Angela da Foligno Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/angela-da-foligno/ Settimanale di informazione regionale Tue, 25 Aug 2015 10:48:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Angela da Foligno Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/angela-da-foligno/ 32 32 Provincia francescana delle origini https://www.lavoce.it/provincia-francescana-delle-origini/ Tue, 30 Jun 2015 08:33:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36777 La chiesa santuario di San Francesco a Foligno dove è custodita la tomba della mistica francescana santa Angela
La chiesa santuario di San Francesco a Foligno dove è custodita la tomba della mistica francescana santa Angela

Alla “provincia serafica” dei frati minori conventuali di san Francesco in Umbria può essere riconosciuto il titolo di prima fra le province dell’Ordine minoritico.

Una storia assai lunga e complessa. La sua nascita può essere fatta coincidere con l’arrivo del primo gruppo di fratres che, presso la Porziuncola e presso il “tugurio” di Rivotorto, si raccolsero attorno a san Francesco negli anni 1208-1209.

Una nuova famiglia religiosa quasi subito riconosciuta dalla Chiesa, da papa Innocenzo III, nella primavera del 1209. In breve tempo, per il rilevante incremento numerico dei frati, sorsero ben presto altri luoghi o conventi che nel primo “Capitolo delle stuoie” del 1217 furono uniti fra loro.

Tale anno può essere considerato l’anno effettivo di nascita della provincia francescana, che a quel tempo comprendeva, oltre all’Umbria, anche la Toscana, le Marche, il Lazio e altre regioni limitrofe.

Sotto il generalato di fra’ Luigi Parenti – siamo nel 1230 – troviamo l’Ordine francescano già suddiviso in numerose province e Custodie. Intorno al 1340 la provincia umbra contava 9 Custodie e oltre 70 conventi distribuiti su tutto il territorio. Nel XIV secolo, prima della riforma dell’Osservanza, si contavano oltre 100 conventi.

Con l’inizio dell’esperienza dell’Osservanza, alcuni di essi passarono alla “riforma”. Dopo varie vicende storiche, nel 1652, rimanevano aperti 42 conventi con 407 frati. Nel 1764 anche il Sacro Convento veniva separato – da papa Clemente XIII – e posto sotto la diretta obbedienza del Ministro generale. Con la soppressione napoleonica del 1810 la provincia religiosa, come quasi tutte le altre aggregazioni, venne quasi totalmente dispersa. Ma trascorsi pochi anni, si ricompose con la fine del dominio napoleonico.

Passarono pochi decenni, e sulla provincia si abbatté un’altra soppressione: quella del nuovo Governo italiano. Negli anni 1860 e 1866 avvenne una nuova dispersione dei frati. La ripresa fu lenta, tanto che solo dopo il conflitto mondiale del 1915-1918 si ebbe una rinascita. Attualmente la provincia conta 7 conventi: Cattolica, Città di Castello, Foligno, Gabicce Mare, Gubbio, Perugia, Terni, con una trentina di frati e alcuni giovani in formazione. A questi conventi vanno aggiunti, nel territorio assisano, il Sacro Convento, il santuario di Rivotorto, il convento Franciscanum : tre comunità conventuali internazionali che fanno parte della Custodia generale del Sacro Convento.

Padre Franco Bonamano
Padre Franco Bonamano

La nostra attività pastorale, a servizio delle Chiese particolari, è a 360 gradi. Si va dalla pastorale turistica nei conventi al mare, alla pastorale caritativa negli ospedali, dalla cura delle parrocchie e di alcuni santuari, alla pastorale giovanile, dalla cura spirituale dell’Ofs (Ordine francescano secolare) e della Gifra (Gioventù francescana), a quella di alcuni monasteri di sorelle Clarisse.

La storia del francescanesimo conventuale in Umbria si è arricchita dalla testimonianza di tanti uomini e donne che hanno seguito le orme del Serafico Padre. Molti sono sepolti all’interno delle nostre chiese. Le tombe più “illustri”, oltre a quelle del Santo fondatore e di alcuni dei primi compagni presenti nella basilica papale di San Francesco, tra cui quella del beato Egidio di Assisi, terzo compagno di Francesco, sepolto in una preziosa urna di epoca romana all’interno dell’oratorio di San Bernardino presso San Francesco al Prato a Perugia.

Inoltre la tomba della mistica santa Angela da Foligno, custodita nella chiesa di San Francesco nella omonima città. “Questi santi, come tutti i testimoni della fede, che emergono dalla storia simili a stelle luminose in grado da orientare il cammino di tanti cercatori di Dio, hanno, quale caratteristica comune, una perenne giovinezza, ossia un’attualità che li rende in qualche modo ‘adatti’ a ogni epoca, a ogni contesto culturale, poiché essi rispondono – con la loro stessa vita – a domande perenni dell’uomo, alla sete di incontro assoluto che dia significato a ciò che l’esistenza dispone e propone per ognuno di noi” (da M. Ceschi, Angela da Foligno, l’amore e la croce).

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Foligno celebra con solennità santa Angela https://www.lavoce.it/foligno-celebra-con-solennita-santa-angela/ Fri, 09 Jan 2015 17:15:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29688 beata-ancgela-cmykDopo la grande celebrazione svoltasi il 3 e 4 gennaio a Foligno in occasione della prima memoria liturgica di sant’Angela da Foligno dopo la canonizzazione, quest’anno un gran numero di pellegrini si è unito ai molti folignati che stanno riscoprendo o si stanno avvicinando per la prima volta a questa grande concittadina. È stata una celebrazione “folignate”, come ha evidenziato il ministro provinciale dei Frati minori conventuali padre Franco Buonamano, presieduta dal vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi e orientata a diffondere a Foligno e nel mondo la conoscenza di Angela.

Il Vescovo, nella sua omelia, ha inserito la festa di Sant’Angela nel particolare clima natalizio e ha proseguito il suo originale “allestimento” di un presepe ideale, dove la mistica folignate trova il suo posto accanto ai Santi Magi. Come loro, Angela ha percorso un lungo cammino di avvicinamento, è stata capace di leggere i segni come solo i mistici possono fare, e infine si è prostata a Cristo aprendogli lo scrigno del suo cuore. E come i Magi hanno fatto ritorno ai loro Paesi “per un’altra strada”, così Angela – dopo l’esperienza di Cristo fatta ad Assisi – è tornata nella sua Foligno per la via impervia della mistica, ma sempre sottoposta al discernimento della Chiesa per il tramite del suo confessore.

“Angela non deve essere studiata: piuttosto, se ne deve leggere e rileggere l’esperienza racchiusa nel Liber”, ha ripetuto mons. Sigismondi. “Nella Solennità di Maria Ss. Madre di Dio Papa Francesco ha precisato che ‘nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori”. Questo rischio Angela non l’ha corso – ha sottolineato ancora mons. Sigismondi, accostando infine la mistica folignate ad una “cometa” che ha percorso il cielo folignate e che ora brilla nel firmamento dei Santi.

 

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Terra costellata di eremi, monasteri e conventi https://www.lavoce.it/terra-costellata-di-eremi-monasteri-e-conventi/ Fri, 28 Nov 2014 13:54:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29226 suore-religiosiSfogliando la Guida regionale delle diocesi dell’Umbria, viene in evidenza il peso che hanno i religiosi e le religiose nella vita ecclesiale. Un centinaio di pagine della Guida infatti sono dedicate alle parrocchie, mentre 63 pagine sono dedicate alle comunità religiose.

L’Umbria in ogni secolo ha generato schiere di martiri e di santi che hanno fondato o hanno rese vive le Chiese locali. Ma l’Umbria è stata anche una terra fertile per aver dato i natali a uomini e donne che, guidati dallo Spirito e in piena fedeltà al Vangelo, hanno suscitato originali forme di vita comunitaria e carismi che hanno abbellito non solo le comunità cristiane locali ma la Chiesa intera.

Solo per citare qualche nome, troviamo che l’Umbria ha dato i natali a san Benedetto e a san Francesco che, coniugando un cammino di santità al maschile, hanno fatto sorgere percorsi di santità che hanno invaso il mondo. Di origini umbre o vissute a lungo nella regione sono anche molte donne: santa Scolastica, sorella di Benedetto, santa Chiara di Assisi, santa Angela da Foligno, santa Chiara di Montefalco, santa Rita da Cascia, santa Veronica Giuliani, la beata Madre Speranza, e una grande schiera di altre sante e beate che hanno ispirato arditi cammini di santità al femminile.

