aeroporto Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/aeroporto/ Settimanale di informazione regionale Thu, 24 Sep 2015 08:39:05 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg aeroporto Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/aeroporto/ 32 32 Strade, treni e aerei: si progetta il futuro https://www.lavoce.it/strade-treni-e-aerei-si-progetta-il-futuro/ Thu, 24 Sep 2015 08:39:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43428 Il treno deragliato nell’aprile del 2013 nel comune di Umbertide
Il treno deragliato nell’aprile del 2013 nel comune di Umbertide

Il problema della mobilità in Umbria e il Piano regionale dei trasporti 2014-2024 nella prima metà di settembre sono stati al centro della discussione del nuovo Consiglio regionale in varie occasioni, in particolare in tre sedute della seconda Commissione, presieduta da Giuseppe Biancarelli, con la partecipazione dell’assessore regionale Giuseppe Chianella (l’ultima si è svolta lunedì scorso).

Ex Fcu

Una delle questioni più calde è quella della ex Ferrovia centrale umbra, con la sospensione del servizio nel tratto Umbertide – Città di Castello proprio in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. Sono 24 km di linea ritenuti non sicuri in un tratto più ampio, da Sansepolcro a Umbertide, dove già da tempo i convogli non possono viaggiare a più di 50 km all’ora. Una ferrovia obsoleta, con un secolo di vita, che da nord a sud attraversa proprio il cuore dell’Umbria, da Sanseplocro a Terni, passando ai piedi dell’acropoli perugina, e che poteva essere una sorta di “metropolitana” della nostra regione.

Nel 1982 – ricorda il deputato Pd Walter Verini – “la Regione approvò il primo Piano urbanistico territoriale nel quale la Ferrovia centrale umbra veniva definita ‘metropolitana regionale di superficie’. Da circa 35 anni, però, non viene più considerata questa ipotesi che rappresenta, ancora oggi, la soluzione di collegamento sostenibile migliore tra San Giustino a Terni. Gli investimenti fatti – ribadisce – sono stati effettuati senza un respiro strategico che tendesse veramente a questo obiettivo”.

Nel 2008, ad esempio, sono stati acquistati 4 treni “Minuetto” per una spesa di circa 16 milioni di euro. Treni elettrici non utilizzabili nei tratti di ferrovia non ancora elettrificata, e che spesso sono rimasti fermi per la mancanza di pezzi di ricambio. Adesso, come detto, si è giunti alla soppressione del servizio tra Città di Castello e Umbertide (con i treni sostituiti da autobus) per lavori di ammodernamento della linea. Una decisione che ha suscitato proteste, reazioni e polemiche e tante preoccupazioni sul futuro di questa ferrovia.

Nell’ultima seduta del Consiglio regionale, rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri Chiacchieroni (Pd) e Mancini (Lega nord), l’assessore Chianella ha detto che “le criticità manutentive della struttura erano note, anche se non ci aspettavamo di trovarci in questo periodo, con la riapertura delle scuole, a dover affrontare la chiusura di un tratto così ampio. Ma la sicurezza dei viaggiatori viene prima di tutto. I costi di manutenzione per la tratta Città di Castello ammonteranno a circa 6 milioni di euro. I lavori dovrebbero durare circa 7 mesi, a cui aggiungere i tempi del bando di gara”.

Alta velocità

I treni in Umbria sono utilizzati ogni giorno da 18.000 viaggiatori. Ci sono 162 stazioni, ma il 90 per cento del traffico fa capo a 32 di esse. Lo ha detto l’ing. Stefano Ciurnelli, che ha curato la stesura del Piano trasporti, illustrando alla seconda Commissione gli “obiettivi previsti per la modalità ferroviaria”. Al primo posto c’è il miglioramento dei collegamenti dell’Umbria con la rete ad Alta velocità. In particolare c’è il progetto per la realizzazione di una fermata nel tratto Roma-Firenze, a sud di Arezzo. Si tratta della nuova stazione “Medioetruria”, la cui collocazione non è stata ancora decisa. Dal tavolo comune tra le Regioni Umbria e Toscana e Trenitalia – ha detto l’ingegnere – vengono però indicazioni per costruirla nella zona di Farneta di Cortona, in provincia di Arezzo. Si sta ancora valutando se sia un’operazione “economicamente sostenibile”.

La strada E45

Un’altra delle questioni che aveva animato il dibattito negli ultimi anni è quella della trasformazione in autostrada della superstrada E45, quasi 400 km da Mestre a Orte, con il rischio, per tanti pendolari umbri, di dovere pagare il pedaggio. Un “Comitato NO E45” aveva raccolto 8.500 firme contro questo progetto, con la proposta alternativa di mettere in sicurezza una strada con un asfalto in pessime condizioni.

Tante polemiche, ma la strada è rimasta com’era, e ora l’assessore Chianella, rispondendo nell’ultimo question time al consigliere Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 stelle), ha assicurato ufficialmente che la “E45 non diventerà più un’autostrada. Con l’insediamento del ministro Del Rio l’opera è stata accantonata”. Nei primi giorni di agosto c’era stato un incontro con il ministro “nel quale – ha detto – si è parlato della necessità di interventi per la messa in sicurezza dell’infrastruttura e del miglioramento della qualità dei servizi a essa connessi”.

Il Nodo di Perugia

Nello stesso incontro si è parlato anche del “Nodo di Perugia”. Un progetto anche questo datato 2006, e per il quale c’era stato uno studio di fattibilità che prevedeva un anello esterno a sud di Perugia per alleggerire il traffico nel raccordo autostradale tra Collestrada e Corciano. Opera anche questa vivacemente contestata da ambientalisti e comitati popolari, e che comunque è rimasta sulla carta, mentre il raccordo continua a intasarsi nelle ore di punta. Il Nodo di Perugia – ha detto Chianella – “resta una priorità, che potrebbe trovare un risposta con la realizzazione della bretella Madonna del Piano – ospedale Santa Maria della Misericordia e in futuro con quella Collestrada – Madonna del Piano”. Sempre però che si trovino i soldi.

