Carlo Liviero Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/beato-carlo-liviero/ Settimanale di informazione regionale Wed, 05 Aug 2015 10:32:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Carlo Liviero Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/beato-carlo-liviero/ 32 32 Il pane dell’educazione https://www.lavoce.it/il-pane-delleducazione/ Wed, 05 Aug 2015 10:32:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=41860 Il gruppo delle prime suore fondate dal beato Carlo Liviero
Il gruppo delle prime suore fondate dal beato Carlo Liviero

Cento anni fa, proprio in questi giorni, l’Italia entrava in guerra. La Grande guerra. Una guerra che ha cambiato la storia e la vita nelle famiglie italiane. Anche a Città di Castello molti sono stati i “richiamati”, uomini che dovevano partire per combattere lontano, con l’angoscia di non ritornare. La maggior parte non sapeva come dare sicurezza ai figli…

Con la stessa preoccupazione dei padri di famiglia che partivano, il vescovo Carlo Liviero seguiva gli avvenimenti. La guerra semina lutti e crea vuoti nelle famiglie portando allo scoperto i grandi drammi della miseria. Il suo cuore solerte si china “maternamente” sulla realtà umana in ascolto dei bisogni, col fiato sospeso fino a che, di fronte alla sofferenza degli orfani, dà vita alla più grande delle sue opere: un ospizio per “gli orfani e i derelitti” vittime innocenti del conflitto.

Ne parla con il suo popolo durante il pontificale nella festa dei santi Pietro e Paolo con tanta passione che presto la diffidenza dei più si muta in generoso entusiasmo. Apre egli stesso una sottoscrizione, e mette tutto quello che ha: 500 lire. Subito un bambino si alza e corre all’altare e dona 5 lire. Inizia così una gara di solidarietà tra i castellani. Quei bambini orfani diventeranno i figli di tutta la città.

Adatta per questa opera il vecchio Orto della cera in fondo al rione San Giacomo. E con gioia il 1° luglio 1915 annuncia dalle pagine di Voce di popolo: “Questi figli derelitti non hanno bisogno solo del pane ma hanno bisogno assai più del pane della vita che è l’educazione cristiana e la formazione religiosa e morale… E noi, fidenti della carità inesauribile di quel Cuore sacrissimo di Gesù che con tenere espressioni invitava i pargoli a venire a Lui che affermava: ‘Chi accoglierà un fanciullo nel nome mio accoglierà me stesso’, abbiamo deciso di dar mano all’opera”.

Ma chi avrebbe potuto custodire tanti bambini e offrire loro cure e amore? Ecco, in quell’occasione sono nate le Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Suore semplici, così le voleva Liviero per fare da madri a quei piccoli. Guarda lontano, Liviero, vede forse i molti volti della povertà che si susseguono nel tempo, le solitudini, il male di vivere, le fatiche dell’uomo che ha bisogno di umili “samaritani” che si chinino sulle loro ferite.

Perciò, nel chiedere a Papa Benedetto XV l’approvazione per fondare una congregazione religiosa di suore, scrive: “Una congregazione di donne che, fatta piena oblazione di sé, si dedichino a tutte le opere di cristiana carità”. Piccole e semplici per essere docile strumento nelle mani di Dio che attraverso loro potesse scrivere pagine di misericordia e di tenerezza. Sono tanti i bambini che cresceranno nel vecchio Orto della cera, amorevolmente custoditi dal buon Vescovo e dalle giovani suore.

Nel tempo, il vecchio Orto della cera, simbolo del grande cuore di Carlo Liviero, cercherà con le suore, umili e attente ai segni del tempo, le strade del mondo: Kenya, Albania, Ecuador, Afghanistan, Uganda… per fare di Cristo il cuore del mondo. Anno dopo anno, per ben un secolo ormai, quel gesto di misericordia e di amore con il quale ogni Piccola Ancella si china verso i piccoli, i poveri di ogni tempo e luogo, fratelli che incontra sul suo cammino, ha scritto e scrive – per la nostra città e per ogni luogo in cui presta il suo servizio – pagine di storia.

Ora, in occasione dell’anniversario prenderà ufficialmente vita un’associazione di laici che sono ispirati al carisma del beato Carlo Liviero.

Le celebrazioni

Sarà il card. Gualtiero Bassetti, domenica 9 agosto alle ore 10.30 nella cattedrale di Città di Castello, a presiedere la concelebrazione eucaristica di ringraziamento per il centenario di fondazione delle suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Proprio nel duomo tifernate Carlo Liviero invitò il suo popolo a farsi strumento della Provvidenza divina e concepì l’idea della nuova congregazione. La sera di sabato 8 agosto, alle ore 21, presso l’Orto della cera a Città di Castello (in piazza Servi di Maria), si terrà la veglia di preghiera “E voi continuate” aperta a tutti coloro che vorranno ringraziare il Signore assieme alle suore. Nel mese di agosto, sabato 29 in Kenya, si terrà una celebrazione eucaristica di ringraziamento e per la professione religiosa di alcune suore, presieduta dal Vescovo di Marsabit.

 

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Doppia festa per un beato “papà” https://www.lavoce.it/doppia-festa-per-un-beato-papa/ Wed, 03 Jun 2015 12:38:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34542 1-festa-livieroRichiamando il Salmo 23, nella celebrazione della festa liturgica del beato Carlo Liviero, sabato 30 maggio, mons. Domenico Cancian ha delineato un’analogia tra il Buon Pastore e il vescovo beato, che fu come un “buon papà” per Città di Castello.

Mons. Liviero fu effettivamente il “padre” di tante opere di carità nella nostra diocesi; realizzò un cinema, una libreria cattolica e una tipografia, oltre a un settimanale diocesano. Tra le varie opere, però, spicca la fondazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Proprio attraverso di esse Carlo Liviero rivelò un altro aspetto del suo “essere padre”: con lo scoppio della Prima guerra mondiale ospitò gli orfani e i bambini più disagiati nella rinnovata struttura dell’“Orto della cera”.

Il vescovo Liviero divenne una figura di riferimento per questi ragazzini. Per trovare un appoggio in quest’opera di carità creò la congregazione delle Piccole Ancelle, fondata il 9 agosto 1915.

La celebrazione del 30 maggio quest’anno ha avuto così un carattere del tutto particolare: la ricorrenza della nascita e del battesimo del beato Liviero coincideva con l’apertura dei festeggiamenti per il centenario di fondazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore.

