; che è comunque un segnale preoccupante di sfiducia nei confronti della politica ed economia italiana. A seguito di questo esodo si dovrà verificare la funzionalità degli impianti, visto che a lasciare il posto di lavoro sono essenzialmente operai, mentre tra gli esuberi previsti nel Piano industriale erano comprese anche altre figure professionali.

L’accordo che è stato raggiunto prevede un piano di rilancio su 4 anni per garantire un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni; un piano investimenti; una politica commerciale adeguata; la tutela dei contratti a tempo determinato e apprendisti; un integrativo che prevede 40 euro per la presenza domenicale; maggiorazioni confermate; premio di 723 euro per tutti legato alle certificazioni Iso; un percorso per garantire la tutela anche dei lavoratori delle ditte terze. Per altri 400 lavoratori si prospetta comunque la cassa integrazione ordinaria a seguito della mancanza di ordinativi e delle perdite di commesse per lo sciopero di oltre un mese.

Da parte loro le istituzioni locali, con la presidente della Regione Marini e il sindaco e presidente della Provincia di Terni, Leopoldo Di Girolamo, hanno messo a disposizione un pacchetto di risorse derivanti dai fondi strutturali per il sostegno alle aziende dell’indotto Ast. Il Governo invece ha messo in campo una serie di misure che permetteranno ad Ast di risparmiare una buona parte di quei 100 milioni di euro che erano tra gli obiettivi del piano.

I sindacati hanno dichiarato l’immediata sospensione dei presìdi alle portinerie e la revoca dello sciopero. Dopo l’incontro dei lavoratori in assemblea, i contenuti dell’ipotesi di accordo saranno messe a votazione tramite referendum nei giorni prossimi.

]]>
Crisi: non siamo ancora fuori dal tunnel https://www.lavoce.it/crisi-non-siamo-ancora-fuori-dal-tunnel/ Fri, 14 Nov 2014 14:10:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29010 export-prodotti-tipici-umbriLa ripresa non c’è. L’ economia va male in tutto il mondo, e sta rallentando anche la crescita di Paesi in via di sviluppo come la Cina e l’India. Anche l’Europa, compresa la Germania, si è fermata. In Italia va ancora peggio, e i dati economici dell’Umbria, con la crisi dell’acciaio e della Ast di Terni, sono addirittura un po’ più gravi di quelli nazionali. È il preoccupante quadro dell’economia regionale delineato dall’indagine congiunturale della Banca d’Italia per i primi nove mesi del 2014.

È stato molto esplicito il direttore della filiale di Perugia, Marco Ambrogi, nella presentazione del documento alla stampa. “Le notizie – ha esordito – non sono buone. I dati indicano un generale peggioramento. Calano i consumi e la domanda interna, la disoccupazione ha raggiunto il massimo storico (46 mila disoccupati in Umbria con una percentuale record dell’11,5%), gli imprenditori, sfiduciati, non investono, e le banche non fanno credito ad aziende e famiglie”.

Dopo ben sei anni di crisi, contrariamente a tanti annunci, non si vede la luce in fondo al tunnel. “L’ottimismo dell’anno scorso e dei primi mesi del 2014 – ha aggiunto – e tutte le previsioni di un’inversione di tendenza, seppure modesta, si sono dimostrate infondate. Questi ultimi dati di ottobre ci dicono che le cose, anche in Umbria, sono andate ben diversamente da quanto anche aziende e famiglie speravano: la crisi è lunga, non si vede la fine”.

Finora, se i consumi interni diminuivano, le aziende che esportavano il made in Italy riuscivano in qualche modo a tenere a galla la nostra economia e l’occupazione. Adesso però la crisi sta diventando globale, con qualche eccezione come l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Annaspa tutta l’Europa e si sono fermate nazioni in forte crescita come Brasile, Sudafrica, India e Russia. “La Cina per ora tiene – ha detto il direttore della filiale perugina della Banca d’ Italia – ma con preoccupanti segnali di instabilità”.

