Cantico delle creature Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cantico-delle-creature/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Jul 2024 12:59:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Cantico delle creature Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cantico-delle-creature/ 32 32 Assisi, l’anteprima mondiale della mostra immersiva “The Canticle” https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/ https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/#respond Fri, 26 Jul 2024 12:59:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77222 Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
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Il Palio innova ma… non cambia https://www.lavoce.it/il-palio-innova-ma-non-cambia/ Wed, 30 Sep 2015 13:58:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43551 Un momento del corteo storico durante le celebrazioni per il Palio di San MIchele
Un momento del corteo storico durante le celebrazioni per il Palio di San Michele

Il Palio di san Michele Arcangelo pensa in grande, tenta la svolta, ma, alla fine, resta uguale a se stesso. Questa la sintesi della 38a edizione dei Giochi de le Porte.

Un palio che, da un lato, è volato fino in Cina, con l’esibizione del gruppo sbandieratori di Gualdo Tadino al Festival del turismo di Shangai lo scorso 16 settembre.

Un Palio che ha visto alcune innovazioni introdotte dall’ente Giochi nel corso degli ultimi mesi – all’origine di un notevole strascico di polemiche tra Porta San Facondino e le altre Porte.

Un Palio che, pur osteggiato dalle avverse condizioni del tempo, con un vento gelido che ha caratterizzato tutte e tre le giornate, mettendo in qualche apprensione soprattutto una parte del migliaio di figuranti in leggeri costumi rinascimentali, non è stato bagnato dalla pioggia, come invece già molte altre volte.

Ma, alla fine, nulla di nuovo sotto… il Serrasanta. Premio per il corteo storico – per l’ennesima volta – a Porta San Facondino, grazie a una coreografica e originale rappresentazione del Cantico delle creature di san Francesco, proprio nell’anno dell’enciclica Laudato si’.

Palio, invece, per la tredicesima volta a San Donato, anche se deciso solo all’ultima gara. San Facondino imbattibile nelle gare con gli asini: il velocissimo Indio si permette di infrangere la barriera dei due minuti per il giro del centro storico con il carretto e, pur con la caduta del suo fantino, recupera dall’ultimo posto e dà più di 100 metri di distacco agli altri nella gara della corsa a pelo. Ma non brilla con i tiratori.

San Donato, invece, non brilla con gli asini, ma ha tiratori micidiali e vince entrambe le gare di tiro alla fionda e di tiro con l’arco. Le altre Porte giungono, come negli altri anni, molto attardate e non entrano mai in gara. Pronostici, quindi, ampiamente rispettati, anche se nessuno si attendeva una supremazia così netta dei tiratori giallobianchi e degli asini gialloverdi; cosa che rispecchia un po’ quella che è la storia di questa rievocazione storica, nata nel 1970 come omaggio (anche un po’ ironico) a un’arte – l’allevamento di questi animali da soma – che a Gualdo Tadino nel quartiere della Capezza (quartiere di Porta san Facondino), aveva il suo “centro di formazione”.

Alla fine, però, l’arte di allevare asini e di trasformarli in animali “da corsa” è divenuta un patrimonio anche delle altre Porte in lizza, tanto che in nessuna città dell’Umbria, ma forse d’Italia, questi animali, solitamente derisi e bistrattati, vengono amati, curati e riveriti come a Gualdo Tadino.

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Assemblea diocesana: l’intervento del vescovo mons. Sorrentino https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-lintervento-del-vescovo-mons-sorrentino/ Tue, 15 Sep 2015 13:05:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43239 Mons. Domenico Sorrentino
Mons. Domenico Sorrentino

Dopo la missione negli Stati Uniti per testimoniare la vicinanza a quanti intendono seguire la proposta delle “Famiglie del Vangelo”, dopo il successivo viaggio in Albania per partecipare al convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, giovedì 10 settembre il vescovo Sorrentino ha pronunciato il suo saluto all’Assemblea diocesana raccolta presso la Domus Pacis di S. Maria degli Angeli per confrontarsi sul tema “La Chiesa, oasi di misericordia”.

Queste le sue parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con l’Assemblea diocesana diamo inizio al nuovo anno pastorale. Lo scorso 12 agosto, solennità di san Rufino, abbiamo chiuso ufficialmente la fase celebrativa del Sinodo. Appena possibile esaminerò attentamente l’insieme delle proposte per consegnarvi i decreti sinodali”.

Il passaggio dal Sinodo alla sinodalità, ovvero dalle proposizioni già elaborate ai decreti definitivi, esige un’attenta opera di revisione culturale finalizzata a dare una prospettiva e un significato alla Chiesa in cammino. Non è dunque terminato il lavoro dei sinodali né degli operatori pastorali, che con i loro suggerimenti possono ispirare l’arduo compito di sintesi affidato al Vescovo.

È lui stesso a richiedere uno scatto di entusiasmo, “una accelerazione all’impegno sulla base di un progetto condiviso”. Il materiale sinodale è giudicato valido e ricco ma necessita – come si può comprendere – di una linea di insieme che conduca al Libro del Sinodo.

Nel saluto del Vescovo non poteva mancare un riferimento all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ che sprona a custodire le bellezze del creato: “Mettiamo dinanzi al nostro sguardo come maestra di ascolto profondo, meditativo e trasformante Maria, regina di tutto il creato. Ci aiuti lei a guardare questo mondo con occhi più sapienti e a custodire nel cuore la Parola di verità”.

Il Vescovo sa apprezzare la meraviglia panoramica della sua stessa dimora: “Quando l’11 febbraio del 2006 feci il mio ingresso pastorale ad Assisi, rimasi senza fiato di fronte a quel paesaggio che otto secoli prima era stato ammirato dallo sguardo estatico del figlio di Bernardone… Quella distesa di verde trapunta di ulivi, querce e cipressi, che qua e là, in primavera, è interrotta dal giallo-oro del grano e che ogni giorno vedo slargarsi dolcemente dentro una frontiera di miti pendii…”.

L’anno che ci sta davanti – ha rimarcato il presule – è soprattutto segnato dall’evento straordinario del Giubileo della Misericordia. È dunque così inattuale la misericordia, nella condizione di crisi che avvolge la società e pertanto anche la Chiesa? L’argomento è stato affrontato a conclusione dell’Assemblea dal Vescovo che, galvanizzato dalle precedenti, pertinenti esposizioni dei relatori, ha preferito procedere con una impostazione consona a una scelta “geometrica”.

All’apice di un triangolo si pone la crisi dei valori, che reclama la nuova evangelizzazione; su un lato, la crisi delle relazioni che frantuma la società e il nucleo familiare; all’altro lato la crisi della solidarietà che sfocia nell’egoismo, proprio quando permangono e anzi avanzano vecchie e nuove povertà. Tale triangolo si iscrive nel quadrilatero della speranza. Su un lato, Gesù vivo; su un altro lato la formazione del cristiano che deve acquisire i caratteri distintivi della coerenza, della coscienza e della costanza; su un altro, il cristiano in relazione con la famiglia, le piccole comunità, le unità pastorali; infine la missione, l’accoglienza, la solidarietà. Al centro del quadrilatero domina Gesù-eucarestia.

Questo schema logico si pone come fondamento del Piano pastorale (consegna domenica 20 settembre, alle ore 16.30 in cattedrale di San Rufino) il cui perno è la custodia del creato e la misericordia, evocante quest’ultima lo stesso Cantico delle creature.

Scrive in merito il Vescovo nel saggio dedicato alla citata enciclica: “Si apre così, nel Cantico, la prospettiva della tenerezza e della misericordia, quella che scaturisce, per ricordare l’Evangelii gaudium, dalla gioia del Vangelo: retaggio dei credenti ma senza esclusivismo, perché ogni uomo di buona volontà può intuire che tenerezza e misericordia sono il segreto di una umanità che voglia uscire dal vicolo cieco di guerre senza fine e senza gloria”.

Il Vescovo ha inoltre fatto riferimento alle integrazioni e agli avvicendamenti in seno all’organigramma della diocesi accennando ai cambiamenti nelle parrocchie. L’appello alla comprensione e alla responsabilità della comunità è stato dettato dalla consapevolezza o previsione di preoccupazioni, incomprensioni e reazioni, fermo restando lo scopo precipuo – intenzionalmente perseguito dal Vescovo – di una pastorale protesa a una Chiesa ancora più dinamica.

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Grotte, luoghi in cui si manifesta Dio https://www.lavoce.it/grotte-luoghi-in-cui-si-manifesta-dio/ Wed, 15 Jul 2015 10:34:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38973 Il card. Gualtiero Bassetti, il vescovo Mario Ceccobelli e don Mirko Orsini
Il card. Gualtiero Bassetti, il vescovo Mario Ceccobelli e don Mirko Orsini

Nella sala “Cattedrale” delle celebri grotte del monte Cucco, “costruita da un ‘soffio’ che ha scavato queste pareti splendide con questo gotico naturale” (mons. Ceccobelli), per il sesto anno consecutivo è stata celebrata la festa di san Benedetto da Norcia, dal 1968 patrono degli speleologi.

La messa è stata officiata dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, dal vescovo di Gubbio Mario Ceccobelli, da don Mirko Orsini, presenti sindaci e amministratori della zona, guide speleologiche ed escursionisti.

“La natura – ha detto Bassetti nell’omelia -, con la sua straordinaria forza e le sue bellezze, ci rimanda sempre a qualcosa di più grande di noi, a qualcosa di immenso e di misterioso che sa dar vita e senso a tutte le cose”.

