Assemblea ecclesiale umbra 2019 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assemblea-ecclesiale-umbra-2019/ Settimanale di informazione regionale Sun, 19 Jun 2022 15:20:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Assemblea ecclesiale umbra 2019 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/assemblea-ecclesiale-umbra-2019/ 32 32 L’assemblea ecclesiale regionale si conclude con un grazie a Bassetti. https://www.lavoce.it/lassemblea-ecclesiale-regionale-si-conclude-con-un-grazie-a-bassetti/ Sat, 28 May 2022 15:24:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67003

L'assemblea ecclesiale delle Chiese dell'Umbria si è conclusa con la preghiera dei Primi Vespri solenni dell'Ascensione presieduti dal Cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo emerito di Perugia - Città della Pieve. Questo momento è stato anche l'occasione che i Vescovi umbri hanno colto per esprimere “un saluto ammirato e riconoscente”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo,arcivescovo di Spoleto - Norcia. Un “grazie" che è stato accolto da un lungo applauso dall'assemblea. Il Cardinale “proprio ieri ha visto concludersi il suo servizio episcopale alla Chiesa di Perugia-Cità della Pieve” ha detto Boccardo, ricordando di Bassetti “la sua cordiale umanità, la sua sapienza pastorale e la sua generosa dedizione, capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione. Doti che rimangono per noi esempio luminoso e preziosa eredità da raccogliere e custodire”. “Il Cardinale ha concluso il suo servizio episcopale, ma non lascia le Chiese dell'Umbria, continuerà a restare con noi , anche se in modo diverso”. “Confidiamo - ha aggiunto Boccardo - che vorrà continuare ad accompagnarci con il suo consiglio e la sua preghiera”. “Grazie Eminenza, per la sua presenza in mezzo anoi in questi anni” ha concluso Boccardo. Bassetti ha accolto le parole di mons. Boccaerdo, a sua volta con un grazie. Ed ha ricordato che sì, cambia la sua vita, ma “l'amore per Dio e per la mia gente, resterà e mi accompagna sempre. Pregate per me” ha concluso Bassetti. Nel pomeriggio i partecipanti all'assemblea si sono incontrato in gruppi per confrontarsi sulle tre piste lasciate dal relatore della mattina, mons. Erio Castelluci. Per tutti è stato un momento positivo che segna la ripresa di un cammino ecclesiale in presenza, dopo una pandemia che ha modificato anche il modo di vivere delle comunità e che lascia una eredità su cui le Chiese rifletteranno e si confronteranno. “La sintesi dei gruppi -  ha detto mons. Boccardo - verrà consegnata alla segreteria del convegno da lì faranno le loro proposte”. Mons. Boccardo ha ringraziato anche il parroco don Giovanni Zampa (membro del comitato che ha organizzato il convegno) e i circa 30 volontari dell'Unità pastorale della Chiesa di San Paolo a Foligno che hanno accolto i convegnisti con amicizia e generosità.

Il vespro e il ringraziamento a Bassetti

https://youtu.be/hxiWAKtXQ5I]]>

L'assemblea ecclesiale delle Chiese dell'Umbria si è conclusa con la preghiera dei Primi Vespri solenni dell'Ascensione presieduti dal Cardinale Gualtiero Bassetti, vescovo emerito di Perugia - Città della Pieve. Questo momento è stato anche l'occasione che i Vescovi umbri hanno colto per esprimere “un saluto ammirato e riconoscente”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo,arcivescovo di Spoleto - Norcia. Un “grazie" che è stato accolto da un lungo applauso dall'assemblea. Il Cardinale “proprio ieri ha visto concludersi il suo servizio episcopale alla Chiesa di Perugia-Cità della Pieve” ha detto Boccardo, ricordando di Bassetti “la sua cordiale umanità, la sua sapienza pastorale e la sua generosa dedizione, capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione. Doti che rimangono per noi esempio luminoso e preziosa eredità da raccogliere e custodire”. “Il Cardinale ha concluso il suo servizio episcopale, ma non lascia le Chiese dell'Umbria, continuerà a restare con noi , anche se in modo diverso”. “Confidiamo - ha aggiunto Boccardo - che vorrà continuare ad accompagnarci con il suo consiglio e la sua preghiera”. “Grazie Eminenza, per la sua presenza in mezzo anoi in questi anni” ha concluso Boccardo. Bassetti ha accolto le parole di mons. Boccaerdo, a sua volta con un grazie. Ed ha ricordato che sì, cambia la sua vita, ma “l'amore per Dio e per la mia gente, resterà e mi accompagna sempre. Pregate per me” ha concluso Bassetti. Nel pomeriggio i partecipanti all'assemblea si sono incontrato in gruppi per confrontarsi sulle tre piste lasciate dal relatore della mattina, mons. Erio Castelluci. Per tutti è stato un momento positivo che segna la ripresa di un cammino ecclesiale in presenza, dopo una pandemia che ha modificato anche il modo di vivere delle comunità e che lascia una eredità su cui le Chiese rifletteranno e si confronteranno. “La sintesi dei gruppi -  ha detto mons. Boccardo - verrà consegnata alla segreteria del convegno da lì faranno le loro proposte”. Mons. Boccardo ha ringraziato anche il parroco don Giovanni Zampa (membro del comitato che ha organizzato il convegno) e i circa 30 volontari dell'Unità pastorale della Chiesa di San Paolo a Foligno che hanno accolto i convegnisti con amicizia e generosità.

Il vespro e il ringraziamento a Bassetti

https://youtu.be/hxiWAKtXQ5I]]>
Nuova assemblea regionale delle Chiese umbre il 28 maggio https://www.lavoce.it/nuova-assemblea-regionale-delle-chiese-umbre-il-28-maggio/ Fri, 06 May 2022 15:48:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66503 Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo l’incontro dell’ottobre 2019, le diocesi umbre si ritrovano di nuovo a Foligno per una nuova Assemblea ecclesiale regionale, fissata il 28 maggio prossimo.

All’inizio dell’aprile scorso, il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, ha convocato il gruppo di lavoro che ha stilato tutte le indicazioni per l’appuntamento di fine maggio. I vescovi umbri tengono a sottolineare come l’assemblea debba essere “un appuntamento di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dalla pandemia”, anche per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza.

Un incontro che intende tenere conto del contesto ecclesiale odierno e del Documento Assemblea2019 Chiesa umbra, senza avere però pretese programmatiche o decisionali. Sarà un evento semplice e agile, con l’intenzione di preparare magari un’assemblea generale più organica e strutturata, nei prossimi mesi. Si tratterà di una “assemblea qualificata”, cioè con massimo 25 membri per ogni diocesi, scelti anche tra quanti hanno preso parte alla precedente assemblea 2019.

Quindi con un totale di circa 200 persone partecipanti. Un invito rivolto in particolare ai membri dei consigli pastorali diocesani e ai responsabili di uffici diocesani, associazioni e movimenti. Anche stavolta l’incontro si terrà nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Foligno. Un luogo unico e ampio, dunque, per sfruttare al massimo il tempo a disposizione e favorire il confronto intenso senza dispersioni.

Il programma

Sabato 28 maggio, l’assemblea inizierà alle 9 con l’accoglienza dei delegati e la preghiera. Alle ore 10, ci sarà l’intervento di mons. Erio Castellucci - arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) - sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo una pausa di metà mattinata, si riprenderà con il dialogo con il relatore.

Nel pomeriggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, toccherà ai lavori di gruppo misti con i delegati delle diocesi umbre. Infine, alle 17, la celebrazione solenne dei primi vespri dell’Ascensione del Signore.

Iscrizioni

Le iscrizioni dei rappresentanti delle Chiese diocesane vanno comunicate entro domenica 15 maggio, anche per rendere agevole la composizione degli otto gruppi di lavoro. La segreteria organizzativa è curata dalla diocesi di Foligno, mentre il servizio liturgico è affidato al Pontificio seminario regionale di Assisi.

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Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo l’incontro dell’ottobre 2019, le diocesi umbre si ritrovano di nuovo a Foligno per una nuova Assemblea ecclesiale regionale, fissata il 28 maggio prossimo.

All’inizio dell’aprile scorso, il presidente della Conferenza episcopale umbra, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, ha convocato il gruppo di lavoro che ha stilato tutte le indicazioni per l’appuntamento di fine maggio. I vescovi umbri tengono a sottolineare come l’assemblea debba essere “un appuntamento di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dalla pandemia”, anche per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza.

Un incontro che intende tenere conto del contesto ecclesiale odierno e del Documento Assemblea2019 Chiesa umbra, senza avere però pretese programmatiche o decisionali. Sarà un evento semplice e agile, con l’intenzione di preparare magari un’assemblea generale più organica e strutturata, nei prossimi mesi. Si tratterà di una “assemblea qualificata”, cioè con massimo 25 membri per ogni diocesi, scelti anche tra quanti hanno preso parte alla precedente assemblea 2019.

Quindi con un totale di circa 200 persone partecipanti. Un invito rivolto in particolare ai membri dei consigli pastorali diocesani e ai responsabili di uffici diocesani, associazioni e movimenti. Anche stavolta l’incontro si terrà nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Foligno. Un luogo unico e ampio, dunque, per sfruttare al massimo il tempo a disposizione e favorire il confronto intenso senza dispersioni.

Il programma

Sabato 28 maggio, l’assemblea inizierà alle 9 con l’accoglienza dei delegati e la preghiera. Alle ore 10, ci sarà l’intervento di mons. Erio Castellucci - arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) - sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”. Dopo una pausa di metà mattinata, si riprenderà con il dialogo con il relatore.

Nel pomeriggio, dalle ore 14.30 alle 16.30, toccherà ai lavori di gruppo misti con i delegati delle diocesi umbre. Infine, alle 17, la celebrazione solenne dei primi vespri dell’Ascensione del Signore.

Iscrizioni

Le iscrizioni dei rappresentanti delle Chiese diocesane vanno comunicate entro domenica 15 maggio, anche per rendere agevole la composizione degli otto gruppi di lavoro. La segreteria organizzativa è curata dalla diocesi di Foligno, mentre il servizio liturgico è affidato al Pontificio seminario regionale di Assisi.

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Sinodo: è il tempo di nuova semina https://www.lavoce.it/sinodo-e-il-tempo-di-nuova-semina/ Thu, 03 Jun 2021 15:40:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60917 Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo il “torpore” provocato da oltre un anno di pandemia, per la Chiesa italiana è il momento di riprendere il cammino con il popolo di Dio ed è lo stesso Papa Francesco a indicare la strada. Il Santo Padre lo ha detto più volte ai nostri Vescovi negli ultimi anni e lo ha ripetuto anche alla recente Assemblea generale della Cei che si è svolta a Roma la scorsa settimana, a distanza di oltre 700 giorni dall’ultimo incontro dell’episcopato italiano in presenza.

Dal Papa indicazioni di metodo

Sono due le indicazioni di “metodo” arrivate dal Papa, per evitare di perdere la memoria sulle cose buone che la Chiesa italiana ha fatto in questi ultimi anni e ripartire da quelle per andare avanti. La prima indicazione riguarda il quinto Convegno nazionale ecclesiale, celebrato nel novembre 2015 a Firenze. “È stato un passo avanti, almeno nella formulazione”, ha detto Francesco ai Vescovi italiani. E l’indicazione del Pontefice è molto chiara: “Direi che il Sinodo deve svolgersi sotto la luce di Firenze”. Che aggiunge poi un secondo elemento come bussola del cammino sinodale: “Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano”. Dunque, la luce che illumina la strada arriva da Firenze e il percorso va iniziato nelle piccole comunità, nei gruppi e nelle parrocchie. “E questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente”, è la previsione di Papa Francesco che confida nella “saggezza del popolo di Dio”.

Sinodo: l'itinerario definito dalla Cei

Nei giorni dell’Assemblea generale, i Vescovi italiani hanno accolto le parole del Santo Padre e iniziato a ragionare sull’itinerario da seguire. “Il nostro percorso sinodale - ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei - vuole camminare in sintonia con quello del sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia”. Il sinodo “verrà scandito da tre momenti: l’ascolto, la ricerca e la proposta”, ha spiegato mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara. E i tempi potranno collimare con quelli del sinodo della Chiesa universale. “I due percorsi sono armonizzabili”, ha assicurato il vicepresidente della Cei, “a partire dal primato dell’ascolto. Sarà il primo esempio di Chiesa universale e Chiesa nazionale che crescono insieme: più cresce l’una, più cresce l’altra”.

L'auspicio per l'Umbria: ripartire da Foligno

L’auspicio è che - anche per le Chiese umbre, in anni di scelte e cambiamenti profondi come quelli che le attendono - sia il tempo di nuova semina e fertilità, magari incrociando il cammino sinodale nazionale con quanto di buono aveva espresso l’Assemblea ecclesiale regionale dell’ottobre 2019 a Foligno.]]>
Assemblea ecclesiale regionale 2019

Dopo il “torpore” provocato da oltre un anno di pandemia, per la Chiesa italiana è il momento di riprendere il cammino con il popolo di Dio ed è lo stesso Papa Francesco a indicare la strada. Il Santo Padre lo ha detto più volte ai nostri Vescovi negli ultimi anni e lo ha ripetuto anche alla recente Assemblea generale della Cei che si è svolta a Roma la scorsa settimana, a distanza di oltre 700 giorni dall’ultimo incontro dell’episcopato italiano in presenza.

Dal Papa indicazioni di metodo

Sono due le indicazioni di “metodo” arrivate dal Papa, per evitare di perdere la memoria sulle cose buone che la Chiesa italiana ha fatto in questi ultimi anni e ripartire da quelle per andare avanti. La prima indicazione riguarda il quinto Convegno nazionale ecclesiale, celebrato nel novembre 2015 a Firenze. “È stato un passo avanti, almeno nella formulazione”, ha detto Francesco ai Vescovi italiani. E l’indicazione del Pontefice è molto chiara: “Direi che il Sinodo deve svolgersi sotto la luce di Firenze”. Che aggiunge poi un secondo elemento come bussola del cammino sinodale: “Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano”. Dunque, la luce che illumina la strada arriva da Firenze e il percorso va iniziato nelle piccole comunità, nei gruppi e nelle parrocchie. “E questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente”, è la previsione di Papa Francesco che confida nella “saggezza del popolo di Dio”.

Sinodo: l'itinerario definito dalla Cei

Nei giorni dell’Assemblea generale, i Vescovi italiani hanno accolto le parole del Santo Padre e iniziato a ragionare sull’itinerario da seguire. “Il nostro percorso sinodale - ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei - vuole camminare in sintonia con quello del sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia”. Il sinodo “verrà scandito da tre momenti: l’ascolto, la ricerca e la proposta”, ha spiegato mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara. E i tempi potranno collimare con quelli del sinodo della Chiesa universale. “I due percorsi sono armonizzabili”, ha assicurato il vicepresidente della Cei, “a partire dal primato dell’ascolto. Sarà il primo esempio di Chiesa universale e Chiesa nazionale che crescono insieme: più cresce l’una, più cresce l’altra”.

L'auspicio per l'Umbria: ripartire da Foligno

L’auspicio è che - anche per le Chiese umbre, in anni di scelte e cambiamenti profondi come quelli che le attendono - sia il tempo di nuova semina e fertilità, magari incrociando il cammino sinodale nazionale con quanto di buono aveva espresso l’Assemblea ecclesiale regionale dell’ottobre 2019 a Foligno.]]>
CHIESA UMBRA. Ecco il documento dei vescovi post Assemblea regionale https://www.lavoce.it/chiesa-umbra-ecco-il-documento-dei-vescovi-post-assemblea-regionale/ Fri, 05 Jun 2020 10:10:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57275 assemblea

Cristiani in Umbria con la gioia del Vangelo è il titolo del “Documento pastorale dei Vescovi umbri dopo l’Assemblea ecclesiale di Foligno del 18-19 ottobre 2019” (qui articoli e servizi sull'Assemblea). Il testo, un fascicolo di 32 pagine che porta la data del 31 maggio, solennità di Pentecoste, è stato reso pubblico e diffuso nelle diocesi proprio in questi giorni (scarica qui il pdf). Un’introduzione colloca il documento nella “dura prova del momento attuale”. Ne parliamo con il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.
Qual è il messaggio centrale di questo documento?
“Il documento riprende quell’esperienza ecclesiale che è stata l’Assemblea. Direi che il documento non dice nulla di nuovo rispetto a quello che l’Assemblea è stata, ma raccoglie e sistematizza quello che l’Assemblea ha permesso di vivere alle nostre diverse Chiese, sia nel percorso di preparazione precedente, sia nella celebrazione stessa”.
A chi è destinato?
“Si rivolge alle comunità diocesane. Penso ai Consigli pastorali diocesani e parrocchiali e poi ai movimenti, le associazioni, le diverse organizzazioni… Quello che le diocesi hanno riflettuto, esaminato, valutato, proposto, e che l’Assemblea ha messo in circolo, i Vescovi lo hanno accolto e adesso lo restituiscono con questo documento. Mi piace pensare a questo movimento circolare che Papa Francesco direbbe ‘sinodalità dal basso’”.
Il documento porta la data del 31 maggio, festa di Pentecoste.
“Il testo di fatto era già pronto da alcune settimane, ma poi, con la questione del coronavirus, abbiamo dovuto rivederlo un po’. Le prime due pagine e mezza sono su fondo giallo proprio per evidenziare un’introduzione al testo che ci aiuta a collocare anche temporalmente questo documento. Porta la data della Pentecoste proprio perché noi riconosciamo nell’Assemblea l’opera dello Spirito: ‘Ci siamo raccolti - si legge nel testo - per ascoltare quello che lo Spirito dice alle Chiese’. Vediamo anche in questo documento un’accoglienza di quei suggerimenti, di quelle intuizioni che lo Spirito santo suscita nel popolo cristiano”.
Ci sarà un momento ufficiale di presentazione?
“Pensiamo a un momento in cui i delegati delle diocesi che erano convenuti a Foligno in ottobre si possano ritrovare, ma purtroppo oggi non lo possiamo prevedere, date le condizioni nelle quali ancora ci troviamo. L’idea è di avere un momento in cui ci ritroviamo tutti i delegati, e facciamo questa consegna ufficiale, questa presentazione. Troveremo la formula. In ogni caso, un momento di rinnovata sinodalità, nella quale ci ritroviamo e ci scambiamo i doni, è certamente da mettere in calendario”.
È previsto un modo per accompagnare le diverse diocesi nel cammino indicato nel documento?
“Tra le indicazioni del documento, si dice che riteniamo necessario per la vita delle nostre Chiese che un’Assemblea regionale sia convocata con regolarità. C’è però un’altra indicazione molto concreta, quella di costituire un Consiglio pastorale regionale con una segreteria che operi in stretto e costante collegamento con la Conferenza episcopale umbra. A questo Consiglio pastorale e alla sua segreteria viene demandato un compito che potremmo descrivere con una bella immagine, quella del gallo che canta quando Pietro per la terza volta tradisce Gesù. Il Vangelo ci dice che in quel momento Pietro si ricorda quello che gli aveva detto Gesù. Mi piace pensare che questa segreteria, insieme al Consiglio pastorale, possa essere il ‘gallo che canta’ per ricordare alle diocesi il cammino che bisogna percorrere. Non si tratta di fare i controllori, evidentemente. Ogni diocesi ha la sua creatività, ha i suoi organismi, le sue forze, le sue debolezze, però c’è un progetto comune che dobbiamo portare avanti”.
Possiamo dire che si vuole evitare che tutto rimanga su carta…
“Assolutamente. La preoccupazione è che questa bella esperienza che abbiamo vissuto non rimanga a livello ideale, ma ci rimetta in moto. Allora bisogna che qualcuno, come il gallo, ‘canti’periodicamente per ricordare, ma ricordare in maniera operativa. Nel documento c’è un bel passaggio in cui si dice che ‘si tratta ora di far fruttificare questo grande dono con audace coraggio, vivace fantasia e forte determinazione, non temendo il cambiamento’. Qual è la sfida attuale? Far fruttificare quello che abbiamo vissuto con coraggio, con fantasia e con determinazione, senza mezze misure. Questo vorrà dire anche inventare qualcosa di nuovo, ma Papa Francesco continua a ripeterci: ‘Preferisco una Chiesa acciaccata, ferita perché ha tentato di fare qualcosa di nuovo e poi si è rotta le ossa, piuttosto che una Chiesa mummificata che per paura di cambiare rimane immobile e poco a poco si copre di muffa’. Credo che questo è il rischio che tutti dobbiamo evitare”. Francesco Mariucci - Maria Rita Valli]]>
assemblea

