alzheimer Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/alzheimer/ Settimanale di informazione regionale Tue, 19 Sep 2023 15:01:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg alzheimer Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/alzheimer/ 32 32 Alzheimer, un seminario promosso dalla diocesi di Assisi in occasione della Giornata mondiale https://www.lavoce.it/alzheimer-un-seminario-promosso-dalla-diocesi-di-assisi-in-occasione-della-giornata-mondiale/ https://www.lavoce.it/alzheimer-un-seminario-promosso-dalla-diocesi-di-assisi-in-occasione-della-giornata-mondiale/#respond Tue, 19 Sep 2023 13:44:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73397

Viva partecipazione al seminario di sensibilizzazione informativo-esperienziale in merito alla presa in carico assistenziale di persone affette da malattie di Alzheimer dal titolo “Alzheimer tra bisogni e desideri” organizzato dall’Ufficio di Pastorale della Salute della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino dal Centro Diurno Alzheimer del Distretto Sanitario dell’Assisano, dall’Associazione di promozione sociale “La Zattera” e dal  Consorzio “Auriga”.

Seminario il 16 settembre in occasione della Giornata dell'Alzheimer

L’iniziativa, aperta alla cittadinanza, ha avuto il patrocinio dell’Azienda Usl Umbria1 e si è svolta sabato 16 settembre presso il centro diurno Alzheimer, in Via Bevagna a Bastia Umbra ed è stata proposta in vista della giornata dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) , che ricorre il 21 settembre di ogni anno.

I saluti istituzionali

Dopo la presentazione dei lavori da parte della direttrice dell’Ufficio di pastorale della Salute diocesana, Marina Menna -medico geriatra-, che ha condotto anche la moderazione del seminario,  la mattinata si è aperta con i saluti istituzionali del vicario generale della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, don Jean Claude Hazoumé, che ha avuto parole di incoraggiamento per i pazienti e le loro famiglie; del primo cittadino di Bastia Umbra  il sindaco Paola Lungarotti, che ha sottolineato l’aspetto olistico della persona verso la quale deve essere orientata la sinergia degli interventi  in un’ottica di salute complessiva della comunità; dell’assessore ai Servizi Sociali e Sanità del Comune di Assisi, Massimo Paggi, che si è soffermato sull’importanza  dell’ascolto dei bisogni dei pazienti e delle famiglie e della direttrice del Distretto Sanitario dell’Assisano dell’Azienda Usl Umbria1, Ilaria Vescarelli. Quest’ultima ha illustrato anche l’articolazione della rete dei Servizi presenti nel Distretto Sanitario dell’Assisano prevista per la presa in carico di pazienti affetti da questa malattia.

Le parole della dott.ssa Ilaria Vescarelli

In Italia le demenze - ha sottolineato la Dott.ssa Vescarelli-  hanno una prevalenza superiore al milione di casi e la malattia di Alzheimer ne rappresenta il 60%. È una malattia neurodegenerativa età dipendente e conduce alla perdita delle autonomie. Circa tre milioni di persone risultano coinvolte direttamente o indirettamente nell’assistenza. In Umbria l’8% di persone di età superiore ai 65 anni soffre di M. di Alzheimer e si stima che il costo medio a persona a carico del SSN sia di circa 70.000 Euro all’anno a cui si aggiungono gli oneri a carico della famiglia. Il medico di medicina generale rappresenta il primo anello della rete dei servizi , colui che può intercettare, grazie anche all’utilizzo di questionari strutturati orientativi cui sottoporre il paziente ed i familiari, i primi sintomi di declino delle funzioni cognitive ed inviare il paziente a visita specialistica neurologica/geriatrica per approfondimenti clinici e di tipo neuropsicologico, i cui referti costituiscono necessari attestati documentali per l’istruzione della pratica di invalidità civile. A seguito di tali valutazioni, integrate anche da quella dei Servizi Sociale, potrà essere delineato per la persona un percorso terapeutico-riabilitativo individualizzato che potrà essere supportato a domicilio o in strutture dedicate quali laboratori cognitivi, centri diurni Alzheimer, laboratori riabilitativi psico-sociali”.

I temi affrontati nel corso del seminario

Nella prima parte del seminario, le relazioni che si sono poi succedute hanno affrontato le tematiche dell’assistenza ai pazienti affetti da Alzheimer, le risorse disponibili per le famiglie e le iniziative promosse per affrontare questa malattia. Sono intervenute Rita Antonini – medico responsabile del “Centro diurno Alzheimer” del Distretto sanitario dell’Assisano, che ha illustrato le attività del Centro attivo da ben 14 e che attualmente ospita 20 pazienti; Caterina Calello - presidente dell’Associazione di promozione Sociale per malattia di Alzheimer “La Zattera” che organizza attività psico-sociali ed emotivo-creative settimanali per pazienti ed incontri di mutuo aiuto e di formazione per familiari e caregivers e  Liana Cicchi- Presidente del “Consorzio Auriga” che eroga servizi per malati di Alzheimer. Dopo gli interventi è scaturito un interessante dibattito e si è data voce anche a toccanti testimonianze di familiari di pazienti che frequentano il Centro diurno.

Attività esperienziali di arteterapia

La seconda parte del seminario è stata dedicata a far fruire ai partecipanti attività esperienziali di arteterapia, condotte dall’arteterapeuta Costantina Betti e dalla psicologa-psicoterapeuta Maria Grazia Rossi e di musicoterapia guidate dal musicoterapeuta Maurizio Vignaroli. Il tutto finalizzato ad offrire una prospettiva pratica sull’uso delle terapie creative che vengono utilizzate negli interventi psico-sociali dell’anziano malato di Alzheimer per migliorarne la qualità della vita. Al termine un momento di preghiera con don Maurizio Biagioni.

Le conclusioni di Marina Menna

La mattinata odierna ha avuto un significato particolare- ha concluso al termine del seminario la moderatrice Marina Menna - in quanto abbiamo posto e focalizzato la nostra attenzione sui molteplici bisogni e sulla sofferenza delle persone affette da malattia di Alzheimer e sulle loro famiglie, realizzando un atto comunitario di incontro e solidarietà a sostegno e celebrazione della Giornata mondiale ad essi dedicata. Dobbiamo avere fiducia nella ricerca scientifica, sia in ambito diagnostico che farmacologico che continua a dare i suoi frutti e promuovere anche lo sviluppo di approcci integrati di trattamento, comprensivi di laboratori riabilitativi cognitivi/motori/occupazionali, attività creative, psico-sociali, assistenziali volte al miglioramento della qualità di vita dei malati malato e dei loro familiari.]]>

Viva partecipazione al seminario di sensibilizzazione informativo-esperienziale in merito alla presa in carico assistenziale di persone affette da malattie di Alzheimer dal titolo “Alzheimer tra bisogni e desideri” organizzato dall’Ufficio di Pastorale della Salute della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino dal Centro Diurno Alzheimer del Distretto Sanitario dell’Assisano, dall’Associazione di promozione sociale “La Zattera” e dal  Consorzio “Auriga”.

Seminario il 16 settembre in occasione della Giornata dell'Alzheimer

L’iniziativa, aperta alla cittadinanza, ha avuto il patrocinio dell’Azienda Usl Umbria1 e si è svolta sabato 16 settembre presso il centro diurno Alzheimer, in Via Bevagna a Bastia Umbra ed è stata proposta in vista della giornata dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) , che ricorre il 21 settembre di ogni anno.

I saluti istituzionali

Dopo la presentazione dei lavori da parte della direttrice dell’Ufficio di pastorale della Salute diocesana, Marina Menna -medico geriatra-, che ha condotto anche la moderazione del seminario,  la mattinata si è aperta con i saluti istituzionali del vicario generale della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, don Jean Claude Hazoumé, che ha avuto parole di incoraggiamento per i pazienti e le loro famiglie; del primo cittadino di Bastia Umbra  il sindaco Paola Lungarotti, che ha sottolineato l’aspetto olistico della persona verso la quale deve essere orientata la sinergia degli interventi  in un’ottica di salute complessiva della comunità; dell’assessore ai Servizi Sociali e Sanità del Comune di Assisi, Massimo Paggi, che si è soffermato sull’importanza  dell’ascolto dei bisogni dei pazienti e delle famiglie e della direttrice del Distretto Sanitario dell’Assisano dell’Azienda Usl Umbria1, Ilaria Vescarelli. Quest’ultima ha illustrato anche l’articolazione della rete dei Servizi presenti nel Distretto Sanitario dell’Assisano prevista per la presa in carico di pazienti affetti da questa malattia.

Le parole della dott.ssa Ilaria Vescarelli

In Italia le demenze - ha sottolineato la Dott.ssa Vescarelli-  hanno una prevalenza superiore al milione di casi e la malattia di Alzheimer ne rappresenta il 60%. È una malattia neurodegenerativa età dipendente e conduce alla perdita delle autonomie. Circa tre milioni di persone risultano coinvolte direttamente o indirettamente nell’assistenza. In Umbria l’8% di persone di età superiore ai 65 anni soffre di M. di Alzheimer e si stima che il costo medio a persona a carico del SSN sia di circa 70.000 Euro all’anno a cui si aggiungono gli oneri a carico della famiglia. Il medico di medicina generale rappresenta il primo anello della rete dei servizi , colui che può intercettare, grazie anche all’utilizzo di questionari strutturati orientativi cui sottoporre il paziente ed i familiari, i primi sintomi di declino delle funzioni cognitive ed inviare il paziente a visita specialistica neurologica/geriatrica per approfondimenti clinici e di tipo neuropsicologico, i cui referti costituiscono necessari attestati documentali per l’istruzione della pratica di invalidità civile. A seguito di tali valutazioni, integrate anche da quella dei Servizi Sociale, potrà essere delineato per la persona un percorso terapeutico-riabilitativo individualizzato che potrà essere supportato a domicilio o in strutture dedicate quali laboratori cognitivi, centri diurni Alzheimer, laboratori riabilitativi psico-sociali”.

I temi affrontati nel corso del seminario

Nella prima parte del seminario, le relazioni che si sono poi succedute hanno affrontato le tematiche dell’assistenza ai pazienti affetti da Alzheimer, le risorse disponibili per le famiglie e le iniziative promosse per affrontare questa malattia. Sono intervenute Rita Antonini – medico responsabile del “Centro diurno Alzheimer” del Distretto sanitario dell’Assisano, che ha illustrato le attività del Centro attivo da ben 14 e che attualmente ospita 20 pazienti; Caterina Calello - presidente dell’Associazione di promozione Sociale per malattia di Alzheimer “La Zattera” che organizza attività psico-sociali ed emotivo-creative settimanali per pazienti ed incontri di mutuo aiuto e di formazione per familiari e caregivers e  Liana Cicchi- Presidente del “Consorzio Auriga” che eroga servizi per malati di Alzheimer. Dopo gli interventi è scaturito un interessante dibattito e si è data voce anche a toccanti testimonianze di familiari di pazienti che frequentano il Centro diurno.

Attività esperienziali di arteterapia

La seconda parte del seminario è stata dedicata a far fruire ai partecipanti attività esperienziali di arteterapia, condotte dall’arteterapeuta Costantina Betti e dalla psicologa-psicoterapeuta Maria Grazia Rossi e di musicoterapia guidate dal musicoterapeuta Maurizio Vignaroli. Il tutto finalizzato ad offrire una prospettiva pratica sull’uso delle terapie creative che vengono utilizzate negli interventi psico-sociali dell’anziano malato di Alzheimer per migliorarne la qualità della vita. Al termine un momento di preghiera con don Maurizio Biagioni.

Le conclusioni di Marina Menna

La mattinata odierna ha avuto un significato particolare- ha concluso al termine del seminario la moderatrice Marina Menna - in quanto abbiamo posto e focalizzato la nostra attenzione sui molteplici bisogni e sulla sofferenza delle persone affette da malattia di Alzheimer e sulle loro famiglie, realizzando un atto comunitario di incontro e solidarietà a sostegno e celebrazione della Giornata mondiale ad essi dedicata. Dobbiamo avere fiducia nella ricerca scientifica, sia in ambito diagnostico che farmacologico che continua a dare i suoi frutti e promuovere anche lo sviluppo di approcci integrati di trattamento, comprensivi di laboratori riabilitativi cognitivi/motori/occupazionali, attività creative, psico-sociali, assistenziali volte al miglioramento della qualità di vita dei malati malato e dei loro familiari.]]>
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Giornata mondiale dell’Alzheimer celebrata al ‘Villaggio della Carità’ https://www.lavoce.it/giornata-mondiale-dellalzheimer-celebrata-al-villaggio-della-carita/ Thu, 22 Sep 2022 11:30:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68729 giornata mondiale dell'alzheimer

"E’ più che positivo il bilancio di questa Giornata mondiale dell'Alzheimer celebrata alla Caritas diocesana di Perugia insieme ad A.M.A.T.A. Umbria che compie oggi venticinque anni di attività. Nel 1997, quando l'associazione è nata, non c’era nulla in Umbria per aiutare i malati e le loro famiglie. Oggi abbiamo molti motivi di speranza, perché, in ambito regionale, c’è un’attenzione, è operativo un tavolo delle demenze dove non si parla solo della malattia e di chi la cura, ma anche delle necessità". A sottolinearlo è stata la geriatria Annalisa Longo, presidente di A.M.A.T.A. (Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer) Umbria odv, a margine di una tavola rotonda tenutasi il 21 settembre, Giornata mondiale dell'Alzheimer, al Villaggio della Carità di Perugia. Sono intervenuti l’assessore comunale alle Politiche sociali, la responsabile regionale Assistenza territoriale-Settore demenze, Paola Casucci, il direttore S.C Geriatria, Università degli Studi-Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia, Patrizia Mecocci, la referente regionale Tavolo demenze Istituto Superiore Sanità, Annalaura Spinelli, il direttore sanitario della Residenza protetta Fontenuovo, Simonetta Cesarini, e il responsabile sanitario Fondazione Creusa Brizi Bittoni, Giuseppe Menculini.

L’amore per gli anziani

Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nel portare il saluto dell’organismo pastorale operativo della Chiesa impegnato da anni a sostenere anziani e loro familiari in difficoltà, ha parlato della sua esperienza diretta con l’Alzheimer. "Dal 1996 al 2012 la mia famiglia -ha raccontato- è stata visitata dall’Alzheimer…, una nonna fantastica che per sedici anni è stata malata. Aver potuto avere accesso ai centri diurni è stato un grande respiro per la mia famiglia. Papà e mamma erano giovani e scelsero di accompagnare in casa la nonna nel percorso della sua malattia, ma se fossero stati anziani avrebbero avuto necessariamente bisogno di un aiuto esterno, come accade per tante famiglie. L’esempio che ho vissuto in casa, quello dell’amore alla nonna, è stato uno degli esempi più grandi di vita che cerco di portare anche in Caritas. Nel 2021 sono stati fatti sessanta mila interventi di carità e dieci mila persone sono state ascoltate tra cui diverse con problemi di solitudine nel cammino di vicinanza alle demenze".