“Papa Francesco – ha aggiunto – comincia l’enciclica Laudato si’ proprio con l’Umbria e con il Cantico delle creature, e sono sicuro che quando la firmava pensava veramente ad Assisi, a Francesco e a noi. Il Santo Padre ci dice che la contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare, perché per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa”.

“Accanto alla Rivelazione propriamente detta – ha proseguito – contenuta nelle sacre Scritture, c’è quindi una manifestazione divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notte, nella impressionante grandezza dei monti, dei dirupi, delle caverne e dei fiumi scroscianti. Confrontandosi con queste realtà, tante cose si ridimensionano nella nostra vita, perché queste sono più grandi di noi”.

“La liturgia in questa grotta – ha sottolineato ancora – non è dunque un fatto bizzarro. La storia ci ricorda che molti profeti e santi fecero l’esperimento del sacro proprio in grotta: san Francesco a La Verna, Mosè e il profeta Elia. Anche la più importante manifestazione di Dio che la storia ricordi è avvenuta proprio in una grotta: le viscere della terra videro per prime il Creatore e il Salvatore del mondo, e questo è un fatto commovente”.

“Il nostro confluire in questa grotta immensa del monte Cucco – ha concluso Bassetti – trova oggi la sua ragione nel ricordo di uno dei più grandi santi che la storia cristiana ricordi, Benedetto da Norcia, orgoglio e vanto della nostra terra umbra. Affascinato anch’egli dalla ricerca di Assoluto, abbandonò la normale vita quotidiana per dedicarsi solo alla lode di Dio, e lo fece inizialmente rifugiandosi nella solitudine di una grotta, sopra Subiaco”.

 

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Un’ecologia integrale “made in Umbria” https://www.lavoce.it/unecologia-integrale-made-in-umbria/ Wed, 24 Jun 2015 08:41:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36401 san-francesco-cantico-Nicholas-Roerich
San Francesco predica agli uccelli in un’opera di NIcholas Roerich

L’ultima enciclica di Papa Francesco, Laudato si’, ha suscitato un coro di unanimi consensi a livello mondiale, quasi avesse segnato la “conversione” della Chiesa alla causa ecologista. In realtà, come testimonia il titolo con l’esplicito richiamo al Cantico delle creature di san Francesco, Papa Bergoglio ha dimostrato che l’amore per il creato è un atteggiamento che perdura da almeno otto secoli ed è, anzi, connaturato con il cristianesimo.

E Assisi, visto il gran numero di citazioni francescane all’interno del documento, si sente giustamente in prima fila in questa “battaglia” per la tutela del creato, come ha confermato mons. Domenico Sorrentino, chiamato dalla Rai, a Uno mattina estate, a commentare l’enciclica papale, anche perché, proprio sull’argomento, è in uscita una sua breve pubblicazione presso la Cittadella editrice. Un intervento ampio, durante il quale il nostro Vescovo ha avuto modo di mostrare la ricchezza del messaggio rivolto a credenti e non credenti; e che i mass media hanno, per forza di cose, semplificato.

“Sul modello di un’ecologia integrale – ha spiegato mons. Sorrentino – la casa comune è una gioia immensa. Abbiamo quindi la responsabilità di testimoniare, sulle orme di san Francesco, questo grande messaggio. Ne sono interpellati i singoli, la società civile e la politica. Si richiedono nuovi stili di vita e un rinnovato impegno a favore dell’ambiente, della vita umana, della famiglia, dei poveri”.

Il temine “ecologia”, infatti, non va letto unicamente in senso biologico: “L’ecologia integrale non può fermarsi all’ecologia delle cose”, visto che il temine da cui deriva “ecologia”, oikos (in greco, “casa”), ha una serie di accezioni molto più ampie: “Oikos è la casa, oikos è la vita, quella di tutti gli esseri viventi, quella della persona umana in tutte le sue fasi, dal concepimento al tramonto. Oikos è la famiglia, dove si intrecciano relazioni vere e durature. Oikos è quel senso di fraternità che, analogicamente, nella prospettiva del Cantico, può essere esteso alle cose materiali e animali”. È per questo motivo che l’ecologia di Papa Francesco è “a tutto tondo”: “un’ecologia ambientale e umana, spirituale e culturale, economica e sociale”.

Un’enciclica nella quale, tra l’altro, non è citato unicamente san Francesco ma anche san Benedetto da Norcia, motivo per cui non solo Assisi ma tutta la nostra regione – come testimoniato dalla Conferenza episcopale umbra – diviene un testimone privilegiato dell’esigenza di proteggere e conservare la nostra “casa comune”, in modo da assicurare a tutti, specialmente ai più poveri, le stesse risorse e le stesse opportunità di cui i Paesi ricchi godono egoisticamente e in maniera miope ormai da decenni. Da questa prospettiva, dunque, l’enciclica Laudato si’ è molto più ricca e complessa di quella descritta dai mass media, e i Vescovi umbri invitano tutte le componenti della comunità cristiana e della società civile a esaminarla con attenzione in tutte le sue implicazioni.

 

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L’attualità di Francesco in un mondo in guerra https://www.lavoce.it/lattualita-di-francesco-in-un-mondo-in-guerra/ Thu, 02 Oct 2014 18:02:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28271 Settantacinque anni fa san Francesco veniva proclamato patrono d’Italia da Pio XII, insieme a santa Caterina da Siena. Era un periodo in cui il regime fascista aveva ottenuto grandi consensi; quella scelta era segno di una nazione pacifica e serena, che nel Santo di Assisi pensava di potersi rispecchiare in quanto, come fu detto, san Francesco “è il più santo degli italiani e il più italiano tra i santi”. Quest’ultima notazione si poteva riferire – più che allo spirito francescano, così distante dallo spirito del regime – agli scritti di Francesco, che costituiscono esempi originari della nascente lingua italiana, si pensi soprattutto al Cantico delle creature. Negli anni successivi, fino a oggi, la devozione o la stima anche da parte di non cristiani e non credenti sono andate crescendo. I motivi sono diversi, e l’attuale Pontefice li ha riassunti nel momento in cui, in maniera sorprendente – qualche protestante ha detto perfino “provocatoria” – ha scelto di chiamarsi Francesco. Tra i motivi della scelta papale e della crescente fama del Santo (non amo chiamarlo “il Poverello”, essendo un gigante della storia) è l’aspetto della pace, sia per le parole del saluto “pace e bene” da lui utilizzato, sia per l’esempio della sua vita, e in particolare perché in tempo di Crociata si recò, non per caso ma per sua precisa volontà, a parlare con il sultano d’Egitto Melek al-Kamel. Questa storia è nota, credo, a tutti, e non è il caso di raccontarla nei dettagli. Ma il suo significato è quanto mai chiaro in quel contesto: siamo alla quinta Crociata in atto, e Francesco, disarmato messaggero di Cristo, va dal nemico in guerra (si capisce perché i musulmani definiscano “Crociata” ogni azione dell’Occidente contro un Paese a maggioranza islamica) e pensa di convertirlo. L’incontro andò bene… il Sultano non si convertì, ma i due strinsero amicizia e Francesco ebbe dei regali come pegno di pace.

Rileggere e ripensare questa storia oggi, quando in nome di Allah una rilevante corrente politico-religiosa del mondo musulmano giura di voler distruggere gli infedeli dell’Occidente, suscita una serie di interrogativi (non si parla degli “infedeli” dell’Oriente, indiani e cinesi, che sarebbero i veri infedeli secondo l’islam, mentre i cristiani dovrebbero essere considerati con un certo rispetto in quanto “uomini del Libro”, i seguaci di un Profeta considerato tale dal Corano, e figlio di una Vergine). Ma chi sono questi, che vogliono issare bandiere nere sulla Casa bianca e arrivare a Roma, questi tagliatori di teste che non hanno paura di uccidere perché – dicono – è un modo per dare gloria ad Allah, e neppure di morire, perché andrebbero sicuri in paradiso come martiri della causa di Dio? In quale abisso di ignoranza e barbarie sono immerse le loro menti farneticanti? Di chi sono figli? In quale scuola si sono formati? Chi li finanzia? Chi chiude gli occhi di fronte ai loro massacri di popolazioni cristiane? Il grande mondo musulmano pare che cominci a rispondere ad alcune di queste domande e a prendere le distanze da questi folli che distruggono non solo le chiese ma anche le moschee che ritengono eretiche, cioè non allineate con la loro strategia politica.

Per parte nostra, facciamo bene a celebrare il Patrono d’Italia con solennità e a stringerci con viva partecipazione alla grande famiglia francescana che ha il suo centro e il suo punto di riferimento nella nostra regione Umbria. Fa bene il presidente Matteo Renzi a sintonizzare la sua chiamata al risveglio per un’Italia stanca e sfiduciata con il messaggio di letizia e speranza per tutti. Rimanendo tuttavia pronti e prudenti nell’operare realisticamente per la pace nel mondo. Non sarà fuori luogo, infatti, ricordare che dopo la visita al Sultano avvenuta nel 1219 vi fu, un anno dopo, un triste seguito nella vicenda dei cinque frati francescani decapitati a Marrakesh (Marocco) nel 1220. Martiri della pace predicata secondo il Vangelo di Gesù Cristo.

