Bolsena Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/bolsena/ Settimanale di informazione regionale Fri, 21 Jul 2023 10:11:06 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Bolsena Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/bolsena/ 32 32 A servizio di un “santuario eucaristico” https://www.lavoce.it/a-servizio-di-un-santuario-eucaristico/ Wed, 17 Jun 2015 08:12:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36032 La basilica di Santa Cristina
La basilica di Santa Cristina

Dal 1987 il servizio alla basilica di S. Cristina e alla parrocchia dei Ss. Giorgio e Cristina in Bolsena è stato affidato a una comunità religiosa della congregazione del Ss. Sacramento, in Italia più nota con il nome di “padri Sacramentini”.

Un servizio richiesto e affidato dalla diocesi di Orvieto-Todi ai Sacramentini a causa del noto miracolo eucaristico che qui si verificò nel lontano 1263, collegato nel 1264 con l’istituzione della festa del Corpus Domini, estesa a tutta la Chiesa cattolica.

Ai numerosi pellegrini che giungono dall’Italia e dal mondo proponiamo una lettura dei segni e delle testimonianze che qui sono custoditi.

Innanzi tutto la tomba di santa Cristina, martire molto famosa dei primi secoli della Chiesa, cui, dalla sua origine, è dedicato il luogo sacro. Poi il celebre miracolo eucaristico.

Ci proponiamo soprattutto, mediante il nostro carisma, di sottolineare il valore e l’importanza dell’eucaristia e della messa nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Anche la pastorale che portiamo avanti nella parrocchia ha decisamente una impronta eucaristica. Presentiamo l’eucaristia come fonte di tutta la vita cristiana, che si esprime anche mediante momenti particolari di adorazione eucaristica in numerose feste e nei tempi forti dell’anno liturgico.

Viene particolarmente curata la festa del Corpus Domini attraverso una settimana di preparazione nella quale si cerca di far crescere e conoscere, nei vari membri della comunità parrocchiale, il Mistero dell’eucaristia. Agli sposi, con la celebrazione degli anniversari di matrimonio e la presenza dell’eucaristia nella famiglia. Una giornata poi viene dedicata a quanti lavorano per la preparazione esterna della processione con le famose infiorate. Un’altra giornata viene dedicata agli ammalati (che seguiamo tutto l’anno portando la Comunione a casa almeno una volta al mese), e altre giornate dedicate ai pellegrini e altri gruppi parrocchiali.

Padre Pio Zambon
Padre Pio Zambon

La congregazione dei padri Sacramentini è stata fondata a Parigi nel 1856 da san Pier Giuliano Eymard (1811-1868) alla conclusione di un suo lungo cammino spirituale di attrazione verso l’eucaristia. All’arcivescovo di Parigi che concesse la prima approvazione alla congregazione, il fondatore presentò il carisma dell’istituto dicendo che voleva vivere e far vivere “tutta l’eucaristia”. Pochi giorni prima di morire, a un religioso che desiderava una sua ultima parola, ebbe a dire: “Avete l’eucaristia, avete tutto!”.

Un momento significativo del suo cammino spirituale avvenne proprio 150 anni fa quando, il 21 marzo 1865, durante un lungo ritiro a Roma, fece quello che egli stesso definì “voto della personalità”. Ecco come lo racconta nei suoi appunti: “È stato come se il Salvatore mi dicesse: con la comunione tu vivrai per me, perché io sarò vivente dentro di te! Io riempirò la tua anima dei miei desideri e della mia vita (…) a tal punto che sarò io a vivere e a desiderare tutto dentro di te, al posto tuo; così tu sarai totalmente rivestito di me, tu sarai il corpo del mio cuore, la tua anima sarà le facoltà attive della mia anima… Io sarò la Persona della tua personalità e la tua personalità sarà la vita mia dentro di te!”.

Oggi la congregazione si trova in tutti i Continenti con una presenza non molto numerosa, composta da circa 800 religiosi, ma significativa. Ci impegniamo a testimoniare e far comprendere la realtà dell’eucaristia come ce la insegna la Chiesa in tutti i suoi aspetti e ad aiutare le comunità cristiane a vivere più profondamente il Mistero eucaristico. Con sottolineature diverse e secondo i luoghi e i Paesi dove ci troviamo a operare, la nostra missione si esprime nella cura delle celebrazioni liturgiche, nell’attenzione alle necessità dei poveri e nell’operare perché cresca sempre più l’impegno per l’unità e la comunione nella Chiesa e nella società.

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Riflessione di fine Giubileo a “porte sante” chiuse https://www.lavoce.it/riflessione-di-fine-giubileo-a-porte-sante-chiuse/ Fri, 21 Nov 2014 10:56:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29073 Mons. Benedetto Tuzia
Mons. Benedetto Tuzia

Domenica scorsa, con il suggestivo rito della chiusura della Porta santa della cattedrale di Orvieto (un analogo momento era stato vissuto a Bolsena la settimana precedente), è terminato il Giubileo eucaristico straordinario donato da Papa Benedetto alla nostra Chiesa di Orvieto-Todi per gli anni 2013-2014 in occasione dei 750 anni del fatto prodigioso di Bolsena e della istituzione per tutta la Chiesa della festa del Corpus Domini a opera di Urbano IV mediante la bolla Transiturus. È normale, al termine di un evento giubilare che ci ha visti impegnati per due anni, tentare un bilancio. Ma è possibile tale operazione? Chi, infatti, è in grado di giudicare cosa accade nel profondo delle coscienze? Certamente, se ci si riferisce ai dati quantitativi, numerici e ai diversi appuntamenti in programma, il Giubileo può essere valutato positivamente. Le grandi manifestazioni sono sostanzialmente riuscite; qualcuna anche in termini superiori a quanto previsto. Ma da un punto di vista evangelico, la risposta diventa più problematica. Anzi, fa scaturire ulteriori domande. È possibile constatare nella vita delle nostre comunità parrocchiali un miglioramento riconducibile al Giubileo eucaristico? Questi anni giubilari possiamo ritenerli davvero “anni di grazia del Signore”? Ci hanno aiutato a vivere un rapporto di amore, di adorazione, di comunione più grande nei confronti di Gesù, e anche nei confronti degli altri? Questo tempo è stato per la nostra Chiesa un’occasione di fedeltà all’eucaristia, al mistero di amore di una vita fatta dono? Qualcuno si chiese: “Fu vera gloria?”. Noi potremmo ritradurre: “È stata vera fede?”.

Il Cardinale Muller chiude la Porta Santa di Bolsena
Il Cardinale Muller chiude la Porta Santa di Bolsena

Quindi, più che di bilancio, si potrebbe semplicemente parlare di una riflessione su quello che si è visto, che abbiamo vissuto e di cui siamo consapevoli. Con l’avvertenza che il vero bilancio lo conosce il Signore, e forse ciascuno di noi ne è custode per se stesso, ciascun sacerdote per la sua comunità parrocchiale. Per me personalmente, l’inizio di questo tempo giubilare ha coinciso con i primi passi del servizio pastorale come vescovo della diocesi di Orvieto-Todi. È stata una grande opportunità per incontrare tutte le comunità parrocchiali: sacerdoti, laici, giovani, recando loro la notizia: “Il Vescovo viene per annunciare il Giubileo”. Nella memoria restano fortemente presenti alcune istantanee… Certamente quella di inizio, e l’altra di chiusura. Quando abbiamo inaugurato il tempo giubilare, il Cardinale si è avvicinato alla Porta santa, e mediante una forte spinta, l’ha spalancata. La folla esultante, dietro di lui, è entrata nella cattedrale carica di luci e di suoni. A chiusura invece, una scena “a rovescio”. Il popolo di Dio dall’interno della chiesa, attraverso la Porta aperta verso l’esterno, è uscito fuori, sulla piazza, quasi in un incontenibile bisogno di comunicare la “bella notizia” che è Cristo, dono d’amore all’uomo della strada. A significare che, oggi, l’impegno più urgente per le nostre comunità cristiane non è tanto quello di inaugurare porte che si aprono verso l’interno degli spazi sacri, ma quello di aprire porte che dall’interno delle chiese diano sulla piazza. Una “Chiesa in uscita”, il cui mandato fondamentale è proprio questo: trasformare l’esperienza di fede eucaristica celebrata in esperienza di vita quotidiana e coerente, fatta dono ai fratelli che percorrono le vie del mondo.