“Questo è il vostro primo secolo di storia – ha affermato mons. Cancian durante l’omelia, rivolgendosi alle religiose presenti -. Un secolo in cui, con umiltà, avete dedicato il vostro operare al servizio degli ultimi e dei più piccoli, continuando quello che è stato l’esempio del beato Liviero.

La consegna che lui ci ha lasciato, però, non è solo per le Piccole Ancelle, ma riguarda tutti noi cristiani. Il senso di questa celebrazione si trova proprio in questo invito che ci rivolge Gesù Cristo, di rimanere uniti nel suo amore e nel Vangelo: siamo chiamati a continuare e tradurre nel mondo questa testimonianza di amore che ci proviene da Gesù”.

Oggi come 100 anni fa, le Piccole Ancelle continuano la loro opera rivolta alle persone più piccole e povere del mondo. A oggi sono presenti in 34 case sparse tra Italia, Albania, Ecuador, Kenya, Svizzera e Uganda. L’istituto – che conta 220 religiose – risulta quindi ancora oggi particolarmente vivo e attivo.

2-festa-livieroUn esempio della sua vivacità è la novità riguardante l’ingresso nella congregazione di un nutrito numero di laici. Da anni, infatti, un centinaio di laici affiancano le religiose nelle loro attività, seguendone carisma e spiritualità. Questo gruppo sarà riconosciuto in via ufficiale dalla Chiesa, e aggregato all’istituto, nella celebrazione prevista nella cattedrale tifernate il prossimo 9 agosto.

Le celebrazioni

Dopo il concerto dello scorso 29 maggio e la celebrazione per la memoria liturgica del beato Carlo Liviero, i festeggiamenti legati al centenario delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore continueranno durante tutto l’anno. Momento culminante sarà sicuramente il convegno – cui parteciperà la teologa Antonietta Potente – presso la casa dell’“Alpe di Poti”, sul tema “Elementi biblico-teologici della Misericordia” il prossimo 8 agosto. Il giorno seguente, la messa in cattedrale a Città di Castello. A ricordare il centenario dalla professione delle prime 5 Piccole Ancelle del Sacro Cuore sarà nel duomo tifernate una celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, card. Gualtiero Bassetti.

 

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Cent’anni con il Cuore nella Storia https://www.lavoce.it/centanni-con-il-cuore-nella-storia/ Tue, 12 May 2015 08:39:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33117 Piccole Ancelle del sacro Cuore della Comunità di casa madre
Piccole Ancelle del sacro Cuore della Comunità di casa madre

È il 9 agosto 1915, cento anni fa. L’Italia è in guerra, molti padri di famiglia sono chiamati alle armi: chi penserà ai loro figli? Mons. Carlo Liviero, vescovo di Città di Castello, proclamato beato nel 2007. Un Pastore che – direbbe Papa Francesco – “odora di pecora” perché è tutt’uno con i problemi e i bisogni del suo popolo, apre un luogo di accoglienza per gli orfani derelitti della guerra: l’ospizio “Sacro Cuore”. Vuole essere lui un padre per loro. I bambini bisognosi di cure e di affetto sono accolti e custoditi da cinque giovani donne, che diventeranno le prime Piccole Ancelle. Nel giorno della loro vestizione religiosa il fondatore spiega il significato del nome: “Piccole serve, voi siete venute a portare l’opera vostra per il bene delle anime”. Le suore dovranno essere semplici e umili, per occuparsi di “tutte le opere di cristiana carità” (cfr. Lettera a Benedetto XV), in particolare dei bambini e dei poveri.

Oggi siamo chiamate a riscoprire e mantenere viva l’ispirazione evangelica delle origini: un carisma di carità e di amore che attinge alla compassione e alla tenerezza del cuore di Cristo ed è rivolto ai piccoli, ai sofferenti, ai poveri, agli emarginati. Come allora, andiamo, “piccole suore”, per il mondo. Siamo 250 e siamo presenti in Italia, in Albania, in Svizzera, in Kenya, in Ecuador, adeguando ai tempi e ai luoghi il carisma ereditato dal fondatore. Dalla quotidiana partecipazione all’eucaristia attingiamo l’energia apostolica e la gioia di donarci ai fratelli. In Umbria siamo presenti a Città di Castello nella casa madre: qui la comunità è abbastanza numerosa, e tutte, con la preghiera adorante o con il servizio, cerchiamo di “essere profeti che testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra”, secondo l’invito di Papa Francesco. Ci proponiamo di tener vivo l’impegno educativo lasciato dal fondatore, operando nella scuola primaria e dell’infanzia, con particolare attenzione ai bambini più indifesi.

Suor Raffaella Bibi
Suor Raffaella Bibi

Nel rinascimentale palazzo Tini ha sede un pensionato per persone anziane, una “scuola” ove si impara a prendersi cura della persona nella sua totalità. Dal 2005 il vecchio Orto della cera, luogo delle origini, accoglie ora due comunità educative permanenti per minori in disagio familiare e sociale. Di recente è stata aperta una casa di accoglienza per donne in difficoltà. Vengono accolte donne che rimangono sole per problemi familiari, economici, abitativi e di coppia. Donne diverse per età, lingua, cultura, che hanno subìto violenze, e quindi costrette a scappare di casa. Inoltre in casa madre, essendoci spazi adeguati, si accolgono anche gruppi ecclesiali in cerca di un luogo adatto per la preghiera, per condividere la Parola di Dio, per incontrare il Signore e incontrarsi tra loro. Sempre in Umbria ci sono altre tre comunità, nelle parrocchie di Selci, di Pistrino e Scheggia, dove le suore si occupano dell’educazione dei piccoli nella scuola dell’infanzia e operano nell’attività pastorale parrocchiale.

Nella ricorrenza del centenario di fondazione prende forma una nuova espressione del carisma: la condivisione carismatica di laici che simpatizzano con lo stile di vita del beato Carlo Liviero. Con questa apertura e ricchezza, le Piccole Ancelle continuano a scrivere pagine di storia nella Chiesa, una storia di misericordia, di tenera compassione verso i piccoli della terra di ogni tempo e luogo. Papa Bergoglio nell’Anno della vita consacrata ci invita a “Svegliare il mondo”, ossia a rimettere la nostra vita sull’“ora di Dio” e rispondere con audacia alle necessità della Chiesa. Essere disponibili a camminare con Cristo dentro la Storia, non a rinchiuderci nelle certezze di ciò che abbiamo già sperimentato, ma avere volontà e coraggio di intraprendere strade nuove per raggiungere tutti. Siamo invitate a riscoprire la bellezza dell’appartenenza a Cristo, una bellezza che scaturisce da un rapporto personale profondo con Dio e che non sempre riusciamo a far emergere.

