associazionismo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/associazionismo/ Settimanale di informazione regionale Fri, 20 Sep 2024 17:23:08 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg associazionismo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/associazionismo/ 32 32 Per comunità immigrate più responsabili – La “provocazione” di Rolando Marini/1 https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/ https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/#respond Fri, 20 Sep 2024 16:21:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77718

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>
https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/feed/ 0
Due umbri nel consiglio nazionale del Movimento di impegno culturale (Meic) https://www.lavoce.it/due-umbri-nel-consiglio-nazionale-del-movimento-di-impegno-culturale-meic/ Sun, 18 Apr 2021 15:50:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60213

Si è chiusa questa mattina, domenica 18 aprile, la XIV Assemblea nazionale del Meic. I lavori si sono tenuti online e vi hanno partecipato anche i delegati dei gruppi Meic di Perugia e Foligno. La giornata conclusiva si è aperta con il saluto del presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, Matteo Truffelli, e con la prosecuzione del dibattito sulla relazione del presidente uscente Elia, al quale è poi toccato concludere i lavori. https://youtu.be/nWO3jeKJbQ8?t=1496 In mattinata si sono anche concluse anche le votazioni assembleari per l'elezione dei membri del Consiglio nazionale ed è stata eletta anche Maria Rita Valli del gruppo Meic di Perugia. Nell'intervento conclusivo il presidente nazionale uscente Beppe Elia ha avuto parole di gratitudine anche per la socia Meic di Perugia Paola Cipelli, per il contributo dato in questi anni riguardo gli aspetti della gestione contabile della associazione. Il segretario nazionale Tiziano Torresi ha comunicato i risultati: i nuovi consiglieri nazionali sono Augusto Sabatini (Reggio Calabria), Marta Margotti (Torino), Maria Cristina Volpe (Piedimonte M.), Pietro Bongiovanni (Potenza), Guido Campanini (Parma), Gianmichele Pavone (Ostuni), Marinella Venera Sciuto (Acireale), Giuseppe Migliorini (Lodi), Francesca Schiano (Padova), Maria Rita Valli (Perugia), Giovanni Bombelli (Crema) e Antonio Mangiola (Roma Sant’Ivo). Sono dunque due gli umbri che fanno parte del Consiglio nazionale: Valli, come membro eletto, e Bernard Fioretti del gruppo Meic di Foligno, in qualità di delegato regionale Meic. La sessione di apertura della XIV Assemblea nazionale ha visto l'intervento di Kevin Ahern, presidente internazionale di Pax Romana. Collegato da New York, Ahern ha tenuto un intervento su “La sfida dell’ecologia integrale” (il pdf e il video integrale). https://www.youtube.com/watch?v=1MplmqZJN9I I delegati hanno anche approvato il documento assembleare (234 favorevoli su 266) e la composizione del collegio dei revisori (242 favorevoli su 265).]]>

Si è chiusa questa mattina, domenica 18 aprile, la XIV Assemblea nazionale del Meic. I lavori si sono tenuti online e vi hanno partecipato anche i delegati dei gruppi Meic di Perugia e Foligno. La giornata conclusiva si è aperta con il saluto del presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, Matteo Truffelli, e con la prosecuzione del dibattito sulla relazione del presidente uscente Elia, al quale è poi toccato concludere i lavori. https://youtu.be/nWO3jeKJbQ8?t=1496 In mattinata si sono anche concluse anche le votazioni assembleari per l'elezione dei membri del Consiglio nazionale ed è stata eletta anche Maria Rita Valli del gruppo Meic di Perugia. Nell'intervento conclusivo il presidente nazionale uscente Beppe Elia ha avuto parole di gratitudine anche per la socia Meic di Perugia Paola Cipelli, per il contributo dato in questi anni riguardo gli aspetti della gestione contabile della associazione. Il segretario nazionale Tiziano Torresi ha comunicato i risultati: i nuovi consiglieri nazionali sono Augusto Sabatini (Reggio Calabria), Marta Margotti (Torino), Maria Cristina Volpe (Piedimonte M.), Pietro Bongiovanni (Potenza), Guido Campanini (Parma), Gianmichele Pavone (Ostuni), Marinella Venera Sciuto (Acireale), Giuseppe Migliorini (Lodi), Francesca Schiano (Padova), Maria Rita Valli (Perugia), Giovanni Bombelli (Crema) e Antonio Mangiola (Roma Sant’Ivo). Sono dunque due gli umbri che fanno parte del Consiglio nazionale: Valli, come membro eletto, e Bernard Fioretti del gruppo Meic di Foligno, in qualità di delegato regionale Meic. La sessione di apertura della XIV Assemblea nazionale ha visto l'intervento di Kevin Ahern, presidente internazionale di Pax Romana. Collegato da New York, Ahern ha tenuto un intervento su “La sfida dell’ecologia integrale” (il pdf e il video integrale). https://www.youtube.com/watch?v=1MplmqZJN9I I delegati hanno anche approvato il documento assembleare (234 favorevoli su 266) e la composizione del collegio dei revisori (242 favorevoli su 265).]]>
Coronavirus e solidarietà, avanti piano: priorità alla sicurezza https://www.lavoce.it/coronavirus-e-solidarieta-avanti-piano-priorita-alla-sicurezza/ Fri, 20 Mar 2020 12:15:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56517 Coronavirus e solidarietà.

Chi di noi in questo particolare momento, con la paura del contagio da Covid-19 e le misure prese dal Governo per evitare i contatti tra le persone, non ha pensato alla difficoltà delle persone più fragili? La nostra mente è subito andata ai nostri cari più anziani, genitori, nonni, ma anche ai nostri vicini di casa. Sono loro, gli over 65 ma anche le persone con patologie, che stanno riscontrando le maggiori difficoltà. Gli anziani e le persone immunodepresse sono i soggetti più a rischio. Per questo in tutta Italia, e anche in Umbria, si sono attivati tutta una serie di servizi per limitare, ancora di più, le uscite delle persone più a rischio. Non solo i diversi supermercati, che hanno implementato il loro servizio di spesa a domicilio, ma anche i vari enti pubblici si sono messi a disposizione della popolazione. L’attivazione dei Centri operativi comunali (COC) per l’emergenza coronavirus, ha messo in moto tutta una serie di iniziative e per offrire servizi alla popolazione, attivati da comuni e protezione civile in collaborazione con associazioni di volontariato accreditate come, per esempio, la Croce Rossa per la consegna dei farmaci.

No a iniziative spontanee

Servizi importanti e allo stesso tempo delicati, che non tutti possono svolgere. Fonti della Protezione civile regionale sconsigliano iniziative private dei singoli cittadini, che tra l’altro potrebbero incorrere anche nelle sanzioni previste per chi esce di casa senza giustificati motivi, e raccomandano anche che le associazioni si coordinino con il Centro operativo del proprio Comune. Gruppi associazioni e movimenti cattolici che in questo momento vorrebbero mettersi al servizio del prossimo è bene che non assumano iniziative autonome, ma che si coordinino con la Protezione Civile comunale di riferimento. Tutti abbiamo una grossa responsabilità e il nostro dovere è quello di stare vicino ai nostri cari e alle persone che hanno più bisogno, in modo sicuro. Possiamo chiamare, video-chiamare i nostri anziani e le persone sole; possiamo utilizzare le tecnologie ma anche i telefoni tradizionali. Possiamo scrivere messaggi e bigliettini da lasciare nelle cassette delle lettere oppure nelle bacheche condominiali. Possiamo parlare al terrazzo e ri-scoprire i rapporti di vicinato. Possiamo e dobbiamo restare a casa per rendere efficaci gli sforzi e i sacrifici di tutti. Annalisa Marzano]]>
Coronavirus e solidarietà.

Chi di noi in questo particolare momento, con la paura del contagio da Covid-19 e le misure prese dal Governo per evitare i contatti tra le persone, non ha pensato alla difficoltà delle persone più fragili? La nostra mente è subito andata ai nostri cari più anziani, genitori, nonni, ma anche ai nostri vicini di casa. Sono loro, gli over 65 ma anche le persone con patologie, che stanno riscontrando le maggiori difficoltà. Gli anziani e le persone immunodepresse sono i soggetti più a rischio. Per questo in tutta Italia, e anche in Umbria, si sono attivati tutta una serie di servizi per limitare, ancora di più, le uscite delle persone più a rischio. Non solo i diversi supermercati, che hanno implementato il loro servizio di spesa a domicilio, ma anche i vari enti pubblici si sono messi a disposizione della popolazione. L’attivazione dei Centri operativi comunali (COC) per l’emergenza coronavirus, ha messo in moto tutta una serie di iniziative e per offrire servizi alla popolazione, attivati da comuni e protezione civile in collaborazione con associazioni di volontariato accreditate come, per esempio, la Croce Rossa per la consegna dei farmaci.

No a iniziative spontanee

Servizi importanti e allo stesso tempo delicati, che non tutti possono svolgere. Fonti della Protezione civile regionale sconsigliano iniziative private dei singoli cittadini, che tra l’altro potrebbero incorrere anche nelle sanzioni previste per chi esce di casa senza giustificati motivi, e raccomandano anche che le associazioni si coordinino con il Centro operativo del proprio Comune. Gruppi associazioni e movimenti cattolici che in questo momento vorrebbero mettersi al servizio del prossimo è bene che non assumano iniziative autonome, ma che si coordinino con la Protezione Civile comunale di riferimento. Tutti abbiamo una grossa responsabilità e il nostro dovere è quello di stare vicino ai nostri cari e alle persone che hanno più bisogno, in modo sicuro. Possiamo chiamare, video-chiamare i nostri anziani e le persone sole; possiamo utilizzare le tecnologie ma anche i telefoni tradizionali. Possiamo scrivere messaggi e bigliettini da lasciare nelle cassette delle lettere oppure nelle bacheche condominiali. Possiamo parlare al terrazzo e ri-scoprire i rapporti di vicinato. Possiamo e dobbiamo restare a casa per rendere efficaci gli sforzi e i sacrifici di tutti. Annalisa Marzano]]>
VILLA PITIGNANO. Il futuro della vecchia tensostruttura https://www.lavoce.it/villa-pitignano-tensostruttura/ Fri, 02 Nov 2018 12:00:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53283 tensostruttura

A Villa Pitignano, frazione del Comune di Perugia presso Ponte Felcino, c’è una struttura particolare cui gli abitanti del paese sono molto affezionati. È la tensostruttura donata nel 1997 dal Corriere della Sera a seguito del terremoto che aveva reso inagibile la chiesa di Santa Maria Assunta.