Povertà non solo materiale

"È per me una gioia immensa -ha proseguito il sacerdote- che la Caritas possa essere cassa di risonanza di quanto è emerso in questo incontro. Affrontare anche questa patologia, che crea una condizione di povertà non solo materiale, rientra nella missione della Caritas: dare voce a tutte le forme di povertà! Negli ultimi due anni segnati dalla pandemia, abbiamo portato avanti i progetti Argento vivo e Fili d’argento per aiutare gli anziani scivolati nell’isolamento sociale. Speriamo di aver contribuito, anche se in maniera minima, alla prevenzione, perché, aver visto arrivare al Villaggio anziani stanchi, soli…, e ripartire in gruppo con il sorriso, con il desiderio di relazionarsi anche con momenti conviviali e visite a musei…, è molto importante".

Prevenire, meglio che curare

Sulla necessità della prevenzione si sono soffermati tutti gli intervenuti. La presidente di A.M.A.T.A., richiamandosi alle parole dell’assessore comunale alle Politiche sociali, ha apprezzato la nuova progettualità del Comune di Perugia.  "Un azione che, non solo ha risposto alle nostre richieste di fare del capoluogo umbro una città amica delle persone con demenza, ma in una esperienza di co-housing ci sarà uno spazio dover portare le nostre attività di stimolazione cognitiva importantissima nelle persone anziane con o senza lievi problemi di memoria, per prevenire l’insorgenza della malattia o posticiparla il più possibile. La stimolazione cognitiva che si fa nei centri diurni -ha concluso la geriatria- è necessaria soprattutto nei malati già con demenza conclamata, perché impedisce il peggioramento rapido della malattia, aiutando a mantenere le funzioni residue. Gli stessi centri diurni hanno anche il grande beneficio per i familiari nel consentire loro di avere delle ore per altre attività mentre il malato è impegnato nella struttura".

Le iniziative messe in campo

Intanto, sempre presso il Villaggio della Carità, da metà ottobre a metà di novembre, il mercoledì pomeriggio, si terranno degli incontri per familiari e volontari promossi da A.M.A.T.A. in collaborazione con la Caritas (per maggiori info: www.amataumbria.it). La stessa Caritas ha avviato progetti riguardanti, in particolare, i laboratori di musicoterapia, di tecnologie digitali per come utilizzare al meglio cellulari e pc, di cucina, di orticoltura e di cucito creativo. Inoltre, attraverso la mensa Don Gualtiero, attiva dallo scorso maggio, gli anziani possono consumare il pasto non più in solitudine, ma in un ambiente dove si tessano nuove relazioni.    ]]>
giornata mondiale dell'alzheimer

"E’ più che positivo il bilancio di questa Giornata mondiale dell'Alzheimer celebrata alla Caritas diocesana di Perugia insieme ad A.M.A.T.A. Umbria che compie oggi venticinque anni di attività. Nel 1997, quando l'associazione è nata, non c’era nulla in Umbria per aiutare i malati e le loro famiglie. Oggi abbiamo molti motivi di speranza, perché, in ambito regionale, c’è un’attenzione, è operativo un tavolo delle demenze dove non si parla solo della malattia e di chi la cura, ma anche delle necessità". A sottolinearlo è stata la geriatria Annalisa Longo, presidente di A.M.A.T.A. (Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer) Umbria odv, a margine di una tavola rotonda tenutasi il 21 settembre, Giornata mondiale dell'Alzheimer, al Villaggio della Carità di Perugia. Sono intervenuti l’assessore comunale alle Politiche sociali, la responsabile regionale Assistenza territoriale-Settore demenze, Paola Casucci, il direttore S.C Geriatria, Università degli Studi-Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia, Patrizia Mecocci, la referente regionale Tavolo demenze Istituto Superiore Sanità, Annalaura Spinelli, il direttore sanitario della Residenza protetta Fontenuovo, Simonetta Cesarini, e il responsabile sanitario Fondazione Creusa Brizi Bittoni, Giuseppe Menculini.

L’amore per gli anziani

Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nel portare il saluto dell’organismo pastorale operativo della Chiesa impegnato da anni a sostenere anziani e loro familiari in difficoltà, ha parlato della sua esperienza diretta con l’Alzheimer. "Dal 1996 al 2012 la mia famiglia -ha raccontato- è stata visitata dall’Alzheimer…, una nonna fantastica che per sedici anni è stata malata. Aver potuto avere accesso ai centri diurni è stato un grande respiro per la mia famiglia. Papà e mamma erano giovani e scelsero di accompagnare in casa la nonna nel percorso della sua malattia, ma se fossero stati anziani avrebbero avuto necessariamente bisogno di un aiuto esterno, come accade per tante famiglie. L’esempio che ho vissuto in casa, quello dell’amore alla nonna, è stato uno degli esempi più grandi di vita che cerco di portare anche in Caritas. Nel 2021 sono stati fatti sessanta mila interventi di carità e dieci mila persone sono state ascoltate tra cui diverse con problemi di solitudine nel cammino di vicinanza alle demenze".

Povertà non solo materiale

"È per me una gioia immensa -ha proseguito il sacerdote- che la Caritas possa essere cassa di risonanza di quanto è emerso in questo incontro. Affrontare anche questa patologia, che crea una condizione di povertà non solo materiale, rientra nella missione della Caritas: dare voce a tutte le forme di povertà! Negli ultimi due anni segnati dalla pandemia, abbiamo portato avanti i progetti Argento vivo e Fili d’argento per aiutare gli anziani scivolati nell’isolamento sociale. Speriamo di aver contribuito, anche se in maniera minima, alla prevenzione, perché, aver visto arrivare al Villaggio anziani stanchi, soli…, e ripartire in gruppo con il sorriso, con il desiderio di relazionarsi anche con momenti conviviali e visite a musei…, è molto importante".

Prevenire, meglio che curare

Sulla necessità della prevenzione si sono soffermati tutti gli intervenuti. La presidente di A.M.A.T.A., richiamandosi alle parole dell’assessore comunale alle Politiche sociali, ha apprezzato la nuova progettualità del Comune di Perugia.  "Un azione che, non solo ha risposto alle nostre richieste di fare del capoluogo umbro una città amica delle persone con demenza, ma in una esperienza di co-housing ci sarà uno spazio dover portare le nostre attività di stimolazione cognitiva importantissima nelle persone anziane con o senza lievi problemi di memoria, per prevenire l’insorgenza della malattia o posticiparla il più possibile. La stimolazione cognitiva che si fa nei centri diurni -ha concluso la geriatria- è necessaria soprattutto nei malati già con demenza conclamata, perché impedisce il peggioramento rapido della malattia, aiutando a mantenere le funzioni residue. Gli stessi centri diurni hanno anche il grande beneficio per i familiari nel consentire loro di avere delle ore per altre attività mentre il malato è impegnato nella struttura".

Le iniziative messe in campo

Intanto, sempre presso il Villaggio della Carità, da metà ottobre a metà di novembre, il mercoledì pomeriggio, si terranno degli incontri per familiari e volontari promossi da A.M.A.T.A. in collaborazione con la Caritas (per maggiori info: www.amataumbria.it). La stessa Caritas ha avviato progetti riguardanti, in particolare, i laboratori di musicoterapia, di tecnologie digitali per come utilizzare al meglio cellulari e pc, di cucina, di orticoltura e di cucito creativo. Inoltre, attraverso la mensa Don Gualtiero, attiva dallo scorso maggio, gli anziani possono consumare il pasto non più in solitudine, ma in un ambiente dove si tessano nuove relazioni.    ]]>
Giornata mondiale dell’Alzheimer al Villaggio della Carità di Perugia https://www.lavoce.it/giornata-mondiale-dellalzheimer-al-villaggio-della-carita-di-perugia/ Tue, 20 Sep 2022 15:22:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68686
Si terrà nella mattina di mercoledì 21 settembre (dalle 9.30 alle 12.30), presso il Villaggio della Carità di Perugia (via Montemalbe 1, zona via Cortonese), Sala Don Giacomo Rossi, una iniziativa promossa in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, che vede coinvolte la Caritas diocesana e l’A.M.A.T.A. Umbria odv, l’Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer, nata nel capoluogo umbro venticinque anni fa grazie all’opera di un gruppo di geriatri, volontari e familiari impegnati nell’assistenza di anziani e malati di Alzheimer. Un’iniziativa che rientra nel progetto Fili d’argento della Caritas diocesana avviato lo scorso ottobre, che prevede attualmente, laboratori di orticoltura e di cucito creativo, entrambi ospitati nel complesso del Villaggio della Carità. Momento centrale, una tavola rotonda che vedrà intervenire studiosi ed esperti di una patologia che in Italia colpisce più di un milione di persone e nella sola Umbria ne sono affetti oltre diecimila anziani.
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E’ in programma nella mattina di mercoledì 21 settembre (dalle 9.30 alle 12.30), presso il Villaggio della Carità di Perugia (via Montemalbe 1, zona via Cortonese), Sala Don Giacomo Rossi, una iniziativa promossa in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer.

Un incontro, che vede coinvolte la Caritas diocesana e l’A.M.A.T.A. Umbria odv, l’Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer, nata nel capoluogo umbro venticinque anni fa grazie all’opera di un gruppo di geriatri, volontari e familiari impegnati nell’assistenza di anziani e malati di Alzheimer.

Fili d’argento

È un’iniziativa che rientra nel progetto Fili d’argento della Caritas diocesana avviato lo scorso ottobre, un sostegno concreto della Chiesa alla popolazione anziana autosufficiente. Il progetto Fili d’argento comprende, attualmente, i laboratori di orticoltura e di cucito creativo, entrambi ospitati nel complesso del Villaggio della Carità.

Una patologia che in Umbria colpisce oltre 10 mila anziani

 Al centro della mattinata, è in programma una tavola rotonda con intervalli musicali, che vedrà intervenire studiosi ed esperti di una patologia che in Italia colpisce più di un milione di persone e nella sola Umbria ne sono affetti oltre diecimila anziani. Da recenti studi risulta che questa patologia nei Paesi sviluppati è in diminuzione, mentre preoccupa non poco l’aumento in quelli sottosviluppati, in primis del continente africano. Si nota un costante decremento dell’Alzheimer nei Paesi in cui le condizioni di vita, di cure sanitarie e di socialità sono elevate, ma i dati promettenti potrebbero subire un’inversione se si dovessero accentuare situazioni di povertà dovute al persistere della crisi economica.

I partecipanti all’incontro per la Giornata mondiale dell’Alzheimer

 Interverranno alla tavola rotonda Paola Casucci, responsabile regionale Assistenza territoriale – Settore demenze, Patrizia Mecocci, direttore S.C Geriatria, Università degli Studi – Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia, Annalaura Spinelli, referente regionale Tavolo demenze Istituto Superiore Sanità (ISS), Simonetta Cesarini, direttore sanitario della Residenza protetta Fontenuovo, e Giuseppe Menculini, responsabile sanitario Fondazione Creusa Brizi Bittoni di Città della Pieve. Porteranno il loro saluto Edi Cicchi, assessore comunale alle Politiche sociali di Perugia, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e la geriatra Annalisa Longo, presidente A.M.A.T.A. Umbria.

Venticinque anni di A.M.A.T.A. Umbria

Quest’associazione si è costituita il 5 settembre 1997 con l’intento di riunire familiari, operatori, volontari e persone per difendere i diritti delle persone con demenza e delle loro famiglie mediante azioni di: 1) formazione del personale di assistenza e cura, 2) sensibilizzazione della comunità civile e stimolo alle istituzioni, 3) sostegno ai familiari. In venticinque anni l’associazione si è contraddistinta sul territorio per la capacità di coniugare il sapere accademico a proposte tarate sui bisogni dei destinatari grazie ad una costante sinergia con la Sezione di Geriatria dell’Università degli Studi di Perugia. Ripercorrendo un po’ la storia hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora dei contributi importanti le pubblicazioni, le giornate formative, i corsi rivolti a familiari e volontari, le iniziative rivolte alle persone con demenza e ai loro familiari e la cura dei rapporti con le istituzioni.

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‘Dignità per i malati’ : messaggio della priora del Monastero Santa Rita da Cascia per la Giornata mondiale dell’Alzheimer https://www.lavoce.it/dignita-per-i-malati-messaggio-della-priora-del-monastero-santa-rita-da-cascia-per-la-giornata-mondiale-dellalzheimer/ Tue, 21 Sep 2021 09:31:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62383 Alzheimer

"Ai malati di Alzheimer dobbiamo una risposta, che renda concreti la dignità e il valore della vita anche nella malattia, perché per loro e i loro cari non sia più una schiavitù".

Così inizia il suo messaggio suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, la quale per la Giornata mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre, desidera far giungere ai malati e alle famiglie la voce di conforto e coraggio delle monache.

Grazie all’invito dell’Associazione Sos Alzheimer di Roma, inoltre, venerdì 24 settembre l'agostiniana porterà il suo saluto in collegamento al convegno Malattia di Alzheimer e demenze. La fotografia dei pazienti inter e post pandemia da Covid 19. Scienza, Ricerca e Vite a confronto.

"Spero di dare il mio umile contributo -sottolinea la religiosa- alla costruzione di una coscienza pubblica sempre più attiva, sull’Alzheimer e sulla malattia in generale. Alleniamo la nostra sensibilità al dolore del prossimo per costruire delle reti umane che abbraccino i malati, perché prenderci cura gli uni degli altri è il comandamento del futuro.

A quanti vivono l'Alzheimer dico di continuare a guardare con fiducia e speranza alla vita, perché la vostra esistenza ha il valore dell'amore che sostiene coloro che camminano con voi. Allo stesso tempo, alle famiglie e a chi assiste i malati, dico di persistere nel farli sentire amati, perché l’amore è una cura dolce e preziosa.

Infine -conclude la priora del Monastero Santa Rita da Cascia- Suor Maria Rosa- allo Stato chiedo maggiore attenzione ai bisogni e ai diritti dei malati, e sostegno per le famiglie con politiche efficaci a fare in modo che non siano obbligate a distruggere le loro vite per salvaguardare quelle dei loro cari".