Record negativi e qualche raggio di sole

Una disoccupazione da record, la crisi dell’acciaio, e qualche segnale positivo dal settore turismo

La situazione economica dell’Umbria è stata illustrata in particolare da Paolo Guaitini del Nucleo per la ricerca economica della Banca d’Italia. Nell’industria, il 40% delle aziende nei primi nove mesi del 2014 hanno segnalato una diminuzione del fatturato. A questo punto, gli imprenditori sperano che ormai si sia toccato il fondo e che per l’immediato futuro possa cominciare una inversione di tendenza. “Apettative – ha detto – che sono però caratterizzate da tanta incertezza e molta più prudenza che nel passato”. Speranze e sentimenti analoghi a quelli delle famiglie, che si augurano che il peggio sia passato. Nel primo semestre sono diminuite anche le esportazioni (-2%) tornate ai livelli del 2007. Un calo dovuto al crollo di acciaio e metalli (-15%). Negli altri settori invece, complessivamente, l’export umbro continua a crescere di quasi il 3%, ma la percentuale era del 7,2 nel 2013. Merito soprattutto di quelle aziende del comparto automotive che forniscono accessori per le auto e di quelle che producono macchinari. Si attenua la crescita del’export per tessile e abbigliamento, mentre si ferma un altro settore fondamentale per l’economia umbra: l’agroalimentare. L’edilizia, altro settore importante della economia umbra, è sempre in piena crisi; mentre è in lieve ripresa il mercato delle case, con un volume di affari che comunque è dimezzato rispetto agli anni prima della crisi. Nel commercio calano i consumi, e dunque anche le vendite al dettaglio, soprattutto nei negozi più piccoli, mentre cresce il fatturato della grande distribuzione. Allarmanti i dati sulla disoccupazione, salita al livello record dell’11,5%: dall’inizio della crisi (2008) in Umbria si sono persi 23.000 posti di lavoro. Tra i disoccupati aumenta il numero dei lavoratori autonomi. È in calo anche il ricorso alla cassa integrazione, ma solo perché non ci sono più soldi sufficienti per finanziarla, e così sono sempre di più le famiglie che restano senza stipendio e senza cassa integrazione. Chi invece un impiego lo trova, deve accontentarsi di contratti a tempo determinato. C’è però anche “qualche raggio di sole” – sono parole di Guaitini – per il turismo. Nei primi nove mesi di quest’anno le presenze sono cresciute dell’1,1% dopo che però erano calate del 6% nel biennio precedente. Ma è un dato non del tutto positivo, perché sono diminuiti i turisti stranieri (che dovrebbero essere la linfa per la crescita del settore), i soggiorni sono sempre più brevi, e sono in calo anche gli arrivi all’aeroporto San Francesco, la porta dell’Umbria verso il mondo.

Focus

Non basta più l’export per salvarci

I dati dell’indagine della Banca d’Italia dimostra che bisogna sostenere l’export, ma anche che questo non basta più a salvare – da solo – la nostra economia. Dunque dobbiamo rilanciare i consumi interni; e per far crescere i consumi ci vogliono stipendi più alti e meno disoccupati. Ma le aziende non assumono (anzi, licenziano) perché i consumi calano. Dunque siamo sempre al cane che si morde la coda. E allora, forse c’è qualcosa che non va in un sistema economico mondiale dove negli ultimi decenni (lo dicono tutte le statistiche) i poveri sono sempre di più e stanno diventando più poveri, mentre i ricchi sono sempre più ricchi. Solo che i ricchi sono pochi, e anche se consumano molto, non bastano a far ripartire l’economia. Mentre se fossero i tanti poveri ad avere un po’ più di soldi da spendere…

]]>
Il presidente nazionale delle Acli incontra le istituzioni di Perugia e territorio https://www.lavoce.it/il-presidente-nazionale-delle-acli-incontra-le-istituzioni-di-perugia-e-territorio/ Fri, 28 Feb 2014 14:43:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22859 L’intervento di Bottalico durante l’incontro con alcuni lavoratori della ex Merloni
L’intervento di Bottalico durante l’incontro con alcuni lavoratori della ex Merloni

Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, ha visitato l’Umbria il 24 e 25 febbraio: un tour per incontrare le istituzioni locali, alcune realtà produttive in difficoltà ed esperienze di solidarietà organizzate dalla società civile e dalle Acli della regione e delle provincie di Perugia e Terni.