Cristiani in Umbria con la gioia del Vangelo è il titolo del “Documento pastorale dei Vescovi umbri dopo l’Assemblea ecclesiale di Foligno del 18-19 ottobre 2019” (qui articoli e servizi sull'Assemblea). Il testo, un fascicolo di 32 pagine che porta la data del 31 maggio, solennità di Pentecoste, è stato reso pubblico e diffuso nelle diocesi proprio in questi giorni (scarica qui il pdf). Un’introduzione colloca il documento nella “dura prova del momento attuale”. Ne parliamo con il presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.
Qual è il messaggio centrale di questo documento?
“Il documento riprende quell’esperienza ecclesiale che è stata l’Assemblea. Direi che il documento non dice nulla di nuovo rispetto a quello che l’Assemblea è stata, ma raccoglie e sistematizza quello che l’Assemblea ha permesso di vivere alle nostre diverse Chiese, sia nel percorso di preparazione precedente, sia nella celebrazione stessa”.
A chi è destinato?
“Si rivolge alle comunità diocesane. Penso ai Consigli pastorali diocesani e parrocchiali e poi ai movimenti, le associazioni, le diverse organizzazioni… Quello che le diocesi hanno riflettuto, esaminato, valutato, proposto, e che l’Assemblea ha messo in circolo, i Vescovi lo hanno accolto e adesso lo restituiscono con questo documento. Mi piace pensare a questo movimento circolare che Papa Francesco direbbe ‘sinodalità dal basso’”.
Il documento porta la data del 31 maggio, festa di Pentecoste.
“Il testo di fatto era già pronto da alcune settimane, ma poi, con la questione del coronavirus, abbiamo dovuto rivederlo un po’. Le prime due pagine e mezza sono su fondo giallo proprio per evidenziare un’introduzione al testo che ci aiuta a collocare anche temporalmente questo documento. Porta la data della Pentecoste proprio perché noi riconosciamo nell’Assemblea l’opera dello Spirito: ‘Ci siamo raccolti - si legge nel testo - per ascoltare quello che lo Spirito dice alle Chiese’. Vediamo anche in questo documento un’accoglienza di quei suggerimenti, di quelle intuizioni che lo Spirito santo suscita nel popolo cristiano”.
Ci sarà un momento ufficiale di presentazione?
“Pensiamo a un momento in cui i delegati delle diocesi che erano convenuti a Foligno in ottobre si possano ritrovare, ma purtroppo oggi non lo possiamo prevedere, date le condizioni nelle quali ancora ci troviamo. L’idea è di avere un momento in cui ci ritroviamo tutti i delegati, e facciamo questa consegna ufficiale, questa presentazione. Troveremo la formula. In ogni caso, un momento di rinnovata sinodalità, nella quale ci ritroviamo e ci scambiamo i doni, è certamente da mettere in calendario”.
È previsto un modo per accompagnare le diverse diocesi nel cammino indicato nel documento?
“Tra le indicazioni del documento, si dice che riteniamo necessario per la vita delle nostre Chiese che un’Assemblea regionale sia convocata con regolarità. C’è però un’altra indicazione molto concreta, quella di costituire un Consiglio pastorale regionale con una segreteria che operi in stretto e costante collegamento con la Conferenza episcopale umbra. A questo Consiglio pastorale e alla sua segreteria viene demandato un compito che potremmo descrivere con una bella immagine, quella del gallo che canta quando Pietro per la terza volta tradisce Gesù. Il Vangelo ci dice che in quel momento Pietro si ricorda quello che gli aveva detto Gesù. Mi piace pensare che questa segreteria, insieme al Consiglio pastorale, possa essere il ‘gallo che canta’ per ricordare alle diocesi il cammino che bisogna percorrere. Non si tratta di fare i controllori, evidentemente. Ogni diocesi ha la sua creatività, ha i suoi organismi, le sue forze, le sue debolezze, però c’è un progetto comune che dobbiamo portare avanti”.
Possiamo dire che si vuole evitare che tutto rimanga su carta…
“Assolutamente. La preoccupazione è che questa bella esperienza che abbiamo vissuto non rimanga a livello ideale, ma ci rimetta in moto. Allora bisogna che qualcuno, come il gallo, ‘canti’periodicamente per ricordare, ma ricordare in maniera operativa. Nel documento c’è un bel passaggio in cui si dice che ‘si tratta ora di far fruttificare questo grande dono con audace coraggio, vivace fantasia e forte determinazione, non temendo il cambiamento’. Qual è la sfida attuale? Far fruttificare quello che abbiamo vissuto con coraggio, con fantasia e con determinazione, senza mezze misure. Questo vorrà dire anche inventare qualcosa di nuovo, ma Papa Francesco continua a ripeterci: ‘Preferisco una Chiesa acciaccata, ferita perché ha tentato di fare qualcosa di nuovo e poi si è rotta le ossa, piuttosto che una Chiesa mummificata che per paura di cambiare rimane immobile e poco a poco si copre di muffa’. Credo che questo è il rischio che tutti dobbiamo evitare”. Francesco Mariucci - Maria Rita Valli]]>
Dopo Covid19. Non restiamo a guardare https://www.lavoce.it/dopo-covid19-non-restiamo-a-guardare/ Fri, 05 Jun 2020 09:48:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57268

Nulla sarà più come prima. Ce lo sentiamo ripetere spesso, dall’inizio della pandemia sanitaria causata dal Covid19 che - dai polmoni dell’uomo - ha finito per “contagiare” l’economia del mondo intero, il lavoro e la scuola, la nostra socialità, le relazioni quotidiane. Nulla sarà più come prima. Ognuno di noi lo sente sulla propria pelle, camminando per le vie e le piazze delle nostre città, entrando al bar per un caffè, sedendo per ore davanti ai computer che hanno preso il posto (ancora di più) delle relazioni interpersonali, varcando i confini appena riaperti tra le Regioni. Ce lo dicono sui giornali, alla radio e in tv, sul Web e sulle pagine dei social media. Nulla sarà più come prima. C’è chi lo ripete in maniera più “morbida” e chi invece usa toni apocalittici. In questi giorni ce lo hanno detto anche i nostri Vescovi umbri, consegnando nelle diocesi il documento pastorale che segue l’Assemblea ecclesiale regionale dell’ottobre scorso a Foligno. Tornare indietro con la mente, anche solo di sei o sette mesi, sembra davvero parlare di un’altra “epoca”. Eppure, a guardare bene, nelle riflessioni scaturite dal lavoro di quei giorni si trovano già alcuni semi da far germogliare nel “mondo nuovo” che siamo chiamati a costruire.

Cosa possiamo fare

Perché, se è vero che nulla sarà più come prima, ora diventa urgente comprendere in pieno la lezione della pandemia ed essere - ciascuno di noi - autore di un cambiamento ormai non solo necessario, ma urgente e inderogabile. Dobbiamo rimettere mano alla vita sociale e politica, all’economia e al lavoro, ai consumi materiali e immateriali, a relazioni e solidarietà, al ruolo della persona nel suo essere singolo individuo e membro di covidaggregazioni. E tutto questo, come spiega bene il documento delle Chiese umbre dopo l’Assemblea regionale, segna il momento di una chiamata forte a tutti i cristiani e a ogni persona di buona volontà. Se la terrà è inaridita, impoverita, inquinata e abbandonata, è il momento di tirare fuori l’aratro dalla rimessa, riportarlo sui campi da dissodare, seminare e innaffiare con speranza e pazienza. Nulla sarà più come prima. Ma noi non possiamo restare a guardare.]]>

Nulla sarà più come prima. Ce lo sentiamo ripetere spesso, dall’inizio della pandemia sanitaria causata dal Covid19 che - dai polmoni dell’uomo - ha finito per “contagiare” l’economia del mondo intero, il lavoro e la scuola, la nostra socialità, le relazioni quotidiane. Nulla sarà più come prima. Ognuno di noi lo sente sulla propria pelle, camminando per le vie e le piazze delle nostre città, entrando al bar per un caffè, sedendo per ore davanti ai computer che hanno preso il posto (ancora di più) delle relazioni interpersonali, varcando i confini appena riaperti tra le Regioni. Ce lo dicono sui giornali, alla radio e in tv, sul Web e sulle pagine dei social media. Nulla sarà più come prima. C’è chi lo ripete in maniera più “morbida” e chi invece usa toni apocalittici. In questi giorni ce lo hanno detto anche i nostri Vescovi umbri, consegnando nelle diocesi il documento pastorale che segue l’Assemblea ecclesiale regionale dell’ottobre scorso a Foligno. Tornare indietro con la mente, anche solo di sei o sette mesi, sembra davvero parlare di un’altra “epoca”. Eppure, a guardare bene, nelle riflessioni scaturite dal lavoro di quei giorni si trovano già alcuni semi da far germogliare nel “mondo nuovo” che siamo chiamati a costruire.

Cosa possiamo fare

Perché, se è vero che nulla sarà più come prima, ora diventa urgente comprendere in pieno la lezione della pandemia ed essere - ciascuno di noi - autore di un cambiamento ormai non solo necessario, ma urgente e inderogabile. Dobbiamo rimettere mano alla vita sociale e politica, all’economia e al lavoro, ai consumi materiali e immateriali, a relazioni e solidarietà, al ruolo della persona nel suo essere singolo individuo e membro di covidaggregazioni. E tutto questo, come spiega bene il documento delle Chiese umbre dopo l’Assemblea regionale, segna il momento di una chiamata forte a tutti i cristiani e a ogni persona di buona volontà. Se la terrà è inaridita, impoverita, inquinata e abbandonata, è il momento di tirare fuori l’aratro dalla rimessa, riportarlo sui campi da dissodare, seminare e innaffiare con speranza e pazienza. Nulla sarà più come prima. Ma noi non possiamo restare a guardare.]]>
Chiesa umbra. Il Messaggio dei Vescovi per condividere la grazia dell’Assemblea ecclesiale regionale https://www.lavoce.it/messaggio-vescovi-assemblea-ecclesiale/ Thu, 19 Dec 2019 14:52:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55930 assemblea

Al termine delle feste natalizie 2018 annunciavamo la celebrazione di una Assemblea Ecclesiale per la nostra Regione. Dopo un anno, torniamo a rivolgerci a voi per condividere la grazia dell’Assemblea celebrata a Foligno il 18 e 19 ottobre scorso, preceduta e preparata da un intenso e appassionato lavoro nelle diocesi.

Abbiamo vissuto in quei giorni un autentico “evento di grazia”, una gioiosa esperienza di comunione, un vivace esercizio di sinodalità che si è rivelato occasione di profezia: non ci siamo nascoste le difficoltà e non ci siamo fermati a sterile pessimismo, ma ci siamo lasciati guidare dallo Spirito nell’individuare le vie da percorrere per portare la gioia del Vangelo nella nostra terra umbra.

In azione di grazie

Vogliamo dunque rendere grazie al Padre per questo dono prezioso che sostiene e conforta il nostro quotidiano cammino. Grazie alle diocesi e ai delegati, che hanno lavorato con responsabilità e dedizione esercitando un vero servizio d’amore alle nostre Chiese; grazie alla diocesi di Foligno e alle parrocchie che ci hanno accolto, facendoci gustare la bellezza della fraternità; grazie ai mezzi di comunicazione che hanno efficacemente raccontato l’evento ecclesiale.

L’Assemblea è diventata così per le nostre diocesi come una lettera scritta non con inchiostro né su tavole ma nei cuori (cfr 2Cor 3,2 ss). Adesso tocca a tutti noi “decifrare” e dare compimento a quanto lo Spirito ci ha suggerito.

Una esperienza ecclesiale-missionaria Nei lavori dell’Assemblea abbiamo visto in atto, e dunque esperimentato efficacemente, l’amore per Cristo e per il Vangelo, per le nostre Chiese e per la nostra terra con le sue bellezze, la sua storia, la sua cultura, la sua fede, le sue fatiche, i suoi problemi sociali; abbiano gustato la gioia di ritrovarci insieme come fratelli; non ci siamo nascosti le difficoltà per l’annuncio del Vangelo in una società complessa e ferita; abbiamo pensato a quanti portano il peso della vita quotidiana, in particolare a coloro che devono affrontare la precarietà lavorativa e le conseguenze del terremoto.

Nel contempo, abbiamo trovato conferma alla necessità di proseguire il cammino operando scelte pastorali capaci di infondere nuovo vigore alla nostra testimonianza e di condurci a realizzare una nuova semina del Vangelo. Sappiamo bene che la Regione attende dalla nostra Chiesa parole forti di speranza e gesti coraggiosi che promuovano un rinnovamento del tessuto sociale.

Quattro verbi

Dai “tavoli di lavoro”, quasi una prima sintesi della condivisione realizzata, sono emersi quattro verbi che indicano il cammino da percorrere. Li vogliamo ora idealmente consegnare a tutti voi, singoli e comunità, come progetto e come impegno:

a) ascoltare la Parola di Dio per una fede adulta che susciti cristiani robusti e gioiosi e favorisca l’acquisizione di una mentalità cristiana; ascoltare la gente per potenziare nella società una presenza competente e appassionata del bene comune.

Sono necessarie una autentica conversione missionaria, una rinnovata misericordia e una ricercata e voluta compassione per incarnare l’amore evangelico dentro il quotidiano della vita, la disponibilità ad affrontare con serenità e serietà le grandi provocazioni del tempo in cui viviamo

b) appartenere alla Chiesa, che è la diocesi, di cui le unità pastorali sono cellule vive; esse, che rappresentano non il passato ma il futuro, devono diventare lo snodo e il collante tra parrocchia e diocesi; la celebrazione eucaristica domenicale, generatrice di comunione e di missione, garantisce l’esistenza e la crescita del senso di appartenenza

c) formare, cioè “dare forma” all’uomo, al cristiano, alla coppia, ai giovani, ai preti, agli operatori pastorali, a quanti sono impegnati nella vita pubblica. Tale formazione comporta itinerari differenziati e una grande perseveranza nel cammino; non si misura dal numero ma dalla qualità delle proposte. Occorre dare vita ad esperienze, luoghi e istituzioni in grado di contaminare il presente con la buona notizia del Vangelo di Gesù

d) andare incontro alle fatiche, alle ferite, alle domande dei nostri contemporanei offrendo una “cura” misericordiosa, che pone al centro i poveri, raccontando con lo stile della vita quotidiana quanto è bello essere discepoli di Gesù. È lo snodo di una Chiesa “in uscita”: accogliere, discernere, integrare, accompagnare.

Un appuntamento

La Segreteria dell’Assemblea ha curato la sintesi dei lavori compiuti prima nelle diocesi e poi nei “tavoli di lavoro” a Foligno. Chiamati come Vescovi a cogliere e raccogliere, far crescere e far fruttificare ogni germe di bene, ne stiamo facendo oggetto di riflessione e discernimento, per offrire in tempo opportuno linee comuni con indicazioni di prospettive e percorsi, come ci è stato insistentemente richiesto.

Si tratta in un qualche modo di “restituire” alle diocesi quanto dalle diocesi, attraverso i delegati, è stato formulato ed interpretato. Fin da ora diamo appuntamento ai delegati e a quanti si vogliano unire a loro per un incontro, probabilmente all’inizio della Quaresima 2020, per la presentazione del Documento che scaturirà da tutto questo percorso.

Un augurio

Intanto, camminiamo fiduciosi verso il Natale del Signore, quando celebreremo l’Emmanuele, il Dio con noi, ed accoglieremo nel mistero dell’incarnazione il dono della sua stessa vita: Dio si è fatto come noi per farci come lui! Egli porti a tutti e ciascuno la pace e la gioia che riserva per i suoi amici e che attraverso di loro desidera far giungere a tutti.

I Vescovi dell’Umbria

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assemblea

Al termine delle feste natalizie 2018 annunciavamo la celebrazione di una Assemblea Ecclesiale per la nostra Regione. Dopo un anno, torniamo a rivolgerci a voi per condividere la grazia dell’Assemblea celebrata a Foligno il 18 e 19 ottobre scorso, preceduta e preparata da un intenso e appassionato lavoro nelle diocesi.

Abbiamo vissuto in quei giorni un autentico “evento di grazia”, una gioiosa esperienza di comunione, un vivace esercizio di sinodalità che si è rivelato occasione di profezia: non ci siamo nascoste le difficoltà e non ci siamo fermati a sterile pessimismo, ma ci siamo lasciati guidare dallo Spirito nell’individuare le vie da percorrere per portare la gioia del Vangelo nella nostra terra umbra.

In azione di grazie

Vogliamo dunque rendere grazie al Padre per questo dono prezioso che sostiene e conforta il nostro quotidiano cammino. Grazie alle diocesi e ai delegati, che hanno lavorato con responsabilità e dedizione esercitando un vero servizio d’amore alle nostre Chiese; grazie alla diocesi di Foligno e alle parrocchie che ci hanno accolto, facendoci gustare la bellezza della fraternità; grazie ai mezzi di comunicazione che hanno efficacemente raccontato l’evento ecclesiale.

L’Assemblea è diventata così per le nostre diocesi come una lettera scritta non con inchiostro né su tavole ma nei cuori (cfr 2Cor 3,2 ss). Adesso tocca a tutti noi “decifrare” e dare compimento a quanto lo Spirito ci ha suggerito.

Una esperienza ecclesiale-missionaria Nei lavori dell’Assemblea abbiamo visto in atto, e dunque esperimentato efficacemente, l’amore per Cristo e per il Vangelo, per le nostre Chiese e per la nostra terra con le sue bellezze, la sua storia, la sua cultura, la sua fede, le sue fatiche, i suoi problemi sociali; abbiano gustato la gioia di ritrovarci insieme come fratelli; non ci siamo nascosti le difficoltà per l’annuncio del Vangelo in una società complessa e ferita; abbiamo pensato a quanti portano il peso della vita quotidiana, in particolare a coloro che devono affrontare la precarietà lavorativa e le conseguenze del terremoto.

Nel contempo, abbiamo trovato conferma alla necessità di proseguire il cammino operando scelte pastorali capaci di infondere nuovo vigore alla nostra testimonianza e di condurci a realizzare una nuova semina del Vangelo. Sappiamo bene che la Regione attende dalla nostra Chiesa parole forti di speranza e gesti coraggiosi che promuovano un rinnovamento del tessuto sociale.

Quattro verbi

Dai “tavoli di lavoro”, quasi una prima sintesi della condivisione realizzata, sono emersi quattro verbi che indicano il cammino da percorrere. Li vogliamo ora idealmente consegnare a tutti voi, singoli e comunità, come progetto e come impegno:

a) ascoltare la Parola di Dio per una fede adulta che susciti cristiani robusti e gioiosi e favorisca l’acquisizione di una mentalità cristiana; ascoltare la gente per potenziare nella società una presenza competente e appassionata del bene comune.

Sono necessarie una autentica conversione missionaria, una rinnovata misericordia e una ricercata e voluta compassione per incarnare l’amore evangelico dentro il quotidiano della vita, la disponibilità ad affrontare con serenità e serietà le grandi provocazioni del tempo in cui viviamo

b) appartenere alla Chiesa, che è la diocesi, di cui le unità pastorali sono cellule vive; esse, che rappresentano non il passato ma il futuro, devono diventare lo snodo e il collante tra parrocchia e diocesi; la celebrazione eucaristica domenicale, generatrice di comunione e di missione, garantisce l’esistenza e la crescita del senso di appartenenza

c) formare, cioè “dare forma” all’uomo, al cristiano, alla coppia, ai giovani, ai preti, agli operatori pastorali, a quanti sono impegnati nella vita pubblica. Tale formazione comporta itinerari differenziati e una grande perseveranza nel cammino; non si misura dal numero ma dalla qualità delle proposte. Occorre dare vita ad esperienze, luoghi e istituzioni in grado di contaminare il presente con la buona notizia del Vangelo di Gesù

d) andare incontro alle fatiche, alle ferite, alle domande dei nostri contemporanei offrendo una “cura” misericordiosa, che pone al centro i poveri, raccontando con lo stile della vita quotidiana quanto è bello essere discepoli di Gesù. È lo snodo di una Chiesa “in uscita”: accogliere, discernere, integrare, accompagnare.

Un appuntamento

La Segreteria dell’Assemblea ha curato la sintesi dei lavori compiuti prima nelle diocesi e poi nei “tavoli di lavoro” a Foligno. Chiamati come Vescovi a cogliere e raccogliere, far crescere e far fruttificare ogni germe di bene, ne stiamo facendo oggetto di riflessione e discernimento, per offrire in tempo opportuno linee comuni con indicazioni di prospettive e percorsi, come ci è stato insistentemente richiesto.

Si tratta in un qualche modo di “restituire” alle diocesi quanto dalle diocesi, attraverso i delegati, è stato formulato ed interpretato. Fin da ora diamo appuntamento ai delegati e a quanti si vogliano unire a loro per un incontro, probabilmente all’inizio della Quaresima 2020, per la presentazione del Documento che scaturirà da tutto questo percorso.

Un augurio

Intanto, camminiamo fiduciosi verso il Natale del Signore, quando celebreremo l’Emmanuele, il Dio con noi, ed accoglieremo nel mistero dell’incarnazione il dono della sua stessa vita: Dio si è fatto come noi per farci come lui! Egli porti a tutti e ciascuno la pace e la gioia che riserva per i suoi amici e che attraverso di loro desidera far giungere a tutti.

I Vescovi dell’Umbria

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Assemblea ecclesiale umbra. I commenti dei delegati, seconda parte https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-commenti-2/ Thu, 24 Oct 2019 14:50:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55594 commenti

Parte costitutiva della “sinodalità” dell’Assemblea sono stati i tavoli di lavoro. La parola ad alcune delle persone che vi hanno partecipato

Dialogo nella Chiesa, basilare per i giovani

Andrea Rossi, Orvieto - il più giovane coordinatore di un tavolo

Quella del tavolo di lavoro il mio era sul tema “I giovani e la fede” - è stata sicuramente un’esperienza preziosa sia a livello personale che di comunità. Soprattutto è stata la conferma, a maggior ragione quando il tema è quello dei giovani, che il dialogo tra le diverse realtà presenti all’interno della Chiesa è fondamentale se si vuole mettere in pratica la sinodalità chiesta da Papa Francesco, ancora prima del dialogo tra le Chiese locali.

Perché è inutile dare la possibilità di scelta a un ragazzo che vuole iniziare un percorso di fede, se poi ognuno ‘intende’ la fede in modo diverso, se ognuno va avanti per la propria strada senza allungare lo sguardo oltre la propria realtà. Per questo, mi auguro che questa Assemblea e, in particolare, il momento dei tavoli di lavoro sia stato uno spunto per tutti i delegati e non solo un’occasione.

Al tavolo c’erano persone di ogni tipo

Michela Massaro, Todi

Nell’ambito dell’Assemblea ecclesiale regionale mi è stato affidato il compito di coordinare uno dei 28 tavoli di lavoro, precisamente quello relativo alla tematica “Vivere la Chiesa. Per una fede celebrata e condivisa; tessuto delle comunità, senso di appartenenza, qualità delle celebrazioni”.

Attenendomi alle indicazione forniteci per svolgere nel modo più fruttuoso possibile tale servizio, mi sono ritrovata - direi con la giusta preoccupazione, ma anche con molta gioia – seduta intorno a un bel tavolo insieme ad altre 14 persone.

Tra queste, mons. Carlo Franzoni, rettore del Seminario regionale, due seminaristi, una religiosa, un religioso e laici, uomini e donne delle varie diocesi umbre, diversi per età, esperienze familiari, lavorative e impegni ecclesiali. Quello che è sembrato di percepire subito è stato il clima di comunione e di disponibilità all’ascolto, unito alla consapevolezza di ognuno di vivere un’opportunità importante per offrire, anche se piccolo, un contribuito per il bene della Chiesa, delle persone e del mondo.

Come richiestoci, abbiamo cercato di individuare percorsi e processi utili a rafforzare la sinodalità nella diocesi e tra le diocesi, per attuare una vera sinergia tra le parrocchie e le nuove forme di presenza pastorale nel territorio (Unità pastorali, Vicarie…) e per offrire celebrazioni domenicali che facciano vivere una vera esperienza di Chiesa, “luogo della misericordia gratuita, dove tutti possono sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo” (Evangelii gaudium, 114).

Di certo, non sono mancate idee e creatività; su quanto concretamente emerso sarà comunque elaborata a breve una sintesi, che i Vescovi terranno presente per una esortazione post-assembleare.

Si è subito usciti dalle formalità

Fabio Massimo Mattoni, Foligno

I tavoli di lavoro, che hanno impegnato i delegati nella mattina di sabato 19 ottobre in sette parrocchie della diocesi di Foligno, hanno costituito il momento centrale dell’Assemblea ecclesiale della regione Umbria.

Il lavoro in 28 piccoli gruppi ha consentito una trattazione articolata e franca, che è subito uscita dalla formalità per individuare processi e percorsi concreti che rispondano alle reali esigenze, e parlino alla vita vera delle donne e degli uomini del nostro tempo e della nostra regione.

