Banca etica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/banca-etica/ Settimanale di informazione regionale Fri, 20 Sep 2024 11:57:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Banca etica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/banca-etica/ 32 32 Banca etica. A Perugia la festa per i 25 anni. Ne parliamo con Spedaletti e Stella https://www.lavoce.it/banca-etica-a-perugia-la-festa-per-i-25-anni-ne-parliamo-con-spedaletti-e-stella/ https://www.lavoce.it/banca-etica-a-perugia-la-festa-per-i-25-anni-ne-parliamo-con-spedaletti-e-stella/#respond Fri, 20 Sep 2024 11:57:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77677

La Festa di Banca Etica per i suoi 25 anni sta girando l’Italia ed è arrivata anche a Perugia. Venerdì scorso, 13 settembre, soci e clienti, organizzazioni e imprese che hanno scelto la finanza etica e ne promuovono i principi e lo sviluppo sul territorio, sono stati invitati per un pomeriggio in cui si sono alternati momenti di incontro, di spettacolo e di racconto della crescita di questa realtà nata 25 anni fa sul valore della centralità dell’uomo e dell’ambiente. L’8 marzo 1999 apriva il primo sportello della prima e finora unica banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica. È stata ed è il primo istituto di credito in Italia a misurare tutti gli impatti sociali e ambientali dei crediti che eroga ogni anno. A Perugia, Banca Etica è presente dal 2011 con la filiale di via Piccolpasso. Il suo radicamento nella comunità e nell’economia locale si è così sviluppato non solo grazie a 603 persone socie e clienti nella regione, con 1.203 conti correnti, ma anche tramite l’impegno dei Gruppi di iniziativa territoriale, in un’area che registra 35,7 milioni di euro di raccolta e 32,2 milioni di euro di impieghi.

Nel futuro di Banca etica c'è…

Maurizio Spedaletti Trabalza da pochi mesi è il responsabile della filiale di Perugia di Banca Etica. Nel marzo scorso ha raccolto il testimone da Leonardo Stella. Una “staffetta” che in realtà li ha visti in prima fila insieme fin dalla nascita della filiale di Perugia. Spedaletti, cosa c’è nel futuro di Banca Etica in Umbria? “Nel futuro ci sarà tutto quello che viene fuori dal territorio. Io credo che una delle particolarità belle della finanza etica sia quella di non rispondere a schemi fissi ma di adattarsi alle necessità del territorio. Da qualche anno stiamo sviluppando il settore delle cosiddette workers buyout, cioè quelle aziende che sono sull’orlo del fallimento o fallite e i dipendenti prendono il controllo dell’impresa. Questo è un percorso che è nato da poco e noi siamo stati pronti a sostenerlo economicamente, anche se i veri sostenitori, quelli che rischiano, sono i lavoratori. Noi però diamo loro un piccolo polmone finanziario”. E per l’ambiente? “Ci sarà, spero, la nascita di molte comunità energetiche rinnovabili. Abbiamo un sole che ci dà energia e ancora continuiamo a importare gas. Vorremmo sostenere tutte quel-le iniziative che rendono migliore la vita da un punto di vista sociale e da un punto di vista ambientale sul territorio. In Umbria, come nel resto d’Italia”. In Umbria Banca Etica già fa questo tipo di interventi? “Sui workers buyout sì, ne abbiamo diversi. Le Cer (co- munità energetiche rinnovabili), sono in sviluppo poiché la legge attuativa è di pochi mesi fa. Speriamo che ce ne siano tante, magari anche grazie a noi!”.

Banca etica. Così è nata in Umbria

Alla Festa per i 25 anni di Banca Etica, al Centro congressi “Capitini”, quando Leonardo Stella e Maurizio Spedaletti sono stati invitati a salire sul palco, hanno voluto che li raggiungessero tutti i dipendenti della filiale. Un gesto per dire che quella dell’istituto di credito non è stata un’avventura in solitaria. E anche i soci presenti erano lì a ricordare un progetto, una visione di società, condivisa. Leonardo Stella, come è iniziata la tua storia in Banca Etica? “Sono entrato nell’organizzazione della banca prima che nascesse la banca. All’inizio ero coordinatore dei soci. Poi sono diventato banchiere ambulante per Banca Etica poiché non c’era una sede. E questo dal 2003 al 2011, quando abbiamo aperto la filiale a Perugia e sono diventato responsabile della filiale finché, quest’anno, non abbiamo fatto la staffetta con Maurizio che in realtà era socio e volontario ben prima di me, a Roma, e insieme abbiamo aperto la filiale di Perugia nel 2011. Attualmente lavoro per l’area centro di Banca Etica nella gestione di clienti per- sone giuridiche e aiuto alle filiali del centro Italia”. Come è nata Banca Etica? “Inizialmente si è costituita una cooperativa. Era la coope-rativa Verso Banca Etica e aveva il compito di raccogliere il capitale sociale che serviva per fare una banca - più o meno 6 milioni e mezzo di euro - sul territorio nazionale. L’idea nasce dal mondo del commercio equo solidale che non aveva una cifra del ge- nere, neppure coinvolgendo realtà del terzo settore come il mondo Caritas, Arci, quello ambientalista. Quindi si pensò a una raccolta di capitale sociale diffusa nel territorio e in due-tre anni, abbiamo raggiunto la cifra necessaria con più di 11.000 soci. E l’8 marzo nel 1999 ha aperto la prima filiale di Banca Etica a Padova”. Quali sono i valori alla base di questa Banca? “L’idea è di rimettere la persona e l’ambiente al centro dell’attività. Quindi prima di fare un qualsiasi finanziamento a un soggetto persona giuridica, facciamo due tipi di valutazione: una economico finanziaria, come qualsiasi banca è obbligata a fare, alla quale noi aggiungiamo una valutazione d’impatto socio-ambientale. Andiamo a vedere tutta una serie di indicatori, di comportamenti, della realtà, e andiamo a vedere se il suo comportamento, i suoi principi, sono coerenti con quelli della banca”. Chi fa questa valutazione? “Questo tipo di valutazione è affidata ad alcuni soci nel territorio, i cosiddetti ‘valutatori sociali’ che hanno fatto un corso e sono iscritti all’albo apposito. Insieme agli altri soci volontari del territorio ci dicono se una realtà è compatibile con i valori della banca o meno. Poi, ogni volta che finanziamo persone giuridiche il finanziamento viene pubblicato sul sito, per cui in ogni momento si può vedere quello che la banca fa con i risparmi dei soci. Banca Etica finanzia anche le persone fisiche, i privati, per prestiti personali come ad esempio i mutui per la casa, ma sul sito sono pubblicati solo i finanziamenti fatti a persone giuridiche, quindi cooperative, associazioni, ecc.”. Possiamo riassumere in poche parole? “La trasparenza, l’ambiente e il rispetto delle persone. La trasparenza è fondamentale come anche, sempre di più, il rispetto dell’ambiente. E non ultimo il rispetto delle persone che assume diverse sfaccettature: dal commercio equo solidale al rispetto dei lavoratori alla tutela del lavoro, per esempio con il sostegno alle workers buyout, le imprese recuperate dai lavoratori”. Una sola filiale in Umbria. Come si entra in contatto con Banca Etica? “Il contatto principale è il sito di Banca etica dove si possono trovare tutte le informazioni, oppure il nu- mero verde al quale risponde un gruppo di colleghi di Banca Etica. Da sempre ci siamo dovuti organizzare in modo tale da essere raggiungibili da tutti a prescindere dalla vicinanza con la filiale. Oggi si può fare quasi tutto tranquillamente al telefono o online”. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della Festa di Banca etica a Perugia" td_select_gallery_slide="slide" ids="77699,77700,77701,77702,77703,77707,77708,77706,77704,77705"]]]>