Molti gli incontri in programma nella provincia di Perugia, particolarmente significativi quelli previsti con il card. Gualtiero Bassetti, con la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, con il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi, con il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e con l’assessore di Fossato di Vico Luigina Mirabassi.

Estremamente cordiali gli incontri del presidente Acli con Boccali, Marini e Guasticchi, in cui sono stati toccati i temi del sociale (le Acli – è stato ribadito – sono vicine ai cittadini e alle famiglie in difficoltà) e del welfare nuovo, basato sulla fiscalizzazione che porta a un corretto utilizzo dei Fondi europei.

Nel pomeriggio, Bottalico, accompagnato da una delegazione, ha incontrato il neo-cardinale Bassetti. Un momento di grande gioia e cordialità. Il Cardinale, ringraziando le Acli per le opere sociali svolte nel territorio umbro, ha citato Leone XIII chiedendo alle Acli di rinnovare la riflessione e la formazione sulla dottrina sociale della Chiesa: “Le Acli tutti i giorni sono vicine alle famiglie e alle persone per rinnovare la parola del Vangelo e per fare insieme il cammino di fede”.

Poi la delegazione si è trasferita a Fossato di Vico dove Bottalico, accompagnato dal presidente regionale e provinciale, ha incontrato una delegazione del Comitato dei lavoratori della ex Merloni. Dopo una breve introduzione del presidente del circolo “Ora et labora”, Pirrami, sulle problematiche economiche del territorio eugubino-gualdese, ha preso la parola il portavoce del Comitato dei lavoratori della ex Merloni, Gianluca Tofi, il quale denuncia il ritardo del pagamento della cassa integrazione e della mancanza di un piano industriale della proprietà. “Senza quest’ultimo – aggiunge – le speranze per circa 1.200 dei lavoratori sono precluse”.

Bottalico, oltre a portare la solidarietà delle Acli nazionali, ha assicurato un suo personale interessamento alle problematiche della ex Merloni e dei suoi lavoratori, portando le richieste fino al neo-ministro del Lavoro. E chiederà l’ammissione dello stesso Comitato al Tavolo governativo.

Prima dell’incontro, aveva visitato due sedi fossatane dei Circoli: “Ora et labora” e Centro storico. Poi tutti insieme al circolo Acli di Purello per trascorrere un momento conviviale.

Il presidente provinciale delle Acli di Perugia Ladis Kumar Antony Xavier ha sottolineato come questi incontri rappresentino la testimonianza e l’impegno delle Acli di Perugia per essere sempre più vicine alle tante persone e famiglie colpite dagli effetti della crisi economica e sociale.

]]>
Il lavoro resta un’incognita https://www.lavoce.it/il-lavoro-resta-unincognita/ Thu, 13 Feb 2014 16:03:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22244 artigianato“Purtroppo non ci sono buone notizie per i giovani” dice il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, commentando i dati appena rilasciati dal sistema informativo Excelsior, relativi al primo trimestre 2014 in provincia dei Perugia. In questo periodo – aggiunge – “la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni si attesta attorno al 28% del totale, circa 5 punti in meno rispetto al trimestre precedente”. Stesso discorso per le donne: “Se teniamo conto delle assunzioni per cui le imprese considerano uomini e donne ugualmente adatti a esercitare la professione, e ripartendole in proporzione a quanto espressamente dichiarato, le opportunità per le donne in provincia di Perugia risultano pari al 35% del totale: erano il 55% nel trimestre precedente”.

In generale, dalle proiezioni Excelsior emerge come i contratti attivati nel primo trimestre dell’anno dovrebbero essere circa 1.710, il 40% in meno rispetto ai quasi 3.000 dello stesso trimestre dell’anno precedente. Così come a livello nazionale, risultano in diminuzione sia le assunzioni di lavoratori dipendenti effettuate dalle imprese (-40%) sia i contratti atipici (-42%).