I tavoli di lavoro sono stati centrali anche per un’altra ragione fondamentale: aver costituito un’esperienza di corresponsabilità e di discernimento comunitario, secondo modalità che sarebbe opportuno introdurre nella vita ecclesiale: leggere la realtà con sguardo obiettivo e non giudicante, confrontarsi con la Parola di Dio, agire nella società con profonda ed evangelica simpatia nei confronti di tutti gli uomini per costruirvi con coraggio il bene possibile.

La proposta che emerge dai tavoli di lavoro non è tanto quella di istituire percorsi definiti e preconfezionati per un nuovo annuncio del Vangelo nella società umbra, quanto la necessità che a tutti i livelli si aprano spazi di discernimento comunitario, che si difendano tutte le iniziative in cui realtà e Vangelo, vita e fede si parlano generando poi frutti.

La speranza è che il confronto interattivo nei gruppi, vero momento di sinodalità, possa lasciare un segno nella nostra comunità cristiana, facendole riscoprire spazi in cui formare discepoli-missionari in grado di camminare, guidati dello Spirito, su percorsi coraggiosi insieme tra loro, e con le donne e gli uomini del nostro tempo.

Un’esperienza che andrebbe ripetuta

Daniela Tripodi, Figlie di San Paolo Perugia - delegata per l’Usmi

L’Assemblea ecclesiale di Foligno è stata per me una vera esperienza di sinodalità. Sono stati giorni di scambio di contenuti, di riflessione, di ascolto, di conoscenza tra credenti provenienti da diocesi diverse, ma con in comune l’appartenenza all’unica Chiesa del Signore risorto.

Nei tavoli di lavoro in cui si sono affrontati i temi fondamentali dell’Assemblea, ogni partecipante ha avuto modo di esprimere la propria appartenenza alla Chiesa attraverso uno scambio ordinato e creativo.

Il desiderio crescente è che questa esperienza di sinodalità abbia un seguito nelle varie diocesi, e che si ripeta con appuntamenti programmati a livello regionale. È stato espresso l’impegno di ciascuno di lavorare per creare sinergie nuove, rientrando nelle proprie comunità parrocchiali.

Risulta urgente questo cambio di mentalità: una “piramide rovesciata” per costruire relazioni nuove, tessuti di vita parrocchiali carichi di sinergia attorno alla Parola per vivere e offrire germi di vita nuova attraverso la vita liturgica, la catechesi. La Parola e l’eucaristia. Il tesoro della Chiesa da trasmettere alle nuove generazioni.

Senza timore, cercare di creare luoghi di incontro dove l’altro può trovare ristoro senza essere giudicato. Luoghi dove l’uomo di oggi, ferito, disorientato, sballato, fluido, possa incontrare la bellezza della Sua misericordia, nutrire l’intelligenza della fede con la solidità della Parola, il “pane dei forti”, la gioia della comunione.

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Parte costitutiva della “sinodalità” dell’Assemblea sono stati i tavoli di lavoro. La parola ad alcune delle persone che vi hanno partecipato

Dialogo nella Chiesa, basilare per i giovani

Andrea Rossi, Orvieto - il più giovane coordinatore di un tavolo

Quella del tavolo di lavoro il mio era sul tema “I giovani e la fede” - è stata sicuramente un’esperienza preziosa sia a livello personale che di comunità. Soprattutto è stata la conferma, a maggior ragione quando il tema è quello dei giovani, che il dialogo tra le diverse realtà presenti all’interno della Chiesa è fondamentale se si vuole mettere in pratica la sinodalità chiesta da Papa Francesco, ancora prima del dialogo tra le Chiese locali.

Perché è inutile dare la possibilità di scelta a un ragazzo che vuole iniziare un percorso di fede, se poi ognuno ‘intende’ la fede in modo diverso, se ognuno va avanti per la propria strada senza allungare lo sguardo oltre la propria realtà. Per questo, mi auguro che questa Assemblea e, in particolare, il momento dei tavoli di lavoro sia stato uno spunto per tutti i delegati e non solo un’occasione.

Al tavolo c’erano persone di ogni tipo

Michela Massaro, Todi

Nell’ambito dell’Assemblea ecclesiale regionale mi è stato affidato il compito di coordinare uno dei 28 tavoli di lavoro, precisamente quello relativo alla tematica “Vivere la Chiesa. Per una fede celebrata e condivisa; tessuto delle comunità, senso di appartenenza, qualità delle celebrazioni”.

Attenendomi alle indicazione forniteci per svolgere nel modo più fruttuoso possibile tale servizio, mi sono ritrovata - direi con la giusta preoccupazione, ma anche con molta gioia – seduta intorno a un bel tavolo insieme ad altre 14 persone.

Tra queste, mons. Carlo Franzoni, rettore del Seminario regionale, due seminaristi, una religiosa, un religioso e laici, uomini e donne delle varie diocesi umbre, diversi per età, esperienze familiari, lavorative e impegni ecclesiali. Quello che è sembrato di percepire subito è stato il clima di comunione e di disponibilità all’ascolto, unito alla consapevolezza di ognuno di vivere un’opportunità importante per offrire, anche se piccolo, un contribuito per il bene della Chiesa, delle persone e del mondo.

Come richiestoci, abbiamo cercato di individuare percorsi e processi utili a rafforzare la sinodalità nella diocesi e tra le diocesi, per attuare una vera sinergia tra le parrocchie e le nuove forme di presenza pastorale nel territorio (Unità pastorali, Vicarie…) e per offrire celebrazioni domenicali che facciano vivere una vera esperienza di Chiesa, “luogo della misericordia gratuita, dove tutti possono sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo” (Evangelii gaudium, 114).

Di certo, non sono mancate idee e creatività; su quanto concretamente emerso sarà comunque elaborata a breve una sintesi, che i Vescovi terranno presente per una esortazione post-assembleare.

Si è subito usciti dalle formalità

Fabio Massimo Mattoni, Foligno

I tavoli di lavoro, che hanno impegnato i delegati nella mattina di sabato 19 ottobre in sette parrocchie della diocesi di Foligno, hanno costituito il momento centrale dell’Assemblea ecclesiale della regione Umbria.

Il lavoro in 28 piccoli gruppi ha consentito una trattazione articolata e franca, che è subito uscita dalla formalità per individuare processi e percorsi concreti che rispondano alle reali esigenze, e parlino alla vita vera delle donne e degli uomini del nostro tempo e della nostra regione.

I tavoli di lavoro sono stati centrali anche per un’altra ragione fondamentale: aver costituito un’esperienza di corresponsabilità e di discernimento comunitario, secondo modalità che sarebbe opportuno introdurre nella vita ecclesiale: leggere la realtà con sguardo obiettivo e non giudicante, confrontarsi con la Parola di Dio, agire nella società con profonda ed evangelica simpatia nei confronti di tutti gli uomini per costruirvi con coraggio il bene possibile.

La proposta che emerge dai tavoli di lavoro non è tanto quella di istituire percorsi definiti e preconfezionati per un nuovo annuncio del Vangelo nella società umbra, quanto la necessità che a tutti i livelli si aprano spazi di discernimento comunitario, che si difendano tutte le iniziative in cui realtà e Vangelo, vita e fede si parlano generando poi frutti.

La speranza è che il confronto interattivo nei gruppi, vero momento di sinodalità, possa lasciare un segno nella nostra comunità cristiana, facendole riscoprire spazi in cui formare discepoli-missionari in grado di camminare, guidati dello Spirito, su percorsi coraggiosi insieme tra loro, e con le donne e gli uomini del nostro tempo.

Un’esperienza che andrebbe ripetuta

Daniela Tripodi, Figlie di San Paolo Perugia - delegata per l’Usmi

L’Assemblea ecclesiale di Foligno è stata per me una vera esperienza di sinodalità. Sono stati giorni di scambio di contenuti, di riflessione, di ascolto, di conoscenza tra credenti provenienti da diocesi diverse, ma con in comune l’appartenenza all’unica Chiesa del Signore risorto.

Nei tavoli di lavoro in cui si sono affrontati i temi fondamentali dell’Assemblea, ogni partecipante ha avuto modo di esprimere la propria appartenenza alla Chiesa attraverso uno scambio ordinato e creativo.

Il desiderio crescente è che questa esperienza di sinodalità abbia un seguito nelle varie diocesi, e che si ripeta con appuntamenti programmati a livello regionale. È stato espresso l’impegno di ciascuno di lavorare per creare sinergie nuove, rientrando nelle proprie comunità parrocchiali.

Risulta urgente questo cambio di mentalità: una “piramide rovesciata” per costruire relazioni nuove, tessuti di vita parrocchiali carichi di sinergia attorno alla Parola per vivere e offrire germi di vita nuova attraverso la vita liturgica, la catechesi. La Parola e l’eucaristia. Il tesoro della Chiesa da trasmettere alle nuove generazioni.

Senza timore, cercare di creare luoghi di incontro dove l’altro può trovare ristoro senza essere giudicato. Luoghi dove l’uomo di oggi, ferito, disorientato, sballato, fluido, possa incontrare la bellezza della Sua misericordia, nutrire l’intelligenza della fede con la solidità della Parola, il “pane dei forti”, la gioia della comunione.

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Assemblea ecclesiale umbra. I primi commenti dei delegati dopo le relazioni e i tavoli di lavoro https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-commenti/ Sat, 19 Oct 2019 17:42:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55510 commenti

All'Assemblea ecclesiale umbra tenutasi il 18 e 19 ottobre a Foligno, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”, hanno preso parte oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre. Umbria Radio li ha intervistati a caldo, subito dopo il lavoro dei tavoli di sabato mattina, per capire come hanno vissuto questo momento di comunione. Fratel Paolo Maria Balducci dei Piccoli fratelli Jesus Caritas della famiglia di Charles de Foucauld, abbazia di Sassovivo, diocesi di Foligno "L'Assemblea è un inizio sinodale, un inizio veramente bello, fatto di preghiera e di due relazioni magistrali, quella del prof. Luca Diotallevi e quella del vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla. Penso che abbiano delineato bene la situazione umbra, ma anche il modo per poter vivere l'oggi nella fede in Umbria. Anche il clima dei tavoli di lavoro è stato molto bello, sempre all'insegna della sinodalità. Questa parola di solito appare un po' vuota, ma in realtà è vivere un'esperienza di fraternità. Diverse diocesi che si incontrano e si parlano senza alcuna remora, ma con un clima di quella parresia ("libertà di dire tutto") che è proprio del Vangelo". Giacomo Sciamanna, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino "Le relazioni sono state molto interessanti, si sono completate a vicenda. Nella prima, quella del prof. Luca Diotallevi, abbiamo analizzato in senso pratico quella che è la situazione umbra, quindi abbiamo affrontato delle problematiche che non devono comunque abbatterci perchè solo rimanendo uniti si affrontano le difficoltà. Nella seconda relazione, quella di mons. Brambilla, mi ha colpito invece il senso di missione che va a coprire e risolvere le problematiche prima accennate. Nei tavoli abbiamo lavorato molto bene e molto in comunione fra di noi, c'è stata una discussione accesa su tutti i temi che ci sono stati affidati e penso che possa uscire fuori una buona relazione finale. Poi l'ultima parola spetta ai Vescovi, sperando che possano ascoltare le nostre voci". Maddalena Pievaioli, diocesi di Perugia - Città della Pieve "L'Assemblea si è aperta in modo molto intenso, mi è piaciuta in particolar modo la rilettura che il prof. Diotallevi ha fatto di tutti i contributi diocesani perchè ci ha permesso di vedere davvero lo stato della situazione e della realtà delle nostre Chiese in Umbria, compresi i punti deboli. Ci è stata data una chiave di lettura di quali sono i nodi che poi portano a certe difficoltà. Una relazione che sembrava pessimista ma che io ho trovato molto concreta e vera, è stata poi aperta alla speranza dalla relazione di mons. Brambilla che con il suo modo anche ironico di parlare ci ha permesso di cogliere tante feritoie che possono diventare finestre, cammini e percorsi per una Chiesa che sia sempre più una Chiesa in comunione e in uscita. Il mio tavolo era composto da 15 persone provenienti da 6 diocesi. C'era una varietà di persone tale da permettere una ricchezza di contributi molto bella. Il clima che si è creato è stato talmente fraterno che uscendo ci siamo detti: "Noi l'abbiamo già fatta un'esperienza di Chiesa e di comunione, andiamo verso una Chiesa del futuro dove questa piccola esperienza possa dilatarsi". Alberto Coscia, diocesi di Perugia - Città della Pieve "La relazione di Diotallevi ha fatto un esame di quella che è la situazione regionale. E' stata una relazione per certi aspetti dura ma la realtà che viviamo è questa. Bisogna cercare di risollevare la questione già a livello parrocchiale e diocesano. Anche la relazione di mons. Brambilla è stata mirata. Bisogna operare verso le persone lontane dalla Chiesa con la carotà che il Signore ci propone. Durante il lavoro dei tavoli ci siamo trovati tutti in linea con il programma che ci siamo dati. Ognuno ha espresso i propri dubbi e perplessità e ognuno di noi ha proposto non soluzioni ma possibili miglioramenti". Costanza Roldini, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino "Le relazioni della prima giornata sono andate proprio all'essenziale. La relazione di Diotallevi ha colto i punti di crisi, ma mi sembra anche che siamo riusciti a trarre del positivo da quel quadro, i punti di forza e di speranza per andare avanti. Durante il lavoro dei tavoli si è instaurato un clima di schiettezza. Siamo riusciti anche ad individuare alcuni percorsi e prospettive che possono portarci a una riflessione e dei percorsi concreti da attuare nella nostra Chiesa. Siamo rimasti nel vissuto pratico della gente comune".    ]]>
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All'Assemblea ecclesiale umbra tenutasi il 18 e 19 ottobre a Foligno, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”, hanno preso parte oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre. Umbria Radio li ha intervistati a caldo, subito dopo il lavoro dei tavoli di sabato mattina, per capire come hanno vissuto questo momento di comunione. Fratel Paolo Maria Balducci dei Piccoli fratelli Jesus Caritas della famiglia di Charles de Foucauld, abbazia di Sassovivo, diocesi di Foligno "L'Assemblea è un inizio sinodale, un inizio veramente bello, fatto di preghiera e di due relazioni magistrali, quella del prof. Luca Diotallevi e quella del vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla. Penso che abbiano delineato bene la situazione umbra, ma anche il modo per poter vivere l'oggi nella fede in Umbria. Anche il clima dei tavoli di lavoro è stato molto bello, sempre all'insegna della sinodalità. Questa parola di solito appare un po' vuota, ma in realtà è vivere un'esperienza di fraternità. Diverse diocesi che si incontrano e si parlano senza alcuna remora, ma con un clima di quella parresia ("libertà di dire tutto") che è proprio del Vangelo". Giacomo Sciamanna, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino "Le relazioni sono state molto interessanti, si sono completate a vicenda. Nella prima, quella del prof. Luca Diotallevi, abbiamo analizzato in senso pratico quella che è la situazione umbra, quindi abbiamo affrontato delle problematiche che non devono comunque abbatterci perchè solo rimanendo uniti si affrontano le difficoltà. Nella seconda relazione, quella di mons. Brambilla, mi ha colpito invece il senso di missione che va a coprire e risolvere le problematiche prima accennate. Nei tavoli abbiamo lavorato molto bene e molto in comunione fra di noi, c'è stata una discussione accesa su tutti i temi che ci sono stati affidati e penso che possa uscire fuori una buona relazione finale. Poi l'ultima parola spetta ai Vescovi, sperando che possano ascoltare le nostre voci". Maddalena Pievaioli, diocesi di Perugia - Città della Pieve "L'Assemblea si è aperta in modo molto intenso, mi è piaciuta in particolar modo la rilettura che il prof. Diotallevi ha fatto di tutti i contributi diocesani perchè ci ha permesso di vedere davvero lo stato della situazione e della realtà delle nostre Chiese in Umbria, compresi i punti deboli. Ci è stata data una chiave di lettura di quali sono i nodi che poi portano a certe difficoltà. Una relazione che sembrava pessimista ma che io ho trovato molto concreta e vera, è stata poi aperta alla speranza dalla relazione di mons. Brambilla che con il suo modo anche ironico di parlare ci ha permesso di cogliere tante feritoie che possono diventare finestre, cammini e percorsi per una Chiesa che sia sempre più una Chiesa in comunione e in uscita. Il mio tavolo era composto da 15 persone provenienti da 6 diocesi. C'era una varietà di persone tale da permettere una ricchezza di contributi molto bella. Il clima che si è creato è stato talmente fraterno che uscendo ci siamo detti: "Noi l'abbiamo già fatta un'esperienza di Chiesa e di comunione, andiamo verso una Chiesa del futuro dove questa piccola esperienza possa dilatarsi". Alberto Coscia, diocesi di Perugia - Città della Pieve "La relazione di Diotallevi ha fatto un esame di quella che è la situazione regionale. E' stata una relazione per certi aspetti dura ma la realtà che viviamo è questa. Bisogna cercare di risollevare la questione già a livello parrocchiale e diocesano. Anche la relazione di mons. Brambilla è stata mirata. Bisogna operare verso le persone lontane dalla Chiesa con la carotà che il Signore ci propone. Durante il lavoro dei tavoli ci siamo trovati tutti in linea con il programma che ci siamo dati. Ognuno ha espresso i propri dubbi e perplessità e ognuno di noi ha proposto non soluzioni ma possibili miglioramenti". Costanza Roldini, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino "Le relazioni della prima giornata sono andate proprio all'essenziale. La relazione di Diotallevi ha colto i punti di crisi, ma mi sembra anche che siamo riusciti a trarre del positivo da quel quadro, i punti di forza e di speranza per andare avanti. Durante il lavoro dei tavoli si è instaurato un clima di schiettezza. Siamo riusciti anche ad individuare alcuni percorsi e prospettive che possono portarci a una riflessione e dei percorsi concreti da attuare nella nostra Chiesa. Siamo rimasti nel vissuto pratico della gente comune".    ]]>
Assemblea ecclesiale umbra. Intervista al prof. Luca Diotallevi dopo la sua relazione https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-diotallevi/ Sat, 19 Oct 2019 15:12:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55506 diotallevi

"Il lato positivo è che la nostra è una Chiesa viva". Queste le parole del prof. Luca Diotallevi, docente di Sociologia all'Università Roma Tre, dopo la sua relazione tenuta il 18 ottobre all'Assemblea ecclesiale umbra. Una relazione che ha raccolto i contributi scritti presentati nei mesi scorsi da tutte le diocesi umbre e che ha incontrato particolarmente il pensiero dei delegati presenti, come dimostrato dal lungo applauso finale. "Le criticità sono costituite da uno sguardo che negli ultimi anni si è un po' ristretto - ha detto Diotallevi ai microfoni di Umbria Radio - si è concentrato sulle vicende interne più che su quello che avviene nella storia e nella società, che poi è il luogo concreto dove il Signore opera. Dobbiamo saper respirare a polmoni pieni". Ripetiamo i quattro nodi finali della relazione, che sono un'indicazione di come continuare il cammino della Chiesa umbra e migliorarlo. "Più attenzione a quello che avviene nella vita degli uomini e delle donne, meno a quello che avviene nelle Curie; più attenzione al passato e al futuro per capire il presente; maggiore onestà con se stessi e capacità di guardare alla Chiesa per quello che è; la Chiesa non può essere una federazione di sette". Questi "sguardi" di cui hai parlato, uno "sguardo corto, uno sguardo ristretto", che cosa vogliono significare? "Significano che il Vangelo va bevuto e mangiato a dosi più grandi perchè è il Vangelo che ci allunga, ci alza e ci approfondisce lo sguardo". Una parola per i giovani? "Non vi fidate delle Pastorali giovanili, non vi fidate di chi ve la mette "facile", perchè le persone che vi fanno crescere sono quelle severe che vi danno contributi e vi obbligano a scegliere e a pensare. In questo senso la grande tradizione educativa e associativa della Chiesa è molto più feconda che non le festicciole di cui adesso sono piene le nostre parrocchie". Facevi anche riferimento ad una necessità di formazione sia per i giovani che per gli adulti.. "Formazione nel senso integrale:liturgica, morale, spirituale, intellettuale. Senza tutte queste non cresce la persona e di conseguenza non cresce il credente".

Intervista a cura di Elisabetta Lomoro

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diotallevi

"Il lato positivo è che la nostra è una Chiesa viva". Queste le parole del prof. Luca Diotallevi, docente di Sociologia all'Università Roma Tre, dopo la sua relazione tenuta il 18 ottobre all'Assemblea ecclesiale umbra. Una relazione che ha raccolto i contributi scritti presentati nei mesi scorsi da tutte le diocesi umbre e che ha incontrato particolarmente il pensiero dei delegati presenti, come dimostrato dal lungo applauso finale. "Le criticità sono costituite da uno sguardo che negli ultimi anni si è un po' ristretto - ha detto Diotallevi ai microfoni di Umbria Radio - si è concentrato sulle vicende interne più che su quello che avviene nella storia e nella società, che poi è il luogo concreto dove il Signore opera. Dobbiamo saper respirare a polmoni pieni". Ripetiamo i quattro nodi finali della relazione, che sono un'indicazione di come continuare il cammino della Chiesa umbra e migliorarlo. "Più attenzione a quello che avviene nella vita degli uomini e delle donne, meno a quello che avviene nelle Curie; più attenzione al passato e al futuro per capire il presente; maggiore onestà con se stessi e capacità di guardare alla Chiesa per quello che è; la Chiesa non può essere una federazione di sette". Questi "sguardi" di cui hai parlato, uno "sguardo corto, uno sguardo ristretto", che cosa vogliono significare? "Significano che il Vangelo va bevuto e mangiato a dosi più grandi perchè è il Vangelo che ci allunga, ci alza e ci approfondisce lo sguardo". Una parola per i giovani? "Non vi fidate delle Pastorali giovanili, non vi fidate di chi ve la mette "facile", perchè le persone che vi fanno crescere sono quelle severe che vi danno contributi e vi obbligano a scegliere e a pensare. In questo senso la grande tradizione educativa e associativa della Chiesa è molto più feconda che non le festicciole di cui adesso sono piene le nostre parrocchie". Facevi anche riferimento ad una necessità di formazione sia per i giovani che per gli adulti.. "Formazione nel senso integrale:liturgica, morale, spirituale, intellettuale. Senza tutte queste non cresce la persona e di conseguenza non cresce il credente".

Intervista a cura di Elisabetta Lomoro

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Assemblea ecclesiale umbra. Le voci dei delegati https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-delegati/ Fri, 18 Oct 2019 16:53:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55503 delegati

All'Assemblea ecclesiale umbra sono arrivati oggi, 18 ottobre, più di 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre. Cosa si aspettano da questo momento di comunione delle Chiese regionali? Le loro voci sono state raccolte dai microfoni di Umbria Radio.

