Caritas Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/caritas/ Settimanale di informazione regionale Fri, 22 Nov 2024 18:12:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Caritas Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/caritas/ 32 32 Giustizia riparativa: tre incontri organizzati dalla Caritas di Perugia https://www.lavoce.it/giustizia-riparativa-tre-incontri-organizzati-dalla-caritas-di-perugia/ https://www.lavoce.it/giustizia-riparativa-tre-incontri-organizzati-dalla-caritas-di-perugia/#respond Fri, 22 Nov 2024 17:27:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78648 Il pubblico di sapella, a parla una donna e accanto a lei don Marco Briziarelli

Nell’ambito del progetto “Semi di Carità”, finanziato con fondi Cei 8xmille, è nato un ciclo di tre incontri promosso dalla Caritas diocesana di Perugia sul tema: “La Giustizia riparativa e la prospettiva delle comunità locali: la matrice culturale e normativa alla base del paradigma”.

Il primo incontro promosso dalla Caritas di Perugia

Il primo, tenutosi il 22 novembre nel capoluogo umbro, presso la Segretaria dell’Ordine degli Avvocati, nell’ambito della Settimana internazionale “Restorative Justice” (17-23 novembre), ha avuto "l’obiettivo di promuovere i valori generativi della Giustizia riparativa, favorendo e facilitando l’adozione di politiche e programmi di intervento da parte di attori chiave (policy maker e decision maker) che agevolino la riconciliazione e la riparazione del danno come parte integrante del processo di giustizia".

Il paradigma riparativo non sostituisce, ma integra, il sistema di giustizia tradizionale

A sottolinearlo è stato don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, precisando che "il paradigma riparativo non sostituisce il sistema di giustizia tradizionale ma lo integra, offrendo soluzioni, meno stigmatizzanti, che mirano a costruire relazioni e comunità più forti e resilienti". All’incontro è intervenuta la presidente dello European Forum for Restorative Justice, Patrizia Patrizi, a cui sono seguiti momenti di confronto e dibattito con alcuni rappresentanti delle realtà territoriali impegnate su questo tema, "arricchendo ulteriormente – ha commentato il direttore della Caritas diocesana – il valore dell’iniziativa e offrire un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi".

L'aspetto centrale della Giustizia riparativa è il danno arrecato alle persone

La presidente Patrizi, a margine dell’incontro, commentando il tema della Settimana Restorative Justice 2024, “La promessa della Giustizia Riparativa in un mondo polarizzato”, ha detto: "Io credo che questo tema sia quello che maggiormente rappresenta il senso della Restorative Justice che non è qualcosa di applicato esclusivamente in ambito penale. La Giustizia riparativa è un modo di vedere i rapporti fra le persone, quello che nella nostra vita quotidiana può avvenire. Può essere fatto un torto o essere subìto, commettere un illecito trasgredendo una regola scolastica, del mondo del lavoro… Possono intervenire conflitti, danni che si generano da un torto, perché l’aspetto centrale per la Giustizia riparativa è il danno, quelle che sono le conseguenze per le persone".

Quale è la risposta a questi conflitti, danni, illeciti?

"Se nell’ottica più generale punitiva si viene puniti a scuola, come al lavoro, come nel penale…, per la Giustizia riparativa – ha risposto la dott.ssa Patrizi – un torto, un illecito produce sofferenza alle persone e, quindi, l’obiettivo è quello di non allontanare chi ha commesso quel torto, ma far sì che le persone possano, insieme, facilitate da qualcuno che consenta alle stesse di parlare liberamente, trovare il modo per riparare le conseguenze di quello che è avvenuto". "Io credo che le nostre comunità di vita – ha concluso la presidente Patrizi – hanno bisogno di questo a tutti i livelli. La comunità non è un’entità astratta, è fatta da ciascuno di noi e sarebbe importante ragionare sul fatto che un danno può avvenire, ma come possiamo ripararlo, come possiamo ripristinare giustizia?".

I prossimi incontri

Seguiranno altri due incontri, in calendario, sempre a Perugia, il 4 e il 16 dicembre. Il primo, dal titolo “Il percorso rieducativo nell’esecuzione penale”, si terrà mercoledì 4 dicembre, alle ore 10, presso l’Auditorium Santa Cecilia (via Via Fratti 2). Interverranno il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia Antonio Minchella e Marco Milella, docente presso l’Università degli Studi di Perugia e giudice onorario del Tribunale per i Minori di Perugia, cui seguiranno momenti di confronto e dibattito. Il secondo incontro si terrà lunedì 16 dicembre, alle ore 10.30, presso la sala “Don Giacomo Rossi” del “Villaggio della Carità" (via Montemalbe 1 - zona via Cortonese), e sarà di “restituzione finale” del progetto “Semi di Carità”. Si tratta, spiega Alfonso Dragone, referente dell’Area progetti e fundraising della Caritas diocesana, "della restituzione alla comunità locale dei risultati di questo progetto durato un anno, ma sarà anche l’occasione per annunciare la sua prosecuzione nel 2025".

Il progetto “Semi di carità"

"Un progetto – ha proseguito il dott. Dragone nel dare una breve anticipazione dei risultati – che ha permesso l’inserimento di due detenuti come operatori di due opere segno della Caritas diocesana, l’incontro con circa cento studenti di una scuola superiore, il percorso sia sulla Giustizia riparativa che sulle misure alternative alle pene in comunità con insegnanti di religione, l’attività di sensibilizzazione-informazione di queste tematiche con i volontari dei centri di ascolto parrocchiali e interparrocchiali, in modo da determinare una capillarità e una cultura sulla Giustizia riparativa a livello territoriale". "Tutti incontri, come quello di oggi (22 novembre, n.d.r.), così come quello del prossimo 4 dicembre – ha concluso il responsabile Caritas d’area –, sono dedicati ai decisori politico-istituzionali affinché queste azioni diventino programmi concreti per raggiungere gli obiettivi della stessa Giustizia Riparativa".   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78659,78662,78663,78666"]]]>
Il pubblico di sapella, a parla una donna e accanto a lei don Marco Briziarelli

Nell’ambito del progetto “Semi di Carità”, finanziato con fondi Cei 8xmille, è nato un ciclo di tre incontri promosso dalla Caritas diocesana di Perugia sul tema: “La Giustizia riparativa e la prospettiva delle comunità locali: la matrice culturale e normativa alla base del paradigma”.

Il primo incontro promosso dalla Caritas di Perugia

Il primo, tenutosi il 22 novembre nel capoluogo umbro, presso la Segretaria dell’Ordine degli Avvocati, nell’ambito della Settimana internazionale “Restorative Justice” (17-23 novembre), ha avuto "l’obiettivo di promuovere i valori generativi della Giustizia riparativa, favorendo e facilitando l’adozione di politiche e programmi di intervento da parte di attori chiave (policy maker e decision maker) che agevolino la riconciliazione e la riparazione del danno come parte integrante del processo di giustizia".

Il paradigma riparativo non sostituisce, ma integra, il sistema di giustizia tradizionale

A sottolinearlo è stato don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, precisando che "il paradigma riparativo non sostituisce il sistema di giustizia tradizionale ma lo integra, offrendo soluzioni, meno stigmatizzanti, che mirano a costruire relazioni e comunità più forti e resilienti". All’incontro è intervenuta la presidente dello European Forum for Restorative Justice, Patrizia Patrizi, a cui sono seguiti momenti di confronto e dibattito con alcuni rappresentanti delle realtà territoriali impegnate su questo tema, "arricchendo ulteriormente – ha commentato il direttore della Caritas diocesana – il valore dell’iniziativa e offrire un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi".

L'aspetto centrale della Giustizia riparativa è il danno arrecato alle persone

La presidente Patrizi, a margine dell’incontro, commentando il tema della Settimana Restorative Justice 2024, “La promessa della Giustizia Riparativa in un mondo polarizzato”, ha detto: "Io credo che questo tema sia quello che maggiormente rappresenta il senso della Restorative Justice che non è qualcosa di applicato esclusivamente in ambito penale. La Giustizia riparativa è un modo di vedere i rapporti fra le persone, quello che nella nostra vita quotidiana può avvenire. Può essere fatto un torto o essere subìto, commettere un illecito trasgredendo una regola scolastica, del mondo del lavoro… Possono intervenire conflitti, danni che si generano da un torto, perché l’aspetto centrale per la Giustizia riparativa è il danno, quelle che sono le conseguenze per le persone".

Quale è la risposta a questi conflitti, danni, illeciti?

"Se nell’ottica più generale punitiva si viene puniti a scuola, come al lavoro, come nel penale…, per la Giustizia riparativa – ha risposto la dott.ssa Patrizi – un torto, un illecito produce sofferenza alle persone e, quindi, l’obiettivo è quello di non allontanare chi ha commesso quel torto, ma far sì che le persone possano, insieme, facilitate da qualcuno che consenta alle stesse di parlare liberamente, trovare il modo per riparare le conseguenze di quello che è avvenuto". "Io credo che le nostre comunità di vita – ha concluso la presidente Patrizi – hanno bisogno di questo a tutti i livelli. La comunità non è un’entità astratta, è fatta da ciascuno di noi e sarebbe importante ragionare sul fatto che un danno può avvenire, ma come possiamo ripararlo, come possiamo ripristinare giustizia?".

I prossimi incontri

Seguiranno altri due incontri, in calendario, sempre a Perugia, il 4 e il 16 dicembre. Il primo, dal titolo “Il percorso rieducativo nell’esecuzione penale”, si terrà mercoledì 4 dicembre, alle ore 10, presso l’Auditorium Santa Cecilia (via Via Fratti 2). Interverranno il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia Antonio Minchella e Marco Milella, docente presso l’Università degli Studi di Perugia e giudice onorario del Tribunale per i Minori di Perugia, cui seguiranno momenti di confronto e dibattito. Il secondo incontro si terrà lunedì 16 dicembre, alle ore 10.30, presso la sala “Don Giacomo Rossi” del “Villaggio della Carità" (via Montemalbe 1 - zona via Cortonese), e sarà di “restituzione finale” del progetto “Semi di Carità”. Si tratta, spiega Alfonso Dragone, referente dell’Area progetti e fundraising della Caritas diocesana, "della restituzione alla comunità locale dei risultati di questo progetto durato un anno, ma sarà anche l’occasione per annunciare la sua prosecuzione nel 2025".

Il progetto “Semi di carità"

"Un progetto – ha proseguito il dott. Dragone nel dare una breve anticipazione dei risultati – che ha permesso l’inserimento di due detenuti come operatori di due opere segno della Caritas diocesana, l’incontro con circa cento studenti di una scuola superiore, il percorso sia sulla Giustizia riparativa che sulle misure alternative alle pene in comunità con insegnanti di religione, l’attività di sensibilizzazione-informazione di queste tematiche con i volontari dei centri di ascolto parrocchiali e interparrocchiali, in modo da determinare una capillarità e una cultura sulla Giustizia riparativa a livello territoriale". "Tutti incontri, come quello di oggi (22 novembre, n.d.r.), così come quello del prossimo 4 dicembre – ha concluso il responsabile Caritas d’area –, sono dedicati ai decisori politico-istituzionali affinché queste azioni diventino programmi concreti per raggiungere gli obiettivi della stessa Giustizia Riparativa".   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78659,78662,78663,78666"]]]>
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Vite ricostruite: le esperienze di Suly e Abibou https://www.lavoce.it/vite-ricostruite-le-esperienze-di-suly-e-abibou/ https://www.lavoce.it/vite-ricostruite-le-esperienze-di-suly-e-abibou/#respond Mon, 23 Sep 2024 08:17:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77728

All’incontro di Gubbio di Voci dal mondo, i giovani Fatima e Alonso hanno intervistato Suly e Abibou, due migranti che, con una determinazione indomita e molto coraggio, sono riusciti a rifarsi una vita nel territorio eugubino.

