Borghi più belli d'Italia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/borghi-piu-belli-ditalia/ Settimanale di informazione regionale Thu, 04 May 2023 16:28:25 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Borghi più belli d'Italia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/borghi-piu-belli-ditalia/ 32 32 La Festa del tulipano colora di primavera Castiglione del Lago https://www.lavoce.it/la-festa-del-tulipano-colora-di-primavera-castiglione-del-lago/ https://www.lavoce.it/la-festa-del-tulipano-colora-di-primavera-castiglione-del-lago/#respond Fri, 28 Apr 2023 14:51:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71242 Festa del tulipano

È in corso la “Festa del Tulipano 2023” a Castiglione del Lago. Aperta venerdì 21 aprile si conclude il 1° maggio. Dieci giorni ricchi di iniziative, anche con uno spazio pensato per i bambini, che ruotano intorno a cuore della manifestazione: i tulipani che rivestono i carri allegorici, che sono in mostra nel “Giardino dei tulipani” e vestono di colori Castiglione del Lago con la “Fiera del fiore”.

Il tulipano protagonista

Mentre il “Giardino” è sempre aperto, per godere dei carri resta ancora un’occasione, la sera di domenica 30 aprile (le altre due sfilate si sono svolte il 23 e il 25), e la “Fiera del fiore” torna tra le mura del centro dal 29 al 1 maggio (il programma completo su www.festadeltulipano.com).

Festa con le sfilate dei carri

La sfilata dei carri allegorici, con il Lago Trasimeno sullo sfondo, si è snodata lungo lo stretto tragitto tra il giardino della Rocca del Leone e pizza Dante Alighieri dopo aver attraversato corso Vittorio Emanuele tra due ali di folla. I carri, abilmente allestiti dagli oltre 150 volontari castiglionesi aderenti a “Eventi” hanno raccontato storie, tipicità e iniziative locali: dall’amore tra Paolo e Francesca cantato da Dante, alle sfide medievali tra Guelfi e Ghibellini; dalla sfrenata “Corsa degli zingari” a piedi nudi vanto d’Abruzzo, alla piazzetta di “Pane, amore e fantasia”. Il tutto impreziosito dai figuranti dei rispettivi borghi arrivati con i propri costumi e la riproposta di scene specifiche, e anche dai musici e dagli sbandieratori della Quintana di Foligno, del Palio dei Terzieri di Città della Pieve, del Gruppo storico Città di Cortona e quello di Vignanello di Viterbo. Alcuni numeri esprimono la varietà dell’iniziativa e il coinvolgimento delle persone:
  • oltre 150.000 tulipani,
  • circa un milione di petali;
  • quattro carri allegorici, che hanno richiesto ben tre mesi di lavoro per la loro creazione; quattro “I Borghi più Belli d’Italia” gemellati e presenti all’evento con le proprie delegazioni in costume;
  • più di 150 volontari;
  • 11 giorni di manifestazione con decine di iniziative ed eventi in programma.

Presenti i Borghi gemellati

Anche la presentazione dell’evento è stata fatta in una dimensione nazionale, a Roma, con l’associazione “I Borghi più Belli d’Italia” presieduta da Fiorello Primi e fondata nel 2001 proprio nella cittadina lacustre quando Primi ne era sindaco. E i “Borghi” gemellati presenti alla manifestazione sono
  • Gradara (Marche)
  • Poppi (Toscana)
  • Castel San Pietro Romano (Lazio)
  • Pacentro (Abruzzo).

Festa del gusto

Tra le manifestazioni collaterali torna il “Trasimeno Rosé Festival”, giunto alla quarta edizione, organizzato in collaborazione con il Consorzio tutela vini Doc Colli del Trasimeno, che propone un viaggio tra gusto, eccellenze enologiche e storia del territorio nella suggestiva “Terrazza del Rosé” e presso la “Taverna del Tulipano” dove c’è una carta dei vini dedicata ai rosati del Trasimeno. Nel “Giardino dei Tulipani” i visitatori possono ammirare decine di tipologie di questo bellissimo fiore, scegliere i preferiti, raccoglierli e portarli a casa in un apposito cestino. La “Fiera del Fiore” vede la presenza di decine di produttori e coltivatori che metteranno in mostra le più svariate tipologie di piante e fiori recisi. E infine, nell’area del “Poggio”, che si affaccia direttamente sul lago Trasimeno, è allestita la grande area giochi per bambini. E poi ancora spettacolo con la compagnia teatrale “L’Alberone” di Palestrina, le bande musicali “Giacomo Puccini” di Pozzuolo Umbro e Filarmonica di Sanfatucchio, saltimbanchi e giocolieri, performer e alcune street band. [gallery columns="2" td_gallery_title_input="La Festa del Tulipano a Castiglione del Lago" td_select_gallery_slide="slide" ids="71251,71249,71250,71244,71245,71246,71248,71247"]]]>
Festa del tulipano

È in corso la “Festa del Tulipano 2023” a Castiglione del Lago. Aperta venerdì 21 aprile si conclude il 1° maggio. Dieci giorni ricchi di iniziative, anche con uno spazio pensato per i bambini, che ruotano intorno a cuore della manifestazione: i tulipani che rivestono i carri allegorici, che sono in mostra nel “Giardino dei tulipani” e vestono di colori Castiglione del Lago con la “Fiera del fiore”.

Il tulipano protagonista

Mentre il “Giardino” è sempre aperto, per godere dei carri resta ancora un’occasione, la sera di domenica 30 aprile (le altre due sfilate si sono svolte il 23 e il 25), e la “Fiera del fiore” torna tra le mura del centro dal 29 al 1 maggio (il programma completo su www.festadeltulipano.com).

Festa con le sfilate dei carri

La sfilata dei carri allegorici, con il Lago Trasimeno sullo sfondo, si è snodata lungo lo stretto tragitto tra il giardino della Rocca del Leone e pizza Dante Alighieri dopo aver attraversato corso Vittorio Emanuele tra due ali di folla. I carri, abilmente allestiti dagli oltre 150 volontari castiglionesi aderenti a “Eventi” hanno raccontato storie, tipicità e iniziative locali: dall’amore tra Paolo e Francesca cantato da Dante, alle sfide medievali tra Guelfi e Ghibellini; dalla sfrenata “Corsa degli zingari” a piedi nudi vanto d’Abruzzo, alla piazzetta di “Pane, amore e fantasia”. Il tutto impreziosito dai figuranti dei rispettivi borghi arrivati con i propri costumi e la riproposta di scene specifiche, e anche dai musici e dagli sbandieratori della Quintana di Foligno, del Palio dei Terzieri di Città della Pieve, del Gruppo storico Città di Cortona e quello di Vignanello di Viterbo. Alcuni numeri esprimono la varietà dell’iniziativa e il coinvolgimento delle persone:
  • oltre 150.000 tulipani,
  • circa un milione di petali;
  • quattro carri allegorici, che hanno richiesto ben tre mesi di lavoro per la loro creazione; quattro “I Borghi più Belli d’Italia” gemellati e presenti all’evento con le proprie delegazioni in costume;
  • più di 150 volontari;
  • 11 giorni di manifestazione con decine di iniziative ed eventi in programma.

Presenti i Borghi gemellati

Anche la presentazione dell’evento è stata fatta in una dimensione nazionale, a Roma, con l’associazione “I Borghi più Belli d’Italia” presieduta da Fiorello Primi e fondata nel 2001 proprio nella cittadina lacustre quando Primi ne era sindaco. E i “Borghi” gemellati presenti alla manifestazione sono
  • Gradara (Marche)
  • Poppi (Toscana)
  • Castel San Pietro Romano (Lazio)
  • Pacentro (Abruzzo).

Festa del gusto

Tra le manifestazioni collaterali torna il “Trasimeno Rosé Festival”, giunto alla quarta edizione, organizzato in collaborazione con il Consorzio tutela vini Doc Colli del Trasimeno, che propone un viaggio tra gusto, eccellenze enologiche e storia del territorio nella suggestiva “Terrazza del Rosé” e presso la “Taverna del Tulipano” dove c’è una carta dei vini dedicata ai rosati del Trasimeno. Nel “Giardino dei Tulipani” i visitatori possono ammirare decine di tipologie di questo bellissimo fiore, scegliere i preferiti, raccoglierli e portarli a casa in un apposito cestino. La “Fiera del Fiore” vede la presenza di decine di produttori e coltivatori che metteranno in mostra le più svariate tipologie di piante e fiori recisi. E infine, nell’area del “Poggio”, che si affaccia direttamente sul lago Trasimeno, è allestita la grande area giochi per bambini. E poi ancora spettacolo con la compagnia teatrale “L’Alberone” di Palestrina, le bande musicali “Giacomo Puccini” di Pozzuolo Umbro e Filarmonica di Sanfatucchio, saltimbanchi e giocolieri, performer e alcune street band. [gallery columns="2" td_gallery_title_input="La Festa del Tulipano a Castiglione del Lago" td_select_gallery_slide="slide" ids="71251,71249,71250,71244,71245,71246,71248,71247"]]]>
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Bevagna: uno tra i borghi più belli d’Italia https://www.lavoce.it/bevagna-uno-tra-i-borghi-piu-belli-ditalia/ Mon, 10 Aug 2020 08:07:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57754

Gaite, chiese, resti romani e medievali: ecco perché scoprire Bevagna. Bevagna sorge nella piana di Foligno ed è circondata da campi coltivati a grano, viti e olivi.

LA STORIA

Era conosciuta come “Mevania”, letteralmente “colei che sta nel mezzo”. In epoca romana era un importante centro commerciale lungo la Via Flaminia e ospitava un porto fluviale. Diversi letterati parlarono della cittadina umbra, da Plinio il Vecchio fino a Carducci. Dopo la caduta dell’impero romano Bevagna divenne parte del Ducato di Spoleto e successivamente dello Stato della Chiesa. Molte sono le testimonianze del passato romano come i resti di un tempio che fu trasformato in una Chiesa e un edificio termale dove si può ammirare il mosaico pavimentale a tessere bianche e nere.

PIAZZA SILVESTRI

Cuore pulsante del borgo è Piazza Silvestri, dove si affacciano le Chiese di San Silvestro e di San Michele Arcangelo, il Palazzo dei Consoli e la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo.

CHIESA DI SAN SILVESTRO

La Chiesa di San Silvestro, costruita nel 1195, ha una facciata incompleta, che probabilmente doveva essere terminata con due ordini sovrapposti e un campanile. L’interno della Chiesa è a tre navate. In fondo a quella centrale il presbiterio è rialzato sopra la cripta raccolta e mistica. La Chiesa è stata anche il set di un film dedicato a San Francesco nel 2014.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

La Chiesa di San Michele Arcangelo, invece, risale al XII secolo. La facciata è ben conservata ed è in blocchi di travertino. L’arco esterno del portale presenta una decorazione a mosaici cosmateschi.

PALAZZO DEI CONSOLI

Nella stessa piazza si trova anche Palazzo dei Consoli, costruito nella seconda metà del XIII secolo. Una maestosa scalinata sormontata da due stemmi fa da ingresso al palazzo. Non mancano un bel loggiato e un voltone, risalente al 1560, che permetteva ai consoli di entrare direttamente nella Chiesa di San Silvestro per assistere alle funzioni. Dal 1886 il palazzo è la sede del Teatro Torti.