Stefano, delegato di Perugia

"Spero che da quest'iniziativa e dai dibattiti possa nascere un punto d'incontro costruttivo per tutti. Mi interessa in particolare la questione riguardante la fede, l'età adulta e le famiglie perché sono un elemento fondamentale della società che non può essere tralasciato né dalle Istituzioni né nel cammino di fede".

Vittorio, seminarista di Perugia

Mi aspetto un momento di incontro, comunione, relazione. Spero in particolare che oggi venga affrontato il tema dell'evangelizzazione. Sono emozionato all'idea di vivere la mia prima Assemblea ecclesiale.

Damiano Romagnolo, assistente ecclesiastico dell'Agesci Umbria

"La Chiesa è formata dai laici e vedere questa sinergia con i pastori e i religiosi è molto bello perché mostra una Chiesa rappresentata in ogni suo settore. Poter essere qui e capire come si muove la Chiesa è molto importante. Tutti danno il proprio contributo".

Delegato di Gualdo Tadino

"Mi aspetto di ascoltare parole che segnino un momento di passaggio. Sono nel tavolo di lavoro sui giovani, mi aspetto una parola bella che ci aiuti a capire i ragazzi di oggi. La sensazione è che una larga fascia di giovani sia del tutto indifferente alla Chiesa. Una delle sfide è recuperare la capacità di parlare con loro".

Delegato di Terni

"Mi aspetto di fare un’esperienza di chiesa, che riconosca il cammino fatto e sappia riprenderlo. Spero che si parli di catechesi per adulti, visto che si sente l'esigenza di una maggiore attenzione a questa fascia d'età".

Stefano Marcucci, presidente dell'Azione cattolica di Perugia

"Dalla giornata di oggi mi aspetto contenuti per la preparazione ai tavoli di domani. Giovani, lavoro e fede sono i temi che più mi interessano. La Chiesa nella società deve essere un’ispirazione, qualcosa che illumini il cammino di tutti".

Delegata di Spoleto

"L'Assemblea è un bel momento di confronto e comunione. Spero che si affronti il tema dei giovani che è quello di cui mi occupo".  ]]>
delegati

All'Assemblea ecclesiale umbra sono arrivati oggi, 18 ottobre, più di 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre. Cosa si aspettano da questo momento di comunione delle Chiese regionali? Le loro voci sono state raccolte dai microfoni di Umbria Radio.

Stefano, delegato di Perugia

"Spero che da quest'iniziativa e dai dibattiti possa nascere un punto d'incontro costruttivo per tutti. Mi interessa in particolare la questione riguardante la fede, l'età adulta e le famiglie perché sono un elemento fondamentale della società che non può essere tralasciato né dalle Istituzioni né nel cammino di fede".

Vittorio, seminarista di Perugia

Mi aspetto un momento di incontro, comunione, relazione. Spero in particolare che oggi venga affrontato il tema dell'evangelizzazione. Sono emozionato all'idea di vivere la mia prima Assemblea ecclesiale.

Damiano Romagnolo, assistente ecclesiastico dell'Agesci Umbria

"La Chiesa è formata dai laici e vedere questa sinergia con i pastori e i religiosi è molto bello perché mostra una Chiesa rappresentata in ogni suo settore. Poter essere qui e capire come si muove la Chiesa è molto importante. Tutti danno il proprio contributo".

Delegato di Gualdo Tadino

"Mi aspetto di ascoltare parole che segnino un momento di passaggio. Sono nel tavolo di lavoro sui giovani, mi aspetto una parola bella che ci aiuti a capire i ragazzi di oggi. La sensazione è che una larga fascia di giovani sia del tutto indifferente alla Chiesa. Una delle sfide è recuperare la capacità di parlare con loro".

Delegato di Terni

"Mi aspetto di fare un’esperienza di chiesa, che riconosca il cammino fatto e sappia riprenderlo. Spero che si parli di catechesi per adulti, visto che si sente l'esigenza di una maggiore attenzione a questa fascia d'età".

Stefano Marcucci, presidente dell'Azione cattolica di Perugia

"Dalla giornata di oggi mi aspetto contenuti per la preparazione ai tavoli di domani. Giovani, lavoro e fede sono i temi che più mi interessano. La Chiesa nella società deve essere un’ispirazione, qualcosa che illumini il cammino di tutti".

Delegata di Spoleto

"L'Assemblea è un bel momento di confronto e comunione. Spero che si affronti il tema dei giovani che è quello di cui mi occupo".  ]]>
Assemblea ecclesiale umbra. I primi interventi: mons. Boccardo e padre Michelini https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-boccardo-michelini/ Fri, 18 Oct 2019 16:12:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55497 Assemblea ecclesiale regionale 2019

È iniziata l'Assemblea ecclesiale dell'Umbria, in corso da oggi 18 ottobre, fino a domani a Foligno nella chiesa di San Paolo Apostolo, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”. L'accoglienza degli oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre è stata affidata a mons. Renato Boccardo, vescovo di Spoleto e presidente della Conferenza episcopale umbra. Dopo i saluti iniziali, la lectio guidata da padre Giulio Michelini che ha anticipato le relazioni della prima giornata: quella socio-religiosa del prof. Luca Diotallevi e quella teologico-pastorale di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Ceu.

I saluti di mons. Renato Boccardo

“Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato”. È il monito di mons. Renato Boccardo. Due giorni di lavori nei quali, ha detto mons. Boccardo, “bisognerà confrontarci con le domande della vita, con i mutevoli contesti storici e sociali; riflettere sul nostro contributo di cristiani alla società in cui viviamo, sui nostri modi di celebrare, di annunciare e di servire Cristo nel prossimo”. Lo scopo è “trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell’impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita della gente. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; ma cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti”. Vorremmo individuare processi che, pur nella varietà e nella diversità delle diocesi, possano essere condivisi a livello regionale, per essere comunità incisive e profetiche, propositive e significative, richiamo forte e riferimento bello per le donne e gli uomini del nostro tempo. Infatti, una Chiesa che si limitasse alla sola gestione del “dimagrimento” in atto del proprio corpo istituzionale (diminuiscono i preti, cala la frequenza domenicale, sempre meno sono quelli che si sposano in Chiesa, dopo la catechesi i fanciulli e i giovani se ne vanno…) diventerebbe una Chiesa ben presto incapace di dire parole significative ad una cultura in profonda trasformazione. Dovremo perciò domandarci come mostrare che la fede è in grado anche oggi di fornire strumenti ed energie per la nascita di una forma inedita di umanesimo, favorendo l’insorgere di nuove esperienze e di nuove pratiche di vita cristiana. Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato. E il frutto del lavoro dei 28 tavoli verrà consegnato ai Vescovi perché ne traggano orientamenti e linee concrete per una azione pastorale capace di caratterizzare il cammino delle nostre Chiese.

La lectio di padre Giulio Michelini

"Il Regno dei cieli non è astrazione, ma qualcosa che tocca da vicino l'uomo". Così ha esordito padre Giulio Michelini, teologo e preside dell'Istituto teologico di Assisi, che ha tenuto una lectio incentrata sul brano evangelico Mt 13,44. "Tesoro c’è ma è nascosto...lo assicura Gesù. È sotto la superficie, come la perla e i pesci. Il tesoro viene trovato cercando sotto terra. Ma è necessario un tempo di riservatezza, di attesa". Il punto è: "Siamo convinti che ci sia ancora un tesoro? C’è qualcosa del regno che fatichiamo a vedere? Come immaginiamo oggi il tesoro, quale è la cosa per la quale si è disposti a lasciare tutto?" Anche la conclusione della lectio ha lasciato degli interrogativi su cui riflettere: "Posto che un tesoro c’è, dove lo cerchiamo? Quale campo sta arando la chiesa umbra, siamo sicuri che troveremo li il tesoro? Che cosa è che muove le nostre chiese umbre, è la gioia o la paura di perdere qualcosa, l’inerzia?"      ]]>
Assemblea ecclesiale regionale 2019

È iniziata l'Assemblea ecclesiale dell'Umbria, in corso da oggi 18 ottobre, fino a domani a Foligno nella chiesa di San Paolo Apostolo, sul tema “L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”. L'accoglienza degli oltre 400 delegati provenienti dalle 8 diocesi umbre è stata affidata a mons. Renato Boccardo, vescovo di Spoleto e presidente della Conferenza episcopale umbra. Dopo i saluti iniziali, la lectio guidata da padre Giulio Michelini che ha anticipato le relazioni della prima giornata: quella socio-religiosa del prof. Luca Diotallevi e quella teologico-pastorale di mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vice presidente della Ceu.

I saluti di mons. Renato Boccardo

“Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato”. È il monito di mons. Renato Boccardo. Due giorni di lavori nei quali, ha detto mons. Boccardo, “bisognerà confrontarci con le domande della vita, con i mutevoli contesti storici e sociali; riflettere sul nostro contributo di cristiani alla società in cui viviamo, sui nostri modi di celebrare, di annunciare e di servire Cristo nel prossimo”. Lo scopo è “trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell’impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita della gente. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; ma cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti”. Vorremmo individuare processi che, pur nella varietà e nella diversità delle diocesi, possano essere condivisi a livello regionale, per essere comunità incisive e profetiche, propositive e significative, richiamo forte e riferimento bello per le donne e gli uomini del nostro tempo. Infatti, una Chiesa che si limitasse alla sola gestione del “dimagrimento” in atto del proprio corpo istituzionale (diminuiscono i preti, cala la frequenza domenicale, sempre meno sono quelli che si sposano in Chiesa, dopo la catechesi i fanciulli e i giovani se ne vanno…) diventerebbe una Chiesa ben presto incapace di dire parole significative ad una cultura in profonda trasformazione. Dovremo perciò domandarci come mostrare che la fede è in grado anche oggi di fornire strumenti ed energie per la nascita di una forma inedita di umanesimo, favorendo l’insorgere di nuove esperienze e di nuove pratiche di vita cristiana. Non dobbiamo tanto preoccuparci della tenuta del nostro tessuto organizzativo, ma concentrarci nella ricerca delle modalità e dei luoghi in cui oggi possa prendere forma un’esperienza cristiana in grado di dire il senso della vita, della solidarietà, della cura del prossimo e del creato. E il frutto del lavoro dei 28 tavoli verrà consegnato ai Vescovi perché ne traggano orientamenti e linee concrete per una azione pastorale capace di caratterizzare il cammino delle nostre Chiese.

La lectio di padre Giulio Michelini

"Il Regno dei cieli non è astrazione, ma qualcosa che tocca da vicino l'uomo". Così ha esordito padre Giulio Michelini, teologo e preside dell'Istituto teologico di Assisi, che ha tenuto una lectio incentrata sul brano evangelico Mt 13,44. "Tesoro c’è ma è nascosto...lo assicura Gesù. È sotto la superficie, come la perla e i pesci. Il tesoro viene trovato cercando sotto terra. Ma è necessario un tempo di riservatezza, di attesa". Il punto è: "Siamo convinti che ci sia ancora un tesoro? C’è qualcosa del regno che fatichiamo a vedere? Come immaginiamo oggi il tesoro, quale è la cosa per la quale si è disposti a lasciare tutto?" Anche la conclusione della lectio ha lasciato degli interrogativi su cui riflettere: "Posto che un tesoro c’è, dove lo cerchiamo? Quale campo sta arando la chiesa umbra, siamo sicuri che troveremo li il tesoro? Che cosa è che muove le nostre chiese umbre, è la gioia o la paura di perdere qualcosa, l’inerzia?"      ]]>
Assemblea ecclesiale umbra. Il programma e il luogo in cui si svolge https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-programma/ Thu, 17 Oct 2019 15:33:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55488 assemblea ecclesiale

Il programma

VENERDÌ 18 OTTOBRE 2019

Foligno, chiesa di S. Paolo

ore 15,00 Accoglienza ore 15,30 Saluto del Presidente della CEU ore 15,45 lectio divina su Mt 13, 44 (p. Giulio Michelini, ofm) ore 16,00 relazione a carattere socio-religioso (prof. Luca Diotallevi, professore ordinario di sociologia) ore 16,45 intervallo ore 17,15 relazione a carattere teologico-pastorale (mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara) ore 18,15 Celebrazione del Vespro

SABATO 19 OTTOBRE 2019

Foligno, sedi parrocchiali della città

ore 9,30 preghiera e avvio dei Tavoli di lavoro ore 13,00 pranzo

Foligno, chiesa di S. Paolo

ore 14,30 Tavola rotonda con "ospiti significativi dell’Umbria" ore 16,00 Conclusione del Presidente della CEU * ore 17,00 Celebrazione dell’Eucaristia * la sintesi dei Tavoli di lavoro si farà dopo l’Assemblea, per consegnare ai Vescovi del materiale utile alla redazione di un Documento pastorale.

Il luogo

Le origini della nostra Unità pastorale rimandano agli anni 1989-1994, quando il parroco di Fiamenga, don Giovanni Nizzi, fu incaricato anche della parrocchia di Budino, e poi nel 1994 anche delle parrocchie di Maceratola e Cave.

Sorse così la “Comunità interparrocchiale di Budino, Cave, Fiamenga e Maceratola”, cioè di tutte le parrocchie della campagna nord-ovest di Foligno.

Nel 2003, nacque l’Up “Giovanni Paolo II”, mettendo insieme la comunità interparrocchiale della campagna con la parrocchia urbana di San Giacomo. Gli abitanti dell’intera Up ad oggi sono circa 7.500.

Dal 2009 il centro di questa vasta parte della diocesi di Foligno è la nuova chiesa di San Paolo.

L’originalità del progetto della nuova chiesa è unita a una sua peculiarità, ovvero al fatto estremamente positivo che i suoi tre presbiteri (don Antonio Ronchetti, il sottoscritto don Giovanni Zampa e don Simone Marchi) vivono in comunità; è così giustificato e attutito il pericolo di mettere in ombra le antiche identità delle parrocchie componenti.

Inoltre collaboratori preziosi sono i diaconi permanenti Nikita Chiocchi e Tommaso Calderini. Un buon numero di ministri straordinari della Comunione e accoliti permette di servire e rendere presente la comunità ecclesiale su tutto il vasto territorio. La catechesi settimanale per tutte le fasce di età, soprattutto per gli adulti e i genitori impegnati nell’iniziazione cristiana, è l’attività che maggiormente impegna i presbiteri, diaconi e i numerosi laici coinvolti.

Sono infatti in corso sperimentazioni per nuove proposte di catechesi sette giorni su sette e di celebrazione dei sacramenti che vedono coinvolti genitori e figli. Esperienze particolarmente significative sono il servizio svolto dal Centro d’ascolto della Caritas parrocchiale e le attività estive (oratorio, vacanza famiglie, campi scuola per i ragazzi).

Presso il complesso di San Paolo si volge tutti gli anni il corso della Scuola interdiocesana (Assisi-Foligno) di teologia per operatori pastorali. La fruibilità degli spazi della nuova chiesa è occasione di continue proposte formative da parte della diocesi e di altre agenzie educative.

Le altre parrocchie di periferia arricchiscono la proposta pastorale e spirituale dell’Unità pastorale con le loro feste e tradizioni, tra cui la ultrasecolare processione del Cristo morto e sacra rappresentazione del Venerdi santo, antica e modernissima forma di evangelizzazione.

Tutta la attività è condivisa nella programmazione e verificata nei suoi pregi e difetti con gli organi di partecipazione che sono unici per tutta l’Up. Questi sono formati da rappresentanti di tutte le cinque parrocchie nonché dei singoli servizi e delle associazioni che hanno sede nelle strutture parrocchiali.

Don Giovanni Zampa

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assemblea ecclesiale

Il programma

VENERDÌ 18 OTTOBRE 2019

Foligno, chiesa di S. Paolo

ore 15,00 Accoglienza ore 15,30 Saluto del Presidente della CEU ore 15,45 lectio divina su Mt 13, 44 (p. Giulio Michelini, ofm) ore 16,00 relazione a carattere socio-religioso (prof. Luca Diotallevi, professore ordinario di sociologia) ore 16,45 intervallo ore 17,15 relazione a carattere teologico-pastorale (mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara) ore 18,15 Celebrazione del Vespro

SABATO 19 OTTOBRE 2019

Foligno, sedi parrocchiali della città

ore 9,30 preghiera e avvio dei Tavoli di lavoro ore 13,00 pranzo

Foligno, chiesa di S. Paolo

ore 14,30 Tavola rotonda con "ospiti significativi dell’Umbria" ore 16,00 Conclusione del Presidente della CEU * ore 17,00 Celebrazione dell’Eucaristia * la sintesi dei Tavoli di lavoro si farà dopo l’Assemblea, per consegnare ai Vescovi del materiale utile alla redazione di un Documento pastorale.

Il luogo

Le origini della nostra Unità pastorale rimandano agli anni 1989-1994, quando il parroco di Fiamenga, don Giovanni Nizzi, fu incaricato anche della parrocchia di Budino, e poi nel 1994 anche delle parrocchie di Maceratola e Cave.

Sorse così la “Comunità interparrocchiale di Budino, Cave, Fiamenga e Maceratola”, cioè di tutte le parrocchie della campagna nord-ovest di Foligno.

Nel 2003, nacque l’Up “Giovanni Paolo II”, mettendo insieme la comunità interparrocchiale della campagna con la parrocchia urbana di San Giacomo. Gli abitanti dell’intera Up ad oggi sono circa 7.500.

Dal 2009 il centro di questa vasta parte della diocesi di Foligno è la nuova chiesa di San Paolo.

L’originalità del progetto della nuova chiesa è unita a una sua peculiarità, ovvero al fatto estremamente positivo che i suoi tre presbiteri (don Antonio Ronchetti, il sottoscritto don Giovanni Zampa e don Simone Marchi) vivono in comunità; è così giustificato e attutito il pericolo di mettere in ombra le antiche identità delle parrocchie componenti.

Inoltre collaboratori preziosi sono i diaconi permanenti Nikita Chiocchi e Tommaso Calderini. Un buon numero di ministri straordinari della Comunione e accoliti permette di servire e rendere presente la comunità ecclesiale su tutto il vasto territorio. La catechesi settimanale per tutte le fasce di età, soprattutto per gli adulti e i genitori impegnati nell’iniziazione cristiana, è l’attività che maggiormente impegna i presbiteri, diaconi e i numerosi laici coinvolti.

Sono infatti in corso sperimentazioni per nuove proposte di catechesi sette giorni su sette e di celebrazione dei sacramenti che vedono coinvolti genitori e figli. Esperienze particolarmente significative sono il servizio svolto dal Centro d’ascolto della Caritas parrocchiale e le attività estive (oratorio, vacanza famiglie, campi scuola per i ragazzi).

Presso il complesso di San Paolo si volge tutti gli anni il corso della Scuola interdiocesana (Assisi-Foligno) di teologia per operatori pastorali. La fruibilità degli spazi della nuova chiesa è occasione di continue proposte formative da parte della diocesi e di altre agenzie educative.

Le altre parrocchie di periferia arricchiscono la proposta pastorale e spirituale dell’Unità pastorale con le loro feste e tradizioni, tra cui la ultrasecolare processione del Cristo morto e sacra rappresentazione del Venerdi santo, antica e modernissima forma di evangelizzazione.

Tutta la attività è condivisa nella programmazione e verificata nei suoi pregi e difetti con gli organi di partecipazione che sono unici per tutta l’Up. Questi sono formati da rappresentanti di tutte le cinque parrocchie nonché dei singoli servizi e delle associazioni che hanno sede nelle strutture parrocchiali.

Don Giovanni Zampa

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Assemblea ecclesiale umbra. I messaggi dei vescovi della regione https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-umbra-vescovi/ Wed, 16 Oct 2019 17:00:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55461

Dalla sinodalità la conversione pastorale: un cambiamento di mente e di cuore

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=jiHSPDP9RDo[/embed] L’Assemblea ecclesiale regionale del 18-19 ottobre a Foligno è la risposta della Chiesa umbra all’invito a sperimentare la “sinodalità”, raccomandata da Papa Francesco al Convegno nazionale di Firenze del 2015. Si inserisce nel cammino che la Chiesa italiana ha fatto nell’ultimo decennio con gli Orientamenti pastorali 2010-2020 e con l’esortazione del Papa a tornare all’annuncio del Vangelo con una Chiesa missionaria e in uscita.

«La nostra assemblea arriva in conseguenza di tutto un programma cominciato dieci anni fa nella Chiesa italiana, quando abbiamo detto che il Vangelo fa la vita buona. Quindi è tutta questione di educazione al Vangelo. Poi ha trovato a Firenze i suoi punti culminanti e infine, sempre secondo l’ispirazione della Evangelii gaudium, ecco questa nostra assemblea: l’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra.

Il Papa insiste molto, perché sta proprio sostenendo che è necessaria una conversione pastorale. E cos’è la conversione pastorale? Non soltanto il cambiamento di qualcosa, ma un cambiamento di mente e di cuore, come lui ha sostenuto più volte. Bisogna tornare ad annunciare il Vangelo.

Bisogna che la nostra Chiesa sia in uscita, cioè vada a trovare tutti quei “feriti” che in fondo hanno bisogno delle cure materne della Chiesa. Ed è necessario che porti un messaggio di speranza all’uomo di oggi. Io vedo tanta rabbia, tanta solitudine, persone che si ripiegano su se stesse. Manca la speranza. Ma il Vangelo, oltre che fare la vita buona, dà una prospettiva: riempie il cuore di speranza».

Gualtiero card. Bassetti arcivescovo di Perugia - Città della Pieve e presidente della Cei

 

Perché la gioia del Vangelo si diffonda e porti frutto anche nella nostra terra

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=kN0oepExndk[/embed] «Papa Francesco ha invitato la Chiesa italiana a rileggere il suo documento sulla gioia del Vangelo, Evangelii gaudium , e a trarne delle linee operative per la nostra presenza nel mondo e per l’azione pastorale della Chiesa.

Come Chiese dell’Umbria, vogliamo rispondere al suo invito e alla sua richiesta mettendoci insieme, riflettendo, guardando alla bellezza e alla ricchezza del nostro cammino, sottolineando alcune urgenze, alcune necessità, provando a dare risposta a quella attesa di gioia, di speranza e di vita piena che ognuno porta nel segreto del cuore.

Lo facciamo guardando al Vangelo, naturalmente, là dove Gesù ci dice che c’è un tesoro prezioso, e chi lo trova è capace di dedicargli tutta la vita. Ecco, per noi il tesoro prezioso è lo stesso Gesù e la sua Parola. E allora abbiamo dato come tema della nostra assemblea ecclesiale “Perché la nostra gioia sia piena L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”.

Dopo il lavoro preparatorionelle varie diocesi, a Foligno ci ritroviamo non soltanto per rileggere ciò che è stato detto, ma per guardare avanti con fiducia e con speranza.

E domandarci - provando a trovare delle risposte - come oggi noi credenti possiamo condividere, annunciare, distribuire a chi ci sta vicino, gli uomini e le donne delle nostre vallate, la bellezza, la ricchezza, la fecondità di essere amici di Gesù, perché la gioia del Vangelo si diffonda e porti frutto anche nella nostra terra».

Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra

 

La fede umanizza ed evangelizza gli affetti, per una testimonianza come quella di Gesù

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=zMnwvniaubU[/embed]

I delegati delle diocesi umbre impegnati nell’Assemblea ecclesiale regionale del 18 e 19 ottobre a Foligno approfondiranno sette ambiti tematici. Uno di questi si occuperà della fede e della sua capacità di plasmare la vita, in particolare gli affetti e le relazioni. Tante le esperienze della Chiesa umbra in questo senso: corsi di preparazione al matrimonio, Consultori familiari, attività e impegno per coppie, bambini e ragazzi, giovani, anziani, persone in difficoltà.

«Uno dei temi che affronteremo in assemblea è quello della fede, che ha la capacità di affrontare e plasmare gli affetti. Insomma, la fede che intercetta la relazione affettiva.

Noi tutti sappiamo che un problema principale a livello sociale e a livello ecclesiale è la relazione, quella affettiva in particolare. Questo è centrale, del punto di vista cristiano, perché Dio è amore. Tutti conosciamo - per esempio - la pagina dell’inno alla carità di san Paolo (1Cor 13), dove si dice che la carità ha mille sfumature che intercettano proprio in concreto l’esistenza di ognuno. E senza la carità, dice san Paolo, “sono un nulla”.

Dio è amore, e l’uomo a immagine di Dio è capace sia di ricevere l’amore, sia di poterlo testimoniare.

L’amore e gli affetti di cui parliamo sono sostanzialmente un dono di Dio. Non è semplicemente un’emozione, un sentimento, una capacità empatica. È proprio quell’amore di Dio e dello Spirito santo che viene nei nostri cuori, ci aiuta a uscire dal nostro egoismo e a relazionarci con l’altro come un fratello.

Quindi, in questo senso, la fede deve essere capace di umanizzare ed evangelizzare gli affetti, per poter dare una testimonianza come quella di Cristo, che ha usato i suoi affetti proprio per calare nel concreto il Vangelo dell’amore. I suoi rapporti con le persone, con i malati, con i sofferenti, con i suoi interlocutori, sono stati rapporti plasmati dal suo cuore, dal suo amore, della sua attenzione al prossimo. Noi siamo chiamati a fare altrettanto».

Domenico Cancian vescovo di Città di Castello

   

L’annuncio del Vangelo alle nuove generazioni

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=23y3GTHOdOk[/embed]

I giovani e la fede. Tra gli ambiti di analisi e approfondimento della prossima Assemblea ecclesiale regionale di Foligno, ci saranno anche i tavoli dedicati al coraggio innovativo per una fede “interessante” trasmessa alle nuove generazioni. Sarà anche l’occasione per valutare e rendere sempre più attuale l’attività di pastorale giovanile, di Azione cattolica giovani, di luoghi come oratori e grest che ogni anno muovono circa 15 mila giovani e giovanissimi.

«In questa assemblea affronteremo di sicuro una questione che sta molto a cuore alla Chiesa: quella dell’annuncio del Vangelo ai giovani, al mondo delle nuove generazioni. Una sfida appassionante e interessantissima, perché i giovani ci costringono sempre a superare i limiti, ad andare oltre, a cercare in qualche modo nuovi linguaggi, nuove occasioni per comprendere il valore della vita, ciò per cui vale la pena veramente investire tutta la propria persona.

C’è di mezzo la questione del futuro di questo Paese, del lavoro, degli affetti e anche l’aspetto vocazionale che un po’ sta dietro a tutto. E per noi questa dell’assemblea sarà l’occasione per confrontarci, e direi soprattutto per ascoltare questo mondo giovanile che spesso ci sfugge.

Magari ci saranno anche i giovani che diranno la loro e che ci aiuteranno a comprendere quanto la Chiesa ha bisogno di aprire le porte e diventare una casa accogliente per il futuro dei giovani».

Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio

   

I cristiani laici devono riappropriarsi della politica, in una maniera evangelica

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=YZSgiMSls98[/embed]

L’Assemblea ecclesiale regionale del 18-19 ottobre a Foligno si occuperà anche di fede e bene comune, che è uno dei sette ambiti oggetto di dialogo e riflessione da parte dei delegati delle diocesi umbre. Politica e solidarietà, per una fede incisiva e decisiva per la costruzione delle città a partire dai più deboli e ultimi.

«Un’assemblea ecclesiale per annunciare il Vangelo alle popolazioni del nostro territorio, della nostra regione. È Gesù che ci ha inviati: “Annunciate il Vangelo a ogni creatura, ad ogni uomo, ad ogni donna”. Gesù disse anche: “Date voi stessi da mangiare”.

Un pane che alimenta il corpo e un pane che alimenta l’anima. In questa assemblea vogliamo riflettere e comprendere in che modo poter annunciare il Vangelo alle persone del nostro territorio, della nostra terra. In modo particolare vogliamo un riferimento preciso alle nostre città, all’attenzione alle persone, la solidarietà, la politica, soprattutto la politica.

Perché i cristiani dei nostri giorni si sono ritirati, si sono messi da parte, lasciando ad altri il compito di provvedere - e a volte si provvede in maniera sbagliata. Ecco allora, vogliamo riappropriarci di questo compito. Soprattutto i cristiani laici devono riappropriarsi di questo compito, in una maniera evangelica: annunciare il Vangelo nella terra umbra, secondo i criteri di Gesù. Vogliamo partecipare, essere presenti, riflettere e trovare le vie dell’annuncio del Vangelo. Oggi, qui e ora».

Giuseppe Piemontese vescovo di Terni-Narni-Amelia

 

La centralità della fede negli aspetti più ordinari della vita quotidiana

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=bmpM_8mxfEs[/embed]

All’Assemblea ecclesiale regionale, che riunisce a Foligno i delegati delle diocesi umbre, si parlerà molto della relazione che unisce fede e vita, sotto vari punti di vista. Tra questi, anche l’attenzione e la vicinanza della Chiesa ai lavoratori e alle persone in cerca di occupazione. E allo stesso tempo, anche al sano e corretto utilizzo del tempo libero.

«Uno degli ambiti dei tavoli di lavoro avrà come argomento “fede e vita”. È un modo per riaffermare che la fede può plasmare la concretezza della vita. Tutti gli aspetti sono interessati da questa informazione che la fede fa vivere alla persona.

Per questo è importante riscoprire la centralità della fede dentro agli aspetti più ordinari della vita quotidiana. La fede è capace di dare un cuore nuovo alla persona, e una persona con questo cuore nuovo sa affrontare ogni aspetto dell’esistenza, a partire da Cristo che è la novità della vita. Siamo anche per una fede concreta e incisiva, cioè che sappia incidere nella concretezza della vita.

La fede non è solo un sentimento, non è solo un’esperienza interiore. Ma è anche un’esperienza di vita che prende le mosse dalla proposta di Cristo, e sa incidere e trasformare la concretezza dell’esistenza».

Marco Salvi vescovo ausiliare di Perugia - Città della Pieve

     

Per gli adulti: passare dal “campanile” al “campanello”

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=tE_MOyKRrqM[/embed]

L’Assemblea ecclesiale regionale del 18 e 19 ottobre a Foligno si occuperà anche del tema “Gli adulti e la fede”. È uno dei sette ambiti sui quali saranno chiamati a riflettere e dialogare gli oltre 400 delegati delle otto diocesi dell’Umbria. Le priorità degli adulti, i percorsi formativi e spirituali, la comunicazione, il problema dei linguaggi. Ripartendo in particolare dalla famiglia…

«L’Assemblea ecclesiale regionale è un’occasione favorevole per aiutare le Chiese dell’Umbria a camminare insieme.

E sarà senz’altro l’occasione propizia per un cambio di strategia. Gli adulti hanno bisogno di passare dalla pastorale ‘del campanile’ a quella ‘del campanello’. In termini più semplici, dalla pastorale ‘a pioggia’ a quella ‘a goccia’. Dalla pastorale a pioggia dei grandi eventi, a quella a goccia dell’ascolto, investendo sulla famiglia.

Perché, se non si riparte dalla famiglia, il nostro impegnoper l’evangelizzazione sarà solo una rincorsa affannosa. C’è un’immagine che può aiutarci a vivere questa assemblea: se non riusciamo, in questa stagione ecclesiale, a guardare i campi che “già biondeggiano per la mietitura” ( Gv 4,35), senz’altro possiamo scoprire e guardare il mandorlo in fiore.

La pastorale vive in questa stagione l’esperienza dell’inverno inoltrato verso la primavera. Questa garanzia dobbiamo averla. Siamo ‘prigionieri’ della speranza ( Zc 9,12), anche in pastorale; non carcerieri. Come ci ricorda il profeta Zaccaria».

Gualtiero Sigismondi vescovo di Foligno

   

La parola “Assemblea” significa anzitutto che, come Chiesa, siamo una grande famiglia

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=2tE15sR6fwg[/embed]

Il tessuto delle comunità diocesane e parrocchiali, il senso di appartenenza, la qualità delle celebrazioni. Il primo ambito tematico dell’Assemblea ecclesiale regionale di Foligno è dedicato alla riflessione su “Vivere la Chiesa, per una fede celebrata e condivisa”.

È la ricerca appassionata della comunità che trova nella parrocchia la casa di fraternità umile e sicura. Per questo, le comunità parrocchiali umbre sperimentano forme nuove di missionarietà e di conversione pastorale.

« È bello ritrovarci con tutte le Chiese umbre in assemblea. La parola assemblea può significare tanto, può significare poco. Per noi significa innanzitutto “famiglia”, perché la Chiesa è famiglia. E dunque, ritrovarci insieme con i rappresentanti di tutte le nostre diocesi, avendo alle spalle l’intera comunità diocesana, significa fare esperienza di una Chiesa che tesse sempre di più le sue relazioni.

Relazioni che vengono dall’alto, come sappiamo, perché essere Chiesa significa vivere in Dio, vivere nella Trinità, vivere in Gesù, nello Spirito santo. Ma relazioni che sono anche fraterne, per cui ci si incontra, ci si guarda negli occhi, si vedono i problemi degli uni e degli altri, e insieme si cerca qualche soluzione. In un tempo di grandi sfide. È un tempo di crisi, in cui le stesse relazioni sociali e familiari sono sempre più messe a repentaglio.

È il tempo dell’individualismo, della separazione, il tempo della disgregazione, persino nel nucleo fondamentale che è la famiglia.

E dunque, stare insieme a pensare - su tanti aspetti e tante dimensioni del vivere cristiano - ci aiuta anche a ritessere relazioni di fraternità. Non soltanto tra le diocesi in quanto tali, ma anche tra noi cristiani. Ed è bello puntare a un immagine di Chiesa e a un futuro di Chiesa in cui questo aspetto fraterno sia sempre più messo in relazione. La Chiesa sia sempre più famiglia.

Questo nostro convenire a Foligno come Chiese dell’Umbria sta proprio a dire il nostro desiderio e la nostra voglia di ritessere tra di noi una grande fraternità».

Domenico Sorrentino vescovo di Assisi - Nocera U. - Gualdo T.

   

Alla Chiesa appartiene tutto l’umano, e soprattutto l’umano più fragile

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=4zKGfVFx8To[/embed]

Una fede che risana e che consola.

All’Assemblea ecclesiale regionale delle diocesi umbre a Foligno si parla anche delle fragilità, in uno degli ambiti tematici del filone “fede e vita”. La fantasia della carità si manifesta nelle numerose esperienze nate nelle comunità diocesane e tra gli Ordini religiosi. Tutto questo perché il Vangelo possa essere come un balsamo risanante e consolante per ferite e difficoltà.

«La Chiesa è chiamata ad avere uno sguardo a tutto campo in ordine a ciò che è umano. Però, in particolare, direi che c’è uno sguardo che si posa sulla fragilità, su coloro che vivono limiti e povertà. Perché questo? Perché Dio ha scelto di avere uno sguardo privilegiato su coloro che soffrono, su quelli che - a volte - sono al limite della loro vita. È una risposta alla quale ci chiama la Chiesa.

Il Concilio Vaticano II, nella grande Gaudium et spes, ci dice quelle che sono le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce dell’uomo. Questo ci appartiene, e nessuno di noi può esserne estraneo. Anzi, tutto ciò che è autenticamente umano deve trovare in noi una risposta positiva. Questo ci obbliga anche ad avere - come il Signore Gesù, come Dio - lo sguardo sulle fragilità, per poterne accogliere le richieste ed essere un po’ missionari della speranza».

Benedetto Tuzia vescovo di Orvieto-Todi

   

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Dalla sinodalità la conversione pastorale: un cambiamento di mente e di cuore

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=jiHSPDP9RDo[/embed] L’Assemblea ecclesiale regionale del 18-19 ottobre a Foligno è la risposta della Chiesa umbra all’invito a sperimentare la “sinodalità”, raccomandata da Papa Francesco al Convegno nazionale di Firenze del 2015. Si inserisce nel cammino che la Chiesa italiana ha fatto nell’ultimo decennio con gli Orientamenti pastorali 2010-2020 e con l’esortazione del Papa a tornare all’annuncio del Vangelo con una Chiesa missionaria e in uscita.

«La nostra assemblea arriva in conseguenza di tutto un programma cominciato dieci anni fa nella Chiesa italiana, quando abbiamo detto che il Vangelo fa la vita buona. Quindi è tutta questione di educazione al Vangelo. Poi ha trovato a Firenze i suoi punti culminanti e infine, sempre secondo l’ispirazione della Evangelii gaudium, ecco questa nostra assemblea: l’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra.

Il Papa insiste molto, perché sta proprio sostenendo che è necessaria una conversione pastorale. E cos’è la conversione pastorale? Non soltanto il cambiamento di qualcosa, ma un cambiamento di mente e di cuore, come lui ha sostenuto più volte. Bisogna tornare ad annunciare il Vangelo.

Bisogna che la nostra Chiesa sia in uscita, cioè vada a trovare tutti quei “feriti” che in fondo hanno bisogno delle cure materne della Chiesa. Ed è necessario che porti un messaggio di speranza all’uomo di oggi. Io vedo tanta rabbia, tanta solitudine, persone che si ripiegano su se stesse. Manca la speranza. Ma il Vangelo, oltre che fare la vita buona, dà una prospettiva: riempie il cuore di speranza».

Gualtiero card. Bassetti arcivescovo di Perugia - Città della Pieve e presidente della Cei

 

Perché la gioia del Vangelo si diffonda e porti frutto anche nella nostra terra

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=kN0oepExndk[/embed] «Papa Francesco ha invitato la Chiesa italiana a rileggere il suo documento sulla gioia del Vangelo, Evangelii gaudium , e a trarne delle linee operative per la nostra presenza nel mondo e per l’azione pastorale della Chiesa.

Come Chiese dell’Umbria, vogliamo rispondere al suo invito e alla sua richiesta mettendoci insieme, riflettendo, guardando alla bellezza e alla ricchezza del nostro cammino, sottolineando alcune urgenze, alcune necessità, provando a dare risposta a quella attesa di gioia, di speranza e di vita piena che ognuno porta nel segreto del cuore.

Lo facciamo guardando al Vangelo, naturalmente, là dove Gesù ci dice che c’è un tesoro prezioso, e chi lo trova è capace di dedicargli tutta la vita. Ecco, per noi il tesoro prezioso è lo stesso Gesù e la sua Parola. E allora abbiamo dato come tema della nostra assemblea ecclesiale “Perché la nostra gioia sia piena L’annuncio di Gesù Cristo nella terra umbra”.

Dopo il lavoro preparatorionelle varie diocesi, a Foligno ci ritroviamo non soltanto per rileggere ciò che è stato detto, ma per guardare avanti con fiducia e con speranza.

E domandarci - provando a trovare delle risposte - come oggi noi credenti possiamo condividere, annunciare, distribuire a chi ci sta vicino, gli uomini e le donne delle nostre vallate, la bellezza, la ricchezza, la fecondità di essere amici di Gesù, perché la gioia del Vangelo si diffonda e porti frutto anche nella nostra terra».

Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra

 

La fede umanizza ed evangelizza gli affetti, per una testimonianza come quella di Gesù

[embed]https://www.youtube.com/watch?v=zMnwvniaubU[/embed]

I delegati delle diocesi umbre impegnati nell’Assemblea ecclesiale regionale del 18 e 19 ottobre a Foligno approfondiranno sette ambiti tematici. Uno di questi si occuperà della fede e della sua capacità di plasmare la vita, in particolare gli affetti e le relazioni. Tante le esperienze della Chiesa umbra in questo senso: corsi di preparazione al matrimonio, Consultori familiari, attività e impegno per coppie, bambini e ragazzi, giovani, anziani, persone in difficoltà.

«Uno dei temi che affronteremo in assemblea è quello della fede, che ha la capacità di affrontare e plasmare gli affetti. Insomma, la fede che intercetta la relazione affettiva.

Noi tutti sappiamo che un problema principale a livello sociale e a livello ecclesiale è la relazione, quella affettiva in particolare. Questo è centrale, del punto di vista cristiano, perché Dio è amore. Tutti conosciamo - per esempio - la pagina dell’inno alla carità di san Paolo (1Cor 13), dove si dice che la carità ha mille sfumature che intercettano proprio in concreto l’esistenza di ognuno. E senza la carità, dice san Paolo, “sono un nulla”.

Dio è amore, e l’uomo a immagine di Dio è capace sia di ricevere l’amore, sia di poterlo testimoniare.

L’amore e gli affetti di cui parliamo sono sostanzialmente un dono di Dio. Non è semplicemente un’emozione, un sentimento, una capacità empatica. È proprio quell’amore di Dio e dello Spirito santo che viene nei nostri cuori, ci aiuta a uscire dal nostro egoismo e a relazionarci con l’altro come un fratello.

Quindi, in questo senso, la fede deve essere capace di umanizzare ed evangelizzare gli affetti, per poter dare una testimonianza come quella di Cristo, che ha usato i suoi affetti proprio per calare nel concreto il Vangelo dell’amore. I suoi rapporti con le persone, con i malati, con i sofferenti, con i suoi interlocutori, sono stati rapporti plasmati dal suo cuore, dal suo amore, della sua attenzione al prossimo. Noi siamo chiamati a fare altrettanto».

Domenico Cancian vescovo di Città di Castello

   

L’annuncio del Vangelo alle nuove generazioni

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I giovani e la fede. Tra gli ambiti di analisi e approfondimento della prossima Assemblea ecclesiale regionale di Foligno, ci saranno anche i tavoli dedicati al coraggio innovativo per una fede “interessante” trasmessa alle nuove generazioni. Sarà anche l’occasione per valutare e rendere sempre più attuale l’attività di pastorale giovanile, di Azione cattolica giovani, di luoghi come oratori e grest che ogni anno muovono circa 15 mila giovani e giovanissimi.

«In questa assemblea affronteremo di sicuro una questione che sta molto a cuore alla Chiesa: quella dell’annuncio del Vangelo ai giovani, al mondo delle nuove generazioni. Una sfida appassionante e interessantissima, perché i giovani ci costringono sempre a superare i limiti, ad andare oltre, a cercare in qualche modo nuovi linguaggi, nuove occasioni per comprendere il valore della vita, ciò per cui vale la pena veramente investire tutta la propria persona.

C’è di mezzo la questione del futuro di questo Paese, del lavoro, degli affetti e anche l’aspetto vocazionale che un po’ sta dietro a tutto. E per noi questa dell’assemblea sarà l’occasione per confrontarci, e direi soprattutto per ascoltare questo mondo giovanile che spesso ci sfugge.

Magari ci saranno anche i giovani che diranno la loro e che ci aiuteranno a comprendere quanto la Chiesa ha bisogno di aprire le porte e diventare una casa accogliente per il futuro dei giovani».

Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio

   

I cristiani laici devono riappropriarsi della politica, in una maniera evangelica

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L’Assemblea ecclesiale regionale del 18-19 ottobre a Foligno si occuperà anche di fede e bene comune, che è uno dei sette ambiti oggetto di dialogo e riflessione da parte dei delegati delle diocesi umbre. Politica e solidarietà, per una fede incisiva e decisiva per la costruzione delle città a partire dai più deboli e ultimi.

«Un’assemblea ecclesiale per annunciare il Vangelo alle popolazioni del nostro territorio, della nostra regione. È Gesù che ci ha inviati: “Annunciate il Vangelo a ogni creatura, ad ogni uomo, ad ogni donna”. Gesù disse anche: “Date voi stessi da mangiare”.

Un pane che alimenta il corpo e un pane che alimenta l’anima. In questa assemblea vogliamo riflettere e comprendere in che modo poter annunciare il Vangelo alle persone del nostro territorio, della nostra terra. In modo particolare vogliamo un riferimento preciso alle nostre città, all’attenzione alle persone, la solidarietà, la politica, soprattutto la politica.

Perché i cristiani dei nostri giorni si sono ritirati, si sono messi da parte, lasciando ad altri il compito di provvedere - e a volte si provvede in maniera sbagliata. Ecco allora, vogliamo riappropriarci di questo compito. Soprattutto i cristiani laici devono riappropriarsi di questo compito, in una maniera evangelica: annunciare il Vangelo nella terra umbra, secondo i criteri di Gesù. Vogliamo partecipare, essere presenti, riflettere e trovare le vie dell’annuncio del Vangelo. Oggi, qui e ora».

Giuseppe Piemontese vescovo di Terni-Narni-Amelia

 

La centralità della fede negli aspetti più ordinari della vita quotidiana

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All’Assemblea ecclesiale regionale, che riunisce a Foligno i delegati delle diocesi umbre, si parlerà molto della relazione che unisce fede e vita, sotto vari punti di vista. Tra questi, anche l’attenzione e la vicinanza della Chiesa ai lavoratori e alle persone in cerca di occupazione. E allo stesso tempo, anche al sano e corretto utilizzo del tempo libero.

«Uno degli ambiti dei tavoli di lavoro avrà come argomento “fede e vita”. È un modo per riaffermare che la fede può plasmare la concretezza della vita. Tutti gli aspetti sono interessati da questa informazione che la fede fa vivere alla persona.

Per questo è importante riscoprire la centralità della fede dentro agli aspetti più ordinari della vita quotidiana. La fede è capace di dare un cuore nuovo alla persona, e una persona con questo cuore nuovo sa affrontare ogni aspetto dell’esistenza, a partire da Cristo che è la novità della vita. Siamo anche per una fede concreta e incisiva, cioè che sappia incidere nella concretezza della vita.

La fede non è solo un sentimento, non è solo un’esperienza interiore. Ma è anche un’esperienza di vita che prende le mosse dalla proposta di Cristo, e sa incidere e trasformare la concretezza dell’esistenza».

