Carlo Franzoni Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/carlo-franzoni/ Settimanale di informazione regionale Thu, 02 Dec 2021 18:38:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Carlo Franzoni Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/carlo-franzoni/ 32 32 Don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni ordinati sacerdoti. Bassetti: “Siate liberi e gioiosi” https://www.lavoce.it/don-marco-briziarelli-don-simone-pascarosa-e-don-marco-pigoni-odinati-sacerdoti-bassetti-siate-liberi-e-gioiosi/ Sat, 25 Jun 2016 17:29:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46541

«Carissimi don Marco, don Simone e don Marco, io e voi abbiamo cominciato, nello stesso giorno, il 4 ottobre 2009, una bellissima avventura nella nostra vita. In quel giorno io facevo l’ingresso nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e voi entravate al Seminario Regionale di Assisi per iniziare il propedeutico. Ma devo dire che, soprattutto, abbiamo camminato assieme perché fin dagli inizi della mia presenza a Perugia vi ho conosciuto, mi sono interessato di voi ed ho seguito la vostra crescita, umana, spirituale e vocazionale. Di tutto questo ringraziamo il Signore». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, che il 29 giugno celebrerà il suo 50° anniversario di sacerdozio, ha esordito nell’omelia dell’ordinazione presbiterale di don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato pomeriggio 25 giugno. A concelebrare insieme al cardinale, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, il vescovo ausiliare Paolo Giulietti e numerosi sacerdoti. A presentare i candidati al sacerdozio è stato mons. Carlo Franzoni, rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dove attualmente studiano 19 seminaristi perugino-pievesi insieme a 23 provenienti dalle altre sette Diocesi dell’Umbria. Tutti loro si sono ritrovati in San Lorenzo per far festa ai tre compagni che hanno ricevuto, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del loro pastore, l’ordinazione presbiterale entrando a far parte del Clero diocesano che attualmente conta 115 sacerdoti. Oltre ai familiari e agli amici dei tre neo presbiteri, sono giunti in cattedrale numerosi fedeli dalle comunità parrocchiali dove loro prestano servizio pastorale: un segno di amicizia, stima e vicinanza a coloro che si accingono a servire totalmente il popolo di Dio. E’ stato un pomeriggio di grande festa per l’intera comunità diocesana che si è arricchita di tre giovani sacerdoti cresciti nella fede in famiglia, in parrocchia, nei loro luoghi di studio, di lavoro e di vita. Il cardinale Bassetti ai tre ordinandi: «Voi sarete i nuovi messaggeri, i nuovi apostoli…». «Ciascuno di voi, certamente ha avuto la propria chiamata – ha proseguito il cardinale Bassetti nell’omelia – e vi ha corrisposto con i propri doni e la propria generosità e oggi si consegna nelle mani del vescovo. Egli, come il pane e il vino del sacrificio eucaristico, vi presenta, vi offre e vi consacra per tutta la vita al Signore. Certo, ascoltando la pagina del Vangelo di oggi, si dovrebbe dire che come propagandista e promotore delle sue idee Gesù è davvero particolare, un caso unico! Ad uno che gli dice: “Ti seguirò ovunque tu vada!”, risponde: “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ad un altro che gli dice: “Seguimi” – e questo gli risponde di lasciarlo andare prima a seppellire suo padre -, Gesù risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Ad un altro ancora, certamente generoso, che si era proposto: “Ti seguirò Signore, prima però lascia che mi congeda da quelli di casa”, il Maestro dà una risposta ancora più secca: “Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto per il regno di Dio”. Tutto questo vale anche per noi. Gesù non illude, non è disposto a concedere sconti: Anzi, sembra quasi voglia scoraggiare quelli che desiderano seguirlo. Non riduce le sue pretese, non concede agevolazioni, non scende a patti e presenta il suo ideale all’insegna della croce e del difficile. Gesù, cari figli, è esigente, non vuole mezze misure. Non vuole troppe nostalgie e rimpianti. Diceva Paolo VI: “Non può diventare cristiano chi non sa preferire la perfezione difficile, alla mediocrità facile”. Se vi è una cosa che non si può perdonare ad un cristiano e soprattutto ad un prete, è proprio la mediocrità. Ricordatelo bene, carissimi ordinandi, che oggi soprattutto l’incisività e la forza di penetrazione del messaggio di Cristo, dipende in gran parte dalla credibilità dei messaggeri. Voi sarete i nuovi messaggeri, voi sarete i nuovi apostoli, e dal vostro stile di vita dipenderà in gran parte l’adesione a Cristo degli uomini e delle donne del nostro tempo». «Cristo pontefice della nuova alleanza sceglie alcuni tra i fratelli…». Il cardinale, rivolgendosi ai fedeli in San Lorenzo, ha detto: «L’ordinazione di Marco, Simone e Marco ci fa sperimentare come “Cristo pontefice della nuova alleanza, con affetto di predilezione, sceglie alcuni tra i fratelli, e con l’imposizione delle mani li fa partecipi del suo ministero di salvezza”: è un’esperienza che si ripete mediante il ministero del Vescovo e riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi ma tutta la Chiesa. Sono grato innanzitutto ai tre ordinandi che si consegnano liberamente per ricevere l’imposizione delle mani, come sono grato al Seminario che li ha formati, alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali di origine e di destinazione durante gli anni della formazione, un grazie affettuoso ai molti sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi qui presenti e ai tanti ragazzi e giovani che rendono più bella, con la loro partecipazione, questa ordinazione al presbiterato». «La misericordia è il cuore di Cristo!» E i sacerdoti, «per avere questo cuore», devono «essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile del “possesso” … causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti». Poi rivolgendosi ai tre ordinandi, il cardinale ha detto loro: «Cari figli, la gratuità del vostro donare sarà il segno che voi avrete appieno compreso di essere dei gratificati: dare gratuitamente per essere credibili servi di misericordia. Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. La misericordia è il cuore di Cristo! E voi, per avere questo cuore, dovete essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile passione del “possesso” che, facendo cadere nell’avarizia e nel rinchiudersi in se stessi, è causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti. Liberi, distaccati da tutto, innamorati solo di Cristo e della gente, come ci ripete continuamente Papa Francesco, per poter essere servi di misericordia, con un cuore puro, che si sente “donato” agli altri e quindi sempre in atteggiamento di totale generosità. Servi liberi e gioiosi! Dal momento che è l’Amore che vi elegge e vi manda, voi, come i dodici apostoli, inviati ad annunciare il Regno di Dio, avrete un nome nuovo, un nome di predilezione e di grazia. Un nome inconfondibile ed unico che rimarrà sempre stampato, con il Carattere, per tutta l’eternità». «Affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero». Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, rivolgendosi sempre ai tre ordinandi, ha ricordato loro: «Da oggi sarete affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero. La nostra Chiesa ripone in voi tanto affetto e una grande fiducia: siate testimoni di speranza per un mondo diviso e per ciò stesso mondo di solitudini, di angosce che, come un arido deserto, ha sete soltanto di Dio. Fratelli e sorelle, preghiamo perché questi tre nuovi presbiteri possano vivere ed operare, portando sempre speranza. Preghiamo anche perché dietro di loro una schiera di giovani venga nel futuro a vivere, nello stesso spirito, per prepararsi alla stessa missione. Affidiamo Marco, Simone e Marco alla Vergine Maria delle grazie, così venerata in questa nostra Cattedrale, perché, come madre premurosa, li custodisca sempre nell’amore di Dio e dei fratelli      ]]>

«Carissimi don Marco, don Simone e don Marco, io e voi abbiamo cominciato, nello stesso giorno, il 4 ottobre 2009, una bellissima avventura nella nostra vita. In quel giorno io facevo l’ingresso nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e voi entravate al Seminario Regionale di Assisi per iniziare il propedeutico. Ma devo dire che, soprattutto, abbiamo camminato assieme perché fin dagli inizi della mia presenza a Perugia vi ho conosciuto, mi sono interessato di voi ed ho seguito la vostra crescita, umana, spirituale e vocazionale. Di tutto questo ringraziamo il Signore». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, che il 29 giugno celebrerà il suo 50° anniversario di sacerdozio, ha esordito nell’omelia dell’ordinazione presbiterale di don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato pomeriggio 25 giugno. A concelebrare insieme al cardinale, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, il vescovo ausiliare Paolo Giulietti e numerosi sacerdoti. A presentare i candidati al sacerdozio è stato mons. Carlo Franzoni, rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dove attualmente studiano 19 seminaristi perugino-pievesi insieme a 23 provenienti dalle altre sette Diocesi dell’Umbria. Tutti loro si sono ritrovati in San Lorenzo per far festa ai tre compagni che hanno ricevuto, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del loro pastore, l’ordinazione presbiterale entrando a far parte del Clero diocesano che attualmente conta 115 sacerdoti. Oltre ai familiari e agli amici dei tre neo presbiteri, sono giunti in cattedrale numerosi fedeli dalle comunità parrocchiali dove loro prestano servizio pastorale: un segno di amicizia, stima e vicinanza a coloro che si accingono a servire totalmente il popolo di Dio. E’ stato un pomeriggio di grande festa per l’intera comunità diocesana che si è arricchita di tre giovani sacerdoti cresciti nella fede in famiglia, in parrocchia, nei loro luoghi di studio, di lavoro e di vita. Il cardinale Bassetti ai tre ordinandi: «Voi sarete i nuovi messaggeri, i nuovi apostoli…». «Ciascuno di voi, certamente ha avuto la propria chiamata – ha proseguito il cardinale Bassetti nell’omelia – e vi ha corrisposto con i propri doni e la propria generosità e oggi si consegna nelle mani del vescovo. Egli, come il pane e il vino del sacrificio eucaristico, vi presenta, vi offre e vi consacra per tutta la vita al Signore. Certo, ascoltando la pagina del Vangelo di oggi, si dovrebbe dire che come propagandista e promotore delle sue idee Gesù è davvero particolare, un caso unico! Ad uno che gli dice: “Ti seguirò ovunque tu vada!”, risponde: “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ad un altro che gli dice: “Seguimi” – e questo gli risponde di lasciarlo andare prima a seppellire suo padre -, Gesù risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Ad un altro ancora, certamente generoso, che si era proposto: “Ti seguirò Signore, prima però lascia che mi congeda da quelli di casa”, il Maestro dà una risposta ancora più secca: “Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto per il regno di Dio”. Tutto questo vale anche per noi. Gesù non illude, non è disposto a concedere sconti: Anzi, sembra quasi voglia scoraggiare quelli che desiderano seguirlo. Non riduce le sue pretese, non concede agevolazioni, non scende a patti e presenta il suo ideale all’insegna della croce e del difficile. Gesù, cari figli, è esigente, non vuole mezze misure. Non vuole troppe nostalgie e rimpianti. Diceva Paolo VI: “Non può diventare cristiano chi non sa preferire la perfezione difficile, alla mediocrità facile”. Se vi è una cosa che non si può perdonare ad un cristiano e soprattutto ad un prete, è proprio la mediocrità. Ricordatelo bene, carissimi ordinandi, che oggi soprattutto l’incisività e la forza di penetrazione del messaggio di Cristo, dipende in gran parte dalla credibilità dei messaggeri. Voi sarete i nuovi messaggeri, voi sarete i nuovi apostoli, e dal vostro stile di vita dipenderà in gran parte l’adesione a Cristo degli uomini e delle donne del nostro tempo». «Cristo pontefice della nuova alleanza sceglie alcuni tra i fratelli…». Il cardinale, rivolgendosi ai fedeli in San Lorenzo, ha detto: «L’ordinazione di Marco, Simone e Marco ci fa sperimentare come “Cristo pontefice della nuova alleanza, con affetto di predilezione, sceglie alcuni tra i fratelli, e con l’imposizione delle mani li fa partecipi del suo ministero di salvezza”: è un’esperienza che si ripete mediante il ministero del Vescovo e riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi ma tutta la Chiesa. Sono grato innanzitutto ai tre ordinandi che si consegnano liberamente per ricevere l’imposizione delle mani, come sono grato al Seminario che li ha formati, alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali di origine e di destinazione durante gli anni della formazione, un grazie affettuoso ai molti sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi qui presenti e ai tanti ragazzi e giovani che rendono più bella, con la loro partecipazione, questa ordinazione al presbiterato». «La misericordia è il cuore di Cristo!» E i sacerdoti, «per avere questo cuore», devono «essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile del “possesso” … causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti». Poi rivolgendosi ai tre ordinandi, il cardinale ha detto loro: «Cari figli, la gratuità del vostro donare sarà il segno che voi avrete appieno compreso di essere dei gratificati: dare gratuitamente per essere credibili servi di misericordia. Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. La misericordia è il cuore di Cristo! E voi, per avere questo cuore, dovete essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile passione del “possesso” che, facendo cadere nell’avarizia e nel rinchiudersi in se stessi, è causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti. Liberi, distaccati da tutto, innamorati solo di Cristo e della gente, come ci ripete continuamente Papa Francesco, per poter essere servi di misericordia, con un cuore puro, che si sente “donato” agli altri e quindi sempre in atteggiamento di totale generosità. Servi liberi e gioiosi! Dal momento che è l’Amore che vi elegge e vi manda, voi, come i dodici apostoli, inviati ad annunciare il Regno di Dio, avrete un nome nuovo, un nome di predilezione e di grazia. Un nome inconfondibile ed unico che rimarrà sempre stampato, con il Carattere, per tutta l’eternità». «Affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero». Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, rivolgendosi sempre ai tre ordinandi, ha ricordato loro: «Da oggi sarete affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero. La nostra Chiesa ripone in voi tanto affetto e una grande fiducia: siate testimoni di speranza per un mondo diviso e per ciò stesso mondo di solitudini, di angosce che, come un arido deserto, ha sete soltanto di Dio. Fratelli e sorelle, preghiamo perché questi tre nuovi presbiteri possano vivere ed operare, portando sempre speranza. Preghiamo anche perché dietro di loro una schiera di giovani venga nel futuro a vivere, nello stesso spirito, per prepararsi alla stessa missione. Affidiamo Marco, Simone e Marco alla Vergine Maria delle grazie, così venerata in questa nostra Cattedrale, perché, come madre premurosa, li custodisca sempre nell’amore di Dio e dei fratelli      ]]>
Iniezione di speranza per una terra povera… e per noi https://www.lavoce.it/iniezione-di-speranza-per-una-terra-povera-e-per-noi/ Wed, 05 Aug 2015 10:31:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=41858 Il Vescovo con un gruppo di bambini della scuola materna della missione in Albania
Il Vescovo con un gruppo di bambini della scuola materna della missione in Albania