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Assisi. In preghiera per l’Italia https://www.lavoce.it/assisi-in-preghiera-per-litalia/ Thu, 05 Jun 2014 19:05:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25334 San-Francesco-CimabueParte da Assisi una preghiera per l’Italia in occasione del 75° anniversario della proclamazione di san Francesco a patrono nazionale. Per ricordare la ricorrenza il vescovo Sorrentino, insieme alle famiglie francescane e al sindaco Ricci, ha presentato il 4 giugno le iniziative che si svolgeranno durante tutto l’arco dell’anno.

Primo appuntamento, la veglia di preghiera sabato 7 giugno nella basilica di San Francesco, a cui sono stati invitati religiosi, laici, sindaci, esponenti del mondo politico-istituzionale locale e nazionale, compreso il Presidente del Consiglio e la Segreteria di Stato vaticana.

La preghiera, che verrà recitata durante la veglia di Pentecoste, è stata redatta dal Vescovo e riprende il Cantico delle creature. “Questo anniversario – ha detto mons. Sorrentino – cade in un momento particolare in cui l’Italia si trova in una strettoia terribile. Ogni giorno ci sono bisogni che ci vengono riproposti e scandali che continuano. Così, congiuntamente alle famiglie francescane e riproponendo quello che fece mons. Placido Nicolini quando il 6 aprile del 1937 scrisse a tutti i Vescovi d’Italia e alla Santa Sede, vogliamo chiedere l’intercessione di san Francesco per il nostro Paese”.

“La preghiera – ha aggiunto – si intreccia con il Cantico delle creature, attualizzandolo, e ciò ci aiuta non solo a far memoria ma ci sollecita a tornare in carreggiata. Mi auguro che questa preghiera possa essere fatta propria da tutte le Chiese italiane e anzi, in occasione dell’Assemblea straordinaria dei vescovi che si terrà in Assisi a novembre, lo farò presente anche alla Conferenza episcopale italiana. Spero inoltre che si continui a recitare questa preghiera anche nelle nostre chiese locali e nei monasteri”.

Il custode del Sacro Convento padre Mauro Gambetti ha annunciato che il 18 giugno la Presidente della Camera farà menzione di questo anniversario, e il 1° ottobre lo si ricorderà con un messaggio a tutti i parlamentari.

Il convegno

Mons. Sorrentino ha annunciato il convegno che si terrà il 18 giugno alle ore 17 nella sala della Conciliazione ad Assisi, dal titolo “San Francesco patrono d’Italia, a 75 anni dalla proclamazione”. Interverranno Andrea Riccardi: “Dalla Conciliazione ai venti di guerra, il contesto storico della proclamazione” e Francesco Santucci: “Dal ‘voto’ di Nicolini al ‘breve’ di Pio XII, l’iter della proclamazione”.

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Le dodici visite in Umbria di Giovanni Paolo II https://www.lavoce.it/le-dodici-visite-in-umbria/ Thu, 17 Apr 2014 12:31:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24529 papa-assisi-1986Quando Benedetto XVI, nell’aprile 2011, dopo la formula ufficiale di beatificazione di Giovanni Paolo II, ha gridato all’immensa folla di piazza San Pietro: “È beato!”, c’è stata una risposta entusiasta e commossa. Era la domenica della Divina Misericordia, e nelle chiese cattoliche di tutto il mondo si è pregato e ringraziato Dio per il dono di un uomo che ha arricchito la Chiesa e l’umanità con la testimonianza della vita e del suo coraggioso magistero.

Tutti quelli (e sono moltissimi nel mondo) che hanno avuto un contatto personale con lui, hanno sentito ancora più forte l’emozione di quel momento.

In questo senso possiamo dire che gli umbri si sono sentiti coinvolti nella vicenda di questo Papa che ha avuto per la nostra regione un’attenzione particolare, avendola visitata più di altre, ben 12 volte. Una pubblicazione che riporta testi e immagini di tutte le visite è Giovanni Paolo II in Umbria, un bellissimo e pregiato volume curato da Amilcare Conti. In breve sintesi qui ricordiamo alcuni passaggi di Giovanni Paolo II tra noi. La riproposizione dei messaggi può concorrere a maturare la coscienza cristiana e l’apertura convinta ai valori della nostra cultura che anche in Umbria attendono di essere pienamente riconosciuti, senza peraltro voler riaprire la querelle regionale sui santi Francesco e Benedetto. Le visite fatte nei vari luoghi della regione e per occasioni diverse hanno avuto una rilevanza universale, ponendo l’Umbria al centro dell’attenzione mondiale. Questo è avvenuto con singolare risalto nelle visite dedicate alla pace. Assisi, per la scelta di Giovanni Paolo II, è divenuta la cittadella della pace, la capitale della preghiera mondiale delle religioni, del dialogo interreligioso, l’icona di una speranza nuova per l’umanità. Con tale iniziativa, trasmessa da tutti i media del mondo, ha debellato lo spettro dello scontro di civiltà, espungendo dallo scenario religioso la guerra dei popoli combattuta in nome di Dio.

Ad Assisi Giovanni Paolo II è venuto subito, il 5 novembre 1978, a meno di un mese dall’elezione papale. Essendo e sentendosi straniero, “venuto di lontano”, ha voluto iniziare la sua missione di vescovo di Roma facendo un bagno di italianità, una specie di battesimo, presso la tomba del patrono d’Italia, san Francesco, “il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”. Da quel momento Assisi è stata un centro di attrazione e di attenzione per Giovanni Paolo II, che l’ha considerata l’unico luogo al mondo adatto per annunciare la pace in modo efficace e credibile. L’incontro di preghiera per la pace, cui invitò i rappresentanti delle grandi religioni del mondo, il 27 ottobre 1986, rimarrà negli annali della storia e nonostante le critiche, ha vinto ogni sfida e interna resistenza per la decisione di Benedetto XVI di ripetere, sia pure in forme nuove, l’evento nel 25° anniversario. Quella Giornata ha avuto un seguito con altri due incontri interreligiosi per la pace: nel gennaio 1993, a seguito della guerra in Bosnia Erzegovina, e nel gennaio 2002, dopo l’attacco alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001.

Le altre visite importanti e suggestive svolte in Umbria si sono concentrate su temi specifici. Si pensi alla visita a Terni il 19 marzo 1981, alle Acciaierie, con il Papa tra gli operai, con il casco di lavoro in testa e il pranzo nella mensa con gli operai, dove ha affermato la dignità del lavoro, i diritti dei lavoratori, il rispetto della loro incolumità e dignità di persone, nel solco della dottrina sociale della Chiesa che in Umbria ha avuto la sua origine nel pensiero di Gioacchino Pecci / Leone XIII, per 33 anni vescovo di Perugia.

Vi sono poi le visite tra i terremotati a Norcia, dopo il sisma del 19 settembre 1979. Il 23 marzo del 1980, ricorrendo anche il quindicesimo centenario della nascita di san Benedetto e santa Scolastica Giovanni Paolo II volle recarsi in visita a Norcia e alle zone colpite dal sisma. Tornò tra i terremotati in una fredda giornata, il 3 gennaio 1998 dopo il sisma del 1997. Fu accolto calorosamente dalla popolazione di Annifo e di Assisi, e la foto che lo ritrae mentre prende un caffè nel container di una coppia di anziani, è una delle immagini simbolo di quel viaggio.

A Perugia dedicò una intera giornata il 26 ottobre 1986, il giorno prima dell’incontro di preghiera per la pace, e nella sua secolare Università, svolse un insegnamento di alto valore teologico. Giovanni Paolo II visitò Orvieto il 17 giugno 1990, per celebrare l’eucaristia nella festa del Corpus Domini; a Todi e Collevalenza, il 22 novembre 1981 appena dopo l’attentato che subì in piazza San Pietro e che lo portò in fin di vita in ospedale; a Foligno il 20 giugno 1993 per onorare la beata Angela, maestra dei mistici e dei teologi per la quale aveva una sua personale e profonda devozione. A Collevalenza, il 22 settembre 1981, affermò: “Ritrovandomi in questa terra nell’anno centenario della nascita di san Francesco, desidero elevare anche a lui il mio pensiero devoto, nel ricordo del sublime insegnamento che egli ci ha lasciato proprio a riguardo della misericordia divina. Nel suo Cantico delle creature egli ha detto, fra l’altro: ‘Laudato sie, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione… che da te, Altissimo, saranno incoronati’. Francesco, maestro dell’amore e del perdono, si appella alla misericordia generosa di Dio”. Agli umbri la consegna della memoria.