Suly: via dal Mali con la famiglia, e poi da solo

Il primo ad aprire l’incontro pubblico è stato Mohamed-Sulymane-Samack , “tutti mi chiamano Suly diminutivo di Sulymane” ha sottolineato. Ha ventitrè anni ed è nato in Mali. Il suo viaggio da migrante inizia all’età di dodici anni quando decide insieme alla sua famiglia di lasciare il luogo che fino a quel momento aveva chiamato casa. Emozionato ha raccontato che i suoi ricordi del Mali sono pochi ma che li conserva ancora con amore. Ricorda che era molto piccolo quando è uscito dal suo villaggio. Continua raccontando il suo lungo viaggio che poi l’ha portato in Italia. “Sono andato via perché vivevo in una condizione molto complicata”, continua, “poi è stato ancora più difficile perché ho dovuto affrontare il viaggio completamente da solo, un lungo viaggio”, precisa il giovane Suly. Inizialmente tutta la famiglia aveva deciso di lasciare il Mali ma poi sono stati separati. Quando è arrivato in Italia, precisamente in Sicilia, si sentiva spaventato e disorientato, perché non conosceva nessuno. La sua difficoltà più grande è stata non riuscire a comunicare in italiano, motivo per cui si è impegnato moltissimo fin da subito per imparare la lingua. “Ho vissuto un breve periodo in Sicilia a Messina dove ho studiato la terza media poi i primi due anni di scuola superiore di secondo grado”, racconta soddisfatto. Da novembre 2019 vive a Gubbio. “Mi trovo benissimo a Gubbio non ho avuto nessuna difficoltà che avevo già avuto, a parte una”, dice. Appena arrivato a Gubbio infatti ha affrontato una delle grandi difficoltà dei migranti: trovare una casa. “Nonostante avessi un lavoro stabile e i documenti in regola non riuscivo a trovare una casa in affitto”, racconta. Poi la svolta, il suo hobby gli ha permesso di familiarizzare con un allenatore di calcio che gli ha fatto conoscere il direttore della Caritas di Gubbio Luca Uccellani , e con una collaborazione genuina sono riusciti ad aiutare il giovane. Attualmente Suly lavora in una azienda che ricicla la plastica, assunto da tre anni con un regolare contratto di lavoro. Inoltre ha superato l’esame della patente e possiede la sua automobile che gli permette di spostarsi liberamente. “Il tuo sogno per il futuro?”, chiede Fatima. “Io sognavo”, risponde Suly con un sospiro. È felice e piano piano sta cercando di ricominciare a darsi il privilegio di sognare un futuro migliore. La resilienza di Suly nel ricostruire la sua vita a Gubbio è una vera ispirazione.

Abibou: dal Senegal a Gubbio per una nuova vita

In un’altra parte del continente africano anche Abibou ha intrapreso un lungo viaggio per arrivare a Gubbio. Nato in Senegal, Abibou, ha lasciato il suo paese quando ancora era minorenne. “Avevo solo 17 anni e ho fatto il viaggio da solo”, ci racconta. Ha attraversato il Mali, l’Algeria, la Tunisia e poi finalmente l’Italia. “Il viaggio è stato difficile e tragico perché...”, si ferma. E poi prosegue, con un nodo alla gola: “Molte sofferenze e torture”. Oggi è ospite presso lo Sprar-Sai di Gubbio, in cui ha conosciuto Anna Barbi, una operatrice e insegnante di lingua italiana presso il centro. Abibou racconta la sua gratitudine per questo paese ma soprattutto per le persone che in così poco tempo gli hanno donato molto. “Il tuo sogno?”, chiede ancora Fatima. E Abibou risponde: “Nel mio paese non avevo la possibilità di andare a scuola, qui sì, motivo per cui io voglio proseguire gli studi e realizzare i miei sogni”.

Apertura e disponibilità

Le storie personali di Suly e Abibou sono il riflesso di migliaia di migranti che cercano una vita migliore in Italia. La comunità di Gubbio ha saputo accogliere e integrare questi giovani, dimostrando che l’inclusione e la solidarietà sono possibili. Dall’altra parte, come ha spiegato il professor Rolando Marini: “Per poter essere inclusi in una nuova comunità, è essenziale anche l’apertura da parte dei migranti stessi”. I due giovani Suly e Abibou hanno dimostrato una grande volontà di adattarsi e contribuire alla società che li ha accolti, mostrando che l’inclusione è una strada a doppio senso, fatta di reciproco impegno. La disponibilità a integrarsi, imparare la lingua, e rispettare le tradizioni locali sono elementi fondamentali per il successo del processo di inclusione. Mentre il dibattito sulle politiche migratorie continua, le realtà di Gubbio ci fanno riflettere e ci dimostrano che dietro i numeri e le statistiche ci sono persone reali con sogni, speranze e un desiderio profondo di ricostruire un futuro migliore. Janeth Guaillas]]>

All’incontro di Gubbio di Voci dal mondo, i giovani Fatima e Alonso hanno intervistato Suly e Abibou, due migranti che, con una determinazione indomita e molto coraggio, sono riusciti a rifarsi una vita nel territorio eugubino.

Suly: via dal Mali con la famiglia, e poi da solo

Il primo ad aprire l’incontro pubblico è stato Mohamed-Sulymane-Samack , “tutti mi chiamano Suly diminutivo di Sulymane” ha sottolineato. Ha ventitrè anni ed è nato in Mali. Il suo viaggio da migrante inizia all’età di dodici anni quando decide insieme alla sua famiglia di lasciare il luogo che fino a quel momento aveva chiamato casa. Emozionato ha raccontato che i suoi ricordi del Mali sono pochi ma che li conserva ancora con amore. Ricorda che era molto piccolo quando è uscito dal suo villaggio. Continua raccontando il suo lungo viaggio che poi l’ha portato in Italia. “Sono andato via perché vivevo in una condizione molto complicata”, continua, “poi è stato ancora più difficile perché ho dovuto affrontare il viaggio completamente da solo, un lungo viaggio”, precisa il giovane Suly. Inizialmente tutta la famiglia aveva deciso di lasciare il Mali ma poi sono stati separati. Quando è arrivato in Italia, precisamente in Sicilia, si sentiva spaventato e disorientato, perché non conosceva nessuno. La sua difficoltà più grande è stata non riuscire a comunicare in italiano, motivo per cui si è impegnato moltissimo fin da subito per imparare la lingua. “Ho vissuto un breve periodo in Sicilia a Messina dove ho studiato la terza media poi i primi due anni di scuola superiore di secondo grado”, racconta soddisfatto. Da novembre 2019 vive a Gubbio. “Mi trovo benissimo a Gubbio non ho avuto nessuna difficoltà che avevo già avuto, a parte una”, dice. Appena arrivato a Gubbio infatti ha affrontato una delle grandi difficoltà dei migranti: trovare una casa. “Nonostante avessi un lavoro stabile e i documenti in regola non riuscivo a trovare una casa in affitto”, racconta. Poi la svolta, il suo hobby gli ha permesso di familiarizzare con un allenatore di calcio che gli ha fatto conoscere il direttore della Caritas di Gubbio Luca Uccellani , e con una collaborazione genuina sono riusciti ad aiutare il giovane. Attualmente Suly lavora in una azienda che ricicla la plastica, assunto da tre anni con un regolare contratto di lavoro. Inoltre ha superato l’esame della patente e possiede la sua automobile che gli permette di spostarsi liberamente. “Il tuo sogno per il futuro?”, chiede Fatima. “Io sognavo”, risponde Suly con un sospiro. È felice e piano piano sta cercando di ricominciare a darsi il privilegio di sognare un futuro migliore. La resilienza di Suly nel ricostruire la sua vita a Gubbio è una vera ispirazione.

Abibou: dal Senegal a Gubbio per una nuova vita

In un’altra parte del continente africano anche Abibou ha intrapreso un lungo viaggio per arrivare a Gubbio. Nato in Senegal, Abibou, ha lasciato il suo paese quando ancora era minorenne. “Avevo solo 17 anni e ho fatto il viaggio da solo”, ci racconta. Ha attraversato il Mali, l’Algeria, la Tunisia e poi finalmente l’Italia. “Il viaggio è stato difficile e tragico perché...”, si ferma. E poi prosegue, con un nodo alla gola: “Molte sofferenze e torture”. Oggi è ospite presso lo Sprar-Sai di Gubbio, in cui ha conosciuto Anna Barbi, una operatrice e insegnante di lingua italiana presso il centro. Abibou racconta la sua gratitudine per questo paese ma soprattutto per le persone che in così poco tempo gli hanno donato molto. “Il tuo sogno?”, chiede ancora Fatima. E Abibou risponde: “Nel mio paese non avevo la possibilità di andare a scuola, qui sì, motivo per cui io voglio proseguire gli studi e realizzare i miei sogni”.

Apertura e disponibilità

Le storie personali di Suly e Abibou sono il riflesso di migliaia di migranti che cercano una vita migliore in Italia. La comunità di Gubbio ha saputo accogliere e integrare questi giovani, dimostrando che l’inclusione e la solidarietà sono possibili. Dall’altra parte, come ha spiegato il professor Rolando Marini: “Per poter essere inclusi in una nuova comunità, è essenziale anche l’apertura da parte dei migranti stessi”. I due giovani Suly e Abibou hanno dimostrato una grande volontà di adattarsi e contribuire alla società che li ha accolti, mostrando che l’inclusione è una strada a doppio senso, fatta di reciproco impegno. La disponibilità a integrarsi, imparare la lingua, e rispettare le tradizioni locali sono elementi fondamentali per il successo del processo di inclusione. Mentre il dibattito sulle politiche migratorie continua, le realtà di Gubbio ci fanno riflettere e ci dimostrano che dietro i numeri e le statistiche ci sono persone reali con sogni, speranze e un desiderio profondo di ricostruire un futuro migliore. Janeth Guaillas]]>
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Per comunità immigrate più responsabili – La “provocazione” di Rolando Marini/1 https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/ https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/#respond Fri, 20 Sep 2024 16:21:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77718

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>
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8xmille. Camilla ha trovato lavoro grazie al suo tirocinio in Caritas https://www.lavoce.it/camilla-ha-trovato-lavoro-grazie-al-suo-tirocinio-in-caritas/ https://www.lavoce.it/camilla-ha-trovato-lavoro-grazie-al-suo-tirocinio-in-caritas/#respond Fri, 24 May 2024 08:00:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76283 Camilla di profilo e a mezzo busto, con i capelli corti, castani e con gli occhiali. Ha la divisa rossa del supermercato, con una mano mette i prodotti sugli scaffali

Da quasi quattro anni, Camilla ha trovato un lavoro ma soprattutto ha realizzato la sua “vocazione” alla relazione con gli altri. Siamo a Trestina, a pochi chilometri da Città di Castello, e qui quasi ogni giorno la giovane trentenne raggiunge a piedi il supermercato Gala.

Il servizio civile di Camilla all'emporio e alla mensa

“Tutto è cominciato tra il 2018 e il 2019 - ci racconta Camilla - quando da alcuni amici ho sentito parlare di servizio civile. Mi sono informata, ho scelto la Caritas diocesana e ho fatto servizio in mensa e all’emporio per la durata di un anno. All’emporio della solidarietà sono rimasta un altro anno grazie ai progetti di Garanzia Giovani, fino a quando non è arrivato il Covid che ha rallentato le nostre attività”.

Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, tante persone si sono trovate senza lavoro, specie chi sperimenta fragilità personali, e hanno avuto difficoltà a “rimettersi in pista” dopo un periodo di inattività. Di fronte a queste necessità, la Caritas tifernate ha concentrato l’attenzione nella ricerca di metodi efficaci per inserire o reinserire persone nell’ambiente del lavoro.

L'accompagnamento della Caritas di Città di Castello

“Uno degli obiettivi principali della Caritas diocesana - spiega il direttore dell’organismo pastorale della diocesi di Città di Castello, Gaetano Zucchini - è quello di poter accompagnare al lavoro le persone, dando loro dignità sia economica sia di inserimento sociale. Sono soprattutto persone fragili, molti sono migranti con le loro difficoltà culturali e linguistiche, anche se hanno già acquisito una professionalità nei paesi di origine. Senza lavoro è difficile per loro inserirsi nella vita sociale del Paese. Per questo ci siamo attivati con la ricerca di lavoro attraverso le agenzie preposte e abbiamo investito parte dei fondi 8xmille sui bandi per i tirocini formativi che possono essere un primo ingresso proprio nel mondo del lavoro, per poi concludersi proprio con l’inserimento a tempo indeterminato nelle aziende”.

Dopo il tirocinio Camilla viene assunta in un supermercato

Così è stato anche per Camilla, che continua il suo racconto con il sorriso che ne illumina il volto e accende gli occhi vispi. “Dopo la pandemia - ci dice - ho iniziato il mio tirocinio qui al supermercato: era l’agosto 2020 e doveva durare solo sei mesi. E invece, dopo questo primo periodo, ci siamo trovati bene sia io sia i responsabili dell’azienda. Il supermarket è vicino a dove abito, quindi mi sono sentita a casa anche con la gente che viene a fare la spesa. Ormai sono quasi quattro anni che lavoro qui. Mi occupo di rifornimento, quindi soprattutto di posizionare le confezioni sugli scaffali, poi sto dietro alle richieste dei clienti e cerco di accontentarli al meglio. Penso che questo sia il lavoro adatto per me, perché sto bene in mezzo alla gente e riesco a far sentire tutti a proprio agio”.

In tre anni Caritas ha realizzato ventitré tirocini formativi

“Nel triennio dal 2021 al 2023 - precisa il direttore Caritas, Zucchini - abbiamo programmato, progettato e realizzato 23 tirocini formativi per un investimento complessivo di 54mila euro. La cosa più bella è che, di queste oltre venti persone inserite nel mondo del lavoro attraverso i tirocini, dieci sono rimaste a tempo indeterminato nelle aziende che le avevano formate. Tutto questo, oltre all’ 8xmille , è stato possibile anche attivando reti di solidarietà e di protezione sociale lavorativa”.