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Uno sguardo al passato e all’oggi https://www.lavoce.it/uno-sguardo-al-passato-e-alloggi/ Thu, 26 Jun 2014 16:40:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25874 catacomba di Santa Cristina -Bolsena
catacomba di Santa Cristina -Bolsena

Si parla spesso di passaggio cruciale che la Chiesa nel suo insieme sta vivendo. Qualcuno fa notare, giustamente, che la Chiesa non ha mai smesso di passare da una situazione all’altra.

La Chiesa sta dentro la storia e ne subisce i contraccolpi. È un fatto chiaro che tutta la “struttura” attuale non è possibile gestirla come sempre abbiamo fatto. Vivendo in un’epoca di passaggio, ci troviamo di fronte a tante problematiche pastorali, strutturali e organizzative. Non navighiamo nel buio, perché il Signore ci invia dei segni che dobbiamo saper interpretare per percorrere nuove vie.

Una diocesi, pur nella pienezza del suo essere Chiesa, non è una monade ma vive nella Chiesa universale, ed è inserita nella dimensione regionale e nazionale, dove le problematiche sono simili ad altre Chiese. Gesù nel Vangelo di Matteo ci dice che “ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e antiche”.

Dobbiamo saper attingere, da questo grande tesoro, quanto è necessario per la causa di Cristo per il tempo di oggi. Facile a dirsi, difficile da realizzare. Sicuramente, con la lamentela che i tempi sono cattivi e il passato era tutto rose e fiori, non andiamo da nessuna parte.

L’inizio del cristianesimo nel nostro territorio avvenne tra grandi tribolazioni. Ignoriamo i successi pastorali del vescovo san Terenziano quando il 1° settembre di un anno sconosciuto del II secolo fu trascinato fuori dalle mura della pagana Tuder e decapitato. Sicuramente i pochi credenti avranno pensato alla fine di tutto, della loro esperienza di fede, della loro vita comunitaria…

Oppure a Volsinii – l’attuale Bolsena – centro dell’antico culto della dea Norzia, divinità della fortuna e del destino, che speranza poteva avere la comunità cristiana quando Urbano, l’orgoglioso e snaturato padre di santa Cristina, fece uccidere la figlia perché cristiana? Gli inizi furono tragici, occorre sfrondare il mito nato dopo questi eventi e rapportarsi alla realtà dei fatti. Guardare alle origini del fatto cristiano, ma non per celebrare un’età dell’oro che mai è esistita (nella Chiesa delle origini si celebrano i martiri, ma sappiamo che vi furono molti lapsi che crearono seri problemi riguardo alla loro riammissione nella comunità, terminata l’ondata persecutoria).

All’inizio, il contatto con la città di Roma, reso agevole dal sistema viario che attraversava la nostra regione, ha permesso ad alcuni di incontrare la fede cristiana: prima è nata la fede in Gesù e poi sono seguite le strutture. Ci sono voluti i secoli per penetrare nel mondo pagano.

Nei primi decenni del IV secolo il noto “rescritto di Spello” ci evidenzia come sussistesse un forte legame con il paganesimo, nonostante la politica filo-cristiana dell’imperatore Costantino.

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A Orvieto la seconda edizione de “‘La città del Corpus Domini” https://www.lavoce.it/a-orvieto-la-seconda-edizione-de-la-citta-del-corpus-domini/ Fri, 28 Feb 2014 12:27:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22832 La passata edizione (foto M. Achilli)
La passata edizione (foto M. Achilli)

Il 21 febbraio è stata presentata in conferenza stampa la seconda edizione de “La città del Corpus Domini”.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vescovo Benedetto Tuzia, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto Vincenzo Fumi, il consigliere regionale Fausto Galanello, il presidente del Consiglio comunale Marco Frizza, l’assessore comunale alla Cultura Marco Marino, il presidente dell’Opera del duomo di Orvieto Francesco Venturi, il direttore artistico di Artè Maurizio Panici e il direttore organizzativo di Artè Enrico Paolini.

Organizzato da Artè teatro stabile d’innovazione, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, dalla Regione Umbria e dal Comune di Orvieto, in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la diocesi di Orvieto-Todi, l’Opera del duomo di Orvieto, la Camera di commercio di Terni, l’associazione Astro e Engineering, l’evento avrà luogo, quest’anno, sabato 14 giugno sempre nella splendida cornice di piazza Duomo.

Dopo il grande successo della passata edizione, la manifestazione – nata per il 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena (1263) e dell’istituzione della solennità del Corpus Domini (1264) e in occasione del biennio giubilare straordinario 2013-2014, concesso alla diocesi da Papa Benedetto XVI – torna a proporsi come una grande giornata di festa e di riflessione spirituale, in cui coniugare un momento importante di raccoglimento e di incontro intorno al mistero del Corpus Domini ed un evento spettacolare che riporta alla fastosità delle grandi feste di piazza medievali.

L’obiettivo – affermano gli organizzatori – è quello di creare un evento che diventi appuntamento fisso nell’ambito delle celebrazioni del Corpus Domini, sia per la comunità cittadina, sia per i tanti fedeli che ogni anno giungono ad Orvieto.

Fulcro dell’evento è la rappresentazione del dramma sacro Miracolo de lo Sacro Corporale nell’interpretazione di un nutrito gruppo di attori affermati nel panorama teatrale nazionale, accompagnato da una grande festa medievale di piazza che si richiama alla storia di Orvieto. Da qui il collegamento con il prestigioso Corteo storico della città e il coinvolgimento delle rappresentanze della Partita a scacchi di Marostica e degli Sbandieratori dei borghi e sestieri fiorentini, che per l’occasione omaggiano Orvieto con una numerosa ambasceria.

La giornata avrà inizio alle ore 17.30 in piazza Duomo con la rievocazione della festa medievale e la “partita a scacchi” con personaggi in costume d’epoca tra la città di Marostica e la città di Orvieto. Parteciperanno una rappresentanza (50-60 figuranti) del prestigioso Corteo storico di Orvieto, una rappresentanza (50-60 figuranti) della Partita storica a scacchi di Marostica a personaggi viventi (una tra le più importanti manifestazioni storiche della tradizione italiana, riconosciuta “Patrimonio d’Italia per la tradizione” dal ministero del Turismo) e una rappresentanza (50-60 figuranti) degli Sbandieratori fiorentini. Condurrà la partita il “giullar cortese” Gianluca Foresi, mentre la consulenza storico-scientifica è di Silvio Manglaviti e il coordinamento artistico di Maurizio Panici.

A seguire, in vari ristoranti di Orvieto, è possibile partecipare alla cena medievale, per tornare poi in piazza, dove alle ore 22 avrà luogo l’attesa rappresentazione del Miracolo de lo Sacro Corporale. Info: tel. 0763 340493 (dal giovedì al sabato ore 10-13 e 16-18) e www.teatromanci- nelli.com.

Lo spettacolo

La rappresentazione Miracolo de lo Sacro Corporale è un libero adattamento di Giuseppe Baiocco del dramma sacro di anonimo del 1300. La sacra rappresentazione del miracolo di Bolsena, riproposta con moderne tecnologie visuali e acustiche, vuole essere un contributo spettacolare inserito in un momento più grande di attenzione e preghiera per una delle festività più rappresentative della cultura cristiana. La regia è del direttore artistico di Artè Maurizio Panici, mentre la parte scenografica-visuale è curata da Paolo Miccichè e le luci sono di Roberto Rocca. Tra gli attori, nei ruoli più importanti, figurano Paola Gassman, Luigi Diberti, Renato Campese e Alessandro Federico.

