Assemblea ecclesiale umbra 2022 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assemblea-ecclesiale-umbra-2022/ Settimanale di informazione regionale Thu, 14 Nov 2024 21:47:38 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Assemblea ecclesiale umbra 2022 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assemblea-ecclesiale-umbra-2022/ 32 32 Dal 2019 uno sguardo sul futuro delle diocesi umbre https://www.lavoce.it/dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre/ https://www.lavoce.it/dal-2019-uno-sguardo-sul-futuro-delle-diocesi-umbre/#respond Thu, 14 Nov 2024 21:47:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78530 L'arcivescovo a mezzo busto, seduto vestito di nero con il microfono in mano

“Le Chiese diocesane dell’Umbria hanno pensato già nel 2019 a un’assemblea regionale che ha raccolto gli operatori pastorali per una giornata di conoscenza innanzitutto, e poi studio, condivisione, riflessione con uno sguardo al futuro. Lì sono stati delineati alcuni punti centrali da realizzare nel cammino pastorale delle diverse Chiese locali. Poi è arrivata la pandemia che ha ritardato il cammino, però nel 2022 abbiamo voluto riprendere il lavoro fatto allora”. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, non nasconde una punta di orgoglio per il fatto che le diocesi della regione di san Francesco e san Benedetto avessero già anticipato gli incontri e le assemblee in stile sinodale che da un triennio stanno cambiando il volto della Chiesa.

Dal 2019 ai giorni nostri. Proprio sabato scorso, ad Assisi le Chiese umbre si sono ritrovate quasi per una "verifica" pastorale di questo cammino iniziato cinque anni fa…

“Esattamente: una giornata di nuovo con i responsabili dei diversi settori della pastorale nelle nostre diocesi per guardare non tanto al cammino fatto, che ormai è parte integrante della nostra storia, ma soprattutto con lo sguardo al futuro immediato, che è il Giubileo. In Umbria, nel 2026 vivremo anche il centenario della morte di san Francesco e questo sarà un altro momento di grazia. Dunque, ci fermiamo un attimo per proiettarci in avanti e riprendere questo percorso già pensando a quella che potrà essere una ulteriore Assemblea ecclesiale regionale, probabilmente nel novembre del 2025, che farà tesoro anche del documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che dovrà essere approvato dall’Assemblea generale dei vescovi nel maggio prossimo”.

Tornando al Cammino sinodale della Chiesa italiana, alle sue fasi e ai suoi temi, come è stato vissuto in parallelo con l’altro cammino già avviato qui in Umbria?

“Ogni diocesi ha avuto, com’è giusto che sia, la sua peculiarità nell’affrontare i diversi temi suggeriti anche per ognuno dei primi due anni, ora per il terzo, del Cammino sinodale italiano. Quello che mi sembra essere comune, quasi come una linea trasversale, è l’interesse suscitato forse più nei laici che non nei sacerdoti. In particolare, la scoperta che la differenza non è una minaccia, ma in realtà è una grande ricchezza. Mettersi insieme, raccontarsi, raccontare la propria esperienza di fede, raccontare come si annuncia il Vangelo nella situazione concreta, vedere che ognuno è animato da una passione particolare per rendere vivo e comunicativo il messaggio del Vangelo oggi: questa si è rivelata una grande ricchezza e ha suscitato certamente molte attese. La responsabilità adesso è non deludere queste attese. Non si tratta di fare rivoluzioni, quanto di ritrovare la freschezza dell’annuncio evangelico, che sembra essere oggi più che mai necessaria per questa nostra società sempre più disorientata, paurosa e superficiale.

Pensando proprio a queste sue ultime parole - dal punto di vista del credente “semplice”, che non ha ministeri né incarichi pastorali - che ricaduta possono avere i cammini ecclesiali locale, regionale, nazionale, universale?

“A me piacerebbe che - al di là di tutte le dichiarazioni, i documenti, gli orientamenti, ecc. - rinascesse nelle nostre comunità la voglia di stare insieme, cioè di far vedere che oggi, nella complessità di questo nostro mondo, il Vangelo può ancora dare senso all’esistenza. Credo sia il messaggio più urgente che noi dobbiamo tentare di trasmettere. Giustamente, non facendo riferimento esclusivamente ai cosiddetti operatori pastorali o a chi ha ricevuto un ministero, guardiamo le nostre comunità, le nostre parrocchie che fanno fatica, che si lamentano continuamente perché i giovani non ci sono, perché gli anziani non si possono spostare da una parte all’altra per partecipare alla celebrazione domenicale, poi le famiglie, il catechismo... Ecco, non possiamo nasconderci dietro un dito: in queste situazioni di fatica, proviamo a far vedere che il Vangelo è fecondo, che porta frutto. In modi diversi, non possiamo pretendere di uniformare il tutto, di fare tutti la stessa cosa, nello stesso modo, nello stesso tempo. Concentriamoci su alcune cose fondamentali ed essenziali, e proviamo a renderle ‘parlanti’, direi. Qualcosa che possa interpellare i nostri contemporanei fino a chiedersi: ma chi te lo fa fare? Ma perché tu vivi così? Credo che se noi riuscissimo a suscitare questa curiosità e questo interesse già avremmo fatto una grande operazione”.

Da una parte i vescovi, i sacerdoti, i ministri ordinati, dall’altra il popolo di Dio. Sono pronti gli uni e gli altri a lavorare sempre più con questo stile sinodale di cui si parla ormai da tre anni?

“Il Papa ci parla spesso di conversione, cioè di cambiamento. Noi preti dobbiamo cambiare la mentalità perché siamo stati formati per essere responsabili. Poi naturalmente questa responsabilità ognuno la esercita secondo i propri carismi, però sentiamo fortemente la responsabilità di essere guida della comunità. I fedeli laici sono stati formati, o forse ‘deformati’, dal fatto di essere guidati. La parrocchia non è affidata esclusivamente al prete. Per il battesimo che prete e laici hanno ricevuto, la parrocchia vive grazie all’impegno di tutti. Nessuno è inutile, ognuno ha il suo posto e - se quel posto che è il mio non lo occupo - rimane vuoto, non c’è qualcun altro che lo possa fare al mio posto. Credo che noi dobbiamo recuperare proprio questa visione d’insieme”.

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L'arcivescovo a mezzo busto, seduto vestito di nero con il microfono in mano

“Le Chiese diocesane dell’Umbria hanno pensato già nel 2019 a un’assemblea regionale che ha raccolto gli operatori pastorali per una giornata di conoscenza innanzitutto, e poi studio, condivisione, riflessione con uno sguardo al futuro. Lì sono stati delineati alcuni punti centrali da realizzare nel cammino pastorale delle diverse Chiese locali. Poi è arrivata la pandemia che ha ritardato il cammino, però nel 2022 abbiamo voluto riprendere il lavoro fatto allora”. Il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo, non nasconde una punta di orgoglio per il fatto che le diocesi della regione di san Francesco e san Benedetto avessero già anticipato gli incontri e le assemblee in stile sinodale che da un triennio stanno cambiando il volto della Chiesa.