Mons. Frano Ilia aveva trascorso quasi tutta la sua vita sacerdotale in carcere e ai lavori forzati in Albania. Dopo la fine della dittatura marxista-leninista, Giovanni Paolo II si recò in Albania il 25 aprile 1993, e lo consacrò vescovo. Mons. Frano, nonostante le prove subite e la difficile situazione della Chiesa, aveva un grande zelo apostolico e soprattutto aveva a cuore la difficile situazione dei cattolici delle montagne.

Bene o male, nei luoghi più vicini al mare, in pianura e facilmente raggiungibili, si stava stabilendo una presenza di missionari, soprattutto italiani. Ma le montagne erano un po’ tagliate fuori a causa della difficoltà nel raggiungere luoghi impervi con strade impossibili.

In quegli anni la nostra diocesi, sulla spinta degli avvenimenti internazionali e stimolata dal vescovo mons. Grandoni, aveva intrapreso un’opera di aiuto alla Chiesa albanese. Il primo villaggio a essere aiutato fu Kalmetj, molto povero, non molto distante dal mare; lì avvenne la conoscenza con le suore tedesche suor Gratias e suor Bernardette e il desiderio di collaborare per il servizio alla Chiesa e ai poveri.

Così mons. Ilia ci inviò a Fushë Arrëz, una cittadina nel nord Albania per poter riorganizzare la Chiesa, difficile da raggiungere e priva di qualsiasi struttura. Una missione che all’inizio sembrava impossibile, ma ciò che appare impossibile agli uomini è possibile a Dio.

Così nell’aprile di 20 anni fa iniziò questa avventura. I primi che accompagnarono le suore e organizzarono l’apertura del cantiere furono don Carlo Franzoni e don Claudio Calzoli, e a questo inizio seguì una grande mobilitazione di sacerdoti e di laici della nostra diocesi.

Naturalmente gli albanesi furono ben contenti di avere una presenza della Chiesa, anche perché almeno nominalmente la quasi totalità era cattolica. Quegli anni furono un’esperienza entusiasmante per tutti, preti e laici che, nonostante le difficoltà, anche per raggiungere il luogo, non hanno mai fatto mancare la loro presenza.

Nel 1995, durante l’estate, anche il vescovo mons. Grandoni si recò nella missione, che aveva voluto far dedicare a san Giuseppe, e nel mese di agosto del 1995 celebrò all’aperto una grande veglia dove amministrò battesimi e cresime: fu la “Pasqua” di Fushë Arrëz, la rinascita della Chiesa di Cristo. Oltre alle opere sociali si costruì la grande chiesa di San Giuseppe, punto di riferimento non solo per Fushë Arrëz ma per tutta una vasta zona costellata da numerosi villaggi.

La chiesa di San Giuseppe in Albania
La chiesa di San Giuseppe in Albania

Quest’anno, il 2 agosto, il nostro vescovo mons. Benedetto Tuzia, con don Marcello Cruciani, don Riccardo Ceccobelli, alcuni volontari della prima ora tra cui Bruno Valentini di San Venanzo, papà di don Francesco, Giuseppe Gervasi di Pozzo e altri che hanno lavorato molto in questa missione, sono ritornati a Fushë Arrëz.

Inoltre ci sono un gruppo di giovani con Sajmir, un ragazzo albanese di Fushë Arrëz che da molti anni vive a Todi, ed è un giovane cattolico molto impegnato. Molti gli appuntamenti importanti da vivere insieme con la comunità locale, tra cui il Grest per i ragazzi albanesi. Si andrà nei numerosi villaggi che fanno parte della giurisdizione della parrocchia di San Giuseppe.

Ricordi del passato ma anche presenza viva oggi, per una Chiesa, quella albanese, composta da tanti bambini e giovani. Saranno ricordati i martiri di questa Chiesa, con la visita ad alcuni luoghi dove hanno sofferto per la fede. La settimana si snoderà tra questi momenti d’impegno, di preghiera e di gioia con la consapevolezza che, nonostante le prove e le difficoltà, il Signore non abbandona li suo popolo. “Un’iniezione di speranza – mi diceva alla partenza don Marcello Cruciani – anche per noi che qualche volta siamo tanto scoraggiati dalle nostre situazioni ecclesiali e sociali”.

 

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Ordinazione diaconale di Luca Castrica https://www.lavoce.it/ordinazione-diaconale-di-luca-castrica/ Fri, 12 Dec 2014 12:06:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29467 Un momento dell’ordinazione diaconale di Luca Castrica (Foto di Giorgio Valdisserri)
Un momento dell’ordinazione diaconale di Luca Castrica (Foto di Giorgio Valdisserri)

Lunedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, alle ore 17 nella concattedrale di Todi ha avuto inizio la messa presieduta dal vescovo mons. Tuzia, nella quale Luca Castrica, 34 anni, originario di Acquasparta, è stato ordinato diacono. Una celebrazione coinvolgente vissuta da tutti con profonda commozione e gratitudine al Signore, per la sua chiamata, e a Luca, per la sua coraggiosa risposta.

Sono state ascoltate con grande attenzione le parole con le quali mons. Carlo Franzoni, rettore del Seminario regionale di Assisi, ha presentato l’ordinando, sottolineando come si sia lasciato guidare nel suo percorso, con docilità, dallo Spirito santo.

Ha ricordato infatti le significative esperienze da lui vissute in seno alla comunità di Acquasparta e all’Azione cattolica parrocchiale e diocesana, anche come educatore e animatore, gli ottimi risultati conseguiti nello studio della Chimica, il cammino dei 10 Comandamenti frequentato nel convento di Monteripido al tempo degli studi universitari, l’anno vissuto a Todi nella comunità propedeutica al Seminario e il successivo periodo di ulteriore discernimento, formazione e vita comunitaria al Seminario regionale; quest’ultima importante anche per il confronto con giovani provenienti da altre realtà.

Senza dimenticare quanto vissuto a Roma presso le suore di Madre Teresa di Calcutta, a Umbertide dai monaci di Betlemme e in alcune parrocchie in cui ha prestato servizio il fine settimana negli ultimi anni. Nel giugno scorso, Luca ha conseguito il baccellierato, discutendo la tesi sul culto al Sacro Cuore di Gesù, e ora è al sesto anno di formazione pastorale, che lo impegna alcuni giorni ad Assisi, mentre negli altri collabora con la comunità presbiterale di Todi.

Lunedì scorso Luca ha pronunciato il suo “eccomi”, divenendo diacono, servitore della Chiesa di Orvieto-Todi, circondato dall’affetto dei familiari, i genitori Fausto e Doria, la sorella Elena, il cognato, il nipotino …, del presbiterio diocesano, di tanti amici e di quanti – formatori e sacerdoti delle parrocchie dove è cresciuto e ha operato – lo hanno accompagnato e sostenuto nel cammino. A tutti è andato un sentito ringraziamento da parte del Vescovo.

Tale ordinazione diaconale si è intrecciata con la festa dell’Immacolata, una festa – ha detto mons. Tuzia nell’omelia – “che sa di pulito in un mondo intossicato”.

“Rallègrati… non temere… lo Spirito santo scenderà su di te…” sono le parole dette dall’angelo a Maria, tratte dal Vangelo della solennità, che il Vescovo ha ripreso, rivolgendole a Luca.

“Rallegrati, gioisci, sii felice, figlio – gli ha detto – perché la gioia viene dai volti e Lui, il Volto dei volti, Gesù, è con te… Non temere (espressione scritta nella Bibbia tante volte quanti sono i giorni dell’anno), non avere paura!… Lo Spirito scenderà su di te e ti conformerà a Cristo, servo del Padre, servo degli uomini da Lui amati”.