 

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Diocesi di Città di Castello. Verso il centenario delle Piccole Ancelle https://www.lavoce.it/diocesi-di-citta-di-castello-verso-il-centenario-delle-piccole-ancelle/ Tue, 23 Sep 2014 16:45:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28108 Il beato Carlo Liviero con i primi orfani accolti a Città di Castello
Il beato Carlo Liviero con i primi orfani accolti a Città di Castello

Con una celebrazione eucaristica nell’“Orto della cera” a Città di Castello è stato aperto ufficialmente l’anno formativo in preparazione alla celebrazione del primo secolo di vita della congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, nata proprio lì per iniziativa del beato Carlo Liviero.

Per l’occasione è stato scelto il motto “Una storia di misericordia”, rappresentato da un apposito logo realizzato da Eva Di Gianvito che raffigura un cuore tracciato da una linea continua dai mille colori, e che all’interno porta il numero 100. Una linea continua che racchiude ma non chiude, come deve essere un cuore generoso, sempre aperto all’altro, modello per ogni Piccola Ancella.

Così madre Geltrude Billi, confondatrice, ricorda in una sua memoria il giorno delle origini: “La mattina celebrò la messa in duomo alle ore 6, presenti le due giovani destinate a iniziare, e altre Angeline. Provvisoriamente, aveva detto mons. Liviero, finché dura la guerra, al servizio dei figli dei richiamati, senza impegno. Temeva forse di non riuscire? O volle tacitare i malevoli? Il 9 agosto 1915, giorno consacrato al beato Giovanni Maria Vianney, parroco di Ars, di cui Liviero era devoto, madre Luigia Cunial, Dina Mercati e Maddalena Bioli, circa alle ore 8, accompagnate dalle proprie mamme fecero il loro ingresso all’ospizio; Anna Chiavarini volle accompagnarle e rimase con esse. Mons. Liviero era già lì fin dalle 7.30 a ricevere i bambini e a parlare con le mamme che li accompagnavano. In quel giorno ne entrarono 14, quasi tutti i figli dei richiamati”.

Quel seme gettato dal beato Carlo Liviero nell’Orto della cera 99 anni fa è cresciuto e ha portato un buon frutto: oggi le circa 300 suore sono presenti in Italia (24 case), Kenia (5 case), Albania (2 case), Equador (2 case), Uganda (1 casa) e Svizzera (1 casa).

Le Piccole Ancelle del Sacro Cuore sono molto legate a Città di Castello, dove la congregazione ha avuto origine e dove si trovano i luoghi del fondatore. Sono oggi presenti a Città di Castello con la casa madre, nel cui complesso hanno sede varie opere educative (scuola dell’infanzia e scuola primaria), culturali (Centro studi “B. Carlo Liviero”) e caritative (casa di riposo per anziani, casa di accoglienza per donne in difficoltà).

In diocesi le suore operano anche nelle parrocchie di Selci e di Pistrino, con una significativa presenza nella scuola dell’infanzia e nelle attività parrocchiali. Alcune sono coinvolte nelle attività pastorali e caritative a livello diocesano o parrocchiale.

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A Riosecco “Aperitivo solidale” per aiutare la missione di suor Letizia in Kenya https://www.lavoce.it/a-riosecco-aperitivo-solidale-per-aiutare-la-missione-di-suor-letizia-in-kenya/ Fri, 04 Jul 2014 12:48:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25933 suor-Letizia-bnIn un’epoca in continua evoluzione, anche la solidarietà necessita di un mutamento nelle modalità di approccio. come si capiva dalla locandina messa in giro per pubblicizzare l’evento, si è pensato ad una forma più semplice e moderna per incontrarsi in nome di una buona causa: l’aperitivo solidale. Questa semplice espressione ci ha permesso di trovare rispondenza in un pubblico più ampio, destando anche l’interesse dei più giovani.

Giovedì 19 giugno presso il giardino della scuola materna di Riosecco è stata ospite suor Letizia Braga, che per diversi anni ha insegnato proprio in questa struttura e, ormai da 16 anni, è missionaria in Kenya nelle strutture delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore fondate dal beato Carlo Liviero.

La risposta della collettività è stata assolutamente positiva. La nostra idea si è concretizzata in un momento di incontro tra vecchi e nuovi amici, ognuno dei quali ha partecipato attivamente e spontaneamente alla buona riuscita dell’evento. Così, tra antipasti vari, crostini assortiti, torte salate, piatti freddi, numerosi dolci, buon vino, sangria e cocktail di frutta, tutti hanno collaborato a dar vita ad una piacevole serata.

È stato un modo nuovo e poco impegnativo per trascorrere alcune ore all’insegna della condivisione e della semplicità; semplicità che, unita all’ineguagliabile accoglienza, caratterizza l’operato delle Piccole Ancelle, come può testimoniare chiunque abbia avuto modo di visitare le loro missioni in Kenya.

Alla serata hanno partecipato anche i parroci di Riosecco, don Achille Rossi e don Paolino Trani, con i quali suor Letizia è legata da tempo da un rapporto di amicizia e rispetto coltivato fin dai tempi in cui svolgeva la sua attività nella scuola materna. C’erano le ragazze dell’associazione “Insieme a suor Letizia per il Kenya”, che sono state parte attiva e ispiratrici dell’evento. Le ragazze durante l’anno portano avanti un’attività di produzione e vendita di bomboniere solidali, il cui ricavato viene poi inviato in Kenya.

In occasione della serata è stata allestita una piccola bancarella con una serie di prodotti artigianali kenyani, arrivati direttamente per mano di suor Letizia. Ne è uscito fuori un angolo molto variopinto e dal sapore tipicamente africano, pieno di collane, bracciali, orecchini, presepi, borsette fatti a mano dalle donne che si trovano nelle loro strutture. I presenti hanno apprezzato e non si sono lasciati sfuggire l’occasione di portarsi a casa un ricordo della serata.

Durante un breve intervento di ringraziamento, suor Letizia ha ricordato che l’esperienza e le iniziative sviluppate a suo tempo a Riosecco – ad esempio il Comitato dei genitori – sono state proposte ed estese anche alla realtà keniota e stanno avendo successo tra i genitori; i quali, sollecitati, iniziano a capire che il tema del sostegno dei bambini è la strada da intraprendere per attuare un percorso di vero cambiamento. I genitori infatti sono ormai consapevoli della necessità di combattere l’ignoranza attraverso la scolarizzazione, per poter raggiungere una certa libertà di valutazione e di scelta, e soprattutto per poter diventare persone in grado di riappropriarsi di quella dignità che troppo spesso, nell’ultimo secolo, è stata loro strappata.