La Festa di Banca Etica per i suoi 25 anni sta girando l’Italia ed è arrivata anche a Perugia. Venerdì scorso, 13 settembre, soci e clienti, organizzazioni e imprese che hanno scelto la finanza etica e ne promuovono i principi e lo sviluppo sul territorio, sono stati invitati per un pomeriggio in cui si sono alternati momenti di incontro, di spettacolo e di racconto della crescita di questa realtà nata 25 anni fa sul valore della centralità dell’uomo e dell’ambiente. L’8 marzo 1999 apriva il primo sportello della prima e finora unica banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica. È stata ed è il primo istituto di credito in Italia a misurare tutti gli impatti sociali e ambientali dei crediti che eroga ogni anno. A Perugia, Banca Etica è presente dal 2011 con la filiale di via Piccolpasso. Il suo radicamento nella comunità e nell’economia locale si è così sviluppato non solo grazie a 603 persone socie e clienti nella regione, con 1.203 conti correnti, ma anche tramite l’impegno dei Gruppi di iniziativa territoriale, in un’area che registra 35,7 milioni di euro di raccolta e 32,2 milioni di euro di impieghi.

Nel futuro di Banca etica c'è…

Maurizio Spedaletti Trabalza da pochi mesi è il responsabile della filiale di Perugia di Banca Etica. Nel marzo scorso ha raccolto il testimone da Leonardo Stella. Una “staffetta” che in realtà li ha visti in prima fila insieme fin dalla nascita della filiale di Perugia. Spedaletti, cosa c’è nel futuro di Banca Etica in Umbria? “Nel futuro ci sarà tutto quello che viene fuori dal territorio. Io credo che una delle particolarità belle della finanza etica sia quella di non rispondere a schemi fissi ma di adattarsi alle necessità del territorio. Da qualche anno stiamo sviluppando il settore delle cosiddette workers buyout, cioè quelle aziende che sono sull’orlo del fallimento o fallite e i dipendenti prendono il controllo dell’impresa. Questo è un percorso che è nato da poco e noi siamo stati pronti a sostenerlo economicamente, anche se i veri sostenitori, quelli che rischiano, sono i lavoratori. Noi però diamo loro un piccolo polmone finanziario”. E per l’ambiente? “Ci sarà, spero, la nascita di molte comunità energetiche rinnovabili. Abbiamo un sole che ci dà energia e ancora continuiamo a importare gas. Vorremmo sostenere tutte quel-le iniziative che rendono migliore la vita da un punto di vista sociale e da un punto di vista ambientale sul territorio. In Umbria, come nel resto d’Italia”. In Umbria Banca Etica già fa questo tipo di interventi? “Sui workers buyout sì, ne abbiamo diversi. Le Cer (co- munità energetiche rinnovabili), sono in sviluppo poiché la legge attuativa è di pochi mesi fa. Speriamo che ce ne siano tante, magari anche grazie a noi!”.