Da allora la struttura è stata utilizzata come un punto fondamentale di aggregazione del paese per le attività più svariate, dalle celebrazioni domenicali allo sport dei ragazzi, dalle recite della vicina scuola alle riunioni della Pro loco.

La struttura divenuta un “pezzo di cuore”

[gallery columns="4" ids="53284,53285,53286,53287"]

“Ai parrocchiani la tensostruttura sta molto a cuore in quanto è facilmente raggiungibile, e non presenta barriere architettoniche per l’accesso” spiega il parroco mons. Alberto Veschini. A partire dai primi anni 2000 la chiesa parrocchiale di Villa Pitignano è stata riaperta dopo la messa in sicurezza post-sisma ma, visto il gradimento degli abitanti, la tensostruttura non è mai stata smantellata, anzi vi viene ancora celebrata una messa ogni domenica.

“Alcuni parrocchiani si sono talmente abituati che, quando veniva a mancare un familiare, chiedevano che il funerale fosse celebrato nella tensostruttura anziché in chiesa” aggiunge don Alberto.

Il futuro della tensostruttura

La struttura di plastica comincia però a essere vecchia, tanto che gli abitanti di Villa Pitignano temono possa essere danneggiata irrimediabilmente da tempeste o gelate.

Così la parrocchia di Santa Maria Assunta ha avanzato la proposta di sostituire la tensostruttura con un prefabbricato che prima si trovava a Montelaguardia. Ora però servono i permessi da parte delle istituzioni: la Giunta comunale ha già approvato la proposta, ora si aspetta l’esito della Regione.

La parrocchia nel frattempo si è accordata con le altre realtà del paese come la Pro loco, il Centro anziani, la Filarmonica e altre, per finanziare il costo di realizzazione dell’opera, e in seguito provvedere alla manutenzione della struttura. I fondi sono stati reperiti grazie a iniziative pubbliche di raccolta in cui tutta la comunità si è data da fare per questo posto speciale.

Valentina Russo

]]>
tensostruttura

A Villa Pitignano, frazione del Comune di Perugia presso Ponte Felcino, c’è una struttura particolare cui gli abitanti del paese sono molto affezionati. È la tensostruttura donata nel 1997 dal Corriere della Sera a seguito del terremoto che aveva reso inagibile la chiesa di Santa Maria Assunta.

Da allora la struttura è stata utilizzata come un punto fondamentale di aggregazione del paese per le attività più svariate, dalle celebrazioni domenicali allo sport dei ragazzi, dalle recite della vicina scuola alle riunioni della Pro loco.

La struttura divenuta un “pezzo di cuore”

[gallery columns="4" ids="53284,53285,53286,53287"]

“Ai parrocchiani la tensostruttura sta molto a cuore in quanto è facilmente raggiungibile, e non presenta barriere architettoniche per l’accesso” spiega il parroco mons. Alberto Veschini. A partire dai primi anni 2000 la chiesa parrocchiale di Villa Pitignano è stata riaperta dopo la messa in sicurezza post-sisma ma, visto il gradimento degli abitanti, la tensostruttura non è mai stata smantellata, anzi vi viene ancora celebrata una messa ogni domenica.

“Alcuni parrocchiani si sono talmente abituati che, quando veniva a mancare un familiare, chiedevano che il funerale fosse celebrato nella tensostruttura anziché in chiesa” aggiunge don Alberto.

Il futuro della tensostruttura

La struttura di plastica comincia però a essere vecchia, tanto che gli abitanti di Villa Pitignano temono possa essere danneggiata irrimediabilmente da tempeste o gelate.

Così la parrocchia di Santa Maria Assunta ha avanzato la proposta di sostituire la tensostruttura con un prefabbricato che prima si trovava a Montelaguardia. Ora però servono i permessi da parte delle istituzioni: la Giunta comunale ha già approvato la proposta, ora si aspetta l’esito della Regione.

La parrocchia nel frattempo si è accordata con le altre realtà del paese come la Pro loco, il Centro anziani, la Filarmonica e altre, per finanziare il costo di realizzazione dell’opera, e in seguito provvedere alla manutenzione della struttura. I fondi sono stati reperiti grazie a iniziative pubbliche di raccolta in cui tutta la comunità si è data da fare per questo posto speciale.

Valentina Russo

]]>
I 150 anni di Azione cattolica raccontati dagli aderenti umbri https://www.lavoce.it/150-anni-azione-cattolica-raccontati-dagli-aderenti-umbri/ Thu, 07 Dec 2017 11:24:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50797

Nell’anno in cui l’Azione cattolica italiana - nata dall’intuizione profetica di due giovani, Giovanni Acquaderni e Mario Fani, bolognese il primo, viterbese il secondo - festeggia i 150 anni di storia, di vita ecclesiale e civile, la domanda che ci si può porre in occasione della fatidica data dell’8 dicembre (festa dell’Immacolata Concezione a cui tutta l’Ac decise di consacrarsi legandovi la scelta, personale e comunitaria insieme, del rinnovo dell’adesione) è se tutto ciò, attraversando i decenni e giungendo alle complesse dinamiche della Chiesa e del mondo attuale, ha ancora senso. In un contesto in cui si sono moltiplicate tessere e tesserine sconto, dove l’associazionismo in quanto tale soffre di un evidente declino di consensi, dove il senso di appartenenza lascia il passo a visioni più individualistiche, pensare a un impegno ecclesiale continuo e strutturato, per di più “formalizzato” da una carta d’adesione, non sarà diventato semplicemente anacronistico? Considerando chi scrive e firma questo articolo, la risposta è scontata. La vera sfida sta nel riuscire a ribadire oggi il “sì” all’Azione cattolica interpretandone e delineandone l’attualità. Forse servono alcune coordinate, anche se in ordine sparso. Anche le otto associazioni diocesane dell’Umbria hanno ormai superato i 100 anni di vita, con i loro percorsi e i loro racconti particolari. Ciascuna è depositaria della storia delle generazioni passate, tramandata fino a noi con la ricchezza delle associazioni locali e, insieme, del territorio di cui fanno parte: testimoni nei gesti, piccoli e silenziosi, del quotidiano, ordinari quanto straordinari nella loro ordinarietà. Il nodo centrale, nel rinnovare annualmente la nostra appartenenza all’Ac e alla sua storia, risiede proprio nell’esigenza di trovare le giuste motivazioni per manifestare in maniera esplicita, ancora oggi, il nostro “sì” di ragazzi, giovani e adulti a un’associazione che fa del servizio alla Chiesa il suo paradigma. Il bello di una storia lunga 150 anni risiede nell’aver chiara la necessità di un “aggiornamento continuo”, sperimentando vie nuove e mantenendo saldi, allo stesso tempo, i princìpi fondanti: il “sì” a Cristo e alla Chiesa, universale ma anche locale, che diventa reale nella vita delle singole parrocchie, spesso troppo piccole e a volte sgangherate, della nostra regione. Il rinnovo dell’adesione all’Ac ribadisce la disponibilità, ancora oggi, a perseguire un cammino personale, di santità quotidiana e di servizio alle molteplici necessità delle comunità locali. Vivere da laici il lavoro, la scuola, il tempo libero, a tutte le età, nei vari contesti di vita, significa testimoniare con gioia e coerenza il proprio cammino di fede. Stare, ancora oggi, nelle parrocchie, significa vivere dentro quei luoghi in cui spesso le celebrazioni liturgiche non sono emozionanti, dove il coro potrebbe essere stonato, dove ci sono bambini che fanno confusione e persone anziane che faticano a seguire l’omelia del parroco, che magari neanche riesce a toccare il cuore. Aderire personalmente e responsabilmente all’Ac, oggi, vuol dire stare in questa Chiesa da laici e da cristiani nel mondo. Un’associazione che ogni tre anni rinnova gli incarichi dei responsabili associativi e si interroga costantemente sulle figure dedicate alla formazione, sulla loro crescita, personale e nel servizio, è una associazione che guarda al futuro con la saggezza del passato, e che deve necessariamente seminare senza sapere quando ci sarà il raccolto. Il passaggio del testimone nelle responsabilità associative, con una cadenza ineludibile, impone la ricerca dei talenti nelle persone che ci circondano, per chiedere loro l’assunzione di responsabilità condivise. L’adesione all’Ac è fatta, ancora oggi, di popolarità, è a più voci, non cede alle lusinghe di una Chiesa elitaria. Fa sperimentare la scuola di democrazia che è la vita associativa, per formare cristiani adulti nella fede, testimoni credibili nella vita quotidiana. L’adesione all’Ac richiede anche la fatica di “far convivere”, attorno allo stesso tavolo, diverse generazioni, i ragazzi con gli adultissimi, i giovani con gli adulti; richiede di camminare insieme, cercando di valorizzare le differenze di passo, di entusiasmo e di maturità, costruendo una staffetta, ideale e reale, dove il testimone non cade mai a terra… La “presunzione” di formare cittadini, oltre che cristiani, è nel Dna dell’Azione cattolica, pur nelle difficoltà, dato che alcune scelte devono essere discusse e condivise, ancora oggi, attorno a un tavolo e non cliccando con il mouse sul gruppo Facebook dell’associazione. Gli incontri dei gruppi, dei Consigli e delle Presidenze, parrocchiali, diocesane e regionali - che tutto l’anno scandiscono il cammino, l’iter assembleare che a ogni livello propone candidature per l’elezione dei suoi rappresentanti - rimangono scuola attualissima di laicato adulto. Attraverso tutti questi elementi passa, ancora oggi, la scelta di aderire all’Azione cattolica, che, lieta del traguardo tagliato, è sempre più alla ricerca di semi di profezia laicale da piantare, per adempiere alla custodia di quel bene comune che Papa Francesco ha ricordato lo scorso 30 aprile in piazza San Pietro di fronte a tutta l’associazione in festa.  ]]>