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Camilla di profilo e a mezzo busto, con i capelli corti, castani e con gli occhiali. Ha la divisa rossa del supermercato, con una mano mette i prodotti sugli scaffali

Da quasi quattro anni, Camilla ha trovato un lavoro ma soprattutto ha realizzato la sua “vocazione” alla relazione con gli altri. Siamo a Trestina, a pochi chilometri da Città di Castello, e qui quasi ogni giorno la giovane trentenne raggiunge a piedi il supermercato Gala.

Il servizio civile di Camilla all'emporio e alla mensa

“Tutto è cominciato tra il 2018 e il 2019 - ci racconta Camilla - quando da alcuni amici ho sentito parlare di servizio civile. Mi sono informata, ho scelto la Caritas diocesana e ho fatto servizio in mensa e all’emporio per la durata di un anno. All’emporio della solidarietà sono rimasta un altro anno grazie ai progetti di Garanzia Giovani, fino a quando non è arrivato il Covid che ha rallentato le nostre attività”.

Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, tante persone si sono trovate senza lavoro, specie chi sperimenta fragilità personali, e hanno avuto difficoltà a “rimettersi in pista” dopo un periodo di inattività. Di fronte a queste necessità, la Caritas tifernate ha concentrato l’attenzione nella ricerca di metodi efficaci per inserire o reinserire persone nell’ambiente del lavoro.

L'accompagnamento della Caritas di Città di Castello

“Uno degli obiettivi principali della Caritas diocesana - spiega il direttore dell’organismo pastorale della diocesi di Città di Castello, Gaetano Zucchini - è quello di poter accompagnare al lavoro le persone, dando loro dignità sia economica sia di inserimento sociale. Sono soprattutto persone fragili, molti sono migranti con le loro difficoltà culturali e linguistiche, anche se hanno già acquisito una professionalità nei paesi di origine. Senza lavoro è difficile per loro inserirsi nella vita sociale del Paese. Per questo ci siamo attivati con la ricerca di lavoro attraverso le agenzie preposte e abbiamo investito parte dei fondi 8xmille sui bandi per i tirocini formativi che possono essere un primo ingresso proprio nel mondo del lavoro, per poi concludersi proprio con l’inserimento a tempo indeterminato nelle aziende”.

Dopo il tirocinio Camilla viene assunta in un supermercato

Così è stato anche per Camilla, che continua il suo racconto con il sorriso che ne illumina il volto e accende gli occhi vispi. “Dopo la pandemia - ci dice - ho iniziato il mio tirocinio qui al supermercato: era l’agosto 2020 e doveva durare solo sei mesi. E invece, dopo questo primo periodo, ci siamo trovati bene sia io sia i responsabili dell’azienda. Il supermarket è vicino a dove abito, quindi mi sono sentita a casa anche con la gente che viene a fare la spesa. Ormai sono quasi quattro anni che lavoro qui. Mi occupo di rifornimento, quindi soprattutto di posizionare le confezioni sugli scaffali, poi sto dietro alle richieste dei clienti e cerco di accontentarli al meglio. Penso che questo sia il lavoro adatto per me, perché sto bene in mezzo alla gente e riesco a far sentire tutti a proprio agio”.

In tre anni Caritas ha realizzato ventitré tirocini formativi

“Nel triennio dal 2021 al 2023 - precisa il direttore Caritas, Zucchini - abbiamo programmato, progettato e realizzato 23 tirocini formativi per un investimento complessivo di 54mila euro. La cosa più bella è che, di queste oltre venti persone inserite nel mondo del lavoro attraverso i tirocini, dieci sono rimaste a tempo indeterminato nelle aziende che le avevano formate. Tutto questo, oltre all’ 8xmille , è stato possibile anche attivando reti di solidarietà e di protezione sociale lavorativa”.

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“Riscopriamo talenti”, formazione per volontari dei Centri di ascolto Caritas https://www.lavoce.it/riscopriamo-talenti-formazione-per-volontari-dei-centri-di-ascolto-caritas/ https://www.lavoce.it/riscopriamo-talenti-formazione-per-volontari-dei-centri-di-ascolto-caritas/#respond Sun, 14 Apr 2024 17:27:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75691 volontari della Caritas di Perugia di spalle all'interno di una sala

Si terranno a Perugia, il 16 e il 24 aprile (ore 9-13), presso il “Villaggio della Carità” (via Montemalbe 1, nelle vicinanza della chiesa di San Barnaba - zona via Cortonese), due giornate di formazione per operatori e volontari dei Centri di Ascolto (CdA) delle Caritas parrocchiali inerenti al progetto nazionale “Riscopriamo i talenti” avviato lo scorso 30 giugno, frutto di un protocollo d’intesa tra Caritas italiana, Inps, Ordine e Fondazione dei Consulenti del lavoro.

Le due finalità del progetto

Il progetto ha una duplice finalità: 1) formare quanti sono preposti all’ascolto di persone in grave emarginazione sociale alla ricerca di un lavoro dignitoso e conoscere le diverse norme legislative che favoriscano la loro inclusione sociale; 2) dar vita ad un canale di comunicazione diretto tra gli Istituti coinvolti per una presa in carico condivisa della persona ascoltata presso i CdA Caritas in modo anche da accompagnarla meglio a cogliere le nuove opportunità occupazionali presso azienda interessate ad assumere personale.

Perugia tra le venti Caritas nazionali coinvolte

Quella di Perugia-Città della Pieve è una delle venti Caritas diocesane in Italia inserite in questo progetto-protocollo, le altre sono Ancona-Osimo, Bari-Bitonto, Benevento, Brescia, Cagliari, Concordia-Pordenone, Genova, Lamezia Terme, Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Modena-Nonantola, Napoli, Pescara, Piacenza-Bobbio, Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, Roma, Siena, Trento e Vercelli.

Gli ambiti di intervento

Alle due giornate formative hanno già aderito circa 40 tra operatori e volontari Caritas parrocchiali. Riceveranno nozioni sui seguenti ambiti di intervento: Assegno di inclusione e SFL, Isee, Principali prestazioni erogabili a persone in stato di difficoltà economica, Assegno sociale, Naspi, Invalidità civile, Reddito di Libertà, Contrattualistica e nuova normativa in tema di lavoro e Politiche del lavoro. Interverranno a questa due-giorni operatori Inpse consulenti del lavoro impegnati sul territorio.

La persona portatrice di talenti

"Questo protocollo parte dall’idea della persona al centro – spiega Silvia Bagnarelli, assistente sociale e referente Caritas Perugia –, una persona capace di essere portatrice di talenti anche se in condizione di svantaggio e prevede un canale di comunicazione diretto tra gli istituti coinvolti per una presa in carico condivisa, ognuno attraverso le proprie competenze specifiche per accompagnare in maniera integrata quanti si trovano nella difficoltà».

Il ruolo della Caritas

In questo protocollo, precisa la referente Caritas, "il nostro ruolo è quello di primo contatto, grazie alle caratteristiche di capillarità e prossimità proprie della nostra identità, abbiamo la possibilità di incontrare tante persone in difficoltà e possiamo essere fondamentali nella fase di orientamento anche alla riscoperta del loro talento, accompagnando e monitorando il loro percorso attraverso le competenze specifiche di INPS, rispetto all’accesso ai diritti e alle forme di tutela e di sostegno e attraverso le competenze dei Consulenti del Lavoro e di Fondazione Lavoro rispetto alle tutele nel mondo del lavoro e le politiche attive".

Importante la formazione di volontari e operatori Caritas

"Per tali motivi – sottolinea la dott.ssa Bagnarelli – risulta essere di primaria importanza una buona formazione dei volontari e degli operatori Caritas su queste misure, fondamentale per poter orientare efficacemente quante più persone possibili in modo da garantire l’accesso a diritti e a opportunità anche a chi vive ai margini, ha meno risorse, con l’obiettivo di mettere al centro dell’interesse della comunità la singola persona, aiutandola a riscoprire le potenzialità di cui è portatrice".]]>
volontari della Caritas di Perugia di spalle all'interno di una sala

Si terranno a Perugia, il 16 e il 24 aprile (ore 9-13), presso il “Villaggio della Carità” (via Montemalbe 1, nelle vicinanza della chiesa di San Barnaba - zona via Cortonese), due giornate di formazione per operatori e volontari dei Centri di Ascolto (CdA) delle Caritas parrocchiali inerenti al progetto nazionale “Riscopriamo i talenti” avviato lo scorso 30 giugno, frutto di un protocollo d’intesa tra Caritas italiana, Inps, Ordine e Fondazione dei Consulenti del lavoro.

Le due finalità del progetto

Il progetto ha una duplice finalità: 1) formare quanti sono preposti all’ascolto di persone in grave emarginazione sociale alla ricerca di un lavoro dignitoso e conoscere le diverse norme legislative che favoriscano la loro inclusione sociale; 2) dar vita ad un canale di comunicazione diretto tra gli Istituti coinvolti per una presa in carico condivisa della persona ascoltata presso i CdA Caritas in modo anche da accompagnarla meglio a cogliere le nuove opportunità occupazionali presso azienda interessate ad assumere personale.

Perugia tra le venti Caritas nazionali coinvolte

Quella di Perugia-Città della Pieve è una delle venti Caritas diocesane in Italia inserite in questo progetto-protocollo, le altre sono Ancona-Osimo, Bari-Bitonto, Benevento, Brescia, Cagliari, Concordia-Pordenone, Genova, Lamezia Terme, Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Modena-Nonantola, Napoli, Pescara, Piacenza-Bobbio, Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, Roma, Siena, Trento e Vercelli.

Gli ambiti di intervento

Alle due giornate formative hanno già aderito circa 40 tra operatori e volontari Caritas parrocchiali. Riceveranno nozioni sui seguenti ambiti di intervento: Assegno di inclusione e SFL, Isee, Principali prestazioni erogabili a persone in stato di difficoltà economica, Assegno sociale, Naspi, Invalidità civile, Reddito di Libertà, Contrattualistica e nuova normativa in tema di lavoro e Politiche del lavoro. Interverranno a questa due-giorni operatori Inpse consulenti del lavoro impegnati sul territorio.

La persona portatrice di talenti

"Questo protocollo parte dall’idea della persona al centro – spiega Silvia Bagnarelli, assistente sociale e referente Caritas Perugia –, una persona capace di essere portatrice di talenti anche se in condizione di svantaggio e prevede un canale di comunicazione diretto tra gli istituti coinvolti per una presa in carico condivisa, ognuno attraverso le proprie competenze specifiche per accompagnare in maniera integrata quanti si trovano nella difficoltà».

Il ruolo della Caritas

In questo protocollo, precisa la referente Caritas, "il nostro ruolo è quello di primo contatto, grazie alle caratteristiche di capillarità e prossimità proprie della nostra identità, abbiamo la possibilità di incontrare tante persone in difficoltà e possiamo essere fondamentali nella fase di orientamento anche alla riscoperta del loro talento, accompagnando e monitorando il loro percorso attraverso le competenze specifiche di INPS, rispetto all’accesso ai diritti e alle forme di tutela e di sostegno e attraverso le competenze dei Consulenti del Lavoro e di Fondazione Lavoro rispetto alle tutele nel mondo del lavoro e le politiche attive".

Importante la formazione di volontari e operatori Caritas

"Per tali motivi – sottolinea la dott.ssa Bagnarelli – risulta essere di primaria importanza una buona formazione dei volontari e degli operatori Caritas su queste misure, fondamentale per poter orientare efficacemente quante più persone possibili in modo da garantire l’accesso a diritti e a opportunità anche a chi vive ai margini, ha meno risorse, con l’obiettivo di mettere al centro dell’interesse della comunità la singola persona, aiutandola a riscoprire le potenzialità di cui è portatrice".]]>
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Mauro Masciotti si candida a sindaco di Foligno https://www.lavoce.it/mauro-masciotti-si-candida-a-sindaco-di-foligno/ https://www.lavoce.it/mauro-masciotti-si-candida-a-sindaco-di-foligno/#comments Wed, 28 Feb 2024 10:24:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75014 Mauro Masciotti a mezzo busto, con capelli grigi, gli occhiali, un giacchetto scuro e camichia celeste sullo sfondo un chiostro

È stata una decisione meditata a lungo e anche molto sofferta, quella che ha portato il folignate Mauro Masciotti a scegliere la candidatura a sindaco della sua città. Gli ultimi giorni prima dell’ufficialità della notizia li ha trascorsi in una sorta di “deserto” e di silenzio, utili a favorire il discernimento sulla strada da prendere. Poi, una volta messa a fuoco la scelta, ci sono voluti un paio di giorni per scrivere nero su bianco le sue dimissioni dagli incarichi ecclesiali diocesani e regionali e dal lavoro di ferroviere.

