Cammino sinodale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cammino-sinodale/ Settimanale di informazione regionale Tue, 16 Jan 2024 13:53:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Cammino sinodale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/cammino-sinodale/ 32 32 Documento di Sintesi dell’Assemblea ecclesiale https://www.lavoce.it/documento-di-sintesi-dellassemblea-ecclesiale-2023/ https://www.lavoce.it/documento-di-sintesi-dellassemblea-ecclesiale-2023/#respond Tue, 16 Jan 2024 13:51:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74543 assemblea ecclesiale

Curato dalla Segreteria del Cammino sinodale diocesano di Perugia-Città della Pieve, il documento di Sintesi del discernimento dell’Assemblea ecclesiale (tenutasi lo scorso 15 ottobre) è consultabile-scaricabile al link: Sintesi Assemblea ecclesiale ottobre 2023 – Diocesi Perugia .

Questo testo nasce dallo stesso Cammino sinodale come frutto della suddetta Assemblea, documento che, insieme alla Lettera pastorale Il coraggio dei passi dell’arcivescovo Ivan Maffeis, è pensato come strumento per tutte le comunità per proseguire il discernimento e dare sostanza concreta alle scelte che lo Spirito Santo ispirerà la comunità diocesana attraverso l’ascolto di ben trentatre gruppi di lavoro assembleari moderati da Marta Boldrini, diacono Francesco Germini, Stefano Marcucci, Silvia Bagnarelli, Alessandro Moretti, suor Serenella Vescovi, Silvana Lentini, suor Ombretta Pettigiani, Andrea Morante, diacono Giovanni Lolli, Maddalena Mazzeschi, Daniele Tonazzolli, Cristiana Cecchini, Vito Simone Foresi, Roberto Esposito, Lorena Urbani, Alessia Biagiotti, diacono Vincenzo Genovese, Michela Smacchia, Anselmo De Toni, Emanuele Chiucchiù, Samuele Betti, Iacopo Caraglio, diacono Luigi Germini, Rosita Garzi, diacono Sergio Lucaroni, Alessandro Magistrato, Tamara Di Girolamo, Roberta Ricci, Emanuela Stoico, diacono. Stefano Bucarini, Giuseppe Mordivoglia e diacono Massimo Pio Gallì. A tutti loro va il grazie dell’arcivescovo Maffeis, personale e a nome dell’intera Chiesa particolare, e del vicario episcopale per la Pastorale don Simone Pascarosa, coordinatore dei gruppi di lavoro.

Anticorpo all’isolamento

Nella nota introduttiva del documento si fa riferimento, non a caso, al passo evangelico dei due discepoli di Emmaus:

"Undici erano i chilometri che i discepoli dovevano compiere a piedi. Un percorso che potremmo definire normale per il tempo. Gesù arriva in quel tratto di strada. Undici chilometri per essere ascoltati, per comprendere di non essere soli, per riconoscerlo, per cambiare la nostra vita, per tornare a sperare (la parola spezzata accende il cuore). E noi siamo pronti a partire? Abbiamo davvero il coraggio dei passi? Gli undici chilometri rappresentano davvero la distanza che abbiamo messo tra noi e Dio? Andiamo dove Dio ci chiama senza paura e scopriremo la Verità… essere vivi nella vita del Risorto. Infine la comunità cristiana (e quindi Gesù stesso), sono anticorpo all’isolamento essendo allo stesso tempo accoglienza, custodia e compagna di viaggio. Abbiamo vissuto un momento di grande fraternità. Riscoprirsi famiglia usando la Parola e la preghiera come mezzo, lo Spirito Santo che utilizza la parola dell’altro e in quell’ascolto vederne il frutto è stato bellissimo. La condivisione e il rispetto reciproco, l’ascolto come metodo e la preghiera hanno esaltato la presenza di ognuno rendendola tesoro vivo per tutti".

Il coraggio dei passi insieme

Don Simone Pascarosa, al riguardo, evidenzia con soddisfazione che i momenti assembleari e il cammino sinodale ci permettono di vivere in maniera piena questa Chiesa pulsante, di ricaricarci ogni tanto e di trovare insieme il coraggio dei passi perché infondo undici chilometri per arrivare ad Emmaus siamo tutti in grado di farli…, tutti i giorni….

Tre tematiche centrali

Dai gruppi di lavoro sono emerse tre tematiche centrali così intitolate: Evangelizzazione e Catechesi, Corresponsabilità e ministeri, Organismi ecclesiali, dove è chiesto di valorizzare di più sia i diaconi permanenti (attualmente sono oltre quaranta) sia la presenza femminile con mandati chiari e riconoscibili, puntando ad una maggiore formazione allo stile sinodale e alla ecclesiologia di comunione. L’offerta diocesana è molto ricca e ampia, ma scarsamente comunicata e rilanciata dai sacerdoti.

Riguardo l’invito a rinnovare i linguaggi della comunità cristiana, dall’Assemblea è giunta l’esortazione ad abitare il mondo dei social e delle comunicazioni sociali, perché i siti delle parrocchie sono poco chiari e poco attraenti. L’informazione veloce dei tweet dovrebbe essere usata anche dalle nostre comunità come spunto per aprire i cuori.

Necessità e importanza dell’ascolto

 Altro tema emerso è quello di ripartire dalla necessità e dall’importanza dell’ascolto come dimensione fondamentale della nostra fede e del nostro essere Chiesa.

Creare occasioni di prossimità

 Per quanto riguarda l’Evangelizzazione e la Catechesi, dai gruppi di lavoro è giunta la sollecitazione a valorizzare di più le loro esperienze non strutturate, perché il termine catechismo o dottrina sia come terminologia che come modalità spaventa e non comunica più all’uomo di oggi. In particolare è finito il tempo di intendere il catechismo come percorso finalizzato solo al conseguimento dei sacramenti, ma bisogna ripensare il percorso come proposta integrale e continua nel percorso di vita e di fede. In primis puntare sulle famiglie, o comunque su piccole comunità o fraternità, creando occasioni di prossimità, valorizzando le esperienze e il patrimonio di carismi delle aggregazioni laicali presenti.

La pastorale dei campanelli

Dall’arcivescovo Maffeis sono giunti alcuni auspici tra cui quelli per una pastorale dei campanelli…, occasione di tornare testimoni luminosi del Vangelo nelle nostre comunità e le Unità pastorali (formate da due o più parrocchie) vissute come una chiamata a rinunciare al campanile a favore dell’unità. Questo è più facile che avvenga dove catechesi e carità emergono come ambiti dove subito si può mettere in comune le risorse e le competenze e progettare insieme un cammino di U.P.  In conclusione del documento: Tutto ciò con serena pazienza, perché tra la semina e il raccolto ne passa sempre di tempo.

Indicazioni sul prosieguo del discernimento

Infine vengono fornite indicazioni su come proseguire il discernimento a livello locale: Tutti i suggerimenti, le domande e qualunque contributo a questo processo potrà essere inviato all’indirizzo camminosinodale@diocesi.perugia.it. Si invita a rimanere aggiornati sulle prossime Assemblee diocesane e i prossimi appuntamenti del Cammino sinodale attraverso il sito https://diocesi.perugia.it..

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assemblea ecclesiale

Curato dalla Segreteria del Cammino sinodale diocesano di Perugia-Città della Pieve, il documento di Sintesi del discernimento dell’Assemblea ecclesiale (tenutasi lo scorso 15 ottobre) è consultabile-scaricabile al link: Sintesi Assemblea ecclesiale ottobre 2023 – Diocesi Perugia .

Questo testo nasce dallo stesso Cammino sinodale come frutto della suddetta Assemblea, documento che, insieme alla Lettera pastorale Il coraggio dei passi dell’arcivescovo Ivan Maffeis, è pensato come strumento per tutte le comunità per proseguire il discernimento e dare sostanza concreta alle scelte che lo Spirito Santo ispirerà la comunità diocesana attraverso l’ascolto di ben trentatre gruppi di lavoro assembleari moderati da Marta Boldrini, diacono Francesco Germini, Stefano Marcucci, Silvia Bagnarelli, Alessandro Moretti, suor Serenella Vescovi, Silvana Lentini, suor Ombretta Pettigiani, Andrea Morante, diacono Giovanni Lolli, Maddalena Mazzeschi, Daniele Tonazzolli, Cristiana Cecchini, Vito Simone Foresi, Roberto Esposito, Lorena Urbani, Alessia Biagiotti, diacono Vincenzo Genovese, Michela Smacchia, Anselmo De Toni, Emanuele Chiucchiù, Samuele Betti, Iacopo Caraglio, diacono Luigi Germini, Rosita Garzi, diacono Sergio Lucaroni, Alessandro Magistrato, Tamara Di Girolamo, Roberta Ricci, Emanuela Stoico, diacono. Stefano Bucarini, Giuseppe Mordivoglia e diacono Massimo Pio Gallì. A tutti loro va il grazie dell’arcivescovo Maffeis, personale e a nome dell’intera Chiesa particolare, e del vicario episcopale per la Pastorale don Simone Pascarosa, coordinatore dei gruppi di lavoro.

Anticorpo all’isolamento

Nella nota introduttiva del documento si fa riferimento, non a caso, al passo evangelico dei due discepoli di Emmaus:

"Undici erano i chilometri che i discepoli dovevano compiere a piedi. Un percorso che potremmo definire normale per il tempo. Gesù arriva in quel tratto di strada. Undici chilometri per essere ascoltati, per comprendere di non essere soli, per riconoscerlo, per cambiare la nostra vita, per tornare a sperare (la parola spezzata accende il cuore). E noi siamo pronti a partire? Abbiamo davvero il coraggio dei passi? Gli undici chilometri rappresentano davvero la distanza che abbiamo messo tra noi e Dio? Andiamo dove Dio ci chiama senza paura e scopriremo la Verità… essere vivi nella vita del Risorto. Infine la comunità cristiana (e quindi Gesù stesso), sono anticorpo all’isolamento essendo allo stesso tempo accoglienza, custodia e compagna di viaggio. Abbiamo vissuto un momento di grande fraternità. Riscoprirsi famiglia usando la Parola e la preghiera come mezzo, lo Spirito Santo che utilizza la parola dell’altro e in quell’ascolto vederne il frutto è stato bellissimo. La condivisione e il rispetto reciproco, l’ascolto come metodo e la preghiera hanno esaltato la presenza di ognuno rendendola tesoro vivo per tutti".

Il coraggio dei passi insieme

Don Simone Pascarosa, al riguardo, evidenzia con soddisfazione che i momenti assembleari e il cammino sinodale ci permettono di vivere in maniera piena questa Chiesa pulsante, di ricaricarci ogni tanto e di trovare insieme il coraggio dei passi perché infondo undici chilometri per arrivare ad Emmaus siamo tutti in grado di farli…, tutti i giorni….

Tre tematiche centrali

Dai gruppi di lavoro sono emerse tre tematiche centrali così intitolate: Evangelizzazione e Catechesi, Corresponsabilità e ministeri, Organismi ecclesiali, dove è chiesto di valorizzare di più sia i diaconi permanenti (attualmente sono oltre quaranta) sia la presenza femminile con mandati chiari e riconoscibili, puntando ad una maggiore formazione allo stile sinodale e alla ecclesiologia di comunione. L’offerta diocesana è molto ricca e ampia, ma scarsamente comunicata e rilanciata dai sacerdoti.