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Alzheimer

"Ai malati di Alzheimer dobbiamo una risposta, che renda concreti la dignità e il valore della vita anche nella malattia, perché per loro e i loro cari non sia più una schiavitù".

Così inizia il suo messaggio suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, la quale per la Giornata mondiale dell’Alzheimer del 21 settembre, desidera far giungere ai malati e alle famiglie la voce di conforto e coraggio delle monache.

Grazie all’invito dell’Associazione Sos Alzheimer di Roma, inoltre, venerdì 24 settembre l'agostiniana porterà il suo saluto in collegamento al convegno Malattia di Alzheimer e demenze. La fotografia dei pazienti inter e post pandemia da Covid 19. Scienza, Ricerca e Vite a confronto.

"Spero di dare il mio umile contributo -sottolinea la religiosa- alla costruzione di una coscienza pubblica sempre più attiva, sull’Alzheimer e sulla malattia in generale. Alleniamo la nostra sensibilità al dolore del prossimo per costruire delle reti umane che abbraccino i malati, perché prenderci cura gli uni degli altri è il comandamento del futuro.

A quanti vivono l'Alzheimer dico di continuare a guardare con fiducia e speranza alla vita, perché la vostra esistenza ha il valore dell'amore che sostiene coloro che camminano con voi. Allo stesso tempo, alle famiglie e a chi assiste i malati, dico di persistere nel farli sentire amati, perché l’amore è una cura dolce e preziosa.

Infine -conclude la priora del Monastero Santa Rita da Cascia- Suor Maria Rosa- allo Stato chiedo maggiore attenzione ai bisogni e ai diritti dei malati, e sostegno per le famiglie con politiche efficaci a fare in modo che non siano obbligate a distruggere le loro vite per salvaguardare quelle dei loro cari".

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Giornata per la lotta all’Alzheimer. In Italia almeno 600 mila casi https://www.lavoce.it/giornata-alzheimer-italia-600-mila-casi/ Fri, 21 Sep 2018 10:00:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52906 alzheimer

È la patologia neurodegenerativa più frequente: di Alzheimer soffre il 60-70% di tutti i soggetti affetti da demenza, un totale di 50 milioni di persone a livello globale, ma secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) si tratta di numeri destinati a triplicarsi entro il 2050 a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

“Per l’Italia, Paese più vecchio al mondo con il Giappone, le demenze rappresentano un problema medico-sociale ogni giorno più grande”, spiega il geriatra Roberto Bernabeipresidente di Italia longeva, rete nazionale di ricerca del ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva.

L’Alzheimer, “forma più prepotente e violenta”, oggi interessa “quasi 600 mila persone, il 5% degli over-65”, ma secondo le proiezioni elaborate dall’Istat per Italia longeva, nel 2030 “saranno colpiti dalla malattia ben oltre 2 milioni di pazienti, in prevalenza donne”.

Ad oggi manca una terapia specifica in grado di arrestare o far regredire la malattia. “Molte multinazionali – ha spiegato ancora Bernabei - si sono ritirate dall’agone, una molecola può costare fino a un miliardo di dollari di investimenti”.

Nell’attesa, ecco allora Chat Yourself, “assistente virtuale” che grazie al connubio di tecnologia e intelligenza artificiale è in grado di rispondere alle domande più comuni dei pazienti ai primi segni di disorientamento: “Come si chiama mia figlia?”. “Dove sono le chiavi di casa?”. “Ho preso le medicine?”. Chat Yourself (@chatyourselfitalia), disponibile gratuitamente su Facebook, è nato da un’idea di Y&R con il supporto tecnico di Nextopera e di Facebook, perfezionato grazie ad un team di geriatri, neurologi e psicologi. Sviluppato su Messenger e utilizzabile su smartphone, Chat Yourself è in grado di memorizzare informazioni personali restituendole su richiesta all’utente, che ha anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate (ad esempio per ricordare di prendere i medicinali).

“L’Alzheimer comporta un lento e progressivo decadimento delle funzioni cognitive, dovuto all’azione di due proteine, la Beta-amiloide e la proteina Tau, che si accumulano nel cervello causandone la morte cellulare”, ha spiegato da parte sua Paolo Maria Rossinidirettore area Neuroscienze - Fondazione policlinico universitario “Agostino Gemelli” Irccs Università Cattolica, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce nei 500 centri Uva (Unità di valutazione per l’Alzheimer) presenti sul territorio. Lo abbiamo intervistato.

Professore, perché è così importante diagnosticare precocemente la patologia? “Evidenze scientifiche ci dicono che l’attacco ai neuroni ed ai circuiti nervosi inizia almeno 15-20 anni prima della comparsa dei ‘tipici’ disturbi della memoria. Anni durante i quali l’aggressione al cervello lavora nel buio, i sintomi non si vedono perché il cervello aggredito è dotato di truppe riserva che sostituiscono i neuroni e i circuiti perduti. Intervenire in questa fase è altamente auspicabile proprio perché quel cervello ha ancora sufficiente plasticità e riserve per rispondere nel modo migliore alle terapie farmacologiche e non farmacologiche, alla correzione degli stili di vita che comportano rischio e al potenziamento di stili di vita che invece comportano protezione. Anche oggi, pur in assenza di farmaci realmente efficaci, la diagnosi precoce, addirittura pre-sintomatica è uno dei must che tutti i servizi sanitari del mondo stanno cercando di raggiungere. L’Italia è in prima fila in questa attività di ricerca con il progetto ‘Interceptor’, finanziato da Aifa e ministero della Salute”.

Come effettuare una diagnosi in assenza di sintomi di declino cognitivo? “Mettendo insieme test neuropsicologici, che rimangono i pilastri di base, ad una serie di marcatori, cioè di altri test strumentali che vanno dalla puntura lombare per lo studio del liquor, alla Pet per vedere il metabolismo e il consumo di ossigeno e di zucchero nel cervello, ad un elettroencefalogramma un po’ particolare per studiare la connettività delle varie aree cerebrali, alla risonanza magnetica per segnare i volumi dell’ippocampo e delle varie centraline che controllano le funzioni cognitive, a uno studio genetico per vedere se ci sono fattori geneticamente determinati di rischio. Mettendo insieme questi marcatori più i test, si può già oggi avere una previsione accurata per oltre il 90% e dire ad una persona: ‘Guardi caro signore, anche se lei oggi sta bene nei prossimi 3 - 5 anni ha un rischio molto elevato di sviluppare la demenza e quindi è il caso di correre ai ripari’”.

Se le cause dell’Alzheimer sono ancora ignote e non esistono misure specifiche di prevenzione, Italia longeva indica alcune “strategie” per agire sui fattori di rischio e tenere e attivo il cervello: svolgere regolare attività fisica; seguire una dieta sana ed equilibrata; smettere di fumare; ridurre il consumo di alcol; prendersi cura del cuore, a partire dal controllo della pressione arteriosa; allenare la mente per favorire i meccanismi di plasticità cerebrale: leggere, fare cruciverba, giocare a carte o dama, visitare mostre e musei; mantenere una rete di relazioni sociali.

  Oggi, 21 settembre, ricorre la Giornata per la lotta all'Alzheimer. Come già avvenuto negli anni scorsianche l'Umbria affronta il tema attraverso una serie di iniziative che proseguiranno anche nei prossimi mesi.

Giovanna Pasqualin Traversa

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alzheimer

È la patologia neurodegenerativa più frequente: di Alzheimer soffre il 60-70% di tutti i soggetti affetti da demenza, un totale di 50 milioni di persone a livello globale, ma secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) si tratta di numeri destinati a triplicarsi entro il 2050 a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

“Per l’Italia, Paese più vecchio al mondo con il Giappone, le demenze rappresentano un problema medico-sociale ogni giorno più grande”, spiega il geriatra Roberto Bernabeipresidente di Italia longeva, rete nazionale di ricerca del ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva.

L’Alzheimer, “forma più prepotente e violenta”, oggi interessa “quasi 600 mila persone, il 5% degli over-65”, ma secondo le proiezioni elaborate dall’Istat per Italia longeva, nel 2030 “saranno colpiti dalla malattia ben oltre 2 milioni di pazienti, in prevalenza donne”.

Ad oggi manca una terapia specifica in grado di arrestare o far regredire la malattia. “Molte multinazionali – ha spiegato ancora Bernabei - si sono ritirate dall’agone, una molecola può costare fino a un miliardo di dollari di investimenti”.

Nell’attesa, ecco allora Chat Yourself, “assistente virtuale” che grazie al connubio di tecnologia e intelligenza artificiale è in grado di rispondere alle domande più comuni dei pazienti ai primi segni di disorientamento: “Come si chiama mia figlia?”. “Dove sono le chiavi di casa?”. “Ho preso le medicine?”. Chat Yourself (@chatyourselfitalia), disponibile gratuitamente su Facebook, è nato da un’idea di Y&R con il supporto tecnico di Nextopera e di Facebook, perfezionato grazie ad un team di geriatri, neurologi e psicologi. Sviluppato su Messenger e utilizzabile su smartphone, Chat Yourself è in grado di memorizzare informazioni personali restituendole su richiesta all’utente, che ha anche la possibilità di impostare notifiche personalizzate (ad esempio per ricordare di prendere i medicinali).

“L’Alzheimer comporta un lento e progressivo decadimento delle funzioni cognitive, dovuto all’azione di due proteine, la Beta-amiloide e la proteina Tau, che si accumulano nel cervello causandone la morte cellulare”, ha spiegato da parte sua Paolo Maria Rossinidirettore area Neuroscienze - Fondazione policlinico universitario “Agostino Gemelli” Irccs Università Cattolica, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce nei 500 centri Uva (Unità di valutazione per l’Alzheimer) presenti sul territorio. Lo abbiamo intervistato.

Professore, perché è così importante diagnosticare precocemente la patologia? “Evidenze scientifiche ci dicono che l’attacco ai neuroni ed ai circuiti nervosi inizia almeno 15-20 anni prima della comparsa dei ‘tipici’ disturbi della memoria. Anni durante i quali l’aggressione al cervello lavora nel buio, i sintomi non si vedono perché il cervello aggredito è dotato di truppe riserva che sostituiscono i neuroni e i circuiti perduti. Intervenire in questa fase è altamente auspicabile proprio perché quel cervello ha ancora sufficiente plasticità e riserve per rispondere nel modo migliore alle terapie farmacologiche e non farmacologiche, alla correzione degli stili di vita che comportano rischio e al potenziamento di stili di vita che invece comportano protezione. Anche oggi, pur in assenza di farmaci realmente efficaci, la diagnosi precoce, addirittura pre-sintomatica è uno dei must che tutti i servizi sanitari del mondo stanno cercando di raggiungere. L’Italia è in prima fila in questa attività di ricerca con il progetto ‘Interceptor’, finanziato da Aifa e ministero della Salute”.

Come effettuare una diagnosi in assenza di sintomi di declino cognitivo? “Mettendo insieme test neuropsicologici, che rimangono i pilastri di base, ad una serie di marcatori, cioè di altri test strumentali che vanno dalla puntura lombare per lo studio del liquor, alla Pet per vedere il metabolismo e il consumo di ossigeno e di zucchero nel cervello, ad un elettroencefalogramma un po’ particolare per studiare la connettività delle varie aree cerebrali, alla risonanza magnetica per segnare i volumi dell’ippocampo e delle varie centraline che controllano le funzioni cognitive, a uno studio genetico per vedere se ci sono fattori geneticamente determinati di rischio. Mettendo insieme questi marcatori più i test, si può già oggi avere una previsione accurata per oltre il 90% e dire ad una persona: ‘Guardi caro signore, anche se lei oggi sta bene nei prossimi 3 - 5 anni ha un rischio molto elevato di sviluppare la demenza e quindi è il caso di correre ai ripari’”.

Se le cause dell’Alzheimer sono ancora ignote e non esistono misure specifiche di prevenzione, Italia longeva indica alcune “strategie” per agire sui fattori di rischio e tenere e attivo il cervello: svolgere regolare attività fisica; seguire una dieta sana ed equilibrata; smettere di fumare; ridurre il consumo di alcol; prendersi cura del cuore, a partire dal controllo della pressione arteriosa; allenare la mente per favorire i meccanismi di plasticità cerebrale: leggere, fare cruciverba, giocare a carte o dama, visitare mostre e musei; mantenere una rete di relazioni sociali.

  Oggi, 21 settembre, ricorre la Giornata per la lotta all'Alzheimer. Come già avvenuto negli anni scorsianche l'Umbria affronta il tema attraverso una serie di iniziative che proseguiranno anche nei prossimi mesi.