Mauro Masciotti si è dimesso da tutti gli incarichi diocesani e regionali in Caritas

Cinquantasei anni, diacono e padre di quattro figli, capostazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, Masciotti è direttore della Caritas diocesana di Foligno dal 2010 e delegato regionale dell’organismo pastorale dal settembre 2023.  O meglio, lo è stato fino a martedì scorso, quando l’arcivescovo Domenico Sorrentino ha ricevuto e accettato le sue dimissioni da tutte le responsabilità diocesane e regionali, in considerazione proprio della candidatura alle prossime elezioni amministrative. A ciò, il Vescovo della diocesi folignate aggiunge anche la sospensione dal ministero diaconale. Tutti passaggi - specifica lo stesso Masciotti - che sono stati concordati con le gerarchie ecclesiastiche ai vari livelli, a cominciare proprio da mons. Sorrentino. Anche mons. Renato Boccardo , come presidente dei vescovi umbri, ha accolto le sue dimissioni da delegato regionale Caritas.

Vescovo Sorrentino: “La Chiesa non ha un suo partito"

Il Vescovo delle diocesi di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino tiene a precisare che “la Chiesa non ha un suo partito” e che “quando dei cattolici formano partiti, essi non sono mai espressione ufficiale della Chiesa e si qualificano in base alle scelte di quanti vi aderiscono in coerenza con la loro ispirazione cristiana: il che permette anche una pluralità di espressioni e di presenze politiche dei cattolici, ma sempre assicurando, nei programmi e nei rapporti con le formazioni partitiche di appartenenza, senza cedimenti e a voce alta, la loro coerenza con i valori evangelici e il magistero della Chiesa”.

La politica è un'altra forma di carità

L’attenzione di mons. Sorrentino per l’impegno dei cattolici in politica è piuttosto chiara e da molto tempo, frutto anche dei suoi scritti e dell’attività di postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Giuseppe Toniolo, studioso ed economista che ha saputo coniugare il profilo contemplativo a quello di laico appassionato del contesto sociale. “La politica è un’alta forma di carità”, ha ribadito il vescovo Domenico anche in questa occasione, dopo che nel 2016 aveva usato gli stessi toni per commentare la candidatura a sindaca di Assisi di Stefania Proietti, già direttore dell’ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro. “La Chiesa di Foligno - scrive stavolta il Vescovo - invita i suoi figli, uomini e donne, soprattutto i giovani a rispondere a questa speciale vocazione e, come per tutte le missioni, le sostiene ‘irrorando la comune carità solo con il silenzio orante’”.

La Lettera pastorale del vescovo Sorrentino “Carità politica per una Chiesa radicata nel territorio e nella storia"

Proprio nel 2023, mons. Sorrentino ha scritto la lettera pastorale Carità politica per una Chiesa radicata nel territorio e nella storia. “La politica e l’impegno pubblico e sociale per il bene comune - sottolinea Sorrentino - è una nobile vocazione e una preziosa missione che la Chiesa raccomanda e promuove tra i suoi fedeli. In tal senso la Chiesa, madre di tutti e di ciascuno, da sempre ha posto delle opportune condizioni e delle sagge limitazioni per coloro che, investiti di un mandato ecclesiale, ricoprono ruoli di responsabilità o esercitano dei servizi comunitari, laico o chierico. Chiunque nel popolo di Dio ha un ufficio, una funzione e un incarico istituito e abbia desiderio di spendere le proprie energie e competenze in questa missione è dunque invitato a sospendere il proprio servizio secondo il proprio stato e la propria condizione rendendo chiara e pubblica la propria decisione”

Per Masciotti è un allontanamento pro tempore dal mondo della carità

Una necessità e una condizione che Mauro Masciotti ha fatto sua nello scegliere la candidatura a sindaco, anche se - ci ha detto - questo lo allontana pro tempore dal mondo della carità nel quale opera da anni.

Come è nata la scelta di candidarsi

È stata la coalizione di centrosinistra a proporre a Masciotti la candidatura a sindaco di Foligno per le prossime elezioni comunali dell’8 e 9 giugno prossimi. Nei giorni scorsi, l’ex direttore della Caritas folignate ha incontrato i rappresentanti di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Foligno in Comune, Foligno 2030 e Patto x Foligno. Sono le forze politiche dello schieramento progressista che hanno ipotizzato “un progetto unitario e innovativo”. La prima uscita pubblica del candidato a Sindaco e dell’intera coalizione è prevista per venerdì 1 marzo - alle ore 11 - in piazza San Domenico a Foligno.  
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Mauro Masciotti a mezzo busto, con capelli grigi, gli occhiali, un giacchetto scuro e camichia celeste sullo sfondo un chiostro

È stata una decisione meditata a lungo e anche molto sofferta, quella che ha portato il folignate Mauro Masciotti a scegliere la candidatura a sindaco della sua città. Gli ultimi giorni prima dell’ufficialità della notizia li ha trascorsi in una sorta di “deserto” e di silenzio, utili a favorire il discernimento sulla strada da prendere. Poi, una volta messa a fuoco la scelta, ci sono voluti un paio di giorni per scrivere nero su bianco le sue dimissioni dagli incarichi ecclesiali diocesani e regionali e dal lavoro di ferroviere.

Mauro Masciotti si è dimesso da tutti gli incarichi diocesani e regionali in Caritas

Cinquantasei anni, diacono e padre di quattro figli, capostazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, Masciotti è direttore della Caritas diocesana di Foligno dal 2010 e delegato regionale dell’organismo pastorale dal settembre 2023.  O meglio, lo è stato fino a martedì scorso, quando l’arcivescovo Domenico Sorrentino ha ricevuto e accettato le sue dimissioni da tutte le responsabilità diocesane e regionali, in considerazione proprio della candidatura alle prossime elezioni amministrative. A ciò, il Vescovo della diocesi folignate aggiunge anche la sospensione dal ministero diaconale. Tutti passaggi - specifica lo stesso Masciotti - che sono stati concordati con le gerarchie ecclesiastiche ai vari livelli, a cominciare proprio da mons. Sorrentino. Anche mons. Renato Boccardo , come presidente dei vescovi umbri, ha accolto le sue dimissioni da delegato regionale Caritas.

Vescovo Sorrentino: “La Chiesa non ha un suo partito"

Il Vescovo delle diocesi di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino tiene a precisare che “la Chiesa non ha un suo partito” e che “quando dei cattolici formano partiti, essi non sono mai espressione ufficiale della Chiesa e si qualificano in base alle scelte di quanti vi aderiscono in coerenza con la loro ispirazione cristiana: il che permette anche una pluralità di espressioni e di presenze politiche dei cattolici, ma sempre assicurando, nei programmi e nei rapporti con le formazioni partitiche di appartenenza, senza cedimenti e a voce alta, la loro coerenza con i valori evangelici e il magistero della Chiesa”.

La politica è un'altra forma di carità

L’attenzione di mons. Sorrentino per l’impegno dei cattolici in politica è piuttosto chiara e da molto tempo, frutto anche dei suoi scritti e dell’attività di postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Giuseppe Toniolo, studioso ed economista che ha saputo coniugare il profilo contemplativo a quello di laico appassionato del contesto sociale. “La politica è un’alta forma di carità”, ha ribadito il vescovo Domenico anche in questa occasione, dopo che nel 2016 aveva usato gli stessi toni per commentare la candidatura a sindaca di Assisi di Stefania Proietti, già direttore dell’ufficio diocesano per i Problemi sociali e il lavoro. “La Chiesa di Foligno - scrive stavolta il Vescovo - invita i suoi figli, uomini e donne, soprattutto i giovani a rispondere a questa speciale vocazione e, come per tutte le missioni, le sostiene ‘irrorando la comune carità solo con il silenzio orante’”.

La Lettera pastorale del vescovo Sorrentino “Carità politica per una Chiesa radicata nel territorio e nella storia"

Proprio nel 2023, mons. Sorrentino ha scritto la lettera pastorale Carità politica per una Chiesa radicata nel territorio e nella storia. “La politica e l’impegno pubblico e sociale per il bene comune - sottolinea Sorrentino - è una nobile vocazione e una preziosa missione che la Chiesa raccomanda e promuove tra i suoi fedeli. In tal senso la Chiesa, madre di tutti e di ciascuno, da sempre ha posto delle opportune condizioni e delle sagge limitazioni per coloro che, investiti di un mandato ecclesiale, ricoprono ruoli di responsabilità o esercitano dei servizi comunitari, laico o chierico. Chiunque nel popolo di Dio ha un ufficio, una funzione e un incarico istituito e abbia desiderio di spendere le proprie energie e competenze in questa missione è dunque invitato a sospendere il proprio servizio secondo il proprio stato e la propria condizione rendendo chiara e pubblica la propria decisione”

Per Masciotti è un allontanamento pro tempore dal mondo della carità

Una necessità e una condizione che Mauro Masciotti ha fatto sua nello scegliere la candidatura a sindaco, anche se - ci ha detto - questo lo allontana pro tempore dal mondo della carità nel quale opera da anni.

Come è nata la scelta di candidarsi

È stata la coalizione di centrosinistra a proporre a Masciotti la candidatura a sindaco di Foligno per le prossime elezioni comunali dell’8 e 9 giugno prossimi. Nei giorni scorsi, l’ex direttore della Caritas folignate ha incontrato i rappresentanti di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Foligno in Comune, Foligno 2030 e Patto x Foligno. Sono le forze politiche dello schieramento progressista che hanno ipotizzato “un progetto unitario e innovativo”. La prima uscita pubblica del candidato a Sindaco e dell’intera coalizione è prevista per venerdì 1 marzo - alle ore 11 - in piazza San Domenico a Foligno.  
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A farsi prossimi c’è spazio per tutti https://www.lavoce.it/servizio-civile-caritas-spazio-per-tutti/ https://www.lavoce.it/servizio-civile-caritas-spazio-per-tutti/#respond Fri, 12 Jan 2024 14:10:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74514 Un ragazzo e una ragazza con la maglietta blu del Servizio civile in primo piano, sullo sfondo un operatore adulto al lavoro in un magazzino di stoccaggio dei beni di prima necessità

Sono cinque i progetti delle Caritas diocesane delle Chiese umbre previsti nel bando pubblicato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale, per un totale di 88 posti complessivi disponibili nella nostra regione.

Masciotti: “Nei progetti abbiamo voluto dare particolare attenzione all'aspetto educativo e all'accompagnamento dei giovani"

“Il nuovo bando del Servizio civile - ci spiega Mauro Masciotti, delegato regionale Caritas - vede quasi raddoppiare il numero di giovani che vivranno le nostre diverse realtà caritative. Nei progetti abbiamo voluto dare una particolare attenzione all’aspetto educativo e all’accompagnamento dei giovani ammessi al bando e soprattutto di quelli delle nostre comunità. Ecco il perché dei nuovi progetti a favore dell’animazione degli oratori e delle parrocchie in ambito sociale e caritativo. Tappe fondamentali perché in un momento così difficile per la nostra società e per il mondo si possa riportare al centro la testimonianza evangelica dell’amore e del farsi prossimo con particolare attenzione alla pace e al rispetto del creato”.

I progetti del Servizio civile in Caritas

Tutti i progetti di Servizio civile delle Caritas umbre hanno una durata di 12 mesi. Si va da quello intitolato “Farsi prossimi”, dedicato all’assistenza di adulti e di persone in terza età, in condizioni di disagio, con l’obiettivo di aumentare il numero dei pasti distribuiti nelle mense regionali, attraverso l’implementazione della rete di collaborazione con le aziende e l’attività di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare. Obiettivi simili a quelli del progetto “Getta le reti”, destinato al tessuto degli empori solidali presenti in vari centri umbri.

C’è poi il progetto “Spazio per tutti”, nel settore dell’educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport, con attività di animazione culturale verso i minori e di tutoraggio scolastico, con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e l’isolamento sociale attraverso il potenziamento dei servizi già esistenti e con l’implementazione di nuove attività di educazione e valorizzazione.

Il progetto “Impronte di solidarietà” riguarda il settore dell’agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità, con attività di riabilitazione sociale, attività sociali e di servizio alla comunità con l’uso di risorse dell’agricoltura, attività terapeutiche con ausilio di animali e coltivazione delle piante, e con l’obiettivo di potenziare i percorsi di inclusione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati, offrendo loro la possibilità di recuperare se stessi attraverso il lavoro della terra al fine di aumentare la produzione agricola per la copertura del fabbisogno di prodotti alimentari da destinare ai poveri, accompagnata da un’attività di sensibilizzazione della popolazione.

Infine, il progetto “Rete in ascolto”, con l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà tramite una differenziazione del servizio offerto in base al bisogno espresso, favorendo un’attività di sensibilizzazione sulla lotta alla povertà.