Nell’anno in cui l’Azione cattolica italiana - nata dall’intuizione profetica di due giovani, Giovanni Acquaderni e Mario Fani, bolognese il primo, viterbese il secondo - festeggia i 150 anni di storia, di vita ecclesiale e civile, la domanda che ci si può porre in occasione della fatidica data dell’8 dicembre (festa dell’Immacolata Concezione a cui tutta l’Ac decise di consacrarsi legandovi la scelta, personale e comunitaria insieme, del rinnovo dell’adesione) è se tutto ciò, attraversando i decenni e giungendo alle complesse dinamiche della Chiesa e del mondo attuale, ha ancora senso. In un contesto in cui si sono moltiplicate tessere e tesserine sconto, dove l’associazionismo in quanto tale soffre di un evidente declino di consensi, dove il senso di appartenenza lascia il passo a visioni più individualistiche, pensare a un impegno ecclesiale continuo e strutturato, per di più “formalizzato” da una carta d’adesione, non sarà diventato semplicemente anacronistico? Considerando chi scrive e firma questo articolo, la risposta è scontata. La vera sfida sta nel riuscire a ribadire oggi il “sì” all’Azione cattolica interpretandone e delineandone l’attualità. Forse servono alcune coordinate, anche se in ordine sparso. Anche le otto associazioni diocesane dell’Umbria hanno ormai superato i 100 anni di vita, con i loro percorsi e i loro racconti particolari. Ciascuna è depositaria della storia delle generazioni passate, tramandata fino a noi con la ricchezza delle associazioni locali e, insieme, del territorio di cui fanno parte: testimoni nei gesti, piccoli e silenziosi, del quotidiano, ordinari quanto straordinari nella loro ordinarietà. Il nodo centrale, nel rinnovare annualmente la nostra appartenenza all’Ac e alla sua storia, risiede proprio nell’esigenza di trovare le giuste motivazioni per manifestare in maniera esplicita, ancora oggi, il nostro “sì” di ragazzi, giovani e adulti a un’associazione che fa del servizio alla Chiesa il suo paradigma. Il bello di una storia lunga 150 anni risiede nell’aver chiara la necessità di un “aggiornamento continuo”, sperimentando vie nuove e mantenendo saldi, allo stesso tempo, i princìpi fondanti: il “sì” a Cristo e alla Chiesa, universale ma anche locale, che diventa reale nella vita delle singole parrocchie, spesso troppo piccole e a volte sgangherate, della nostra regione. Il rinnovo dell’adesione all’Ac ribadisce la disponibilità, ancora oggi, a perseguire un cammino personale, di santità quotidiana e di servizio alle molteplici necessità delle comunità locali. Vivere da laici il lavoro, la scuola, il tempo libero, a tutte le età, nei vari contesti di vita, significa testimoniare con gioia e coerenza il proprio cammino di fede. Stare, ancora oggi, nelle parrocchie, significa vivere dentro quei luoghi in cui spesso le celebrazioni liturgiche non sono emozionanti, dove il coro potrebbe essere stonato, dove ci sono bambini che fanno confusione e persone anziane che faticano a seguire l’omelia del parroco, che magari neanche riesce a toccare il cuore. Aderire personalmente e responsabilmente all’Ac, oggi, vuol dire stare in questa Chiesa da laici e da cristiani nel mondo. Un’associazione che ogni tre anni rinnova gli incarichi dei responsabili associativi e si interroga costantemente sulle figure dedicate alla formazione, sulla loro crescita, personale e nel servizio, è una associazione che guarda al futuro con la saggezza del passato, e che deve necessariamente seminare senza sapere quando ci sarà il raccolto. Il passaggio del testimone nelle responsabilità associative, con una cadenza ineludibile, impone la ricerca dei talenti nelle persone che ci circondano, per chiedere loro l’assunzione di responsabilità condivise. L’adesione all’Ac è fatta, ancora oggi, di popolarità, è a più voci, non cede alle lusinghe di una Chiesa elitaria. Fa sperimentare la scuola di democrazia che è la vita associativa, per formare cristiani adulti nella fede, testimoni credibili nella vita quotidiana. L’adesione all’Ac richiede anche la fatica di “far convivere”, attorno allo stesso tavolo, diverse generazioni, i ragazzi con gli adultissimi, i giovani con gli adulti; richiede di camminare insieme, cercando di valorizzare le differenze di passo, di entusiasmo e di maturità, costruendo una staffetta, ideale e reale, dove il testimone non cade mai a terra… La “presunzione” di formare cittadini, oltre che cristiani, è nel Dna dell’Azione cattolica, pur nelle difficoltà, dato che alcune scelte devono essere discusse e condivise, ancora oggi, attorno a un tavolo e non cliccando con il mouse sul gruppo Facebook dell’associazione. Gli incontri dei gruppi, dei Consigli e delle Presidenze, parrocchiali, diocesane e regionali - che tutto l’anno scandiscono il cammino, l’iter assembleare che a ogni livello propone candidature per l’elezione dei suoi rappresentanti - rimangono scuola attualissima di laicato adulto. Attraverso tutti questi elementi passa, ancora oggi, la scelta di aderire all’Azione cattolica, che, lieta del traguardo tagliato, è sempre più alla ricerca di semi di profezia laicale da piantare, per adempiere alla custodia di quel bene comune che Papa Francesco ha ricordato lo scorso 30 aprile in piazza San Pietro di fronte a tutta l’associazione in festa.  ]]>
Per dirigere il cambiamento https://www.lavoce.it/per-dirigere-il-cambiamento/ Wed, 15 Jul 2015 12:10:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39002 Roccaporena sede dello Stage interregionale di formazione del Csi
Roccaporena sede dello Stage interregionale di formazione del Csi

Arriva l’estate, periodo in cui – come è normale che sia – la maggior parte delle società e delle associazioni sportive si prende un po’ di spazio per sistemare le ultime faccende dell’anno sportivo; anno che è stato molto impegnativo, ma che, con un po’ di volontà e molti sacrifici, ha portato al raggiungimento di diversi importanti obiettivi, grazie anche all’aiuto di voi lettori.

Ma come si sa, tempus fugit, e di questi tempi non è mai abbastanza; ecco perché il Csi Umbria ha già messo in cantiere uno Stage interregionale di formazione per i giorni 29 e 30 agosto, appena prima dell’inizio del nuovo anno sportivo 2015-2016.

Lo stage, che si terrà a Roccaporena, riunirà le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria per un ricco fine settimana e sarà una grande occasione per accedere a diversi corsi di formazione, quali: Arbitro, Allenatore, Animatore sportivo, Giudice sportivo, Volontario équipe ed Educatore sportivo; corsi che fanno da “contorno” allo stage dei dirigenti, che quest’anno ha come titolo “Coinvolgimento: dirigere il cambiamento nella partecipazione”.

L’arrivo è previsto alle 9.30 e di seguito inizieranno subito i lavori, che saranno intervallati dalla messa, celebrata appena prima di pranzo. I lavori che si terranno nella giornata di sabato 29 saranno coordinati dall’Équipe nazionale della formazione, al termine dei quali si organizzerà la “Festa delle Regioni”.

Momento associativo molto forte, che permette a tutti i partecipanti di conoscersi e scambiare idee ed esperienze tra di loro e soprattutto di crescere personalmente. Mentre per i lavori di domenica 30 agosto verrà predisposto un lavoro a gruppi sull’interregionalità del Csi; inoltre, sarà previsto un momento di verifica dello stage e un momento conclusivo con la consegna degli attestati. Lo stage terminerà con il pranzo della domenica.

Il Csi ricorda che per partecipare a questa occasione è necessario inviare il modulo d’iscrizione debitamente compilato, e versare almeno metà della quota, entro lunedì 27 luglio.

]]>
Una mappa è ben più di un pezzo di carta https://www.lavoce.it/una-mappa-e-ben-piu-di-un-pezzo-di-carta/ Thu, 11 Jun 2015 09:39:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35384 family-villageLa famiglia può giocare un ruolo centrale nei processi di integrazione e mediazione culturale; può farsi ponte di relazione con la società, i servizi e le istituzioni.

Soprattutto in una regione come l’Umbria, dove l’11,2% delle famiglie residenti ha almeno un cittadino straniero tra i suoi componenti, un valore medio superiore a quello nazionale.

Su questa convinzione si fonda il progetto Family Village, in capo alle Acli di Perugia e finanziato con risorse del Fondo europeo per l’integrazione per un importo complessivo di oltre 140 mila euro.

L’obiettivo è favorire l’integrazione nel territorio delle persone migranti e delle loro famiglie attraverso la realizzazione di momenti informativi e associativi che contribuiscano alla socializzazione e alla diffusione di informazioni utili alla vita quotidiana. Durante gli eventi vengono infatti distribuite mappe del territorio con tutti i riferimenti in merito, e vengono coordinate attività di vario genere: dai laboratori per bambini a giochi ludico-sportivi per ragazzi, dai convegni di approfondimento a momenti di socializzazione.

Il Family Village è stato portato a Foligno, Marsciano, Terni, Perugia e Fossato di Vico. Quest’ultimo Comune, seppur piccolo, è stato scelto per l’alta incidenza di migranti: intorno al 35% della popolazione residente.

Le varie realtà sono state oggetto di una mappatura territoriale delle reti e dei servizi disponibili, che ha portato alla formazione di itinerari tematici (consultabili sul sito www.family-village.it). Chiunque ne avesse bisogno, potrà quindi trovare i luoghi a cui rivolgersi per: documenti e pratiche burocratiche; sanità e servizi socio-assistenziali; istruzione e formazione; associazionismo e integrazione; cultura, sport e tempo libero o religione.

Il lavoro sugli itinerari tematici è iniziato da pochi mesi ed è tuttora in fase di svolgimento. L’obiettivo è quello di concluderne la costruzione nell’arco di dodici mesi, rendendoli veri e propri strumenti di utilità interattiva: non soltanto i luoghi adibiti ai vari servizi, ma anche gli orari di riferimento, eventuali mezzi pubblici utili a raggiungere le sedi, documenti da presentare, ecc.

C’è poi l’aiuto “umano” a opera dei cosiddetti “orientatori ai servizi”. “Abbiamo – spiega Alessandro Moretti , responsabile del progetto Family Village – formato direttamente dieci migranti, scelti in base alla padronanza di più lingue, inserendoli nei contesti amministrativi, così da poter aiutare in un prossimo futuro tutti coloro che ne avranno bisogno”.

Gli orientatori, condividendo con gli utenti lo stesso terreno culturale, renderanno più facile per le famiglie l’accesso ai servizi, il superamento di problemi legati alla lingua e alla cultura di origine, l’offerta di soluzioni individualizzate.

 

Intrattenimento che diventa integrazione

 La tre-giorni di Family Village che si è appena tenuta nel capoluogo umbro: eventi e progetti

Un weekend all’insegna della famiglia e dell’integrazione. Dal 5 al 7 giugno il Family Village è approdato a Perugia – dopo le tappe di Marsciano, Foligno e Terni -, sviluppandosi per la prima volta nell’arco di tre giorni. Tanti i momenti di riflessione, ma anche di intrattenimento, socializzazione e iniziative di aiuto concreto.