CHIESA DEI SANTI DOMENICO E GIACOMO

La Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo sorge sul posto in cui si trovava un antico oratorio dedicato a San Giorgio. Nella facciata è presente un portale sormontato da una lunetta affrescata. L’interno è stato restaurato nel corso del ’900 ed ha un’unica navata. Le cappelle laterali ospitano due statue lignee del ‘200: a sinistra la Madonna con Bambino, a destra un Crocifisso considerato miracoloso. Sull’altare è conservato il corpo del Beato Giacomo.

GAITE

A partire dalla piazza principale si diramano quattro quartieri, chiamati gaite. Le quattro gaite sono: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Il Mercato delle Gaite è una manifestazione che da più di 30 anni ripropone la vita dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350. Dallo Statuto del Comune di Bevagna degli esperti ricavano notizie e particolari sulla vita del tempo. Ogni anno gli ultimi dieci giorni di giugno Bevagna rivive nel Medioevo con le quattro gaite che si sfidano. Le gare sono quattro: la Gara dei Mestieri, la Gara gastronomica, la Gara del Mercato e la Gara di tiro con l’arco. Diversi esperti valutano i partecipanti e la Gaita vincente riceve il Palio della Vittoria. Tradizioni, cultura e un’atmosfera fuori dal tempo fanno di Bevagna, uno dei “Borghi più belli d'Italia”, una meta imperdibile. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/foto/]]>

Gaite, chiese, resti romani e medievali: ecco perché scoprire Bevagna. Bevagna sorge nella piana di Foligno ed è circondata da campi coltivati a grano, viti e olivi.

LA STORIA

Era conosciuta come “Mevania”, letteralmente “colei che sta nel mezzo”. In epoca romana era un importante centro commerciale lungo la Via Flaminia e ospitava un porto fluviale. Diversi letterati parlarono della cittadina umbra, da Plinio il Vecchio fino a Carducci. Dopo la caduta dell’impero romano Bevagna divenne parte del Ducato di Spoleto e successivamente dello Stato della Chiesa. Molte sono le testimonianze del passato romano come i resti di un tempio che fu trasformato in una Chiesa e un edificio termale dove si può ammirare il mosaico pavimentale a tessere bianche e nere.

PIAZZA SILVESTRI

Cuore pulsante del borgo è Piazza Silvestri, dove si affacciano le Chiese di San Silvestro e di San Michele Arcangelo, il Palazzo dei Consoli e la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo.

CHIESA DI SAN SILVESTRO

La Chiesa di San Silvestro, costruita nel 1195, ha una facciata incompleta, che probabilmente doveva essere terminata con due ordini sovrapposti e un campanile. L’interno della Chiesa è a tre navate. In fondo a quella centrale il presbiterio è rialzato sopra la cripta raccolta e mistica. La Chiesa è stata anche il set di un film dedicato a San Francesco nel 2014.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

La Chiesa di San Michele Arcangelo, invece, risale al XII secolo. La facciata è ben conservata ed è in blocchi di travertino. L’arco esterno del portale presenta una decorazione a mosaici cosmateschi.

PALAZZO DEI CONSOLI

Nella stessa piazza si trova anche Palazzo dei Consoli, costruito nella seconda metà del XIII secolo. Una maestosa scalinata sormontata da due stemmi fa da ingresso al palazzo. Non mancano un bel loggiato e un voltone, risalente al 1560, che permetteva ai consoli di entrare direttamente nella Chiesa di San Silvestro per assistere alle funzioni. Dal 1886 il palazzo è la sede del Teatro Torti.

CHIESA DEI SANTI DOMENICO E GIACOMO

La Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo sorge sul posto in cui si trovava un antico oratorio dedicato a San Giorgio. Nella facciata è presente un portale sormontato da una lunetta affrescata. L’interno è stato restaurato nel corso del ’900 ed ha un’unica navata. Le cappelle laterali ospitano due statue lignee del ‘200: a sinistra la Madonna con Bambino, a destra un Crocifisso considerato miracoloso. Sull’altare è conservato il corpo del Beato Giacomo.

GAITE

A partire dalla piazza principale si diramano quattro quartieri, chiamati gaite. Le quattro gaite sono: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Il Mercato delle Gaite è una manifestazione che da più di 30 anni ripropone la vita dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350. Dallo Statuto del Comune di Bevagna degli esperti ricavano notizie e particolari sulla vita del tempo. Ogni anno gli ultimi dieci giorni di giugno Bevagna rivive nel Medioevo con le quattro gaite che si sfidano. Le gare sono quattro: la Gara dei Mestieri, la Gara gastronomica, la Gara del Mercato e la Gara di tiro con l’arco. Diversi esperti valutano i partecipanti e la Gaita vincente riceve il Palio della Vittoria. Tradizioni, cultura e un’atmosfera fuori dal tempo fanno di Bevagna, uno dei “Borghi più belli d'Italia”, una meta imperdibile. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/foto/]]>
Vallo di Nera: un borgo caratteristico immerso nella pace della Valnerina https://www.lavoce.it/vallo-di-nera-un-borgo-caratteristico-immerso-nella-pace-della-valnerina/ Wed, 05 Aug 2020 07:04:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57722

Viste panoramiche, luoghi interessanti e tantissime attività da poter svolgere nei paraggi: ecco perché scegliere Vallo di Nera. Vallo di Nera è un caratteristico borgo medioevale nel bel mezzo della Valnerina, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e bandiera arancione del Touring Club Italiano.

LA STORIA

Vallo di Nera è un borgo dalle origini romane, ma la zona era già abitata intorno al IV-II secolo a.C. probabilmente da una tribù di origine celtica, chiamata Naharci, nome che deriva forse dal fiume Nera (Nahar). Successivamente Vallo di Nera passò sotto il dominio di Spoleto e nel 1217 fu proprio Spoleto a permettere la costruzione del castello di Vallo. Fino all’Unità d’Italia il nome era semplicemente Vallo, senza alcun riferimento al fiume.

LE MURA

Il borgo conserva ancora il suo schema medioevale: le mura difensive, una torre alta e imponente e anche le porte d’ingresso. Le porte d’accesso sono due: Porta Ranne e Porta doganale. All’interno molti sono i vicoli stretti, le case antiche e le stradine che quasi ci riportano indietro nel tempo, facendoci vivere pienamente l’atmosfera medioevale.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Assunta, che risale al XII secolo. Nel Trecento accanto alla Chiesa venne costruito un convento e successivamente i frati francescani ingrandirono la stessa Chiesa, la dedicarono a San Francesco e convertirono in campanile una delle torri difensive. Solo nel 1652 la Chiesa venne dedicata a Santa Maria Assunta. La facciata è in pietre conce ed ha un portale gotico con capitelli e fregi. Nella parte alta si può ammirare un rosone, mentre all’interno della torre campanaria è custodita una campana del XIV secolo. L’interno ospita affreschi di grande pregio realizzati da diversi artisti di scuola giottesca, come Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni. Del pittore Cola di Pietro da Camerino è un interessante affresco risalente al 1401: la Processione dei Bianchi. L’affresco ci offre delle interessanti informazioni su questo movimento penitenziario che passò in diverse zone d’Italia nel 1399. Nella sagrestia si trovano raffigurazioni di Sant’Antonio Abate, San Leonardo, l’Annunciazione, la Crocifissione e Santa Chiara ad opera del Maestro di Eggi.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Altro luogo da vedere è la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIII-XIV secolo e poi ampliata e in parte ricostruita nel XVI secolo. All’interno, oltre ad un Fonte Battesimale del XIV secolo, si può ammirare il Transito della Madonna, affresco del 1536 ad opera di Jacopo Siculo. Dello stesso artista anche gli affreschi di una Pietà, dell’Annunciazione e di San Sebastiano e San Rocco a grandezza naturale.

CHIESA DI SANTA CATERINA

Vallo è ricco di Chiese e ognuna di esse è un piccolo scrigno di arte e storia. Anche la Chiesa di Santa Caterina merita sicuramente una visita. Il luogo era abitato da monache agostiniane, fino a quando non cadde in rovina e venne chiuso nel 1615. Più tardi divenne di proprietà privata e recentemente è stato ristrutturato. Ha un’unica navata con un altare che è staccato dal muro e che è sormontato da un’opera del XVII secolo di scuola romana. Questa tela rappresenta lo Sposalizio mistico di Santa Caterina con San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino. Insomma, un borgo spettacolare in una posizione panoramica, pieno di luoghi interessanti e circondato da tanta natura tutta da esplorare. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Viste panoramiche, luoghi interessanti e tantissime attività da poter svolgere nei paraggi: ecco perché scegliere Vallo di Nera. Vallo di Nera è un caratteristico borgo medioevale nel bel mezzo della Valnerina, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e bandiera arancione del Touring Club Italiano.

LA STORIA

Vallo di Nera è un borgo dalle origini romane, ma la zona era già abitata intorno al IV-II secolo a.C. probabilmente da una tribù di origine celtica, chiamata Naharci, nome che deriva forse dal fiume Nera (Nahar). Successivamente Vallo di Nera passò sotto il dominio di Spoleto e nel 1217 fu proprio Spoleto a permettere la costruzione del castello di Vallo. Fino all’Unità d’Italia il nome era semplicemente Vallo, senza alcun riferimento al fiume.

LE MURA

Il borgo conserva ancora il suo schema medioevale: le mura difensive, una torre alta e imponente e anche le porte d’ingresso. Le porte d’accesso sono due: Porta Ranne e Porta doganale. All’interno molti sono i vicoli stretti, le case antiche e le stradine che quasi ci riportano indietro nel tempo, facendoci vivere pienamente l’atmosfera medioevale.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Assunta, che risale al XII secolo. Nel Trecento accanto alla Chiesa venne costruito un convento e successivamente i frati francescani ingrandirono la stessa Chiesa, la dedicarono a San Francesco e convertirono in campanile una delle torri difensive. Solo nel 1652 la Chiesa venne dedicata a Santa Maria Assunta. La facciata è in pietre conce ed ha un portale gotico con capitelli e fregi. Nella parte alta si può ammirare un rosone, mentre all’interno della torre campanaria è custodita una campana del XIV secolo. L’interno ospita affreschi di grande pregio realizzati da diversi artisti di scuola giottesca, come Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni. Del pittore Cola di Pietro da Camerino è un interessante affresco risalente al 1401: la Processione dei Bianchi. L’affresco ci offre delle interessanti informazioni su questo movimento penitenziario che passò in diverse zone d’Italia nel 1399. Nella sagrestia si trovano raffigurazioni di Sant’Antonio Abate, San Leonardo, l’Annunciazione, la Crocifissione e Santa Chiara ad opera del Maestro di Eggi.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Altro luogo da vedere è la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIII-XIV secolo e poi ampliata e in parte ricostruita nel XVI secolo. All’interno, oltre ad un Fonte Battesimale del XIV secolo, si può ammirare il Transito della Madonna, affresco del 1536 ad opera di Jacopo Siculo. Dello stesso artista anche gli affreschi di una Pietà, dell’Annunciazione e di San Sebastiano e San Rocco a grandezza naturale.