Dal 2019 ai giorni nostri. Proprio sabato scorso, ad Assisi le Chiese umbre si sono ritrovate quasi per una "verifica" pastorale di questo cammino iniziato cinque anni fa…

“Esattamente: una giornata di nuovo con i responsabili dei diversi settori della pastorale nelle nostre diocesi per guardare non tanto al cammino fatto, che ormai è parte integrante della nostra storia, ma soprattutto con lo sguardo al futuro immediato, che è il Giubileo. In Umbria, nel 2026 vivremo anche il centenario della morte di san Francesco e questo sarà un altro momento di grazia. Dunque, ci fermiamo un attimo per proiettarci in avanti e riprendere questo percorso già pensando a quella che potrà essere una ulteriore Assemblea ecclesiale regionale, probabilmente nel novembre del 2025, che farà tesoro anche del documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, che dovrà essere approvato dall’Assemblea generale dei vescovi nel maggio prossimo”.

Tornando al Cammino sinodale della Chiesa italiana, alle sue fasi e ai suoi temi, come è stato vissuto in parallelo con l’altro cammino già avviato qui in Umbria?

“Ogni diocesi ha avuto, com’è giusto che sia, la sua peculiarità nell’affrontare i diversi temi suggeriti anche per ognuno dei primi due anni, ora per il terzo, del Cammino sinodale italiano. Quello che mi sembra essere comune, quasi come una linea trasversale, è l’interesse suscitato forse più nei laici che non nei sacerdoti. In particolare, la scoperta che la differenza non è una minaccia, ma in realtà è una grande ricchezza. Mettersi insieme, raccontarsi, raccontare la propria esperienza di fede, raccontare come si annuncia il Vangelo nella situazione concreta, vedere che ognuno è animato da una passione particolare per rendere vivo e comunicativo il messaggio del Vangelo oggi: questa si è rivelata una grande ricchezza e ha suscitato certamente molte attese. La responsabilità adesso è non deludere queste attese. Non si tratta di fare rivoluzioni, quanto di ritrovare la freschezza dell’annuncio evangelico, che sembra essere oggi più che mai necessaria per questa nostra società sempre più disorientata, paurosa e superficiale.

Pensando proprio a queste sue ultime parole - dal punto di vista del credente “semplice”, che non ha ministeri né incarichi pastorali - che ricaduta possono avere i cammini ecclesiali locale, regionale, nazionale, universale?

“A me piacerebbe che - al di là di tutte le dichiarazioni, i documenti, gli orientamenti, ecc. - rinascesse nelle nostre comunità la voglia di stare insieme, cioè di far vedere che oggi, nella complessità di questo nostro mondo, il Vangelo può ancora dare senso all’esistenza. Credo sia il messaggio più urgente che noi dobbiamo tentare di trasmettere. Giustamente, non facendo riferimento esclusivamente ai cosiddetti operatori pastorali o a chi ha ricevuto un ministero, guardiamo le nostre comunità, le nostre parrocchie che fanno fatica, che si lamentano continuamente perché i giovani non ci sono, perché gli anziani non si possono spostare da una parte all’altra per partecipare alla celebrazione domenicale, poi le famiglie, il catechismo... Ecco, non possiamo nasconderci dietro un dito: in queste situazioni di fatica, proviamo a far vedere che il Vangelo è fecondo, che porta frutto. In modi diversi, non possiamo pretendere di uniformare il tutto, di fare tutti la stessa cosa, nello stesso modo, nello stesso tempo. Concentriamoci su alcune cose fondamentali ed essenziali, e proviamo a renderle ‘parlanti’, direi. Qualcosa che possa interpellare i nostri contemporanei fino a chiedersi: ma chi te lo fa fare? Ma perché tu vivi così? Credo che se noi riuscissimo a suscitare questa curiosità e questo interesse già avremmo fatto una grande operazione”.

Da una parte i vescovi, i sacerdoti, i ministri ordinati, dall’altra il popolo di Dio. Sono pronti gli uni e gli altri a lavorare sempre più con questo stile sinodale di cui si parla ormai da tre anni?

“Il Papa ci parla spesso di conversione, cioè di cambiamento. Noi preti dobbiamo cambiare la mentalità perché siamo stati formati per essere responsabili. Poi naturalmente questa responsabilità ognuno la esercita secondo i propri carismi, però sentiamo fortemente la responsabilità di essere guida della comunità. I fedeli laici sono stati formati, o forse ‘deformati’, dal fatto di essere guidati. La parrocchia non è affidata esclusivamente al prete. Per il battesimo che prete e laici hanno ricevuto, la parrocchia vive grazie all’impegno di tutti. Nessuno è inutile, ognuno ha il suo posto e - se quel posto che è il mio non lo occupo - rimane vuoto, non c’è qualcun altro che lo possa fare al mio posto. Credo che noi dobbiamo recuperare proprio questa visione d’insieme”.

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La via della sinodalità https://www.lavoce.it/la-via-della-sinodalita/ https://www.lavoce.it/la-via-della-sinodalita/#respond Wed, 26 Apr 2023 09:25:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71193

Le Chiese umbre si preparano a vivere un anno che sarà davvero intenso, alla ricerca di una comunione crescente tra le otto diocesi e come risposta alle “stramature” che la pandemia ha acuito sul tessuto ecclesiale, già compromesso dalla crisi sociale, economica, etica e antropologica degli ultimi anni.

Dopo la nascita della Segreteria regionale, nell’arco del 2023 i passi già segnati sono almeno tre: la riunione del nuovo (e forse primo) Consiglio pastorale delle Chiese umbre, il rinnovo di tutte le Commissioni regionali che si occupano dei vari ambiti pastorali (dai giovani alla famiglia, dai consacrati alla carità, dal sociale all’ecumenismo e al dialogo interreligioso e altro ancora) e infine una nuova Assemblea ecclesiale regionale, che dovrebbe riunirsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

A cosa serve tutto ciò, si chiedono in tanti nelle nostre comunità diocesane? Non c’è il rischio di aumentare le “sovrastrutture” con l’effetto di offuscare la semplicità, l’immediatezza e la radicalità del messaggio evangelico? Le risposte a questi e altri interrogativi arrivano dalla serie di indicazioni raccolte dalla Segreteria pastorale nelle settimane scorse tra gli attuali coordinatori delle Commissioni regionali.

Basta solo scorrere le indicazioni relative ai temi da mettere in agenda dei nuovi organismi pastorali e ne esce quasi un vademecum per impostare la rotta della navigazione. Parole come sinodalità e comunione sono ricorrenti e mostrano una chiara esigenza di lavorare insieme, di condividere e confrontarsi, di avviare progetti unitari. Le Chiese diocesane dell’Umbria sentono poi l’esigenza di una formazione continua e a tutti i livelli, di ripartire da giovani e famiglie, con sguardo profetico e presenza costante nella società regionale, privilegiando l’ascolto della persona e delle sue necessità.