Come lo “Street Up”, progetto che intende far decollare nuove idee imprenditoriali a partire dalla piazza. Un job coach ha seguito per due giorni gruppi di giovani alle prese con lo sviluppo di nuove idee di impresa. Sono inoltre stati programmati workshop tematici e testimonianze di giovani imprenditori che hanno realizzato il proprio progetto. Al termine, la migliore idea imprenditoriale ha ricevuto un premio di 2.000 euro.

Spazio poi all’“intrattenimento che si fa integrazione” con la manifestazione “Il mondo è la mia casa”, che ha visto come protagonista la musica folkloristica di diverse culture del mondo. Per i giovani e giovanissimi, giochi di animazione nell’ambito del progetto Fei Empatic del capofila Anci.

Oltre alle Acli, presenti diverse realtà del territorio, come l’associazione Yow (Youth of the World) che ha radunato artisti di strada per creare musica che rappresenti le diverse etnie. E ancora, le associazioni Alma Andina e Donne dell’Est in Umbria che si sono esibite, rispettivamente, in musiche e balli tradizionali peruviani e dell’Est Europa.

I Giovani musulmani italiani hanno organizzato attività in piazza per la promozione dell’integrazione, mentre l’associazione InformaStranieri ha realizzato un momento di racconto con storie di migrazione e di successo di chi ha scelto l’Umbria per viverci.

Durante l’evento, spazio anche a momenti di approfondimento su “Italiano burocratico” e sul tema dello sport e integrazione, proposto dall’Us Acli di Perugia. Attivi, inoltre, punti informativi al servizio della famiglie per richiedere informazioni sulle attività del Family Village e su altre associazioni presenti all’evento. A disposizione anche operatori pronti a rispondere a qualsiasi domanda sugli aspetti burocratici della vita del migrante, ma anche sui servizi territoriali relativi l’istruzione e la formazione, la sanità e i servizi socio-assistenziali, il tempo libero, lo sport e la cultura, la religione e i luoghi di culto.

 

 

]]>
Gesù per le nostre strade https://www.lavoce.it/gesu-per-le-nostre-strade/ Wed, 10 Jun 2015 12:57:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35177 La processione del Corpus Domini a Orvieto
La processione del Corpus Domini a Orvieto

“Dio non lascia solo nessuno, non lo lascia cadere. È con il Suo popolo, sempre disposto a perdonare. L’eucaristia è il sacramento dell’immensa misericordia di Dio che non finisce mai, ma ci accompagna nel cammino della vita. Mangiando la carne di Cristo e bevendo il suo sangue, diveniamo a poco a poco trasformati”.

Queste le parole del card. Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, a Orvieto domenica 7 giugno per presiedere la celebrazione eucaristica e la solenne processione del Corpus Domini accanto al nostro vescovo mons. Benedetto Tuzia.

“L’Eucaristia – ha detto il Cardinale in duomo – è il sacramento della conoscenza di un Amore che chiede di essere ricambiato con l’amore, con gratitudine e riconoscenza.

Dio condivide con noi, e noi siamo chiamati a condividere nella comunità della famiglia. Oggi porteremo il Sacramento in processione in questa antica e bellissima città, come segno che Gesù vuole essere presente nelle nostre case e nelle nostre famiglie: nessuno è escluso dal suo amore.

Non possiamo condividere il pane eucaristico senza condividere anche il pane quotidiano, con i nostri gesti. Per il bene degli altri. Con noi celebra tutto il mondo, l’intera Chiesa”.

In marcia, sotto il sole di giugno per rendere onore al Corporale, sono tornate a sfilare anche le principali autorità civili e militari, le tante rappresentanze dell’associazionismo e del volontariato cittadino e poi la confraternita del Ss. Sacramento, i custodi della santa Pietra di Bolsena, la confraternita di S. Ansano, la fraternità di S. Pancrazio, la delegazione della staffetta Praga-Bolsena-Orvieto. E ancora: i Cavalieri di S. Ermete, la confraternita di S. Rocco, le confraternite della Misericordia della diocesi, laici, gruppi di preghiera, suore, presbiterio diocesano ed estero.

Il corteo storico, creato da Lea Pacini, che dal 1951 impreziosisce la giornata del Corpus Domini, ha visto quest’anno alcune piccole ma importanti novità nell’articolazione della parata tri-partita tra Corteo del podestà, Corteo del capitano del popolo e Corteo della città.

A determinare l’ordine di uscita delle rappresentanze dei quartieri è stato quello di arrivo della staffetta (corsa nell’anno del 50°, eccezionalmente, nel pomeriggio della vigilia) ovvero: Olmo, Corsica, Serancia e Santa Maria della Stella. Per il secondo anno, in piazza della Repubblica è stato proposto l’omaggio del capitano del popolo al podestà, con le bandiere delle terre “assoggettate” schierate sul balcone del municipio, con un suggestivo colpo d’occhio.

Non ha tradito l’attesa nemmeno la sfilata della sesta quadriglia dalle Picche ferrate (con costumi che non uscivano dagli anni ’80, opportunamente rimessi in sesto con nuove borchie) e l’ottavo cavaliere Monaldeschi della Vipera, con un mantello mai uscito. E poi l’ app realizzata per l’occasione da Vetrya con l’innovativa funzione radar in grado di riconoscere in tempo reale la posizione e la storia dei principali personaggi attraverso la “tecnologia di prossimità”.

Messa del 4 giugno

Il 4 giugno in cattedrale a Orvieto si è svolta la celebrazione del Corpus Domini nella versione più “familiare”, nel senso che vi hanno partecipato solamente i fedeli della Chiesa locale. La messa presieduta dal vescovo Tuzia è stata molto coinvolgente e partecipata. Il rito si è stato solenne e nello stesso tempo semplice, con servizio svolto da giovani ministranti ben preparati.

Al temine dell’omelia il Vescovo ha istituito nel ministero dell’accolitato il seminarista Eugenio Campini, ulteriore tappa che lo conduce verso il sacerdozio. Numerosi erano i bambini della prima comunione e i ragazzi e della cresima, con la presenza gioiosa dei fanciulli che frequentano la scuola materna “Maria Bambina”.

La processione è uscita dal duomo accompagnata dalle note della banda musicale cittadina e ha percorso alcune vie adiacenti la cattedrale, facendo sosta nella chiesa del monastero delle Clarisse di san Bernardino. Alcuni ragazzi, portando bandierine di diverso colore, hanno aiutato la processione a non spezzettarsi.

 

]]>
Successo per la seconda edizione del “C.s.i. day” a Perugia https://www.lavoce.it/seconda-edizione-del-c-s-i-day-a-perugia/ Tue, 12 May 2015 13:20:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33155 Uno degli spazi dedicati ai bambini all'interno dell'evento
Uno degli spazi dedicati ai bambini all’interno dell’evento

Sabato 9 maggio, a Pian di Massiano di Perugia, si è svolta la seconda edizione del “C.s.i. day”. Una giornata interamente dedicata allo sport e al divertimento, alla quale hanno partecipato molte persone, senza alcuna distinzione di età, che si sono potute cimentare in diverse discipline tra le quali pallacanestro, mini volley, calcio balilla umano e tiro di precisione.

Come sottolineato dal Presidente del Comitato C.s.i. di Perugia, Claudio Banditelli, “l’evento, interamente gratuito e aperto a tutti, ha accolto circa 1.000 sportivi, grandi e piccoli. Sono intervenute scuole, oratori e associazioni, ma siamo stati molto soddisfatti anche della partecipazione di coloro che, non legati ad alcuna di esse, hanno, comunque, voluto essere presenti a questa grande festa”.

La manifestazione è stata inaugurata dall’Assessore comunale allo sport Emanuele Prisco e ha visto anche la presenza di Diego Dramane Waguè (Assessore comunale alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza) e della Senatrice Valeria Cardinali. Il Presidente Banditelli ha poi spiegato lo scopo di questa iniziativa. “Attraverso il ‘C.s.i. day’ vogliamo promuovere lo sport di base, a tutti i livelli. Uno sport basato su principi sani, volto principalmente al divertimento, con particolare attenzione ai giovani. Inoltre, con questa giornata di sport, abbiamo concluso la stagione, riunendo tutte le discipline e le società ad esse legate”.

Visti il successo delle due edizioni, il Presidente Banditelli non ha dubbi per il futuro. “Riproporremo il ‘C.s.i. day’ anche il prossimo anno e vorremmo che diventasse un appuntamento fisso del nostro calendario. L’obiettivo è trasformare la concezione della giornata, vista attualmente come semplice ‘villaggio dello sport’, in una vetrina, nella quale ogni società a noi affiliata abbia un suo spazio per gestire e promuovere la propria attività”. L’evento si è concluso con le premiazioni dei campionati invernali targati C.s.i. alla presenza di Leonardo Cenci, Presidente dell’Associazione “Avanti tutta Onlus”.

 

]]>
“Perugia Expo 2015” https://www.lavoce.it/perugia-expo-2015/ Wed, 06 May 2015 13:59:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32844

borse gucci


Mi mancheranno il prima e il dopo
Ne ha parlato a lungo, tanto che i maligni avranno persino pensato che si trattasse di un’astuta mossa di marketing. gucci profumi, Alla fine, però, il giorno è arrivato: ieri sera Francesco Guccini ha celebrato con tutti i crismi il proprio addio alla musica dal vivo.