Le comunità religiose sono disseminate capillarmente su tutto il territorio delle 8 diocesi della Regione ecclesiastica umbra. Massiccia naturalmente la presenza delle comunità francescane, sia maschili che femminili. Ma troviamo numerose presenze anche di altre Ordini e istituti.

Solo per citare qualche dato. Troviamo in Umbria la presenza di 230 fra eremi, monasteri di clausura e conventi femminili. Alcune comunità sono composte da 3 o 4 religiose, altre anche da decine di consacrate. In tutto il territorio regionale vi sono 1.575 consacrate.

Le comunità religiose maschili sono invece 91. Anche le comunità maschili sono suddivise in eremi, monasteri, conventi e numerose parrocchie. I religiosi, molti provenienti da altre regioni o da altre nazioni, sono complessivamente 599. La stragrande maggioranza sono anche presbiteri, inseriti quindi nei presbitèri diocesani e a servizio delle attività pastorali delle diocesi.

Di recente sono sorte nella Regione anche nuove comunità, circa 26, composte da consacrati laici che generalmente sono stati riconosciuti e posti sotto la giurisdizione dei Vescovi locali.

Tra le presenze più significative animate dai religiosi, in Umbria non possiamo non citarne alcune. In Assisi il Sacro Convento e la basilica papale di San Francesco, il convento della Porziuncola e la basilica papale di Santa Maria degli Angeli, il protomonastero delle Clarisse e la basilica di Santa Chiara e tutti gli altri santuari francescani.

Nella diocesi di Orvieto-Todi il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza e la basilica di Santa Cristina a Bolsena. Il Sacro Speco di Narni e la basilica di San Valentino nella diocesi di Terni. I santuari di Santa Rita da Cascia e della Madonna della Stella nella diocesi di Spoleto. Il santuario di Canoscio e il monastero di Santa Veronica a Città di Castello.

La storica abbazia di Sassovivo e il santuario della Santa Angela da Foligno nella omonima diocesi. La chiesa di San Francesco a Gubbio. La storica abbazia di San Pietro, il convento di Monteripido e altre significative opere caritative e sociali nella diocesi di Perugia – Città della Pieve.

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Foligno. Giornata celebrativa per Santa Angela https://www.lavoce.it/foligno-giornata-celebrativa-per-santa-angela/ Thu, 06 Nov 2014 14:18:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28922 Statua lignea di Angela “giacente”, chiesa di San Francesco (Foligno)
Statua lignea di Angela “giacente”, chiesa di San Francesco (Foligno)

Sabato 15 novembre, a partire dalle ore 9, al convento San Francesco di Foligno, Giornata celebrativa nell’anno della canonizzazione su “Santa Angela. Attualità spirituale e prospettive di studio di una mistica medievale”. Dopo i saluti del ministro provinciale fr. Franco Buonamano e del nuovo direttore dell’Opera Sanata Angela fr. Felice Autieri, modera fr. Domenico Alfonsi. Pietro Messa parlerà di “La figura di Angela lungo i secoli”, Alvaro cacciotti “Teologia di una mistica”, Massimo Vedova “la spiritualità angelana, Emore Paoli “La nuova edizione critica del Liber, Fortunato Frezza “Il lessico angelano”, Elvio Lunghi “L’iconografia”. La sintesi dei lavori sarà affidata a Alessandra Bartolomei Romagnoli. Alle ore 16.30 conferenza di fr. Raniero Cantalamessa Ofmcap su “Attualità di una donna mistica medievale”.

Alle ore 18 solenne celebrazione eucaristica nel santuario presieduto da mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni – Narni – Amelia.

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Tre donne che onorano la terra umbra https://www.lavoce.it/tre-donne-che-onorano-la-terra-umbra/ Fri, 06 Jun 2014 12:26:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25309  

In meno di due anni, l’Umbria ha avuto la grazia di annoverare nella “sua” già lunga lista di santi e beati altre tre figure: Angela da Foligno, religiosa e mistica, elevata agli onori degli altari mediante canonizzazione equipollente da Papa Francesco il 9 ottobre 2013; madre Maria Luisa Prosperi, monaca benedettina a Trevi, beatificata nel duomo di Spoleto il 10 novembre 2012; Madre Speranza di Gesù, religiosa, mistica e fondatrice, beatificata lo scorso sabato 31 maggio al santuario di Collevalenza di Todi.

Queste tre donne sono un orgoglio per le nostre diocesi, sono la dimostrazione di come in questa nostra piccola terra umbra la Parola di Dio e la grazia, se accolte in un terreno disponibile, portano frutto. Esse ci ricordano, ognuna con la propria esperienza religiosa, che è possibile essere amici di Dio e che il bene e la santità sono l’unico patrimonio che rimane nel tempo e oltre il tempo.

Per le persone loro contemporanee (Angela da Foligno è vissuta tra il 1248 e il 1309, la madre Prosperi tra il 1799 e il 1847 e Madre Speranza tra il 1893 e il 1983) sono state presenza del Signore, trasparenza di Vangelo, azione luminosa dello Spirito. Hanno compiuto il bene, infuso forza e speranza, e lo studio, la bontà e la misericordia hanno reso feconda la loro vita. Tutte hanno amato appassionatamente la Chiesa popolo di Dio. Con modalità distinte e in tempi diversi, hanno lavorato per una Chiesa pellegrina, povera e pasquale, una Chiesa della gioia, della speranza, solidale con le tristezze e le sofferenze degli uomini, una Chiesa madre che, come tale, insegna. Sono state presenti nel cuore della Chiesa con la loro santità personale e il loro servizio. Oggi che sono salite agli onori degli altari, e di questo siamo grati al Signore, possiamo affermare che sono state un messaggio. Hanno pronunciato parole vere, sgorgate dal cuore; hanno servito in umiltà e obbedienza la Chiesa; i loro pensieri e le loro parole hanno suggerito un cammino agli uomini e alle donne del loro tempo e con la canonizzazione e la beatificazione lo ripropongono con forza a noi, vescovi e sacerdoti, laici e religiosi, giovani e adulti. Santa Angela da Foligno, la beata Maria Luisa Prosperi e la beata Madre Speranza di Gesù, come ogni credente, sono state giudicate sulla preghiera, sull’amore e sulla misericordia, sulle lacrime che hanno asciugato, sul pane che hanno dato a chi aveva fame, sulla compagnia che hanno offerto a chi era solo o ammalato.

Volgere a loro lo sguardo e ricordarne la figura significa accogliere la sfida ad essere presenti nella società e nella Chiesa. Si tratta di farlo con occhio sereno e con ascolto attento, comunicativo e umile. Come hanno fatto queste tre grandi donne, che hanno saputo stare nel centro senza essere al centro, con i loro slanci di generosità e di servizio, con i loro difetti e loro mancanze, con la loro vita normale fatta di gioie e dolori, fatiche e speranze. Come ha ricordato Papa Francesco, i santi “non sono superuomini, né sono nati perfetti. Sono persone che per l’amore di Dio non hanno dato la loro vita con condizioni a Dio; non sono stati ipocriti; hanno speso la loro vita al servizio degli altri e hanno sofferto tante avversità, ma senza odiare. I Santi sono quindi uomini e donne che hanno la gioia nel cuore e la trasmettono agli altri” (Angelus del 1° novembre 2013).

Lodiamo e rendiamo grazie a Dio, il solo Santo, che comunica ancora ai Suoi figli il dono della santità, cioè della sua stessa vita. Riconoscendo il riflesso luminoso di queste tre diverse forme di santità, ci sentiamo incoraggiati e spronati nel nostro personale cammino alla sequela del Maestro: anche per noi è possibile vivere l’amicizia con Dio e far sì che il rapporto personale con Lui dia forma ai pensieri, alle parole, alle azioni.

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Un anno di pace! https://www.lavoce.it/21441/ Thu, 09 Jan 2014 18:13:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21441  

prima-01-2014Il nuovo anno si apre con motivi di gioia (santa Angela da Foligno, l’annuncio del viaggio del Papa in Terra Santa…) e tanti interrogativi, a partire dalla politica, anche locale.

– Angela, ora chiamiamola santa!