Le Caritas delle otto diocesi dell’Umbria partecipano in maniera differenziata ai cinque progetti, creando di fatto una rete dinamica di assistenza e prossimità alle persone, rispetto ai bisogni più vari che arrivano dalla popolazione.

La Caritas di Perugia

La Caritas di Perugia-Città della Pieve, ad esempio, è presente su tre progetti per un totale di 16 posti a disposizione per i volontari. Don Marco Briziarelli, direttore di Caritas Perugia, ricorda che questo “è il tempo buono, per i ragazzi e le ragazze di cogliere l’opportunità preziosa per essere sentinelle autentiche del nostro tempo, per avvicinarsi alle fragilità con delicatezza e per abitare pienamente gli spazi di prossimità”.

La Chiesa italiana tramite le Caritas diocesane - dal 2001 a oggi ha accompagnato oltre 10mila giovani attraverso il Servizio civile nazionale e quello universale con progetti che vogliono essere per i giovani un’occasione per contribuire al bene comune e allo stesso tempo per un percorso di crescita personale e comunitario nei valori della pace, della solidarietà e della giustizia: “Una scelta che cambia la vita”.

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Un ragazzo e una ragazza con la maglietta blu del Servizio civile in primo piano, sullo sfondo un operatore adulto al lavoro in un magazzino di stoccaggio dei beni di prima necessità

Sono cinque i progetti delle Caritas diocesane delle Chiese umbre previsti nel bando pubblicato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale, per un totale di 88 posti complessivi disponibili nella nostra regione.

Masciotti: “Nei progetti abbiamo voluto dare particolare attenzione all'aspetto educativo e all'accompagnamento dei giovani"

“Il nuovo bando del Servizio civile - ci spiega Mauro Masciotti, delegato regionale Caritas - vede quasi raddoppiare il numero di giovani che vivranno le nostre diverse realtà caritative. Nei progetti abbiamo voluto dare una particolare attenzione all’aspetto educativo e all’accompagnamento dei giovani ammessi al bando e soprattutto di quelli delle nostre comunità. Ecco il perché dei nuovi progetti a favore dell’animazione degli oratori e delle parrocchie in ambito sociale e caritativo. Tappe fondamentali perché in un momento così difficile per la nostra società e per il mondo si possa riportare al centro la testimonianza evangelica dell’amore e del farsi prossimo con particolare attenzione alla pace e al rispetto del creato”.

I progetti del Servizio civile in Caritas

Tutti i progetti di Servizio civile delle Caritas umbre hanno una durata di 12 mesi. Si va da quello intitolato “Farsi prossimi”, dedicato all’assistenza di adulti e di persone in terza età, in condizioni di disagio, con l’obiettivo di aumentare il numero dei pasti distribuiti nelle mense regionali, attraverso l’implementazione della rete di collaborazione con le aziende e l’attività di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare. Obiettivi simili a quelli del progetto “Getta le reti”, destinato al tessuto degli empori solidali presenti in vari centri umbri.

C’è poi il progetto “Spazio per tutti”, nel settore dell’educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport, con attività di animazione culturale verso i minori e di tutoraggio scolastico, con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa e l’isolamento sociale attraverso il potenziamento dei servizi già esistenti e con l’implementazione di nuove attività di educazione e valorizzazione.

Il progetto “Impronte di solidarietà” riguarda il settore dell’agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità, con attività di riabilitazione sociale, attività sociali e di servizio alla comunità con l’uso di risorse dell’agricoltura, attività terapeutiche con ausilio di animali e coltivazione delle piante, e con l’obiettivo di potenziare i percorsi di inclusione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati, offrendo loro la possibilità di recuperare se stessi attraverso il lavoro della terra al fine di aumentare la produzione agricola per la copertura del fabbisogno di prodotti alimentari da destinare ai poveri, accompagnata da un’attività di sensibilizzazione della popolazione.

Infine, il progetto “Rete in ascolto”, con l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà tramite una differenziazione del servizio offerto in base al bisogno espresso, favorendo un’attività di sensibilizzazione sulla lotta alla povertà.

Le Caritas delle otto diocesi dell’Umbria partecipano in maniera differenziata ai cinque progetti, creando di fatto una rete dinamica di assistenza e prossimità alle persone, rispetto ai bisogni più vari che arrivano dalla popolazione.

La Caritas di Perugia

La Caritas di Perugia-Città della Pieve, ad esempio, è presente su tre progetti per un totale di 16 posti a disposizione per i volontari. Don Marco Briziarelli, direttore di Caritas Perugia, ricorda che questo “è il tempo buono, per i ragazzi e le ragazze di cogliere l’opportunità preziosa per essere sentinelle autentiche del nostro tempo, per avvicinarsi alle fragilità con delicatezza e per abitare pienamente gli spazi di prossimità”.

La Chiesa italiana tramite le Caritas diocesane - dal 2001 a oggi ha accompagnato oltre 10mila giovani attraverso il Servizio civile nazionale e quello universale con progetti che vogliono essere per i giovani un’occasione per contribuire al bene comune e allo stesso tempo per un percorso di crescita personale e comunitario nei valori della pace, della solidarietà e della giustizia: “Una scelta che cambia la vita”.

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Don Giuseppe Zen nuovo direttore della Caritas diocesana ternana https://www.lavoce.it/don-giuseppe-zen-nuovo-direttore-della-caritas-diocesana-ternana/ https://www.lavoce.it/don-giuseppe-zen-nuovo-direttore-della-caritas-diocesana-ternana/#respond Tue, 07 Nov 2023 13:41:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73901 don giuseppe zen

Don Giuseppe Zen, entra ufficialmente come nuovo direttore della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia: sostituisce padre Stefano Tondelli. "A Terni aumentano le situazioni di disagio con la fragilizzazione sistemica della comunità e la crescita delle richieste di aiuto non solo materiale, quanto di sostegno e vicinanza".

È lo scenario evidenziato dal nuovo direttore della Caritas diocesana, don Giuseppe Zen (la cui nomina era stata già annunciata lo scorso giugno), che insieme al vescovo di Terni-Narni-Amelia  monsignor Francesco Antonio Soddu, ha incontrato i giornalisti all’avvio del mandato e in prossimità della settima Giornata mondiale dei Poveri che sarà celebrata domenica 19 novembre.

Il vescovo Soddu, facendo riferimento al messaggio di Papa Francesco per la Giornata dei poveri, ha sottolineato come tutti i cristiani debbano avere al centro dell’azione e della preghiera il fulcro di ciò che è proprio della chiesa: la carità.

"Sarebbe bello -ha aggiunto il vescovo- che seguendo l’invito di Papa Francesco, si ospitasse qualcuno a pranzo in quel giorno. Il metodo della Caritas è essere animativa nella comunità, non inventare servizi o risolvere problemi, quanto più essere vicini, presenti e prossimi a fianco alle persone. Non si può vivere delegando la carità, ma impegnarsi in prima persona. Le povertà aumentano in maniera vertiginosa. Usando la metafora dell’esondazione dei fiumi, oggi estremamente attuale, possiamo dire che, come un fiume in piena che spesso esonda e fa danni a tutto l’ambiente circostante, così la povertà è come un fiume in piena che esondando fa male a tutti. Ma poi esistono anche gli angeli del fango che si rendono disponibili, avvicinano le persone in difficoltà con un tatto particolare, è questo che deve avere la nostra azione caritativa".

Il vescovo Soddu ha ringraziato padre Stefano Tondelli per il lavoro svolto e ha ricordato anche le tante associazioni caritative e fraternità di famiglie religiose che hanno particolare attenzione alla persona e svolgono vari servizi che concorrono a sensibilizzare la comunità verso le problematiche delle persone bisognose.

È stato, quindi, presentato il nuovo direttore don Giuseppe Zen, 44 anni, da due anni ordinato sacerdote, e attualmente viceparroco di Santa Maria Regina a Terni.

"La testimonianza della carità nella comunità ecclesiale -ha esordito don Giuseppe- è l’azione principale in cui sarò impegnato in forma consona ai tempi. Oggi ci sono tanti bisogni diversi ed è richiesta maggiore creatività in vista dello sviluppo integrale dell’uomo. Non ci sono solo povertà materiali, ma tante povertà a tutti livelli, soprattutto legate alla solitudine delle persone, alla fragilità psicologica, alla salute e all’anzianità. I poveri sono persone con un volto e un’anima".

Nel programma del nuovo direttore, la sensibilizzazione e animazione delle  comunità parrocchiali, già intrapreso con la visita ai centri di ascolto di alcune parrocchie cittadine

In occasione della giornata del Povero la Caritas diocesana distribuirà trecentocinquanta pacchi di pannolini, forniti da Caritas italiana, attraverso le realtà caritative del territorio che si occupano di bambini e mamme.

I dati forniti dal nuovo direttore don Giuseppe Zen

A fronte di una crescente fragilità sociale e della conseguente crescita delle problematiche economiche, i dati  della Caritas diocesana-San Martino, rilevati ad agosto 2023, evidenziano una povertà in aumento: al Centro di ascolto diocesano di via Vollusiano sono stati effettuati cinquecento colloqui da gennaio ad agosto, con un aumento del venti per cento delle richieste e una maggiore diversificazione delle problematiche, che per uno stesso nucleo familiare rispondono a più fattori: dalle bollette, affitti, alle spese economiche sanitarie e per i figli. Alla Mensa San Valentino si è riscontrato un più del venti per cento di presenze rispetto al 2022 con un notevole aumento di stranieri, che ricevono accoglienza e un pasto caldo nella struttura di via Ciaurro.

All’Emporio della solidarietà di via Vollusiano si registra il maggiore incremento tra i vari servizi offerti. In crescente aumento gli ingressi all’emporio da gennaio ad agosto, con una media di centocinquanta famiglie al mese, con punte di duecentoquaranta famiglie in alcuni mesi, che ricevono beni alimentari e prodotti per l’igiene, per un totale a fine agosto di 54.490 prodotti. Di queste famiglie l’ottantasei per cento sono stranieri.

Il centro antiviolenza gestito dall’impresa sociale San Martino rileva un aumento delle richieste di aiuto. Per consulenze, informazioni e ascolto sono stati effettuati centoventotto contatti telefonici e centosei prese in carico per consulenze psicologiche e legali. Alcune persone usufruiscono dell’accoglienza residenziale. Per quanto riguarda i senza fissa dimora nel progetto Prince gestito dall’associazione San Martino sono state aiutate otto persone in prevalenza italiane con accoglienza in strutture e servizi alla persona.

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don giuseppe zen

Don Giuseppe Zen, entra ufficialmente come nuovo direttore della Caritas diocesana di Terni-Narni-Amelia: sostituisce padre Stefano Tondelli. "A Terni aumentano le situazioni di disagio con la fragilizzazione sistemica della comunità e la crescita delle richieste di aiuto non solo materiale, quanto di sostegno e vicinanza".

È lo scenario evidenziato dal nuovo direttore della Caritas diocesana, don Giuseppe Zen (la cui nomina era stata già annunciata lo scorso giugno), che insieme al vescovo di Terni-Narni-Amelia  monsignor Francesco Antonio Soddu, ha incontrato i giornalisti all’avvio del mandato e in prossimità della settima Giornata mondiale dei Poveri che sarà celebrata domenica 19 novembre.

Il vescovo Soddu, facendo riferimento al messaggio di Papa Francesco per la Giornata dei poveri, ha sottolineato come tutti i cristiani debbano avere al centro dell’azione e della preghiera il fulcro di ciò che è proprio della chiesa: la carità.

"Sarebbe bello -ha aggiunto il vescovo- che seguendo l’invito di Papa Francesco, si ospitasse qualcuno a pranzo in quel giorno. Il metodo della Caritas è essere animativa nella comunità, non inventare servizi o risolvere problemi, quanto più essere vicini, presenti e prossimi a fianco alle persone. Non si può vivere delegando la carità, ma impegnarsi in prima persona. Le povertà aumentano in maniera vertiginosa. Usando la metafora dell’esondazione dei fiumi, oggi estremamente attuale, possiamo dire che, come un fiume in piena che spesso esonda e fa danni a tutto l’ambiente circostante, così la povertà è come un fiume in piena che esondando fa male a tutti. Ma poi esistono anche gli angeli del fango che si rendono disponibili, avvicinano le persone in difficoltà con un tatto particolare, è questo che deve avere la nostra azione caritativa".

Il vescovo Soddu ha ringraziato padre Stefano Tondelli per il lavoro svolto e ha ricordato anche le tante associazioni caritative e fraternità di famiglie religiose che hanno particolare attenzione alla persona e svolgono vari servizi che concorrono a sensibilizzare la comunità verso le problematiche delle persone bisognose.

È stato, quindi, presentato il nuovo direttore don Giuseppe Zen, 44 anni, da due anni ordinato sacerdote, e attualmente viceparroco di Santa Maria Regina a Terni.