L’invito è a riscoprire le relazioni personali, a sperimentare l’inclusione per scongiurare solitudine e abbandono, a dare sempre maggiore importanza al ruolo dei laici, riscoprendo le tante vocazioni che ci sono nel Popolo di Dio. E ancora: passare dalle buone intenzioni ai progetti concreti, ritessendo con pazienza le trame delle nostre comunità.

Queste, in sintesi, le sollecitazioni che arriveranno sul tavolo del nuovo Consiglio pastorale regionale e sulle quali le otto Chiese diocesane dell’Umbria sono chiamate ad avere uno “sguardo comune”, camminando insieme e con convizione già da sabato 29 aprile, come raccontiamo all’interno del giornale.

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Le Chiese umbre si preparano a vivere un anno che sarà davvero intenso, alla ricerca di una comunione crescente tra le otto diocesi e come risposta alle “stramature” che la pandemia ha acuito sul tessuto ecclesiale, già compromesso dalla crisi sociale, economica, etica e antropologica degli ultimi anni.

Dopo la nascita della Segreteria regionale, nell’arco del 2023 i passi già segnati sono almeno tre: la riunione del nuovo (e forse primo) Consiglio pastorale delle Chiese umbre, il rinnovo di tutte le Commissioni regionali che si occupano dei vari ambiti pastorali (dai giovani alla famiglia, dai consacrati alla carità, dal sociale all’ecumenismo e al dialogo interreligioso e altro ancora) e infine una nuova Assemblea ecclesiale regionale, che dovrebbe riunirsi tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.

A cosa serve tutto ciò, si chiedono in tanti nelle nostre comunità diocesane? Non c’è il rischio di aumentare le “sovrastrutture” con l’effetto di offuscare la semplicità, l’immediatezza e la radicalità del messaggio evangelico? Le risposte a questi e altri interrogativi arrivano dalla serie di indicazioni raccolte dalla Segreteria pastorale nelle settimane scorse tra gli attuali coordinatori delle Commissioni regionali.

Basta solo scorrere le indicazioni relative ai temi da mettere in agenda dei nuovi organismi pastorali e ne esce quasi un vademecum per impostare la rotta della navigazione. Parole come sinodalità e comunione sono ricorrenti e mostrano una chiara esigenza di lavorare insieme, di condividere e confrontarsi, di avviare progetti unitari. Le Chiese diocesane dell’Umbria sentono poi l’esigenza di una formazione continua e a tutti i livelli, di ripartire da giovani e famiglie, con sguardo profetico e presenza costante nella società regionale, privilegiando l’ascolto della persona e delle sue necessità.

L’invito è a riscoprire le relazioni personali, a sperimentare l’inclusione per scongiurare solitudine e abbandono, a dare sempre maggiore importanza al ruolo dei laici, riscoprendo le tante vocazioni che ci sono nel Popolo di Dio. E ancora: passare dalle buone intenzioni ai progetti concreti, ritessendo con pazienza le trame delle nostre comunità.

Queste, in sintesi, le sollecitazioni che arriveranno sul tavolo del nuovo Consiglio pastorale regionale e sulle quali le otto Chiese diocesane dell’Umbria sono chiamate ad avere uno “sguardo comune”, camminando insieme e con convizione già da sabato 29 aprile, come raccontiamo all’interno del giornale.

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L’assemblea ecclesiale regionale si conclude con un grazie a Bassetti. https://www.lavoce.it/lassemblea-ecclesiale-regionale-si-conclude-con-un-grazie-a-bassetti/ Sat, 28 May 2022 15:24:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67003

L'assemblea ecclesiale delle Chiese dell'Umbria si è conclusa con la preghiera dei Primi Vespri solenni dell'Ascensione presieduti dal Cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo emerito di Perugia - Città della Pieve. Questo momento è stato anche l'occasione che i Vescovi umbri hanno colto per esprimere “un saluto ammirato e riconoscente”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo,arcivescovo di Spoleto - Norcia. Un “grazie" che è stato accolto da un lungo applauso dall'assemblea. Il Cardinale “proprio ieri ha visto concludersi il suo servizio episcopale alla Chiesa di Perugia-Cità della Pieve” ha detto Boccardo, ricordando di Bassetti “la sua cordiale umanità, la sua sapienza pastorale e la sua generosa dedizione, capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione. Doti che rimangono per noi esempio luminoso e preziosa eredità da raccogliere e custodire”. “Il Cardinale ha concluso il suo servizio episcopale, ma non lascia le Chiese dell'Umbria, continuerà a restare con noi , anche se in modo diverso”. “Confidiamo - ha aggiunto Boccardo - che vorrà continuare ad accompagnarci con il suo consiglio e la sua preghiera”. “Grazie Eminenza, per la sua presenza in mezzo anoi in questi anni” ha concluso Boccardo. Bassetti ha accolto le parole di mons. Boccaerdo, a sua volta con un grazie. Ed ha ricordato che sì, cambia la sua vita, ma “l'amore per Dio e per la mia gente, resterà e mi accompagna sempre. Pregate per me” ha concluso Bassetti. Nel pomeriggio i partecipanti all'assemblea si sono incontrato in gruppi per confrontarsi sulle tre piste lasciate dal relatore della mattina, mons. Erio Castelluci. Per tutti è stato un momento positivo che segna la ripresa di un cammino ecclesiale in presenza, dopo una pandemia che ha modificato anche il modo di vivere delle comunità e che lascia una eredità su cui le Chiese rifletteranno e si confronteranno. “La sintesi dei gruppi -  ha detto mons. Boccardo - verrà consegnata alla segreteria del convegno da lì faranno le loro proposte”. Mons. Boccardo ha ringraziato anche il parroco don Giovanni Zampa (membro del comitato che ha organizzato il convegno) e i circa 30 volontari dell'Unità pastorale della Chiesa di San Paolo a Foligno che hanno accolto i convegnisti con amicizia e generosità.