– Il viaggio ecumenico di Papa Francesco in Terra Santa

– Partiti in cerca di guide

– Grande incontro per le famiglie a Collevalenza con il Vescovo

– Nel 2014 speriamo di…

 

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Angela, ora chiamiamola santa! https://www.lavoce.it/angela-ora-chiamiamola-santa/ https://www.lavoce.it/angela-ora-chiamiamola-santa/#comments Thu, 09 Jan 2014 17:18:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21418 Mons. Chiaretti e il vescovo Sigismondi che tiene la reliquia della santa in processione verso la cattedrale (Foto Sergio Fortini)
Mons. Chiaretti e il vescovo Sigismondi che tiene la reliquia della santa in processione verso la cattedrale (Foto Sergio Fortini)

Con grande solennità e straordinario concorso di popolo è stata celebrata il 4 gennaio la festa di santa Angela da Foligno, per la prima volta dopo la canonizzazione decretata da Papa Francesco lo scorso 9 ottobre. Nella chiesa di San Francesco il vescovo Gualtiero Sigismondi e il ministro provinciale dei Conventuali, padre Franco Buonamano, hanno accolto il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, che ha presieduto la celebrazione, i card. Antonelli e Betori, una folta rappresentanza di vescovi umbri e molti sacerdoti concelebranti.

Nell’omelia, il card. Amato ha sottolineato che la straordinaria vetta di comunione con Dio – di cui Angela è testimone – “può essere raggiunta attraverso una radicale conversione dalla vita mondana e superficiale nel rapporto con Dio, che molto spesso caratterizza anche la nostra esistenza. E questo fa di lei, donna laica pienamente inserita nella Foligno del suo tempo, un modello di grande attualità”. Il cardinale ha ricordato anche la profonda devozione angelana di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, che hanno contribuito in maniera decisiva alla diffusione del suo culto e alla sua canonizzazione.

Mons. Sigismondi, da parte sua, ha commentato: “Seguendo le orme di san Francesco d’Assisi, Angela ha compiuto il passo decisivo della conversione, che l’ha condotta a seguire il Signore nella fedeltà di una dedizione sponsale. Il suo percorso conferma che la santità è un fatto singolare, perché plurale! Non si diventa santi da soli, ma insieme, in cordata… Iscrivendo Angela nel Catalogo dei santi, Papa Francesco ci ha affidato una grande responsabilità: quella di avvicinarci alla grande mistica folignate seguendo le orme dei suoi passi. Non sarà facile starle dietro, e non sarà semplice nemmeno chiamarla con il titolo di santa, perché le labbra hanno preso l’abitudine di invocarla ‘beata’. Se sarà inevitabile fare qualche lapsus, è utile ricordare che ai nostri giorni due Pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, l’hanno chiamata ‘santa’ anziché ‘beata’: si è trattato di un segno premonitore…”.

“Angela da Foligno – scrive il direttore della Gazzetta, Antonio Nizzi – è famosa per essere conosciuta all’estero e sconosciuta nella sua terra. Così si diceva fino a ieri, ma oggi non possiamo più dirlo. La canonizzazione di Angela è un evento che segna la storia religiosa e civile della nostra città. Chi ha seguito le celebrazioni del 3 e 4 gennaio è rimasto colpito dall’attenzione e dalla partecipazione che la cittadinanza ha riservato all’evento. Diciamo cittadinanza, perché Angela ha scosso e ha richiamato non solo la comunità cristiana, ma la città tutta”.

Sempre da Foligno, don Sergio Andreoli segnala: “Vorrei riportare un passo del Libro. Si tratta di una rivelazione [di Cristo] che sicuramente sorprenderà molti: ‘Io ti amo più di qualsiasi altra donna della valle di Spoleto. Ora che Io mi sono riposato in te, anche tu riposati in Me. Tu hai pregato il mio servo Francesco, al quale ho concesso molti doni, poiché mi volle molto bene, ma se ci fosse qualche persona che mi amasse di più, io gliene farei ancora di più. Io ti darò quello che ebbe il mio servo Francesco e ancora di più, se mi amerai’”.

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Il 4 gennaio Angela da Foligno è “santa”. Il commento del Vescovo Sigismondi https://www.lavoce.it/mons-sigismondi-commenta-la-canonizzazione-finalmente-della-beata-angela-da-foligno/ Fri, 20 Dec 2013 10:36:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21260 L’urna della Beata Angela da Foligno
L’urna della Beata Angela da Foligno

Il Signore ha disposto che, dopo un’attesa durata secoli, fosse un Papa che ha assunto il nome di Francesco a estendere alla Chiesa universale il culto liturgico in onore della beata Angela, iscrivendola nel catalogo dei santi. Era stato Benedetto XVI ad autorizzare la Congregazione delle cause dei santi e dare una forte accelerazione al processo di canonizzazione della grande mistica folignate, vissuta nella seconda metà del Duecento, derogando alla comune prassi in virtù di un culto antico, universale e ininterrotto. Il 13 ottobre 2010, nell’udienza generale dedicata ad Angela, Papa Ratzinger ebbe a dire che, “di solito, si è affascinati dai vertici dell’esperienza di unione con Dio che ella ha raggiunto, ma si considerano forse troppo poco i primi passi, la sua conversione, e il lungo cammino che l’ha condotta dal punto di partenza, il grande timore dell’inferno, fino al traguardo, l’unione totale con la Trinità”. Il cammino di conversione di Angela, che proprio ad Assisi diventerà un itinerario d’altura, è un percorso di progressiva spoliazione: dalle cose, dagli affetti, da se stessa. Interamente riferita a Dio, perfettamente libera per Lui, niente fra lei e Dio: questo è il ritratto più completo di Angela! Alla scuola di san Francesco che ha attuato l’obbedienza nella sua forma più pura, l’obbedienza nuda, ella ha appreso a “far sacrificio di se stessa a Dio”, sperimentando che senza questa deposizione, intesa come dono di sé e vissuta come abbandono alla fedeltà di Dio, col passare del tempo si corre il rischio di pretendere persino gli “interessi” di quanto si presume di aver lasciato. Il peso della nostalgia, infatti, rende insostenibile il carico della malinconia di chi si ostina a tenere la vita per sé, limitandosi a spendersi senza donarsi.

L’avventura spirituale di Angela ha trovato nella contemplazione di Cristo crocifisso il “punto di perfetto equilibrio” fra amore e dolore. È all’ombra della Croce che ella ha sperimentato che il dolore è il sigillo di garanzia dell’amore e che l’amore traduce la sofferenza in offerta. È mettendosi accanto all’Addolorata che Angela ha appreso l’arte di lasciarsi avvolgere dallo sguardo di Gesù sulla croce. È accostandosi alla Croce, mossa dallo Spirito santo, che ella ha attinto alla sorgente inesauribile del cuore mite e umile del “Cristo passionato”, avvertendone la forza di attrazione. Entrando nello “spessore” della Croce, Angela ha sperimentato qualcosa di analogo a quello che accade quando si guardano le finestre con vetrate istoriate: viste dall’esterno appaiono scure, pesanti, addirittura tetre; osservate dall’interno, riflettendo la luce che le attraversa, prendono vita e rivelano tutto il loro splendore. “L’itinerario di Angela – scrive Enrico Menestò nell’edizione critica del Memoriale da lui approntata – non è tanto un andare verso Dio, ma un andare dentro Dio”. La meta finale dei suoi “passi” non sarà il giacere nella Trinità, bensì il giacere della Trinità in lei. Ella ne dà testimonianza nel Memoriale, che il card. Gianfranco Ravasi chiama “un’autobiografia dalla stesura mediata, brulicante di visioni sospese tra l’autobiografismo e l’estasi”. Il Memoriale è la prima parte di un più vasto corpus di testi denominati semplicemente Liber, raccolti da frate Arnaldo dalla viva voce di Angela la quale, a giudizio del cappuccino Giovanni Pozzi, “è la prima voce italiana il cui suono ci arrivi per il canale diretto della rivelazione personale, non della leggenda pia”.

PROGRAMMA

Chiesa San Francesco, santuario Sant’Angela

3 GENNAIO, ore 16: presentazione volume di mons. Fortunato Frezza Liber Lelle. Ore 18, vespri solenni presieduti da mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno.

4 GENNAIO, ore 9, messa presieduta da mons. Giovanni Nizzi, vicario generale e parroco della parrocchia S. Angela. Ore 10 messa, fra Marco Tasca, ministro generale dei Minori conventuali. Ore 11.30 messa, fra Franco Buonamano, ministro provinciale ofm conv.

ore 16.30 Chiesa S. Francesco: lettura della decretale di canonizzazione. Da qui breve processione alla cattedrale S. Feliciano dove si terrà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi.