Riguardo l’invito a rinnovare i linguaggi della comunità cristiana, dall’Assemblea è giunta l’esortazione ad abitare il mondo dei social e delle comunicazioni sociali, perché i siti delle parrocchie sono poco chiari e poco attraenti. L’informazione veloce dei tweet dovrebbe essere usata anche dalle nostre comunità come spunto per aprire i cuori.

Necessità e importanza dell’ascolto

 Altro tema emerso è quello di ripartire dalla necessità e dall’importanza dell’ascolto come dimensione fondamentale della nostra fede e del nostro essere Chiesa.

Creare occasioni di prossimità

 Per quanto riguarda l’Evangelizzazione e la Catechesi, dai gruppi di lavoro è giunta la sollecitazione a valorizzare di più le loro esperienze non strutturate, perché il termine catechismo o dottrina sia come terminologia che come modalità spaventa e non comunica più all’uomo di oggi. In particolare è finito il tempo di intendere il catechismo come percorso finalizzato solo al conseguimento dei sacramenti, ma bisogna ripensare il percorso come proposta integrale e continua nel percorso di vita e di fede. In primis puntare sulle famiglie, o comunque su piccole comunità o fraternità, creando occasioni di prossimità, valorizzando le esperienze e il patrimonio di carismi delle aggregazioni laicali presenti.

La pastorale dei campanelli

Dall’arcivescovo Maffeis sono giunti alcuni auspici tra cui quelli per una pastorale dei campanelli…, occasione di tornare testimoni luminosi del Vangelo nelle nostre comunità e le Unità pastorali (formate da due o più parrocchie) vissute come una chiamata a rinunciare al campanile a favore dell’unità. Questo è più facile che avvenga dove catechesi e carità emergono come ambiti dove subito si può mettere in comune le risorse e le competenze e progettare insieme un cammino di U.P.  In conclusione del documento: Tutto ciò con serena pazienza, perché tra la semina e il raccolto ne passa sempre di tempo.

Indicazioni sul prosieguo del discernimento

Infine vengono fornite indicazioni su come proseguire il discernimento a livello locale: Tutti i suggerimenti, le domande e qualunque contributo a questo processo potrà essere inviato all’indirizzo camminosinodale@diocesi.perugia.it. Si invita a rimanere aggiornati sulle prossime Assemblee diocesane e i prossimi appuntamenti del Cammino sinodale attraverso il sito https://diocesi.perugia.it..

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L’intervento dell’arcivescovo Maffeis conclude l’Assemblea diocesana  https://www.lavoce.it/lintervento-dellarcivescovo-maffeis-conclude-lassemblea-diocesana/ https://www.lavoce.it/lintervento-dellarcivescovo-maffeis-conclude-lassemblea-diocesana/#respond Mon, 16 Oct 2023 10:50:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73675 assemblea diocesana 15 ottobre

"Vi ringrazio per la partecipazione: in voi abbraccio idealmente tutte le comunità della nostra Diocesi e, in particolare, i tanti (laici, diaconi e presbiteri) che vi si spendono con dedizione e gratuità. Viviamo questa giornata come tappa di un cammino sinodale che ci vede coinvolti con tutta la Chiesa nella ricerca delle vie con cui riappropriarci del messaggio liberante del Vangelo e, quindi, annunciarlo all’uomo del nostro tempo".

Cosi l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo all’Assemblea diocesana della Chiesa di Perugia-Città della Pieve tenutasi, domenica 15 ottobre, nel complesso parrocchiale San Giovanni Paolo II in Ponte della Pietra di Perugia.

Dedicata al tema Unità pastorali, scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale, all’Assemblea hanno partecipato più di trecento persone in gran parte fedeli laici (settanta i sacerdoti diocesani, religiosi e diaconi presenti) in rappresentanza delle trentadue Unità pastorali e di oltre cento parrocchie.

Un sogno di Chiesa e i passi per realizzarlo

Monsignor Maffeis, all’inizio del suo intervento (il testo integrale è consultabile è scaricabile al link: Assemblea diocesana (15 ottobre 2023), l’intervento dell’arcivescovo Ivan Maffeis – Diocesi Perugia), ha fatto comprendere che l’Assemblea è un punto non di arrivo, ma di partenza dell’impegno della Chiesa diocesana nella scelta missionaria, auspicando, nel contempo, un cambiamento di passo in stile sinodale.

Non è stato un caso che l’arcivescovo si sia subito soffermato sul Cammino sinodale la cui fase sapienziale, che caratterizza quest’anno, punta a mettere a fuoco un sogno di Chiesa e a individuare i passi da compiere per realizzarlo.

"È in questa prospettiva -ha precisato- che si inserisce il percorso di confronto e di discernimento comunitario che ha caratterizzato l’Assemblea dello scorso maggio, proseguito nell’ascolto di quanto le unità pastorali hanno voluto condividermi nei mesi di giugno e luglio e che a settembre ha trovato restituzione nella Lettera pastorale. L’appuntamento odierno costituisce un ulteriore tassello, che avrà la sua continuazione nei Consigli diocesani, nelle Zone e nelle Unità pastorali. Con serena pazienza, vogliamo giungere a formulare alcune proposte operative sulle quali impegnarci, come chiederà l’ultima fase del Sinodo (la fase profetica) a partire dall’autunno 2024".

Vicinanza dell'Assemblea diocesana alle vittime inermi della guerra

Monsignor Maffeis, ha richiamato i partecipanti all'Assemblea diocesana anche a quanto sta accadendo in Terra Santa:

"I nostri lavori -ha detto- non possono prescindere dal dramma che insanguina il Medio Oriente e che porta con sé una deriva disumana di cui sono vittima civili inermi, famiglie e popolazioni già provate. Il primo contributo che possiamo offrire rimane quello della preghiera: invito tutte le comunità a intensificarla, raccogliendo l’appello del Patriarca di Gerusalemme e rilanciato dalla Chiesa italiana per martedì 17 ottobre. Una celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa la vivremo in Cattedrale martedì 24 ottobre alle 18".

Non distorgliersi dall’emarginazione e povertà di casa

"La condivisione della sete di pace, giustizia e riconciliazione che sale dall’umanità-ha aggiunto l’arcivescovo- non può farci distogliere gli occhi da quelli di casa (cfr. Is 58,7): quanti in mezzo a noi vivono ai margini, esposti alla povertà economica, alla solitudine e alla fatica educativa, alla malattia e al lutto, alla fragilità e all’incertezza, che diventano paura di non farcela. In particolare, penso ai ragazzi privi di relazioni significative, di motivazioni allo studio o di aspettative professionali, a quanti soffrono il disagio e la difficoltà di inserirsi nei modelli culturali correnti".

Comunità cristiana anticorpo all’isolamento

"Come ho sottolineato nella Lettera pastorale -ha fatto notare don Ivan- la comunità cristiana rimane un anticorpo all’isolamento, un presidio inestimabile che plasma e chiama in gioco la responsabilità individuale, una proposta di percorsi di incontro, di formazione e di spiritualità, aperta anche a quanti non conoscono gli ambienti parrocchiali o che se ne sono allontanati; una rete di relazioni che accoglie, custodisce e accompagna".

Un desiderio-bisogno di essere coinvolti, giovani e adulti

Nell’intervento monsignor Maffeis ha ricordato anche l’esperienza dei giovani alla recente Giornata Mondiale della Gioventù, incontrandoli un mese fa, restando colpito dalla «loro freschezza…, ma a un certo punto mi è sembrato, ha raccontato, che sui colori delle loro voci prevalesse il silenzio della maggioranza dei loro coetanei, ai quali i contenuti della fede rimangono sconosciuti e la Chiesa una sorta di realtà invisibile.

"È una cifra -ha commentato- che non riguarda soltanto i giovani: a livello generale si è ampiamente affermata un’autonomia nelle credenze e una libertà negli stili di vita, dove il riferimento ultimo è all’unicità dell’esperienza personale".

L’arcivescovo ha proseguito la riflessione soffermandosi su alcuni dati riguardanti il calo della partecipazione alle celebrazioni, in particolare tra gli adolescenti (14-17 anni), passati dal trentasette per cento del 2001 al dodici per cento del 2022, in un Paesi in cui i praticanti alla messa domenicale non superano il diciotto-diciannove per cento e un settanta per cento che ancora si dichiara cattolico.

"Il persistere di una simile maggioranza -ha evidenziato monsignor Maffeis- smentisce quella che era stata prospettata come una totale secolarizzazione della società. Questa stagione ci consegna, piuttosto, anche da parte di quanti sbrigativamente sono liquidati come lontani, una domanda diffusa di celebrare con la Chiesa (o almeno in chiesa…) particolari momenti della vita: la nascita di un figlio, la prima Comunione, la Cresima, il matrimonio o la morte di una persona cara. Allo stesso modo, siamo consapevoli di quanto sia attesa e gradita la benedizione delle famiglie o la visita a un malato… C’è un desiderio, un bisogno di sentirsi coinvolti, di dare ordine e significato a quello che accade; in certi passaggi dell’esistenza si riaffaccia il richiamo a una religione storica e a un’identità comune, a un rito collettivo in cui riconoscersi e di cui sentirsi parte".

Capaci di un dialogo con gli altri, senza svendere la propria identità

"Punto di partenza -ha sottolineato l’arcivescovo- rimane la nostra relazione con Gesù Cristo, nutrita dalla frequentazione personale e comunitaria della Parola di Dio e da una partecipazione più consapevole alla liturgia…

Ripartire da Dio, dall’incontro con il Signore, dalla fede è ciò che crea un’umanità diversa, piena, viva; un’umanità che vive l’umiltà, la gratuità e la gioia, come Papa Francesco ricordava alla Chiesa italiana riunita a Firenze nel 2015… Anche per esperienza personale ci accorgiamo che, quando la nostra vita conosce l’umiltà, la gratuità e la gioia che nascono dal Vangelo, non fatica a trovare punti di incontro e aperture anche per l’annuncio. Ci si scopre capaci di un dialogo costruttivo con gli altri; dialogo che non svende la propria identità e le sue esigenze, ma che, proprio in forza di questa fede, pone altrettanta attenzione a offrire ascolto, comprensione e proposta".

Cuori ardenti, piedi in cammino

"L’icona di Emmaus -ha commentato monsignor Maffeis concludendo il proprio intervento- accompagna questa fase del cammino sinodale. Come quei due viandanti che avevano perso la speranza, lasciamo che il Signore si faccia nostro compagno e cammini, lui che è la Via, sulla nostra strada. Lasciamo che sciolga le nostre amarezze e ci educhi con il fuoco della sua Parola, fino a riscaldarci il cuore; fino a giungere a riconoscerlo nella frazione del pane. Ritroveremo il coraggio della missione, l’ardore con cui tornare nella città degli uomini e condividere con loro un annuncio di vita. Cuori ardenti, piedi in cammino, secondo il respiro della Giornata missionaria mondiale, che celebreremo domenica prossima".