CHIESA DI SANTA CATERINA

Vallo è ricco di Chiese e ognuna di esse è un piccolo scrigno di arte e storia. Anche la Chiesa di Santa Caterina merita sicuramente una visita. Il luogo era abitato da monache agostiniane, fino a quando non cadde in rovina e venne chiuso nel 1615. Più tardi divenne di proprietà privata e recentemente è stato ristrutturato. Ha un’unica navata con un altare che è staccato dal muro e che è sormontato da un’opera del XVII secolo di scuola romana. Questa tela rappresenta lo Sposalizio mistico di Santa Caterina con San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino. Insomma, un borgo spettacolare in una posizione panoramica, pieno di luoghi interessanti e circondato da tanta natura tutta da esplorare. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Paciano: meraviglioso borgo a due passi dal Trasimeno https://www.lavoce.it/paciano-meraviglioso-borgo-a-due-passi-dal-trasimeno/ Tue, 04 Aug 2020 05:47:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57682

Annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, Paciano offre una stupenda vista panoramica. Paciano è un borgo che sorge alle pendici del Monte Petrarvella, nella verde zona collinare che contorna il lago Trasimeno. Non ha uno sbocco diretto sul lago, ma è un ottimo punto di partenza per visitare la zona e offre una vista panoramica che va dalla Valdichiana fino al Monte Amiata.

LA STORIA

Paciano nacque nel XIV secolo presso il monte Petrarvella. Venne fondata a 391 m di altitudine, nel luogodove pare sorgesse un antico tempio dedicato a Giano. Paciano vecchia si trovava a pochi metri dalla Paciano odierna, nel luogo dove si può ammirare ancora Torre d’Orlando, una torre che probabilmente era parte dell’antico castello. Inoltre, una leggenda narra che addirittura re Artù visitò il castello.

IL BORGO

Paciano è annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie alla bellezza ambientale e anche e soprattutto alla struttura del centro storico, che conserva ancora intatto lo schema medioevale. Ad esempio, vi si possono ammirare tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali, così come nel Medioevo.

LE MURA

Le mura, in buono stato di conservazione, circondano il borgo e ne determinano la forma di trapezio irregolare con strade parallele intersecate da stradine perpendicolari. Le abitazioni sono addossate alle mura e in qualche modo le rinforzano. Alcune di queste hanno la forma di una torre. Per entrate nel paese ci sono tre porte: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

A Paciano da non perdere è la Chiesa di San Giuseppe, la più antica del paese. Ospita la Madonna della Misericordia risalente alla fine del XV secolo e realizzata da Fiorenzo di Lorenzo. Parte della Chiesa accoglie il Museo Don Aldo Rossi con opere di grande importanza. Ad esempio, nella cappella della Concezione si trova il Gonfalone della Madonna delle Grazie datato 1470 e realizzato da Benedetto Bonfigli. Lungo la navata si possono ammirare alcune statue in legno, tra le quali una di San Giuseppe del XVII secolo e una della Vergine del Rosario, sempre dello stesso periodo. Interessante è anche il Bambino dell’Aracoeli realizzato in cera dipinta.

BANCA DELLA MEMORIA

Altro luogo di grande interesse è la Banca della Memoria, recentemente sistemata all’interno di Palazzo Baldeschi. La Banca della Memoria del Trasimeno nasce per conservare e preservare i saperi del lavoro artigianale, agricolo ed enogastronomico. Attraverso una mostra multimediale si vuole sottolineare l’importanza delle tradizioni del luogo e si lasciano parlare gli autoctoni con le loro vite e le loro esperienze.

CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO

Da non perdere anche la Chiesa di San Carlo Borromeo, un luogo di culto molto particolare aperto solo nel periodo pasquale. Venne consacrata nel 1629 e conserva una preziosa statua in legno raffigurante il Cristo morto datata 1620. Paramenti luttuosi coprono i dipinti e i decori ottocenteschi che ornano le pareti. Insomma, Paciano è un borgo davvero interessante per arte, storia, cultura e ambiente, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, Paciano offre una stupenda vista panoramica. Paciano è un borgo che sorge alle pendici del Monte Petrarvella, nella verde zona collinare che contorna il lago Trasimeno. Non ha uno sbocco diretto sul lago, ma è un ottimo punto di partenza per visitare la zona e offre una vista panoramica che va dalla Valdichiana fino al Monte Amiata.

LA STORIA

Paciano nacque nel XIV secolo presso il monte Petrarvella. Venne fondata a 391 m di altitudine, nel luogodove pare sorgesse un antico tempio dedicato a Giano. Paciano vecchia si trovava a pochi metri dalla Paciano odierna, nel luogo dove si può ammirare ancora Torre d’Orlando, una torre che probabilmente era parte dell’antico castello. Inoltre, una leggenda narra che addirittura re Artù visitò il castello.

IL BORGO

Paciano è annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie alla bellezza ambientale e anche e soprattutto alla struttura del centro storico, che conserva ancora intatto lo schema medioevale. Ad esempio, vi si possono ammirare tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali, così come nel Medioevo.

LE MURA

Le mura, in buono stato di conservazione, circondano il borgo e ne determinano la forma di trapezio irregolare con strade parallele intersecate da stradine perpendicolari. Le abitazioni sono addossate alle mura e in qualche modo le rinforzano. Alcune di queste hanno la forma di una torre. Per entrate nel paese ci sono tre porte: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

A Paciano da non perdere è la Chiesa di San Giuseppe, la più antica del paese. Ospita la Madonna della Misericordia risalente alla fine del XV secolo e realizzata da Fiorenzo di Lorenzo. Parte della Chiesa accoglie il Museo Don Aldo Rossi con opere di grande importanza. Ad esempio, nella cappella della Concezione si trova il Gonfalone della Madonna delle Grazie datato 1470 e realizzato da Benedetto Bonfigli. Lungo la navata si possono ammirare alcune statue in legno, tra le quali una di San Giuseppe del XVII secolo e una della Vergine del Rosario, sempre dello stesso periodo. Interessante è anche il Bambino dell’Aracoeli realizzato in cera dipinta.

BANCA DELLA MEMORIA

Altro luogo di grande interesse è la Banca della Memoria, recentemente sistemata all’interno di Palazzo Baldeschi. La Banca della Memoria del Trasimeno nasce per conservare e preservare i saperi del lavoro artigianale, agricolo ed enogastronomico. Attraverso una mostra multimediale si vuole sottolineare l’importanza delle tradizioni del luogo e si lasciano parlare gli autoctoni con le loro vite e le loro esperienze.

CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO

Da non perdere anche la Chiesa di San Carlo Borromeo, un luogo di culto molto particolare aperto solo nel periodo pasquale. Venne consacrata nel 1629 e conserva una preziosa statua in legno raffigurante il Cristo morto datata 1620. Paramenti luttuosi coprono i dipinti e i decori ottocenteschi che ornano le pareti. Insomma, Paciano è un borgo davvero interessante per arte, storia, cultura e ambiente, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Monteleone di Spoleto: borgo dall’importante passato etrusco https://www.lavoce.it/monteleone-di-spoleto-borgo-dallimportante-passato-etrusco/ Mon, 03 Aug 2020 06:56:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57717

A pochi passi da Spoleto, Monteleone offre viste meravigliose e luoghi interessanti

Monteleone è sicuramente tra i borghi più particolari e caratteristici della Valnerina, tanto da essere annoverato nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Sorge a 978 m d’altitudine, in un’ottima posizione panoramica sulla campagna circostante e, proprio per la sua posizione è stato definito “Leone degli Appennini”.

LA STORIA

Il territorio di Monteleone sembra essere abitato fin dall’età del bronzo, nel XII secolo la città venne però distrutta e da quel momento in poi la sua storia fu strettamente legata a quella di Spoleto. Proprio il ducato di Spoleto fortificò il borgo e gli diede l’attuale nome di Monteleone.

LA BIGA

Circa 3 chilometri fuori dal borgo è stata rinvenuta un’antica necropoli, probabilmente utilizzata dall’età del bronzo fino al VI secolo a.C. e testimone della lunga storia del luogo. Il ritrovamento più importante è stata una tomba a tumulo appartenuta ad un principe e contenente un ricchissimo corredo funebre, compresa una biga con decorazioni in bronzo lavorate a sbalzo raffiguranti scene della vita di Achille. La biga, datata intorno al 540 a.C., è stata rinvenuta in modo totalmente casuale da un contadino che scavava nella sua aia. Purtroppo, la biga originale non si trova più a Monteleone, ma è conservata al Metropolitan Museum di New York nella collezione etrusca. A Monteleone però si può ammirare una copia a grandezza naturale realizzata nel 1985, conservata nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco.

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO

Il complesso monumentale di San Francesco risale alla fine del Duecento, comprende la Chiesa e l’annesso convento. La Chiesa risale al XIV secolo e venne costruita su un precedente oratorio del XII secolo. Inizialmente nacque con il nome di Santa Maria, ma poi assunse il nome odierno per i frati francescani che abitavano il convento. La Chiesa fu restaurata in modo rilevante sia nel Cinquecento che nel Settecento. La facciata principale possiede un portale ogivale con un fascio di tre colonne tortili e dei rilievi raffiguranti animali, uomini e angeli. Nella parte alta si può ammirare un affresco che rappresenta San Francesco e San Nicola con Maria al centro. Gli interni sono un vero e proprio museo con affreschi, dipinti e statue di grande interesse.

TORRE DELL’OROLOGIO

Altro luogo interessante di Monteleone è la torre dell’orologio, che è una delle tre porte della seconda cinta muraria Fa da ingresso alla Piazza del Mercato e a tutta la parte più antica e centrale del borgo. Inoltre, dalla torre si può godere di un’ottima vista panoramica.

COMPLESSO DI SANTA CATERINA

Altro luogo di grande interesse è il complesso di Santa Caterina, che nacque come convento per le clarisse nel XIV secolo e venne poi abbandonato nel 1866. Gli interni sono ornati da decorazioni rococò e nei locali inferiori si può ancora ammirare la ruota degli esposti, dove venivano lasciati i neonati abbandonati. La pianta è a forma ovoidale ottenuta da quattro triangoli equilateri che si intersecano. Insomma, se si è alla ricerca di un borgo caratteristico, particolare e dall’ottima posizione panoramica: Monteleone è un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

A pochi passi da Spoleto, Monteleone offre viste meravigliose e luoghi interessanti

Monteleone è sicuramente tra i borghi più particolari e caratteristici della Valnerina, tanto da essere annoverato nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Sorge a 978 m d’altitudine, in un’ottima posizione panoramica sulla campagna circostante e, proprio per la sua posizione è stato definito “Leone degli Appennini”.

LA STORIA

Il territorio di Monteleone sembra essere abitato fin dall’età del bronzo, nel XII secolo la città venne però distrutta e da quel momento in poi la sua storia fu strettamente legata a quella di Spoleto. Proprio il ducato di Spoleto fortificò il borgo e gli diede l’attuale nome di Monteleone.

LA BIGA

Circa 3 chilometri fuori dal borgo è stata rinvenuta un’antica necropoli, probabilmente utilizzata dall’età del bronzo fino al VI secolo a.C. e testimone della lunga storia del luogo. Il ritrovamento più importante è stata una tomba a tumulo appartenuta ad un principe e contenente un ricchissimo corredo funebre, compresa una biga con decorazioni in bronzo lavorate a sbalzo raffiguranti scene della vita di Achille. La biga, datata intorno al 540 a.C., è stata rinvenuta in modo totalmente casuale da un contadino che scavava nella sua aia. Purtroppo, la biga originale non si trova più a Monteleone, ma è conservata al Metropolitan Museum di New York nella collezione etrusca. A Monteleone però si può ammirare una copia a grandezza naturale realizzata nel 1985, conservata nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco.

