Assisi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assisi/ Settimanale di informazione regionale Thu, 14 Nov 2024 21:47:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Assisi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assisi/ 32 32 Dal 2019 uno sguardo sul futuro delle diocesi umbre https://www.lavoce.it/dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre/ https://www.lavoce.it/dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre/#respond Thu, 14 Nov 2024 21:47:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78530 L'arcivescovo a mezzo busto, seduto vestito di nero con il microfono in mano

“Le Chiese diocesane dell’Umbria hanno pensato già nel 2019 a un’assemblea regionale che ha raccolto gli operatori pastorali per una giornata di conoscenza innanzitutto, e poi studio, condivisione, riflessione con uno sguardo al futuro. Lì sono stati delineati alcuni punti centrali da realizzare nel cammino pastorale delle diverse Chiese locali. Poi è arrivata la pandemia che ha ritardato il cammino, però nel 2022 abbiamo voluto riprendere il lavoro fatto allora”. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, non nasconde una punta di orgoglio per il fatto che le diocesi della regione di san Francesco e san Benedetto avessero già anticipato gli incontri e le assemblee in stile sinodale che da un triennio stanno cambiando il volto della Chiesa.

Dal 2019 ai giorni nostri. Proprio sabato scorso, ad Assisi le Chiese umbre si sono ritrovate quasi per una "verifica" pastorale di questo cammino iniziato cinque anni fa…

“Esattamente: una giornata di nuovo con i responsabili dei diversi settori della pastorale nelle nostre diocesi per guardare non tanto al cammino fatto, che ormai è parte integrante della nostra storia, ma soprattutto con lo sguardo al futuro immediato, che è il Giubileo. In Umbria, nel 2026 vivremo anche il centenario della morte di san Francesco e questo sarà un altro momento di grazia. Dunque, ci fermiamo un attimo per proiettarci in avanti e riprendere questo percorso già pensando a quella che potrà essere una ulteriore Assemblea ecclesiale regionale, probabilmente nel novembre del 2025, che farà tesoro anche del documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che dovrà essere approvato dall’Assemblea generale dei vescovi nel maggio prossimo”.

Tornando al Cammino sinodale della Chiesa italiana, alle sue fasi e ai suoi temi, come è stato vissuto in parallelo con l’altro cammino già avviato qui in Umbria?

“Ogni diocesi ha avuto, com’è giusto che sia, la sua peculiarità nell’affrontare i diversi temi suggeriti anche per ognuno dei primi due anni, ora per il terzo, del Cammino sinodale italiano. Quello che mi sembra essere comune, quasi come una linea trasversale, è l’interesse suscitato forse più nei laici che non nei sacerdoti. In particolare, la scoperta che la differenza non è una minaccia, ma in realtà è una grande ricchezza. Mettersi insieme, raccontarsi, raccontare la propria esperienza di fede, raccontare come si annuncia il Vangelo nella situazione concreta, vedere che ognuno è animato da una passione particolare per rendere vivo e comunicativo il messaggio del Vangelo oggi: questa si è rivelata una grande ricchezza e ha suscitato certamente molte attese. La responsabilità adesso è non deludere queste attese. Non si tratta di fare rivoluzioni, quanto di ritrovare la freschezza dell’annuncio evangelico, che sembra essere oggi più che mai necessaria per questa nostra società sempre più disorientata, paurosa e superficiale.

Pensando proprio a queste sue ultime parole - dal punto di vista del credente “semplice”, che non ha ministeri né incarichi pastorali - che ricaduta possono avere i cammini ecclesiali locale, regionale, nazionale, universale?

“A me piacerebbe che - al di là di tutte le dichiarazioni, i documenti, gli orientamenti, ecc. - rinascesse nelle nostre comunità la voglia di stare insieme, cioè di far vedere che oggi, nella complessità di questo nostro mondo, il Vangelo può ancora dare senso all’esistenza. Credo sia il messaggio più urgente che noi dobbiamo tentare di trasmettere. Giustamente, non facendo riferimento esclusivamente ai cosiddetti operatori pastorali o a chi ha ricevuto un ministero, guardiamo le nostre comunità, le nostre parrocchie che fanno fatica, che si lamentano continuamente perché i giovani non ci sono, perché gli anziani non si possono spostare da una parte all’altra per partecipare alla celebrazione domenicale, poi le famiglie, il catechismo... Ecco, non possiamo nasconderci dietro un dito: in queste situazioni di fatica, proviamo a far vedere che il Vangelo è fecondo, che porta frutto. In modi diversi, non possiamo pretendere di uniformare il tutto, di fare tutti la stessa cosa, nello stesso modo, nello stesso tempo. Concentriamoci su alcune cose fondamentali ed essenziali, e proviamo a renderle ‘parlanti’, direi. Qualcosa che possa interpellare i nostri contemporanei fino a chiedersi: ma chi te lo fa fare? Ma perché tu vivi così? Credo che se noi riuscissimo a suscitare questa curiosità e questo interesse già avremmo fatto una grande operazione”.

Da una parte i vescovi, i sacerdoti, i ministri ordinati, dall’altra il popolo di Dio. Sono pronti gli uni e gli altri a lavorare sempre più con questo stile sinodale di cui si parla ormai da tre anni?

“Il Papa ci parla spesso di conversione, cioè di cambiamento. Noi preti dobbiamo cambiare la mentalità perché siamo stati formati per essere responsabili. Poi naturalmente questa responsabilità ognuno la esercita secondo i propri carismi, però sentiamo fortemente la responsabilità di essere guida della comunità. I fedeli laici sono stati formati, o forse ‘deformati’, dal fatto di essere guidati. La parrocchia non è affidata esclusivamente al prete. Per il battesimo che prete e laici hanno ricevuto, la parrocchia vive grazie all’impegno di tutti. Nessuno è inutile, ognuno ha il suo posto e - se quel posto che è il mio non lo occupo - rimane vuoto, non c’è qualcun altro che lo possa fare al mio posto. Credo che noi dobbiamo recuperare proprio questa visione d’insieme”.

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L'arcivescovo a mezzo busto, seduto vestito di nero con il microfono in mano

“Le Chiese diocesane dell’Umbria hanno pensato già nel 2019 a un’assemblea regionale che ha raccolto gli operatori pastorali per una giornata di conoscenza innanzitutto, e poi studio, condivisione, riflessione con uno sguardo al futuro. Lì sono stati delineati alcuni punti centrali da realizzare nel cammino pastorale delle diverse Chiese locali. Poi è arrivata la pandemia che ha ritardato il cammino, però nel 2022 abbiamo voluto riprendere il lavoro fatto allora”. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, non nasconde una punta di orgoglio per il fatto che le diocesi della regione di san Francesco e san Benedetto avessero già anticipato gli incontri e le assemblee in stile sinodale che da un triennio stanno cambiando il volto della Chiesa.

Dal 2019 ai giorni nostri. Proprio sabato scorso, ad Assisi le Chiese umbre si sono ritrovate quasi per una "verifica" pastorale di questo cammino iniziato cinque anni fa…

“Esattamente: una giornata di nuovo con i responsabili dei diversi settori della pastorale nelle nostre diocesi per guardare non tanto al cammino fatto, che ormai è parte integrante della nostra storia, ma soprattutto con lo sguardo al futuro immediato, che è il Giubileo. In Umbria, nel 2026 vivremo anche il centenario della morte di san Francesco e questo sarà un altro momento di grazia. Dunque, ci fermiamo un attimo per proiettarci in avanti e riprendere questo percorso già pensando a quella che potrà essere una ulteriore Assemblea ecclesiale regionale, probabilmente nel novembre del 2025, che farà tesoro anche del documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che dovrà essere approvato dall’Assemblea generale dei vescovi nel maggio prossimo”.

Tornando al Cammino sinodale della Chiesa italiana, alle sue fasi e ai suoi temi, come è stato vissuto in parallelo con l’altro cammino già avviato qui in Umbria?

“Ogni diocesi ha avuto, com’è giusto che sia, la sua peculiarità nell’affrontare i diversi temi suggeriti anche per ognuno dei primi due anni, ora per il terzo, del Cammino sinodale italiano. Quello che mi sembra essere comune, quasi come una linea trasversale, è l’interesse suscitato forse più nei laici che non nei sacerdoti. In particolare, la scoperta che la differenza non è una minaccia, ma in realtà è una grande ricchezza. Mettersi insieme, raccontarsi, raccontare la propria esperienza di fede, raccontare come si annuncia il Vangelo nella situazione concreta, vedere che ognuno è animato da una passione particolare per rendere vivo e comunicativo il messaggio del Vangelo oggi: questa si è rivelata una grande ricchezza e ha suscitato certamente molte attese. La responsabilità adesso è non deludere queste attese. Non si tratta di fare rivoluzioni, quanto di ritrovare la freschezza dell’annuncio evangelico, che sembra essere oggi più che mai necessaria per questa nostra società sempre più disorientata, paurosa e superficiale.

Pensando proprio a queste sue ultime parole - dal punto di vista del credente “semplice”, che non ha ministeri né incarichi pastorali - che ricaduta possono avere i cammini ecclesiali locale, regionale, nazionale, universale?

“A me piacerebbe che - al di là di tutte le dichiarazioni, i documenti, gli orientamenti, ecc. - rinascesse nelle nostre comunità la voglia di stare insieme, cioè di far vedere che oggi, nella complessità di questo nostro mondo, il Vangelo può ancora dare senso all’esistenza. Credo sia il messaggio più urgente che noi dobbiamo tentare di trasmettere. Giustamente, non facendo riferimento esclusivamente ai cosiddetti operatori pastorali o a chi ha ricevuto un ministero, guardiamo le nostre comunità, le nostre parrocchie che fanno fatica, che si lamentano continuamente perché i giovani non ci sono, perché gli anziani non si possono spostare da una parte all’altra per partecipare alla celebrazione domenicale, poi le famiglie, il catechismo... Ecco, non possiamo nasconderci dietro un dito: in queste situazioni di fatica, proviamo a far vedere che il Vangelo è fecondo, che porta frutto. In modi diversi, non possiamo pretendere di uniformare il tutto, di fare tutti la stessa cosa, nello stesso modo, nello stesso tempo. Concentriamoci su alcune cose fondamentali ed essenziali, e proviamo a renderle ‘parlanti’, direi. Qualcosa che possa interpellare i nostri contemporanei fino a chiedersi: ma chi te lo fa fare? Ma perché tu vivi così? Credo che se noi riuscissimo a suscitare questa curiosità e questo interesse già avremmo fatto una grande operazione”.

Da una parte i vescovi, i sacerdoti, i ministri ordinati, dall’altra il popolo di Dio. Sono pronti gli uni e gli altri a lavorare sempre più con questo stile sinodale di cui si parla ormai da tre anni?

“Il Papa ci parla spesso di conversione, cioè di cambiamento. Noi preti dobbiamo cambiare la mentalità perché siamo stati formati per essere responsabili. Poi naturalmente questa responsabilità ognuno la esercita secondo i propri carismi, però sentiamo fortemente la responsabilità di essere guida della comunità. I fedeli laici sono stati formati, o forse ‘deformati’, dal fatto di essere guidati. La parrocchia non è affidata esclusivamente al prete. Per il battesimo che prete e laici hanno ricevuto, la parrocchia vive grazie all’impegno di tutti. Nessuno è inutile, ognuno ha il suo posto e - se quel posto che è il mio non lo occupo - rimane vuoto, non c’è qualcun altro che lo possa fare al mio posto. Credo che noi dobbiamo recuperare proprio questa visione d’insieme”.

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Ucsi, al via ad Assisi la Scuola di alta formazione per i giovani https://www.lavoce.it/ucsi-al-via-ad-assisi-la-scuola-di-alta-formazione-per-i-giovani/ https://www.lavoce.it/ucsi-al-via-ad-assisi-la-scuola-di-alta-formazione-per-i-giovani/#respond Fri, 18 Oct 2024 07:53:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78100

Rieccoci alla Cittadella di Assisi, con il ‘momento forte’ dell’Ucsi, la scuola ‘Giancarlo Zizola’, (dal 18-20 ottobre) con la quale, quest’anno, proponiamo la memoria – nel 70° anniversario della scomparsa – di un grande statista, Alcide De Gasperi, primo capo di governo dell’Italia repubblicana con un governo di unità nazionale, testimone della politica a servizio della gente.

Arriviamo ad Assisi dopo un lungo anno associativo, che ha avuto quali tappe importanti la Giornata di san Francesco di Sales a Cagliari, con il presidente e il segretario generale della Cei, card. Matteo Zuppi e mons. Giuseppe Baturi, e la Settimana sociale di Trieste, passando per una miriade di incontri in tutta la penisola e la pubblicazione di ComunICare, il volume pubblicato dalle edizioni Libreria vaticana che raccoglie i 10 messaggi del Papa ai giornalisti e comunicatori, commentati da venti grandi firme del giornalismo italiano.

Un altro anno di lavoro per il laboratorio attivato sul futuro della professione, alla ricerca di una via d’uscita da una crisi devastante, come testimoniano i dati su ascolti e diffusione dei giornali, ma anche lo stato d’animo dei giornalisti, dal momento che fioccano anche le dimissioni di giovani colleghi, anche subito dopo assunzioni conquistate con il sudore e con il sangue.

Come uscire dalla crisi… Ucsi si è collegata con il Constructive Network per indicare uno stile professionale che non è nuovo, ma oggi rappresenta una rivoluzione; e ha aggiunto ai suoi moduli formativi i paradigmi del counseling , come strumento per rafforzare relazioni e accrescere consapevolezza. Ucsi ha tuttavia anche una proposta originale, che deriva proprio dalle elaborazioni scaturite dalla scuola di Assisi: l’abbiamo ribattezzata la proposta delle “5 M”, il cui significato, in linea con la necessità di cambiare strada, è quello di andare oltre le tradizionali 5 W, aggiungendo (M = more ) Umanità, Tempo, Fonti, Diritti, Linguaggi.

Abbiamo chiesto a una serie di testimoni di adottare queste 5M: abbiamo le adesioni di Andrea Monda, Sara Lucaroni, Claudia Marchionni, Alessio Lasta, Paolo Di Paolo, Davide Imeneo, Alessandro Banfi, e sono solo alcuni dei nomi presenti.

Ci sarà spazio, naturalmente, per fare il punto sull’utilizzo giornalistico delle ultime tecnologie. I giovani colleghi arrivati da tutte le Regioni avranno modo, soprattutto, di investire in fantasia e progettare per il futuro.

L’orizzonte resta quello internazionale: sarà con noi infatti Valentina Parasecolo, responsabile comunicazione del Parlamento europeo in Italia, con cui poter finalizzare esperienze professionali all’estero, dopo la missione a Bruxellles nata dopo Assisi 2023.

Infine ci proietteremo verso il Giubileo 2025, con l’incontro in Vaticano con Papa Francesco e l’evento in programma per il pomeriggio del 25 gennaio, con Ordine, Fnsi, stampa estera, Constructive Network , Fisc, Federazione internazionale stampa cattolica, e così via. Una grande rete per disegnare, insieme, la professione del futuro.

Vincenzo Varagona

presidente nazionale Ucsi

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Rieccoci alla Cittadella di Assisi, con il ‘momento forte’ dell’Ucsi, la scuola ‘Giancarlo Zizola’, (dal 18-20 ottobre) con la quale, quest’anno, proponiamo la memoria – nel 70° anniversario della scomparsa – di un grande statista, Alcide De Gasperi, primo capo di governo dell’Italia repubblicana con un governo di unità nazionale, testimone della politica a servizio della gente.

Arriviamo ad Assisi dopo un lungo anno associativo, che ha avuto quali tappe importanti la Giornata di san Francesco di Sales a Cagliari, con il presidente e il segretario generale della Cei, card. Matteo Zuppi e mons. Giuseppe Baturi, e la Settimana sociale di Trieste, passando per una miriade di incontri in tutta la penisola e la pubblicazione di ComunICare, il volume pubblicato dalle edizioni Libreria vaticana che raccoglie i 10 messaggi del Papa ai giornalisti e comunicatori, commentati da venti grandi firme del giornalismo italiano.

Un altro anno di lavoro per il laboratorio attivato sul futuro della professione, alla ricerca di una via d’uscita da una crisi devastante, come testimoniano i dati su ascolti e diffusione dei giornali, ma anche lo stato d’animo dei giornalisti, dal momento che fioccano anche le dimissioni di giovani colleghi, anche subito dopo assunzioni conquistate con il sudore e con il sangue.

Come uscire dalla crisi… Ucsi si è collegata con il Constructive Network per indicare uno stile professionale che non è nuovo, ma oggi rappresenta una rivoluzione; e ha aggiunto ai suoi moduli formativi i paradigmi del counseling , come strumento per rafforzare relazioni e accrescere consapevolezza. Ucsi ha tuttavia anche una proposta originale, che deriva proprio dalle elaborazioni scaturite dalla scuola di Assisi: l’abbiamo ribattezzata la proposta delle “5 M”, il cui significato, in linea con la necessità di cambiare strada, è quello di andare oltre le tradizionali 5 W, aggiungendo (M = more ) Umanità, Tempo, Fonti, Diritti, Linguaggi.

Abbiamo chiesto a una serie di testimoni di adottare queste 5M: abbiamo le adesioni di Andrea Monda, Sara Lucaroni, Claudia Marchionni, Alessio Lasta, Paolo Di Paolo, Davide Imeneo, Alessandro Banfi, e sono solo alcuni dei nomi presenti.

Ci sarà spazio, naturalmente, per fare il punto sull’utilizzo giornalistico delle ultime tecnologie. I giovani colleghi arrivati da tutte le Regioni avranno modo, soprattutto, di investire in fantasia e progettare per il futuro.

L’orizzonte resta quello internazionale: sarà con noi infatti Valentina Parasecolo, responsabile comunicazione del Parlamento europeo in Italia, con cui poter finalizzare esperienze professionali all’estero, dopo la missione a Bruxellles nata dopo Assisi 2023.

Infine ci proietteremo verso il Giubileo 2025, con l’incontro in Vaticano con Papa Francesco e l’evento in programma per il pomeriggio del 25 gennaio, con Ordine, Fnsi, stampa estera, Constructive Network , Fisc, Federazione internazionale stampa cattolica, e così via. Una grande rete per disegnare, insieme, la professione del futuro.

Vincenzo Varagona

presidente nazionale Ucsi

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G7 inclusione e disabilità: adottata la “Carta di Solfagnano” https://www.lavoce.it/g7-inclusione-e-disabilita-adottata-la-carta-di-solfagnano/ https://www.lavoce.it/g7-inclusione-e-disabilita-adottata-la-carta-di-solfagnano/#respond Thu, 17 Oct 2024 16:29:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78062 La piazza Inferiore della Basilica di Assisi con le persone sedute sulle sedie davanti al palco, veduta dall'alto

Le otto priorità della Carta di Solfagnano

“Inclusione come tema prioritario nell’agenda politica di tutti i Paesi”; “Accesso e accessibilità” con l’impegno a “rimuovere le barriere e garantire che le persone con disabilità abbiano pari accesso a tutti gli aspetti della vita quotidiana”; “Vita autonoma e indipendente”; “Valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa”; “Promozione delle nuove tecnologie”; partecipazione agli “Sport e alle “Dimensioni ricreative e culturali della vita”; “Dignità della vita” e “Prevenzione e gestione delle emergenze o situazioni post-emergenziale, legate anche alle crisi climatiche, ai conflitti armati e alle crisi umanitarie”. Sono le 8 priorità che emergono nella “Carta di Solfagnano”, che è stata adottata al termine del G7 Inclusione e Disabilità, che si è concluso ad Assisi e nella vicina Solfagnano.

Il documento sintetizza gli impegni concreti presi dai ministri partecipanti

Si tratta di un corposo documento che partendo dal presupposto del “Diritto di tutti alla piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica dei nostri Paesi”, sintetizza gli impegni concreti presi dai ministri e dai Paesi partecipanti al G7, ispirati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. “In occasione della nostra riunione ministeriale a Solfagnano, che ha visto per la prima volta i ministri dei membri del G7 riunirsi per affrontare le attuali sfide del nostro tempo relative ai diritti e all’inclusione delle persone con disabilità – si legge nel testo -, abbiamo identificato i seguenti temi come prioritari”, per “garantire una piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica per tutte le persone con disabilità”.

L'impegno dei firmatari

“Il nostro impegno – sottolineano i firmatari del testo – è orientato al raggiungimento e al mantenimento di un radicale cambiamento di prospettiva che mira a eliminare le barriere causate dalla società e a mettere le persone con disabilità al centro delle politiche di inclusione per massimizzare l’autonomia, l’indipendenza e sviluppare i talenti e le competenze in modo che tutti gli individui siano abilitati e supportati nel realizzare le proprie aspirazioni e desideri”. E nelle conclusioni, c’è l’impegno a tradurre “in azioni concrete” le priorità della “Carta di Solfagnano”, consapevoli che “non esauriscano tutte le questioni relative alla vita quotidiana delle persone con disabilità”. Da qui l’impegno a “continuare la discussione” nei prossimi incontri che si terranno sotto le presidenze del G7.]]>
La piazza Inferiore della Basilica di Assisi con le persone sedute sulle sedie davanti al palco, veduta dall'alto

Le otto priorità della Carta di Solfagnano

“Inclusione come tema prioritario nell’agenda politica di tutti i Paesi”; “Accesso e accessibilità” con l’impegno a “rimuovere le barriere e garantire che le persone con disabilità abbiano pari accesso a tutti gli aspetti della vita quotidiana”; “Vita autonoma e indipendente”; “Valorizzazione dei talenti e inclusione lavorativa”; “Promozione delle nuove tecnologie”; partecipazione agli “Sport e alle “Dimensioni ricreative e culturali della vita”; “Dignità della vita” e “Prevenzione e gestione delle emergenze o situazioni post-emergenziale, legate anche alle crisi climatiche, ai conflitti armati e alle crisi umanitarie”. Sono le 8 priorità che emergono nella “Carta di Solfagnano”, che è stata adottata al termine del G7 Inclusione e Disabilità, che si è concluso ad Assisi e nella vicina Solfagnano.