Gli interventi della Cassa integrazione guadagni (Cig) restano piuttosto elevati, segnalando una costante eccedenza di lavoratori nelle imprese. Nella media del trimestre settembre-novembre 2013, l’eccedenza di manodopera nelle imprese della provincia di Perugia può essere stimata attorno a 4.400 occupati equivalenti a tempo pieno, di cui oltre 3.600 nell’industria e poco meno di 800 nei servizi.

La componente più penalizzata è quella del lavoro dipendente, per la quale si prevedono, nell’arco del trimestre, 1.150 assunzioni e 1.980 uscite, vale a dire circa 830 posizioni di lavoro in meno.

Le assunzioni di lavoratori dipendenti rappresentano il 67% della domanda di lavoro espressa dalle imprese che operano nella provincia. Anche in questo trimestre la maggior parte delle assunzioni sarà a tempo determinato: 660 unità in termini assoluti, vale a dire il 57% del totale provinciale. Queste saranno finalizzate soprattutto a “testare” i candidati prima di una possibile assunzione stabile, raggiungendo in questo caso le 240 unità (il 21% del totale provinciale).

A queste si aggiungeranno 160 assunzioni per far fronte a picchi di attività e altrettante per realizzare attività stagionali (14%), mentre circa 110 saranno destinate a sostituire lavoratori temporaneamente assenti (9%).

Le assunzioni stabili (a tempo indeterminato o con un contratto di apprendistato) saranno a loro volta pari a 450 unità, vale a dire il 39% del totale. In particolare, i contratti di apprendistato potranno interessare oltre il 40% dei giovani di cui si prevede l’assunzione. Ulteriori dati sul sito internet www.pg. camcom.gov.it.

]]>
Sangemini, Sgl Carbon, Ast: i destini di tre imprese https://www.lavoce.it/sangemini-sgl-carbon-ast-i-destini-di-tre-imprese/ Fri, 06 Dec 2013 14:11:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20931 Ast---Manifestazione-3Tre fabbriche, tre destini dai quali dipende il presente e il futuro di migliaia di dipendenti, e quindi di famiglie della Conca ternana e oltre, in questo momento di crisi generalizzata e severa in atto da molto tempo e la cui soluzione positiva non sembra tanto vicina.

La Sangemini acque minerali, il cui fallimento sembrava imminente, ha forse trovato un salvatore, un acquirente costituito da un gruppo di aziende interessate alle acque minerali che ha come capogruppo la Norda e un forte appoggio finanziario da Unicredit. Il piano industriale per il rilancio è ora all’esame del Tribunale e si hanno fondatissime speranze per l’approvazione.

Un’azienda, invece, che si trova ora nel pieno della crisi è la Sgl Carbon di Narni Scalo. C’è il rischio che venga chiusa perché la multinazionale proprietaria – con sede in Germania – pare abbia questa intenzione. La fabbrica ha di molto ridotto la produzione, e la metà dei lavoratori è in cassa integrazione.

I sindacati stanno mettendo in atto tutte le azioni possibili per il mantenimento dell’azienda, con l’appoggio di tutte le istituzioni. C’è stato uno sciopero generale nel Comune di Narni, con in testa il Sindaco. Anche il Governo nazionale si è mosso in difesa del sito di Narni, dichiarando la necessità che rimanga in Italia in quanto necessario all’industria nazionale. Per intanto, anche per la Sgl Carbon si sta trovando un acquirente.

Una vicenda quasi incomprensibile sta accadendo per le Acciaierie di Terni. Due anni fa, l’Ast è stata venduta, compreso il Tubificio con i centri servizi e commerciali, dalla ThyssenKrupp alla Outukumpu finlandese. L’Antitrust europeo ha fatto obbligo a questa di vendere a sua volta l’Ast per ragioni antimonopolistiche, ed è cominciata la ricerca del compratore. Alla fine del secondo anno, il compratore era stato individuato nella cordata italo-francese Aperam-Arvedi-Marcegaglia, e si aspettava da un momento all’altro la firma del contratto con il nuovo acquirente.