Banca etica. Così è nata in Umbria

Alla Festa per i 25 anni di Banca Etica, al Centro congressi “Capitini”, quando Leonardo Stella e Maurizio Spedaletti sono stati invitati a salire sul palco, hanno voluto che li raggiungessero tutti i dipendenti della filiale. Un gesto per dire che quella dell’istituto di credito non è stata un’avventura in solitaria. E anche i soci presenti erano lì a ricordare un progetto, una visione di società, condivisa. Leonardo Stella, come è iniziata la tua storia in Banca Etica? “Sono entrato nell’organizzazione della banca prima che nascesse la banca. All’inizio ero coordinatore dei soci. Poi sono diventato banchiere ambulante per Banca Etica poiché non c’era una sede. E questo dal 2003 al 2011, quando abbiamo aperto la filiale a Perugia e sono diventato responsabile della filiale finché, quest’anno, non abbiamo fatto la staffetta con Maurizio che in realtà era socio e volontario ben prima di me, a Roma, e insieme abbiamo aperto la filiale di Perugia nel 2011. Attualmente lavoro per l’area centro di Banca Etica nella gestione di clienti per- sone giuridiche e aiuto alle filiali del centro Italia”. Come è nata Banca Etica? “Inizialmente si è costituita una cooperativa. Era la coope-rativa Verso Banca Etica e aveva il compito di raccogliere il capitale sociale che serviva per fare una banca - più o meno 6 milioni e mezzo di euro - sul territorio nazionale. L’idea nasce dal mondo del commercio equo solidale che non aveva una cifra del ge- nere, neppure coinvolgendo realtà del terzo settore come il mondo Caritas, Arci, quello ambientalista. Quindi si pensò a una raccolta di capitale sociale diffusa nel territorio e in due-tre anni, abbiamo raggiunto la cifra necessaria con più di 11.000 soci. E l’8 marzo nel 1999 ha aperto la prima filiale di Banca Etica a Padova”. Quali sono i valori alla base di questa Banca? “L’idea è di rimettere la persona e l’ambiente al centro dell’attività. Quindi prima di fare un qualsiasi finanziamento a un soggetto persona giuridica, facciamo due tipi di valutazione: una economico finanziaria, come qualsiasi banca è obbligata a fare, alla quale noi aggiungiamo una valutazione d’impatto socio-ambientale. Andiamo a vedere tutta una serie di indicatori, di comportamenti, della realtà, e andiamo a vedere se il suo comportamento, i suoi principi, sono coerenti con quelli della banca”. Chi fa questa valutazione? “Questo tipo di valutazione è affidata ad alcuni soci nel territorio, i cosiddetti ‘valutatori sociali’ che hanno fatto un corso e sono iscritti all’albo apposito. Insieme agli altri soci volontari del territorio ci dicono se una realtà è compatibile con i valori della banca o meno. Poi, ogni volta che finanziamo persone giuridiche il finanziamento viene pubblicato sul sito, per cui in ogni momento si può vedere quello che la banca fa con i risparmi dei soci. Banca Etica finanzia anche le persone fisiche, i privati, per prestiti personali come ad esempio i mutui per la casa, ma sul sito sono pubblicati solo i finanziamenti fatti a persone giuridiche, quindi cooperative, associazioni, ecc.”. Possiamo riassumere in poche parole? “La trasparenza, l’ambiente e il rispetto delle persone. La trasparenza è fondamentale come anche, sempre di più, il rispetto dell’ambiente. E non ultimo il rispetto delle persone che assume diverse sfaccettature: dal commercio equo solidale al rispetto dei lavoratori alla tutela del lavoro, per esempio con il sostegno alle workers buyout, le imprese recuperate dai lavoratori”. Una sola filiale in Umbria. Come si entra in contatto con Banca Etica? “Il contatto principale è il sito di Banca etica dove si possono trovare tutte le informazioni, oppure il nu- mero verde al quale risponde un gruppo di colleghi di Banca Etica. Da sempre ci siamo dovuti organizzare in modo tale da essere raggiungibili da tutti a prescindere dalla vicinanza con la filiale. Oggi si può fare quasi tutto tranquillamente al telefono o online”. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della Festa di Banca etica a Perugia" td_select_gallery_slide="slide" ids="77699,77700,77701,77702,77703,77707,77708,77706,77704,77705"]]]>
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A Gubbio prima Cer da turbina eolica e la cooperativa ‘ènostra’ celebra dieci anni https://www.lavoce.it/a-gubbio-prima-cer-da-turbina-eolica-e-la-cooperativa-enostra-celebra-dieci-anni/ https://www.lavoce.it/a-gubbio-prima-cer-da-turbina-eolica-e-la-cooperativa-enostra-celebra-dieci-anni/#respond Fri, 13 Sep 2024 08:01:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77549 Un gruppo di persone a sinistra con magliette bianche davanti ad un casolare e a destra il telone con il lodo della cooperativa énostra con la scritta al centro è10!

È stato un duplice momento di festa quello che ha preso vita nel fine settimana scorso sulle colline tra Gubbio, Pietralunga e il confine umbro-marchigiano. La cooperativa energetica “ènostra” ha celebrato i suoi dieci anni con una due-giorni aperta al pubblico e patrocinata dal Comune di Gubbio.

Il tutto nella cornice di un’area immersa nella natura e appositamente attrezzata per l’occasione in località Salia, con lo sguardo sul primo impianto eolico collettivo realizzato con il capitale dei soci di “ènostra” sul territorio eugubino: il Cerrone con i suoi 900 kW di potenza.

A Gubbio primo progetto di Comunità energetica rinnovabile da impianto eolico

Sabato 7 settembre, c’è stato il racconto celebrativo dei dieci anni della cooperativa dalla voce diretta dei fondatori. Un’occasione anche per presentare il primo progetto in Italia di Comunità energetica rinnovabile (Cer) alimentata da un impianto eolico. A cornice di tutto questo, sono arrivati ospiti autorevoli (anche internazionali) e poi musica dal vivo, cucina tipica umbra, laboratori ecologici per bambini e ragazzi, mercatini artigianali, momenti celebrativi e di condivisione. Il tutto con una carrellata di interventi guidati da Sara Capuzzo, presidente di “ènostra”, chiamando in causa rappresentanti delle istituzioni, del Gse, di Legacoop, di associazioni che promuovono fonti rinnovabili ed efficienza energetica, di Banca Etica e altri ancora. La comunità di socie e soci di “ènostra” e gli abitanti di Gubbio sono stati invitati a scoprire e a prendere parte - dopo la pala eolica del Cerrone - al nuovo progetto Cer del Castiglione, seconda turbina eolica collettiva realizzata da “ènostra” sul territorio umbro ed eugubino, nonché la più grande d’Italia (con 999 kW di produzione).

La cooperativa énostra

La cooperativa “ènostra” produce e fornisce elettricità 100% rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia. A oggi, conta quasi 16mila socie e soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa e contribuire alla transizione energetica. Consapevole del potenziale del modello, “ènostra” ha costituito un team di lavoro specializzato nello sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e progetti di autoconsumo collettivo maturando una preziosa esperienza sul campo.

[caption id="attachment_77558" align="alignnone" width="320"]La pala eolica sul Cerrone La pala eolica sul Cerrone[/caption]
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Un gruppo di persone a sinistra con magliette bianche davanti ad un casolare e a destra il telone con il lodo della cooperativa énostra con la scritta al centro è10!

È stato un duplice momento di festa quello che ha preso vita nel fine settimana scorso sulle colline tra Gubbio, Pietralunga e il confine umbro-marchigiano. La cooperativa energetica “ènostra” ha celebrato i suoi dieci anni con una due-giorni aperta al pubblico e patrocinata dal Comune di Gubbio.

Il tutto nella cornice di un’area immersa nella natura e appositamente attrezzata per l’occasione in località Salia, con lo sguardo sul primo impianto eolico collettivo realizzato con il capitale dei soci di “ènostra” sul territorio eugubino: il Cerrone con i suoi 900 kW di potenza.