L’intervento dell’arcivescovo è stato preceduto dalla meditazione sul Vangelo dei Discepoli di Emmaus, a cura di don Alessio Fifi, docente di Sacra Scrittura, e l’Assemblea diocesana è proseguita con i lavori di gruppo (ben trentacinque) impegnati nei seguenti ambiti pastorali: evangelizzazione e catechesi, corresponsabilità e formazione e organismi di partecipazione, presentati dal vicario generale don Simone Sorbaioli.

Al termine le conclusioni dell’arcivescovo monsignor Maffeis, con l’annuncio dell’avvio del discernimento post-assembleare nelle trentdue Unità pastorali dell’Archidiocesi.

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assemblea diocesana 15 ottobre

"Vi ringrazio per la partecipazione: in voi abbraccio idealmente tutte le comunità della nostra Diocesi e, in particolare, i tanti (laici, diaconi e presbiteri) che vi si spendono con dedizione e gratuità. Viviamo questa giornata come tappa di un cammino sinodale che ci vede coinvolti con tutta la Chiesa nella ricerca delle vie con cui riappropriarci del messaggio liberante del Vangelo e, quindi, annunciarlo all’uomo del nostro tempo".

Cosi l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo all’Assemblea diocesana della Chiesa di Perugia-Città della Pieve tenutasi, domenica 15 ottobre, nel complesso parrocchiale San Giovanni Paolo II in Ponte della Pietra di Perugia.

Dedicata al tema Unità pastorali, scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale, all’Assemblea hanno partecipato più di trecento persone in gran parte fedeli laici (settanta i sacerdoti diocesani, religiosi e diaconi presenti) in rappresentanza delle trentadue Unità pastorali e di oltre cento parrocchie.

Un sogno di Chiesa e i passi per realizzarlo

Monsignor Maffeis, all’inizio del suo intervento (il testo integrale è consultabile è scaricabile al link: Assemblea diocesana (15 ottobre 2023), l’intervento dell’arcivescovo Ivan Maffeis – Diocesi Perugia), ha fatto comprendere che l’Assemblea è un punto non di arrivo, ma di partenza dell’impegno della Chiesa diocesana nella scelta missionaria, auspicando, nel contempo, un cambiamento di passo in stile sinodale.

Non è stato un caso che l’arcivescovo si sia subito soffermato sul Cammino sinodale la cui fase sapienziale, che caratterizza quest’anno, punta a mettere a fuoco un sogno di Chiesa e a individuare i passi da compiere per realizzarlo.

"È in questa prospettiva -ha precisato- che si inserisce il percorso di confronto e di discernimento comunitario che ha caratterizzato l’Assemblea dello scorso maggio, proseguito nell’ascolto di quanto le unità pastorali hanno voluto condividermi nei mesi di giugno e luglio e che a settembre ha trovato restituzione nella Lettera pastorale. L’appuntamento odierno costituisce un ulteriore tassello, che avrà la sua continuazione nei Consigli diocesani, nelle Zone e nelle Unità pastorali. Con serena pazienza, vogliamo giungere a formulare alcune proposte operative sulle quali impegnarci, come chiederà l’ultima fase del Sinodo (la fase profetica) a partire dall’autunno 2024".

Vicinanza dell'Assemblea diocesana alle vittime inermi della guerra

Monsignor Maffeis, ha richiamato i partecipanti all'Assemblea diocesana anche a quanto sta accadendo in Terra Santa:

"I nostri lavori -ha detto- non possono prescindere dal dramma che insanguina il Medio Oriente e che porta con sé una deriva disumana di cui sono vittima civili inermi, famiglie e popolazioni già provate. Il primo contributo che possiamo offrire rimane quello della preghiera: invito tutte le comunità a intensificarla, raccogliendo l’appello del Patriarca di Gerusalemme e rilanciato dalla Chiesa italiana per martedì 17 ottobre. Una celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa la vivremo in Cattedrale martedì 24 ottobre alle 18".

Non distorgliersi dall’emarginazione e povertà di casa

"La condivisione della sete di pace, giustizia e riconciliazione che sale dall’umanità-ha aggiunto l’arcivescovo- non può farci distogliere gli occhi da quelli di casa (cfr. Is 58,7): quanti in mezzo a noi vivono ai margini, esposti alla povertà economica, alla solitudine e alla fatica educativa, alla malattia e al lutto, alla fragilità e all’incertezza, che diventano paura di non farcela. In particolare, penso ai ragazzi privi di relazioni significative, di motivazioni allo studio o di aspettative professionali, a quanti soffrono il disagio e la difficoltà di inserirsi nei modelli culturali correnti".

Comunità cristiana anticorpo all’isolamento

"Come ho sottolineato nella Lettera pastorale -ha fatto notare don Ivan- la comunità cristiana rimane un anticorpo all’isolamento, un presidio inestimabile che plasma e chiama in gioco la responsabilità individuale, una proposta di percorsi di incontro, di formazione e di spiritualità, aperta anche a quanti non conoscono gli ambienti parrocchiali o che se ne sono allontanati; una rete di relazioni che accoglie, custodisce e accompagna".

Un desiderio-bisogno di essere coinvolti, giovani e adulti

Nell’intervento monsignor Maffeis ha ricordato anche l’esperienza dei giovani alla recente Giornata Mondiale della Gioventù, incontrandoli un mese fa, restando colpito dalla «loro freschezza…, ma a un certo punto mi è sembrato, ha raccontato, che sui colori delle loro voci prevalesse il silenzio della maggioranza dei loro coetanei, ai quali i contenuti della fede rimangono sconosciuti e la Chiesa una sorta di realtà invisibile.

"È una cifra -ha commentato- che non riguarda soltanto i giovani: a livello generale si è ampiamente affermata un’autonomia nelle credenze e una libertà negli stili di vita, dove il riferimento ultimo è all’unicità dell’esperienza personale".

L’arcivescovo ha proseguito la riflessione soffermandosi su alcuni dati riguardanti il calo della partecipazione alle celebrazioni, in particolare tra gli adolescenti (14-17 anni), passati dal trentasette per cento del 2001 al dodici per cento del 2022, in un Paesi in cui i praticanti alla messa domenicale non superano il diciotto-diciannove per cento e un settanta per cento che ancora si dichiara cattolico.

"Il persistere di una simile maggioranza -ha evidenziato monsignor Maffeis- smentisce quella che era stata prospettata come una totale secolarizzazione della società. Questa stagione ci consegna, piuttosto, anche da parte di quanti sbrigativamente sono liquidati come lontani, una domanda diffusa di celebrare con la Chiesa (o almeno in chiesa…) particolari momenti della vita: la nascita di un figlio, la prima Comunione, la Cresima, il matrimonio o la morte di una persona cara. Allo stesso modo, siamo consapevoli di quanto sia attesa e gradita la benedizione delle famiglie o la visita a un malato… C’è un desiderio, un bisogno di sentirsi coinvolti, di dare ordine e significato a quello che accade; in certi passaggi dell’esistenza si riaffaccia il richiamo a una religione storica e a un’identità comune, a un rito collettivo in cui riconoscersi e di cui sentirsi parte".

Capaci di un dialogo con gli altri, senza svendere la propria identità

"Punto di partenza -ha sottolineato l’arcivescovo- rimane la nostra relazione con Gesù Cristo, nutrita dalla frequentazione personale e comunitaria della Parola di Dio e da una partecipazione più consapevole alla liturgia…

Ripartire da Dio, dall’incontro con il Signore, dalla fede è ciò che crea un’umanità diversa, piena, viva; un’umanità che vive l’umiltà, la gratuità e la gioia, come Papa Francesco ricordava alla Chiesa italiana riunita a Firenze nel 2015… Anche per esperienza personale ci accorgiamo che, quando la nostra vita conosce l’umiltà, la gratuità e la gioia che nascono dal Vangelo, non fatica a trovare punti di incontro e aperture anche per l’annuncio. Ci si scopre capaci di un dialogo costruttivo con gli altri; dialogo che non svende la propria identità e le sue esigenze, ma che, proprio in forza di questa fede, pone altrettanta attenzione a offrire ascolto, comprensione e proposta".

Cuori ardenti, piedi in cammino

"L’icona di Emmaus -ha commentato monsignor Maffeis concludendo il proprio intervento- accompagna questa fase del cammino sinodale. Come quei due viandanti che avevano perso la speranza, lasciamo che il Signore si faccia nostro compagno e cammini, lui che è la Via, sulla nostra strada. Lasciamo che sciolga le nostre amarezze e ci educhi con il fuoco della sua Parola, fino a riscaldarci il cuore; fino a giungere a riconoscerlo nella frazione del pane. Ritroveremo il coraggio della missione, l’ardore con cui tornare nella città degli uomini e condividere con loro un annuncio di vita. Cuori ardenti, piedi in cammino, secondo il respiro della Giornata missionaria mondiale, che celebreremo domenica prossima".

L’intervento dell’arcivescovo è stato preceduto dalla meditazione sul Vangelo dei Discepoli di Emmaus, a cura di don Alessio Fifi, docente di Sacra Scrittura, e l’Assemblea diocesana è proseguita con i lavori di gruppo (ben trentacinque) impegnati nei seguenti ambiti pastorali: evangelizzazione e catechesi, corresponsabilità e formazione e organismi di partecipazione, presentati dal vicario generale don Simone Sorbaioli.

Al termine le conclusioni dell’arcivescovo monsignor Maffeis, con l’annuncio dell’avvio del discernimento post-assembleare nelle trentdue Unità pastorali dell’Archidiocesi.

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Assemblea diocesana dedicata al tema ‘Unità pastorali, scelta missionaria’ https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-dedicata-al-tema-unita-pastorali-scelta-missionaria/ https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-dedicata-al-tema-unita-pastorali-scelta-missionaria/#respond Mon, 09 Oct 2023 13:14:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73571 assemblea diocesana perugia

Il nuovo Anno pastorale entra nel vivo domenica 15 ottobre con l’Assemblea diocesana indetta dall’arcivescovo Ivan Maffeis e dedicata al tema: Unità pastorali, una scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale. L’Assemblea si terrà presso il complesso parrocchiale dell’Unità pastorale San Giovanni Paolo II, a Ponte della Pietra di Perugia, con arrivi ed accoglienza alle ore 15.

Le iscrizioni sono aperte online, fino a mercoledì 11 ottobre, al link: https://diocesi.perugia.it/assemblea2023up/ .

Sono invitati all’Assemblea i delegati di tutte le trentadue Unità pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in rappresentanza delle parrocchie della Chiesa locale, i componenti del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale diocesano, nonché i componenti della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e coloro che hanno preso parte all'Assemblea dello scorso maggio e tutti coloro che vogliono partecipare a questo percorso di discernimento ecclesiale con il metodo degli incontri sinodali che sono stati sperimentati in questi anni di cammino sinodale.

Assemblea diocesana strumento di comunione e servizio

 "Il tema dell'Assemblea -spiega don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale- ci invita ad indirizzare l'attenzione sulla missionarietà delle nostre comunità attraverso la realtà delle Unità pastorali che sono uno strumento di comunione e servizio alle quali dobbiamo ridare vita".

Tre aree di discernimento

 "Si sono già iscritte più di duecento persone -prosegue il vicario per la Pastorale- che lavoreranno in assemblea per gruppi in tre aree di discernimento: sui percorsi di evangelizzazione e catechesi, sulla corresponsabilità e formazione ad uno stile ecclesiale sinodale e sugli organismi di partecipazione e i ministeri laicali. Per questo invitiamo a prendere visione delle tre aree, con le relative domande (consultando il sito diocesano al link su indicato), e a scegliere l’area nella quale iscriversi".

