Bassetti creato Cardinale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/bassetti-creato-cardinale/ Settimanale di informazione regionale Sun, 28 Nov 2021 16:20:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Bassetti creato Cardinale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/bassetti-creato-cardinale/ 32 32 Tutti i cardinali di Perugia prima di Gualtiero Bassetti https://www.lavoce.it/tutti-i-cardinali-di-perugia-prima-di-gualtiero-bassetti/ Fri, 28 Feb 2014 15:03:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22869 orari

[gallery ids="22874,22875,22877"] Nei giorni scorsi i mezzi di comunicazione di massa hanno dato molto rilievo, come era giusto, alla notizia della nomina a cardinale dell’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti, sottolineando in modo particolare il fatto che siano occorsi più di 160 anni prima che un altro cardinale tornasse a sedere sulla Cattedra episcopale perugina. Il riferimento immediato è stato evidentemente al card. Gioacchino Pecci (creato cardinale nel 1853), che fu vescovo (arcivescovo ad personam) di Perugia dal 1846 al 1878, quando fu eletto Papa col nome di Leone XIII. Ma prima di lui ci sono stati altri cardinali a capo della Chiesa perugina, che forse val la pena di ricordare. È Andrea Bontempi, allo stato attuale delle ricerche, il primo “cardinale di Perugia”, dove nacque e di cui fu vescovo per un tempo lunghissimo, dal 1354 al 1390 (nel 1378 la dignità cardinalizia e l’ulteriore incarico di legato nella Marca d’Ancona). È ricordato per la carità verso i bisognosi e il rigore in materia di disciplina ecclesiastica, come per il suo viaggio ad Avignone dal Papa, insieme ad ambasciatori del Comune. Dopo di lui fu lo spagnolo Giovanni Lopez, nel 1496, il “cardinale di Perugia” per antonomasia: lo volle Alessandro VI, il quale, ringraziato dal magistrato dei priori, rispose che aveva concesso la porpora “in considerazione del di lui merito e di quello della città nostra”. È poi la volta di Agostino Spinola, ligure, segretario di Giulio II, che lo nominò vescovo di Perugia nel 1509; Clemente VII lo creò cardinale nel 1527. Iacopo Simonetta, milanese, fu creato cardinale da Paolo III nel 1535 e subito dopo inviato alla sede episcopale perugina. Si deve poi menzionare Fulvio della Corgna, fratello di Ascanio, e quindi anche lui nipote ex sorore del papa Giulio III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte), che nei documenti dell’epoca era nominato a sua volta “il cardinale di Perugia” (dal 1551). Egli fu vescovo della nostra città dal 1550 al 1553, periodo nel quale magari preferiva risiedere altrove; poi dal 1564 al 1574. Il suo nome è legato alla fondazione del Seminario, alla prima attuazione dei decreti del Concilio di Trento, al marchesato di Castiglione del Lago, e alle splendide residenze della Villa del Cardinale e di Pieve del Vescovo. Nel 1586 arrivò a Perugia, da Osimo, il vescovo Antonio Maria Gallo, già tesoriere di Sisto V e canonico della Basilica vaticana. Subito dopo la nomina, il 16 novembre, lo ritroviamo a Roma a ricevere la porpora; al ritorno, il 5 aprile 1587, consacra la nostra cattedrale. Cosimo de Torres, creato cardinale nel 1622, fu vescovo di Perugia dal 1624 al 1634. La sua attività pastorale è ben documentata dalle opere stampate a Perugia che si conservano nelle biblioteche cittadine, tra cui un importante volume di costituzioni sinodali (1632). Il suo successore Benedetto Monaldi, di nobile famiglia locale ma educato dallo zio materno Francesco Baldeschi di cui assunse il cognome, fu creato cardinale nel 1633 da Urbano VIII e inviato alla sede episcopale perugina l’anno seguente. Certamente Perugia non è considerata di per sé una sede cardinalizia, e quindi per tutti i personaggi sopra nominati vale il principio di essere stati creati cardinali non propter sedem, sed propter sedentem, cioè per i meriti e le capacità personali, come ha ricordato il card. Piovanelli nel suo discorso di saluto, domenica scorsa, in duomo, durante la cerimonia di accoglienza del neo-cardinale Bassetti.]]>
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[gallery ids="22874,22875,22877"] Nei giorni scorsi i mezzi di comunicazione di massa hanno dato molto rilievo, come era giusto, alla notizia della nomina a cardinale dell’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti, sottolineando in modo particolare il fatto che siano occorsi più di 160 anni prima che un altro cardinale tornasse a sedere sulla Cattedra episcopale perugina. Il riferimento immediato è stato evidentemente al card. Gioacchino Pecci (creato cardinale nel 1853), che fu vescovo (arcivescovo ad personam) di Perugia dal 1846 al 1878, quando fu eletto Papa col nome di Leone XIII. Ma prima di lui ci sono stati altri cardinali a capo della Chiesa perugina, che forse val la pena di ricordare. È Andrea Bontempi, allo stato attuale delle ricerche, il primo “cardinale di Perugia”, dove nacque e di cui fu vescovo per un tempo lunghissimo, dal 1354 al 1390 (nel 1378 la dignità cardinalizia e l’ulteriore incarico di legato nella Marca d’Ancona). È ricordato per la carità verso i bisognosi e il rigore in materia di disciplina ecclesiastica, come per il suo viaggio ad Avignone dal Papa, insieme ad ambasciatori del Comune. Dopo di lui fu lo spagnolo Giovanni Lopez, nel 1496, il “cardinale di Perugia” per antonomasia: lo volle Alessandro VI, il quale, ringraziato dal magistrato dei priori, rispose che aveva concesso la porpora “in considerazione del di lui merito e di quello della città nostra”. È poi la volta di Agostino Spinola, ligure, segretario di Giulio II, che lo nominò vescovo di Perugia nel 1509; Clemente VII lo creò cardinale nel 1527. Iacopo Simonetta, milanese, fu creato cardinale da Paolo III nel 1535 e subito dopo inviato alla sede episcopale perugina. Si deve poi menzionare Fulvio della Corgna, fratello di Ascanio, e quindi anche lui nipote ex sorore del papa Giulio III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte), che nei documenti dell’epoca era nominato a sua volta “il cardinale di Perugia” (dal 1551). Egli fu vescovo della nostra città dal 1550 al 1553, periodo nel quale magari preferiva risiedere altrove; poi dal 1564 al 1574. Il suo nome è legato alla fondazione del Seminario, alla prima attuazione dei decreti del Concilio di Trento, al marchesato di Castiglione del Lago, e alle splendide residenze della Villa del Cardinale e di Pieve del Vescovo. Nel 1586 arrivò a Perugia, da Osimo, il vescovo Antonio Maria Gallo, già tesoriere di Sisto V e canonico della Basilica vaticana. Subito dopo la nomina, il 16 novembre, lo ritroviamo a Roma a ricevere la porpora; al ritorno, il 5 aprile 1587, consacra la nostra cattedrale. Cosimo de Torres, creato cardinale nel 1622, fu vescovo di Perugia dal 1624 al 1634. La sua attività pastorale è ben documentata dalle opere stampate a Perugia che si conservano nelle biblioteche cittadine, tra cui un importante volume di costituzioni sinodali (1632). Il suo successore Benedetto Monaldi, di nobile famiglia locale ma educato dallo zio materno Francesco Baldeschi di cui assunse il cognome, fu creato cardinale nel 1633 da Urbano VIII e inviato alla sede episcopale perugina l’anno seguente. Certamente Perugia non è considerata di per sé una sede cardinalizia, e quindi per tutti i personaggi sopra nominati vale il principio di essere stati creati cardinali non propter sedem, sed propter sedentem, cioè per i meriti e le capacità personali, come ha ricordato il card. Piovanelli nel suo discorso di saluto, domenica scorsa, in duomo, durante la cerimonia di accoglienza del neo-cardinale Bassetti.]]>
Tempo di tremore e di grazia https://www.lavoce.it/tempo-di-tremore-e-di-grazia/ Fri, 28 Feb 2014 14:57:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22865 L’abbraccio tra Papa Francesco e Bassetti alla consegna della Berretta cardinalizia
L’abbraccio tra Papa Francesco e Bassetti alla consegna della Berretta cardinalizia

È ben difficile sintetizzare il subisso di emozioni che ho raccolto nel cuore nei giorni del Concistoro. Un misto di sentimenti contrastanti, che vanno dal tremore alla gioia intensa hanno invaso il mio intimo, consegnando, alla fine, al coacervo di ricordi che porto con me fin da bambino, quattro giornate intensissime, che resteranno presenti alla mia mente per tutta la vita. Sono arrivato in Vaticano mercoledì sera, sul tardi, e ho preso alloggio a Casa Santa Marta; e subito, l’iniziale sensazione di smarrimento si è trasformata in imbarazzo, trovandomi a prendere il pasto serale a pochi metri dal Santo Padre, che con la massima serenità e disinvoltura vive ormai da un anno insieme agli altri ospiti nella Casa, accontentandosi della semplicità del luogo e convivendo senza problemi con gli ospiti tradizionali o di passaggio. L’aula del Sinodo, dove si sono svolte le riunioni dei Padri cardinali, non mi era nuova, essendoci stato molte volte per le riunioni dell’Assemblea della Cei. Lo scenario era un po’ diverso: uomini di ogni razza, lingua e provenienza riempivano quel familiare emiciclo, rappresentando la Chiesa cattolica nella sua intera universalità. Venerdì mattina ho avuto la possibilità di concelebrare con Papa Francesco, accompagnando il card. Silvano Piovanelli, mio arcivescovo a Firenze per tanti anni, che proprio quel giorno festeggiava il suo compleanno. È stato un tempo di intensa preghiera e di autentica grazia. Più tardi, alla ripresa dei lavori nell’aula sinodale, ho potuto prendere la parola anch’io, nella speranza di contribuire, con la mia esperienza ventennale di vescovo, a portare un qualche aiuto alla riflessione sui problemi pastorali più urgenti che la Chiesa deve affrontare. È arrivato poi il giorno del Concistoro pubblico nella basilica di San Pietro. Sabato mattina di buon ora sono sceso a pregare in cappella; ero sereno, anche se l’emozione cominciava a farsi sentire. Venuta l’ora, mi sono ritrovato seduto, con gli altri confratelli, intorno all’altare della Confessione. Lo splendore degli stucchi mi veniva addosso, mentre cercavo di concentrarmi sull’intensità del rito. Ho ascoltato assorto il canto del Vangelo, l’episodio che narra la pretesa di due discepoli di stare assisi uno alla destra e uno alla sinistra del Signore nella gloria del regno futuro. Gesù, da buon padre e maestro, ha saputo dare una risposta seria e non offensiva alle povere ambizioni umane: il Padre deciderà chi dovrà stare accanto a Lui, non serve raccomandarsi. Il cuore mi si è stretto nel petto e con il pensiero sono andato indietro negli anni, fino all’età della giovinezza, a frugare nei ricordi i motivi fondanti della mia vocazione sacerdotale, trovandone una e una sola: servire il Signore, secondo la Sua volontà, senza mai nulla chiedere, o peggio, pretendere. Imponendomi la berretta, il Papa mi ha abbracciato e fatto coraggio, promettendo e chiedendo il ricordo nella preghiera. Poi sono entrato in un vortice di saluti e abbracci che non sembrava avere mai fine. In San Pietro, poi a San Gregorio VII, dove ho incontrato i fedeli venuti dalla diocesi, e infine nell’aula Nervi è stato tutto un susseguirsi di volti amici. Ho visto migliaia di persone accalcarsi intorno a me con tanto affetto e questo mi ha dato gioia e consolazione. Domenica mattina ho concelebrato con il Santo Padre nella basilica Vaticana, stracolma come il giorno prima. Il Papa ci ha parlato con forza, come gli è solito, invitandoci a evitare le piccolezze umane del primeggiare e del vano vociferare, invitandoci a essere veri discepoli del Cristo e tempio santo dello Spirito di Dio. Nel pomeriggio, salendo lentamente verso Perugia, ho rivissuto gli attimi del mio ingresso da arcivescovo. Il corso e la cattedrale gremiti sono stati luce per i miei occhi e forza per il mio animo. Sull’altare, ho voluto parlare con il cuore al mio popolo, invitando, senza enfasi e con umiltà, alla speranza e alla fiducia nel Signore, che sa fare di noi, poveri uomini, strumenti della sua salvezza per tutto il genere umano. Ringrazio Dio per i giorni e le gioie che mi ha concesso di vivere: siano segni della sua bontà per tutta la nostra Chiesa.