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO

Il complesso monumentale di San Francesco risale alla fine del Duecento, comprende la Chiesa e l’annesso convento. La Chiesa risale al XIV secolo e venne costruita su un precedente oratorio del XII secolo. Inizialmente nacque con il nome di Santa Maria, ma poi assunse il nome odierno per i frati francescani che abitavano il convento. La Chiesa fu restaurata in modo rilevante sia nel Cinquecento che nel Settecento. La facciata principale possiede un portale ogivale con un fascio di tre colonne tortili e dei rilievi raffiguranti animali, uomini e angeli. Nella parte alta si può ammirare un affresco che rappresenta San Francesco e San Nicola con Maria al centro. Gli interni sono un vero e proprio museo con affreschi, dipinti e statue di grande interesse.

TORRE DELL’OROLOGIO

Altro luogo interessante di Monteleone è la torre dell’orologio, che è una delle tre porte della seconda cinta muraria Fa da ingresso alla Piazza del Mercato e a tutta la parte più antica e centrale del borgo. Inoltre, dalla torre si può godere di un’ottima vista panoramica.

COMPLESSO DI SANTA CATERINA

Altro luogo di grande interesse è il complesso di Santa Caterina, che nacque come convento per le clarisse nel XIV secolo e venne poi abbandonato nel 1866. Gli interni sono ornati da decorazioni rococò e nei locali inferiori si può ancora ammirare la ruota degli esposti, dove venivano lasciati i neonati abbandonati. La pianta è a forma ovoidale ottenuta da quattro triangoli equilateri che si intersecano. Insomma, se si è alla ricerca di un borgo caratteristico, particolare e dall’ottima posizione panoramica: Monteleone è un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Trevi: uno tra i borghi più belli d’Italia https://www.lavoce.it/trevi-uno-tra-i-borghi-piu-belli-ditalia/ Thu, 30 Jul 2020 06:02:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57687

Natura, arte, buon cibo e una posizione ottima: ecco perché Trevi è considerato uno tra i Borghi più belli d’Italia. Trevi è un borgo che sorge tra Foligno e Spoleto. Si trova a 412 m di altitudine su un colle che si affaccia sulla via Flaminia. Già per la posizione merita sicuramente di essere annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, in più custodisce un grande patrimonio artistico e culturale. Inoltre, fa parte dell’Unione di Comuni “Terre dell’Olio e del Sagrantino” per la presenza di molti ulivi nella zona e per l’importante produzione di olio.

STORIA

Trevi nasce in epoca romana lungo la via Flaminia. Successivamente passa sotto il dominio dei Longobardi e poi entra a far parte del Ducato di Spoleto. In seguito, viene annessa allo Stato Pontificio e vi rimane fino quasi al 1860.

COSA VEDERE A TREVI

  • SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME

Merita sicuramente una visita il Santuario della Madonna delle Lacrime, poco fuori Trevi. È così chiamato per la lacrimazione di un dipinto che raffigurava la Madonna. Costruito nel 1487 proprio per ricordare questo miracolo, conserva delle cappelle affrescate dal Perugino e dallo Spagna.
  • LE MURA

Oltre al Santuario, di notevole importanza storica sono le mura romane del borgo che risalgono al I secolo a.C. e le successive mura medioevali. Le mura romane, ancora ben conservate, delimitano il centro abitato. Lungo le mura si aprono diverse porte tra cui Porta San Fabiano e l’Arco del Mostaccio. Porta San Fabiano prende il nome da un’antica Chiesa nelle vicinanze, ormai distrutta. Veniva utilizzata soprattutto da chi andava a lavorare nei campi, essendo la porta più a valle. Aveva anche uno scopo difensivo, visto che era la prima porta che si presentava ad eventuali nemici. L’Arco del Mostaccio fa parte della più antica cinta muraria e venne rimaneggiato intorno al 1200 con l’aggiunta dell’arco ogivale e della bifora. Mentre la sua base in breccione rosa risale all’antica porta di epoca romana.
  • CHIESA DI SAN FRANCESCO

Altro luogo imperdibile a Trevi è la Chiesa di San Francesco con l’annesso complesso museale. La Chiesa è in stile gotico e risale al XIV secolo. È dedicata all’omonimo Santo umbro che visitò e predicò anche a Trevi. La Chiesa ospita il sepolcro di Giacomo Valenti e un organo monumentale cinquecentesco. Il complesso museale è diviso invece in due parti: una pinacoteca e una zona dedicata all’archeologia. Nella pinacoteca si trovano tantissime opere del Duecento e del Trecento e la pala d’altare con l’incoronazione della Vergine realizzata dallo Spagna.
  • PALAZZO LUCARINI

Oltre a diverse Chiese, a Trevi si trovano dei palazzi nobiliari artisticamente interessanti, tra i quali Palazzo Lucarini. Questa dimora prende il nome da una famiglia che lo abitò fino al 1673. Oggi il primo piano del palazzo ospita un Centro di arte contemporanea in cui vengono spesso organizzate delle mostre. Buon cibo, chiese, arte, cultura, un’ottima posizione e la nomina tra i “Borghi più belli d’Italia” sono sicuramente dei validi motivi per passare da Trevi durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Natura, arte, buon cibo e una posizione ottima: ecco perché Trevi è considerato uno tra i Borghi più belli d’Italia. Trevi è un borgo che sorge tra Foligno e Spoleto. Si trova a 412 m di altitudine su un colle che si affaccia sulla via Flaminia. Già per la posizione merita sicuramente di essere annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, in più custodisce un grande patrimonio artistico e culturale. Inoltre, fa parte dell’Unione di Comuni “Terre dell’Olio e del Sagrantino” per la presenza di molti ulivi nella zona e per l’importante produzione di olio.

STORIA

Trevi nasce in epoca romana lungo la via Flaminia. Successivamente passa sotto il dominio dei Longobardi e poi entra a far parte del Ducato di Spoleto. In seguito, viene annessa allo Stato Pontificio e vi rimane fino quasi al 1860.

COSA VEDERE A TREVI

  • SANTUARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME

Merita sicuramente una visita il Santuario della Madonna delle Lacrime, poco fuori Trevi. È così chiamato per la lacrimazione di un dipinto che raffigurava la Madonna. Costruito nel 1487 proprio per ricordare questo miracolo, conserva delle cappelle affrescate dal Perugino e dallo Spagna.
  • LE MURA

Oltre al Santuario, di notevole importanza storica sono le mura romane del borgo che risalgono al I secolo a.C. e le successive mura medioevali. Le mura romane, ancora ben conservate, delimitano il centro abitato. Lungo le mura si aprono diverse porte tra cui Porta San Fabiano e l’Arco del Mostaccio. Porta San Fabiano prende il nome da un’antica Chiesa nelle vicinanze, ormai distrutta. Veniva utilizzata soprattutto da chi andava a lavorare nei campi, essendo la porta più a valle. Aveva anche uno scopo difensivo, visto che era la prima porta che si presentava ad eventuali nemici. L’Arco del Mostaccio fa parte della più antica cinta muraria e venne rimaneggiato intorno al 1200 con l’aggiunta dell’arco ogivale e della bifora. Mentre la sua base in breccione rosa risale all’antica porta di epoca romana.
  • CHIESA DI SAN FRANCESCO

Altro luogo imperdibile a Trevi è la Chiesa di San Francesco con l’annesso complesso museale. La Chiesa è in stile gotico e risale al XIV secolo. È dedicata all’omonimo Santo umbro che visitò e predicò anche a Trevi. La Chiesa ospita il sepolcro di Giacomo Valenti e un organo monumentale cinquecentesco. Il complesso museale è diviso invece in due parti: una pinacoteca e una zona dedicata all’archeologia. Nella pinacoteca si trovano tantissime opere del Duecento e del Trecento e la pala d’altare con l’incoronazione della Vergine realizzata dallo Spagna.
  • PALAZZO LUCARINI

Oltre a diverse Chiese, a Trevi si trovano dei palazzi nobiliari artisticamente interessanti, tra i quali Palazzo Lucarini. Questa dimora prende il nome da una famiglia che lo abitò fino al 1673. Oggi il primo piano del palazzo ospita un Centro di arte contemporanea in cui vengono spesso organizzate delle mostre. Buon cibo, chiese, arte, cultura, un’ottima posizione e la nomina tra i “Borghi più belli d’Italia” sono sicuramente dei validi motivi per passare da Trevi durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Spello: il borgo dei fiori https://www.lavoce.it/spello-il-borgo-dei-fiori/ Wed, 22 Jul 2020 08:21:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57441

Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Spello colpisce per l’Infiorata e i balconi sempre curati

Spello è un piccolo borgo umbro, considerato tra i più belli d’Italia. Le sue stradine strette e gli scorci panoramici sulla campagna circostante colpiscono subito i turisti, ma il simbolo di Spello sono sicuramente i fiori.

SPELLO E I FIORI

  Ogni anno in occasione del Corpus Domini le strade del borgo vengono completamente ricoperte con meravigliosi disegni realizzati a mano con petali colorati. Inoltre, è possibile assistere alla preparazione dell’evento durante la notte, quando artisti e locali lavorano senza sosta. Il risultato finale è sorprendente: più di 1,5 km di fiori e tantissimi turisti. Oltre l’Infiorata, tra giugno e luglio a Spello si svolge la manifestazione “Finestre, Balconi e Vicoli fioriti”, durante la quale ogni famiglia cura e abbellisce il proprio balcone e le proprie finestre. Insomma, a Spello i fiori non mancano mai, ma la primavera è il periodo migliore per godere dei loro profumi e colori.

LA VILLA DEI MOSAICI

Oltre ai fiori, però, Spello ha tanta arte e storia da offrire. Interessante è sicuramente la Villa dei Mosaici di epoca romana, appartenuta probabilmente ad una famiglia facoltosa. È stata scoperta nel 2005 in località Sant’Anna, poco fuori Spello. Le venti stanze principali erano adornate con mosaici raffiguranti figure umane, animali e forme geometriche. Oggi questi mosaici sono visibili nel museo della Villa dei Mosaici, dove vengono ricostruiti anche gli ambienti grazie alla tecnologia 3D.

COSA VEDERE A SPELLO

Spello conserva ancora parte delle mura romane e delle sei porte d’ingresso al borgo. La principale è Porta Venere con le due Torri di Properzio, che sono il simbolo di Spello. Il nome “Venere” deriva dalla presenza di un antico tempio dedicato proprio alla dea Venere, di cui sono stati rinvenuti i resti nelle vicinanze. Per gli appassionati di pittura da non perdere la Pinacoteca Civica, che si trova presso Palazzo dei Canonici e ospita opere di Paolo Vanni e del Pinturicchio. Degne di nota sono anche le Chiese di Spello. All’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore si trova la Cappella Baglioni, che ospita un ciclo di affreschi del Pinturicchio, mentre un’altra opera di Pinturicchio si trova nella Chiesa di Sant’Andrea e raffigura la Madonna col Bambino in trono. L’eredità archeologica di Spello comprende anche una Casa Romana, probabilmente appartenuta alla madre di Vespasiano. L’edificio è visitabile e l’atrio e l’impluvium sono ancora ben riconoscibili. Oltre agli edifici e alle Chiese, una particolarità di Spello è sicuramente l’ottima posizione geografica. Il borgo sorge alle pendici del Monte Subasio e offre un panorama che spazia da Perugia fino a Spoleto passando per tutta la campagna circostante. Insomma, Spello è sicuramente una tappa molto interessante dal punto di vista storico, artistico, culturale e paesaggistico e per gli amanti dei fiori una visita durante l’Infiorata è davvero imperdibile. Sophia Schippa]]>

Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Spello colpisce per l’Infiorata e i balconi sempre curati

Spello è un piccolo borgo umbro, considerato tra i più belli d’Italia. Le sue stradine strette e gli scorci panoramici sulla campagna circostante colpiscono subito i turisti, ma il simbolo di Spello sono sicuramente i fiori.

