artigianato Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/artigianato/ Settimanale di informazione regionale Sat, 06 Nov 2021 17:35:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg artigianato Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/artigianato/ 32 32 Week hand del “fatto a mano” https://www.lavoce.it/week-hand-del-fatto-a-mano/ Wed, 09 Sep 2015 11:32:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43113 week-HandIl 19 e 20 settembre Palazzo Trinci a Foligno ospiterà la prima edizione di Week Hand, il festival del fatto a mano. Ben 130 le candidature arrivate per partecipare alla due giorni dell’evento, ideato da That’s Com e organizzato in collaborazione con Multiverso Coworking Foligno e A little Market Italia, e-commerce di prodotti 100% fatti a mano.

Tema di questa prima edizione sarà la famiglia. Le richieste di partecipazione sono arrivate da crafter (artigiani) maker, hobbisti e nuovi artigiani di tutta Italia, oltre che da tutta la regione Umbria.

I 50 espositori scelti proporranno creazioni fatte a mano appartenenti alle categorie merceologiche più disparate: abbigliamento, amigurumi, ceramica, giardinaggio, oggettistica, home decor, design, accessori, gioielli e tanto altro ancora.

Ciascuno di loro è stato selezionato in base a qualità, ricerca del materiale, attenzione al dettaglio, creatività, packaging e cura nella presentazione del prodotto. Oltre alla mostra mercato ci sarà spazio anche per workshop creativi e laboratori didattici.

Sabato 19 pomeriggio il Coworking Multiverso ospiterà Gaia Segattini, meglio conosciuta in rete come Vendetta Uncinetta, per un laboratorio divertentissimo che mostrerà come trasformare vecchi calzettoni in simpatici pupazzi. Workshop su prenotazione. La colla e la carta saranno inoltre due degli elementi creativi protagonisti di alcuni laboratori dedicati ai più piccoli.

Laboratori dedicati alla carta che saranno condotti da artiste di calibro internazionale: Ayumi Makita, creativa giapponese trapiantata da anni in Umbria, insegnerà le tecniche degli origami ai bambini (ma anche ai genitori e curiosi), mentre Chiara Armellini, illustratrice italiana che vive e lavora a Parigi, aiuterà i bambini a creare cartoline per raccontare i loro viaggi reali e immaginari.

Apertura a ingresso libero dalle ore 10-19. Per info su programma completo www.weekhand.it.

 

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Caritas d’Avvento https://www.lavoce.it/caritas-davvento/ Fri, 05 Dec 2014 12:04:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29341 pacco-donoSiamo in piena emergenza alimentare: all’“Emporio della solidarietà” della Caritas diocesana di Perugia, presso il “Villaggio della Carità”, in poco meno di tre mesi dalla sua apertura sono state distribuite 250 tessere di accesso (più 40 baby card), quando ne erano state previste 90. Anche se non mancano gesti di generosità da parte di associazioni ed organizzazioni impegnate nel sociale e di realtà produttive, che donano generi di prima necessità e anche materiale scolastico, la Caritas diocesana di Perugia per l’Avvento di Fraternità 2014 ha scelto di promuovere una raccolta di offerte in denaro e di beni di prima necessità. La raccolta si terrà in tutte le 155 parrocchie dell’archidiocesi nella terza domenica d’Avvento, il 14 dicembre e proseguirà per tutto il periodo delle festività natalizie.

“La raccolta di Avvento – ricorda il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti – è un’occasione per vivere il Tempo di attesa mettendoci in cammino con le nostre comunità parrocchiali verso il Natale, perché anche oggi possiamo accogliere Gesù che nasce tra noi nei più piccoli, poveri, emarginati. Il duro momento affrontato da tante nostre famiglie ci chiede di essere testimoni generosi di quell’amore che il Padre ha avuto per noi donandoci suo Figlio”.

I 25 ANNI DEL CENTRO DI ASCOLTO

Il 4 dicembre 1989 iniziava l’attività di un nuovo servizio della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, all’epoca diretta da mons. Giacomo Rossi: il “Centro d’accoglienza per giovani immigrati”, fortemente voluto dallo stesso mons. Rossi, che ne affidò la gestione ad una giovane assistente sociale, Stella Cerasa.

Ben presto divenne il Centro di Ascolto diocesano (CdAd) che oggi ascolta ogni mese oltre 300 persone. Dallo scorso 6 novembre sono state ricevute più di 370 persone, per il 40% italiane, sempre più spesso volti in lacrime e segnati da sofferenza estrema.

Al Centro di Ascolto arrivano anche persone che danno un aiuto ed offrono il proprio tempo operando nel volontariato. E tornano anche persone che desiderano ricambiare l’aiuto ricevuto. Anche questa è pedagogia della Carità, che sta alla base dello stile di essere Caritas attraverso il suo Centro di Ascolto diocesano.

UNA LUCE PER OGNI AIUTO

Al “Villaggio della Carità” di Perugia, domenica 7 dicembre (ore 17.45) 2.400 luci illumineranno un grande cedro del Libano. Ogni luce rappresenta una delle 2.400 famiglie in difficoltà, residenti nell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che sono state sostenute per un periodo dal “Fondo di solidarietà” delle Chiese umbre attivo dal 2009.

“STAND DELLA CARITÀ” AI MERCATINI DI NATALE

Al “Perugia special Christmas” ci sarà anche lo “Stand della Carità” in cui saranno presenti: l’associazione “Amici del Malawi” con oggetti di artigianato africano, provenienti dalla diocesi gemellata di Zomba; l’Associazione perugina di volontariato (Apv) con oggetti realizzati dalle detenute del Carcere di Capanne; l’Associazione “La Cordata” con prodotti agricoli di alcune comunità di accoglienza per giovani e adulti; la Caritas diocesana con il Cd dei canti di Natale a favore del “Fondo di solidarietà”; l’Operazione Mato Grosso (OMG) con oggetti realizzati dai giovani del gruppo di Perugia e dai ragazzi e dalle ragazze dei “talleres” delle missioni in Perù.

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Servono più idee per l’esportazione https://www.lavoce.it/servono-piu-idee-per-lesportazione/ Fri, 07 Nov 2014 13:19:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28899 UmbriaExport-2014L’Umbria, nonostante abbia alcune aziende che possiamo annoverare tra i campioni nazionali sia per quanto riguarda l’export sia per quanto riguarda l’internazionalizzazione, resta una regione con una scarsa propensione e apertura all’internazionalizzazione, e il suo peso sull’export nazionale, dopo due anni in cui aveva raggiunto l’1,0%, nel 2013 è tornato allo 0,9%.

In Italia le aziende esportatrici sono il 21%, mentre in Umbria la percentuale è solo del 17,5, ha ricordato Silvia Pieraccini del Sole 24 Ore, moderatrice del workshop The Way Forward organizzato per i 40 anni di Umbria Export.

Le aziende esportatrici umbre nel 2013 erano 2.809, pari all’1,3% del totale, lontano dal massimo di 3.190 raggiunto nel 2002.

Nel suo intervento di saluto il presidente di Umbria Export Marco Giulietti della Isa di Bastia (azienda che esporta in oltre 100 Paesi) ha detto che “agire globale” oggi per le aziende è non solo una scelta strategica, ma un imperativo dal quale non si può prescindere, pena la sopravvivenza.

Non era così 40 anni fa, quando, su intuizione dell’imprenditore tifernate Azelio Renzacci, Confindustria Perugia diede vita al consorzio Umbria Export, che oggi è una società consortile privata partecipata da istituzioni, banche, associazioni e aziende, che eroga servizi per l’internazionalizzazione a tutte le imprese umbre che li richiedono.

“Il percorso verso l’export è lento e faticoso, una sfida difficile, ma non impossibile per le imprese umbre, se sapranno fare gioco di squadra”, ha concluso Giulietti.

Dopo un’approfondita illustrazione degli scenari e delle prospettive per le aziende italiane fatta da Gianpaolo Bruno, direttore dell’ufficio Studi e supporto pianificazione strategica dell’Ice, l’economista Innocenzo Cipolletta, presidente di Ubs Italia e del Fondo italiano di investimento, ha voluto portare una nota positiva: il Pil nel mondo cresce del 3 o 4% all’anno, anche se in maniera diversa, a tassi più alti nei Paesi emergenti e di meno nei Paesi sviluppati. In questo contesto, le due leve fondamentali per lo sviluppo del nostro paese saranno l’export e l’innovazione.

La prima sessione dell’Export nel 1982
La prima sessione dell’Export nel 1982

Andrea Pontremoli, amministratore delegato della Dallara automobili (azienda che esporta il 93% del fatturato) ha detto che per l’Italia oggi c’è solo un’opzione, “competere nella fascia alta del mercato, utilizzando questi tre strumenti: l’innovazione, legata alla tecnologia e l’unicità legata al territorio; il marketing, perché dobbiamo far conoscere i nostri valori nel mondo; e il brand, per comunicare efficacemente”. Pontremoli ha anche enfatizzato il ruolo-chiave della formazione chiedendo maggiore apertura e collaborazione tra le imprese e la scuola.