A Gubbio primo progetto di Comunità energetica rinnovabile da impianto eolico

Sabato 7 settembre, c’è stato il racconto celebrativo dei dieci anni della cooperativa dalla voce diretta dei fondatori. Un’occasione anche per presentare il primo progetto in Italia di Comunità energetica rinnovabile (Cer) alimentata da un impianto eolico. A cornice di tutto questo, sono arrivati ospiti autorevoli (anche internazionali) e poi musica dal vivo, cucina tipica umbra, laboratori ecologici per bambini e ragazzi, mercatini artigianali, momenti celebrativi e di condivisione. Il tutto con una carrellata di interventi guidati da Sara Capuzzo, presidente di “ènostra”, chiamando in causa rappresentanti delle istituzioni, del Gse, di Legacoop, di associazioni che promuovono fonti rinnovabili ed efficienza energetica, di Banca Etica e altri ancora. La comunità di socie e soci di “ènostra” e gli abitanti di Gubbio sono stati invitati a scoprire e a prendere parte - dopo la pala eolica del Cerrone - al nuovo progetto Cer del Castiglione, seconda turbina eolica collettiva realizzata da “ènostra” sul territorio umbro ed eugubino, nonché la più grande d’Italia (con 999 kW di produzione).

La cooperativa énostra

La cooperativa “ènostra” produce e fornisce elettricità 100% rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia. A oggi, conta quasi 16mila socie e soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa e contribuire alla transizione energetica. Consapevole del potenziale del modello, “ènostra” ha costituito un team di lavoro specializzato nello sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e progetti di autoconsumo collettivo maturando una preziosa esperienza sul campo.

[caption id="attachment_77558" align="alignnone" width="320"]La pala eolica sul Cerrone La pala eolica sul Cerrone[/caption]
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Le fabbriche di morte non chiudono https://www.lavoce.it/le-fabbriche-chiuse-non-quelle-di-morte/ Sat, 28 Mar 2020 11:30:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56660 colline e sole, logo rubrica oltre i confini

Si è alzata forte e chiara la voce di Scuola di economia civile, Banca etica, Pax Christi, movimento dei Focolari Italia e della rivista Mosaico di pace per denunciare quella che appare un’evidente incoerenza e una forzatura.

Fabbriche chiuse. Ma non quelle di morte.

L’ultimo dei decreti del Governo che ha inteso inasprire le misure di chiusura di attività per contenere la diffusione del virus Covid-19, ha pensato bene di stabilire la chiusura di tutte le attività non ritenute essenziali. Ma il decreto dice pure che sono “consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del prefetto della Provincia ove sono ubicate le attività produttive”. Cosicché “continuerà - denuncia il comunicato - la produzione degli F35 a Cameri (No). Un aereo che può trasportare anche bombe nucleari”. Ma soprattutto in questo momento di fragilità condivisa in cui sentiamo che la minaccia arriva da un esserino piccolo piccolo e invisibile “perché accanirsi in questa direzione? Quali interessi ci sono dietro a questo progetto? Con i soldi di un solo F35 (circa 150 milioni di euro) quanti respiratori si potrebbero acquistare? Sappiamo di alcune industrie che stanno tentando di riconvertire almeno in parte la loro produzione. Questa è la strada da percorrere”. Don Tonio Dell’Olio]]>
colline e sole, logo rubrica oltre i confini

Si è alzata forte e chiara la voce di Scuola di economia civile, Banca etica, Pax Christi, movimento dei Focolari Italia e della rivista Mosaico di pace per denunciare quella che appare un’evidente incoerenza e una forzatura.

Fabbriche chiuse. Ma non quelle di morte.

L’ultimo dei decreti del Governo che ha inteso inasprire le misure di chiusura di attività per contenere la diffusione del virus Covid-19, ha pensato bene di stabilire la chiusura di tutte le attività non ritenute essenziali. Ma il decreto dice pure che sono “consentite le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, previa autorizzazione del prefetto della Provincia ove sono ubicate le attività produttive”. Cosicché “continuerà - denuncia il comunicato - la produzione degli F35 a Cameri (No). Un aereo che può trasportare anche bombe nucleari”. Ma soprattutto in questo momento di fragilità condivisa in cui sentiamo che la minaccia arriva da un esserino piccolo piccolo e invisibile “perché accanirsi in questa direzione? Quali interessi ci sono dietro a questo progetto? Con i soldi di un solo F35 (circa 150 milioni di euro) quanti respiratori si potrebbero acquistare? Sappiamo di alcune industrie che stanno tentando di riconvertire almeno in parte la loro produzione. Questa è la strada da percorrere”. Don Tonio Dell’Olio]]>
La nuova economia https://www.lavoce.it/la-nuova-economia/ Fri, 15 May 2015 08:12:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33425 Un momento della presentazione del libro di Leonardo Becchetti
Un momento della presentazione del libro di Leonardo Becchetti

“Quando la Chiesa e le Chiese, assieme ai sindacati, si metteranno alla testa delle battaglie sulla protezione ambientale e la finanza etica, allora le istituzioni e la politica si mostreranno finalmente disponibili a recepire un nuovo modello di sviluppo, capace di andare oltre la logica del Prodotto interno lordo e aperto al concetto di Felicità sostenibile”.

È la frase con la quale Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, ha concluso la conferenza di presentazione del suo ultimo libro intitolato Next. Una nuova economia possibile, pubblicato da Albeggi (15 euro).

“La politica – ha affermato Becchetti, fondatore dell’associazione “Next” (www.nexteconomia.org) – deve fare essenzialmente cinque cose.

Nuova economia per tutti, costituita per promuovere un modello economico più inclusivo, giusto e attento alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente. Innanzitutto imporre tasse etiche, ovvero stimolanti azioni mirate alla cura della persona e non al mero interesse dell’individuo. Per esempio, defiscalizzare gli esercizi commerciali che rifiutano slot machine e altre tipologie di gioco d’azzardo.