SPELLO E I FIORI

  Ogni anno in occasione del Corpus Domini le strade del borgo vengono completamente ricoperte con meravigliosi disegni realizzati a mano con petali colorati. Inoltre, è possibile assistere alla preparazione dell’evento durante la notte, quando artisti e locali lavorano senza sosta. Il risultato finale è sorprendente: più di 1,5 km di fiori e tantissimi turisti. Oltre l’Infiorata, tra giugno e luglio a Spello si svolge la manifestazione “Finestre, Balconi e Vicoli fioriti”, durante la quale ogni famiglia cura e abbellisce il proprio balcone e le proprie finestre. Insomma, a Spello i fiori non mancano mai, ma la primavera è il periodo migliore per godere dei loro profumi e colori.

LA VILLA DEI MOSAICI

Oltre ai fiori, però, Spello ha tanta arte e storia da offrire. Interessante è sicuramente la Villa dei Mosaici di epoca romana, appartenuta probabilmente ad una famiglia facoltosa. È stata scoperta nel 2005 in località Sant’Anna, poco fuori Spello. Le venti stanze principali erano adornate con mosaici raffiguranti figure umane, animali e forme geometriche. Oggi questi mosaici sono visibili nel museo della Villa dei Mosaici, dove vengono ricostruiti anche gli ambienti grazie alla tecnologia 3D.

COSA VEDERE A SPELLO

Spello conserva ancora parte delle mura romane e delle sei porte d’ingresso al borgo. La principale è Porta Venere con le due Torri di Properzio, che sono il simbolo di Spello. Il nome “Venere” deriva dalla presenza di un antico tempio dedicato proprio alla dea Venere, di cui sono stati rinvenuti i resti nelle vicinanze. Per gli appassionati di pittura da non perdere la Pinacoteca Civica, che si trova presso Palazzo dei Canonici e ospita opere di Paolo Vanni e del Pinturicchio. Degne di nota sono anche le Chiese di Spello. All’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore si trova la Cappella Baglioni, che ospita un ciclo di affreschi del Pinturicchio, mentre un’altra opera di Pinturicchio si trova nella Chiesa di Sant’Andrea e raffigura la Madonna col Bambino in trono. L’eredità archeologica di Spello comprende anche una Casa Romana, probabilmente appartenuta alla madre di Vespasiano. L’edificio è visitabile e l’atrio e l’impluvium sono ancora ben riconoscibili. Oltre agli edifici e alle Chiese, una particolarità di Spello è sicuramente l’ottima posizione geografica. Il borgo sorge alle pendici del Monte Subasio e offre un panorama che spazia da Perugia fino a Spoleto passando per tutta la campagna circostante. Insomma, Spello è sicuramente una tappa molto interessante dal punto di vista storico, artistico, culturale e paesaggistico e per gli amanti dei fiori una visita durante l’Infiorata è davvero imperdibile. Sophia Schippa]]>
Montefalco: angolo umbro annoverato tra i Borghi più belli d’Italia https://www.lavoce.it/montefalco-angolo-umbro-annoverato-tra-i-borghi-piu-belli-ditalia/ Thu, 16 Jul 2020 07:42:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57419

Arte, cultura, un’ottima posizione e buon vino, ecco perché Montefalco merita sicuramente una visita

Montefalco è uno tra i più bei borghi umbri, non a caso annoverato tra i "Borghi più belli d’Italia". Si trova su un colle a circa 470 m d’altitudine, tra le valli del Clitunno, del Topino e del Tevere. Proprio per la sua ottima posizione è soprannominato la “Ringhiera dell’Umbria” e offre una visuale che spazia da Perugia fino a Spoleto. L’arte e l’enologia sono sicuramente due chicche di Montefalco.

COMPLESSO MUSEALE DI SAN FRANCESCO

Da non perdere è il complesso museale di San Francesco che è formato dalla Chiesa dedicata al Santo, dalla pinacoteca, dal Museo Lapidario, dalle Cantine dei Frati e da uno spazio per mostre temporanee. La Chiesa risale al XIV secolo e contiene affreschi molto interessanti datati XIV-XVI secolo, come le storie della vita di San Francesco dipinte da Benozzo Gozzoli e una Natività opera del Perugino. La pinacoteca è composta da quattro sale che custodiscono opere dal XV al XVII secolo, molte delle quali provengono da corporazioni religiose presenti in passato. Tra le varie opere ci sono anche quelle dell’artista montefalchese Francesco Melanzio. Il Museo Lapidario contiene invece diverse statue, tra cui una romana di Ercole molto bella e ben conservata. Le Cantine dei Frati sono state scoperte durante i lavori di ampliamento dei sotterranei. Costruite tra il 1400 e il 1600, sono formate da tre stanze che contengono vasche in muratura per raccogliere e pigiare l’uva e per conservare il mosto. Oggi le sale contengono un’esposizione di attrezzi come torchi e altri utensili risalenti al XVIII-XIX secolo.

SAGRANTINO DI MONTEFALCO

Il prodotto sicuramente più conosciuto e rinomato di Montefalco è il suo vino: il Sagrantino, nelle varietà secco e passito. Sono vini DOCG. Il Sagrantino secco è di un rosso rubino intenso, è molto corposo e ha una grande longevità. Il Sagrantino passito si ottiene dalle stesse uve del Sagrantino secco, che però vengono sottoposte ad un processo di appassimento. Il mosto viene fatto fermentare con le bucce e si ottiene un vino perfetto per accompagnare dolci, soprattutto alcuni dolci tipici, come “la n’tòrta” fatto con mele, frutta secca, noci e pinoli. Numerosissimi sono i ristoranti e i locali in centro dove poter degustare o anche acquistare le pregiate bottiglie locali.

OLIO

A Montefalco però si produce anche un ottimo olio, che ha ricevuto la denominazione DOP ed è considerato tra i più pregiati dell’Umbria. Un olio corposo dal sapore intenso e fruttato, che viene prodotto ormai da secoli con una grande cura durante tutto il processo di lavorazione. Insomma, Montefalco è sicuramente un meraviglioso borgo per l’ottima posizione panoramica e per l’arte che ospita, ma anche per i prodotti meravigliosi che il territorio offre, vere e proprie primizie umbre. Per un week-end o una visita all’insegna di arte, bei paesaggi, vino e buona cucina: Montefalco è sicuramente la scelta giusta. Sophia Schippa Alcune delle foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Arte, cultura, un’ottima posizione e buon vino, ecco perché Montefalco merita sicuramente una visita

Montefalco è uno tra i più bei borghi umbri, non a caso annoverato tra i "Borghi più belli d’Italia". Si trova su un colle a circa 470 m d’altitudine, tra le valli del Clitunno, del Topino e del Tevere. Proprio per la sua ottima posizione è soprannominato la “Ringhiera dell’Umbria” e offre una visuale che spazia da Perugia fino a Spoleto. L’arte e l’enologia sono sicuramente due chicche di Montefalco.

COMPLESSO MUSEALE DI SAN FRANCESCO

Da non perdere è il complesso museale di San Francesco che è formato dalla Chiesa dedicata al Santo, dalla pinacoteca, dal Museo Lapidario, dalle Cantine dei Frati e da uno spazio per mostre temporanee. La Chiesa risale al XIV secolo e contiene affreschi molto interessanti datati XIV-XVI secolo, come le storie della vita di San Francesco dipinte da Benozzo Gozzoli e una Natività opera del Perugino. La pinacoteca è composta da quattro sale che custodiscono opere dal XV al XVII secolo, molte delle quali provengono da corporazioni religiose presenti in passato. Tra le varie opere ci sono anche quelle dell’artista montefalchese Francesco Melanzio. Il Museo Lapidario contiene invece diverse statue, tra cui una romana di Ercole molto bella e ben conservata. Le Cantine dei Frati sono state scoperte durante i lavori di ampliamento dei sotterranei. Costruite tra il 1400 e il 1600, sono formate da tre stanze che contengono vasche in muratura per raccogliere e pigiare l’uva e per conservare il mosto. Oggi le sale contengono un’esposizione di attrezzi come torchi e altri utensili risalenti al XVIII-XIX secolo.

SAGRANTINO DI MONTEFALCO

Il prodotto sicuramente più conosciuto e rinomato di Montefalco è il suo vino: il Sagrantino, nelle varietà secco e passito. Sono vini DOCG. Il Sagrantino secco è di un rosso rubino intenso, è molto corposo e ha una grande longevità. Il Sagrantino passito si ottiene dalle stesse uve del Sagrantino secco, che però vengono sottoposte ad un processo di appassimento. Il mosto viene fatto fermentare con le bucce e si ottiene un vino perfetto per accompagnare dolci, soprattutto alcuni dolci tipici, come “la n’tòrta” fatto con mele, frutta secca, noci e pinoli. Numerosissimi sono i ristoranti e i locali in centro dove poter degustare o anche acquistare le pregiate bottiglie locali.

OLIO

A Montefalco però si produce anche un ottimo olio, che ha ricevuto la denominazione DOP ed è considerato tra i più pregiati dell’Umbria. Un olio corposo dal sapore intenso e fruttato, che viene prodotto ormai da secoli con una grande cura durante tutto il processo di lavorazione. Insomma, Montefalco è sicuramente un meraviglioso borgo per l’ottima posizione panoramica e per l’arte che ospita, ma anche per i prodotti meravigliosi che il territorio offre, vere e proprie primizie umbre. Per un week-end o una visita all’insegna di arte, bei paesaggi, vino e buona cucina: Montefalco è sicuramente la scelta giusta. Sophia Schippa Alcune delle foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Notti di musica e amore: il programma degli eventi in Umbria https://www.lavoce.it/notti-musica-amore-programma-degli-eventi-umbria/ Fri, 22 Jun 2018 11:16:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52151

Un programma molto romantico quello d’inizio estate in Umbria. Musica al tramonto sul lago, passeggiate lungo sentieri naturali e mostre fotografiche.