Giovanna Pasqualin Traversa

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ALZHEIMER. Convegno nazionale a Perugia https://www.lavoce.it/alzheimer-convegno-nazionale-perugia/ Sun, 11 Feb 2018 11:13:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51192

Quando nell’anziano si manifestano i primi sintomi di perdita della memoria, confusione tra il passato e presente, disorientamento rispetto a spazi anche di frequentazione quotidiana, i primi a essere disorientati e preoccupati sono i familiari. Ben presto comprendono che niente sarà più come prima, ma non sanno come sarà. Cosa fare? A chi rivolgersi? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Annalisa Longo, geriatra, presidente dell’associazione malati di Alzheimer “Amata Umbria” che lo scorso fine settimana ha promosso un convegno nazionale a Perugia. Il primo consiglio della dottoressa Longo “è di convincere i medici di famiglia a prescrivere visite neurologiche, non rispondendo semplicemente che è l’avanzare degli anni”; e il secondo è di “prendere contatto con le associazioni per momenti di condivisione e supporto psicologico”. Il convegno di Perugia, “La stanza delle idee”, nei due giorni di lavori ha mostrato il lavoro importante fatto dalle associazioni che mettono insieme famiglie e medici. Il progetto, ideato dal prof. Umberto Senin e organizzato dall’associazione “Alzheimer uniti Italia” in collaborazione con Amata Umbria e il Comune di Perugia, è consitito in un corso svoltosi nei giorni 2-3 febbraio presso la struttura Sacro Cuore di Perugia. Diversi gli esperti che hanno partecipa- to, ma tutti con un unico scopo: parlare della persona , non della malattia. Troppo spesso si sente parlare di demente, ma questo non aiuta né il malato né tanto meno la famiglia: il termine corretto da utilizzare, hanno sottolineato gli interventi, è “persona affetta da demenza”. “L’Alzheimer è la forma più comune di demenza; aumentando la popolazione anziana e in particolare gli ultraottantenni, aumenta anche il numero di malati”. La tendenza, però, ha spiegato Patrizia Mecocci, dirigente del reparto di Geriatria del “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e docente all’Università del capoluogo umbro, non è così scontata. Ha infatti citato uno studio svolto in Gran Bretagna, in cui si parla di “un treno in discesa” poiché il numero dei soggetti affetti da demenza dagli anni ’90 a oggi è diminuito a circa il 20% di pazienti di età compresa tra i 75 e i 90 anni. Risultato dovuto, ha aggiunto, “a un maggior controllo di vari fattori cardiovascolari, con diminuzione dei fattori di rischio e aumento di quelli benevoli. Con una corretta alimentazione e una buona attività fisica, la percentuale di malati si abbassa, e di conseguenza anche i casi di Alzheimer. A 80 anni in genere non si tratta di Alzheimer puro, ma di una demenza dovuta all’invecchiamento del cervello. Solo l’1% dei malati è residente in Umbria”. Non esiste ancora una cura, e la preoccupazione è che non si riesca più a fare ricerca, “visto che anche l’azienda farmaceutica Pfizer “ha mollato la ricerca sulla demenza e la ricerca su nuovi farmaci non è molto sviluppata. Le terapie in uso, seppur non molto recenti, sono efficaci. “Il problema - ha sottolineato Mecocci - sorge nel momento in cui non vengono prescritti, soprattutto durante i primi stadi della malattia quando possono rallentare la progressione della patologia”. Molte sono le associazioni presenti sul territorio che collaborano con il settore pubblico e ricoprono gli spazi dove viene meno l’assistenza, dando sostegno a malati e alle famiglie, e offrendo loro un servizio domiciliare. Varie le iniziative messe in atto: terapie di arte e musica come gruppi di lettura e interpretazione di libri, terapia occupazionale che lavora per garantire la massima autonomia e rafforzare le ultime potenzialità, diventando così un’attività significante per il malato e significativa per le persone che lo circondano. “L’obiettivo degli operatori è quello di dare il via a un processo di adattamento sia della persona affetta da demenza sia del care giver: la presenza di gruppi di mutuo-aiuto (gruppi composti da familiari e dall’operatore) e di sedute con psicologi rende più facile la situazione. Ogni persona ha una storia a sé, è importante conoscere quello di cosa ha bisogno, e non generalizzare la terapia” precisano gli esperti. Tutto viene fatto al fine di far star bene la persona affetta da demenza e tutti coloro che lo circondano: devono sentirsi accettati dalla società, amati e non rifiutati, avere la possibilità di raggiungere i proprio obiettivi, rispettando gli obblighi, in una società che non li escluda. Proprio per questo l’associazione Amata Umbria insieme al Comune di Perugia, all’associazione Alzheimer uniti, al reparto di Geriatria dell’Ao di Perugia e alla Fondazione Fontenuovo, hanno realizzato il progetto “Perugia, città amica delle persone con demenza”. “Perugia - dice la dottoressa Longo - è avvantaggiata dalla presenza di centri diurni, case di quartiere. Il sindaco ha accettato subito il progetto e ci ha messo in contatto con l’assessore Edi Cicchi. Tutto quello che avevamo non bastava, ci vuole altro: Borgo Bello ci aiuta con iniziative e prove. Perugia è stata nominata anche ‘città del sollievo’. Dopo Pasqua ci saranno nuovi incontri”. Per maggiori informazioni, e per conoscere i nomi di tutte le associazioni del territorio umbro, basta andare sul sito www.amataumbria.it. 11]]>

Quando nell’anziano si manifestano i primi sintomi di perdita della memoria, confusione tra il passato e presente, disorientamento rispetto a spazi anche di frequentazione quotidiana, i primi a essere disorientati e preoccupati sono i familiari. Ben presto comprendono che niente sarà più come prima, ma non sanno come sarà. Cosa fare? A chi rivolgersi? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Annalisa Longo, geriatra, presidente dell’associazione malati di Alzheimer “Amata Umbria” che lo scorso fine settimana ha promosso un convegno nazionale a Perugia. Il primo consiglio della dottoressa Longo “è di convincere i medici di famiglia a prescrivere visite neurologiche, non rispondendo semplicemente che è l’avanzare degli anni”; e il secondo è di “prendere contatto con le associazioni per momenti di condivisione e supporto psicologico”. Il convegno di Perugia, “La stanza delle idee”, nei due giorni di lavori ha mostrato il lavoro importante fatto dalle associazioni che mettono insieme famiglie e medici. Il progetto, ideato dal prof. Umberto Senin e organizzato dall’associazione “Alzheimer uniti Italia” in collaborazione con Amata Umbria e il Comune di Perugia, è consitito in un corso svoltosi nei giorni 2-3 febbraio presso la struttura Sacro Cuore di Perugia. Diversi gli esperti che hanno partecipa- to, ma tutti con un unico scopo: parlare della persona , non della malattia. Troppo spesso si sente parlare di demente, ma questo non aiuta né il malato né tanto meno la famiglia: il termine corretto da utilizzare, hanno sottolineato gli interventi, è “persona affetta da demenza”. “L’Alzheimer è la forma più comune di demenza; aumentando la popolazione anziana e in particolare gli ultraottantenni, aumenta anche il numero di malati”. La tendenza, però, ha spiegato Patrizia Mecocci, dirigente del reparto di Geriatria del “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e docente all’Università del capoluogo umbro, non è così scontata. Ha infatti citato uno studio svolto in Gran Bretagna, in cui si parla di “un treno in discesa” poiché il numero dei soggetti affetti da demenza dagli anni ’90 a oggi è diminuito a circa il 20% di pazienti di età compresa tra i 75 e i 90 anni. Risultato dovuto, ha aggiunto, “a un maggior controllo di vari fattori cardiovascolari, con diminuzione dei fattori di rischio e aumento di quelli benevoli. Con una corretta alimentazione e una buona attività fisica, la percentuale di malati si abbassa, e di conseguenza anche i casi di Alzheimer. A 80 anni in genere non si tratta di Alzheimer puro, ma di una demenza dovuta all’invecchiamento del cervello. Solo l’1% dei malati è residente in Umbria”. Non esiste ancora una cura, e la preoccupazione è che non si riesca più a fare ricerca, “visto che anche l’azienda farmaceutica Pfizer “ha mollato la ricerca sulla demenza e la ricerca su nuovi farmaci non è molto sviluppata. Le terapie in uso, seppur non molto recenti, sono efficaci. “Il problema - ha sottolineato Mecocci - sorge nel momento in cui non vengono prescritti, soprattutto durante i primi stadi della malattia quando possono rallentare la progressione della patologia”. Molte sono le associazioni presenti sul territorio che collaborano con il settore pubblico e ricoprono gli spazi dove viene meno l’assistenza, dando sostegno a malati e alle famiglie, e offrendo loro un servizio domiciliare. Varie le iniziative messe in atto: terapie di arte e musica come gruppi di lettura e interpretazione di libri, terapia occupazionale che lavora per garantire la massima autonomia e rafforzare le ultime potenzialità, diventando così un’attività significante per il malato e significativa per le persone che lo circondano. “L’obiettivo degli operatori è quello di dare il via a un processo di adattamento sia della persona affetta da demenza sia del care giver: la presenza di gruppi di mutuo-aiuto (gruppi composti da familiari e dall’operatore) e di sedute con psicologi rende più facile la situazione. Ogni persona ha una storia a sé, è importante conoscere quello di cosa ha bisogno, e non generalizzare la terapia” precisano gli esperti. Tutto viene fatto al fine di far star bene la persona affetta da demenza e tutti coloro che lo circondano: devono sentirsi accettati dalla società, amati e non rifiutati, avere la possibilità di raggiungere i proprio obiettivi, rispettando gli obblighi, in una società che non li escluda. Proprio per questo l’associazione Amata Umbria insieme al Comune di Perugia, all’associazione Alzheimer uniti, al reparto di Geriatria dell’Ao di Perugia e alla Fondazione Fontenuovo, hanno realizzato il progetto “Perugia, città amica delle persone con demenza”. “Perugia - dice la dottoressa Longo - è avvantaggiata dalla presenza di centri diurni, case di quartiere. Il sindaco ha accettato subito il progetto e ci ha messo in contatto con l’assessore Edi Cicchi. Tutto quello che avevamo non bastava, ci vuole altro: Borgo Bello ci aiuta con iniziative e prove. Perugia è stata nominata anche ‘città del sollievo’. Dopo Pasqua ci saranno nuovi incontri”. Per maggiori informazioni, e per conoscere i nomi di tutte le associazioni del territorio umbro, basta andare sul sito www.amataumbria.it. 11]]>
Come ridurre il rischio? https://www.lavoce.it/come-ridurre-il-rischio/ Thu, 18 Sep 2014 14:25:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28061 anziana-assistenzaIl 21 settembre si celebra la XXI Giornata mondiale Alzheimer. In Umbria in occasione dell’evento si tengono varie iniziative di sensibilizzazione. A Città della Pieve (ore 9), nella Residenza protetta Creusa Brizi Bittoni, si tiene una messa animata dalla corale “L’Antoniano d’argento”. Al termine la stessa corale eseguirà una fantasia di canzoni popolari. Il 22 settembre all’Hotel Sacro Cuore, (strada del Brozzo 12) di Perugia dalle ore 8.30 alle 15 seminario formativo “Sei tu che lavori dove vivo io 2014: dalla custodia al prendersi cura” in collaborazione con istituto di Gerontologia e Geriatria – Università di Perugia, Aip (Associazione italiana psicogeriatria) Umbria, Alzheimer Uniti Italy, Fontenuovo onlus.

Nei giorni scorsi la Federazione Alzheimer Italia ha presentato, per la prima volta in Italia, il nuovo Rapporto mondiale Alzheimer 2014, intitolato “Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili”. “Esso presenta un’importante analisi critica dei potenziali fattori di rischio di demenza relativamente a quattro ambiti principali: evolutivo, psicologico e psicosociale, legato allo stile di vita e cardiovascolare”, commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. “Inoltre – aggiunge – il Rapporto chiede che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili. In Italia abbiamo presentato il Piano demenze il 27 giugno al ministro della Salute Lorenzin e il 14 novembre si terrà presso il Ministero la conferenza internazionale sulla demenza. Auspico che il Piano entri in vigore al più presto per aiutare i malati e i loro familiari e rappresenti il primo passo per la creazione di una rete di servizi indispensabile”.

Controllo di diabete e di ipertensione, astensione dal fumo, contenimento del rischio cardiovascolare riducono sensibilmente le probabilità di comparsa della demenza; il diabete può aumentare il rischio di demenza anche del 50%. Sono questi i dati diffusi dallo studio. È importante che le persone anziane siano incluse nei programmi per le malattie non trasmissibili, diffondendo il messaggio “non è mai troppo tardi per cambiare”. Il Rapporto completo sarà disponibile su www.alz.co.uk e www.alzheimer.it. I risultati dell’indagine sono disponibili su www.bupa.com/dementia.

Altri incontri sono in programma ad ottobre: il 3 a Perugia, Villa Umbra, (ore 8.30 – 15) seminario formativo “A casa: la famiglia davanti alla fatica della cura, la vicinanza nella prossimità, c’è ancora molto da fare” in collaborazione con la Bottega del Possibile e consorzio Auriga. Il 10 ottobre a Otricoli, Residenza protetta Villa Sabrina, ore 15.30, festa per l’inaugurazione di nuovi spazi per la stimolazione neurosensoriale per la cura dei malati di Alzheimer. Il 18 ottobre Hotel Rilarosi (Ficulle) convegno “Giornata mondiale Alzheimer”, in collaborazione con la Regione Umbria. Per maggiori info sugli eventi www.amataumbria.it.

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Giornata mondiale Alzheimer (5 ottobre): convegno a Perugia https://www.lavoce.it/giornata-mondiale-alzheimer-5-ottobre-convegno-a-perugia/ Thu, 26 Sep 2013 13:02:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19318 AnzianiSi celebra anche in Umbria il 5 ottobre la Giornata mondiale Alzheimer. Una malattia che, soprattutto in una regione in cui l’età media è assai elevata, incide pesantemente. Non solo per i disagi che provoca nella persona malata, ma anche nelle sue cerchie familiari, e a cascata nella compagine sociale. La media delle persone colpite sul territorio nazionale si aggira tra il 5 e il 10% della popolazione ultra-65enne, il che significa che in Umbria il fenomeno tocca forse 800 persone. Oltre all’assistenza prestata dall’associazione Amata, vi sono ormai in varie località dei “centri diurni” presso le Asl, oltre a “residenze” specifiche. In generale, però, molte famiglie devono fare fronte da sole alla situazione. A Perugia i vari aspetti del problema verranno affrontati dal convegno che si terrà il 5 ottobre in sala dei Notari. Abbiamo intervistato la prof.ssa Patrizia Mecocci, direttore dell’Istituto e della Scuola di specializzazione in geriatria dell’Università di Perugia.

Ci sono in vista nuove cure per la demenza? Si può guarire?

“Attualmente sono in corso numerosi protocolli di studio con nuovi farmaci per la malattia di Alzheimer, in cui la Geriatria è coinvolta come centro clinico. Ci auguriamo che i risultati di questi studi possano dare nuove speranze alla terapia farmacologica. Purtroppo, per ora non ci sono terapie che guariscano dalla malattia, ma ci si aspetta che un trattamento iniziato nelle fasi precoci possa aver maggiore efficacia. È quindi di fondamentale importanza l’utilizzo in modo appropriato dei farmaci attualmente in commercio, spesso non prescritti ai soggetti più anziani, nella convinzione che ogni terapia sia inutile nei ‘grandi vecchi’, che invece sono quelli che rispondono meglio a questo tipo di terapia”.

Cosa significa “prendersi cura” di un malato con demenza?

“Significa farsi carico di una persona e della sua famiglia da parte di tutte le figure professionali (medici di medicina generale, medici specialisti, infermieri, assistenti alla persona, assistenti sociali, psicologi, ecc.), in collaborazione con gli enti preposti e delle associazioni di volontariato”.

Perché questo convegno?

“Per un incontro e uno scambio di idee tra operatori sanitari, soggetti politici, malati, familiari e volontari, che permetta di individuare le maggiori criticità nella cura e nell’assistenza, e trovare soluzioni appropriate ed efficaci anche in questo tempo di crisi”.