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Il Vangelo di Gesù, Francesco e noi https://www.lavoce.it/il-vangelo-di-gesu-francesco-e-noi/ Thu, 12 Sep 2013 09:36:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18949

Padre-Domenico-CancianQuest’anno la festa di san Francesco (4 ottobre) è ancor più significativa per noi che abitiamo nella regione in cui lui è vissuto, e dove mette piede per la prima volta Papa Francesco. Ci possono aiutare alcune attenzioni. Primo: san Francesco e Papa Francesco ci propongono semplicemente Gesù e il suo Vangelo. Il Cristo umile e povero, il Cristo crocifisso e risorto è ben al centro. È Gesù che invita Francesco - e ogni uomo - a lasciare tutto per conformare la propria vita alla Sua. Meditando il Vangelo in prolungata preghiera, ascoltando e guardando il Crocifisso, accogliendo le sue stigmate, abbracciando il lebbroso e ogni uomo, Francesco diventa un “altro Cristo”, un “Vangelo vivente” che tutti possono leggere, anche oggi, anche chi dice di non credere. La sua vita emana il profumo del Vangelo, il “buon odore di Cristo” (2Cor 2,15). Francesco d’Assisi, come Maria di Nazareth, come ogni santo, ci porta a Cristo e alla sua Parola, ci indica il percorso ideale della fede cristiana che illumina e orienta tutta l’esistenza nella luce del Vangelo. Il rapporto appassionato e totalizzante con Cristo, altamente mistico e fortemente ascetico (ricordiamo che Francesco faceva tre-quattro Quaresime all’anno) ha trasformato letteralmente quest’uomo, rendendolo affascinante. Francesco ci dice: “Vivete il Vangelo alla lettera! Dategli credito: quanto vi dice è sacrosanto. Lui non inganna”. [caption id="attachment_18927" align="alignleft" width="349"]San Francesco davanti al crocifisso in San Damiano San Francesco davanti al crocifisso in San Damiano[/caption] Secondo: accogliendo e seguendo Cristo povero e umile, Francesco scopre e vive una fraternità universale e un mondo nuovo. Tanti frati condividono la sua esperienza. Nasce la famiglia francescana di uomini e donne che vogliono vivere come lui, si formano comunità di vita evangelica e missionaria. Anche i poveri, i lebbrosi, i malvagi sono fratelli da accogliere e amare. Si riscopre una Chiesa rinnovata, alla quale Francesco con molto rispetto chiede di essere benedetto, e allo stesso tempo provocandola alla conversione evangelica. Francesco sa portare la vera rivoluzione cristiana, evitando pericolose derive: contestazione violenta, pauperismo arrogante, ma anche compiacenza e compromesso. Francesco, come Gesù, sceglie la strada dell’umiltà e della mitezza, mette insieme obbedienza alla Chiesa e radicalità evangelica vissuta in prima persona. Così “ripara” la Chiesa e rivoluziona il mondo. Nel Cantico delle creature Francesco estende la fraternità al sole, alla luna, all’acqua “umile, preziosa et casta”, alla morte. Tutto è buono e bello come all’inizio, quando ogni creatura usciva dalle mani di Dio Padre creatore. Tutti fratelli e sorelle. Si attua quella riconciliazione universale che prospettava il profeta Isaia: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello…” (11,6). Nei Fioretti - come ad esempio nella predica agli uccelli, nell’incontro con il lupo di Gubbio - è esemplificato tutto questo. Nasce con Francesco un nuovo umanesimo, un mondo riconciliato, finalmente tutto in pace. Proprio questa è la missione del discepolo di Cristo. Così si evangelizza il mondo. Terzo: questo cammino di umanizzazione porta alla “perfetta letizia”. Con tale espressione Francesco riassume le beatitudini di Gesù, affermando che la vera gioia non si ha quando tutto va bene, né quando si fanno cose straordinarie, ma quando si portano con amore sofferenze di ogni genere, come ha fatto Gesù. Paradossalmente, proprio allora gustiamo quella perfetta letizia che nessuno ci può togliere. È la prova sicura che siamo entrati nel mistero della Pasqua di Gesù, anticipo della gioia eterna. Francesco prega e vive per ottenere la grazia che si compia il sogno di Dio: tutti in paradiso, in piena comunione fraterna nella casa del Padre per cantare: “Laudato si’, o mi’ Signore!”.]]>

Padre-Domenico-CancianQuest’anno la festa di san Francesco (4 ottobre) è ancor più significativa per noi che abitiamo nella regione in cui lui è vissuto, e dove mette piede per la prima volta Papa Francesco. Ci possono aiutare alcune attenzioni. Primo: san Francesco e Papa Francesco ci propongono semplicemente Gesù e il suo Vangelo. Il Cristo umile e povero, il Cristo crocifisso e risorto è ben al centro. È Gesù che invita Francesco - e ogni uomo - a lasciare tutto per conformare la propria vita alla Sua. Meditando il Vangelo in prolungata preghiera, ascoltando e guardando il Crocifisso, accogliendo le sue stigmate, abbracciando il lebbroso e ogni uomo, Francesco diventa un “altro Cristo”, un “Vangelo vivente” che tutti possono leggere, anche oggi, anche chi dice di non credere. La sua vita emana il profumo del Vangelo, il “buon odore di Cristo” (2Cor 2,15). Francesco d’Assisi, come Maria di Nazareth, come ogni santo, ci porta a Cristo e alla sua Parola, ci indica il percorso ideale della fede cristiana che illumina e orienta tutta l’esistenza nella luce del Vangelo. Il rapporto appassionato e totalizzante con Cristo, altamente mistico e fortemente ascetico (ricordiamo che Francesco faceva tre-quattro Quaresime all’anno) ha trasformato letteralmente quest’uomo, rendendolo affascinante. Francesco ci dice: “Vivete il Vangelo alla lettera! Dategli credito: quanto vi dice è sacrosanto. Lui non inganna”. [caption id="attachment_18927" align="alignleft" width="349"]San Francesco davanti al crocifisso in San Damiano San Francesco davanti al crocifisso in San Damiano[/caption] Secondo: accogliendo e seguendo Cristo povero e umile, Francesco scopre e vive una fraternità universale e un mondo nuovo. Tanti frati condividono la sua esperienza. Nasce la famiglia francescana di uomini e donne che vogliono vivere come lui, si formano comunità di vita evangelica e missionaria. Anche i poveri, i lebbrosi, i malvagi sono fratelli da accogliere e amare. Si riscopre una Chiesa rinnovata, alla quale Francesco con molto rispetto chiede di essere benedetto, e allo stesso tempo provocandola alla conversione evangelica. Francesco sa portare la vera rivoluzione cristiana, evitando pericolose derive: contestazione violenta, pauperismo arrogante, ma anche compiacenza e compromesso. Francesco, come Gesù, sceglie la strada dell’umiltà e della mitezza, mette insieme obbedienza alla Chiesa e radicalità evangelica vissuta in prima persona. Così “ripara” la Chiesa e rivoluziona il mondo. Nel Cantico delle creature Francesco estende la fraternità al sole, alla luna, all’acqua “umile, preziosa et casta”, alla morte. Tutto è buono e bello come all’inizio, quando ogni creatura usciva dalle mani di Dio Padre creatore. Tutti fratelli e sorelle. Si attua quella riconciliazione universale che prospettava il profeta Isaia: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello…” (11,6). Nei Fioretti - come ad esempio nella predica agli uccelli, nell’incontro con il lupo di Gubbio - è esemplificato tutto questo. Nasce con Francesco un nuovo umanesimo, un mondo riconciliato, finalmente tutto in pace. Proprio questa è la missione del discepolo di Cristo. Così si evangelizza il mondo. Terzo: questo cammino di umanizzazione porta alla “perfetta letizia”. Con tale espressione Francesco riassume le beatitudini di Gesù, affermando che la vera gioia non si ha quando tutto va bene, né quando si fanno cose straordinarie, ma quando si portano con amore sofferenze di ogni genere, come ha fatto Gesù. Paradossalmente, proprio allora gustiamo quella perfetta letizia che nessuno ci può togliere. È la prova sicura che siamo entrati nel mistero della Pasqua di Gesù, anticipo della gioia eterna. Francesco prega e vive per ottenere la grazia che si compia il sogno di Dio: tutti in paradiso, in piena comunione fraterna nella casa del Padre per cantare: “Laudato si’, o mi’ Signore!”.]]>
Giornata del creato tra Assisi e Gubbio nel nome di Francesco https://www.lavoce.it/giornata-del-creato-tra-assisi-e-gubbio-nel-nome-di-francesco/ Tue, 27 Aug 2013 18:01:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18634

sentiero-francescanoSi può considerare un periodo magico, quello che stiamo per vivere in Umbria, dal punto di vista religioso e culturale. Al centro vi è la città di Assisi e al centro di essa Francesco. Quando pronunciamo questo nome, ora nel mondo, non si sa più esattamente se di parla di un uomo nato alla fine del 12° secolo e morto agli inizi del 13°, oppure dell’attuale Papa chi si chiama anche lui Francesco senza aggiunte. Così infatti si firma anche nei documenti ufficiali: Franciscus, secco. Nell’accostamento nominale dei due personaggi si attivano in Umbria alcune iniziative che ruotano attorno a quella che è la principale e cioè la visita di del Papa ad Assisi il 4 ottobre, festa del Santo. Tra le iniziative la più immediata è quella della Giornata nazionale per la custodia del creato, collegata con il pellegrinaggio Assisi Gubbio. Nella presentazione che ne è stata fatta a Perugia alla Sala della partecipazione della Regione, martedì 27, sono state illuminanti le parole dei due vescovi presenti, di Assisi Domenico Sorrentino e di Gubbio Mario Ceccobelli. Sorrentino ha spiegato che molto probabilmente il Papa quando verrà ad Assisi, il primo contatto che avrà sarà quello della visita alla sala della spoliazione, il luogo interno all’episcopio nel quale Francesco si è spogliato degli abiti e si è rifugiato nudo sotto il manto del vescovo. Un gesto simbolico di grande significato che Sorrentino ha magnificamente illustrato come il punto di avvio di tutta la vicenda personale di Francesco, come è splendidamente raffigurata da Giotto, con il giovane figlio di Bernardone che guarda in alto con le braccia alzate verso il cielo nell’atto di dire “ora sono veramente libero figlio del mio vero Padre”. Sorrentino, che vive in quell’antico episcopio, ha confessato di non essere riuscito a farsi una abitudine della evocatività del luogo e di sentire ogni volta entrando in quella stanza una forte emozione. Lì è accaduto che si siano separate e contrapposte due strade, due modi di essere e di vivere, due filosofie dell’esistenza umana, quella del padre padrone ricco Bernardone che aveva intrapreso la strada del possesso e del dominio anche sul figlio e sul suo avvenire e la strada della povertà, libertà, gratuità, del dono, dell’amore disinteressato e dell’umiltà. Il gesto di Francesco spogliato delle sue vesti è carico di ulteriori significati come il ritorno alla natura semplice ed essenziale, la rilevanza della persona sulle cose, la autenticità della creatura e della creazione e quindi l’amore alla natura che si esprimerà nel cantico delle creature riferito al Creatore, abbandonando, pertanto, abbandonando ogni forma di idolatria, quella del dominio e del possesso ad ogni costo che porta l’umanità alla devastazione della natura, quale avviene sotto i nostri occhi. La scelta di papa Francesco di visitare per prima la sala della spoliazione - ha affermato Sorrentino - è anche la novità che risalta con evidenza rispetto alle precedenti visite papali ad Assisi. Ha completato opportunamente questa riflessione di Sorrentino il vescovo Ceccobelli ricordando che Francesco d’Assisi, giovane allegro e spensierato, ha appreso il valore della povertà e dell’umiltà contemplando il Crocifisso di San Damiano, stupenda icona dell’amore senza confini di Cristo, che si è riversato nel cuore di Francesco. Ceccobelli ha spiegato come nell’anno della fede e nel tempo della nuova evangelizzazione celebrare Francesco significa presentare il “vangelo vivente”, quale è Francesco d’Assisi, un profeta che è urgente ascoltare e imitare anche nel nostro tempo.