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Angela da Foligno è santa https://www.lavoce.it/angela-da-foligno-e-santa/ Thu, 17 Oct 2013 10:49:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20119 Statua lignea di Angela “giacente”, chiesa di San Francesco (Foligno)
Statua lignea di Angela “giacente”, chiesa di San Francesco (Foligno)

L’annuncio della firma, da parte di Papa Francesco, del Decreto di canonizzazione equipollente di Angela da Foligno ha recato una grandissima gioia alla nostra diocesi e all’intera Famiglia religiosa francescana. Era stato Benedetto XVI ad autorizzare la Congregazione delle cause dei Santi a dare una forte accelerazione al processo di canonizzazione della grande Mistica folignate, derogando alla comune prassi in virtù di un culto antico, universale e ininterrotto. Il 13 ottobre 2010, nell’udienza generale dedicata ad Angela, Papa Ratzinger ebbe a dire che “di solito, si è affascinati dai vertici dell’esperienza di unione con Dio che ella ha raggiunto, ma si considerano forse troppo poco i primi passi, la sua conversione, e il lungo cammino che l’ha condotta dal punto di partenza, il grande timore dell’inferno, fino al traguardo, l’unione totale con la Trinità”.

La Provvidenza, che “tutto dispone con forza e dolcezza”, ha permesso che, dopo una lunga attesa, fosse un Papa di nome Francesco a canonizzare Angela, vissuta a Foligno nella seconda metà del Duecento. Tale decisione pontificia ha seguito di poco l’annuncio della canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, che per Angela ha sempre avuto una speciale predilezione. In occasione della sua visita a Foligno, il 20 giugno 1993, egli, raccoltosi in preghiera dinanzi all’urna che contiene le spoglie di Angela, ha voluto deporre sull’inginocchiatoio lo zucchetto bianco in segno di grande venerazione.

La Provvidenza, che guida ogni cosa con sapienza e amore, ha portato a compimento nell’Anno della fede il processo di canonizzazione avviato dai miei predecessori, mons. Arduino Bertoldo e mons. Giovanni Benedetti, e ha voluto concedere proprio a me di raccogliere il frutto della loro fatica, avendomi già dato l’opportunità di aprire il VII centenario della morte di Angela, il 4 gennaio 2009, ad appena tre messi dall’inizio del mio ministero episcopale. Ricordo con commozione che all’indomani del mio ingresso a Foligno mi recai di buon mattino a venerare Angela nel Santuario a lei intitolato; recitai la liturgia delle ore e, con profonda meraviglia, notai che la prima lettura dell’ufficio divino era proprio quella dalla quale avevo tratto ispirazione per il mio stemma episcopale (cf. 1Tm 3,15).

Tutto è grazia, tutto è dono, tutto è segno di una “provvidenza d’amore”, anche il fatto che questo evento ecclesiale sia avvenuto nel corso del III centenario dell’incoronazione della Madonna del Pianto. È mettendosi accanto all’Addolorata che Angela ha appreso l’arte di farsi avvolgere “dallo sguardo di Gesù sulla Croce”; è alla sua ombra che ha trovato nella contemplazione di Cristo crocifisso il “punto di perfetto equilibrio” fra amore e dolore.

Maestra dei teologi

Sant’Angela da Foligno, definita “Maestra dei teologi”, nacque a Foligno da famiglia agiata nel 1248 circa. Nella sua giovinezza ebbe una vita segnata dal peccato, fino alla conversione avvenuta nel 1285 circa. Persi in breve tempo la madre, il marito e i figli, entrò verso il 1291 nel Terz’Ordine Francescano. Le scarse notizie sulla sua vita ci giungono dal Memoriale, compilato dal confessore frate A. (Arnaldo?) tra il 1292 ed il 1296 per sottoporre la sua esperienza mistica ad una commissione di teologi. Esso è contenuto nel più ampio Liber, opera di grande intensità e testo fondamentale della mistica. Morì a Foligno il 4 gennaio 1309 ed i suoi resti sono venerati nella Chiesa Conventuale di San Francesco.

Si è chiuso il processo

Il 9 ottobre scorso Papa Francesco, accolta la relazione del cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, ha esteso alla Chiesa universale il Culto liturgico in onore della beata Angela da Foligno, dell’Ordine secolare di San Francesco. Si compie così il processo che attribuisce ad Angela il titolo di Santa attraverso la canonizzazione “equipollente”, ovvero senza una solenne celebrazione liturgica, ma con la firma da parte del Papa di un decreto che, riconoscendo l’esistenza di un culto che supera i confini della diocesi di Foligno e della Famiglia francescana (nei quali è permesso ormai da secoli), lo estende alla Chiesa universale. La memoria liturgica – fissata al 4 gennaio, suo dies natalis, sarà celebrata nel 2014. Saranno presenti il Prefetto e il Segretario della Congregazione delle Cause dei santi, il card. Amato e mons. Marcello Bartolucci.

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Il cielo aperto sull’Umbria https://www.lavoce.it/il-cielo-aperto-sullumbria/ Thu, 17 Oct 2013 10:42:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20112 Mons. Gualtiero Bassetti
Mons. Gualtiero Bassetti

Stiamo vivendo giorni di grazia che ci aiutano a ritemprare la nostra fede e contribuiscono a darci forza nel nostro vivere quotidiano. Ci sentiamo consolati da Dio per più motivi, che ci coinvolgono fin nel nostro essere più profondo. Come non ricordare, anzitutto, la visita del Santo Padre in Assisi, appena due settimane fa. Con lui abbiamo vissuto momenti di vera commozione: abbiamo ascoltato la sua parola vibrante e visto dal vivo i suoi gesti concreti, abbiamo goduto del suo sorriso e dei suoi abbracci affettuosi, nel lento procedere per le vie di Assisi, stracolme di fedeli da tutta l’Umbria. Anche il cielo ci ha assistito: le nubi si sono diradate e timidi raggi di sole sono usciti a rallegrare la nostra festa. Oltre a quello della sua visita, Papa Francesco ci ha fatto altri due doni, veramente grandi. Tre mesi prima di venire in Umbria, ha firmato il decreto con il quale la Chiesa riconosce autentico il miracolo ottenuto per intercessione della serva di Dio Madre Speranza di Gesù, fondatrice del santuario di Collevalenza, aprendo la via della beatificazione. Inoltre, qualche giorno dopo il pellegrinaggio in Assisi, il Santo Padre ha dato la sua approvazione per l’estensione a tutta la Chiesa del culto della beata Angela da Foligno, iscrivendola ufficialmente nel catalogo dei santi. Due fatti di grande importanza, che arricchiscono ancor più la storia religiosa e sociale di una terra come la nostra, fertile di santità e di fulgidi testimoni del Vangelo. Vengono riproposte alla nostra venerazione due donne di epoche lontane tra loro, con vicende personali assai diverse, accomunate però da un sentimento: l’amore appassionato a Gesù, al Figlio di Dio fatto uomo, conosciuto tramite le Scritture, avvicinato nella preghiera, adorato profondamente nella meditazione e nelle estasi mistiche, che entrambe hanno sperimentato in maniera straordinaria. Angela ha avuto un’esistenza travagliata, da ricca e gaudente, ma a poco a poco è riuscita a capire che il vero bene, ciò che dà senso alla vita, non sono le ricchezze e gli agi, ma il sentirsi amati: e lei scopre di essere amata, senza limiti, dal Sommo Bene, dall’Amore puro, dal Cristo “passionato” e dolente, cantato dal conterraneo Jacopone da Todi nelle Laude.

Angela-da-foligno-papa-francesco-madre-speranzaIn una celebre estasi, Angela si sente come rapita da Gesù crocifisso che le sussurra: “Non ti ho amata per scherzo!”. Le rivelazioni divine, raccolte in un famoso Liber, non solo ne fanno una grande mistica ma anche una finissima teologa, ammirata lungo i secoli da tanti uomini di Chiesa e studiosi. Madre Speranza ha avuto una storia diversa. Donna del Novecento, a noi contemporanea, ha vissuto il travaglio ideologico di un intero secolo. È divenuta umbra per vocazione, essendo nativa dell’assolata terra di Murcia, nel sud della Spagna. Venuta in Italia e poi a Collevalenza per ispirazione divina, bene si è inserita nella realtà religiosa e sociale della regione. Anche lei grande mistica, ha potuto sperimentare nel suo corpo la passione del Signore, che tuttavia le si è rivelato sempre come Amore misericordioso, il quale “dimentica e non tiene in conto le offese ricevute”. È la stessa logica evangelica di Angela, la stessa volontà divina, la quale non chiede se non di far comprendere agli uomini che il nostro è un Dio che ama, che sa esprimere solo amore. Questo il grande messaggio che le due grandi donne ci hanno lasciato: fiducia totale in Dio, fonte di amore per tutto il genere umano. È il messaggio che anche Papa Francesco ha rilanciato in questi pochi mesi di pontificato e durante il suo pellegrinaggio ad Assisi. È l’unico messaggio che gli uomini della nostra epoca possono capire. Il Papa, esaltando le due sante umbre, ci affida il compito di trasmettere questo annuncio di speranza a tutto il mondo, perché chi vive nelle tenebre si apra al calore della luce e chi vive nella paura e nella disperazione sappia che non è solo, ma c’è sempre un Padre che lo cerca, anzi, una tenera madre, che è Dio stesso. E ci consola sapere che il Cielo è sempre aperto su questa nostra amata terra umbra.