Marco Salvi vescovo ausiliare di Perugia - Città della Pieve

     

Per gli adulti: passare dal “campanile” al “campanello”

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L’Assemblea ecclesiale regionale del 18 e 19 ottobre a Foligno si occuperà anche del tema “Gli adulti e la fede”. È uno dei sette ambiti sui quali saranno chiamati a riflettere e dialogare gli oltre 400 delegati delle otto diocesi dell’Umbria. Le priorità degli adulti, i percorsi formativi e spirituali, la comunicazione, il problema dei linguaggi. Ripartendo in particolare dalla famiglia…

«L’Assemblea ecclesiale regionale è un’occasione favorevole per aiutare le Chiese dell’Umbria a camminare insieme.

E sarà senz’altro l’occasione propizia per un cambio di strategia. Gli adulti hanno bisogno di passare dalla pastorale ‘del campanile’ a quella ‘del campanello’. In termini più semplici, dalla pastorale ‘a pioggia’ a quella ‘a goccia’. Dalla pastorale a pioggia dei grandi eventi, a quella a goccia dell’ascolto, investendo sulla famiglia.

Perché, se non si riparte dalla famiglia, il nostro impegnoper l’evangelizzazione sarà solo una rincorsa affannosa. C’è un’immagine che può aiutarci a vivere questa assemblea: se non riusciamo, in questa stagione ecclesiale, a guardare i campi che “già biondeggiano per la mietitura” ( Gv 4,35), senz’altro possiamo scoprire e guardare il mandorlo in fiore.

La pastorale vive in questa stagione l’esperienza dell’inverno inoltrato verso la primavera. Questa garanzia dobbiamo averla. Siamo ‘prigionieri’ della speranza ( Zc 9,12), anche in pastorale; non carcerieri. Come ci ricorda il profeta Zaccaria».

Gualtiero Sigismondi vescovo di Foligno

   

La parola “Assemblea” significa anzitutto che, come Chiesa, siamo una grande famiglia

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Il tessuto delle comunità diocesane e parrocchiali, il senso di appartenenza, la qualità delle celebrazioni. Il primo ambito tematico dell’Assemblea ecclesiale regionale di Foligno è dedicato alla riflessione su “Vivere la Chiesa, per una fede celebrata e condivisa”.

È la ricerca appassionata della comunità che trova nella parrocchia la casa di fraternità umile e sicura. Per questo, le comunità parrocchiali umbre sperimentano forme nuove di missionarietà e di conversione pastorale.

« È bello ritrovarci con tutte le Chiese umbre in assemblea. La parola assemblea può significare tanto, può significare poco. Per noi significa innanzitutto “famiglia”, perché la Chiesa è famiglia. E dunque, ritrovarci insieme con i rappresentanti di tutte le nostre diocesi, avendo alle spalle l’intera comunità diocesana, significa fare esperienza di una Chiesa che tesse sempre di più le sue relazioni.

Relazioni che vengono dall’alto, come sappiamo, perché essere Chiesa significa vivere in Dio, vivere nella Trinità, vivere in Gesù, nello Spirito santo. Ma relazioni che sono anche fraterne, per cui ci si incontra, ci si guarda negli occhi, si vedono i problemi degli uni e degli altri, e insieme si cerca qualche soluzione. In un tempo di grandi sfide. È un tempo di crisi, in cui le stesse relazioni sociali e familiari sono sempre più messe a repentaglio.

È il tempo dell’individualismo, della separazione, il tempo della disgregazione, persino nel nucleo fondamentale che è la famiglia.

E dunque, stare insieme a pensare - su tanti aspetti e tante dimensioni del vivere cristiano - ci aiuta anche a ritessere relazioni di fraternità. Non soltanto tra le diocesi in quanto tali, ma anche tra noi cristiani. Ed è bello puntare a un immagine di Chiesa e a un futuro di Chiesa in cui questo aspetto fraterno sia sempre più messo in relazione. La Chiesa sia sempre più famiglia.

Questo nostro convenire a Foligno come Chiese dell’Umbria sta proprio a dire il nostro desiderio e la nostra voglia di ritessere tra di noi una grande fraternità».

Domenico Sorrentino vescovo di Assisi - Nocera U. - Gualdo T.

   

Alla Chiesa appartiene tutto l’umano, e soprattutto l’umano più fragile

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Una fede che risana e che consola.

All’Assemblea ecclesiale regionale delle diocesi umbre a Foligno si parla anche delle fragilità, in uno degli ambiti tematici del filone “fede e vita”. La fantasia della carità si manifesta nelle numerose esperienze nate nelle comunità diocesane e tra gli Ordini religiosi. Tutto questo perché il Vangelo possa essere come un balsamo risanante e consolante per ferite e difficoltà.

«La Chiesa è chiamata ad avere uno sguardo a tutto campo in ordine a ciò che è umano. Però, in particolare, direi che c’è uno sguardo che si posa sulla fragilità, su coloro che vivono limiti e povertà. Perché questo? Perché Dio ha scelto di avere uno sguardo privilegiato su coloro che soffrono, su quelli che - a volte - sono al limite della loro vita. È una risposta alla quale ci chiama la Chiesa.

Il Concilio Vaticano II, nella grande Gaudium et spes, ci dice quelle che sono le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce dell’uomo. Questo ci appartiene, e nessuno di noi può esserne estraneo. Anzi, tutto ciò che è autenticamente umano deve trovare in noi una risposta positiva. Questo ci obbliga anche ad avere - come il Signore Gesù, come Dio - lo sguardo sulle fragilità, per poterne accogliere le richieste ed essere un po’ missionari della speranza».

Benedetto Tuzia vescovo di Orvieto-Todi

   

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Assemblea ecclesiale regionale. Come vedono la Chiesa umbra i non credenti? https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-non-credenti/ Fri, 11 Oct 2019 12:35:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55443 credenti

Mancano pochi giorni ormai all’importante appuntamento dell’Assemblea delle Chiese umbre, che avrà luogo a Foligno il 18 e 19 ottobre, e, intanto, una trentina di persone provenienti da tutte le diocesi della Regione hanno già avuto la possibilità di assaporarne un pizzico di atmosfera.

La riunione dei coordinatori dei tavoli

Sabato scorso, infatti, nei locali della chiesa di Fuksas, sede principale dell’evento, si sono ritrovati insieme – convocati dalla segreteria organizzativa – i delegati che sono stati anche designati per coordinare i tavoli di lavoro. Un incontro necessario per capire bene “questo servizio prezioso – come ha subito detto il segretario generale don Luciano Avenati – da fare con responsabilità, passione e spirito di servizio”. I tavoli di lavoro, che si terranno il sabato mattina, direttamente nelle varie parrocchie della città, sono 28, quattro per ognuna delle sette tematiche scelte dai Vescovi per focalizzare l’urgenza dell’evangelizzazione nella terra umbra.

Dovranno essere un importante momento di confronto e di ascolto: perché ciò avvenga, “compito fondamentale del coordinatore è quello di promuovere il dialogo e il confronto, garantendo che tutti i partecipanti al gruppo possano liberamente e agevolmente esprimersi e che, nello stesso tempo, si mettano cordialmente e rispettosamente in ascolto degli altri”.

Oltre a essere attento a tutto ciò, facendo in modo che il lavoro si svolga in modo ordinato e che ognuno parli per un tempo opportuno, il coordinatore dovrà aver ben chiare le finalitàda perseguire: far emergere prospettive per un camminosinodale delle Chiese in Umbria, individuare processi e percorsi che possano essere condivisi a livello regionale ecalati, poi, secondo le indicazione del proprio Vescovo, nella Chiesa diocesana.

In altre parole, non si tratta di fareuna lettura della realtà o condivisione delle proprie esperienze (spesso accompagnate da proposte troppo particolari, a esse magari legate): ciò, infatti, è già avvenuto nella fase preparatoria. Si dovrà pensare e parlare con un respiro più ampio della propria comunità,gruppo e, persino, diocesi.

Ogni coordinatore, inoltre, nei giorni successivi all’Assemblea dovrà preparare e inviare alla segreteria una sintesi di quanto emerso, che i Vescovi terranno presente per una Durante l’incontro è stato anche illustrato in dettaglio il programma e sono state fornite indicazioni logistico-organizzative, così che gli stessi coordinatori possano essere di riferimento per gli altri partecipanti.

A ogni diocesi il compito di consegnare ai propri delegati il materiale utile, in modo da ottimizzare i tempi, e l’invito a promuovere, ove possibile, in contemporanea ai due giorni assembleari, adorazioni eucaristiche, quale “strumento” di intercessione e di ulteriore comunione.

Il tema della tavola rotonda: cosa si aspettano i non credenti?

Sono poi stati resi noti i nomi dei partecipanti alla tavola rotonda di sabato (ore 14.30): Maria Gabriella Mecucci, giornalista e saggista, Ernesto Galli della Loggia, storico e accademico, e Paolo Raffaelli, politico e giornalista.

Moderata da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire , la “tavola” avrà lo scopo di ascoltare, da coloro che vivono in Umbria come “ospiti” del nostro territorio e da quanti si considerano “non credenti” o “diversamente credenti”:

come vedono le Chiese umbre; cosa si attendono dai cristiani in rapporto alle problematiche emergenti a livello regionale e nella società tutta; suggerimenti, secondo il loro punto di vista, perché il Vangelo torni da noi a essere “attrattivo” soprattutto per le nuove generazioni; e quale potrebbe essere il segnale che le Chiese umbre possono e devono dare alla società, in continuità e alla luce del monachesimo di Benedetto e del francescanesimo del Santo di Assisi, i due grandi movimenti nati e partiti dall’Umbria.

Michela Massaro

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credenti

Mancano pochi giorni ormai all’importante appuntamento dell’Assemblea delle Chiese umbre, che avrà luogo a Foligno il 18 e 19 ottobre, e, intanto, una trentina di persone provenienti da tutte le diocesi della Regione hanno già avuto la possibilità di assaporarne un pizzico di atmosfera.

La riunione dei coordinatori dei tavoli

Sabato scorso, infatti, nei locali della chiesa di Fuksas, sede principale dell’evento, si sono ritrovati insieme – convocati dalla segreteria organizzativa – i delegati che sono stati anche designati per coordinare i tavoli di lavoro. Un incontro necessario per capire bene “questo servizio prezioso – come ha subito detto il segretario generale don Luciano Avenati – da fare con responsabilità, passione e spirito di servizio”. I tavoli di lavoro, che si terranno il sabato mattina, direttamente nelle varie parrocchie della città, sono 28, quattro per ognuna delle sette tematiche scelte dai Vescovi per focalizzare l’urgenza dell’evangelizzazione nella terra umbra.

Dovranno essere un importante momento di confronto e di ascolto: perché ciò avvenga, “compito fondamentale del coordinatore è quello di promuovere il dialogo e il confronto, garantendo che tutti i partecipanti al gruppo possano liberamente e agevolmente esprimersi e che, nello stesso tempo, si mettano cordialmente e rispettosamente in ascolto degli altri”.

Oltre a essere attento a tutto ciò, facendo in modo che il lavoro si svolga in modo ordinato e che ognuno parli per un tempo opportuno, il coordinatore dovrà aver ben chiare le finalitàda perseguire: far emergere prospettive per un camminosinodale delle Chiese in Umbria, individuare processi e percorsi che possano essere condivisi a livello regionale ecalati, poi, secondo le indicazione del proprio Vescovo, nella Chiesa diocesana.

In altre parole, non si tratta di fareuna lettura della realtà o condivisione delle proprie esperienze (spesso accompagnate da proposte troppo particolari, a esse magari legate): ciò, infatti, è già avvenuto nella fase preparatoria. Si dovrà pensare e parlare con un respiro più ampio della propria comunità,gruppo e, persino, diocesi.

Ogni coordinatore, inoltre, nei giorni successivi all’Assemblea dovrà preparare e inviare alla segreteria una sintesi di quanto emerso, che i Vescovi terranno presente per una Durante l’incontro è stato anche illustrato in dettaglio il programma e sono state fornite indicazioni logistico-organizzative, così che gli stessi coordinatori possano essere di riferimento per gli altri partecipanti.

A ogni diocesi il compito di consegnare ai propri delegati il materiale utile, in modo da ottimizzare i tempi, e l’invito a promuovere, ove possibile, in contemporanea ai due giorni assembleari, adorazioni eucaristiche, quale “strumento” di intercessione e di ulteriore comunione.

Il tema della tavola rotonda: cosa si aspettano i non credenti?

Sono poi stati resi noti i nomi dei partecipanti alla tavola rotonda di sabato (ore 14.30): Maria Gabriella Mecucci, giornalista e saggista, Ernesto Galli della Loggia, storico e accademico, e Paolo Raffaelli, politico e giornalista.

Moderata da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire , la “tavola” avrà lo scopo di ascoltare, da coloro che vivono in Umbria come “ospiti” del nostro territorio e da quanti si considerano “non credenti” o “diversamente credenti”:

come vedono le Chiese umbre; cosa si attendono dai cristiani in rapporto alle problematiche emergenti a livello regionale e nella società tutta; suggerimenti, secondo il loro punto di vista, perché il Vangelo torni da noi a essere “attrattivo” soprattutto per le nuove generazioni; e quale potrebbe essere il segnale che le Chiese umbre possono e devono dare alla società, in continuità e alla luce del monachesimo di Benedetto e del francescanesimo del Santo di Assisi, i due grandi movimenti nati e partiti dall’Umbria.

Michela Massaro

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Attraversare l’inverno per rifiorire https://www.lavoce.it/attraversare-inverno-rifiorire/ Thu, 10 Oct 2019 12:52:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55404

Forse sarà l’inverno che si avvicina, o la notizia appena ricevuta della morte prematura di un amico, ma le parole che Papa Francesco ha rivolto venerdì scorso alle suore Paoline riunite a Roma per il Capitolo generale del loro Istituto “Pia società figlie di san Paolo”, risuonano come se fossero per noi.

Noi, umbri, che viviamo nella regione più vecchia d’Italia (ci supera solo la Liguria) e forse proprio per questo sentiamo il peso della vita, fatto di belle esperienze ma anche di ferite, rimpianti, tradimenti, speranze deluse che si sommano ad altre speranze deluse fino ad appesantire gli occhi del cuore e le membra dello spirito, fino a credere che la vita non possa più riservare belle sorprese.

Quando si è giovani è il contrario. Il futuro è ancora tutto da realizzare, il peso degli anni è più leggero e consente di vedere e volare oltre gli ostacoli e immaginare mondi nuovi. Cosa ha detto Papa Francesco alle Paoline?

“Care sorelle, in questi tempi delicati e duri è più che mai necessaria la fede. Molti dicono che la vita consacrata sta attraversando un inverno. Può darsi che sia così, perché le vocazioni scarseggiano, l’età media avanza e la fedeltà agli impegni assunti con la professione non è sempre quella che dovrebbe essere”. Ma, aggiunge il Papa, “in questa situazione, la grande sfida è attraversare l’inverno per rifiorire e portare frutto”.

L’Assemblea ecclesiale regionale del 18 e 19 ottobre prossimi, a Foligno, non è Sinodo vero e proprio ma un evento sinodale pensato e voluto, hanno scritto i Vescovi nella Lettera di indizione, per sollecitare i fedeli a “riscoprire la gioia di vivere il Vangelo e di annunciarlo ai nostri contemporanei”. “Rifiorire e portare frutto”, dunque.

E Papa Francesco ricorda alle religiose – e ad ogni battezzato – la via da percorrere: “La freddezza della società, a volte anche all’interno della Chiesa e della stessa vita consacrata, ci spinge ad andare alle radici, a vivere le radici. L’inverno, anche nella Chiesa e nella vita consacrata, non è un tempo sterile e di morte, ma tempo propizio che consente di tornare all’essenziale”.

“Vivere le radici” e “tornare all’essenziale” è il modo che abbiamo per alleggerire il peso della vita e proseguire con ritrovato slancio e gioia, perché l’“essenziale” è anche ciò che dà senso a tutto il resto.

Quali sono le radici, e cosa è essenziale, oggi, per i cristiani che vivono nella nostra regione? E ancora, i cristiani che vivono in Umbria cosa possono offrire a chi non crede o ha perso la gioia di credere?

Le risposte potranno venire dall’Assemblea, ovvero dai 400 delegati delle diocesi umbre che si ritroveranno con i Vescovi per “guardare al presente con discernimento e al futuro con fiducia, osando il cambiamento”, e farlo insieme uomini e donne, giovani e adulti, laici, religiosi e sacerdoti.

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Sguardo coraggioso alle nostre Chiese https://www.lavoce.it/sguardo-coraggioso-chiese/ Wed, 02 Oct 2019 16:21:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55309

di mons. Renato Boccardo

“Perché la nostra gioia sia piena. L’annuncio di Gesù Cristo in terra umbra” è il tema dell’Assemblea ecclesiale che celebreremo a Foligno il 18 e 19 ottobre, per volgere uno sguardo amoroso alle nostre Chiese; uno sguardo non ansioso, rassegnato o ingenuo, ma coraggioso e capace di guardare al futuro.

L’Assemblea vedrà la partecipazione di circa 400 delegati, che porteranno ai “tavoli di lavoro” il frutto del cammino percorso nelle otto diocesi della Regione durante l’anno pastorale 2018-2019: si è trattato di una grande avventura che ha richiesto impegno personale, passione e serietà ed ha favorito una maturazione di coscienza e di conoscenza ecclesiale, una maggiore consapevolezza della realtà della nostra Chiesa con i problemi e le ricchezze che la caratterizzano, uno sviluppo della corresponsabilità nella vita della comunità e della diocesi.

Gli incontri si sono svolti in un clima di dialogo, di rispetto reciproco per le diversità di visioni e di opinioni e di cordiale ascolto vicendevole. I delegati a Foligno si faranno pertanto voce delle rispettive comunità: ciò che vivremo non è “riservato” a loro, ma sarà un evento che coinvolge tutti i credenti, che Cristo continua a chiamare a sé per incoraggiarli ed inviarli nel mondo a proclamare il suo messaggio di salvezza, condividendo “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi” (GS 1).

In questo “convenire” si tratterà dunque di verificare quanto la gioia del Vangelo attraversa le nostre Chiese e quanto, per mezzo di esse, attraversa la terra umbra; ci impegneremo a meglio comprendere le domande, le attese, le speranze e le fatiche della gente per progettare forme e mezzi ”nuovi ed incisivi” per l’opera di evangelizzazione, che rendano le nostre Chiese diocesane capaci di “prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare” (EG 24).

E tenteremo di delineare prospettive e direzioni che indichino un processo per il futuro immediato, senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa; si tratterà di scegliere la modalità, la finalità, lo stile e il sapore dell’annuncio del Vangelo in Umbria. Siamo infatti coscienti che è necessario riaffermare e risvegliare la capacità delle nostre Chiese nel “dare ragione della speranza che è in noi” (1Pt 3,15).

Lo faremo con uno “stile sinodale”, cioè pregando insieme, pensando insieme, progettando insieme, lavorando insieme. Perché “una Chiesa sinodale dice Papa Francesco - è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito santo, lo Spirito della verità, per conoscere ciò che Egli dice alle Chiese”.

La Parola di Dio, infatti, è sempre valida e continua ad offrire risposte vere alle domande della vita, mentre ci chiede di confrontarci con i mutevoli contesti storici e sociali; di riflettere sul contributo dei cristiani alla società in cui vivono, sui nostri modi di celebrare, di annunciare e di servire Cristo nel prossimo; di valutare la nostra prassi pastorale alla luce del progetto di Dio e della vita quotidiana delle persone.

L’auspicio è che la celebrazione dell’Assemblea susciti in tutti una rinnovata passione per l’annuncio del Vangelo in terra umbra, “perché la nostra gioia sia piena”.

* Arcivescovo di Spoleto-Norcia; presidente della Ceu

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di mons. Renato Boccardo

“Perché la nostra gioia sia piena. L’annuncio di Gesù Cristo in terra umbra” è il tema dell’Assemblea ecclesiale che celebreremo a Foligno il 18 e 19 ottobre, per volgere uno sguardo amoroso alle nostre Chiese; uno sguardo non ansioso, rassegnato o ingenuo, ma coraggioso e capace di guardare al futuro.

L’Assemblea vedrà la partecipazione di circa 400 delegati, che porteranno ai “tavoli di lavoro” il frutto del cammino percorso nelle otto diocesi della Regione durante l’anno pastorale 2018-2019: si è trattato di una grande avventura che ha richiesto impegno personale, passione e serietà ed ha favorito una maturazione di coscienza e di conoscenza ecclesiale, una maggiore consapevolezza della realtà della nostra Chiesa con i problemi e le ricchezze che la caratterizzano, uno sviluppo della corresponsabilità nella vita della comunità e della diocesi.

Gli incontri si sono svolti in un clima di dialogo, di rispetto reciproco per le diversità di visioni e di opinioni e di cordiale ascolto vicendevole. I delegati a Foligno si faranno pertanto voce delle rispettive comunità: ciò che vivremo non è “riservato” a loro, ma sarà un evento che coinvolge tutti i credenti, che Cristo continua a chiamare a sé per incoraggiarli ed inviarli nel mondo a proclamare il suo messaggio di salvezza, condividendo “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi” (GS 1).

In questo “convenire” si tratterà dunque di verificare quanto la gioia del Vangelo attraversa le nostre Chiese e quanto, per mezzo di esse, attraversa la terra umbra; ci impegneremo a meglio comprendere le domande, le attese, le speranze e le fatiche della gente per progettare forme e mezzi ”nuovi ed incisivi” per l’opera di evangelizzazione, che rendano le nostre Chiese diocesane capaci di “prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare” (EG 24).

E tenteremo di delineare prospettive e direzioni che indichino un processo per il futuro immediato, senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa; si tratterà di scegliere la modalità, la finalità, lo stile e il sapore dell’annuncio del Vangelo in Umbria. Siamo infatti coscienti che è necessario riaffermare e risvegliare la capacità delle nostre Chiese nel “dare ragione della speranza che è in noi” (1Pt 3,15).

Lo faremo con uno “stile sinodale”, cioè pregando insieme, pensando insieme, progettando insieme, lavorando insieme. Perché “una Chiesa sinodale dice Papa Francesco - è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito santo, lo Spirito della verità, per conoscere ciò che Egli dice alle Chiese”.

La Parola di Dio, infatti, è sempre valida e continua ad offrire risposte vere alle domande della vita, mentre ci chiede di confrontarci con i mutevoli contesti storici e sociali; di riflettere sul contributo dei cristiani alla società in cui vivono, sui nostri modi di celebrare, di annunciare e di servire Cristo nel prossimo; di valutare la nostra prassi pastorale alla luce del progetto di Dio e della vita quotidiana delle persone.

L’auspicio è che la celebrazione dell’Assemblea susciti in tutti una rinnovata passione per l’annuncio del Vangelo in terra umbra, “perché la nostra gioia sia piena”.