Mandato chiaro di rinnovamento

 "L’Assemblea ecclesiale dello scorso maggio -precisa don Simone Pascarosa- ha consegnato alla nostra comunità diocesana un mandato chiaro di rinnovamento nello stile della sinodalità. Questo percorso, che si inserisce all’interno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, ha portato il nostro arcivescovo Ivan a donarci la sua prima Lettera pastorale dal titolo Il coraggio dei passi".

L'Assemblea diocesana occasione per raccogliere i frutti

"L’Assemblea di domenica 15 ottobre -evidenzia sempre don Pascarosa- sarà un’occasione per raccogliere i frutti delle consegne di questa lettera pastorale, per portare proposte concrete a tutta la comunità diocesana e per avviare quel cambiamento di passo che lo Spirito Santo sta suscitando".

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assemblea diocesana perugia

Il nuovo Anno pastorale entra nel vivo domenica 15 ottobre con l’Assemblea diocesana indetta dall’arcivescovo Ivan Maffeis e dedicata al tema: Unità pastorali, una scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale. L’Assemblea si terrà presso il complesso parrocchiale dell’Unità pastorale San Giovanni Paolo II, a Ponte della Pietra di Perugia, con arrivi ed accoglienza alle ore 15.

Le iscrizioni sono aperte online, fino a mercoledì 11 ottobre, al link: https://diocesi.perugia.it/assemblea2023up/ .

Sono invitati all’Assemblea i delegati di tutte le trentadue Unità pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in rappresentanza delle parrocchie della Chiesa locale, i componenti del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale diocesano, nonché i componenti della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e coloro che hanno preso parte all'Assemblea dello scorso maggio e tutti coloro che vogliono partecipare a questo percorso di discernimento ecclesiale con il metodo degli incontri sinodali che sono stati sperimentati in questi anni di cammino sinodale.

Assemblea diocesana strumento di comunione e servizio

 "Il tema dell'Assemblea -spiega don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale- ci invita ad indirizzare l'attenzione sulla missionarietà delle nostre comunità attraverso la realtà delle Unità pastorali che sono uno strumento di comunione e servizio alle quali dobbiamo ridare vita".

Tre aree di discernimento

 "Si sono già iscritte più di duecento persone -prosegue il vicario per la Pastorale- che lavoreranno in assemblea per gruppi in tre aree di discernimento: sui percorsi di evangelizzazione e catechesi, sulla corresponsabilità e formazione ad uno stile ecclesiale sinodale e sugli organismi di partecipazione e i ministeri laicali. Per questo invitiamo a prendere visione delle tre aree, con le relative domande (consultando il sito diocesano al link su indicato), e a scegliere l’area nella quale iscriversi".

Mandato chiaro di rinnovamento

 "L’Assemblea ecclesiale dello scorso maggio -precisa don Simone Pascarosa- ha consegnato alla nostra comunità diocesana un mandato chiaro di rinnovamento nello stile della sinodalità. Questo percorso, che si inserisce all’interno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, ha portato il nostro arcivescovo Ivan a donarci la sua prima Lettera pastorale dal titolo Il coraggio dei passi".

L'Assemblea diocesana occasione per raccogliere i frutti

"L’Assemblea di domenica 15 ottobre -evidenzia sempre don Pascarosa- sarà un’occasione per raccogliere i frutti delle consegne di questa lettera pastorale, per portare proposte concrete a tutta la comunità diocesana e per avviare quel cambiamento di passo che lo Spirito Santo sta suscitando".

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https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-dedicata-al-tema-unita-pastorali-scelta-missionaria/feed/ 0
Assemblea ecclesiale della Chiesa perugino-pievese dal 26 al 27 maggio, dal titolo ‘Profezia di una presenza’ https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-della-chiesa-perugino-pievese-dal-26-al-27-maggio-dal-titolo-profezia-di-una-presenza/ https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-della-chiesa-perugino-pievese-dal-26-al-27-maggio-dal-titolo-profezia-di-una-presenza/#comments Wed, 24 May 2023 11:42:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71666 assemblea ecclesiale diocesana 26-27 maggio

Profezia di una presenza: è il titolo dell'assemblea ecclesiale della Chiesa perugino-pievese in programma dal 26 al 27 maggio, presso l’Istituto Don Guanella di Perugia. "Forte è il desiderio di ritornare a vivere in comunione, come comunità cristiana, dopo la pandemia ma non solo, la nostra fede, il nostro impegno di sacerdoti, di consacrati e consacrate, di laici e laiche ad annunciare e a testimoniare nel quotidiano il Vangelo del Risorto per essere nella Chiesa e nella società Profezia di una presenza". A sottolinearlo è il vicario generale, don Simone Sorbaioli, nel presentare il primo significativo e molto partecipato evento di comunione-discernimento con il suo nuovo Pastore, monsignor Ivan Maffeis.

Folta partecipazione, anche di giovani

 Il desiderio di rincontrarsi, come ha evidenziato il vicario generale, è testimoniato anche dall’elevato numero di partecipanti alla due-giorni assembleare, al punto che sono state chiuse in anticipo le iscrizioni, ben duecentosessanta di cui centosettantadue di laici e laiche (il settanta per cento) e cinquanta con un’età al di sotto dei 40 anni.

"Dato anch’esso rilevante -commenta don Simone Sorbaioli- perché l’auspicio dell’arcivescovo Ivan, quello di avere una presenza significativa di giovani, è stato fatto proprio da diversi di loro. Del resto non poteva essere altrimenti, dato il loro impegno anche come catechisti ed animatori nelle parrocchie e negli oratori".

Nel solco del Cammino sinodale

"Non era così scontata l’elevata partecipazione -riflette il vicario generale- di adulti e di giovani ad un evento ecclesiale, perché da anni non si teneva un’assemblea diocesana (l’ultima risale al 2017) e prima ancora gli incontri assembleari erano stati assorbiti dal Sinodo diocesano (2006-2008). Il Cammino sinodale indetto da Papa Francesco, nel 2021, ci ha stimolato e invogliato a fare comunione e i laici distanti si sono lasciati coinvolgere.

Addirittura, nella nostra comunità diocesana, hanno partecipato alla prima fase del Cammino sinodale, quella dell’ascolto, anche alcuni consigli comunali, realtà laiche pubbliche e private, fino a coinvolgere alcuni quartieri e condomini.

La nostra Assemblea non può non inserirsi anche nel solco del Cammino del Sinodo, cogliendo le sue provocazioni inerenti la fede e come si concretizza nelle unità pastorali e comunità parrocchiali incidendo nella crescita dell’intero tessuto sociale.

Per fare questo occorre una nuova evangelizzazione che, auspichiamo, venga indicata dalla stessa assise del 26-27 maggio". 

Punto di partenza, non di arrivo

"Quest’Assemblea -precisa ancora don Simone Sorbaioli-  non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché all’inizio del nuovo Anno pastorale, in autunno, si terrà una sua seconda fase per dare una lettura profetica alla nostra Chiesa, quella Profezia di una presenza  indicata fin dal titolo dell’assemblea ecclesiale.

Soprattutto essere messi nella condizione, come Chiesa e come popolo di Dio, di interpretare in che modo la vita cristiana si concretizza nella nostra comunità ed essere pronti -conclude il vicario generale- ad affrontare e rimuovere le pesantezze che rischiano di essere zavorre al nostro cammino-missione di evangelizzazione che troverà il suo momento rigenerativo in quest’evento ecclesiale". 

Condividere le esperienze buone, sane e sante

 Anche il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, coordinatore dell’equipe organizzatrice dell’Assemblea diocesana, nel vivere i partecipati incontri di preparazione in ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi, ha colto il desiderio dei laici di potersi esprimere sulla nostra Chiesa di cui piacevolmente accolgono la chiamata a condividerne le esperienze buone, sane e sante.

"Hanno molto desiderio -sottolinea- di partecipare ai lavori assembleari dai quali emergeranno le priorità della nostra Chiesa per i prossimi cinque anni, visto la risposta arrivata dalle iscrizioni andate oltre le più rosee aspettative.

Sacerdoti e laici si confronteranno e faranno discernimento insieme sulle esperienze di Chiesa che lo Spirito ha già suscitato nella nostra comunità diocesana per metterci in ascolto e sceglierle come priorità.

Il fulcro dell’Assemblea -precisa- non sarà l’ascolto delle relazioni, ma dalla provocazione delle stesse il lavoro dei ventisei gruppi assembleari dal cui frutto scaturirà anche una lettera delle trentadue Unità pastorali dell’Archidiocesi al nostro Pastore Ivan. E non è un caso che quest’Assemblea si tenga alla vigilia della Festa di Pentecoste, tant’è vero che culminerà nella celebrazione della Veglia diocesana, in cattedrale, sabato 27 maggio, alle ore 21, presieduta dall’arcivescovo Maffeis insieme al suo presbiterio e al popolo di Dio, un’invocazione corale dello Spirito sulla nostra comunità cristiana".

L’Istituto Don Guanella

"Anche il luogo scelto -commenta il vicario per la Pastorale- per lo svolgimento di questa due-giorni di discernimento per la Chiesa del futuro non è affatto casuale; un luogo, l’Istituto Don Guanella, pregno di misericordia e segno di accoglienza e cura di tanti fratelli fragili nei cui volti più di altri si incarna il volto di Cristo.

Un invito per la nostra Chiesa a proseguire il suo cammino avendo sempre come riferimento gli ultimi e gli scarti della società”.

Gli osservatori

 Don Simone conclude senza trascurare una presenza significativa di ospiti, che definisce osservatori benvenuti. Si tratta della partecipazione ai lavori assembleari di una delegazione delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio, guidata dal loro vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini, con l’intento di fare proficua esperienza per il discernimento e il cammino da avviare nelle loro rispettive comunità diocesane.

Programma, relatori e partecipanti all'assemblea ecclesiale diocesana

Tra questi ultimi ci sono anche i componenti dei Consigli Pastorale e Presbiterale diocesani, della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e due delegati per ciascuna delle trentadue Unità pastorali. Si ritroveranno all’Istituto Don Guanella, venerdì 26 maggio, alle 15, per la preghiera iniziale e la lectio divina di don Alessio Fifi, parroco perugino e docente di teologia presso l’ITA e l’ISSRA di Assisi. Seguiranno, alle 15.30, l’introduzione dell’arcivescovo Ivan Maffeis e, alle 15.45, la relazione di apertura del discernimento a cura di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa. Alle 16.30 ascolteranno alcune esperienze-testimonianze catecumenali e, alle 17, saranno impegnati nei gruppi di lavoro operativi fino alle 18, quando il vicario generale don Simone Sorbaioli traccerà le conclusioni della prima giornata. Sabato 27 maggio, alle 9, si ritroveranno per la preghiera delle Lodi e la lectio divina di don Alessio Fifi. Alle 9.30 ascolteranno la relazione di don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu, e dalle 10.30 alle 12 saranno impegnati nei gruppi di lavoro al cui termine condivideranno le sintesi di questi gruppi.]]>
assemblea ecclesiale diocesana 26-27 maggio

Profezia di una presenza: è il titolo dell'assemblea ecclesiale della Chiesa perugino-pievese in programma dal 26 al 27 maggio, presso l’Istituto Don Guanella di Perugia. "Forte è il desiderio di ritornare a vivere in comunione, come comunità cristiana, dopo la pandemia ma non solo, la nostra fede, il nostro impegno di sacerdoti, di consacrati e consacrate, di laici e laiche ad annunciare e a testimoniare nel quotidiano il Vangelo del Risorto per essere nella Chiesa e nella società Profezia di una presenza". A sottolinearlo è il vicario generale, don Simone Sorbaioli, nel presentare il primo significativo e molto partecipato evento di comunione-discernimento con il suo nuovo Pastore, monsignor Ivan Maffeis.