IL PROGRAMMA

Per la Giornata mondiale Alzhiemer, 5 ottobre, questo il programma del convegno “La cura della persona con demenza” che si terrà in sala dei Notari a Perugia (iscrizione gratuita; rivolgersi alla Segreteria organizzativa, tel. 075 5722232). Ore 9 saluto delle autorità – Ore 9.15 lettura sul “Modello della cura delle malattie croniche” – Ore 10 “La terapia non farmacologica nelle demenze” (Stefano Federici) – Ore 10.30 “La cura della persona con demenza: dai farmaci alle proposte del territorio” (Patrizia Mecocci) – Ore 11.15 “Problematiche sociali” (Ketty Vaccaro) – Ore 11.45 “Il medico di Medicina generale e la cura della persona con demenza” (Adelaide Susta) – Ore 12.15 “La politica socio-sanitaria” (Emilio Duca)

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Il 1° Meeting della pastorale della salute in diocesi di Perugia https://www.lavoce.it/il-1-meeting-della-pastorale-della-salute-in-diocesi-di-perugia/ Thu, 19 Sep 2013 13:10:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19116 anziani-assistenza-aiutoDomenica 22 settembre si svolge nella nostra diocesi il 1° Meeting “E io vi ristorerò. Nella sofferenza la speranza”. L’incontro si presenta come una delle novità del programma della Pastorale diocesana della salute e nasce come appuntamento itinerante in ambito zonale. Ogni anno, a partire da quest’anno, il Meeting verrà proposto via via a una Zona pastorale della diocesi. Si parte dalla II Zona, poi dal 2014 si seguirà il calendario della imminente visita pastorale dell’Arcivescovo. L’iniziativa si propone come un incontro-festa con e per quanti – a motivo di età, disabilità o malattie permanenti o con decorso clinico particolarmente lungo – vivono quotidianamente nelle loro case assistiti da familiari, volontari, operatori sanitari, ministri dell’eucaristia.

L’incontro si realizza insieme alle realtà locali che lo ospitano e in funzione delle specifiche realtà territoriali, con l’intento di offrire a tutti occasione di riflessione e approfondimento sul senso profondo della salute, della malattia, della sofferenza, del servizio, riscoprendo la dignità del malato come soggetto attivo dell’azione pastorale della salute. È una giornata di riflessione e di preghiera perché, prima nel nostro cuore e poi nella comunità, sappiamo farci prossimo. A partire da questo momento forte, si vogliono stimolare tutti gli operatori a costruire, con fantasia e novità, un’azione pastorale ordinaria a favore dei malati, delle loro famiglie e di quanti operatori sanitari e pastorali operano in questa realtà. La formula del Meeting che proponiamo vuole essere un contenitore che, accanto al programma principale, offre eventi collaterali in modo che ciascuno possa trovare, secondo la propria sensibilità e il servizio che svolge, un’occasione di riflessione, approfondimento, e incontro sul tema della malattia affrontato da vari punti di vista.

L’incontro vuole essere anche occasione di festa per quanti, anziani e malati, vorranno partecipare, insieme alle loro famiglie, per trascorrere una giornata serena vissuta in allegria insieme ad altri, con al centro la convivialità del pranzo fatto insieme. Tutte le realtà della Zona pastorale vengono coinvolte, in modo che tutte le componenti della comunità siano stimolate a riflettere sulle problematiche proposte e a partecipare attivamente, offrendo il proprio contributo originale a partire dai bambini del catechismo fino agli adulti, coinvolgendo ogni parte attiva della zona (diaconi, ministri dell’eucarestia, volontari) e, se ritenuto utile, stimolare anche il contesto sociale e civile in cui si radica la Zona pastorale, con riflessioni sugli stessi temi. Così potranno essere coinvolte scuole, società sportive, associazioni di volontariato, ecc. Il Meeting vuole essere anche occasione per le varie zone per ripensare o semplicemente rimodulare quanto già di importante si fa per la pastorale della salute.

L’evento vuole essere anche un momento di festa per quanti vivono gran parte del proprio tempo tra le mura domestiche perché impossibilitati a una vita di relazione a motivo della malattia o della disabilità in senso lato. Si svolgerà sempre nel periodo primaverile-estivo per favorire la partecipazione di tutti, ed è strettamente collegato alla celebrazione liturgica diocesana della Giornata del malato che si svolge tradizionalmente nella chiesa di Santa Lucia la domenica più vicina alla festività della Nostra Signora di Lourdes dell’11 febbraio. Per sottolineare significativamente l’attenzione di tutta la Chiesa alla realtà del malato e della sofferenza sono state attivate significative collaborazioni con l’ufficio della Pastorale giovanile, che animerà il momento di festa subito dopo il pranzo consumato insieme, e i monasteri presenti nella diocesi, per realizzare schede di riflessione per l’adorazione eucaristica. Tra le iniziative che vivremo durante il Meeting ci sarà anche l’esperienza dell’adorazione eucaristica permanente.

mani-assistenza-anzianiIl programma del Meeting

Al 1° Meeting promosso dall’ufficio per la Pastorale della salute prenderanno parte varie associazioni e realtà ecclesiali impegnate nel settore. Sarà un evento diocesano “itinerante”: si terrà ogni volta in una delle sette Zone pastorali della diocesi. Quest’anno sarà la seconda Zona a ospitarlo domenica 22 settembre, presso il complesso parrocchiale Ss. Severo e Agata in San Mariano di Corciano (Pg). Si inizia al mattino con l’accoglienza dei partecipanti alle ore 8.45. Alle ore 9.15 la preghiera delle lodi mattutine, presieduta da mons. Bassetti. Alle ore 9.30 riflessione con don mons. Nazzareno Marconi su “La sofferenza nella Bibbia”. Alle 10.30 il dott. Francesco Fressoia tratterà il tema “Quando arriva la malattia in famiglia”. Alle 11.30 riflessioni di tipo pastorale, “E lo calarono dal tetto, davanti a Gesù – L’accompagnamento della comunità al sofferente” con don Armando Aufiero del Cvs. Ore 12.15, testimonianze di operatori pastorali. Ore 15, festa animata dai giovani. Ore 17.30 messa.

Le associazioni nel territorio diocesano che si occupano della cura – medica e pastorale – dei malati

L’ASSOCIAZIONE PERUGINA DI VOLONTARIATO (Apv), promossa dalla Caritas della diocesi di Perugia – Città della Pieve, nasce nel 1986 su espressa volontà dell’arcivescovo mons. Cesare Pagani, che volle dare vita a un’associazione di volontariato con lo scopo di coordinare i vari gruppi di volontariato ecclesiale, promuovere tempi formativi ed essere strumento di collegamento con gli enti pubblici presenti sul territorio. Dallo Statuto: “L’associazione promuove il servizio volontario di coloro che, in uno spirito di solidarietà umana e cristiana, sono disposti a mettersi a servizio di quanti si trovano in situazioni di bisogno”.

AMATA (Associazione malati alzheimer) e TELEFONO ALZHEIMER Umbria è un’associazione di familiari, operatori, volontari e persone comunque sensibili al problema, costituitasi il 5 settembre 1997. Hanno contribuito alla nascita dell’associazione alcuni operatori della struttura complessa di Geriatria dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, vedendo negli anni i familiari in preda al dramma e alla disperazione perché lasciati soli nell’assistere un malato tanto impegnativo sia sul piano fisico che psicologico, emotivo ed economico, insieme ad alcuni familiari e a persone sensibili al problema Alzheimer.

OVUS di Corciano: la sua storia è piuttosto recente, infatti la sua data di fondazione risale al 28 dicembre 2005. Una serie di circostanze, non raggruppabili per importanza, hanno fatto sì che un gruppo di persone caratterizzate da spirito volontaristico e una “buona dose di coraggio” abbiano deciso di fondare l’associazione, che successivamente si è affiliata all’Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) fondata a Spoleto nel 1904. Si tratta di una onlus che esplica le proprie attività nel campo del trasporto sanitario, della protezione civile e assistenza, rispettando i canoni dell’Albo regionale del volontariato del Dipartimento della protezione civile a cui è iscritta.

Il CENTRO VOLONTARI DELLA SOFFERENZA (Cvs) è stato fondato da mons. Luigi Novarese nel 1947. Il suo scopo specifico è aiutare i credenti a prendere coscienza del valore di salvezza che può esserci nel dolore di una persona, quando lo si vive non come un problema condizionante ma come una risorsa per il bene. L’azione del Cvs vede coinvolti nel medesimo ideale non solo gli ammalati ma anche i sani, per una condivisione della medesima spiritualità. Il Cvs è organizzato a livello diocesano e viene riconosciuto dal Vescovo del luogo, il quale ne approva lo Statuto, riconosce il Consiglio diocesano eletto dall’assemblea, e nomina un sacerdote quale assistente diocesano.

UNITALSI Umbria – come in tutta Italia – ha una storia legata in particolare al santuario mariano di Lourdes che, dopo più di cento anni dalla fondazione dell’associazione, è e rimane la meta privilegiata dei suoi pellegrinaggi. Era il 1903 quando il fondatore, Giovanni Battista Tomassi, figlio dell’amministratore dei Principi Barberini, partecipò al suo primo pellegrinaggio. Al centro della sua storia c’è la carità vissuta come servizio gratuito dagli oltre 100 mila aderenti, uomini, donne, bambini, sani, ammalati, disabili, senza distinzione di età, cultura, posizione economica, sociale e professionale.

VILLA NAZARENA è una casa per l’accoglienza di persone disabili appartenente all’istituto delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto che, per loro carisma, hanno come fine apostolico la promozione della persona e della famiglia. La casa è un’opera di carità e non persegue alcun fine di lucro; privilegia le persone con maggiore difficoltà e si prefigge di “essere, dare, costruire famiglia” secondo il carisma del fondatore, il beato Pietro Bonilli, apostolo della Sacra Famiglia, della famiglia e della carità. Lo scopo è trasformare i “disabili” in “diversamente abili” attraverso un cammino educativo-riabilitativo mediante strumenti operativi atti a raggiungere gli obiettivi, quali: l’educazione alle autonomie, laboratori di didattica speciale rivolto al potenziamento delle attività cognitive, laboratorio di attività manuale, di attività motoria globale per il miglioramento, e il mantenimento delle capacità di movimento e di coordinazione.

CONFRATERNITE DI MISERICORDIA: “Misericordia” è il nome di numerose confraternite e arciconfraternite cattoliche dedite all’assistenza dei più bisognosi. Diffuse in tutta Europa e nel mondo, è in Italia che se ne rintracciano le fonti documentali più antiche, con la fondazione nel 1244 della Misericordia di Firenze. Al Meeting saranno presenti le Misericordie di Olmo (Perugia) e Magione. Riguardo a quest’ultima, l’idea che “aiutare gli altri è il modo migliore per realizzare se stessi” venne a un giovane magionese trasferitosi a Prato per diversi anni, dove maturò al servizio nella Misericordia. Ritornato a Magione, ripensava alla sua esperienza e non riusciva a dimenticare tutto il bene che aveva lasciato, un bene che aveva nel cuore e che gli diceva poco a poco che forse anche a Magione poteva nascere “qualcosa”, un qualcosa che non aveva una base, soldi, gente e che, rapportato alla realtà di una confraternita come Prato, sembrava un sogno irrealizzabile… che si è realizzato.

La CROCE ROSSA ITALIANA, comitato locale di Corciano, è presente nel territorio di competenza dal 1° giugno 1995, e con i suoi 200 volontari attivi è operativa 365 giorni all’anno. Le attività dell’associazione sono: servizio ambulanze, corsi alla popolazione, donazione sangue, attività di inclusione e supporto sociale, organizzazione eventi per raccolta fondi, campagne di sensibilizzazione e prevenzione, attività per i giovani, protezione civile, soccorso in acqua. Garanzia e guida delle azioni della Cri sono i sette princìpi fondamentali del Movimento internazionale di Croce rossa, che ne costituiscono lo spirito e l’etica: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità. Furono adottati alla 20a Conferenza internazionale della Croce rossa svoltasi a Vienna nel 1965.

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Giardino Alzheimer in aiuto della memoria https://www.lavoce.it/giardino-alzheimer-in-aiuto-della-memoria/ Thu, 20 Jun 2013 13:32:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17499 Il giardino sensoriale a Fontenuovo
Il giardino sensoriale a Fontenuovo

Sabato 22 giugno, alle ore 10, a Fontenuovo sarà inaugurato un nucleo di riabilitazione sensoriale costituito da Giardino Alzheimer, stanza del treno e Snoezelen room. Alle ore 10.45 si terrà la benedizione degli spazi da parte di mons. Gualtiero Bassetti. Seguirà la visita del giardino. L’inaugurazione sarà allietata dal coro di voci bianche Octava Aurea, diretto dal maestro Mario Cecchetti.

Il progetto rientra nell’ambito della riprogettazione di spazi appositamente pensati per i soggetti affetti da Demenza. Nella “Residenza Protetta Fontenuovo” ben il 64% è affetto da demenza senile, il 20% da demenza di Alzheimer e il 71% è comunque portatore di un decadimento cognitivo di grado lieve e moderato: è dall’osservazione di questi dati che è nata la riprogettazione degli spazi abitativi per migliorare il benessere dell’anziano affetto da disturbi del comportamento.

Per tali pazienti non possiamo affermare che “non esiste cura” ma possiamo parlare di “riabilitazione” cognitiva nel senso che siamo protesi a sostenere ed attivare quelle funzioni mentali non completamente deteriorate, intervenendo sulle potenzialità residue. Tali tecniche permettono di raggiungere un miglioramento dei disturbi cognitivi della persona riducendo notevolmente la terapia farmacologica come ormai numerosi studi scientifici dimostrano.

Così il Giardino Alzheimer nasce da una splendida collaborazione con l’Università di Perugia, tramite il prof. Aldo Ranfa, docente di Botanica ambientale che, credendo nel progetto, ha promosso una tesi di Laurea presentata dalla dott.ssa Maria Giulia Rubeca. È stato così realizzato il giardino sensoriale (con la progettazione di Alfonso Cagnano docente di Costruzioni e progettazione), per cercare di stimolare e potenziare tutti e cinque i sensi del malato d’Alzheimer attraverso l’uso dei colori, profumi, sapori, suoni e differenti tipologie di superfici di contatto. I percorsi del Giardino sono sinuosi ma armoniosi e ben delimitati, privi di angoli e incroci per aumentare la sicurezza degli ospiti, con aree per la sosta e punti di riferimento. Le specie vegetali prescelte prevedono l’esclusione di quelle allergeniche, tossiche e/o velenose, spinose, irritanti, urticanti, repellenti o pericolose in genere.