Strade verso il mare

Della Fano-Grosseto, con quel “monumento dello spreco” che è la galleria della Guinza inutilizzata da più di 10 anni, si è invece parlato il 9 settembre a Roma in un incontro con il vice ministro Riccardo Nencini e Anas. Anche questa – ha detto Chianella dopo il vertice – “è un’opera considerata prioritaria e strategica per l’Italia centrale”. L’Anas è stata incaricata di individuare un nuovo tracciato per “avviare i cantieri nel più breve tempo possibile. Ciò potrà consentire il completamento dell’intero asse entro il 2020”. Una scadenza a dir poco ottimistica, visti i precedenti delle altre due superstrade per scavalcare gli Appennini avvicinando Umbria e Marche.

I lavori sulla Perugia-Ancona – ha detto in commissione Chianella – si sono finalmente sbloccati dopo il fallimento di due general contractors: i cantieri sono ripresi, e nei primi mesi del 2016 termineranno sul tratto umbro e di seguito anche su quello marchigiano. “Attualmente – si ironizza sui social network – si tratta della 15a scadenza annunciata” dopo i tanti precedenti annunci di fine lavori per un’opera cominciata quasi mezzo secolo fa.

Per l’assessore anche l’altra grande incompiuta, la Foligno-Civitanova, dovrebbe essere aperta presto. Intanto continuano le verifiche sulla solidità di certe gallerie che sarebbero state costruite risparmiando un po’ troppo sul cemento. Aspetti sui quali sta indagando la magistratura di Spoleto.

Aeroporto

Qualche buona notizia arriva per fortuna “dal cielo”. Continua la crescita dell’aeroporto internazionale San Francesco di Assisi dove in agosto sono transitati 43.900 passeggeri, con un aumento del 20,5% rispetto allo stesso mese del 2014, per una media di 1.415 al giorno e punte di quasi 2.000. Dall’inizio dell’anno sono stati 191.131 passeggeri, con un aumento del 25,8% sul 2014. Con il nuovo collegamento Alitalia Perugia-Roma Fiumicino, in tanti hanno potuto proseguire il volo per Amsterdam, Catania, Tirana, Bruxelles, Alghero e New York. Il Piano regionale dei trasporti punta a valorizzare il ruolo dell’aeroporto umbro in centro Italia come scalo per il traffico turistico e business, e come scalo sussidiario rispetto al sistema aeroportuale di Roma per il traffico low cost.

Porta la data “2014-2024” ma nel 2015 ancora non si vede

Siamo nel 2015, e in Consiglio regionale si sta ancora discutendo del Piano regionale dei trasporti 2014-2024 le cui “linee programmatiche progettuali” erano state tracciate nella precedente legislatura, ma che deve ancora essere approvato. Il rischio è che resti un “libro dei sogni” per alcune scelte sbagliate del passato, con tanti cantieri sparsi “a pioggia” sul territorio che chiudono e aprono, opere non completate (o addirittura abbandonate), mentre i soldi a disposizione sono sempre meno.

Il nuovo Piano prevede il completamento del raccordo autostradale Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti, del cosiddetto Quadrilatero (le superstrade Perugia-Ancona e Foligno-Civitanova Marche) e della E78 Fano-Grosseto per meglio collegare l’Alta Umbria con Tirreno e Adriatico. E ancora: la realizzazione del Nodo di Perugia e l’ammodernamento e messa in sicurezza della superstrada E45, per la quale la precedente giunta Marini aveva invece approvato la contestata trasformazione in autostrada.

Per i treni: accesso all’Alta velocità con la nuova stazione Medioetruria al confine tra Umbria e Toscana, e raddoppio delle ferrovie a binario unico (da Terontola a Foligno sulla Perugia-Firenze e da Terni fino alle Marche per la Roma-Ancona) in modo da aumentare i treni veloci e migliorare i servizi per i pendolari. Il Piano propone poi di potenziare l’aeroporto umbro con nuovi collegamenti nazionali e internazionali, migliorandone l’accesso con fermate per gli autobus di linea e con navette per le stazioni ferroviarie.

Solo un “libro dei sogni” dunque? I tempi della politica sono quelli che sono, il Piano è decennale e ci sono ancora nove anni per realizzarlo… ma qualche dubbio sulla sua concretezza e attuabilità è legittimo. Anche perché i soldi a disposizione sono sempre meno. L’Anas, secondo gli ultimi dati della Regione, nel 2009 aveva appaltato lavori sulle strade umbre per 58,6 milioni, scesi a 28,7 nel 2013 e ad appena 4,6 nel 2014!

Intanto gli umbri ogni giorno viaggiano su strade piene di buche, su treni con carrozze non sempre ospitali, e su autobus spesso quasi vuoti (il 40 per cento ha meno di 10 passeggeri a bordo). Per i collegamenti stradali tra Umbria e Marche – come detto – ci sono, da sud a nord, la Foligno-Civitanova Marche, la Perugia-Ancona e la Grosseto-Fano. Nessuna di queste è stata completata dopo decenni di cantieri che aprono e chiudono, e con tante “inaugurazioni” di tratti di qualche chilometro.

Non era meglio ultimarne prima una, collegandola con la veloce autostrada che attraversa tutta la costa marchigiana? La galleria della Guinza è uno dei simboli di questa programmazione confusa e degli sprechi che ne derivano, anche se non per colpa della Regione Umbria. Una galleria di 6 km che buca le montagne tra Marche e Umbria sulla superstrada che dovrebbe collegare l’Adriatico (da Fano) con il Tirreno (Grosseto).