Il documento sintetizza gli impegni concreti presi dai ministri partecipanti

Si tratta di un corposo documento che partendo dal presupposto del “Diritto di tutti alla piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica dei nostri Paesi”, sintetizza gli impegni concreti presi dai ministri e dai Paesi partecipanti al G7, ispirati dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. “In occasione della nostra riunione ministeriale a Solfagnano, che ha visto per la prima volta i ministri dei membri del G7 riunirsi per affrontare le attuali sfide del nostro tempo relative ai diritti e all’inclusione delle persone con disabilità – si legge nel testo -, abbiamo identificato i seguenti temi come prioritari”, per “garantire una piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica per tutte le persone con disabilità”.

L'impegno dei firmatari

“Il nostro impegno – sottolineano i firmatari del testo – è orientato al raggiungimento e al mantenimento di un radicale cambiamento di prospettiva che mira a eliminare le barriere causate dalla società e a mettere le persone con disabilità al centro delle politiche di inclusione per massimizzare l’autonomia, l’indipendenza e sviluppare i talenti e le competenze in modo che tutti gli individui siano abilitati e supportati nel realizzare le proprie aspirazioni e desideri”. E nelle conclusioni, c’è l’impegno a tradurre “in azioni concrete” le priorità della “Carta di Solfagnano”, consapevoli che “non esauriscano tutte le questioni relative alla vita quotidiana delle persone con disabilità”. Da qui l’impegno a “continuare la discussione” nei prossimi incontri che si terranno sotto le presidenze del G7.]]>
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G7 inclusione e disabilità. Di Maolo: ‘segnale di un cambio di passo’ https://www.lavoce.it/g7-inclusione-e-disabilita-di-maolo-segnale-di-un-cambio-di-passo/ https://www.lavoce.it/g7-inclusione-e-disabilita-di-maolo-segnale-di-un-cambio-di-passo/#respond Thu, 17 Oct 2024 15:59:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78028

Per la presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo, il G7 assisano (svoltosi dal 14-16 ottobre tra Assisi e Solfagnano ndr) in quanto “forum internazionale che riunisce i ministri di sette delle principali economie avanzate del mondo, dedicato ai temi della disabilità e dell’inclusione, è il segnale di un cambio di passo. Non ci attendiamo soluzioni, il giorno dopo, di tutti i problemi; ma questo G7 costituisce certamente l’avvio di un processo. Il fatto che per la prima volta le grandi economie del mondo mettano a tema l’inclusione e la disabilità dimostra la consapevolezza che un autentico sviluppo, integrale e sostenibile, si può realizzare solo garantendo la partecipazione di tutti alla vita sociale, politica ed economica di un Paese. Insomma, che occorre maturare logiche inclusive in ogni ambito”.

Economy of Francesco, al Serafico gettato il seme dell'economia inclusiva

Il pensiero va quindi a due anni fa, 24 settembre 2022, quando Assisi ha ospitato The Economy of Francesco e il Serafico è stato la sede del Comitato. “Molti dei nostri ragazzi – ricorda Di Maolo – già da allora dicevano: pensa se un giorno potessimo incontrare i Grandi della Terra e parlare con loro…”. Dei 12 villaggi di quell’evento, uno, ospitato al Serafico, era dedicato a disabilità, disuguaglianze, inclusione: “Sapere che a distanza di due anni, proprio qui dove è stato gettato quel seme dell’economia inclusiva di cui parla Francesco, questo sia divenuto tema dell’agenda anche dei grandi, ci emoziona”.

"Servono movimenti verticali e un'ondata orizzontale"

L’inclusione non si può ottenere solo con l’abbattimento di barriere architettoniche e l’elargizione di sussidi; servono “movimenti verticali e un’ondata orizzontale”. I primi – spiega – sono “le politiche degli Stati, le strategie per contrastare le discriminazioni e garantire a tutti il diritto alla piena partecipazione civile, sociale e politica alla vita quotidiana”. Poi “c’è bisogno di un’ondata orizzontale, ossia un movimento di comunità e di prossimità finalizzato a creare condizioni che consentano di realizzarsi concretamente in quanto esseri umani, nonostante i limiti, in tutte le dimensioni dell’esistenza”. E non solo nelle “macro-aree: educazione; salute, intesa anche come cura e riabilitazione; lavoro”, ma anche in riferimento agli “altri diritti fondamentali, dallo sport alla cultura”.

Al Serafico “Accogliamo" uno degli eventi collaterali

Nella giornata di accoglienza delle delegazioni ministeriali, il Serafico ha ospitato “Accogliamo”, uno degli eventi collaterali del G7, trasformandosi in un laboratorio di esperienze collettive aperte al pubblico, all’insegna dell’inclusione e della partecipazione attiva. In programma attività sportive e artistiche, coinvolgendo ragazzi con disabilità e non, artisti, sportivi e associazioni del territorio. Anzitutto la mototerapia con Vanni Oddera, uno dei massimi esponenti del freestyle motocross al mondo, che da quasi vent’anni fa sperimentare l’emozione della velocità e la libertà della moto a persone fragili.

Ad oggi sono oltre 60 mila i ragazzi con disabilità, i bimbi ospedalizzati e le persone con varie forme di autismo che hanno potuto condividere questa esperienza migliorando la propria qualità di vita. Poi il baskin, grazie alla collaborazione con Eisi (Ente italiano sport inclusivi), pensato per permettere alle persone, con disabilità e non, di giocare nella stessa squadra adattando le regole della pallacanestro tradizionale.

Giovanna P. Traversa   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78048,78049,78050,78051,78052,78053,78054,78055,78056,78057,78058,78059"]]]>

Per la presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, Francesca Di Maolo, il G7 assisano (svoltosi dal 14-16 ottobre tra Assisi e Solfagnano ndr) in quanto “forum internazionale che riunisce i ministri di sette delle principali economie avanzate del mondo, dedicato ai temi della disabilità e dell’inclusione, è il segnale di un cambio di passo. Non ci attendiamo soluzioni, il giorno dopo, di tutti i problemi; ma questo G7 costituisce certamente l’avvio di un processo. Il fatto che per la prima volta le grandi economie del mondo mettano a tema l’inclusione e la disabilità dimostra la consapevolezza che un autentico sviluppo, integrale e sostenibile, si può realizzare solo garantendo la partecipazione di tutti alla vita sociale, politica ed economica di un Paese. Insomma, che occorre maturare logiche inclusive in ogni ambito”.

Economy of Francesco, al Serafico gettato il seme dell'economia inclusiva

Il pensiero va quindi a due anni fa, 24 settembre 2022, quando Assisi ha ospitato The Economy of Francesco e il Serafico è stato la sede del Comitato. “Molti dei nostri ragazzi – ricorda Di Maolo – già da allora dicevano: pensa se un giorno potessimo incontrare i Grandi della Terra e parlare con loro…”. Dei 12 villaggi di quell’evento, uno, ospitato al Serafico, era dedicato a disabilità, disuguaglianze, inclusione: “Sapere che a distanza di due anni, proprio qui dove è stato gettato quel seme dell’economia inclusiva di cui parla Francesco, questo sia divenuto tema dell’agenda anche dei grandi, ci emoziona”.

"Servono movimenti verticali e un'ondata orizzontale"

L’inclusione non si può ottenere solo con l’abbattimento di barriere architettoniche e l’elargizione di sussidi; servono “movimenti verticali e un’ondata orizzontale”. I primi – spiega – sono “le politiche degli Stati, le strategie per contrastare le discriminazioni e garantire a tutti il diritto alla piena partecipazione civile, sociale e politica alla vita quotidiana”. Poi “c’è bisogno di un’ondata orizzontale, ossia un movimento di comunità e di prossimità finalizzato a creare condizioni che consentano di realizzarsi concretamente in quanto esseri umani, nonostante i limiti, in tutte le dimensioni dell’esistenza”. E non solo nelle “macro-aree: educazione; salute, intesa anche come cura e riabilitazione; lavoro”, ma anche in riferimento agli “altri diritti fondamentali, dallo sport alla cultura”.

Al Serafico “Accogliamo" uno degli eventi collaterali

Nella giornata di accoglienza delle delegazioni ministeriali, il Serafico ha ospitato “Accogliamo”, uno degli eventi collaterali del G7, trasformandosi in un laboratorio di esperienze collettive aperte al pubblico, all’insegna dell’inclusione e della partecipazione attiva. In programma attività sportive e artistiche, coinvolgendo ragazzi con disabilità e non, artisti, sportivi e associazioni del territorio. Anzitutto la mototerapia con Vanni Oddera, uno dei massimi esponenti del freestyle motocross al mondo, che da quasi vent’anni fa sperimentare l’emozione della velocità e la libertà della moto a persone fragili.

Ad oggi sono oltre 60 mila i ragazzi con disabilità, i bimbi ospedalizzati e le persone con varie forme di autismo che hanno potuto condividere questa esperienza migliorando la propria qualità di vita. Poi il baskin, grazie alla collaborazione con Eisi (Ente italiano sport inclusivi), pensato per permettere alle persone, con disabilità e non, di giocare nella stessa squadra adattando le regole della pallacanestro tradizionale.

Giovanna P. Traversa   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78048,78049,78050,78051,78052,78053,78054,78055,78056,78057,78058,78059"]]]>
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All’Istituto Serafico una cena con pane e dolci preparati dai ragazzi https://www.lavoce.it/allistituto-serafico-una-cena-con-pane-e-dolci-preparati-dai-ragazzi/ https://www.lavoce.it/allistituto-serafico-una-cena-con-pane-e-dolci-preparati-dai-ragazzi/#respond Mon, 14 Oct 2024 11:11:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77976

Una cena speciale, fatta di sorrisi e gesti di gratitudine, ha illuminato il chiostro del Serafico di Assisi quando i ragazzi con disabilità hanno portato in tavola il pane preparato da loro e servito gli ospiti, in un clima di condivisione che ha saputo toccare i cuori di tutti. Un momento in cui l'Istituto guidato da Francesca Di Maolo ha voluto ringraziare chi, con il proprio impegno e la propria generosità, ha reso possibile il cammino di crescita e di inclusione dei ragazzi.

I ragazzi del Serafico hanno cucinato e servito ai tavoli

L’inclusione, infatti, è stata la vera protagonista della serata: non solo come concetto, ma anche come esperienza concreta, vissuta dai ragazzi attraverso il lavoro in cucina e il servizio ai tavoli. Un’esperienza che ha permesso loro di superare le difficoltà quotidiane e di dimostrare che, con il giusto sostegno, non esistono limiti invalicabili.

... e hanno preparato pane e dolci

Tra i momenti più emozionanti della serata, la preparazione del pane e dei dolci: sotto la guida del mastro panificatore Andrea Pioppi, i ragazzi del Serafico si sono cimentati in un’attività che, più di ogni altra, ha simboleggiato la loro partecipazione attiva e creativa. Pane fragrante e crostate deliziose sono stati serviti agli ospiti, divenendo un simbolo tangibile del percorso di crescita e inclusione che si realizza ogni giorno all’interno della struttura assisana. Servire a tavola, poi, è stato un ulteriore passo nel superamento dei limiti: un gesto che ha permesso ai ragazzi di sentirsi protagonisti, di mettersi alla prova e di ricevere il caloroso ringraziamento degli ospiti, tra cui i propri familiari, gli amici e i sostenitori del Serafico.

Francesca Di Maolo: "una cena per dire grazie"

La serata, infatti, è stata soprattutto un atto di gratitudine verso chi, negli anni, ha reso possibile tutto questo loro contribuendo a far sì che il Serafico rappresenti un luogo di crescita e di speranza per tanti bambini e ragazzi con disabilità. Come ha dichiarato la presidente Francesca Di Maolo, “questa cena è il nostro modo di dire grazie a chi ha reso possibile il cammino del Serafico. L’inclusione infatti non si limita a far partecipare, ma significa abbattere barriere, dare a ciascuno la possibilità di esprimersi e di partecipare alla vita. Grazie al sostegno della comunità, i ragazzi qui possono sentirsi parte integrante del mondo, superano i propri limiti e valorizzano le proprie capacità”.

Il rapporto tra la comunità e i ragazzi del Serafico

Il legame tra gratitudine e inclusione, infatti, al Serafico è molto profondo: da una parte la comunità che supporta e rende possibili i percorsi di crescita, dall’altra i ragazzi che, grazie a questo sostegno, possono vivere esperienze che permettono loro di scoprire nuove capacità e raggiungere traguardi impensabili.

I mostaccioli umbri fatti dai ragazzi donati agli ospiti

A chiusura della serata un dolce gesto ha suggellato questo significato di gratitudine e comunità, leitmotiv di tutto l'evento: agli ospiti sono stati donati i mostaccioli umbri, confezionati dai volontari del Serafico e dalle mamme di alcuni dei ragazzi. Questi dolci, legati alla tradizione francescana, ricordano il legame tra san Francesco e Jacopa dei Settesoli, l’amica a cui, negli ultimi giorni della sua vita, il santo chiese di portare i suoi mostaccioli preferiti: “Portami quei dolci che eri solita farmi a Roma,” le disse. Un simbolo di dolcezza e amicizia, dunque, che ha voluto celebrare, ancora una volta, il legame speciale tra il Serafico e la figura di san Francesco. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77985,77986,77987,77988"]]]>

Una cena speciale, fatta di sorrisi e gesti di gratitudine, ha illuminato il chiostro del Serafico di Assisi quando i ragazzi con disabilità hanno portato in tavola il pane preparato da loro e servito gli ospiti, in un clima di condivisione che ha saputo toccare i cuori di tutti. Un momento in cui l'Istituto guidato da Francesca Di Maolo ha voluto ringraziare chi, con il proprio impegno e la propria generosità, ha reso possibile il cammino di crescita e di inclusione dei ragazzi.

I ragazzi del Serafico hanno cucinato e servito ai tavoli

L’inclusione, infatti, è stata la vera protagonista della serata: non solo come concetto, ma anche come esperienza concreta, vissuta dai ragazzi attraverso il lavoro in cucina e il servizio ai tavoli. Un’esperienza che ha permesso loro di superare le difficoltà quotidiane e di dimostrare che, con il giusto sostegno, non esistono limiti invalicabili.

... e hanno preparato pane e dolci

Tra i momenti più emozionanti della serata, la preparazione del pane e dei dolci: sotto la guida del mastro panificatore Andrea Pioppi, i ragazzi del Serafico si sono cimentati in un’attività che, più di ogni altra, ha simboleggiato la loro partecipazione attiva e creativa. Pane fragrante e crostate deliziose sono stati serviti agli ospiti, divenendo un simbolo tangibile del percorso di crescita e inclusione che si realizza ogni giorno all’interno della struttura assisana. Servire a tavola, poi, è stato un ulteriore passo nel superamento dei limiti: un gesto che ha permesso ai ragazzi di sentirsi protagonisti, di mettersi alla prova e di ricevere il caloroso ringraziamento degli ospiti, tra cui i propri familiari, gli amici e i sostenitori del Serafico.

Francesca Di Maolo: "una cena per dire grazie"

La serata, infatti, è stata soprattutto un atto di gratitudine verso chi, negli anni, ha reso possibile tutto questo loro contribuendo a far sì che il Serafico rappresenti un luogo di crescita e di speranza per tanti bambini e ragazzi con disabilità. Come ha dichiarato la presidente Francesca Di Maolo, “questa cena è il nostro modo di dire grazie a chi ha reso possibile il cammino del Serafico. L’inclusione infatti non si limita a far partecipare, ma significa abbattere barriere, dare a ciascuno la possibilità di esprimersi e di partecipare alla vita. Grazie al sostegno della comunità, i ragazzi qui possono sentirsi parte integrante del mondo, superano i propri limiti e valorizzano le proprie capacità”.

Il rapporto tra la comunità e i ragazzi del Serafico

Il legame tra gratitudine e inclusione, infatti, al Serafico è molto profondo: da una parte la comunità che supporta e rende possibili i percorsi di crescita, dall’altra i ragazzi che, grazie a questo sostegno, possono vivere esperienze che permettono loro di scoprire nuove capacità e raggiungere traguardi impensabili.

I mostaccioli umbri fatti dai ragazzi donati agli ospiti

A chiusura della serata un dolce gesto ha suggellato questo significato di gratitudine e comunità, leitmotiv di tutto l'evento: agli ospiti sono stati donati i mostaccioli umbri, confezionati dai volontari del Serafico e dalle mamme di alcuni dei ragazzi. Questi dolci, legati alla tradizione francescana, ricordano il legame tra san Francesco e Jacopa dei Settesoli, l’amica a cui, negli ultimi giorni della sua vita, il santo chiese di portare i suoi mostaccioli preferiti: “Portami quei dolci che eri solita farmi a Roma,” le disse. Un simbolo di dolcezza e amicizia, dunque, che ha voluto celebrare, ancora una volta, il legame speciale tra il Serafico e la figura di san Francesco. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77985,77986,77987,77988"]]]>
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Assisi. Memoria liturgica di Carlo Acutis, quattro giorni di iniziative https://www.lavoce.it/assisi-memoria-liturgica-di-carlo-acutis-quattro-giorni-di-iniziative/ https://www.lavoce.it/assisi-memoria-liturgica-di-carlo-acutis-quattro-giorni-di-iniziative/#respond Thu, 10 Oct 2024 16:14:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77951

Si è aperta giovedì 10 ottobre nella Sala della spogliazione del Vescovado di Assisi, con una riflessione sul disagio giovanile e sulle loro speranze, la quattro giorni di iniziative in occasione della memoria liturgica del beato Carlo Acutis che viene celebrata il 12 ottobre, grazie al convegno “Frà(i) giovani, tra disagio e speranze”.

I partecipanti al convegno di apertura sul tema dell'adolescenza

Al convegno sono intervenuti il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino; Laura Pizziconi, psicologa-psicoterapeuta; padre Mirko Mazzocato, responsabile del Servizio giovani dei frati minori di Umbria e Sardegna e don Antonio Coluccia, fondatore dell’Opera San Giustino di Roma, in prima linea a Roma contro lo spaccio e la criminalità. Tanti i partecipanti, tra cui i giovani studenti dell’Istituto alberghiero di Assisi.

Mirko Mazzocato

Mirko Mazzocato ha ricordato la “positività” del termine “fratello: significa che i giovani hanno voglia di stare insieme, la solitudine rivela il bisogno e il desiderio di fraternità con Dio. Oggi i giovani sono spesso appiattiti sul ‘qui e ora’ e invece bisogna ascoltare chi ha senso di empatia e le loro speranze”.

Don Antonio Coluccia

A seguire l’intervento di don Antonio Coluccia, che ha sottolineato come “le periferie sono un tema di cui parlano tutti, dal governo alla Chiesa: nelle piazze di spaccio, un luogo dove la vita non viene rispettata, dove le persone sono escluse perché vivono in solitudine, io cerco di testimoniare Gesù grazie a quelli che chiamo presidi pastorali. Oggi le persone hanno tutto ma mancano loro dei motivatori, come furono Francesco e Carlo. A questi giovani qui presenti vorrei dire che la droga è il più grande bluff, causa morti anche giovanissimi, e che invece Cristo - che ha testimoniato il valore degli abbracci e della misericordia - fa comprendere il valore della vita: non siete comprabili - l’appello di Coluccia, ricordando anche il suo progetto di radio tra Vangelo e Costituzione - innamoratevi della libertà”.

Laura Pizziconi

La psicologa Laura Pizziconi ha messo in luce “le difficoltà dell’adolescenza, e come sia difficile tracciare delle linee tra il disagio e le patologie visti i tanti cambiamenti che il periodo dell’adolescenza porta con sé” e ha invitato “i genitori e gli insegnanti a essere presenti nella vita dei giovani, dialogando con loro”.

Vescovo Domenico Sorrentino

A tirare le fila dei lavori il vescovo Domenico Sorrentino, che ha incentrato il suo discorso sulle figure di Gesù, Francesco e Carlo. Quando a Gesù venne chiesto come vivere per sempre in maniera grande e bella la risposta fu quella di seguire i comandamenti di Dio; Francesco si alleggerì della pesantezza della ricchezza facendo cose bellissime, e infine Carlo Acutis, seppur di famiglia agiata, volle solo i beni essenziali e fu felice anche quando Dio gli disse di spogliarsi della vita, come dimostra un video girato due mesi prima della morte. La felicità - ha concluso il vescovo - passa attraverso la voglia di vita con Gesù, che ha bisogno di voi per rendere il mondo più felice”.