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Giubileo eucaristico: a Orvieto l’inizio ufficiale del secondo anno https://www.lavoce.it/giubileo-eucaristico-a-orvieto-linizio-ufficiale-del-secondo-anno/ Thu, 28 Nov 2013 14:18:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20843 Un momento dell’inaugurazione del Calice monumentale Eucaristico in Piazza Cahen (foto M. A. Pioli)
Un momento dell’inaugurazione del Calice monumentale Eucaristico in Piazza Cahen (foto M. A. Pioli)

Domenica 24 novembre alle ore 17 a piazza Cahen, gli orvietani, in continuità spirituale e culturale con la città di Bolsena, hanno dato inizio alle celebrazioni del secondo anno giubilare con la cerimonia di inaugurazione del Calice monumentale, realizzato dall’artista Angelo Miotto di Erba (Como), simbolo stesso del Giubileo eucaristico straordinario. Si tratta di un’opera in ferro lavorato alta 10 metri che è stata già esposta fino al 9 novembre in piazza Matteotti a Bolsena per il 750° del miracolo di Bolsena e dal 24 novembre resterà esposta per tutto il 2014 in piazza Cahen per celebrare il 750° della bolla Transiturus con la quale papa Urbano IV nel 1264 istituì in Orvieto, per tutta la Chiesa, la festa del Corpus Domini. Alla presenza delle autorità religiose e civili, del popolo tutto, degli attori del gruppo Arté del teatro Mancinelli, di un’ambasceria del Corteo storico della città di Orvieto e del Corteo dei popolani, il presidente del Consiglio comunale di Orvieto, Marco Frizza, ha introdotto gli interventi del vescovo mons. Benedetto Tuzia, del sindaco di Bolsena, Paolo Dottarelli, e del sindaco di Orvieto, Antonio Concina. A coronamento del tutto, le note del Lauda Sion eseguite dalla filarmonica ‘Luigi Mancinelli’, e l’accensione delle luci che renderanno questo calice ancora più splendente. Il Vescovo ci ha ricordato che il calice è stato posto in un luogo privilegiato di ingresso e di uscita nella città, come segno indicativo dell’accoglienza, rappresentato in quel Gesù che si fa pane e vino per ciascuno di noi. “Molti – ha detto – vengono a Orvieto non solo come fruitori dell’arte ma come pellegrini e con un atteggiamento religiosamente sentito. Orvieto è la città del Corpus Domini e prima di tutto dev’essere ‘città dell’accoglienza’. Coinvolgimento della città significa dunque questa accoglienza e amabilità nei confronti dei pellegrini. Bisogna riflettere su questo perché questa connessione, a livello sociale e umano, va a beneficio di tutta la città, se questa sprigiona buone qualità di relazioni. Qualità che prima di essere religiose sono umane. L’uomo costruisce relazioni. Importante quindi che come città ci apriamo, con accoglienza e curiosità umana, verso tutti quelli che vengono. I Papi che sono venuti ad Orvieto hanno trovato accoglienza, dobbiamo dunque recuperare il valore di questa accoglienza che ha segnato la nostra storia. Il calice monumentale sarà un grosso richiamo, la sua collocazione è un preambolo, da lì si diparte tutto quello che è il resto della città”. Agli interventi delle autorità e alla benedizione del Calice è seguito un percorso in tre tappe con altrettanti estratti della rappresentazione del Miracolo de lo sacro Corporale di Giuseppe R. Baiocco: a piazza Cahen, padre Pietro da Praga (interpretato da Andrea Brugnera) nel tormento del dubbio e nell’evento del miracolo; sulle scale della chiesa di San Domenico, la figura di san Tommaso d’Aquino (impersonata da Massimiliano Iacolucci); sul sagrato della cattedrale, Urbano IV (Renato Campese) annuncia l’istituzione della solennità del Corpus Domini con la bolla Transiturus; tutto accompagnato da Silvia Picciaia come voce narrante. Alla fine, i fedeli hanno attraversato i sotterranei del duomo che introducono come percorso giubilare al passaggio della Porta santa, per giungere quindi in basilica per la benedizione del Vescovo, accolti dalle note della corale della Cattedrale diretta dal m° Stefano Benini.

Le parole sul Calice

L’autore del calice, Angelo Miotto, ormai novantenne e segnato dal dolore e da una vita di fede, ha realizzato questa opera accompagnato e illuminato dal sacrificio di una ‘vita offerta’ di un sacerdote a lui vicino nel cammino della vita. Le parole che costellano questo Calice monumentale sono il compendio dell’unico Sacrificio di amore che ci riconcilia con il Padre e ci dona la salvezza: ‘Eccomi / fiat’;‘Padre, se è possibile, allontana da me questo calice’; ‘Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta’; ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’; ‘Donna, ecco tuo figlio; figlio, ecco tua madre’; ‘Ho sete, ho sete’. Lo stupore della gente presente si è manifestato soprattutto esprimendo il desiderio che questo Calice possa essere richiamo per ciascuno ad aprire a Dio il proprio cuore, e per la città un segno di rinnovata speranza.

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Diocesi di Orvieto-Todi in Assemblea. Le tre parole-chiave date dal Vescovo https://www.lavoce.it/diocesi-di-orvieto-todi-in-assemblea-le-tre-parole-chiave-date-dal-vescovo/ Thu, 17 Oct 2013 11:09:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20130 L’aula con i partecipanti all’Assemblea ecclesiale
L’aula con i partecipanti all’Assemblea ecclesiale

Sabato 12 ottobre a Collevalenza presso l’auditorium del santuario ha avuto luogo l’Assemblea diocesana per l’inizio del nuovo anno pastorale. Alla presenza di presbiteri, diaconi, religiosi, parroci, vicari episcopali, di rappresentanze dei Consigli pastorali e ed economici delle parrocchie e di rappresentanze delle aggregazioni laicali, il vescovo Benedetto Tuzia ha svolto un’ampia relazione di cui riportiamo alcuni passaggi.

“Ho trascorso il primo anno tra voi – ha ricordato all’inizio – incontrando, grazie al Giubileo eucaristico straordinario e all’Anno della fede, le diverse realtà di questa Chiesa di Orvieto-Todi. Ho girato la diocesi in lungo e largo per una prima presa di contatto e con il desiderio profondo di entrare con rispetto nella ricchezza della storia di fede di questo popolo affidato alle mie cure pastorali. Mi sono impegnato in una guida scaturita dalla sintesi di ascolto e di contributi raccolti per far crescere tra noi la stima reciproca, il volerci bene.

Siamo chiamati, infatti, a camminare insieme nella forza dell’amore che si comunica, che edifica e costruisce la comunità fino alle estreme periferie del nostro territorio.

Ci ha aiutato il Giubileo eucaristico e la partecipata esperienza della peregrinatio nelle Vicarie di una delle reliquie minori del miracolo di Bolsena per riscoprire la gioia della fede e per mettere l’eucaristia al centro della nostra azione pastorale.

L’anno pastorale a cui diamo inizio stasera, in maniera corale, deve tendere essenzialmente a questi tre obiettivi: l’eucaristia, la misericordia e l’evangelizzazione”.

Relativamente all’eucarestia, cuore della Chiesa e della fede cristiana, il Vescovo ha sottolineato che il secondo anno giubilare ci sollecita a mettere al centro delle celebrazioni Gesù Cristo realmente presente sotto i segni del pane e del vino. “Questo Giubileo – ha continuato – è anche un evento straordinario di purificazione, un evento di grazia per essere rigenerati nell’anima e nel corpo. Un evento offerto alla nostra partecipazione per riaffermare nella nostra vita il primato di Dio che ricrea, trasforma, dà speranza e purifica la fede di ciascuno. Una porta da aprire. Si, una porta da aprire, come ho più volte ripetuto. Infatti la sfida più impegnativa è aprire la porta del cuore, quella di ogni persona. L’eucaristia non è solo segno, essa efficacemente fa di noi quello che riceviamo, quello che celebriamo. Ci trasforma in ciò che riceviamo! L’apertura del cuore è allora indispensabile per accogliere il dono e lasciarsi trasformare, partecipi del progetto di Dio che è amore e misericordia”.

Passando al secondo obiettivo, mons. Tuzia ha parlato della misericordia come volto dell’eucaristia: “Proprio perché sacramento d’amore, l’eucaristia esprime in sé tutta l’umanità compassionevole di Dio fatto carne, per cui possiamo ben dire che la misericordia è il volto dell’eucaristia, del Dio amore”.

Ha poi ricordato la felice notizia – giunta mentre sta per chiudersi l’Anno della fede, all’inizio di questo nuovo anno pastorale e mentre ci si accinge a vivere il secondo anno del Giubileo eucaristico – della fissazione, il prossimo 31 maggio 2014 a Collevalenza, del rito di beatificazione di Madre Speranza, la quale, con la sua vita e le sue opere, ha con forza annunciato e testimoniato il messaggio dell’Amore misericordioso.

Sulla misericordia di Dio il Vescovo si è soffermato riprendendo le parole da lui scritte recente nel messaggio inviato ai fedeli della diocesi, proprio riguardo a Madre Speranza e alla sua beatificazione.