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Famiglia “soggetto” di pastorale https://www.lavoce.it/famiglia-soggetto-di-pastorale/ Thu, 12 Sep 2013 09:38:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18952 Famiglia-bambiniL’anno pastorale 2013-2014 nella diocesi di Foligno si apre con una particolare attenzione alla famiglia, che deriva da un percorso intrapreso ormai da qualche anno e che ha coinvolto sia il Consiglio pastorale diocesano, sia il Consiglio presbiterale, ma anche il lavoro degli uffici pastorali. Cinque anni fa, salutando i giovani in occasione del suo ingresso a Foligno, il vescovo Gualtiero Sigismondi affermava che “la pastorale familiare è la sorgente della pastorale giovanile [e] questa, a sua volta, è l’alveo che conduce al delta della pastorale vocazionale”, riconoscendo alla famiglia il ruolo educativo centrale nella crescita umana e cristiana dei giovani.

Tale ruolo non può essere semplicemente “delegato” dalla famiglia – che ne è titolare – alla parrocchia, alla scuola o all’associazionismo ma, perché l’educazione sia fruttuosa, deve essere condiviso. La pastorale della famiglia, “piccola Chiesa”, “Chiesa domestica”, può davvero essere lo snodo fondamentale nella vita della comunità ecclesiale: come i genitori donano la vita, così, in collaborazione con la Chiesa, essi sono responsabili della crescita spirituale dei figli e quindi della trasmissione del Vangelo. La famiglia si trova, così, ad essere “soggetto” di pastorale e non solo “oggetto” di attenzioni, pure importanti nella fase storica che stiamo vivendo, in cui il matrimonio sacramentale, unione stabile e feconda, è messa in crisi da modelli estranei a quello evangelico. Del resto, nessuna forma di amore più di quello sponsale è ad immagine della Trinità. Dalla famiglia, dunque, come da una sorgente, la Chiesa può trarre linfa vitale per essere comunità educata dall’amore e all’amore.

L’assemblea diocesana, che si terrà venerdì 20 settembre nella consueta cornice dell’Auditorium San Domenico e si concluderà con un momento di preghiera nel Santuario della Beata Angela, aprirà una tre-giorni di grande rilievo per la Chiesa folignate, che si prepara insieme con le Chiese umbre ad accogliere Papa Francesco ad Assisi. Tema dell’assemblea sarà “Maschio e femmina lo creò”, chi è e che cosa fa la famiglia. Intervengono Leone Maria Rita e Giuseppe, già responsabili della pastorale per la famiglia della Calabria. Plebani Luisa e Federico, organizzatori di convegni sulla famiglia. Sabato 21 tutta l’Umbria sarà impegnata in una serata di evangelizzazione sul tema “Fede, perdono, riconciliazione” che avrà l’obiettivo di portare l’annuncio dell’amore di Dio e proporre la riconciliazione con Dio e con il prossimo, e che a Foligno si svolgerà tra Piazza della Repubblica (ore 21) e il Santuario della Madonna del Pianto (ore 22.30), mentre domenica 22 (ore 18.30) l’intera diocesi festeggerà l’anniversario della dedicazione della Cattedrale, con una solenne celebrazione presieduta da mons. Gualtiero Sigismondi, evento reso ancor più festoso dal conferimento, durante la stessa celebrazione, del ministero del lettorato al seminarista Simone Marchi.

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Il 50° di padre Alfonsi, grande promotore della beata Angela https://www.lavoce.it/il-50-di-padre-alfonsi-grande-promotore-della-beata-angela/ Thu, 02 May 2013 09:27:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16427 padre-Domenico-Alfonsi-FolignoDomenica 28 aprile, nella chiesa di San Francesco di Foligno, si è tenuta la celebrazione del 50° anniversario di sacerdozio di padre Domenico Alfonsi. Alla cerimonia, cui hanno partecipato numerosi fedeli, rappresentanti degli oltre 300 appartenenti al Cenacolo della beata Angela, amici ed estimatori, era presente anche il sindaco della città Nando Mismetti che, al termine della cerimonia, ha voluto ricordare la sua attività per fare conoscere al mondo la grande figura di Angela, tanto da meritare la cittadinanza onoraria di Foligno, che proporrà al Consiglio comunale.

Padre Domenico Alfonsi, francescano conventuale, è nato nel 1936 a Fiamignano, in provincia di Rieti. Nel 1949 entrò nel Sacro Convento di Assisi. Compie gli studi teologici alla Gregoriana e alla facoltà teologica S. Bonaventura di Roma. Ordinato sacerdote nel 1963, nel 1969 consegue la laurea in Lettere e filosofia all’Università di Perugia e comincia a insegnare.

Due grandi eventi segnano la sua vita: una grave malattia che lo porterà alla dialisi e al trapianto di rene nel 1984, e l’incontro con la figura della beata Angela. Ristabilitosi, dal 1985 inizia a lavorare nel convento francescano di Foligno, dove era stato mandato nel 1982, occupandosi prevalentemente della spiritualità della beata Angela, su cui ha scritto varie opere, divenendo delegato provinciale dell’Opera ‘Beata Angela’ e direttore del ricostituito Cenacolo (1989).

Componente dal 1995 del Comitato di coordinamento per il progetto culturale “La città di Foligno e la beata Angela da Foligno” è stato membro del Comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario della Beata. La sua attività ha prodotto un grande risveglio attorno a questa figura sia a livello spirituale che sociale e turistico.

Di padre Domenico va messa in risalto la grande umanità, il suo atteggiamento sempre disponibile all’ascolto degli altri, e il suo grande carisma non soltanto di francescano, ma di uomo di profonda cultura che per un’innata modestia non ostenta mai.

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In mostra a Foligno i Crocifissi “della” beata Angela https://www.lavoce.it/in-mostra-a-foligno-i-crocifissi-della-beata-angela/ Thu, 27 Sep 2012 12:28:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12972 Dopo la pubblicazione del volume L’Umbria nel XIII secolo, l’edizione critica del Liber e l’Indice dei codici, il Comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario della morte della beata Angela (1309 – 2009) ha organizzato anche una mostra dal titolo “Dal Visibile all’Indicibile: crocifissi ed esperienza mistica in Angela da Foligno”.

La mostra s’inaugurerà a palazzo Trinci di Foligno il 6 ottobre (ore 17) e resterà aperta fino al 6 gennaio. Coordinatori scientifici sono Bruno Toscano, Attilio Bartoli Langeli e Massimiliano Bassetti. In mostra sono raccolte “10 immagini al tempo di Angela”, fra il XII e gli ultimi anni del Duecento, opere scelte perché della stessa epoca della mistica, e che Angela ha visto o potrebbe aver visto. Fra di esse, sette illustrano il tema del Crocifisso, una il Compianto, due la Deposizione dalla croce.

Nella esperienza religiosa di Angela da Foligno l’arte ha avuto infatti un posto molto importante. Come in altri mistici e mistiche, visioni ed estasi prendono spesso l’avvio dall’incontro con un dipinto o con una scultura, ma in Angela si sviluppano in un percorso di inconfondibile intensità. La figura che più spesso stimola la sua immaginazione, con esiti visionari impressionanti, è quella del Cristo crocifisso. L’esposizione proporrà per la prima volta anche i più antichi manoscritti medievali (dai primi anni del Trecento fino agli inizi del Quattrocento) che trasmettono il testo del Liber della beata Angela. Malgrado la loro apparenza modesta e ordinaria, sono questi manufatti a recitare la parte dell’“indicibile” evocato dal titolo della mostra.