SPOLETO

Festival 2Mondi Dal 29 giugno al 15 luglio Spoleto ospita il Festival dei 2Mondi, 17 giorni di grandi eventi tra spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e tantissimi ospiti. La 61esima edizione si inaugura con la nuova produzione del Minotauro, opera lirica in 10 quadri, commissionata alla compositrice Silvia Colasanti. È una produzione del Festival anche l’oratorio drammatico Jeanne d’Arc au Bûcher di Arthur Honegger e Paul Claudel, che chiude la manifestazione in Piazza Duomo e che avrà come protagonista il premio oscar Marion Cotillard. La danza è rappresentata dai coreografi Lucinda Childs, Jean-Claude Gallotta e John Neumeier. Alla sezione Teatro, partecipano, fra gli altri Corrado Augias, Alessandro Baricco, Victoria Chaplin Thierrée e Aurélia Thierrée, Rezo Gabriadze, Marco Tullio Giordana, Manuela Kustermann, Silvio Orlando, Ugo Pagliai, Letizia Renzini, Daniele Salvo. Per info: www.festivaldispoleto.com

MUSICA

Trasimeno music festival Si svolgerà dal 29 giugno al 5 luglio la quattordicesima edizione del Trasimeno Music Festival. L’appuntamento come ogni anno, offrirà al pubblico una serie di eventi musicali unici e diversi ogni sera, con protagonisti grandi interpreti della musica classica e giovani musicisti di talento, che si esibiranno seguendo un programma elegante e variegato: da Mozart a Beethoven, da Bach a Schubert. Il festival, nato da un’idea della pianista canadese Angela Hewitt, si terrà nei più suggestivi e affascinanti luoghi dell’Umbria: il Castello del Sovrano Militare Ordine di Malta e il Borgo di San Savino a Magione, la basilica di San Pietro di Perugia e il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio. Il programma su www.trasimenomusicfestival.com

BORGHI

Notte romantica Anche l’Umbria partecipa a “La Notte Romantica dei Borghi più Belli d’Italia” per festeggiare, sabato 23 giugno, l’amore in tutte le sue forme, ma anche l’arrivo del solstizio d’estate. Nelle piazze, nei vicoli e nei palazzi dei quasi 200 borghi aderenti all’iniziativa tanti gli appuntamenti in programma: un’occasione unica per ammirarne non solo l’inestimabile patrimonio storico, artistico e culturale ma anche gli angoli suggestivi, i paesaggi incontaminati, la filosofia del buon vivere e le prelibatezze enogastronomiche. Cene a lume di candela con menù a tema pensati per l’occasione, musica, visite guidate, mostre ed esposizioni fino a mezzanotte, quando la serata culminerà con il lancio di migliaia di palloncini nel cielo. Una notte magica che sarà l’occasione per appassionati e innamorati di celebrare la bellezza dei Borghi d’Italia. Per maggiori informazioni: http://borghipiubelliditalia.it/

ITINERARI

I sentieri del Perugino Ha preso avvio il 13 giugno il progetto di Anci Umbria “I sentieri del Perugino nelle terre del marchese” che prevede camminate immersi nella natura e tra borghi medievali ricchi di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche. Un’iniziativa a cui hanno collaborato i quattro Comuni di Città della Pieve, Paciano, Panicale e Piegaro e che punta a valorizzare e promuovere in sinergia le Terre del Perugino offrendo a cittadini e turisti un pacchetto di 5 percorsi “dotati di tutti i servizi, ben curati e segnalati”, che formano un anello irregolare lungo complessivamente circa 100 chilometri. L’idea che sta alla base è quella di puntare sul turismo esperienziale che ormai muove la domanda e i mercati turistici; in particolare con il prodotto ‘cammini’ che sono fruibili tutto l’anno e sono la grande novità inserita nel Piano strategico nazionale volto a valorizzare i piccoli borghi”. Il progetto prevede un diretto coinvolgimento delle strutture ricettive e ristorative adiacenti ai 5 itinerari e di alcune associazioni locali ambientaliste e di camminatori come ‘L’olivo e la ginestra’, ‘Il riccio’, ‘Tavernelle cammina’ e ‘Anello del fiume d’oro’. Gli itinerari sono così strutturati: da Città della Pieve a Paciano e Panicale (19 km), da Panicale a Fontignano (21 km), da Fontignano a Castiglion Fosco (20 km), da Castiglione Fosco a Piegaro (21 km) e da Piegaro a Città della Pieve (21 km).

ISOLA MAGGIORE

Moon in june Il 22-23-24 giugno all’ Isola maggiore (Lago Trasimeno) si tiene “Moon in june” con i consueti concerti al tramonto. Il programma di quest’anno prende il via venerdì 22 alle 18.45 al Campo del Sole di Tuoro con “Fields conduction”, concerto di una piccola orchestra che dà vita ad oggetti elettronici riciclati e reinventati. Tra gli altri eventi di questa edizione poi “Le luci della centrale elettrica” progetto artistico/musicale di Vasco Brondi che proporrà l’originale spettacolo “Terra spirituale e tecnologica”.

GALLERIA NAZIONALE

Le fotografie di Guido Harari Dal 29 giugno al 26 agosto 2018 la mostra Le fotografie di Guido Harari sarà presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. L’esposizione, dal titolo Wall of Sound, presenta un centinaio di immagini di uno dei maggiori fotografi contemporanei di musica. La rassegna rientra nel programma “Jazz goes to the Museum” che porterà una serie di concerti nella sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria. Attraverso oltre 100 fotografie, la mostra presenta un’ampia panoramica del lavoro di un autore che, in più di quarant’anni di attività, ha immortalato autori del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela e tanti altri.

ORVIETO

Tango festival Nella Città della Rupe, da venerdì 29 giugno a domenica primo luglio tre giorni di tango, teatro e grande spettacolo. Il programma della manifestazione propone show e milonghe, ma anche incontri di studio con maestri internazionali e seminari. L’evento, che si svolgerà tra palazzo Capitano del popolo e piazza del Duomo, vedrà tra i protagonisti anche i campioni italiani di tango da pista 2018, Riccardo Pagni e Giulia del Porro, che si esibiranno, in piazza del Duomo, durante la serata conclusiva. Pe info: www.orvietotangofestival.it]]>

Un programma molto romantico quello d’inizio estate in Umbria. Musica al tramonto sul lago, passeggiate lungo sentieri naturali e mostre fotografiche.

SPOLETO

Festival 2Mondi Dal 29 giugno al 15 luglio Spoleto ospita il Festival dei 2Mondi, 17 giorni di grandi eventi tra spettacoli di opera, musica, teatro e danza, mostre, appuntamenti cinematografici e tantissimi ospiti. La 61esima edizione si inaugura con la nuova produzione del Minotauro, opera lirica in 10 quadri, commissionata alla compositrice Silvia Colasanti. È una produzione del Festival anche l’oratorio drammatico Jeanne d’Arc au Bûcher di Arthur Honegger e Paul Claudel, che chiude la manifestazione in Piazza Duomo e che avrà come protagonista il premio oscar Marion Cotillard. La danza è rappresentata dai coreografi Lucinda Childs, Jean-Claude Gallotta e John Neumeier. Alla sezione Teatro, partecipano, fra gli altri Corrado Augias, Alessandro Baricco, Victoria Chaplin Thierrée e Aurélia Thierrée, Rezo Gabriadze, Marco Tullio Giordana, Manuela Kustermann, Silvio Orlando, Ugo Pagliai, Letizia Renzini, Daniele Salvo. Per info: www.festivaldispoleto.com

MUSICA

Trasimeno music festival Si svolgerà dal 29 giugno al 5 luglio la quattordicesima edizione del Trasimeno Music Festival. L’appuntamento come ogni anno, offrirà al pubblico una serie di eventi musicali unici e diversi ogni sera, con protagonisti grandi interpreti della musica classica e giovani musicisti di talento, che si esibiranno seguendo un programma elegante e variegato: da Mozart a Beethoven, da Bach a Schubert. Il festival, nato da un’idea della pianista canadese Angela Hewitt, si terrà nei più suggestivi e affascinanti luoghi dell’Umbria: il Castello del Sovrano Militare Ordine di Malta e il Borgo di San Savino a Magione, la basilica di San Pietro di Perugia e il Teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio. Il programma su www.trasimenomusicfestival.com

BORGHI

Notte romantica Anche l’Umbria partecipa a “La Notte Romantica dei Borghi più Belli d’Italia” per festeggiare, sabato 23 giugno, l’amore in tutte le sue forme, ma anche l’arrivo del solstizio d’estate. Nelle piazze, nei vicoli e nei palazzi dei quasi 200 borghi aderenti all’iniziativa tanti gli appuntamenti in programma: un’occasione unica per ammirarne non solo l’inestimabile patrimonio storico, artistico e culturale ma anche gli angoli suggestivi, i paesaggi incontaminati, la filosofia del buon vivere e le prelibatezze enogastronomiche. Cene a lume di candela con menù a tema pensati per l’occasione, musica, visite guidate, mostre ed esposizioni fino a mezzanotte, quando la serata culminerà con il lancio di migliaia di palloncini nel cielo. Una notte magica che sarà l’occasione per appassionati e innamorati di celebrare la bellezza dei Borghi d’Italia. Per maggiori informazioni: http://borghipiubelliditalia.it/

ITINERARI

I sentieri del Perugino Ha preso avvio il 13 giugno il progetto di Anci Umbria “I sentieri del Perugino nelle terre del marchese” che prevede camminate immersi nella natura e tra borghi medievali ricchi di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche. Un’iniziativa a cui hanno collaborato i quattro Comuni di Città della Pieve, Paciano, Panicale e Piegaro e che punta a valorizzare e promuovere in sinergia le Terre del Perugino offrendo a cittadini e turisti un pacchetto di 5 percorsi “dotati di tutti i servizi, ben curati e segnalati”, che formano un anello irregolare lungo complessivamente circa 100 chilometri. L’idea che sta alla base è quella di puntare sul turismo esperienziale che ormai muove la domanda e i mercati turistici; in particolare con il prodotto ‘cammini’ che sono fruibili tutto l’anno e sono la grande novità inserita nel Piano strategico nazionale volto a valorizzare i piccoli borghi”. Il progetto prevede un diretto coinvolgimento delle strutture ricettive e ristorative adiacenti ai 5 itinerari e di alcune associazioni locali ambientaliste e di camminatori come ‘L’olivo e la ginestra’, ‘Il riccio’, ‘Tavernelle cammina’ e ‘Anello del fiume d’oro’. Gli itinerari sono così strutturati: da Città della Pieve a Paciano e Panicale (19 km), da Panicale a Fontignano (21 km), da Fontignano a Castiglion Fosco (20 km), da Castiglione Fosco a Piegaro (21 km) e da Piegaro a Città della Pieve (21 km).

ISOLA MAGGIORE

Moon in june Il 22-23-24 giugno all’ Isola maggiore (Lago Trasimeno) si tiene “Moon in june” con i consueti concerti al tramonto. Il programma di quest’anno prende il via venerdì 22 alle 18.45 al Campo del Sole di Tuoro con “Fields conduction”, concerto di una piccola orchestra che dà vita ad oggetti elettronici riciclati e reinventati. Tra gli altri eventi di questa edizione poi “Le luci della centrale elettrica” progetto artistico/musicale di Vasco Brondi che proporrà l’originale spettacolo “Terra spirituale e tecnologica”.

GALLERIA NAZIONALE

Le fotografie di Guido Harari Dal 29 giugno al 26 agosto 2018 la mostra Le fotografie di Guido Harari sarà presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. L’esposizione, dal titolo Wall of Sound, presenta un centinaio di immagini di uno dei maggiori fotografi contemporanei di musica. La rassegna rientra nel programma “Jazz goes to the Museum” che porterà una serie di concerti nella sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria. Attraverso oltre 100 fotografie, la mostra presenta un’ampia panoramica del lavoro di un autore che, in più di quarant’anni di attività, ha immortalato autori del calibro di Fabrizio De André, di cui è stato uno dei fotografi personali, Lou Reed, Giorgio Gaber, Bob Dylan, Vinicio Capossela e tanti altri.