Infine, parlando di evangelizzazione ha sottolineato che “i cristiani, hanno il ‘dovere’ di portare il Vangelo a coloro che non lo conoscono, perché la vita della Chiesa è missione, è evangelizzazione. C’è oggi l’urgenza di rievangelizzare le nostre città, i nostri paesi: dobbiamo sentirci tutti inviati in missione fino alle lontane periferie esistenziali del nostro territorio per annunciare l’Amore eterno e irrevocabile di Dio, Padre buono. Solo così si possono risanare le lacerazioni del nostro tempo.

La parrocchia – ha in ultimo esortato – si svegli alla missione e alla testimonianza, e diventi vieppiù una comunità di fratelli che vivono di servizio verso e in mezzo alla gente; sia una comunità che, come suggerisce di continuo con il suo magistero Papa Francesco, esca, anche se corre qualche rischio. La nostra sia una Chiesa che si converta e si purifichi per poter accompagnare l’umanità in un rapporto di relazione e di condivisione”.

I prossimi passi da fare

Il vicario generale mons. Antonio Cardarelli, al termine della relazione del Vescovo, ha ricordato come la Nuova evangelizzazione chieda di incontrare Dio amore e misericordia per poter arrivare ai poveri, ai sofferenti, agli ultimi. “Poveri e sofferenti – ha detto – e non povertà e sofferenza; un rapporto dunque di concretezza e d’amore che rende possibile testimoniare questo Dio che è amore e misericordia e che arriva al cuore della gente”. Poi mons. Cardarelli ha indicato come piste di discussione la peregrinatio vicariale, le iniziative per la beatificazione di Madre Speranza e il rilancio delle Unità pastorali per rivitalizzare l’evangelizzazione. I partecipanti all’Assemblea diocesana hanno quindi dato vita a un’ampia discussione. Sacerdoti, religiosi e laici hanno preso la parola offrendo testimonianze e riflessioni legate alla propria esperienza e alla realtà parrocchiale e interparrocchiale in cui sono inseriti, e anche proposte concrete riguardanti le iniziative per il secondo anno giubilare, per la beatificazione di Madre Speranza e il rilancio delle Up. Approfondite, così, le linee di azione per il nuovo anno pastorale, ci si è lasciati con l’impegno di fare degli incontri a livello di Vicaria sui temi proposti dall’assemblea.

Novità in Curia

Nel corso dell’Assemblea, mons. Tuzia ha voluto ringraziare mons. Carlo Franzoni per quanto ha operato in questi anni come vicario generale della diocesi, incarico che ha lasciato perché chiamato dalla Ceu a rettore del Pontificio seminario regionale di Assisi. Ha quindi presentato il nuovo vicario generale mons. Antonio Cardarelli. Entrambi i momenti sono stati sottolineati da lunghi applausi. Il Vescovo ha poi ricordato le nomine dei quattro vicari episcopali per il governo della Curia: don Marcello Cruciani, don Alessandro Fortunati, don Marco Gasparri e don Francesco Valentini. Questi sacerdoti, ha sottolineato mons. Tuzia, non erano “a riposo”, sono tutti parroci di parrocchie anche grandi che hanno accettato questo ulteriore incarico, mettendo a disposizione la loro esperienza e competenza, proprio per aiutarci nel cammino da fare insieme. Un primo frutto scaturito dall’impegno dei vicari con il Vescovo è il calendario diocesano 2013-2014, un utile strumento distribuito in forma cartacea e ora disponibile sul sito www.diocesiorvietotodi.it.

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Prosegue in diocesi di Orvieto-Todi la “peregrinatio” della reliquia di Bolsena https://www.lavoce.it/prosegue-in-diocesi-di-orvieto-todi-la-peregrinatio-della-reliquia-di-bolsena/ Thu, 19 Sep 2013 12:42:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19104 pellegrini-terenzianoSabato 31 agosto alle ore 21.30 la reliquia con i frammenti dell’ostia consacrata macchiata di sangue del miracolo eucaristico di Bolsena è stata accolta solennemente nella Vicaria di San Terenziano e Felice ove, nei giorni successivi e fino al 14 settembre, in peregrinatio ha visitato tutte le comunità del territorio.

Qual è la storia di questa reliquia? Più conosciuto e venerato dai fedeli di tutto il mondo è il sacro Corporale sul quale avvenne il noto miracolo del sanguinamento dell’ostia nelle mani del sacerdote incredulo circa la reale presenza del corpo di Cristo. Vi sono numerose altre reliquie del miracolo, come i paramenti e i sacri lini della celebrazione, e alcune pietre dell’altare su cui gocciolò il sangue. Nel corso dei secoli sembrava perduta una cosiddetta reliquia “minore” – non certo per dimensioni – consistente in frammenti di grumi di sangue e briciole di pane conservati in un piccolo cilindro di vetro chiuso da una copertura in metallo, il tutto incastonato in una pietra che ornava il preziosissimo reliquiario del Corporale. Si tratta di frammenti dell’ostia che nelle mani del sacerdote boemo Pietro ha dato origine allo stillare appunto del sacratissimo sangue di Cristo.

Di questa reliquia – ha spiegato ai pellegrini della Vicaria don Francesco Valentini, parroco di Massa Martana e direttore dell’ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici – si era a conoscenza grazie agli affreschi che riproducono, oltre al Corporale, anche l’ostia e il calice, e a testimonianze scritte di alcuni secoli orsono. Negli anni ’80, grazie al restauro del prezioso reliquario, voluto dal vescovo mons. Decio Lucio Grandoni, all’interno fu trovata appunto questa reliquia, che sta visitando, in questo biennio giubilare, tutte le comunità della nostra diocesi.

Come infatti tutti ormai sappiamo, per il 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena (1263) e dell’istituzione della festa del Corpus Domini (1264), Benedetto XVI ha concesso alla diocesi di Orvieto-Todi un Giubileo eucaristico straordinario della durata di due anni (2013-2014): una particolare e straordinaria esperienza di grazia per la nostra Chiesa. E nell’ambito di tale biennio giubilare il vescovo Benedetto Tuzia ha indetto la peregrinatio della reliquia nelle nove Vicarie della diocesi.

Nella Vicaria dei Santi Terenziano e Felice – comprendente tre Unità pastorali: l’Up San Terenziano e San Flacco (parrocchie di Grutti, Marcellano, Pozzo, S. Terenziano, Viepri); San Felice, San Faustino e Beato Ruggero (parrocchie di Colpetrazzo, Massa Martana, Villa S. Faustino); San Benigno e Santa Illuminata (parrocchia di Collevalenza) – la prima sosta si è avuta a San Terenziano, ove, domenica 1° settembre, si è festeggiato il santo patrono con una solenne messa e alla presenza della reliquia. La reliquia poi ha man mano raggiunto gli altri paesi del territorio: Frontignano, Loreto, Grutti, Torri, Saragano, Colleseco, Marcellano, Pozzo, Castelvecchio, Viepri, Castel Rinaldi, Massa Martana, Colpetrazzo, Villa San Faustino, Torrececcona, Monticello, Rosceto e Collevalenza.

In quest’ultimo è stata accolta venerdì 13. Alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale si è celebrata la messa, poi processionalmente si è giunti al santuario dell’Amore Misericordioso, ove sabato la reliquia è rimasta per l’intera giornata all’adorazione dei fedeli e dei pellegrini.

La peregrinatio è stata vissuta con intensità e creatività. Le celebrazioni sono state partecipate da un buon numero di fedeli e ravvivate da canti, adorazioni, rosari eucaristici e processioni, che hanno reso lode e onore alla presenza di Cristo nelle comunità. Non sono mancate occasioni di rinvigorimento nella fede mediante il sacramento della riconciliazione e la partecipazione alla mensa eucaristica.