gucci outlet


Per farlo ha scelto un luogo e una circostanza molto particolari: lo Sferisterio di Macerata, monumento nazionale almeno quanto il suo songbook, e la rassegna Musicultura che lo ha infilato tra gli ospiti clou della ventiquattresima edizione affidandogli la serata conclusiva. gucci milano, Non mi mancherà il palco, ma il prima e il dopo con gli amici della band, a tirar tardi fino a notte, ha spiegato il cantautore emiliano, rivelando il senso più profondo di un’alchimia che, chiunque si sia mai esibito in pubblico, conosce bene. Nella circostanza ha passato il testimone ai Musici, la band che lo ha accompagnato per decenni più qualche altro vecchio amico cui adesso toccherà il compito di portare in giro per l’Italia quel Canzoniere lungo quarant’anni. cintura gucci, Per la gioia dei fedelissimi e la curiosità dei più piccini. Chiaro che li conoscete: l’argentino d’Italia Juan Carlos Flaco Biondini alle chitarre, l’inossidabile maestro Vince Tempera alle tastiere, Antonio Marangolo ai fiati, Pierluigi Mingotti al basso, Gigi Cavalli Cocchi alla batteria, Oscar Del Barba al piano e al microfono Danilo Sacco, l’uomo che aveva rimpiazzato Augusto Daolio nei Nomadi per poi lasciare l’incarico quasi vent’anni dopo per necessità psicologica e fisica. gucci firenze,
Schema nuovo ma non troppo, quello di ieri: Guccini presenta i brani, infila aneddoti, un po’ celebra, un po’ dissacra sé stesso. Straparla e strappa applausi. I Musici eseguono. Sulla scelta di mollare il palco, in ogni caso, pare che non si tornerà indietro. Lascio perché sono stanco, ha dichiarato Guccini mi manca la forza, la voglia e il desiderio di fare canzoni. nobile ritirarsi quando il successo è ancora alto, senza aspettare il declino. Canterò solo per gli amici e continuerò a scrivere libri. ballerine gucci, L’addio del profeta di Dio è morto, classe 1940, sta tutto nel titolo del suo ultimo disco, L’ultima Thule, ovvero l’ultimo approdo, registrato nel Mulino di Pavana, nella campagna pistoiese, un disco che la moglie Raffaella Zuccari ha voluto raccontare in un documentario, proiettato prima della serata. Avevo detto a mia moglie che non avrei mai fatto un film su di me, né l’avrei mai presentato ha scherzato l’artista ma sapete bene come vanno a finire queste cose. gucci.it, Questa è la 25esima presentazione. Mi scuserete se non rimango.



www.gucci.it


Sarà la stessa cosa, d’ora in poi, senza di lui sul palco? Sarebbe ipocrita rispondere di sì: chi ha assistito a uno o più concerti di Guccini conosce bene il meccanismo di empatia che il cantautore nativo di Modena è bravo, come nessun altro nel nostro Paese, a far scattare con il proprio pubblico. Fin dal primo brano che dev’essere Canzone per un’amica, quant’è vero che i Beatles cominciavano con Twist and Shout e i Rolling Stones ancora lo fanno con Start me up. cinture gucci, Prima ancora del primo brano a pensarci bene: fin dal manifesto dell’evento che, dal 1976, propone il up close del suo faccione barbuto così come viene immortalato sul leggendario album Via Paolo Fabbri 43. E poi le punzecchiature de L’avvelenata, il sapore amaro di Incontro, Eskimo che fa da epigrafe ironica alla (brutta) fine di tanti sessantottini, la cavalcata epica de La locomotiva: tutti passaggi chiave della liturgia. Affidati ai Musici, i suoi brani faranno lo stesso effetto dei tempi in cui i Nomadi incidevano Noi non ci saremo? Viene da augurarselo. gucci profumi, Di certo perdiamo un entertainer di raro talento, un oratore da palcoscenico che di cose da dire ne ha sempre avute molte, persino troppe. Ma c’è da scommettere che non riuscirà a stare zitto a lungo. Stai a vedere che adesso parlerà pure più di prima. Per nostra fortuna.

maurizio-anselmi_gastronomia-abruzzoSaranno quattro giorni dedicati all’enogastronomia, allo shopping, alla musica, agli spettacoli, alle iniziative culturali e sportive. Con il coinvolgimento di 160 stand dal 7 al 10 maggio a Perugia, presso piazzale Umbria Jazz a Pian di Massiano, prende avvio l’edizione zero della mostra mercato “Perugia Expo 2015 gusti & sapori del Mondo”.

La manifestazione, che prevede espositori provenienti da molte nazioni europee, è organizzata da Cosap 99 (Consorzio Operatori su Aree pubbliche nato nel 1999) e Fiev Umbria (fiere ed eventi) e ha il patrocinio del Comune di Perugia, di Confcommercio e di Fiva Umbria, Federazione italiana venditori ambulanti e su aree pubbliche afferente a Confcommercio.
Tutte le sere, dalle 20 in poi, l’area di Pian di Massiano si trasformerà in una festa, adatta alle persone di tutte le età. Street food e tanti tipi di birra diversi faranno da cornice alle serate tematiche organizzate per l’occasione. Venerdì 8 maggio è la serata dedicata ai “gusti & sapori del passato”. Sono in programma alcune esibizioni di ballo con la Rock Your Boogie Asd di Magione. A seguire suoneranno gli “Sficatz”, una band dal look e dalla musica anni ’50. Il sabato sarà tutto dedicato al dialetto perugino con “gusti & sapori de l’orto de casa”. Saliranno sul palco la “Brigata Pretolana”, Roco, il “Corzo de Perugino” ed il “Vernacolo Perugino”. Domenica sarà dedicata a “Perugia Expo 2015 gusti & sapori del Mondo” con musica tipica delle varie nazioni presenti alla mostra mercato. Con i loro prodotti tipici enogastronomici saranno presenti operatori provenienti dal centro Italia, dall’Ungheria, dall’Argentina, dal Brasile, dal Messico, dalla Spagna, dalla Repubblica Ceca, dalla Slovenia, da Cuba e dalla Finlandia.

Ma non sarà solo il cibo il protagonista della manifestazione, ampio spazio viene dedicato anche allo shopping. Ogni pomeriggio, inoltre, sono in programma delle iniziative. Venerdì 8 maggio si tiene una dimostrazione ed esibizione di kung fu ed autodifesa offerte dalla palestra Italy Cka, scuola con una lunga storia ed esperienza sulle arti marziali cinesi e sport da combattimento. Sabato 9 maggio c’è il live painting a cura di associazione Sad (Sempre Allegri Dentro). Sarà aperto a tutte le arti contemporanee con rappresentanti del mondo musicale, pittorico, letterario, grafico, fotografico, fumettistico, fondato con la precisa finalità di promuovere gli artisti emergenti ed indipendenti, giovani o non. Domenica 10 maggio sono previste esibizioni di street dance. Cosap 99 all’interno delle sue mostre mercato riserva sempre uno spazio alle associazioni e alle onlus, tra quelle presenti ci sarà Avanti Tutta onlus del presidente Leonardo Cenci.

 

]]>
In forma con Eurobis day https://www.lavoce.it/in-forma-con-eurobis-day/ Fri, 06 Feb 2015 13:11:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30187 cooking-classSi svolgerà il 15 febbraio al PalaEvangelisti di Perugia “Eurobis day”, una giornata aperta a tutte le famiglie ed interamente dedicata ai sani stili di vita. L’obiettivo è di sensibilizzare tutta la comunità all’adozione di uno stile di vita più sano ed attivo, alla riscoperta del vivere bene.

La giornata sarà animata da giochi e gare all’aperto a cui i bambini potranno partecipare divertendosi con i propri genitori e scoprendo lo sport più adatto presso gli stand delle federazioni del Coni regionale. Ospite d’eccezione sarà Mauro Casciari della trasmissione televisiva Le Iene che presenterà la manifestazione e che terrà compagnia a tutti gli intervenuti per l’intera giornata. Sarà presente lo stand dell’associazione “Avanti tutta”, verranno esposti i prodotti delle fattorie didattiche della Confederazione italiana agricoltori (Cia) e i prodotti tipici del Camerun.

Il programma è ricco e variegato: a partire dalle ore 9 e fino alle 13 si svolgeranno attività di promozione sportiva con le federazioni del Coni; arrampicata sportiva sulla parete attrezzata del PalaEvangelisti gestita dall’Asd climbing zone; un’edizione straordinaria de “Le Corse lente di Va_lentina e Dante” organizzata in collaborazione con il Cus Perugia: a scelta una camminata di nordic walking o una passeggiata in bicicletta, in zona Percorso verde. Alle 13 è prevista la pausa pranzo “della salute”, con vendita di un lunch pack con menù salutistico.

Nel pomeriggio fino alle ore 20 verranno proposti un saggio di musiche tradizionali con le fattorie didattiche, una sfilata di costumi popolari africani organizzato dal gruppo delle donne camerunensi residenti a Perugia; saggio di hip hop dell’UrbanElementsCrew, in collaborazione con Studio Danza Morlacchi di Perugia, con coreografie ispirate ai personaggi di Walt Disney e realizzate da Elena Moscetti. Dalle 16.30 alle 17.30 intervento di Mauro Casciari sui sani stili di vita. Insieme a lui interverrà Leonardo Cenci, presidente dell’associazione “Avanti tutta!”.

Seguirà il concerto del gruppo “L’ora di libertà” tribute band Fabrizio De Andrè. La partecipazione è gratuita (si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe sportive) ma è necessaria l’iscrizione (www.eurobis.it).

Eurobis (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study) rappresenta un progetto innovativo a livello nazionale ed internazionale nel campo della lotta alla obesità infantile per il suo approccio intersettoriale che va ad intervenire su tutti i determinanti dell’obesità infantile, secondo la sperimentata metodologia Epode. Eurobis è il primo studio italiano Epode.

Il programma Epode (Ensamble prévenons l’obésité des enfants) si è sviluppato in Francia a partire dal 2004 e, dati i successi ottenuti con le sue azioni nella lotta all’obesità ed al sovrappeso infantile ed adolescenziale, è diventato il primo network mondiale in questo campo, attivo in 15 Paesi europei ed extra-europei con 25 programmi di intervento. Eurobis è stato promosso dalla Fondazione per la Ricerca sul diabete ed avrà una durata di 4 anni, a partire dal 2014. Referente principale è il prof. Pierpaolo De Feo, direttore dell’Healthy Lifestyle Institute Curiamo. (curiamo.unipg.it).

Eurobis è rivolto ai circa 55.000 bambini umbri dai 4 ai 12 anni ed ha lo scopo di implementare l’educazione ad uno stile di vita sano, cioè a corrette scelte alimentari ad una regolare pratica dell’attività fisica. Tutte le azioni che verranno intraprese in questa direzione vedranno il coinvolgimento delle famiglie, della scuola, dei pediatri, delle autorità politiche locali, delle imprese.

Laboratori di arteterapia per bambini ed adulti con “Tra”

Sabato 31 gennaio è stato inaugurato “Tra” il primo laboratorio di arte terapia in via Baglioni, nel centro storico di Perugia. A tenere i laboratori è Monica Grelli, ceramista nota per il marchio Mogré nonché arte terapeuta accreditata dalla scuola Art therapy italiana di Bologna. Si rivolge a tutti, bambini ed adulti, mamme in gravidanza e neomamme, donne e uomini di terza età e persone con disabilità.