I lavori per questo tunnel, cominciati negli anni ’90, si sono conclusi nel 2004 e sono costati circa 300 milioni. La galleria è ancora chiusa, isolata in mezzo ai boschi e senza collegamenti con altre strade. Nel 2012 erano dovuti intervenire i carabinieri per sgomberare una segheria abusiva: alcuni boscaioli della zona avevano trovato quel grande “magazzino vuoto” ottimo per lavorare la legna. Perché dargli torto? Almeno quei 300 milioni di nostri soldi sarebbero serviti a qualcosa di utile…

 

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Il Cardinale Bassetti: l’aeroporto risorsa da sostenere https://www.lavoce.it/il-cardinale-bassetti-laeroporto-risorsa-da-sostenere/ Fri, 06 Mar 2015 14:08:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30774 Bassetti in visita all'aeroporto“Dobbiamo impegnarci tutti a potenziare di più l’aeroporto, perchè avremo poi un ritorno, con vantaggi economici, con il turismo, valorizzando i nostri centri. In Umbria anche il più piccolo centro è un valore aggiunto; va quindi sensibilizzata l’attenzione di tutti su questo scalo”. Una dichiarazione di intenti ed una costatazione, quelle espresse dal Cardinale Gualtiero Bassetti che venerdì 6 marzo si è recato all’Aeroporto Internazionale dell’Umbria ‘San Francesco d’Assisi’.

Un incontro informale, intorno alle 11.30, in concomitanza con le ultime operazioni di imbarco del volo Ryanair per Londra. Il porporato, si è dapprima intrattenuto con i vertici della SASE, il presidente Mario Fagotti, il direttore dello scalo Piervittorio Farabbi, i funzionari della società e degli di Enti presenti sullo scalo, per poi impartire la benedizione ai presenti, dinanzi all’ingresso dell’organismo gestore dello scalo e della sede interregionale di Askanews. Concordando sull’importanza strategica dell’infrastruttura, la vera ‘porta sul mondo’ dell’Umbria, e sull’opportunità di un percorso di sviluppo costante ed incisivo, Bassetti ha ribadito “ho l’impressione che su certe cose ci sia pigrizia”. Una inerzia, a suo dire, soprattutto mentale “diamo per scontato che l’aeroporto ci debba essere – ha ribadito – e poi, visto che ormai lo abbiamo, non lo riteniamo più come un valore primario che coinvolge tutti. L’ambito della Chiesa, del turismo religioso, ma soprattutto tutte le istituzioni civili. Ovviamente mi metto anche io – ha puntualizzato – tra le istituzioni”.

In riferimento, poi, allo spirito dell’incontro, da non incardinare, ha ribadito il Cardinale, nell’ambito della Visita pastorale calendarizzata ed in corso a Sant’Egidio “mi sono quasi autoinvitato – ha ammesso – e non la ritengo un’appendice, ma ritengo che questo faccia parte del mio Ministero che e’ promuovere in tutti i sensi; promuovere l’uomo – ha rimarcato sorridendo – e le realtà belle. Inoltre, già il nome, Aeroporto internazionale dell’Umbria – Perugia ‘San Francesco di Assisi’, è insieme una garanzia ed un impegno”. Tra i presenti, c’è anche stato chi ha voluto ampliare il significato beneaugurante della giornata “Eminenza – è stato detto – noi proveremo a far crescere l’aeroporto, però qui lei c’è stato da Vescovo, è ritornato da Cardinale, se vuole continuare a crescere ….”.

La Curia perugina assieme a quella di Assisi è molto interessata allo sviluppo dello scalo, in modo particolare per le potenzialità date per i voli charter e i pellegrinaggi per le località della fede nel mondo. Dal San Francesco di Assisi partiranno il volo per la terra Santa, previsto per luglio, e gli altri charter gestiti dai tour operator umbri verso Medijugorie.

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Piano regionale dei trasporti: progetti e incognite https://www.lavoce.it/piano-regionale-dei-trasporti-progetti-e-incognite/ Thu, 11 Sep 2014 13:34:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27950 Tratto umbro della E45
Tratto umbro della E45

Una maggiore “integrazione dell’Umbria nella grande rete delle regioni d’Europa” è l’ambizioso progetto del nuovo Piano regionale dei trasporti 2014-2024. Dieci anni per consentire agli umbri di salire sui treni ad alta velocità senza doversi spostare a Roma o Firenze, di avere un aeroporto appetibile per turisti e operatori economici di tutto il centro Italia, di viaggiare su strade più moderne e sicure e ben collegate con le grandi direttrici europee. Le linee programmatico-progettuali del piano sono state illustrate la scorsa settimana alla seconda Commissione del Consiglio regionale dall’assessore ai Trasporti Silvano Rometti, ottenendo un sostanziale consenso dei consiglieri di maggioranza e opposizione.

Anche perché – ma questa è una nostra considerazione – si tratta di obiettivi certo da tutti condivisibili, ma ancora vaghi soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di risorse per realizzarli. Ne è un esempio la contestata trasformazione in autostrada della E45. Una superstrada con tante buche e tanti cantieri che nel tratto umbro, soltanto nel periodo tra il 25 luglio e il 31 agosto scorso, è stata percorsa da un milione e 300.000 veicoli, con una media di 35.000 al giorno.

Dati forniti dall’Anas, che indica anche un incremento dell’8 per cento rispetto all’anno scorso quando il tempo era più bello e c’erano più italiani in vacanza. Il Cipe ha approvato il progetto di trasformarla in autostrada e il governo Renzi nel programma “Sblocca Italia” l’ha inserito tra le priorità nazionali, ma dalla Corte dei conti è già venuto un alt: non sono chiare le modalità di finanziamento.

L’assessore Rometti – che era affiancato dall’ing. Stefano Ciurnelli, curatore del piano decennale – illustrandolo ai consiglieri di palazzo Cesaroni ha spiegato che si punta al miglioramento del collegamento ferroviario con l’aeroporto di Roma Fiumicino, ma anche “ad affermare il ruolo di quello umbro all’interno del bacino Centro Italia, sia come scalo vocato al traffico turistico e business, sia come scalo sussidiario rispetto al sistema aeroportuale di Roma per il traffico low cost”.

Per i treni sono in programma la costruzione di una nuova stazione per quelli di alta velocità nel tratto Roma-Firenze al confine tra Umbria e Toscana, a sud di Arezzo, e nuovi e più veloci collegamenti ferroviari con Roma. Dovrà essere più facile raggiungere l’aereoporto San Francesco anche per i passeggeri dei treni.