Prima di salutarci abbiamo voluto far volare una lanterna come gesto propiziatorio, e l’abbiamo seguita nel suo volo con sguardi attenti ed entusiasti. Questo piccolo gesto lo abbiamo voluto dedicare alla nostra amica suor Letizia, che presto ripartirà, e a tutta la comunità che, ogniqualvolta viene chiamata a raccolta per una buona causa, non manca di dare una calorosa risposta.

Grazie a tutti quanti hanno partecipato, ognuno a suo modo, per continuare a dire che la solidarietà non ha colore, non ha pregiudizi, ma nasce dal cuore delle persone, “delle belle persone”, come qualcuno ha scritto.

Gli amici di suor Letizia

 

 

 

In missione anche le Figlie della Misericordia

L’istituzione di una nuova parrocchia e la professione di due novizie in Rwanda sono due motivi di festa per le Figlie della Misericordia. È stata infatti ultimata la struttura di accoglienza gestita dalle religiose tifernati suor Assunta, suor Claudia e suor Luciana, iniziata assieme a padre Ivan, nella diocesi di Kabgayi, in Rwanda. Ora il bacino geografico delle tre piccole valli in cui si trova il centro andrà a costituire una nuova parrocchia di circa 20.000 persone, nella diocesi retta dal vescovo Smaragde Mbonyintege.

Alla festa che si terrà sabato 6 luglio partecipa anche una delegazione di Città di Castello, calata in Rwanda assieme al vescovo mons. Domenico Cancian. Nella missione gestita dalle religiose delle Figlie della Misericordia sono attualmente presenti sei novizie e sette postulanti, che diverranno suore nei prossimi anni.

La congregazione, fondata da mons. Giovanni Muzi nel 1841, è composta oggi da 21 suore che, oltre alla missione in Rwanda, gestiscono la scuola dell’infanzia di Lama, prestano il loro servizio nell’ospedale di Città di Castello – attività per la quale il Muzi volle esplicitamente creare questa congregazione – e operano nella casa per studenti dell’“Onaosi” a Perugia. In quest’ultima struttura sono presenti tre religiose che rappresentano un punto di riferimento per i ragazzi che studiano lontano da casa, e una sicurezza, anche dal punto di vista morale, per le loro famiglie.

Con le loro attività, a distanza di tanti anni dalla loro fondazione, e nonostante le difficoltà dovute al periodo storico e alla crisi di vocazioni, le Figlie della Misericordia dimostrano che è comunque possibile continuare a fare del bene e andare incontro agli ultimi. Con l’aiuto di Dio e dello Spirito, infatti, questa congregazione è riuscita a far nascere qualcosa di importante nonostante i numeri e le forze siano sempre più esigui.

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Castello ricorda con affetto don Pierangeli e don Magnani https://www.lavoce.it/castello-ricorda-con-affetto-don-pierangeli-e-don-magnani/ Thu, 06 Mar 2014 13:45:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23268 Un momento dell’esibizione dalla corale Abbatini
Un momento dell’esibizione dalla corale Abbatini

La festa ideata dalla schola cantorum “Anton Maria Abbatini” in vista dei 40 anni dalla scomparsa di don Giuseppe Pierangeli e dei 10 di quella di don Rolando Magnani è stata un successo. Sono state molte, infatti, le persone che hanno partecipato alle iniziative organizzate, sabato 1° marzo nella chiesa di San Michele Arcangelo, dalla stessa parrocchia, assieme alla corale “Abbatini” e alla società rionale “San Giacomo”.

Nel pomeriggio sono state svelate due iscrizioni commemorative di don Rolando e don Giuseppe, affisse all’ingresso della chiesa di San Michele, parrocchia in cui i due sacerdoti svolsero il loro ministero. Nell’occasione il coro “Abbatini” ha eseguito il Salve Pastor, inno composto da don Rolando Magnani in onore di don Giuseppe Pierangeli nel 1945.

Il sindaco Luciano Bacchetta ha invece ricordato alcuni aneddoti legati a don Giuseppe (soprannominato “Tabachino”), e nello svelare le due epigrafi ha aggiunto: “È un’iniziativa che mi tocca anche dal punto di vista umano. Tabachino, per me, è stato un grande maestro di vita. Questi vicoli racchiudono la storia di Città di Castello e abbiamo il dovere di ricordare persone come don Giuseppe e don Rolando, che hanno fatto la storia della nostra città. Queste sono storie che ci appartengono e ricordare tali figure significa anche ricordare la nostra vita e il passato di questa città”.

“Questa – ha invece affermato don Andrea Czortek, attuale parroco di San Michele – è una storia continuata, prima che da me, da don Tonino Rossi. Con questa festa vogliamo ringraziare e fare memoria di due figure importanti, che rappresentano per noi una guida. Ancora oggi – ha continuato, descrivendo la personalità dei due sacerdoti – in molti ricordano degli aneddoti legati a Tabachino, e in tutti si ritrova la carità come aspetto ricorrente. Una carità non tanto predicata ma praticata, in modi semplici, per rispondere a esigenze concrete dei parrocchiani. Di don Rolando, invece, è bene ricordare come sia stato insieme uomo di fede e di scienza. Insegnante di matematica in seminario, don Rolando era anche appassionato di musica e intendeva l’arte come un percorso con cui avvicinarsi al bello e a Dio”.

La serata è poi proseguita con una celebrazione eucaristica officiata dal Vescovo, e un concerto della corale “Anton Maria Abbatini”. Quest’ultima ha animato la messa con brani composti da don Rolando, e al termine ha eseguito altre 5 composizioni del sacerdote che fondò il coro nel 1931, sotto l’impulso del beato Carlo Liviero.