In piena sintonia, Brunello Cucinelli, che esporta in 61 Paesi, ha detto che l’Italia e l’Umbria devono proporre prodotti speciali; gli imprenditori devono investire sulle persone ridando dignità al lavoro, anche manuale; avere una grande capacità di ascolto, avere il coraggio di aprirsi – non solo al capitale – con la certezza di vivere in una terra speciale, ricca di cultura, storia, competenze e creatività.

Anche la presidente della Regione Catiuscia Marini ha parlato del ruolo strategico della formazione all’interno della programmazione 2014-2020 del Fondo sociale europeo: una formazione che deve essere sempre più legata ai fabbisogni delle imprese (che è anche la missione dei nuovi Its) e più orientata all’apprendimento in azienda, utilizzando strumenti come work esperiences e tirocini, instaurando con le imprese un vero e proprio patto per il lavoro.

Infine è stato chiesto ai discussant quali fossero a loro giudizio i mercati più potenziali per il made in Italy e per il made in Umbria, e un piccolo consiglio per gli imprenditori.

Cucinelli ha indicato nell’ordine Stati Uniti, Giappone e Europa, invitando gli imprenditori a essere unici e ad abbandonare le produzioni di fascia bassa.

Anche Pontremoli ha individuato gli Stati Uniti e il Giappone, suggerendo alle imprese di cercare la loro unicità, valorizzando al meglio le loro abilità e competenze.

Cipolletta ha evidenziato la grande potenzialità dell’Africa, consigliando agli imprenditori un maggiore capitalizzazione e una maggiore apertura.

Umbria Export

Umbria Export è una società consortile a responsabilità limitata che è stata costituita nel febbraio 2009 a seguito della trasformazione del consorzio Umbria Export promosso nel 1974 da Confindustria Perugia. Umbria Export è dunque un’organizzazione no-profit di emanazione Confindustria Perugia, che ha come missione statutaria e istituzionale quella di supportare le imprese nel processo di internazionalizzazione. La trasformazione in società consortile a responsabilità limitata ha consentito inoltre di creare un’organizzazione in grado di erogare servizi non solo alle imprese socie, ma anche a chiunque, impresa o ente, intenda avvalersene. L’attuale compagine societaria qualifica Umbria Export come un’organizzazione fortemente rappresentativa dei principali attori privati che, a titolo diverso e con ruoli complementari, svolgono un’attività a supporto delle imprese sui mercati esteri. Con la trasformazione, infatti, Umbria Export ha visto l’ingresso nel proprio capitale sociale del sistema bancario (Casse dell’Umbria spa, Banca popolare di Spoleto spa, Banca popolare Etruria e Lazio spa), dell’agenzia formativa di Confindustria Umbria e, recentemente, di Confartigianato Perugia. La compagine societaria comprende anche 25 imprese della Provincia di Perugia.

Fonte: sito ufficiale www.exp.it

 

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La creatività dei “ragazzi”: visita al “Don Guanella” di Perugia https://www.lavoce.it/la-creativita-dei-ragazzi-visita-al-don-guanella-di-perugia/ Thu, 05 Jun 2014 19:11:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25336 don-guanella-bnIn via Tuderte, a Montebello, a pochi chilometri dal centro di Perugia, c’è un grande fabbricato circondato da pini. È il Centro di riabilitazione “Sereni” dell’Opera Don Guanella, che ospita persone con disabilità cognitiva grave. Qui tutti li chiamano “i nostri ragazzi”, indipendentemente dall’età. Sessanta di loro, in gran parte umbri, vi abitano stabilmente, alcuni anche da molti anni. Ci sono poi 60 posti per ospiti diurni. Disabili che arrivano al mattino, raccolti da un pullman messo a disposizione dal Comune di Perugia, frequentano le attività del Centro e poi la sera vengono riaccompagnati a casa. Attualmente però sono soltanto 15.

Qui operano medici specialisti, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, terapisti, infermieri, insegnanti, educatori. Persone esperte e con competenze e professionalità specifiche, ma che nella loro attività partono dalla consapevolezza che “l’educazione è soprattutto opera del cuore”. Una frase del fondatore don Luigi Guanella (proclamato santo nel 2011) che si legge nella sala di ingresso del Centro. L’atmosfera è serena, gli ambienti moderni e accoglienti, rallegrati dalle opere coloratissime che escono dai tanti laboratori dei “ragazzi” del “Don Guanella”. Sono quadri in ceramica, mosaici, icone di legno, manufatti di artigianato artistico realizzati con i più diversi materiali. Palline di carta colorata e semi di piante, assemblati con pazienza e fantasia, diventano cielo, sole, campanili, paesaggi. Ed ancora filati e trucioli di legno prodotti dal temperamatite trasformati in singolari opere d’ arte moderna. Ma ci sono anche più tradizionali oggetti che escono da laboratorio di falegnameria e dal laboratorio di ceramica. Ci sono poi il “laboratorio natura”, dove nascono essenze, profumi, oli, saponette, e quello per il riciclaggio e la lavorazione della carta. Le mani e il genio dei “ragazzi” la trasformano in biglietti augurali, partecipazioni per matrimoni ma anche in bomboniere e altri singolari manufatti. Oggetti raccolti in una mostra mercato all’interno del Centro, che possono essere ammirati e acquistati. Sono stati anche esposti in fiere, nelle parrocchie e in varie manifestazioni. Negli anni scorsi è stato allestito il presepe nell’atrio del palazzo dei Priori a Perugia.

Il centro di riabilitazione è dunque un luogo vivo, aperto. Per i corridoi si incontrano persone sorridenti, che salutano, tendono la mano e vogliono sapere chi sei. Sono i giorni (dal 20 al 25 maggio) di “Festinsieme”, una festa di “fine anno operativo”, ricca di appuntamenti: giochi sportivi, clown, laboratori di teatro creativo e spettacoli teatrali presentati dai “ragazzi” e dagli educatori del Centro. C’è infatti un grande teatro (più di 100 posti) che recentemente si è arricchito di un moderno pianoforte donato dalla Fondazione Brunello Cucinelli. È però anche uno spazio polivalente che può essere usato per convegni e manifestazioni varie. Ha ospitato più volte feste e manifestazioni delle scuole e spettacoli allestiti da gruppi di giovani della zona.

Durante l’intero anno, tante iniziative e attività ludiche e sportive. Nella grande area (20.000 metri) dell’istituto ci sono infatti anche un percorso verde, campi sportivi e una piscina. Non mancano l’orto e una serra dove i “ragazzi” svolgono attività riabilitativa coltivando ortaggi che fiscono sulla loro mensa.

Ovviamente il Centro Sereni si occupa della riabilitazione dei suoi ospiti (residenziali e semi-residenziali) con le più aggiornate terapie specifiche di fisioterapia, logopedia, psicomotricità, musicoterapia, terapia occupazionale, pet therapy. Dal 1987 è convenzionato con la Regione Umbria per la riabilitazione delle disabilità cognitive. Convenzione valida per tutto il territorio nazionale, e infatti circa il 30 per cento degli ospiti provengono dal Lazio.

“L’intuizione di don Guanella – si legge nella Carta dei servizi del Centro -, il suo credere all’educazione proprio là dove appare impossibile o inutile, rappresenta il fulcro della nostra esperienza; anche in soggetti con ritardo mentale grave un intervento educativo-riabilitativo, orientato individualmente, può influenzare i processi cognitivi modificando significativamente la capacità di rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente e conducendo a una maggiore autonomia nella vita quotidiana”.

Il sorriso dei “ragazzi” che si incontrano nei corridoi e nei laboratori e i loro quadri coloratissimi, i mosaici di palline di carta e di semi lo confermano.

 

“Venite a visitarci e conoscerci! Tutti possono fare qualcosa di utile”

Don Matteo Rinaldi è il direttore del Centro Sereni. Nel suo studio è un andirivieni di persone che vengono per avere indicazioni o ad esporre problemi. Il telefono squilla in continuazione. Gli operatori dipendenti sono 60. Ad aiutarli in modo stabile ci sono anche 4 volontari cooperatori guanelliani, un gruppo laico che affianca l’attività della congregazione dei Servi della Carità. Poi saltuariamente intervengono altri volontari, gruppi di giovani, o delle parrocchie, che partecipano ad attività ludiche e culturali. Sono però troppo pochi.

Don Matteo non fa giri di parole: “La risposta non è quella che ci saremmo aspettati”. Ci sono pregiudizi, diffidenze, resistenze. “Per qualcuno – continua – questa è ancora e sempre ‘la casa dei matti’”. Una casa che invece è aperta e che vuole essere parte della comunità. Che chiede di essere frequentata per essere conosciuta. Nella sua ampia chiesa la domenica e nei giorni festivi si celebra la messa per i fedeli della parrocchia di Montebello San Giustino. “Ma noi – dice don Matteo – non siamo e non vogliamo essere soltanto la chiesa in muratura; noi siamo parte viva della comunità, della parrocchia, della intera Chiesa”. E quindi il suo appello, esteso a tutti, per una maggiore partecipazione di volontari. Tutti possono essere utili ai “ragazzi” del Don Guanella: dagli artigiani ai professionisti, dai pensionati alle casalinghe.