Per le strade – ha detto ancora Rometti – “si punta a rendere più agevole l’accessibilità alle reti centrali trans-europee di trasporto terrestri e marittima; a migliorare le caratteristiche prestazionali e di sicurezza della rete stradale di interesse nazionale; ad affermare il ruolo della piattaforma logistica umbra come sistema a servizio di tutto il bacino del Centro Italia”. Anche per il trafficato “Nodo di Perugia” si dovranno “garantire adeguati livelli di fluidità e di sicurezza”.

In un precedente incontro con la stessa Commissione alla fine di luglio, Rometti aveva anche sottolineato che il nuovo piano deve realizzare una migliore integrazione tra i vari mezzi di trasporto pubblico, per raggiungere un migliore rapporto costi/ricavi. “Oggi – aveva detto – il 45 per cento dei pullman viaggia con meno di 10 passeggeri e una fetta importante di treni con meno di 30 persone. Questo non ce lo possiamo più permettere. Vanno assolutamente eliminate le sovrapposizioni. È necessaria un’offerta di servizi più flessibile, magari attraverso mezzi più piccoli”.

Progetti e idee condivise anche dall’opposizione.“Siamo in una fase preliminare della discussione – ha detto Raffaele Nevi (FI) a margine della riunione della scorsa settimana – e troviamo comunque convergenza su alcune linee del Piano e su ipotesi che rappresentano proposte che da anni stiamo evidenziando”.

Non è invece d’accordo con il progetto della nuova stazione per l’alta velocità al confine tra Umbria e Toscana il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli. Una stazione “di cui si ignorano tempi di realizzazione e costi che rischia – ha detto – di diventare un altro carrozzone a carico degli umbri, e un modo per allungare i tempi entro i quali assicurare ai cittadini della nostra regione collegamenti ferroviari seri e funzionali con il resto dell’Italia e dell’Europa”. Per la Monacelli, invece, si dovrebbe lavorare con Trenitalia “per far inserire nei tracciati ferroviari regionali il Freccia Argento, che non transita in Umbria, e aumentare i passaggi del Freccia Bianca per assicurare collegamenti puntuali con le tre stazioni più vicine da cui partono treni ad alta velocità: Roma, Firenze e Ancona”.

Il presidente della seconda Commissione, Gianfranco Chiacchieroni (Pd), propone invece di prendere in considerazione la possibilità di prolungare i servizi della Ferrovia centrale umbra fino a Cesena.

Una ferrovia da lui definita “spina dorsale per il trasporto umbro” e che il prossimo anno festeggerà un secolo di vita. Che però – aggiungiamo noi – ha anche carrozze e servizi ‘da museo’, e le cui potenzialità non sono state mai pienamente sfruttate. Ne sanno qualcosa i pochi viaggiatori.

I pendolari sono altrettanto scontenti dei servizi offerti dalle Ferrovie italiane in Umbria. Ultimamente si è inoltre aperta una sorta di scontro tra comitati pendolari di Lazio e Umbria, con una guerra interna anche tra quelli delle diverse aree geografiche della provincia di Terni. È accaduto infatti che per alcuni treni sempre troppo affollati sulla Foligno-Roma la Regione umbra abbia chiesto e ottenuto la soppressione della fermata di Orte per impedire appunto l’invasione di scompartimenti e perfino dei corridoi da parte dei viaggiatori che salgono nella stazione laziale.

Decisione che scontenta i pendolari dell’Alto Lazio ma anche della provincia di Terni che utilizzavano la fermata. E così sono in corso mediazioni e incontri tra l’assessore umbro Rometti, il suo collega del Lazio e Treniitalia per trovare una soluzione accettabile per tutti.

Sconti per gli universitari

Studi universitari sempre più cari, con meno iscritti negli atenei dell’Umbria. Per aiutare le loro famiglie, dal 1° settembre in tutta la regione sono state introdotti sconti e agevolazioni per gli abbonamenti annuali di questi giovani in tutti i mezzi di trasporto pubblico locale. La riduzione è di 102 euro per gli abbonamenti urbani di Perugia, 100 euro per quelli urbani di Terni e altre sedi distaccate, mentre per gli abbonamenti extraurbani si va da 100 fino a 266 euro. “La volontà comune di Regione e Università – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Rometti – è quella di essere d’aiuto alle famiglie, già gravate dalla sfavorevole situazione economica generale, e di migliorare i servizi offerti a quanti scelgono di frequentare l’ateneo umbro. Allo stesso tempo, si promuove l’uso dei mezzi pubblici, così da ridurre gli spostamenti in auto, a vantaggio della migliore vivibilità della città”. Il rettore dell’Università di Perugia, Franco Moriconi, nel sottolineare l’importante collaborazione attivata con la Regione anche in materia di assistenza sanitaria agli studenti universitari, ha annunciato nuove facilitazioni e servizi.

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Aerei, strade, treni, bus: la situazione in Umbria https://www.lavoce.it/aerei-strade-treni-bus-la-situazione-in-umbria/ Thu, 23 Jan 2014 16:06:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21711 aeroporto-strada-stazioneNel 2013 i passeggeri nell’aeroporto San Francesco sono stati 215 mila, cresciuti rispetto all’anno precedente, ma tra costi e ricavi c’è stato un disavanzo di quasi 800 mila euro. La Sase (la società che lo gestisce e della quale fanno parte Regione, Comune e Camera di commercio di Perugia, Confindustria e altri soci) ha presentato un piano di sviluppo che prevede di arrivare a 400 mila passeggeri nel 2015 attivando nuovi collegamenti nazionali e internazionali, e che richiede investimenti per quattro milioni di euro. Piano che, come afferma il presidente della Sase Mario Fagotti, deve ancora essere approvato dall’assemblea dei soci, ma sembra avere ottenuto il consenso e il sostegno della Regione.