Folta partecipazione, anche di giovani

 Il desiderio di rincontrarsi, come ha evidenziato il vicario generale, è testimoniato anche dall’elevato numero di partecipanti alla due-giorni assembleare, al punto che sono state chiuse in anticipo le iscrizioni, ben duecentosessanta di cui centosettantadue di laici e laiche (il settanta per cento) e cinquanta con un’età al di sotto dei 40 anni.

"Dato anch’esso rilevante -commenta don Simone Sorbaioli- perché l’auspicio dell’arcivescovo Ivan, quello di avere una presenza significativa di giovani, è stato fatto proprio da diversi di loro. Del resto non poteva essere altrimenti, dato il loro impegno anche come catechisti ed animatori nelle parrocchie e negli oratori".

Nel solco del Cammino sinodale

"Non era così scontata l’elevata partecipazione -riflette il vicario generale- di adulti e di giovani ad un evento ecclesiale, perché da anni non si teneva un’assemblea diocesana (l’ultima risale al 2017) e prima ancora gli incontri assembleari erano stati assorbiti dal Sinodo diocesano (2006-2008). Il Cammino sinodale indetto da Papa Francesco, nel 2021, ci ha stimolato e invogliato a fare comunione e i laici distanti si sono lasciati coinvolgere.

Addirittura, nella nostra comunità diocesana, hanno partecipato alla prima fase del Cammino sinodale, quella dell’ascolto, anche alcuni consigli comunali, realtà laiche pubbliche e private, fino a coinvolgere alcuni quartieri e condomini.

La nostra Assemblea non può non inserirsi anche nel solco del Cammino del Sinodo, cogliendo le sue provocazioni inerenti la fede e come si concretizza nelle unità pastorali e comunità parrocchiali incidendo nella crescita dell’intero tessuto sociale.

Per fare questo occorre una nuova evangelizzazione che, auspichiamo, venga indicata dalla stessa assise del 26-27 maggio". 

Punto di partenza, non di arrivo

"Quest’Assemblea -precisa ancora don Simone Sorbaioli-  non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché all’inizio del nuovo Anno pastorale, in autunno, si terrà una sua seconda fase per dare una lettura profetica alla nostra Chiesa, quella Profezia di una presenza  indicata fin dal titolo dell’assemblea ecclesiale.

Soprattutto essere messi nella condizione, come Chiesa e come popolo di Dio, di interpretare in che modo la vita cristiana si concretizza nella nostra comunità ed essere pronti -conclude il vicario generale- ad affrontare e rimuovere le pesantezze che rischiano di essere zavorre al nostro cammino-missione di evangelizzazione che troverà il suo momento rigenerativo in quest’evento ecclesiale". 

Condividere le esperienze buone, sane e sante

 Anche il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, coordinatore dell’equipe organizzatrice dell’Assemblea diocesana, nel vivere i partecipati incontri di preparazione in ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi, ha colto il desiderio dei laici di potersi esprimere sulla nostra Chiesa di cui piacevolmente accolgono la chiamata a condividerne le esperienze buone, sane e sante.

"Hanno molto desiderio -sottolinea- di partecipare ai lavori assembleari dai quali emergeranno le priorità della nostra Chiesa per i prossimi cinque anni, visto la risposta arrivata dalle iscrizioni andate oltre le più rosee aspettative.

Sacerdoti e laici si confronteranno e faranno discernimento insieme sulle esperienze di Chiesa che lo Spirito ha già suscitato nella nostra comunità diocesana per metterci in ascolto e sceglierle come priorità.

Il fulcro dell’Assemblea -precisa- non sarà l’ascolto delle relazioni, ma dalla provocazione delle stesse il lavoro dei ventisei gruppi assembleari dal cui frutto scaturirà anche una lettera delle trentadue Unità pastorali dell’Archidiocesi al nostro Pastore Ivan. E non è un caso che quest’Assemblea si tenga alla vigilia della Festa di Pentecoste, tant’è vero che culminerà nella celebrazione della Veglia diocesana, in cattedrale, sabato 27 maggio, alle ore 21, presieduta dall’arcivescovo Maffeis insieme al suo presbiterio e al popolo di Dio, un’invocazione corale dello Spirito sulla nostra comunità cristiana".

L’Istituto Don Guanella

"Anche il luogo scelto -commenta il vicario per la Pastorale- per lo svolgimento di questa due-giorni di discernimento per la Chiesa del futuro non è affatto casuale; un luogo, l’Istituto Don Guanella, pregno di misericordia e segno di accoglienza e cura di tanti fratelli fragili nei cui volti più di altri si incarna il volto di Cristo.

Un invito per la nostra Chiesa a proseguire il suo cammino avendo sempre come riferimento gli ultimi e gli scarti della società”.

Gli osservatori

 Don Simone conclude senza trascurare una presenza significativa di ospiti, che definisce osservatori benvenuti. Si tratta della partecipazione ai lavori assembleari di una delegazione delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio, guidata dal loro vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini, con l’intento di fare proficua esperienza per il discernimento e il cammino da avviare nelle loro rispettive comunità diocesane.

Programma, relatori e partecipanti all'assemblea ecclesiale diocesana

Tra questi ultimi ci sono anche i componenti dei Consigli Pastorale e Presbiterale diocesani, della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e due delegati per ciascuna delle trentadue Unità pastorali. Si ritroveranno all’Istituto Don Guanella, venerdì 26 maggio, alle 15, per la preghiera iniziale e la lectio divina di don Alessio Fifi, parroco perugino e docente di teologia presso l’ITA e l’ISSRA di Assisi. Seguiranno, alle 15.30, l’introduzione dell’arcivescovo Ivan Maffeis e, alle 15.45, la relazione di apertura del discernimento a cura di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa. Alle 16.30 ascolteranno alcune esperienze-testimonianze catecumenali e, alle 17, saranno impegnati nei gruppi di lavoro operativi fino alle 18, quando il vicario generale don Simone Sorbaioli traccerà le conclusioni della prima giornata. Sabato 27 maggio, alle 9, si ritroveranno per la preghiera delle Lodi e la lectio divina di don Alessio Fifi. Alle 9.30 ascolteranno la relazione di don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu, e dalle 10.30 alle 12 saranno impegnati nei gruppi di lavoro al cui termine condivideranno le sintesi di questi gruppi.]]>
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Assemblea diocesana in stile sinodale. A Perugia il 26 e 27 maggio https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-in-stile-sinodale-a-perugia-il-26-e-27-maggio/ https://www.lavoce.it/assemblea-diocesana-in-stile-sinodale-a-perugia-il-26-e-27-maggio/#comments Sat, 29 Apr 2023 06:10:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71278 Assemblea diocesana perugia - immagine

La convocazione della Assemblea ecclesiale diocesana sul tema “Profezia di una presenza” “conclude” il primo anno pastorale iniziato con il nuovo vescovo mons. Ivan Maffeis, arrivato in diocesi  l'11 settembre dell'anno scorso. La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si ritroverà, il 26-27 maggio 2023 presso l’Opera Don Guanella-Centro Sereni, per questa che in realtà non è una “conclusione” ma è la tappa di un cammino pastorale che il Vescovo ha iniziato non appena arrivato, ascoltando i suoi primi collaboratori, i parroci, e tanti laici e religiosi. In questi mesi di “ascolto” e di conoscenza delle persone e delle realtà diocesane il Vescovo ha ascoltato più volte il Consiglio pastorale diocesano e infine, con un gruppo di lavoro più ristretto ha iniziato a pensare ad un percorso di “discernimento comunitario”. Percorso nel quale si inserisce l'Assemblea e che non si “conclude” con essa.

Assemblea, tappa di un percorso

Questo appuntamento diocesano, spiega il vicario per la pastorale don Simone Pascarosa, è l'occasione “per riprendere il cammino insieme al nostro nuovo pastore per discernere le ‘vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni’ (Evangelii gaudium 1)”, iniziando da “quali debbano essere le priorità per la nostra diocesi e conseguentemente come ripensare il nostro essere Chiesa alla luce delle belle esperienze che lo Spirito Santo suscita ed ha suscitato nelle nostre comunità”. Ad aiutare con i loro interventi quanti prenderanno parte a questa due-giorni di discernimento ecclesiale, saranno Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa, e don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu. “Sarà un incontro aperto alla partecipazione di tutti e di concreto discernimento ecclesiale col metodo sinodale – prosegue don Simone Pascarosa nel suo annuncio – che abbiamo sperimentato in questi anni. Quanto emergerà dalla due-giorni assembleare sarà ulteriormente elaborato nel periodo estivo, per comunicare, nel prossimo autunno, a tutta la comunità diocesana le conclusioni del lavoro fatto”.

Partecipazione aperta a tutti

[caption id="attachment_71282" align="alignleft" width="257"]assemblea diocesana perugia 2023 locandina La locandina di annuncio dell'Assemblea diocesana 2023 di Perugia-Città della Pieve[/caption] Sul sito della diocesi (diocesi.perugia.it/assemblea2023) sono pubblicate le informazioni utili per partecipare all'assemblea che avrà come momento centrale proprio il confronto e il dialogo in piccoli gruppi, con lo “stile sinodale - spiega don Pascarosa - che abbiamo già sperimentato”. Saranno due mezze giornate, il venerdì 26 maggo dalle ore 15 alle 19 e sabato 27 dalle ore 9 alle 14, ed il confronto nei gruppi sarà preceduto da un momento assembleare dipreghiera e di ascolto dell'intervento Pastorale di apertura del discernimento. All'assemblea prenderanno parte tutti i fedeli che vorranno vivere l’esperienza assembleare insieme ai componenti del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale diocesano, nonché i componenti della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, ed i delegati delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi (due per ogni UP di cui uno dovrà essere un giovane di età compresa tra i 20 e i 35 anni). Per poter partecipare è richiesta l'iscrizione entro il 13 maggio compilando la scheda di iscrizione pubblicata sul sito diocesano. Inoltre è a disposizione anche il  numero di telefono 379 2965712 raggiungibile anche su WhatsApp. Tutti gli iscritti all'Assemblea saranno invitati a partecipare ad un incontro pre-assemblea, iniziando a lavorare sui temi assembleari, che sarà promosso in ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi con lo stile dei gruppi sinodali.