La conclusione si è svolta domenica 14 con il pellegrinaggio dei fedeli della Vicaria ai luoghi giubilari.

reliquiario-bnIl pellegrinaggio finale della Vicaria dei Santi Terenziano e Felice a Orvieto e Bolsena

L’apice di questa esperienza giubilare – riporta la prof.ssa Giusy Bruscolotti, vice presidente del Consiglio pastorale diocesano – è stato il momento conclusivo: il pellegrinaggio della Vicaria ad Orvieto e Bolsena nella giornata di domenica 15 settembre. Circa 350 fedeli provenienti da San Terenziano, Massa Martana e Collevalenza, in autobus e con auto proprie, sono giunti con i loro parroci a Orvieto. L’introduzione storica al Giubileo, all’aspetto pittorico-architettonico del duomo di Orvieto con particolare riferimento alla cappella del Signorelli, è stata fatta da don Francesco Valentini, vicario episcopale per i Beni culturali. Successivamente hanno oltrepassato la Porta santa e nella cappella del Corporale hanno venerato il sacro lino”. La solenne concelebrazione eucaristica in cattedrale è stata presieduta dal vescovo mons. Benedetto Tuzia. Nell’omelia mons. Tuzia – ha ricordato ancora la Bruscolotti – “ispirandosi al Vangelo della domenica, ha posto in risalto al carattere della misericordia infinita con cui Dio non si stanca di cercare, andare incontro, abbracciare colui che si è allontanato dalla Sua presenza”. Dopo il pranzo nel giardino dell’episcopio, il pellegrinaggio è proseguito per Bolsena dove i partecipanti hanno visitato la basilica di Santa Cristina e hanno celebrato i vespri guidati da don Marcello Sargeni. Una amena passeggiata lungo il lago ha concluso un’intensa giornata di spiritualità e di gioia fraterna vissuta da queste comunità.

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A Bolsena con bRio per annunciare Cristo https://www.lavoce.it/a-bolsena-con-brio-per-annunciare-cristo/ Wed, 31 Jul 2013 22:14:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18529 I ragazzi che hanno partecipato alla veglia di preghiera “A Bolsena con bRio”
I ragazzi che hanno partecipato alla veglia di preghiera “A Bolsena con bRio”

Nell’ambito delle attività programmate nel biennio del Giubileo eucaristico e in occasione della Giornata mondiale della gioventù, si è svolto il 27 e 28 luglio l’evento “A Bolsena con bRio”, una due-giorni di riflessione, preghiera e festa con i giovani della diocesi.

All’invito rivolto dal nostro vescovo mons. Tuzia, attraverso i responsabili della Pastorale giovanile, i giovani hanno risposto con entusiasmo e tanta voglia di vivere insieme un evento come quello della veglia finale della Gmg.

L’incontro ha avuto inizio presso il teatro comunale di Bolsena, con una catechesi tenuta da don Danilo Innocenzi sul tema “Andate e fate diventare miei discepoli tutti gli uomini della terra” (Mt 28, 18-20), lo stesso della Gmg di Rio de Janeiro. Il relatore ha offerto tanti interessanti spunti, tra cui quello che stimolava a riflettere sul perché Gesù chiami a raccolta i suoi sulla montagna dove ha annunciato le Beatitudini. Siamo giunti alla conclusione che il significato fosse quello che, oggi come allora, bisogna ripartire da esse per essere veri cristiani: bisogna ripartire dalle Beatitudini che già allora non vennero ben comprese dai seguaci di Cristo, e ancora oggi stentano a essere considerate i pilastri portanti del cristianesimo. L’incontro formativo si è concluso, dopo vari interventi dei giovani in sala, con la recita dei vespri presieduti dal Vescovo.

Consumata la cena in fraternità e gioia, tutti ci siamo recati nella chiesa del Ss. Salvatore per prepararci a una fiaccolata che, con canti e preghiere, attraverso le strade dell’antica cittadina di Bolsena, ci ha condotti alla soglia della basilica di Santa Cristina, dove, consapevoli dell’importanza del gesto, abbiamo attraversato la Porta santa per ottenere l’indulgenza concessa dal Santo Padre in occasione del Giubileo eucaristico.

Entrati in basilica, dopo un bel momento di preghiera vissuto davanti all’altare dove 750 anni fa avvenne il miracolo, i giovani presenti, attraverso un maxischermo, hanno potuto tutti insieme partecipare alla diretta tv della veglia finale della Gmg di Rio presieduta da Papa Francesco.

La partecipazione alla veglia ci ha riempiti di gioia: ci siamo sentiti anche noi presenti insieme a tanti altri giovani, lì sulla spiaggia di Copacabana.

Le parole del Papa ci hanno motivati ad essere quello per cui Dio ci chiamati alla vita: vivere felici alla presenza di Cristo, senza paure, consapevoli che il buon seme, che è in ciascuno di noi, se curato con la preghiera, i sacramenti e l’amore verso il prossimo, non potrà che crescere facendo crescere con noi questa umanità che sembra non avere più riferimenti e valori.

In concomitanza con la veglia svoltasi in Brasile, anche i nostri sacerdoti hanno esposto il Santissimo; la preghiera è stata emozionante e intensa fino a quando, ricevuta la benedizione dal Papa alle prime ore dell’alba, i giovani sono andati a riposare tutti insieme presso le strutture messe a disposizione dalla parrocchia che ci ha accolti.

Domenica 28 luglio, dopo aver celebrato le lodi ci siamo preparati per la messa presieduta da mons. Tuzia. La liturgia animata dai giovani della parrocchia di Castel Giorgio è stata intensa e straordinariamente partecipata.

Al temine della celebrazione ci siamo recati a pranzo presso la struttura messa a disposizione dalle suore Sacramentine di Bolsena.

Alle ore 18, dopo un pomeriggio trascorso in allegria sulla riva del lago di Bolsena, celebrati i vespri si è conclusa la due-giorni insieme.

Ciascuno, pieno di entusiasmo e con le parole di Papa Francesco ancora risuonanti nel proprio cuore, si è incamminato verso i luoghi dove è chiamato a essere cristiano autentico, camminando sulla strada tracciata dalle Beatitudini insieme alla propria comunità.

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Festa “giubilare” di santa Cristina a Porchiano del Monte https://www.lavoce.it/festa-giubilare-di-santa-cristina-a-porchiano-del-monte/ Thu, 25 Jul 2013 12:44:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18383 La celebrazione nella chiesa di Porchiano in occasione della festa di Santa Cristina
La celebrazione nella chiesa di Porchiano in occasione della festa di Santa Cristina

Festa solenne a Porchiano del Monte in Amelia in onore della patrona santa Cristina. Una festa che è coincisa anche con il Giubileo eucaristico della parrocchia di Porchiano per i 750 anni del miracolo eucaristico di Bolsena, avvenuto nell’estate del 1263 sulla tomba di santa Cristina a Bolsena, dove al momento della consacrazione, l’ostia s’insanguinò. Dalla stessa ostia, mentre, chiusa nel Corporale veniva trasportata verso la sagrestia, caddero delle gocce di sangue che bagnarono le pietre del pavimento.

Una di esse si trova nella chiesa parrocchiale di Porchiano, la quinta pietra del miracolo di Bolsena, alta cm 15 e larga cm 10; nel mezzo, è tinta da una macchia di sangue tagliata da un foro. La pietra fu portata alla fine del Cinquecento, a seguito della richiesta del vescovo Bartolomeo Farrattini di Amelia e quello di Orvieto Giacomo Simoncelli per avere qualche reliquia di santa Cristina, la cui devozione era molto sentita nel paese e alla quale è dedicata la piccola chiesa ad unica navata risalente al X secolo.

Cristina, figlia dodicenne di Urbano, prefetto di Volsini (Bolsena) e di madre nobile del casato romano della gens Anicìa, fu iniziata da un’amica alla fede cristiana all’insaputa dei suoi genitori, di fede pagana. Cristina, dopo molte persecuzioni, supplizi e torture a causa della fede, fu giustiziata il 24 luglio del 303 d.C.

La celebrazione delle ore 18 è stata presieduta dal vescovo amministratore apostolico Ernesto Vecchi che, ricordando il miracolo eucaristico, ha sottolineato come “in questa celebrazione in mezzo a noi c’è Cristo nell’eucarestia che rappresenta quella forza inesauribile che introduce nel corpo sociale energie nuove e potenzialità inedite”.

Sei ragazzi della parrocchia hanno ricevuto il sacramento della confermazione e tutti coloro che hanno partecipato alle celebrazioni hanno ricevuto la papale benedizione con annessa indulgenza plenaria, da lucrarsi alle consuete condizioni della confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa. Proprio ai ragazzi il vescovo ha ricordato il significato della cresima come sacramento che conferma il battesimo e portatrice dei doni dello Spirito “che vi aiuta a superare le difficoltà della vita”. Facendo riferimento al 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale ha invitato i fedeli a pregare per le vocazioni “perché i giovani siano capaci di aprire la propria vita all’orizzonte che Dio dà. È necessario aiutare le nuove generazioni a capire il valore della fede e non basarsi solo su quello che propone la società contemporanea”.