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Il nostro caloroso abbraccio https://www.lavoce.it/il-nostro-caloroso-abbraccio/ Fri, 28 Feb 2014 14:52:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22863 Nella chiesa di San Gregorio VII l’incontro di Bassetti con i 1500 fedeli delle parrocchie della diocesi giunti a Roma per il Concistoro
Nella chiesa di San Gregorio VII l’incontro di Bassetti con i 1500 fedeli delle parrocchie della diocesi giunti a Roma per il Concistoro

Gioia, emozione e comunione sono gli ingredienti di un sabato fuori dal comune, cominciato ancor prima dell’alba. La sveglia suona alle 4 del mattino, il cielo è ancora nero e gli occhi ancora semichiusi. Man mano che il pullman si riempie, sale l’attesa per quanto ci si appresta a vivere: dopo 162 anni, la diocesi di Perugia-Città della Pieve vede di nuovo il suo Pastore creato cardinale.

Tutti un po’ coprotagonisti di quest’evento, tutti chiamati a condividere questo momento, tutti o quasi ignari di quanto si deve svolgere in San Pietro, perché l’importante non è sapere cosa deve accadere ma poterlo vivere e condividere insieme agli altri.

Da diversi punti della diocesi sono partiti pullman con un’unica direzione: piazza San Pietro. L’acqua a catinelle ha rallentato il viaggio dei tanti pellegrini che, arrivati al colonnato della Basilica vaticana, hanno cominciato una lunga, interminabile fila, stemperando l’attesa tra chiacchiere e spuntini.

Zaini, borse e bandiere ben in vista, pass celeste in mano, giovani e adulti, tutti pronti per i controlli della polizia, ultima frontiera prima di entrare. O così si pensa, prima di scoprire che alle 9.30 del mattino la basilica è già piena e quindi ci si deve accomodare in piazza davanti ai maxi-schermi.

Tanta la delusione di non essere lì, dentro, il più vicini possibile, un po’ di nervosismo, la ricerca di qualche stratagemma per entrare e la voglia comunque di esserci.

Il tempo d’attesa prima dell’inizio della celebrazione viene ingannato fotografando costumi tradizionali, stendardi, stravaganti cappelli e quanto di più particolare e bizzarro presentano i convenuti al Concistoro, nonché salutando e abbracciando amici e conoscenti che non si vedono da tanto tempo. Forse questo momento, apparentemente insignificante, è tra i più belli della giornata perché da il senso di quanto si è vissuto, il senso e il valore di quella comunione ecclesiale di cui tanto si parla e a volte si fatica a vivere.

Sacerdoti e laici, parrocchie, associazioni e movimenti, Perugia e Città della Pieve, siamo tutti lì, tutti insieme a condividere il sole e l’acqua improvvisa che colpisce proprio durante la liturgia. Condividiamo la fila per il pranzo e la corsa per entrare nella parrocchia di San Gregorio VII per poter, finalmente, vedere e forse abbracciare il neo cardinale.

Una chiesa bella, grande e luminosa: non quella di mattoni che ci ospita, ma quella formata dai tanti perugini e non solo, dai 1.500 umbri che hanno scelto di non seguire comodamente da casa questo grande evento ma di essere lì.

Applausi come a un concerto rock, flash come sul red carpet, tanta emozione, commozione e qualche lacrima di gioia, hanno fatto da contorno al saluto che il vicario generale mons. Paolo Giulietti ha rivolto al card. Bassetti e alle parole calde e dirette al cuore che ha pronunciato un emozionatissimo neo-cardinale.

In una composta confusione tutti hanno provato a toccare, abbracciare, dire una parola d’augurio e di conforto al festeggiato, per testimoniargli tutto l’affetto che si è conquistato nei suoi anni di Pastore buono e saggio alla guida di una Chiesa piccola ma non facile.

E dopo i tentativi più o meno riusciti di salutarlo, si va in cerca dei volti dei tanti amici ancora da salutare, da abbracciare, con cui scambiare una parola o una battuta, in una giornata che sta volgendo al termine ma che rimarrà nel cuore di molti per molto tempo. E così tra un aneddoto della giornata, un ricordo di belle esperienze vissute insieme, e un pizzico di stanchezza, si riparte alla volta di casa lasciando una Roma soleggiata che ancora per qualche ora sarà spettatrice di questa giornata speciale per tutta la Chiesa.

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La porpora non teme di sporcarsi https://www.lavoce.it/la-porpora-non-teme-di-sporcarsi/ Fri, 28 Feb 2014 11:53:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22806 In uno sguardo complessivo, nei giorni passati, il colore rosso cardinalizio, dolce e vicace insieme, ha dato un messaggio gioioso di vita e di speranza che ha appagato la curiosità e il desiderio di bellezza delle folle radunate a Roma attorno a Papa Francesco e ai cardinali nuovi e vecchi, e anche da noi a Perugia, come è raccontato nel reportage (clicca qui per accedere ai contenuti).

Molti sono spontaneamente indotti a pensare e a dire “quant’è bella la nostra Chiesa”. Lo spettacolo della Chiesa vivente supera la bellezza statica delle sue basiliche e delle pur stupende opere d’arte che nei secoli i cristiani hanno creato. Anche dei cardinali si dice che sono “creati”, una parola forte che allude alla totale gratuità dell’elezione da parte del Papa: nessuno, infatti, ha diritto di diventare cardinale, neppure i vescovi che risiedono nelle sedi dette cardinalizie che sono tali solo per consuetudine, così come per consuetudine sono “creati” cardinali i collaboratori diretti del Papa nelle Congregazioni vaticane. Insomma, lo spettacolo della Chiesa che celebra i suoi riti provoca profonde emozioni e spinge a sentimenti di fede nella bellezza e bontà di Dio.

In una memoria raccontata nella lettera a un amico, Dietrich Bonhoeffer, pastore e teologo evangelico, confessa che trovandosi a Roma e assistendo a una liturgia in San Pietro, ne subì un tale fascino da fargli balenare l’idea di poter diventare cattolico. Mi viene da domandare, a questo punto, che cosa passa – se passa – nella mente di quelle autorità pubbliche, che si dichiarano atee, costrette per motivi di rappresentanza ad assistere alle funzioni religiose, senza un minimo cenno di partecipazione o coinvolgimento. Non ho risposta e forse non c’è, dipenderà dalla sensibilità e educazione delle singole persone. Ma altra domanda che sempre a questo punto viene da porsi è se e come le persone che condividono, emotivamente e per fede, la sostanza e la forma dei riti che si celebrano, ne traggano conseguenze esistenziali e pratiche.

La Chiesa che si esalta ed esalta il suo Signore nella glorificazione liturgica è la stessa che poi addita mete concrete, modi di comportamento e stili di vita. L’assemblea convocata per ascoltare la Parola di Dio e partecipare nella gioia al Mistero di gloria celebrato tra i canti nello splendore dei segni esteriori è esplicitamente invitata, una volta uscita dal tempio, ad incontrare le realtà di un mondo distratto, disgregato, disagiato, ferito, mortificato.

La Chiesa della gloria è la stessa della misericordia; il Vescovo porporato che svolge il solenne rito è lo stesso che si reca in carcere, abbraccia i detenuti, ascolta le loro richieste e le loro lamentele, e poi si reca a visitare gli ammalati e dare conforto alle famiglie che hanno bimbi nel reparto oncologico, consola la madre, il padre e i fratellini che hanno sofferto la perdita di un adolescente che si è impiccato nel giardino di casa.

La Chiesa è ancora più bella e più vera per questo suo andare verso le periferie esistenziali e geografiche, e non teme di lasciarsi toccare le dorate vesti liturgiche e i mantelli di seta color porpora dai disperati di questo mondo.

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Un nuovo inizio https://www.lavoce.it/un-nuovo-inizio/ Fri, 28 Feb 2014 11:51:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22810  

Bassetti-cardinaleIl grande, caloroso, commosso abbraccio di Perugia e dell’Umbria al neo-cardinale Gualtiero Bassetti, prima a Roma e poi al suo ritorno in diocesi. Il reportage di quelle giornate e i discorsi

Tempo di tremore e di grazia

Tutti i cardinali di Perugia prima di Gualtiero Bassetti

Il nostro caloroso abbraccio

Bassetti accolto nella sua cattedrale. “Cardinale per servire la Chiesa e non per servirsi di essa!”

L’omelia del Cardinale Bassetti

Piovanelli: Bassetti cardinale non per la sede ma per la sua persona!

Il saluto della Presidente della Regione Umbria al Cardinale Bassetti

Il saluto del sindaco di Perugia al Cardinale Bassetti

Il saluto di mons. Sciurpa al cardinale Bassetti al suo ingresso nella cattedrale di Perugia

Concistoro. Bagno di folla per Bassetti che riceve l’abbraccio dei ‘suoi’ umbri e toscani

Concistoro. Il Papa ai nuovi cardinali: “La Chiesa ha bisogno della vostra comunione”

Mattinata di emozioni per il cardinale Gualtiero Bassetti

 

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Bassetti ai carcerati: ho una grande famiglia e voi siete al suo primo posto https://www.lavoce.it/bassetti-ai-carcerati-ho-una-grande-famiglia-e-voi-siete-al-suo-primo-posto/ Mon, 24 Feb 2014 20:34:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22763 Il Cardinale Gualtiero Bassetti accolto dal direttore e comandante polizia penitenziaria del carcere di Capanne - Perugia
Il Cardinale Gualtiero Bassetti accolto dal direttore e comandante polizia penitenziaria del carcere di Capanne – Perugia

Come aveva promesso il giorno stesso in cui aveva ricevuto la notizia dela sua elezione a Cardinale, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha fatto visita alla Casa Circondariale in località Capanne (Pg), varcando con la sua auto il cancello principale poco dopo le ore 10 di lunedì 24 febbraio, intrattenendosi per quasi quattro ore e consumando il pranzo nella mensa interna.

A dargli il benvenuto sul grande piazzale del Carcere, il direttore, la dott.ssa Bernardina Di Mario, e il comandante della Polizia penitenziaria, il dott. Fulvio Brillo. Dopo l’incontro con il personale amministrativo ed educativo, il porporato, accompagnato anche dai cappellani don Cesare Piazzoli e don Saulo Scarabattoli e da un nutrito gruppo di volontari dell’Associazione perugina di volontariato (Apv) promossa dalla Caritas diocesana, ha dapprima incontrato i detenuti e successivamente le detenute, salutando personalmente ognuno di loro.

«Ciascuno ha avuto una parola da dirmi – ha commentato il cardinale Bassetti – e questo è il cuore della vita di queste persone che vivono un’immensa sofferenza interiore. Come vescovo ho una “grande famiglia” da seguire e voi – ha aggiunto, rivolgendosi ai detenuti – siete al suo primo posto». Più che parlare il cardinale ha voluto ascoltare e un giovane gli ha chiesto: «eminenza, può portare il saluto dei detenuti di Perugia al Papa?». L’arcivescovo Bassetti ha risposto: «Certo e lo farò anche presto, perché giovedì prossimo sarò in Vaticano, alla Congregazione per i vescovi, della quale sono membro, ai cui lavori prenderà parte il Santo Padre». Un altro giovane detenuto gli ha chiesto della confessione dei peccati ed un altro ancora, di religione musulmana, gli ha detto: «c’è un solo Dio che ci accomuna tutti». Una detenuta l’ha salutato dicendogli: «ho conosciuto la fede e oggi sono più in pace con me stessa e ho imparato a volermi bene». Un’altra gli ha consegnato un piccolo dono-ricordo dell’incontro a nome delle detenute presenti con scritto “salire di più, per servire di più con la stessa preghiera / Le ristrette del nuovo Complesso di Capanne Perugia”. Un’altra gli ha dato un biglietto con scritto “ci dà la vita e la forza e tanta fede dentro di noi e il suo spirito aiuta la nostra speranza”. E un’altra ancora ha voluto regalargli una piccola coroncina del Rosario con un bigliettino con scritto “Essere legati tra noi e con Maria…”.

I detenuti e le detenute hanno chiesto al cardinale di aiutarli e lui ha risposto: «tutto l’aiuto con la mia preghiera e con l’affetto. Hanno bisogno di tanta umanità – ha commentato – e si sono avvicinati per salutarmi, ma anche per dirmi una parola all’orecchio, farmi partecipe di quello che avevano dentro e qualcuno anche il pentimento. E’ stato un momento di grande verità».