Il vespro e il ringraziamento a Bassetti

https://youtu.be/hxiWAKtXQ5I]]>

L'assemblea ecclesiale delle Chiese dell'Umbria si è conclusa con la preghiera dei Primi Vespri solenni dell'Ascensione presieduti dal Cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo emerito di Perugia - Città della Pieve. Questo momento è stato anche l'occasione che i Vescovi umbri hanno colto per esprimere “un saluto ammirato e riconoscente”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo,arcivescovo di Spoleto - Norcia. Un “grazie" che è stato accolto da un lungo applauso dall'assemblea. Il Cardinale “proprio ieri ha visto concludersi il suo servizio episcopale alla Chiesa di Perugia-Cità della Pieve” ha detto Boccardo, ricordando di Bassetti “la sua cordiale umanità, la sua sapienza pastorale e la sua generosa dedizione, capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione. Doti che rimangono per noi esempio luminoso e preziosa eredità da raccogliere e custodire”. “Il Cardinale ha concluso il suo servizio episcopale, ma non lascia le Chiese dell'Umbria, continuerà a restare con noi , anche se in modo diverso”. “Confidiamo - ha aggiunto Boccardo - che vorrà continuare ad accompagnarci con il suo consiglio e la sua preghiera”. “Grazie Eminenza, per la sua presenza in mezzo anoi in questi anni” ha concluso Boccardo. Bassetti ha accolto le parole di mons. Boccaerdo, a sua volta con un grazie. Ed ha ricordato che sì, cambia la sua vita, ma “l'amore per Dio e per la mia gente, resterà e mi accompagna sempre. Pregate per me” ha concluso Bassetti. Nel pomeriggio i partecipanti all'assemblea si sono incontrato in gruppi per confrontarsi sulle tre piste lasciate dal relatore della mattina, mons. Erio Castelluci. Per tutti è stato un momento positivo che segna la ripresa di un cammino ecclesiale in presenza, dopo una pandemia che ha modificato anche il modo di vivere delle comunità e che lascia una eredità su cui le Chiese rifletteranno e si confronteranno. “La sintesi dei gruppi -  ha detto mons. Boccardo - verrà consegnata alla segreteria del convegno da lì faranno le loro proposte”. Mons. Boccardo ha ringraziato anche il parroco don Giovanni Zampa (membro del comitato che ha organizzato il convegno) e i circa 30 volontari dell'Unità pastorale della Chiesa di San Paolo a Foligno che hanno accolto i convegnisti con amicizia e generosità.

Il vespro e il ringraziamento a Bassetti

https://youtu.be/hxiWAKtXQ5I]]>
Assemblea ecclesiale regionale Chiesa Umbra: ripresa e ripartenza https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-chiesa-umbra/ Sat, 28 May 2022 12:38:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66988 assemblea ecclesiale chiesa umbra

A Foligno, nel complesso parrocchiale di San Paolo Apostolo, sabato 28 maggio, si è tenuta l’assemblea ecclesiale regionale della Chiesa Umbra sul tema: “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”, quale incontro di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dall’emergenza sanitaria, per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza. Presenti i Vescovi dell’Umbria e 25 delegati per ognuna delle otto diocesi, accolti con cordialità dal parroco don Giovanni Zampa e dalla equipe della parrocchia. Quest’assise della Chiesa umbra si inserisce nel Cammino sinodale delle Chiese in Italia che dà spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

Dialogo, confronto e scambio

Nel saluto iniziale di benvenuto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha detto che "siamo nuovamente riuniti in Assemblea non per un ascolto unilaterale, quale può essere l'acquisizione di informazioni, di dati e di analisi accurate della realtà, ma per un tempo di dialogo, di confronto, di scambio su convinzioni e pareri, anche diversi. Con l'intento di trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell'impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita del mondo. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti. Vorremmo riflettere perciò su come impostare una ripresa della pastorale, come ridare slancio, come tornare ad entusiasmarci dopo la dispersione della pandemia, di fronte alle conseguenze della crisi economica e ai traumi generati dalla guerra in corso, con il proposito di preparare magari un incontro più organico e strutturato nel prossimo anno". Mons. Domenico Sorrentino vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha presieduto la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo. “Nel brano degli Atti degli Apostoli (Atti 18, 23-28) che abbiamo ascoltato – ha evidenziato mons. Sorrentino -  emerge la dinamica dell’evangelizzazione: strada, chiesa, casa. L'evangelizzazione e il cammino sinodale hanno bisogno di tutti e tre questi elementi: la strada che esprime il dinamismo dell'annuncio, la casa che esprime l'esperienza di relazioni calde di umanità e di fede, la chiesa dove ci si raduna per sentirsi popolo e comunità credente".

Chiacchiericcio che "avvelena le comunità"

Momento centrale dell’incontro è stata la riflessione di mons. Erio Castellucci vescovo di Modena-Nonantola e Carpi, vicepresidente della Conferenza Episcopale italiana, che partendo dall’attuale situazione storica e sociale della Chiesa in riferimento alle crisi che segnano il mondo, dalla guerra alla pandemia, dalle povertà alla questione ecologica, dall’immigrazione all’integrazione, ha evidenziato come "la crisi è una dimensione della vita che va abitata e gestita. Non possiamo vivere pensando di schivare le crisi. Il primo modo di affrontarle è la gioiosa fraternità, nella consapevolezza dei problemi e nella capacità di affrontarli instaurando delle relazioni  gioiose e profonde. Una fede lamentosa, infatti, non produce frutti. Il lamento c'è e – ha sottolineato Castellucci - serve come segnalazione di ciò che manca, ma nelle comunità deve essere presente in modo più incisivo la gioia del Vangelo. Una comunità fraterna, in un cammino di crescita condivisa, è più interessata a cogliere le ricchezze dell'altro, piuttosto che evidenziarne i limiti. Il troppo chiacchiericcio e la malevolenza allontanano dalla Chiesa: sono il veleno delle comunità, che sembra influire anche in modo rilevante sui giovani e il loro allontanamento dalla Chiesa". La crisi può essere elemento per una trasformazione dei punti di debolezza in forza, che per mons. Castellucci possono dare nuovo slancio all’azione pastorale. "Non è tanto importante contare i risultati ma essere autentici, accettando anche le debolezze. Siamo sempre preoccupati dei numeri, che sono indicatori interessanti, però la debolezza deve diventare forza, e cambiare la nostra mentalità passando dal conteggio al contagio. Dobbiamo creare dei luoghi di accoglienza e di ascolto che intercettino la vita delle persone, lì dove esse vivono, casa, luoghi di lavoro e di socialità, e non necessariamente nelle parrocchie". Mons. Castellucci ha concluso il suo intervento con la suggestione data da tre parole: sale, lievito e luce, elementi che non bastano a se stessi ma che per produrre ed essere efficaci devono essere coniugati ad altri e ben dosati; a ribadire l’importanza di riconoscersi negli altri e con loro proseguire nel cammino cristiano della Chiesa in uscita, sempre più chiamata ad essere, come disse papa Benedetto XVI, “minoranza creativa”. L’assemblea è proseguita con un momento di ascolto e confronto tra i partecipanti e nei gruppi di lavoro sulla formazione degli operatori pastorali, sul rinnovamento della pastorale e sugli stili delle proposte cristiane.