I codici esposti, infatti, per quanto dimessi e poco sontuosi, ebbero la funzione di divulgare il racconto (redatto dal francescano “frater A.”) della sovrumana e indicibile esperienza mistica vissuta da Angela. Com’è noto, il Liber di Angela fu un’opera identitaria per il partito “radicale” dei francescani, i così detti spirituali, e soprattutto per i leaders di quella fazione, Ubertino da Casale e Angelo Clareno, loro stessi (e, con loro, i segni della propria appartenenza, tra cui proprio il Liber) lungamente perseguitati dal papato avignonese. Fu dunque grazie all’aspetto dimesso che questi manoscritti riuscirono eroicamente a trasmettere la storia, narrata in presa diretta, di una donna che vede e incontra e si inoltra in Dio, anche durante il papato di quel Giovanni XXII (al secolo Jacques de Cahors) che si era spinto ad affermare che nemmeno i beati nella schiera celeste potessero godere della beatifica visione di Dio (e dunque guardarlo direttamente), se non nel giorno del Giudizio universale.

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Come fu l’Umbria al tempo di Angela da Foligno https://www.lavoce.it/come-fu-lumbria-al-tempo-di-angela-da-foligno/ Mon, 16 Jan 2012 10:42:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=449 È stato presentato di recente, nel corso di un convegno a Foligno, il volume L’Umbria del XIII secolo, in occasione delle celebrazioni del VII centenario della morte della beata Angela. Il volume, curato da Enrico Menestò, presidente del Comitato nazionale per i festeggiamenti, è il risultato di una serie di saggi realizzati da vari studiosi che, nel giro di un anno, hanno portato a conclusione le loro ricerche sui vari aspetti della cultura artistica, spirituale e sociale dell’Umbria.
“Si tratta di un’opera poderosa e importante” ha detto Enrica Neri, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Perugia, che ha ripercorso in sintesi, nel corso del convegno, i vari contributi contenuti nel volume (edito dalla Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo di Spoleto). “L’idea – ha sottolineato – era quella di creare uno strumento bibliografico in cui il contesto storico, culturale e figurativo che ha fatto da sfondo alla beata Angela venisse meglio delineandosi in sintesi. Sorprende infatti che, pur essendoci stati nel tempo numerosi contributi significativi che hanno toccato l’Umbria medievale e le vicende spirituali all’interno del Duecento, prevalentemente concentrate nell’esperienza assisiate del grande cantiere di Assisi, hanno lasciato fuori dall’indagine un settore come questo molto importante. Si sentiva l’esigenza di una sintesi interdisciplinare che comprendesse anche il mondo delle arti”.

Il volume affronta le varie tematiche con tagli e approcci differenziati, occupandosi di temi che toccano punti cruciali della nostra cultura. Si parte da un profilo storico che ripercorre la genesi del termine topografico Umbria e le vicende del suo aspetto territoriale, alla luce dei rapporti tra papato e impero, e poi nel complesso cantiere assisiate (Enrico Menestò), per passare alla storia degli Ordini mendicanti (Giovanna Casagrande), alle sedi episcopali nel XIII secolo (Nicolangelo D’Acunto), alle confraternite e agli ospedali (Paola Monacchia), ai santi (Emore Paoli), ai libri e cultura (Massimiliano Bassetti ), fino alla scultura lignea (Elvio Lunghi), alla pittura (Corrado Fratini), all’architettura religiosa (Francesco Scoppola) per concludersi con sguardi d’insieme all’architettura umbra (Fabio Cohen).

Ciò che ha destato più curiosità, e stimolato interrogativi, come ha sottolineato la Neri, è stato il saggio di Corrado Fratini, il quale si è domandato quali opere potrebbe aver visto la Beata, quali avrebbero potuto stimolare e intensificare le sue attitudini, o soltanto sintonizzarsi con essa. “Angela – ha detto ancora la Neri – forse aveva potuto trovare nell’arte che gli stava intorno un tramite per immedesimarsi in quello che considerava il perno della sua fede e della sua mistica. Trattando la pittura, Fratini si è domandato che cosa poteva aver visto Angela, consegnandoci una risposta sapiente, affascinante, attraverso una serie di immagini”.

Prima che i festeggiamenti per il VII centenario della morte della beata Angela (1309-2009) arrivino al traguardo, nel luglio 2012, sarà allestita anche una mostra divisa in due parti: una storico-artistica e una dedicata alla tradizione manoscritta, che si titolerà “Dal visibile all’invisibile. Confini ed esperienza mistica di Angela da Foligno”. La prima parte sarà curata da Bruno Toscano, la seconda da Attilio Bartoli Langeli e Massimiliano Bassetti. C’è già il progetto definitivo. Tra gennaio e febbraio uscirà il censimento completo dei manoscritti del Liber di Angela, a cura di Massimiliano Bassetti, e infine la tanto sospirata edizione critica del Liber.
Il Comitato nazionale per il VIII centenario è stato istituito nel 2009 dal ministero per i Beni e le attività culturali, su proposta del Comune di Foligno e della Società internazionale di studi francescani di Assisi.

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La beata Angela da Foligno potrebbe essere presto santa https://www.lavoce.it/la-beata-angela-da-foligno-potrebbe-essere-presto-santa/ Fri, 17 Dec 2010 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8993 Anche se diversi biografi e scrittori, soprattutto francesi, e anche papi come Paolo III, Pio XI e Giovanni Paolo II l’hanno chiamata santa, Angela da Foligno è più propriamente “beata”, perché il suo culto ab immemorabili fu confermato nel 1701 da Clemente XI con questo titolo.

Il desiderio di giungere alla canonizzazione è sempre stato forte nel corso dei secoli, ma è cresciuto soprattutto in quest’ultimo ventennio. Ecco allora la bella notizia: la Congregazione delle cause dei santi ha riconosciuto la validità giuridica del lavoro svolto nell’inchiesta diocesana istruita nel 1994 e ora procederà alla nomina di un relatore per redigere la Positio. Una tappa davvero importante nel lungo iter previsto per una causa di canonizzazione. Se si raggiungerà lo scopo, la figura di Angela, la cui popolarità non è stata mai pari alla sua grandezza, non rimarrà più confinata prevalentemente nell’ambito colto e specialistico, ma verrà a contatto con un crescente numero di persone, arricchendole spiritualmente con la sua preziosa eredità.

La Santa in Romania

Da circa un anno, nella chiesa del monastero delle Clarisse di Roman in Romania, intitolato a “Santa Maria degli Angeli”, si può ammirare una bella vetrata dedicata alla beata Angela da Foligno. Si tratta di un’opera dell’artista Francesco Manlio Lodigiani, che ha eseguito tutte e sei le vetrate della chiesa rifacendosi tecnicamente al metodo costruttivo medioevale, giunto invariato sino ai nostri giorni. La vetrata si può dividere in tre parti. In basso, ai piedi di Angela, si scorgono gli elementi che un tempo erano lo scopo della sua vita: gioielli, denaro e tutte le vanità, rappresentate da uno specchio rotto. Frammenti di una vita “spericolata”, inconsistente e vuota, che dal 1285 prese fortunatamente un’altra direzione, avendo Angela incontrato Dio, “seduttore dei cuori”. Al centro della vetrata è raffigurata Angela che abbraccia Gesù Bambino. Il riferimento è a un bellissima visione che Angela ebbe il 2 febbraio 1301 nella chiesa di San Francesco in Foligno: la Vergine Maria entra in chiesa, si accosta alla veggente e le mette in braccio Gesù. Racconta Angela: “Il Bambino mi restò nudo tra le braccia, aprì gli occhi, li alzò verso di me e mi guardò. Nel guardare quegli occhi provai tanto amore, che fui completamente avvinta. Avvicinai il mio viso al suo e accostai la mia guancia alla sua. Vedendo i suoi occhi che si aprivano e si rivolgevano a me, sentii come un fuoco dentro di me. Un bene, una felicità indescrivibile promanava dal Bambino e dai suoi occhi”.

Il mistero del Figlio di Dio incarnato o “umanato” ha fatto sempre ardere d’amore il cuore della Folignate. Nella parte più alta è rappresentato il mistero eucaristico, anch’esso centrale nella spiritualità di Angela, come dimostrano le sue frequenti visioni ed esperienze estatiche legate a Cristo eucaristia. Se la vetrata di Roman fosse stata più grande, non sarebbe potuto mancare il tema del Cristo crocifisso o “passionato”, che tanta parte ebbe nella vicenda spirituale di Angela. Merita invece di essere segnalato che, nella vetrata gemella, spicca la figura di Giovanni Paolo II, il papa che il 20 giugno del 1993 si recò a Foligno per pregare presso la tomba della grande Mistica folignate e la propose a tutti come “fulgido esempio di virtù evangeliche, maestra sapiente di discernimento cristiano e guida sicura nel cammino della perfezione”.