Il cardinale ha molto apprezzato l’intervento del direttore del Carcere pronunciato davanti sia ai detenuti che alle detenute. «Eminenza, nel darle il benvenuto a nome di tutti coloro che lavorano e vivono in questa struttura – ha detto la dott.ssa Di Mario –, desidero ringraziarla per aver scelto ancora una volta il Complesso penitenziario di Capanne, come prima tappa delle sue visite pastorali, così come avvenne allorquando giunse come arcivescovo di Perugia. La scelta non è casuale, testimoniando l’attenzione che ella vuole riservarci, affinché i principi di giustizia, carità, dignità e solidarietà, trovino effettiva e concreta attuazione fuori e dentro il Carcere. Mi fa piacere ricordare la sua toccante affermazione, che mi ha molto colpito e che riporto testualmente: “La porpora non è un onore, un privilegio o un motivo di orgoglio, bensì un servizio alla Chiesa, come ha detto il Papa”».

«Al carcere, definito solo “Istituto di pena”, legittimamente destinato alla salvaguardia e sicurezza pubblica – ha commentato il direttore avviandosi alla conclusione –, di solito non si associa anche il concetto di riscatto. Per chi ha fede, infatti, c’è l’attesa di un altro giudizio, che non ha bisogno di passare per vari gradi, né di prove, né di testimonianze, essendo esatto per definizione. Su questo potrà incidere il percorso interiore che si compie tra queste mura. Avere la consapevolezza di non essere soli, sentirsi oggetto di un pensiero o di una preghiera costanti, aiuta a non mollare, incoraggia a trasformare un’inutile attesa di fine pena in un processo intimo di rinascita. Per questo confidiamo nella sua parola, nella sua preghiera e nel suo paterno sostegno spirituale».

Il cardinale ha ringraziato il direttore e i suoi collaboratori per l’ospitalità riservatagli, intrattenendosi anche con i volontari dell’Associazione perugina di volontariato (APV), ringraziandoli per il servizio che svolgono nel mettere in pratica il passo evangelico “ero carcerato e mi avete visitato”. Ha salutato i detenuti e le detenute nel dire loro: «ritornerò presto tra voi, in occasione della Santa Pasqua».

Incontrando all’inizio della sua visita il personale educativo, il porporato ha voluto ribadire il significato della sua presenza all’interno del carcere a due giorni dal Concistoro: «ci sono tante categorie che chiamiamo poveri, ma le altre le posso incontrare tutti i giorni. Gli unici che non possono venire da me sono i carcerati, gli ultimi. Se sono gli ultimi vorrei che fossero i primi per me».

Il cardinale ha parlato anche dello scottante tema del mondo carcerario italiano, affermando che in questo ambito «non vogliamo essere il fanalino di coda dell’Europa… Non guardiamo a questa struttura (il Carcere di Capanne, n.d.r.) che tutto sommato è nuova, dove gli ambienti si presentano bene e non c’è problema di sovraffollamento. Ma considerando la situazione generale delle carceri italiane, credo ci sia veramente tanto, tanto da fare».

Nella Casa Circondariale perugina attualmente vivono 447 persone che devono scontare una pena, di cui 387 uomini e 60 donne. A sorvegliare loro ci sono 226 agenti di Polizia penitenziaria, rispetto ai 284 previsti dall’organico ministeriale, una carenza soprattutto dei ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, come anche tra il personale educativo, che conta cinque unità rispetto alle 7 previste. E per quanto riguarda il personale amministrativo, manca la figura di un vice direttore.

Il cardinale, intrattenendosi poi con gli operatori dei media che lo hanno seguito nella visita, ha detto di voler essere «il vescovo di tutti. Non solo dei credenti, ma di tutte le persone che in qualche modo desiderano avere un riferimento con me e devono sentirsi libere di poterlo fare. Perché nel momento in cui il Signore mi ha dato questo incarico, mi ha detto: “Io ti affido un popolo”. Non mi ha detto quello dei battezzati o dei credenti. Chiunque di questo grande popolo vuole avere un riferimento ha il diritto di farlo».

 

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Il Cardinale Bassetti accolto nella sua cattedrale https://www.lavoce.it/il-cardinale-bassetti-accolto-nella-sua-cattedrale/ Mon, 24 Feb 2014 09:32:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22615 24/02/2014 – Foto Andrea Coli

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Piovanelli: Bassetti cardinale non per la sede ma per la sua persona! https://www.lavoce.it/piovanelli-bassetti-cardinale-non-per-la-sede-ma-per-la-sua-persona/ Sun, 23 Feb 2014 18:56:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22612 Il card. Bassetti e il card. Piovanelli
Il card. Bassetti e il card. Piovanelli – (Foto Andrea Coli)

23/02/2014 – Ha bisogno di essere presentato l’Arcivescovo Gualtiero Bassetti, da ieri Cardinale di Santa Romana Chiesa, mentre rivestito della porpora, per la prima volta entra nella sua e vostra cattedrale?

Da più di quattro anni è vostro pastore e così voi avete fatto esperienza diretta della semplicità e immediatezza del suo incontro, della dedizione  e simpatia con cui si mette  al  servizio di tutti, della attenzione premurosa, previdente e coraggiosa con cui guida il cammino di questa bella Chiesa che è la Chiesa di Perugia-Città della Pieve.  I sacerdoti anziani e giovani, i laici uomini e donne, le famiglie e le singole persone, i consacrati e le consacrate della vita religiosa riconoscono in lui un padre e fratello, un amico e  compagno di strada, una guida che non molla la presa, un sostenitore di quanti vacillano, un custode della speranza che non delude, un uomo, un cristiano, un vescovo che mai si arrende nell’incontrare l’umanità e continuamente indica le orme del Maestro, il Signore Gesù, che sempre ci precede in Galilea.

Rendendomi conto con gioia della vostra stima e del vostro affetto verso il Card. Gualtiero, io,  vecchio vescovo di Firenze, secondo l’espressione evangelica ormai molto avanzato in età, non mi meraviglio.

Ripenso agli anni del Seminario Minore, quando sono stato suo vicerettore; ripenso a quando è stato Rettore del Seminario Maggiore Arcivescovile di Firenze e ha sostenuto con entusiasmo la svolta pastorale del Card. Giovani Benelli, ripenso ai più di cento sacerdoti  che come Rettore ha presentato per l’Ordine Sacro e a come mi è stato al fianco quale vicario generale in un cammino pastorale, che, soprattutto per via del Sinodo diocesano, era fortemente guidato dalla Parola di Dio.

Ripenso alla sua consacrazione episcopale nella basilica di San Lorenzo per la Natività di Maria del 1994 e il suo lavoro episcopale nella diocesi  di Massa Marittima-Piombino, per passare poi con la prontezza dell’obbedienza che lo caratterizza alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dove ha lavorato con intensità, intelligenza e tatto e, poco più di dieci anni dopo, eccolo lasciare la Toscana e venire nella regione Umbra, che custodisce in maniera così forte l’impronta francescana e a cui il Santuario della Verna l’aveva ben preparato.

Quando io sono stato fatto Cardinale, ho dichiarato con convinzione sincera che io avevo ricevuto la porpora “propter sedem, non propter sedentem” (cardinale per via della sede, Firenze sede storicamente cardinalizia, non per meriti o capacità personali).

Nel caso del vostro arcivescovo, la designazione è “non propter sedem, sed propter sedentem”: dunque, non per via della sede (Perugia non è sede cardinalizia; anzi l’Arcidiocesi di Perugia non aveva un cardinale da 161 anni, dal momento che l’ultimo era stato Gioacchino Pecci che poi fu Papa Leone XIII). Ma per la persona che siede oggi sulla cattedra di questa Chiesa locale.

Il settimanale “Toscanaoggi”  ha dato la notizia col titolo “Monsignor Gualtiero Bassetti, il cardinale “a sorpresa”. Il Papa Francesco accompagna il cammino della Chiesa regalando tante sorprese con gesti e scelte che accendono la gioia dei cuori  e aprono cammini di speranza nel mondo: e questa è una sorpresa non piccola, per la vostra regione e per la Chiesa italiana.

Papa Francesco per via del nome e della scelta dei poveri  è legato particolarmente alla vostra terra, illuminata dalla memoria sempre vivissima di San Francesco d’Assisi.

Per via della nomina a Cardinale dell’arcivescovo di Perugia, unico Cardinale dell’Umbria, la vostra terra è, ora, legata particolarmente al Vescovo di Roma, successore di San Pietro, che  presiede alla carità di tutte le Chiese che sono nel mondo.

Il vestito rosso porpora dei cardinali richiama l’amore, il sangue, il fuoco dello Spirito Santo. Indicazione precisa dell’impegno di accompagnare e sostenere in profonda comunione di affetto e di vita l’amore del Vescovo di Roma per tutti i discepoli del Signore, dovunque si trovino, qualunque lingua parlino, a qualunque cultura e tradizione appartengano. Un amore che non è fatto di parole, chiuso in dei momenti, limitato a dei gesti, ma è donazione di vita, partecipazione alle croci degli uomini in cui continua la croce del Signore, versamento quotidiano del proprio sangue per dire amore sino alla fine.

Nella certezza che lo Spirito che vivifica e santifica tutto l’universo è, in questo servizio, particolarmente presente, conducendo la Chiesa e tutti gli uomini verso la pienezza della verità che è lo stesso Gesù Cristo, nostro Signore.

È a Lui che, anche  per il Cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, noi rendiamo lode e facciamo rendimento di grazie.

 

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L’omelia del Cardinale Bassetti https://www.lavoce.it/lomelia-del-cardinale-bassetti/ Sun, 23 Feb 2014 18:31:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22603 bassetti_cardinale_perugia-3976Di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata dal cardinale Bassetti domenica 23 febbraio nella cattedrale di Perugia.

 

Rivolgo un affettuoso e caro saluto al cardinale Silvano Piovanelli che, come un buon padre, stasera mi è stato vicino nel ritorno da Roma. Saluto e ringrazio il fratello cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, con cui da quattro anni stiamo condividendo la situazione della Chiesa italiana: lo ringrazio per la sua vicinanza. E con lui ringrazio i cardinali Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ed Ennio Antonelli, che a suo tempo fu successore del cardinale Piovanelli sulla Cattedra dei santi Zanobi e Antonino.

Ringrazio gli eccellentissimi arcivescovi e vescovi dell’Umbria, con cui condivido fortemente i problemi pastorali della nostra regione, della Toscana, e di altre Chiese sorelle e il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino.

Saluto tutti i carissimi sacerdoti della Chiesa perusino-pievese, quelli di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, e alcuni fiorentini che intravedo. Saluto i diaconi, i consacrati, i carissimi seminaristi che ieri con tutto il Seminario regionale era presenti a Roma. Sono stato per ventidue anni formatore in Seminario e a loro sono particolarmente vicino.

Saluto la presidente della nostra Giunta regionale, il presidente della Provincia, il sindaco di Perugia e li ringrazio per le cordiali espressioni che hanno voluto rivolgermi , che non erano parole di circostanza e riguardavano molti problemi che condividiamo. Saluto anche i sindaci della diocesi, sua eccellenza il prefetto, il questore e tutte le autorità civili, militari, istituzionali di ogni ordine e grado.

Ringrazio i carabinieri che gentilmente mi hanno scortato. Vorrei ringraziare la stampa che mi ha fatto un po’ confondere ma che mi è stata vicina. E poi tutti voi, carissimi fedeli, che già a centinaia ho incontrato ieri a Roma nella chiesa di San Gregorio e nella Sala Nervi. E voi popolo santo di Dio, che il Signore mi ha affidato e di cui porto la gioia e il vanto di essere pastore. A voi ragazzi, giovani, famiglie, sofferenti, dono l’abbraccio del vostro vescovo. Sono il vostro vescovo ma soprattutto sono un battezzato in cammino con voi verso la Casa del Padre. Voi siete la mia famiglia e la mia gioia.

Carissimi fratelli e sorelle, il Santo Padre Francesco nella lettera in cui mi comunicava la mia designazione a far parte del collegio Cardinalizio ha sapientemente messo in evidenza che “il cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione, ma più semplicemente vuol sottolineare un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore”. Non si tratta dunque per me di un merito o di un avanzamento di carriera, ma essenzialmente di un nuovo impegno per la Chiesa e l’umanità. Esso ha come unico punto di riferimento e modello Gesù di Nazareth , il quale è venuto in mezzo agli uomini non per farsi servire ma piuttosto per servire e dare la vita. Vedete, carissimi, non c’è altra strada per far carriera agli occhi di Dio. La nostra unica e autentica promozione è quella che più ci fa assomigliare al Signore Gesù: farsi piccoli per gli altro. Proprio per questo Dietrich Bonhoeffer, il grande teologo luterano, morto in un campo di concentramento nazista, scriveva che “la Chiesa deve partecipare agli impegni della comunità umana, non dominando ma aiutando e servendo”.

Ricordo come fosse ora le parole che papa Giovanni Paolo II pronunciò dopo la morte del cardinale Giovanni Benelli, avvenuta a Firenze il 26 ottobre 1982: “Ecco un pastore buono, che ha servito la Chiesa, senza servirsi mai di essa”. Queste parole, pronunciate 32 anni fa, assumono un significato particolare per tutti noi e per la società umana che, come Chiesa, siamo chiamati ad amare e servire.