Competenze e aiuti ancora più necessari in tempi in cui le risorse pubbliche continuano a essere tagliate. Da molti anni le rette corrisposte sono immutate. Volendo mantenere la qualità del servizio – spiega don Matteo – i costi salgono e gli introiti restano invariati o addirittura diminuiscono. Sì, perché mentre la Regione Umbria paga con puntualità la sua quota, la Regione Lazio per i suoi assistiti è in ritardo di anni. Ritardi infiniti anche per le quote dei Comuni e, purtroppo, anche per quelle a carico delle famiglie, sempre più in difficoltà e sempre di meno aiutate dallo Stato.

Con tante complicazioni burocratiche. Dal 2010 le Regioni corrispondono soltanto il 70 per cento della retta, considerata “quota sanitaria”. L’altro 30 per cento (la “quota sociale”) è a carico delle famiglie o dei Comuni nei casi in cui queste hanno redditi bassi. “Questo – dice don Matteo – ci obbliga a tenere tre diverse contabilità (per Regione, Comuni e famiglie) con tutte le complicazioni che ne derivano. Quando poi c’ è da tagliare nella sanità, purtroppo si comincia sempre dal sociale”.

Il Centro Sereni, insieme alla Fondazione Fontenuovo di Perugia, all’Istituto Serafico di Assisi e ad altre associazioni ed enti, fa parte dell’Acradu (Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria). È stata costituita per svolgere un’azione unitaria anche nei rapporti istituzionali. “Purtroppo – dice don Matteo – siamo poco coinvolti, anzi, negli ultimi tempi la Regione ci ha proprio ignorati”. Come per la stesura del Piano sanitario. “Noi invece con la nostra esperienza sul campo possiamo aiutare a risolvere i problemi che conosciamo bene”. Meglio di tanti politici e burocrati. Per spendere bene i soldi dei cittadini.

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Artigiani e piccoli imprenditori si raccontano al loro vescovo https://www.lavoce.it/artigiani-e-piccoli-imprenditori-si-raccontano-al-loro-vescovo/ Sat, 05 Apr 2014 19:21:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24180 La sala parrocchiale di Ponte San Giovanni ha ospitato ieri sera l’incontro fra l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, e il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa.

Falegnami, fabbri, commercianti, imprenditori e negozianti hanno portato la loro testimonianza per raccontare al vescovo gioie e dolori della loro professione. Il tema della crisi l’ha fatta ovviamente da padrone: la mancanza di lavoro – hanno sottolineato i vari imprenditori – va di pari passo con una burocrazia asfissiante e una fortissima pressione fiscale. L’obiettivo resta lo stesso: far quadrare i conti, non soltanto quelli contabili, ma anche quelli con la propria coscienza, soprattutto di fronte ai tantissimi che, ogni giorno, bussano a cercare lavoro.

Da parte degli artigiani, è emersa anche la volontà di tramandare il proprio mestiere ai giovani affinchè anni di esperienza non vadano persi. Mancano, però, le strutture e le agevolazioni fiscali e contrattuali per permettere questa staffetta generazionale.

Il vescovo ha rincuorato tutti i presenti citando la Scrittura: non sappiamo quanto a lungo durerà la notte (ovvero la crisi), ma di sicuro c’è che “l’alba viene!”.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

 

Laura Lana

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Il farro dop e i prodotti tipici https://www.lavoce.it/il-farro-dop-e-i-prodotti-tipici/ Fri, 06 Dec 2013 13:39:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20919 MONTELEONE Falo 2Si è aperta il 5 dicembre, con la benedizione del farro da parte del parroco di Monteleone di Spoleto, la tradizionale “Mostra mercato del farro dop e dei prodotti tipici della montagna”. L’evento, che si protrae fino al 9 dicembre, è infatti iniziato proprio con la tradizionale distribuzione di un piatto di minestra con farro con sugo di magro alla popolazione, in particolare ai bambini, in ricordo del miracolo del vescovo San Nicola, patrono del borgo, che viene celebrato venerdì 6 dicembre. La tradizione infatti vuole san Nicola protettore dei fanciulli e dispensatore di beni, proprio come Santa Claus.

L’inaugurazione ufficiale della mostra si svolge sabato 7 dicembre alle ore 10 presso il chiostro di San Francesco, mentre a concluderla sarà il “focone della venuta”, ovvero l’accensione di un grande fuoco, per salutare il passaggio della Madonna di Loreto. Sempre sabato 7, al teatro comunale, si tiene la presentazione del volume I norcini e Roma. L’arte della norcineria dall’Umbria alla dominante (1770 – 1870). Nei giorni 7, 8 e 9 dicembre avrà luogo “Emozioni e gusto ad alta quota”, sottotitolo della vera e propria mostra mercato, con circa 30 stand selezionatissimi di prodotti e artigianato locale. “Stiamo lavorando al riconoscimento di Monteleone di Spoleto come ‘Borgo più buono d’Italia’ – ha detto il sindaco Marisa Angelini – Porteremo il farro dop all’Expo 2015”.

Novità di questa edizione sarà il lancio di due nuovi prodotti: il “Farburger” per i vegetariani, e la “Farsiccia” con suino cintato magro. Senza dimenticare il gemellaggio di gusto, attraverso la preparazione di un piatto, tra il farro, la cipolla di Cannara, il sedano nero di Trevi, la patata bianca di Gavelli e l’olio di San Felice di Giano dell’Umbria.

Non mancheranno degustazioni, con l’apertura anche della taverna dei terzieri, visite guidate alle aziende locali produttrici di farro e dei prodotti tipici della montagna e ai monumenti della cittadina. In cartellone anche due laboratori tematici delle condotte Slow Food, “Farro in bottiglia” e “Olio&Legumi”.

Sa. Sa.

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A Città di Castello Altrocioccolato …equo e solidale https://www.lavoce.it/a-citta-di-castello-altrocioccolato-equo-e-solidale/ Thu, 17 Oct 2013 11:20:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20141 altrocioccolato-2013-locandinaA Città di Castello, dal 18 al 20 ottobre, si tiene la 13a edizione di Altrocioccolato, la kermesse equosolidale che quest’anno ha scelto come slogan “Verso un futuro equo e più dolce per tutti”. Sarà piazza Matteotti ad ospitare i vari stand, ma ci sarà spazio anche per due laboratori sul cioccolato che permetteranno di toccare con mano l’attività artigianale di produzione e lo spazio allestito da Aboca che partecipa per evidenziare come il cacao possieda in realtà anche interessanti proprietà salutistiche.

Sempre in piazza Matteotti ci sarà lo spazio espositivo Agricoltura sociale mentre in piazza Fanti e sotto i loggiati troveranno posto il Mercato dell’artigianato di strada e di Genuino clandestino. Non potevano mancare le realtà associative del territorio che, nel loggiato Bufalini, allestiranno il percorso “La nostra città solidale”. Ma sarà tutto corso Vittorio Emanuele ad essere animato dagli stand degli espositori che arriveranno da tutta la Penisola.

Altrocioccolato ha deciso inoltre di aderire alla campagna mondiale “Bunning poverty 2018. Dichiariamo illegale la povertà” che sarà il tema portante della kermesse al quale sarà dedicato il convegno omonimo (sabato 19 ottobre, ore 16, sala del Consiglio del Comune di Città di Castello) che vedrà la presenza di Riccardo Petrella, docente della Libera Università di Bruxelles e tra i fondatori della campagna.

Tra i momenti principali della manifestazione la rappresentazione dello spettacolo teatrale di Paolo Rossi L’amore è un cane blu. Alla conquista dell’Est.

Altrocioccolato ha aderito anche al progetto europeo “Fysic – Youth Action” con i 24 giovani provenienti da Costa D’Avorio, Togo, Repubblica Ceca e Italia, che hanno preso parte durante l’estate al laboratorio sulla produzione del cacao che si è svolto a Modica, che si incontrano a Città di Castello per raccontare l’esperienza vissuta e presentare i lavori che hanno concluso. Per info sull’intero programma www.altrocioccolato.it.

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Il Ctp di Castello offre corsi di formazione al passo con i tempi https://www.lavoce.it/il-ctp-di-castello-offre-corsi-di-formazione-al-passo-con-i-tempi/ Thu, 03 Oct 2013 13:40:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19491 corso-formazione-corsi-per-adultiIl Ctp – “Centro territoriale permanente per l’educazione degli adulti” – anche quest’anno apre le iscrizioni ai corsi di formazione che prendono il via nel mese di ottobre. L’offerta è rivolta a cittadini adulti italiani e stranieri e prevede itinerari di qualificazione per agevolare l’inserimento nel modo lavorativo e la coesione sociale.

In particolare si tratta di corsi per il conseguimento della licenza media e di lingua italiana necessari agli stranieri per ottenere il permesso di soggiorno di lunga durata, come stabilito dalla normativa vigente. Sono previsti anche corsi di italiano di livello avanzato necessari per ottenere la certificazione linguistica “Celi” rilasciata dall’Università per Stranieri di Perugia.