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La prima effigie della Beata Angela https://www.lavoce.it/la-prima-effigie-della-beata-angela/ Fri, 12 Nov 2010 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8886 É stata riscoperta una preziosa formella lignea del XV secolo con l’effige della beata Angela da Foligno al di sopra degli stalli superiori del coro ligneo della basilica francescana di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Il prof. Domenico Alfonsi, direttore del Cenacolo della beata Angela in Foligno, tra il maggiori studiosi italiani di mistica francescana, trovandosi a Venezia per una lectio publica ha fatto la sensazionale scoperta che la Beata già nel 1468 era esposta alla venerazione dei Francescani ed era oggetto di culto da parte dei fedeli.

Padre Domenico, ci racconti com’è avvenuta la scoperta. “Ero a Venezia ed ho voluto visitare la splendida basilica francescana di S. Maria Gloriosa dei Frari per verificare di persona una notizia che conoscevo da tempo: una formella lignea riproducente la beata Angela si sarebbe trovata nel coro ligneo di quella chiesa”. Il coro stesso ha un valore eccezionale, vero? “È l’unico esempio in Venezia rimasto nella sua originaria posizione e struttura; si trova al centro della chiesa. È un capolavoro di una famiglia di intagliatori, i Cozzi di Vicenza. È alto m 4,50; largo m 13,70 e lungo m16; ci sono 124 stalli, 50 nell’ordine superiore, 40 nel medio e 34 nell’inferiore. Gli stalli più in alto sono i più preziosi, esempio superbo dell’arte del legno a Venezia”.

Ed è qui che ha riscoperto l’effige della beata Angela? “Sono salito all’ordine superiore degli stalli del coro insieme con il padre Apollonio e la prof.ssa Ornella Doria. Abbiamo cominciato la ricerca dal lato della sacrestia riconoscendo con una certa facilità 25 santi francescani, a iniziare da san Francesco, ma di Angela nessuna traccia. Passando al lato opposto, tra il Redentore, la Vergine Maria, gli arcangeli ed altri santi, proprio in mezzo, c’è lei, la nostra beata Angela da Foligno con segni inequivocabili: il libro e la croce. Facile ricordare una sua frase fulminante: ‘O figlio carissimo, se desideri ardentemente la luce della grazia di Dio, se vuoi allontanare il cuore da tutti gli affanni, se vuoi domare tutte le tentazioni, se vuoi essere perfetto nella via di Dio, non porre indugi nel metterti a correre dietro la croce di Gesù, vero libro della vita’”.

Quali indicazioni di valore possiamo trarre da questo ritrovamento? “La data della costruzione del coro, 1468, risulta di notevole importanza. Infatti quest’immagine, se si esclude un capolettera del codice 150 della Trivulziana di Milano, datato alla fine del XIV – inizio XV secolo, risulta essere la prima vera immagine che conosciamo della beata Angela da Foligno, non riprodotta né citata in nessuna raccolta di iconografia angelana. Inoltre risulta stupefacente come sia stata inserita in un coro così prestigioso alla venerazione dei religiosi e dei fedeli, quando ancora il suo Liber circolava in codici clandestini o almeno molto riservati e guardati con sospetto. Infine, ed è la cosa più degna di riflessione, non le era stata riconosciuta ancora nessuna forma di venerazione pubblica, poiché soltanto il 30 aprile 1701 fu concesso dalla Sacra Congregazione, caso eccezionale, l’ufficio liturgico per il clero di Foligno e per i frati minori Conventuali, custodi da sempre del corpo di Angela”.

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Angela e la Lubich mistiche per l’oggi https://www.lavoce.it/angela-e-la-lubich-mistiche-per-loggi/ Fri, 21 May 2010 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8461 “Angela da Foligno e Chiara Lubich, due mistiche per il III millennio” è il tema di un convegno promosso dal Cenacolo della beata Angela, dal movimento dei Focolarini, dalla diocesi e dal Comune di Foligno nel quadro delle numerose iniziative di studio e di approfondimento realizzate per il VII centenario della beata Angela.

Sabato 22 maggio alle ore 15.30 presso il convento di San Francesco di Foligno sul tema generale del convegno interverranno: il prof. Fabio Ciardi, omi, ordinario presso il Claretianum di Roma, su “Angela da Foligno e Chiara Lubich nel mistero trinitario”, la prof. Linda Ciccarelli, docente nell’istituto Mystici Corporis di Loppiano (Fi) su “Chiara nel mondo contemporaneo”; il prof. Domenico Alfonsi, presidente del Cenacolo della beata Angela, su “Angela, ancora attuale?”. Seguirà il dialogo con gli intervenuti e, infine, un intervento musicale. Su questa iniziativa abbiamo intervistato padre Alfonsi, direttore del Cenacolo.

Padre, due mistiche a confronto, perché? “Il Cenacolo nelle celebrazioni centenarie ha voluto includere non solo tematiche che esplorassero la figura, la spiritualità e il messaggio della beata Angela, ma ha voluto proporre dei raffronti con figure significative del nostro tempo”.

Quale figura avete già approfondito? “La prima presa in considerazione è stata Edith Stein (1891 – 1942), la carmelitana ebrea morta nel campo di concentramento nazista di Auschwitz; ed ora Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari”. Chiara Lubich si è nutrita di spiritualità francescana, e se ricordiamo bene nell’immediato dopoguerra ebbe un autorevole guida spirituale in Leon Veuthey, francescano conventuale con il quale ebbe anche rapporti epistolari. “Certo. Chiara anch’essa si è nutrita della spiritualità francescana. Ora si vuole indagarne il ‘nocciolo duro’, cioè quello mistico, che sta a fondamento della prodigiosa e plurima attività svolta da subito dopo la Seconda guerra mondiale fino alla sua morte”.

Dove porterà questo raffronto? “Ci porterà a vedere le differenze, ma soprattutto le affinità tra queste due donne per quanto riguarda il mistero trinitario, il Cristo ‘passionato’ di Angela e il Gesù ‘abbandonato’ di Chiara con le relative conseguenze che ne scaturiranno”. Per Angela è riconquistare uno spazio e un interesse adeguato per la sua altissima spiritualità, anche nel nostro tempo, sempre più assetato di valori assoluti.

Vogliamo qui ricordare la visita di Giovanni Paolo II a Foligno il 20 giugno 1993 e la sosta nella chiesa di San Francesco, dinanzi all’urna della Beata. Una visita che ha richiamato l’attenzione del mondo intero sulla figura di una delle più grandi mistiche cristiane, il cui processo di canonizzazione è ancora in corso. La sua festa si celebra a Foligno, città e diocesi, e in Umbria, il 4 gennaio e le Famiglie francescane la ricordano nello stesso giorno. Alla manifestazione hanno dato il patrocinio il ministero dei Beni e le attività culturali, la Cei, la Ceu, la Provincia Serafica ofm-conv dell’Umbria, la Facoltà teologica San Bonaventura di Roma, l’Istituto teologico di Assisi, la Regione Umbria e la Provincia di Perugia.

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Presentato il volume “La teologia spirituale di Angela da Foligno” di mons. Giovanni Benedetti https://www.lavoce.it/presentato-il-volume-la-teologia-spirituale-di-angela-da-foligno-di-mons-giovanni-benedetti/ Fri, 05 Feb 2010 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8210 Si è svolta il 23 gennaio presso palazzo Trinci di Foligno la presentazione del volume La teologia spirituale di Angela da Foligno, di mons. Giovanni Benedetti (Edizioni del Galluzzo). Alla cerimonia erano presenti, oltre all’autore, mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno, mons. Mario Sensi e l’assessore comunale alla Cultura, Elisabetta Piccolotti. Ad aprire l’incontro le parole di mons. Sigismondi: “Con questa opera mons. Benedetti inserisce una perla preziosa nel vasto repertorio delle sue pubblicazioni. È proprio diventando vescovo emerito di Foligno che ha iniziato una stagione fecondissima di studio e di pubblicistica”.