* Arcivescovo di Spoleto-Norcia; presidente della Ceu

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Tempo di processi che costruiscono https://www.lavoce.it/tempo-di-processi-che-costruiscono/ Wed, 04 Sep 2019 08:40:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55171

In questa calda estate oltre alle novità che riguardano il Governo nazionale si è decisa anche la data (27 ottobre), delle prossime elezioni regionali, anticipate per le note vicende giudiziarie che hanno portato alle dimissioni la presidente Catiuscia Marini con il conseguente scioglimento del Consiglio regionale.

Si prepara una campagna elettorale con molte novità nei nomi dei candidati (alcuni già annunciati) e nelle formazioni che li sosteranno, con l’entrata sulla scena politica regionale di realtà civiche e sindaci che si fanno voce dei territori con tutta la concretezza della loro esperienza.

Basterà a fare di questa campagna elettorale uno spazio in cui il dibattito sui problemi, e le proposte per superarli, si fa concreto? Ancora presto per dirlo quando l’impegno è concentrato sulla necessità di presentare le liste entro il 28 settembre e a fare accordi tra liste per raccogliere quel voto in più che può fare la differenza con la legge elettorale regionale che assegna il premio di maggioranza al candidato Presidente della Regione più votato.

Riprendono in questi giorni anche le attività ecclesialinelle parrocchie, gruppi e associazioni. Come ogni anno l’estate è il tempo di impegni straordinari (dagli oratori ai campi scuola, alle settimane in vacanza con le famiglie) e settembre è il tempo della ripresa delle attività ordinarie, spesso scandito da convocazioni diocesane di assemblee o convegni. La novità di quest’anno è che vi sarà un appuntamento che coinvolge tutte le

otto diocesi umbre: l’Assemblea ecclesiale della regione Umbria convocata per il 18 e 19 ottobre prossimi. Annunciata ad inizio anno da una lettera dei Vescovi umbri e preparata nei mesi scorsi nelle singole diocesi secondo le indicazioni dell’“Instrumentum Laboris”, si è conclusa con l’estate la fase preparatoria, quella in cui veniva chiesto di fare l’analisi dell’esistente in riferimento a sette temi o ambiti di vita: vivere la Chiesa, il rapporto con la fede di giovani e adulti, il rapporto tra fede e vita con particolare attenzione alle relazioni familiari e affettive, al lavoro e al tempo libero delle persone e alle fragilità delle persone.

Su questi temi i partecipanti all’Assemblea saranno chiamati a fare proposte “osando il cambiamento” perché – scrivono i Vescovi umbri nella Lettera di annuncio – “è necessario e urgente rilanciare nel tessuto ecclesiale e sociale la ‘gioia del vangelo’”.

Certo non era prevista né prevedibile la vicinanza temporale tra questi due appuntamenti. In modi e in contesti diversi fanno emergere il travaglio del cambiamento che tutta la società, e la Chiesa in essa, sta vivendo.

Prima ancora dei temi (o dei programmi politici) salta agli occhi il protagonismo che sale dal basso. Possiamo scorgervi un avvio di quei “processi” che costruiscono un popolo, costruiscono pienezza umana, come auspica Papa Francesco nella Evangelii Gaudium? L’Assemblea ecclesiale si pone questo obiettivo.

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Sinodalità “dal basso”. Incontro del clero a Collevalenza, verso l’Assemblea ecclesiale regionale https://www.lavoce.it/sinodalita-basso-assemblea-regionale/ Wed, 12 Jun 2019 15:25:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54668 sinodalità

Era dedicata alla prossima Assemblea ecclesiale regionale l’annuale Giornata di santificazione sacerdotale che si è tenuta a Collevalenza giovedì 6 giugno. Per molti è stata l’occasione per comprendere meglio l’impegno che viene chiesto a tutti in questa fase di preparazione all’Assemblea che si terrà il 18 e 19 ottobreprossimi a Foligno, e le sue finalità. Pubblichiamo di seguito gran parte del contributo di mons. Sigismondi (qui puoi scaricare il testo integrale).

La sinodalità delle Chiese che sono in Umbria

La sinodalità esprime il mistero della Chiesa come comunione, sia nella sua dimensione spirituale, sia sul piano dinamico dell’agire. Prescindendo da un esame delle fonti della nozione di sinodalità, da uno sguardo sulle sue realizzazioni storiche, dalle sue applicazioni ai diversi livelli della vita ecclesiale e dalla sua specificità rispetto ad altri concetti affini, come quello di collegialità, occorre sottolineare che essa è venuta alla ribalta nella teologia cattolica dopo il rinnovamento operato dal Vaticano II.

E tuttavia, a più di 50 anni dalla stagione conciliare, non si è ancora sviluppato nella vita pastorale e nelle strutture ecclesiali uno stile sinodale.

“Chiesa è il nome del convenire e del camminare insieme” (Giovanni Crisostomo, Ex. in Psalm149,2). Questa affermazione mette in luce il duplice aspetto della sinodalità: il rapporto della Chiesa con la liturgia eucaristica, sorgente della communio, e la modalità storica con cui tale communio si attua: “camminare insieme”.

La sinodalità, frutto e condizione della venuta dello Spirito, è la forma esteriore che il mistero della communio assume nella vita della Chiesa. La sinodalità trova nel discernimento la sua più alta definizione; esso non precede l’azione ecclesiale, ma è il risultato di un paziente cammino di verifica (verum facere) che, all’interno di un’autentica vita di comunione, punta ad accogliere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2,7).

La sinodalità si manifesta, anzitutto, nella presa di coscienza che il sacerdozio ministeriale, nato nel Cenacolo unitamente all’eucaristia, è posto al servizio del popolo sacerdotale. I ministri ordinati, quali “servi premurosi del popolo di Dio”, sono chiamati a essere sempre più formatori di coscienze e sempre meno gestori diretti di tutte le attività pastorali, di cui i fedeli laici sarebbero “i beneficiari o la clientela”. (…)

Sinodalità e organismi di partecipazione

L’attento esame delle modalità di interazione tra il principio di sinodalità e il servizio di chi presiede mostra che nella Chiesa gli organismi di partecipazione, previsti dal Diritto canonico, “non si ispirano ai criteri della democrazia parlamentare” e, perciò, non si configurano come una sorta di tavolo sindacale o, al contrario, come una cassa di risonanza di decisioni già assunte.

Si tratta di laboratori di discernimento comunitario che, regolati dallo spirito sinodale della convergenza, consentono di ascoltare, nella voce dei fratelli, le esigenze del presente e le richieste dello Spirito santo. Considerato in tale prospettiva, il discernimento implica inevitabilmente il criterio della “gradualità” nella com- prensione della volontà di Dio, che passa sempre attraverso la “porta stretta” delle mediazioni umane.

Dalle sfide dell’ora presente occorre trarre le risorse di creatività e di carità pastorale necessarie per superare le paure che rischiano di bloccare le iniziative e i percorsi possibili.

Unità pastorali

Uno dei principali tentativi in atto per intrecciare in maniera feconda la “pastorale d’insieme” è rappresentato dalle Unità pastorali che, intese come infrastrutture sinodali, offrono ai presbiteri l’occasione propizia di creare piccole fraternità sacerdotali a servizio di più parrocchie. (…)

Il “segno dei tempi” delle unità o comunità pastorali si offre come “momento favorevole” per scrivere non un’altra pagina di “geografia ecclesiastica”, bensì un capitolo nuovo di storia della “spiritualità della comunione”.

Si tratta di un capitolo che esige una radicale revisione della procedura delle destinazioni, la quale, come non può lasciarsi condizionare dalle emergenze pastorali, così non può ignorare che il conferimento di un incarico ministeriale non è “l’attribuzione di un compito da svolgere individualisticamente, ma unapartecipazione alla missione del vescovo entro il presbiterio diocesano”.

Da lavoro “per uffici” pastorali a lavoro “per progetti”

Di fronte a una moltiplicazione di uffici pastorali che crea frammentazione progettuale e operativa, difficoltà di chiarificazione delle competenze e fatica a gestire i diversi livelli relazionali, l’idea di “pastorale integrata”, che fa leva sulla centralità dei destinatari, è una direzione di marcia da consolidare e incrementare, come auspica Papa Francesco al n. 27 dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. (…)

Pur riconoscendo che la progettazione per settori è necessaria per evitare l’improvvisazione, tuttavia forte è il disagio per una certa frammentazione della pastorale della Chiesa. È utile richiamare, al riguardo, quanto si legge al n. 141 del documento finale della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: “È necessario sviluppare maggiore coordinamento e integrazione tra i diversi ambiti, passando da un lavoro per uffici a un lavoro per progetti”.

Collaborazione regionale

Tale processo va sostenuto a livello interdiocesano, riaprendo il laboratorio del Centro regionale umbro di pastorale, che ha scritto una pagina di vita ecclesiale tanto incisiva quanto breve.

La storia della regione ecclesiastica dell’Umbria incoraggia a percorrere senza indugio questa strada, collaudata da istituzioni di grande importanza, come il Seminario regionale (1912), il Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro (1938), il settimanale La Voce (1953/1984), l’Istitutoteologico di Assisi (1971).

È giunta l’ora di allestire un nuovo cantiere, quello dell’accorpamento degli Istituti diocesani sostentamento clero, promuovendo forme disciplinate di collaborazione operativa. (…)

Ripensare le diocesi

C’è infine la “grande opera” – finalizzata a dare un nuovo impeto all’evangelizzazione – del riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche. Si tratta di un processo – indicato insistentemente da Papa Francesco – che non sopporta ulteriori dilazioni. Era l’ormai lontano 1966 quando il santo Papa Paolo VI indicò ai Vescovi italiani la necessità di “procedere alla fusione di non poche diocesi”.

Tale percorso, timidamente intrapreso nei due decenni successivi, ha però portato a risultati piuttosto scarsi rispetto agli obiettivi prefissati e alle esigenze individuate, ovvero “un’estensione territoriale, una consistenza demografica, una dotazione di clero (oltre che di laicato opportunamente formato) e di opere idonee a sostenere un’organizzazione diocesana veramente funzionale e a sviluppare un’attività pastorale efficace e unitaria”. “L’operazione è certamente difficile – ammetteva già Papa Montini –, ma non dovrebbe suscitare il panico e l’opposizione”.

Avviare un processo di riforma

La capacità di avviare un processo di riforma è, dunque, un atto di forte responsabilità pastorale. Davanti alle sfide del tempo presente – “segnato da dure prove e stimolanti avventure” – è necessario riscoprire l’essenziale, indicato dal sommario di Atti 2,42-47: “la Parola di Dio predicata dagli apostoli, la frazione del pane, la preghiera e la condivisione”.

Tutti questi elementi sono imprescindibili per porre la Chiesa “in assetto da uscita”. L’icona più luminosa della “Chiesa in uscita missionaria” è il Cuore aperto di Gesù, da cui sono scaturiti “sangue e acqua”, simboli del battesimo e dell’eucaristia (cfr.Gv 19,33-34).

Il libro di testo che esprime più profondamente l’identità di una Chiesa “in uscita” è quello degli Atti degli apostoli, che occorre riconsegnare alle comunità cristiane e leggere in sinossi con la sua nuovissima ‘versione in lingua corrente’: l’esortazione apostolica Evangelii gaudium.

Gualtiero Sigismondi vescovo di Foligno - assistente nazionale di Azione cattolica

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sinodalità

Era dedicata alla prossima Assemblea ecclesiale regionale l’annuale Giornata di santificazione sacerdotale che si è tenuta a Collevalenza giovedì 6 giugno. Per molti è stata l’occasione per comprendere meglio l’impegno che viene chiesto a tutti in questa fase di preparazione all’Assemblea che si terrà il 18 e 19 ottobreprossimi a Foligno, e le sue finalità. Pubblichiamo di seguito gran parte del contributo di mons. Sigismondi (qui puoi scaricare il testo integrale).

La sinodalità delle Chiese che sono in Umbria

La sinodalità esprime il mistero della Chiesa come comunione, sia nella sua dimensione spirituale, sia sul piano dinamico dell’agire. Prescindendo da un esame delle fonti della nozione di sinodalità, da uno sguardo sulle sue realizzazioni storiche, dalle sue applicazioni ai diversi livelli della vita ecclesiale e dalla sua specificità rispetto ad altri concetti affini, come quello di collegialità, occorre sottolineare che essa è venuta alla ribalta nella teologia cattolica dopo il rinnovamento operato dal Vaticano II.

E tuttavia, a più di 50 anni dalla stagione conciliare, non si è ancora sviluppato nella vita pastorale e nelle strutture ecclesiali uno stile sinodale.

“Chiesa è il nome del convenire e del camminare insieme” (Giovanni Crisostomo, Ex. in Psalm149,2). Questa affermazione mette in luce il duplice aspetto della sinodalità: il rapporto della Chiesa con la liturgia eucaristica, sorgente della communio, e la modalità storica con cui tale communio si attua: “camminare insieme”.

La sinodalità, frutto e condizione della venuta dello Spirito, è la forma esteriore che il mistero della communio assume nella vita della Chiesa. La sinodalità trova nel discernimento la sua più alta definizione; esso non precede l’azione ecclesiale, ma è il risultato di un paziente cammino di verifica (verum facere) che, all’interno di un’autentica vita di comunione, punta ad accogliere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2,7).

La sinodalità si manifesta, anzitutto, nella presa di coscienza che il sacerdozio ministeriale, nato nel Cenacolo unitamente all’eucaristia, è posto al servizio del popolo sacerdotale. I ministri ordinati, quali “servi premurosi del popolo di Dio”, sono chiamati a essere sempre più formatori di coscienze e sempre meno gestori diretti di tutte le attività pastorali, di cui i fedeli laici sarebbero “i beneficiari o la clientela”. (…)

Sinodalità e organismi di partecipazione

L’attento esame delle modalità di interazione tra il principio di sinodalità e il servizio di chi presiede mostra che nella Chiesa gli organismi di partecipazione, previsti dal Diritto canonico, “non si ispirano ai criteri della democrazia parlamentare” e, perciò, non si configurano come una sorta di tavolo sindacale o, al contrario, come una cassa di risonanza di decisioni già assunte.

Si tratta di laboratori di discernimento comunitario che, regolati dallo spirito sinodale della convergenza, consentono di ascoltare, nella voce dei fratelli, le esigenze del presente e le richieste dello Spirito santo. Considerato in tale prospettiva, il discernimento implica inevitabilmente il criterio della “gradualità” nella com- prensione della volontà di Dio, che passa sempre attraverso la “porta stretta” delle mediazioni umane.

Dalle sfide dell’ora presente occorre trarre le risorse di creatività e di carità pastorale necessarie per superare le paure che rischiano di bloccare le iniziative e i percorsi possibili.

Unità pastorali

Uno dei principali tentativi in atto per intrecciare in maniera feconda la “pastorale d’insieme” è rappresentato dalle Unità pastorali che, intese come infrastrutture sinodali, offrono ai presbiteri l’occasione propizia di creare piccole fraternità sacerdotali a servizio di più parrocchie. (…)

Il “segno dei tempi” delle unità o comunità pastorali si offre come “momento favorevole” per scrivere non un’altra pagina di “geografia ecclesiastica”, bensì un capitolo nuovo di storia della “spiritualità della comunione”.

Si tratta di un capitolo che esige una radicale revisione della procedura delle destinazioni, la quale, come non può lasciarsi condizionare dalle emergenze pastorali, così non può ignorare che il conferimento di un incarico ministeriale non è “l’attribuzione di un compito da svolgere individualisticamente, ma unapartecipazione alla missione del vescovo entro il presbiterio diocesano”.

Da lavoro “per uffici” pastorali a lavoro “per progetti”

Di fronte a una moltiplicazione di uffici pastorali che crea frammentazione progettuale e operativa, difficoltà di chiarificazione delle competenze e fatica a gestire i diversi livelli relazionali, l’idea di “pastorale integrata”, che fa leva sulla centralità dei destinatari, è una direzione di marcia da consolidare e incrementare, come auspica Papa Francesco al n. 27 dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. (…)

Pur riconoscendo che la progettazione per settori è necessaria per evitare l’improvvisazione, tuttavia forte è il disagio per una certa frammentazione della pastorale della Chiesa. È utile richiamare, al riguardo, quanto si legge al n. 141 del documento finale della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: “È necessario sviluppare maggiore coordinamento e integrazione tra i diversi ambiti, passando da un lavoro per uffici a un lavoro per progetti”.

Collaborazione regionale

Tale processo va sostenuto a livello interdiocesano, riaprendo il laboratorio del Centro regionale umbro di pastorale, che ha scritto una pagina di vita ecclesiale tanto incisiva quanto breve.

La storia della regione ecclesiastica dell’Umbria incoraggia a percorrere senza indugio questa strada, collaudata da istituzioni di grande importanza, come il Seminario regionale (1912), il Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro (1938), il settimanale La Voce (1953/1984), l’Istitutoteologico di Assisi (1971).

È giunta l’ora di allestire un nuovo cantiere, quello dell’accorpamento degli Istituti diocesani sostentamento clero, promuovendo forme disciplinate di collaborazione operativa. (…)

Ripensare le diocesi

C’è infine la “grande opera” – finalizzata a dare un nuovo impeto all’evangelizzazione – del riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche. Si tratta di un processo – indicato insistentemente da Papa Francesco – che non sopporta ulteriori dilazioni. Era l’ormai lontano 1966 quando il santo Papa Paolo VI indicò ai Vescovi italiani la necessità di “procedere alla fusione di non poche diocesi”.

Tale percorso, timidamente intrapreso nei due decenni successivi, ha però portato a risultati piuttosto scarsi rispetto agli obiettivi prefissati e alle esigenze individuate, ovvero “un’estensione territoriale, una consistenza demografica, una dotazione di clero (oltre che di laicato opportunamente formato) e di opere idonee a sostenere un’organizzazione diocesana veramente funzionale e a sviluppare un’attività pastorale efficace e unitaria”. “L’operazione è certamente difficile – ammetteva già Papa Montini –, ma non dovrebbe suscitare il panico e l’opposizione”.

Avviare un processo di riforma

La capacità di avviare un processo di riforma è, dunque, un atto di forte responsabilità pastorale. Davanti alle sfide del tempo presente – “segnato da dure prove e stimolanti avventure” – è necessario riscoprire l’essenziale, indicato dal sommario di Atti 2,42-47: “la Parola di Dio predicata dagli apostoli, la frazione del pane, la preghiera e la condivisione”.

Tutti questi elementi sono imprescindibili per porre la Chiesa “in assetto da uscita”. L’icona più luminosa della “Chiesa in uscita missionaria” è il Cuore aperto di Gesù, da cui sono scaturiti “sangue e acqua”, simboli del battesimo e dell’eucaristia (cfr.Gv 19,33-34).

Il libro di testo che esprime più profondamente l’identità di una Chiesa “in uscita” è quello degli Atti degli apostoli, che occorre riconsegnare alle comunità cristiane e leggere in sinossi con la sua nuovissima ‘versione in lingua corrente’: l’esortazione apostolica Evangelii gaudium.

Gualtiero Sigismondi vescovo di Foligno - assistente nazionale di Azione cattolica

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Assemblea ecclesiale regionale. Le scadenze di aprile https://www.lavoce.it/assemblea-ecclesiale-regionale-scadenze/ Thu, 18 Apr 2019 14:00:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54416 scadenze

La preparazione dell’Assemblea ecclesiale regionale 2019 sul tema “Perchè la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4) L’annuncio di Gesù Cristo in Umbria”, è già avviata. Il punto fatto nell’ultima riunione della segreteria e dei referenti diocesani ha evidenziato anche differenti modalità di consultazione scelte dalle singole diocesi anche se nella maggior parte seguono le indicazioni per il cammino di preparazione contenute nell’ Instrumentum Laboris (Libretto_Assemblea_Ecclesiale_Umbra_2019-2).

L'Instrumentum laboris

Nell’Instrumentum sono contenute anche la “Lettera dei Vescovi alle comunità ecclesiali della regione”, la preghiera per l’Assemblea regionale e le schede di lavoro per l’analisi della realtà umbra relativa a sette aspetti della vita ecclesiale: senso di appartenenza alla comunità, gli adulti e la fede, i giovani e la fede, gli affetti e la fede, il lavoro e la fede, le fragilità e la fede, il bene comune (politica e solidarietà) e la fede.

Scadenze e lavori

Entro maggio/giugno dovranno essere consegnati alla propria diocesi i risultati del discernimento su questi ambiti, fatto nelle parrocchie, zone, comunità religiose, associazioni e gruppi.

In questa fase è centrale il ruolo dei referenti diocesani che oltre a mantenere il collegamento tra le diocesi e la segreteria regionale dell’Assemblea hanno fatto in modo di distribuire il materiale preparatorio (lettera dei vescovi, manifesto, Instrumentum laboris) che può essere scaricato dal sito regionale della CEU come anche dal sito di ogni singola diocesi.

Il referente diocesano è a disposizione di chi voglia indicazioni maggiormente puntuali circa il lavoro di lettura e verifica della realtà attraverso le schede dell’Instrumentum laboris. Un punto importante segnalato dalla Segreteria è che “il lavoro sulle schede (come le domande dicono chiaramente) deve conservare la finalità di leggere la realtà così come si presenta; sarà poi la diocesi a fare un discernimento più puntuale, e infine sarà l’Assemblea regionale, con i suoi tavoli di lavoro, a far emergere le proposte e le prospettive”.

Saranno, dunque, i delegati all’assemblea del 18 e 19 ottobre a formulare le proposte che “verranno raccolte dai vescovi in un documento unitario perchè poi ogni singola diocesi le cali nella realtà particolare camminando in sintonia con le altre chiese”.

Il lavoro di discernimento nelle parrocchie, zone, comunità e associazioni, nelle indicazioni dell’ Instrumentum deve essere concluso entro aprile in modo che nel mese di maggio la diocesi possa elaborare una sintesi diocesana che verrà che farà pervenire ai due relatori dell’Assemblea una visione abbastanza completa della realtà ecclesiale umbra. Inoltre entro la fine di aprile le diocesi devono nominare i delegati diocesani all’Assemblea secondo il numero e i criteri stabiliti nell’ Instrumentum.

M. R. V.

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scadenze

La preparazione dell’Assemblea ecclesiale regionale 2019 sul tema “Perchè la nostra gioia sia piena (1 Gv 1,4) L’annuncio di Gesù Cristo in Umbria”, è già avviata. Il punto fatto nell’ultima riunione della segreteria e dei referenti diocesani ha evidenziato anche differenti modalità di consultazione scelte dalle singole diocesi anche se nella maggior parte seguono le indicazioni per il cammino di preparazione contenute nell’ Instrumentum Laboris (Libretto_Assemblea_Ecclesiale_Umbra_2019-2).