ORVIETO

Tango festival Nella Città della Rupe, da venerdì 29 giugno a domenica primo luglio tre giorni di tango, teatro e grande spettacolo. Il programma della manifestazione propone show e milonghe, ma anche incontri di studio con maestri internazionali e seminari. L’evento, che si svolgerà tra palazzo Capitano del popolo e piazza del Duomo, vedrà tra i protagonisti anche i campioni italiani di tango da pista 2018, Riccardo Pagni e Giulia del Porro, che si esibiranno, in piazza del Duomo, durante la serata conclusiva. Pe info: www.orvietotangofestival.it]]>
Citerna. Un capolavoro d’arte e di vita comunitaria https://www.lavoce.it/un-capolavoro-darte-e-di-vita-comunitaria/ Fri, 17 Mar 2017 09:00:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48797 CiternaLa parrocchia di Citerna abbraccia dall’alto del paese l’intera valle del Tevere. La bellezza del luogo e l’immensità degli spazi che si possono ammirare innalza l’anima così vicina al cielo che sembra quasi di afferrarlo. Citerna è un antico borgo medievale, ultimo paese dell’Umbria al confine con la Toscana; l’incanto paesaggistico si fonde con le meraviglie artistiche che si concentrano all’interno del paese.

È inserita nel Cammino francescano poiché la tradizione attesta che lo stesso Francesco di Assisi per due volte si fermò qui, scendendo dal sacro monte della Verna. Chiese e monasteri sono lo scrigno al cui interno sono conservate preziose opere d’arte. Artisti famosi come Raffaellin del Colle, Luca Signorelli, Pomarancio, Luca della Robbia e Donatello arricchiscono notevolmente il piccolo centro donandole visibilità e importanza, fino a essere inserita tra i Borghi più belli d’Italia.

La Madonna di Donatello

Tra le opere d’arte spicca per importanza e delicata bellezza la Madonna in terracotta dell’artista rinascimentale Donatello, capolavoro scoperto alcuni anni fa e restaurato a Firenze presso l’Opificio delle pietre dure. Un’immagine che non solo incanta per la maestria con cui è stata realizzata, ma soprattutto per la forza spirituale che emana. Il volto della Vergine, dolcissimo e malinconico, e quello del Bambino, impaurito ma deciso, ci permettono di contemplare il momento in cui il vecchio Simeone profetizza la sorte dolorosa che sarà riservata a Gesù.

Delle bellezze di Citerna i sui abitanti sono la parte più preziosa: una piccola parrocchia ma con pietre vive che ne costituiscono l’anima profonda. La messa domenicale è il luogo privilegiato per la comunione fraterna. Spostare il catechismo dei bambini dal sabato alla domenica mattina è stato il modo concreto per arrivare in un modo più diretto alle famiglie, che hanno accolto la proposta per ritrovarsi poi con i loro figli nella partecipazione all’eucarestia. La messa domenicale è diventata anche il luogo della catechesi “privilegiata”, dove viene sempre rivolto un pensiero ai piccoli e uno agli adulti.

La “chiesa è la casa” e, come casa, tutti devono sentirla propria. È nato così un bel coro parrocchiale che offre il suo servizio in ogni celebrazione.

Tradizioni antiche come la processione del Cristo morto, la festa di san Michele arcangelo, patrono della parrocchia, la bella infiorata per il Corpus Domini e nuovi appuntamenti religiosi come la “festa della Luce” il 31 ottobre e la memoria di santa Teresa di Calcutta rendono questo piccolo fazzoletto di terra profondamente ancorato a radici cristiane. La “festa della Luce” è diventato l’evento simbolo di Citerna: dal primo pomeriggio fino a sera tarda il paese è avvolto da un’atmosfera mistica che richiama un grande afflusso di persone – circa 5.000 nell’ultima edizione – soprattutto famiglie con bambini. Spettacoli itineranti, laboratori per i piu piccoli con tematiche religiose, adorazione eucaristica continua, confessioni e quant’altro arricchiscono il piccolo borgo rendendolo “luce sul monte”.

Impegno missionario

Accanto all’impegno pastorale sul luogo, ho cercato di aprire la parrocchia a un impegno missionario, in particolare con la Repubblica democratica del Congo. Alcune iniziative, adozioni a distanza, permettono di allargare gli orizzonti oltre la parrocchia per aprirsi verso un orizzonte più vasto.

Nominato parroco di Citerna nel 2004, vivo stabilmente in un santuario poco fuori il paese dedicato alla Madonna del Carmine, chiamata “Madonna di Greppalto”. Qui, assieme a una coppia di sposi e a un giovane (ora prete della diocesi: don David), ho iniziato un’esperienza comunitaria di accoglienza e preghiera totalmente inserita nella vita parrocchiale. Le porte della casa si sono immediatamente spalancate, e la prima persona a essere accolta è stata un barbone di strada, “Emmedi”.

Questa esperienza di vita semplice ha cominciato ad attirare altre persone desiderose di impegnarsi nello stesso stile di vita… tanti, tanti fratelli e sorelle bisognosi di avere una casa e un po’ di affetto. Giovani, donne, uomini schiacciati da varie dipendenze e colpiti da ogni tipo di dramma. Con il passare del tempo questo stile di vita si è modellato sempre più, fino ad avere una sua specifica struttura e sotto la guida del Vescovo ha assunto il nome di “Famiglia della carità” e il riconoscimento diocesano ad experimentum. I parrocchiani, dopo un primo momento di perplessità, hanno poi accolto largamente questa esperienza.

Preghiera e carità

La parrocchia ha anche la grazia di avere due comunità religiose: le suore Francescane di Santa Elisabetta e le monache Benedettine. I due conventi, inseriti pienamente nella vita della parrocchia, offrono le loro specificità, donandosi per i tanti servizi necessari.

Catechesi nei “tempi forti” dell’anno, lectio divina con le Benedettine, incontri settimanali di preghiera e adorazione, momenti di incontro per i giovani alternano la vita ordinaria della parrocchia.

Anche la carità è particolarmente sentita e vissuta come una priorità pastorale. Il servizio offerto alla casa di riposo – prima gestita dalle Francescane, oggi dalla cooperativa San Michele – danno uno slancio concreto alla preghiera vissuta in ginocchio.

La presenza della casa di riposo e della Famiglia della carità, luoghi dove il servizio a tempo pieno verso i più poveri diventa concreto, è una ricchezza grande per la parrocchia. La carità non permette all’abitudine di rallentare o fermare la corsa, ma ci mantiene in un movimento continuo… ci spinge incontro a Colui che ci ripete: “Lo avete fatto a me”.

L’Unità pastorale

Non posso parlare di Citerna senza fare un cenno all’Unità pastorale della quale questa mia parrocchia fa parte. Quattro paesi uniti in questa esperienza: Citerna, Pistrino, Fighille e Lippiano, chiamati a vivere insieme il cammino dell’unità. Non è facile vivere questo perché ognuno è chiamato a lasciare qualche cosa del suo per fare spazio pieno all’altro: ci stiamo impegnando – anche se con fatica – noi preti, assieme al Consiglio pastorale formato da laici e religiosi. Esperienze condivise come il Centro di ascolto, per far fronte alle varie povertà del territorio, campeggi estivi per giovani e famiglie, Grest e alcune celebrazioni religiose ci permettono di sentirci “un cuor solo e un’anima sola”.

Da qualche anno sono anche parroco di Fighille, paese del Comune di Citerna in cui si trova un importante santuario mariano, la Madonna di Petriolo, luogo in cui si ricorda un’apparizione di Maria a una povera pastorella. Il santuario è in un punto di confine tra l’Umbria e la Toscana, raccoglie tanti pellegrini e sta diventando il cuore della preghiera in particolare per le famiglie dell’intera Unità pastorale.

Nella parrocchia di Fighille ancora vive il parroco precedente, don Giuseppe, con il quale cerchiamo di unire in una sola pastorale le due parrocchie, pur mantenendone la loro originalità. Il desiderio sempre più grande è realizzare pienamente un cammino di comunione e di unità “affinché il mondo creda”.

Io, don Giuseppe, il diacono Giuseppe, la Famiglia della carità, le comunità religiose, con i laici impegnati, cerchiamo di realizzare il desiderio di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” nella corsa incontro a ogni fratello e sorella, pieni di gioia perché “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

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Quando si è meno di 5.000 https://www.lavoce.it/quando-si-e-meno-di-5-000/ Thu, 08 May 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6640 Domenica 11 maggio torna ‘Voler bene all’Italia’, festa nazionale della piccola-grande Italia, campagna ideata da Legambiente, posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. In Umbria gode del patrocinio della Provincia di Perugia. Giunta alla quinta edizione, l’iniziativa è divenuta un momento importante di raccolta di voci ed esperienze dell’Italia ‘minore’. Perché sui piccoli Comuni e sulle loro reali potenzialità non sappiamo ancora molto. In verità, sappiamo che sono piccoli e basta. Anche in Umbria, a rendere difficoltosa la loro esistenza al tempo della globalizzazione è il vento del campanilismo che ancora soffia troppo forte. Lo Stato centrale taglia loro fondi in continuazione, per spingerli ad accorpare determinati servizi al cittadino. I loro amministratori non possono più aumentare la fiscalità locale. Il governo Prodi aveva già eliminato l’Ici per le fasce deboli e, adesso, il governo Berlusconi sembra orientato a ‘finire il lavoro’. Ma per i sindaci dei piccoli Comuni già la diminuzione dell’Ici voluta da Prodi è stata un dramma. Che li ha spinti ad aumentare altre tasse, come quella sullo smaltimento rifiuti. O, peggio, ad affidare i soldi delle nostre tasse alla famigerata ‘finanza creativa’. Con danni irreparabili, specie in provincia di Terni. Meno di 5000 residenti? Sei un piccolo ComunePer ‘piccoli Comuni’ si intendono quelli con una popolazione inferiore ai 5.000 residenti. In Umbria sono 63, pari al 68 per cento dei 92 Comuni della regione. La loro popolazione residente è di 137.392 persone, pari al 17 per cento della popolazione regionale. Sopravviveranno? O molti di essi spariranno, perché enti inutili in quanto troppo costosi, esattamente come alcuni vorrebbero per le Comunità montane e le Province? E come si vive e si vivrà in essi? Ci risponde il coordinatore regionale Anci dei piccoli Comuni dell’Umbria, Mauro Paci, che è anche sindaco di San Gemini (Terni). ‘È decisivo – afferma – accorpare, associare e unire tutto quello che si può. Ad esempio, a San Gemini facciamo il servizio della raccolta differenziata insieme a Massa Martana, Acquasparta e Montecastrilli. L’abbiamo affidata ad un comune gestore, l’Ipic, e otteniamo risultati lusinghieri: con meno spese siamo ben sopra il 40 per cento di raccolta. A San Gemini siamo al 49,66 per cento’. Piccolo, almeno in questo caso, è bello. Ma l’energia è un altro dei grandi problemi. ‘Ogni sindaco – racconta Paci – si fa il suo impiantino solare, fotovoltaico, prova ad acquistare quote di energia al prezzo migliore, stock di nuove lampade a risparmio energetico. L’energia è un problema, ma ognuno lo affronta come può o come vuole. Mentre fare impianti fotovoltaici di un ettaro o più, realizzati insieme per abbattere i costi, ci avvantaggerebbe tutti. Ma non si fa’. Così piccolo da certificare Si vuole che i piccoli Comuni facciano rete per promuovere i propri territori, ma anche per essere economicamente più competitivi. ‘La natura, la qualità dell’aria, l’andamento lento della vita nei piccoli Comuni – afferma il coordinatore regionale Paci – è la loro stessa forza, al pari dei loro piccoli tesori artistici e culturali. Un patrimonio che prima va conservato e poi protetto con le certificazioni’. I piccoli Comuni offrono prodotti come il sagrantino, l’olio umbro e le lenticchie di Castelluccio. ‘Per questo – sottolinea Paci – sono importanti i riconoscimenti come quello di Città slow (letteralmente: città ‘lenta’, ossia dove la vita scorre a misura d’uomo), l’essere all’interno di circuiti turistici quali i Borghi più belli d’Italia, e avere ottenuto l’Emas, ossia la certificazione europea di qualità ambientale’. Una scommessa, certo: anche perché, certificati o no, lo sviluppo della soft economy dei piccoli Comuni dell’Umbria sembra ancora tutta da inventare. Le iniziative ‘Voler bene’ in UmbriaAlla festa di ‘Voler bene all’Italia – Umbria 2008’ hanno aderito in oltre 40. Molti i Comuni, più qualche scuola e associazione di volontariato. In 21 Comuni umbri sono previste delle iniziative. Le principali si svolgeranno domenica 11 maggio a Massa Martana (due treni Fcu partiranno da Perugia e Terni alla volta di Massa Martana per visitare l’antica via Flaminia e il borgo-castello dell’anno Mille) e a Sant’Anatolia di Narco (prima edizione di Umbria Fly Fishing Festival, con la partecipazione di campioni della pesca ‘a mosca’, anche nel giorno di sabato 10 maggio). Eventi minori si terranno ad Alviano, Baschi, Bevagna, Campello sul Clitunno, Cannara, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Collazzone, Costacciaro, Lisciano Niccone, Lugnano in Teverina, Montecchio, Monteleone di Spoleto, Paciano, Otricoli, San Venanzo, Tuoro sul Trasimeno e Giove. A carattere regionale è in corso la campagna ‘A misura di regione’ promossa insieme a Marche e Lombardia per la raccolta delle batterie al piombo esauste. Questa edizione di ‘Voler bene all’Italia’ è particolarmente incentrata sul tema della mobilità: in Umbria si andrà alla riscoperta del ruolo della ferrovia – con il progetto ‘Ferrovie dimenticate’ – per conservare la memoria delle rotaie non più utilizzate, come quelle della Spoleto-Norcia e delle gole del Nera a Narni.