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Diocesi di Castello e Gubbio: incontri sull’imperatore Costantino a 1700 anni dall’Editto https://www.lavoce.it/diocesi-di-castello-e-gubbio-incontri-sullimperatore-costantino-a-1700-anni-dalleditto/ Thu, 24 Oct 2013 12:51:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20250 Don Matteo Monfrinotti e don Andrea Czortek durante l’incontro
Don Matteo Monfrinotti e don Andrea Czortek durante l’incontro

Ha preso il via martedì 22 ottobre il ciclo di incontri organizzato dalle diocesi di Città di Castello e Gubbio dedicato all’anniversario dell’“editto di Costantino”. La prima conferenza, dal titolo “In hoc signo vinces – 1.700 anni dopo Ponte Milvio”, ha visto ospite nella sala del centro studi “Beato Carlo Liviero” don Matteo Monfrinotti con l’intervento “Anno 313: i fatti e la loro narrazione”. L’ospite, introdotto da don Andrea Czortek, ha sviluppato la sua esposizione attorno ad alcuni punti fondamentali della storia di Costantino e del contesto sociale in cui si inserì la “convenzione” di Milano del 313. Ha presentato la riforma di Diocleziano e la riorganizzazione dell’assetto statale che operò. Di seguito, don Monfrinotti ha spiegato il conservatorismo dioclezianeo riguardo alla problematica della religione, approfondendo anche il concetto di religio per i Romani. “Per loro – ha spiegato – la religione era strettamente legata al potere fin dalle origini di Roma: Augusto, per esempio, tra i vari titoli, possedeva anche quello di Pontifex Maximus”. Come affermato dal relatore, i Romani tendevano a integrare i culti dei popoli vinti, inserendo i nuovi dèi nel pantheon latino; il culto cristiano però non veniva considerato una religio ma una superstitio. “Solo Tertulliano con l’Apologeticum – ha aggiunto Monfrinotti – operò una svolta in questo senso, ribaltando il concetto e considerando vera religione il cristianesimo e superstizioni le altre”. Diocleziano – secondo l’ospite – ha quindi cercato la concordia dell’Impero puntando su un ritorno alla religione tradizionale e perseguitando l’elemento destabilizzante: i cristiani. Dopo aver ripercorso l’ascesa al potere di Costantino, sancita dalla vittoria contro Massenzio a Ponte Milvio, Monfrinotti ha riassunto i racconti dell’evento tramandatici da Lattanzio ed Eusebio di Cesarea. E ha aggiunto: “Costantino, al contrario degli imperatori a lui precedenti, non ha celebrato la vittoria di Ponte Milvio con un sacrificio a Giove sul Campidoglio, rendendo note fin da subito le differenze della sua politica”. L’esperto ha quindi continuato spiegando come quello noto tradizionalmente come l’“editto di Costantino non possa essere definito tale: giuridicamente è da considerarsi come un accordo privato con cui Costantino invitava Licinio a riconoscere lo status di liceità del cristianesimo anche in Oriente; rimarcando quindi l’editto di tolleranza verso i cristiani emanato da Galerio nel 311”.

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“Nell’anno della fede, i nostri testimoni” https://www.lavoce.it/nellanno-della-fede-i-nostri-testimoni/ Thu, 19 Sep 2013 19:49:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19158
Duomo di Città di Castello

Avrà luogo domenica 22 settembre alle ore 16:00 l’incontro: “Nell’anno della fede, i nostri testimoni: beata Margherita, santa Veronica Giuliani, beato Carlo Liviero”.

Organizzata in collaborazione con i centri studi “Santa Veronica Giuliani” e “Beato Carlo Liviero”, questa iniziativa sarà l’occasione per approfondire la conoscenza delle figure in questione, tenendo conto anche del particolare rapporto che ciascuno di loro ha avuto con Dio.

L’incontro, organizzato nell’ambito dell’anno della fede, vedrà la partecipazione, in veste di relatori, del vescovo di Città di Castello, Domenico Cancian, assieme a don Andrea Czortek, don Romano Piccinelli e don Francesco Mariucci e si svolgerà nella sala “Carlo Liviero” dell’ “Istituto Sacro Cuore”, a Città di Castello.

 

 

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Beato Carlo Liviero: la fede fu l’anima della sua vita operosa https://www.lavoce.it/beato-carlo-liviero-la-fede-fu-lanima-della-sua-vita-operosa/ Thu, 30 May 2013 13:27:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17054 Liviero a San Pietro nel 1912
Liviero a San Pietro nel 1912

Giovedì 30 maggio la diocesi di Città di Castello, unitamente alle suore Piccole Ancelle del Sacro Cuore, ha celebrato la memoria del beato Carlo Liviero. In questo Anno della fede il ricordo spinge a interrogarci su come egli abbia vissuto questa virtù. La domanda da porci è: quale posto ha avuto la fede nella vita di Carlo Liviero? La risposta ce la offre una testimonianza di don Vincenzo Pieggi, suo segretario, che scriveva: “La fede fu l’anima di tutta la sua vita, traspariva in tutti i suoi discorsi e da tutte le sue azioni, sosteneva i suoi sacrifici, confortava le sue speranze. E questa fede, sempre nutrita nel suo animo fin dalla sua giovinezza, egli la irrobustiva continuamente con la preghiera e con la meditazione”. La fede significa provvidenza, cioè abbandono fiducioso a un Dio che si prende cura di noi. Nel giugno 1916, dieci mesi dopo la fondazione dell’ospizio Sacro Cuore per gli orfani, invitava i fedeli della diocesi a essere “confidenti prima di tutto nella misericordiosa provvidenza del Cuore di Gesù che mai ci ha abbandonato”. La fede va vissuta e va coltivata, e in Carlo Liviero questo ha significato una profonda vita di preghiera, una non comune pietà eucaristica, una sincera devozione mariana, una radicata fedeltà alla Chiesa. Ma ciò che più è evidente nella fede di Carlo Liviero è che essa genera le opere, perché si esprime attraverso l’amore. Non c’è amore senza azione, non c’è fede senza opere. La sua operosità non è fine a se stessa, ma diventa strumento dell’amore, perché capace di concretizzare opere a servizio dei piccoli, dei poveri e degli ultimi. Scrive il compianto mons. Camillo Berliocchi: “Carlo Liviero splende anche, e soprattutto, per quest’aspetto essenziale della spiritualità cristiana e sacerdotale: chiaramente in lui la fede opera per mezzo della carità”. L’operosità non è un semplice tratto del carattere di Liviero, ma qualcosa di ben più profondo, che nasce dalla fede, capace di esaltare la meglio la natura umana e si suoi talenti. Non si può capire la tensione apostolica di Liviero, prima da parroco e poi da vescovo, a prescindere dalla sua profonda fede. Nel 1927, in preparazione al primo Congresso eucaristico diocesano, lui stesso scrive: “V’ha un proverbio popolare che dice: l’amore non si nasconde. E dice bene, poiché è troppo conforme alla nostra natura umana il manifestare colle parole e con i fatti quello che si agita in cuore, o che si va macchinando col pensiero”. Lungi dall’essere qualcosa di intimistico, per Carlo Liviero la fede è la fede nel Dio che si incarna per farsi conoscere, che si fa conoscere amando tutte le persone che incontra. Ecco perché per Liviero la fede è il propulsore di tutta la sua articolata, e feconda, opera. Giustamente la sua ultima biografia, scritta da mons. Camillo Berliocchi, si intitola Credere per amare, poiché la sua non fu – e non avrebbe potuto essere – una fede chiusa, ma una fede aperta, una fede che si fa servizio e annuncio.