In seconda battuta, redigere appalti con tutti i criteri di trasparenza di cui si parla nei libri, ma che ancora stentano a entrare nei meccanismi della pubblica amministrazione. Terzo, favorire il mercato della agenzie di rating etiche, quelle che premiano i Paesi e le aziende sulla base di indicatori che non soddisfino solo l’appetito economico, ma capaci di coniugare il valore etico di ciò che si produce. A tal proposito, con ‘Next’  abbiamo formulato una piattaforma di indicatori con la quale aziende e cittadini possono valutare l’eticità di un prodotto.

libro-leonardo-becchettiQuarto, la cosiddetta ‘legge degli scaffali’, ovvero una norma che stabilisca la presenza, sugli scaffali dei supermercati, di una quota di prodotti eco-solidali.

Quinto, defiscalizzare la pubblicità etica di prodotti che rispondano alle caratteristiche suddette. In sostanza, si tratta di optare per la felicità intesa come scelta di stare dalla parte della soluzione e non del problema”.

Al tavolo con Becchetti anche mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia, Leonardo Stella, direttore di Banca etica nel capoluogo umbro, e Walter Ganapini, direttore di Arpa Umbria e fondatore di “Next” assieme a Becchetti e altre nove persone.

Mons. Giulietti ha ricordato che, quando era direttore dell’Ufficio Cei di pastorale giovanile, ha diretto il primo evento ecclesiale eco-sostenibile, l’Agorà 2007 a Loreto. Ha quindi sostenuto la tesi di Becchetti sulla differenza tra persona e individuo: “Spesso si dice che la Chiesa fa battaglie sui valori, ma in realtà non è corretto: la Chiesa centra l’obiettivo, in ogni ambito, sulla persona e non sull’individuo”. Infine l’appello di Becchetti a promuovere comitati a livello locale: “Dobbiamo convincerci che le cose cambieranno solo quando il 51% della popolazione farà proprie queste tematiche”.

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Giornata del creato con san Francesco https://www.lavoce.it/giornata-del-creato-con-san-francesco/ Thu, 04 Jul 2013 11:06:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17829 cammino-francescoFesta doppia quest’anno per il “Sentiero di Francesco” da Assisi a Gubbio, il pellegrinaggio che ricalca il cammino percorso del Santo quando rifiutò l’autorità del padre e, fra lo stupore generale, si spogliò delle sue ricche vesti per abbracciare la povertà. Quest’anno, infatti, l’ottava Giornata nazionale per la custodia del creato del 1° settembre, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, si terrà proprio in Umbria, tra Assisi e Gubbio, in concomitanza con la tre-giorni di cammino sulle orme di Francesco (1-3 settembre). La notizia è stata annunciata sabato scorso a Trento in occasione del X Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, organizzato da Greenaccord onlus dal 27 al 30 giugno sul tema “Il creato e le vie di comunicazione vecchie e nuove”.

L’edizione 2013 del Sentiero di Francesco, come ha spiegato a Trento il responsabile dell’ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Gubbio, Domenico Piano, celebrerà la Giornata nazionale fin dal pomeriggio del 31 agosto con un convegno, una veglia di preghiera e attraverso le testimonianze di riconciliazione con la fede avvenute proprio lungo il tracciato dove Francesco maturò la sua vocazione. “Sono già in tanti a essersi prenotati – ha riferito Piano – per percorrere con noi, passo dopo passo, il sentiero che porta a Gubbio, nel luogo dove Francesco ammansì miracolosamente il lupo, e in qualche modo camminerà con noi anche Papa Bergoglio: dovrebbe essere proprio il Pontefice a dare il via al nostro viaggio durante l’Angelus del 1° settembre”.

La “via di Francesco” – un itinerario geografico che è anche e soprattutto un percorso del cuore – è oggi forse più attuale che mai, perché in sintonia con una rinnovata sensibilità per la natura espressa dagli ultimi tre Pontefici, in particolare da Papa Francesco. Lo hanno messo in luce a Trento i relatori che sabato mattina hanno affiancato Domenico Piano. Come per i pellegrini del sentiero di Francesco, anche per Karol Wojtyla immergersi nel silenzio della natura significava attingere alla propria spiritualità più profonda.

“Spesso – ha ricordato al Forum il direttore del Corriere trentino, Enrico Franco – ‘scappava’ in montagna come antidoto agli impegni vaticani, con gli scarponi da passeggiata e il bastone per affrontare anche i sentieri più complessi”. E ha ripetuto le parole che Wojtyla pronunciò durante la messa nel rifugio “Le Lobbie” sull’Adamello: “La grandiosità di queste montagne ci parla di Dio”. L’attenzione vigile nei confronti del creato si è trasformata in Benedetto XVI nella preoccupazione consapevole per le crisi ambientali.

“Come ci ha ricordato il Papa teologo nell’enciclica Caritas in veritate, non possiamo aspettare con le mani in mano che arrivi un politico illuminato che abbia come priorità l’ecologia”, ha evidenziato il presidente del Comitato di Banca etica, Leonardo Becchetti. “Sono le aziende e i consumatori – ha aggiunto – che decidono le sorti dell’economia, perché hanno la capacità di scegliere e premiare chi sa produrre profitti rispettando l’ambiente e l’uomo”. Jorge M. Bergoglio è forse in questo senso il Pontefice che ha espresso in modo più diretto l’urgenza di queste questioni.

Secondo il vice direttore dell’Osservatore Romano, Carlo Di Cicco, “il ‘Papa dei poveri’ è stato chiaro: i problemi ecologici e la lotta alla povertà sono strettamente connessi, perché se si specula sulla natura i primi a risentirne sono i poveri che non hanno mezzi per difendersi”. Bergoglio lo sa bene: nella sua Argentina “l’esaurimento delle risorse del territorio, tra cui l’acqua e le foreste, e l’erosione del suolo derivano da un’industrializzazione che non tiene in nessun conto la tutela del creato”. Percorrere il Sentiero di Francesco rappresenta così un’occasione per tenere a mente che il creato è la casa dell’umanità, e che l’uomo deve essere custode responsabile della sua vita sulla terra. Mantenendo sempre, come diceva il Santo di Assisi, “gli occhi fissi allo spettacolo di Gesù Cristo”.

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Una banca dove il denaro non è tutto https://www.lavoce.it/una-banca-dove-il-denaro-non-e-tutto/ Thu, 18 Jun 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7627 Leonardo Stella, perugino, ha 37 anni. Si definisce ‘il banchiere ambulante’ di Banca popolare etica.