Il programma dei prossimi eventi per la memoria liturgica di Carlo Acutis

Gli eventi organizzati dalla Fondazione Santuario della Spogliazione continueranno venerdì 11 ottobre alle ore 16,30, nella Sala dei Vescovi al Santuario della Spogliazione, dove ci sarà l’inaugurazione della mostra dei miracoli eucaristici, ideata e realizzata dal giovane Carlo Acutis, composta da un’ampia rassegna fotografica, con descrizioni storiche, che racconta alcuni dei principali miracoli eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa. Infine in serata alle ore 21 nella chiesa di Santa Maria Maggiore - Santuario della Spogliazione ci sarà l’adorazione eucaristica “Tu sei la nostra speranza”, animata dagli studenti Ofm. Cap. Sabato 12 ottobre alle ore 11 la messa sarà celebrata da fr. Simone Calvarese, ministro provinciale della Provincia serafica dei Frati minori Cappuccini; alle ore 18 la messa della memoria liturgica del Beato sarà presieduta da monsignor Domenico Sorrentino. Sempre sabato 12 ottobre alle ore 21 nel Santuario della Spogliazione preghiera e musica con Martín Valverde, musicista molto apprezzato nei Paesi di lingua spagnola e devoto del giovane Beato (ingresso libero fino ad esaurimento posti). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77959,77960,77961"]]]>

Si è aperta giovedì 10 ottobre nella Sala della spogliazione del Vescovado di Assisi, con una riflessione sul disagio giovanile e sulle loro speranze, la quattro giorni di iniziative in occasione della memoria liturgica del beato Carlo Acutis che viene celebrata il 12 ottobre, grazie al convegno “Frà(i) giovani, tra disagio e speranze”.

I partecipanti al convegno di apertura sul tema dell'adolescenza

Al convegno sono intervenuti il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino; Laura Pizziconi, psicologa-psicoterapeuta; padre Mirko Mazzocato, responsabile del Servizio giovani dei frati minori di Umbria e Sardegna e don Antonio Coluccia, fondatore dell’Opera San Giustino di Roma, in prima linea a Roma contro lo spaccio e la criminalità. Tanti i partecipanti, tra cui i giovani studenti dell’Istituto alberghiero di Assisi.

Mirko Mazzocato

Mirko Mazzocato ha ricordato la “positività” del termine “fratello: significa che i giovani hanno voglia di stare insieme, la solitudine rivela il bisogno e il desiderio di fraternità con Dio. Oggi i giovani sono spesso appiattiti sul ‘qui e ora’ e invece bisogna ascoltare chi ha senso di empatia e le loro speranze”.

Don Antonio Coluccia

A seguire l’intervento di don Antonio Coluccia, che ha sottolineato come “le periferie sono un tema di cui parlano tutti, dal governo alla Chiesa: nelle piazze di spaccio, un luogo dove la vita non viene rispettata, dove le persone sono escluse perché vivono in solitudine, io cerco di testimoniare Gesù grazie a quelli che chiamo presidi pastorali. Oggi le persone hanno tutto ma mancano loro dei motivatori, come furono Francesco e Carlo. A questi giovani qui presenti vorrei dire che la droga è il più grande bluff, causa morti anche giovanissimi, e che invece Cristo - che ha testimoniato il valore degli abbracci e della misericordia - fa comprendere il valore della vita: non siete comprabili - l’appello di Coluccia, ricordando anche il suo progetto di radio tra Vangelo e Costituzione - innamoratevi della libertà”.

Laura Pizziconi

La psicologa Laura Pizziconi ha messo in luce “le difficoltà dell’adolescenza, e come sia difficile tracciare delle linee tra il disagio e le patologie visti i tanti cambiamenti che il periodo dell’adolescenza porta con sé” e ha invitato “i genitori e gli insegnanti a essere presenti nella vita dei giovani, dialogando con loro”.

Vescovo Domenico Sorrentino

A tirare le fila dei lavori il vescovo Domenico Sorrentino, che ha incentrato il suo discorso sulle figure di Gesù, Francesco e Carlo. Quando a Gesù venne chiesto come vivere per sempre in maniera grande e bella la risposta fu quella di seguire i comandamenti di Dio; Francesco si alleggerì della pesantezza della ricchezza facendo cose bellissime, e infine Carlo Acutis, seppur di famiglia agiata, volle solo i beni essenziali e fu felice anche quando Dio gli disse di spogliarsi della vita, come dimostra un video girato due mesi prima della morte. La felicità - ha concluso il vescovo - passa attraverso la voglia di vita con Gesù, che ha bisogno di voi per rendere il mondo più felice”.

Il programma dei prossimi eventi per la memoria liturgica di Carlo Acutis

Gli eventi organizzati dalla Fondazione Santuario della Spogliazione continueranno venerdì 11 ottobre alle ore 16,30, nella Sala dei Vescovi al Santuario della Spogliazione, dove ci sarà l’inaugurazione della mostra dei miracoli eucaristici, ideata e realizzata dal giovane Carlo Acutis, composta da un’ampia rassegna fotografica, con descrizioni storiche, che racconta alcuni dei principali miracoli eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa. Infine in serata alle ore 21 nella chiesa di Santa Maria Maggiore - Santuario della Spogliazione ci sarà l’adorazione eucaristica “Tu sei la nostra speranza”, animata dagli studenti Ofm. Cap. Sabato 12 ottobre alle ore 11 la messa sarà celebrata da fr. Simone Calvarese, ministro provinciale della Provincia serafica dei Frati minori Cappuccini; alle ore 18 la messa della memoria liturgica del Beato sarà presieduta da monsignor Domenico Sorrentino. Sempre sabato 12 ottobre alle ore 21 nel Santuario della Spogliazione preghiera e musica con Martín Valverde, musicista molto apprezzato nei Paesi di lingua spagnola e devoto del giovane Beato (ingresso libero fino ad esaurimento posti). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77959,77960,77961"]]]>
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San Francesco: sarà la Sicilia a portare l’olio per la lampada https://www.lavoce.it/san-francesco-sara-la-sicilia-a-portare-lolio-per-la-lampada/ https://www.lavoce.it/san-francesco-sara-la-sicilia-a-portare-lolio-per-la-lampada/#respond Wed, 02 Oct 2024 15:47:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77842 pellegrini di spalle sullo sfondo la basilica superiore di San Francesco ad Assisi

Nell’ottocentesimo anniversario dell’impressione delle stimmate ricevute a La Verna nel 1224, la città di san Francesco accoglie quest’anno i circa cinquemila pellegrini e le istituzioni provenienti dalla Sicilia per le celebrazioni della festa di san Francesco, patrono d’Italia.

La Sicilia accenderà la lampada votiva

Così, a 21 anni di distanza dall’ultima volta, la Regione più grande d’Italia torna ad Assisi donando l’olio che alimenta la lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde sulla tomba del Santo. Ad accenderla il 4 ottobre durante la celebrazione in basilica, presieduta da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana (diretta dalle ore 10 su Rai1), sarà il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in rappresentanza di tutto il popolo italiano.

Le parole delle autorità civili e religiose

“È molto bello questo tocco francescano del cristianesimo – sottolinea mons. Raspanti –, che incarna tre concetti su cui vorremmo concentrarci: pace, fraternità e creato. Queste sono le tre parole che sottolineeremo con la nostra partecipazione, valori di cui vorremmo riappropriarci nella nostra vita quotidiana come Chiesa”.

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha parlato dell’olio che la Sicilia donerà come simbolo del lavoro della sua gente e come unione a san Francesco: “Questo atto, ricco di storia, è destinato a lasciare un segno profondo nella memoria collettiva della regione e dell’intera nazione, con l’impegno di costruire un futuro migliore, ispirato dai principi di giustizia e solidarietà che san Francesco ci ha insegnato”.

Mons. Domenico Sorrentino sottolinea da parte sua che quest’anno la festa di san Francesco “ci riporta al cuore del Vangelo: la croce. La croce come espressione dell’amore radicale quale è stato vissuto da Cristo sul Golgota: Francesco si immedesimò con lui, ricevendone anche i segni della Passione nel corpo. Ricordarlo ci fa bene, ci aiuta a portare le inevitabili croci quotidiane, ma soprattutto a diventare sempre più capaci di dare la nostra vita per i fratelli. È la sfida del Vangelo, da vivere e da annunciare”.

La sindaca di Assisi Stefania Proietti tiene a dare il benvenuto “ai nostri amici della Sicilia, ai primi cittadini e alle loro Amministrazioni, sottolineando la vocazione di Assisi, una città messaggio e speciale nell’accoglienza, portatrice di valori universali come la fraternità, la pace e il dialogo”.

Di “attualità e bellezza del messaggio del Poverello” ha parlato fra Massimo Travascio, Custode della Porziuncola. “La partecipazione della Regione Sicilia – ha detto – si traduce in un segno di apertura universale, solidale e rispettosa, in armonia con la fraternità, autentica profezia per l’oggi. È fondamentale, sull’esempio di san Francesco, una scelta di ‘minorità’, schierandosi al fianco delle vittime delle ingiustizie derivanti dai diversi conflitti di cui siamo testimoni e sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune”.

Infine, il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, sottolinea la capacità di accogliere, di “fare spazio all’altro”, della Sicilia, nonostante le difficoltà che ciò comporta. “Mi piace pensare che nel nome e nello stile di san Francesco d’Assisi, uomo fraterno e accogliente per eccellenza, questa ospitalità viene ricambiata agli amici siciliani, così numerosi in questi giorni ad Assisi. Essi ci faranno dono, semplicemente con la loro presenza, di questa ricchezza creatasi in secoli di incontri: e questo scambio, ancora una volta, sarà arricchimento reciproco nella consapevolezza che i valori essenziali nella vita sono proprio le persone”.

Andrea Rossi

Calendario degli eventi e delle celebrazioni

Giovedì 3 ottobre, alle ore 11, si tiene nella basilica di Santa Maria degli Angeli la messa del “Transito” presieduta da fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati minori di Umbria. Alle 15 al santuario della Spogliazione, i vescovi siciliani incontrano mons. Domenico Sorrentino. Alle 17.30 a Santa Maria degli Angeli, l’accoglienza delle autorità civili. Nella stessa sede, alle ore 21.30, la veglia con i giovani.

Venerdì 4 ottobre, alle ore 10 e in diretta su Rai1, la celebrazione eucaristica nella basilica superiore di San Francesco presieduta da Mons. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, accende la lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dalla Regione Sicilia. Alle 11.30, dalla loggia del Sacro Convento, il saluto di fra Carlos A. Trovarelli, ministro generale dei Conventuali, e i messaggi istituzionali all’Italia con i saluti delle autorità; in rappresentanza del Governo presenzia il poeta Davide Rondoni. Alle ore 16, in basilica inferiore mons.

Guglielmo Giombanco, segretario della Conferenza episcopale siciliana, presiede i vespri pontificali; segue la processione alla chiesa superiore, e la benedizione all’Italia con la Chartula dal cupolino della basilica da parte di mons. Sorrentino.

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pellegrini di spalle sullo sfondo la basilica superiore di San Francesco ad Assisi

Nell’ottocentesimo anniversario dell’impressione delle stimmate ricevute a La Verna nel 1224, la città di san Francesco accoglie quest’anno i circa cinquemila pellegrini e le istituzioni provenienti dalla Sicilia per le celebrazioni della festa di san Francesco, patrono d’Italia.

La Sicilia accenderà la lampada votiva

Così, a 21 anni di distanza dall’ultima volta, la Regione più grande d’Italia torna ad Assisi donando l’olio che alimenta la lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde sulla tomba del Santo. Ad accenderla il 4 ottobre durante la celebrazione in basilica, presieduta da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana (diretta dalle ore 10 su Rai1), sarà il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in rappresentanza di tutto il popolo italiano.

Le parole delle autorità civili e religiose

“È molto bello questo tocco francescano del cristianesimo – sottolinea mons. Raspanti –, che incarna tre concetti su cui vorremmo concentrarci: pace, fraternità e creato. Queste sono le tre parole che sottolineeremo con la nostra partecipazione, valori di cui vorremmo riappropriarci nella nostra vita quotidiana come Chiesa”.

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha parlato dell’olio che la Sicilia donerà come simbolo del lavoro della sua gente e come unione a san Francesco: “Questo atto, ricco di storia, è destinato a lasciare un segno profondo nella memoria collettiva della regione e dell’intera nazione, con l’impegno di costruire un futuro migliore, ispirato dai principi di giustizia e solidarietà che san Francesco ci ha insegnato”.

Mons. Domenico Sorrentino sottolinea da parte sua che quest’anno la festa di san Francesco “ci riporta al cuore del Vangelo: la croce. La croce come espressione dell’amore radicale quale è stato vissuto da Cristo sul Golgota: Francesco si immedesimò con lui, ricevendone anche i segni della Passione nel corpo. Ricordarlo ci fa bene, ci aiuta a portare le inevitabili croci quotidiane, ma soprattutto a diventare sempre più capaci di dare la nostra vita per i fratelli. È la sfida del Vangelo, da vivere e da annunciare”.

La sindaca di Assisi Stefania Proietti tiene a dare il benvenuto “ai nostri amici della Sicilia, ai primi cittadini e alle loro Amministrazioni, sottolineando la vocazione di Assisi, una città messaggio e speciale nell’accoglienza, portatrice di valori universali come la fraternità, la pace e il dialogo”.

Di “attualità e bellezza del messaggio del Poverello” ha parlato fra Massimo Travascio, Custode della Porziuncola. “La partecipazione della Regione Sicilia – ha detto – si traduce in un segno di apertura universale, solidale e rispettosa, in armonia con la fraternità, autentica profezia per l’oggi. È fondamentale, sull’esempio di san Francesco, una scelta di ‘minorità’, schierandosi al fianco delle vittime delle ingiustizie derivanti dai diversi conflitti di cui siamo testimoni e sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune”.

Infine, il custode del Sacro Convento, fra Marco Moroni, sottolinea la capacità di accogliere, di “fare spazio all’altro”, della Sicilia, nonostante le difficoltà che ciò comporta. “Mi piace pensare che nel nome e nello stile di san Francesco d’Assisi, uomo fraterno e accogliente per eccellenza, questa ospitalità viene ricambiata agli amici siciliani, così numerosi in questi giorni ad Assisi. Essi ci faranno dono, semplicemente con la loro presenza, di questa ricchezza creatasi in secoli di incontri: e questo scambio, ancora una volta, sarà arricchimento reciproco nella consapevolezza che i valori essenziali nella vita sono proprio le persone”.

Andrea Rossi

Calendario degli eventi e delle celebrazioni

Giovedì 3 ottobre, alle ore 11, si tiene nella basilica di Santa Maria degli Angeli la messa del “Transito” presieduta da fra Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati minori di Umbria. Alle 15 al santuario della Spogliazione, i vescovi siciliani incontrano mons. Domenico Sorrentino. Alle 17.30 a Santa Maria degli Angeli, l’accoglienza delle autorità civili. Nella stessa sede, alle ore 21.30, la veglia con i giovani.

Venerdì 4 ottobre, alle ore 10 e in diretta su Rai1, la celebrazione eucaristica nella basilica superiore di San Francesco presieduta da Mons. Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, accende la lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dalla Regione Sicilia. Alle 11.30, dalla loggia del Sacro Convento, il saluto di fra Carlos A. Trovarelli, ministro generale dei Conventuali, e i messaggi istituzionali all’Italia con i saluti delle autorità; in rappresentanza del Governo presenzia il poeta Davide Rondoni. Alle ore 16, in basilica inferiore mons.

Guglielmo Giombanco, segretario della Conferenza episcopale siciliana, presiede i vespri pontificali; segue la processione alla chiesa superiore, e la benedizione all’Italia con la Chartula dal cupolino della basilica da parte di mons. Sorrentino.

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È nata la Fondazione “Economy of Francesco” https://www.lavoce.it/e-nata-la-fondazione-economy-of-francesco/ https://www.lavoce.it/e-nata-la-fondazione-economy-of-francesco/#respond Tue, 24 Sep 2024 14:36:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77803

“Promuovere e organizzare iniziative e attività nell’ambito culturale e spirituale, della ricerca scientifica, della formazione interdisciplinare, della impresa e innovazione; favorire la coscienza e la responsabilità di una vita economica e imprenditoriale all’insegna dello sviluppo umano integrale; incoraggiare esperienze e percorsi culturali, accademici, editoriali, imprenditoriali”. Sono questi gli scopi della nuova Fondazione “The Economy of Francesco” istituita formalmente nel pomeriggio del 23 settembre 2024.

La Fondazione “Economy of Francesco"

La Fondazione, che risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione, è costituita, su indirizzo e ispirazione del Santo Padre, dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, dall'Associazione Internazionale per una Economia di Comunione, dall’Istituto Serafico per sordomuti e ciechi di Assisi. Con una lettera del 5 dicembre 2023, papa Francesco ha affidato al vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, e ai membri del Comitato EoF, Luigino Bruni e Francesca Di Maolo, il compito di custodire il “processo avviato, andando a definire la nuova struttura organizzativa che farà da centro di coordinamento e di animazione di tutto ciò che Economy of Francesco sta già vivendo nelle imprese, nelle università, nel mondo”, con l’affiancamento del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale. Dopo alcuni mesi di lavoro, ascolto e discernimento, lunedì 23 l’atto costitutivo della Fondazione alla presenza dei tre fondatori che domani, mercoledì 25 settembre incontreranno papa Francesco. All’udienza parteciperanno, oltre ai fondatori, un gruppo di sostenitori, esperti e giovani di oltre trenta nazionalità, coinvolti nei diversi organi della Fondazione e che costituiscono l’assemblea di partecipazione, organo centrale della Fondazione, già a lavoro per determinare il piano di attività e gli obiettivi.

Mons. Sorrentino: “Entriamo nel vivo di un percorso che non si è mai fermato"

“Con la costituzione formale di The Economy of Francesco entriamo nel vivo di un cammino che non si è mai fermato. Da oggi i giovani di EoF – spiega il Vescovo di Assisi e presidente della Fondazione – diventano ufficialmente protagonisti di questo percorso che vuole entrare nelle Università, nelle imprese e nel mondo della cooperazione affinché la cultura economica dominante lasci il posto a un nuovo pensiero che abbia a cuore la persona, i suoi carismi, l’ambiente e il territorio, piuttosto che il mero profitto. Ormai è sotto gli occhi di tutti che la cura e il coinvolgimento attivo dei lavoratori e la custodia della casa comune sono elementi da cui neanche gli imprenditori possono prescindere. Il compito di EoF è proprio questo – aggiunge il presidente – far comprendere e diffondere un pensiero economico differente che racchiuda i valori di prossimità, circolarità, sussidiarietà, etica, fraternità ed equità”.

Soddisfazione del vicepresidente della Fondazione Luigino Bruni

Soddisfazione sul nuovo avvio è stata espressa anche dal vicepresidente della Fondazione, Luigino Bruni. “Siamo molto lieti di poter dare il nostro contributo concreto, e sussidiario, ai giovani che hanno risposto alla chiamata di Papa Francesco, e sostenere con i nostri ‘sogni’ di adulti le ‘visioni’ dei giovani” (profeta Gioele). A oltre 5 anni dal lancio di EoF, oggi c’è bisogno di una seconda generazione di giovani economisti che continuino la corsa verso una nuova economia, affiancandosi ai giovani che corrono già: la Fondazione è un aiuto concreto per questo”.

Francesca Di Maolo: “Diamo il via ad un nuovo cammino per mettere al centro la dignità umana"

“Siamo onorati di essere stati chiamati a custodire il processo avviato dal Pontefice con ‘Economy of Francesco’ – ha detto il presidente dell’Istituto Serafico Francesca Di Maolo - ed è con emozione e speranza che oggi, con la nascita della Fondazione Eof, diamo il via a un nuovo cammino, una tappa fondamentale per costruire un'economia capace di mettere al centro la dignità umana, i più fragili e la cura del creato. Da promotori di questo progetto – ha aggiunto - ci impegneremo fin da subito a sostenere un'economia inclusiva, giusta e sostenibile, che sappia davvero accogliere e difendere la vita in ogni sua forma. La nascita di questa Fondazione è un segno di speranza per un cambiamento reale che, partendo dai più giovani, non escluda più nessuno e possa prendersi cura del creato e della salute di tutti”.

Le iniziative di "Economy of Francesco"

Era il 2019 quando papa Francesco chiamava i giovani economisti, imprenditori e change makers del mondo ad avviare un processo di cambiamento per ri-animare l’economia. Da allora, numerose sono state le iniziative che hanno contraddistinto il movimento di pensiero e prassi Economy of Francesco, coinvolgendo migliaia di giovani di tutto il mondo impegnati a testimoniare e promuovere un’economia amica della terra, un’economia di pace, un’economia della vita. Centinaia le conferenze, decine di pubblicazioni, oltre 50 progetti di ricerca, 10 scuole estive in tutto il mondo, decine di startup, 12 villaggi tematici, circa 50 hub locali. Nel 2022 l’evento in presenza ad Assisi e il Patto con Papa Francesco. Alla luce degli ideali sanciti nel Patto, l’ente si muoverà su tre principali aree di intervento: studio e ricerca; impresa e innovazione; formazione e cultura.