La schola cantorum “Abbatini” in tour nei luoghi di Liviero

La schola cantorum “Anton Maria Abbatini” effettuerà un mini-tour di due giorni, i prossimi 15 e 16 giugno, in alcuni luoghi legati alla vita del beato Liviero. La stessa corale di Città di Castello, del resto, è stata fondata nel 1931 da mons. Rolando Magnani sotto l’impulso dell’allora vescovo tifernate.

Il coro, diretto dal maestro Alessandro Bianconi, nella giornata di sabato visiterà Gallio, nell’altopiano di Asiago, dove Liviero svolse per la prima volta il ministero di sacerdote. Il coro animerà quindi la messa nella chiesa di Gallio, dove terrà un concerto in serata.

Nella giornata di domenica, invece, la schola cantorum “Abbatini” si sposterà a Padova dove animerà la celebrazione eucaristica delle ore 12 nella cattedrale di Sant’Antonio. A Padova, Liviero venne ordinato sacerdote nel 1888 e vi svolse anche una breve esperienza di insegnamento nelle scuole elementari.

“Siccome è stato il beato Carlo Liviero a voler dare vita a questa corale – ha affermato il presidente del coro, Claudio Tomassucci – abbiamo pensato di realizzare questo tour nei luoghi in cui ha svolto il suo ministero da sacerdote. La finalità di tutto ciò sarà quella di conoscere meglio i luoghi e un po’ la storia del Vescovo che ha fondato questo coro, ormai attivo da più di 80 anni, e compiere una sorta di pellegrinaggio in queste località; cosa che non era mai stata fatta finora. Un altro fine, poi, sarà quello di stare insieme e di conoscerci meglio come coro, la cui attività principale resta quella di animare le liturgie che si svolgono nel duomo di Città di Castello”.

Attività dell’associazione Orto della cera

Il 23 maggio è stato presentato lo spettacolo del laboratorio teatrale “L’occhio del lupo”. Nella sala del teatrino “Orto della cera” in via del Pozzo, l’associazione culturale e giovanile Orto della cera ha esposto i due laboratori che sono stati attivi quest’anno scolastico 2012-13: quello teatrale diretto dal maestro Damiano Augusto Zigrino e quello di fotografia gestito da Marco Milanesi. L’associazione è nata nel 2011 con l’obiettivo di continuare il percorso di aggregazione e di formazione giovanile, anche attraverso la promozione di attività artistiche, iniziato dall’illuminato mons. Carlo Liviero, vescovo di Città di Castello dal1910 al 1932. L’associazione, formata da laici che hanno beneficiato dell’aiuto prezioso e costante delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, ha ritenuto di iniziare l’attività a favore dei giovani proponendo un Laboratorio teatrale, attività cara al beato Liviero per l’alto valore educativo e pedagogico della stessa. Le attività riprenderanno il prossimo ottobre. Per informazioni: 347 3775830 – 349 4930330.

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Da un secolo è scuola di vita https://www.lavoce.it/da-un-secolo-e-scuola-di-vita/ Thu, 11 Nov 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8893 Ha compiuto 100 anni lo scorso 5 novembre, ma la scuola “Sacro Cuore” è sempre lì a svolgere il suo importante servizio educativo per la formazione dei bambini di tutta la diocesi di Città di Castello. I numeri sono testimoni imparziali: finora sono passati sui banchi della scuola 3.645 bambini. Fondata il 5 novembre 1910 dal beato Carlo Liviero, questa scuola ha festeggiato il primo centenario con la messa celebrata da mons. Domenico Cancian presso il santuario della Madonna delle Grazie e con l’inaugurazione del rinnovato piazzale antistante l’edificio e della nuova sala ricavata dall’ex teatrino in via del Pozzo. A chiusura della giornata, si è infine tenuto un concerto della corale “Marietta Alboni” e del coro “Pueri cantores”. Durante la celebrazione eucaristica il Vescovo si è rivolto ai bambini, esortandoli a mettere Dio al primo posto della loro vita; ma il momento più toccante della celebrazione è stato il finale, quando don Magio Bogliari ha ricordato la sua esperienza da ex alunno nella scuola del “Sacro Cuore”. “Stiamo vivendo un evento grandissimo – ha dichiarato mons. Cancian dopo la benedizione del piazzale – perché stiamo ricordando un avvenimento storico: qui Liviero ha avuto un’intuizione giusta e ha dato inizio a questa scuola con il fine di istruire i ragazzi, rispondendo al bisogno di dare una formazione ai bambini più poveri e disagiati di Città di Castello”. Liviero aveva capito che per togliere i bambini dalla strada non bastava l’istruzione basata solo sul nozionismo, ma serviva una formazione ed un’educazione che facesse della scuola una scuola di vita, ha continuato mons. Cancian, che ha aggiunto: “Dobbiamo imparare dal beato Carlo Liviero per continuare su quella strada di servizio e assistenza, soprattutto verso i più poveri, che lui ci ha insegnato”. Infine il Vescovo, guardando al presente e al futuro, ha aggiunto: “Sono uscite lo scorso ottobre le indicazioni pastorali Siano una cosa sola. Si è molto sottolineata la questione educativa; in questa scuola le linee pastorali trovano un riscontro vivo”. Alla grande festa di venerdì mattina è stata presente anche suor Consolata Tamai, madre generale delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, congregazione fondata dal beato Liviero. “Quello che colpisce è questa continuità di cento anni – ha affermato suor Consolata – e se pensiamo agli inizi semplici e difficoltosi, sicuramente il beato Liviero non avrebbe mai immaginato a tutto questo. La scuola è il luogo deputato all’educazione per eccellenza e nella scuola si incontrano bambini, insegnanti e famiglie, così la scuola diventa anche un punto di riferimento per la comunità” ha aggiunto la madre generale che ha concluso: “Oggi la Cei ha pubblicato il documento sulla sfida educativa, ma molte scuole di Ordini religiosi stanno chiudendo per mancanza di fondi o di personale, e in molte realtà servirebbe che la diocesi si facesse carico degli istituti. Qui a Città di Castello sono cento anni che va avanti questa sfida sull’educazione, e speriamo di poter continuare così”. La direttrice della scuola “Sacro Cuore”, suor Pasqualina Garon, ha infine dichiarato: “Sono tanti anni che faccio scuola, e dal 1981 sono qui a Città di Castello. Non avrei mai pensato di festeggiare i cento anni di questo istituto, anche perché spesso le forze politiche mettono alla prova istituzioni come quelle scolastiche. Voglio comunque dire un grazie a famiglie, alunni, insegnanti ed ex alunni e chi prima di noi ha creduto in questa scuola”.