La stanza del treno, consiste nell’allestimento di una stanza sotto forma di un vagone ferroviario, riproducente i suoni della stazione ferroviaria e le immagini dei paesaggi umbri in modo da ridestare i ricordi e diminuire il senso di inquietudine e di agitazione. Tale progetto è stato possibile grazie all’aiuto tecnico dei docenti e alunni dell’Istituto tecnico commerciale Capitini Vittorio Emanuele II.

La Snoezelen room è una tecnica da tempo utilizzata e proposta a persone con disabilità funzionali, dolore cronico o acuto, esiti di ictus, problemi psichiatrici. Nella prassi dell’accoglienza alle persone anziane affette da demenza, la Snoezelen room viene utilizzata per la riduzione dei disturbi del comportamento grazie all’interazione tra luci, colori, aromi, essenze, suoni, oggetti e immagini, all’interno del quale la persona viene accompagnata. Tali stanze sono state progettate e realizzate dall’ing. Enrico Orofino, Ing. Arch. M.D. Engilab & Saf.

Il giardino è stato realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e grazie all’Ordine di Malta, delegazione di Perugia – Terni, Lions club Perugia host, Trenitalia Spa.

Data l’importanza di tale inaugurazione il giorno precedente, 21 giugno, viene promosso un convegno (vedi box) che vede presenti geriatri di fama nazionale impegnati in un corso rivolto agli operatori del settore promosso in collaborazione con Amata (Associazione malati Alzheimer e telefono Alzheimer) Umbria e l’Università di Perugia dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, sezione Gerontologia e geriatria.

Il convegno

Venerdì 21, dalle 9 alle 17, presso la residenza di Fontenuovo, si terrà il convegno “Sei tu che lavori dove vivo io: le terapie non farmacologiche”, seminario rivolto agli operatori delle strutture residenziali per anziani. Dopo i saluti istituzionali, Patrizia Mecocci darà il via ai lavori parlando di “Disturbi cognitivi e disturbi comportamentali della demenza”; a seguire Antonio Guaita parlerà de “La stimolazione cognitiva”, Gianfranco Piombaroli de “L’esperienza dei Centri diurni Alzheimer di Perugia” ed Enrico Orofino de “La stimolazione psico-sensoriale”. Dopo pranzo, i lavori riprenderanno alle 14.30 con Luisa Bartorelli e il suo intervento su “L’ambiente protesico”. Sarà poi la volta di Simonetta Cesarini con “Fontenuovo: modifiche ambientali per una migliore assistenza” e Francesco Delicati con “L’approccio musicoterapico con gli anziani fragili”.

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A Perugia un centro per malati di Alzheimer senza eguali in Umbria https://www.lavoce.it/a-perugia-un-centro-alzheimer-senza-eguali-in-umbria/ Thu, 13 Jun 2013 09:46:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17294 Il giardino sensoriale della residenza di Fontenuovo
Il giardino sensoriale
della residenza di Fontenuovo

Un centro per curare i malati di Alzheimer, unico in Umbria: lo si sta realizzando a Perugia presso la residenza per anziani Fontenuovo. All’interno della struttura sono infatti in costruzione spazi appositi, frutto di studi medici ed esperienze comprovate a livello nazionale ed internazionale, dedicati ad attività terapeutiche per i malati di Alzheimer. “Si tratta – spiega Orfeo Ambrosi, presidente della struttura – di un giardino sensoriale, una stanza multisensoriale e di una cosiddetta ‘stanza del treno’ o della memoria. In Umbria è il primo caso in cui tutti e tre gli spazi coesistono in un’unica struttura. Un’importante novità per il territorio, in quanto la nostra idea è di mettere questo centro a disposizione di tutti i malati, non solo quelli ospitati a Fontenuovo”. Il giardino sensoriale – che sarà inaugurato il 22 giugno – è nato grazie a una collaborazione con la facoltà di Agraria ed è costituito da uno spazio all’aperto, dalla struttura circolare, che permette al malato di girare liberamente in sicurezza e senza pericoli. Nel giardino si trovano punti di ombra per il riposo, piante anche commestibili, e una zona dedicata all’ortoterapia. “È dimostrato – dice la dott.ssa Simonetta Cesarini, direttore sanitario del centro – che i profumi, suoni e colori di cui si compone il giardino stimolano positivamente il malato e diminuiscono la sua ansia e aggressività”. Stesso principio vale anche per la stanza sensoriale, il cui percorso si basa sull’utilizzo dei colori, ma anche di luci, musica e vibrazioni. La stanza del treno, invece, “vuole riprodurre – sottolinea la dott.ssa Cesarini – un binario ferroviario in cui, su uno schermo, vengono proiettati dei video di tragitti familiari ai pazienti. In questo modo il malato rivive quell’esperienza e i suoi ricordi vengono stimolati positivamente. Il progetto, in fase di realizzazione, sta venendo alla luce grazie anche al supporto dell’istituto superiore Capitini, per la parte relativa alla realizzazione dei video, e di Trenitalia”. Un servizio quanto mai importante, alla luce del fatto che, solo nella struttura di Fontenuovo, oltre il 50 per cento degli anziani soffrono di demenza senile. “Ben 68 su 84 ospiti – sottolinea la direttrice -. Per questo, da anni collaboriamo con Amata Umbria, l’associazione che si occupa dei malati di Alzheimer, e abbiamo maturato una certa esperienza nel settore. Vorremmo poi aprire un ‘Caffè Alzheimer’, ovvero un luogo di aggregazione dove malati, famiglie e operatori sanitari possano incontrarsi per parlare, scambiarsi domande e avere anche rassicurazioni e consigli non solo dal punto di vista medico, ma anche personale. Per non far mai sentire soli non solo i pazienti, ma anche i loro familiari”.

Il convegno

Venerdì 21, dalle 9 alle 17, presso la residenza di Fontenuovo, si terrà il convegno “Sei tu che lavori dove vivo io: le terapie non farmacologiche”, seminario rivolto agli operatori delle strutture residenziali per anziani. Dopo i saluti istituzionali, Patrizia Mecocci darà il via ai lavori parlando di “Disturbi cognitivi e disturbi comportamentali della demenza”; a seguire Antonio Guaita parlerà de “La stimolazione cognitiva”, Gianfranco Piombaroli de “L’esperienza dei Centri diurni Alzheimer di Perugia” ed Enrico Orofino de “La stimolazione psico-sensoriale”. Dopo pranzo, i lavori riprenderanno alle 14.30 con Luisa Bartorelli e il suo intervento su “L’ambiente protesico”. Sarà poi la volta di Simonetta Cesarini con “Fontenuovo: modifiche ambientali per una migliore assistenza” e Francesco Delicati con “L’approccio musicoterapico con gli anziani fragili”.

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In soccorso da chi è colpito da demenza senile, e delle famiglie https://www.lavoce.it/in-soccorso-da-chi-e-colpito-da-demenza-senile-e-delle-famiglie/ Fri, 14 Sep 2012 13:42:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12788 Il 21 settembre ricorre la Giornata mondiale dell’Alzheimer. Il 5 settembre l’associazione Amata Umbra (Associazione malati Alzheimer e Telefono Alzheimer Umbria) ha festeggiato i 15 anni di attività. Due date, due ricorrenze per riflettere e far conoscere questa patologia, tanto diffusa quanto ancora sconosciuta. Per questo l’associazione umbra ha organizzato in questi giorni una serie di eventi su tutto il territorio regionale (per il programma completo www.amataumbria.it).

La malattia di Alzheimer non rappresenta l’unica forma di demenza, anche se è di gran lunga la più frequente. Queste patologie hanno in comune non soltanto l’aspetto medico (ovvero vanno a colpire un cervello precedentemente sano, determinando progressivamente la perdita di tutte le facoltà intellettive) ma anche quello sociale e assistenziale. “Le demenze – spiega la dott.ssa Annalisa Longo, geriatra e presidente di Amata – colpiscono coloro che ne sono affetti, ma anche pesantemente i familiari che si trovano ad assisterli. Per questo quindici anni fa gli operatori del reparto di Geriatria, vedendo negli anni i familiari in preda al dramma e alla disperazione perché lasciati soli nell’assistere un malato tanto impegnativo sotto ogni punto di vista, insieme ad un gruppo di persone sensibili al problema, hanno fondato l’associazione. Oggi sono circa una quarantina i volontari”.

Lo scoglio principale contro cui si imbattono famiglie e malati è, infatti, quello della scarsa formazione e informazione dei congiunti in primis, ma anche degli operatori sanitari, medici, società civile e istituzioni. “Questa è una malattia senza voce – dice la dott.ssa Longo – di cui si parla poco e per cui si fa ancora meno. Ci sono pochissimi servizi pubblici specifici e nessuna assistenza domiciliare ad hoc. I familiari dei malati hanno bisogno di sostegno psicologico, ma anche pratico, legale e di riferimento per conoscere i servizi e le strutture a cui potersi rivolgere. Nel nostro piccolo, cerchiamo di dare il supporto necessario, attraverso i punti di ascolto, il Telefono alzheimer e gli incontri periodici con i familiari. Per i malati, abbiamo attivato un progetto pilota di assistenza domiciliare che permette ai nostri operatori di seguire circa 15 famiglie, e organizziamo attività periodiche di musicoterapia, animazione, ginnastica dolce e riabilitazione cognitiva.

“Un altro problema – continua – è quello della formazione di medici, infermieri e operatori sanitari, molto spesso non adeguatamente esperti nell’assistere pazienti afflitti da demenza. Per questo la nostra associazione organizza periodicamente corsi di formazione in giro per la regione aperti a tutti e gratuiti”. La strada, però, è ancora lunga. “In questi quindici anni di attività – conclude la dottoressa – l’alzheimer e le patologie affini sono sicuramente più conosciute di un tempo, è aumentata di molto la ricettività delle strutture assistenziali e l’attenzione delle cooperative nel formare i propri operatori, ma ancora non è abbastanza. Troppi sono, infatti, coloro che arrivano in ospedale quando la malattia è già ad uno stadio avanzato e quindi c’è ben poco da fare. Avere conoscenza della malattia è fondamentale, perché una diagnosi precoce può garantire l’accesso a farmaci che, seppur non definitivi, possono comunque rallentare l’avanzare della demenza. Inoltre, l’ospedale Santa Maria della Misericordia è dotato di un eccellente centro di Geriatria a livello nazionale, dove vengono anche studiate e sperimentate nuove terapie di cura. Saperlo è importante per poterne usufruire. Proprio per favorire la conoscenza dell’alzheimer partirà a breve una campagna informativa nelle farmacie, grazie ad un accordo siglato con le Afas comunali”.

A chi ci si può rivolgere in Umbria

Per avere informazioni, supporto e assistenza per i malati di alzheimer o di demenza di vario genere, sono attive nel territorio regionale diverse strutture.

– L’associazione Amata Umbria (www.amataumbria.it) ha sede a Perugia (tel. 075 5011256) e a Terni (tel. 0744 800030). Punti di ascolto sono presenti a Castiglione del Lago (tel 075 9526300); Città della Pieve (tel. 0578 298340); Passignano sul Trasimeno (tel. 075 827432); Torgiano (tel. 075 9888317); Solfagnano (tel. 075 604746); Narni ( 0744 733169); Murrano di Orvieto e S. Angelo di Celle. Esiste inoltre l’associazione Ama (Associazione malati alzheimer); per informazioni: www.amalzheimer.it.

– Presso l’azienda ospedaliera di Perugia, è attivo il reparto di Geriatria e il Centro per lo studio dell’invecchiamento cerebrale e demenze nell’anziano.

– Presso la Asl n. 1 sono attivi i seguenti centri diurni Alzheimer: “Luigi Coli” a Città di Castello, in via Perugini (tel. 075 8559507); a Trestina, piazza Garinei (tel. 342 1738608); “Il Roseto” a Umbertide, via dei Patrioti 13 (tel. 342 1738606); a Gubbio, in via Cavour 11 a, c/o Astenotrofio Mosca (tel. 075 9221773) e “Il Biancospino”, a Gualdo Tadino, in via S. Marzio 4 (tel. 075 9142717).

– Presso la Asl n.2 troviamo: il centro diurno di Madonna Alta, via Pian Della Genna n.2, a Perugia (tel. 075-5000550); “I girasoli” di San Mariano (tel. 075-5181488) e il centro di Bettona, in via Perugia, a Passaggio di Bettona (tel. 075 9869926).

– Presso la Asl n. 3 è attivo il centro diurno Alzheimer “Le Margherite”, in via Berlino, 2- Sant’Eraclio, a Foligno, presso la Casa Serena ex Onpi (tel. 0742-391250).

– La Asl n. 4 di Terni mette a disposizione un ambulatorio Alzheimer presso la struttura di Geriatria di strada Le Grazie n. 6, nei pressi di viale Trento. Sono poi attivi il centro diurno “Le Grazie”, strada Le Grazie n. 6; il centro diurno ”Agorà”, via Manara n. 4; “La Rocca”, vocabolo Trevi n. 116 n; e ”La Sequoia”, via del Cardellino n. 65.