Ambulante perché tecnicamente è un promotore finanziario, che gira l’Umbria per raccogliere il risparmio, per annotare le richieste di finanziamento, per sponsorizzare questo o quel convegno o attività di solidarietà.

Però resterà ambulante ancora per poco: infatti Banca etica – presente in Umbria fin dai suoi esordi nel lontano 1999 e che ha compiuto dieci anni di attività – aprirà la sua prima filiale a Perugia entro il 2010. Questa è la vera (buona) notizia.

‘Al momento – afferma Stella – siamo ancora alla ricerca dei locali più adatti, proprio a Perugia. Abbiamo valutato diverse soluzioni, ma cerchiamo ancora’.

L’apertura di una filiale di Banca etica in Umbria è già stata autorizzata dalla Banca d’Italia, per cui l’unico ostacolo resta il reperimento dei locali nel capoluogo umbro.

Una necessità, visto che le filiali di Banca etica più vicine agli umbri si trovano a Firenze e a Roma.

Stella, come ha lavorato finora?

‘In Umbria – racconta – costituimmo uno dei primissimi Gruppi di iniziativa territoriale (Git) d’Italia. La nostra sede è oggi nella zona di Settevalli, a Perugia’ in via Maddoli 6, tel. 075 5058100′.

Che cifre testimoniano il lavoro di Banca etica in Umbria?

‘Attualmente abbiamo 3 milioni e mezzo di raccolta di risparmi, cosa che consideriamo un risultato lusinghiero. I nostri soci regionali sono circa 350 e stanno aumentando, segno che l’eticità del denaro è un valore importante e una garanzia per non danneggiare la nostra società, il nostro ambiente e le generazioni future. Ad oggi abbiamo erogato finanziamenti per oltre 15 milioni di euro, in particolare verso associazioni di volontariato, parrocchie, privati, organizzazioni non profit, famiglie che vogliono realizzare l’impianto fotovoltaico domestico o devono acquistare la prima casa’.

Come si fa ad aprire un conto in Banca etica?

‘Occorre diventare soci del nostro istituto di credito, acquistando un certo numero di azioni, per un minimo di 5. Ogni nostra azione, oggi, ha un valore di 55 euro e 50 centesimi. Voglio evidenziare che chi diventa socio di Banca etica non fa un investimento di tipo speculativo: noi non abbiamo come obiettivo principe la massimizzazione degli utili, ma l’esaltazione della responsabilità sociale anche nell’uso del denaro. Dimostrando che è una scelta pagante, economicamente, per l’individuo. Ma soprattutto, socialmente, per tutti’.

Origini e ‘filosofia’

  • La Banca popolare etica nasce a Padova l’8 marzo 1999, dove mantiene la sua sede principale.
  • Quattro anni prima, il 1 giugno 1995, fu costituita la Cooperativa verso la Banca etica. Chi credette nel progetto puntò su una banca che fosse ambientalista, sociale, a vocazione internazionale e che sostenesse il commercio equo e solidale.
  • Lo slogan fu ‘L’interesse più alto è quello di tutti’.
  • Oggi Banca etica – il cui presidente è Fabio Salviato – è un gruppo che comprende oltre alla Banca, la società di gestione del risparmio Etica Sgr, la fondazione culturale, la rivista Valori, l’azienda agricola ‘La Costigliola’, una raccolta di 650 milioni di euro (tra diretta ed indiretta), un patrimonio di 25 milioni, più di 3 mila finanziamenti e 30 mila soci.
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“Il nostro è tutto un altro cioccolato” https://www.lavoce.it/il-nostro-e-tutto-un-altro-cioccolato/ Thu, 18 Oct 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6192 Sono due i cioccolati dell’Umbria. Quello di Eurochocolate, a Perugia, manifestazione quest’anno un po’ in calo. Poi c’è quello promosso da Altrocioccolato, manifestazione in programma a Gubbio fino a domenica 21 ottobre, organizzata dal Comune di Gubbio e dall’associazione Umbria equosolidale.

L’apertura dell’evento eugubino si è svolta giovedì scorso, in piazza Quaranta Martiri. Oltre 100 gli espositori, fra le principali centrali di importazione del commercio equo e solidale, i piccoli produttori artigianali di cioccolato, gli istituti della finanza etica (Banca etica), dei prodotti biologici (fondazione Slow food, Aiab, Gubbiologico) e dell’associazionismo (Cesvol di Perugia). L’edizione 2007 di Altrocioccolato ha già raggiunto un risultato importante: sono oltre 800 gli allievi delle scuole, dalle materne alle superiori, che stanno visitando la mostra sulla filiera del cacao, che descrive la sua coltivazione, la sua lavorazione e le differenze economiche e sociali fra quello venduto sul mercato tradizionale e su quello equosolidale.

Però, perché in Umbria ci sono due diverse manifestazioni, entrambe sulla cioccolata? “Noi di Altrocioccolato – nota il presidente di Umbria equosolidale, Michele Stella, 37 anni – abbiamo sempre segnalato la grande contraddizione di Eurochocolate, oltre al suo stile consumistico. Noi che crediamo nel commercio equo e solidale non possiamo essere in corso Vannucci accanto ad una multinazionale del cacao come la Nestlé. La Nestlé, nel Sud del mondo, fa un milione e mezzo di morti fra i bambini con il suo latte artificiale. E non siamo noi a dirlo, lo sostengono da tempo l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unicef. Non è un caso se il boicottaggio dei prodotti Nestlé va ormai avanti da trent’anni”.

D’accordo, ma dallo scorso anno anche all’interno di Eurochocolate c’è uno spazio per il commercio equo e solidale. “Di questo siamo contenti, anche se mi sembra più un’operazione di immagine, di fair washing, come si dice… E poi le informazioni che il personale di Eurochocolate forniscono agli stand sono fuorvianti. Di commercio equo e solidale non ne sanno molto, non sanno nemmeno spiegare la filiera del cioccolato equo e solidale, quello dal cui commercio si avvantaggiano i produttori locali, i piccoli agricoltori. Noi promuoviamo proprio un’altra economia del cioccolato, quella centrata sulla giustizia sociale, sul rispetto dei diritti delle persone e dell’ambiente in cui tutti noi viviamo”.