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In parallelo alla Gmg, i giovani “a Bolsena con bRio” https://www.lavoce.it/in-parallelo-alla-gmg-i-giovani-a-bolsena-con-brio/ Thu, 18 Jul 2013 15:52:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18232 Giubileo-Eucaristico-Straordinario-a-750-anni-dal-Miracolo-di-Bolsena-chiesa“A Bolsena con bRio” è lo slogan scelto dalla Pastorale giovanile della diocesi di Orvieto – Todi per l’evento organizzato per vivere in diretta la veglia con Papa Francesco e i 2 milioni di coetanei in collegamento da Rio. Sabato 27 luglio alle ore 17, i giovani si ritrovano nella basilica di Santa Cristina, dove è avvenuto il miracolo e sono conservate le reliquie della martire Cristina. Segue una catechesi e la cena al sacco. Alle 22.30 i ragazzi dalla chiesa del Ss. Salvatore con una fiaccolata raggiungeranno la basilica di S. Cristina, dove vi sarà il passaggio per la Porta santa giubilare. Segue il collegamento con la diretta da Rio alle ore 24. Dalle ore 2 alle 6, si svolge la notte bianca della preghiera con la possibilità di confessarsi. Dopo il pernottamento sotto le stelle, la sveglia sarà alle ore 9 del 28 luglio, la colazione e la messa alle ore 11.30. Dopo la messa il pranzo, offerto dalla comunità locale, il pomeriggio si svolge in spiaggia, i vespri alle ore 19.30 concluderanno l’evento. Un bel programma che permette ai tanti giovani di rimanere in comunione con i loro coetanei che si trovano a Rio de Janeiro. I legami di Bolsena con la terra umbra sono plurisecolari. Come testimonia il famoso Rescritto di Spello, gli umbri si recavano a Bolsena per l’annuale raduno dei popoli etruschi-umbri per partecipare a “ludi” religiosi. Soprattutto il legame è con il miracolo eucaristico di Bolsena, avvenuto nel 1263, le cui reliquie si conservano nella cattedrale di Orvieto. In quest’anno è in corso il Giubileo eucaristico per i 750 anni del miracolo, per questo motivo i ragazzi sono invitati proprio a Bolsena.

 

Sullo stesso argomento:

Da Tutto il mondo giovani a Rio, ospiti di un popolo generoso

La Rio di Papa Bergoglio

Boom di partecipanti dall’Italia

Gmg 2013. Il messaggio dell’arcivescovo Boccardo ai giovani umbri

 

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Porchiano, una piccola Bolsena nella diocesi di Terni – Narni – Amelia https://www.lavoce.it/porchiano-una-piccola-bolsena-in-diocesi-di-terni-narni-amelia/ Thu, 24 Jan 2013 17:03:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14728 terni-porNell’Anno della fede e nel Giubileo del miracolo eucaristico di Bolsena, anche nella chiesa di Porchiano sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria in virtù della visita alla “quinta pietra” del miracolo eucaristico e secondo le devozioni prescritte. Infatti proprio nella chiesa parrocchiale di Porchiano è custodita la quinta pietra del miracolo di Bolsena (alta cm 15 e larga 10 cm) che nel mezzo è tinta da una macchia di sangue, tagliata da un foro.

In un antico scritto di fine Ottocento redatto da L. Luzi si legge: “Nella chiesa parrocchiale di questo ricco Castello, a mano sinistra vi è l’altare di S. Martino V dipinto in tavola, sotto la quale si conserva una pietra delle cinque bagnate dal sangue prodigiosamente stillato dalle specie eucaristiche nel celebre miracolo avvenuto in Bolsena nell’anno 1263, con alcune gocce del sangue miracoloso e prezioso di Cristo e conceduta alla detta Chiesa dalli canonici di Bolsena dove accadde il miracolo, e la lettera autentica fu consegnata in mano del fu monsig. Consoli in occasione di S. Visita”.

A Porchiano nell’allora diocesi di Amelia, alla fine del Cinquecento, fu portata la pietra a seguito della richiesta del vescovo Bartolomeo Farrattini di Amelia a quello di Orvieto Giacomo Simoncelli per avere qualche reliquia di santa Cristina, la cui devozione era molto sentita nel paese e alla quale è dedicata la piccola chiesa ad unica navata rislaente al X secolo.

Nel testo del Luzi, riprodotto in una recente pubblicazione Giubileo eucaristico: la quinta pietra del miracolo di Bolsena a Porchiano del Monte curata dall’attuale parroco don Mario Santini, si racconta che “lo scalpellino a cui fu data l’incombenza di aggiustare la suddetta pietra nella parete della chiesa volle provare colla punta dello scalpello a togliere parte della goccia principale del sangue, e che il marmo si affondò come molle cera, onde oggi si vede dimezzata la rotondità della goccia”. E ancora: “A Porchiano hanno un culto ed una devozione speciale per questa lapide e la tengono in grande venerazione, e ne celebrano la festa nella prima domenica di luglio dalla chiesa all’officio del Preziosissimo Sangue consacrata”.

In occasione del Giubileo della parrocchia di San Simeone a Porchiano, nelle solenni celebrazioni del 10 maggio e del 24 luglio si potrà ottenere l’indulgenza plenaria con la confessione sacramentale, la comunione eucaristica e preghiere secondo l’intenzione del Papa.

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Il Giubileo eucaristico di Bolsena e Orvieto https://www.lavoce.it/il-giubileo-eucaristico-di-bolsena-e-orvieto/ Fri, 19 Oct 2012 14:11:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13482
La pietra del miracolo a Bolsena

In occasione dell’Assemblea diocesana svoltasi a Collevalenza sabato 13 ottobre per l’apertura del nuovo anno pastorale, il vescovo di Orvieto – Todi mons. Benedetto Tuzia, nella sua relazione di apertura, non poteva non dedicare particolare attenzione al grande evento del Giubileo eucaristico, concesso dalla Santa Sede alla diocesi per gli anni 2013-2014 (750° anniversario, rispettivamente, del miracolo eucaristico di Bolsena e della bolla Transiturus con la quale papa Urbano IV da Orvieto istituì per tutta la Chiesa la solennità del Corpus Domini). “La scelta del Giubileo eucaristico – ha sottolineato il Vescovo – con annessa indulgenza plenaria, sta ad indicare il fondamentale carattere religioso e spirituale delle celebrazioni centenarie finalizzate alla conversione, al rinnovamento interiore e all’evangelizzazione.

A tale scopo, tutta la diocesi di Orvieto-Todi si sente coinvolta e, in particolare, i due luoghi giubilari di Bolsena e di Orvieto saranno predisposti in modo da offrire ai fedeli e ai pellegrini tutti quei sussidi spirituali necessari al raggiungimento di quelle finalità”. Mons. Tuzia ha annunciato che la solenne apertura della Porta santa della basilica di Santa Cristina a Bolsena, il 6 gennaio 2013, sarà presieduta dal card. Ennio Antonelli e quella della basilica cattedrale di Orvieto, il 13 gennaio, dal card. Giovan Battista Re. Fino al novembre 2014, passando per la Porta santa, i fedeli e i pellegrini avranno la possibilità di beneficiare dell’indulgenza plenaria, come per gli anni giubilari. “Alle due basiliche, luoghi principali per ottenere l’indulgenza plenaria, intendiamo anche aggiungere – ha detto il Vescovo – in un ideale pellegrinaggio penitenziale, la basilica concattedrale di Todi e il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza come tappe preparatorie o conclusive dell’intero Giubileo eucaristico”. Un apposito Comitato, formatosi nei mesi scorsi, è al lavoro per preparare i vari eventi; e in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Bolsena, Orvieto e Todi sono stati realizzati dei progetti per vivere e celebrare il Giubileo. Non mancheranno iniziative per vivere e celebrare questo dono di grazia anche nelle realtà parrocchiali e nelle singole Vicarie. Mons. Tuzia ha voluto infine ricordare la sua visita alle nove Vicarie, appena iniziata e che si concluderà a fine dicembre, in ciascuna delle quali terrà, in collaborazione con l’ufficio diocesano di Pastorale giovanile, anche un incontro con i giovani, proprio per annunciare loro il Giubileo.

Tre incontri su l’eucarestia e le virtù teologali prima del convegno internazionale. Pronto il “libretto del pellegrino”

Attraverso un grande Convegno internazionale di studi eucaristici, che avrà luogo nel mese di settembre o novembre 2014, in occasione della chiusura della Porta santa, la diocesi di Orvieto – Todi intende ricordare il Miracolo di Bolsena e la bolla Transiturus.