Fotogallery

[gallery ids="66989,66990,66991,66992,66993,66994,66995,66996"] Per seguire la diretta https://www.youtube.com/watch?v=u7Or2hnMGFk&feature=youtu.be]]>
assemblea ecclesiale chiesa umbra

A Foligno, nel complesso parrocchiale di San Paolo Apostolo, sabato 28 maggio, si è tenuta l’assemblea ecclesiale regionale della Chiesa Umbra sul tema: “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”, quale incontro di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dall’emergenza sanitaria, per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza. Presenti i Vescovi dell’Umbria e 25 delegati per ognuna delle otto diocesi, accolti con cordialità dal parroco don Giovanni Zampa e dalla equipe della parrocchia. Quest’assise della Chiesa umbra si inserisce nel Cammino sinodale delle Chiese in Italia che dà spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

Dialogo, confronto e scambio

Nel saluto iniziale di benvenuto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha detto che "siamo nuovamente riuniti in Assemblea non per un ascolto unilaterale, quale può essere l'acquisizione di informazioni, di dati e di analisi accurate della realtà, ma per un tempo di dialogo, di confronto, di scambio su convinzioni e pareri, anche diversi. Con l'intento di trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell'impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita del mondo. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti. Vorremmo riflettere perciò su come impostare una ripresa della pastorale, come ridare slancio, come tornare ad entusiasmarci dopo la dispersione della pandemia, di fronte alle conseguenze della crisi economica e ai traumi generati dalla guerra in corso, con il proposito di preparare magari un incontro più organico e strutturato nel prossimo anno". Mons. Domenico Sorrentino vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha presieduto la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo. “Nel brano degli Atti degli Apostoli (Atti 18, 23-28) che abbiamo ascoltato – ha evidenziato mons. Sorrentino -  emerge la dinamica dell’evangelizzazione: strada, chiesa, casa. L'evangelizzazione e il cammino sinodale hanno bisogno di tutti e tre questi elementi: la strada che esprime il dinamismo dell'annuncio, la casa che esprime l'esperienza di relazioni calde di umanità e di fede, la chiesa dove ci si raduna per sentirsi popolo e comunità credente".

Chiacchiericcio che "avvelena le comunità"

Momento centrale dell’incontro è stata la riflessione di mons. Erio Castellucci vescovo di Modena-Nonantola e Carpi, vicepresidente della Conferenza Episcopale italiana, che partendo dall’attuale situazione storica e sociale della Chiesa in riferimento alle crisi che segnano il mondo, dalla guerra alla pandemia, dalle povertà alla questione ecologica, dall’immigrazione all’integrazione, ha evidenziato come "la crisi è una dimensione della vita che va abitata e gestita. Non possiamo vivere pensando di schivare le crisi. Il primo modo di affrontarle è la gioiosa fraternità, nella consapevolezza dei problemi e nella capacità di affrontarli instaurando delle relazioni  gioiose e profonde. Una fede lamentosa, infatti, non produce frutti. Il lamento c'è e – ha sottolineato Castellucci - serve come segnalazione di ciò che manca, ma nelle comunità deve essere presente in modo più incisivo la gioia del Vangelo. Una comunità fraterna, in un cammino di crescita condivisa, è più interessata a cogliere le ricchezze dell'altro, piuttosto che evidenziarne i limiti. Il troppo chiacchiericcio e la malevolenza allontanano dalla Chiesa: sono il veleno delle comunità, che sembra influire anche in modo rilevante sui giovani e il loro allontanamento dalla Chiesa". La crisi può essere elemento per una trasformazione dei punti di debolezza in forza, che per mons. Castellucci possono dare nuovo slancio all’azione pastorale. "Non è tanto importante contare i risultati ma essere autentici, accettando anche le debolezze. Siamo sempre preoccupati dei numeri, che sono indicatori interessanti, però la debolezza deve diventare forza, e cambiare la nostra mentalità passando dal conteggio al contagio. Dobbiamo creare dei luoghi di accoglienza e di ascolto che intercettino la vita delle persone, lì dove esse vivono, casa, luoghi di lavoro e di socialità, e non necessariamente nelle parrocchie". Mons. Castellucci ha concluso il suo intervento con la suggestione data da tre parole: sale, lievito e luce, elementi che non bastano a se stessi ma che per produrre ed essere efficaci devono essere coniugati ad altri e ben dosati; a ribadire l’importanza di riconoscersi negli altri e con loro proseguire nel cammino cristiano della Chiesa in uscita, sempre più chiamata ad essere, come disse papa Benedetto XVI, “minoranza creativa”. L’assemblea è proseguita con un momento di ascolto e confronto tra i partecipanti e nei gruppi di lavoro sulla formazione degli operatori pastorali, sul rinnovamento della pastorale e sugli stili delle proposte cristiane.

Fotogallery

[gallery ids="66989,66990,66991,66992,66993,66994,66995,66996"] Per seguire la diretta https://www.youtube.com/watch?v=u7Or2hnMGFk&feature=youtu.be]]>
Assemblea ecclesiale regionale 2022 in diretta https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-regionale-2022-in-diretta/ Fri, 27 May 2022 16:27:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66984 Assemblea ecclesiale regionale umbra 2022

Dalla chiesa di San Paolo a Foligno, la sessione mattutina dei lavori dell'Assemblea regionale delle Chiese umbre. Con la partecipazione di mons. Erio Castellucci, uno dei tre vice presidenti della Conferenza episcopale italiana, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi.
Il programma della giornata prevede l’accoglienza a partire dalle ore 9, seguita dall’invocazione allo Spirito santo.
Alle ore 10 l’intervento di mons. Castellucci, sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo un’oretta e una breve pausa, ha luogo la discussione tra il relatore e i partecipanti. Fatta la pausa pranzo, alle 14.30 i partecipanti si ritrovano nei gruppi di lavoro per elaborare gli spunti raccolti in mattinata. Alle ore 18 l’Assemblea si conclude con la recita dei primi vespri della solennità dell’Ascensione di Cristo. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=u7Or2hnMGFk[/embed]
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Assemblea ecclesiale regionale umbra 2022

Dalla chiesa di San Paolo a Foligno, la sessione mattutina dei lavori dell'Assemblea regionale delle Chiese umbre. Con la partecipazione di mons. Erio Castellucci, uno dei tre vice presidenti della Conferenza episcopale italiana, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi.
Il programma della giornata prevede l’accoglienza a partire dalle ore 9, seguita dall’invocazione allo Spirito santo.
Alle ore 10 l’intervento di mons. Castellucci, sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo un’oretta e una breve pausa, ha luogo la discussione tra il relatore e i partecipanti. Fatta la pausa pranzo, alle 14.30 i partecipanti si ritrovano nei gruppi di lavoro per elaborare gli spunti raccolti in mattinata. Alle ore 18 l’Assemblea si conclude con la recita dei primi vespri della solennità dell’Ascensione di Cristo. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=u7Or2hnMGFk[/embed]
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La Chiesa umbra verso una nuova Assemblea (Foligno, 28 maggio) https://www.lavoce.it/chiesa-umbra-verso-assemblea-foligno-28-maggio/ Thu, 26 May 2022 14:50:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66915 assemblea ecclesiale regionale foligno 2019

Dopo quella del 18 e 19 ottobre 2019, i Vescovi umbri promuovono una nuova Assemblea ecclesiale regionale il 28 maggio, sempre nella chiesa di San Paolo a Foligno. Ne parliamo con mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale regionale.

Ripartiamo da quanto vissuto a Foligno nel 2019...