L’offerta formativa comprende inoltre corsi rivolti a cittadini, italiani e non, come: lingua inglese e altre lingue straniere, informatica di base e livelli avanzati finalizzati anche all’ottenimento della Patente europea per il computer (Ecdl) o corsi per l’utilizzo di software specifici come Photoshop. Sono previste anche classi di arte, scrittura, artigianato creativo e percorsi didattici legati agli eventi culturali promossi a Città di Castello come per esempio un primo corso sulla Pop Art che terminerà con la visita alla mostra di Andy Warhol presso la Pinacoteca È allo studio anche l’attivazione di un corso serale per l’ottenimento del diploma di scuola superiore.

Come ribadito dagli assessori alle Politiche scolastiche Mauro Alcherigi e alle Politiche sociali Andreina Ciubini, il Ctp di Città di Castello è stato fortemente voluto e sostenuto dagli enti locali in adeguamento alle direttive regionali per venire incontro alle esigenze legate al mondo dell’immigrazione e dei diritti di cittadinanza, ma non solo. La formazione permanente rappresenta oggi come non mai una opportunità da perseguire per la crescita personale ma anche per poter essere flessibili nel mondo lavorativo in costante mutazione.

Per tutte le informazioni relative ai corsi è possibile contattare il Ctp presso la scuola “D. Alighieri – G. Pascoli” di Città di Castello, via della Tina 12, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, tel. 075 8553170, email ctpcastello@gmail.com.

Cosa sono i “ctp”

La Regione Umbria ha recepito le normative vigenti in materia di cittadinanza e immigrazione istituendo un Piano regionale per la formazione linguistica e l’educazione civica, rivolto a cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale o titolari di permessi per motivi umanitari, uomini e donne di età adulta. Attraverso i Ctp sono erogati corsi di alfabetizzazione, apprendimento della lingua italiana e conoscenza di base della cultura e educazione civica italiana. La partecipazione è attestata e certificata dall’ente preposto dopo il superamento dell’esame finale.

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Campus estivo del progetto Policoro presso l’Istituto Serafico di Assisi https://www.lavoce.it/campus-estivo-del-progetto-policoro-presso-listituto-serafico-di-assisi/ Thu, 18 Jul 2013 15:11:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18211 policoro-assisiSi è svolto ad Assisi presso l’Istituto Serafico il campus estivo dal titolo “So-stare insieme”. Il campus è stato formulato per gli animatori di comunità del progetto Policoro di tutta Italia e per i soci delle cooperative nate grazie al progetto Policoro. Tema centrale di tutto il percorso formativo: le relazioni, riflettere sul valore dello “stare insieme”, e sulle modalità di socializzazione e aggregazione che includono tutte le fasce della società. Tra i relatori e i docenti, Sandro Elisei, Giuseppina De Giorgio, Silvia Ilicini, mons. Angelo Casile e suor Erika Perini dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro. La presidente del Serafico, Francesca Di Maolo, ha introdotto i lavori: “Benvenuti alla scuola dei nostri ragazzi! Benvenuti in questa casa dove non regna la tristezza, ma dove si vive la gioia per le piccole conquiste di ogni giorno e per le cose semplici”. Hanno partecipato al campus 15 ragazzi da varie diocesi di tutta Italia, Umbria compresa, dove il progetto vede in un coordinamento regionale le diocesi di Assisi, Perugia, Orvieto e Città di Castello. I ragazzi hanno deciso di mettersi in gioco attraverso dei laboratori esperienziali sull’orientamento e la sensorialità proprio per entrare in empatia con chi non ha accesso a tutti i sensi. Non ultimo, si è lavorato sulle emozioni. In una società in cui la comunicazione viaggia così rapidamente e al di là del contatto personale e del coinvolgimento emotivo, è importante, invece, rivalutare e sviluppare il canale emotivo per costruire relazioni vere.

Gli animatori di comunità del progetto Policoro sono impegnati in un lavoro di animazione sociale nel territorio diocesano in cui vivono, e si sono recati ad Assisi per conoscere il carisma del fondatore dell’Istituto e il lavoro che viene svolto tutti i giorni con i ragazzi pluri-minorati. Fabio, Ivan, Daniele e i ragazzi che vivono presso la casa famiglia Vendramini aspettavano con ansia l’arrivo degli animatori e sono stati pronti ad accoglierli sin dal primo giorno. Pronti per partire insieme sabato mattina anche per l’esperienza di trekking al Bosco di san Francesco. Il campus ha presentato una nuova immagine della città di Assisi: un viaggio a partire dagli ultimi. Prima tappa: l’Istituto Serafico, luogo di accoglienza di ragazzi con disabilità gravi e gravissime, per poi conoscere il luogo della spogliazione di Francesco, dove il vescovo di Assisi mons. Sorrentino ci ha illustrato l’importanza di tale momento. Il tutor del progetto Policoro, padre Vittorio Viola, ha illustrato il tema “Francesco povero tra i poveri” all’interno della Porziuncola, e ha presentato all’intera comunità locale gli animatori del progetto Policoro in basilica di Santa Chiara durante la messa di domenica 7 luglio. L’ultima tappa è stata la basilica di San Francesco, che rappresenta il luogo della libertà dai propri idoli per incontrare la parte più vera di sé in un dialogo diretto con Dio. Ogni animatore ha portato con sé a casa l’affetto dei ragazzi incontrati, il clima di fraternità instaurato con tutti i partecipanti e l’invito a tornare presto all’Istituto Serafico.

Progetto Policoro

Aderiscono a Policoro 105 diocesi italiane su 225. Il progetto riguarda centinaia di imprese, cooperative, consorzi, con forte presenza lavorativa di donne e giovani, anche disabili. Le tipologie d’impresa vanno dal settore agricoltura ad artigianato, accoglienza e cura delle persone, alberghiero e turistico, gestione dei musei e dei beni culturali, comunicazione e teatro. In diocesi di Orvieto è appena nata, legata a Policoro, la cooperativa Mir per la gestione dei beni e servizi diocesani (e non).

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A Gualdo Tadino la 21a Festa della ceramica. Le novità di quest’anno https://www.lavoce.it/a-gualdo-tadino-la-21a-festa-della-ceramica-le-novita-di-questanno/ Thu, 18 Jul 2013 13:37:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18163 Un tornitore-ceramista al lavoro. (foto di Michele Lucarelli)
Un tornitore-ceramista al lavoro. (foto di Michele Lucarelli)

La ceramica è una delle cose che rende Gualdo Tadino riconoscibile nel mondo. Anche per questo la città festeggia ufficialmente la ceramica, uno dei patrimoni di questo territorio. La 21a edizione della Festa della ceramica – Mostra mercato sarà a Gualdo venerdì 19 e sabato 20 luglio, con un’edizione all’insegna della partecipazione e del rilancio dell’artigianato di settore.

Protagoniste della due-giorni saranno le produzioni locali di ceramica a lustro, tipica espressione artistica di antichissima memoria, ma rinata a Gualdo Tadino alla fine dell’800, accanto ad altre tradizioni ceramiche regionali, una per tutte quella della vicina Deruta, città ospite di questa edizione dalla notoria tradizione ceramica, facente parte, come Gualdo Tadino del circuito “Città della ceramica”.

La città di Gualdo metterà gratuitamente a disposizione degli espositori, con i prodotti artistici dei migliori maestri d’arte ceramica provenienti da tutta Italia, le taverne storiche situate nel cuore del centro storico, incantevoli spazi in cui le ceramiche saranno esposte e vendute al pubblico.

Novità di quest’anno, uno spazio speciale dedicato alla ceramica storica, con magnifici pezzi delle più importanti botteghe artigianali ceramiche nazionali che saranno esposte da antiquari e specialisti di ceramica storica. Durante la rassegna il centro storico sarà animato da varie manifestazioni per grandi e piccini come “Le mani in pasta”, dimostrazione pratica degli artisti presenti in città e degli artigiani di Gualdo Tadino che daranno prova delle loro abilità, coinvolgendo i bambini e il pubblico in attività di manipolazione e decorazione dell’argilla, mentre durante la serata di venerdì gli artisti e i mastri ceramisti si esibiranno nelle varie fasi di realizzazione delle maioliche.

Un momento particolarmente atteso è la tradizionale “Cena sotto le stelle” in piazza Martiri della Libertà e l’assegnazione dei premi “Ceramista dell’anno” e di quelli alla memoria, alla carriera, alla vetrina più bella e, all’opera più significativa della Mostra mercato.

“Dedichiamo a questa rassegna – ha affermato il sindaco Roberto Morroni – uno spazio importante all’interno della nostra programmazione estiva, nella convinzione profonda che il recuperare, il tutelare e soprattutto il valorizzare le tradizioni artigianali che caratterizzano da sempre la nostra storia umana e sociale sia la chiave di volta per un nuovo progresso economico di tutta la nazione”.