Sì, però anche Fairtrade Transfair Italia, l’ente certificatore dei prodotti equo e solidali è a Perugia ad Eurochocolate. “Infatti, dal mio punto di vista, è un errore. Quelli di Transfair Italia sarebbero dovuti essere con noi ad Altrocioccolato, a Gubbio. La presenza di Transfair Italia a Perugia davvero non è utile, anzi serve solo a far apparire le multinazionali più buone… Cosa che non è”.

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Banca Etica in Umbria: una nuova strada da percorrere https://www.lavoce.it/banca-etica-in-umbria-una-nuova-strada-da-percorrere/ Fri, 13 Jun 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3197 Giovedì 5 giugno si è tenuta, nella sala consiliare del Comune di Bastia Umbra, una tavola rotonda sul tema ‘Banca Etica in Umbria: una nuova strada da percorrere’, promossa dall’Uvisp (Unione volontariato internazionale per lo sviluppo e la pace). Pino Minelli, in qualità di vice sindaco, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale e Pia Bruzzichelli, vice presidente dell’Uvisp, ha salutato i relatori e gli intervenuti da parte di tutto l’organismo. La parola è stata data a Tiziana Tomassini che è la coordinatrice dei Soci Umbria di Banca Etica, che attualmente sono circa 200 e che si danno da fare per contattare la gente e aumentare il numero per giungere a raccogliere il capitale sociale necessario per ottenere l’autorizzazione della Banca d’Italia ad aprire una succursale anche a Perugia. Successivamente è intervenuto Leonardo Stella che è il banchiere ambulante di Banca Etica dell’Umbria, il quale ha messo in evidenza la diversità di Banca Etica rispetto alle altre banche. Essa è nata per finanziare i progetti nel terzo mondo: occorrevano due miliardi e mezzo delle vecchie lire per fondare una cooperativa; da qui la corsa per raccogliere il capitale sociale necessario. Dal 1996 al 1998 si sono raccolti i soldi necessari sottoscritti da 11.000 soci. L’8 marzo 1999 nasceva il primo sportello a Padova, che costituisce la sede centrale. Successivamente si sono aggiunte altre sette filiali con sede a Brescia, Milano, Roma, Vicenza, Treviso, Firenze e Bologna. La Banca Etica si distingue dalle altre banche per come investe il risparmio raccolto. Banca Etica sostiene il mondo non profit e l’economia solidale; per questo agisce in quattro settori: cultura e società civile (ad esempio: ristrutturazione di abitazioni nel borgo medievale, ripristino di antichi mestieri, favorire il turismo responsabile e creare nuovi posti di lavoro); cooperazione internazionale (ad esempio: difesa e promozione dei diritti dei bambini); tutela dell’ambiente (es. esperienze agrobiologiche); la cooperazione sociale (es. la cooperativa di ex degenti dell’ospedale psichiatrico di Trieste gestisce un albergo ed un ristorante). Insomma, Banca Etica si propone di gestire le risorse finanziarie di famiglie, donne, uomini, organizzazioni, orientando i loro risparmi e disponibilità verso la realizzazione del bene comune della collettività sostenendo, in particolare attraverso le organizzazioni non profit, le attività di promozione umana, sociale ed economica delle fasce più deboli della popolazione e delle aree più svantaggiate. Ma la novità più eclatante e che distingue Banca Etica da tutte le altre è che il risparmiatore può decidere di come deve essere investito il suo risparmio. Nel caso in cui il risparmiatore non si esprima, il suo denaro sarà utilizzato per finanziare un progetto non profit in uno dei quattro settori di intervento previsti ed il cliente sarà comunque informato. Successivamente ha parlato Vinicio Bottacchiari, direttore di Sviluppumbria S.p.a., sostenendo che è stato il primo a credere in Banca Etica. Si sta affermando un pensiero unico: essere competitivi nella globalizzazione. Occorre una cultura dei valori della solidarietà e della pace, ma l’Umbria, terra di Francesco, è maestra in questo: in questo senso, partiamo con un vantaggio rispetto ad altre realtà. ‘Sinteticamente si può affermare – ha detto Bottacchiari – che sono etico se finanzio chi non fa le bombe’. E’ stata poi la volta di Giocondo Leonardi, direttore della Caritas diocesana di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Egli ha affermato che condividere la finalità di Banca Etica vuol dire condividere che il risparmio vada a favorire il benessere sociale. La Caritas è socia dal 1997. ‘Abbiamo ottenuto finanziamenti – ha detto Leonardi – per la ricostruzione post-terremoto, per aiutare di più i bisognosi e le famiglie’. Infine, l’intervento di Fabio Faina, coordinatore soci Centro Italia di Banca Etica, cioè delle regioni Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio, Toscana. Egli ha spiegato che Banca Etica è di proprietà delle stesse persone che la usano. Cosa può fare quindi il cittadino comune? Può diventare socio, acquistando le azioni della Banca. Ciò significa partecipare alla vita dell’impresa, avere diritto al voto e quindi poter concorrere ad orientare le scelte e le politiche di Banca Etica. Può diventare cliente operando con gli eti-conto di Banca Etica ottenendo il bancomat e la carta di credito. I conti possono essere gestiti anche da casa con internet, utilizzando il servizio di ‘internet banking’; vincolando il risparmio per mezzo di certificati di deposito (da 6 mesi a 60 mesi) con un investimento minimo di mille euro; acquistando obbligazioni della durata minima di tre anni e con un investimento minimo di diecimila euro.