Con il suo eccomi, Luca, come Maria, ha fatto della sua vita un dono d’amore, per servire con la gioia nel cuore. “Con commozione – ha concluso mons. Tuzia – possiamo questa sera contemplare in te il cuore di un giovane innamorato di Gesù”.

Toccante la liturgia dell’ordinazione e tutta la celebrazione, animata nel canto da un insieme di cori di varie parrocchie, coordinati dai maestri Marco Onofri, don Lorenzo Romagna, Marco Venturi e don Mario Venturi.

Le parole e i ringraziamenti finali di Luca, espressi con decisione e calore e tutti introdotti dall’espressione: “Ho visto Dio in …” (in tutte situazioni concrete che il neo-diacono ha voluto condividere per chiedere ai presenti preghiere per continuare a scorgere la presenza viva di Dio in ogni situazione, anche quelle di sofferenza, e per essere servitore secondo il Suo cuore), hanno lasciato intravedere ulteriormente il suo cuore innamorato.

La festa è continuata nei locali dell’episcopio dove tanti ragazzi e adulti hanno con gioia preparato e servito un ottimo rinfresco.

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Seminario Regionale. Concluso l’anno formativo https://www.lavoce.it/seminario-regionale-concluso-lanno-formativo/ Fri, 04 Jul 2014 12:28:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25924 rettore-Seminario-Regionale-Assisi-“Saluto volentieri i superiori e gli alunni del Pontificio Seminario Regionale Umbro…” affermò Papa Benedetto XVI a conclusione della visita in Assisi del 17 giugno 2007, testimonianza della sua trepidazione verso nuove vocazioni. Giovedì 26 giugno scorso la comunità del Seminario regionale, guidata dal neorettore don Carlo Franzoni (nominato nel settembre 2013), insieme a collaboratori esterni e benefattori, ha posto a termine l’anno formativo con una celebrazione presieduta nella cappella interna dal vescovo di Città di Castello Domenico Cancian, che si è direttamente rivolto ai seminaristi: “Il Signore faccia fruttificare il vostro impegno alla luce dell’amore di Gesù. Impossibile essere discepoli di Gesù con un cuore duro o ambivalente, ‘torbido come il grasso’”.

Don Carlo Franzoni, classe 1953, ordinato sacerdote dal vescovo Lucio Decio Grandoni e già vicario della diocesi di Orvieto- Todi, scrive nella rivista del seminario Cor unum che nel momento in cui i vescovi umbri gli proposero di assumere la responsabilità di rettore “… fondamentali per me furono le figure di tre rettori che si succedettero nell’arco di cinque anni: don Oscar Battaglia, don Agostino Rossi e don Pietro Bottaccioli”. Ha poi dichiarato di voler seguire il solco tracciato dal predecessore don Nazzareno Marconi recentemente nominato vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia.

“Nazzareno – afferma don Carlo – ha dato al Seminario un’impronta formidabile, permettendo fra l’altro il ritorno nella sede originaria danneggiata dal terremoto del ’97. Manca purtroppo il recupero delle ali laterali. I progetti sono stati definiti ma non esistono finanziamenti. Circa le responsabilità degli educatori, occorre creare un clima condiviso fra giovani di diversa provenienza e cultura; importante valorizzare il tirocinio pastorale dei seminaristi, altrettanto opportuno tenere aperto un confronto con il mondo esterno.

Non a caso l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti (oggi cardinale) lanciò on-line (l’11 novembre 2013) il sito internet del Seminario. Il vescovo Sorrentino garantisce una sistematica presenza. Proficua risulta la mia unità d’intenti con il vicerettore Gian Luca Bianchi, con il padre spirituale don Mario Salciarini, con il responsabile del Propedeutico don Simone Sorbaioli, con l’economo don Giuliano Salciarini”.

Il seminario ospita 25 seminaristi e 10 studenti dell’anno propedeutico. Se si scorre l’agenda annuale raccontata nella rivista Cor Unum, si riscontrano appuntamenti e circostanze dettagliate della vita interna del seminario, arricchite da molte fotorafie. Quelle che maggiormente interessano chi è esterno al seminario sono le foto dei singoli seminaristi di cui oltre al volto si trova la diocesi di origine e lo stato del percorso formativo.

Dal periodico del seminario veniamo a capire che i giovani sono in continuo contatto con il mondo esterno e non rinchiusi in un convento, avendo come vocazione l’incontro con il popolo di Dio e quindi capaci di intessere relazioni positive con le persone.

Al compito dello studio e della vita di preghiera e di formazione spirituale si unisce anche un’educazione e formazione alle virtù umane proprie di chi vorrà essere guida e punto di riferimento spirituale per tutte le categorie di persone che sono normalmente present in una comunità parrocchiale. Per un piccolo esempio in questo senso possiamo citare il corso di musica affidato al maestro Paolo Ciacci iniziato già da alcuni mesi.

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Marco Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri. Bassetti: “abbiate l’odore delle pecore!” https://www.lavoce.it/marco-lorenzo-e-matteo-ordinati-presbiteri/ Sat, 28 Jun 2014 18:21:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25882

matteo lorenzo e marco neo sacerdoti diocesaniMentre fuori, in piazza IV Novembre e in Corso Vannucci, e anche sulle scalette della cattedrale, la città viveva un ordinario sabato pomeriggio di fine giugno, con i festeggiamenti per i matrimoni celebrati nel palazzo comunale di fronte, lo shopping e il passeggio di perugini e turisti, nella Cattedrale di San Lorenzo la Chiesa perugino-pievese stava pregando per Marco, Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri nella vigilia della solennità dei ss. Pietro e Paolo. L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti all'inizio della liturgia ha rivolto un saluto ai tre ordinandi, i familiari e amici, ai fedeli tutti e ai presbiteri, e in particolare ai formatori del Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi nel quale  gli ordinandi si sono formati, l'attuale Rettore don Carlo Franzoni e il padre spirituale don Mauro Salciarini. Sul presbiterio, accanto all'arcivescovo emerito di Perugia Giuseppe Chiaretti, c'erano mons Nazzareno Marconi, predecessore di Franzoni e vescovo eletto di Macerata, e mons. Paolo Giulietti, vescovo eletto di Termini Imerese ausiliare di Perugia - Città della Pieve. Il cardinale Bassetti nell’omelia ha ricordato di quando, parlando ai giovani durante la recente Visita pastorale li invitava a guardare “sempre in alto perché c’è anche per voi uno spirito che chiama ed una perla preziosa da trovare, per cui vale la pena di dare la propria vita”. “Voi figli carissimi - ha aggiunto - questa perla l’avete trovata perciò, io stasera, ancora una volta vi dico: guardate a Lui per essere sacerdoti secondo il suo cuore e con “l’odore delle pecore”. Guardate a Lui e non lasciate cadere a vuoto neppure una delle sue parole. Guardate a Lui e ascoltatelo. Guardate a Lui che vi conosce con l’effusione del suo Spirito, perché possiate sempre agire in suo nome nella sua persona. Proclamate sempre la Parola ai piccoli, ai poveri, agli emarginati, ai sofferenti, ai bimbi, ai giovani e alle famiglie, con tenacia e coraggio. I tempi sono difficili, ma sono formidabili. Questo è il tempo dell’andare, è il tempo della missione; è il tempo dell’Evangelii gaudium; è il tempo in cui ci viene chiesto di metterci sotto la Parola e di essa proclamarci servi, come Maria di Nazareth”. Il cardinale Bassetti ha esortato i tre ordinandi, nel ricordare che «il Santo Padre ha parlato più volte di ‘Chiesa in uscita’”, di essere “sempre disponibili a lasciare per andare. La nostra Chiesa ha bisogno di presbiteri che sappiano giocarsi la vita e vendere la propria pelle per Cristo. Cari figli non esitate a buttarvi nell’avventura del dialogo, dell’incontro, del servizio, dell’amore sincero verso le persone che vi saranno affidate. Se vorrete rendere facile il vostro sacerdozio, ma al tempo stesso tradirlo, ‘dispensatevi dal cercare gli altri e state ad aspettare che essi vengano a cercare voi!’. Sono parole accorate di Paolo VI, pronunciate quaranta anni fa. Se penserete alle tante persone che sono fuori dalla conoscenza di Cristo (qualche volta venite a fare un giro notturno in piazza IV Novembre e cercate di incrociare lo sguardo di qualche giovane…), allora vi sentirete spinti da Cristo a ricercare, con tutte le vostre forze, coloro che non hanno più chi li ami, chi li ricerchi e chi li vada a ritrovare. Non andate a letto tranquilli la sera senza esservi domandati: Signore cosa ho fatto oggi per cercare quelle anime? È solo la carità di Cristo che brucia dentro e spinge sempre a servire e ad amare. Concludo dicendovi: sarà sempre nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola, i sacramenti e l’esempio edificate la Casa di Dio, che è la Chiesa”.]]>

matteo lorenzo e marco neo sacerdoti diocesaniMentre fuori, in piazza IV Novembre e in Corso Vannucci, e anche sulle scalette della cattedrale, la città viveva un ordinario sabato pomeriggio di fine giugno, con i festeggiamenti per i matrimoni celebrati nel palazzo comunale di fronte, lo shopping e il passeggio di perugini e turisti, nella Cattedrale di San Lorenzo la Chiesa perugino-pievese stava pregando per Marco, Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri nella vigilia della solennità dei ss. Pietro e Paolo. L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti all'inizio della liturgia ha rivolto un saluto ai tre ordinandi, i familiari e amici, ai fedeli tutti e ai presbiteri, e in particolare ai formatori del Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi nel quale  gli ordinandi si sono formati, l'attuale Rettore don Carlo Franzoni e il padre spirituale don Mauro Salciarini. Sul presbiterio, accanto all'arcivescovo emerito di Perugia Giuseppe Chiaretti, c'erano mons Nazzareno Marconi, predecessore di Franzoni e vescovo eletto di Macerata, e mons. Paolo Giulietti, vescovo eletto di Termini Imerese ausiliare di Perugia - Città della Pieve. Il cardinale Bassetti nell’omelia ha ricordato di quando, parlando ai giovani durante la recente Visita pastorale li invitava a guardare “sempre in alto perché c’è anche per voi uno spirito che chiama ed una perla preziosa da trovare, per cui vale la pena di dare la propria vita”. “Voi figli carissimi - ha aggiunto - questa perla l’avete trovata perciò, io stasera, ancora una volta vi dico: guardate a Lui per essere sacerdoti secondo il suo cuore e con “l’odore delle pecore”. Guardate a Lui e non lasciate cadere a vuoto neppure una delle sue parole. Guardate a Lui e ascoltatelo. Guardate a Lui che vi conosce con l’effusione del suo Spirito, perché possiate sempre agire in suo nome nella sua persona. Proclamate sempre la Parola ai piccoli, ai poveri, agli emarginati, ai sofferenti, ai bimbi, ai giovani e alle famiglie, con tenacia e coraggio. I tempi sono difficili, ma sono formidabili. Questo è il tempo dell’andare, è il tempo della missione; è il tempo dell’Evangelii gaudium; è il tempo in cui ci viene chiesto di metterci sotto la Parola e di essa proclamarci servi, come Maria di Nazareth”. Il cardinale Bassetti ha esortato i tre ordinandi, nel ricordare che «il Santo Padre ha parlato più volte di ‘Chiesa in uscita’”, di essere “sempre disponibili a lasciare per andare. La nostra Chiesa ha bisogno di presbiteri che sappiano giocarsi la vita e vendere la propria pelle per Cristo. Cari figli non esitate a buttarvi nell’avventura del dialogo, dell’incontro, del servizio, dell’amore sincero verso le persone che vi saranno affidate. Se vorrete rendere facile il vostro sacerdozio, ma al tempo stesso tradirlo, ‘dispensatevi dal cercare gli altri e state ad aspettare che essi vengano a cercare voi!’. Sono parole accorate di Paolo VI, pronunciate quaranta anni fa. Se penserete alle tante persone che sono fuori dalla conoscenza di Cristo (qualche volta venite a fare un giro notturno in piazza IV Novembre e cercate di incrociare lo sguardo di qualche giovane…), allora vi sentirete spinti da Cristo a ricercare, con tutte le vostre forze, coloro che non hanno più chi li ami, chi li ricerchi e chi li vada a ritrovare. Non andate a letto tranquilli la sera senza esservi domandati: Signore cosa ho fatto oggi per cercare quelle anime? È solo la carità di Cristo che brucia dentro e spinge sempre a servire e ad amare. Concludo dicendovi: sarà sempre nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola, i sacramenti e l’esempio edificate la Casa di Dio, che è la Chiesa”.]]>
La Chiesa umbra si riorganizza così https://www.lavoce.it/la-chiesa-umbra-si-riorganizza-cosi/ Thu, 05 Jun 2014 17:52:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25279 I responsabili delle nuove commissioni Ceu
I responsabili delle nuove commissioni Ceu