“È stata una significativa esperienza di Chiesa, che ha aperto belle prospettive per quanto riguarda la collaborazione tra le diocesi, e direi che ha quasi anticipato quanto Papa Francesco e i Vescovi italiani ci hanno chiesto di mettere in atto con il cammino sinodale. Ci siamo trovati, abbiamo riflettuto insieme, abbiamo rivolto uno sguardo d’amore alle nostre Chiese e alla nostra regione, domandandoci: come cristiani all’interno di questa società, cosa dobbiamo fare per annunciare la gioia del Vangelo? Sono nate riflessioni ricche e feconde affidate poi alla responsabilità e all’accoglienza di ciascuna delle nostre Chiese diocesane”.

Poi è giunta la pandemia… “Esatto. Ci siamo bloccati lungo il cammino, e quello che allora era nato si è in qualche modo interrotto. Adesso come Vescovi abbiamo pensato che quel patrimonio e quella bellissima esperienza dovevano essere ripresi e rivitalizzati. Ecco allora l’iniziativa di ritrovarci ancora una volta a Foligno per una giornata di ulteriore riflessione. Abbiamo bisogno di rimetterci insieme, di consolidare quei rapporti di fraternità, di amicizia e di comunione che la pandemia ha indebolito e sfilacciato. Non si tratta dunque di aggiungere qualche cosa alle diverse esperienze di cammino sinodale che già sono in atto nelle nostre diocesi, bensì di potenziare questa esperienza di comunione, di ascolto reciproco, di sogno condiviso. Ecco il senso della giornata del 28 maggio”.

Come si svolgerà?

“Abbiamo chiesto a mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena, di aiutarci a leggere quanto stiamo vivendo e a guardare avanti individuando alcune prospettive condivise. Ci introdurrà al lavoro e ci consegnerà tre piste di riflessione che poi cercheremo di approfondire nei gruppi. L’obiettivo è far emergere alcuni temi centrali che poi potremmo riprendere in un’assemblea più generale delle nostre Chiese. Non si tratta di definire un programma, ma di vivere un’esperienza di ascolto reciproco, di comunione e di comunicazione dalla quale, proprio grazie a questo lavoro sinodale, potrebbero emergere gradualmente alcuni punti particolarmente preziosi per il cammino comune”.

 

Programma dell’Assemblea e relatore

A guidare i lavori dell’Assemblea ecclesiale regionale, il 28 maggio a Foligno, è mons. Erio Castellucci, uno dei tre vice presidenti della Cei. Mons. Castellucci ha il titolo di “arcivescovo abate” di Modena Nonantola, nonché quello di vescovo di Carpi.

Nato a Forlì l’8 luglio 1960, è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 2015 è vescovo di Modena, e dal 2020 della diocesi di Carpi, unita alla precedente in persona episcopi ... quindi può ben comprendere la situazione di ben quattro su otto diocesi umbre al momento attuale. Dal 2021 mons. Castellucci è anche diventato vice presidente della Cei. È inoltre consultore della Congregazione per il clero e soprattutto, tra i motivi più interessanti per invitarlo a Foligno, consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

 

Il programma della giornata prevede l’accoglienza presso la parrocchia di San Paolo apostolo (o “chiesa di Fuksas”) a partire dalle ore 9, seguita dall’invocazione allo Spirito santo.

Alle ore 10 l’intervento di mons. Castellucci, sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo un’oretta e una breve pausa, ha luogo la discussione tra il relatore e i partecipanti. Fatta la pausa pranzo, alle 14.30 i partecipanti si ritrovano nei gruppi di lavoro per elaborare gli spunti raccolti in mattinata. Alle ore 18 l’Assemblea si conclude con la recita dei primi vespri della solennità dell’Ascensione di Cristo.

L’evento potrà essere seguito in diretta dal canale Youtube Chiesa in Umbria , sulla pagina Facebook del settimanale La Voce e su www.lavoce.it .

 
  Rispetto al 2019, alcune diocesi umbre si trovano ora sotto la guida dello stesso vescovo. Pensiamo ad Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, e a Gubbio e Città di Castello.

“Queste comunità stanno facendo esperienza di sinodalità, di condivisione, di collaborazione. È vero che la prima impressione che si può trarre da queste operazioni di unione in persona episcopi è di un impoverimento: ‘Non abbiamo più il vescovo residente’ sentiamo dire. Com- prendo e rispetto la sensibilità di chi legge gli avvenimenti in questa prospettiva. Però non si tratta di impoverimento, ma di allargamento: le due Chiese diocesane che sono chiamate a fare un cammino convergente, non parallelo, mettono a disposizione l’una dell’altra le proprie ricchezze e condividono anche le rispettive povertà.

Nella nostra Regione ora abbiamo un numero minore di vescovi, è vero, ma non è tanto il numero che deve richiamare la nostra attenzione quanto piuttosto la vitalità delle nostre Chiese, chiamate ad affrontare una situazione nuova che ci propone sfide fino a oggi inattese. Perché non considerare quanto sta avvenendo come una proposta forte per una più grande attenzione a ciò che è essenziale per la vita cristiana, per definire bene quale debba essere il nostro posto nella società quali portatori e testimoni della gioia del Vangelo? Io vedo in questa situazione un tempo di grazia, faticoso certamente e che richiede un cambio di mentalità, che ci conduce a rimettere in movimento tante energie, tante possibilità, tanti sogni che possono essere preziosi per il nostro mondo di oggi”.

Le Chiese umbre si ritrovano in assemblea con un dato poco incoraggiante: il Seminario regionale è abitato da pochissimi seminaristi. Su cosa lavorare per far dire a un giovane che vale la pena essere preti?

“È vero. E poi diminuiscono i preti, aumenta la loro età e sempre più spesso devono farsi carico di più parrocchie. Non dobbiamo però dimenticare che la comunità cristiana non coincide con il sacerdote. Certo la loro presenza è insostituibile, e questo allora deve far porre l’attenzione su un aspetto urgente per le nostre Chiese: un’autentica pastorale della famiglia, nella quale si creino le condizioni favorevoli per ascoltare e decifrare la voce di Dio. È la famiglia il luogo in cui nascono tutte le vocazioni, anche quelle al sacerdozio. Abbiamo bisogno di preti, è vero. Ma perché ci siano, abbiamo bisogno - prima ancora - di famiglie che sappiano coltivare questo clima di ascolto delle varie chiamate del Signore.

Le vocazioni dunque ci sono, Dio continua a proporre delle mete alte a tutti: a chi la vita sacerdotale, a chi quella religiosa e a chi quella familiare. I giovani non hanno paura dell’impegno, ma della mediocrità. E noi purtroppo continuiamo a proporre alle giovani generazioni una vita mediocre perché pensiamo che sia più facile e più consolante. I nostri giovani, sono convinto, hanno grandi ideali e grandi sogni. Tante volte siamo noi adulti che questi sogni li mortifichiamo e li spegniamo. Due le cose fondamentali: la preghiera e, lo ripeto, la presenza di famiglie cristiane che sappiano apprezzare anche la bellezza di un figlio prete. Non è una ‘disgrazia’ avere un prete in famiglia...”.

L’appello di voi Vescovi alle famiglie e ai giovani?