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Banca Etica “sbarca” in Umbria Inaugurato il “punto informativo” https://www.lavoce.it/banca-etica-sbarca-in-umbria-inaugurato-il-punto-informativo/ Thu, 03 Apr 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3062 Il Punto informativo di Banca Etica, aperto a Perugia sabato scorso, costituisce una novità nel panorama del credito umbro, soprattutto per quelle realtà economiche e sociali che operano nel “non profit”, e per quanti da tempo cercano modi concreti per sostenere scelte economiche “solidali”. Non a caso all’inaugurazione c’erano anche i fondatori della bottega “Monimbò” che ha portato a Perugia il Commercio equo e solidale. Non a caso tra i primi interlocutori della Banca ci sono le cooperative sociali. Prima di decidere se aprire il Punto informativo (che non è uno “sportello” bancario) Banca Etica ha fatto uno studio in Umbria per “verificare la concreta possibilità di promuovere uno sportello locale di finanza etica”. Lo studio è stato svolto su 20 cooperative sociali di Tipo A e di Tipo B scelte tra le oltre 120 iscritte all’Albo della Regione. Delle cooperative hanno analizzato i bilanci per verificare gli strumenti economici e finanziari utilizzati, e se del caso proporre alle cooperative la consulenza di Banca Etica. Evidentemente l’indagine ha mostrato spazi di intervento che sono stati giudicati interessanti, decidendo di aprire lo Sportello, ovvero dare una sede visibile ad un consulente che, oltre a dare informazioni a chiunque sia interessato, contatterà le cooperative per offrire loro un sistema denominato “Sostenibilità economico finanziaria” in cui accanto alle classiche operazioni economico-finanziarie è previsto il “bilancio sociale” dell’impresa caratterizzato da valori di base quali la partecipazione democratica, cooperazione ed associazionismo, trasparenza, pari opportunità, rispetto dell’ambiente, qualità sociale prodotta, rispetto delle condizioni di lavoro, volontariato e solidarietà. Responsabile dello Sportello è Leonardo Stella, giovane perugino, che fin dagli studi in Economia e Commercio si è specializzato in questo settore. All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco diPerugia, Renato Locchi, che ha assicurato che il Comune segue con grande attenzione questa presenza, ed il vicario generale della diocesi mons.Mario Ceccobelli che ha richiamato al rischio dell’inaridimento dell’anima quando regna la ricchezza accogliendo con interesse una Banca in cui l’uso del denaro non è motivato solo dal profitto. Maria Rita ValliIn una “Guida” consigli per il “risparmio responsabile” L’inaugurazione del punto informativo di “Banca Etica” a Perugia ha aperto nuovi orizzonti ai risparmiatori. La classe VA Programmatori dell’ I.T.C. “Vittorio Emanuele II”, accompagnata dal professor Orfeo Ambrosi, sabato 29 marzo ha partecipato alla presentazione-dibattito del libro “Guida al risparmio responsabile” tenutasi presso la sala della Biblioteca del centro di accoglienza – Ostello per la gioventù. I relatori hanno inizialmente “fotografato” il sistema economico nella sua totalità (Banche, mercato, lavoratori…) soffermandosi in particolare sulle pecche della realtà bancaria for profit. La mancanza di trasparenza, i finanziamenti concessi a produttori di armi, sono alcuni dei tanti esempi che si potrebbero citare. Dall’incontro sono emersi dei concetti fondamentali che sono serviti ad illustrare l’attività di “Banca Etica”, una banca grazie alla quale viene data al risparmiatore la possibilità di impiegare il proprio denaro in modo critico e responsabile. La partecipazione dei risparmiatori assume un ruolo attivo: sono gli stessi depositanti a scegliere il settore verso cui il loro risparmio deve essere indirizzato e il tasso di interesse da applicare al proprio deposito nei limiti indicati dalla banca; il cittadino che decida di depositare il suo risparmio avrà quindi la possibilità di prendere alcune decisioni come nessuna altra banca consente di fare. In “Banca Etica” il risparmiatore viene sempre identificato e non esistono strumenti di risparmio al portatore. Le somme raccolte sono utilizzate unicamente per finanziare impieghi etici e la banca, in base al principio della trasparenza, deve assicurare ai risparmiatori una continua e puntuale informazione sull’allocazione dei fondi impiegati. Banca Etica concentra i suoi impieghi in quattro aree di attività non profit: la solidarietà sociale, la produzione equocompatibile e la cultura ambientale, il commercio equo e solidale e l’animazione sociale ed educativa. Alla presentazione-dibattito del libro è seguita l’inaugurazione del punto informativo di “Banca Etica” in via Bontempi 2A alla quale erano presenti il sindaco Renato Locchi e il Vicario del Vescovo mons. Mario Ceccobelli. Dopo i convenevoli di rito, i discorsi e la benedizione, la mattinata si è conclusa in bellezza con un simpatico rinfresco. Classe VA Programmatori

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Banca Etica: la banca che fa investimenti per il “bene comune” https://www.lavoce.it/banca-etica-la-banca-che-fa-investimenti-per-il-bene-comune/ Thu, 02 May 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2381 “La finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche”. E’ il principio cardine cui si ispira la Banca Etica, una realtà economica che, appunto, mette al centro della sua valutazione non tanto le garanzie ipotecarie che può portare il cliente ma piuttosto i suoi progetti, dei quali si fa garante della riuscita economica ma anche del valore sociale. Banca Etica è una vera e propria banca che investe gli utili in progetti che arricchiscono la società. In Umbria Banca Etica conta 150 soci (persone fisiche e giuridiche che vanno da Sviluppumbria all’Istituto sostentamento clero a varie associazioni), 50 conti corrente ed entro l’anno aprirà un ufficio con promotore finanziario. Ha finanziato dieci progetti per circa cinque miliardi di Lire: cooperative di lavoro in vario modo legate alla Caritas a Perugia, Terni e Gubbio; la ricostruzione della casa di due famiglie terremotate, un centro per bambini a monte Peglia, aziende biologiche, ed altro. “L’erogazione del credito è, per Banca Etica, una delle attività più delicate;- si legge sul sito internet www.bancaetica.com – Banca Etica nasce …per dare credito alle iniziative socio economiche che si muovono nella direzione di un reale sviluppo umano e che dimostrano di produrre un beneficio sociale”. Anche il Commercio equo e solidale conta in Umbria diverse botteghe che, portando sul nostro mercato merce prodotta in Paesi del terzo mondo, garantisce ai produttori un giusto compenso per il lavoro svolto. Su queste realtà ha promosso un incontro il Meic di Perugia, nell’ambito dei “Dialoghi con la città”. Venerdì 10 maggio, alle 16,30, presso la sala del Dottorato (piazza IV Novembre) a Perugia, Gabriele Giulietti, vice direttore di Banca Etica, terrà un incontro sul tema “Banca etica e commercio equo e solidale come fattori di pace”.

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