Presso il Pontificio seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, nella giornata del 3 giugno, si è riunita la Conferenza episcopale umbra (Ceu) presieduta dal card. Gualtiero Bassetti. Ai lavori sono intervenuti anche i vescovi eletti padre Giuseppe Piemontese per la diocesi di Terni – Narni – Amelia e mons. Paolo Giulietti, ausiliare di Perugia – Città della Pieve. Padre Piemontese sarà ordinato vescovo il 21 giugno nella cattedrale di Terni, mentre mons. Giulietti il 10 agosto nella cattedrale di Perugia. I Vescovi umbri hanno espresso viva soddisfazione anche per la nomina di mons. Nazzareno Marconi, già rettore del Seminario regionale, a vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia.

Tra gli argomenti all’ordine del giorno della sessione pomeridiana della Ceu, la presentazione della nuova strutturazione della Regione ecclesiastica secondo la riforma approvata lo scorso marzo dalla stessa Conferenza episcopale umbra, che ha visto la partecipazione dei coordinatori delle diverse “sezioni” che compongono i sei nuovi ambiti. Come hanno precisato il presidente, card. Gualtiero Bassetti, e il segretario Ceu, mons. Renato Boccardo, questa ristrutturazione segue la linea indicata da Papa Francesco che vuole dare alle Conferenze episcopali regionali più peso per lavorare di più.

I Vescovi umbri, accogliendo queste indicazioni, hanno ritenuto opportuno valorizzare la Regione ecclesiastica rendendone più agile e operativo il servizio così da accompagnare il cammino delle Chiese umbre nei vari ambiti della pastorale, condividendo le ricchezze di ciascuno. Pertanto, i Vescovi hanno definito la costituzione dei sei ambiti: Liturgia, Evangelizzazione, Carità, Clero e vita consacrata, Laici, Beni culturali.

Alla Ceu fanno riferimento, come organismi collegati, il Pontifico seminario regionale “Pio XI”, l’Istituto teologico di Assisi (Ita), il Tribunale ecclesiastico regionale umbro (Teru) e la Promozione al sostegno economico alla Chiesa cattolica. All’inizio del prossimo anno pastorale, un apposito Regolamento definirà il ruolo di ciascuna area e il funzionamento delle diverse sezioni, i cui coordinatori potranno dare vita a una sorta di “Consulta pastorale regionale” per condividere le varie esperienze e fornire – come ha proposto il vice presidente della Ceu, mons. Domenico Sorrentino – dei contributi alfine di poter elaborare degli “orientamenti pastorali” della Regione ecclesiastica.

Tra i primi eventi d’inizio anno pastorale 2014-2015 di rilevanza nazionale che l’Umbria ospiterà, sarà il raduno degli oratori d’Italia in Assisi dal 4 al 7 settembre, con la partecipazione di mille rappresentanti provenienti da tutte le Regioni ecclesiastiche.

Le 6 aree con relative sezioni

Le sei nuove aree della pastorale Ceu  sono a loro volta suddivise in sezioni, affidate a uno o più coordinatori.

Liturgia: vescovo delegato mons. Gualtiero Sigismondi. Sezioni: Liturgia ed Esorcismo, entrambe coordinate da padre Vittorio Viola.

Evangelizzazione: vescovo delegato mons. Renato Boccardo. Sezioni: Annuncio (dottrina della fede, catechesi, ecumenismo e dialogo interreligioso), coord. don Luca Delunghi; Comunicazioni (comunicazioni sociali, servizio informatico regionale), coord. Riccardo Liguori; Giovani, coord. don Marcello Cruciani per la pastorale e don Riccardo Pascolini per gli oratori.

Carità: vescovo delegato mons. Benedetto Tuzia. Sezioni: Caritas (Caritas, migranti, Pastorale della sanità) e Solidarietà (Fondo di solidarietà, Fondazione umbra contro l’Usura, Osservatorio sulle povertà) , entrambe coord. Giorgio Pallucco; Lavoro, pace e salvaguardia del creato, coord. Massimiliano Marianelli.

Clero e vita consacrata: vescovo delegato mons. Domenico Cancian, coordinatori – rispettivamente – mons. Carlo Franzoni per la sezione Clero (Commissione presbiterale regionale,Pastorale vocazionale, Diaconato permanente), fr. Leonardo De Mola per la Vita consacrata, Anna Maria Federico per le Missioni (Evangelizzazione e cooperazione tra le Chiese).

Laici: vescovo delegato mons. Domenico Sorrentino. Sezioni: Laici (Laici famiglia e vita), coord. Stefano e Barbara Rossi [che attualmente curano il commento al Vangelo su La Voce], con don Fabrizio Crocioni; Educazione (Educazione, scuola e università, insegnanti di religione), coord. Annarita Caponera.

Beni culturali: vescovo delegato mons. Mario Ceccobelli, coadiuvato da mons. Paolo Giulietti; coordinatori mons. Giampiero Ceccarelli per i Beni culturali e la Rete museale, mons. Francesco De Santis per l’Edilizia di culto, Roberto Pascucci per lo Sport, il turismo e tempo libero.

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Due nuovi sacerdoti in quest’anno eucaristico https://www.lavoce.it/due-nuovi-sacerdoti-in-questanno-eucaristico/ Fri, 09 May 2014 11:27:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24812 Un momento dell’ordinazione di Emanuele e Lorenzo (foto di  Giorgio Valdisserri)
Un momento dell’ordinazione di Emanuele e Lorenzo (foto di Giorgio Valdisserri)

Domenica 4 maggio, nella splendida basilica cattedrale di Orvieto, la comunità diocesana ha vissuto un evento di grazia e di gioia: l’ordinazione sacerdotale di don Emanuele Frenguelli, di Fratta Todina, e don Lorenzo Romagna, nato a Borgo Valsugana in Trentino.

Tanti gli amici e i fedeli intervenuti, i quali hanno accompagnato con l’affetto e la preghiera i due giovani, insieme ai loro familiari, ai formatori che li hanno seguiti nel cammino e ai sacerdoti e diaconi della diocesi che, stretti intorno al vescovo Benedetto Tuzia, hanno concelebrato la messa, animata nel canto dalle corali di Todi, Orvieto, Avigliano Umbro e Castel dell’Aquila.

Il coinvolgente rito della ordinazione ha avuto inizio con la presentazione dei candidati da parte di mons. Carlo Franzoni, rettore del Seminario regionale di Assisi. A seguire, l’interrogazione da parte del Vescovo, la promessa di obbedienza e l’omelia, nella quale mons. Tuzia ha subito ringraziato i due ordinandi per il coraggio dimostrato nel seguire Gesù, per non essersi tirati indietro dinanzi alle inevitabili difficoltà del cammino.

Si è poi rivolto loro con queste parole: “Diventate sacerdoti in un anno particolare, nell’anno in cui ricordiamo i 750 anni della istituzione della festa del Corpus Domini. Ogni anno che viviamo è un anno di grazia del Signore, non c’è un anno migliore di un altro… ma c’è un dono e un messaggio nel diventare sacerdoti in questo anno giubilare, dedicato alla contemplazione della bellezza dell’eucarestia”.

Il messaggio, l’invito è quello di scoprire la bellezza della vita del sacerdote e del suo servizio ministeriale nelle relazioni umane, nelle relazioni profonde e sincere con tutti, bambini, adolescenti, adulti, anziani, poveri, che nascono dagli incontri di ogni giorno. E alla base non può che esservi l’eucaristia, immenso dono d’amore, pane di misericordia, con cui il sacerdote ha una relazione speciale “che solo chi celebra – ha sottolineato il Vescovo – può sperimentare… Non succeda mai che gli impegni possano svilire l’intensità con cui celebriamo l’eucarestia. Vi domanderete: ‘Davvero ne sono capace? Ne sono degno?’. Andate avanti con fiducia – ha quindi incoraggiato Emanuele e Lorenzo –, non siete soli, c’è la nostra offerta e la nostra preghiera, come Presbiterio, e Maria e l’intera comunità dei Santi è con voi”.

Dopo l’omelia, la prostrazione a terra in segno di umiltà e di consegna totale della propria vita a Dio, al canto delle litanie dei santi. Il Vescovo ha poi imposto le mani, seguito da tutti i presbiteri concelebranti, e ha recitato la preghiera consacratoria. A seguire l’unzione crismale delle mani, la vestizione con gli abiti sacerdotali, l’ abbraccio fraterno e quindi la liturgia eucaristica nella quale i due sacerdoti novelli per la prima volta hanno consacrato il pane e il vino, Corpo e Sangue di Cristo Signore.

Al termine della liturgia, l’Inno del Giubileo eucaristico ha accompagnato processionalmente nella cappella di San Brizio i due giovani per la loro consacrazione alla Vergine Maria.

La festa si è conclusa presso i locali dell’ex Seminario con un rinfresco fraterno, ottimamente servito da alcune famiglie della diocesi e da numerosi ragazzi provenienti da Todi e dal comprensorio orvietano.