V EoF Global Gathering in diretta streaming

Nel pomeriggio del 25 settembre alle 18 in programma il V EoF Global Gathering in diretta streaming sul canale youtube di EoF. Durante il tradizionale evento annuale di aggiornamento e condivisione, sarà anche possibile ascoltare le parole che Papa Francesco rivolgerà ai giovani.]]>

“Promuovere e organizzare iniziative e attività nell’ambito culturale e spirituale, della ricerca scientifica, della formazione interdisciplinare, della impresa e innovazione; favorire la coscienza e la responsabilità di una vita economica e imprenditoriale all’insegna dello sviluppo umano integrale; incoraggiare esperienze e percorsi culturali, accademici, editoriali, imprenditoriali”. Sono questi gli scopi della nuova Fondazione “The Economy of Francesco” istituita formalmente nel pomeriggio del 23 settembre 2024.

La Fondazione “Economy of Francesco"

La Fondazione, che risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione, è costituita, su indirizzo e ispirazione del Santo Padre, dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, dall'Associazione Internazionale per una Economia di Comunione, dall’Istituto Serafico per sordomuti e ciechi di Assisi. Con una lettera del 5 dicembre 2023, papa Francesco ha affidato al vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, e ai membri del Comitato EoF, Luigino Bruni e Francesca Di Maolo, il compito di custodire il “processo avviato, andando a definire la nuova struttura organizzativa che farà da centro di coordinamento e di animazione di tutto ciò che Economy of Francesco sta già vivendo nelle imprese, nelle università, nel mondo”, con l’affiancamento del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo umano integrale. Dopo alcuni mesi di lavoro, ascolto e discernimento, lunedì 23 l’atto costitutivo della Fondazione alla presenza dei tre fondatori che domani, mercoledì 25 settembre incontreranno papa Francesco. All’udienza parteciperanno, oltre ai fondatori, un gruppo di sostenitori, esperti e giovani di oltre trenta nazionalità, coinvolti nei diversi organi della Fondazione e che costituiscono l’assemblea di partecipazione, organo centrale della Fondazione, già a lavoro per determinare il piano di attività e gli obiettivi.

Mons. Sorrentino: “Entriamo nel vivo di un percorso che non si è mai fermato"

“Con la costituzione formale di The Economy of Francesco entriamo nel vivo di un cammino che non si è mai fermato. Da oggi i giovani di EoF – spiega il Vescovo di Assisi e presidente della Fondazione – diventano ufficialmente protagonisti di questo percorso che vuole entrare nelle Università, nelle imprese e nel mondo della cooperazione affinché la cultura economica dominante lasci il posto a un nuovo pensiero che abbia a cuore la persona, i suoi carismi, l’ambiente e il territorio, piuttosto che il mero profitto. Ormai è sotto gli occhi di tutti che la cura e il coinvolgimento attivo dei lavoratori e la custodia della casa comune sono elementi da cui neanche gli imprenditori possono prescindere. Il compito di EoF è proprio questo – aggiunge il presidente – far comprendere e diffondere un pensiero economico differente che racchiuda i valori di prossimità, circolarità, sussidiarietà, etica, fraternità ed equità”.

Soddisfazione del vicepresidente della Fondazione Luigino Bruni

Soddisfazione sul nuovo avvio è stata espressa anche dal vicepresidente della Fondazione, Luigino Bruni. “Siamo molto lieti di poter dare il nostro contributo concreto, e sussidiario, ai giovani che hanno risposto alla chiamata di Papa Francesco, e sostenere con i nostri ‘sogni’ di adulti le ‘visioni’ dei giovani” (profeta Gioele). A oltre 5 anni dal lancio di EoF, oggi c’è bisogno di una seconda generazione di giovani economisti che continuino la corsa verso una nuova economia, affiancandosi ai giovani che corrono già: la Fondazione è un aiuto concreto per questo”.

Francesca Di Maolo: “Diamo il via ad un nuovo cammino per mettere al centro la dignità umana"

“Siamo onorati di essere stati chiamati a custodire il processo avviato dal Pontefice con ‘Economy of Francesco’ – ha detto il presidente dell’Istituto Serafico Francesca Di Maolo - ed è con emozione e speranza che oggi, con la nascita della Fondazione Eof, diamo il via a un nuovo cammino, una tappa fondamentale per costruire un'economia capace di mettere al centro la dignità umana, i più fragili e la cura del creato. Da promotori di questo progetto – ha aggiunto - ci impegneremo fin da subito a sostenere un'economia inclusiva, giusta e sostenibile, che sappia davvero accogliere e difendere la vita in ogni sua forma. La nascita di questa Fondazione è un segno di speranza per un cambiamento reale che, partendo dai più giovani, non escluda più nessuno e possa prendersi cura del creato e della salute di tutti”.

Le iniziative di "Economy of Francesco"

Era il 2019 quando papa Francesco chiamava i giovani economisti, imprenditori e change makers del mondo ad avviare un processo di cambiamento per ri-animare l’economia. Da allora, numerose sono state le iniziative che hanno contraddistinto il movimento di pensiero e prassi Economy of Francesco, coinvolgendo migliaia di giovani di tutto il mondo impegnati a testimoniare e promuovere un’economia amica della terra, un’economia di pace, un’economia della vita. Centinaia le conferenze, decine di pubblicazioni, oltre 50 progetti di ricerca, 10 scuole estive in tutto il mondo, decine di startup, 12 villaggi tematici, circa 50 hub locali. Nel 2022 l’evento in presenza ad Assisi e il Patto con Papa Francesco. Alla luce degli ideali sanciti nel Patto, l’ente si muoverà su tre principali aree di intervento: studio e ricerca; impresa e innovazione; formazione e cultura.

V EoF Global Gathering in diretta streaming

Nel pomeriggio del 25 settembre alle 18 in programma il V EoF Global Gathering in diretta streaming sul canale youtube di EoF. Durante il tradizionale evento annuale di aggiornamento e condivisione, sarà anche possibile ascoltare le parole che Papa Francesco rivolgerà ai giovani.]]>
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Assisi, l’anteprima mondiale della mostra immersiva “The Canticle” https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/ https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/#respond Fri, 26 Jul 2024 12:59:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77222 Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
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Il Perdono di Assisi e quello degli assisani, le celebrazioni https://www.lavoce.it/il-perdono-di-assisi-e-quello-degli-assisani-le-celebrazioni/ https://www.lavoce.it/il-perdono-di-assisi-e-quello-degli-assisani-le-celebrazioni/#respond Fri, 26 Jul 2024 08:00:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77192

Il Perdono degli Assisani

In occasione della solennità del “Perdono di Assisi”, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino organizza, come da antica tradizione, il “Perdono degli assisani” che prevede il pellegrinaggio a piedi dal centro della città fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il ritrovo è fissato per giovedì 1 agosto alle ore 5,30 davanti alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva in piazza del Comune ad Assisi; da lì si raggiungerà l’antica via mattonata. Alle ore 7 il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà la messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Il Perdono di Assisi, le celebrazioni principali

Il programma del Perdono di Assisi prevede tante celebrazioni che si terranno nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Ecco le principali: lunedì 29 luglio alle ore 21.15 inizierà il Triduo in preparazione al Perdono. Le meditazioni saranno presiedute da padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, guardiano del Santo monte Sion e del Santissimo Sepolcro di NSJC. Mercoledì 31 luglio alle ore 16.30 si terrà la catechesi penitenziale per tutti, una “guida all’esame di coscienza” in preparazione al sacramento della riconciliazione tenuta da padre Massimo Travascio, custode della Porziuncola. Giovedì 1 agosto sarà il giorno dell’apertura della solennità del Perdono. Alle ore 11, padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori, presiederà la solenne celebrazione eucaristica che terminerà con la processione di “Apertura del Perdono”: così detta perché da quel momento, cioè dalle ore 12 del 1° agosto, fino alle ore 24 del 2 agosto l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane. Alle ore 19, i primi vespri saranno presieduti dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Seguirà l’offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. La tradizionale veglia di preghiera serale alle ore 21.15, con processione aux flambeaux, sarà guidata da padre Gaetano La Speme. Il 2 agosto sarà possibile partecipare alle numerose celebrazioni eucaristiche (ore 7-8-9-10-11.30-17-18), quella solenne delle ore 11.30 sarà presieduta da monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero – Bosa. A partire dalle ore 14 del 2 agosto i giovani della 42esima marcia francescana, guidati dal tema “Vivo con Te”, varcheranno la porta della PorziuncolaIl ministro provinciale dei frati minori di Umbria e Sardegna, padre Francesco Piloni, presiederà alle ore 19 i secondi vespri della solennità. Durante i due giorni di festa la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al sacramento della riconciliazione. La piazza della Basilica, invece, sarà la location di alcuni eventi/spettacoli che faranno da cornice alle celebrazioni liturgiche della Basilica.]]>

Il Perdono degli Assisani

In occasione della solennità del “Perdono di Assisi”, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino organizza, come da antica tradizione, il “Perdono degli assisani” che prevede il pellegrinaggio a piedi dal centro della città fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il ritrovo è fissato per giovedì 1 agosto alle ore 5,30 davanti alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva in piazza del Comune ad Assisi; da lì si raggiungerà l’antica via mattonata. Alle ore 7 il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà la messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Il Perdono di Assisi, le celebrazioni principali

Il programma del Perdono di Assisi prevede tante celebrazioni che si terranno nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Ecco le principali: lunedì 29 luglio alle ore 21.15 inizierà il Triduo in preparazione al Perdono. Le meditazioni saranno presiedute da padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, guardiano del Santo monte Sion e del Santissimo Sepolcro di NSJC. Mercoledì 31 luglio alle ore 16.30 si terrà la catechesi penitenziale per tutti, una “guida all’esame di coscienza” in preparazione al sacramento della riconciliazione tenuta da padre Massimo Travascio, custode della Porziuncola. Giovedì 1 agosto sarà il giorno dell’apertura della solennità del Perdono. Alle ore 11, padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori, presiederà la solenne celebrazione eucaristica che terminerà con la processione di “Apertura del Perdono”: così detta perché da quel momento, cioè dalle ore 12 del 1° agosto, fino alle ore 24 del 2 agosto l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane. Alle ore 19, i primi vespri saranno presieduti dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Seguirà l’offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi, Stefania Proietti. La tradizionale veglia di preghiera serale alle ore 21.15, con processione aux flambeaux, sarà guidata da padre Gaetano La Speme. Il 2 agosto sarà possibile partecipare alle numerose celebrazioni eucaristiche (ore 7-8-9-10-11.30-17-18), quella solenne delle ore 11.30 sarà presieduta da monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Alghero – Bosa. A partire dalle ore 14 del 2 agosto i giovani della 42esima marcia francescana, guidati dal tema “Vivo con Te”, varcheranno la porta della PorziuncolaIl ministro provinciale dei frati minori di Umbria e Sardegna, padre Francesco Piloni, presiederà alle ore 19 i secondi vespri della solennità. Durante i due giorni di festa la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al sacramento della riconciliazione. La piazza della Basilica, invece, sarà la location di alcuni eventi/spettacoli che faranno da cornice alle celebrazioni liturgiche della Basilica.]]>
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Don Oscar Battaglia, una vita per le sacre scritture https://www.lavoce.it/don-oscar-battaglia-una-vita-per-le-sacre-scritture/ https://www.lavoce.it/don-oscar-battaglia-una-vita-per-le-sacre-scritture/#respond Thu, 25 Jul 2024 08:49:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77151

Con Carlo Maria Martini si davano del “tu”. Aveva studiato con i grandissimi del Biblico: De La Potterie, Alonso-Schoekel, Voyé e tanti altri.

Don Oscar era un biblista, ricercatore, predicatore...

Don Oscar Battaglia era un biblista che non conosceva solo grammatica, sintassi e lessico delle lingue antiche, ma anche teologia, magistero e spiritualità. Ha formato decine di grandi biblisti e alimentato la fede di migliaia di umbri e non solo. Ricercatore, docente, predicatore, pastore, formatore di altissimo livello, di lui però, in quest’ora tristissima mi viene al cuore altro.

Sguardo unico e una eleganza sobria

Don Oscar era un uomo molto bello. Uno degli uomini più belli che io abbia mai incontrato. Alto e snello fino a età avanzata. La sua bellezza si manifestava in uno sguardo unico e in una eleganza sobria. Un misto della signorile severità delle montagne in cui era nato e della dolcezza delle colline tra le quali aveva vissuto. Una bellezza, la sua, non solo dote naturale. Tra le Scritture e la Parola c’è un punto di tangenza e, quando arrivi lì, la coscienza si manifesta nella Parola e tutto in te si trasforma. La bellezza di don Oscar si completava lì. I suoi occhi bellissimi erano capaci di uno sguardo non ordinario. Manifestavano misericordia, quella vera, quella senza “miele”.

La parresia e la libertà del Vangelo

Don Oscar è stato un cristiano capace di parresia. Agli inizi degli anni ‘80 facevamo tante cose insieme, Giovani di Ac e Istituto teologico con lui preside. Stavo introducendo un seminario con relatori importanti e sala piena e stavo dicendo un misto di ingenuità e sciocchezze. Lui si alza dall’ultima fila nella quale era seduto, viene al tavolo, prende il microfono e pieno di santa ira smonta le scemenze che stavo dicendo. Io favoleggiavo di morale cristiana e lui ci ricordò che il Signore non chiese ad Abramo quello che aveva chiesto a Noè, ad Osea quello che aveva chiesto a Davide, a Paolo quello che aveva chiesto a Levi. La gioia di assaporare ancora una volta la libertà del Vangelo (in ogni senso del genitivo) fu addirittura più forte della vergogna che provai in quel momento.

Il punto di tangenza tra Scritture e Parola

Nella sua vita, don Oscar ha pagato tanto per la cristiana parresia, ma il suo volto sereno faceva intuire che avevano pagato molto di più gli stressantissimi e acidi ecclesiastici perennemente in cerca di carriera. Don Oscar non solo frequentava quel punto di tangenza tra Scritture e Parola, ma ti ci portava. In tante e in tanti siamo stati portati lì da lui. Ricordo una domenica di gennaio di metà anni ‘70. C’era un incontro del Movimento studenti di Azione cattolica ed eravamo nel seminario regionale di Assisi. Visto il giorno, gli ambienti erano vuoti e freddi. Messa nella cappellina al primo piano. Celebra e predica don Oscar. Il Vangelo era quello del “figliol prodigo”.

Al punto chiave dell’omelia don Oscar chiede: come fece il padre a vederlo mentre era ancora lontano? Mica gli aveva telefonato per dire che stava tornando. Lo vide perché quel padre che lo aveva lasciato partire e aveva accettato di essere morto per quel figlio, era rimasto lì ad aspettare. L’amore con cui quel padre accoglierà è lo stesso con cui aveva rispettato e aspettato. Sono cinquant’anni che sento dentro di me il suono di queste parole di don Oscar e sono una voce decisiva ogni volta che l’ho ascoltata. Tantissime persone mi hanno raccontato esperienze analoghe. Don Oscar sapeva portarti in quel punto di tangenza tra Scritture e Parola perché ne conosceva la strada e ti insegnava che per arrivarci non basta devozione, ma serve anche intelligenza, e serve quella libertà senza la quale l’obbedienza è solo pigrizia o furbizia, preludio al prossimo tradimento.

…poi dovremmo dire del don Oscar confessore o del don Oscar direttore spirituale, ma qui deve scendere il silenzio del segreto. Un segreto che custodiamo in tantissimi: preti, laiche e laici, religiose e religiosi. Non credenti persino. Non so perché in tanti si affannino a irridere e sfasciare la Chiesa del Vangelo, della tradizione (quella vera, non quella dei tradizionalisti), quella del Vaticano II, la Chiesa che don Oscar Battaglia ha amato, testimoniato e fatto conoscere nel senso più pieno di questo verbo massimamente biblico.

Luca Diotallevi

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Con Carlo Maria Martini si davano del “tu”. Aveva studiato con i grandissimi del Biblico: De La Potterie, Alonso-Schoekel, Voyé e tanti altri.

Don Oscar era un biblista, ricercatore, predicatore...

Don Oscar Battaglia era un biblista che non conosceva solo grammatica, sintassi e lessico delle lingue antiche, ma anche teologia, magistero e spiritualità. Ha formato decine di grandi biblisti e alimentato la fede di migliaia di umbri e non solo. Ricercatore, docente, predicatore, pastore, formatore di altissimo livello, di lui però, in quest’ora tristissima mi viene al cuore altro.

Sguardo unico e una eleganza sobria

Don Oscar era un uomo molto bello. Uno degli uomini più belli che io abbia mai incontrato. Alto e snello fino a età avanzata. La sua bellezza si manifestava in uno sguardo unico e in una eleganza sobria. Un misto della signorile severità delle montagne in cui era nato e della dolcezza delle colline tra le quali aveva vissuto. Una bellezza, la sua, non solo dote naturale. Tra le Scritture e la Parola c’è un punto di tangenza e, quando arrivi lì, la coscienza si manifesta nella Parola e tutto in te si trasforma. La bellezza di don Oscar si completava lì. I suoi occhi bellissimi erano capaci di uno sguardo non ordinario. Manifestavano misericordia, quella vera, quella senza “miele”.

La parresia e la libertà del Vangelo

Don Oscar è stato un cristiano capace di parresia. Agli inizi degli anni ‘80 facevamo tante cose insieme, Giovani di Ac e Istituto teologico con lui preside. Stavo introducendo un seminario con relatori importanti e sala piena e stavo dicendo un misto di ingenuità e sciocchezze. Lui si alza dall’ultima fila nella quale era seduto, viene al tavolo, prende il microfono e pieno di santa ira smonta le scemenze che stavo dicendo. Io favoleggiavo di morale cristiana e lui ci ricordò che il Signore non chiese ad Abramo quello che aveva chiesto a Noè, ad Osea quello che aveva chiesto a Davide, a Paolo quello che aveva chiesto a Levi. La gioia di assaporare ancora una volta la libertà del Vangelo (in ogni senso del genitivo) fu addirittura più forte della vergogna che provai in quel momento.

Il punto di tangenza tra Scritture e Parola

Nella sua vita, don Oscar ha pagato tanto per la cristiana parresia, ma il suo volto sereno faceva intuire che avevano pagato molto di più gli stressantissimi e acidi ecclesiastici perennemente in cerca di carriera. Don Oscar non solo frequentava quel punto di tangenza tra Scritture e Parola, ma ti ci portava. In tante e in tanti siamo stati portati lì da lui. Ricordo una domenica di gennaio di metà anni ‘70. C’era un incontro del Movimento studenti di Azione cattolica ed eravamo nel seminario regionale di Assisi. Visto il giorno, gli ambienti erano vuoti e freddi. Messa nella cappellina al primo piano. Celebra e predica don Oscar. Il Vangelo era quello del “figliol prodigo”.

Al punto chiave dell’omelia don Oscar chiede: come fece il padre a vederlo mentre era ancora lontano? Mica gli aveva telefonato per dire che stava tornando. Lo vide perché quel padre che lo aveva lasciato partire e aveva accettato di essere morto per quel figlio, era rimasto lì ad aspettare. L’amore con cui quel padre accoglierà è lo stesso con cui aveva rispettato e aspettato. Sono cinquant’anni che sento dentro di me il suono di queste parole di don Oscar e sono una voce decisiva ogni volta che l’ho ascoltata. Tantissime persone mi hanno raccontato esperienze analoghe. Don Oscar sapeva portarti in quel punto di tangenza tra Scritture e Parola perché ne conosceva la strada e ti insegnava che per arrivarci non basta devozione, ma serve anche intelligenza, e serve quella libertà senza la quale l’obbedienza è solo pigrizia o furbizia, preludio al prossimo tradimento.

…poi dovremmo dire del don Oscar confessore o del don Oscar direttore spirituale, ma qui deve scendere il silenzio del segreto. Un segreto che custodiamo in tantissimi: preti, laiche e laici, religiose e religiosi. Non credenti persino. Non so perché in tanti si affannino a irridere e sfasciare la Chiesa del Vangelo, della tradizione (quella vera, non quella dei tradizionalisti), quella del Vaticano II, la Chiesa che don Oscar Battaglia ha amato, testimoniato e fatto conoscere nel senso più pieno di questo verbo massimamente biblico.

Luca Diotallevi

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Il funerale di mons. Oscar Battaglia nella cattedrale di San Rufino https://www.lavoce.it/il-funerale-di-mons-oscar-battaglia-nella-cattedrale-di-san-rufino/ https://www.lavoce.it/il-funerale-di-mons-oscar-battaglia-nella-cattedrale-di-san-rufino/#respond Wed, 24 Jul 2024 16:21:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77167

“Per quanti lo abbiamo conosciuto, don Oscar si è come identificato con la Parola, meditata, insegnata, testimoniata. È forse il tratto della sua personalità che ci rimarrà più scolpito nella memoria.  Della Parola egli viveva. Ne era innamorato. La accostava con la sapienza di esegeta colto, attento alle tendenze della cultura biblica più aggiornata, ma sempre con equilibrio, senso critico e discernimento ecclesiale”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, all’omelia delle solenni esequie di monsignor Oscar Battaglia celebrate martedì 23 luglio nella cattedrale di San Rufino ad Assisi.

I funerali di mons. Oscar Battaglia

Il clero diocesano, religiosi e religiosi, autorità civili, tra le quali il sindaco di Assisi Stefania Proietti, ed ecclesiastiche ma anche tantissimi fedeli hanno partecipato ai funerali del sacerdote diocesano, importante biblista grande conoscitore della Sacra Scrittura e della Terra Santa che è stato, tra l’altro, preside del Seminario regionale e della Facoltà di scienze religiose. Ha concelebrato il vescovo emerito di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli in rappresentanza dei vescovi Umbri e tanti religiosi e sacerdoti diocesani e di altre diocesi.