L'Instrumentum laboris

Nell’Instrumentum sono contenute anche la “Lettera dei Vescovi alle comunità ecclesiali della regione”, la preghiera per l’Assemblea regionale e le schede di lavoro per l’analisi della realtà umbra relativa a sette aspetti della vita ecclesiale: senso di appartenenza alla comunità, gli adulti e la fede, i giovani e la fede, gli affetti e la fede, il lavoro e la fede, le fragilità e la fede, il bene comune (politica e solidarietà) e la fede.

Scadenze e lavori

Entro maggio/giugno dovranno essere consegnati alla propria diocesi i risultati del discernimento su questi ambiti, fatto nelle parrocchie, zone, comunità religiose, associazioni e gruppi.

In questa fase è centrale il ruolo dei referenti diocesani che oltre a mantenere il collegamento tra le diocesi e la segreteria regionale dell’Assemblea hanno fatto in modo di distribuire il materiale preparatorio (lettera dei vescovi, manifesto, Instrumentum laboris) che può essere scaricato dal sito regionale della CEU come anche dal sito di ogni singola diocesi.

Il referente diocesano è a disposizione di chi voglia indicazioni maggiormente puntuali circa il lavoro di lettura e verifica della realtà attraverso le schede dell’Instrumentum laboris. Un punto importante segnalato dalla Segreteria è che “il lavoro sulle schede (come le domande dicono chiaramente) deve conservare la finalità di leggere la realtà così come si presenta; sarà poi la diocesi a fare un discernimento più puntuale, e infine sarà l’Assemblea regionale, con i suoi tavoli di lavoro, a far emergere le proposte e le prospettive”.

Saranno, dunque, i delegati all’assemblea del 18 e 19 ottobre a formulare le proposte che “verranno raccolte dai vescovi in un documento unitario perchè poi ogni singola diocesi le cali nella realtà particolare camminando in sintonia con le altre chiese”.

Il lavoro di discernimento nelle parrocchie, zone, comunità e associazioni, nelle indicazioni dell’ Instrumentum deve essere concluso entro aprile in modo che nel mese di maggio la diocesi possa elaborare una sintesi diocesana che verrà che farà pervenire ai due relatori dell’Assemblea una visione abbastanza completa della realtà ecclesiale umbra. Inoltre entro la fine di aprile le diocesi devono nominare i delegati diocesani all’Assemblea secondo il numero e i criteri stabiliti nell’ Instrumentum.

M. R. V.

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I Convegni ecclesiali regionali negli anni dal 1978 al 2008 https://www.lavoce.it/convegni-ecclesiali-regionali-1978/ Thu, 04 Apr 2019 14:31:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54666 convegni

Il Convegno ecclesiale umbro del 1978

Il 24 e 25 aprile 1978 ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro, si tiene il Convegno ecclesiale regionale sul tema La Chiesa in Umbria per la promozione umana. Fu promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) - presieduta da mons. Cesare Pagani, allora vescovo di Città di Castello e di Gubbio - e organizzato dalla segreteria del Centro regionale umbro di pastorale (Crup).

Le relazioni furono tenute dal direttore del Crup, mons. Giuseppe Chiaretti (sugli sviluppi nelle diocesi umbre del Convegno nazionale “Evangelizzazione e promozione umana” del 1976) e dagli altri membri della segreteria: don Giuseppe Betori (evangelizzazione), don Antonio Santantoni (coscientizzazione), Gino Piazza (servizio). Seguì l’intervento del prof. Maurizio Cavicchi, un laico esterno alla Chiesa invitato a dire il suo punto di vista sul rapporto Chiesa-mondo nel contesto regionale.

Le diocesi dell’Umbria con i loro vescovi furono tutte largamente rappresentate; i partecipanti 465, così ripartiti: 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici.

L’evento di Assisi prefigurò una revisione della pastorale nelle Chiese locali e auspicò - con l’intervento conclusivo di mons. Cesare Pagani - la continuazione di questo cammino condiviso a livello regionale. Prese così avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981) con il concorso di organismi e di iniziative dal forte spessore sinodale che operarono con slancio e convinzione.

Il Convegno del 1980

Appena due anni dopo, nei giorni 11-12 ottobre 1980, si tenne il secondo Convegno ecclesiale regionale, sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. I partecipanti furono 265.

Venne fatta un’analisi della situazione nelle singole diocesi per capire meglio lo stato dell’evangelizzazione in Umbria, sulla quale riferirono le due relazioni: la prima, presentata dal sottoscritto, riportò i risultati dell’indagine conoscitiva su Le attese degli umbri circa l’evangelizzazione, la seconda, curata da don Enzo Banetta, presentò le risposte date dagli organismi diocesani chiamati a verificare quanto fosse stato fatto (o non fatto) in adempimento del piano pastorale regionale triennale Ceu del 1978.

Furono presentati anche dei sussidi da parte del Crup: il primo, Shalom, di carattere biblico, scritto da fratel Giuseppe Florio ripercorrendo la storia della salvezza, venne ritenuto molto utile per il primo annuncio; il secondo, proposto da don Antonio Santantoni, cogliendo spunti di evangelizzazione e di catechesi nella vita liturgica, suggerì tematiche e segni da inserire nello svolgersi dell’anno liturgico e nel catecumenato ai diversi sacramenti; il terzo sussidio, presentato da don Pietro Bottaccioli, rifacendosi al catechismo dei giovani Non di solo pane, individuò tematiche per un cammino catecumenale, anche attraverso momenti di celebrazione e convivenza.

Il Convegno del 1983

Di tono minore risultarono gli altri due convegni degli anni Ottanta. A quello del 24-25 aprile 1983 su La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro , parteciparono circa 200 persone.

Preparato e coordinato non più dal Crup ma dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, si pose l’obiettivo di “sensibilizzare comunità e gruppi ecclesiali attorno al tema e ai problemi del lavoro”, tema che, “per le vaste ripercussioni, non poteva non coinvolgere l’azione pastorale della Chiesa e la riflessione e l’azione di persone e gruppi impegnati da credenti nel socio-politico”.

Aperto da mons. Cesare Pagani, presidente della Ceu, il Convegno fu scandito dalla relazione teologico-pastorale Evangelizzare il senso del lavoro umano, svolta da don Antonio Buoncristiani e, il giorno dopo, dalla tavola rotonda su Chiesa e lavoro in Umbria: situazione socio-pastorale e prospettive , alla quale parteciparono il vescovo di Todi, mons. Decio Lucio Grandoni, Franco Federici, presidente degli industriali dell’Umbria, Roberto Pomini, segretario regionale Cisl, e Guido De Guidi, responsabile formazione Fim.

Dopo i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, le conclusioni del convegno vennero tratte da mons. Santo Quadri, vescovo di Terni e presidente della Commissione problemi sociali e lavoro della Cei.

Il Convegno del 1984

Il convegno del 30 aprile e 1° maggio 1984 dedicato al Rinnovamento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Conciliumregistrò solo 165 partecipanti.

I motivi della diminuita partecipazione furono diversi: il coinvolgimento più debole delle diocesi nella fase di preparazione, l’idea che si trattasse più di un momento di aggiornamento che di una continuazione di quella “pastorale d’insieme in Umbria” lanciata dalla Ceu nel 1978 e forse, con il passare del tempo, non più riproposta con la convinzione e l’entusiasmo dei primi tempi.

I primi quattro convegni, dunque, si svolsero nell’arco di sei anni, gli altri tre in un lasso di tempo molto più ampio: dal 1984 al 2008.

Naturalmente la sinodalità non è direttamente proporzionale al numero dei convegni ecclesiali celebrati in regione, ma il loro diradarsi sembrò rappresentare comunque una fase diversa nella storia post-conciliare delle chiese in Umbria.

Il Convegno del 1991

Il quinto Convegno ecclesiale primo e ultimo del decennio - si svolse alla Cittadella di Assisi nei giorni 9-10 novembre 1991 sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri.

Il convegno, presieduto dall’arcivescovo mons. Antonio Ambrosanio, riuscì bene per la partecipazione numerica e qualitativa. Due furono le relazioni: la prima, sul titolo del convegno, tenuta da mons. Attilio Nicora, allora presidente della Caritas italiana; la seconda, svolta da Luca Diotallevi su Servizi socio-caritativi collegati con la Chiesa in Umbria .

Molto partecipati risultarono gli otto gruppi di lavoro,segno anche di una buona preparazione fatta amonte:

1) Educazione dei giovani al Vangelo della carità; 2) Evangelizzazione e amore preferenziale per i poveri; 3) Evangelizzazione e presenza dei cristiani nel sociale e nel politico; 4) opere ecclesiali, nuove povertà e strutture civili; 5) Parrocchie soggetto di carità; 6) Pane della Parola e pane della carità; 7) la famiglia, luogo primario della educazione alla carità; 8) Comunione e comunicazione: segno della carità vissuta.

Il Convegno del 2001

Trascorsi altri dieci anni, il 17-18 novembre 2001 arrivò il sesto Convegno ecclesiale regionale. A Lyrick Theatre di Assisi, tanti giovani provenienti dalle otto diocesi umbre si ritrovarono insieme ad adulti e a sacerdoti per dire la loro Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani.

Fondamentale risultò il coinvolgimento della Consulta regionale di pastorale giovanile, già ben collaudata dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù.

Il programma fu scandito da due momenti forti, la veglia di preghiera nella basilica di San Francesco e lo spettacolo teatrale Sentinelle del mattino e, a seguire, da due relazioni ricche di spunti e di orientamenti pastorali: il sociologo perugino Paolo Montesperelli su Comunicare con la frontiera: Chiesa e giovani nell’Umbria che cambiamons. Giuseppe Betori, allora segretario della Cei, su Giovani, comunità cristiana e trasmissione della fede: ascolto, esperienza e comunicazione.

Il convegno - come documentarono gli Atti - venne curato molto bene e seguito con grande fiducia, non solo dai giovani. Segnò una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria. Con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato.

Il Convegno del 2008

Poi fu la volta della pastorale della famiglia a convocare tutte le diocesi dell’Umbria nel settimo Convegno ecclesiale, che ebbe luogo a Santa Maria degli Angeli nei giorni 18-19 ottobre 2008 per riflettere su La famiglia, il futuro di tuttiL’organizzazione fu affidata a una Commissione preparatoria, presieduta da mons. Vittorio Peri, con la quale collaborò il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Il coordinamento fu tenuto dall’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, diretto da padre Luciano Temperilli insieme a Elio e Letizia Giannetti.

Articolata e intensa risultò la fase preparatoria, iniziata due anni prima e scandita da tre seminari tematici su: aspetti socioeconomici- culturali in relazione alla famiglia; identità teologica del matrimonio e della famiglia; famiglia, risorsa per la persona e per la Chiesa.

Tutte le diocesi collaborarono tramite coppie referenti, che erano già responsabili della pastorale familiare all’interno delle proprie Chiese locali. Furono tre le relazioni fondamentali: la prima di natura teologica, svolta dalla prof.ssa Ina Siviglia su Il matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria; la seconda, di natura pedagogica, svolta dal prof. Ezio Aceti su La famiglia, luogo primario di educazione ai valori umani e alla fede cristiana; la terza, di natura sociologica, svolta dal dott. Francesco Belletti su La famiglia: bene primario della società.

Seguirono laboratori su tempi specifici e due comunicazioni: La famiglia vista dai figli e La famiglia e le politiche familiari oggi in Umbria; le conclusioni furono affidate a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle famiglie, che raccolse le proposte emerse da presentare ai vescovi umbri.

I due Convegni del terzo millennio si sono caratterizzati per la scelta di temi specifici, prima i giovani e poi la famiglia, sentiti come particolarmente urgenti e capaci di suscitare attorno ad essi l’interesse e il coinvolgimento di tutte le componenti della vita ecclesiale.

Gli ambiti più limitati hanno reso possibile un approfondimento più puntuale sia nelle analisi delle situazioni che nella individuazione delle nuove prospettive pastorali attese dai cambiamenti in atto.

Inoltre, le reti di conoscenza e di collaborazione, come pure lo scambio di esperienze tra le persone di varie diocesi coinvolte nei due convegni, hanno favorito quelle relazioni reciproche che, nate lungo il cammino, hanno permesso sia alla pastorale giovanile sia a quella familiare di crescere, in maniera probabilmente più vivace rispetto ad altri ambiti, sotto il profilo della competenza e della responsabilità.

Antonio Nizzi membro della segreteria del Convegno 2019

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convegni

Il Convegno ecclesiale umbro del 1978

Il 24 e 25 aprile 1978 ad Assisi, presso il Seminario regionale umbro, si tiene il Convegno ecclesiale regionale sul tema La Chiesa in Umbria per la promozione umana. Fu promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) - presieduta da mons. Cesare Pagani, allora vescovo di Città di Castello e di Gubbio - e organizzato dalla segreteria del Centro regionale umbro di pastorale (Crup).

Le relazioni furono tenute dal direttore del Crup, mons. Giuseppe Chiaretti (sugli sviluppi nelle diocesi umbre del Convegno nazionale “Evangelizzazione e promozione umana” del 1976) e dagli altri membri della segreteria: don Giuseppe Betori (evangelizzazione), don Antonio Santantoni (coscientizzazione), Gino Piazza (servizio). Seguì l’intervento del prof. Maurizio Cavicchi, un laico esterno alla Chiesa invitato a dire il suo punto di vista sul rapporto Chiesa-mondo nel contesto regionale.

Le diocesi dell’Umbria con i loro vescovi furono tutte largamente rappresentate; i partecipanti 465, così ripartiti: 126 preti e religiosi, 55 religiose, 284 laici.

L’evento di Assisi prefigurò una revisione della pastorale nelle Chiese locali e auspicò - con l’intervento conclusivo di mons. Cesare Pagani - la continuazione di questo cammino condiviso a livello regionale. Prese così avvio il progetto Per una pastorale d’insieme in Umbria (1978-1981) con il concorso di organismi e di iniziative dal forte spessore sinodale che operarono con slancio e convinzione.

Il Convegno del 1980

Appena due anni dopo, nei giorni 11-12 ottobre 1980, si tenne il secondo Convegno ecclesiale regionale, sul tema Evangelizzazione con e per gli adulti, organizzato sempre dal Crup presso il Seminario di Assisi. I partecipanti furono 265.

Venne fatta un’analisi della situazione nelle singole diocesi per capire meglio lo stato dell’evangelizzazione in Umbria, sulla quale riferirono le due relazioni: la prima, presentata dal sottoscritto, riportò i risultati dell’indagine conoscitiva su Le attese degli umbri circa l’evangelizzazione, la seconda, curata da don Enzo Banetta, presentò le risposte date dagli organismi diocesani chiamati a verificare quanto fosse stato fatto (o non fatto) in adempimento del piano pastorale regionale triennale Ceu del 1978.

Furono presentati anche dei sussidi da parte del Crup: il primo, Shalom, di carattere biblico, scritto da fratel Giuseppe Florio ripercorrendo la storia della salvezza, venne ritenuto molto utile per il primo annuncio; il secondo, proposto da don Antonio Santantoni, cogliendo spunti di evangelizzazione e di catechesi nella vita liturgica, suggerì tematiche e segni da inserire nello svolgersi dell’anno liturgico e nel catecumenato ai diversi sacramenti; il terzo sussidio, presentato da don Pietro Bottaccioli, rifacendosi al catechismo dei giovani Non di solo pane, individuò tematiche per un cammino catecumenale, anche attraverso momenti di celebrazione e convivenza.

Il Convegno del 1983

Di tono minore risultarono gli altri due convegni degli anni Ottanta. A quello del 24-25 aprile 1983 su La Chiesa in Umbria e i problemi del lavoro , parteciparono circa 200 persone.

Preparato e coordinato non più dal Crup ma dall’Ufficio regionale per la pastorale sociale e del lavoro, si pose l’obiettivo di “sensibilizzare comunità e gruppi ecclesiali attorno al tema e ai problemi del lavoro”, tema che, “per le vaste ripercussioni, non poteva non coinvolgere l’azione pastorale della Chiesa e la riflessione e l’azione di persone e gruppi impegnati da credenti nel socio-politico”.

Aperto da mons. Cesare Pagani, presidente della Ceu, il Convegno fu scandito dalla relazione teologico-pastorale Evangelizzare il senso del lavoro umano, svolta da don Antonio Buoncristiani e, il giorno dopo, dalla tavola rotonda su Chiesa e lavoro in Umbria: situazione socio-pastorale e prospettive , alla quale parteciparono il vescovo di Todi, mons. Decio Lucio Grandoni, Franco Federici, presidente degli industriali dell’Umbria, Roberto Pomini, segretario regionale Cisl, e Guido De Guidi, responsabile formazione Fim.

Dopo i lavori di gruppo e il dibattito assembleare, le conclusioni del convegno vennero tratte da mons. Santo Quadri, vescovo di Terni e presidente della Commissione problemi sociali e lavoro della Cei.

Il Convegno del 1984

Il convegno del 30 aprile e 1° maggio 1984 dedicato al Rinnovamento liturgico in Umbria a vent’anni dalla Sacrosanctun Conciliumregistrò solo 165 partecipanti.

I motivi della diminuita partecipazione furono diversi: il coinvolgimento più debole delle diocesi nella fase di preparazione, l’idea che si trattasse più di un momento di aggiornamento che di una continuazione di quella “pastorale d’insieme in Umbria” lanciata dalla Ceu nel 1978 e forse, con il passare del tempo, non più riproposta con la convinzione e l’entusiasmo dei primi tempi.

I primi quattro convegni, dunque, si svolsero nell’arco di sei anni, gli altri tre in un lasso di tempo molto più ampio: dal 1984 al 2008.

Naturalmente la sinodalità non è direttamente proporzionale al numero dei convegni ecclesiali celebrati in regione, ma il loro diradarsi sembrò rappresentare comunque una fase diversa nella storia post-conciliare delle chiese in Umbria.

Il Convegno del 1991

Il quinto Convegno ecclesiale primo e ultimo del decennio - si svolse alla Cittadella di Assisi nei giorni 9-10 novembre 1991 sul tema Evangelizzazione e testimonianza della carità in Umbria, promosso dalla Ceu e organizzato dal ricostituito Crup di cui direttore era mons. Vittorio Peri.

Il convegno, presieduto dall’arcivescovo mons. Antonio Ambrosanio, riuscì bene per la partecipazione numerica e qualitativa. Due furono le relazioni: la prima, sul titolo del convegno, tenuta da mons. Attilio Nicora, allora presidente della Caritas italiana; la seconda, svolta da Luca Diotallevi su Servizi socio-caritativi collegati con la Chiesa in Umbria .

Molto partecipati risultarono gli otto gruppi di lavoro,segno anche di una buona preparazione fatta amonte:

1) Educazione dei giovani al Vangelo della carità; 2) Evangelizzazione e amore preferenziale per i poveri; 3) Evangelizzazione e presenza dei cristiani nel sociale e nel politico; 4) opere ecclesiali, nuove povertà e strutture civili; 5) Parrocchie soggetto di carità; 6) Pane della Parola e pane della carità; 7) la famiglia, luogo primario della educazione alla carità; 8) Comunione e comunicazione: segno della carità vissuta.

Il Convegno del 2001

Trascorsi altri dieci anni, il 17-18 novembre 2001 arrivò il sesto Convegno ecclesiale regionale. A Lyrick Theatre di Assisi, tanti giovani provenienti dalle otto diocesi umbre si ritrovarono insieme ad adulti e a sacerdoti per dire la loro Per una nuova comunicazione della fede. Le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani.

Fondamentale risultò il coinvolgimento della Consulta regionale di pastorale giovanile, già ben collaudata dall’esperienza delle Giornate mondiali della gioventù.

Il programma fu scandito da due momenti forti, la veglia di preghiera nella basilica di San Francesco e lo spettacolo teatrale Sentinelle del mattino e, a seguire, da due relazioni ricche di spunti e di orientamenti pastorali: il sociologo perugino Paolo Montesperelli su Comunicare con la frontiera: Chiesa e giovani nell’Umbria che cambiamons. Giuseppe Betori, allora segretario della Cei, su Giovani, comunità cristiana e trasmissione della fede: ascolto, esperienza e comunicazione.

Il convegno - come documentarono gli Atti - venne curato molto bene e seguito con grande fiducia, non solo dai giovani. Segnò una tappa significativa per la crescita della pastorale giovanile in Umbria. Con circa 1.000 presenze registrate, è stato il Convegno regionale più partecipato.

Il Convegno del 2008

Poi fu la volta della pastorale della famiglia a convocare tutte le diocesi dell’Umbria nel settimo Convegno ecclesiale, che ebbe luogo a Santa Maria degli Angeli nei giorni 18-19 ottobre 2008 per riflettere su La famiglia, il futuro di tuttiL’organizzazione fu affidata a una Commissione preparatoria, presieduta da mons. Vittorio Peri, con la quale collaborò il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Il coordinamento fu tenuto dall’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia, diretto da padre Luciano Temperilli insieme a Elio e Letizia Giannetti.

Articolata e intensa risultò la fase preparatoria, iniziata due anni prima e scandita da tre seminari tematici su: aspetti socioeconomici- culturali in relazione alla famiglia; identità teologica del matrimonio e della famiglia; famiglia, risorsa per la persona e per la Chiesa.

Tutte le diocesi collaborarono tramite coppie referenti, che erano già responsabili della pastorale familiare all’interno delle proprie Chiese locali. Furono tre le relazioni fondamentali: la prima di natura teologica, svolta dalla prof.ssa Ina Siviglia su Il matrimonio, fondamento della famiglia: sacramento e icona trinitaria; la seconda, di natura pedagogica, svolta dal prof. Ezio Aceti su La famiglia, luogo primario di educazione ai valori umani e alla fede cristiana; la terza, di natura sociologica, svolta dal dott. Francesco Belletti su La famiglia: bene primario della società.

Seguirono laboratori su tempi specifici e due comunicazioni: La famiglia vista dai figli e La famiglia e le politiche familiari oggi in Umbria; le conclusioni furono affidate a mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle famiglie, che raccolse le proposte emerse da presentare ai vescovi umbri.

I due Convegni del terzo millennio si sono caratterizzati per la scelta di temi specifici, prima i giovani e poi la famiglia, sentiti come particolarmente urgenti e capaci di suscitare attorno ad essi l’interesse e il coinvolgimento di tutte le componenti della vita ecclesiale.

Gli ambiti più limitati hanno reso possibile un approfondimento più puntuale sia nelle analisi delle situazioni che nella individuazione delle nuove prospettive pastorali attese dai cambiamenti in atto.

Inoltre, le reti di conoscenza e di collaborazione, come pure lo scambio di esperienze tra le persone di varie diocesi coinvolte nei due convegni, hanno favorito quelle relazioni reciproche che, nate lungo il cammino, hanno permesso sia alla pastorale giovanile sia a quella familiare di crescere, in maniera probabilmente più vivace rispetto ad altri ambiti, sotto il profilo della competenza e della responsabilità.

Antonio Nizzi membro della segreteria del Convegno 2019

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