"La testimonianza della carità nella comunità ecclesiale -ha esordito don Giuseppe- è l’azione principale in cui sarò impegnato in forma consona ai tempi. Oggi ci sono tanti bisogni diversi ed è richiesta maggiore creatività in vista dello sviluppo integrale dell’uomo. Non ci sono solo povertà materiali, ma tante povertà a tutti livelli, soprattutto legate alla solitudine delle persone, alla fragilità psicologica, alla salute e all’anzianità. I poveri sono persone con un volto e un’anima".

Nel programma del nuovo direttore, la sensibilizzazione e animazione delle  comunità parrocchiali, già intrapreso con la visita ai centri di ascolto di alcune parrocchie cittadine

In occasione della giornata del Povero la Caritas diocesana distribuirà trecentocinquanta pacchi di pannolini, forniti da Caritas italiana, attraverso le realtà caritative del territorio che si occupano di bambini e mamme.

I dati forniti dal nuovo direttore don Giuseppe Zen

A fronte di una crescente fragilità sociale e della conseguente crescita delle problematiche economiche, i dati  della Caritas diocesana-San Martino, rilevati ad agosto 2023, evidenziano una povertà in aumento: al Centro di ascolto diocesano di via Vollusiano sono stati effettuati cinquecento colloqui da gennaio ad agosto, con un aumento del venti per cento delle richieste e una maggiore diversificazione delle problematiche, che per uno stesso nucleo familiare rispondono a più fattori: dalle bollette, affitti, alle spese economiche sanitarie e per i figli. Alla Mensa San Valentino si è riscontrato un più del venti per cento di presenze rispetto al 2022 con un notevole aumento di stranieri, che ricevono accoglienza e un pasto caldo nella struttura di via Ciaurro.

All’Emporio della solidarietà di via Vollusiano si registra il maggiore incremento tra i vari servizi offerti. In crescente aumento gli ingressi all’emporio da gennaio ad agosto, con una media di centocinquanta famiglie al mese, con punte di duecentoquaranta famiglie in alcuni mesi, che ricevono beni alimentari e prodotti per l’igiene, per un totale a fine agosto di 54.490 prodotti. Di queste famiglie l’ottantasei per cento sono stranieri.

Il centro antiviolenza gestito dall’impresa sociale San Martino rileva un aumento delle richieste di aiuto. Per consulenze, informazioni e ascolto sono stati effettuati centoventotto contatti telefonici e centosei prese in carico per consulenze psicologiche e legali. Alcune persone usufruiscono dell’accoglienza residenziale. Per quanto riguarda i senza fissa dimora nel progetto Prince gestito dall’associazione San Martino sono state aiutate otto persone in prevalenza italiane con accoglienza in strutture e servizi alla persona.

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Tante iniziative dalla Caritas di Foligno in vista del Natale https://www.lavoce.it/tante-iniziative-dalla-caritas-di-foligno-in-vista-del-natale/ Fri, 09 Dec 2022 15:33:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69518 iniziative natale caritas natale

In vista delle ormai imminente Natale, la Caritas diocesana di Foligno diretta da Mauro Masciotti ha messo a punto tutta una serie di iniziative, in collaborazione con la Diocesi e l’associazione Arca del Mediterraneo ETS, che accompagneranno l’intero mese. Si parte venerdì 9 dicembre, alle ore 15, con il primo dei quattro appuntamenti dedicati a Il viaggio della natività per le vie della pace, ciclo di incontri tra preghiera e riflessione, attraverso luoghi simbolo, con l’obiettivo di incontrare volti e famiglie del territorio. Da piazza della Repubblica ci si metterà a in cammino fino alla chiesa di San Paolo Apostolo per un incontro dal titolo Accoglienza e dialogo tra generazioni - La figura di San Francesco come portatore di pace. Giovedì 15 dicembre, sempre alle 15, si terrà un secondo itinerario: questa volta si andrà dalla sede della UmbraGroup, in via Baldaccini, 1, fino alla chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello. Una volta giunti a destinazione, si terrà un incontro che avrà per titolo La sicurezza del lavoro e la forza della fede. Il terzo appuntamento è per mercoledì 21 dicembre. Punto di ritrovo sarà, alle 15, il Santuario di San Damiano ad Assisi. Da lì si partirà verso un altro santuario, quello della Spogliazione, che ospiterà l’incontro Educazione e istruzione. Infine, domenica primo gennaio, in occasione della Giornata mondiale della pace, ci si ritroverà, alle 17.30, al Centro pastorale Fratelli tutti per un cammino che condurrà i fedeli al Santuario della Madonna del Pianto dove, alle 18.30, monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Foligno e Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, presiederà la solenne celebrazione. Sul solco della solidarietà, invece, le altre due iniziative in vista del Natale. La prima è in programma per sabato 17 dicembre e prevede una raccolta di beni di prima necessità (prodotti a lunga conservazione, per l’igiene personale e infanzia) nei supermercati del territorio, a sostegno delle famiglie che la Caritas accoglie quotidianamente. Domenica 18 dicembre, invece, tornerà l’evento Babbo Natale…in treno per la solidarietà, pensato per i più piccoli. L’iniziativa si terrà a partire dalle 15 negli spazi della stazione ferroviaria di Foligno. In quell’occasione verrà promossa una raccolta di doni per i bambini bisognosi del territorio, ai quali sarà possibile regalare giocattoli, materiale scolastico e prodotti per l’infanzia. Ad allietare il pomeriggio, sarà il coro della parrocchia di San Giovanni Profiamma. L’evento, si avvale del patrocinio del Comune di Foligno e vedrà la collaborazione della Fondazione Fs, della Polizia ferroviaria e dell’associazione Turno C.
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iniziative natale caritas natale

In vista delle ormai imminente Natale, la Caritas diocesana di Foligno diretta da Mauro Masciotti ha messo a punto tutta una serie di iniziative, in collaborazione con la Diocesi e l’associazione Arca del Mediterraneo ETS, che accompagneranno l’intero mese. Si parte venerdì 9 dicembre, alle ore 15, con il primo dei quattro appuntamenti dedicati a Il viaggio della natività per le vie della pace, ciclo di incontri tra preghiera e riflessione, attraverso luoghi simbolo, con l’obiettivo di incontrare volti e famiglie del territorio. Da piazza della Repubblica ci si metterà a in cammino fino alla chiesa di San Paolo Apostolo per un incontro dal titolo Accoglienza e dialogo tra generazioni - La figura di San Francesco come portatore di pace. Giovedì 15 dicembre, sempre alle 15, si terrà un secondo itinerario: questa volta si andrà dalla sede della UmbraGroup, in via Baldaccini, 1, fino alla chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello. Una volta giunti a destinazione, si terrà un incontro che avrà per titolo La sicurezza del lavoro e la forza della fede. Il terzo appuntamento è per mercoledì 21 dicembre. Punto di ritrovo sarà, alle 15, il Santuario di San Damiano ad Assisi. Da lì si partirà verso un altro santuario, quello della Spogliazione, che ospiterà l’incontro Educazione e istruzione. Infine, domenica primo gennaio, in occasione della Giornata mondiale della pace, ci si ritroverà, alle 17.30, al Centro pastorale Fratelli tutti per un cammino che condurrà i fedeli al Santuario della Madonna del Pianto dove, alle 18.30, monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Foligno e Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, presiederà la solenne celebrazione. Sul solco della solidarietà, invece, le altre due iniziative in vista del Natale. La prima è in programma per sabato 17 dicembre e prevede una raccolta di beni di prima necessità (prodotti a lunga conservazione, per l’igiene personale e infanzia) nei supermercati del territorio, a sostegno delle famiglie che la Caritas accoglie quotidianamente. Domenica 18 dicembre, invece, tornerà l’evento Babbo Natale…in treno per la solidarietà, pensato per i più piccoli. L’iniziativa si terrà a partire dalle 15 negli spazi della stazione ferroviaria di Foligno. In quell’occasione verrà promossa una raccolta di doni per i bambini bisognosi del territorio, ai quali sarà possibile regalare giocattoli, materiale scolastico e prodotti per l’infanzia. Ad allietare il pomeriggio, sarà il coro della parrocchia di San Giovanni Profiamma. L’evento, si avvale del patrocinio del Comune di Foligno e vedrà la collaborazione della Fondazione Fs, della Polizia ferroviaria e dell’associazione Turno C.
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L’esperienza di quattro giovani volontari tifernati in Kosovo con un progetto Caritas https://www.lavoce.it/esperienza-quattro-giovani-volontari-tifernati-kosovo-caritas/ Thu, 25 Aug 2022 09:24:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68060

Dieci giorni in Kosovo per partecipare ad un progetto umanitario della Caritas: hanno rinunciato a qualche giorno di vacanza per essere vicini ai bambini e alle famiglie in difficoltà. Bella e significativa esperienza di quattro giovani tifernati, Elisa Lodovini 18 anni, Beatrice Novelli 25 anni, Martina Gnaspini 20 anni e Luca Nutrica 26 anni, che il 3 agosto scorso sono partiti per il Kosovo ed ospitati nella casa di Leskoc, vicino a Klina, fondata e sostenuta dalla Caritas Umbria. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="68067,68068,68069"]

L'attività svolta dai quattro ragazzi

In casa rimane sempre una coppia fissa dell’organizzazione, Rinaldo e Francesca che hanno sostituito i fondatori della struttura, Massimo e Cristina. “Le nostre attività principali erano di animazione ai bambini minorenni ospitati nella struttura – precisano soddisfatti i quattro volontari di Città di Castello che si sono aggiunti a giovani provenienti da tutta Italia - attività di disegno/tempere, creazione di braccialetti o collane di perline, giochi all’aperto, passeggiate e visite alla fattoria. Inoltre, tutti i giorni, un gruppo durante la mattinata e uno durante il pomeriggio, partiva per portare gli aiuti alle 100 famiglie sostenute dalla casa quali viveri, medicinali, vestiti o materiale scolastico per i bambini, beni di prima necessità, insomma. Oppure semplicemente portare avanti i bisogni della casa e quindi turni di cucina e pulizie varie”. “Questa esperienza – proseguono, Elisa, Beatrice, Martina e Luca - è stata importante perché ci ha permesso di scoprire una realtà tanto diversa dalla nostra anche se 'dietro l’angolo'. Ha lasciato spazio a tante riflessioni, domande che alimentavano il bisogno che sentivamo di aiutare, di metterci in gioco per il mondo, di essere utili e quindi sentirci profondamente vivi. Un’esperienza che è stata frutto del desiderio di fare qualcosa e farlo adesso perché, dice una canzone, 'una è la realtà, ogni giorno c’è chi se ne va. Butto via di nuovo tutte queste mie certezze così stupide'. Sono esperienze che aprono gli occhi e fanno davvero capire che le certezze sono alibi che creiamo per sentirci meglio ma poco distante da noi c’è un pezzo di mondo che va avanti così. Abbiamo conosciuto – concludono i quattro volontari di Città di Castello - realtà in cui i bambini non frequentano la scuola, e la paura più grande che ci portiamo dentro è pensare che invece che un futuro di speranza, fornito anche dall’educazione scolastica e dallo studio, continueranno vite prive di dignità portata via dalla crudele povertà in cui stanno crescendo”.]]>

Dieci giorni in Kosovo per partecipare ad un progetto umanitario della Caritas: hanno rinunciato a qualche giorno di vacanza per essere vicini ai bambini e alle famiglie in difficoltà. Bella e significativa esperienza di quattro giovani tifernati, Elisa Lodovini 18 anni, Beatrice Novelli 25 anni, Martina Gnaspini 20 anni e Luca Nutrica 26 anni, che il 3 agosto scorso sono partiti per il Kosovo ed ospitati nella casa di Leskoc, vicino a Klina, fondata e sostenuta dalla Caritas Umbria. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="68067,68068,68069"]

L'attività svolta dai quattro ragazzi

In casa rimane sempre una coppia fissa dell’organizzazione, Rinaldo e Francesca che hanno sostituito i fondatori della struttura, Massimo e Cristina. “Le nostre attività principali erano di animazione ai bambini minorenni ospitati nella struttura – precisano soddisfatti i quattro volontari di Città di Castello che si sono aggiunti a giovani provenienti da tutta Italia - attività di disegno/tempere, creazione di braccialetti o collane di perline, giochi all’aperto, passeggiate e visite alla fattoria. Inoltre, tutti i giorni, un gruppo durante la mattinata e uno durante il pomeriggio, partiva per portare gli aiuti alle 100 famiglie sostenute dalla casa quali viveri, medicinali, vestiti o materiale scolastico per i bambini, beni di prima necessità, insomma. Oppure semplicemente portare avanti i bisogni della casa e quindi turni di cucina e pulizie varie”. “Questa esperienza – proseguono, Elisa, Beatrice, Martina e Luca - è stata importante perché ci ha permesso di scoprire una realtà tanto diversa dalla nostra anche se 'dietro l’angolo'. Ha lasciato spazio a tante riflessioni, domande che alimentavano il bisogno che sentivamo di aiutare, di metterci in gioco per il mondo, di essere utili e quindi sentirci profondamente vivi. Un’esperienza che è stata frutto del desiderio di fare qualcosa e farlo adesso perché, dice una canzone, 'una è la realtà, ogni giorno c’è chi se ne va. Butto via di nuovo tutte queste mie certezze così stupide'. Sono esperienze che aprono gli occhi e fanno davvero capire che le certezze sono alibi che creiamo per sentirci meglio ma poco distante da noi c’è un pezzo di mondo che va avanti così. Abbiamo conosciuto – concludono i quattro volontari di Città di Castello - realtà in cui i bambini non frequentano la scuola, e la paura più grande che ci portiamo dentro è pensare che invece che un futuro di speranza, fornito anche dall’educazione scolastica e dallo studio, continueranno vite prive di dignità portata via dalla crudele povertà in cui stanno crescendo”.]]>
Puntata 17 – Piccolo scrigno di broccoli e patate https://www.lavoce.it/puntata-17-piccolo-scrigno-di-broccoli-e-patate/ Thu, 07 Jul 2022 16:29:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67629 Piccolo scrigno di broccoli e patate