“L’appello che lancio alle famiglie, anche a nome dei miei confratelli vescovi, è: coltivate in casa la possibilità, per i vostri figli, di scoprire la chiamata di Dio per loro. Abbiamo bisogno di famiglie che siano il riflesso dell’amore, della fedeltà, della misericordia, della pazienza, del perdono di cui Dio ci fa continuamente strumenti. Ai giovani umbri dico: non abbiate paura di donare la vita. Essere prete è bello e ancora oggi riempie il cuore. Dobbiamo infine impegnarci sempre di più per una pastorale vocazionale che si intrecci con quella della famiglia: questa mi pare una delle urgenze fondamentali di oggi. Il prete, poi, da solo può fare ben poco. Ci vogliono anche cristiani coscienti della propria missione, capaci di rendere testimonianza della fede che abita il loro cuore e ispira la loro vita. Questo vuol dire, allora, il rinnovamento delle nostre Chiese”.

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assemblea ecclesiale regionale foligno 2019

Dopo quella del 18 e 19 ottobre 2019, i Vescovi umbri promuovono una nuova Assemblea ecclesiale regionale il 28 maggio, sempre nella chiesa di San Paolo a Foligno. Ne parliamo con mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale regionale.

Ripartiamo da quanto vissuto a Foligno nel 2019...

“È stata una significativa esperienza di Chiesa, che ha aperto belle prospettive per quanto riguarda la collaborazione tra le diocesi, e direi che ha quasi anticipato quanto Papa Francesco e i Vescovi italiani ci hanno chiesto di mettere in atto con il cammino sinodale. Ci siamo trovati, abbiamo riflettuto insieme, abbiamo rivolto uno sguardo d’amore alle nostre Chiese e alla nostra regione, domandandoci: come cristiani all’interno di questa società, cosa dobbiamo fare per annunciare la gioia del Vangelo? Sono nate riflessioni ricche e feconde affidate poi alla responsabilità e all’accoglienza di ciascuna delle nostre Chiese diocesane”.

Poi è giunta la pandemia… “Esatto. Ci siamo bloccati lungo il cammino, e quello che allora era nato si è in qualche modo interrotto. Adesso come Vescovi abbiamo pensato che quel patrimonio e quella bellissima esperienza dovevano essere ripresi e rivitalizzati. Ecco allora l’iniziativa di ritrovarci ancora una volta a Foligno per una giornata di ulteriore riflessione. Abbiamo bisogno di rimetterci insieme, di consolidare quei rapporti di fraternità, di amicizia e di comunione che la pandemia ha indebolito e sfilacciato. Non si tratta dunque di aggiungere qualche cosa alle diverse esperienze di cammino sinodale che già sono in atto nelle nostre diocesi, bensì di potenziare questa esperienza di comunione, di ascolto reciproco, di sogno condiviso. Ecco il senso della giornata del 28 maggio”.

Come si svolgerà?

“Abbiamo chiesto a mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena, di aiutarci a leggere quanto stiamo vivendo e a guardare avanti individuando alcune prospettive condivise. Ci introdurrà al lavoro e ci consegnerà tre piste di riflessione che poi cercheremo di approfondire nei gruppi. L’obiettivo è far emergere alcuni temi centrali che poi potremmo riprendere in un’assemblea più generale delle nostre Chiese. Non si tratta di definire un programma, ma di vivere un’esperienza di ascolto reciproco, di comunione e di comunicazione dalla quale, proprio grazie a questo lavoro sinodale, potrebbero emergere gradualmente alcuni punti particolarmente preziosi per il cammino comune”.

 

Programma dell’Assemblea e relatore

A guidare i lavori dell’Assemblea ecclesiale regionale, il 28 maggio a Foligno, è mons. Erio Castellucci, uno dei tre vice presidenti della Cei. Mons. Castellucci ha il titolo di “arcivescovo abate” di Modena Nonantola, nonché quello di vescovo di Carpi.

Nato a Forlì l’8 luglio 1960, è stato ordinato sacerdote nel 1984. Dal 2015 è vescovo di Modena, e dal 2020 della diocesi di Carpi, unita alla precedente in persona episcopi ... quindi può ben comprendere la situazione di ben quattro su otto diocesi umbre al momento attuale. Dal 2021 mons. Castellucci è anche diventato vice presidente della Cei. È inoltre consultore della Congregazione per il clero e soprattutto, tra i motivi più interessanti per invitarlo a Foligno, consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

 

Il programma della giornata prevede l’accoglienza presso la parrocchia di San Paolo apostolo (o “chiesa di Fuksas”) a partire dalle ore 9, seguita dall’invocazione allo Spirito santo.

Alle ore 10 l’intervento di mons. Castellucci, sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo un’oretta e una breve pausa, ha luogo la discussione tra il relatore e i partecipanti. Fatta la pausa pranzo, alle 14.30 i partecipanti si ritrovano nei gruppi di lavoro per elaborare gli spunti raccolti in mattinata. Alle ore 18 l’Assemblea si conclude con la recita dei primi vespri della solennità dell’Ascensione di Cristo.

L’evento potrà essere seguito in diretta dal canale Youtube Chiesa in Umbria , sulla pagina Facebook del settimanale La Voce e su www.lavoce.it .

 
  Rispetto al 2019, alcune diocesi umbre si trovano ora sotto la guida dello stesso vescovo. Pensiamo ad Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, e a Gubbio e Città di Castello.

“Queste comunità stanno facendo esperienza di sinodalità, di condivisione, di collaborazione. È vero che la prima impressione che si può trarre da queste operazioni di unione in persona episcopi è di un impoverimento: ‘Non abbiamo più il vescovo residente’ sentiamo dire. Com- prendo e rispetto la sensibilità di chi legge gli avvenimenti in questa prospettiva. Però non si tratta di impoverimento, ma di allargamento: le due Chiese diocesane che sono chiamate a fare un cammino convergente, non parallelo, mettono a disposizione l’una dell’altra le proprie ricchezze e condividono anche le rispettive povertà.

Nella nostra Regione ora abbiamo un numero minore di vescovi, è vero, ma non è tanto il numero che deve richiamare la nostra attenzione quanto piuttosto la vitalità delle nostre Chiese, chiamate ad affrontare una situazione nuova che ci propone sfide fino a oggi inattese. Perché non considerare quanto sta avvenendo come una proposta forte per una più grande attenzione a ciò che è essenziale per la vita cristiana, per definire bene quale debba essere il nostro posto nella società quali portatori e testimoni della gioia del Vangelo? Io vedo in questa situazione un tempo di grazia, faticoso certamente e che richiede un cambio di mentalità, che ci conduce a rimettere in movimento tante energie, tante possibilità, tanti sogni che possono essere preziosi per il nostro mondo di oggi”.

Le Chiese umbre si ritrovano in assemblea con un dato poco incoraggiante: il Seminario regionale è abitato da pochissimi seminaristi. Su cosa lavorare per far dire a un giovane che vale la pena essere preti?