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Diocesi di Orvieto-Todi in Assemblea. Le tre parole-chiave date dal Vescovo https://www.lavoce.it/diocesi-di-orvieto-todi-in-assemblea-le-tre-parole-chiave-date-dal-vescovo/ Thu, 17 Oct 2013 11:09:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20130 L’aula con i partecipanti all’Assemblea ecclesiale
L’aula con i partecipanti all’Assemblea ecclesiale

Sabato 12 ottobre a Collevalenza presso l’auditorium del santuario ha avuto luogo l’Assemblea diocesana per l’inizio del nuovo anno pastorale. Alla presenza di presbiteri, diaconi, religiosi, parroci, vicari episcopali, di rappresentanze dei Consigli pastorali e ed economici delle parrocchie e di rappresentanze delle aggregazioni laicali, il vescovo Benedetto Tuzia ha svolto un’ampia relazione di cui riportiamo alcuni passaggi.

“Ho trascorso il primo anno tra voi – ha ricordato all’inizio – incontrando, grazie al Giubileo eucaristico straordinario e all’Anno della fede, le diverse realtà di questa Chiesa di Orvieto-Todi. Ho girato la diocesi in lungo e largo per una prima presa di contatto e con il desiderio profondo di entrare con rispetto nella ricchezza della storia di fede di questo popolo affidato alle mie cure pastorali. Mi sono impegnato in una guida scaturita dalla sintesi di ascolto e di contributi raccolti per far crescere tra noi la stima reciproca, il volerci bene.

Siamo chiamati, infatti, a camminare insieme nella forza dell’amore che si comunica, che edifica e costruisce la comunità fino alle estreme periferie del nostro territorio.

Ci ha aiutato il Giubileo eucaristico e la partecipata esperienza della peregrinatio nelle Vicarie di una delle reliquie minori del miracolo di Bolsena per riscoprire la gioia della fede e per mettere l’eucaristia al centro della nostra azione pastorale.

L’anno pastorale a cui diamo inizio stasera, in maniera corale, deve tendere essenzialmente a questi tre obiettivi: l’eucaristia, la misericordia e l’evangelizzazione”.

Relativamente all’eucarestia, cuore della Chiesa e della fede cristiana, il Vescovo ha sottolineato che il secondo anno giubilare ci sollecita a mettere al centro delle celebrazioni Gesù Cristo realmente presente sotto i segni del pane e del vino. “Questo Giubileo – ha continuato – è anche un evento straordinario di purificazione, un evento di grazia per essere rigenerati nell’anima e nel corpo. Un evento offerto alla nostra partecipazione per riaffermare nella nostra vita il primato di Dio che ricrea, trasforma, dà speranza e purifica la fede di ciascuno. Una porta da aprire. Si, una porta da aprire, come ho più volte ripetuto. Infatti la sfida più impegnativa è aprire la porta del cuore, quella di ogni persona. L’eucaristia non è solo segno, essa efficacemente fa di noi quello che riceviamo, quello che celebriamo. Ci trasforma in ciò che riceviamo! L’apertura del cuore è allora indispensabile per accogliere il dono e lasciarsi trasformare, partecipi del progetto di Dio che è amore e misericordia”.

Passando al secondo obiettivo, mons. Tuzia ha parlato della misericordia come volto dell’eucaristia: “Proprio perché sacramento d’amore, l’eucaristia esprime in sé tutta l’umanità compassionevole di Dio fatto carne, per cui possiamo ben dire che la misericordia è il volto dell’eucaristia, del Dio amore”.

Ha poi ricordato la felice notizia – giunta mentre sta per chiudersi l’Anno della fede, all’inizio di questo nuovo anno pastorale e mentre ci si accinge a vivere il secondo anno del Giubileo eucaristico – della fissazione, il prossimo 31 maggio 2014 a Collevalenza, del rito di beatificazione di Madre Speranza, la quale, con la sua vita e le sue opere, ha con forza annunciato e testimoniato il messaggio dell’Amore misericordioso.

Sulla misericordia di Dio il Vescovo si è soffermato riprendendo le parole da lui scritte recente nel messaggio inviato ai fedeli della diocesi, proprio riguardo a Madre Speranza e alla sua beatificazione.

Infine, parlando di evangelizzazione ha sottolineato che “i cristiani, hanno il ‘dovere’ di portare il Vangelo a coloro che non lo conoscono, perché la vita della Chiesa è missione, è evangelizzazione. C’è oggi l’urgenza di rievangelizzare le nostre città, i nostri paesi: dobbiamo sentirci tutti inviati in missione fino alle lontane periferie esistenziali del nostro territorio per annunciare l’Amore eterno e irrevocabile di Dio, Padre buono. Solo così si possono risanare le lacerazioni del nostro tempo.

La parrocchia – ha in ultimo esortato – si svegli alla missione e alla testimonianza, e diventi vieppiù una comunità di fratelli che vivono di servizio verso e in mezzo alla gente; sia una comunità che, come suggerisce di continuo con il suo magistero Papa Francesco, esca, anche se corre qualche rischio. La nostra sia una Chiesa che si converta e si purifichi per poter accompagnare l’umanità in un rapporto di relazione e di condivisione”.

I prossimi passi da fare

Il vicario generale mons. Antonio Cardarelli, al termine della relazione del Vescovo, ha ricordato come la Nuova evangelizzazione chieda di incontrare Dio amore e misericordia per poter arrivare ai poveri, ai sofferenti, agli ultimi. “Poveri e sofferenti – ha detto – e non povertà e sofferenza; un rapporto dunque di concretezza e d’amore che rende possibile testimoniare questo Dio che è amore e misericordia e che arriva al cuore della gente”. Poi mons. Cardarelli ha indicato come piste di discussione la peregrinatio vicariale, le iniziative per la beatificazione di Madre Speranza e il rilancio delle Unità pastorali per rivitalizzare l’evangelizzazione. I partecipanti all’Assemblea diocesana hanno quindi dato vita a un’ampia discussione. Sacerdoti, religiosi e laici hanno preso la parola offrendo testimonianze e riflessioni legate alla propria esperienza e alla realtà parrocchiale e interparrocchiale in cui sono inseriti, e anche proposte concrete riguardanti le iniziative per il secondo anno giubilare, per la beatificazione di Madre Speranza e il rilancio delle Up. Approfondite, così, le linee di azione per il nuovo anno pastorale, ci si è lasciati con l’impegno di fare degli incontri a livello di Vicaria sui temi proposti dall’assemblea.

Novità in Curia

Nel corso dell’Assemblea, mons. Tuzia ha voluto ringraziare mons. Carlo Franzoni per quanto ha operato in questi anni come vicario generale della diocesi, incarico che ha lasciato perché chiamato dalla Ceu a rettore del Pontificio seminario regionale di Assisi. Ha quindi presentato il nuovo vicario generale mons. Antonio Cardarelli. Entrambi i momenti sono stati sottolineati da lunghi applausi. Il Vescovo ha poi ricordato le nomine dei quattro vicari episcopali per il governo della Curia: don Marcello Cruciani, don Alessandro Fortunati, don Marco Gasparri e don Francesco Valentini. Questi sacerdoti, ha sottolineato mons. Tuzia, non erano “a riposo”, sono tutti parroci di parrocchie anche grandi che hanno accettato questo ulteriore incarico, mettendo a disposizione la loro esperienza e competenza, proprio per aiutarci nel cammino da fare insieme. Un primo frutto scaturito dall’impegno dei vicari con il Vescovo è il calendario diocesano 2013-2014, un utile strumento distribuito in forma cartacea e ora disponibile sul sito www.diocesiorvietotodi.it.

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Diaconi per le Chiese umbre https://www.lavoce.it/diaconi-per-le-chiese-umbre-2/ Fri, 30 Aug 2013 14:30:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18743 Otto seminaristi di cinque diocesi umbre hanno scelto di vivere insieme la loro ordinazione diaconale e così sabato 31 agosto alle ore 17 nella basilica di Santa Maria degli Angeli l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra, insieme ai vescovi delle diocesi umbre, imporrà le mani su Carlo Cecconi, David Tacchini, Emanuele Fringuelli, Jacopo Tacconi, Lorenzo Marazzani, Marco Cappellato, Matteo Rubechini e Simone Valori. Non è la prima volta che un passaggio così importante nella formazione presbiterale non viene vissuto nelle diocesi di appartenenza ma è inusuale vedere un’unica celebrazione regionale.

La richiesta è venuta proprio da loro, dai seminaristi che, spiega mons. Bassetti, “hanno presentato una richiesta sostenuta da due motivazioni. La prima è che hanno voluto coronare i 100 anni del Seminario regionale con questa scelta unitaria, come segno di gratitudine e affetto nei confronti del Seminario”. La seconda motivazione sta nel fatto che “hanno trovato tra loro affiatamento e condivisione di fraternità seminaristica per cui hanno sentito il desiderio di condividere in uno stesso giorno la stessa ordinazione alla quale naturalmente saranno presenti tutti i loro vescovi”.

Due buone ragioni che i Vescovi, hanno voluto accogliere essendo anche “favorevolmente impressionati dall’umiltà e spirito di obbedienza con cui hanno presentato questo loro desiderio” e dal “senso di comunione che c’è tra le Chiese umbre, evidenziato anche da questa richiesta”. Ai sette seminaristi del Regionale di Assisi si è unito anche Matteo Rubechini seminarista di Perugia in formazione a Roma al Pontificio seminario lateranense.

Alla celebrazione parteciperà l’ex Rettore del Seminario Regionale mons. Nazzareno Marconi con il quale i seminaristi hanno vissuto questi anni di formazione al Regionale e il nuovo Rettore don Carlo Franzoni della diocesi di Orvieto – Todi appena nominato dalla Conferenza episcopale umbra.

I nuovi diaconi sono tutti “vocazioni adulte” ed hanno seguito percorsi diversi.Cecconi, 31 anni, della diocesi di Assisi, e Valori30 anni, di Città di Castello vengono da esperienze missionarie con l’Operazione Mato grosso. Hanno fatto i primi tre anni di seminario in Perù, poi sono tornati per mettersi a servizio delle loro diocesi. Tacconi di Terni, 32 anni, laureato in lingue orientali, è andato in Giappone missionario con il Cammino Neocatecumenale ed ha fatto i primi due anni al “Redempptoris Mater”. Frenguelli, 28 anni, diocesi di Orvieto – Todi, laurea breve in storia dell’arte, viene da un impegno nell’Azione cattolica. Marazzani, 46 anni, di Perugia, per tre anni è stato missionario itinerante del Cammino in Italia. Tacchini, 32 anni, diocesi di Città di Castello, infermiere professionale, ha fatto esperienza missionaria nelle case di Madre Teresa. Cappellato, 37 anni, diocesi di Perugia, idraulico originario di Milano, viene dall’esperienza di volontario (anche come responsabile) nelle case Caritas dell’Umbria.Sabato sarà festa per e con tutte le loro diocesi.

Maria Rita Valli

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Diaconi per le Chiese umbre https://www.lavoce.it/diaconi-per-le-chiese-umbre/ Thu, 29 Aug 2013 15:44:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18701 porziuncolaOtto seminaristi di cinque diocesi umbre hanno scelto di vivere insieme la loro ordinazione diaconale e così sabato 31 agosto alle ore 17 nella basilica di Santa Maria degli Angeli l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra, insieme ai vescovi delle diocesi umbre, imporrà le mani su Carlo Cecconi, David Tacchini, Emanuele Frenguelli, Jacopo Tacconi, Lorenzo Marazzani, Marco Cappellato, Matteo Rubechini e Simone Valori.