Attualmente da Perugia si vola tutto l’anno per Londra, Bucarest, Tirana e Trapani. Durante la bella stagione ci sono anche collegamenti con Barcellona, Bruxelles, Olbia e Cagliari, e voli charter per località delle vacanze come Palma, Ibiza, Rodi, Creta e Sharm El Sheikh. La Sase sta cercando di riattivare nel 2014 i voli Rynair per lo scalo internazionale di Bergamo e di avviare con la stessa compagnia quelli per Lamezia e Oslo. Sono in corso contatti con altre compagnie per aprire quest’anno collegamenti anche con Monaco, Malta e Tel Aviv. Per il 2015 si spera di avere voli anche per uno scalo del Nord Europa tra Olanda, Germania e Polonia, per Casablanca, e per la Russia. Intensificando anche i collegamenti nazionali con nuove mete quali Roma Fiumicino e Brindisi.

Intanto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha presentato al Consiglio dei ministri il decreto che inserisce Perugia tra gli scali di interesse nazionale e che dovrebbe essere approvato entro il mese. Un riconoscimento che ha scongiurato il rischio di declassamento a scalo regionale, ma che impone il raggiungimento dell’equilibrio finanziario entro un triennio. “Ed è questa – ha commentato l’assessore regionale Silvano Rometti – la grande sfida che ci attende: farlo crescere fino a raggiungere una quota di passeggeri che non richieda più il continuo ricorso a finanziamenti pubblici come avvenuto finora”.

LA E45 DIVENTA AUTOSTRADA?

Per ora ci sono tante buche e tante polemiche. Parliamo della superstrada E45. C’è un progetto per trasformarla in autostrada da Mestre a Orte, ma in tanti non sono d’accordo. Meglio tappare le buche. “In una regione dove si impiega un’ora e mezza per percorrere in treno gli 80 km di distanza tra Perugia e Terni – osserva Legambiente – non si sente proprio la necessità di un’opera che non porterà nessun beneficio né agli spostamenti interni, né verso altre regioni”.

Il sottosegretario alle Infrastrutture Rocco Girlanda si dice sicuro che entro la fine dell’anno sarà indetta la gara di appalto dei lavori, che comprende anche la realizzazione del ‘Nodo’ di Perugia. Per un importo di 10 miliardi. La nuova autostrada sarà realizzata in project financing da privati che ne incasseranno il pedaggio. Una spesa in più per i tanti pendolari umbri, che ora la percorrono quotidianamente gratis. La proposta di Girlanda è quella di esentare dal pagamento i residenti per percorsi inferiori ai 50 km.

L’ottimismo sulla realizzazione sembra però eccessivo, considerando le polemiche che ormai da un decennio riguardano il tracciato del “Nodo di Perugia” e la situazione della Perugia-Ancona che sembra seguire le sorti della famosa Salerno-Reggio Calabria. I lavori della superstrada che dovrebbe avvicinare l’Umbria all’Adriatico sono cominciati negli anni Settanta. Si procede a singhiozzo tra interruzioni e rinvii per soldi che finiscono, gare d’appalto bloccate per vertenze amministrative e giudiziarie, imprese che falliscono. Girlanda comunque si dice certo che la situzione si sbloccherà presto, anche perché con il cosiddetto “decreto del fare” sono arrivati i fondi per il completamento di tutte le opere della Quadrilatero, che comprende la Foligno – Civitanova Marche e appunto la Perugia-Ancona.

C’è un’altra superstrada che dovrebbe collegare Tirreno e Adriatico: è la E78. In Umbria però i Comuni dell’Alta Valle del Tevere stanno ancora litigando su dove farla passare.

Girlanda intanto annuncia che sono disponibili 74 milioni per un nuovo tratto della Gubbio-Umbertide e che ci sono 8 milioni per ultimare entro il 2015 la complanare di Orvieto.

L’ODISSEA DEI TRENI

Più treni e meno automobili è invece la proposta di Legambiente: “Basta con le grandi opere stradali, più trasporto ferroviario pendolare, più trasporto pubblico e mobilità nuova”.

Ogni giorno, sui 529 km di ferrovie umbre viaggiano mediamente circa 30.000 passeggeri, di cui quasi 7.000 abbonati. Si tratta soprattutto di lavoratori e studenti pendolari “costretti ormai da tempo – afferma Legambiente – a interminabili e cronici ritardi e disservizi”. Come quando (ma è solo uno dei più recenti episodi) il regionale Terontola-Foligno si è guastato a Tuoro bloccando per tre ore la circolazione sull’unico binario. Pochi giorni prima, un disservizio analogo si era verificato sulla linea per Roma. Negli ultimi due anni i biglietti sono aumentati del 25 per cento mentre i servizi – denuncia Legambiente – sono stati tagliati del 3 per cento. In una regione dove già si registra il più alto tasso di motorizzazione d’Italia, nel decennio 2003-2013 sono stati spesi 199 milioni di euro (cioè l’80,56% delle risorse) per strade e autostrade contro i 47,4 del trasporto ferroviario. Legambiente chiede invece che “il 50% della spesa regionale per le opere pubbliche vada al servizio ferroviario pendolare, al trasporto pubblico e alla mobilità nuova”. Anche Federconsumatori denuncia il frequente ripetersi di ritardi e disservizi dei treni per i pendolari.

C’è poi il problema di collegare meglio l’Umbria con l’alta velocità. Le Amministrazioni regionali di Umbria e Toscana si stanno dando da fare per realizzare la nuova stazione Media Etruria che dovrebbe sorgere al confine tra le due regioni. Anche in questo caso c’è una guerra di campanili per il luogo dove costruirla, sempre che si riesca a farlo.