Il convegno Cei - Ceu

Sabato 31 agosto presso il Sacro Convento di Assisi si terrà il convegno “Custodire il creato per un futuro sostenibile” patrocinato anche dalla Regione e dal Comune di Assisi. Saranno presenti il direttore della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, mons. Angelo Casile, e il direttore della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, mons. Gino Battaglia. Il convegno si articola in una sessione scientifica che si terrà al mattino, moderata da Stefania Proietti del gruppo Custodia del creato della Cei, vedrà la presenza del direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini e di Franco Cotana, direttore del Centro di ricerca sulle biomasse dell’Università di Perugia, Andrea Segrè dell’Università di Bologna, fondatore di Last Minute Market, e Simona Beretta dell’Università Cattolica. Nel pomeriggio interverranno Simone Morandini della Fondazione Lanza, Alessandra Smerilli, segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, padre Egidio Canil, superiore del convento Franciscanum. I dettagli su www.ilsentierodifrancesco.it.

giotto_francesco_rinuncia_ai_beniCalendario degli eventi

Sabato 31 agosto, dalle ore 10, salone papale del Sacro Convento di Assisi: convegno nazionale “Custodire il creato per un futuro sostenibile” . Domenica 1° settembre, Assisi: Giornata nazionale per la custodia del creato promossa dalla Chiesa italiana. Ore 10.30 piazza del Vescovado: incontro con storie e testimonianze nel luogo della “spoliazione” di Francesco, Ore 11 chiesa di Santa Maria Maggiore: messa. Al termine, preghiera sulla tomba del Patrono d’Italia nella Basilica inferiore e, di seguito, la partenza della quinta edizione del pellegrinaggio a piedi “Il Sentiero di Francesco” lungo l’itinerario Assisi - Valfabbrica - Gubbio. (La trasmissione di Rai Uno “A Sua immagine” segue l’evento in diretta) Martedì 3 settembre, Gubbio: il pellegrinaggio si conclude con una serata di musica, spettacolo e testimonianze, e con il conferimento del premio internazionale “Lupo di Gubbio” per la riconciliazione. ALCUNI DATI Al pellegrinaggio prendono parte oltre 200 fedeli provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero, 25 giornalisti, e il lupo italiano “Ettore” con la sua ‘affidataria’ PROMOTORI Gli eventi dell’ottava Giornata per la custodia del creato sono promossi da: Conferenza episcopale italiana (uffici per i Problemi sociali e il lavoro e per il Dialogo interreligioso), Conferenza episcopale umbra, diocesi di Gubbio e di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comuni attraversati dal Sentiero, consorzio “Umbria and Francesco’s Way”. PARTNER E SPONSOR Tra i partner e gli sponsor che sostengono il progetto figurano anche Coldiretti, Novamont e la filiera delle aziende che producono materiali in Mater-Bi®, la Cattolica assicurazioni e Colacem. Media partner: Greenaccord onlus. ASSISI - SATRIANO Il 31 agosto e il primo settembre 34a edizione della “Cavalcata di Satriano”, sui luoghi dell’ultimo viaggio di san Francesco.]]>

sentiero-francescanoSi può considerare un periodo magico, quello che stiamo per vivere in Umbria, dal punto di vista religioso e culturale. Al centro vi è la città di Assisi e al centro di essa Francesco. Quando pronunciamo questo nome, ora nel mondo, non si sa più esattamente se di parla di un uomo nato alla fine del 12° secolo e morto agli inizi del 13°, oppure dell’attuale Papa chi si chiama anche lui Francesco senza aggiunte. Così infatti si firma anche nei documenti ufficiali: Franciscus, secco. Nell’accostamento nominale dei due personaggi si attivano in Umbria alcune iniziative che ruotano attorno a quella che è la principale e cioè la visita di del Papa ad Assisi il 4 ottobre, festa del Santo. Tra le iniziative la più immediata è quella della Giornata nazionale per la custodia del creato, collegata con il pellegrinaggio Assisi Gubbio. Nella presentazione che ne è stata fatta a Perugia alla Sala della partecipazione della Regione, martedì 27, sono state illuminanti le parole dei due vescovi presenti, di Assisi Domenico Sorrentino e di Gubbio Mario Ceccobelli. Sorrentino ha spiegato che molto probabilmente il Papa quando verrà ad Assisi, il primo contatto che avrà sarà quello della visita alla sala della spoliazione, il luogo interno all’episcopio nel quale Francesco si è spogliato degli abiti e si è rifugiato nudo sotto il manto del vescovo. Un gesto simbolico di grande significato che Sorrentino ha magnificamente illustrato come il punto di avvio di tutta la vicenda personale di Francesco, come è splendidamente raffigurata da Giotto, con il giovane figlio di Bernardone che guarda in alto con le braccia alzate verso il cielo nell’atto di dire “ora sono veramente libero figlio del mio vero Padre”. Sorrentino, che vive in quell’antico episcopio, ha confessato di non essere riuscito a farsi una abitudine della evocatività del luogo e di sentire ogni volta entrando in quella stanza una forte emozione. Lì è accaduto che si siano separate e contrapposte due strade, due modi di essere e di vivere, due filosofie dell’esistenza umana, quella del padre padrone ricco Bernardone che aveva intrapreso la strada del possesso e del dominio anche sul figlio e sul suo avvenire e la strada della povertà, libertà, gratuità, del dono, dell’amore disinteressato e dell’umiltà. Il gesto di Francesco spogliato delle sue vesti è carico di ulteriori significati come il ritorno alla natura semplice ed essenziale, la rilevanza della persona sulle cose, la autenticità della creatura e della creazione e quindi l’amore alla natura che si esprimerà nel cantico delle creature riferito al Creatore, abbandonando, pertanto, abbandonando ogni forma di idolatria, quella del dominio e del possesso ad ogni costo che porta l’umanità alla devastazione della natura, quale avviene sotto i nostri occhi. La scelta di papa Francesco di visitare per prima la sala della spoliazione - ha affermato Sorrentino - è anche la novità che risalta con evidenza rispetto alle precedenti visite papali ad Assisi. Ha completato opportunamente questa riflessione di Sorrentino il vescovo Ceccobelli ricordando che Francesco d’Assisi, giovane allegro e spensierato, ha appreso il valore della povertà e dell’umiltà contemplando il Crocifisso di San Damiano, stupenda icona dell’amore senza confini di Cristo, che si è riversato nel cuore di Francesco. Ceccobelli ha spiegato come nell’anno della fede e nel tempo della nuova evangelizzazione celebrare Francesco significa presentare il “vangelo vivente”, quale è Francesco d’Assisi, un profeta che è urgente ascoltare e imitare anche nel nostro tempo.