L'omelia del vescovo Domenico Sorrentino

“Soprattutto – ha aggiunto il vescovo durante l’omelia - si era dato come programma di vita quello di renderla accessibile a tutti, riflettendone la luce sul versante del mistero divino, sempre più grande dei nostri pensieri, e sul versante del mistero dell’uomo, nella concretezza delle sue espressioni, delle sue traversie, delle sue sfide. Una Parola, insomma, che illumina tutto e a tutto dà senso, ma in modo non magico, dando risposte che suscitano domande ulteriori e chiedendo una ricerca inesausta, mai conclusa finché siamo su questa terra. Si è dedicato a questa missione con incredibile generosità. Non si negava ai mille inviti, dovunque scorgeva il bisogno sincero che la Parola venisse spezzata come pane nutriente. In diocesi lo abbiamo visto attivo nel preparare ogni anno i preziosi quaderni della Scuola di Bibbia e vita cristiana, e lo ha fatto fino a che le dita non sono diventate così tremule da non governare più la tastiera di un computer. Quando gliene feci l'ultima richiesta, non mi disse no, ma mi mostrò le dita. Lo sguardo diceva un infinito rammarico. Ha continuato a fare esegesi con la sua sofferenza accolta con fede. Tanti lo ricorderanno non solo come interprete del Libro santo, ma anche come guida alla Terra Santa, della quale conosceva tutti gli angoli, sapendo dire parole che si inchiodavano nell'animo per sempre”. Al termine del rito funebre la cara salma è stata tumulata presso la cappella del Seminario nel cimitero di Assisi. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77176,77177,77178,77179,77180"]]]>

“Per quanti lo abbiamo conosciuto, don Oscar si è come identificato con la Parola, meditata, insegnata, testimoniata. È forse il tratto della sua personalità che ci rimarrà più scolpito nella memoria.  Della Parola egli viveva. Ne era innamorato. La accostava con la sapienza di esegeta colto, attento alle tendenze della cultura biblica più aggiornata, ma sempre con equilibrio, senso critico e discernimento ecclesiale”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, all’omelia delle solenni esequie di monsignor Oscar Battaglia celebrate martedì 23 luglio nella cattedrale di San Rufino ad Assisi.

I funerali di mons. Oscar Battaglia

Il clero diocesano, religiosi e religiosi, autorità civili, tra le quali il sindaco di Assisi Stefania Proietti, ed ecclesiastiche ma anche tantissimi fedeli hanno partecipato ai funerali del sacerdote diocesano, importante biblista grande conoscitore della Sacra Scrittura e della Terra Santa che è stato, tra l’altro, preside del Seminario regionale e della Facoltà di scienze religiose. Ha concelebrato il vescovo emerito di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli in rappresentanza dei vescovi Umbri e tanti religiosi e sacerdoti diocesani e di altre diocesi.

L'omelia del vescovo Domenico Sorrentino

“Soprattutto – ha aggiunto il vescovo durante l’omelia - si era dato come programma di vita quello di renderla accessibile a tutti, riflettendone la luce sul versante del mistero divino, sempre più grande dei nostri pensieri, e sul versante del mistero dell’uomo, nella concretezza delle sue espressioni, delle sue traversie, delle sue sfide. Una Parola, insomma, che illumina tutto e a tutto dà senso, ma in modo non magico, dando risposte che suscitano domande ulteriori e chiedendo una ricerca inesausta, mai conclusa finché siamo su questa terra. Si è dedicato a questa missione con incredibile generosità. Non si negava ai mille inviti, dovunque scorgeva il bisogno sincero che la Parola venisse spezzata come pane nutriente. In diocesi lo abbiamo visto attivo nel preparare ogni anno i preziosi quaderni della Scuola di Bibbia e vita cristiana, e lo ha fatto fino a che le dita non sono diventate così tremule da non governare più la tastiera di un computer. Quando gliene feci l'ultima richiesta, non mi disse no, ma mi mostrò le dita. Lo sguardo diceva un infinito rammarico. Ha continuato a fare esegesi con la sua sofferenza accolta con fede. Tanti lo ricorderanno non solo come interprete del Libro santo, ma anche come guida alla Terra Santa, della quale conosceva tutti gli angoli, sapendo dire parole che si inchiodavano nell'animo per sempre”. Al termine del rito funebre la cara salma è stata tumulata presso la cappella del Seminario nel cimitero di Assisi. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77176,77177,77178,77179,77180"]]]>
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Monsignor Oscar Battaglia è tornato alla casa del Padre https://www.lavoce.it/monsignor-oscar-battaglia-e-tornato-alla-casa-del-padre/ https://www.lavoce.it/monsignor-oscar-battaglia-e-tornato-alla-casa-del-padre/#respond Sun, 21 Jul 2024 08:04:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77159 Don Oscar Battaglia seduto su una poltrona blu a sinistra il vescovo Sorrentino

È tornato alla Casa del Padre monsignor Oscar Battaglia, sacerdote diocesano, importante biblista grande conoscitore della Sacra Scrittura e della Terra Santa. Don Oscar, come tutti lo conoscevano, è morto nel pomeriggio di sabato 20 luglio alle ore 17.30 nell’infermeria dei Frati minori dell’Umbria e Sardegna a Santa Maria degli Angeli dove era accudito amorevolmente da ormai quasi due anni e dove nelle ultime ore prima della sua dipartita ha ricevuto la vicinanza dei frati e delle persone più care. Proprio due giorni fa aveva voluto ricevere l’unzione degli infermi. Don Oscar era nato nella frazione di Todiano a Preci in Valnerina e dopo brillanti e veloci studi si era specializzato nell’approfondimento della Bibbia e diventato professore di Sacra Scrittura. Ha ricoperto l’incarico di preside del Seminario regionale e della Facoltà di scienze religiose. È stato guida e maestro di riferimento puntuale per tanti pellegrini che ha accompagnato in Terra Santa nei circa centoventi pellegrinaggi effettuati. Il vescovo monsignor Domenico Sorrentino, il consiglio episcopale, il consiglio presbiterale, il collegio dei consultori e l’intera comunità si uniscono in preghiera per il confratello e sono vicini ai parenti del caro Don Oscar. Le esequie saranno celebrate dal vescovo martedì 23 luglio alle ore 16 nella cattedrale di San Rufino. Al termine del rito funebre la salma sarà tumulata presso la cappella del Seminario nel cimitero di Assisi.]]>
Don Oscar Battaglia seduto su una poltrona blu a sinistra il vescovo Sorrentino

È tornato alla Casa del Padre monsignor Oscar Battaglia, sacerdote diocesano, importante biblista grande conoscitore della Sacra Scrittura e della Terra Santa. Don Oscar, come tutti lo conoscevano, è morto nel pomeriggio di sabato 20 luglio alle ore 17.30 nell’infermeria dei Frati minori dell’Umbria e Sardegna a Santa Maria degli Angeli dove era accudito amorevolmente da ormai quasi due anni e dove nelle ultime ore prima della sua dipartita ha ricevuto la vicinanza dei frati e delle persone più care. Proprio due giorni fa aveva voluto ricevere l’unzione degli infermi. Don Oscar era nato nella frazione di Todiano a Preci in Valnerina e dopo brillanti e veloci studi si era specializzato nell’approfondimento della Bibbia e diventato professore di Sacra Scrittura. Ha ricoperto l’incarico di preside del Seminario regionale e della Facoltà di scienze religiose. È stato guida e maestro di riferimento puntuale per tanti pellegrini che ha accompagnato in Terra Santa nei circa centoventi pellegrinaggi effettuati. Il vescovo monsignor Domenico Sorrentino, il consiglio episcopale, il consiglio presbiterale, il collegio dei consultori e l’intera comunità si uniscono in preghiera per il confratello e sono vicini ai parenti del caro Don Oscar. Le esequie saranno celebrate dal vescovo martedì 23 luglio alle ore 16 nella cattedrale di San Rufino. Al termine del rito funebre la salma sarà tumulata presso la cappella del Seminario nel cimitero di Assisi.]]>
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Museo della Memoria. Da Assisi a Firenze sui passi di Gino Bartali https://www.lavoce.it/museo-della-memoria-da-assisi-a-firenze-sui-passi-di-gino-bartali/ https://www.lavoce.it/museo-della-memoria-da-assisi-a-firenze-sui-passi-di-gino-bartali/#respond Wed, 26 Jun 2024 08:25:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76821 Foto di gruppo dei ciclisti davanti all'ingresso del vescovado dove si trova il museo della memeoria di Assisi

Grande emozione martedì 25 giugno mattina al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, quando un gruppo di 45 ciclisti della Bartali – Youth Association in Movement, provenienti da 8 paesi diversi (Stati Uniti, Canada, Australia, Germania, Italia, Brasile, Argentina e Israele) è partito in direzione Firenze.

Un pellegrinaggio di pace, amore e speranza

La missione di questo pellegrinaggio, tra Assisi e il capoluogo toscano, è unire le persone attraverso la passione del ciclismo, portando un messaggio di pace, amore e speranza, ispirandosi all'esempio di Gino Bartali, ricordato all'interno del Museo e arrivando a Firenze, proprio a pochi giorni della grande partenza del Tour de France.

Tra i partecipanti alcuni giovani del kibbutz Nachal Oz scampati al massacro del 7 ottobre

I ciclisti, 32 adulti e 13 ragazzi - tra cui 5 giovani tra i 13 e i 17 anni che arrivano dal Kibbutz Nachal Oz, sopravvissuti al massacro del 7 ottobre - percorreranno il tragitto compiuto tante volte da Gino Bartali per trasportare i documenti falsi per salvare gli ebrei. Prima della partenza, accolti e accompagnati dalla ideatrice e curatrice, Marina Rosati, hanno visitato l'esposizione e donato una bicicletta, carrozzata Bartali, al Museo.

Le parole del fondatore dell'associazione Ran Margaliot e del sindaco Stefania Proietti

Ran Margaliot, il fondatore dell'associazione, ha sottolineato come lo sport e questo viaggio in particolare, per i giovani scampati all'attacco terroristico di ottobre, sia un modo per elaborare quanto è accaduto. “Assisi è stata, è e sarà sempre la vostra casa”, il saluto del sindaco Stefania Proietti. “Portate con voi questo messaggio di pace e solidarietà e fratellanza e aiutateci a far diventare sempre più Assisi una città di pace e la città di tutti. Partite da qui portando nel cuore lo spirito di Assisi”.

Il saluto del vicario don jean Claude Hazoumé

A portare il saluto del vescovo monsignor Domenico Sorrentino è stato il vicario generale della diocesi don Jean Claude Hazoumé, che ha ricordato come “Bartali si sia messo al servizio di un bene superiore. Anche voi seguite questi esempi: auguri e buon cammino a tutti”.

Gioia Bartali: Assisi è la mia seconda casa, qui sento vicino mio nonno

Presente anche la nipote di Gino, Gioia Bartali che ha sottolineato che "non c’è un posto come Assisi in cui io senta mio nonno: è la mia seconda casa e qui lo sento vicino. Ogni volta che vi rivedo per me è una grande gioia, a voi mi legano tanti ricordi. In questi anni in cui partecipato a incontri pubblici o a iniziative nelle scuole mi sono resa conto di quanto sia amato mio nonno, innanzitutto come sportivo ma poi, venendo a conoscenza di quello che ha fatto, aumenta l'affetto per l'uomo". Bartali Youth in Movement è una fondazione no-profit fondata dall'ex ciclista israeliano Ran Margaliot. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="76844,76840,76839,76838,76837,76836,76835,76834"]]]>
Foto di gruppo dei ciclisti davanti all'ingresso del vescovado dove si trova il museo della memeoria di Assisi

Grande emozione martedì 25 giugno mattina al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, quando un gruppo di 45 ciclisti della Bartali – Youth Association in Movement, provenienti da 8 paesi diversi (Stati Uniti, Canada, Australia, Germania, Italia, Brasile, Argentina e Israele) è partito in direzione Firenze.

Un pellegrinaggio di pace, amore e speranza

La missione di questo pellegrinaggio, tra Assisi e il capoluogo toscano, è unire le persone attraverso la passione del ciclismo, portando un messaggio di pace, amore e speranza, ispirandosi all'esempio di Gino Bartali, ricordato all'interno del Museo e arrivando a Firenze, proprio a pochi giorni della grande partenza del Tour de France.

Tra i partecipanti alcuni giovani del kibbutz Nachal Oz scampati al massacro del 7 ottobre

I ciclisti, 32 adulti e 13 ragazzi - tra cui 5 giovani tra i 13 e i 17 anni che arrivano dal Kibbutz Nachal Oz, sopravvissuti al massacro del 7 ottobre - percorreranno il tragitto compiuto tante volte da Gino Bartali per trasportare i documenti falsi per salvare gli ebrei. Prima della partenza, accolti e accompagnati dalla ideatrice e curatrice, Marina Rosati, hanno visitato l'esposizione e donato una bicicletta, carrozzata Bartali, al Museo.

Le parole del fondatore dell'associazione Ran Margaliot e del sindaco Stefania Proietti

Ran Margaliot, il fondatore dell'associazione, ha sottolineato come lo sport e questo viaggio in particolare, per i giovani scampati all'attacco terroristico di ottobre, sia un modo per elaborare quanto è accaduto. “Assisi è stata, è e sarà sempre la vostra casa”, il saluto del sindaco Stefania Proietti. “Portate con voi questo messaggio di pace e solidarietà e fratellanza e aiutateci a far diventare sempre più Assisi una città di pace e la città di tutti. Partite da qui portando nel cuore lo spirito di Assisi”.

Il saluto del vicario don jean Claude Hazoumé

A portare il saluto del vescovo monsignor Domenico Sorrentino è stato il vicario generale della diocesi don Jean Claude Hazoumé, che ha ricordato come “Bartali si sia messo al servizio di un bene superiore. Anche voi seguite questi esempi: auguri e buon cammino a tutti”.

Gioia Bartali: Assisi è la mia seconda casa, qui sento vicino mio nonno

Presente anche la nipote di Gino, Gioia Bartali che ha sottolineato che "non c’è un posto come Assisi in cui io senta mio nonno: è la mia seconda casa e qui lo sento vicino. Ogni volta che vi rivedo per me è una grande gioia, a voi mi legano tanti ricordi. In questi anni in cui partecipato a incontri pubblici o a iniziative nelle scuole mi sono resa conto di quanto sia amato mio nonno, innanzitutto come sportivo ma poi, venendo a conoscenza di quello che ha fatto, aumenta l'affetto per l'uomo". Bartali Youth in Movement è una fondazione no-profit fondata dall'ex ciclista israeliano Ran Margaliot. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="76844,76840,76839,76838,76837,76836,76835,76834"]]]>
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Carlo Acutis veicolò valori validi per tutti, intervista alla mamma Antonia https://www.lavoce.it/carlo-acutis-veicolo-valori-validi-per-tutti-intervista-alla-mamma-antonia/ https://www.lavoce.it/carlo-acutis-veicolo-valori-validi-per-tutti-intervista-alla-mamma-antonia/#respond Thu, 06 Jun 2024 10:32:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76515 Antonia Salzano è in primo piano, a mezzo busto, con i capelli raccolti, un abito nero e un foulard sui toni del grigio e nero. Sullo sfondo a sinsitrea l'immagine di carlo Acutis con lo zaino sulle spalle e dietro l'ostensorio

“Quando è arrivata la notizia della canonizzazione siamo stati tutti felicissimi, soprattutto tutti i devoti che ha Carlo sparsi nel mondo. Io sono contenta in modo particolare perché Carlo sicuramente veicola dei valori che ha vissuto e testimoniato, condivisibili anche da persone lontane dalla fede, persino non credenti: rispetto umano, tolleranza, l’amore per tutti i popoli. Carlo era amico di tutti, di persone appartenenti a religioni diverse, l’amore per i poveri, l’amore per coloro che sono meno fortunati. Carlo si è fatto prossimo, aiutava i clochard per strada, sacco a pelo, coperte, bevande, cibo.

E poi anche la sua essenzialità, in un mondo così a volte materiale. Se gli volevo comprare due paia di scarpe diceva che uno era sufficiente, che potevamo aiutare un povero in più, che c’è gente che muore di fame. E poi l’amore per la natura, per il creato e gli animali. Sicuramente tante cose che Carlo ha vissuto e che possono essere motivo di ispirazione per tanti”. È un fiume in piena Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis, quando la incontriamo nella sua casa di Assisi. Da anni ormai non fa che sottolineare la normalità di questo suo figlio, salito in Cielo quindicenne, dopo una vita caratterizzata dall’eucaristia, che definiva la sua “autostrada per il Cielo”.

Perché la vita di suo figlio riesce ad arrivare a tutti, nel profondo?

“Io credo che la vita di Carlo riesca a colpire persone di tutti i tipi, giovani e meno giovani, proprio perché Carlo incarna dei valori condivisibili da tutti, ma soprattutto per la sua freschezza, la sua luminosità. E penso che veramente il Signore attraverso Carlo stia facendo tante grazie e stia toccando tanti cuori. Ci sono poi i disegni misteriosi di Dio, ma credo soprattutto per la sua purezza di cuore e questa purezza anche di vita che ha avuto e che traspare dal suo viso, dal modo di essere, da come Carlo si poneva”.

Lei ha conosciuto la ragazza miracolata e sua madre. Cosa l’ha colpita di loro?

“Ho incontrato la ragazza per la quale è stato riconosciuto questo secondo miracolo. Una giovane straniera, studentessa qui in Italia che ha avuto un incidente gravissimo in bicicletta ed è stata appesa tra la vita e la morte, avrebbe potuto avere anche gravissime menomazioni. La cosa straordinaria è che la mamma, che si trovava per coincidenza in Italia per venire a trovare la figlia, quando ha saputo di questo gravissimo incidente e che ormai avevano dato per morta la figlia, è venuta come ultimo atto disperato ad Assisi, tutto il giorno inginocchiata davanti alla tomba di Carlo a chiedere la grazia e la ragazza è uscita indenne senza nessun danno. E questo è stato il miracolo scelto proprio per la canonizzazione. Ma noi, tutti i giorni riceviamo notizie di possibili miracoli di Carlo, con documentazione medica, di conversioni, anche di altri tipi di grazie, non solo di guarigione. Questo perché veramente tanti lo pregano e ricevono delle risposte dal Cielo, attraverso Carlo. Quindi siamo contenti di questo miracolo e speriamo che questo possa aiutare tante altre persone, soprattutto a imitare Carlo nella sua vita, l’amore per il prossimo e anche il suo cammino spirituale”.

C'è un messaggio che lei vuole lanciare a chi vede in Carlo un punto di riferimento nella vita quotidiana?

“Io penso che il Signore ispiri i santi per darci dei segni di speranza, perché poi in fondo tutti noi siamo unici. Diceva Carlo che tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopie e morire come fotocopie per Carlo significava non realizzare quel progetto unico e irripetibile che Dio ha pensato per ognuno di noi sin dall’eternità. Progetto di santità e di unicità: ognuno è speciale. Nonostante i pericoli in mezzo ai quali è vissuto - come droga, alcol, pornografia e tutti i messaggi che incitano alla violenza - Carlo è passato indenne e continua a ripeterci ‘come ce l'ho fatta io, ce la potete fare anche voi’. Quindi è un segno veramente bello e credo che davvero questo sia il messaggio principale: essere originali e non fotocopie”.

M.B. - D.M.

Acutis santo: il “sì” del Papa arriva ufficialmente il 1° luglio

Lunedì 1° luglio alle ore 9 in Vaticano, Papa Francesco presiederà il Concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione, tra le quali c’è quella di Carlo Acutis.

La data è riportata nel calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo padre fino al mese di settembre. Nella “Promulgazione di decreti del dicastero delle Cause dei Santi” del 23 maggio scorso è scritto che durante l’udienza concessa al card. Marcello Semeraro, prefetto del dicastero stesso, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei decreti sul miracolo attribuito all’intercessione del beato Carlo Acutis, fedele laico, nato il 3 maggio 1991 a Londra (in Inghilterra) e morto il 12 ottobre 2006 a Monza.

Oltre ad Acutis, il Concistoro riguarderà anche la canonizzazione dei beati Giuseppe Allamano, Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra.

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Antonia Salzano è in primo piano, a mezzo busto, con i capelli raccolti, un abito nero e un foulard sui toni del grigio e nero. Sullo sfondo a sinsitrea l'immagine di carlo Acutis con lo zaino sulle spalle e dietro l'ostensorio

“Quando è arrivata la notizia della canonizzazione siamo stati tutti felicissimi, soprattutto tutti i devoti che ha Carlo sparsi nel mondo. Io sono contenta in modo particolare perché Carlo sicuramente veicola dei valori che ha vissuto e testimoniato, condivisibili anche da persone lontane dalla fede, persino non credenti: rispetto umano, tolleranza, l’amore per tutti i popoli. Carlo era amico di tutti, di persone appartenenti a religioni diverse, l’amore per i poveri, l’amore per coloro che sono meno fortunati. Carlo si è fatto prossimo, aiutava i clochard per strada, sacco a pelo, coperte, bevande, cibo.