ANCHE PER I BUS FUTURO INCERTO

Non ci sono buone notizie neanche per i pendolari che usano gli autobus. I biglietti sono aumentati e i servizi sono stati ridotti. Umbria Mobilità, la società regionale sorta dall’accorpamento di altre aziende pubbliche locali per razionalizzare costi e servizi, dopo qualche anno è già in crisi ed è stata messa in vendita. Manager superpagati, operazioni spericolate e casse vuote. L’acquirente dovrebbe essere Busitalia, società delle Ferrovie dello Stato. L’operazione dovrebbe avvenire il prima possibile, ma l’Antitrust ha chiesto chiarimenti. Dovrebbero essere costituite due società: una, la cui maggioranza viene acquisita da Busitalia, si occuperà dei servizi, mentre l’altra dovrà gestire il patrimonio di Umbria Mobilità cercando di recuperare gli ingenti crediti (alcune decine di milioni di euro) di servizi incautamente svolti nel Lazio e in Sicilia. Con il rischio insomma, come per Alitalia, che i debiti restino a carico degli enti pubblici proprietari, e quindi dei cittadini.

PERUGIA. MINIMETRÒ FINO A MONTELUCE?

Il Comune di Perugia quest’anno spenderà quasi 800 mila euro per gli ascensori della galleria Kennedy, mentre per la sostituzione delle rampe delle scale mobili nella Rocca paolina si parla di una somma ben più consistente.

Si ricomincia poi a parlare di un prolungamento del Minimetrò. Un’ opera innovativa che ha avuto risonanza e apprezzamenti internazionali, ma che è incompleta per una riorganizzazione vera della mobilità urbana. Il Governo ha messo a disposizione degli enti locali un Fondo nazionale mobilità che prevede un finanziamento del 60 per cento delle infrastrutture che verranno ammesse. Il Comune di Perugia ha inviato uno studio di fattibilità sul prolungamento del Minimetrò fino Monteluce. Sono in molti però a sostenere che sarebbe più utile portare il Minimetrò fino al grande ospedale di San Sisto. Sarebbe troppo oneroso, replica il Comune, che preferirebbe una nuova strada di 2 km da riservare esclusivamente a bus elettrici che fanno la spola tra Pian di Massiano e l’ospedale di Santa Maria della Misericordia.

Con un’osservazione finale da parte di chi scrive: ma la seconda linea del Minimetrò per collegare la zona Est del territorio con il centro storico a Perugia non esiste già dal secolo scorso? È la Ferrovia centrale umbra, che collega la popolosa frazione di Ponte San Giovanni con la centralissima stazione di Sant’Anna, a poche decine di metri dalle scale mobili. Solo che ci passano pochi treni, vecchi e malandati…

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Con le ali tarpate https://www.lavoce.it/con-le-ali-tarpate/ Thu, 31 Jan 2013 12:52:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14881 L’ingresso dell’aeroporto San Francesco d’Assisi
L’ingresso dell’aeroporto San Francesco d’Assisi

Dall’inaugurazione alla ‘cancellazione’: l’aeroporto San Francesco di Perugia scompare dal radar degli scali “di interesse nazionale”. È confinato in ambito locale, con poche prospettive di sviluppo. Lo ha deciso il Governo, attraverso il ministro Corrado Passera, che ha varato il Piano nazionale per il riordino degli aeroporti italiani. È indubbio che la decisione in sé, al di là del merito, è stata presa da un esecutivo che dovrebbe, considerato il periodo elettorale, svolgere solo l’ordinaria amministrazione. Il piano prevede 31 scali “di serie A” che riceveranno le risorse dello Stato, gli altri dovranno contare solo su quelle locali.

Questo elenco comprende: Bergamo, Bologna, Genova, Milano Linate, Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia, Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona, Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste, Lampedusa, Pantelleria, Rimini e Salerno.

“Sono state poste le basi per una riforma attesa da 30 anni”, ha commentato Passera.

In Italia operano al momento 112 aeroporti, di cui 11 ad uso esclusivo militare. Ora il piano sarà inviato alla Conferenza Stato-Regioni per il via libera definitivo.

Punta ad aprire un confronto con il prossimo Governo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha annunciato che chiederà alla Conferenza dei presidenti delle Regioni di “dichiarare irricevibile questa proposta”. Per la Marini la scelta di Passera “sorprende perché il ministro e la struttura tecnica sanno molto bene che questo nostro aeroporto è stato realizzato principalmente con una partecipazione finanziaria rilevante della Regione Umbria, che ha investito 12 milioni di euro per il suo allestimento, mentre il completamento è stato finanziato con i fondi per i 150 anni dell’Unità d’Italia e quindi non gravando su fondi statali”. Se può consolare, Perugia è in compagnia di altre città escluse come Brescia, Bolzano (l’unico scalo del Trentino Alto Adige), Crotone, Cuneo, Foggia, Parma e Siena. E non sono previsti nuovi scali, come Viterbo. Le reazioni politiche sono improntate alla sorpresa per l’esclusione ma anche perché non si capiscono appieno le ragioni, dopo tanti investimenti.

Un’ipotesi, al di là del fatto che l’aeroporto perugino muove circa 200 mila passeggeri l’anno, potrebbe essere quella che l’Umbria e i suoi parlamentari non hanno grande voce in capitolo a livello nazionale perché sono pochi (16) e marciano in ordine sparso. L’unica possibilità di salvezza, come per le Province umbre salvate dalla crisi della maggioranza, è quella di un andamento lento del varo del piano di riordino, per poi tentare di ridiscuterlo con il nuovo esecutivo.

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Partenza da record per il nuovo aeroporto https://www.lavoce.it/partenza-da-record-per-il-nuovo-aeroporto/ Thu, 15 Nov 2012 13:39:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13873
La sala all’interno del nuovo aeroporto “San Francesco di Assisi” dove si è svolta l’inaugurazione

È stata inaugurata ufficialmente, nel ricordo di Gae Aulenti, recentemente scomparsa, la nuova struttura dell’aeroporto umbro “San Francesco d’Assisi”. Sabato 10 novembre la sala principale dell’aerostazione era gremitissima. A coordinare l’incontro Alessio Quaranta, direttore generale di Enac (Ente nazionale aviazione civile). Tra le personalità umbre si sono alternati gli interventi del sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, di Assisi Claudio Ricci, del custode del Sacro Convento Giuseppe Piemontese e della presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini.