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Le cooperative sociali remano controcorrente https://www.lavoce.it/le-cooperative-sociali-remano-controcorrente/ Thu, 02 May 2013 13:11:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16506 Banchetto con manufatti Re.leg.art al mercato umbro-provenzale di Tübingen
Banchetto con manufatti Re.leg.art al mercato umbro-provenzale di Tübingen

Attività economiche che offrono, al contempo, importanti servizi di welfare: si tratta delle cooperative sociali, che in Umbria ammontano a circa 250 realtà. La crisi sta però facendo sentire i propri colpi, non tanto per la mancanza di richieste, quanto piuttosto – ed è qui il paradosso – per il peso sempre più soffocante dell’apparato statale, tra tagli ai fondi, aumento delle tasse e mancati pagamenti.

“La situazione è difficile – spiega Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria – poiché il Fondo statale per le politiche sociali è stato praticamente azzerato lo scorso anno, e anche le risorse dei Comuni, che avevano fino ad oggi tamponato la situazione, stanno finendo. Si tratta di tagli strutturali che minano servizi essenziali come l’assistenza agli anziani, ai disabili, ecc., e che porteranno a un aggravio dei costi per le famiglie e, nei casi peggiori, alla soppressione di servizi stessi. La Regione – continua Fora – è riuscita, in questi anni, a mantenere inalterato il Fondo regionale per le politiche sociali, e questo ha permesso di calmierare la situazione anche sotto il profilo occupazionale. Ora, però, servono interventi risolutivi. Per questo confidiamo nel nuovo Governo”.

I nodi più importanti da sciogliere per ridare ossigeno alle cooperative sociali sono l’aumento dell’Iva e il mancato pagamento degli enti pubblici. “Se le cose non cambieranno – sottolinea il presidente di Confcooperative – la legge di stabilità prevede l’aumento dell’Iva dal 4% al 10% per tutti i servizi erogati dalle cooperative sociali. Sarebbe un colpo durissimo per le nostre attività, che non porterebbe nulla se non ulteriori aggravi per le famiglie e i Comuni. Stimiamo infatti che questo aumento potrebbe comportare circa 400 posti di lavoro in meno, che andrebbero a sommarsi ai centinaia di cassa integrati del 2012”.

Altro problema, il mancato pagamento da parte degli enti pubblici. Nonostante, infatti, dal 2013 il tempo massimo di pagamento sia stato ridotto a due mesi, molte cooperative stanno ancora aspettando di riscuotere per servizi resi a gennaio. Ma i ritardi nei versamenti arrivano anche a due anni. “Ci sono cooperative – racconta Fora – che attendono il loro compenso da marzo 2010 e, in alcuni casi, le somme da riscuotere sono pari quasi al loro bilancio annuale. Di fronte a certe situazioni estreme per le nostre attività, ci stiamo attivando per comunicazioni ufficiali alla prefettura e alla Corte dei conti. Anche perché noi abbiamo l’obbligo di pagare i nostri fornitori entro un mese, ma di media riscuotiamo non prima di 8-10 mesi. Per questo – conclude – ritengo che il futuro delle cooperative sociali debba essere sempre meno dipendente dai servizi pubblici e sempre più propenso a diventare impresa”.

Se a creare legami è una legatoria

Da oltre 30 anni la coop. soc. Relegart favorisce l’attività lavorativa delle persone disabili

Sono ormai più di 30 anni che la cooperativa sociale Relegart (www.relegart.it) è presente a Perugia come punto d’eccellenza per l’artigianato e l’integrazione sociale. “Diversi per forza, diversi per scelta” è lo slogan di questa realtà del territorio, la cui peculiarità è quella di fare della legatoria di qualità lo strumento per l’inserimento e l’integrazione lavorativa di persone portatrici di handicap. “Siamo nove soci – racconta Silvia Romaniello, presidente della cooperativa – di cui alcuni disabili. Inoltre, collaboriamo con le scuole e con il Comune per attivare nel nostro laboratorio progetti di stage con persone diversamente abili. È soprattutto il servizio che offriamo a questi ragazzi ad essere la nostra più grande soddisfazione e a spingerci ogni giorno ad andare avanti, nonostante tutte le difficoltà”. Oggi, infatti, la comunità di Relegart vive un momento delicato e rischia di dover chiudere. “Il nostro stipendio viene dal nostro lavoro – continua Silvia – e, oggi, tra le spese e le commesse che sono diminuite, è difficile continuare ad avere un riscontro economico. Ma vogliamo andare avanti e non arrenderci. Per tornare ad essere competitivi e avere una miglior visibilità nel mercato locale, dobbiamo però necessariamente rinnovarci. Abbiamo investito le risorse che avevamo – aggiunge la presidente – per migliorare il sito internet e promuoverci nel mondo del Web. Ora, però, abbiamo bisogno di modernizzare il negozio per incrementare il commercio dei prodotti, altrimenti il nostro progetto di vita e di lavoro rischia seriamente di naufragare. Nonostante negli anni abbiamo lavorato spesso con l’estero, ci sono ancora dei perugini che non conoscono i nostri prodotti d’artigianato”. Da qui l’idea di affidarsi alle nuove possibilità di aiuto che offre il Web, ovvero la tipologia di raccolta fondi chiamata crowd funding, un finanziamento collettivo che consente di donare alla cooperativa (fino al 14 giugno) un contributo in denaro per portare avanti il progetto di rinnovo. “Il vostro aiuto – si legge nella pagina Facebook di Relegart – servirà per darci slancio, per offrirci una chance di sopravvivenza. Il resto sarà frutto del nostro lavoro, della qualità dei nostri prodotti e del nostro impegno. Ogni vostro contributo, anche piccolo, sarà per noi fondamentale! Grazie!”.

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Artigiani avanti, c’è posto! https://www.lavoce.it/artigiani-avanti-ce-posto/ Fri, 12 Apr 2013 09:41:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16051 apprendistato-giovani-artigiani-lavoro“Valorizzazione dei mestieri artigiani e delle abilità manuali. Verso il futuro, innovando” è il titolo del primo forum 2013 di “Obiettivo impresa” promosso dalla Camera di commercio di Perugia per discutere sulle prospettive e le strategie di un possibile “futuro artigiano”. All’incontro, moderato dal giornalista Federico Fioravanti, hanno partecipato lunedì scorso la vice presidente della Regione Carla Casciari, il direttore del Cna di Perugia Roberto Giannangeli, il presidente della locale Camera di commercio Giorgio Mencaroni, l’imprenditore tessile Luca Mirabassi ed il prof. Enzo Rullani, docente di Economia della conoscenza presso la Venice International University. Negli ultimi quattro anni – ha detto Fioravanti – in Umbria sono scomparse 1.497 aziende artigiane, praticamente una al giorno. Sono numeri da brivido, conseguenza di un sistema fiscale bizantino che strangola le imprese, di una burocrazia soffocante ed inefficiente, di un alto costo del lavoro e del difficile accesso al credito. Nonostante questo, l’artigianato in Umbria rappresenta il 30 per cento delle aziende attive, e soprattutto è la ricchezza millenaria di conoscenze, di tecniche, di abilità manuali che in tutto il mondo sono il marchio di qualità del made in Italy. Nel mondo globale dell’economia immateriale – ha sottolineato il prof. Rullani – c’è sempre spazio per l’artigianato basato sull’abilità manuale, sull’invenzione e sulla genialità delle persone. Per consentire anche alle piccole imprese artigiane di operare sui mercati internazionali occorre però creare reti d’impresa per fare economia di scala, sommando le specifiche competenze. Il “sapere fare” – ha detto il direttore della Cna Giannangeli – è l’“elemento distintivo” di questo artigianato innovativo e di qualità del made in Italy. Serve quindi anche una “maggiore contaminazione tra scuola e lavoro”. Con il nuovo testo unico sull’artigianato – ha detto la vice presidente Casciari – la Regione intende avviare un percorso nuovo di questo dialogo tra scuola, università, imprese ed agenzie formative introducendo anche le figure della bottega scuola e del maestro artigiano. Il ruolo della scuola è fondamentale – ha detto Mencaroni – e per garantire il futuro dei nostri giovani dobbiamo fare passare il messaggio che tutti i lavori sono dignitosi. Per togliere – ha aggiunto – certe “incrostazioni” di apatia dei troppi giovani che anche in Umbria non studiano, non frequentano corsi di formazione professionale e che sembra abbiano rinunciato a cercare un lavoro. Mentre ci sono anche aziende che non trovano quei giovani che vorrebbero assumere.