Per sensibilizzare la comunità diocesana e le altre realtà ecclesiali che vorranno usufruirne e per sostenere il cammino giubilare, il convegno sarà preceduto da tre incontri di studio nei quali si approfondirà il rapporto tra l’eucaristia e le tre virtù teologali: il primo, sul tema “Eucaristia e carità”, si terrà venerdì 16 e sabato 17 novembre prossimi; il secondo su “Eucaristia e speranza” nel maggio 2013, e l’ultimo su “Eucaristia e fede” nel gennaio o febbraio 2014. Tutto il progetto è realizzato in collaborazione con la Pontificia università lateranense.

Al primo incontro di studio, che avrà inizio venerdì 16 novembre alle ore 14.30, interverranno i prestigiosi docenti mons. Mauro Cozzoli, don Roberto Nardin, padre Corrado Maggioni, don Antonio Mastantuono, padre Vittorio Viola, padre Alvaro Cacciotti e lo storico e critico d’arte Claudio Strinati che terrà una lettura guidata su “Il miracolo del Corporale e la sua Cappella nel duomo”.

Tra le altre iniziative in programma nel periodo preparatorio al Giubileo, da sottolineare l’incontro sul tema “Dialogo sulla fede”, che si terrà a Bolsena nel mese di dicembre 2012.

Il percorso di preparazione per la concessione dell’indulgenza plenaria prevede, a Bolsena, la confessione sacramentale, l’adorazione eucaristica presso la cappella del Santissimo nella basilica di Santa Cristina, il passaggio per la Porta santa, la comunione eucaristica, la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice e la recita del Credo (stesso percorso ad Orvieto con adorazione eucaristica presso la cripta della cattedrale). All’accoglienza il pellegrino riceverà il badge di riconoscimento e il libretto del pellegrino (è auspicabile la prenotazione).

Tante le iniziative in cantiere. Tra queste una peregrinatio, con le reliquie minori, nelle parrocchie della diocesi, in modo che anche chi sarà impossibilitato a recarsi ad Orvieto o Bolsena potrà vivere l’evento lasciandosi coinvolgere nella propria realtà.

Dei tanti e significativi eventi religiosi e culturali che caratterizzeranno il biennio giubilare saranno comunque date informazioni dettagliate sul sito internet www.giubileobolsenaorvieto.it appositamente realizzato per l’evento e che sarà prossimamente messo on line.

Info e prenotazioni: Orvieto tel. 0763 341167. Punto accoglienza: piazza Duomo 15, 05018 Orvieto.

Bolsena: tel. 0761 799067, piazza S. Cristina, 01023 Bolsena (Vt). Punto accoglienza: Piazza Matteotti, Bolsena.

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BOLSENA. È stato messo in sicurezza il campanile della basilica di Santa Cristina, risalente al XIII secolo https://www.lavoce.it/bolsena-e-stato-messo-in-sicurezza-il-campanile-della-basilica-di-santa-cristina-risalente-al-xiii-secolo/ Thu, 11 Oct 2012 14:52:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13327
I lavori al campanile

Si sono conclusi dopo due mesi i lavori della messa in sicurezza del campanile della basilica di Santa Cristina in Bolsena e degli impalcati ai vari piani delle campane. Alto ed elegante, il campanile fu fatto costruire nel sec. XIII dal card. Teodorico Ranieri. Si trattava di un lavoro urgente da affrontare prima che la situazione degenerasse ulteriormente: gli impalcati di legno erano ormai fatiscenti e anche la stabilità delle colonnine delle bifore era in precarie condizioni, così come quella del tetto. Iniziate le pratiche già nel settembre 2011, dopo un lungo iter, finalmente lo scorso fine luglio si è dato il via ai lavori, costati complessivamente circa 60.000 euro. A tale spesa si è fatto fronte, oltre che con quanto aveva in cassa la parrocchia, con un contributo venuto dalla Cei, dal fondo dell’8xmille dato alla Chiesa italiana, la quale, per quanto è possibile, interviene anche per la manutenzione dei beni immobili delle varie chiese locali, con un contributo che può variare da un minimo del 20% a un massimo del 40% della spesa totale. Anche tutta la comunità di Bolsena si è sentita coinvolta in queste spese con un proprio contributo, malgrado ci si trovi in un periodo di profonda crisi un po’ per tutti. Il parroco padre Domenico ha sottolineato come la manutenzione e la valorizzazione dei monumenti che i “nostri padri” ci hanno lasciato è importante al fine di poterli consegnare ai “nostri figli”.

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Mons. Tuzia e i “misteri” di Bolsena https://www.lavoce.it/mons-tuzia-e-i-misteri-di-bolsena/ Thu, 26 Jul 2012 11:15:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12312
Il martirio di santa Cristina

Il vescovo Benedetto Tuzia, martedì 24 luglio, si è recato di buon mattino nella città di Bolsena per partecipare alla festa di santa Cristina vergine e martire. Ha iniziato partecipando alla sacra rappresentazione dei Misteri di santa Cristina. I “misteri” sono rappresentazioni plastiche eseguite dai bolsenesi, e raffigurano i tormenti che la Santa ha dovuto subire per la fede cristiana. Sono un teatro sacro secolare mai interrotto: non sono stati ripristinati di recente come succede per tante manifestazioni storiche.

Il Vescovo è stato colpito da questa rappresentazione, soprattutto dal silenzio non solo delle comparse ma anche della gente che rivive in questa manifestazione l’eroicità della martire. Dopo la rappresentazione dei misteri alle ore 11.30 nella basilica è iniziata la celebrazione della messa presieduta dal vescovo e concelebrata da numerosi sacerdoti.

Durante l’omelia, mons. Benedetto riprendendo il Vangelo del mercante che vende tutto per acquistare il campo dove è nascosto un tesoro, ha applicato questa parabola alla vita di Cristina, che ha trovato il tesoro della sua vita in Cristo. Cristo è diventato il suo tesoro, ha detto il Vescovo, evidenziando come la parola “tesoro” è usata anche nel linguaggio affettivo. Rivolgendosi poi alle cinque ragazze che avevano raffigurato santa Cristina nella rappresentazione dei misteri, elogiando la loro bravura, le ha invitate a imitare nella vita l’amore di Cristina per Cristo.

Santa Cristina subì il martirio durante la cruenta persecuzione scatenata dall’imperatore Diocleziano all’inizio del IV secolo. L’uccisione della figlia da parte del padre non è un purtroppo un fatto inverosimile, succede anche nei nostri tempi. Non dimentichiamo la soggezione che le donne avevano nei confronti dei familiari, che non ammetteva nessuna autonomia.

Il cristianesimo si stava affermando nella società e suscitava spesso delle ondate persecutorie. L’imperatore Diocleziano, salito al trono nel 284 d.C., volle stabilire un governo fondato su due imperatori detti “augusti” e su due “cesari”. Dividere il governo dell’impero in quattro era molto rischioso, e Diocleziano cercò di ovviare a questo con un governo assoluto e accentratore. Spinto soprattutto dall’altro augusto, il 24 febbraio 303 fu affisso nella capitale Nicomedia il primo editto anticristiano, che ordinava: il rogo dei libri sacri, la confisca dei beni delle chiese e la loro distruzione; il divieto per i cristiani di riunirsi e di tentare qualunque tipo di difesa in azioni giuridiche; la perdita di carica e privilegi per i cristiani di alto rango, l’impossibilità di raggiungere onori ed impieghi per i nati liberi e, per gli schiavi, di poter ottenere la libertà; l’arresto di alcuni funzionari statali.

Anche in Italia e in Africa occidentale, governata dall’augusto Massimiano, le violenze furono dure e si contarono molti martiri. In seguito all’abdicazione di Diocleziano e Massimiano nel 305 ed alla morte di Costanzo Cloro nel 306, si scatenarono in Occidente delle lotte di potere che gradualmente tolsero energia alle persecuzioni fino a interromperle. Viceversa in Oriente con Galerio, diventato augusto, e suo nipote Massimino Daia, continuarono duramente. In questa situazione storica cadde vittima anche la giovane Cristina di Bolsena il 24 luglio del 305.