Colpo di scena finale, la diffusione della notizia che l’Ast era stata rivenduta alla ThyssenKrupp. Le ragioni non sono state rivelate, ma sono intuibili e non rassicuranti: come può la Tk avere interesse a ricomprare l’Ast che era stata venduta perché non le interessava più la produzione di acciaio inossidabile? La cosa non è chiara, i sindacati sono inquieti e chiedono spiegazioni. Il Governo si muova. Ne va di mezzo un’intera città e territorio, anzi migliaia di esseri umani che dovrebbero essere sempre al centro di qualsiasi azione anche economico-finanziaria.

]]>
15 novembre, sciopero generale Cgil-Cisl-Uil anche in Umbria. Perché https://www.lavoce.it/15-novembre-sciopero-generale-cgil-cisl-uil-anche-in-umbria-perche/ Thu, 07 Nov 2013 15:04:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20468 Bandiere e manifestanti in una protesta congiunta di Cgil, Cisl e Uil
Bandiere e manifestanti in una protesta congiunta di Cgil, Cisl e Uil

Per venerdì 15 novembre Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato sciopero generale per l’intera giornata, per tutta l’Umbria. La manifestazione regionale si svolgerà a Perugia con concentramento alle ore 9.30 in piazza Partigiani; la manifestazione avrà inizio alle ore 10 in piazza Repubblica.

I tre sindacati confederali hanno presentato le ragioni dello sciopero accompagnandole con una serie di richieste rivolte sia al Governo nazionale che a quello regionale. In generale, la decisione è dettata da “un giudizio negativo sulla legge di stabilità presentata dal Governo nazionale, perché non determina la svolta necessaria ad uscire dalla crisi. Dalla crisi si esce puntando sul lavoro e sulla buona occupazione” e perché ciò avvenga ritengono necessarie delle scelte precise.

Al Governo nazionale Cgil, Cisl e Uil chiedono, tra l’altro, “una effettiva restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti e ai pensionati; riduzione fiscale alle imprese finalizzata a investimenti e occupazione; finanziamento della cassa integrazione, e la soluzione dell’annosa questione degli esodati;

la difesa del welfare, misure efficaci di contrasto alla povertà e per la non autosufficienza; la rivalutazione del potere di acquisto delle pensioni; valorizzare il lavoro pubblico e riformare la pubblica amministrazione; dare certezze e occupazione ai giovani… È inoltre irrinunciabile che la legge di stabilità compia scelte vere di politica industriale”.

In Umbria la crisi del lavoro e dell’economia è sempre più pesante e richiede interventi urgenti. Ecco perciò le scelte su cui i sindacati chiedono di puntare:

1) ridefinire e rafforzare il ruolo del Tavolo dell’alleanza per l’Umbria potenziando gli strumenti di concertazione e di contrattazione territoriale, anche per rideterminare l’utilizzo delle risorse pubbliche, orientandole con maggiore selettività verso progetti innovativi capaci di generare maggiore occupazione, a fronte della nuova programmazione 2014-2020;

2) riformare il Tavolo delle crisi presso la Regione, strutturandolo come tavolo permanente che si occupi di tutte le crisi in atto e non solo di quelle dichiarate dalle singole aziende (“cabina di regia”);

3) riaprire un confronto vero con le associazioni datoriali per ridare ruolo alla contrattazione aziendale e territoriale sul versante dell’innovazione di processo e di prodotto;

4) dare priorità alle aziende manifatturiere, che definiscono progetti per l’occupazione femminile e giovanile;

5) rideterminare il ruolo di marketing territoriale proprio delle agenzie regionali Sviluppumbria e Gepafin, di concerto con la cabina di regia della Regione;

6) rilanciare un’azione unitaria del sindacato sui temi del welfare, nei confronti del Governo regionale e dei Comuni, allo scopo di ridare centralità all’azione di contrasto alle diseguaglianze, alla povertà ed esclusione sociale, che con la crisi si sono notevolmente accentuate anche in Umbria, con il conseguente aumento di domanda sociale, che rischia di rimanere disattesa a fronte di una riduzione di risorse pubbliche destinate al welfare;

7) rimodulare le politiche fiscali di Regione, Province e Comuni sulla base di principi di equità e progressività, riducendo il peso per i redditi medio-bassi; sostenere il ruolo e la funzione del trasporto pubblico locale e dei servizi alla persona anche e non solo dal punto di vista della qualità delle infrastrutture, favorendo un processo vero e funzionale di riforma istituzionale;

8) si richiede inoltre il ripristino delle risorse per la non autosufficienza, come previsto dalla legge e dal Fondo regionale (Prina).