In un luogo che parla di carità

Infine, ma non ultimo, il luogo che accoglierà questo appuntamento diocesano non è stato scelto a caso. L’Opera don Guanella di Perugia, infatti, non solo ha un'ampia disponibilità di spazio, non solo da qualche anno è diventato il baricentro dell’Unità Pastorale 17, ma attraverso la pratica della carità fa proprio il compito di amare l’uomo più debole e leso a livello psico-fisico. Da oltre 50 anni il Centro Sereni si occupa della riabilitazione delle persone che soffrono di disturbi cognitivi, attraverso terapie specifiche di fisioterapia, logopedia, psicomotricità, musicoterapia, terapia occupazionale (falegnameria, ceramica, grafica, agraria e allevamento di piccoli animali), attività didattiche, espressive, ludiche e sportive.

L’ultima assemblea nel 2017

L'ultima convocazione diocesana si è svolta nel 2017 sul tema “Per una gioia perfetta” - Camminare insieme e testimoniare il vangelo e si cominciava a parlare di sinodalità ed a sperimentare incontri in stile sinodale.]]>
Assemblea diocesana perugia - immagine

La convocazione della Assemblea ecclesiale diocesana sul tema “Profezia di una presenza” “conclude” il primo anno pastorale iniziato con il nuovo vescovo mons. Ivan Maffeis, arrivato in diocesi  l'11 settembre dell'anno scorso. La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si ritroverà, il 26-27 maggio 2023 presso l’Opera Don Guanella-Centro Sereni, per questa che in realtà non è una “conclusione” ma è la tappa di un cammino pastorale che il Vescovo ha iniziato non appena arrivato, ascoltando i suoi primi collaboratori, i parroci, e tanti laici e religiosi. In questi mesi di “ascolto” e di conoscenza delle persone e delle realtà diocesane il Vescovo ha ascoltato più volte il Consiglio pastorale diocesano e infine, con un gruppo di lavoro più ristretto ha iniziato a pensare ad un percorso di “discernimento comunitario”. Percorso nel quale si inserisce l'Assemblea e che non si “conclude” con essa.

Assemblea, tappa di un percorso

Questo appuntamento diocesano, spiega il vicario per la pastorale don Simone Pascarosa, è l'occasione “per riprendere il cammino insieme al nostro nuovo pastore per discernere le ‘vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni’ (Evangelii gaudium 1)”, iniziando da “quali debbano essere le priorità per la nostra diocesi e conseguentemente come ripensare il nostro essere Chiesa alla luce delle belle esperienze che lo Spirito Santo suscita ed ha suscitato nelle nostre comunità”. Ad aiutare con i loro interventi quanti prenderanno parte a questa due-giorni di discernimento ecclesiale, saranno Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa, e don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu. “Sarà un incontro aperto alla partecipazione di tutti e di concreto discernimento ecclesiale col metodo sinodale – prosegue don Simone Pascarosa nel suo annuncio – che abbiamo sperimentato in questi anni. Quanto emergerà dalla due-giorni assembleare sarà ulteriormente elaborato nel periodo estivo, per comunicare, nel prossimo autunno, a tutta la comunità diocesana le conclusioni del lavoro fatto”.

Partecipazione aperta a tutti

[caption id="attachment_71282" align="alignleft" width="257"]assemblea diocesana perugia 2023 locandina La locandina di annuncio dell'Assemblea diocesana 2023 di Perugia-Città della Pieve[/caption] Sul sito della diocesi (diocesi.perugia.it/assemblea2023) sono pubblicate le informazioni utili per partecipare all'assemblea che avrà come momento centrale proprio il confronto e il dialogo in piccoli gruppi, con lo “stile sinodale - spiega don Pascarosa - che abbiamo già sperimentato”. Saranno due mezze giornate, il venerdì 26 maggo dalle ore 15 alle 19 e sabato 27 dalle ore 9 alle 14, ed il confronto nei gruppi sarà preceduto da un momento assembleare dipreghiera e di ascolto dell'intervento Pastorale di apertura del discernimento. All'assemblea prenderanno parte tutti i fedeli che vorranno vivere l’esperienza assembleare insieme ai componenti del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio presbiterale diocesano, nonché i componenti della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, ed i delegati delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi (due per ogni UP di cui uno dovrà essere un giovane di età compresa tra i 20 e i 35 anni). Per poter partecipare è richiesta l'iscrizione entro il 13 maggio compilando la scheda di iscrizione pubblicata sul sito diocesano. Inoltre è a disposizione anche il  numero di telefono 379 2965712 raggiungibile anche su WhatsApp. Tutti gli iscritti all'Assemblea saranno invitati a partecipare ad un incontro pre-assemblea, iniziando a lavorare sui temi assembleari, che sarà promosso in ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi con lo stile dei gruppi sinodali.

In un luogo che parla di carità

Infine, ma non ultimo, il luogo che accoglierà questo appuntamento diocesano non è stato scelto a caso. L’Opera don Guanella di Perugia, infatti, non solo ha un'ampia disponibilità di spazio, non solo da qualche anno è diventato il baricentro dell’Unità Pastorale 17, ma attraverso la pratica della carità fa proprio il compito di amare l’uomo più debole e leso a livello psico-fisico. Da oltre 50 anni il Centro Sereni si occupa della riabilitazione delle persone che soffrono di disturbi cognitivi, attraverso terapie specifiche di fisioterapia, logopedia, psicomotricità, musicoterapia, terapia occupazionale (falegnameria, ceramica, grafica, agraria e allevamento di piccoli animali), attività didattiche, espressive, ludiche e sportive.

L’ultima assemblea nel 2017

L'ultima convocazione diocesana si è svolta nel 2017 sul tema “Per una gioia perfetta” - Camminare insieme e testimoniare il vangelo e si cominciava a parlare di sinodalità ed a sperimentare incontri in stile sinodale.]]>
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Secondo anno del Cammino sinodale nella Chiesa di Orvieto-Todi https://www.lavoce.it/secondo-anno-del-cammino-sinodale-nella-chiesa-di-orvieto-todi/ Wed, 30 Nov 2022 16:17:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69402 Cammino sinodale diocesi Orvieto

Riparte il Cammino sinodale nella Chiesa di Orvieto-Todi, sia alla luce dei documenti restituiti dalla Conferenza Episcopale Italiana (il Vademecum e I Cantieri di Betania) che a quello di sintesi del lavoro di ascolto svolto lo scorso anno nel territorio. In riferimento a quest’ultimo, si ricorda che sono stati attivati venti punti di ascolto nelle varie zone della Diocesi e che sono stati letti e fatti propri un totale di quarantacinque contributi, ricevuti a vario titolo, sia individuale che comunitario o di gruppo. Ne è emersa la consapevolezza che, accanto alle croci, c’è una perla preziosa nella Chiesa, che consiste nella possibilità di tessere relazioni autentiche e significative, incontrare persone che sanno farsi prossimo, saper preservare l’essenziale, togliendo le inutili aggiunte. In questo nuovo anno di ascolto lo sguardo non si limita solo all’interno, ma si apre al mondo fuori, quello fatto anche di luoghi e persone che poco o per nulla frequentano la Chiesa, ma che rappresentano punti nevralgici per la vita quotidiana di tutti: il mondo della politica, della cultura e delle professioni, dello sport e del volontariato, dei giovani e della scuola. Primo passo: è stata inviata una lettera ad un significativo numero di Consigli comunali presenti in Diocesi, esprimendo il desiderio di ascoltare chi ha deciso di spendere il proprio impegno sul territorio. Ora si attende una risposta, che si spera consista in un invito ad una seduta straordinaria del Consiglio per riflettere e crescere insieme. "Il nostro approccio -afferma la professoressa Michela Boccali, referente diocesano del Cammino sinodale insieme a don Andrea Rossi- è quello di ascoltare con estrema attenzione chi svolge un servizio nella comunità". "Se poi, in qualche caso -aggiunge don Andrea- ci fosse la possibilità di instaurare una collaborazione, in termini di formazione reciproca, ne saremmo felici".]]>
Cammino sinodale diocesi Orvieto

Riparte il Cammino sinodale nella Chiesa di Orvieto-Todi, sia alla luce dei documenti restituiti dalla Conferenza Episcopale Italiana (il Vademecum e I Cantieri di Betania) che a quello di sintesi del lavoro di ascolto svolto lo scorso anno nel territorio. In riferimento a quest’ultimo, si ricorda che sono stati attivati venti punti di ascolto nelle varie zone della Diocesi e che sono stati letti e fatti propri un totale di quarantacinque contributi, ricevuti a vario titolo, sia individuale che comunitario o di gruppo. Ne è emersa la consapevolezza che, accanto alle croci, c’è una perla preziosa nella Chiesa, che consiste nella possibilità di tessere relazioni autentiche e significative, incontrare persone che sanno farsi prossimo, saper preservare l’essenziale, togliendo le inutili aggiunte. In questo nuovo anno di ascolto lo sguardo non si limita solo all’interno, ma si apre al mondo fuori, quello fatto anche di luoghi e persone che poco o per nulla frequentano la Chiesa, ma che rappresentano punti nevralgici per la vita quotidiana di tutti: il mondo della politica, della cultura e delle professioni, dello sport e del volontariato, dei giovani e della scuola. Primo passo: è stata inviata una lettera ad un significativo numero di Consigli comunali presenti in Diocesi, esprimendo il desiderio di ascoltare chi ha deciso di spendere il proprio impegno sul territorio. Ora si attende una risposta, che si spera consista in un invito ad una seduta straordinaria del Consiglio per riflettere e crescere insieme. "Il nostro approccio -afferma la professoressa Michela Boccali, referente diocesano del Cammino sinodale insieme a don Andrea Rossi- è quello di ascoltare con estrema attenzione chi svolge un servizio nella comunità". "Se poi, in qualche caso -aggiunge don Andrea- ci fosse la possibilità di instaurare una collaborazione, in termini di formazione reciproca, ne saremmo felici".]]>
Conclusa a Perugia la prima tappa dei lavori del Cammino sinodale https://www.lavoce.it/conclusa-a-perugia-la-prima-tappa-dei-lavori-del-cammino-sinodale/ Thu, 12 May 2022 10:37:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66698 cammino sinodale

Nei giorni scorsi si è conclusa la prima tappa del Cammino sinodale nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, avviata nell’ottobre scorso e con la costituzione, nei mesi successivi, di centotrentasei gruppi sinodali formati in gran parte da laici e composti complessivamente da oltre mille persone. L’equipe sinodale diocesana, il cui referente è don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio catechistico e parroco del centro storico di Perugia, e il segretario don Simone Pascarosa, parroco di Bagnaia e Polonico Materno, ha redatto un documento di sintesi inviandolo alla Conferenza episcopale italiana (nel sito dedicato è scaricabile questa sintesi: www.camminosinodaleperugia.it).

L’equipe, nel contempo, auspica che lo stesso possa essere recepito da comunità parrocchiali e realtà territoriali interessate per promuovere discernimenti e considerazioni sui temi del Sinodo. Una sintesi di questo ulteriore lavoro, insieme ad altri contributi che continuano ad arrivare all’equipe diocesana, dovrà pervenire alla stessa entro il prossimo 12 giugno, così da essere raccolto e consegnato all’arcivescovo successore del cardinale Gualtiero Bassetti.