Sono cinque i laboratori già in programma. “Ti conosco mascherina”, a tema carnevalesco per bambini fra i 4 e i 12 anni, si terrà lunedì 2 e 9 febbraio per il primo ciclo e giovedì 5 e 12 febbraio per il secondo, dalle 15 alle 17. Ancora ai piccoli, ma dai 6 ai 12 anni d’età, è riservato “Strega comanda colore…” per la stimolazione creativa a partire dalla rappresentazione cromatica, lunedì 16 e 23 febbraio, dalle 15 alle 16.30. È dedicato ai più grandi, dai 12 ai 18 anni d’età, invece, il percorso “Uno spazio per me” che in quattro sabati, dal 7 al 28 febbraio compresi, offrirà uno spazio esperienziale a tema dedicato ai materiali. Giovedì 19 e 26 febbraio e venerdì 20 e 27 febbraio, infine, è in programma “Favole d’argilla”, dalla 15 alle 16.30, per realizzare con argilla pigmenti e spezie profumate i propri beniamini della fiabe. A questi percorsi, poi, si è aggiunto il laboratorio esperienziale di “Arte al buio”, venerdì 13 febbraio, dalle 17 alle 19.

L’attività di “Tra” prosegue a marzo con “Scopriamolo insieme”, laboratorio d’arte per mamme, papà e bambini dai 18 ai 36 mesi, finalizzato alla scoperta, insieme, di colori, consistenze e profumi di materiali artistici. Ogni mercoledì e venerdì pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30, infine, “Tra” sarà atelier aperto a disposizione di tutti i partecipanti ai percorsi terapeutici.

Per informazioni, iscrizioni e costi: tra@gmail.com, info@mogre.it, 366.6564485.

]]>
La Regione contro il gioco d’azzardo https://www.lavoce.it/la-regione-contro-il-gioco-dazzardo/ Fri, 03 Oct 2014 11:05:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28278 slot_machinePrevenire e curare: si muove in queste due direzioni la proposta di legge “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico” approvata dalla terza Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Massimo Buconi. Quando il testo sarà approvato, Comuni, autorità di pubblica sicurezza e Aziende sanitarie avranno in mano qualche strumento in più per arginare il diffondersi del gioco d’azzardo, per il quale nella sola Umbria, vengono spesi “3 milioni di euro al giorno, certificati dai Monopòli”. Cifre che, moltiplicate per 365 giorni l’anno, fanno comprendere “su quale patrimonio le mafie affondino le mani” ha commentato il presidente della Commissione regionale contro la criminalità organizzata e le dipendenze, Paolo Brutti.

La proposta di legge prevede l’introduzione di un marchio regionale “No Slot” con incentivazioni che prevedono la riduzione dell’aliquota Irap dello 0,92%. Inoltre i locali in cui si trovano apparecchi per il gioco – pur lecito – dovranno sorgere ad almeno 500 metri da scuole e altre strutture aggregative giovanili, e non, e sarà vietata qualsiasi pubblicità di sale giochi. Con sanzioni che vanno da 5.000 euro fino alla chiusura delle sale da gioco o sigilli agli apparecchi.

Tra le misure previste, anche l’istituzione di un numero verde regionale per le segnalazioni e le richieste di aiuto, che dovrà essere affisso su ogni apparecchio e nei locali con offerta del gioco; e la promozione della ricerca di soluzioni tecniche per limitare l’accesso al gioco dei minorenni, oltre al sostegno di gruppi di auto-aiuto per le persone affette da gioco d’azzardo patologico e i loro familiari.

La proposta di legge presta attenzione anche alla formazione delle persone che possono intervenire nel prevenire gli eccessi del gioco attraverso il riconoscimento delle situazioni di rischio e delle loro dinamiche: può trattarsi di operatori sociali e socio-sanitari, educatori delle scuole e dei centri di aggregazione giovanile, fino ai gestori di sale da gioco. Previsti anche contributi ad associazioni e cooperative sociali che si occupano di ludopatie per progetti integrati con i servizi socio-sanitari territoriali o promossi dalla Regione stessa. Questo in una logica di collaborazione e integrazione con il Servizio sanitario regionale, il quale introdurrà nei livelli essenziali di assistenza anche le prestazioni relative al gioco d’azzardo patologico.

Nel testo è poi prevista l’istituzione di un Fondo regionale per il contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico, che per il 2014 sarà di 60 mila euro. Il testo della proposta di legge è frutto dell’unificazione di tre proposte di legge di iniziativa consiliare: la prima redatta da Sandra Monacelli (Udc), la seconda da Oliviero Dottorini (Idv), la terza dai consiglieri Franco Zaffini, Alfredo De Sio, Andrea Lignani Marchesani (FdI) unitamente a Massimo Mantovani, Massimo Monni e Maria Rosi (Ncd), alle quali si è aggiunto il disegno di legge della Giunta regionale.

]]>
La Regione Umbria contro il gioco d’azzardo https://www.lavoce.it/la-regione-umbria-contro-il-gioco-dazzardo/ Thu, 02 Oct 2014 18:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28269 ConsiglioRegionale8227Prevenire e curare: si muove in queste due direzioni la proposta di legge “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico” approvata dalla terza Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Massimo Buconi. Quando il testo sarà approvato, Comuni, autorità di pubblica sicurezza e Aziende sanitarie avranno in mano qualche strumento in più per arginare il diffondersi del gioco d’azzardo, per il quale nella sola Umbria, vengono spesi “3 milioni di euro al giorno, certificati dai Monopòli”. Cifre che, moltiplicate per 365 giorni l’anno, fanno comprendere “su quale patrimonio le mafie affondino le mani” ha commentato il presidente della Commissione regionale contro la criminalità organizzata e le dipendenze, Paolo Brutti.

La proposta di legge prevede l’introduzione di un marchio regionale “No Slot” con incentivazioni che prevedono la riduzione dell’aliquota Irap dello 0,92%. Inoltre i locali in cui si trovano apparecchi per il gioco – pur lecito – dovranno sorgere ad almeno 500 metri da scuole e altre strutture aggregative giovanili, e non, e sarà vietata qualsiasi pubblicità di sale giochi. Con sanzioni che vanno da 5.000 euro fino alla chiusura delle sale da gioco o sigilli agli apparecchi.

Tra le misure previste, anche l’istituzione di un numero verde regionale per le segnalazioni e le richieste di aiuto, che dovrà essere affisso su ogni apparecchio e nei locali con offerta del gioco; e la promozione della ricerca di soluzioni tecniche per limitare l’accesso al gioco dei minorenni, oltre al sostegno di gruppi di auto-aiuto per le persone affette da gioco d’azzardo patologico e i loro familiari.

La proposta di legge presta attenzione anche alla formazione delle persone che possono intervenire nel prevenire gli eccessi del gioco attraverso il riconoscimento delle situazioni di rischio e delle loro dinamiche: può trattarsi di operatori sociali e socio-sanitari, educatori delle scuole e dei centri di aggregazione giovanile, fino ai gestori di sale da gioco. Previsti anche contributi ad associazioni e cooperative sociali che si occupano di ludopatie per progetti integrati con i servizi socio-sanitari territoriali o promossi dalla Regione stessa. Questo in una logica di collaborazione e integrazione con il Servizio sanitario regionale, il quale introdurrà nei livelli essenziali di assistenza anche le prestazioni relative al gioco d’azzardo patologico.

Nel testo è poi prevista l’istituzione di un Fondo regionale per il contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico, che per il 2014 sarà di 60 mila euro. Il testo della proposta di legge è frutto dell’unificazione di tre proposte di legge di iniziativa consiliare: la prima redatta da Sandra Monacelli (Udc), la seconda da Oliviero Dottorini (Idv), la terza dai consiglieri Franco Zaffini, Alfredo De Sio, Andrea Lignani Marchesani (FdI) unitamente a Massimo Mantovani, Massimo Monni e Maria Rosi (Ncd), alle quali si è aggiunto il disegno di legge della Giunta regionale.

]]>
“Fa’ la cosa giusta!”. All’Umbriafiere di Bastia dal 3 al 5 ottobre. Ci siamo anche noi con il Csi https://www.lavoce.it/fa-la-cosa-giusta-allumbriafiere-di-bastia-dal-3-al-5-ottobre-ci-siamo-anche-noi-con-il-csi/ Thu, 02 Oct 2014 17:27:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28263 manifesti-fa-la-cosa-giusta-umbriafiereIl Centro fieristico di Bastia Umbra ospita in questi giorni la prima edizione in centro Italia di “Fa’ la cosa giusta”, fiera del consumo consapevole e degli stili di vita sostenibili. Ci sono 10 aree espositive, oltre 170 stand e più di 200 eventi gratuiti e la mostra mercato green con le aziende sostenibili del centro Italia e non solo. Dal 3 al 5 ottobre si snoda un ricco programma di confronti, dibattiti, educazione e didattica, presentazioni, mostre, convegni, cooking show, laboratori pratici, benessere del corpo e della mente, qualità della vita.

L’evento, organizzato dalla giovane società umbra Fair Lab in collaborazione con Umbriafiere, con il patrocinio dalla Regione Umbria e del Comune di Bastia, coinvolge molte realtà della società civile umbra, con l’obiettivo di diffondere buone pratiche di consumo e produzione. “Fai la cosa giusta!” è nato dall’incontro con Terre di mezzo Editore (casa editrice che organizza da 11 anni a Milano l’edizione nazionale), e nel comitato promotore annovera associazioni quali Acli, Arci, Cittadinanzattiva, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Libera, Forum del Terzo settore, Confcooperative, Csi Umbria che, tra l’altro, nel suo stand ospita anche il nostro settimanale, e altri.  L’ingresso in fiera costa 3 euro (gratis fino a 14 anni).