Purtroppo non è difficile constatare che siamo come circondati da una mentalità individualistica che, come dice Papa Francesco, produce la “cultura dello scarto”, emargina i più deboli, si dimentica di molti e abbandona i poveri. A questa mentalità utilitaristica – sono ancora le parole del Papa – che cancella i piccoli e rimuove lo scandalo della sofferenza, siamo tutti esortati ad apporre una cultura dell’amore e della misericordia. Una cultura che difende la vita e che, soprattutto, ridona ai nostri ragazzi e alle nostre famiglie la speranza del futuro.

“Signore –ha gridato un giorno Francesco d’Assisi – fai di me uno strumento del tuo amore e della tua pace”. Signore – io lo grido a te stasera – aiutami a pascere il gregge che mi è stato affidato, volentieri, con animo premuroso, sapendomi sempre fare modello del gregge!

All’inizio della prima Lettura, che abbiamo ascoltato, Dio esorta il suo popolo dicendo: “Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo”. Che il Signore, nonostante le nostre debolezze, doni a me e a tutti noi pastori quella pazienza, quell’amore, quella lungimiranza che occorrono per poter guidare il gregge che ci è stato affidato. Oggi la Parola di Dio ci invita a guardare grande e guardare lontano.

“Siate santi, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”. E’ un invito che sembra togliere il respiro; eppure chi sa veramente costruire molto nella vita e nella storia sono gli uomini e le donne che desiderano l’infinito. Lo grido oggi: guardate grande e desiderate l’infinito. Lo ripeto fino alla noia soprattutto ai giovani che sono le rondini che volano verso la primavera. Desiderata la perfezione e la santità.

L’Umbria è terra di santi, da Bernardino a Francesco, da Chiara a Rita, da Angela da Foligno a Madre Speranza di Gesù: esempi di perdono, di amore ai nemici, operatori di pace, contemplatori di Dio. Siate perfetti. Diceva sant’Agostino: “Ama e fai quel che vuoi… Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi il tuo fratello, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. L’amore affonda come una radice nel cuore e da quella radice non potrà che nascere se non il bene”.

La Madonna delle Grazie, cui stasera affido la mia vita, la mia missione di padre e pastore, sia per tutti noi segno di consolazione e di sicura speranza. Amen.

Card. Gualtiero Bassetti

arcivescovo

GALLERIA FOTOGRAFICA

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Bassetti accolto nella sua cattedrale. “Cardinale per servire la Chiesa e non per servirsi di essa!” https://www.lavoce.it/bassetti-accolto-nella-sua-cattedrale-il-cardinale-e-per-servire-la-chiesa-e-non-per-servirsi-di-essa/ Sun, 23 Feb 2014 18:27:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22599

[caption id="attachment_22600" align="alignleft" width="270"]Il Cardinale Bassetti fa ingresso nella Cattedrale di Perugia Il Cardinale Bassetti fa ingresso nella Cattedrale di Perugia - GALLERIA FOTOGRAFICA[/caption] Nella cattedrale di Perugia, la folla dei fedeli ha accolto don un lungo appaluso il suo arcivescovo, da ieri cardinale Gualtiero Bassetti. E le parole di saluto, del presidente del Capitolo della Cattedrale mons. Fausto Sciurpa, che lo ha accolto all'ingresso della Cattedrale, del Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, non sono state parole di fredda formalità. Un saluto e augurio particolare è stato quello del cardinale Silvano Piovanelli arcivescovo emerito di Firenze, il quale ha ricordato gli anni in cui è stato vicerettore del Seminario di Firenze quando Rettore era Bassetti. E Bassetti si è commosso in particolare quando Piovanelli ha ripetuto “io sono stato cardinale per la sede, ma tu lo sei per la tua persona!”. E la cattedrale gli si è stretta intorno con un applauso al quale si sono uniti anche i fedeli che hanno seguito la messa dal grande schermo allestito nella vicina Chiesa del Gesù. La liturgia solenne ha avuto il tono di un abraccio caloro di tutta una comunità al suo vescovo. E non formali sono state anche le parole di Bassetti, a cominciare dai saluti con cui ha iniziato l'omelia, dovuti, ma accompagnati da un cenno o un ricordo di stima e affetto. L'omelia di Bassetti è iniziata con il suo sguardo che scrutava tra i presenti a scorgere volti conosciuti. Praticamente tutti. Dai concelebranti, i cardinali Giuseppe Betori e Silvano Piovanelli, l'attuale e l'emerito arcivescovo di Firenze, e il cardinale Ennio Antonelli, predecessore di Bassetti sulla cattedra di Perugia. E poi il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, e il presidente della conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, i vescovi dell'Umbria e anche vescovi di diocesi della Toscana. Trenta vescovi sono giunti da tutta Italia hanno concelebrato con lui la sua prima Messa da cardinale in San Lorenzo alla quale hanno partecipato più di 130 sacerdoti umbri e toscani. All’offertorio sono stati portati all’altare i prodotti della terra degli agricoltori umbri di “Campagna amica” della Coldiretti regionale, frutto del lavoro dell’uomo. Bassetti ha ringraziato tutti per la loro presenza, i sacerdoti, i religiosi e le religiose diocesani e quelli venuti da tutte le diocesi della regione” un ringraziamento particolare lo ha espresso all'ottantenne parroco di Popolano, “perché a Popolano ci sono le mie radici umane e cristiane con il bassesimo e la cresima!”. Bassetti ha ringraziato della loro presenza anche le autorità e alla “scorta che mi ha accompagnato dalla Madonna del bagno”, e per la stampa che in questi due giorni gli ha dedicato grande attenzione. E poi si è rivolto ai fedeli. “Grazie a voi, miei fedeli, che siete venuti numerosi anche a Roma!”. “Ieri - ha confidato Bassetti - m'è quasi venuta la sciatica per le quattro ore in piedi a salutare tutti, e l'ho fatto con molto piacere, e qualcuno mi ha anche augurato ‘si faccia coraggio!’”.  “A voi tutti - ha aggiunto - il mio carissimo abbraccio e saluto”. Nell'omelia ha ripreso le parole di Papa Francesco sul servizio dei Cardinali che non sono lì per “fare carriera” ma per servire e seguire Cristo”, per “servire la Chiesa semza mai servirsi di essa”. Al termine della liturgia il cardinale Angelo Bagnasco ha rivolto un saluto e un ringraziamento al caridnale Bassetti e anche ai fedeli di Perugia. “Fa bene a tutti noi pastori sentire la comunità cristiana che corrisponde all'affetto dei suoi pastori”. Basseti, prima dell'omaggio e della consacrazione della Diocesi alla Madonna delle Grazie ha detto ancora il suo grazie a tutti i presenti. “Stasera qui mi pare di rivedere una di quelle immagini del popolo di Dio in cui la Madonna tiene tutti fedeli, giovani, anziani, autorità, sotto il suo manto. Ecco, ora cantiamo tutti a Maria”. Ha poi concluso con un'ultima “piccola notizia”. “Stamattina - ha detto - il Papa dopo la messa m'ha detto ‘hai visto? Ha portato i doni all'altare una famiglia di Perugia’. Ecco - ha aggiunto - anche questo è un atto di attenzione e benedizione del Papa per la nostra Chiesa. E io stasera benedico tutte le nostre famiglie!”.    ]]>

[caption id="attachment_22600" align="alignleft" width="270"]Il Cardinale Bassetti fa ingresso nella Cattedrale di Perugia Il Cardinale Bassetti fa ingresso nella Cattedrale di Perugia - GALLERIA FOTOGRAFICA[/caption] Nella cattedrale di Perugia, la folla dei fedeli ha accolto don un lungo appaluso il suo arcivescovo, da ieri cardinale Gualtiero Bassetti. E le parole di saluto, del presidente del Capitolo della Cattedrale mons. Fausto Sciurpa, che lo ha accolto all'ingresso della Cattedrale, del Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, non sono state parole di fredda formalità. Un saluto e augurio particolare è stato quello del cardinale Silvano Piovanelli arcivescovo emerito di Firenze, il quale ha ricordato gli anni in cui è stato vicerettore del Seminario di Firenze quando Rettore era Bassetti. E Bassetti si è commosso in particolare quando Piovanelli ha ripetuto “io sono stato cardinale per la sede, ma tu lo sei per la tua persona!”. E la cattedrale gli si è stretta intorno con un applauso al quale si sono uniti anche i fedeli che hanno seguito la messa dal grande schermo allestito nella vicina Chiesa del Gesù. La liturgia solenne ha avuto il tono di un abraccio caloro di tutta una comunità al suo vescovo. E non formali sono state anche le parole di Bassetti, a cominciare dai saluti con cui ha iniziato l'omelia, dovuti, ma accompagnati da un cenno o un ricordo di stima e affetto. L'omelia di Bassetti è iniziata con il suo sguardo che scrutava tra i presenti a scorgere volti conosciuti. Praticamente tutti. Dai concelebranti, i cardinali Giuseppe Betori e Silvano Piovanelli, l'attuale e l'emerito arcivescovo di Firenze, e il cardinale Ennio Antonelli, predecessore di Bassetti sulla cattedra di Perugia. E poi il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, e il presidente della conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, i vescovi dell'Umbria e anche vescovi di diocesi della Toscana. Trenta vescovi sono giunti da tutta Italia hanno concelebrato con lui la sua prima Messa da cardinale in San Lorenzo alla quale hanno partecipato più di 130 sacerdoti umbri e toscani. All’offertorio sono stati portati all’altare i prodotti della terra degli agricoltori umbri di “Campagna amica” della Coldiretti regionale, frutto del lavoro dell’uomo. Bassetti ha ringraziato tutti per la loro presenza, i sacerdoti, i religiosi e le religiose diocesani e quelli venuti da tutte le diocesi della regione” un ringraziamento particolare lo ha espresso all'ottantenne parroco di Popolano, “perché a Popolano ci sono le mie radici umane e cristiane con il bassesimo e la cresima!”. Bassetti ha ringraziato della loro presenza anche le autorità e alla “scorta che mi ha accompagnato dalla Madonna del bagno”, e per la stampa che in questi due giorni gli ha dedicato grande attenzione. E poi si è rivolto ai fedeli. “Grazie a voi, miei fedeli, che siete venuti numerosi anche a Roma!”. “Ieri - ha confidato Bassetti - m'è quasi venuta la sciatica per le quattro ore in piedi a salutare tutti, e l'ho fatto con molto piacere, e qualcuno mi ha anche augurato ‘si faccia coraggio!’”.  “A voi tutti - ha aggiunto - il mio carissimo abbraccio e saluto”. Nell'omelia ha ripreso le parole di Papa Francesco sul servizio dei Cardinali che non sono lì per “fare carriera” ma per servire e seguire Cristo”, per “servire la Chiesa semza mai servirsi di essa”. Al termine della liturgia il cardinale Angelo Bagnasco ha rivolto un saluto e un ringraziamento al caridnale Bassetti e anche ai fedeli di Perugia. “Fa bene a tutti noi pastori sentire la comunità cristiana che corrisponde all'affetto dei suoi pastori”. Basseti, prima dell'omaggio e della consacrazione della Diocesi alla Madonna delle Grazie ha detto ancora il suo grazie a tutti i presenti. “Stasera qui mi pare di rivedere una di quelle immagini del popolo di Dio in cui la Madonna tiene tutti fedeli, giovani, anziani, autorità, sotto il suo manto. Ecco, ora cantiamo tutti a Maria”. Ha poi concluso con un'ultima “piccola notizia”. “Stamattina - ha detto - il Papa dopo la messa m'ha detto ‘hai visto? Ha portato i doni all'altare una famiglia di Perugia’. Ecco - ha aggiunto - anche questo è un atto di attenzione e benedizione del Papa per la nostra Chiesa. E io stasera benedico tutte le nostre famiglie!”.    ]]>
Il saluto della Presidente della Regione Umbria al Cardinale Bassetti https://www.lavoce.it/il-saluto-della-presidente-della-regione-umbria-al-cardinale-bassetti/ Sun, 23 Feb 2014 17:38:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22597 La Marini (di spalle) saluta il card. Bassetti
La Marini (di spalle) saluta il card. Bassetti (Foto Andrea Coli)

Eminenza, quando alcune settimane fa Papa Francesco annunciò che lei Mons. Bassetti, Arcivescovo di Perugia, era stato scelto quale nuovo cardinale e membro del Concistoro; espressi gioia e orgoglio per tale notizia, certa di rappresentare i sentimenti della gente umbra. Perugia, dopo 160 anni, torna con Lei ad essere sede cardinalizia ma anche, sono certa, ad interpretare in chiave contemporanea questa missione di una Chiesa attenta e sensibile alle difficoltà sociali del tempo presente. Oggi ribadisco a Lei, Eminenza, la gioia e l’orgoglio della Regione Umbria e del popolo di questa terra.