Il convegno Cei - Ceu

Sabato 31 agosto presso il Sacro Convento di Assisi si terrà il convegno “Custodire il creato per un futuro sostenibile” patrocinato anche dalla Regione e dal Comune di Assisi. Saranno presenti il direttore della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, mons. Angelo Casile, e il direttore della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, mons. Gino Battaglia. Il convegno si articola in una sessione scientifica che si terrà al mattino, moderata da Stefania Proietti del gruppo Custodia del creato della Cei, vedrà la presenza del direttore generale del ministero dell’Ambiente Corrado Clini e di Franco Cotana, direttore del Centro di ricerca sulle biomasse dell’Università di Perugia, Andrea Segrè dell’Università di Bologna, fondatore di Last Minute Market, e Simona Beretta dell’Università Cattolica. Nel pomeriggio interverranno Simone Morandini della Fondazione Lanza, Alessandra Smerilli, segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, padre Egidio Canil, superiore del convento Franciscanum. I dettagli su www.ilsentierodifrancesco.it.

giotto_francesco_rinuncia_ai_beniCalendario degli eventi

Sabato 31 agosto, dalle ore 10, salone papale del Sacro Convento di Assisi: convegno nazionale “Custodire il creato per un futuro sostenibile” . Domenica 1° settembre, Assisi: Giornata nazionale per la custodia del creato promossa dalla Chiesa italiana. Ore 10.30 piazza del Vescovado: incontro con storie e testimonianze nel luogo della “spoliazione” di Francesco, Ore 11 chiesa di Santa Maria Maggiore: messa. Al termine, preghiera sulla tomba del Patrono d’Italia nella Basilica inferiore e, di seguito, la partenza della quinta edizione del pellegrinaggio a piedi “Il Sentiero di Francesco” lungo l’itinerario Assisi - Valfabbrica - Gubbio. (La trasmissione di Rai Uno “A Sua immagine” segue l’evento in diretta) Martedì 3 settembre, Gubbio: il pellegrinaggio si conclude con una serata di musica, spettacolo e testimonianze, e con il conferimento del premio internazionale “Lupo di Gubbio” per la riconciliazione. ALCUNI DATI Al pellegrinaggio prendono parte oltre 200 fedeli provenienti da tutta Italia, e anche dall’estero, 25 giornalisti, e il lupo italiano “Ettore” con la sua ‘affidataria’ PROMOTORI Gli eventi dell’ottava Giornata per la custodia del creato sono promossi da: Conferenza episcopale italiana (uffici per i Problemi sociali e il lavoro e per il Dialogo interreligioso), Conferenza episcopale umbra, diocesi di Gubbio e di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comuni attraversati dal Sentiero, consorzio “Umbria and Francesco’s Way”. PARTNER E SPONSOR Tra i partner e gli sponsor che sostengono il progetto figurano anche Coldiretti, Novamont e la filiera delle aziende che producono materiali in Mater-Bi®, la Cattolica assicurazioni e Colacem. Media partner: Greenaccord onlus. ASSISI - SATRIANO Il 31 agosto e il primo settembre 34a edizione della “Cavalcata di Satriano”, sui luoghi dell’ultimo viaggio di san Francesco.]]>
Le elevazioni mariane dei Laudesi umbri https://www.lavoce.it/le-elevazioni-mariane-dei-laudesi-umbri/ Thu, 06 Jun 2013 11:07:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17155 La corale dei Laudesi Umbri
La corale dei Laudesi Umbri

A chiusura del ciclo dedicato alle elevazioni musicali in onore del mese mariano, il coro spoletino “Laudesi Umbri” ha espresso tutte le sue potenzialità in una delle più originali ed armoniose creazioni del barocco ligure: il santuario della Madonnetta a Genova. Il repertorio offerto all’ascolto nel giorno della Pentecoste ha spaziato dall’inno della città di Assisi Squilla!, al Cantico delle Creature, a Sia Laudato San Francesco in onore del Santo umbro, a pezzi mariani classici o di tradizione popolare.

Non poteva esserci chiusura migliore, dopo l’elevazione svoltasi nella splendida chiesa romanica dei Santi Felice e Mauro in Sant’Anatolia di Narco e nell’altrettanto suggestiva cornice della basilica papale di S. Maria degli Angeli.

È indubbio che il repertorio mariano è quanto di più coinvolgente ed anche, spesso, commovente, possa proporre la corale, anche perché il direttore, padre Antonio Giannoni, come ormai d’abitudine, alla fine di ognuna delle elevazioni, propone ai presenti di cantare un inno alla Madonna.

Nelle varie occasioni padre Giannoni, si è avvalso del supporto dei solisti Loretta Carlini, soprano, Patrizia Martiniani, contralto, Maurizio Verde, tenore, Gianni Annibali, tenore, Matteo Ferraldeschi, basso, Roberto Arelli, baritono. Il maestro Angelo Silvio Rosati, presenza ormai imprescindibile nel coro, lo ha sempre accompagnato all’organo e, in particolare, nel santuario della Madonnetta, ha espresso tutte le sue capacità e la sua pluriennale esperienza artistica esibendosi all’organo settecentesco facendo un “regalo” ulteriore ed inatteso ad un uditorio attento ed entusiasta.

Il giorno successivo, per una felice combinazione, il coro ha animato la liturgia della messa in onore della Pentecoste nella parrocchia di S. Nicola di Sestri Ponente.

La corale (oggi di 35 elementi) nasce più di 35 anni fa quando padre Antonio Giannoni dell’Ordine dei Frati Minori decide di fondarlo nella città di Spoleto e da allora i “Laudesi Umbri” hanno raggiunto traguardi ragguardevoli, acquisendo ampia notorietà ed alti livelli di preparazione.

Nata con intenti prettamente polifonici nel tempo ha avuto modo di esprimersi anche in contesti più vari, dal Medioevo alla musica contemporanea, sia in polifonia sia con accompagnamento. Numerose sono state infatti le rassegne, i concerti e i Festival a cui ha partecipato: non dimentichiamo i premi ricevuti sia al concorso polifonico di Arezzo sia al Torneo internazionale di musica che in diverse occasioni nella sua Spoleto, in collaborazione con il Festival dei Due Mondi, dove ha partecipato alla creazione menottiana dell’Ora Mistica, esibendosi nella chiesa di Sant’Eufemia, in alternanza ad altre realtà internazionali.

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Giovani custodi del creato https://www.lavoce.it/giovani-custodi-del-creato/ Thu, 29 Dec 2011 10:46:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=249 Oltre 7.000 bambini e ragazzi, provenienti da tutte le regioni d’Italia, hanno partecipato all’udienza di Benedetto XVI dedicata agli studenti delle scuole aderenti al progetto “Ambientiamoci a scuola”, ideato dalla Fondazione Sorella Natura per diffondere l’educazione ambientale basata sulla “saggia ecologia”. Le adesioni sono state complessivamente oltre 14.000. Un risultato superiore alle aspettative anche per il presidente della Fondazione, Roberto Leoni, da oltre 20 anni instancabile animatore delle sue attività.
Il Papa ha innanzitutto ringraziato il card. Maradiaga, presidente onorario della Fondazione, per avergli portato in omaggio la riproduzione del Codice 338, contenente le più antiche fonti francescane. Rivolgendosi in particolare agli insegnanti presenti all’udienza, Benedetto XVI ha sottolineato la straordinaria importanza che ha l’educazione anche nel campo dell’ecologia. “I ragazzi – ha detto Leoni – grazie anche ai loro insegnanti, possono diventare i nuovi custodi del creato. È con loro che vogliamo realizzare prossimamente un Manuale della custodia del creato. Il Cantico delle creature è la più alta espressione letteraria di lode da parte dell’uomo nei confronti del creato: da Assisi è partito anche il messaggio di Sorella Natura, e saranno proprio i giovani Custodi del creato ad amplificarlo”.
All’udienza, tenutasi in occasione della Giornata per la custodia del creato – che si celebra il 29 novembre, anniversario della proclamazione di san Francesco d’Assisi a patrono dell’ecologia – hanno preso parte una delegazione di cittadini di Assisi, l’assessore Lucio Cannelli (personalmente ringraziato da Benedetto XVI per l’organizzazione e l’efficienza che Assisi ha saputo offrire in occasione della recente Giornata di preghiera della pace) in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, la Commissione diocesana per i problemi sociali, lavoro e salvaguardia del creato, presieduta da don Raniero Menghini. Proprio a quest’ultimo, latore del saluto di mons. Domenico Sorrentino, il pontefice, ha chiesto di fare di Assisi un punto di riferimento circa la custodia del creato. L’invito, caloroso, e totalmente inatteso, da parte di Benedetto XVI, è stato accolto con entusiasmo ed orgoglio dalla Commissione diocesana, al lavoro già da diversi mesi su azioni e progetti per la custodia del creato. Sicuramente si tratta di una particolare consegna alla quale rispondere con sollecitudine, soprattutto in quanto membri della Chiesa che ha dato i natali a san Francesco, voce altissima della creazione nella lode all’ “Altissimo, onnipotente, bon Signore”.

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Giovanni Paolo II: un Papa vicino all’Umbria https://www.lavoce.it/giovanni-paolo-ii-un-papa-vicino-allumbria/ Fri, 29 Apr 2011 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9331 Quando Benedetto XVI, dopo la formula ufficiale di beatificazione di Giovanni Paolo II, ha gridato all’immensa folla di piazza San Pietro: “È beato!”, c’è stata una risposta entusiasta e commossa. Era la domenica della Divina Misericordia, e nelle chiese cattoliche di tutto il mondo si è pregato e ringraziato Dio per il dono di un uomo che ha arricchito la Chiesa e l’umanità con la testimonianza della vita e del suo coraggioso magistero. Per esperienza anche personale, avendo ricevuto Giovanni Paolo II nella chiesa dell’Università di Perugia – di cui ero e sono rettore – il 26 ottobre 1986, il giorno precedente della Giornata mondiale di preghiera per la pace svoltasi ad Assisi, posso dire che tutti quelli (e sono moltissimi nel mondo) che hanno avuto un contatto personale con lui, hanno sentito ancora più forte l’emozione di quel momento. In questo senso possiamo dire che gli umbri, oltre ai molti che si sono recati a Roma, si sono sentiti coinvolti nella vicenda di questo Papa che ha avuto per la nostra regione un’attenzione particolare, avendola visitata più di altre, ben 12 volte. Una pubblicazione che riporta testi e immagini di tutte le visite è Giovanni Paolo II in Umbria, un bellissimo e pregiato volume curato da Amilcare Conti.