Tra le numerose iniziative segnaliamo:

sabato 4 ottobre

ore 12.30/13.30 “La fotografia come inclusione sociale” Incontro a cura del Perugia Social Photo Fest. Ne parlano: Antonello Turchetti, direttore Perugia Social Fest, fotografo professionista e arte terapeuta; Giancarla Uguccioni, fotografa e arte terapeuta (Piazzetta Il Cartonaio)

ore 16.30/17.30 “La famiglia nella cittadinanza attiva. La crisi, la rete sociale e il welfare integrato: nuova frontiera delle relazioni tra pubblico e privato”. A cura delle Acli Umbria e del Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria. Intervengono: Santino Scirè, vicepresidente nazionale Acli con delega alla Famiglia; Ernesto Rossi, presidente Forum delle Associazioni Familiari dell’Umbria; Barbara Caponnetti; ricercatrice ambito giuslavoristico, Università di Tor Vergata. (Piazzetta Il Cartonaio).

ore 18.00/19.00 “L’informazione libera dalle mafie” Vivere e raccontare la quotidianità dell’antimafia. In collaborazione con Libera Informazione. Intervengono: Santo Della Volpe, Presidente della Fondazione Libera Informazione; Fabrizio Ricci, Libera Umbria; Giorgio Santelli, giornalista

Domenica 5 ottobre

ore 15.00 “Sobrietà, uno stile di vita contemporaneo”, intervista a Don Paolo Giulietti, Vescovo Ausiliare di Perugia e Città della Pieve, a cura di Miriam Giovanzana, direttore editoriale Terre di mezzo (Sala Convegni Cesare Pozzo)

ore 16.30/17.30 “Consumo consapevole – Meglio una vita piena, che piena di cose inutili”. A cura delle Acli Umbria e Forum dei Giovani dell’Umbria. Ne parlano: Maurizio Pierdomenico, presidente Lega Consumatori Perugia; Gabriele Biccini, portavoce del Forum dei Giovani Umbria (Piazzetta Riuso)

ore 18.30/19.30 “www.coomperiamo.com Riscoprire le Cooperative di Utenza al servizio di una nuova economia” Ne parlano: Andrea Fora, Presidente e Lorenzo Mariani, Segretario Regionale di Confcooperative Umbria; Luca Briziarelli, coordinatore Progetto cooperativa di utenza Assicurazioni movimento cooperativo (Assimoco). Con: Franco Civetta, Gruppo Assimoco (Piazzetta Fa’ la casa giusta!)

]]>
I movimenti per la pace fanno Rete https://www.lavoce.it/i-movimenti-per-la-pace-fanno-rete/ Fri, 01 Aug 2014 13:54:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27364 Mamarcia-pace-bnntenere alta l’attenzione sui drammi che vivono popoli anche lontani e costruire una politica di pace sulle orme di Aldo Capitini, nella cultura e nella pratica della nonviolenza. Sono gli obiettivi che si prefigge la “Rete della pace”, composta a livello nazionale da una sessantina di associazioni e costituita nell’aprile scorso a Verona. Tante le associazioni che vi hanno aderito anche in Umbria, tra le quali Acli, Arci, Cgil, Legambiente, Agesci, Udu e Rete degli studenti medi. Scopi, finalità e programmi sono stati illustrati venerdì scorso a Perugia in una conferenza stampa cui hanno partecipato Sergio Bassoli, responsabile nazionale delle politiche globali della Cgil, Maurizio Gubbiotti di Legambiente, Paolo Tamiazzo dell’Arci e il presidente regionale dell’Acli Vincenzo Menna.

La Rete della pace è stata definita “espressione della Tavola della pace, cui si ispira e da cui trae origine” della quale però non fa più parte dal 2011, con l’apertura – ha detto Bassoli – di un confronto “che ci ha portato a mettere in discussione i suoi assetti e le forme organizzative”. Un confronto – ha aggiunto – che “è un segno di vitalità dei movimenti per la pace in Italia e che oggi ci vede impegnati in percorsi paralleli, ma senza polemiche perché gli obiettivi sono comuni. Continuiamo quindi ad auspicare una strada comune per la riorganizzazione e il rilancio della Tavola della pace. Anche se non facciamo parte del comitato organizzatore della prossima Marcia della Pace Perugia-Assisi del 19 ottobre, noi ci saremo”.

La Rete della pace – è stato spiegato – è una esperienza di coordinamento e di confronto tra tutti coloro che nella società civile lavorano in Italia per promuovere la pace, fondata sul rispetto dei diritti umani, su giustizia e equità sociale, sulla solidarietà, l’inclusione e la mondialità, sulla legalità, sulla nonviolenza e sulla cittadinanza attiva. Tra i suoi obiettivi ci sono anche la “promozione di una società aperta e multiculturale, che individui nell’immigrazione e nell’intercultura una risorsa per la comunità”, e la promozione di politiche locali e globali per la salvaguardia dell’ambiente. A questo proposito Maurizio Gubbiotti ha ricordato che dei 6 milioni di profughi all’anno, ormai più della metà sono “profughi ambientali” che fuggono da guerre per l’acqua e altre risorse primarie e da eventi climatici.

Tra gli obiettivi immediati della Rete ci sono la mobilitazione – di questi giorni – per la pace in Palestina, con manifestazioni svoltesi anche in Umbria, e una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre un “Servizio civile come strumento di cittadinanza attiva, di protezione e di difesa non armata e nonviolenta del Paese”. A questo proposito Bassoli ha annunciato che dal 20 ottobre comincerà la raccolta delle firme necessarie in tutta Italia. Per quanto riguarda la situazione nella striscia di Gaza la Rete della Pace ha avviato una raccolta di farmaci e medicinali ma ha anche rinnovato l’appello al Governo italiano e alle istituzioni internazionali per una immediata soluzione diplomatica della crisi.

Paolo Tamiazzo dell’Arci ha detto che bisogna “lavorare per la pace” anche con progetti nelle scuole, mentre Vincenzo Menna ha auspicato una “voce unitaria dell’Europa per le politiche del Mediterraneo e sul problema dei flussi migratori”. Ha inoltre sottolineato l’impegno delle Acli per favorire il dialogo interreligioso in un mondo dove spesso la religione “è usata come ragione di conflitti e di guerre”.

]]>
Orvieto-Todi: l’epoca della “riforma” della Chiesa https://www.lavoce.it/orvieto-todi-lepoca-della-riforma-della-chiesa/ Fri, 01 Aug 2014 12:43:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27344 Madonna-in-trono-bn
Madonna in trono – Sedes Sapiaentiae, sec. XII-XIII, Todi

I frutti della riforma “gregoriana” si videro già nel secolo XI con la rinascita della Chiesa cittadina, la valorizzazione della cattedrale e l’istituzione di un Collegio di canonici per favorire la vita comune dei preti e dare loro una Regola di vita.

Si manifestarono subito dei pericoli: uno a causa delle rendite che erano legate a questa funzione, e che suscitarono le brame delle aristocrazie locali; l’altro era l’opposizione al vescovo, come avvenne ad Orvieto, dove il Capitolo parteggiava per il Comune nei contrasti con il vescovo Ildebrando (1149-1154).

Canonicati sorsero pure in zone rurali, come dimostra il toponimo Canonica che ha dato il nome a due paesi, uno vicino a Todi e l’altro nei pressi di Sugano d’Orvieto. Nelle campagne si edificarono molti monasteri benedettini, alcuni anche in città. Nel 1093 il vescovo tuderte Oddo concesse il permesso a Sinolfo degli Atti di costruire un’abbazia, San Nicolò de Criptis, sulle rovine dell’anfiteatro romano. È un periodo in cui si moltiplicano le chiese: nel sec. XIII a Orvieto vi sono 17 chiese urbane e 77 rurali, a Todi 18 in città e 136 in campagna, una rete destinata a crescere.

La ripresa di una forte vitalità sociale urbana, con contatti più ampi, portò anche alla diffusione delle eresie. Molti non erano soddisfatti della vita cristiana vigente e anelavano il ritorno alla Chiesa delle origini, povera e fraterna. Si diffusero vari movimenti ereticali tra cui i Catari; a Orvieto il fenomeno fu particolarmente grave, ed era tollerato dalle autorità pubbliche. Il papa Innocenzo III inviò nella città il podestà Pietro Parenzo per sanare la situazione, ma Pietro fu assassinato dagli eretici il 20 maggio 1199.

Nella società c’era un’inquietudine sia sociale sia religiosa, emergeva il bisogno di una spiritualità più autentica, un desiderio diffuso d’imitare Cristo, di capire la sua parola. Dal sec. XII si avviò un processo di rinnovamento della vita religiosa dei laici; dal loro fermento, spesso al limite dell’ortodossia, nacquero nuovi Ordini religiosi. Dai successivi movimenti penitenziali, quali i Flagellanti e i Bianchi, si generarono una costellazione di associazioni devozionali come le confraternite. Fu questo l’humus che fece germinare gli Ordini mendicanti. Nel XIII secolo a Orvieto e a Todi s’insediarono i Francescani, i Domenicani, gli Eremiti di sant’Agostino, i Servi di Maria; i Frati minori aprirono comunità anche ad Acquasparta, a Pantanelli, a Monte Giove.

Giovani locali lasciarono tutto per seguire Cristo povero e umile sull’esempio di Francesco d’Assisi: il beato Simone da Collazzone, il beato Ruggero da Todi sono discepoli della prima ora del santo d’Assisi. Anche il mondo femminile si dimostrò vitale con l’esperienza di santa Chiara; nel 1228 troviamo conventi di Clarisse sia nel territorio di Todi che di Orvieto.

]]>
I giovani umbri fondano il loro Forum https://www.lavoce.it/i-giovani-umbri-fondano-il-loro-forum/ Sat, 19 Jul 2014 09:04:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27184 giovani-scuola-studentiSi è costituito anche in Umbria il Forum dei giovani, con il congresso fondativo che martedì scorso ha eletto gli organi del Forum stesso scelti tra gli oltre 140 delegati appartenenti alle circa 70 associazioni presenti all’assemblea fondativa tenuta a Perugia nella Sala Sant’Anna in viale Roma. Il Forum, che rappresenta circa 40.000 giovani umbri tra i 14 e i 35 anni, è frutto di incontri promossi dalle stesse associazioni, un percorso che ha avuto una accelerazione con il progetto di candidare Perugia anche a Capitale europea dei giovani.

Durante il congresso fondativo è stato approvato lo Statuto che si ispira ai principi europei della rappresentanza giovanile e della partecipazione alla vita locale e regionale, promossi dal Forum europeo dei giovani (European Youth Forum) e dal Forum nazionale dei Giovani (Fng).

I rappresentanti eletti dai delegati al termine del congresso sono Nicola Volpi (vice-portavoce), Vincenzo Andricciola, Lorenzo Benedetti, Fabio Ercoli, Andrea Marconi, Francesca Fortunati, Giacomo Rosetti, Franco Vignaroli (Membri della Giunta) e Gabriele Biccini (Portavoce) che ha evidenziato come “si tratta di un Forum inclusivo, caratterizzato da confronto, concretezza e condivisione. Un forum che ha l’ambizione di rappresentare in maniera efficace i giovani dell’Umbria, le loro istanze e la necessità di essere protagonisti nel contesto regionale, nazionale ed europeo”.