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Decenni difficili https://www.lavoce.it/decenni-difficili/ Thu, 28 Oct 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8855 Il prof. Roberto Regoli è intervenuto sabato scorso nella terza conferenza del ciclo organizzato dalla diocesi di Città di Castello per ricordare il centesimo anniversario della nomina vescovile di Carlo Liviero. “La situazione della Chiesa cattolica durante l’epoca tra il 1866 e il 1932” era il titolo dell’incontro svoltosi con il docente. Quest’ultimo, dunque, dopo un’ introduzione da parte di don Andrea Czortek, ha presentato alcuni problemi che la Chiesa italiana si trovò ad affrontare dopo l’Unità del Paese, e ha quindi delineato a grandi linee la situazione dei difficili rapporti ufficiali tra il Vaticano e il Regno d’Italia dopo la scomparsa dello Stato Pontificio. “La Chiesa di Roma a fine Ottocento – ha affermato – effettua una ristrutturazione del suo apparato organizzativo seguendo una linea di accentramento. A livello universale – ha spiegato – avviene un accentramento della Chiesa attorno alla figura del Papa; più in basso la diocesi si accentra attorno al vescovo e la parrocchia vicino al parroco”. Regoli ha poi continuato parlando dei controlli che la Santa Sede effettuava sulle diocesi e di come vennero riorganizzati i seminari e le modalità per poter accedere al sacerdozio. Ma il relatore ha anche parlato della situazione sociale in cui si trovava l’Italia in quel delicato periodo storico, dopo la rivoluzione industriale e dopo l’avvento di nuove forme di pensiero che minavano la fede in Dio. Per l’esperto, quindi, la Chiesa rispose al degrado culturale e teologico provocato dalla società industriale puntando molto sull’educazione e sulla formazione, non solo modificando l’istruzione dei futuri sacerdoti, nei seminari, ma anche appoggiando associazioni come l’Azione cattolica. Ha aggiunto l’ospite: “Trovano spazio proprio in questo contesto figure come san Giovanni Bosco”. Poi, la Chiesa in questo periodo, come sostenuto dallo stesso Regoli, non tralasciò l’aspetto di ente d’aiuto per le classi sociali più basse; anzi, proprio per trovare una risposta a problemi legati all’economia vennero creati i Crediti cooperativi. L’ospite, soffermandosi ancora sull’attenzione che la Chiesa rivolse alla società e alle nuove condizioni di vita, ha parlato anche del sostegno ecclesiastico al Partito popolare di don Sturzo e dell’enciclica Rerum novarum. Da ultimo si è infine discusso del trattato del 1929 tra il Vaticano e lo Stato fascista, che in qualche modo consentì maggiore libertà ai vescovi e di riallacciare i rapporti tra Chiesa e Stato italiano.

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100 anni ben spesi https://www.lavoce.it/100-anni-ben-spesi/ Thu, 01 Jul 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8577 Giovedì 24 giugno la comunità diocesana di Città di Castello ha festeggiato il 77° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del decano dei parroci tifernati: mons. Beniamino Schivo, che lo scorso martedì ha anche festeggiato i 100 anni dalla nascita. Il sacerdote, nato a Gallio (in provincia di Vicenza) nel 1910, è uno degli italiani che vanta addirittura un posto nel “Giardino dei Giusti” di Israele, in quanto nel 1944, rimasto a Città di Castello durante il passaggio del fronte bellico nell’Alta Valle del Tevere, mise in salvo la famiglia ebreo-tedesca Korn, in seguito emigrata negli Stati Uniti. Questo prete, oltre ad essere dal giugno del 1986 un “Giusto tra le nazioni”, ha ricevuto anche la Medaglia d’oro al valor civile consegnatagli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel gennaio 2008. Lo scorso giovedì, così, mons. Domenico Cancian, assieme a gran parte del clero diocesano, a mons. Ivo Baldi e a molti altri laici e religiosi, ha reso omaggio a mons. Beniamino per il servizio prestato in tanti anni presso la nostra diocesi, dove ha rivestito numerosi incarichi tra cui quello di rettore del seminario dal 1935 al 1970. Mons. Cancian ha iniziato dunque la celebrazione eucaristica ricordando alcune coincidenze che hanno caratterizzato la vita del decano tifernate: don Beniamino è infatti nato a Gallio, paese in cui il beato Carlo Liviero svolse l’ufficio di parroco, nello stesso giorno in cui Liviero diventava pastore della diocesi di Città di Castello (28 giugno 1910). Il Vescovo ha poi continuato: “Don Beniamino ha formato praticamente tutto il clero tifernate, testimoniando con la sua vita rettitudine, capacità di discernimento, forte paternità spirituale, pietà, fedeltà, amore e obbedienza alla Chiesa. Mons. Schivo è un uomo esigente e incoraggiante, di grande bontà, e lo ringrazio di cuore per la serenità e la gioia per nulla scalfite dallo scorrere degli anni”. La parola è dunque passata allo stesso don Beniamino che ha “ringraziato il Signore per il dono della vita e della vocazione, per il cammino condotto in questi anni, visto che mi sono trovato spesso a percorrere, assistito dalla Provvidenza, tante strade impreviste”. A conclusione della celebrazione, mons. Ivo Baldi, vescovo di Huari (Perù), ha voluto rendere un piccolo omaggio a don Beniamino, che fu uno dei suoi docenti durante gli anni trascorsi in seminario. Il prelato ha così ricordato “il senso di dolcezza e di semplicità” che questo sacerdote testimoniava con la sua vita e le sue parole. Anche il pro-sindaco Luciano Bacchetta è infine intervenuto facendo presente che persone come don Beniamino “devono essere ammirate e prese a modello di vita”.