I misteri

I “misteri” sono rappresentazioni che raffigurano le varie fasi del martirio della santa giovinetta. La sera del 23 luglio si rappresentano: la fornace, il battesimo, le carceri, il lago, i demoni. La mattina del 24: le verghe, i serpenti, il taglio della lingua, le frecce e la gloria. La tradizione è una reliquia del teatro sacro popolare; ve n’è una descrizione dettagliata del 1814 nel libro di Vito Procaccino Ricci Viaggio ai vulcani spenti d’Italia.

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Il grande dono di Bolsena https://www.lavoce.it/il-grande-dono-di-bolsena/ Thu, 03 Feb 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9102 I presbiteri e i diaconi della diocesi anche questo mese si sono ritrovati nella casa diocesana di Spagliagrano di Todi per la giornata di ritiro mensile insieme al loro Vescovo. Dopo l’adorazione, la recita dell’ora media e l’ascolto del commento del Vescovo al Vangelo del giorno, i partecipanti hanno ascoltato mons. Renzo Bonetti, presidente della fondazione “Dono grande” che ha dettato una meditazione su “Eucaristia e pastorale familiare”. Un’attenta e argomentata riflessione con la quale ha fatto cogliere il carattere sponsale dell’eucaristia e il rapporto vero, reale, profondo, organico che esiste con il sacramento del matrimonio. Gesù in ogni eucaristia ripete le sue nozze e chiama la famiglia ad esserne spiegazione e attualizzazione e a manifestarne gli effetti e la potenza. Nella seconda parte della mattinata, come d’abitudine, mons. Giovanni Scanavino ha dato ai presbiteri e ai diaconi alcune comunicazioni. All’inizio ha annunciato che don Maurizio de Siena protrarrà, come missionario fidei donum, la sua presenza in Colombia, nella città di Armenia, per tre anni; ed ha informato di una lettera dello stesso sacerdote, nella quale racconta la sua entusiasmante esperienza pastorale presso quella chiesa e invia saluti ai suoi confratelli, alle preghiere dei quali si affida per il suo delicato e prezioso lavoro. Mons. Scanavino, successivamente, ha fatto memoria di due grandi eventi che hanno segnato la vita della Chiesa di Orvieto-Todi: il miracolo eucaristico di Bolsena (1263) e l’istituzione della festa del Corpus Domini (bolla Transiturus, 1264), dei quali ricorrerà il 750°, rispettivamente nel 2013 e 2014. “È una memoria – ha detto Scanavino – che ci impegna in alcune solenni celebrazioni, ma soprattutto ci esorta a ripensare l’identità della nostra Chiesa diocesana e della nostra stessa città e del nostro territorio, così legati al mistero eucaristico. Una Chiesa così ricca di doni e una città così ricca di storia non possono non ripensare alle proprie responsabilità di condivisione e alla specifica vocazione di richiamo alla spiritualità eucaristica”. Il Vescovo, riferendosi alla trasformazione della cattedrale in santuario eucaristico, ha detto: “Il duomo di Orvieto è stato concepito come un grande ostensorio: contiene il miracolo eucaristico per esporlo al mondo intero, come il più grande santuario eucaristico. Qui si deve venire da ogni parte del mondo per una sosta meditativa di adorazione e per un momento conviviale. Qui tutti, educati dallo stesso Maestro divino in tutte le Scritture, devono poterlo riconoscere risorto nello spezzare il pane (cfr. Lc 24). Abbiamo tutto il tempo necessario – ha poi soggiunto – per prepararci adeguatamente, fissando fin da ora gli impegni che riguardano tutti, sia la Chiesa locale che il territorio”. In chiusura mons. Scanavino ha presentato il progetto “Il Samaritano”. Una iniziativa sostenuta e coordinata dalla Comunità di vita solidale di Pantalla. Un gruppo di persone che donano gratuitamente il loro tempo e le loro competenze professionali per aiutare i fratelli bisognosi sia presso le loro abitazioni che presso le strutture ospedaliere o case di riposo. Tutti possono chiedere – ha esortato il Vescovo – animati dallo spirito di carità, di far parte come volontari del gruppo Il Samaritano.

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Nel suo sangue https://www.lavoce.it/nel-suo-sangue/ Thu, 22 Jun 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5241 Il Corpus Domini è celebrato in tutto ‘l’orbe cattolico’ ma in modo tutto particolare è vissuto nella nostra diocesi ed è una festa di popolo, partecipata anche da molti giovani. Sabato 17 giugno mentre i pullman a Bolsena facevano scendere i partecipanti alla Marcia della fede, era in arrivo la staffetta podistica che, partita da Praga, giungeva a Bolsena per poi proseguire per Orvieto. In questi anni si è creato un rapporto tra Praga ed Orvieto, per via del sacerdote Pietro da Praga che a Bolsena vide sgorgare tra le mani che stringevano l’ostia consacrata il sangue di Cristo. Dopo il passaggio della staffetta, i partecipanti alla Marcia della fede si sono riuniti nel salone delle suore Sacramentine di Bolsena per l’incontro con Maddalena Santoro, sorella di don Andrea Santoro, il sacerdote di Roma ucciso lo scorso 5 febbraio in Turchia. Eucaristia e martirio è stato il tema dell’incontro in cui Maddalena ha tratteggiato con grande profondità la spiritualità di don Andrea: una spiritualità profondamente eucaristica, sorretta da un vita tutta incentrata sulla Parola di Dio, che ha portato questo sacerdote brillante e dinamico a lasciare le sue molteplici e incisive attività per prendersi cura di uno sparuto gruppo di cristiani in Turchia. Don Andrea voleva vivere come Cristo Agnello, con l’amore per il dialogo e il rispetto per l’altro. Particolari della sua vita e del suo martirio sono stati narrati anche da altre volontarie laiche che hanno vissuto con lui in Turchia, in modo particolare una giovane volontaria che si trovava in chiesa a pregare insieme a don Andrea ed ha assistito al suo assassinio. Un incontro che ha colpito molto i presenti e che ci ha avvicinato alla figura di un autentico martire di Cristo. Nell’interno della catacomba della martire Cristina e nella chiesa dove è stata battezzata santa Maria della Pace (la suora Francescana missionaria di Maria martirizzata nel 1900 in Cina), è iniziata la veglia di preghiera, presieduta dal Vescovo, che si è conclusa con la benedizione eucaristica e la partenza dei partecipanti alla Marcia della fede, che hanno ripercorso l’antica strada che collegava Bolsena ad Orvieto, itinerario che il vescovo Giacomo seguì nel 1263 con il corporale macchiato dal sangue di Cristo, per giungere ad Orvieto. Anche i partecipanti alla marcia, giunti in Duomo alle 6 del mattino di domenica, si sono accalcati verso la cappella del Santissimo Sacramento, dove è stato fatto scendere il sacro Corporale per essere posto vicino l’altare maggiore. Dopo questo gesto è stata celebrata la messa presieduta dal Vescovo mons. Giovanni Scanavino. Alle ore 9 è iniziata la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragàn, presidente del Pontificio consiglio della pastorale della famiglia, concelebrata dal nostro Vescovo e dal Vescovo ausiliare di Praga; erano presenti moltissimi sacerdoti della diocesi e altri provenienti da Roma, insieme a qualche centinaio di seminaristi e studenti nei vari seminari internazionali presenti a Roma. Il Cardinale, nella sua vibrante omelia, ha in modo particolare sottolineato il legame tra l’eucaristia e la nostra vita, salute dell’anima e del corpo. Dopo la celebrazione si è snodata la processione con il Santissimo Sacramento seguito dal Sacro Corporale, preceduta dal meraviglioso corteo storico che ricorda l’avvenimento del miracolo; dietro il Sacro corporale hanno preso posto i sindaci dei comuni della diocesi, con i rispettivi gonfaloni. La lunga processione che si è snodata per le vie cittadine ha avuto dei momenti molto significativi come la benedizione eucaristica nel monastero delle Clarisse del Buon Gesù e nel carcere, per tornare poi in un piazza del Duomo stracolma di gente. Nel pomeriggio il Cardinale e i vescovi si sono recati a Bolsena per la messa e la processione per le vie della cittadina coperte da una meravigliosa infiorata. Alle ore 18, a Todi, nel duomo il vicario generale don Carlo Franzoni ha presieduto la messa e la processione che quest’anno è giunta nella chiesa di Santa Maria in Camuccia. I fedeli della parrocchia hanno accolto il Santissimo Sacramento con festosi addobbi e con tanti fiori lungo la via che porta alla chiesa.

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