“Per determinare le condizioni di una nuova idea di sviluppo – concludono – è necessario affrontare nel Tavolo dell’alleanza per l’Umbria il tema delle politiche industriali, a sostegno della soluzione delle crisi e di una maggiore incisività nel promuovere azioni nazionali e locali per garantire investimenti e occupazione. Nei confronti del Governo nazionale c’è la necessità di promuovere azioni di mobilitazione al fine di rivendicare interventi e risorse nei processi di reindustrializzazione, indispensabili per le soluzioni delle tante crisi dei settori produttivi. Per questo si richiede la necessità di rendere agibile l’accordo di programma per l’area ex Merloni (fascia appenninica) l’attivazione delle procedure per una strumentazione a sostegno delle difficoltà del sistema produttivo ternano (riconoscimento dell’area di crisi complessa)”.

]]>
Contributi della Regione per dare una casa agli sfrattati https://www.lavoce.it/contributi-della-regione-per-dare-una-casa-agli-sfrattati/ Thu, 05 Sep 2013 10:32:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18847 sfratti-proteste-crisiNel 2012, secondo un’indagine condotta dal ministero degli Interni e dall’Istat, la Provincia di Perugia era al decimo posto in Italia per gli sfratti, con 984 esecuzioni. Nel 2013 l’Umbria rischia di superare i 1.300 sfratti, di cui circa il 90 per cento per “morosità incolpevole”. Secondo l’indice della sofferenza abitativa, in provincia di Perugia si rileva in media una sentenza di sfratto ogni 56 famiglie, e in provincia di Terni addirittura una sentenza ogni 50 famiglie. Dall’altra parte, ci sono almeno 40 mila vani sfitti o invenduti. Dati preoccupanti.

Ne è consapevole l’assessore regionale alle Politiche abitative, Stefano Vinti, che lunedì scorso a palazzo Donini ha illustrato le nuove disposizioni regionali per la concessione di contributi onde agevolare il reperimento di nuovi alloggi da destinare alle famiglie sfrattate.

“Abbiamo inquilini senza case e case senza inquilini – ha sottolineato Vinti -. Per questo la Giunta ha lavorato per approvare tutti i provvedimenti possibili per aiutare le famiglie in difficoltà”. L’obiettivo del provvedimento – per cui la Regione ha messo sul piatto un milione e mezzo di euro – è agevolare l’incontro tra domanda e offerta nel mercato privato della locazione, mediante l’erogazione di contributi e incentivi ai proprietari che mettano a disposizione alloggi liberi. “In questo modo – ha continuato Vinti – contiamo di poter reperire almeno 300 alloggi a canone concordato”.

Gli alloggi disponibili saranno individuati dall’Ater regionale (Azienda territoriale dell’edilizia residenziale) attraverso un bando pubblico regionale rivolto ai proprietari privati di alloggi liberi, che potranno offrire la propria disponibilità indicando le caratteristiche della casa, tra cui il canone di locazione che dovrà comunque essere “concordato”.

Successivamente l’Ater predisporrà singoli elenchi degli alloggi disponibili in ciascun Comune, ordinandoli per grandezza e dando priorità a quelli meno onerosi sotto il profilo del canone di locazione. I contributi regionali, che verranno erogati ai proprietari, non potranno superare i 200 euro mensili e andranno a integrare il canone di locazione del nuovo alloggio, fino al miglioramento della situazione economica della famiglia o comunque non oltre i 24 mesi. Sono previsti, inoltre, due ‘bonus’ di 200 euro per i proprietari che concordano un canone minimo, e altri 200 euro per gli affittuari se il costo dell’affitto è superiore al 15 per cento del reddito.