23/02/2014 – In questi anni di impegno congiunto per il bene comune ho avuto modo di apprezzare in lei quale Arcivescovo di Perugia e Presidente della CEU la sua grande attenzione alle persone, ai bisogni nuovi della cittadinanza, in particolare degli ultimi. E sono certa che la sua sensibilità e vicinanza ai poveri, la sua spiccata capacità di ascolto dei giovani, hanno ispirato il Papa nel volerla al suo fianco nel governo della Chiesa, soprattutto in un tempo così carico di incertezze, paure, difficoltà che acuiscono le sofferenze delle persone, e soprattutto per chi oggi è senza lavoro.

Sono ancora vivi in tutti noi il ricordo e l’emozione per la visita di Papa Francesco ad Assisi, lo scorso 4 ottobre, in occasione della festa del Santo. Una visita che ha lasciato un segno profondo nelle coscienze di credenti e non credenti. San Francesco e l’Umbria, la sua terra, sono da sempre un unicum che propone al mondo l’essenza del messaggio francescano: la povertà, il dialogo, la pace, l’amore per ogni creatura vivente, la custodia ed il rispetto della natura, del creato. Valori che, so bene, ispirano anche la sua missione pastorale e che sono presenti nella forte spiritualità umbra.

Voglio ricordare il suo impegno quale Presidente della Conferenza Episcopale Umbra e richiamare in particolare la collaborazione tra Ceu e Regione Umbria nella lotta alle povertà, nel sostegno alle famiglie in difficoltà, nel rilancio della funzione educativa degli oratori, nell’accoglienza a profughi ed immigrati giunti nel nostro Paese per sfuggire alla miseria, alla persecuzione e alle guerre.

Un lavoro svolto per le persone ma anche per rafforzare le azioni concrete di solidarietà, di lotta alle disuguaglianze e alle discriminazioni. In questa collaborazione lei si è speso non solo con grande generosità e competenza ma anche mostrando rispetto e grande considerazione per le istituzioni pubbliche, nell’autonomia delle funzioni.

Caro Cardinale, vorrei concludere questo mio saluto con le più sincere congratulazioni per questa prestigiosa nomina e con gli auguri più affettuosi e sinceri per lo svolgimento della nuova missione, ancor più alta ed impegnativa, cui il Papa l’ha chiamata.

So bene quanto in lei siano forti le radici della sua terra toscana, l’attaccamento orgoglioso alla sua famiglia popolare ma sappia che per noi fino in fondo ê figlio di questa terra umbra, luogo di forte spiritualità ma da sempre anche di solidarietà e accoglienza agli ultimi.

Auguri per la sua missione.

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Il saluto del sindaco di Perugia al Cardinale Bassetti https://www.lavoce.it/il-saluto-del-sindaco-di-perugia-al-cardinale-bassetti/ Sun, 23 Feb 2014 17:31:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22594 Il sindaco Boccali (di spalle) saluta il card. Bassetti
Il sindaco Boccali (di spalle) saluta il card. Bassetti

La nomina dell’arcivescovo di Perugia a Cardinale è stata motivo di gioia per tutta la comunità perugina. Siamo stati fieri di vivere un evento storico, perché questo non accadeva da più di 160 anni, ma credo che tutti, prima di ogni altra cosa, abbiamo pensato che la decisione di Papa Francesco fosse un riconoscimento alla figura di Gualtiero Bassetti ed al suo ruolo nella Chiesa.

Ho avuto la fortuna di conoscere subito, appena dopo il suo arrivo a Perugia, mons.  Bassetti come una persona di grande levatura morale, attenta ai più deboli, capace di infondere speranza. Un uomo che sapeva parlare alla nostra, alla sua comunità ma che sapeva e che voleva anche ascoltare, capire.

In una città in cui storicamente convivono un forte sentimento religioso ed una lunga tradizione civile, il rapporto con la Curia è stato corretto e produttivo. Assieme, ed in collaborazione con il volontariato laico e cattolico che è da sempre una ricchezza della nostra comunità, abbiamo cercato di affrontare i problemi di chi ha più bisogno di aiuto, specialmente in un momento in cui la coesione sociale e la stessa dignità di tante persone sono in grave pericolo per colpa di una crisi che colpisce le nostre famiglie, i giovani, i nuovi perugini, come preferiamo chiamare coloro che arrivano qui da tutte le parti del mondo sperando di costruire un futuro migliore.

Il Cardinale Bassetti è stato, è, e certamente continuerà ad essere un punto di riferimento della Perugia che crede nei valori della solidarietà, dell’accoglienza, della comunità.

Papa Francesco, dopo la sua visita ad Assisi, ha voluto donare all’Umbria un altro segno della sua vicinanza.

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Il saluto di mons. Sciurpa al cardinale Bassetti al suo ingresso nella cattedrale di Perugia https://www.lavoce.it/il-saluto-di-mons-sciurpa-al-cardinale-bassetti-al-suo-ingresso-nella-cattedrale-di-perugia/ Sun, 23 Feb 2014 17:28:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22590 Il card. Bassetti e mons. Sciurpa
Il card. Bassetti e mons. Sciurpa – GALLERIA FOTOGRAFICA

A nome del capitolo della Cattedrale di San Lorenzo e a nome dell’intera diocesi, Eminenza carissima le dò il ben tornato nella sua e nostra Chiesa “maior et mater”. Ho avuto già l’onore e il piacere, in qualità di Presidente del Capitolo, di accoglierlo e salutarlo con tanta fiducia ed attesa il 4 ottobre 2009, quando papa Benedetto XVI lo ha inviato a noi come Pastore e Padre; ora con animo grato e commosso insieme al Suo Popolo, l’amata famiglia ecclesiale perusino-pievese, lo accogliamo festosi ed ammirati per questo dono che Papa Francesco ha fatto a lei e a noi con la dignità cardinalizia. Dono che ha colto tutti di sorpresa, perché inusitato per la nostra realtà – bisogna tornare indietro di 161 anni al Cardinale Gioacchino Pecci, futuro Papa Leone XIII, comunque in circostanze non comparabili con le attuali, se non forse per la sensibilità sociale che lega i due porporati -; perciò tanto più motivo di gioia e di compiacimento per lei, come di un pizzico di orgoglio per noi, che si traduce immediatamente nella consapevolezza di una nuova o meglio accresciuta responsabilità per ciò che significa anche per la nostra Chiesa questa elezione, che, come dice il Santo Padre nella lettera inviata ai neocardinali, “non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore”. La nostra terra umbra con i santi Benedetto e Francesco, uomini e santi universali, la nostra diocesi perusino-pievese da sempre profondamente legata alla Chiesa di Roma, alla sua universalità, la nostra città con la sua tradizione culturale e civile di apertura al mondo, non possono non rispondere a questo sguardo ampliato, a questo cuore allargato.

Gli ultimi dodici mesi, dall’undici febbraio 2013 ad oggi, sono stati per la Chiesa intera mesi di eventi straordinari che hanno impresso un’accelerazione al compito di annunciare e testimoniare l’”Evangelii Gaudium”. Dapprima, un Papa, Benedetto XVI, che con umiltà e coraggio riconosce la propria fragilità fisica che gli impedisce di servire come vorrebbe la Chiesa e perciò fa un passo indietro, poi un Papa, Francesco, che viene “dall’altra parte del mondo” e con gesti e parole semplici rivoluziona abitudini e convenzioni per andare all’essenziale del Vangelo e al cuore delle persone.

Ora anche la nostra Chiesa locale, con il proprio Pastore accolto nel collegio cardinalizio, si sente maggiormente coinvolta in questo movimento. Ne siamo riconoscenti al Signore, ne siamo grati a Papa Francesco, ne siamo felici per Lei nostro Pastore e Padre, ne siamo gratificati per tutta la diocesi, per la nostra città, per l’intera regione. Accogliamo, per altro, questo dono come un raggio di sole che illumina e riscalda un tessuto ecclesiale, sociale e civile, saldo e fruttuoso  ma che negli ultimi anni ha vissuto momenti di oscurità che ancora feriscono. Perugia tutta, la sua anima religiosa e civile, si sente rinfrancata ed incoraggiata da quanto il Santo Padre ha voluto onorare nella sua persona.

La nostra preghiera, la nostra  stima, il nostro affetto, il nostro impegno le siano di compagnia e di sostegno nel suo nuovo ampliato servizio. I santi protettori della nostra Chiesa locale, Costanzo, Ercolano, Lorenzo, Gervasio e Protasio, custodiscano i suoi passi, in ogni circostanza.

Il Signore la benedica e doni a noi tutti di poter partecipare con frutto alla fecondità del suo ministero pastorale. La “Mater Gratiae”, Madre della Grazia, venerata nella nostra Cattedrale le viene incontro tenera e premurosa porgendole al santo bacio il suo Figlio Gesù, da cui discende ogni pienezza e gioia.

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Il Cardinale Bassetti riceve l’abbraccio dei ‘suoi’ umbri e toscani https://www.lavoce.it/il-cardinale-bassetti-riceve-labbraccio-dei-suoi-umbri-e-toscani/ Sun, 23 Feb 2014 07:20:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22583 23/02/2014 – Foto Andrea Coli

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Concistoro. Bagno di folla per Bassetti che riceve l’abbraccio dei ‘suoi’ umbri e toscani https://www.lavoce.it/concistoro-bagno-di-folla-per-bassetti-che-riceve-labbraccio-dei-suoi-umbri-e-toscani/ Sun, 23 Feb 2014 03:01:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22553

[caption id="attachment_22545" align="alignleft" width="255"]Il Card. Bassetti con i suoi fedeli nella chiesa di San Gregorio a Roma il giorno del Concistoro in cui è stato creato Cardinale Il Card. Bassetti con i suoi fedeli nella chiesa di San Gregorio a Roma il giorno del Concistoro in cui è stato creato Cardinale - GALLERIA FOTO[/caption] Da oggi abbiamo un po' anche noi la “berretta rossa” in testa. Noi, perugini e umbri tutti. “Il Papa – ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti - me lo ha ripetuto anche in questi giorni che ci siamo incontrati a Santa Marta (la casa in cui abita il Papa e in cui hanno alloggiato i nuovi cardinali) che questa nomina è sì per la mia persona ma è anche per la diocesi e per questa regione, l'Umbria, che è la patria di due grandi santi Francesco e Benedetto!”. Bassetti l'ha ripetuto almeno due volte ai 1500 fedeli venuti da Perugia apposta per lui, quando l'ha incontrati subito dopo il Concistoro nella chiesa parrocchiale di San Gregorio VII (vedi il video) a due passi da San Pietro. L'incontro è iniziato alle 15, subito dopo il Concistoro e prima delle “visite di cortesia” che il neo cardinale ha ricevuto all'Aula Nervi. L'arcivescovo di Perugia – Città della Pieve è entrato nella chiesa parrocchiale tra due ali di folla, accolto con un caloroso applauso, con mani che lo cercavano per un saluto, braccia che lo hanno stretto, voci che lo chiamavano, finchè è giunto al presbiterio dove per lui era preparata una sedia di velluto rosso e a fargli da corona c'erano tanti giovani e ragazzi seduti sugli scalini e in piedi dietro l'altare. [caption id="attachment_22554" align="alignleft" width="120"]3 Il video dell'incontro a San Gregorio[/caption]   Mons. Paolo Giulietti, il suo vicario generale lo ha salutato a nome della Diocesi, esprimendo la gioia e l'affetto di tutti i presenti. “Ora che avrà più impegni dovrà correre, e noi le assicuriamo la nostra collaborazione e la nostra preghiera”, ha detto mons. Giulietti suscitando un applauso divertito quando ha sottolineato il colore “rosso Ferrari” della veste cardinalizia. Ha quindi ricordato la lunga storia del rapporto di Perugia con i papi, “ambivalente”, che va dai “cinque conclavi ospitati” alle guerre per l'indipendenza dallo Stato pontificio. “Abbiamo dato alla Chiesa uomini illustri, tra tutti il cardinale Gioacchino Pecci” che diventò Papa Leone XIII, ma poi, ha detto Giulietti, “siamo stati messi in castigo per decenni a causa del Modernismo. Siamo una città dalle profonde radici cristiane che hanno ispirato generazioni di artisti, che hanno generato l'università, l'ospedale, le banche, ma siamo anche una città laica e anticlericale. Oggi, però, - ha detto mons. Giulietti - questa sua porpora ha un sapore di riconciliazione tra la città e il Papa”. E non solo “per il colore rossso” ha aggiunto, con tono scherzoso. “Qui c'è Perugia, ci sono anche i ternani, ma c'è anche parte del Granducato di Toscana!” ha detto Bassetti salutando i presenti provenienti non solo dalla sua attuale diocesi umbra ma anche da Arezzo, Firenze, Massa Marittima, Piombino e Marradi. Ha espresso tutto il suo dispiacere per i molti non sono stati fatti entrare in Basilica ed hanno dovuto seguire la liturgia dal maxi schermo sulla piazza. “Ma ora sono tutto per voi” ha detto. “Sono tante le persone, tanti i volti, tante le storie ma ora è come quando prego, al mattino e alla sera, e dico al Signore ‘Signore, guarda ora tutto il mio computer per i vivi’ e nei vivi - ha detto Bassetti - ci siete tutti, ma proprio tutti!”. Il Cardinale si è anche raccontato. “Quando dovevo decidere della mia vocazione mi chiedevo ‘metto su famiglia?’. Mi sarebbe piaciuto tanto, ma sentivo sempre dentro di me il desiderio di una famiglia abramitica, una famiglia grande, e stasera posso dire che il Signore ha appagato questa mia vocazione di essere padre, fratello, amico, sostegno di tanta gente. C'è veramente tanta gente che si appoggia su di me e per i quali il Vescovo è veramente come un padre, come un punto di riferimento. E io stasera sento tutta questa profonda gioia nel vedervi qui con me!”. Bassetti ha poi raccontato della battuta che gli ha fatto il Papa consegnandogli il titolo della basilica di Santa Cecilia. “‘Ti ho dato Santa Cecilia. Impara a cantare!’ mi ha detto il Papa. Gli ho detto ‘Santità, auguriamoci che tutta la nostra vita sia un canto!’”. L'arcivescovo, ora Cardinale, prima di recarsi di nuovo in Vaticano, non si è sottratto ai saluti e alle foto ricordo. Domenica mattina celebrerà la messa con il Papa, insieme ai nuovi cardinali, poi tornerà a Perugia dove lo attende una grande festa.      ]]>