La Presidente, dopo aver ricordato il grande architetto “grande amica dell’Umbria, terra che amava e conosceva profondamente”, ha ringraziato le agenzie Enac ed Enav, la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, la Camera di commercio, la Sase e le imprese che vi hanno lavorato. Tra i relatori il coordinatore dell’Unità tecnica di missione Nicola Alberto Barone e il presidente dell’Enac Vito Riggio. Erano presenti in platea anche Mario Fagotti, presidente della Sase, l’ente di gestione dell’aerostazione, emozionatissimo per il traguardo raggiunto, e la figlia dell’architetto Aulenti, salutata con un grande applauso

A benedire la nuova stazione aeroportuale il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino. Era previsto lo facesse mons. Gualtiero Bassetti, presente in sala e rientrato in anticipo dal pellegrinaggio in Terra santa, ma – come ha spiegato lui stesso – “se è vero che l’area del ‘San Francesco’ insiste nel Comune di Perugia, essa però appartiene alla diocesi di Assisi, Nocera, Gualdo”.

“La nuova infrastruttura è stata portata a termine in tempi a dir poco da record – ha detto Vito Riggio, presidente Enac – poco più di tre anni. E da stamattina si inserisce in quella rete di piccoli aeroporti italiani per i quali è necessario un lavoro di fantasia, anche per la razionalizzazione dei costi, ma lavoriamo con impegno”. Ha poi sottolineato che si tratta di un’aerostazione che serve un bacino limitato alla dimensione umbra, che “però potrebbe crescere perché c’è una grande attenzione soprattutto di inglesi, tedeschi e, in generale, dell’Europa del nord”.

L’aerostazione è formata da 8 padiglioni per un totale di quasi 5.000 metri quadrati in cemento armato dipinto di rosso. Il tetto è di colore verde, così da creare il minor impatto con il paesaggio circostante. All’interno le sale di attesa, una caffetteria, una sala espositiva e una per le conferenze, un ristorante e due zone uffici. Al centro una galleria commerciale per i negozi. All’esterno i parcheggi per quasi 2.000 posti auto, piantumati con ulivi.

Il progetto ha incluso anche il raddoppio del parcheggio, l’ampliamento del piazzale di sosta per gli aeromobili, i collegamenti necessari alle piste con la realizzazione di una nuova taxi way e l’adeguamento dei raccordi dell’attuale pista di volo. Inoltre, sono stati realizzati un edificio per i mezzi di soccorso e di servizio dei vigili del fuoco, un nuovo edificio Sase e un varco doganale per l’accesso air side, verso la pista d’atterraggio.

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Il “San Francesco”: ponte aereo tra Umbria e mondo https://www.lavoce.it/il-san-francesco-ponte-aereo-tra-umbria-e-mondo/ Thu, 25 Oct 2012 14:01:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13581 TUTTI GLI ARTICOLI DI QUESTA SETTIMANA

Tante notizie buone, e qualcuna meno, per l’aeroporto internazionale dell’Umbria “San Francesco di Assisi”. Crescono i passaggeri, ed il 10 novembre ci sarà la solenne inaugurazione del nuovo terminal e dei nuovi servizi, a conclusione dei lavori che hanno consentito di ampliarlo e di renderlo più moderno e più bello. La società che lo gestisce, la Sase, ha avviato una serie di contatti per aprire un volo con Parigi mentre si stanno valutando altre mete internazionali in Germania, Olanda e Polonia. “Abbiamo ingrandito l’aeroporto ed ora dobbiamo pensare a riempirlo” ha detto il presidente della Sase Mario Fagotti, il quale si augura di raggiungere entro il 2014 un movimento di mezzo milione di passeggeri all’anno. La notizia meno buona è che la Ryanair ha deciso di sospendere in inverno il volo per Bergamo-Orio al Serio. Troppo pochi i passeggeri. Eppure quello lombardo è uno scalo importante: una valida alternativa per chi deve andare a Milano ed in altre città della Lombardia e, soprattutto, offre la possibilità di imbarcarsi sugli aerei della compagnia low-cost irlandese che permettono di atterrare sui più importanti aeroporti internazionali. La Sase comunque spera di ripristinare il volo per Bergamo nella prossima primavera. Il punto della situazione è stato fatto nei giorni scorsi in una conferenza stampa nel nuovo aeroporto alla quale, oltre al presidente della Sase Mario Fagotti, sono intervenuti la dirigente della compagnia irlandese Eleonora O’Conner, il direttore dello scalo umbro Piervittorio Farabbi ed il presidente della Camera di commercio di Perugia Giorgio Mencaroni.

La Ryanair dal 1° gennaio al 30 settembre ha trasportato da e per Perugia 135.000 passeggeri. Un numero quasi uguale a quelli di tutto il 2011, quando erano stati circa 136 mila. “Al 31 dicembre prossimo – ha detto Eleonora O’Conner – contiamo di arrivare a 165 mila”. Sono stati più di 550 mila quelli transitati da quando la compagnia aerea ha avviato nel 2006 le proprie operazioni da Perugia. Il primo anno a salire e scendere dai velivoli della compagnia low-cost erano stati appena 1.837 persone! L’obiettivo strategico dei vertici dello scalo umbro è quello di far diventare Perugia un aeroporto base di Ryanair, per poter così attivare nuovi voli. “Con benefici per tutte le nostre imprese, e non solo per il turismo” ha detto il presidente della Camera di commercio, Giorgio Mencaroni. L’Umbria infatti è tagliata fuori dalle autostrade e dalle linee ferroviarie ad alta velocità e solo un aeroporto internazionale, in tempi di globalizzazione, può tenerla collegata al resto del mondo ed ai grandi flussi turistici del Nord Europa e dei Paesi emergenti, dalla Cina al Brasile. Ci sono 4 milioni di “potenziali utenti per le nostre aziende, turistiche e non” ha detto Mencaroni. Ed è inutile – ha aggiunto il presidente della Camera di commercio – andare nel mondo a promuovere l’Umbria quando poi non si può raggiungere! Al momento, il piano voli invernali di Ryanair offre da Perugia tre destinazioni: due internazionali (Londra e Bruxelles) e una interna (Trapani). “La rotta per Trapani per la prima volta ci sarà anche in inverno” ha sottolineato Piervittorio Farabbi, direttore dello scalo umbro. Oltre al volo per Tirana della Bellair nei mesi estivi ci sono anche voli di altre compagnie per Barcellona, Palma, Ibiza, Cagliari, Olbia, Rodi, Creta e Sharm El Sheik. Infine un’altra notizia meno buona: il grande e comodo parcheggio dell’aeroporto non sarà più gratis: costerà un euro all’ora e 7 euro per l’intera giornata, con i primi 30 minuti gratis per chi accompagna i passeggeri. Comunque, praticamente niente rispetto ai prezzi di altri aeroporti come quelli di Fiumicino o della Malpensa.