Trovati gli alloggi, l’Ater provvederà ad individuare, attraverso un bando pubblico regionale, le famiglie beneficiarie. La graduatoria definitiva sarà formulata tenendo conto del grado dei diversi possibili livelli di sfratto, del reddito Isee del 2012 e della composizione del nucleo familiare.

Chi potrà beneficiare del bando

Per beneficiare del bando regionale occorre aver un provvedimento esecutivo di sfratto per “morosità incolpevole”. L’inadempienza nei pagamenti deve dipendere esclusivamente da una significativa riduzione del reddito, intervenuta dopo la stipula del contratto di affitto, causata da licenziamento (escluso quello per giustificato motivo soggettivo e le dimissioni volontarie); collocazione in cassa integrazione ordinaria o straordinaria o in stato di mobilità; mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipico; cessazione di attività libero-professionali o di imprese registrate alla Ccia aperte da almeno 12 mesi; malattia grave o invalidità di uno dei componenti il nucleo familiare che abbia comportato la necessità di far fronte a documentate spese mediche e assistenziali di particolare rilevanza; decesso del componente il nucleo familiare unico percettore di reddito.

]]>
Altro ciclone in vista per l’Eugubino: il caso Indesit https://www.lavoce.it/altro-ciclone-in-vista-per-leugubino-il-caso-indesit/ Thu, 13 Jun 2013 09:28:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17287 Manifestazione-IndesitLa situazione economico-occupazionale del comprensorio e della fascia appenninica si aggrava sempre più pesantemente. La descrivono con crudezza alcuni dati forniti dal consigliere regionale Andrea Smacchi riferiti ai Comuni di Gubbio, Sigillo, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Valtopina, Scheggia, Valfabbrica: 711 aziende hanno fatto richiesta della cassa integrazione in deroga per un totale di 2.749 lavoratori, più di 14.000 persone non hanno un lavoro o sono in regime di ammortizzatori sociali, 8.433 sono gli iscritti ai Centri per l’impiego, ben 4.009 risiedono nell’Eugubino.

Un quadro così preoccupante rischia di aggravarsi ancora per effetto della crisi del gruppo Indesit Company nei cui stabilimenti marchigiani di Melano ed Albacina lavorano maestranze provenienti da Gubbio, Gualdo Tadino, Scheggia, Sigillo, Fossato, da quella fascia appenninica che sta soffrendo più di qualsiasi altra realtà regionale.

Il piano illustrato dalla Indesit alle organizzazioni sindacali prevede in tutto 1.425 esuberi, di cui 480 negli stabilimenti di Albacina e Melano. “Per noi è una notizia sconvolgente – ha dichiarato un componente del direttivo Uil – destinata ad avere riflessi drammatici”.

Una vicenda che si aggiunge alle crisi dell’ex Antonio Merloni, della Faber dell’edilizia e di tanti altri comparti. “Quello che rischia di verificarsi nel territorio della fascia appenninica – ha dichiarato Smacchi – è un vero tsunami che può mettere a repentaglio la tenuta economica e sociale di una vasta area dell’Umbria e delle Marche. Per questo – ha annunciato – ho depositato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale, poiché ritengo necessaria ed urgente un’azione concreta ed incisiva dell’Umbria su una vicenda che ci riguarda molto da vicino”. La presidente Marini – prosegue – dovrebbe chiedere “un incontro all’amministratore delegato di Indesit Company Marco Milani, come ha fatto il presidente delle Marche, Spacca. Un’azione sinergica delle due Regioni può e deve essere messa in campo”, così come è tempo di cogliere “l’occasione della nuova programmazione dei fondi strutturali 2014 -2020 per prevedere una serie di interventi miranti alla reindustrializzazione delle aree più depresse”.

In questa situazione, preziosa e lungimirante la recente firma della convenzione Caritas-Cariperugia-Comune-Cesvol che mette insieme risorse (100 mila euro, servizi compresi) da destinare ai bisogni immediati ed urgenti (affitti, cibo, servizi, medicine, ecc.). È il momento che la solidarietà si esprima con massima generosità.

]]>