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Il futuro della lotta all’alzheimer https://www.lavoce.it/il-futuro-della-lotta-allalzheimer/ Thu, 29 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9666 “Unità valutative alzheimer: un’esperienza con un futuro?”. Se ne è parlato il 21 settembre a Perugia a una tavola rotonda promossa in occasione della XVIII giornata mondiale alzheimer, dall’Associazione malati alzheimer Telefono alzheimer (Amata) Umbria in collaborazione con Associazione italiana psicogeriatria, sezione umbro-marchigiana ed istituto di Geriatria – Università di Perugia. La geriatra Annalisa Longo, presidente di Amata Umbria, ha salutato i presenti con la lettura del messaggio del presidente dell’Associazione italiana di psicogeriatria, Marco Trabucchi: “La dignità e la nobiltà della persona non scompaiono mai; il volto infatti conserva i segni di una storia, seppure reso irriconoscibile dalla malattia”. L’alzheimer, un processo degenerativo che distrugge lentamente e progressivamente le cellule del cervello, colpisce principalmente la memoria e le funzioni mentali. I sintomi, che a volte passano inosservati e scambiati per semplice invecchiamento cerebrale, passando il tempo divengono sempre più evidenti e vanno ad interferire con le più banali attività quotidiane, portando alla completa dipendenza dagli altri. Al fine della prescrizione dei farmaci antidemenza, ma anche per sostenere i pazienti e i loro familiari, sono nate, su tutto il territorio nazionale, le Unità di valutazione alzheimer (Uva), centri ospedalieri specializzati delle divisioni di Neurologia, di Psichiatria e di Geriatria, con il compito di valutare la gravità della malattia, di stabilire la terapia appropriata e seguire il malato durante il processo di cura. Renzo Rozzini, direttore del dipartimento di Medicina e geriatria di Brescia, ha ripercorso la storia dei dieci anni di attività delle Uva, partendo dai dati (età, numero dei pazienti, disturbi più frequenti, test diagnostici principali, ecc) raccolti nel registro Univa – il sito web dove le Uva presenti su tutto il territorio nazionale possono confrontare casi clinici e terapie farmacologiche in un’ottica di aggiornamento e miglioramento dell’assistenza. “C’è ancora molto lavoro da fare” ha detto Rozzini, indicando, tra le altre cose, la necessità di “trovare il modo di poter curare a casa quei pazienti che non possono recarsi direttamente in ambulatorio”. Nella seconda parte del convegno sono state messe a confronto le esperienze di gestione delle varie Uva presenti in regione: esponenti delle quattro Asl territoriali hanno illustrato i vari processi terapeutici sperimentati e adottati all’interno dei loro ambulatori. Patrizia Mecocci, direttore dell’istituto di Gerontologia e geriatria di Perugia, concludendo l’incontro ha espresso l’auspicio che le Uva rappresentino “sempre più non solo un punto di diagnosi ed erogazione di farmaci, ma un punto capace di prendersi cura globalmente della persona malata di alzheimer e della sua famiglia, in grado di promuovere e relazionarsi con tutti gli operatori e le strutture che nel territorio operano per garantire una buona qualità di vita a chi è affetto dall’alzheimer”.

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Alzheimer. L’aiuto vien dal volontariato https://www.lavoce.it/alzheimer-laiuto-vien-dal-volontariato/ Thu, 08 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9611 Fino a qualche anno fa se ne parlava poco. Oggi è difficile non aver mai sentito parlare della malattia dell’Alzheimer, e di quanto questa incida non solo sul malato ma anche sui familiari che se ne fanno carico. Il merito va senz’altro alle associazioni sorte in questi anni, e tra queste Amata-Umbria, una delle prime a essere fondata, affiliata Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer Uniti Onlus. La (felice) sigla sta ad indicare “Associazione malati Alzheimer e telefono Alzheimer Umbria” ed anche quest’anno ha promosso una serie di iniziative (vedi il programma) per la Giornata mondiale dell’Alzheimer fissata al 21 settembre. Dai dibattiti ai concerti fino alla messa, per far conoscere questa realtà, sensibilizzare le istituzioni, offrire momenti di aggregazione a malati e familiari. La presidente, la geriatra Annalisa Longo, fin dalla fondazione ha sostenuto e animato l’associazione. Dottoressa Longo, quanti sono i malati di Alzheimer in Umbria? “Non abbiamo dati precisi. Si stima che la malattia colpisca dal 5 al 10% (a seconda degli studi) degli ultrasessantacinquenni, quindi in Umbria circa 800 malati”. Le famiglie hanno un sostegno per la cura del malato? “Se parliamo del sostegno economico dell’assegno di accompagnamento forse abbastanza, ma non abbiamo dati precisi. Sappiamo, però quanto sia difficile averlo per i malati non ancora allettati che sono, invece, quelli che pongono i maggiori problemi perché vanno costantemente sorvegliati”. E l’assistenza domiciliare? Non esiste specifica per i malati di Alzheimer. La nostra associazione ha un progetto pilota di assistenza domiciliare (l’Arcobaleno di Amata) nella Asl2 distretto Perugino e Trasimeno, che consente di dare poche ore al mese di libertà a dodici famiglie. Una piccola goccia in un mare di necessità. Altre famiglie ricevono un sostegno dalle attività di musicoterapia e stimolazione sensoriale che proponiamo a malati di grado lieve a moderatamente severo, così come dalle attività di sostegno psicologico con l’arte-terapia per i familiari”. E nel resto della regione? “Per quanto so ci sono centri diurni nell Asl 2 con Perugia, San Mariano, Bettona e Fratta Todina; so che ci sono anche nell’Asl1, ma nelle altre Asl e soprattutto in quella ternana sono ben lontani dal progetto regionale di un Centro diurno Alzheimer in ogni distretto della regione”. Restano le residenze …“Non ci sono strutture adeguate che possano accogliere il malato quando è in grado di camminare. Di residenza specifica ne esiste solo una in provincia di Terni. Nelle altre i malati sono accolti solo quando sono allettati e non richiedono sorveglianza”.

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Alzheimer, malattia doppiamente grave https://www.lavoce.it/alzheimer-malattia-doppiamente-grave/ Thu, 24 Sep 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7869 L’Alzheimer fa due malati: il paziente e chi lo assiste”. È una frase che circola nel difficile ambiente dei malati di alzheimer e delle loro famiglie. Una malattia che colpisce l’1 per cento della popolazione, ossia circa 500 mila persone in Italia. Un 10 per cento di chi si ammala di alzheimer sono giovani. Ci sono delle regole d’oro per prevenire o, perlomeno, per cercare di rallentare il corso della malattia invalidante: il primo comandamento è “ciò che fa bene al cuore, fa bene anche al cervello”. Ossia una dieta equilibrata, un po’ di movimento, curare il diabete e la pressione alta, non fumare e non assumere droghe. Si studia il cervello delle suoreUno studio americano, condotto su alcune suore di clausura che avevano acconsentito a far esaminare i loro cervelli dopo la morte, ha dimostrato che l’alzheimer viene decisamente aggravata da problemi cardiovascolari. “La malattia può totalmente scardinare la vita di una famiglia. Sicuramente l’alzheimer presenta effetti socialmente molto pericolosi”, afferma la dottoressa Annalisa Longo del reparto Geriatria dell’ospedale di Perugia. “La nostra società – continua – già ha prodotto quello che noi chiamiamo ‘ageismo’, ossia una forma di razzismo piuttosto spiccato nei confronti delle persone anziane. Le nostre istituzioni regionali non fanno abbastanza per contrastare questo fenomeno e per dare sollievo alle famiglie dei malati di alzheimer. Doveva infatti esserci un centro diurno in ogni distretto sanitario, secondo le previsioni dell’ultimo Piano regionale sanitario: ancora non ci sono, nonostante diversi soggetti privati siano pronti a metterci i propri soldi per costruirli. Il problema, purtroppo irrisolto, rimane la loro gestione”. È vittima anche la famiglia Le famiglie che gestiscono un malato di alzheimer continuano ad avere una serie infinita di problemi, ma senza soluzioni. Di notte – per fare l’esempio più comune – il familiare affetto da alzheimer può sconvolgere il sonno di chi, la mattina seguente, deve recarsi al lavoro o a scuola. Alcuni malati possono mostrare anche comportamenti violenti, oppure allontanarsi di casa improvvisamente. “La famiglia – continua la dottoressa Longo – resta il più diffuso servizio di assistenza domiciliare. Nell’80 per cento dei casi, infatti, l’assistenza è garantita dalla famiglia, che svolge tale compito fino all’istituzionalizzazione o alla morte del malato. Uno studio italiano evidenzia come sia una donna, di solito una figlia, ad assistere il malato di alzheimer sette giorni su sette. Oltre il 50 per cento di chi fornisce assistenza – conclude – va incontro ad una sindrome da disadattamento, con elevata incidenza e prevalenza di ansia, depressione, insonnia, sensazione di cattiva salute”. Inoltre avere in casa un malato di alzheimer costa: un recente studio effettuato in Italia ha evidenziato come, nell’arco di sei anni, una famiglia possa spendere da 18 mila a quasi 26 mila euro, a seconda della gravità della demenza maturata dal loro caro. Soldi che vengono utilizzati, fra altro, per adattare la casa, per introdurre sistemi di vigilanza sul comportamento del malato o per pagare un’assistenza esterna. Dieci idee per la prevenzione1. La testa innanzitutto. La salute inizia dal cervello. È uno degli organi più vitali del corpo e ha bisogno di cure e attenzione. 2. Dal cervello al cuore. Ciò che è buono per il cuore è buono per il cervello. Fare qualcosa tutti i giorni per prevenire malattie cardiache, ipertensione, diabete e ictus: possono aumentare il rischio di Alzheimer.3. I numeri che contano davvero. Tenere scrupolosamente sotto controllo peso, pressione, colesterolo e glicemia4. Nutrire il cervello. Assumere meno grassi e più sostanze antiossidanti. 5. Far lavorare il corpo. L’attività fisica ossigena il sangue e aiuta le cellule nervose: camminare 30 minuti al giorno tiene attivi mente e corpo. 6. Stimolare la mente. Mantenere il cervello attivo e impegnato stimola la crescita delle cellule e delle connessioni nervose: leggere, scrivere, giocare, imparare cose nuove, fare i cruciverba. 7. Avere rapporti sociali. Occupare il tempo libero con attività che richiedono sforzo fisico e mentale: socializzare, conversare, fare volontariato, frequentare un club, ritornare sui banchi di scuola. 8. Attenzione ai colpi. Usare le cinture di sicurezza in auto, stare attenti al rischio di cadute, indossare il casco anche quando si va in bicicletta. 9. Essere saggi. Evitare le cattive abitudini: non fumare, non bere troppo, non fare uso di droghe.10. Guardare avanti. Iniziare oggi a preparare la propria anzianità. Paolo GiovannelliL’Associazione malati alzheimer e Telefono alzheimer (Amata – Umbria) è un’associazione di familiari, operatori, volontari e persone comunque sensibili al problema, costituitasi il 5 settembre 1997 con la finalità il difendere i diritti dei malati di alzheimer e delle loro famiglie, troppo spesso lasciate da sole ad affrontare tutti i problemi che questa devastante malattia comporta. CONTATTI: Sito web www.amataumbria.it; e-mail annalisazlongo@libero.it. SEDI: Perugia, via C. Colombo 9/B; Terni, via del Rivo 103; Apsp “Fusoni Lombrici Renzi”, via Lombrici 27, Norcia. TELEFONO ALZHEIMER: 075 5011256 e 0744 304799, con segreteria telefonica. PER DONAZIONI (specificare causale, nome ed indirizzo): c/c postale n. 66293762 intestato ad Amata Umbria.

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L’Alzheimer del ten. Colombo https://www.lavoce.it/lalzheimer-del-ten-colombo/ Thu, 11 Jun 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7610 Come un fulmine a ciel sereno: il tenente Colombo è malato di Alzheimer. Il Signore, Padre/Agricoltore, nel potare uno dei miliardi di tralci innestati nella vite di tuo Figlio, stavolta ha avuto la mano pesante. Privato di quella sua straordinaria capacità di connettere cose, eventi e comportamenti apparentemente del tutto estranei tra di loro, il tenente Colombo non è più nessuno. O – meglio – è pronto per il gran balzo, quello che lo porterà là dove scoprirà con gioia che quelle sue eccelse capacità investigative sono appannaggio anche degli oligofrenici, di quelli che in vita loro avevano difficoltà a connettere. Connettere il fatto d’aver pigiato l’interruttore con il fatto che s’era accesa la luce: fu proprio questo il secondo dei due ‘obiettivi massimi’ che nel 1978, quando lo portai a New York per una visita al Rusk Institute, tutt’e tre le équipe che lo visitarono assegnarono a mio figlio Franco; il primo dei due ‘obiettivi massimi’ era il contenimento dei suoi processi fisiologici (‘Verrà il tempo che i suoi bisogni non se li farà più addosso’). Fra parentesi, i paletti di confine che la scienza gli aveva assegnato, Franco ha cominciato a polverizzarli subito, di slancio. Un giorno il Dio di tutti restituirà a Colombo l’intelligenza acuta e sorniona, quel suo procedere per intuizioni folgoranti ma sempre recuperate all’ultimo momento, mentre usciva e aveva già in mano la maniglia della porta. L’origine italiana alludeva ad un pressappochismo formale coniugato con la genialità della intuizioni sostanziali.Quel suo impermeabile tutto ciucignato, a prima vista sempre perdente di fronte ai vestiti griffati che indossava la gente furba, furbissima che inutilmente sperava di ingannarlo. Quel mozzicone di sigaro che teneva in mano fin dalla notte di tempi, e faceva pensare (Dio e don Elio mi perdonino il paragone!) al roveto di Mosè, che brucia e non si consuma. E la moglie, un’onnipresente che non compare mai, ma la si intuisce, saggia regina della casa e vanesia cultrice di soap opera il cui protagonista si chiama Palomo. E la vecchissima Peugeot del 1959, niente affatto in soggezione accanto alle bruttissime limousine lunghe mezzo chilometro. E iI cane. Basso e lungo anche lui, trollo: Colombo non ha trovato tempo per dargli un nome: ‘Cane’ era e ‘cane’ è rimasto. Quando ho potuto, non mi sono mai perso un episodio della serie Colombo. Avevo coscienza che, dopo i modelli di assoluta efficienza con i quali riempiono i mercati dell’immagine (padre alto mt. 1,87, madre grassottella e fulgidamente sorridente, figlio con i capelli biondi e gli occhi chiari, figlia con la minigonna che le calza a pennarello), gli americani adesso mi stavano vendendo anche la caricatura di quei modelli. Ma, nonostante questo’ grazie, Peter Falk, è stato un piacere conoscere e tornare a conoscere gli exploit del tuo tenente Colombo.