Non è la prima volta che un passaggio così importante nella formazione presbiterale non viene vissuto nelle diocesi di appartenenza ma è inusuale vedere un’unica celebrazione regionale.

La richiesta è venuta proprio da loro, dai seminaristi che, spiega mons. Bassetti, “hanno presentato una richiesta sostenuta da due motivazioni. La prima è che hanno voluto coronare i 100 anni del Seminario regionale con questa scelta unitaria, come segno di gratitudine e affetto nei confronti del Seminario”. La seconda motivazione sta nel fatto che “hanno trovato tra loro affiatamento e condivisione di fraternità seminaristica per cui hanno sentito il desiderio di condividere in uno stesso giorno la stessa ordinazione alla quale naturalmente saranno presenti tutti i loro vescovi”.

Due buone ragioni che i Vescovi, hanno voluto accogliere essendo anche “favorevolmente impressionati dall’umiltà e spirito di obbedienza con cui hanno presentato questo loro desiderio” e dal “senso di comunione che c’è tra le Chiese umbre, evidenziato anche da questa richiesta”.

Ai sette seminaristi del Regionale di Assisi si è unito anche Matteo Rubechini seminarista di Perugia in formazione a Roma al Pontificio seminario lateranense.

Alla celebrazione parteciperà l’ex Rettore del Seminario Regionale mons. Nazzareno Marconi con il quale i seminaristi hanno vissuto questi anni di formazione al Regionale e il nuovo Rettore don Carlo Franzoni della diocesi di Orvieto – Todi appena nominato dalla Conferenza episcopale umbra.

I nuovi diaconi sono tutti “vocazioni adulte” ed hanno seguito percorsi diversi.

Cecconi, 31 anni, della diocesi di Assisi, e Valori 30 anni, di Città di Castello vengono da esperienze missionarie con l’Operazione Mato grosso. Hanno fatto i primi tre anni di seminario in Perù, poi sono tornati per mettersi a servizio delle loro diocesi. Tacconi di Terni, 32 anni, laureato in lingue orientali, è andato in Giappone missionario con il Cammino Neocatecumenale ed ha fatto i primi due anni al “Redempptoris Mater”. Frenguelli, 28 anni, diocesi di Orvieto – Todi, laurea breve in storia dell’arte, viene da un impegno nell’Azione cattolica. Marazzani, 46 anni, di Perugia, per tre anni è stato missionario itinerante del Cammino in Italia. Tacchini, 32 anni, diocesi di Città di Castello, infermiere professionale, ha fatto esperienza missionaria nelle case di Madre Teresa. Cappellato, 37 anni, diocesi di Perugia, idraulico originario di Milano, viene dall’esperienza di volontario (anche come responsabile) nelle case Caritas dell’Umbria.

Sabato sarà festa per e con tutte le loro diocesi.

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Obiettivi per il futuro: il ritiro del clero di Orvieto-Todi con il Vescovo https://www.lavoce.it/obiettivi-per-il-futuro-il-ritiro-del-clero-di-orvieto-todi-con-il-vescovo/ Thu, 04 Jul 2013 10:40:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17818 Mons. Tuzia presiede la riunione del clero
Mons. Tuzia presiede la riunione del clero

Il 27 giugno a Spagliagrano di Todi, a conclusione dell’anno pastorale, si è svolto l’ultimo ritiro del clero. Dopo la preghiera dell’ora media, i partecipanti si sono ritrovati nella sala convegni per ascoltare il vescovo mons. Benedetto Tuzia, che a conclusione del suo primo anno di ministero pastorale ha voluto verificare con il clero il cammino percorso e indicare alcuni obiettivi pastorali per l’immediato futuro.

Il Vescovo ha ricordato l’inizio del suo ministero nella Chiesa particolare di Orvieto-Todi, che ha imparato ad amare e servire pur tra le sensibilità particolari di queste due diocesi, da fondere sempre di più. “Ho visitato senza sosta le comunità parrocchiali, le Unità pastorali, i gruppi, le associazioni, i sacerdoti ammalati, alcune strutture di assistenza. Le mie giornate – ha detto – sono state quasi un pellegrinaggio pastorale per incontrare, ascoltare, conoscere”.

Il dialogo tra Vescovo e preti è stato ampio, nel rispetto della storia di ciascuno e delle spiritualità diverse. “Ovunque – ha ricordato – tanto lavoro, tanta fatica e tanta generosità. Talvolta le difficoltà, la fatica hanno prodotto ferite che hanno sollecitato e sollecitano rapporti fraterni e collegiali per scongiurare pericolose chiusure”.

Mons. Tuzia ha poi dato l’annunzio che da settembre il vicario mons. Carlo Franzoni, per unanime decisione della Conferenza episcopale umbra, è stato chiamato ad assumere l’incarico di rettore del Seminario regionale di Assisi. “Credo che dobbiamo essere orgogliosi – ha detto il Vescovo – per la scelta di un sacerdote di questa diocesi da parte della Ceu. Personalmente mi viene meno la collaborazione competente e responsabile, leale e sapiente di don Carlo. Il Signore ricompenserà”.

Guardando al prossimo anno, mons. Tuzia, che ha indicato l’evangelizzazione come tema prioritario, ha esortato a porre attenzione a tre impegni: la qualità della fede, ricollocando al centro Gesù e la sua Parola; la fraternità vera sostenuta dalla carità; il servizio efficace alle nostre comunità.

Il Vescovo ha quindi ricordato la necessità di gestire la preghiera delle piccole comunità e si è domandato quali nuovi ministeri dovranno essere individuati per seguire queste piccole comunità. Ha poi auspicato che, con l’impegno di tutti, la Chiesa di Orvieto-Todi sia aperta alle nuove istanze e sia pronta a dialogare con le sue periferie geografiche ed esistenziali.

“Solo una Chiesa che sa prendere il largo sulla parola di Gesù – ha detto – sarà in grado di uscire dal piccolo gregge per andare ad incontrare gli altri e portare Cristo vivo”.

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“Facciamo crescere insieme il regno di Dio” https://www.lavoce.it/facciamo-crescere-insieme-il-regno-di-dio/ Fri, 19 Oct 2012 12:23:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13413
L’intervento di mons. Benedetto Tuzia all’assemblea diocesana

“Questo nostro incontro è l’inizio dell’anno pastorale, è il momento nel quale tutti siamo chiamati a condividere un lavoro di programmazione e di impegni che devono scandire una nuova tappa del cammino. È la prima volta che incontro le varie realtà e ricchezze di questa santa Chiesa, voi tutti presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, operatori pastorali che con compiti diversi lavorate nella vigna del Signore”.

Lo ha detto mons. Benedetto Tuzia in apertura della partecipata Assemblea diocesana, sabato scorso, presso la struttura di accoglienza del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza.

Il Vescovo, dopo aver detto del suo entusiasmo e della sua emozione a tre mesi dall’inizio del suo ministero in diocesi, ha ricordato di aver girato in lungo e largo la stessa per una prima presa di contatto, con il desiderio profondo di conoscere e di entrare con rispetto nella ricchezza della storia di fede che è narrata dal patrimonio di arte realizzato nella fede da quanti ci hanno preceduto. Proseguiranno i suoi incontri nelle nove Vicarie della diocesi, per incontrare insieme e poi separatamente sacerdoti e diaconi, celebrare con tutti i fedeli l’eucaristia e incontrare e dialogare con i giovani del territorio.

Mons. Tuzia ha poi parlato della responsabilità del Vescovo, che è quella della guida che scaturisce dalla sintesi di ascolti e di contributi che si raccolgono senza precomprensioni.

“Mi sono riproposto – ha detto – di far crescere tra noi, in particolare tra vescovo e presbiteri, tra presbiteri, tra vescovo, presbiteri e laici la stima reciproca, il volersi bene. C’è una Chiesa da amare, c’è una Chiesa da servire, c’è un regno di Dio che deve crescere. Siamo chiamati a camminare insieme – ha sottolineato – nella forza dell’amore che edifica, costruisce la comunità. Ci è vietata la missione del solitario o in solitaria. Posso dirvi che ho visto e sto vedendo una Chiesa bella, articolata. Di certo è una bella Sposa, ma non è ancora del tutto la sposa senza macchia e ruga”.

Il Vescovo ha poi parlato dell’Anno della fede e del significato del motu proprio di Papa Benedetto XVI, Porta fidei, e della urgenza di rimotivare la fede nelle comunità ecclesiali, per passare da una fede “presupposta” ad una fede “proposta”. In particolare, ha accennato ad alcuni percorsi obbligati per un efficace cammino comunitario.

Tra questi percorsi obbligati mons. Tuzia ha indicato, innanzitutto, l’urgente rinnovamento teologico, spirituale e pastorale attraverso una lettura esistenziale del testo sacro, un’approfondita comprensione dei documenti del Concilio Vaticano II e un’assimilazione delle verità contenute nel Catechismo della Chiesa cattolica. Poi un percorso di profonda purificazione e di sincera conversione. Infine la confessione di fede nel Signore che, solo se testimoniata con la parola e la vita, è in grado di risvegliare una rinnovata adesione al Vangelo.

Mons. Tuzia ha quindi esortato a rivalutare i “luoghi” principali in cui il cristiano può maturare la grazia della fede per giungere, quanto più è possibile alla “forma” di Cristo: l’eucaristia, il Simbolo (il Credo), la comunità, la testimonianza della carità.

Ha poi parlato dell’iniziazione cristiana che comprende in sé l’annuncio, la catechesi, la celebrazione e la testimonianza, ed ha sottolineato che “generare alla fede resta l’avventura più entusiasmante del credente e delle comunità cristiane che, mentre generano, sono a loro volta generate e ri-generate e sperimentano la fecondità del loro grembo”. Nell’iniziazione cristiana delle nuove generazioni, che inizia con il battesimo, le parrocchie e le famiglie hanno un terreno comune in cui lavorare in vera simbiosi per ricercare cammini formativi efficaci per genitori e ragazzi: è questo l’obiettivo cui tende l’intero piano pastorale.

Mons. Tuzia ha poi dedicato molta attenzione al Giubileo eucaristico straordinario 2013-2014 per il 750° anniversario di due grandi eventi: il miracolo eucaristico di Bolsena e la bolla Transiturus di papa Urbano IV che introdusse la festa solenne del Corpus Domini nella Chiesa universale. Eventi che pongono al centro delle celebrazioni l’eucaristia, Gesù Cristo realmente presente sotto i segni del pane e del vino, cuore della Chiesa e della fede cristiana.

Al termine della relazione del Vescovo i partecipanti hanno dato vita a nove gruppi di lavoro – in base all’appartenenza alle singole Vicarie e coordinati dai rispettivi Vicari foranei – dai quali saranno tratte, e quanto prima rese note, le utili indicazioni per l’attività pastorale.