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Triplice festa per il beato Liviero https://www.lavoce.it/triplice-festa-per-il-beato-liviero/ Thu, 03 Jun 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8506 Circa 250 bambini – alunni delle scuole delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore a Città di Castello, Pesaro e Roma – insieme a molti genitori e insegnanti hanno riempito la capiente navata della basilica cattedrale nella mattina di sabato 29 maggio, per celebrare festosamente il primo centenario della consacrazione episcopale del beato Carlo Liviero e del suo arrivo a Città di Castello come vescovo (28 giugno 1910). Così, diocesi di Città di Castello e Piccole Ancelle si sono ancora una volta unite nel ricordo del grande vescovo e fondatore. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo mons. Domenico Cancian con cui hanno concelebrato il vescovo emerito, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, e numerosi sacerdoti diocesani e provenienti dalle diocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado e Roma. Tante anche le suore, giunte in Alta Valle del Tevere da varie case dell’Umbria, delle Marche e del Lazio. All’omelia il Vescovo si è rivolto principalmente ai bambini, aiutandoli a cogliere la dimensione dell’amore nella vita del beato Carlo Liviero, il cui motto fu In caritate Christi. Al termine della celebrazione i concelebranti e i numerosi fedeli si sono recati processionalmente a venerare la tomba del beato nella cripta della cattedrale. Nel pomeriggio gli alunni delle scuole delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore hanno proseguito la giornata di festa con gare sportive presso lo stadio comunale “Bernicchi”. Insieme al primo centenario dell’ingresso in diocesi del vescovo Liviero, ricorrono quest’anno anche altri due centenari legati alle sue due prime opere pastorali, cioè la nascita del settimanale diocesano Voce di popolo nel luglio 1910 – di cui l’attuale La Voce è da considerarsi figlia – e la fondazione di quella che oggi è la scuola parificata dell’infanzia e primaria “Sacro Cuore”, che iniziò le proprie attività il 5 novembre 1910. Per ricordare questo anniversario la scuola ha dato vita a un nutrito programma di attività, che ha preso avvio lo scorso martedì 25 maggio con la messa in scena, presso il Teatro degli Illuminati, dell’applaudito recital “97, 98, 99…100”, dedicato proprio alla figura del beato e alla nascita della scuola. Lo spettacolo era diretto dal regista Damiano Augusto Zigrino, ex alunno della scuola “Sacro Cuore”, e accompagnato da una ricca colonna sonora che ha visto anche l’esecuzione di due canti scritti da un altro ex alunno, Emanuele Giornelli.

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Nostro amico e profeta https://www.lavoce.it/nostro-amico-e-profeta/ Thu, 31 May 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5914 Nel pieno rispetto della puntualità, alle ore 11 di domenica 27 maggio ha avuto inizio la celebrazione eucaristica nel corso della quale Carlo Liviero è stato iscritto nell’albo dei beati. I concelebranti, che si erano preparati nella chiesa di Sant’Agostino (istituto delle Salesiane), hanno attraversato processionalmente via Cacciatori del Tevere, per raggiungere il palco montato in piazza Gabriotti, all’angolo di fronte alla cattedrale. La concelebrazione, cui hanno partecipato circa 130 preti, 16 vescovi e circa 4.500 fedeli, è stata presieduta dal card. José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le cause dei santi. Prima del canto del Gloria il vescovo di Città di Castello, mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, ha rivolto al cardinale la richiesta di iscrivere Carlo Liviero nell’albo dei beati, e il cardinale ha letto la lettera apostolica con la quale papa Benedetto XVI concede che Carlo Liviero ‘d’ora in poi sia chiamato beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto, ogni anno il 30 maggio’. È stato poi scoperto il grande ritratto, ricavato da un acquerello della pittrice Silvia Forlani, raffigurante il beato Carlo Liviero e, sullo sfondo, il profilo della basilica cattedrale e l’Orto della cera, cioè il luogo dove, nel 1915, ha avuto inizio la storia delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Subito dopo, suor Consolata Tamai, superiora generale delle Piccole Ancelle, ha collocato accanto all’altare una reliquia del nuovo beato. All’omelia, il card. Saraiva Martins ha ricordato come ‘Dio si è manifestato anche a noi, nei nostri tempi, ed ha trasmesso qui il suo Spirito perché i suoi apostoli ce lo hanno annunciato, nelle nostre dimore, in quella successione viva ed ininterrotta che dal cenacolo di Gerusalemme ha raggiunto questo popolo, che Dio ha amato con il cuore di quel pastore santo che oggi con gioia indicibile la Chiesa ci invita a chiamare beato: è Carlo Liviero!’. Il Cardinale ha parlato del beato presentandolo come ‘amico di Dio e profeta’, ma anche come ‘amico degli uomini e profeta per gli uomini’, che seppe applicare il Vangelo ‘nella propria vita e tra la sua gente, rispondendone ai più urgenti bisogni: al bisogno di Cielo, innanzi tutto, e poi al bisogno di pane, di salute, di educazione, di difesa, di riscatto, di pace, di comunione’. Il servizio liturgico, coordinato da don Alberto Gildoni coadiuvato da Massimo Rossi, è stato svolto dai seminaristi del Pontificio seminario regionale umbro di Assisi e dai ministranti della cattedrale di Sansepolcro. Le parti in canto sono state eseguiti da 150 cantori (provenienti dalle tre corali cittadine e da alcuni cori parrocchiali), diretti dal maestro Marcello Marini e accompagnati all’organo dal maestro Alessandro Bianconi, direttore della schola cantorum della cattedrale, fondata dal beato Carlo Liviero nel 1931. Al momento dell’offertorio, i doni sono stati accompagnati da una danza africana del Kenya, dove operano le Piccole Ancelle del Sacro Cuore. La macchina organizzativa ha funzionato egregiamente. Nei principali punti d’ingresso alla città erano stati collocati otto punti di accoglienza, che hanno distribuito migliaia di copie del libretto per seguire la celebrazione e della biografia di Carlo Liviero, 1.000 copie de La Voce, 300 del quotidiano Avvenire e 300 dell’Osservatore romano, che hanno dedicato ampi servizi alla beatificazione. Numerosa la partecipazione popolare: piazza Gabriotti e l’interno della cattedrale erano gremiti di popolo, ma in molti hanno seguito la celebrazione anche attraverso il maxischermo collocato in piazza Matteotti. Altissima l’audience televisiva: praticamente in ogni casa di Città di Castello c’è stato un televisore acceso per seguire la diretta trasmessa, a reti unificate, da Tevere Tv e da Telesandomenico. Questo ha fatto sì che nel pomeriggio, dopo un piccolo temporale, migliaia di persone che avevano seguito la diretta televisiva si siano recate a visitare la tomba del Beato nella cripta della cattedrale e vi siano rimaste fino a tarda ora.

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