“È vero. E poi diminuiscono i preti, aumenta la loro età e sempre più spesso devono farsi carico di più parrocchie. Non dobbiamo però dimenticare che la comunità cristiana non coincide con il sacerdote. Certo la loro presenza è insostituibile, e questo allora deve far porre l’attenzione su un aspetto urgente per le nostre Chiese: un’autentica pastorale della famiglia, nella quale si creino le condizioni favorevoli per ascoltare e decifrare la voce di Dio. È la famiglia il luogo in cui nascono tutte le vocazioni, anche quelle al sacerdozio. Abbiamo bisogno di preti, è vero. Ma perché ci siano, abbiamo bisogno - prima ancora - di famiglie che sappiano coltivare questo clima di ascolto delle varie chiamate del Signore.

Le vocazioni dunque ci sono, Dio continua a proporre delle mete alte a tutti: a chi la vita sacerdotale, a chi quella religiosa e a chi quella familiare. I giovani non hanno paura dell’impegno, ma della mediocrità. E noi purtroppo continuiamo a proporre alle giovani generazioni una vita mediocre perché pensiamo che sia più facile e più consolante. I nostri giovani, sono convinto, hanno grandi ideali e grandi sogni. Tante volte siamo noi adulti che questi sogni li mortifichiamo e li spegniamo. Due le cose fondamentali: la preghiera e, lo ripeto, la presenza di famiglie cristiane che sappiano apprezzare anche la bellezza di un figlio prete. Non è una ‘disgrazia’ avere un prete in famiglia...”.

L’appello di voi Vescovi alle famiglie e ai giovani?

“L’appello che lancio alle famiglie, anche a nome dei miei confratelli vescovi, è: coltivate in casa la possibilità, per i vostri figli, di scoprire la chiamata di Dio per loro. Abbiamo bisogno di famiglie che siano il riflesso dell’amore, della fedeltà, della misericordia, della pazienza, del perdono di cui Dio ci fa continuamente strumenti. Ai giovani umbri dico: non abbiate paura di donare la vita. Essere prete è bello e ancora oggi riempie il cuore. Dobbiamo infine impegnarci sempre di più per una pastorale vocazionale che si intrecci con quella della famiglia: questa mi pare una delle urgenze fondamentali di oggi. Il prete, poi, da solo può fare ben poco. Ci vogliono anche cristiani coscienti della propria missione, capaci di rendere testimonianza della fede che abita il loro cuore e ispira la loro vita. Questo vuol dire, allora, il rinnovamento delle nostre Chiese”.

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Nuova assemblea regionale delle Chiese umbre il 28 maggio https://www.lavoce.it/nuova-assemblea-regionale-delle-chiese-umbre-il-28-maggio/ Fri, 06 May 2022 15:48:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66503 Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo l’incontro dell’ottobre 2019, le diocesi umbre si ritrovano di nuovo a Foligno per una nuova Assemblea ecclesiale regionale, fissata il 28 maggio prossimo.

All’inizio dell’aprile scorso, il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, ha convocato il gruppo di lavoro che ha stilato tutte le indicazioni per l’appuntamento di fine maggio. I vescovi umbri tengono a sottolineare come l’assemblea debba essere “un appuntamento di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dalla pandemia”, anche per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza.

Un incontro che intende tenere conto del contesto ecclesiale odierno e del Documento Assemblea2019 Chiesa umbra, senza avere però pretese programmatiche o decisionali. Sarà un evento semplice e agile, con l’intenzione di preparare magari un’assemblea generale più organica e strutturata, nei prossimi mesi. Si tratterà di una “assemblea qualificata”, cioè con massimo 25 membri per ogni diocesi, scelti anche tra quanti hanno preso parte alla precedente assemblea 2019.

Quindi con un totale di circa 200 persone partecipanti. Un invito rivolto in particolare ai membri dei consigli pastorali diocesani e ai responsabili di uffici diocesani, associazioni e movimenti. Anche stavolta l’incontro si terrà nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Foligno. Un luogo unico e ampio, dunque, per sfruttare al massimo il tempo a disposizione e favorire il confronto intenso senza dispersioni.

Il programma

Sabato 28 maggio, l’assemblea inizierà alle 9 con l’accoglienza dei delegati e la preghiera. Alle ore 10, ci sarà l’intervento di mons. Erio Castellucci - arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) - sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo una pausa di metà mattinata, si riprenderà con il dialogo con il relatore.

Nel pomeriggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, toccherà ai lavori di gruppo misti con i delegati delle diocesi umbre. Infine, alle 17, la celebrazione solenne dei primi vespri dell’Ascensione del Signore.

Iscrizioni

Le iscrizioni dei rappresentanti delle Chiese diocesane vanno comunicate entro domenica 15 maggio, anche per rendere agevole la composizione degli otto gruppi di lavoro. La segreteria organizzativa è curata dalla diocesi di Foligno, mentre il servizio liturgico è affidato al Pontificio seminario regionale di Assisi.

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Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo l’incontro dell’ottobre 2019, le diocesi umbre si ritrovano di nuovo a Foligno per una nuova Assemblea ecclesiale regionale, fissata il 28 maggio prossimo.

All’inizio dell’aprile scorso, il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, ha convocato il gruppo di lavoro che ha stilato tutte le indicazioni per l’appuntamento di fine maggio. I vescovi umbri tengono a sottolineare come l’assemblea debba essere “un appuntamento di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dalla pandemia”, anche per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza.

Un incontro che intende tenere conto del contesto ecclesiale odierno e del Documento Assemblea2019 Chiesa umbra, senza avere però pretese programmatiche o decisionali. Sarà un evento semplice e agile, con l’intenzione di preparare magari un’assemblea generale più organica e strutturata, nei prossimi mesi. Si tratterà di una “assemblea qualificata”, cioè con massimo 25 membri per ogni diocesi, scelti anche tra quanti hanno preso parte alla precedente assemblea 2019.

Quindi con un totale di circa 200 persone partecipanti. Un invito rivolto in particolare ai membri dei consigli pastorali diocesani e ai responsabili di uffici diocesani, associazioni e movimenti. Anche stavolta l’incontro si terrà nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Foligno. Un luogo unico e ampio, dunque, per sfruttare al massimo il tempo a disposizione e favorire il confronto intenso senza dispersioni.

Il programma

Sabato 28 maggio, l’assemblea inizierà alle 9 con l’accoglienza dei delegati e la preghiera. Alle ore 10, ci sarà l’intervento di mons. Erio Castellucci - arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) - sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo una pausa di metà mattinata, si riprenderà con il dialogo con il relatore.

Nel pomeriggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, toccherà ai lavori di gruppo misti con i delegati delle diocesi umbre. Infine, alle 17, la celebrazione solenne dei primi vespri dell’Ascensione del Signore.

Iscrizioni

Le iscrizioni dei rappresentanti delle Chiese diocesane vanno comunicate entro domenica 15 maggio, anche per rendere agevole la composizione degli otto gruppi di lavoro. La segreteria organizzativa è curata dalla diocesi di Foligno, mentre il servizio liturgico è affidato al Pontificio seminario regionale di Assisi.

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