[caption id="attachment_22545" align="alignleft" width="255"]Il Card. Bassetti con i suoi fedeli nella chiesa di San Gregorio a Roma il giorno del Concistoro in cui è stato creato Cardinale Il Card. Bassetti con i suoi fedeli nella chiesa di San Gregorio a Roma il giorno del Concistoro in cui è stato creato Cardinale - GALLERIA FOTO[/caption] Da oggi abbiamo un po' anche noi la “berretta rossa” in testa. Noi, perugini e umbri tutti. “Il Papa – ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti - me lo ha ripetuto anche in questi giorni che ci siamo incontrati a Santa Marta (la casa in cui abita il Papa e in cui hanno alloggiato i nuovi cardinali) che questa nomina è sì per la mia persona ma è anche per la diocesi e per questa regione, l'Umbria, che è la patria di due grandi santi Francesco e Benedetto!”. Bassetti l'ha ripetuto almeno due volte ai 1500 fedeli venuti da Perugia apposta per lui, quando l'ha incontrati subito dopo il Concistoro nella chiesa parrocchiale di San Gregorio VII (vedi il video) a due passi da San Pietro. L'incontro è iniziato alle 15, subito dopo il Concistoro e prima delle “visite di cortesia” che il neo cardinale ha ricevuto all'Aula Nervi. L'arcivescovo di Perugia – Città della Pieve è entrato nella chiesa parrocchiale tra due ali di folla, accolto con un caloroso applauso, con mani che lo cercavano per un saluto, braccia che lo hanno stretto, voci che lo chiamavano, finchè è giunto al presbiterio dove per lui era preparata una sedia di velluto rosso e a fargli da corona c'erano tanti giovani e ragazzi seduti sugli scalini e in piedi dietro l'altare. [caption id="attachment_22554" align="alignleft" width="120"]3 Il video dell'incontro a San Gregorio[/caption]   Mons. Paolo Giulietti, il suo vicario generale lo ha salutato a nome della Diocesi, esprimendo la gioia e l'affetto di tutti i presenti. “Ora che avrà più impegni dovrà correre, e noi le assicuriamo la nostra collaborazione e la nostra preghiera”, ha detto mons. Giulietti suscitando un applauso divertito quando ha sottolineato il colore “rosso Ferrari” della veste cardinalizia. Ha quindi ricordato la lunga storia del rapporto di Perugia con i papi, “ambivalente”, che va dai “cinque conclavi ospitati” alle guerre per l'indipendenza dallo Stato pontificio. “Abbiamo dato alla Chiesa uomini illustri, tra tutti il cardinale Gioacchino Pecci” che diventò Papa Leone XIII, ma poi, ha detto Giulietti, “siamo stati messi in castigo per decenni a causa del Modernismo. Siamo una città dalle profonde radici cristiane che hanno ispirato generazioni di artisti, che hanno generato l'università, l'ospedale, le banche, ma siamo anche una città laica e anticlericale. Oggi, però, - ha detto mons. Giulietti - questa sua porpora ha un sapore di riconciliazione tra la città e il Papa”. E non solo “per il colore rossso” ha aggiunto, con tono scherzoso. “Qui c'è Perugia, ci sono anche i ternani, ma c'è anche parte del Granducato di Toscana!” ha detto Bassetti salutando i presenti provenienti non solo dalla sua attuale diocesi umbra ma anche da Arezzo, Firenze, Massa Marittima, Piombino e Marradi. Ha espresso tutto il suo dispiacere per i molti non sono stati fatti entrare in Basilica ed hanno dovuto seguire la liturgia dal maxi schermo sulla piazza. “Ma ora sono tutto per voi” ha detto. “Sono tante le persone, tanti i volti, tante le storie ma ora è come quando prego, al mattino e alla sera, e dico al Signore ‘Signore, guarda ora tutto il mio computer per i vivi’ e nei vivi - ha detto Bassetti - ci siete tutti, ma proprio tutti!”. Il Cardinale si è anche raccontato. “Quando dovevo decidere della mia vocazione mi chiedevo ‘metto su famiglia?’. Mi sarebbe piaciuto tanto, ma sentivo sempre dentro di me il desiderio di una famiglia abramitica, una famiglia grande, e stasera posso dire che il Signore ha appagato questa mia vocazione di essere padre, fratello, amico, sostegno di tanta gente. C'è veramente tanta gente che si appoggia su di me e per i quali il Vescovo è veramente come un padre, come un punto di riferimento. E io stasera sento tutta questa profonda gioia nel vedervi qui con me!”. Bassetti ha poi raccontato della battuta che gli ha fatto il Papa consegnandogli il titolo della basilica di Santa Cecilia. “‘Ti ho dato Santa Cecilia. Impara a cantare!’ mi ha detto il Papa. Gli ho detto ‘Santità, auguriamoci che tutta la nostra vita sia un canto!’”. L'arcivescovo, ora Cardinale, prima di recarsi di nuovo in Vaticano, non si è sottratto ai saluti e alle foto ricordo. Domenica mattina celebrerà la messa con il Papa, insieme ai nuovi cardinali, poi tornerà a Perugia dove lo attende una grande festa.      ]]>
Concistoro. Il Papa ai nuovi cardinali: “La Chiesa ha bisogno della vostra comunione” https://www.lavoce.it/concistoro-il-papa-ai-nuovi-cardinali-la-chiesa-ha-bisogno-della-vostra-comunione/ Sat, 22 Feb 2014 23:01:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22548

[caption id="attachment_22547" align="alignleft" width="281"]Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 16 nuovi Cardinali tra cui l'Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve Gualtiero Bassetti Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 16 nuovi Cardinali tra cui l'Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve Gualtiero Bassetti   GALLERIA FOTO[/caption] Il primo Concistoro ordinario pubblico convocato da Papa Francesco inizia con una sorpresa: la presenza al rito del Papa emerito Benedetto XVI, seduto in prima fila. All’ingresso in basilica, Papa Francesco dopo aver percorso tutta la navata centrale e prima di arrivare all’Altare della Confessione, si avvicina al suo predecessore e lo abbraccia affettuosamente. Lui si toglie lo zucchetto in segno di omaggio e ricambia l’abbraccio. Il primo dei cardinali a ricevere la “berretta”, il segretario di Stato Pietro Parolin, dopo aver salutato Papa Francesco saluta “con uguale affetto e venerazione” il Papa emerito. “Lieti per la sua presenza in mezzo a noi”, dice, accolto da un grande applauso. Alla fine del rito, si replica: prima di cominciare la processione del Collegio cardinalizio lungo la navata centrale della basilica di San Pietro, Francesco saluta di nuovo Benedetto, con una stretta di mano calorosa, prolungata e accompagnata da un ampio sorriso. Benedetto XVI ha fatto un’eccezione alla sua scelta di vivere “nascosto al mondo”, dopo la rinuncia al pontificato di un anno fa. E lo ha fatto in uno dei momenti più solenni e significativi, quasi a voler marcare la continuità tra i due magisteri e confermare al suo successore la propria vicinanza spirituale. I 19 nuovi cardinali creati da Papa Francesco, di cui 16 elettori e 3 non elettori, provengono da 15 Paesi diversi. L’unico assente di oggi era il cardinale Loris Capovilla, 98 anni, che riceverà la “berretta” a Sotto il Monte. L'unico italiano non della curia romana l'arcivescovo di Perugia -Città della Pieve Gualtiero Bassetti. Nel discorso del Papa, risuonano parole come “collaborazione, comunione, coraggio, preghiera, compassione”. “La Chiesa ha bisogno di voi”, l’esclamazione ripetuta. Poi la vicinanza a tutti i cristiani vittime di “discriminazioni e persecuzioni” e l’appello a essere “artigiani di pace”. Camminare con Gesù. “Gesù non è venuto a insegnare una filosofia, un’ideologia, ma una via, una strada da percorrere con Lui, e la strada s’impara facendola, camminando”. Con queste parole il Papa ha salutato i nuovi cardinali, nell’allocuzione pronunciata durante il Concistoro. “Questa è la nostra gioia: camminare con Gesù”, ha assicurato il Papa, che è tornato indietro di circa un anno, alla Messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina subito dopo l’elezione: “Camminare è stata la prima parola che il Signore ci ha proposto: camminare, e poi costruire e confessare”. La tentazione di “pensare alla maniera degli uomini”. “Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni”, ha ammonito il Papa, mettendo in guardia i cardinali dalla “tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”. “Diversamente dai discepoli – ha spiegato - noi sappiamo che Gesù ha vinto, e non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza. Eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”. L’invito del Pontefice, invece, è a “sintonizzarci pienamente con Gesù, e a farlo insieme, nel momento in cui il Collegio dei cardinali si accresce con l’ingresso di nuovi membri”. “La Chiesa ha bisogno di voi, della vostra collaborazione, e prima ancora della vostra comunione, comunione con me e tra di voi”. È l’esortazione centrale del Papa. “La Chiesa - ha spiegato - ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità. La Chiesa ha bisogno della vostra preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo, la preghiera che, con l’annuncio della Parola, è il primo compito del vescovo”. No a “discriminazioni” e “persecuzioni”. “La Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore e sofferenza in tanti Paesi del mondo”. Parte da una virtù dimenticata, la “compassione”, il Papa per rivolgere subito dopo un forte appello: “Vogliamo esprimere la nostra vicinanza spirituale alle comunità ecclesiali e a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni”. “Dobbiamo lottare contro ogni discriminazione”, ha aggiunto. “La Chiesa – ha proseguito - ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti nella fede e sappiano reagire al male con il bene. E questa nostra preghiera si estende a ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle sue convinzioni religiose”. Artigiani di pace. “La Chiesa ha bisogno di noi anche affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le nostre preghiere”, ha detto il Santo Padre. Fuori testo, un’indicazione precisa e impegnativa, per i porporati e la loro missione nel mondo: “Fare la pace, artigiani della pace”. “Per questo invochiamo la pace e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza e dalla guerra”, l’appello finale di Papa Francesco. (Sul sito del Vaticano il testo inegrale dell'omelia)]]>