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di un tortino che è una delle numerose varianti dei piccoli sformati di broccoli e patate molto diffusi in varie cucine nazionali e regionali. Un piatto - anche questo - che ci aiuta a ridare nuova vita a piccoli grandi avanzi che troviamo quotidianamente nel nostro frigorifero. In questo caso, insieme a broccoli e patate, ci sono besciamella, uova, provola, sale e pepe. Dopo il passaggio in forno, vediamo come Leo e Marcella vanno a confezionare il piatto da portare in tavola. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=atMYuYpgLMU[/embed]]]>
Piccolo scrigno di broccoli e patate

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di un tortino che è una delle numerose varianti dei piccoli sformati di broccoli e patate molto diffusi in varie cucine nazionali e regionali. Un piatto - anche questo - che ci aiuta a ridare nuova vita a piccoli grandi avanzi che troviamo quotidianamente nel nostro frigorifero. In questo caso, insieme a broccoli e patate, ci sono besciamella, uova, provola, sale e pepe. Dopo il passaggio in forno, vediamo come Leo e Marcella vanno a confezionare il piatto da portare in tavola. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=atMYuYpgLMU[/embed]]]>
Puntata 16 – In tavola col velluto viola https://www.lavoce.it/puntata-16-in-tavola-col-velluto-viola/ Wed, 29 Jun 2022 16:02:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67625 In tavola col velluto viola

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di una coloratissima vellutata, da portare in tavola soprattutto nei mesi invernali. Protagonista assoluto è il cavolo rosso, conosciuto soprattutto come cavolo viola, un ortaggio che - in cucina - si presta a numerose preparazioni e interpretazioni. Può essere cotto o crudo, frullato o finemente affettato, primo piatto o contorno. Leo e Marcella ce lo propongono insieme a patate, latte, sale e pepe: una ricetta semplicissima ma davvero gustosa. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=WKqeLko-3eI[/embed]]]>
In tavola col velluto viola

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di una coloratissima vellutata, da portare in tavola soprattutto nei mesi invernali. Protagonista assoluto è il cavolo rosso, conosciuto soprattutto come cavolo viola, un ortaggio che - in cucina - si presta a numerose preparazioni e interpretazioni. Può essere cotto o crudo, frullato o finemente affettato, primo piatto o contorno. Leo e Marcella ce lo propongono insieme a patate, latte, sale e pepe: una ricetta semplicissima ma davvero gustosa. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=WKqeLko-3eI[/embed]]]>
Caritas diocesana Spoleto-Norcia, report sulle attività gennaio-aprile 2022 https://www.lavoce.it/caritas-diocesana-spoleto-norcia-report-sulle-attivita-gennaio-aprile-2022/ Mon, 27 Jun 2022 13:24:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67519 caritas spoleto-norcia

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia da quest'anno pubblicherà ogni quattro mesi un report sulle attività svolte.

"Lo scopo -sottolinea il direttore don Edoardo Rossi- è quello di far conoscere le iniziative e progetti realizzati anche grazie ai fondi dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, ai finanziamenti di Caritas italiana, alle risorse diocesane, a quelle di privati e di aziende.

Il documento si fa portavoce degli operatori e, soprattutto, dei tanti volontari Caritas che ogni giorno si dedicano al sostegno dei più poveri".

Il report si basa sul profilo delle povertà rilevate e sui servizi attivati nel periodo gennaio-aprile 2022 raggruppati in quattro macro-aree.

Centro di Ascolto Caritas

Nei Centri di Ascolto, diocesani e di pievania, hanno operato sessantasei volontari ed è stato fornito ascolto a centonovantasei persone che hanno presentato richieste per acquisto di beni essenziali, di farmaci, per trasporto terapeutico e per orientamento al lavoro. In particolare nove volontari hanno seguito e curato la distribuzione di 1.044 pacchi alimentari e la consegna di cinquantadue spese alimentari al domicilio dei richiedenti. Sono stati registrati tredici interventi per gestire l’emergenza abitativa, cui se ne aggiungono altri quaranta per l’acquisto di beni essenziali per un importo di 4.600 euro. La collaborazione efficace con il Comune di Spoleto e la Fondazione Carispo, attraverso la destinazione con cadenza annuale di appositi Fondi, ha consentito di fornire sussidi a quarantanove persone del comprensorio diocesano per un totale di 13.200 euro: interventi finalizzati al sostegno sociale di famiglie in difficoltà economica (pagamento utenze domestiche, canoni di locazione, trasporto sanitario, tasse scolastiche, buoni carburante, ricariche telefoniche).

Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti

Nei primi quattro mesi del 2022 ha distribuito 5.800 pasti (600 erogati presso i locali di via Cecili e 5.200 come pasti da asporto), per un totale di spese fisse sostenute di circa 9.000 euro (finanziate con donazioni private). Sono stati, invece, 70 i volontari che si sono alternati da gennaio ad aprile.

Progetti vari

L’amore...oltre le catene (autunno 2021)

Raccolta straordinaria di prodotti per l’igiene del corpo, indumenti sportivi e scarpe da ginnastica a favore dei detenuti in media sorveglianza della Casa di Reclusione di Spoleto. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento, oltre ai fedeli della parrocchie, di sessanta alunni della prima e seconda media dell’Istituto Comprensivo G. Fanciulli di Arrone e Ferentillo, che hanno comunicato on line con alcuni detenuti della struttura penitenziaria. É già stato calendarizzato per il prossimo autunno il coinvolgimento degli Istituti Superiori di Spoleto. La disponibilità di volontari e la sensibilità della Direzione della Casa di reclusione hanno consentito la creazione di un apposito Centro di ascolto interno al carcere, con l’obiettivo di colmare bisogni contingenti e rendere più forti e solidali le relazioni umane fra le persone detenute e quelle libere.

Fattoria Socio Educativa

Grazie ai fondi 8xmille della Conferenza episcopale italiana è stato avviato il Progetto - approvato e finanziato per sessanta mila euro, per la riqualificazione del casolare della Confraternita della Misericordia in località Castellocchio di Eggi di Spoleto attraverso la formazione, il sostegno socio-educativo ed il coinvolgimento di tutti gli Istituti di scuola superiore di Spoleto e dell’Istituto Comprensivo di Cerreto di Spoleto. Il progetto ha lo scopo di educare i giovani ad una nuova e ritrovata relazione con l’ambiente sul solco tracciato dall’Enciclica di papa Francesco Laudato Sii.  Ad oggi sono stati sostenuti costi relativi al progetto per circa quindici mila euro.

Caritas Care

Nell’anno 2021, settantasette benefattori hanno sostenuto novantacinque adozioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo con un contributo di 12.863 euro, garantendo la possibilità di frequentare la scuola, avere un pasto giornaliero, materiale scolastico e supporto sanitario.

Emergenza Ucraina

La situazione dei profughi fuggiti dall’Ucraina a seguito del conflitto esploso il 24 febbraio 2022 ha sin da subito coinvolto la Caritas diocesana che si è attivata per la loro accoglienza, in collaborazione con gli Enti e le Associazioni del territorio: in strutture religiose, nelle canoniche, in conventi e monasteri, in famiglie privare. Ad oggi le persone ucraine accolte dalla Caritas sono centosessanta: novanta minori, quattro neo maggiorenni, quattro papà, quarantadue mamme e venti tra nonne, sorelle, nipoti e amici. A queste vanno aggiunte quaranta persone che hanno trovato accoglienza in modo autonomo e che sono comunque seguite dalla Caritas.

Con un gruppo di volontari Caritas sono state create le Famiglie Tutor con il compito di assistere, attraverso un dialogo costante, i nuclei familiari ucraini.

Presso la ex chiesa di San Nicolò in Spoleto, con un’apertura di sette giorni su  sette garantita da numerosi volontari, è stata predisposta la raccolta speciale di materiale da inviare direttamente alle popolazioni ucraine (su richiesta ed in collaborazione con la comunità ucraina di Spoleto che ha gestito l’attività).

Nella casa canonica di Maiano di Spoleto è stato creato l’emporio Don Guerrino Rota dove i cittadini ucraini hanno la possibilità di avere indumenti, giochi e cancelleria. Si tratta di tutto materiale nuovo donato dai commercianti della Diocesi. Inoltre, la sensibilità di diverse realtà (Associazione commercianti, Fondazione Festival e altre) ha consentito la possibilità di organizzare momenti ludico-ricreativi per i bambini ucraini e loro, al fine di facilitare l’integrazione nel tessuto sociale del territorio della diocesi di Spoleto-Norcia.

In collaborazione con la CPIA di Spoleto (Scuola Statale per Adulti) viene proposto, presso i locali della Parrocchia di San Venanzo a Spoleto, un corso base di lingua italiana.

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caritas spoleto-norcia

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia da quest'anno pubblicherà ogni quattro mesi un report sulle attività svolte.

"Lo scopo -sottolinea il direttore don Edoardo Rossi- è quello di far conoscere le iniziative e progetti realizzati anche grazie ai fondi dell’8xmille della Conferenza episcopale italiana, ai finanziamenti di Caritas italiana, alle risorse diocesane, a quelle di privati e di aziende.

Il documento si fa portavoce degli operatori e, soprattutto, dei tanti volontari Caritas che ogni giorno si dedicano al sostegno dei più poveri".

Il report si basa sul profilo delle povertà rilevate e sui servizi attivati nel periodo gennaio-aprile 2022 raggruppati in quattro macro-aree.

Centro di Ascolto Caritas

Nei Centri di Ascolto, diocesani e di pievania, hanno operato sessantasei volontari ed è stato fornito ascolto a centonovantasei persone che hanno presentato richieste per acquisto di beni essenziali, di farmaci, per trasporto terapeutico e per orientamento al lavoro. In particolare nove volontari hanno seguito e curato la distribuzione di 1.044 pacchi alimentari e la consegna di cinquantadue spese alimentari al domicilio dei richiedenti. Sono stati registrati tredici interventi per gestire l’emergenza abitativa, cui se ne aggiungono altri quaranta per l’acquisto di beni essenziali per un importo di 4.600 euro. La collaborazione efficace con il Comune di Spoleto e la Fondazione Carispo, attraverso la destinazione con cadenza annuale di appositi Fondi, ha consentito di fornire sussidi a quarantanove persone del comprensorio diocesano per un totale di 13.200 euro: interventi finalizzati al sostegno sociale di famiglie in difficoltà economica (pagamento utenze domestiche, canoni di locazione, trasporto sanitario, tasse scolastiche, buoni carburante, ricariche telefoniche).

Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti

Nei primi quattro mesi del 2022 ha distribuito 5.800 pasti (600 erogati presso i locali di via Cecili e 5.200 come pasti da asporto), per un totale di spese fisse sostenute di circa 9.000 euro (finanziate con donazioni private). Sono stati, invece, 70 i volontari che si sono alternati da gennaio ad aprile.

Progetti vari

L’amore...oltre le catene (autunno 2021)

Raccolta straordinaria di prodotti per l’igiene del corpo, indumenti sportivi e scarpe da ginnastica a favore dei detenuti in media sorveglianza della Casa di Reclusione di Spoleto. Il progetto ha visto anche il coinvolgimento, oltre ai fedeli della parrocchie, di sessanta alunni della prima e seconda media dell’Istituto Comprensivo G. Fanciulli di Arrone e Ferentillo, che hanno comunicato on line con alcuni detenuti della struttura penitenziaria. É già stato calendarizzato per il prossimo autunno il coinvolgimento degli Istituti Superiori di Spoleto. La disponibilità di volontari e la sensibilità della Direzione della Casa di reclusione hanno consentito la creazione di un apposito Centro di ascolto interno al carcere, con l’obiettivo di colmare bisogni contingenti e rendere più forti e solidali le relazioni umane fra le persone detenute e quelle libere.