Il percorso della costituzione di un Forum regionale, fortemente voluto dalle Associazioni della “Coalizione per Perugia European Youth Capital 2017” insieme ad altre numerose organizzazioni giovanili, è il frutto del lavoro condiviso iniziato nel 2013 che ha portato alla candidatura di Perugia e dell’Umbria a Capitale europea dei giovani 2017, grazie al supporto della Regione Umbria, del Comune di Perugia, della Fondazione Perugiassisi 2019 e del Forum nazionale dei giovani.

“Il Forum – ha detto l’assessore regionale e vicepresidente Carla Casciari intervenuta all’asssemblea – sarà per le istituzioni un punto di riferimento. Non mancheranno le occasioni di confronto anche in vista della chiusura dell’iter partecipativo, iniziato nei mesi scorsi con l’esperienza di ‘Let’s gov’, che porterà alla stesura della legge regionale per le politiche giovanili. Il mio augurio – ha concluso – è che le competenze, le capacità, la voglia di partecipare e l’entusiasmo che emergono così evidenti dal mondo dell’associazionismo in cui i ragazzi sono attori protagonisti, possano contagiare le istituzioni per la ricerca di soluzioni condivise alle tematiche legate alle politiche giovanili”.

]]>
FestAcli nel segno di Carlo Carretto https://www.lavoce.it/festacli-nel-segno-di-carlo-carretto/ Fri, 18 Jul 2014 12:23:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27087 molè-castellani-preziosi-festacli-sigillo-2014Domenica 13 luglio nel Parco del monte Cucco, presso il villaggio turistico Val di Ranco a Sigillo, si è svolta la 23a edizione della FestAcli. Il tema era incentrato sulla figura di fratel Carlo Carretto, a 26 anni dalla morte. L’incontro è stato presieduto dal sen. Pierluigi Castellani a cui sono seguiti gli interventi di Ernesto Preziosi, ex vice presidente nazionale dell’Ac e deputato al Parlamento, e da Nicola Molè, ex dirigente nazionale dell’Ac. L’eredità di Carlo Carretto è tuttora attuale e provocatoria, in quanto è un’eredità “profetica” e quindi inevitabilmente scomoda.

Non a caso è l’eredità di “un monaco con il Vangelo in mano, nella mente e nel cuore, per tradurlo nella vita. Un religioso sempre disponibile a parlare di Gesù e della salvezza eterna a chiunque glielo chiedesse. Un servitore della Chiesa, perché essa fosse sempre più santa e più vicina agli uomini”. Mentre frequenta la facoltà di Filosofia, inizia l’approfondimento di quella fede che lo aveva ispirato fin da giovanissimo, e a interessarsi sempre più di apostolato approdando all’iscrizione alla Gioventù di Azione cattolica (Giac). Nel 1933, dopo l’incontro folgorante con Gedda, conquistato dall’idea di un apostolato laico, Carlo intraprende una serie di attività nella Giac; quando Gedda assunse la presidenza della Giac, a Roma, gli si aprirono le porte della carriera associativa. Nel 1936 è già vice presidente della Giac di Torino e membro del Consiglio superiore dell’associazione.

Finita la guerra, come un fiume in piena, fa dell’Azione cattolica la sua attività principale e si dedica a organizzare i giovani di quel periodo critico, offrendo loro ideali e stimoli. Nel 1945 al termine della guerra creò a Roma l’Associazione nazionale maestri cattolici e dall’anno seguente fu presidente nazionale della Gioventù italiana di Azione cattolica. L’eco delle sue iniziative giunge a Pio XII, che l’11 ottobre 1946 lo chiama a dirigere la Giac per il triennio 1946-1949. Il 12 settembre 1948, per l’80° anniversario della fondazione della Giac, riuniva in piazza San Pietro oltre 300.000 “baschi verdi” – era il distintivo della loro associazione – quale segno forte della presenza cristiana nella società. Maturò poi la decisione di entrare nella congregazione religiosa dei Piccoli Fratelli di Gesù, fondata da Charles de Foucauld: nel 1954 Carretto decide di raggiungere il deserto del Sahara dove rimarrà per 10 anni, e lì si abbandona completamente a Dio, lasciandosi inebriare dal silenzio e dall’idea di assoluto. Al rientro in Italia decide di fondare a Spello un centro di preghiera e contemplazione eremitica, la Chiesa dei poveri, vicino alla gente.

L’incontro si è concluso con la messa celebrata da don Raniero Menghini, direttore della Pastorale sociale e del lavoro, coadiuvato dal diacono Buchta. Al termine è seguito un momento conviviale.

]]>
La colpa è altrove https://www.lavoce.it/la-colpa-e-altrove/ Fri, 18 Jul 2014 12:10:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27075 “È tutta colpa mia”. Con questa umanissima menzogna, che conferma in pieno la stima che ho sempre nutrito per l’alto profilo morale di Wladimiro Boccali, l’ex sindaco di Perugia ha “spiegato” la sua sorprendente sconfitta nel ballottaggio dell’8 giugno. No, la colpa non è sua, è altrove.

Conosco Wladimiro da quando, nei primi anni ’90, alla Cittadella di Assisi, il ministro Rosa Russo Jervolino ci anticipò una decisione del Governo: le banche di ogni regione sarebbero state obbligate a destinare 1/15 del loro reddito a un costituendo ente di servizio al volontariato. In tre lavorammo subito al progetto, Wladimiro come rappresentante dell’Arci, il mio comunitario disabile, l’avv. Roberto Giuliattini (un piccolo genio) e io a nome della Comunità di Capodarco dell’Umbria.

Fu un’esperienza bella. Alle riunioni più importanti invitammo tutte le maggiori associazioni di volontariato della provincia di Perugia, ma i contributi che ne avemmo furono come due degli onorevoli umbri della Dc di allora: radi e malfatti. Ma grazie a Boccali e Giuliattini, alla fine degli anni ’90 l’atto costitutivo del Cesvol di Perugia portava la firma di Boccali come seconda e, per sua volontà, la mia come prima, anche se io li avevo solo… affiancati. Mio padre Adamo, se fosse stato ancora vivo, avrebbe commentato: A Montone ènno ’n tre a fa’ ’n cistone: uno ’l fa, uno ’l tiene, ’n altro guarda si vien bene. (N.B. “Montone” è lì solo per far rima con “cistone”).

Adamo Fanucci. Piccolo alimentarista nella piccola Scheggia. Cavaliere di Vittorio Veneto: tre anni e mezzo a fare la guerra, tra il 24 maggio 1915 e il 4 novembre 1918, a mollo in trincea, senza un giorno di licenza, con le varici alle tibie che crescevano e crescevano; guerra a quell’Austria che voleva regalarci i territori che, grazie all’ebete “saggezza politica” dei nostri Big, “conquistammo” con 600.000 nostri bellissimi ragazzi morti ammazzati per niente.

Adamo Fanucci, Dante lo avrebbe classificato tra i personaggi “di profetico spirito dotati”. Ricordo appena quando, alla fine del secondo conflitto mondiale, ascoltando di nascosto Radio Monte Ceneri, scrollava la testa alle bolse promesse del Duce che profetizzava future grandezze per l’Italia bombardata dalle “superfortezze volanti”. Ma ricordo benissimo come la scrollava ancora più energicamente, la testa, quando, anni dopo il trionfo della Dc del 18 aprile 1948, nel grande partito di De Gasperi “s’infilarono le pantecane”, come diceva lui. Pantecane, voraci topi di fogna che divorano tutto di tutto. Proliferano anche nel sottobosco della politica dove, prima di ogni altra cosa, divorano la democrazia. Anticipando i tempi, Carlo Cassola nel 1949 scrisse un bel romanzo, Il taglio del bosco. Il tuo Pd, carissimo Wladimiro, doveva procedere al taglio del sottobosco e non l’ha fatto. Ne riparliamo.

]]>
“Cento ramazze” per pulire Gubbio https://www.lavoce.it/cento-ramazze-per-pulire-gubbio/ Thu, 10 Jul 2014 17:49:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=26004 GUBBIO-giardini-cmykUn antico proverbio recita più o meno così: “Se terrai pulito davanti casa tua, tutta la città sarà pulita”. Sembra quello cui si sono ispirati alcuni eugubini, convinti che l’amore per la propria città si possa esprimere in mille modi, compreso quello di sporcarsi le mani, come si dice oggi, in questo caso non solo in senso figurato. Hanno infatti dato vita all’associazione “Cento ramazze”, un nome che da solo ne illustra motivazioni e scopi.

Basta guardarsi intorno, attraversare i vicoli e percorrere le strade del centro storico e della immediata periferia per accorgersi che c’è stato un calo nelle cura e nella manutenzione di quanto appartiene alla sfera pubblica. Lo scatto di Gavirati da piazza Quaranta Martiri propone immagini sufficientemente esplicative, che non hanno bisogno di particolari commenti. Di sicuro la crisi economica influisce sui servizi pubblici, ma la sensazione è anche quella di una minor attenzione rispetto al passato, quasi di un lasciar perdere sperando che siano gli “altri” a risolvere preoccupazioni e problemi.

È questo il quadro nel quale è maturato lo scatto di orgoglio di alcuni eugubini che hanno varato l’associazione, fiduciosi di mobilitare con l’esempio e la “provocazione” altri concittadini pronti a condividere un ideale nobile: una città pulita grazie al volontariato.

La proposta-provocazione arriva, manco a dirla, dal quartiere di San Martino. “Insieme a Carlo Rogari, Laura Ciarapica, Elisa Neri – racconta Massimo Bei – preoccupati dallo stato di manutenzione del centro, dopo una serie di incontri nel salone della parrocchia, abbiamo deciso di lanciare un appello alle persone più sensibili: ripulire tombini e griglie della parte alta della città, ossia via XX Settembre, corso Garibaldi, via Savelli della Porta, via Baldassini”.

Il primo appuntamento è in Piazza grande per le ore 8.30 di domenica 13 luglio. “Le sensazioni sono positive – prosegue Bei – e stanno arrivando sostegni anche da parte di industrie e imprese”.

Iniziativa meritoria, da non mandare però delusa proprio da parte delle istituzioni. Il gruppo è lo stesso che a maggio aveva ripulito l’ingresso di parco Ranghiasci – alle prese con un degrado sempre più preoccupante – rinnovando anche i “sacchi” dei cestini portarifiuti. Era il 12 maggio. Purtroppo, da allora nessuno ha pensato di sostituire quelli ormai strapieni; in questo caso non è questione di soldi, ma di pura e semplice attenzione da parte del servizio pubblico.

]]>