Il giubileo

Parlando del Giubileo eucaristico straordinario concesso da Benedetto XVI alla diocesi in occasione delle ricorrenze centenarie del miracolo di Bolsena e della bolla Transiturus con cui fu istituita la festa del Corpus Domini, mons. Benedetto Tuzia ha messo in luce il fondamentale carattere religioso e spirituale delle celebrazioni centenarie, finalizzate alla conversione, al rinnovamento interiore e all’evangelizzazione. Un Comitato appositamente formatosi sta lavorando già da alcuni mesi per organizzare l’evento, predisponendo, in particolare, i due luoghi giubilari di Bolsena e di Orvieto in modo da offrire ai fedeli e ai pellegrini tutti quei sussidi spirituali necessari al raggiungimento delle suddette finalità. Alle due basiliche di Bolsena e di Orvieto, luoghi principali per ottenere l’indulgenza plenaria concessa dalla Santa Sede, “intendiamo anche aggiungere – ha detto Mons. Tuzia – in un ideale pellegrinaggio penitenziale, la basilica concattedrale di Todi e il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza come tappe preparatorie o conclusive dell’intero Giubileo eucaristico”. Il vicario generale mons. Carlo Franzoni ha quindi presentato le varie iniziative, alcune già in programma altre in cantiere. Ed ha concluso esprimendo il condiviso desiderio di avere per l’occasione “il Santo Padre in mezzo a noi”, desiderio che “se Dio vorrà, si potrà realizzare”.

Scuola di teologia

Il rosone del Duomo di Orvieto

Sempre nell’ambito dell’Assemblea è stata presentata la Scuola diocesana di teologia per l’anno accademico 2012-2013. La diocesi, attraverso questa Scuola attiva da oltre un decennio, desidera offrire un’opportunità seria e fruibile di approfondimento della fede a quanti, laici o religiosi, sentano l’urgenza di coniugare fede e ragione, per non rimanere estranei ai processi culturali ed etici che attraversano il Paese. La Scuola sembra ancor più necessaria a partire dall’Anno della fede e dal Giubileo eucaristico donato dal Papa alla nostra Chiesa particolare, l’uno e l’altro occasioni propizie per la crescita della fede anche nella sua prospettiva di studio.

La Scuola è strutturata in un quadriennio ed ha due sezioni: Orvieto e Todi. Le lezioni si svolgono in due giorni alla settimana, da ottobre a giugno, il martedì nella sede di Orvieto e il mercoledì in quella di Todi.

Il depliant ed informazioni dettagliate sono disponibili sul sito www.diocesiorvietotodi.it.

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Da Collevalenza Dio irradia la Sua misericordia https://www.lavoce.it/da-collevalenza-dio-irradia-la-sua-misericordia/ Thu, 04 Oct 2012 11:26:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13146
La conferenza con il card. Camillo Ruini

La festa diocesana del santuario dell’Amore Misericordioso, preceduta da una solenne novena animata dai padri della comunità del santuario, ha avuto inizio giovedì 27 settembre con la Giornata dell’anziano e del malato. Al termine della liturgia penitenziale e delle acque, mons. Carlo Franzoni, vicario generale della diocesi, ha presieduto una solenne concelebrazione animata dai volontari dell’Unitalsi e da quelli del santuario.

All’omelia mons. Franzoni ha detto: “La Giornata del malato, nel contesto della festa diocesana dell’Amore Misericordioso, è un avvenimento importante che con gli anni si va sempre più consolidando. Siamo invitati in questa celebrazione a rivivere la realtà della Chiesa di Corinto, particolarmente cara all’apostolo Paolo: anche noi sentiamo su di noi le ‘debolezze’ dei fratelli di quella comunità (debolezze nel corpo e nello spirito)… ma sentiamo soprattutto rivolta a noi l’esortazione dello stesso Paolo: ‘Dio ha scelto ciò che è stolto e ciò che è debole per confondere i sapienti e i forti’… Una chiamata che ci conduce ‘in alto’ e ci solleva ogni giorno dai nostri orizzonti troppo limitati e dalle nostre piccolezze, come è accaduto a san Vincenzo de’ Paoli che ha dedicato poi tutta la sua vita, guidato dallo Spirito santo, a quella realtà… Anche la venerabile Madre Speranza – ha sottolineato – è stata capace di annunciare con la sua testimonianza di contemplazione e di azione la grandezza della misericordia di Dio a partire dalle miserie dell’uomo del nostro tempo. Essere a Collevalenza ci fa sentire particolarmente vicini a lei, pronti e disponibili ad accogliere questa sua preziosa eredità”.

Venerdì 28 ha avuto luogo una solenne e ben curata Via crucis meditata con i testi della venerabile Madre Speranza.

Sabato 29 si è celebrata la liturgia penitenziale e delle acque, con concelebrazione eucaristica presieduta da padre Ireneo Martin, rettore del santuario. All’omelia padre Ireneo ha ricordato: “Era l’agosto del 1951 allorquando Madre Speranza giunse a Collevalenza con i primi Figli e alcune Ancelle per iniziare l’opera del santuario e per esserne lei stessa la ‘portinaia’ perché il buon Gesù potesse irradiare da questo luogo benedetto in tutto il mondo la sua misericordia”.

Domenica 30 nell’auditorium della casa del Pellegrino il card. Camillo Ruini ha tenuto una apprezzata conferenza sul tema “L’Amore Misericordioso e la nuova evangelizzazione, guardando all’Anno della fede”. Il card. Ruini ha subito detto che “l’Amore Misericordioso è il cuore del Vangelo, è l’annuncio dell’amore di Dio, è la rivelazione di Dio dono d’amore”.

Ed ha proseguito: “Gesù Cristo ci rivela l’amore di Dio per noi e nella croce di Gesù Cristo si manifesta l’amore folle di Dio: un amore sconvolgente che va oltre ogni nostra speranza. Oggi si parla della crisi della fede e di rifiuto del riconoscimento della forza del cristianesimo e della verità proclamata: l’amore di Dio per noi grazie al Suo perdono e alla Sua misericordia. La nuova evangelizzazione in questo nostro tempo deve riproporre Dio Amore e l’amore solidale del prossimo. L’Anno della fede, per essere evangelizzante, deve ripresentare l’amore di Dio per noi e la Sua misericordia per poter riprendere un cammino di fede testimoniata”.

L’omelia del vescovo mons. Tuzia

Mons. Benedetto Tuzia ha presieduto la solenne concelebrazione con i presbiteri della diocesi ed ha svolto un’omelia ricca di spunti da meditare partendo dalle letture del giorno. “L’Amore Misericordioso – ha detto – è descritto dalle bellissime immagini del profeta Osea: è un amore forte, fedele, quasi viscerale, muove da ciò che è dentro, da qualcosa che ti prende dentro, non soltanto nel cuore, nei sentimenti… E quando giunge l’ora, Gesù, che è ripieno di tutta la potenza di Dio, fa una scelta: quella di inginocchiarsi davanti ai suoi amici e di lavare loro i piedi. Che cambio così forte della nostra idea di Dio! Noi siamo chiamati ad inginocchiarci davanti a questo Dio… Gesù quasi scrive un modo diverso da parte nostra di guardare Dio, di guardare il vero amore di Dio”.

Poi il consegnarsi di Gesù, con il dono della sua stessa vita, e il dono del suo corpo nell’eucarestia. Gesù ci ha dato il suo corpo e ci ha chiesto di fare come lui: “Fate questo in memoria di me”. “Io credo – ha continuato il Vescovo – che Madre Speranza si sia soffermata su questa pagina, sull’eucarestia, cioè che abbia trascorso chissà quanti momenti di contemplazione, di immersione in questo amore che poi lei traduce: ecco, questo è l’Amore Misericordioso di Dio, il mettersi totalmente nelle nostre mani che non sono sempre affidabili, ma nonostante tutto avere una grande fiducia che quelle mani saranno trasformate, convertite”. Il testo integrale dell’omelia sul sito www.diocesiorvietotodi.it.

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Il programma dell’ingresso di mons. Tuzia https://www.lavoce.it/il-programma-dellingresso-di-mons-tuzia/ Fri, 22 Jun 2012 10:48:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11519 s.e. rev.ma benedetto tuzia vescovo di orvieto-todiMons. Benedetto Tuzia, nuovo vescovo di Orvieto – Todi, farà ingresso in diocesi sabato 30 giungo. Mentre fervono i preparativi per accoglierlo si sta definendo anche il programma della giornata orveitana, il 30, e tuderte, il 1 luglio ed è stata annunicata anche la visita a Bolsena la domanica successiva. Intanto una delegazione diocesana gli ha fatto visita a Roma. È stato il primo incontro ufficiale con il vescovo “sereno ed entusiasta” riferisce il vicario generale, don Carlo Franzoni, nell’intervista su La Voce pubblicata questa settimana.

Qui di seguito il programma dei principali momenti dell’ingresso in diocesi di mons. Benedetto Tuzia.

 

Sabato 30 giugno: Orvieto

Ingresso e la presa di possesso della diocesi (ore 17 in cattedrale)

Il Vescovo, accolto al casello autostradale di Orvieto, è accompagnato al ponte di Rio Chiaro (luogo dell’incontro, nel 1263, tra il vescovo Giacomo, che recava con sé il Corporale del miracolo di Bolsena, e il pontefice Urbano IV) dove riceve il saluto della delegazione diocesana. Il corteo si reca in piazza del Duomo. Dopo il saluto del Sindaco, il Vescovo fa il suo ingresso in cattedrale, bacia il Crocifisso e asperge i fedeli con l’acqua benedetta. Dopo la lettura della bolla pontificia di nomina, mons. Marra consegna il pastorale a mons. Tuzia. Il nuovo Vescovo s’insedia nella “cattedra”, firma il verbale della presa di possesso della diocesi, quindi inizia la solenne liturgia eucaristica.

(Saranno presenti il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, i Vescovi delle diocesi dell’Umbria, i Vescovi ausiliari di Roma, i sacerdoti e i diaconi della diocesi. D’intesa con il Comune di Orvieto, è stato predisposto un piano per facilitare l’acceso dei fedeli in duomo. Ci saranno bus-navetta dalla caserma Piave dove parcheggieranno gli autobus e dal parcheggio in via Roma riservato alle automobili. Per i sacerdoti, i diaconi e i religiosi, sosta consentita in piazza Marconi, nei pressi della cattedrale).

Domenica 1° luglio – Todi

Alle ore 9.30 sosta nella chiesa della Consolazione per una preghiera alla Madonna, quindi nella chiesa di San Fortunato per venerare il santo Patrono. Accompagnato dalle confraternite, che portano la reliquia di san Fortunato, mons. Tuzia giunge in piazza del Popolo dove riceve il saluto del Sindaco di Todi. Alle ore 11.30 in duomo celebra la messa. Nel pomeriggio visita gli anziani dell’istituto Veralli Cortesi e, alle ore 17, all’oratorio cittadino “Beato Jacopone” prende un gelato con i giovani e i ragazzi della città.

(Per raggiungere il centro cittadino saranno messe a disposizione delle “navette” gratuite, con partenza dal piazzale della Consolazione).

Domenica 8 luglio – Bolsena

Domenica 8 luglio sarà a Bolsena nella basilica di Santa Cristina, dove alle ore 19 celebrerà l’eucaristia.