Nelle pagine interne di questo numero de La Voce abbiamo voluto ripubblicare ciò che abbiamo già scritto in occasione della sua morte, avvenuta il 2 aprile 2005. In breve sintesi qui ricordiamo alcuni passaggi di Giovanni Paolo II tra noi. La riproposizione dei messaggi può concorrere a maturare la coscienza cristiana e l’apertura convinta ai valori della nostra cultura che anche in Umbria attendono di essere pienamente riconosciuti, senza peraltro voler riaprire la querelle regionale sui santi Francesco e Benedetto. Le visite fatte nei vari luoghi della regione e per occasioni diverse hanno avuto una rilevanza universale, ponendo l’Umbria al centro dell’attenzione mondiale. Questo è avvenuto con singolare risalto nelle visite dedicate alla pace. Assisi, per la scelta di Giovanni Paolo II, è divenuta la cittadella della pace, la capitale della preghiera mondiale delle religioni, del dialogo interreligioso, l’icona di una speranza nuova per l’umanità. Con tale iniziativa, trasmessa da tutti i media del mondo, ha debellato lo spettro dello scontro di civiltà, espungendo dallo scenario religioso la guerra dei popoli combattuta in nome di Dio. Ad Assisi Giovanni Paolo II è venuto subito, a meno di un mese dall’elezione papale. Essendo e sentendosi straniero, “venuto di lontano”, ha voluto iniziare la sua missione di vescovo di Roma facendo un bagno di italianità, una specie di battesimo, presso la tomba del patrono d’Italia, san Francesco, “il più santo degli italiani e il più italiano dei santi”.

Da quel momento possiamo Assisi è stata un centro di attrazione e di attenzione per Giovanni Paolo II, che l’ha considerata l’unico luogo al mondo adatto per annunciare la pace in modo efficace e credibile. L’incontro del 27 ottobre ’86 rimarrà negli annali della storia e nonostante le critiche, ha vinto ogni sfida e interna resistenza per la decisione di Benedetto XVI di ripetere, sia pure in forme nuove, l’evento nel 25° anniversario, il prossimo 27 ottobre. In questi 25 anni quella celebrazione ha avuto un seguito per opera della Comunità di Sant’Egidio, attraverso l’impegno del prof. Riccardi e del vescovo mons. Paglia, che ha riproposto in varie città del mondo l’incontro di preghiera delle religioni per la pace (è in fase di pubblicazione un libro che ricorda queste iniziative). Quella Giornata ha avuto un seguito con altri due incontri interreligiosi per la pace: nel gennaio 1993, a seguito della guerra in Bosnia Erzegovina, e nel gennaio 2002, dopo l’attacco alle Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Le altre visite importanti e suggestive svolte in Umbria si sono concentrate su temi specifici. Si pensi alla visita a Terni, alle Acciaierie, con il Papa tra gli operai, con il casco di lavoro in testa, dove ha affermato la dignità del lavoro, i diritti dei lavoratori, il rispetto della loro incolumità e dignità di persone, nel solco della dottrina sociale della Chiesa che in Umbria ha avuto la sua origine nel pensiero di Gioacchino Pecci / Leone XIII, per 33 anni vescovo di Perugia.

Vi sono poi le visite tra i terremotati a Norcia ed altre località; a Perugia con la sua secolare Università, dove ha svolto un insegnamento di alto valore teologico; ad Orvieto per celebrare l’eucaristia; a Todi e Collevalenza, appena dopo l’attentato; a Foligno per onorare la beata Angela, maestra dei mistici e dei teologi. A Collevalenza, il 22 settembre 1981, affermò: “Ritrovandomi in questa terra nell’anno centenario della nascita di san Francesco, desidero elevare anche a lui il mio pensiero devoto, nel ricordo del sublime insegnamento che egli ci ha lasciato proprio a riguardo della misericordia divina. Nel suo Cantico delle creature egli ha detto, fra l’altro: ‘Laudato sie, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengono infirmitate et tribulatione… che da te, Altissimo, saranno incoronati’. Francesco, maestro dell’amore e del perdono, si appella alla misericordia generosa di Dio”. Agli umbri la consegna della memoria.

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Uniti per salvare il pianeta Terra https://www.lavoce.it/uniti-per-salvare-il-pianeta-terra/ Thu, 23 Sep 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8739 In settembre si celebra la “Giornata del creato”. È la quinta volta si tiene questo appuntamento di preghiera e riflessione: ufficialmente è stabilito al 1° settembre, in quanto in quel giorno ha inizio l’anno liturgico della Chiesa ortodossa, che ha per oggetto la lode e il ringraziamento a Dio per il dono della creazione. L’iniziativa, infatti, è di origine e di natura ecumenica, in quanto già dal 1989, nella prima Assemblea ecumenica europea che si tenne a Basilea per iniziativa del Consiglio ecumenico delle Chiese (che ha sede a Ginevra), oltre alla giustizia e alla pace fu messo all’ordine del giorno il tema della “salvaguardia del creato”.

Tale impegno è considerato importante e persino centrale nelle relazioni tra le Chiese cristiane, adatto inoltre a mettere insieme energie e collaborazioni con rappresentanti e fedeli delle religioni non cristiane. Un grande argomento che oggi spinge le persone di ogni appartenenza ad unire le loro forze per salvare il pianeta Terra dal degrado in cui è destinato ad affondare se continua il processo distruttivo dell’inquinamento e la distruzione di preziose risorse naturali. Il tema è stato fatto proprio dalla Commissione della Cei per l’ecumenismo e il dialogo e dalla Commissione per i problemi sociali e il lavoro, che hanno stabilito il 1° settembre come data, ma suggerendo nel contempo di celebrare la Giornata o le giornate dedicate al creato anche in altri giorni. In Umbria, abbiamo scelto di dedicare tutto il mese di settembre, e poi fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, a questo argomento.

È infatti particolarmente opportuno riflettere e pregare per la difesa e valorizzazione dell’ambiente naturale, avendo di mira, come i Vescovi hanno indicato nel loro Sussidio, la presa di coscienza che esistono “peccati ecologici”, che è necessaria una “conversione ecologica”, che quindi si parli di “ecologia umana”, di “nuovi stili di vita” da assumere. È ugualmente importante diffondere una cultura adeguata su questo delicato argomento, contrastando l’ecologismo selvaggio, il superamento della centralità dell’umano proposto da quella corrente radicale denominata del “post-umanesimo”, il biocentrismo radicale e altre forme ideologiche proposte da atei e materialisti. Nel Compendio della Dottrina sociale della Chiesa vi è un intero capitolo, il decimo, dedicato a questo tema, con una sintesi molto chiara dei principi fondamentali. In Umbria questo argomento è più sentito che altrove proprio per la tradizione francescana che, in fedeltà a Francesco e al suo amore per le creature, di cui il Cantico delle creature è l’espressione poetica più suggestiva, ha sentito l’esigenza di svolgere iniziative appropriate, realizzate da diocesi, parrocchie, Ordini religiosi, tra cui importante quella dei Conventuali del Sacro Convento di Assisi.

I Vescovi umbri da cinque anni hanno voluto organizzare anche un’iniziativa regionale ogni anno con temi e luoghi diversi. Ricordiamo l’iniziativa a Terni e alla cascata delle Marmore, quella al lago Trasimeno con pellegrinaggio all’isola Maggiore, a Spello con il ricordo di fratel Carlo Carretto, ad Assisi. Quest’anno è stato scelto Campello e le fonti del Clitunno; l’evento si svolgerà giovedì 30 settembre

Pogramma

Giornata per la salvaguardia del creato, tema: “Custodire il creato per creare la pace”, 30 settembre, Campello sul Clitunno Ore 16, fonti del Clitunno, accoglienza Ore 16.30 saluto delle autorità (Sindaco di Campello, mons. R. Boccardo) Tavola rotonda; modera mons. Elio Bromuri Relazione di Paolo Naso (valdese) Relazione di p. Nicolaj Dragutan (Patriarcato ortodosso Mosca) Intermezzo musicaleRelazione di fr. Luciano Manicardi (comunità di Bose): Ore 18.30, tempietto, celebrazione ecumenica presieduta da mons.V. Paglia, con p. Nicolaj D. e la pastora valdese Kathrin Zanetti.

Cosa dice la Chiesa sul creato

Il grande tema della salvaguardia del creato è affrontato in vari testi del magistero della Chiesa. Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa li raccoglie in un capitolo, il numero 10, che va dal numero 451 al numero 487. Ecco, in sintesi, quali sono i temi affrontati. N. 451 – Dio ha creato tutte le cose e vide che ognuna di esse è cosa buona. Affida all’uomo la responsabilità del creato, il compito di tutelarne l’armonia e lo sviluppo (Genesi 1). N. 452 – La relazione dell’uomo con il mondo è costitutivo della sua identità e della relazione che l’uomo ha con Dio, nella preghiera di lode e di ringraziamento. N. 455 – La salvezza definitiva dell’uomo coinvolge anche il mondo (Rom 8, 19-33), vi saranno cieli nuovi e terra nuova (Ap 21,1). N. 456 – L’uomo, partecipe della luce della mente divina per la sua intelligenza, ritiene giustamente di superare tutte le realtà. N. 457 – La crescita della conoscenza e della potenza dell’uomo è un fatto positivo, che comporta la crescita della responsabilità (GS 34 e 35). N. 463 – La Chiesa si oppone ad una concezione dell’ambiente detta “ecocentrismo” e “biocentrismo”, perché si propongono di eliminare la differenza ontologica e di valore tra l’uomo e gli altri viventi. N. 465 – 468 – 484 – La Chiesa sottolinea la responsabilità umana di preservare l’ambiente integro e sano per tutti, anche attraverso leggi appropriate, non solo in vista del presente, ma anche del futuro, perché l’ambiente è un bene collettivo per l’intera umanità e per il principio dell’universale destinazione dei beni. N. 466 – La difesa della biodiversità. N. 472 – la responsabilità nell’uso delle biotecnologie. N. 485 – L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere tratta come una mera merce tra le altre; il suo uso deve essere razionale e solidale. N. 486 – 487 – Nuovi stili di vita.