"Questo per non disperdere i frutti di un lavoro significativo -auspicano don Di Leo e don Pascarosa- a cui hanno contribuito in molti, non solo parrocchie ma anche movimenti e associazioni laicali e importanti settori della società civile. Soprattutto, come ci ha ricordato anche il Santo Padre nel documento preparatorio:

L'obiettivo non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani".

Dopo una prima fase critica segnata della pandemia, che non ha permesso a molte realtà parrocchiali di formare subito gruppi sinodali, sono stati avviati interessanti gruppi tematici sui dieci nuclei del documento preparatorio, mentre altre hanno scelto quali tematiche affrontare.

"Si è riscontrata la consapevolezza di trovarci innanzi ad un cambiamento d’epoca -come ha affermato Papa Francesco- per questo il cammino sinodale è stato vissuto con grande entusiasmo ma anche con grande speranza".

È quanto viene evidenziato nella nota introduttiva del documento di sintesi, che non si sottrae a mettere nero su bianco alcune criticità emerse.

"Si deve rilevare, purtroppo, che manca una modalità e una formazione a camminare insieme -sottolinea il documento- sia all’interno delle nostre parrocchie sia nel rapporto con la società civile, come se essere cristiani fosse solo una relazione personale con il Signore. Diversi gruppi hanno sentito l’esigenza di allargare la cerchia dei soliti noti, frequentando le periferie, imparando ad apprezzare i consigli che possono venire da tutti. Alcuni avevano il timore (vissuto nelle precedenti esperienze sinodali) di arrivare a produrre i soliti documenti sterili e non incisivi, oltre al timore di non trovare dialogo e convergenza tra laici e clero. Abbiamo scoperto invece la bellezza dell’incontro, del dialogo e dell’ascolto nello Spirito Santo, scoprendo che la Chiesa ha bisogno di tutti, anche dei lontani. Questo evento ha risposto alla grande attesa e necessità, in molti, di essere coinvolti e ascoltati, che è proprio una delle finalità del Cammino sinodale".

L'esperienza del Cammino sinodale per riscoprirsi una Chiesa in comunione

"L’esperienza del Cammino sinodale -conclude il documento- è stata una grande opportunità e occasione per pensarsi in relazione, per riscoprirsi una Chiesa in comunione: l’incontro tra praticanti e non, ha fatto riscoprire che non esistono fedeli di diverso livello e valore, ma esiste un solo ed unico popolo di Dio in cammino verso il compimento al suo destino. Vivere la Chiesa nell’esperienza sinodale ha voluto dire per tanti incontrare Gesù nei veri problemi, nei desideri e nelle domande, nella vita delle persone, così come aveva profeticamente scritto il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore (GS 1).

Il Cammino sinodale è stata una vera esperienza che proietta la Chiesa verso un suo reale rinnovamento e riforma: tutti i battezzati, nel rispetto dei propri carismi e ministeri, potranno avere maggiori occasioni di contribuire al bene della Chiesa e del mondo stando vicino alla gente, dando testimonianza di Cristo nei luoghi di lavoro e di vita.

Il Cammino sinodale ha riacceso l’aspettativa di una Chiesa più vicina alla gente; ha rivalutato il desiderio di dialogo e di confronto tra i partecipanti, siano essi membri di organismi ecclesiali, di movimenti o gruppi ecclesiali o semplicemente laici attratti dalle tematiche proposte. Infine, il fatto di parlare in prima persona della vita personale, nella massima libertà e nella consapevolezza di essere ascoltati, ha suscitato grande stupore, sorpresa e apprezzamento.

Il metodo del discernimento comunitario è stato una piacevole scoperta che ha permesso alle persone di vivere una reale esperienza di ascolto e di condivisione: questa può essere davvero la strada maestra per la vita pastorale della Chiesa del terzo millennio, la via per l’annuncio del Vangelo, vero argine al clericalismo e all’autoreferenzialità".

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cammino sinodale

Nei giorni scorsi si è conclusa la prima tappa del Cammino sinodale nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, avviata nell’ottobre scorso e con la costituzione, nei mesi successivi, di centotrentasei gruppi sinodali formati in gran parte da laici e composti complessivamente da oltre mille persone. L’equipe sinodale diocesana, il cui referente è don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio catechistico e parroco del centro storico di Perugia, e il segretario don Simone Pascarosa, parroco di Bagnaia e Polonico Materno, ha redatto un documento di sintesi inviandolo alla Conferenza episcopale italiana (nel sito dedicato è scaricabile questa sintesi: www.camminosinodaleperugia.it).

L’equipe, nel contempo, auspica che lo stesso possa essere recepito da comunità parrocchiali e realtà territoriali interessate per promuovere discernimenti e considerazioni sui temi del Sinodo. Una sintesi di questo ulteriore lavoro, insieme ad altri contributi che continuano ad arrivare all’equipe diocesana, dovrà pervenire alla stessa entro il prossimo 12 giugno, così da essere raccolto e consegnato all’arcivescovo successore del cardinale Gualtiero Bassetti.

"Questo per non disperdere i frutti di un lavoro significativo -auspicano don Di Leo e don Pascarosa- a cui hanno contribuito in molti, non solo parrocchie ma anche movimenti e associazioni laicali e importanti settori della società civile. Soprattutto, come ci ha ricordato anche il Santo Padre nel documento preparatorio:

L'obiettivo non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani".

Dopo una prima fase critica segnata della pandemia, che non ha permesso a molte realtà parrocchiali di formare subito gruppi sinodali, sono stati avviati interessanti gruppi tematici sui dieci nuclei del documento preparatorio, mentre altre hanno scelto quali tematiche affrontare.

"Si è riscontrata la consapevolezza di trovarci innanzi ad un cambiamento d’epoca -come ha affermato Papa Francesco- per questo il cammino sinodale è stato vissuto con grande entusiasmo ma anche con grande speranza".

È quanto viene evidenziato nella nota introduttiva del documento di sintesi, che non si sottrae a mettere nero su bianco alcune criticità emerse.

"Si deve rilevare, purtroppo, che manca una modalità e una formazione a camminare insieme -sottolinea il documento- sia all’interno delle nostre parrocchie sia nel rapporto con la società civile, come se essere cristiani fosse solo una relazione personale con il Signore. Diversi gruppi hanno sentito l’esigenza di allargare la cerchia dei soliti noti, frequentando le periferie, imparando ad apprezzare i consigli che possono venire da tutti. Alcuni avevano il timore (vissuto nelle precedenti esperienze sinodali) di arrivare a produrre i soliti documenti sterili e non incisivi, oltre al timore di non trovare dialogo e convergenza tra laici e clero. Abbiamo scoperto invece la bellezza dell’incontro, del dialogo e dell’ascolto nello Spirito Santo, scoprendo che la Chiesa ha bisogno di tutti, anche dei lontani. Questo evento ha risposto alla grande attesa e necessità, in molti, di essere coinvolti e ascoltati, che è proprio una delle finalità del Cammino sinodale".

L'esperienza del Cammino sinodale per riscoprirsi una Chiesa in comunione

"L’esperienza del Cammino sinodale -conclude il documento- è stata una grande opportunità e occasione per pensarsi in relazione, per riscoprirsi una Chiesa in comunione: l’incontro tra praticanti e non, ha fatto riscoprire che non esistono fedeli di diverso livello e valore, ma esiste un solo ed unico popolo di Dio in cammino verso il compimento al suo destino. Vivere la Chiesa nell’esperienza sinodale ha voluto dire per tanti incontrare Gesù nei veri problemi, nei desideri e nelle domande, nella vita delle persone, così come aveva profeticamente scritto il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore (GS 1).

Il Cammino sinodale è stata una vera esperienza che proietta la Chiesa verso un suo reale rinnovamento e riforma: tutti i battezzati, nel rispetto dei propri carismi e ministeri, potranno avere maggiori occasioni di contribuire al bene della Chiesa e del mondo stando vicino alla gente, dando testimonianza di Cristo nei luoghi di lavoro e di vita.

Il Cammino sinodale ha riacceso l’aspettativa di una Chiesa più vicina alla gente; ha rivalutato il desiderio di dialogo e di confronto tra i partecipanti, siano essi membri di organismi ecclesiali, di movimenti o gruppi ecclesiali o semplicemente laici attratti dalle tematiche proposte. Infine, il fatto di parlare in prima persona della vita personale, nella massima libertà e nella consapevolezza di essere ascoltati, ha suscitato grande stupore, sorpresa e apprezzamento.

Il metodo del discernimento comunitario è stato una piacevole scoperta che ha permesso alle persone di vivere una reale esperienza di ascolto e di condivisione: questa può essere davvero la strada maestra per la vita pastorale della Chiesa del terzo millennio, la via per l’annuncio del Vangelo, vero argine al clericalismo e all’autoreferenzialità".

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Festa di San Costanzo. Bassetti: l’amore cristiano coincide con il dare e comunicare vita https://www.lavoce.it/festa-di-san-costanzo-bassetti-lamore-cristiano-coincide-con-il-dare-e-comunicare-vita/ Sat, 29 Jan 2022 18:38:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64722

“Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti oggi pomeriggio nell'omelia per la festa di San Costanzo patrono della diocesi. Il Cardinale oggi pomeriggio 29 gennaio, nella cattedrale di San Lorenzo, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Perugia, con l’esposizione delle reliquie del santo patrono sul presbiterio. Presenti il  vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi fedeli nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19. Bassetti, nell’omelia, ha esortato credenti e uomini di buona volontà a seguire l’esempio di “buon pastore” del santo martire Costanzo, fondatore della Chiesa perugino-pievese, augurando alla città di Perugia, al termine del suo episcopato, come lo stesso presule ha sottolineato, di «proseguire il cammino con un rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità». Il cardinale, nell’introdurre l’omelia, ha espresso gratitudine alle autorità civili «per quello che state facendo – ha detto – per la pace, per la serenità dei nostri cittadini in un momento così difficile quale quello che stiamo attraversando». [gallery td_gallery_title_input="La celebrazione della festa di San Costanzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti in Cattedrale " td_select_gallery_slide="slide" ids="64730,64729,64726,64727,64728,64725"]

Di seguito il testo integrale dell’omelia.

Cari fratelli e sorelle, con commozione presiedo questa solenne liturgia eucaristica nella festa di San Costanzo patrono della Chiesa perusino-pievese, che servo ormai da quasi tredici. Ricordare il vescovo fondatore mi porta sempre ad un approfondito esame di coscienza. La sua memoria ci permette di risalire indietro nei secoli, fino agli albori della nostra fede, quando professare il nome di Cristo Signore voleva dire poter perdere la propria vita. La pagina che abbiamo ora ascoltato, una delle più note tra le cosiddette “lettere pastorali”, contiene probabilmente, come è stato scritto, «le ultime parole di Paolo e le sue ultime volontà»: «si respira l’aria della fine anche per Paolo, che regala squarci di intimità teologica che qualcuno ha raffrontato con il testamento spirituale di san Paolo VI».