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Anghiari, tra i cento borghi più belli d’Italia https://www.lavoce.it/anghiari-tra-i-cento-borghi-piu-belli-ditalia/ Fri, 03 Dec 2004 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4181 Superato da pochi chilometri il confine tra l’Umbria e la Toscana, il paese di Anghiari accoglie il visitatore dall’alto del colle sul quale, da quasi mille anni, sorge il paese, recentemente inserito nell’elenco dei cento borghi più belli d’Italia. Tra i comuni della parte toscana dell’Alta Valle del Tevere, di per sé strettamente legata all’Umbria e alla Romagna, Anghiari è quello più “aretino”, avendo da sempre legato la sua storia a quella di Arezzo. Questo elemento si avverte anche nel carattere e nella parlata della gente del posto. Il paese è nato nell’XI secolo attorno all’abbazia camaldolese di San Bartolomeo, e per secoli il priore della comunità monastica è anche a capo della comunità civile. Negli anni ’30 del XIV secolo ne sono signori i Tarlati di Arezzo e nel 1384, conquistata Arezzo dai fiorentini, anche Anghiari entra a far parte delle terre di Firenze. L’evento più noto della storia paesana risale al 29 giugno 1440, quando sotto le mura di Anghiari si combatte la battaglia tra l’esercito fiorentino e quello milanese: è la nota “battaglia di Anghiari”, ricordata sarcasticamente dal Machiavelli come inutile, ma resa celebre da Leonardo da Vinci con un affresco in Palazzo Vecchio a Firenze (oggi perduto). Il ricordo di questa battaglia è ancora percepito come uno dei momenti più epici della storia locale, tanto che nell’anno 2000 il Comune ha istituito il “Museo della battaglia”, visitato annualmente da migliaia di turisti. Un altro celebre episodio della storia anghiarese racconta delle contese con la vicina Sansepolcro, durante le quali i Borghesi (cioè quelli di Borgo Sansepolcro) trafugarono il catorcio di una delle porte di Anghiari. L’episodio, dal sapore aneddotico, ha ispirato il poeta Federigo Nomi, che nel XVII secolo ha dedicato a esso il suo poema eroicomico Il catorcio d’Anghiari (sul tipo della più nota Secchia rapita del Tassotti). Nel centro storico, poi, si possono visitare l’antica badia di San Bartolomeo, la chiesa della propositura e l’antico convento dei frati Minori con la chiesa di Santa Croce. Meritevoli di una visita sono il Museo nazionale di Palazzo Taglieschi e il Museo della Misericordia, allestito nel 1975 dalla Confraternita di Misericordia nei locali dell’antica sede. Si tratta dell’unico museo di questo genere in Italia, ricco di documenti e di cimeli sulla storia di questo antico sodalizio caritativo. Dal belvedere nella parte alta del paese, dal giardino pubblico detto “Campo alla Fiera”, si ammira il suggestivo panorama dell’Alta Valle del Tevere, con La Verna e Caprese Michelangelo a nord e il crinale dell’Appennino e la pianura tra Sansepolcro e Città di Castello di fronte. Ogni stagione dell’anno è buona per visitare Anghiari, e degustare le specialità stagionali in uno dei molti, e rinomati, ristoranti. In primavera, poi, tra il 25 aprile e il 1’maggio, nei fondi del centro storico si tiene la mostra mercato dell’artigianato della Valtiberina, che dal 1976 raccoglie il meglio della produzione artigianale locale. Info utiliComune di Anghiari Ufficio turistico, 0575749279 Museo di Palazzo Taglieschi, 0575788001 Museo della Misericordia, 0575789577 Pro Loco di Anghiari, 0575749279

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Come è bello passeggiar tra i ‘Borghi più belli d’Italia’ https://www.lavoce.it/come-e-bello-passeggiar-tra-i-borghi-piu-belli-ditalia/ Fri, 01 Aug 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3310 Vallo di Nera è entrato nel Club dei ‘Borghi più belli d’Italia’. Ne dà notizia una nota del Comune in cui si esprime grande soddisfazione perchè ‘il circolo raduna il meglio di quello che è il giacimento culturale ancora poco conosciuto del nostro Paese, piccoli Comuni uniti in una rete di borghi Doc, dalla cultura raffinata fatta di antiche pietre, di tesori artistici e di bellezza del paesaggio’. Gli altri comuni umbri nel club de ‘I Borghi più belli d’Italia’ sono Bevagna, Castiglione del Lago, Corciano, Montefalco, Paciano, Trevi, Montone. Entrare nel Club garantisce l’ingresso in un sodalizio di piccole realtà che, mirano ad entrare tra le principali destinazioni turistiche d’Italia, proponendosi come mete alternative a quelle più conosciute dal turismo di massa. Obiettivo ambizioso che pare trovare riscontro nei gusti dei turisti che sempre di più cercano luoghi a misura d’uomo in cui non manchino nè l’arte nè la natura nè la buona tavola. Tutti ingredienti che nella terra umbra ricca di testimonianze di profonda religiosità, acquistano un fascino tutto particolare. Il Club dei ‘Borghi più belli d’Italia’, promosso dall’Anci servizi presieduto da Fiorello Primi, sindaco di Castiglion del Lago, comprende finora una cinquantina di località di alta qualità artistica e ambientale certificate a seguito di esame compiuto da un comitato scientifico. L’iniziativa si ispira ad analoghe esperienze europee, soprattutto francesi e ha fissato rigorosi parametri per accedere al club di cui si mantiene l’iscrizione con il pagamento di una quota annuale che va da un minimo di cinquecento euro per comuni sotto i cinquecento abitanti ad un massimo di duemilacinquecento euro per comuni con più di settemila abitanti. Scopo del Club, si legge nello Statuto, è ‘di riunire e collegare in un circuito turistico di qualità i Comuni che – rispondendo ai criteri stabiliti nella ‘Carta di qualità’ – sono classificati come ‘I Borghi più Belli d’Italia’ e perciò ricevono il diritto di utilizzare tale denominazione e il relativo marchio’. ‘l Club si impegna per la promozione turistica dei borghi (è stata pubblicata la prima guida e sono stati stipulati importanti accordi con la Mondadori e Rai international per la promozione del club) e punta anche ad ottenere il riconoscimento dei marchi ‘De.C.O.’ (Denominazione comunale di origine) per i prodotti di nicchia legati alle tradizioni locali.

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Norcia entra nell’élite dei “Borghi più belli d’Italia” https://www.lavoce.it/norcia-entra-nellelite-dei-borghi-piu-belli-ditalia/ Fri, 19 Apr 2002 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2356 Sono oltre 300 in tutto il territorio nazionale, più di venti in Umbria, i borghi più belli d’Italia. Tra questi anche Norcia, che nel prestigioso circuito italiano entrerà a far parte con il suo ricchissimo patrimonio storico, culturale e ambientale. Il club dei “Borghi più belli d’Italia” nasce da un’iniziativa promossa dall’Anci (Associazione nazionale comuni d’Italia) e prevede di fatto la creazione di una rete nazionale delle più belle località italiane, le più suggestive dal punto di vista storico, paesaggistico e turistico. Candidati ad entrare nel neonato club sono tutti quei centri che, come Norcia, rispondono alle linee guida e ai parametri di eleggibilità contenuti nella “Carta di qualità”, anche questa approntata dall’Anci lo scorso gennaio. Tra le caratteristiche richieste per ottenere il qualificante riconoscimento, quelle di avere una popolazione inferiore, nel centro storico, ai duemila abitanti; un patrimonio architettonico e naturale certificato dal Comune o dalla Soprintendenza delle Belle Arti, nonché la volontà di valorizzare, sviluppare, promuovere e animare il borgo. “L’iniziativa è importante e vantaggiosa – afferma il sindaco di Norcia e vicepresidente dell’Anci Umbria Alberto Naticchioni – perché permette di rendere ancor più competitiva l’offerta turistica della nostra città, favorendo anche uno scambio con altre esperienze europee, con la Germania o la Francia, ad esempio, che per prime hanno intuito quanto sia strategicamente importante dar voce a quei piccoli centri situati al di fuori dei flussi turistici di massa ma considerati una peculiarità e una concreta opportunità di sviluppo economico del sistema sociale e culturale nazionale”. Così, la proposta di aderire al club “I borghi più belli d’Italia” sarà portata in discussione nelle prossime sedute del Consiglio comunale di Norcia. L’eventuale adesione al club della città, che comporterà innumerevoli vantaggi promozionali, sarà sancita dal marchio “I borghi più belli d’Italia”, il cui emblema figurativo potrà essere utilizzato anche sui documenti ufficiali del Comune, manifesti, sito internet, cartellonistica e segnaletica stradale fino a 50 km dall’ubicazione del borgo.

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