E poi anche la sua essenzialità, in un mondo così a volte materiale. Se gli volevo comprare due paia di scarpe diceva che uno era sufficiente, che potevamo aiutare un povero in più, che c’è gente che muore di fame. E poi l’amore per la natura, per il creato e gli animali. Sicuramente tante cose che Carlo ha vissuto e che possono essere motivo di ispirazione per tanti”. È un fiume in piena Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis, quando la incontriamo nella sua casa di Assisi. Da anni ormai non fa che sottolineare la normalità di questo suo figlio, salito in Cielo quindicenne, dopo una vita caratterizzata dall’eucaristia, che definiva la sua “autostrada per il Cielo”.

Perché la vita di suo figlio riesce ad arrivare a tutti, nel profondo?

“Io credo che la vita di Carlo riesca a colpire persone di tutti i tipi, giovani e meno giovani, proprio perché Carlo incarna dei valori condivisibili da tutti, ma soprattutto per la sua freschezza, la sua luminosità. E penso che veramente il Signore attraverso Carlo stia facendo tante grazie e stia toccando tanti cuori. Ci sono poi i disegni misteriosi di Dio, ma credo soprattutto per la sua purezza di cuore e questa purezza anche di vita che ha avuto e che traspare dal suo viso, dal modo di essere, da come Carlo si poneva”.

Lei ha conosciuto la ragazza miracolata e sua madre. Cosa l’ha colpita di loro?

“Ho incontrato la ragazza per la quale è stato riconosciuto questo secondo miracolo. Una giovane straniera, studentessa qui in Italia che ha avuto un incidente gravissimo in bicicletta ed è stata appesa tra la vita e la morte, avrebbe potuto avere anche gravissime menomazioni. La cosa straordinaria è che la mamma, che si trovava per coincidenza in Italia per venire a trovare la figlia, quando ha saputo di questo gravissimo incidente e che ormai avevano dato per morta la figlia, è venuta come ultimo atto disperato ad Assisi, tutto il giorno inginocchiata davanti alla tomba di Carlo a chiedere la grazia e la ragazza è uscita indenne senza nessun danno. E questo è stato il miracolo scelto proprio per la canonizzazione. Ma noi, tutti i giorni riceviamo notizie di possibili miracoli di Carlo, con documentazione medica, di conversioni, anche di altri tipi di grazie, non solo di guarigione. Questo perché veramente tanti lo pregano e ricevono delle risposte dal Cielo, attraverso Carlo. Quindi siamo contenti di questo miracolo e speriamo che questo possa aiutare tante altre persone, soprattutto a imitare Carlo nella sua vita, l’amore per il prossimo e anche il suo cammino spirituale”.

C'è un messaggio che lei vuole lanciare a chi vede in Carlo un punto di riferimento nella vita quotidiana?

“Io penso che il Signore ispiri i santi per darci dei segni di speranza, perché poi in fondo tutti noi siamo unici. Diceva Carlo che tutti nascono originali ma molti muoiono fotocopie e morire come fotocopie per Carlo significava non realizzare quel progetto unico e irripetibile che Dio ha pensato per ognuno di noi sin dall’eternità. Progetto di santità e di unicità: ognuno è speciale. Nonostante i pericoli in mezzo ai quali è vissuto - come droga, alcol, pornografia e tutti i messaggi che incitano alla violenza - Carlo è passato indenne e continua a ripeterci ‘come ce l'ho fatta io, ce la potete fare anche voi’. Quindi è un segno veramente bello e credo che davvero questo sia il messaggio principale: essere originali e non fotocopie”.

M.B. - D.M.

Acutis santo: il “sì” del Papa arriva ufficialmente il 1° luglio

Lunedì 1° luglio alle ore 9 in Vaticano, Papa Francesco presiederà il Concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione, tra le quali c’è quella di Carlo Acutis.

La data è riportata nel calendario delle celebrazioni presiedute dal Santo padre fino al mese di settembre. Nella “Promulgazione di decreti del dicastero delle Cause dei Santi” del 23 maggio scorso è scritto che durante l’udienza concessa al card. Marcello Semeraro, prefetto del dicastero stesso, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei decreti sul miracolo attribuito all’intercessione del beato Carlo Acutis, fedele laico, nato il 3 maggio 1991 a Londra (in Inghilterra) e morto il 12 ottobre 2006 a Monza.

Oltre ad Acutis, il Concistoro riguarderà anche la canonizzazione dei beati Giuseppe Allamano, Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra.

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“Con il cuore. Nel nome di Francesco”, la maratona di solidarietà su Rai 1 https://www.lavoce.it/con-il-cuore-nel-nome-di-francesco-la-maratona-di-solidarieta-su-rai-1/ https://www.lavoce.it/con-il-cuore-nel-nome-di-francesco-la-maratona-di-solidarieta-su-rai-1/#respond Thu, 06 Jun 2024 09:22:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76496 La basilica superiore di San Francesco ad Assisi di notte, davanti al sagrato il concerto

Dalla “old generation” - Ricchi e Poveri, Fausto Leali, Orietta Berti - alla “new generation” - The Kolors, Maninni, Nigiotti…i protagonisti del concerto benefico "Con il cuore" condotto da Carlo Conti riscalda i motori per il suo prossimo Sanremo. In diretta dal sagrato della chiesa superiore della Basilica di San Francesco oggi, 6 giugno, alle 21.30 su Rai1, Rai Radio1 e in streaming su RaiPlay. In questa XXII edizione della maratona solidale i frati del Sacro Convento di San Francesco saranno ancora una volta accanto ai bisognosi in Italia e nel mondo e alle popolazioni di Gaza e Betlemme.

Da Assisi un appello per la pace, tra musica e testimonianze

“In questo momento la solidarietà è la risposta a quella parte di mondo indifferente al dramma della guerra - ha dichiarato padre Enzo Fortunato, coordinatore dell’evento -. Da Assisi vogliamo rispondere con un appello per la pace e il prendersi cura dei fratelli e delle sorelle in difficoltà. È lo stesso san Francesco ad insegnarci a farci prossimi degli emarginati, degli ultimi, dei dimenticati. Cogliamo quindi l’invito di papa Francesco, vogliamo che da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace!". Anche in questa edizione alla musica degli artisti si alterneranno le testimonianze di frati e suore impegnati in prima linea nell'accoglienza e nella cura delle persone in difficoltà.

Le parole di fra Marco Moroni

"Dalla magnifica cornice della basilica e del Sacro Convento - ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento -, ancora una volta noi frati vogliamo farci tramite della solidarietà da parte di tanti amici che, con il cuore pieno di affetto, come fece e come invitò a fare san Francesco, decidono di non trattenere per sé, per andare incontro a tante situazioni di povertà e di disagio, in Italia e nel mondo. Ci aspettiamo come sempre una risposta corale, decisa, gioiosa, perché molti possano beneficiare del vostro dono!".

Il foulard con san Francesco che riceve le stimmate

Anche quest’anno il maestro Claudio Cutuli rinnova il suo appuntamento con la solidarietà, rappresentando in un foulard “San Francesco riceve le stimmate”. Diciannovesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco, l’opera raffigura il momento in cui san Francesco riceve le stimmate a La Verna da Gesù, che ha l’aspetto di un angelo serafino.

Gli sponsor e il contributo di Rai e Poste italiane

L'iniziativa è promossa dal Sacro Convento di Assisi e dall’Istituto per il Credito Sportivo, banca pubblica per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura. Dal 2015 il Credito Sportivo è al fianco del Sacro Convento per sostenere concretamente le opere francescane, una sinergia nata nel segno della generosità per aiutare decine di migliaia di bambini, famiglie e anziani in difficoltà. Un’iniziativa che rafforza l’impegno della banca pubblica al servizio dello Sport e della Cultura per coniugare la responsabilità sociale a quella per lo sviluppo del Paese.

Alla realizzazione dell’evento ha contribuito Poste Italiane. La produzione televisiva del programma Con il Cuore, nel nome di Francesco è affidata alla Rai. La Campagna solidale ha il supporto informativo di Rai per la Sostenibilità attraverso i canali editoriali Rai. Il programma solidale verrà inoltre reso accessibile da Rai Pubblica Utilità attraverso i sottotitoli per non udenti, attivando la pagina 777 di Televideo, e l’audiodescrizione per i non vedenti sul canale dedicato di Rai1 e sullo streaming di RaiPlay, interamente tradotto in LIS (Lingua Italiana dei Segni).

Sostieni Con il Cuore, nel nome di Francesco di Assisi: fino al 30 giugno dona 2 euro al 45515 con un sms da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Oppure 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali e Geny Communications e 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile. Per maggiori informazioni e per sostenere i progetti visita il sito www.conilcuore.info.

I progetti

La maratona di solidarietà dei frati del Sacro Convento di San Francesco è riuscita a raccogliere negli anni oltre 15 milioni di euro per realizzare oltre 140 progetti in 37 paesi. Questi i progetti sostenuti quest’anno.

Roma: un figlio ricoverato all'Ospedale Bambino Gesù, a volte per lunghi mesi, può creare un problema economico importante nelle famiglie. I frati hanno per questo aperto la “Casa del Papà” di Roma. Ai padri dei piccoli in cura al Bambino Gesù viene offerto un alloggio gratuito, la colazione e la cena.

Italia: in questa edizione di Con il Cuore saranno otto i progetti in Italia. Oltre alle mense francescane di Bologna, Milano, Napoli, Pescara e Roma verrà supportata la creazione di una nuova mensa a Palmi (RC); a Comiso (RG) verrà supportato un centro ricreativo per anziani vulnerabili; a Spello (PG) saranno garantire borse lavoro per giovani ragazzi autistici.

Gaza e Betlemme: a Gaza saranno forniti ai civili stremati dalla guerra aiuti umanitari come acqua potabile, cibo, farmaci, latte in polvere e prodotti per l’infanzia. A Betlemme saranno aiutati i nuovi poveri, cioè coloro che hanno perso il lavoro a causa della guerra in corso tramite buoni pasto, farmaci salvavita, visite mediche gratuite e il reinserimento lavorativo.

Haiti: supporto al centro “Buon Samaritano” che accoglie e si prende cura, 24 ore su 24, degli anziani malati e abbandonati; ristrutturazione del centro sanitario “Guichard” che assiste e cura i più vulnerabili; Costruzione di pozzi per l’acqua potabile per migliorare le condizione di vita della popolazione.

India: ristrutturazione della scuola “Asha Bhavan” per bambini con gravi disabilità. Verranno realizzate nuove sale all’avanguardia per le terapie e saranno garantite ai piccoli le migliori cure, un’istruzione e una formazione inclusiva.

Venezuela: ristrutturazione del centro Caritas “San José”. Il Centro è un luogo di attenzione alla comunità, dove si svolgono attività di promozione sociale e di aiuto ai più poveri: cucine comunitarie, banco dei farmaci, controllo della malnutrizione nei bambini e negli anziani.

Burkina Faso: acquisto di un pulmino. Il progetto, in particolare, sarà a servizio delle attività socio-caritative dei frati francescani con il trasporto di materiale in favore della popolazione indigente e portare in ospedale chi è privo di mezzi.

Kenya: acquisto macchinari per il Centro medico San Giovanni Paolo II. I frati francescani nella città di Ruiri vogliono garantire alla povera gente una qualità di vita migliore attraverso l’accesso alle cure. Si prevede l’acquisto di nuove attrezzature sanitarie per ampliare i servizi medici offerti dal Centro (radiografie dentali, fisioterapia, oftalmologia, parti cesarei). Inoltre si ridurranno i tempi di attesa per ricevere le cure.

Tanzania: a Dar Es Salaam saranno costruiti nuovi laboratori per i bambini e ragazzi della scuola dei frati “San Massimiliano Kolbe”. A Morogoro si prevede l’acquisto di un trattore agricolo per la fattoria dei frati per aumentare la produzione agricola e sostenere in maniera migliore le famiglie povere.

Romania: una fabbrica sociale per sostenere i poveri. I frati hanno fondato una fabbrica di blocchi di cemento grazie alla quale sostengono l’educazione dei bambini poveri e forniscono aiuti alle loro famiglie. I frati sono stati costretti a fermare le attività poiché l’impianto si è rotto, il progetto permetterà di riprendere le attività della fabbrica.

Libano: Centro di accoglienza “Saint Paul” per bambini orfani o svantaggiati. Il Centro accoglie bambine e bambini dai 3 ai 14 anni e fornisce loro educazione, pasti caldi, prodotti igienici, sostegno psicologico, sociale e spirituale. Il progetto oltre a garantire tutto il necessario ai bambini prevede anche la ristrutturazione del Centro.

Benin: costruzione del Centro di educazione e formazione professionale dei giovani. Il progetto prevede il completamento delle camere e della mensa del Centro che una volta completato offrirà ai giovani che provengono da famiglie povere un’educazione e una professione, combattendo l’abbandono scolastico e l’emigrazione.

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La basilica superiore di San Francesco ad Assisi di notte, davanti al sagrato il concerto

Dalla “old generation” - Ricchi e Poveri, Fausto Leali, Orietta Berti - alla “new generation” - The Kolors, Maninni, Nigiotti…i protagonisti del concerto benefico "Con il cuore" condotto da Carlo Conti riscalda i motori per il suo prossimo Sanremo. In diretta dal sagrato della chiesa superiore della Basilica di San Francesco oggi, 6 giugno, alle 21.30 su Rai1, Rai Radio1 e in streaming su RaiPlay. In questa XXII edizione della maratona solidale i frati del Sacro Convento di San Francesco saranno ancora una volta accanto ai bisognosi in Italia e nel mondo e alle popolazioni di Gaza e Betlemme.

Da Assisi un appello per la pace, tra musica e testimonianze

“In questo momento la solidarietà è la risposta a quella parte di mondo indifferente al dramma della guerra - ha dichiarato padre Enzo Fortunato, coordinatore dell’evento -. Da Assisi vogliamo rispondere con un appello per la pace e il prendersi cura dei fratelli e delle sorelle in difficoltà. È lo stesso san Francesco ad insegnarci a farci prossimi degli emarginati, degli ultimi, dei dimenticati. Cogliamo quindi l’invito di papa Francesco, vogliamo che da ogni terra si levi un’unica voce: no alla guerra, no alla violenza, sì al dialogo, sì alla pace!". Anche in questa edizione alla musica degli artisti si alterneranno le testimonianze di frati e suore impegnati in prima linea nell'accoglienza e nella cura delle persone in difficoltà.

Le parole di fra Marco Moroni

"Dalla magnifica cornice della basilica e del Sacro Convento - ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento -, ancora una volta noi frati vogliamo farci tramite della solidarietà da parte di tanti amici che, con il cuore pieno di affetto, come fece e come invitò a fare san Francesco, decidono di non trattenere per sé, per andare incontro a tante situazioni di povertà e di disagio, in Italia e nel mondo. Ci aspettiamo come sempre una risposta corale, decisa, gioiosa, perché molti possano beneficiare del vostro dono!".

Il foulard con san Francesco che riceve le stimmate

Anche quest’anno il maestro Claudio Cutuli rinnova il suo appuntamento con la solidarietà, rappresentando in un foulard “San Francesco riceve le stimmate”. Diciannovesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco, l’opera raffigura il momento in cui san Francesco riceve le stimmate a La Verna da Gesù, che ha l’aspetto di un angelo serafino.

Gli sponsor e il contributo di Rai e Poste italiane

L'iniziativa è promossa dal Sacro Convento di Assisi e dall’Istituto per il Credito Sportivo, banca pubblica per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura. Dal 2015 il Credito Sportivo è al fianco del Sacro Convento per sostenere concretamente le opere francescane, una sinergia nata nel segno della generosità per aiutare decine di migliaia di bambini, famiglie e anziani in difficoltà. Un’iniziativa che rafforza l’impegno della banca pubblica al servizio dello Sport e della Cultura per coniugare la responsabilità sociale a quella per lo sviluppo del Paese.

Alla realizzazione dell’evento ha contribuito Poste Italiane. La produzione televisiva del programma Con il Cuore, nel nome di Francesco è affidata alla Rai. La Campagna solidale ha il supporto informativo di Rai per la Sostenibilità attraverso i canali editoriali Rai. Il programma solidale verrà inoltre reso accessibile da Rai Pubblica Utilità attraverso i sottotitoli per non udenti, attivando la pagina 777 di Televideo, e l’audiodescrizione per i non vedenti sul canale dedicato di Rai1 e sullo streaming di RaiPlay, interamente tradotto in LIS (Lingua Italiana dei Segni).

Sostieni Con il Cuore, nel nome di Francesco di Assisi: fino al 30 giugno dona 2 euro al 45515 con un sms da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Oppure 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali e Geny Communications e 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile. Per maggiori informazioni e per sostenere i progetti visita il sito www.conilcuore.info.

I progetti

La maratona di solidarietà dei frati del Sacro Convento di San Francesco è riuscita a raccogliere negli anni oltre 15 milioni di euro per realizzare oltre 140 progetti in 37 paesi. Questi i progetti sostenuti quest’anno.

Roma: un figlio ricoverato all'Ospedale Bambino Gesù, a volte per lunghi mesi, può creare un problema economico importante nelle famiglie. I frati hanno per questo aperto la “Casa del Papà” di Roma. Ai padri dei piccoli in cura al Bambino Gesù viene offerto un alloggio gratuito, la colazione e la cena.

Italia: in questa edizione di Con il Cuore saranno otto i progetti in Italia. Oltre alle mense francescane di Bologna, Milano, Napoli, Pescara e Roma verrà supportata la creazione di una nuova mensa a Palmi (RC); a Comiso (RG) verrà supportato un centro ricreativo per anziani vulnerabili; a Spello (PG) saranno garantire borse lavoro per giovani ragazzi autistici.

Gaza e Betlemme: a Gaza saranno forniti ai civili stremati dalla guerra aiuti umanitari come acqua potabile, cibo, farmaci, latte in polvere e prodotti per l’infanzia. A Betlemme saranno aiutati i nuovi poveri, cioè coloro che hanno perso il lavoro a causa della guerra in corso tramite buoni pasto, farmaci salvavita, visite mediche gratuite e il reinserimento lavorativo.

Haiti: supporto al centro “Buon Samaritano” che accoglie e si prende cura, 24 ore su 24, degli anziani malati e abbandonati; ristrutturazione del centro sanitario “Guichard” che assiste e cura i più vulnerabili; Costruzione di pozzi per l’acqua potabile per migliorare le condizione di vita della popolazione.

India: ristrutturazione della scuola “Asha Bhavan” per bambini con gravi disabilità. Verranno realizzate nuove sale all’avanguardia per le terapie e saranno garantite ai piccoli le migliori cure, un’istruzione e una formazione inclusiva.

Venezuela: ristrutturazione del centro Caritas “San José”. Il Centro è un luogo di attenzione alla comunità, dove si svolgono attività di promozione sociale e di aiuto ai più poveri: cucine comunitarie, banco dei farmaci, controllo della malnutrizione nei bambini e negli anziani.

Burkina Faso: acquisto di un pulmino. Il progetto, in particolare, sarà a servizio delle attività socio-caritative dei frati francescani con il trasporto di materiale in favore della popolazione indigente e portare in ospedale chi è privo di mezzi.

Kenya: acquisto macchinari per il Centro medico San Giovanni Paolo II. I frati francescani nella città di Ruiri vogliono garantire alla povera gente una qualità di vita migliore attraverso l’accesso alle cure. Si prevede l’acquisto di nuove attrezzature sanitarie per ampliare i servizi medici offerti dal Centro (radiografie dentali, fisioterapia, oftalmologia, parti cesarei). Inoltre si ridurranno i tempi di attesa per ricevere le cure.

Tanzania: a Dar Es Salaam saranno costruiti nuovi laboratori per i bambini e ragazzi della scuola dei frati “San Massimiliano Kolbe”. A Morogoro si prevede l’acquisto di un trattore agricolo per la fattoria dei frati per aumentare la produzione agricola e sostenere in maniera migliore le famiglie povere.

Romania: una fabbrica sociale per sostenere i poveri. I frati hanno fondato una fabbrica di blocchi di cemento grazie alla quale sostengono l’educazione dei bambini poveri e forniscono aiuti alle loro famiglie. I frati sono stati costretti a fermare le attività poiché l’impianto si è rotto, il progetto permetterà di riprendere le attività della fabbrica.

Libano: Centro di accoglienza “Saint Paul” per bambini orfani o svantaggiati. Il Centro accoglie bambine e bambini dai 3 ai 14 anni e fornisce loro educazione, pasti caldi, prodotti igienici, sostegno psicologico, sociale e spirituale. Il progetto oltre a garantire tutto il necessario ai bambini prevede anche la ristrutturazione del Centro.

Benin: costruzione del Centro di educazione e formazione professionale dei giovani. Il progetto prevede il completamento delle camere e della mensa del Centro che una volta completato offrirà ai giovani che provengono da famiglie povere un’educazione e una professione, combattendo l’abbandono scolastico e l’emigrazione.

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Carlo Acutis sarà santo. Papa Francesco ha riconosciuto il miracolo https://www.lavoce.it/carlo-acutis-sara-santo-papa-francesco-ha-riconosciuto-il-miracolo/ https://www.lavoce.it/carlo-acutis-sara-santo-papa-francesco-ha-riconosciuto-il-miracolo/#respond Wed, 29 May 2024 10:27:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76527 La tomba di Carlo Acutis chiusa, di lato sulla destra l'immagine del giovane con il tabernacolo

Carlo Acutis diventerà presto santo. Il 23 maggio scorso è stata la Sala stampa vaticana a riferire del riconoscimento di un miracolo compiuto per intercessione del beato Carlo Acutis da parte di Papa Francesco, il quale ha autorizzato il Dicastero per le cause dei santi a pubblicare il relativo decreto. Una notizia che apre di fatto il percorso verso la sua canonizzazione.