Il Vescovo emerito “rivela il suo profilo di appassionato studioso della beata Angela, di cui rilegge il Liber in un fitto dialogo con le fonti della tradizione cristiana”, un sigillo per il VII centenario della morte della grande mistica folignate appena concluso. Nella sua accurata riflessione mons. Betori ha affermato che “trarre dalle pagine di Angela i contenuti di una riflessione teologica è l’orizzonte in cui si pone il libro di mons. Benedetti”.

Ha poi esposto il tentativo di illuminare l’esperienza mistica di Angela alla luce della tradizione patristica e medievale. Infatti “la ben nota competenza di mons. Benedetti nel districarsi nel mare vasto dei Padri della Chiesa, eredità della frequentazione del grande teologo che gli fu maestro e amico Hénri de Lubac, si traduce nella ricerca dei possibili retroterra patristici e teologico-medievali che ci aiutano ad interpretare i contenuti del libro di Angela”.Mons. Benedetti diventa così “impareggiabile guida nel rannodare i contenuti teologici dell’esperienza angelana con il filo di quei primi secoli della vicenda cristiana in cui la teologia è nata e da cui essa sempre trae i suoi migliori impulsi”.

Mons. Betori ha poi proposto qualche annotazione sul disegno che percorre l’intero Liber di Angela. Il testo di Benedetti intercala testi di Angela ad una rilettura che, appoggiandosi sui testi della tradizione, ci conduce per mano nella pagine del Liber. Il primo capitolo ha funzione introduttiva, poi capitolo dopo capitolo si sviluppano le varie tappe dell’esperienza mistica della beata folignate. L’Arcivescovo di Firenze ha concluso infine il suo intervento con il ringraziare Benedetti “per la sua operosa e luminosa età da emerito e per questo suo ulteriore dono di sapienza legato alla figura della più grande figlia di questa città”.

A ringraziare l’autore anche mons. Sigismondi: “Avvicinando mons. Benedetti, ho scoperto che la discrezione è la forma più alta di attenzione, e questo atteggiamento lo ha tradotto nel libro. Si è fatto da parte senza mettersi in disparte. Grazie per questa lezione così magistrale”.

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Teologia: femminile singolare https://www.lavoce.it/teologia-femminile-singolare/ Fri, 18 Dec 2009 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8091 Il Memoriale di Angela da Foligno è senza dubbio uno dei più importanti testi classici della spiritualità femminile medievale in ambito italiano. Vi si racconta la straordinaria esperienza mistica di Dio vissuta dalla Beata folignate. Un’opera complessa verso la quale, specie negli ultimi anni, si sono concentrate le attenzioni di diversi studiosi, sia italiani che stranieri. In occasione del 7° centenario del transito della Beata, Massimo Vedova, frate della serafica provincia di San Francesco, ha di recente dato alle stampe Esperienza e dottrina. Il Memoriale di Angela da Foligno, (Roma 2009, Istituto storico dei cappuccini) testo frutto di un’accurata analisi lessicale, ponendo l’attenzione soprattutto sulla relazione Dio – anima. Redattore del Memoriale fu un frate, confessore di Angela, conosciuto solo per l’iniziale del nome, A., il quale trascrisse tutto ciò che la beata gli confidava sulla sua esperienza mistica con Dio. In particolare mostra i trenta passi che l’anima compie raggiungendo l’intima comunione con Dio.

Come scrive nella presentazione al volume fra Bernardo Commodi, ministro provinciale dell’Umbria, “l’intento del redattore non è di fornire un’opera agiografica ma, come egli chiaramente afferma nel prologus, di mostrare e descrivere un’esperienza vissuta di Dio e la dottrina che ad essa si riferisce; l’intento cioè è di fare teologia”. Un testo dunque innovativo – prosegue padre Bernardo, – sia perché “scritto da una donna in un momento storico in cui le donne avevano un ruolo del tutto marginale nella vita sociale ed ecclesiale, ma soprattutto per le sue vicende redazionali, per la relazione vissuta dallo scriba, frate A, e da Angela da Foligno durante la stesura del testo e per la sua pretesa di fare teologia in maniera del tutto diversa da quella ufficiale delle Università”. Massimo Vedova, per analizzare il Memoriale, sceglie il codice A, uno dei testi più attendibili tra quelli giunti fino a noi. Ne fa un’analisi strutturale cercando di cogliere l’impostazione teologica, in un continuo confronto tra Angela e il frate scrittore, e di svelare la loro relazione nella scrittura del testo.

In particolare Vedova intende meglio capire Angela nel suo modo di esprimersi, tentando di evidenziare nei testi l’influsso del frate minore teologo. E questo lo fa tramite un’attenta indagine strutturale del testo, con l’analisi dei singoli verbi e dei sintagmi. “Affrancando il testo da interpretazioni teologiche precostituite – spiega ancora nella presentazione padre Commodi – si avvicina ad esso cercando le sue motivazioni intime, mostrando il suo evidente riferimento implicito ad una narrazione orale e prima ancora ad un vissuto effettivo”.

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I cento diversi volti di Angela https://www.lavoce.it/i-cento-diversi-volti-di-angela/ Fri, 11 Dec 2009 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8085 Nell’originale “scrigno” d’arte contemporanea rappresentato dalla chiesa parrocchiale di Maria Santissima Assunta in Scopoli, è stato presentato sabato 5 dicembre il catalogo del “Master in arte sacra sulla beata Angela da Foligno”, che ha avuto luogo in settembre e le cui opere sono visibili nel castello di Scopoli. Alla presentazione è intervenuto il vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi, che ha messo in luce il rapporto tra bellezza e verità, anima del dialogo tra gli artisti, cercatori del Bello, e la Chiesa, che attraverso la committenza delle opere d’arte segue gli artisti indicando il significato teologico più vero e profondo. Proprio la figura di Angela da Foligno si è rivelata un terreno fecondo su cui far crescere il dialogo tra Bello e Vero.

Angela è stata una donna del popolo: assidua frequentatrice dell’alta società folignate, madre, vedova, e infine povera penitente impegnata con tutta se stessa nella ricerca di Dio e nella sequela di Cristo. In altre parole, possiamo sovrapporre al volto di Angela quello di ciascuno di noi, e questa intuizione è stata fatta propria dai giovani artisti che hanno preso parte al master di Scopoli. In molti hanno raffigurato Angela con un volto familiare: quello di un’amica, quello della madre, persino il proprio. Angela è davvero una di noi, perché il suo cuore – come il cuore di ogni uomo, che ne sia consapevole o meno – palpita cercando Dio.

L’assenza di una rigida iconografia angelana ha consentito agli artisti di confrontarsi con la Maestra dei teologi in una pluralità di rappresentazioni diverse. Alcuni hanno preferito soluzioni tradizionali, improntate al realismo, mentre altri si sono spinti verso personalissime sintesi dell’esperienza mistica. Tra i temi più ricorrenti, la croce, spesso trasfigurata e chiaramente rappresentata come strumento di redenzione piuttosto che di morte; l’eucaristia, banchetto e via verso la piena comunione in Cristo tra l’uomo e Dio; la santità, presente ora come fuoco divino che brucia e purifica, ora come prodotto di un percorso di conversione.

Anche il tema dell’ineffabilità dell’esperienza mistica, tipicamente angelano, ritorna in molte opere. È evidente come gli artisti che espongono a Scopoli siano consapevoli del rimprovero di Angela a frate A., dalla cui penna esce la cronaca, inevitabilmente “secca e arida”, di un’inenarrabile esperienza mistica. Opera certo non semplice, la trasposizione dell’esperienza mistica nell’arte si rivela di grande interesse se mediata dalla pluralità dei linguaggi artistici del nostro tempo. La sorpresa che dilata lo sguardo di Angela, la luce che irrompe, i veli che impediscono di vedere chiaramente e i tratti resi quasi impalpabili sono alcuni degli elementi che meglio rendono l’idea dell’ineffabilità dell’incontro di Angela con il Cristo “passionato”.

In questo modo gli artisti hanno voluto veicolare il senso di un’esperienza che non può essere direttamente ricondotta alla teoria, inserendosi nello snodo che rappresenta una delle dimensioni più affascinanti del Liber angelano, cioè l’impossibilità di trascrivere l’esperienza mistica in termini di scienza teologica senza perdere parte della sua vivacità. A noi uomini, come ad Angela, resta un varco strettissimo, un foro nel legno, una celletta: l’angusto spazio dell’incontro con Dio che per grazia ci lascia “assaggiare” in questa vita – anche se per un solo attimo – la dolcezza propria della comunione perfetta con lui.

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