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Ottomila malati di Alzheimer in Umbria https://www.lavoce.it/ottomila-malati-di-alzheimer-in-umbria/ Thu, 25 Sep 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6957 Il sostegno alle famiglie dei malati Alzheimer deve essere più che mai attento e concreto. Non a caso si dice che ‘la malattia di Alzheimer fa sempre due malati: chi ne è affetto e chi principalmente l’assiste’. In Umbria, l’associazione più importante che si occupa del supporto ai familiari è l’Associazione malati Alzheimer e Telefono Alzheimer dell’Umbria (Amata Umbria). A crearla sono stati gli operatori della struttura complessa di Geriatria, vedendo negli anni i familiari in preda al dramma ed alla disperazione perché lasciati soli nell’assistere un malato tanto impegnativo sia sul piano fisico che psicologico, emotivo ed economico, insieme ad alcuni familiari e a persone sensibili al problema Alzheimer. ‘Qualcosa per sostenere le famiglie ‘ dichiara la dottoressa Annalisa Longo, presidente Amata Umbria ‘ si sta facendo, ma è ancora troppo poco. I malati sono tanti e l’assistenza non basta mai’. È la volontà a voler fare di più che ha spinto l’Associazione, per la Giornata mondiale dedicata al morbo, a sottoscrivere l’adesione all’Alleanza europea per l’Alzheimer, che vede impegnati nella lotta a questa patologia i Paesi dell’Unione europea, dove vivono complessivamente oltre 6,4 milioni di malati di demenza. L’Alleanza viene presentata il 26 settembre a Terni alle ore 16.30 nella sede del Cesvol. La vita di una persona affetta da Alzheimer si caratterizza da uno stato di danno e sofferenza cerebrale. Può avere un’evoluzione più rapida o una più lenta, provocando forme di demenza. Sono note le gravissime conseguenze che ne derivano per la vita del paziente e per la sua assistenza. Dal 20 settembre al 4 ottobre di tengono in Umbria – dove sono 8 mila le persone che ne soffrono – vari iniziative di sensibilizzazione, in occasione della Giornata mondiale dedicata al problema. Le cifre rappresentano solo delle stime realizzate dai centri di studio, perché un vero e proprio censimento non esiste. Certo è che 8.000 è una cifra consistente, considerando anche le strutture ricettive presenti sul territorio. ‘Attualmente, nella nostra regione ‘ dice Patrizia Mecocci, ordinario di Gerontologia all’Università di Perugia ‘ ci sono diversi centri diurni per accoglienza, cura e riabilitazione, sia pubblici che privati. Il problema vero è che possono essere accolti solo il 10-15 per cento dei malati e questo significa che per fornire lo stesso servizio a più persone ogni malato può rimanere nei centri in media per 6 mesi. Queste strutture ricettive sono per i malati lievi; per i malati più gravi, invece, resta la famiglia o le strutture residenziali, le vecchie case di riposo, dove però manca spesso una figura di riferimento (ad esempio un medico fisso) e dove non sempre ci sono aree specificamente attrezzate per questo tipo di malati (ad esempio un ‘giardino Alzheimer’ privo di pericoli). I servizi ‘ prosegue la professoressa ‘ andrebbero potenziati, e questo sarebbe possibile solo se si avessero a disposizione medici specializzati e dedicati in modo particolare a questo tipo di malati. Purtroppo, per motivi organizzativi, spesso i medici che gestiscono le cosiddette Unità valutative Alzheimer (Uva) sono impegnati anche in altre attività, in ospedale o in altri ambulatori, e solo una volta a settimana trovano il tempo per dedicarsi ai malati con demenza. Fatto, questo, che causa ad esempio lunghe liste di attesa per malati e famiglie, che spesso hanno bisogno di risposte immediate. Un limite che andrebbe abbattuto’. ‘Il centro Alzheimer della Geriatria che opera all’interno dell’Azienda ospedaliera di Perugia ‘ sottolinea la professoressa Mecocci ‘ è uno dei più grandi in Italia, dove assistiamo 400-500 pazienti all’anno. Siamo un centro di riferimento clinico per l’Amata Umbria, l’associazione di volontariato per i familiari. Abbiamo anche parecchi rapporti con centri di ricerca internazionali, siamo uno dei tre centri italiani di riferimento del Consorzio europeo per l’Alzheimer. Questo ci permette di sperimentare nuovi farmaci. Abbiamo appena terminato due sperimentazioni, e presto partiremo con nuovi studi con farmaci innovativi che speriamo sempre più efficaci, e che proponiamo insieme alle terapie classiche. Concretamente, per migliorare il sistema è necessario potenziare l’Unità valutativa Alzheimer, il centro dove viene accertata la malattia, scelta la diagnosi e dove viene effettuato il controllo periodico del malato. Strutture ora purtroppo diffuse a macchia di leopardo: quelle presenti oggi non bastano’.

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Promosso dalla Asl corso per chi assiste il malato di Alzheimer https://www.lavoce.it/promosso-dalla-asl-corso-per-chi-assiste-il-malato-di-alzheimer/ Thu, 09 Jan 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2894 Dal prossimo 14 gennaio al 18 marzo 2003 (ogni martedì dalle ore 17 alle 19), presso la Formazione del personale dell’Azienda ospedaliera di Perugia (via Cotani, 21), si terrà il ciclo di incontro gratuito dal titolo “Assistere il malato di Azheimer” rivolto a familiari dei pazienti o “care-giver informali”. E’ un ciclo di dieci “lezioni” conoscitive e formative incentrate sulla “gestione” del malato, che vedrà, in qualità di docenti, figure professionali diverse: neurologo, geriatra, psichiatra, medico di base, neuropsicologo, psicologo, fisioterapista, terapista occupazionale, infermiere, assistente sociale, volontario. Questo ciclo è organizzato dall’Azienda ospedaliera perugina con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e nasce su proposta delle associazioni delle famiglie di malati Alzheimer (Amata-Umbria e Aima-Perugia). Rientra nell’ambito delle iniziative, promosse dalla stessa Azienda ospedaliera, a favore del malato di Alzheimer e delle famiglie che si trovano quotidianamente a gestire questa patologia che in Umbria, attualmente, si manifesta nell’1% della popolazione. Soddisfazione per l’iniziativa l’esprime la presidente di Amata-Umbria, la geriatra Annalisa Longo, nel sottolineare “quanto sia importante per queste due associazioni, da anni impegnate accanto ai malati e ai loro familiari, vedere accolta la proposta da parte dell’Azienda ospedaliera, perché è un ulteriore riconoscimento e apprezzamento della loro opera di assistenza socio-sanitaria fin qui svolta. Ma è anche uno stimolo – aggiunge la dott.ssa Longo – a proseguire in questa giusta direzione e ad ampliare la collaborazione tra le due associazioni e le Aziende sanitarie pubbliche”. Il “corso di formazione”, spiega Alessandro Truffarelli, direttore generale dell’Azienda ospedaliera perugina, “è pensato come autentico servizio all’utente; esiste, infatti, l’irrinunciabile necessità per il familiare (il cosiddetto “care-giver informale”) di avere quel bagaglio composito di conoscenze che gli permetta di frapporsi utilmente tra il proprio congiunto malato ed il resto del mondo”. “Solo attraverso una migliore conoscenza del problema potrà raggiungersi un’adeguata e dignitosa assistenza al paziente. In questo contesto – aggiunge Truffarelli – la “tecnicizzazione” delle figure di assistenza, primo fra tutti i “care-giver informale”, è una tappa fondamentale affinché l’onda culturale sull’argomento raggiunga tutti e faciliti la soluzione socio-sanitaria della malattia di Alzheimer”.

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Alzheimer: il lato oscuro dell’invecchiamento https://www.lavoce.it/alzheimer-il-lato-oscuro-dellinvecchiamento/ Thu, 19 Sep 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2684 Siamo i più vecchi d’Italia, non solo perché nella nostra regione nascono pochi bambini ma anche perché, e questo è positivo, sembra che si vive meglio, ci si cura meglio e così si arriva ad essere ultra sessantacinquenni ed anche ultraottantenni. Così la giornata mondiale voluta per far conoscere alla gente una terribile malattia come l’Alzheimer, diventa anche occasione per affrontare il tema dell’invecchiamento e di come la società, le comunità locali e nazionali devono organizzarsi per rispondere ai bisogni degli anziani. La malattia di Alzheimer è la forma più frequente di demenza e colpisce il 4-10% della popolazione oltre i sessantacinque anni. E’ stata da alcuni definita “l’epidemia silente’ degli anni 2000 perché è “esplosa” con il diffondersi delle migliori condizioni di vita che hanno portato all’allungarsi della durata media vita. In Umbria, regione che ha oltre il 20% di ultrasessantacinquenni, è stata fondata nel 1997 l’Associazione malati Alzheimer e Telefono Alzheimer – Umbria (Amata Umbria), formata da familiari, operatori, volontari e persone sensibili al problema dei malati e delle loro famiglie. Una delle attività principali dell’associazione è proprio quello di essere vicini alle famiglie in cui vive il malato di Alzheimer. Sabato 21 in piazza Italia, a Perugia, Amata Umbria sarà a disposizione per informare su questa malattia. Annalisa Longo, medico geriatra presso il Policlinico di Perugia, è una delle fondatrici dell’associazione. “Queste persone richiedono una assistenza continua giorno e notte e la famiglia spesso ne esce distrutta. Sono sopratutto le donne a subirne il peso visto che tradizionalmente sono loro a prendersi cura di chi ha bisogno”. Il malato di Alzheimer “ha le gambe per camminare ma non ha la testa per decidere dove andare” e ciò costringe chi lo assiste ad una continua vigilanza perché il familiare potrebbe perdersi, cadere e rompersi una gamba o lasciare il rubinetto del gas aperto o scambiare l’angolo cucina per il bagno e così di seguito. Chi lo assiste deve stare all’erta ventiquattrore su ventiquattro, ed è per questo che Amata Umbria in questi anni si è impegnata per far incontrare i familiari, che così possono scambiarsi esperienze, consigli o semplicemente sfogarsi con chi li può capire. L’associazione organizza anche attività periodiche per i malati che possono parteciparvi, offre assistenza a domicilio per aiutare chi assiste a svolgere le mansioni più pesanti o semplicemente consentirgli di avere alcune ore libere, ed ha attivato il “Telefono Alzheimer” (Perugia 075 5011256 Terni 0744283451) che fornisce informazioni sulla malattia, offre sostegno psicologico e consulenze mediche, legali e sociali. Quest’anno, inoltre, l’associazione organizzerà un corso di formazione per i o le “badanti”, spesso extracomunitari, cui sono affidati questi anziani. Sono cose che dovrebbero fare gli enti pubblici, commenta il prof.Umberto Senin, direttore del Centro per lo studio dell’invecchiamento cerebrale e demenze dell’anziano, dell’Istituto di geriatria del policlinico di Perugia. L’associazione Amata è nata dall’esperienza degli operatori delCentro, negli anni a contatto con i familiari in preda alla disperazione di fronte all’impegno gravoso e all’inesistente sostegno delle istituzioni. L’opera di sensibilizzazione svolta in Umbria dal Centro e dall’associazione sta dando i frutti.Il prof.Umberto Senin, membro della commissione del Ministero della salute che ha attivato il “progetto Kronos” , la somministrazione di farmaci che ritardano la fase dell’aggravarsi della malattia, “un piccolo sollievo, che non risolve ma è già tanto”, commenta Senin. In questo progetto l’Umbria è in testa alle altre regioni con il 5 per mille di soggetti in trattamento contro la media dello 0,5 delle altre regioni, e non perché ci siano più malati, precisa Senin, ma perché c’è maggiore attenzione che spesso consente di riconoscere la malattia fin dai primi sintomi. “Alzheimer: un aiuto per chi aiuta – Una guida per familiari e operatori” è il volume pensato per chi vuole saperne di più sulla malattia e sulle problematiche che deve affrontare il malato e la famiglia. Promosso da Amata – Umbria, pubblicato dall’Editrice de LaVoce, è destinato ai non addetti ai lavori. Un’opera che viene richiesta da tutta Italia. Il volume sarà disponibile al gazebo in piazza Italia a Perugia sabato 21 settembre.

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Mondo anziani: quali risorse e spazi d’intervento https://www.lavoce.it/mondo-anziani-quali-risorse-e-spazi-dintervento/ Thu, 08 Nov 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2042 “Gli infiniti toni del grigio”, manifestazione che si terrà il 9, 10 e 11 novembre al centro fieristico di Bastia Umbra, vuole offrire opportunità nuove agli anziani, in quanto cresce la loro stessa esigenza di acquisire servizi e nuove tecnologie. Il presidente di Umbriafiere, Quintilio Trepidi, ha sottolineato come quello che il centro fieristico vuole fare è “dare un contributo reale, mettendo a disposizione le sue strutture, per promuovere e valorizzare gli anziani, come grande valore sociale”.

I risultati conseguiti nelle due precedenti manifestazioni fanno ritenere che vi sarà sempre una maggiore crescita di coinvolgimento e di partecipazione da parte dei soggetti interessati e che questa terza edizione, con il coinvolgimento delle istituzioni regionali, delle forze sociali e dell’associazionismo, sancisca il carattere di forum annuale sulla condizione degli anziani.

Valorizzare il ruolo dell’universo della terza età, evidenziando gli spazi di intervento delle varie associazioni di categoria, per accrescere la capacità autonoma degli anziani, senza pensare troppo a rendiconti commerciali: è questo l’unico fine a cui deve tendere la manifestazione. Presenti alla conferenza stampa i sindacati dei pensionati cui aderiscono circa 120mila persone e che hanno annunciato che nella tre giorni di Bastia Umbra approveranno una piattaforma unitaria, “Gli anziani per l’Umbria, l’Umbria per gli anziani”, ovvero delle richieste concrete da presentare poi agli organi istituzionali competenti.

È intervenuto anche Antonio Fulci, presidente dell’Università della terza età di Perugia, che ha messo in evidenza come “il successo e l’importanza di manifestazioni come queste sta nel fatto di rendere protagonisti gli anziani”, i quali non sono solo un soggetto da tutelare, ma anche una grande ricchezza. Piuttosto articolato è il programma della manifestazione, con convegni e seminari di particolare interesse.

Segnaliamo per il 9 novembre due seminari: alle 15, “Vivere a casa, palestra delle abilità: l’esperienza umbra dell’assistenza domiciliare” e alle 16 “Il progetto Cronos per le famiglie dei malati di Alzheimer”. Il 10 novembre è prevista alle 9.30 una tavola rotonda “Gli anziani e la cultura”, coordinatore sarà il giornalista Antonio Lubrano e per il giorno seguente alle ore 9 un’altra tavola rotonda dal titolo “Il ruolo e le funzioni del Governo, delle istituzioni locali, del volontariato dei centri socio-culturali anziani, nell’attuale quadro legislativo”.

Anche La Voce sarà presente con un suo stand alla mostra-convegno “Gli infiniti toni del grigio”. Saranno presentate le pubblicazioni che trattano argomenti inerenti la manifestazione, e tra queste, i libri curati dal prof. Umberto Senin e dalla dott.ssa Annalisa Longo, “Per un invecchiamento di successo” e “Alzheimer: un aiuto per chi aiuta”. Verranno anche esposte le cinque guide illustrative degli “Itinerari della santità”, ideate congiuntamente dalla Conferenza episcopale umbra e dalla Regione dell’Umbria, e che illustrano i luoghi interessati dagli itinerari proposti in occasione del Giubileo del 2000: benedettino, romualdino, francescano, della santità femminile, dell’amore misericordioso ed eucaristico.

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