[caption id="attachment_22547" align="alignleft" width="281"]Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 16 nuovi Cardinali tra cui l'Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve Gualtiero Bassetti Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 16 nuovi Cardinali tra cui l'Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve Gualtiero Bassetti   GALLERIA FOTO[/caption] Il primo Concistoro ordinario pubblico convocato da Papa Francesco inizia con una sorpresa: la presenza al rito del Papa emerito Benedetto XVI, seduto in prima fila. All’ingresso in basilica, Papa Francesco dopo aver percorso tutta la navata centrale e prima di arrivare all’Altare della Confessione, si avvicina al suo predecessore e lo abbraccia affettuosamente. Lui si toglie lo zucchetto in segno di omaggio e ricambia l’abbraccio. Il primo dei cardinali a ricevere la “berretta”, il segretario di Stato Pietro Parolin, dopo aver salutato Papa Francesco saluta “con uguale affetto e venerazione” il Papa emerito. “Lieti per la sua presenza in mezzo a noi”, dice, accolto da un grande applauso. Alla fine del rito, si replica: prima di cominciare la processione del Collegio cardinalizio lungo la navata centrale della basilica di San Pietro, Francesco saluta di nuovo Benedetto, con una stretta di mano calorosa, prolungata e accompagnata da un ampio sorriso. Benedetto XVI ha fatto un’eccezione alla sua scelta di vivere “nascosto al mondo”, dopo la rinuncia al pontificato di un anno fa. E lo ha fatto in uno dei momenti più solenni e significativi, quasi a voler marcare la continuità tra i due magisteri e confermare al suo successore la propria vicinanza spirituale. I 19 nuovi cardinali creati da Papa Francesco, di cui 16 elettori e 3 non elettori, provengono da 15 Paesi diversi. L’unico assente di oggi era il cardinale Loris Capovilla, 98 anni, che riceverà la “berretta” a Sotto il Monte. L'unico italiano non della curia romana l'arcivescovo di Perugia -Città della Pieve Gualtiero Bassetti. Nel discorso del Papa, risuonano parole come “collaborazione, comunione, coraggio, preghiera, compassione”. “La Chiesa ha bisogno di voi”, l’esclamazione ripetuta. Poi la vicinanza a tutti i cristiani vittime di “discriminazioni e persecuzioni” e l’appello a essere “artigiani di pace”. Camminare con Gesù. “Gesù non è venuto a insegnare una filosofia, un’ideologia, ma una via, una strada da percorrere con Lui, e la strada s’impara facendola, camminando”. Con queste parole il Papa ha salutato i nuovi cardinali, nell’allocuzione pronunciata durante il Concistoro. “Questa è la nostra gioia: camminare con Gesù”, ha assicurato il Papa, che è tornato indietro di circa un anno, alla Messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina subito dopo l’elezione: “Camminare è stata la prima parola che il Signore ci ha proposto: camminare, e poi costruire e confessare”. La tentazione di “pensare alla maniera degli uomini”. “Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni”, ha ammonito il Papa, mettendo in guardia i cardinali dalla “tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”. “Diversamente dai discepoli – ha spiegato - noi sappiamo che Gesù ha vinto, e non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza. Eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio”. L’invito del Pontefice, invece, è a “sintonizzarci pienamente con Gesù, e a farlo insieme, nel momento in cui il Collegio dei cardinali si accresce con l’ingresso di nuovi membri”. “La Chiesa ha bisogno di voi, della vostra collaborazione, e prima ancora della vostra comunione, comunione con me e tra di voi”. È l’esortazione centrale del Papa. “La Chiesa - ha spiegato - ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità. La Chiesa ha bisogno della vostra preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo, la preghiera che, con l’annuncio della Parola, è il primo compito del vescovo”. No a “discriminazioni” e “persecuzioni”. “La Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore e sofferenza in tanti Paesi del mondo”. Parte da una virtù dimenticata, la “compassione”, il Papa per rivolgere subito dopo un forte appello: “Vogliamo esprimere la nostra vicinanza spirituale alle comunità ecclesiali e a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni”. “Dobbiamo lottare contro ogni discriminazione”, ha aggiunto. “La Chiesa – ha proseguito - ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti nella fede e sappiano reagire al male con il bene. E questa nostra preghiera si estende a ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle sue convinzioni religiose”. Artigiani di pace. “La Chiesa ha bisogno di noi anche affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le nostre preghiere”, ha detto il Santo Padre. Fuori testo, un’indicazione precisa e impegnativa, per i porporati e la loro missione nel mondo: “Fare la pace, artigiani della pace”. “Per questo invochiamo la pace e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza e dalla guerra”, l’appello finale di Papa Francesco. (Sul sito del Vaticano il testo inegrale dell'omelia)]]>
Concistoro ordinario pubblico – Mons. Bassetti creato Cardinale https://www.lavoce.it/concistoro-ordinario-pubblico-mons-bassetti-creato-cardinale/ Sat, 22 Feb 2014 17:53:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22539 22/02/2014 – Foto Andrea Coli

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Mattinata di emozioni per il cardinale Gualtiero Bassetti https://www.lavoce.it/mattinata-di-emozioni-per-il-cardinale-gualtiero-bassetti/ Sat, 22 Feb 2014 12:39:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22522 bassetti_cardinale_concistoro-3648
Foto Andrea Coli

22/02/2014 – Il Cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve ha trovato i seminaristi del Seminario regionale umbro ad accoglierlo quando è uscito, vestito da cardinale, dalla Basilica di San Pietro al termine del rito in cui è stato creato cardinale da Papa Francesco.

Gualtiero Bassetti è ora arciprete della Chiesa di Roma e gli è stata assegnata la chiesa di Santa Cecilia, una assegnazione che lo ha reso particolarmente lieto poichè è la  chiesa che visitò da giovane seminarista nel primo primo viaggio a Roma e è stata la chiesa titolare del Cardinale Carlo Maria Martini.

Era ancora emozionato e alla vista dei seminaristi si è commosso. Li ha salutati uno ad uno e poi è andato a pranzo dando appuntamento ai fedeli della sua diocesi nella chiesa di San Gregorio, alle 15. La liturgia è stata seguita dalla piazza dalla maggior parte dei fedeli della diocesi che non sono potuti entrare in basilica. Un fatto imprevisto che ha amareggiato anche gli organizzatori.

In San Pietro per il Concistoro c’erano anche la Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, l’arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Renato Boccardo, il vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobellie l’emerito mons. Pietro Bottaccioli.

L’appunamento che costituisce un’ecezione rispetto alla prassi della giornata di Concistoro, quello nella chiesa di San Gregorio, alle ore 15 prima delle Visite di cortesia, consentirà a tutti di salutare il proprio vescovo cardinale.

Ecco l’elenco dei nuovi cardinali con il Titolo o Diaconia assegnati da Papa Francesco a ciascuno dei nuovi cardinali.

1. Cardinale Pietro PAROLIN, Titolo dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela

2. Cardinale Lorenzo BALDISSERI, Diaconia di Sant’Anselmo all’Aventino

3. Cardinale Gerhard Ludwig MÜLLER, Diaconia di Sant’Agnese in Agone

4. Cardinale Beniamino STELLA, Diaconia dei Santi Cosma e Damiano

5. Cardinale Vincent Gerard NICHOLS, Titolo del Santissimo Redentore e Sant’Alfonso in via Merulana

6. Cardinale Leopoldo José BRENES SOLÓRZANO, Titolo di San Gioacchino ai Prati di Castello

7. Cardinale Gérald Cyprien LACROIX, I.S.P.X., Titolo di San Giuseppe all’Aurelio

8. Cardinale Jean-Pierre KUTWA, Titolo di Sant’Emerenziana a Tor Fiorenza

9. Cardinale Orani João TEMPESTA, O.Cist., Titolo di Santa Maria Madre della Provvidenza a Monte Verde

10. Cardinale Gualtiero BASSETTI, Titolo di Santa Cecilia

11. Cardinale Mario Aurelio POLI, Titolo di San Roberto Bellarmino

12. Cardinale Andrew YEOM SOO-JUNG, Titolo di San Crisogono

13. Cardinale Ricardo EZZATI ANDRELLO, S.D.B., Titolo del Santissimo Redentore a Valmelaina

14. Cardinale Philippe Nakellentuba OUÉDRAOGO, Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino

15. Cardinale Orlando B. QUEVEDO, O.M.I., Titolo di Santa Maria «Regina Mundi» a Torre Spaccata

16. Cardinale Chibly LANGLOIS, Titolo di San Giacomo in Augusta

17. Cardinale Loris Francesco CAPOVILLA, Titolo di Santa Maria in Trastevere

18. Cardinale Fernando SEBASTIÁN AGUILAR, C.M.F., Titolo di Sant’Angela Merici

19. Cardinale Kelvin Edward FELIX, Titolo di Santa Maria della Salute a Primavalle.

 

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Bassetti: due giornate intense, a Roma e a Perugia https://www.lavoce.it/bassetti-due-giornate-intense-a-roma-e-a-perugia/ Fri, 21 Feb 2014 16:59:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22518

Gualtiero bassettiEcco il programma delle due giornate di festa per la creazione a Cardinale dell'Arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti. Sabato 22 febbraio PERUGIA: tra le ore 5 e 5.30 partiranno venti autobus alla volta di Roma, per permettere a numerosi fedeli di partecipare al Concistoro ROMA, San Pietro: ore 11 inizia il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di nuovi cardinali, l’imposizione della Berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia. Roma, chiesa di San Gregorio VII dalle ore 15 alle ore 16: il neo cardinale incontra i fedeli perugino-pievesi. Roma, Aula Paolo VI, ore 16.30: “visite di cortesia” di confratelli, sacerdoti, religiosi, religiose ed amici provenienti un po’ da tutta la Penisola.   Domenica 23 febbraio ROMA, San Pietro, ore 10: il primo Concistoro di Papa Francesco si conclude con la messa con i cardinali presieduta dal Santo Padre. Parteciperanno fedeli umbri e delle diocesi di Arezzo, Firenze, Massa Marittima e Faenza. PERUGIA, cattedrale di San Lorenzo, ore 17: solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia - Città della Pieve. CHI CI SARÀ Concelebranti: alcuni cardinali, tra i quali Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, e gli umbri Ennio Antonelli suo predecessore in Perugia e Giuseppe Betori; diversi vescovi, tra i quali i vescovi delle diocesi dell’Umbria e mons. Nunzio Galantino, segretario generale ad interim della Cei, e mons. Farrel del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso del quale mons. Bassetti è membro; numerosi sacerdoti e religiosi umbri e toscani. Ospiti: una nutrita rappresentanza dei responsabili e collaboratori degli Uffici pastorali nazionali della Cei, in segno di amicizia e stima per il vice presidente. COSA ACCADRÀ Il cardinale Bassetti entra in Cattedrale dal portone principale (quello che si apre su piazza Danti), dove sarà accolto dal presidente del Capitolo dei Canonici mons. Fausto Sciurpa, che gli rivolgerà il saluto a nome di tutta la Chiesa diocesana porgendogli il crocifisso e l’aspersorio per benedire i fedeli percorrendo la navata centrale. A seguire, il cardinale si recherà nella cappella del Santissimo Sacramento per raccogliersi in preghiera. Successivamente, davanti al presbiterio, riceverà il saluto del sindaco di Perugia Boccali e della presidente della Regione Marini. Poi il cardinale terrà il suo saluto liturgico, al quale seguirà il saluto di inizio celebrazione del cardinale Piovanelli. Dopo il postcommunio, il cardinale Bassetti si recherà dinanzi all’immagine della Madonna delle Grazie (opera di un allievo del Perugino) per rinnovare l’atto di consacrazione della città alla Vergine recitando la preghiera di Papa Leone XIII, scritta nel 1873 quando era vescovo di Perugia. Prima della benedizione conclusiva è previsto un intervento di saluto del cardinale Bagnasco, presidente della Cei.   I primi impegni pubblici del Cardinale Visita ai carcerati “Tutte le persone in difficoltà, emarginate, disagiate, povere nel corpo e nello spirito - aveva detto mons. Bassetti quando apprese la notizia della nomina - possono venirmi a trovare eccetto i carcerati, a loro non è consentito”. Così lunedì 24 febbraio (ore 10) farà visita ai detenuti e alle detenute della Casa Circondariale in località Capanne di Perugia. Si tratta di un luogo di profonda sofferenza e povertà umana, al quale il neo cardinale non vuol far mancare la sua vicinanza, così come fece all’indomani del suo ingresso in Diocesi del 4 ottobre 2009. Visita ai malati Il giorno seguente, martedì 25 febbraio, il cardinale riprenderà la Visita pastorale agli “ambienti”. Il primo appuntamento in programma è la visita all’“ambiente della sanità”, ancora un luogo di sofferenza, e di cura, con una giornata intera all’ospedale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia. Dalle ore 8 alle 19 incontrerà degenti, medici, infermieri, operatori socio-sanitari e volontari ospedalieri. Festa del patrono di Perugia Il successivo impegno pubblico per l’arcivescovo di Perugia sarà per la festa del patrono di Perugia, sant’Ercolano, quando Bassetti celebrerà l’eucarestia nella chiesa del patrono, sabato 1 marzo, alle ore 18.   Concistoro in diretta con “Umbria radio”. Ampio spazio su “La Voce” “UMBRIA RADIO”, l’emittente diocesana perugina a diffusione regionale, trasmetterà in diretta tra il 22 ed il 23 febbraio tre appuntamenti: il Concistoro ordinario pubblico, sabato 22 a partire dalle ore 10.55; la messa del Papa con i nuovi cardinali, domenica 23 a partire dalle ore 9.55; la messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, nella cattedrale di Perugia, domenica 23, alle ore 17. DALLA CATTEDRALE DI PERUGIA LA DIRETTA “TV”. La solenne concelebrazione di domenica pomeriggio sarà trasmessa anche in video (streaming audio-video) dagli studi di Umbria Radio utilizzando il segnale video che alimenterà il grande schermo che verrà allestito nella Chiesa del Gesù) e potrà essere seguita sui siti: www.umbriaradio.it ; www.diocesi.perugia.it; www.lavoce.it ; www.chiesainumbria.it. IL NOSTRO SETTIMANALE La Voce dedicherà ampio spazio al Concistoro anche nel prossimo numero oltre a seguire l’evento del prossimo fine settimana con servizi e foto nel suo sito: www.lavoce.it.   IL SITO WEB DELL’ARCHIDIOCESI (www.diocesi.perugia.it) pubblicherà i testi curati dall’Ufficio stampa diocesano, consultabili anche sul sito ufficiale della Ceu (www.chiesainumbria.it).]]>