Un pastore al termine del suo servizio

L’apertura di questo brano è solenne, con un accorato appello: «Ti scongiuro!», seguito addirittura da otto verbi esortativi. Su alcuni di questi, carissimi, vorrei soffermarmi con voi. Sono certo, infatti, che anche il fondatore della nostra Chiesa perusino-pievese, san Costanzo, si sarà ispirato a queste parole, che potevano essere d’aiuto al suo importante compito di guida dei cristiani, e soprattutto nella persecuzione che infine lo portò al martirio, quando fu decapitato da alcune guardie nel territorio tra Spello e Foligno. «Sopporta le sofferenze!» scriveva Paolo a Timoteo, e così san Costanzo deve aver trovato forza in questa esortazione, che sentiva rivolta anche a lui. Lasciatemi dire, però, che le parole scritte da Paolo per un suo fedele discepolo riguardano anche me. Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante.

Parole per me motivo di esame di coscienza

«Annuncia la Parola», prosegue san Paolo; «insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento…» (2Tm 4,2). Quello che l’apostolo scriveva due millenni fa vale ancora per chi svolge nella Chiesa il compito di Vescovo, vale per ogni pastore, e le sue parole sono per me un motivo di esame di coscienza e di verifica del mio servizio tra voi, che si è ridotto in questi ultimi cinque anni, a causa del compito che mi è stato affidato alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. Il Signore sa quanto avrei desiderato dedicare tutto il mio tempo, tutte le mie energie a questa nostra Chiesa.

Su tutto vince l'amore

Anche il brano del Vangelo che è stato appena proclamato deve aver ispirato profondamente san Costanzo. È tratto dal discorso d’addio di Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni, e vede ricorrere con abbondanza quei termini che riguardano l’amore cristiano: dall’esortazione a “rimanere” nel suo amore (v. 9), fino all’invito finale, quando Gesù comanda ai discepoli di amarsi «gli uni gli altri» (v. 17). Come sono consolanti per noi queste parole! I discepoli del Signore sono amati da Dio, proprio come lo è il Figlio, e da ciò scaturisce l’invito e l’impegno a entrare in quella corrente d’amore che lega il Padre al Figlio, e che da loro giunge fino a tutti noi e da noi deve transitare al mondo. Carissimi, sono certo che il nostro Patrono, affrontando il martirio, prima di essere decapitato, avrà ricordato in particolare quelle parole di Gesù che, nella stessa pagina di Vangelo, esprimono la vetta: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (v. 13). L’amore cristiano, se è autentico, coincide sempre con il dare e comunicare vita. Se già nel discorso della montagna, come si legge nel racconto dell’evangelista Matteo, Gesù aveva esortato i discepoli ad amare i propri nemici, pregando «per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44), ora il Signore, durante la sua ultima cena, parla di un amore che, se possibile, è ancora più grande. Se è difficile in sé dare la vita, quanto è più difficile darla per i nemici! Magari non con il sacrificio cruento, ma amandoli nella quotidianità e pregando per loro.

Il Vescovo: pastore che guida e dà la vita per il suo popolo

Spendersi generosamente per gli amici e immolarsi per i nemici: è quanto ha fatto il Signore, fornendo il primo modello di buon pastore, quello di cui ha più volte parlato, anche nelle parabole. Il pastore di un gregge, come il Vescovo di una Chiesa, non viene semplicemente chiamato a guidarla. Dice infatti Gesù: «Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11). Questo donarsi non è offerta di una sola volta, ma si ripete nel tempo, quotidianamente. Il Buon Pastore dà la vita per il suo popolo, per tutto il popolo, perché lo vede e lo considera con occhi di padre e di madre. Devo però riconoscere che, per i miei limiti, non sono riuscito in questi anni ad imitarlo come avrei dovuto.

Il Cammino sinodale: tempo di nuova semina

Cari fratelli e sorelle, mosso da questi sentimenti, e avendo conclusa da qualche anno la visita pastorale, ci apprestiamo ora a vivere il cammino sinodale uniti a Papa Francesco e alla Chiesa universale. Siamo in un tempo di nuova seminagione, perché la Parola di Dio porti i suoi frutti, nella vita delle persone, nelle comunità parrocchiali e nella vita sociale. Il tempo che ci separa dal prossimo Giubileo del 2025, sarà caratterizzato da un personale impegno di conversione e, a livello comunitario, di nuova evangelizzazione. Lo Spirito saprà far germogliare quei piccoli semi che gettiamo in terra con fiducia e speranza. Carissimi, con cuore di padre vi affido all’intercessione del vescovo Costanzo, fondatore di questa Chiesa che ho tanto amato e che porterò sempre nel cuore, lasciandovi il messaggio della sua stessa testimonianza. Auguro alla città di Perugia, qui rappresentata dalle maggiori istituzioni, che, finalmente superata, a Dio piacendo, l’attuale crisi pandemica e le sue ricadute sociali, possa proseguire il cammino con una rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità. Amen! Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>

“Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti oggi pomeriggio nell'omelia per la festa di San Costanzo patrono della diocesi. Il Cardinale oggi pomeriggio 29 gennaio, nella cattedrale di San Lorenzo, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Perugia, con l’esposizione delle reliquie del santo patrono sul presbiterio. Presenti il  vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi fedeli nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19. Bassetti, nell’omelia, ha esortato credenti e uomini di buona volontà a seguire l’esempio di “buon pastore” del santo martire Costanzo, fondatore della Chiesa perugino-pievese, augurando alla città di Perugia, al termine del suo episcopato, come lo stesso presule ha sottolineato, di «proseguire il cammino con un rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità». Il cardinale, nell’introdurre l’omelia, ha espresso gratitudine alle autorità civili «per quello che state facendo – ha detto – per la pace, per la serenità dei nostri cittadini in un momento così difficile quale quello che stiamo attraversando». [gallery td_gallery_title_input="La celebrazione della festa di San Costanzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti in Cattedrale " td_select_gallery_slide="slide" ids="64730,64729,64726,64727,64728,64725"]

Di seguito il testo integrale dell’omelia.

Cari fratelli e sorelle, con commozione presiedo questa solenne liturgia eucaristica nella festa di San Costanzo patrono della Chiesa perusino-pievese, che servo ormai da quasi tredici. Ricordare il vescovo fondatore mi porta sempre ad un approfondito esame di coscienza. La sua memoria ci permette di risalire indietro nei secoli, fino agli albori della nostra fede, quando professare il nome di Cristo Signore voleva dire poter perdere la propria vita. La pagina che abbiamo ora ascoltato, una delle più note tra le cosiddette “lettere pastorali”, contiene probabilmente, come è stato scritto, «le ultime parole di Paolo e le sue ultime volontà»: «si respira l’aria della fine anche per Paolo, che regala squarci di intimità teologica che qualcuno ha raffrontato con il testamento spirituale di san Paolo VI».

Un pastore al termine del suo servizio

L’apertura di questo brano è solenne, con un accorato appello: «Ti scongiuro!», seguito addirittura da otto verbi esortativi. Su alcuni di questi, carissimi, vorrei soffermarmi con voi. Sono certo, infatti, che anche il fondatore della nostra Chiesa perusino-pievese, san Costanzo, si sarà ispirato a queste parole, che potevano essere d’aiuto al suo importante compito di guida dei cristiani, e soprattutto nella persecuzione che infine lo portò al martirio, quando fu decapitato da alcune guardie nel territorio tra Spello e Foligno. «Sopporta le sofferenze!» scriveva Paolo a Timoteo, e così san Costanzo deve aver trovato forza in questa esortazione, che sentiva rivolta anche a lui. Lasciatemi dire, però, che le parole scritte da Paolo per un suo fedele discepolo riguardano anche me. Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante.

Parole per me motivo di esame di coscienza

«Annuncia la Parola», prosegue san Paolo; «insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento…» (2Tm 4,2). Quello che l’apostolo scriveva due millenni fa vale ancora per chi svolge nella Chiesa il compito di Vescovo, vale per ogni pastore, e le sue parole sono per me un motivo di esame di coscienza e di verifica del mio servizio tra voi, che si è ridotto in questi ultimi cinque anni, a causa del compito che mi è stato affidato alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. Il Signore sa quanto avrei desiderato dedicare tutto il mio tempo, tutte le mie energie a questa nostra Chiesa.

Su tutto vince l'amore

Anche il brano del Vangelo che è stato appena proclamato deve aver ispirato profondamente san Costanzo. È tratto dal discorso d’addio di Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni, e vede ricorrere con abbondanza quei termini che riguardano l’amore cristiano: dall’esortazione a “rimanere” nel suo amore (v. 9), fino all’invito finale, quando Gesù comanda ai discepoli di amarsi «gli uni gli altri» (v. 17). Come sono consolanti per noi queste parole! I discepoli del Signore sono amati da Dio, proprio come lo è il Figlio, e da ciò scaturisce l’invito e l’impegno a entrare in quella corrente d’amore che lega il Padre al Figlio, e che da loro giunge fino a tutti noi e da noi deve transitare al mondo. Carissimi, sono certo che il nostro Patrono, affrontando il martirio, prima di essere decapitato, avrà ricordato in particolare quelle parole di Gesù che, nella stessa pagina di Vangelo, esprimono la vetta: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (v. 13). L’amore cristiano, se è autentico, coincide sempre con il dare e comunicare vita. Se già nel discorso della montagna, come si legge nel racconto dell’evangelista Matteo, Gesù aveva esortato i discepoli ad amare i propri nemici, pregando «per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44), ora il Signore, durante la sua ultima cena, parla di un amore che, se possibile, è ancora più grande. Se è difficile in sé dare la vita, quanto è più difficile darla per i nemici! Magari non con il sacrificio cruento, ma amandoli nella quotidianità e pregando per loro.

Il Vescovo: pastore che guida e dà la vita per il suo popolo

Spendersi generosamente per gli amici e immolarsi per i nemici: è quanto ha fatto il Signore, fornendo il primo modello di buon pastore, quello di cui ha più volte parlato, anche nelle parabole. Il pastore di un gregge, come il Vescovo di una Chiesa, non viene semplicemente chiamato a guidarla. Dice infatti Gesù: «Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11). Questo donarsi non è offerta di una sola volta, ma si ripete nel tempo, quotidianamente. Il Buon Pastore dà la vita per il suo popolo, per tutto il popolo, perché lo vede e lo considera con occhi di padre e di madre. Devo però riconoscere che, per i miei limiti, non sono riuscito in questi anni ad imitarlo come avrei dovuto.

Il Cammino sinodale: tempo di nuova semina

Cari fratelli e sorelle, mosso da questi sentimenti, e avendo conclusa da qualche anno la visita pastorale, ci apprestiamo ora a vivere il cammino sinodale uniti a Papa Francesco e alla Chiesa universale. Siamo in un tempo di nuova seminagione, perché la Parola di Dio porti i suoi frutti, nella vita delle persone, nelle comunità parrocchiali e nella vita sociale. Il tempo che ci separa dal prossimo Giubileo del 2025, sarà caratterizzato da un personale impegno di conversione e, a livello comunitario, di nuova evangelizzazione. Lo Spirito saprà far germogliare quei piccoli semi che gettiamo in terra con fiducia e speranza. Carissimi, con cuore di padre vi affido all’intercessione del vescovo Costanzo, fondatore di questa Chiesa che ho tanto amato e che porterò sempre nel cuore, lasciandovi il messaggio della sua stessa testimonianza. Auguro alla città di Perugia, qui rappresentata dalle maggiori istituzioni, che, finalmente superata, a Dio piacendo, l’attuale crisi pandemica e le sue ricadute sociali, possa proseguire il cammino con una rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità. Amen! Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>