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Per gli artigiani di domani https://www.lavoce.it/per-gli-artigiani-di-domani/ Thu, 21 Mar 2013 10:16:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=15756 Giovane apprendista al lavoro
Giovane apprendista al lavoro

Se è vero che la crisi economica sta imponendo cambiamenti negli stili di vita e di lavoro, è altrettanto vero che può diventare l’opportunità per tornare a guardare con interesse a mestieri che da sempre sono alla base della nostra economia locale. Come l’artigianato. Per questo il Comune di Perugia – con il sostegno della Regione e del dipartimento della Gioventù, Presidenza del Consiglio dei ministri – ha lanciato il progetto “Mani in bottega” rivolgendosi prevalentemente ai giovani che vogliono entrare nel mondo dell’artigianato. Due i versanti su cui si sviluppa il progetto: il primo rivolto a sostenere lo start up di micro-imprese giovanili, il secondo per attivare stage di studenti. La prima iniziativa, “Mani in bottega – Idee di start up”, consiste in un bando che permetterà a giovani dai 18 ai 30 anni residenti nel Comune di Perugia di accedere ad un contributo massimo di 12.000 euro (in tutto sono a disposizione 36.000 euro) da utilizzare per le spese di costituzione dell’impresa, affitto, consulenze, acquisto di beni, ecc. Le nuove imprese che saranno avviate dovranno avere sede legale ed operativa all’interno del territorio comunale di Perugia. I progetti presentati, valutati da un’apposita Commissione, saranno selezionati sulla base dell’innovatività e della qualità della proposta, della capacità di lavorare in rete con altri soggetti, della fattibilità tecnica, degli aspetti sociali del progetto e della sua sostenibilità futura. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 7 maggio. La seconda iniziativa, “Mani in bottega – Scopri l’artigianato umbro”, si rivolge, invece, a venti studenti dai 14 ai 18 anni. I giovani – selezionati sulla base del merito scolastico – potranno fare esperienza in botteghe artigiane della città per un mese (con un massimo di 25 ore settimanali), durante le vacanze, sotto forma di stage, consentendo loro un primo approccio al mondo del lavoro. Gli studenti si troveranno infatti a fare esperienza in botteghe di tessitura, vetreria, ceramista, legatoria, corniceria, calzoleria, orafo, falegnameria o sartoria e avranno un rimborso spese di 200 euro. Il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 30 aprile. Tutte le informazioni, i bandi e i modelli della domande sono disponibili su www.maniinbottega.it.

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Il sogno infranto degli immigrati in Italia https://www.lavoce.it/il-sogno-infranto-degli-immigrati-in-italia/ Thu, 17 Jan 2013 16:22:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14649 operaio-lavoro-immigrati“È ora del cambiamento, di una svolta per evitare il peggio”. Sono parole di Abel Jalil, commerciante venuto in Italia dal Marocco oltre 20 anni fa, con tre figli nati in Italia. Jalil e sua moglie Faridi stanno per partire da Bari per andare in Francia, a Lione, perché non riescono più a vivere in Italia, dove il lavoro manca e i costi aumentano. Nei giorni scorsi il Financial Times ha parlato della fuga dei cinesi dall’Italia. La conferma viene da Jiang, insegnante di 34 anni, che organizza a Roma corsi di cinese per figli di immigrati. Ogni settimana ci sono 300 alunni, l’80% dei quali nati in Italia. Interrogata sul suo futuro, la giovane insegnante resta un po’ interdetta: “Fino a cinque anni fa avrei risposto ‘Italia’ senza esitare. Oggi non la penso più così: sono tanti i cinesi che vogliono tornare nel proprio Paese d’origine, in Cina, dove oggi esistono più opportunità che in Italia”. Sono due testimonianze a cui se ne potrebbero aggiungere migliaia e che riguardano gli immigrati, anche da anni in Italia, che a causa della crisi e per la mancanza di opportunità stanno partendo per altri Paesi o rientrano nella terra di origine. Il recente Censimento della popolazione italiana, che non ha ottenuto risposta da oltre 800 mila stranieri risultati irreperibili, è stato il campanello d’allarme: gli immigrati già presenti in Italia si stanno orientando verso il rientro in patria o verso altre mete. Il report recente del 28 dicembre 2012 dell’Istat sulle migrazioni internazionali e interne ha registrato la partenza dall’Italia tra il 2002 e il 2011 di oltre 450 mila immigrati: oltre 83 mila della Romania, quasi 40 mila del Marocco e 35 mila cinesi, 23 mila albanesi, 13 mila dell’Ucraina e della Polonia, 9 mila brasiliani e indiani, 5.500 dell’Ecuador e della Moldova, unitamente ad altri 216 mila di altre nazionalità. I primi a partire sono le donne e i bambini, seguiti da uomini e capifamiglia, dopo mesi di ulteriori tentativi nella ricerca di un lavoro o di un miglioramento della propria condizione economica. Un’emorragia che l’Istat considera “verosimilmente sottostimata” e che si è aggravata nel 2012. Inoltre il flusso migratorio non sembra destinato a subire una frenata nei primi mesi di quest’anno.

La capacità di attrazione del nostro Paese si sta dunque indebolendo, come si sono già affievolite quelle della Grecia, del Portogallo e della Spagna: un segno della profonda crisi economica e sociale che l’Italia sta vivendo. Per converso cresce la capacità di attrazione di altre nazioni, verso le quali s’incamminano i nostri immigrati oltre quei 50 mila giovani italiani che hanno già lasciato il Paese nel corso del 2011. Va ricordato che l’apporto degli immigrati risulta, invece, fondamentale per la tenuta economica e per lo sviluppo del nostro Paese. Per questo c’è da augurarsi che il segnale d’allarme venga raccolto e possa essere fronteggiato attraverso una politica dell’immigrazione che sappia tutelare le persone immigrate e i loro diritti, e non annulli gli sforzi d’inserimento nel nostro Paese già profusi da tanti immigrati. Occorrerebbe facilitare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, proseguire percorsi d’integrazione e di cittadinanza, semplificare la burocrazia, favorire l’accesso alla casa, tutelare quel patrimonio d’incontro e di scambio culturale e sociale che le migrazioni hanno creato nel nostro Paese. Ogni forma rinnovata di chiusura, di esclusione sociale, di discriminazione non fa che aumentare l’insofferenza verso il nostro Paese che, già povero, sarà ancora più povero se migliaia di persone inserite nelle nostre attività lavorative, nei servizi alla persona, in agricoltura, nel mondo della ristorazione e nell’artigianato lasceranno ancora l’Italia.

In Umbria

Secondo il Dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes 2012, la presenza degli immigrati in Umbria è legata perlopiù al lavoro. Dei circa 101.000 cittadini immigrati regolari presenti in Umbria al 31 dicembre 2011, ne risultavano occupati 54.331, dei quali 42.320 nella provincia di Perugia e i restanti 12.011 in quella di Terni. Il Dossier tuttavia già rilevava il sensibile calo dell’occupazione, e le difficili condizioni socio-economiche che ne conseguivano, rilevando che dal mercato del lavoro erano state espulse più persone di quante ne fossero state assorbite.

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Contratti non “capestri” con il progetto Policoro https://www.lavoce.it/contratti-non-capestri-con-il-progetto-policoro/ Fri, 21 Dec 2012 19:30:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14364 Si è tenuto ad Assisi, dal 28 novembre al 2 dicembre, il 26° corso nazionale del progetto Policoro. Il progetto è un’iniziativa della Chiesa italiana per offrire risposte concrete al problema della disoccupazione in Italia.

Dopo sedici anni dall’avvio, Policoro ha raggiunto nuovi e importanti risultati. Il 29 novembre è stato sottoscritto un accordo-quadro nazionale per la regolamentazione del rapporto di lavoro degli animatori di comunità, che riconosce ufficialmente le nuove professionalità che sono nate dall’esperienza quindicennale del progetto stesso.

L’accordo è stato presentato ad Assisi da Liliana Ocmin, segretario confederale di Cisl, Francesca Di Maolo, avvocato lavorista e responsabile dell’ufficio diocesano per la Pastorale sociale e il lavoro di Assisi, che ha partecipato al gruppo di lavoro per la stesura del contratto collettivo, Alessandro Lotti, segretario nazionale di Felsa. L’accordo rappresenta un segno tangibile di una Chiesa che si impegna concretamente nella cura e nell’accompagnamento dei giovani, investendo tenacemente sulle capacità delle nuove generazioni.

In aperta controtendenza alla deregolamentazione, specie a scapito delle giovani generazioni, la Chiesa si è impegnata nell’affermazione dei diritti, della tutela della giusta retribuzione e del riconoscimento della professionalità di centinaia di giovani che ogni anno si avvicinano a Policoro. L’accordo-quadro non rappresenta solo una regolamentazione nazionale di una nuova professionalità, riconosciuta formalmente dalle parti sociali, ma un’autentica testimonianza evangelica, la risposta concreta di una Chiesa che sa vivere nella storia guardando al futuro.

Il progetto Policoro nasce per iniziativa di don Mario Operti, sacerdote saviglianese che negli anni ’70 fu tra i protagonisti del rilancio della Gioventù operaia cristiana in Italia e che, in seguito, divenne responsabile nazionale della Pastorale del lavoro. In 15 anni di attività il progetto ha promosso la nascita di oltre 500 esperienze lavorative, le quali a loro volta hanno creato circa 4.000 nuovi posti di lavoro.

Dal 1995 il progetto, con la partecipazione di diversi soggetti associativi che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa, attiva iniziative di formazione per una nuova cultura del lavoro, sostiene l’imprenditorialità giovanile, diffonde una cultura di legalità e responsabilità e promuove rapporti di reciprocità tra le diocesi del Nord e quelle del Sud, anche avvalendosi di giovani formati, definiti “animatori di comunità”, esperti in evangelizzazione, dinamiche pastorali, dottrina sociale della Chiesa, progettazione d’impresa, cooperazione, sviluppo locale, microcredito e normativa sul lavoro.

Mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, afferma che i risultati raggiunti dal progetto Policoro sono incoraggianti per il numero di diocesi coinvolte e di imprese sorte, per lo più cooperative. Esso ha una finalità essenzialmente educativa: ha reso possibile la formazione di animatori di comunità e ha promosso iniziative di scambio e forme di reciprocità. Dalle prime tre regioni ecclesiastiche (Basilicata, Calabria e Puglia) si è passati al quasi totale coinvolgimento delle altre.

Per il 2013 aderiscono a Policoro 105 diocesi su 225. Imprese, cooperative, consorzi e ditte individuali promossi nell’ambito del progetto sono centinaia e centinaia: in essi prevale la presenza lavorativa di giovani, anche disabili, delle donne e l’utilizzo di risorse e beni diocesani, e anche di terreni e beni sottratti alla mafia. Le tipologie d’impresa sono le più varie e riguardano i settori dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’accoglienza e della cura delle persone, dell’alberghiero e del turistico, della gestione dei musei e dei beni culturali, della comunicazione e del teatro.

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Artigianato domestico per aiutare il Kosovo https://www.lavoce.it/artigianato-domestico-per-aiutare-il-kosovo/ Thu, 29 Nov 2012 16:10:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14031
Bambini ospiti del centro Caritas a Radulloc

“Forse quest’anno le nostre luminarie natalizie, già sempre effimere, faranno ancor più fatica ad illuminare anche solo per i giorni delle feste tutto il buio della crisi. Forse è anche questa un’occasione per provare ad aprirci ad un’altra luce, quella vera, che entra dentro la nostra storia. Accogliere il Signore che viene, compromette la nostra esistenza con la sua e fare nuovi anche i gesti semplici del Natale, come lo scambiarci i doni”. A evidenziarlo sono le Caritas diocesane di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Gubbio, le quali, in collaborazione con il Centro di volontariato sociale di Gualdo Tadino, anche quest’anno vogliono offrire un modo diverso di fare un regalo. Mettendo a frutto l’abilità di molte donne nel realizzare lavori artigianali di cucito, ricamo e découpage, hanno raccolto i loro lavori, realizzati gratuitamente, per esporli all’Expo Regalo 2012 che si terrà a Bastia Umbra dall’1 al 9 dicembre. Tutto il ricavato sarà inviato in Kosovo per poter ultimare la costruzione della nuova Casa della Caritas. La presenza della Caritas Umbria in Kosovo è una esperienza consolidata: dal giugno 1999, all’indomani della fine della guerra e del rientro dei profughi, il “Campo-missione” Caritas nel villaggio di Radulloc offre la sua accoglienza. Da subito è diventato un punto di riferimento per la gente di tutte le etnie (albanesi, serbi, rom, montenegrini). Esso opera su vari fronti: la costruzione delle case dei poveri, il sostegno alle famiglie più bisognose e l’emergenza sanitaria. Tutto questo in collaborazione con le istituzioni locali, il contingente militare italiano e la nostra rappresentanza diplomatica. Gli interventi non sono calati dall’alto; nascono dall’ascolto delle persone, cercando di condividere con loro le sofferenze e i problemi. Il “Campo-missione” è sempre stato fedele allo stile del “porta aperta”. Accoglie attualmente 35 bambini e ragazzi e alcuni adulti con situazioni familiari difficili e sostiene con un aiuto mensile oltre 100 famiglie, che vivono prevalentemente nei territori dei comuni di Klina, Istog e Peja. Dal 2002 alcune Caritas diocesane umbre hanno avviato un progetto di adozioni a distanza dei bambini ospitati nel “Campo-missione” di Radulloc e di quelli che vivono nelle famiglie più povere. Le adozioni hanno coinvolto 165 bambini appartenenti a 80 famiglie, per un totale di oltre 200.000 euro. Con il passare degli anni gli spazi si sono rivelati insufficienti a rispondere alle sempre crescenti richieste di accoglienza: per questo è a buon punto la costruzione di una nuova casa più ampia e funzionale, con l’aiuto del volontariato di alcuni tecnici legati al “Campo-missione”, dei contributi della Provincia di Trento e della generosità di molte persone. “Lo avete fatto a me, ci sentiremo dire nel giorno del giudizio – ricordano gli operatori delle Caritas di Assisi e di Gubbio –. Acquistare un regalo al nostro stand a Expo Regalo 2012 diventa un modo concreto per accogliere Cristo nei poveri ed accendere quella luce di speranza, unica vera ripresa nella crisi che viviamo”.

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È tempo di cambiare https://www.lavoce.it/e-tempo-di-cambiare/ Thu, 08 Nov 2012 12:23:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13755 Come migliorare le politiche per il lavoro in Umbria? Fuori dal politichese: cosa possono fare le istituzioni (ovvero la Regione) e le parti sociali (sindacati e associazioni imprenditoriali) per ridare slancio all’economia a partire dai lavoratori? La domanda perde il punto interrogativo nel tema della tavola rotonda promossa per martedì 13 novembre dalla Cisl, perché il sindacato umbro guidato da Ulderico Sbarra metterà sul tavolo dei relatori proposte concrete. Già nell’invito con il programma sono anticipati i “titoli” di “alcune idee della Cisl” per affrontare e gestire positivamente la riforma Fornero sul mercato del lavoro, per “aggiornare” le politiche di sostegno al reddito, per migliorare i servizi per l’impiego e il rapporto tra formazione e lavoro, per sviluppare la contrattazione collettiva anche a livello locale, per rafforzare il Piano regionale per il lavoro. E tutto questo con una attenzione privilegiata ai giovani che in Umbria come in Italia pagano il prezzo più alto della crisi se è vero, come indicano gli ultimi dati dell’Osservatorio sul Lavoro della Cisl, che oltre la metà dei disoccupati ha meno di 35 anni e che sono giovani laureati o diplomati il 35% dei disoccupati umbri. Martedì, all’Etruscan Chocohotel di Perugia, alle ore 11, attorno al tavolo siederanno Claudio Ricciarelli, segretario regionale Cisl Umbria per il comparto che va dal welfare al lavoro alla sanità, che introdurrà il dibattito, Luca Ferrucci, docente dell’Università di Perugia, che porterà alcuni dati sullo stato di salute del lavoro in regione, Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria, Feliciano Polli, presidente della Provincia di Terni, Sergio Bova, direttore di Confartigianato Umbria, Ulderico Sbarra, la presidente della Regione Catiuscia Marini e il Segretario generale aggiunto nonché direttore dell’Osservatorio lavoro della Cisl nazionale, Giorgio Santini, che concluderà l’incontro. La riforma del lavoro voluta dal Ministro Fornero avrà effetti anche nella nostra regione ed è una ragione in più per mettere mano ad un rinnovamento di sistema facendo ciascuno la propria parte, avverte Ricciarelli che nella riforma vede una “opportunità” da cogliere per “ridurre l’area del precariato” e sostenere la “flessibilità buona” in una regione, l’Umbria, che è ai primi posti per i contratti di lavoro a tempo determinato, quelli che la riforma vuole decisamente ridurre. “Dobbiamo evitare – commenta Ricciarelli – che la loro riduzione si traduca in disoccupazione”. Obbliga al cambiamento anche la fine, con questo anno, del Fondo sociale europeo grazie al quale in questi anni è stata finanziata la formazione professionale e la cassa integrazione in deroga, quella che ha consentito alle piccole imprese di beneficiare del sostegno previsto per le grandi e che in questo anno solo nella nostra regione ha riguardato più di 15 mila lavoratori, il doppio rispetto al 2011. Lo Stato, spiega Ricciarelli, integrerà il fondo per i prossimi tre anni, poca cosa rispetto alle necessità, ma dal 2015 il sostegno al reddito per i lavoratori di aziende in crisi dovrà essere garantito dalla mutualità attraverso gli Enti bilaterali, quelli formati da Associazioni di imprese e sindacati come già esistono nell’edilizia e nell’artigianato, che non saranno finanziati dal denaro pubblico. Una partita da giocare tutta tra le parti sociali nella logica della sussidiarietà. Diverso, invece, il discorso sul rinnovamento della formazione professionale e dei centri per l’impiego sui quali la responsabilità è della Regione che legifera. Per le 350 agenzie formative accreditate, troppe, commenta Ricciarelli, la Cisl chiederà alla Regione una revisione del numero e dei criteri dell’accreditamento e proporrà una loro specializzazione con l’obiettivo di creare “eccellenze formative” che possano sostenere, per esempio, il settore manifatturiero così fondamentale per lo sviluppo economico della regione. Tutto aperto il discorso sui centri per l’impiego attraverso i quali oggi “solo il 12% dei disoccupati trova lavoro”. Anche in questo settore la Cisl vede la possibilità di aprire ad una vera sussidiarietà per offrire maggiori opportunità ed un sistema più efficiente per i lavoratori. Nella platea che seguirà la tavola rotonda siederanno i circa 150 delegati sindacali della Cisl ai quali Giorgio Santini avrà spiegato le novità della riforma Fornero nel seminario che precederà la tavola rotonda.