Gualtiero bassettiEcco il programma delle due giornate di festa per la creazione a Cardinale dell'Arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti. Sabato 22 febbraio PERUGIA: tra le ore 5 e 5.30 partiranno venti autobus alla volta di Roma, per permettere a numerosi fedeli di partecipare al Concistoro ROMA, San Pietro: ore 11 inizia il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di nuovi cardinali, l’imposizione della Berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia. Roma, chiesa di San Gregorio VII dalle ore 15 alle ore 16: il neo cardinale incontra i fedeli perugino-pievesi. Roma, Aula Paolo VI, ore 16.30: “visite di cortesia” di confratelli, sacerdoti, religiosi, religiose ed amici provenienti un po’ da tutta la Penisola.   Domenica 23 febbraio ROMA, San Pietro, ore 10: il primo Concistoro di Papa Francesco si conclude con la messa con i cardinali presieduta dal Santo Padre. Parteciperanno fedeli umbri e delle diocesi di Arezzo, Firenze, Massa Marittima e Faenza. PERUGIA, cattedrale di San Lorenzo, ore 17: solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia - Città della Pieve. CHI CI SARÀ Concelebranti: alcuni cardinali, tra i quali Angelo Bagnasco, presidente della Cei, e Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, e gli umbri Ennio Antonelli suo predecessore in Perugia e Giuseppe Betori; diversi vescovi, tra i quali i vescovi delle diocesi dell’Umbria e mons. Nunzio Galantino, segretario generale ad interim della Cei, e mons. Farrel del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso del quale mons. Bassetti è membro; numerosi sacerdoti e religiosi umbri e toscani. Ospiti: una nutrita rappresentanza dei responsabili e collaboratori degli Uffici pastorali nazionali della Cei, in segno di amicizia e stima per il vice presidente. COSA ACCADRÀ Il cardinale Bassetti entra in Cattedrale dal portone principale (quello che si apre su piazza Danti), dove sarà accolto dal presidente del Capitolo dei Canonici mons. Fausto Sciurpa, che gli rivolgerà il saluto a nome di tutta la Chiesa diocesana porgendogli il crocifisso e l’aspersorio per benedire i fedeli percorrendo la navata centrale. A seguire, il cardinale si recherà nella cappella del Santissimo Sacramento per raccogliersi in preghiera. Successivamente, davanti al presbiterio, riceverà il saluto del sindaco di Perugia Boccali e della presidente della Regione Marini. Poi il cardinale terrà il suo saluto liturgico, al quale seguirà il saluto di inizio celebrazione del cardinale Piovanelli. Dopo il postcommunio, il cardinale Bassetti si recherà dinanzi all’immagine della Madonna delle Grazie (opera di un allievo del Perugino) per rinnovare l’atto di consacrazione della città alla Vergine recitando la preghiera di Papa Leone XIII, scritta nel 1873 quando era vescovo di Perugia. Prima della benedizione conclusiva è previsto un intervento di saluto del cardinale Bagnasco, presidente della Cei.   I primi impegni pubblici del Cardinale Visita ai carcerati “Tutte le persone in difficoltà, emarginate, disagiate, povere nel corpo e nello spirito - aveva detto mons. Bassetti quando apprese la notizia della nomina - possono venirmi a trovare eccetto i carcerati, a loro non è consentito”. Così lunedì 24 febbraio (ore 10) farà visita ai detenuti e alle detenute della Casa Circondariale in località Capanne di Perugia. Si tratta di un luogo di profonda sofferenza e povertà umana, al quale il neo cardinale non vuol far mancare la sua vicinanza, così come fece all’indomani del suo ingresso in Diocesi del 4 ottobre 2009. Visita ai malati Il giorno seguente, martedì 25 febbraio, il cardinale riprenderà la Visita pastorale agli “ambienti”. Il primo appuntamento in programma è la visita all’“ambiente della sanità”, ancora un luogo di sofferenza, e di cura, con una giornata intera all’ospedale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia. Dalle ore 8 alle 19 incontrerà degenti, medici, infermieri, operatori socio-sanitari e volontari ospedalieri. Festa del patrono di Perugia Il successivo impegno pubblico per l’arcivescovo di Perugia sarà per la festa del patrono di Perugia, sant’Ercolano, quando Bassetti celebrerà l’eucarestia nella chiesa del patrono, sabato 1 marzo, alle ore 18.   Concistoro in diretta con “Umbria radio”. Ampio spazio su “La Voce” “UMBRIA RADIO”, l’emittente diocesana perugina a diffusione regionale, trasmetterà in diretta tra il 22 ed il 23 febbraio tre appuntamenti: il Concistoro ordinario pubblico, sabato 22 a partire dalle ore 10.55; la messa del Papa con i nuovi cardinali, domenica 23 a partire dalle ore 9.55; la messa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, nella cattedrale di Perugia, domenica 23, alle ore 17. DALLA CATTEDRALE DI PERUGIA LA DIRETTA “TV”. La solenne concelebrazione di domenica pomeriggio sarà trasmessa anche in video (streaming audio-video) dagli studi di Umbria Radio utilizzando il segnale video che alimenterà il grande schermo che verrà allestito nella Chiesa del Gesù) e potrà essere seguita sui siti: www.umbriaradio.it ; www.diocesi.perugia.it; www.lavoce.it ; www.chiesainumbria.it. IL NOSTRO SETTIMANALE La Voce dedicherà ampio spazio al Concistoro anche nel prossimo numero oltre a seguire l’evento del prossimo fine settimana con servizi e foto nel suo sito: www.lavoce.it.   IL SITO WEB DELL’ARCHIDIOCESI (www.diocesi.perugia.it) pubblicherà i testi curati dall’Ufficio stampa diocesano, consultabili anche sul sito ufficiale della Ceu (www.chiesainumbria.it).]]>
Il saluto di “mons.” Bassetti prima di diventare “cardinale” https://www.lavoce.it/il-saluto-di-mons-bassetti-prima-di-diventare-cardinale/ Thu, 20 Feb 2014 14:27:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22508 Papa-Francesco-e-mons.-Gualtiero-BassettiNon ha ancora la berretta cardinalizia in testa nè l’anello ma da da giovedì mattina l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti partecipa al Concistoro straordinario sul tema della famiglia che si conclude oggi, venerdì. Vi partecipano 185 Cardinali provenienti da tutto il mondo, e tra questi i 16 come lui nominati il 12 gennaio scorso.

Lui, vescovo “di provincia”, e proprio per questo oltre che per i suoi meriti personali, scelto da papa Francesco, si trova ‘catapultato’ nel “cuore” della Chiesa di Roma, un cuore che abbraccia il mondo. Lo incontriamo martedì, in Curia. Non si è ancora del tutto rimesso dall’influenza che lo ha costretto a disdire alcuni impegni, ma si concede ai lettori de La Voce per un breve saluto. Quando il giornale arriverà nelle vostre case lui starà vivendo questa nuova “avventura”.

Mons. Bassetti, con quale stato d’animo vive questo momento?

“Per me questo Concistoro sarà un momento propedeutico, una presa di visione dei problemi più importanti della Chiesa che il Papa vorrà sottoporci, ed un ascolto attento dei fratelli Cardinali che hanno molta più esperienza di me nel trattare i problemi della Chiesa, e se sarà necessario ci sarà un piccolo contributo da parte mia che riporti l’esperienza di un pastore con 20 anni di consacrazione episcopale e 48 anni di ordinazione sacerdotale”.

Questa nomina l’ha sorpresa?

“Mi sono reso conto che non è mai tardi nella vita per poter essere investiti dalla novità di Dio. Come ho fatto modestamente fino ad oggi, anche in questa nuova ‘avventura’ mi lascerò trasportare dal vento di Dio. Come già avvenne per l’ordinazione episcopale, subito dopo l’annuncio ho trascorso un periodo con un certo travaglio interiore lenito dalla riflessione, dalla fiducia del Santo Padre, e dalla preghiera. Nell’imminenza del Concistoro, come già avvenne alla vigilia dell’ordinazione episcopale, mi sento ‘nell’obbedienza e nella pace’. Sono le parole che scrive papa Giovanni nel suo diario, ed è proprio così che mi sento!”.

Sabato mattina, nel Concistoro ordinario pubblico, nella Basilica di San Pietro, mons. Bassetti riceverà dal Papa i “segni” del cardinalato: la berretta, segno della promessa di fedeltà “fino al sangue” se necessario, l’anello e il titolo di una basilica romana. Insomma diventerà un presbitero di Roma, perchè, spiega mons. Bassetti, “ogni cardinale è chiamato ad eleggere il Papa in quanto presbitero di Roma”. A questo legame aveva fatto riferimento papa Bergoglio presentandosi al mondo, il 13 marzo di un anno fa, come “vescovo di Roma”, vescovo della “Chiesa che presiede nella carità tutte le Chiese”.

La diocesi di Perugia – Città della Pieve si è stretta al suo “cardinale” e da qui più di 1.500 persone saranno a Roma per assistere alla liturgia in San Pietro. Ci saranno anche i suoi confratelli vescovi dell’Umbria e diversi rappresentanti delle Istituzioni civili ad iniziare dalla presidente della Regione Catiuscia Marini e dal sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, mentre la Caritas diocesana perugina ha scelto di seguire spiritualmente il suo Pastore attraverso la tv, dandosi appuntamento con volontari ed operatori presso il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”. E molti fedeli delle sue precedenti diocesi affolleranno San Pietro.

Diversi i doni ricevuti…

Diversi sono i doni che mons. Bassetti ha ricevuto in queste settimane, ma quelli “più graditi” sono i gesti concreti di solidarietà che su espressa volontà del futuro cardinale, vanno ad alimentare il “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”. Tra i doni-simbolo del suo ingresso nel Collegio cardinalizio, mons. Bassetti ha ricevuto gli “abiti del cardinale”, dono dei sacerdoti che furono suoi allievi al Seminario arcivescovile fiorentino; alcuni paramenti, che indosserà per la messa del 23 febbraio a Perugia dono dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e della Fondazione Giovanni Paolo II; la croce processionale, realizzata dall’artista Albano Poli in fusione di bronzo a cera persa con finitura in argento, donatagli dal Capitolo del Canonici di San Lorenzo.

Una biografia del neo-cardinale in breve

Mons. Gualtiero Bassetti è arcivescovo di Perugia – Città della Pieve dal 16 luglio 2009 e dallo stesso anno vice presidente della Cei. Nato a Popolano, arcidiocesi di Faenza-Modigliana il 7 aprile 1942, ha vissuto la sua formazione sacerdotale nell’arcidiocesi di Firenze nella quale è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1966. Per molti anni è stato rettore del Seminario diocesano (dal 1972). Nel 1990 diventa pro-vicario generale e nel 1992 vicario generale dell’arcidiocesi di Firenze. Viene eletto alla sede vescovile di Massa Marittima – Piombino il 9 luglio 1994; ordinato vescovo l’8 settembre 1994. È stato trasferito alla diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro il 21 novembre 1998; diocesi che ha guidato per 11 anni finché è stato eletto alla sede arcivescovile perugina. Ha avuto vari incarichi pontifici: è stato delegato per i Seminari d’Italia, membro della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, membro del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il 16 dicembre 2013 è stato chiamato da Papa Francesco a far parte della Congregazione per i vescovi e il 12 gennaio ha ricevuto l’annuncio di essere stato scelto tra i 16 nuovi cardinali.

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