Fattoria Socio Educativa

Grazie ai fondi 8xmille della Conferenza episcopale italiana è stato avviato il Progetto - approvato e finanziato per sessanta mila euro, per la riqualificazione del casolare della Confraternita della Misericordia in località Castellocchio di Eggi di Spoleto attraverso la formazione, il sostegno socio-educativo ed il coinvolgimento di tutti gli Istituti di scuola superiore di Spoleto e dell’Istituto Comprensivo di Cerreto di Spoleto. Il progetto ha lo scopo di educare i giovani ad una nuova e ritrovata relazione con l’ambiente sul solco tracciato dall’Enciclica di papa Francesco Laudato Sii.  Ad oggi sono stati sostenuti costi relativi al progetto per circa quindici mila euro.

Caritas Care

Nell’anno 2021, settantasette benefattori hanno sostenuto novantacinque adozioni di bambini nella Repubblica Democratica del Congo con un contributo di 12.863 euro, garantendo la possibilità di frequentare la scuola, avere un pasto giornaliero, materiale scolastico e supporto sanitario.

Emergenza Ucraina

La situazione dei profughi fuggiti dall’Ucraina a seguito del conflitto esploso il 24 febbraio 2022 ha sin da subito coinvolto la Caritas diocesana che si è attivata per la loro accoglienza, in collaborazione con gli Enti e le Associazioni del territorio: in strutture religiose, nelle canoniche, in conventi e monasteri, in famiglie privare. Ad oggi le persone ucraine accolte dalla Caritas sono centosessanta: novanta minori, quattro neo maggiorenni, quattro papà, quarantadue mamme e venti tra nonne, sorelle, nipoti e amici. A queste vanno aggiunte quaranta persone che hanno trovato accoglienza in modo autonomo e che sono comunque seguite dalla Caritas.

Con un gruppo di volontari Caritas sono state create le Famiglie Tutor con il compito di assistere, attraverso un dialogo costante, i nuclei familiari ucraini.

Presso la ex chiesa di San Nicolò in Spoleto, con un’apertura di sette giorni su  sette garantita da numerosi volontari, è stata predisposta la raccolta speciale di materiale da inviare direttamente alle popolazioni ucraine (su richiesta ed in collaborazione con la comunità ucraina di Spoleto che ha gestito l’attività).

Nella casa canonica di Maiano di Spoleto è stato creato l’emporio Don Guerrino Rota dove i cittadini ucraini hanno la possibilità di avere indumenti, giochi e cancelleria. Si tratta di tutto materiale nuovo donato dai commercianti della Diocesi. Inoltre, la sensibilità di diverse realtà (Associazione commercianti, Fondazione Festival e altre) ha consentito la possibilità di organizzare momenti ludico-ricreativi per i bambini ucraini e loro, al fine di facilitare l’integrazione nel tessuto sociale del territorio della diocesi di Spoleto-Norcia.

In collaborazione con la CPIA di Spoleto (Scuola Statale per Adulti) viene proposto, presso i locali della Parrocchia di San Venanzo a Spoleto, un corso base di lingua italiana.

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Puntata 15 – Una “fragolosa” cheesecake https://www.lavoce.it/puntata-15-una-fragolosa-cheesecake/ Wed, 22 Jun 2022 14:46:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67438 Una fragolosa cheesecake

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di un gustosissimo dolce alla frutta. La regina del piatto è la fragola, primizia del sottobosco che è davvero un peccato dimenticare in un angolino del frigorifero. Quando la cercate, date un’occhiata se vi avanza un po’ di mascarpone e procuratevi anche una scodella di panna montata. In dispensa, infine, basta trovare qualche biscotto da sbriciolare e lo zucchero. Il gioco è fatto, anzi… il dessert è servito! [embed]https://www.youtube.com/watch?v=wgnPbM3Cd0g[/embed]]]>
Una fragolosa cheesecake

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara la ricetta di un gustosissimo dolce alla frutta. La regina del piatto è la fragola, primizia del sottobosco che è davvero un peccato dimenticare in un angolino del frigorifero. Quando la cercate, date un’occhiata se vi avanza un po’ di mascarpone e procuratevi anche una scodella di panna montata. In dispensa, infine, basta trovare qualche biscotto da sbriciolare e lo zucchero. Il gioco è fatto, anzi… il dessert è servito! [embed]https://www.youtube.com/watch?v=wgnPbM3Cd0g[/embed]]]>
Puntata 14 – L’abbraccio orientale tra riso e carote https://www.lavoce.it/puntata-14-labbraccio-orientale-tra-riso-e-carote/ Wed, 15 Jun 2022 16:37:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67435 L'abbraccio orientale tra riso e carote

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta che guarda decisamente a Oriente. Il cereale più coltivato al mondo, il riso, è anche l’alimento più consumato del pianeta, preparato in mille modi diversi. Qui, incontra gli aromi del sud est asiatico con lo zenzero e il mix di spezie racchiuse nel curry indiano. A completare questo capolavoro, ci sono carote, latte, patate, sale e pepe. Il risultato è una vellutata gustosa, adatta soprattutto alla stagione autunnale e a quella invernale. Siete curiosi di scoprire come sarà impiattata dai nostri cuochi? [embed]https://www.youtube.com/watch?v=HGvXIDYWKYU[/embed]]]>
L'abbraccio orientale tra riso e carote

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta che guarda decisamente a Oriente. Il cereale più coltivato al mondo, il riso, è anche l’alimento più consumato del pianeta, preparato in mille modi diversi. Qui, incontra gli aromi del sud est asiatico con lo zenzero e il mix di spezie racchiuse nel curry indiano. A completare questo capolavoro, ci sono carote, latte, patate, sale e pepe. Il risultato è una vellutata gustosa, adatta soprattutto alla stagione autunnale e a quella invernale. Siete curiosi di scoprire come sarà impiattata dai nostri cuochi? [embed]https://www.youtube.com/watch?v=HGvXIDYWKYU[/embed]]]>
Puntata 13 – Pan per polpette (in brodo) https://www.lavoce.it/puntata-13-pan-per-polpette-in-brodo/ Wed, 08 Jun 2022 16:21:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67432 Pan per polpette

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta così semplice che più semplice non si può! Tanto è vero che l’ingrediente di base è quel pane che avanza sempre da qualche giorno nella nostra dispensa. Se poi avete anche un po’ di brodo - con pomodori, carote e cipolle - rimasto in un angolino del frigo, allora il gioco è fatto davvero! Basta un po’ di parmigiano, prezzemolo, cipolla, sale e pepe e le nostre polpette in brodo sono pronte a rotolare nelle vostre scodelle. Ricetta semplice, dicevamo, ma davvero gustosa. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=bZ0LRah9xDw[/embed]]]>
Pan per polpette

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta così semplice che più semplice non si può! Tanto è vero che l’ingrediente di base è quel pane che avanza sempre da qualche giorno nella nostra dispensa. Se poi avete anche un po’ di brodo - con pomodori, carote e cipolle - rimasto in un angolino del frigo, allora il gioco è fatto davvero! Basta un po’ di parmigiano, prezzemolo, cipolla, sale e pepe e le nostre polpette in brodo sono pronte a rotolare nelle vostre scodelle. Ricetta semplice, dicevamo, ma davvero gustosa. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=bZ0LRah9xDw[/embed]]]>
Puntata 12 – La quiche di fine stagione https://www.lavoce.it/puntata-12-la-quiche-di-fine-stagione/ Wed, 01 Jun 2022 16:00:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67072 La quiche di fine stagione

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta davvero prelibata, che - con alcuni ingredienti - ci fa viaggiare con l’immaginazione e il palato. Una quiche di fine stagione con una base di pasta brisée, da farcire con prosciutto, formaggio fresco a pasta filata, un bello strato di ricotta e guacamole amalgamate dall’uovo, e completato da pomodori, mirtilli e condimenti vari. Un piatto davvero saporito e gustoso che salta fuori bello fumante dal forno di Leo e Marcella. Sarà pronto? [embed]https://www.youtube.com/watch?v=WE_kv-tvFeM[/embed]]]>
La quiche di fine stagione

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta davvero prelibata, che - con alcuni ingredienti - ci fa viaggiare con l’immaginazione e il palato. Una quiche di fine stagione con una base di pasta brisée, da farcire con prosciutto, formaggio fresco a pasta filata, un bello strato di ricotta e guacamole amalgamate dall’uovo, e completato da pomodori, mirtilli e condimenti vari. Un piatto davvero saporito e gustoso che salta fuori bello fumante dal forno di Leo e Marcella. Sarà pronto? [embed]https://www.youtube.com/watch?v=WE_kv-tvFeM[/embed]]]>
Puntata 11 – Melanzane sabbiate e in barchetta https://www.lavoce.it/puntata-11-melanzane-sabbiate-e-in-barchetta/ Thu, 26 May 2022 15:10:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66923 Melanzane sabbiate e in barchetta

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta sfiziosa e salutare. Le verdure dell’orto tornano protagoniste, con un frutto della terra - la melanzana - che frequenta le tavole di tutto il mondo, cucinato in mille modi diversi. Oggi ve ne proponiamo un paio, che sono anche due ricette simpatiche e utili per far gustare le verdure ai bambini e magari prepararle insieme a loro. Oltre alle melanzane, da frigo e dispensa procuratevi pane grattugiato, cipolla, prezzemolo, parmigiano e i condimenti di sempre. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=rjK6_KkxQgA[/embed]]]>
Melanzane sabbiate e in barchetta

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta sfiziosa e salutare. Le verdure dell’orto tornano protagoniste, con un frutto della terra - la melanzana - che frequenta le tavole di tutto il mondo, cucinato in mille modi diversi. Oggi ve ne proponiamo un paio, che sono anche due ricette simpatiche e utili per far gustare le verdure ai bambini e magari prepararle insieme a loro. Oltre alle melanzane, da frigo e dispensa procuratevi pane grattugiato, cipolla, prezzemolo, parmigiano e i condimenti di sempre. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=rjK6_KkxQgA[/embed]]]>
Puntata 10 – Lo spaghetto sposa le creme (e i colori) https://www.lavoce.it/puntata-10-lo-spaghetto-sposa-le-creme-e-i-colori/ Wed, 18 May 2022 14:56:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66920 Lo spaghetto sposa le creme e i colori

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta coloratissima. Ma non vi preoccupate perché la chimica - come sempre - non c’entra nulla: tutto sanissimo e in arrivo dai prodotti della terra. Stavolta, accanto all’italico baluardo della cucina nostrana (...e parliamo dello spaghetto…), arriva una coppia di peperoni: un bel giallo e un rosso fuoco. Si uniscono una candida mozzarella, con crema di latte e una cipolla. E, infine, gli immancabili condimenti per insaporire a piacere. Guardate che spettacolo di primo piatto che ne viene fuori! [embed]https://www.youtube.com/watch?v=-nGps-Kj1HU[/embed]]]>
Lo spaghetto sposa le creme e i colori

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta coloratissima. Ma non vi preoccupate perché la chimica - come sempre - non c’entra nulla: tutto sanissimo e in arrivo dai prodotti della terra. Stavolta, accanto all’italico baluardo della cucina nostrana (...e parliamo dello spaghetto…), arriva una coppia di peperoni: un bel giallo e un rosso fuoco. Si uniscono una candida mozzarella, con crema di latte e una cipolla. E, infine, gli immancabili condimenti per insaporire a piacere. Guardate che spettacolo di primo piatto che ne viene fuori! [embed]https://www.youtube.com/watch?v=-nGps-Kj1HU[/embed]]]>
Puntata 9 – La grigliata recuperata https://www.lavoce.it/puntata-9-la-grigliata-recuperata/ Wed, 11 May 2022 16:48:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66791 Grigliata recuperata

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta davvero gustosa, che ci permette di non sprecare mai i frutti dell’orto. Un piatto sfizioso che ci aiuta anche a far mangiare le verdure ai più piccoli, notoriamente non proprio felicissimi quando le portiamo in tavola. Zucchine e melanzane grigliate sono le nostre prime donne, accompagnate in forno o in padella da pane grattugiato, latte e uova, olio, sale e pepe. Anche stavolta, rifiniture e condimenti stanno tutti alla nostra fantasia. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=443lUAmjwPs[/embed]]]>
Grigliata recuperata

Nella cucina di Leo e Marcella si prepara una ricetta davvero gustosa, che ci permette di non sprecare mai i frutti dell’orto. Un piatto sfizioso che ci aiuta anche a far mangiare le verdure ai più piccoli, notoriamente non proprio felicissimi quando le portiamo in tavola. Zucchine e melanzane grigliate sono le nostre prime donne, accompagnate in forno o in padella da pane grattugiato, latte e uova, olio, sale e pepe. Anche stavolta, rifiniture e condimenti stanno tutti alla nostra fantasia. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=443lUAmjwPs[/embed]]]>