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Imprese umbre: i problemi sono noti… e le soluzioni anche https://www.lavoce.it/imprese-umbre-i-problemi-sono-noti-e-le-soluzioni-anche/ Thu, 27 Sep 2012 12:51:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12993 Conferma delle difficoltà, ma anche segnali di ripresa (timidi e scarsi), e indicazioni (risapute) delle direzioni lungo cui procedere per uscire dalla crisi profonda e prolungata che stiamo attraversando. Questo si evince dai dati del secondo trimestre 2012 sulla congiuntura nel settore manifatturiero e commerciale in Umbria, nell’appuntamento trimestrale dell’Osservatorio economico dell’Umbria (curato da Unioncamere regionale).

Anche se il quadro congiunturale del manifatturiero, basato sui risultati conseguiti nel secondo trimestre 2012 mostra, a confronto con lo stesso trimestre del 2011, una contrazione complessiva intorno al 5% sia per la produzione che per il fatturato, che per gli ordinativi, gli imprenditori intervistati hanno comunque indicato un incremento degli ordinativi esteri (+2,3%). Se ne desume l’importanza di orientare le produzioni verso i mercati esteri, che possono assicurare una qualche espansione della domanda e quindi delle vendite, diversamente dal nostro mercato interno, fortemente depresso sotto l’impatto delle politiche restrittive adottate dal Governo nazionale.

A livello settoriale, è l’industria meccanica e dei mezzi di trasporto a registrare la miglior dinamica in termini sia di produzione, che di fatturato (soprattutto per l’aumento sui mercati esteri: +5,1%), che di ordinativi. Si manifesta in corrispondenza la buona prestazione delle numerose eccellenze che vi operano, con un’ormai consolidata tradizione di qualità e di collocazione sulla frontiera dell’innovazione tecnologica. Dinamiche più o meno negative distinguono gli altri comparti, tra cui le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche, per le quali pesa con intensità particolare, oltre a difficoltà locali, l’assenza di una qualsiasi manifestazione di un’incisiva politica industriale a livello nazionale.

Distinguendo per dimensione delle imprese, una miglior tenuta sembra rilevarsi per quelle più grandi (con 50 dipendenti ed oltre), soprattutto grazie ai mercati esteri. Trovano un’ennesima conferma i ben noti limiti strutturali delle imprese di piccola e piccolissima dimensione, e la connessa esigenza di costituire, ove possibile, reti di imprese, che però richiede – tra l’altro – un atteggiamento di condivisione (di valori, obiettivi, risorse) e appare di difficile attuazione nel nostro territorio. La negatività del quadro congiunturale si riflette anche nel commercio, con una marcata contrazione complessiva delle vendite (-6,7%). La demografia d’impresa (iscrizioni, cessazioni, loro saldo) mostra una certa stabilità, con una quota non trascurabile (18%) di società di capitali, quindi più strutturate, tra le nuove iscritte.

Formazione, innovazione, internazionalizzazione rimangono priorità indiscusse, su cui concentrare l’impegno di tutti.

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Occupazione a picco in Alta Umbria https://www.lavoce.it/occupazione-a-picco-in-alta-umbria/ Thu, 02 Aug 2012 10:34:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12405 La crisi occupazionale-produttiva che coinvolge l’Eugubino e l’Alto Chiascio è sempre più pesante. Tutti i settori sono in sofferenza: dall’edilizia al commercio, dal ricettivo al ristorativo, dalla logistica alle imprese. Non si salvano neppure “nicchie” che spesso hanno rappresentato una ciambella di salvataggio, come ceramica ed artigianato in genere.

È preoccupante la situazione delineata dall’analisi della Cgil Alta Umbria, diffusa da Alessandro Piergentili, operata con le domande di cassa integrazione in deroga inoltrate alla Regione. Alla data del 30 maggio il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato richiesto da 125 aziende eugubine, per 431 dipendenti. Questi i settori (tra parentesi unità produttive e dipendenti): agricoltura (3-9), tessile-abbigliamento (9-85), carta e stampa (5-14), trasformazione minerali non metalliferi (7-15), metalmeccanico (6-19), industria legno-mobili-chimica (6-18), edilizia (26-58), commercio (23-68), ricettivo-ristorativo (13-50), logistica alle imprese (27-95). Come se non bastasse “ci sono diverse aziende, anche importanti – scrive Piergentili – che hanno fatto richiesta di Cig per altri 386 lavoratori”.

Per quanto riguarda le aziende e le maestranze degli altri Comuni dell’Alto Chiascio, sono 49-195 a Gualdo Tadino, 24-138 in quelli della Fascia (Scheggia-Sigillo-Costacciaro: 24 aziende, 138 maestranze). Globalmente i numeri parlano di 198 unità produttive e 764 dipendenti. L’analisi purtroppo non finisce qui. Altre richieste di cassa integrazione sono in arrivo per ben 743 dipendenti “cui vanno aggiunti – prosegue Piergentili – i 1.480 che sono in mobilità o iscritti ai centri per l’impiego come disoccupati”.

Il sindacalista lancia un allarme preoccupante: “Ci sono seri rischi che interi comparti e il lavoro scompaiano drasticamente”. In primo piano l’edilizia (i 1.000 dipendenti eugubini iscritti alla cassa edile oggi sono 600, di cui buona parte in Cig), “il drastico ridimensionamento delle aziende di ceramica a Gualdo Tadino”, i problemi del turismo, la situazione di aziende come A. Merloni, Faber, Sirio ecologica, Vispi, Sicap, Brunelli, che si traduce nella perdita di 2.000 posti di lavoro.

È a questa situazione drammatica che si deve far riferimento anche e soprattutto a livello di civica amministrazione, mettendo da parte una litigiosità fine a se stessa che non aiuta a crescere, per guardare con preoccupata attenzione al territorio ed alle sue invocazioni, alle popolazioni e non alle elezioni.

Bilancio comunale

Al termine di una seduta lunghissima, il Consiglio comunale di Gubbio ha approvato con i soli 13 voti del centro-sinistra il bilancio di previsione 2012. Hanno votato contro le minoranze, è uscito anzitempo per protesta “Gubbio comunista resiste”, si è astenuto Di Bacco del Gruppo misto. Ammonta a 65.554.401,29 euro: 26.422.045 le spese correnti, 24.439.220 quelle in conto capitale, 9.943.134 i rimborsi prestiti. Le entrate tributarie sono 18.027.697, le extratributarie 9.460.448, contributi e trasferimenti 2.409.099, quelle per alienazioni 21.848.519, 8.608.635 quelle derivanti da accensioni prestiti.

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Sartoria & liturgia https://www.lavoce.it/sartoria-liturgia/ Thu, 07 Jul 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9505 “La vecchia generazione dei sarti ecclesiastici sta scomparendo e la professionalità dei rappresentanti di questa nobile attività artigianale è in via di estinzione”. È quanto affermato recentemente da Michele Ombroso, che per oltre cinquanta anni ha lavorato in una sartoria ecclesiastica, sul giornale on line www.papaneew.it. “La vecchia generazione dei sarti, afferma, sta sparendo e con essa anche la professionalità. La nostra arte non può essere improvvisata”. Fortunatamente, però, ci sono ancora persone in Italia che hanno a cuore questa antica arte. Nella nostra città di Spoleto ne abbiamo un esempio. Due sorelle, Giuliana e Stefania Nagni, dal 2005 hanno costituito la Cooperativa Ar.T.E. (Artigianato Tessile Ecclesiastico), raccogliendo la preziosa eredità delle suore che, per anni, raccolte nella pace dei monasteri, hanno realizzato casule, camici, tovaglie, tutto il necessario per la chiesa e i suoi ministri. Con un grande amore per questa antica arte, le sorelle Nagni realizzano pezzi completamente artigianali, originali ed unici. Il lavoro è completamente artigianale. Il cliente, principalmente i presbiteri, che va nella Cooperativa Ar.T.E. partecipa alla progettazione dell’opera, alla scelta dei tessuti, dei filati e dei modelli. Ad esempio molti paramenti sono realizzati riportando nel tessuto le stesse decorazioni della chiesa nella quale andranno. Inoltre, ad essi possono essere applicati ricami, merletti e perle. Oltre alle casule e ai camici dei sacerdoti, la Cooperativa realizza anche l’occorrente per la chiesa: tovaglie e servizi per l’altare. Ultimamente vengono realizzati anche gli abiti talari per i preti, ma anche le tuniche per i frati e monaci, così come anche vestiti per i battesimi o le prime comunioni. Tra le realizzazioni non mancano piviali e mitre per i vescovi. Inoltre, viene messa a disposizione anche la competenza della signora Giuliana per il restauro di capi antichi. Insomma, nei locali dell’Artigianato Tessile Ecclesiastico di Spoleto, situati in via Giro del Ponte num. 4, nei locali adiacenti la Basilica di S. Pietro, c’è una vasta gamma di scelta: dai modelli più ricercati ed elaborati a quelli più semplici, guardando sempre con attenzione al passato e alla tradizione abbinati alle nuove tecnologie, sena mai rinunciare la gusto, alla precisione e all’eleganza.

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