Chi era Carlo Acutis

Lo studente lombardo, morto quindicenne di leucemia fulminante, era nato il 3 maggio 1991 a Londra e morto il 12 ottobre 2006 a Monza. Era un ragazzo come tanti, che passava le sue giornate tra la scuola, presso il liceo dei gesuiti del Leone XIII, gli amici, le passioni della sua età e il volontariato verso i poveri.

Sin da piccolo ha sempre dimostrato una fede rara che alimentava giornalmente con l’eucarestia. Esperto di computer e dei social, che usava per testimoniare la sua fede, oggi è diventato modello di vita per tanti giovani. In molti lo hanno già definito “patrono di internet”. Attualmente il suo corpo riposa nel santuario della Spogliazione di Assisi, città che amava visitare per ritemprare lo spirito e dove aveva chiesto di essere sepolto. Sempre ad Assisi è stato beatificato il 10 ottobre 2020.

La gioia della diocesi di Assisi nelle parole del vescovo Domenico Sorrentino

La notizia del riconoscimento del miracolo ha subito suscitato una grande gioia nella diocesi di Assisi, e tra i tanti a lui devoti. “In data da definire – ha scritto in un comunicato subito dopo l’annuncio il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino - Carlo sarà proclamato santo, passando così dal culto locale che è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati. La Chiesa di Assisi è in festa”. “Esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo”.

Le parole della mamma di Carlo, Antonia Salzano

In un’intervista pubblicata sul sito della diocesi di Assisi la mamma di Carlo, Antonia Salzano, ha definito la notizia della prossima canonizzazione “un grande dono che il Signore ci ha fatto, grazie al vescovo Sorrentino e alla Chiesa di Milano, grazie ai fedeli e a Papa Francesco: abbiamo pregato tanto per la canonizzazione e speriamo che il beato Carlo Acutis continui a fare grazie e miracoli come sta facendo”.

Le parole di mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano

“Un santo adolescente, vicino a san Francesco, con lo sguardo alle cime – così Carlo viene definito da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nella cui diocesi il ragazzo è cresciuto nella fede - . “Con i suoi blue jeans e la sua felpa in giro per le strade di ogni giorno, sia per tutti noi testimone della voglia di vivere, del gusto per il bene, dello stupore per la bellezza e sia esempio da seguire per coloro che alimentano la lampada che abbiamo acceso in Assisi”.

Il miracolo riconosciuto

Ma chi è la destinataria del miracolo? Si tratta di una giovane ventunenne del Costa Rica, Valeria Valverde, studentessa a Firenze. Il 2 luglio 2022 la ragazza ha un incidente nel centro storico della città: cade e viene trasferita all’ospedale di Careggi, dove le diagnosticano un trauma cranico molto grave per il quale deve essere effettuato un intervento di craniotomia. Le speranze di vita appaiono subito flebili. La mamma Liliana, sei giorni dopo, va ad Assisi, per raccomandare la figlia al beato Carlo e passa tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata riceve una telefonata dall’ospedale che la informa del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia: Valeria ha ripreso a respirare spontaneamente, il giorno dopo riprende a muoversi e parzialmente a parlare. Di lì a poco la Tac evidenzia la scomparsa dell’emorragia e Valeria si riprende in poco tempo. A settembre, insieme alla mamma, vanno ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo e ringraziare per la guarigione.

La Conferenza episcopale della Costa Rica esprime gratitudine

A seguito della notizia del riconoscimento del miracolo anche la Conferenza episcopale della Costa Rica ha espresso “gratitudine a Dio perché ha dimostrato la sua grandezza ascoltando l’intercessione del beato Carlo Acutis nel miracolo compiuto a favore della giovane costaricana Valeria Valverde, la cui madre ha implorato con fede e fiducia. Questo segno della sua misericordia e del suo amore ci permette di confermare che la testimonianza della santità permette la trasformazione della società. Per questo motivo, ribadiamo l’invito a tutti i credenti a desiderare la santità di vita”.

M. A.

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La tomba di Carlo Acutis chiusa, di lato sulla destra l'immagine del giovane con il tabernacolo

Carlo Acutis diventerà presto santo. Il 23 maggio scorso è stata la Sala stampa vaticana a riferire del riconoscimento di un miracolo compiuto per intercessione del beato Carlo Acutis da parte di Papa Francesco, il quale ha autorizzato il Dicastero per le cause dei santi a pubblicare il relativo decreto. Una notizia che apre di fatto il percorso verso la sua canonizzazione.

Chi era Carlo Acutis

Lo studente lombardo, morto quindicenne di leucemia fulminante, era nato il 3 maggio 1991 a Londra e morto il 12 ottobre 2006 a Monza. Era un ragazzo come tanti, che passava le sue giornate tra la scuola, presso il liceo dei gesuiti del Leone XIII, gli amici, le passioni della sua età e il volontariato verso i poveri.

Sin da piccolo ha sempre dimostrato una fede rara che alimentava giornalmente con l’eucarestia. Esperto di computer e dei social, che usava per testimoniare la sua fede, oggi è diventato modello di vita per tanti giovani. In molti lo hanno già definito “patrono di internet”. Attualmente il suo corpo riposa nel santuario della Spogliazione di Assisi, città che amava visitare per ritemprare lo spirito e dove aveva chiesto di essere sepolto. Sempre ad Assisi è stato beatificato il 10 ottobre 2020.

La gioia della diocesi di Assisi nelle parole del vescovo Domenico Sorrentino

La notizia del riconoscimento del miracolo ha subito suscitato una grande gioia nella diocesi di Assisi, e tra i tanti a lui devoti. “In data da definire – ha scritto in un comunicato subito dopo l’annuncio il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino - Carlo sarà proclamato santo, passando così dal culto locale che è proprio dello status di beato, al culto universale che caratterizza i santi canonizzati. La Chiesa di Assisi è in festa”. “Esprimiamo con esultanza la nostra gioia in unione con la famiglia, specie il papà Andrea e la mamma Antonia, e tutti i devoti di Carlo sparsi nel mondo”.

Le parole della mamma di Carlo, Antonia Salzano

In un’intervista pubblicata sul sito della diocesi di Assisi la mamma di Carlo, Antonia Salzano, ha definito la notizia della prossima canonizzazione “un grande dono che il Signore ci ha fatto, grazie al vescovo Sorrentino e alla Chiesa di Milano, grazie ai fedeli e a Papa Francesco: abbiamo pregato tanto per la canonizzazione e speriamo che il beato Carlo Acutis continui a fare grazie e miracoli come sta facendo”.

Le parole di mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano

“Un santo adolescente, vicino a san Francesco, con lo sguardo alle cime – così Carlo viene definito da mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nella cui diocesi il ragazzo è cresciuto nella fede - . “Con i suoi blue jeans e la sua felpa in giro per le strade di ogni giorno, sia per tutti noi testimone della voglia di vivere, del gusto per il bene, dello stupore per la bellezza e sia esempio da seguire per coloro che alimentano la lampada che abbiamo acceso in Assisi”.

Il miracolo riconosciuto

Ma chi è la destinataria del miracolo? Si tratta di una giovane ventunenne del Costa Rica, Valeria Valverde, studentessa a Firenze. Il 2 luglio 2022 la ragazza ha un incidente nel centro storico della città: cade e viene trasferita all’ospedale di Careggi, dove le diagnosticano un trauma cranico molto grave per il quale deve essere effettuato un intervento di craniotomia. Le speranze di vita appaiono subito flebili. La mamma Liliana, sei giorni dopo, va ad Assisi, per raccomandare la figlia al beato Carlo e passa tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata riceve una telefonata dall’ospedale che la informa del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia: Valeria ha ripreso a respirare spontaneamente, il giorno dopo riprende a muoversi e parzialmente a parlare. Di lì a poco la Tac evidenzia la scomparsa dell’emorragia e Valeria si riprende in poco tempo. A settembre, insieme alla mamma, vanno ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo e ringraziare per la guarigione.

La Conferenza episcopale della Costa Rica esprime gratitudine

A seguito della notizia del riconoscimento del miracolo anche la Conferenza episcopale della Costa Rica ha espresso “gratitudine a Dio perché ha dimostrato la sua grandezza ascoltando l’intercessione del beato Carlo Acutis nel miracolo compiuto a favore della giovane costaricana Valeria Valverde, la cui madre ha implorato con fede e fiducia. Questo segno della sua misericordia e del suo amore ci permette di confermare che la testimonianza della santità permette la trasformazione della società. Per questo motivo, ribadiamo l’invito a tutti i credenti a desiderare la santità di vita”.

M. A.

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Convegno catechistico: ne parliamo con il vescovo Luciano Paolucci Bedini https://www.lavoce.it/convegno-catechistico-parliamo-vescovo-luciano-paolucci-bedini/ https://www.lavoce.it/convegno-catechistico-parliamo-vescovo-luciano-paolucci-bedini/#respond Thu, 09 May 2024 14:18:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76062 Il vescovo Luciano Paolucci Bedini a mezzo busto celebra sull'altare nella basilica di Sant'Ubaldo a Gubbio

“Oggi la comunità cristiana ha bisogno di riscoprire la bellezza del vivere la fede, proprio a partire da quell’annuncio essenziale che è al centro anche del nostro convegno interregionale: il kerygma, l’annuncio della Pasqua di Cristo”. È la relazione introduttiva del vescovo di Gubbio e di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, ad aprire il convegno catechistico delle Chiese di Umbria e Marche che si tiene alla Domus Pacis di Assisi, dal 10 al 12 maggio, sul tema “Celebrate il Signore perché è buono? Una Comunità che celebra e testimonia il kerygma ”. Ed è un interrogativo anche quello che dà il titolo all’intervento del vescovo Luciano, una domanda che è quasi una “sfida”: le nostre comunità celebrano ancora la fede?

Mons. Paolucci Bedini, i numeri del Popolo di Dio sembrano tutti in calo: meno fedeli nelle liturgie, meno giovani nei seminari e nei noviziati, sempre più difficile trovare anche catechisti motivati e formati. Da dove ricominciare?

“Non si tratta tanto di aumentare numeri o reclutare persone. Sappiamo che l’annuncio del Vangelo, fin dall’inizio, trovava le persone sensibili, toccate dalla parola, dalla notizia della resurrezione di Gesù. Era la conversione, che spingeva gli uomini e le donne di allora ad affidare la propria vita al Signore. Non si tratta di recuperare qualcosa del passato ma di rinnovare un annuncio che tocca le persone, sapendo che oggi l’essere minoranza del popolo di Dio è una condizione che va compresa e accettata. Noi veniamo da una tradizione cattolica, soprattutto europea e italiana che ci ha abituati a un Cristianesimo di maggioranza ma questo passaggio, come il Papa ci ha detto tante volte, ormai si è consumato e non ha senso recuperare esperienze del passato”.

Cosa dovrebbe insegnarci questa situazione?

“Non è una disgrazia o un fallimento, ma è una condizione reale per cui alcuni accolgono la parola del Vangelo, altri no. E i cristiani saranno nel mondo sempre come il lievito nella massa e il seme nella terra così come un segno, un’indicazione disponibile e aperta a tutti. Veniamo da un Cristianesimo che, a un certo punto, ha uniformato il diventare cristiani con il crescere sociale. I sacramenti sono stati messi in parallelo con le tappe della crescita dei ragazzi. Oggi proprio le famiglie ci dicono che questo processo sociale non è più né automatico né condiviso. Siamo chiamati a recuperare una riflessione antica: cristiani non si nasce ma si diventa per libera scelta, per volontà personale, per l’incontro con Cristo”.

C’è bisogno di “aggiustare” un po’ il kerygma, l’annuncio, per arrivare di nuovo a tutti? O bisogna solo ritrovare lo spirito originario dei primi cristiani?

“Non credo che il kerygma - come annuncio essenziale della Pasqua di Cristo - abbia bisogno di ’aggiustamenti’, perché va al cuore dell’esperienza e del dramma dell’esistenza umana. È il confronto con la propria fragilità, col proprio peccato, con il male e la morte, ma anche annuncio di amore e misericordia che permette di vivere questa vita e di aprirla all’eternità. Più che essere rinnovato, l’annuncio va portato dentro la cultura, gli ambienti e la vita di oggi”.

Vita quotidiana e celebrazione liturgica: perché calano le persone alla messa?

“Questo dramma dell’allontanamento della vita quotidiana dalla fede, e quindi anche dalla celebrazione liturgica della fede, è qualcosa che - diceva Paolo VI - inizia negli anni Sessanta. Il Concilio Vaticano II cerca di interpretare la situazione e di rilanciare. Anche il primo Piano pastorale della Cei, nel 1973, Evangelizzazione e sacramenti si accorgeva che la secolarizzazione, allora incipiente, in realtà aveva già segnato questa spaccatura. Noi oggi abbiamo bisogno non solo di richiamare le persone alla frequenza dei sacramenti o delle celebrazioni.  C’è da riscoprire come la celebrazione del mistero pasquale si colloca al centro e dentro una vita di fede condivisa nella fraternità ecclesiale. Noi, purtroppo, abbiamo ridotto molto la vita cristiana alla sola partecipazione alla messa domenicale, con il risultato che oggi si fa fatica a comprendere il senso e il significato di questa celebrazione. Chi ancora vi partecipa per tradizione non porta quasi nessun beneficio nella vita quotidiana e molti hanno abbandonato proprio per questo. La celebrazione, per essere compresa e per portare frutto, ha bisogno di una vita concreta che cammina sull’onda della Parola di Dio, della vita della Chiesa, dell’annuncio del Vangelo, della carità, di tutte quelle dimensioni della vita cristiana che la liturgia raccoglie e nutre'.

In questo quadro, come rivedere l’iniziazione cristiana per bambini e adulti?

“Bisognerebbe riprendere l’iniziazione cristiana degli adulti, perché noi ci siamo abituati al fatto che sia solo per i bambini e, in qualche modo, si pensa che essa termini con la cresima. Quindi, c’è da ripensare un percorso di ispirazione catecumenale degli adulti, perché oggi la maggior parte di loro ha bisogno di riscoprire la propria fede. Il discorso dell’iniziazione cristiana dei bambini si basa su una premessa che ormai sta venendo meno: l’esistenza di famiglie che vivono nella fede e che desiderano accompagnare i propri figli nel cammino. Di fatto ai bambini viene fatta una proposta che non è né condivisa né accompagnata dalle famiglie, che spesso non sono in grado, in condizione o nella volontà di farlo. Cosa che anche dal punto di vista pedagogico è assolutamente impropria, perché laddove i bambini non vengano accompagnati e sostenuti nel loro crescere - difficilmente comprenderanno l’importanza e saranno aiutati a maturare in un aspetto così importante per la loro esistenza com’è quello spirituale”.

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Il vescovo Luciano Paolucci Bedini a mezzo busto celebra sull'altare nella basilica di Sant'Ubaldo a Gubbio

“Oggi la comunità cristiana ha bisogno di riscoprire la bellezza del vivere la fede, proprio a partire da quell’annuncio essenziale che è al centro anche del nostro convegno interregionale: il kerygma, l’annuncio della Pasqua di Cristo”. È la relazione introduttiva del vescovo di Gubbio e di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, ad aprire il convegno catechistico delle Chiese di Umbria e Marche che si tiene alla Domus Pacis di Assisi, dal 10 al 12 maggio, sul tema “Celebrate il Signore perché è buono? Una Comunità che celebra e testimonia il kerygma ”. Ed è un interrogativo anche quello che dà il titolo all’intervento del vescovo Luciano, una domanda che è quasi una “sfida”: le nostre comunità celebrano ancora la fede?

Mons. Paolucci Bedini, i numeri del Popolo di Dio sembrano tutti in calo: meno fedeli nelle liturgie, meno giovani nei seminari e nei noviziati, sempre più difficile trovare anche catechisti motivati e formati. Da dove ricominciare?

“Non si tratta tanto di aumentare numeri o reclutare persone. Sappiamo che l’annuncio del Vangelo, fin dall’inizio, trovava le persone sensibili, toccate dalla parola, dalla notizia della resurrezione di Gesù. Era la conversione, che spingeva gli uomini e le donne di allora ad affidare la propria vita al Signore. Non si tratta di recuperare qualcosa del passato ma di rinnovare un annuncio che tocca le persone, sapendo che oggi l’essere minoranza del popolo di Dio è una condizione che va compresa e accettata. Noi veniamo da una tradizione cattolica, soprattutto europea e italiana che ci ha abituati a un Cristianesimo di maggioranza ma questo passaggio, come il Papa ci ha detto tante volte, ormai si è consumato e non ha senso recuperare esperienze del passato”.

Cosa dovrebbe insegnarci questa situazione?

“Non è una disgrazia o un fallimento, ma è una condizione reale per cui alcuni accolgono la parola del Vangelo, altri no. E i cristiani saranno nel mondo sempre come il lievito nella massa e il seme nella terra così come un segno, un’indicazione disponibile e aperta a tutti. Veniamo da un Cristianesimo che, a un certo punto, ha uniformato il diventare cristiani con il crescere sociale. I sacramenti sono stati messi in parallelo con le tappe della crescita dei ragazzi. Oggi proprio le famiglie ci dicono che questo processo sociale non è più né automatico né condiviso. Siamo chiamati a recuperare una riflessione antica: cristiani non si nasce ma si diventa per libera scelta, per volontà personale, per l’incontro con Cristo”.

C’è bisogno di “aggiustare” un po’ il kerygma, l’annuncio, per arrivare di nuovo a tutti? O bisogna solo ritrovare lo spirito originario dei primi cristiani?

“Non credo che il kerygma - come annuncio essenziale della Pasqua di Cristo - abbia bisogno di ’aggiustamenti’, perché va al cuore dell’esperienza e del dramma dell’esistenza umana. È il confronto con la propria fragilità, col proprio peccato, con il male e la morte, ma anche annuncio di amore e misericordia che permette di vivere questa vita e di aprirla all’eternità. Più che essere rinnovato, l’annuncio va portato dentro la cultura, gli ambienti e la vita di oggi”.

Vita quotidiana e celebrazione liturgica: perché calano le persone alla messa?

“Questo dramma dell’allontanamento della vita quotidiana dalla fede, e quindi anche dalla celebrazione liturgica della fede, è qualcosa che - diceva Paolo VI - inizia negli anni Sessanta. Il Concilio Vaticano II cerca di interpretare la situazione e di rilanciare. Anche il primo Piano pastorale della Cei, nel 1973, Evangelizzazione e sacramenti si accorgeva che la secolarizzazione, allora incipiente, in realtà aveva già segnato questa spaccatura. Noi oggi abbiamo bisogno non solo di richiamare le persone alla frequenza dei sacramenti o delle celebrazioni.  C’è da riscoprire come la celebrazione del mistero pasquale si colloca al centro e dentro una vita di fede condivisa nella fraternità ecclesiale. Noi, purtroppo, abbiamo ridotto molto la vita cristiana alla sola partecipazione alla messa domenicale, con il risultato che oggi si fa fatica a comprendere il senso e il significato di questa celebrazione. Chi ancora vi partecipa per tradizione non porta quasi nessun beneficio nella vita quotidiana e molti hanno abbandonato proprio per questo. La celebrazione, per essere compresa e per portare frutto, ha bisogno di una vita concreta che cammina sull’onda della Parola di Dio, della vita della Chiesa, dell’annuncio del Vangelo, della carità, di tutte quelle dimensioni della vita cristiana che la liturgia raccoglie e nutre'.

In questo quadro, come rivedere l’iniziazione cristiana per bambini e adulti?

“Bisognerebbe riprendere l’iniziazione cristiana degli adulti, perché noi ci siamo abituati al fatto che sia solo per i bambini e, in qualche modo, si pensa che essa termini con la cresima. Quindi, c’è da ripensare un percorso di ispirazione catecumenale degli adulti, perché oggi la maggior parte di loro ha bisogno di riscoprire la propria fede. Il discorso dell’iniziazione cristiana dei bambini si basa su una premessa che ormai sta venendo meno: l’esistenza di famiglie che vivono nella fede e che desiderano accompagnare i propri figli nel cammino. Di fatto ai bambini viene fatta una proposta che non è né condivisa né accompagnata dalle famiglie, che spesso non sono in grado, in condizione o nella volontà di farlo. Cosa che anche dal punto di vista pedagogico è assolutamente impropria, perché laddove i bambini non vengano accompagnati e sostenuti nel loro crescere - difficilmente comprenderanno l’importanza e saranno aiutati a maturare in un aspetto così importante per la loro esistenza com’è quello spirituale”.