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I nostri doveri verso la creazione https://www.lavoce.it/i-nostri-doveri-verso-la-creazione/ Thu, 22 Apr 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8397 Sabato 24 aprile: quarto appuntamento – nella sala parrocchiale del santuario di Rivotorto di Assisi (ore 16.30) – nell’ambito del ciclo di incontri dedicato al tema generale “L’amore di Cristo nella società” commentato da una espressiva frase: “Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero” (CV 1). Spetta a padre Giovanni Raia approfondire l’argomento specifico “L’uomo e la creazione: vocazioni diverse?”.

Allo stesso ci siamo rivolti con un sottinteso richiamo al Cantico delle creature e allo spirito francescano che impregna luoghi e realtà dell’intera diocesi; fatta salva la consapevolezza che nell’universo creato sono presenti eventi e fattori negativi esulanti anche da responsabilità umana. Quali intenzioni possono essere attribuite al Creatore nell’atto della creazione? “Chi può conoscere le intenzioni divine?” Tentiamo una semplificazione… “Allora facciamo riferimento a quanto insegna la Scrittura in relazione alla creazione dal nulla: Dio crea per amore e nella creazione fa risplendere la sua gloria. Nel crescendo di bontà di Genesi 1 ci viene detto che ogni cosa parte dalla libera iniziativa divina e viene realizzata in funzione dell’uomo, vertice della creazione. Lo stesso in Genesi 2, anche se in una prospettiva che a partire dal vertice racconta il significato dell’intera creazione”. L’uomo è dunque creatura privilegiata rispetto a tutte le altre. “La Gaudium et spes, a partire dalla Scrittura, afferma che l’uomo è l’unico essere che Dio ha voluto per se stesso (non ‘in funzione di’). Parlerei dell’uomo come essenza ove massimamente risplende la gloria di Dio: un privilegio che non crea separazione, semmai impegna l’uomo a dare voce all’intera creazione per esprimere la ‘gloria di Colui che tutto move’”. Quali diritti può avanzare l’uomo? “Non è corretto parlare di diritti dell’uomo nei confronti della creazione, quanto piuttosto del dovere che ha nel rendersi strumento di quest’ultima nei confronti del Creatore. L’uomo è l’unico che può prestare voce alla creazione: semmai è questo ‘farsi voce’ il suo diritto, ma anche e soprattutto il suo ministero”. E le colpe dell’uomo? “Il primo grave peccato dell’uomo nei riguardi della creazione è quello di non farsi suo portavoce, di renderla insignificante, considerandola come luogo di manipolazione e dominio, senza considerare che essa le è connaturalmente unita nella dinamica vocazionale di chiamata-risposta”.

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La Giornata per il creato https://www.lavoce.it/la-giornata-per-il-creato/ Fri, 29 May 2009 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7575 “Laudato sii, mi’ Signore per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le Tue creature dai sustentamento”. Dal Cantico delle creature di san Francesco di Assisi è tratto il tema della IV Giornata nazionale per la salvaguardia del creato, che sarà celebrata nella città del Santo umbro, Assisi, in settembre. L’aria che respiriamo è collegata con la vita, e solo quando respiriamo siamo in vita. Eppure è quella stessa aria sempre più inquinata dalla crisi ecologica, dalle emissioni dei gas serra, dal rapporto sbagliato con il creato. Da qui nasce il richiamo ad una “conversione ecologica” perché la signoria dell’uomo sulla natura non sia più “assoluta” ma torni ad essere il riflesso reale dell’unica e infinita signoria di Dio. Perché l’ampiezza e la gravità delle possibili conseguenze dell’inquinamento, molte delle quali si stanno già manifestando, richiedono un’azione incisiva a tutela delle generazioni future, ma anche di quei poveri della terra che già ora patiscono gli effetti dei mutamenti climatici. In quanto credenti siamo chiamati ad una particolare opera di custodia del creato, perché l’essere cristiani implica una precisa responsabilità nei riguardi della creazione.

La Giornata per la salvaguardia del creato è un impegno di sensibilizzazione verso la questione ambientale e sul degrado dell’ecosistema planetario, ma rappresenta anche un significativo momento d’incontro ecumenico. Nella pluralità delle tradizioni cristiane confessare Dio come il Creatore è tema condiviso, sul quale è possibile un comune sentire e un reciproco arricchimento. Ecco aprirsi, dunque, un importante spazio di dialogo e incontro tra i cristiani delle diverse confessioni, cattolici, ortodossi, protestanti, nel quale portare le rispettive sensibilità in vista di una crescita comune e per riaffermare l’importanza, anche per la fede, della questione ecologica con tutte le sue implicazioni etiche e sociali. Un’iniziativa che unisce le Chiese locali ed evidenzia l’apporto specifico che le nostre comunità devono dare oggi alla questione ecologica, per affermare ancora di più le motivazioni spirituali che la sostengono.

È un impegno che ci rimanda a san Francesco di Assisi e a quella stupenda lode da lui rivolta al Creatore; ed è un’occasione per riflettere sulla vocazione della famiglia umana in quella casa comune che è la Terra. Il pianeta è la casa che ci è donata perché tutti sappiano abitarvi responsabilmente, custodendone la vivibilità anche per le prossime generazioni. Vorremmo che ogni persona crescesse una nuova coscienza di fronte alla bellezza del creato, che fa sentire ancor più fortemente lo scandalo e lo sdegno per la manipolazione arbitraria della creazione. Occorre un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, ottimizzando l’uso dell’energia stessa e valorizzando quelle pulite e rinnovabili. Occorre una chiara disponibilità dei Paesi industrializzati all’assunzione di responsabilità per individuare e attivare misure efficaci a garantire la stabilità climatica. Uno stile di vita essenziale fatto anche di rinunce, di una maggiore responsabilità nei riguardi del futuro degli altri.

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Il Creato è un dono di Dio che l’uomo ha profanato https://www.lavoce.it/il-creato-e-un-dono-di-dio-che-luomo-ha-profanato-2/ Fri, 15 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1851 L’assenza improvvisa di Mikhail Gorbachev, presidente di Green Cross International, è stata accolta con comprensibile rammarico. Avrebbe dovuto illustrare la “Carta della Terra”, documento sullo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del Creato ed inoltre presentare il libro Terre e Cieli di Dio, Ambiente dell’uomo. Il programma predisposto non ha subito stravolgimenti, tanto che la celebrazione interreligiosa voluta dal “Centro francescano internazionale per il dialogo” (Cefid), diretto da padre Massimiliano Mizzi e parimenti voluta dal Sacro Convento, si è regolarmente svolta giovedì 6 giugno presso la basilica inferiore di S. Francesco, presenti vari rappresentanti delle religioni praticate nel mondo.

Incombeva un flebile grigiore sulla piazza circondata dal porticato soffusamente illuminato, quando dal cortile interno al Sacro Convento è uscito – esteticamente indicativo delle diverse confessioni e quindi altamente suggestivo – il corteo che, dopo pochi passi, ha fatto il suo ingresso in basilica, accolto dalla esecuzione del Cantico delle Creature. I rappresentanti religiosi si sono seduti sotto l’altare maggiore intorno a due ripiani: uno addobbato con un minuscolo olivo e con cinque ceri simboleggianti gli altrettanti continenti; l’altro ricolmo di oggetti rapportabili alle religioni rappresentate nella specifica circostanza. Ha reso omaggio agli ospiti il custode del Sacro Convento padre Vincenzo Coli auspicando un cammino di spoliazione per essere accanto a Dio. La parola è quindi passata all’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti che ha molto insistito sulla sacralità del Creato, donato da Dio come una reggia che l’uomo ha tuttavia profanato, manipolando scriteriatamente le leggi naturali ed attirandosi disgrazie e fenomeni di ribellione. Dopo l’accensione dei cinque ceri la celebrazione è continuata tra canti, letture di testi, pause di silenzio, riflessioni e dichiarazioni. Più volte i vari rappresentanti religiosi hanno rimarcato il ruolo salvifico e la forza della preghiera; più volte hanno riaffermato l’invito a rispettare la Terra instaurando un rapporto con la natura basato sulla coscienza e sull’etica. Gli uomini, cittadini della Terra, sono stati chiamati a compiere lo stesso cammino: difendere l’ambiente, instaurare la pace e la giustizia, esaltare i diritti e la dignità, eliminare l’indigenza e la miseria, il disagio interiore e le malattie. I segnali, è stato notato, non sono affatto incoraggianti ma non può vincere il pessimismo sulla necessità di una azione comune e determinata. Dopo lo scambio della “pace”, seguito dal canto finale, il corteo interreligioso è disceso alla tomba del Santo per un atto di venerazione destinato a fortificare le volontà espresse.

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