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La diocesi paga 300.000 euro di tasse https://www.lavoce.it/la-diocesi-paga-300-000-euro-di-tasse/ Thu, 06 Oct 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9677 L’ignoranza non è una virtù, soprattutto quando si scrive sui giornali nazionali e locali: la Chiesa non paga l’Ici, la Chiesa non versa le tasse. Abbiamo chiesto a mons. Carlo Franzoni, vicario generale della diocesi, alcune delucidazioni. La legge prevede l’esenzione dell’Ici sui fabbricati posseduti da enti non commerciali e destinati esclusivamente ad attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive, nonché ad attività di religione e di culto. Il Vicario ha fornito alcune cifre documentate, e non segrete come tanti sembrano supporre. Inoltre si fa tutto un calderone, non comprendendo che la Chiesa è composta anche da tanti enti che hanno una gestione autonoma che serve per scopi ben precisi.

In diocesi il più consistente è l’Istituto diocesano sostentamento clero, che gestisce i beni degli ex benifici parrocchiali e ha lo scopo di sovvenire economicamente i sacerdoti. Le tasse pagate da tale ente nel 2010, per la nostra piccola diocesi, sono state le seguenti: Ires – imposta sul reddito delle società (acconto e saldo) euro 159.143,16; Irap – imposta regionale sulle attività produttive (acconto e saldo) euro 13.847,40; Ici – imposta comunale immobili su fabbricati e su terreni edificabili (acconto e saldo) euro 97.307; tasse consortili euro 7.501,05, tasse per registrazione dei contratti euro 23.152,67; in definitiva il totale degli oneri dei tributi versati dall’Idsc di Orvieto – Todi ammontano alla “modica cifra” di euro 300.951,28.

Gli altri enti, come le Fabbricerie del duomo di Orvieto e di Todi, il Capitolo della cattedrale, il Capitolo della concattedrale di Todi, l’istituto Artigianelli Crispolti, il seminario vescovile di Todi, il seminario vescovile di Orvieto e tutte le parrocchie che hanno immobili in locazione o terreni in affitto, svolgono attività commerciali, possiedono terreni edificabili e pagano i relativi contributi dovuti allo Stato, alla Regione o ai Comuni.

I bilanci sono verificabili. Rilevo solamente con quanti sacrifici le parrocchie portino avanti le comunità, restaurino e conservino beni artistici e architettonici che altrimenti andrebbero in malora e sono al servizio di tutti. Porto l’esempio di due piccole parrocchie del Tuderte: Pian di San Martino, che ha una popolazione di alcune centinaia di unità, ha restaurato la chiesa parrocchiale spendendo 180.000 euro: ha ricevuto dalla Cei dall’8 per mille 80.000 euro, il resto il popolo con le loro offerte. Camerata, una parrocchia ancora più piccola, ha restaurato la chiesa parrocchiale spendendo 130.000 euro ed ha ricevuto dall’8 per mille della Cei 60.000 euro, il resto lo hanno messo i parrocchiani, gente modesta, con molti anziani pensionati.

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La via dei sacramenti dell’iniziazione https://www.lavoce.it/la-via-dei-sacramenti-delliniziazione/ Thu, 29 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9660 Sabato 24 settembre, alle ore 10, nella casa diocesana di Spagliagrano di Todi, mons. Giovanni Marra, amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi, ha insediato il nuovo Consiglio pastorale diocesano, organismo collegiale di cui sono vice presidenti don Mario Venturi e la prof. Giuseppina Bruscolotti, segretaria M. Caterina Leonardi. Il Consiglio pastorale è uno degli organismi più rappresentativi della diocesi perché preposto alla programmazione pastorale; di esso fanno parte sacerdoti, religiosi e laici. L’Arcivescovo, in comunione con la Chiesa italiana, ha proposto “Educare le nuove generazioni alla vita buona del Vangelo, a partire dai sacramenti della iniziazione cristiana” come tema per la pastorale diocesana di Orvieto-Todi il cui progetto sarà presentato all’Assemblea diocesana per l’apertura del nuovo anno pastorale 2011 – 2012 in programma il 22 ottobre presso la struttura di accoglienza del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. In particolare l’Arcivescovo ha messo in evidenza che, da sempre, la prima educazione nella Chiesa è la iniziazione ai sacramenti. Il primo approccio alla Chiesa, infatti, è l’occasione preziosa per una azione di educazione e di formazione. Il Battesimo – ha detto Marra – è sacramento d’ingresso alla vita cristiana e agli altri sacramenti. Si comincia con il battesimo che i genitori chiedono ma – ha soggiunto – l’azione pastorale deve continuare con la famiglia. Parlando, poi, dell’eucaristia ha ricordato come questo sia il “sacramento dei sacramenti” con il quale si realizza l’intima comunione con Cristo. Per la nostra diocesi – ha sottolineato – questo sacramento assume un significato tutto particolare per la presenza ad Orvieto delle reliquie del Miracolo eucaristico, come molto opportunamente mons. Giovanni Scanavino ebbe a mettere in risalto lo scorso anno con la sua lettera pastorale. “Rilanciare” le conclusioni del Sinodo diocesano è stata, successivamente, la parola-chiave del discorso di mons. Marra. Nel corso dell’articolata relazione al neo Consiglio, il presule ha poi sottolineato come il progetto, alla luce delle conclusioni del Sinodo diocesano presieduto dal compianto mons. Decio Lucio Grandoni, farà economia anche delle problematiche pastorali emerse anche nel corso degli incontri con i sacerdoti delle nove Vicarie e della riunione della Consulta delle aggregazioni laicali. Il Consiglio pastorale diocesanoDiamo di seguito i nomi dei componenti del Consiglio pastorale diocesano: mons. Giovanni Marra, arcivescovo, amministratore apostolico; mons. Carlo Franzoni vicario generale; vicari episcopali: mons. Antonio Cardarelli (per la cultura e la formazione permanente), mons. Italo Mattia (catechesi e scuola), mons. Marco Nunzi (problemi giuridici), don Francesco Valentini (beni culturali), don Marcello Sargeni (laici e famiglia), don Mario Venturi (clero) vice presidente del Consiglio pastorale, don Zeffiro Tordi (carità), p. Sergio Prina Cerai (vita consacrata e liturgia); diacono S. Gambelli, segretario comunità diaconale; p. A. Del Prado f.a.m., segretario diocesano Cism; sr. A. Angelaccio s.d.a. segretaria diocesana Usmi; P. Germini responsabile Consulta laici; laici delle Vicarie: F. Sciucchini, M. C. Leonardi segretaria del Consiglio pastorale, M. G. Gigli, F. Boschi, G. Morichetti, C. Marcucci, R. De Maria, S. Graziani, M. Agostinelli, E. Bagnoli, E. Romano, R. Cannata, G. Capodicasa, G. Bruscolotti vice presidente del Consiglio pastorale, O. Mencarelli, D. Ferri, S. Cecchini, M. Marcelli; nominati dal Vescovo: M. Stella, F. Della Fina, L. Carandente.

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Nel suo sangue https://www.lavoce.it/nel-suo-sangue/ Thu, 22 Jun 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5241 Il Corpus Domini è celebrato in tutto ‘l’orbe cattolico’ ma in modo tutto particolare è vissuto nella nostra diocesi ed è una festa di popolo, partecipata anche da molti giovani. Sabato 17 giugno mentre i pullman a Bolsena facevano scendere i partecipanti alla Marcia della fede, era in arrivo la staffetta podistica che, partita da Praga, giungeva a Bolsena per poi proseguire per Orvieto. In questi anni si è creato un rapporto tra Praga ed Orvieto, per via del sacerdote Pietro da Praga che a Bolsena vide sgorgare tra le mani che stringevano l’ostia consacrata il sangue di Cristo. Dopo il passaggio della staffetta, i partecipanti alla Marcia della fede si sono riuniti nel salone delle suore Sacramentine di Bolsena per l’incontro con Maddalena Santoro, sorella di don Andrea Santoro, il sacerdote di Roma ucciso lo scorso 5 febbraio in Turchia. Eucaristia e martirio è stato il tema dell’incontro in cui Maddalena ha tratteggiato con grande profondità la spiritualità di don Andrea: una spiritualità profondamente eucaristica, sorretta da un vita tutta incentrata sulla Parola di Dio, che ha portato questo sacerdote brillante e dinamico a lasciare le sue molteplici e incisive attività per prendersi cura di uno sparuto gruppo di cristiani in Turchia. Don Andrea voleva vivere come Cristo Agnello, con l’amore per il dialogo e il rispetto per l’altro. Particolari della sua vita e del suo martirio sono stati narrati anche da altre volontarie laiche che hanno vissuto con lui in Turchia, in modo particolare una giovane volontaria che si trovava in chiesa a pregare insieme a don Andrea ed ha assistito al suo assassinio. Un incontro che ha colpito molto i presenti e che ci ha avvicinato alla figura di un autentico martire di Cristo. Nell’interno della catacomba della martire Cristina e nella chiesa dove è stata battezzata santa Maria della Pace (la suora Francescana missionaria di Maria martirizzata nel 1900 in Cina), è iniziata la veglia di preghiera, presieduta dal Vescovo, che si è conclusa con la benedizione eucaristica e la partenza dei partecipanti alla Marcia della fede, che hanno ripercorso l’antica strada che collegava Bolsena ad Orvieto, itinerario che il vescovo Giacomo seguì nel 1263 con il corporale macchiato dal sangue di Cristo, per giungere ad Orvieto. Anche i partecipanti alla marcia, giunti in Duomo alle 6 del mattino di domenica, si sono accalcati verso la cappella del Santissimo Sacramento, dove è stato fatto scendere il sacro Corporale per essere posto vicino l’altare maggiore. Dopo questo gesto è stata celebrata la messa presieduta dal Vescovo mons. Giovanni Scanavino. Alle ore 9 è iniziata la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragàn, presidente del Pontificio consiglio della pastorale della famiglia, concelebrata dal nostro Vescovo e dal Vescovo ausiliare di Praga; erano presenti moltissimi sacerdoti della diocesi e altri provenienti da Roma, insieme a qualche centinaio di seminaristi e studenti nei vari seminari internazionali presenti a Roma. Il Cardinale, nella sua vibrante omelia, ha in modo particolare sottolineato il legame tra l’eucaristia e la nostra vita, salute dell’anima e del corpo. Dopo la celebrazione si è snodata la processione con il Santissimo Sacramento seguito dal Sacro Corporale, preceduta dal meraviglioso corteo storico che ricorda l’avvenimento del miracolo; dietro il Sacro corporale hanno preso posto i sindaci dei comuni della diocesi, con i rispettivi gonfaloni. La lunga processione che si è snodata per le vie cittadine ha avuto dei momenti molto significativi come la benedizione eucaristica nel monastero delle Clarisse del Buon Gesù e nel carcere, per tornare poi in un piazza del Duomo stracolma di gente. Nel pomeriggio il Cardinale e i vescovi si sono recati a Bolsena per la messa e la processione per le vie della cittadina coperte da una meravigliosa infiorata. Alle ore 18, a Todi, nel duomo il vicario generale don Carlo Franzoni ha presieduto la messa e la processione che quest’anno è giunta nella chiesa di Santa Maria in Camuccia. I fedeli della parrocchia hanno accolto il Santissimo Sacramento con festosi addobbi e con tanti fiori lungo la via che porta alla chiesa.

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