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https://www.lavoce.it/convegno-catechistico-parliamo-vescovo-luciano-paolucci-bedini/feed/ 0
Al Teatro Lyrick “Stand By Me, per lasciare la tua impronta” https://www.lavoce.it/al-teatro-lyrick-stand-by-me-per-lasciare-la-tua-impronta/ https://www.lavoce.it/al-teatro-lyrick-stand-by-me-per-lasciare-la-tua-impronta/#respond Sat, 27 Apr 2024 14:22:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75888 Un gruppo di giovani in piedi e seduti con le magliette nere

Da martedì 30 aprile (dalle 16.30) a mercoledì 1° maggio (fino alle 18.30), al Teatro Lyrick di Assisi, saranno oltre mille i giovani di “Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, la due-giorni di formazione tra preghiera, animazione, divertimento e laboratori per gli animatori di 29 oratori delle diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino impegnati nelle attività oratoriali estive. La finalità dell’atteso evento, sottolineano gli organizzatori, è quella di "far emergere e orientare le passioni dei ragazzi affinché possano trovare la loro identità, vocazione e missione». L’incontro è promosso dal Coordinamento oratori perugini ed il Comitato zonale Anspi Perugia-Città della Pieve, con il sostegno di alcuni sponsor (Umbra Acque, Massinelli SRL, Grifoflex srl, Sovvenire, Mr Print) ed il coinvolgimento delle altre componenti dell’Area Giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve (Pastorale giovanile, Pastorale universitaria e Pastorale vocazionale) e della Pastorale giovanile di Assisi. "Il grazie più grande – dicono gli organizzatori – va all’équipe del Coordinamento oratori perugini “Stand By Me”: venti giovani che hanno deciso di dedicare il loro tempo, tra lo studio, il lavoro e gli impegni nei propri oratori, per organizzare quest’evento con cura, dedizione e tanto amore per gli altri e per la loro Chiesa diocesana!".

Venti stand di formazione su vari ambiti

"Il programma della due-giorni di 'Stand By Me' è molto nutrito – concludono –: oltre venti stand di formazione su vari ambiti, il mandato del vescovo Ivan a tutti partecipanti in vista dei prossimi “Gr.Est” e lo spettacolo conclusivo che propone lo spettacolo “Odissea + o –“ sul tema del Gr.Est 2024 “A Gonfie Vele” realizzato dal Laboratorio teatrale Cielo insieme a Kalè490».

Al Teatro Lyrick Concerto della band "Reale"

Grande è l’attesa fra i giovani per la band rock cristiana “Reale”, che sul palco del Lyrick, martedì sera, terrà un concerto di evangelizzazione intonando ventuno canzoni con cui i sei giovani artisti si spendono per il Vangelo, annunciando testimonianze di vita intervallate da preghiere, al cui centro c’è l’adorazione eucaristica. «È dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità che nascono i “Reale”. Quando la corsa di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, negli anni ’90 tossicodipendenti, impatta nell’abbraccio di Madre Elvira nella Comunità Cenacolo, la rabbia si trasforma in curiosità, l’odio in stima, il giudizio in conoscenza e il bisogno di felicità in cammino di Fede». Questo ed altro ancora è presentato nel loro sito web (www.realemusica.it) per contribuire, con la propria vita e la loro musica, "a far festa testimoniando la bellezza di scegliere Gesù trovando in Lui la propria identità, vocazione e missione". La “campagna” comunicativa social di “Stand By Me 2024” continua su Instagram e YouTube: https://www.instagram.com/standbymeperugia?igsh=OGd4eDA2M2FkcnBo https://youtube.com/@StandByMe-Perugia?si=v3j6_HgY4Qe0jxm8)]]>
Un gruppo di giovani in piedi e seduti con le magliette nere

Da martedì 30 aprile (dalle 16.30) a mercoledì 1° maggio (fino alle 18.30), al Teatro Lyrick di Assisi, saranno oltre mille i giovani di “Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, la due-giorni di formazione tra preghiera, animazione, divertimento e laboratori per gli animatori di 29 oratori delle diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino impegnati nelle attività oratoriali estive. La finalità dell’atteso evento, sottolineano gli organizzatori, è quella di "far emergere e orientare le passioni dei ragazzi affinché possano trovare la loro identità, vocazione e missione». L’incontro è promosso dal Coordinamento oratori perugini ed il Comitato zonale Anspi Perugia-Città della Pieve, con il sostegno di alcuni sponsor (Umbra Acque, Massinelli SRL, Grifoflex srl, Sovvenire, Mr Print) ed il coinvolgimento delle altre componenti dell’Area Giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve (Pastorale giovanile, Pastorale universitaria e Pastorale vocazionale) e della Pastorale giovanile di Assisi. "Il grazie più grande – dicono gli organizzatori – va all’équipe del Coordinamento oratori perugini “Stand By Me”: venti giovani che hanno deciso di dedicare il loro tempo, tra lo studio, il lavoro e gli impegni nei propri oratori, per organizzare quest’evento con cura, dedizione e tanto amore per gli altri e per la loro Chiesa diocesana!".

Venti stand di formazione su vari ambiti

"Il programma della due-giorni di 'Stand By Me' è molto nutrito – concludono –: oltre venti stand di formazione su vari ambiti, il mandato del vescovo Ivan a tutti partecipanti in vista dei prossimi “Gr.Est” e lo spettacolo conclusivo che propone lo spettacolo “Odissea + o –“ sul tema del Gr.Est 2024 “A Gonfie Vele” realizzato dal Laboratorio teatrale Cielo insieme a Kalè490».

Al Teatro Lyrick Concerto della band "Reale"

Grande è l’attesa fra i giovani per la band rock cristiana “Reale”, che sul palco del Lyrick, martedì sera, terrà un concerto di evangelizzazione intonando ventuno canzoni con cui i sei giovani artisti si spendono per il Vangelo, annunciando testimonianze di vita intervallate da preghiere, al cui centro c’è l’adorazione eucaristica. «È dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità che nascono i “Reale”. Quando la corsa di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, negli anni ’90 tossicodipendenti, impatta nell’abbraccio di Madre Elvira nella Comunità Cenacolo, la rabbia si trasforma in curiosità, l’odio in stima, il giudizio in conoscenza e il bisogno di felicità in cammino di Fede». Questo ed altro ancora è presentato nel loro sito web (www.realemusica.it) per contribuire, con la propria vita e la loro musica, "a far festa testimoniando la bellezza di scegliere Gesù trovando in Lui la propria identità, vocazione e missione". La “campagna” comunicativa social di “Stand By Me 2024” continua su Instagram e YouTube: https://www.instagram.com/standbymeperugia?igsh=OGd4eDA2M2FkcnBo https://youtube.com/@StandByMe-Perugia?si=v3j6_HgY4Qe0jxm8)]]>
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Presentato il progetto “Assisi Terra Laudato Si'” https://www.lavoce.it/presentato-il-progetto-assisi-terra-laudato-si/ https://www.lavoce.it/presentato-il-progetto-assisi-terra-laudato-si/#respond Sat, 20 Apr 2024 07:00:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75783 I relatori seduti ad un tavolo. Sulla sinistra, in piedi, la sindaca di Assisi Stefania Proietti

È stato presentato ad Assisi, il progetto: ASSISI Terra Laudato Si’, animato dal Centro Laudato Si’ di Assisi per la diffusione dei valori dell’ecologia integrale e promosso in collaborazione con le principali realtà istituzionali, civili e religiose, della città di Assisi, e il programma di eventi previsto per l’inaugurazione.

Il progetto

Il progetto nasce in preparazione al "Giubileo Laudato Si'" del 2025, il doppio anniversario degli 800 anni del Cantico delle Creature e i 10 anni dell'enciclica Laudato Si', per offrire ai pellegrini l’opportunità di conoscere in profondità questi due messaggi di Francesco di Assisi e Francesco di Roma. Dopo l’annuncio l'anno scorso da parte del vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino insieme al cardinale Michael Czerny del Vaticano, ora il progetto è pronto per iniziare a ricevere i pellegrini. Questa proposta nasce per rispondere al bisogno, sempre crescente, di percorsi di sensibilizzazione, formazione, e spiritualità rivolti non solo a chi è impegnato nei temi dell’ecologia integrale, ma a tutti. Assisi, per il suo profondo significato simbolico e il suo legame con san Francesco, patrono dei cultori dell’ecologia, come indicato da san Giovanni Paolo II, ha delle grandi potenzialità per annunciare e promuovere questo messaggio a favore di tutto il mondo.

I ritiri Laudato Si'

ASSISI Terra Laudato Si’, come specificato nel sito AssisiLaudatoSi.org, offrirà alla città una serie di programmi e iniziative che hanno come scopo la diffusione dei valori dell’ecologia integrale. Per esempio, attraverso i Ritiri Laudato Si’ vissuti non solo nei santuari francescani, ma in tutta la città e nel suo ecosistema (composto dal contesto paesaggistico, dai colori, dai silenzi e dalla spiritualità unica che qui si respira), i pellegrini avranno la possibilità di conoscere meglio la figura di san Francesco attraverso le parole del Cantico delle Creature. Questi Ritiri possono essere accompagnati da volontari, oppure svolti in maniera autonoma seguendo un itinerario che parte dalla Porziuncola, attraversa i “luoghi del grido” nella valle fino al santuario di Rivotorto, prosegue verso S. Damiano e l’eremo, e si conclude con l’invito all’azione di cura della Casa comune nel cuore della città fino alla Basilica di San Francesco, dove si può ricevere anche la credenziale per il percorso effettuato.

Momenti di preghiera e contemplazione

Le immersioni nel creato, destinate in particolare ai giovani, consentiranno lunghi momenti di preghiera e contemplazione, come faceva san Francesco all’interno di uno “speco” - a La Verna, a Narni o alle Carceri - e guidate attraverso dei sussidi, nei percorsi del monte Subasio e dintorni. Inoltre saranno previsti, nei “luoghi Laudato Si’” (sia luoghi che hanno visto le varie tappe della composizione del Cantico di frate sole, sia luoghi che lo attualizzano), dei percorsi di preghiera guidata: sia nel santuario di San Damiano, sia al santuario della Spogliazione, sia nella Basilica di San Francesco, dove “riposa” il santo insieme ai suoi compagni più stretti, dove è conservato il Codice 338 (che contiene la più antica trascrizione dell’Opera).

Corsi di formazione alla Cittadella Laudato Si'

Presso la Cittadella Laudato Si’ verranno offerti dei corsi di formazione e la proiezione del film La Lettera: Un Messaggio per la nostra Terra, che racconta la storia dell’enciclica Laudato si’ insieme a Papa Francesco. Il docu-film è presentato da YouTube Originals, e prodotto da Off The Fence Productions (vincitori Oscar 2021) e dal Movimento Laudato Si’. Infine, verrà attivato un servizio di volontariato alle iniziative del Progetto stesso. Tra le attività che svolgeranno i volontari, ci sarà l’accompagnamento dei Ritiri, il supporto agli eventi di preghiera e formazione, e momenti di lavoro e preghiera nella campagna intorno.

Gli eventi che anticiperanno l'avvio del progetto

Questo ambizioso progetto verrà inaugurato con una ricca serie di eventi. I giorni precedenti saranno animati dalla performance artistica dal titolo “Custodi della Terra, artigiani di Pace”, a cura di Francesco Astiaso Garcia (Unione cattolica artisti italiani) che coinvolgerà pellegrini, turisti e parrocchie. La performance consiste in un’esperienza di pittura collettiva, in preparazione alla Giornata della Terra. L’installazione complessiva, con le opere di ciascuno, costituirà un vero e proprio “Grido di Pace” che si leverà da Assisi.

Percorsi nel bosco di san Francesco con il Fai

Inoltre, sempre per celebrare la Terra, nella giornata di domenica 21 aprile il Fai proporrà due percorsi nel Bosco di S. Francesco dal titolo “Festeggiamo madre Terra”, una speciale visita con il Direttore per approfondire la storia del Bosco, conosciuto con questo nome sin dal XIII secolo, ed il restauro che di esso è stato realizzato dal FAI che ha recuperato e restituito al pubblico 64 ettari di natura. Una particolare attenzione verrà data agli aspetti ambientali che caratterizzano questo luogo. Alla fine della visita sarà possibile partecipare a una degustazione di prodotti del Fai e dell'olio del Bosco.

Il 22 aprile l'inaugurazione del progetto

Il 22 aprile, infine, presso la Cittadella Laudato Si’, (via Ancajani, 3) Assisi, sono previsti due momenti. La mattina, alle ore 11 ci sarà l’inaugurazione del progetto ASSISI Terra Laudato Si’, alla presenza del sindaco di Assisi Stefania Proietti, del vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, del custode del Sacro Convento fra Marco Moroni OfmConv, del provinciale dei frati minori fra Francesco Piloni Ofm, del rettore del  santuario della Spogliazione fra Marco Gaballo OfmCap, della direttrice del Bosco di S. Francesco Laura Cucchia, e delle associazioni del territorio, oltre al consiglio internazionale del Movimento Laudato Si’.

I partecipanti all'evento

Tra i diversi partecipanti, ci saranno anche gli studenti dei principali istituti superiori di Assisi, parte di un processo didattico-educativo sulla cura della casa comune. Interverranno il dott. Vito Stanzione del Cnr, impegnato in Antartide su attività di rilevamento del clima; la suora francescana Mary Frances Traynor, che racconterà la sua esperienza dal primo Earth Day, vissuto in Wisconsin, nel 1970; Susana Refega, nuova direttrice internazionale del Movimento Laudato Si’, che situerà la celebrazione nel suo contesto globale. Sarà l’occasione per condividere il concorso sull’ecologia integrale, promosso dalla Cittadella Laudato Si’ e destinato alle scuole italiane. L’evento sarà vissuto in collegamento con la maratona di Earth Day Italia #OnePeopleOnePlanet.

Momento interreligioso di spiritualità e contemplazione del tramonto

A conclusione della Giornata come avviene ormai da qualche anno, alle 18.30 ci sarà un momento interreligioso di spiritualità e di contemplazione del tramonto, alla presenza di mons. Domenico Sorrentino con membri di diverse confessioni cristiane e tradizioni religiose. Quest’anno si è scelta la Cittadella Laudato Si’ per collegare il tema della Giornata per la Terra con la spiritualità, nelle modalità seguite negli scorsi anni, ma in più con un richiamo al nuovo progetto che nasce in questa occasione. La preghiera, come di consuetudine, sarà coordinata dagli uffici Ecumenismo e dialogo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e dal Centro Laudato Si’.]]>
I relatori seduti ad un tavolo. Sulla sinistra, in piedi, la sindaca di Assisi Stefania Proietti

È stato presentato ad Assisi, il progetto: ASSISI Terra Laudato Si’, animato dal Centro Laudato Si’ di Assisi per la diffusione dei valori dell’ecologia integrale e promosso in collaborazione con le principali realtà istituzionali, civili e religiose, della città di Assisi, e il programma di eventi previsto per l’inaugurazione.

Il progetto

Il progetto nasce in preparazione al "Giubileo Laudato Si'" del 2025, il doppio anniversario degli 800 anni del Cantico delle Creature e i 10 anni dell'enciclica Laudato Si', per offrire ai pellegrini l’opportunità di conoscere in profondità questi due messaggi di Francesco di Assisi e Francesco di Roma. Dopo l’annuncio l'anno scorso da parte del vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino insieme al cardinale Michael Czerny del Vaticano, ora il progetto è pronto per iniziare a ricevere i pellegrini. Questa proposta nasce per rispondere al bisogno, sempre crescente, di percorsi di sensibilizzazione, formazione, e spiritualità rivolti non solo a chi è impegnato nei temi dell’ecologia integrale, ma a tutti. Assisi, per il suo profondo significato simbolico e il suo legame con san Francesco, patrono dei cultori dell’ecologia, come indicato da san Giovanni Paolo II, ha delle grandi potenzialità per annunciare e promuovere questo messaggio a favore di tutto il mondo.

I ritiri Laudato Si'

ASSISI Terra Laudato Si’, come specificato nel sito AssisiLaudatoSi.org, offrirà alla città una serie di programmi e iniziative che hanno come scopo la diffusione dei valori dell’ecologia integrale. Per esempio, attraverso i Ritiri Laudato Si’ vissuti non solo nei santuari francescani, ma in tutta la città e nel suo ecosistema (composto dal contesto paesaggistico, dai colori, dai silenzi e dalla spiritualità unica che qui si respira), i pellegrini avranno la possibilità di conoscere meglio la figura di san Francesco attraverso le parole del Cantico delle Creature. Questi Ritiri possono essere accompagnati da volontari, oppure svolti in maniera autonoma seguendo un itinerario che parte dalla Porziuncola, attraversa i “luoghi del grido” nella valle fino al santuario di Rivotorto, prosegue verso S. Damiano e l’eremo, e si conclude con l’invito all’azione di cura della Casa comune nel cuore della città fino alla Basilica di San Francesco, dove si può ricevere anche la credenziale per il percorso effettuato.

Momenti di preghiera e contemplazione

Le immersioni nel creato, destinate in particolare ai giovani, consentiranno lunghi momenti di preghiera e contemplazione, come faceva san Francesco all’interno di uno “speco” - a La Verna, a Narni o alle Carceri - e guidate attraverso dei sussidi, nei percorsi del monte Subasio e dintorni. Inoltre saranno previsti, nei “luoghi Laudato Si’” (sia luoghi che hanno visto le varie tappe della composizione del Cantico di frate sole, sia luoghi che lo attualizzano), dei percorsi di preghiera guidata: sia nel santuario di San Damiano, sia al santuario della Spogliazione, sia nella Basilica di San Francesco, dove “riposa” il santo insieme ai suoi compagni più stretti, dove è conservato il Codice 338 (che contiene la più antica trascrizione dell’Opera).

Corsi di formazione alla Cittadella Laudato Si'

Presso la Cittadella Laudato Si’ verranno offerti dei corsi di formazione e la proiezione del film La Lettera: Un Messaggio per la nostra Terra, che racconta la storia dell’enciclica Laudato si’ insieme a Papa Francesco. Il docu-film è presentato da YouTube Originals, e prodotto da Off The Fence Productions (vincitori Oscar 2021) e dal Movimento Laudato Si’. Infine, verrà attivato un servizio di volontariato alle iniziative del Progetto stesso. Tra le attività che svolgeranno i volontari, ci sarà l’accompagnamento dei Ritiri, il supporto agli eventi di preghiera e formazione, e momenti di lavoro e preghiera nella campagna intorno.

Gli eventi che anticiperanno l'avvio del progetto

Questo ambizioso progetto verrà inaugurato con una ricca serie di eventi. I giorni precedenti saranno animati dalla performance artistica dal titolo “Custodi della Terra, artigiani di Pace”, a cura di Francesco Astiaso Garcia (Unione cattolica artisti italiani) che coinvolgerà pellegrini, turisti e parrocchie. La performance consiste in un’esperienza di pittura collettiva, in preparazione alla Giornata della Terra. L’installazione complessiva, con le opere di ciascuno, costituirà un vero e proprio “Grido di Pace” che si leverà da Assisi.

Percorsi nel bosco di san Francesco con il Fai

Inoltre, sempre per celebrare la Terra, nella giornata di domenica 21 aprile il Fai proporrà due percorsi nel Bosco di S. Francesco dal titolo “Festeggiamo madre Terra”, una speciale visita con il Direttore per approfondire la storia del Bosco, conosciuto con questo nome sin dal XIII secolo, ed il restauro che di esso è stato realizzato dal FAI che ha recuperato e restituito al pubblico 64 ettari di natura. Una particolare attenzione verrà data agli aspetti ambientali che caratterizzano questo luogo. Alla fine della visita sarà possibile partecipare a una degustazione di prodotti del Fai e dell'olio del Bosco.

Il 22 aprile l'inaugurazione del progetto

Il 22 aprile, infine, presso la Cittadella Laudato Si’, (via Ancajani, 3) Assisi, sono previsti due momenti. La mattina, alle ore 11 ci sarà l’inaugurazione del progetto ASSISI Terra Laudato Si’, alla presenza del sindaco di Assisi Stefania Proietti, del vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, del custode del Sacro Convento fra Marco Moroni OfmConv, del provinciale dei frati minori fra Francesco Piloni Ofm, del rettore del  santuario della Spogliazione fra Marco Gaballo OfmCap, della direttrice del Bosco di S. Francesco Laura Cucchia, e delle associazioni del territorio, oltre al consiglio internazionale del Movimento Laudato Si’.

I partecipanti all'evento

Tra i diversi partecipanti, ci saranno anche gli studenti dei principali istituti superiori di Assisi, parte di un processo didattico-educativo sulla cura della casa comune. Interverranno il dott. Vito Stanzione del Cnr, impegnato in Antartide su attività di rilevamento del clima; la suora francescana Mary Frances Traynor, che racconterà la sua esperienza dal primo Earth Day, vissuto in Wisconsin, nel 1970; Susana Refega, nuova direttrice internazionale del Movimento Laudato Si’, che situerà la celebrazione nel suo contesto globale. Sarà l’occasione per condividere il concorso sull’ecologia integrale, promosso dalla Cittadella Laudato Si’ e destinato alle scuole italiane. L’evento sarà vissuto in collegamento con la maratona di Earth Day Italia #OnePeopleOnePlanet.

Momento interreligioso di spiritualità e contemplazione del tramonto

A conclusione della Giornata come avviene ormai da qualche anno, alle 18.30 ci sarà un momento interreligioso di spiritualità e di contemplazione del tramonto, alla presenza di mons. Domenico Sorrentino con membri di diverse confessioni cristiane e tradizioni religiose. Quest’anno si è scelta la Cittadella Laudato Si’ per collegare il tema della Giornata per la Terra con la spiritualità, nelle modalità seguite negli scorsi anni, ma in più con un richiamo al nuovo progetto che nasce in questa occasione. La preghiera, come di consuetudine, sarà coordinata dagli uffici Ecumenismo e dialogo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e dal Centro Laudato Si’.]]>
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