Dipendenti e negozi interni

L’aeroporto San Francesco crea anche occupazione. Infatti 165.000 passeggeri, l’obiettivo Ryanair di quest’anno – ha detto la O’Connor – “significano 165 posti di lavoro legati all’aeroporto e al turismo di Perugia e dell’intera regione”. Una stima, questa, realizzata in base a dati statistici del Consiglio internazionale aeroporti, che tengono conto di un posto di lavoro, tra operatori interni ed esterni ad un aeroporto, per ogni mille passeggeri. Altri posti di lavoro saranno creati presto anche negli 11 negozi allestiti dentro lo scalo. Ci sono già le domande di una cinquantina di aziende commerciali interessate di vari settori: artigianato, prodotti agroalimentari, abbigliamento e persino una parafarmacia. C’è anche un ristorante con una splendida vista su Assisi.

 

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Sant’Egidio non si lascia spaventare https://www.lavoce.it/santegidio-non-si-lascia-spaventare/ Fri, 30 Jul 2010 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8642 Per rendersi conto dell’importanza strategica che l’aeroporto di Sant’Egidio ha per gli umbri, è sufficiente aprire una cartina geografica. Da Roma a Firenze è l’unico scalo aereo internazionale che c’è, la sua centralità è più che evidente. Le altre due superfici di volo umbre sono tutt’altra cosa, nonostante i soliti campanilismi vorrebbero farle apparire molto più di ciò che esse sono: Foligno è la pista della Protezione civile (e non a caso, la nuova avveniristica sede della Protezione civile in Umbria è stata costruita proprio a Foligno), Terni può diventare – se ancor meglio organizzato – uno scalo utile a servire il decollo e l’atterraggio di piccoli voli privati di uomini d’affari interessati a sbarcare direttamente nell’industrializzata Conca ternana.

I campanilismi, purtroppo, sono malattia che colpiscono altre regioni del centro Italia: il caso più eclatante è quello di Viterbo, che vorrebbe pure far chiudere ai voli civili lo scalo romano di Ciampino con la “modica” spesa di 500 milioni di euro: allontanando i passeggeri dalla Capitale, con l’obbligo poi di riportarceli appena sbarcati. Secondo lo studio One Works-Kpgm Nomisma, il Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano, basato su stime numeriche, sarebbero 24, la metà di quelli oggi in funzione, gli scali da chiudere o da ridimensionare a causa di un bacino di traffico insufficiente o vincoli infrastrutturali insuperabili. A questi scali lo Stato non dovrebbe più fornire nessun aiuto o sostegno finanziario, promuovendo lo spostamento del traffico verso scali più efficienti.

Le vittime più illustri sarebbero Brescia Montichiari, Cuneo, Foggia e, appunto, Roma Ciampino. Gli altri aeroporti destinati a chiudere, secondo lo studio, sarebbero quelli di Aosta, Albenga (lo scalo di casa dell’ex ministro Scajola), Parma, Bolzano, Elba, Siena, Grosseto, Forlì, Rimini, Ancona, Perugia, Pescara, Salerno, Taranto, Portolì (Sardegna), Crotone, Reggio Calabria, Pantelleria, Lampedusa e Comiso. In molti non raggiungono i 50 mila passeggeri all’anno, alcuni sono molto al di sotto. “In questi giorni, i politici umbri stanno difendendo compatti il nostro aeroporto – afferma il presidente della Sase, Mario Fagotti. – Per noi, leggere dal rapporto Nomisma che Sant’Egidio è uno dei 24 scali di minore importanza rispetto agli hub di Roma, Milano-Malpensa e Venezia e ai 14 aeroporti che movimentano dai 3 ai 5 milioni di passeggeri all’anno, non è una notizia e non sposta di una virgola il nostro progetto di crescita. Che è ben pensato e serio”.

Fuori dalle finestre della direzione Sase, le nuove strutture aeroportuali disegnate dall’architetto Gae Aulenti vengono su a ritmo veloce. “Veniamo da un percorso di lavoro durato ben 6 anni, a Sant’Egidio sono stati investiti circa 50 milioni di euro, con l’accordo di tutti: chiuderlo adesso è semplicemente impensabile”, continua Fagotti, che poi tira il coniglio fuori dal cilindro e ti dà la notizia che non ti aspetti. “La mattina del 2 agosto prossimo, qui in aeroporto, dovrebbe arrivare il coordinatore dello stesso studio Nomisma, l’architetto Giulio De Carli a spiegare perché l’allarme sulla chiusura di Sant’Egidio è infondato”.

Le preoccupazioni estive potrebbero dunque svanire così, con una semplice smentita da parte degli stessi autori dello studio sulla sorte di Sant’Egidio. Intanto, il 14 luglio scorso, i soci pubblici e privati hanno tenuto l’assemblea per la approvazione del bilancio e l’aumento del capitale sociale di 2 milioni di euro, varati all’unanimità. Con l’aumento di capitale, l’assemblea svoltasi alla Camera di commercio perugina e presieduta da Mario Fagotti ha deliberato anche il ripianamento delle perdite del 2009, attestatesi a 928.000 euro, con una riduzione di circa il 10 per cento rispetto al 2008.

Tutto bene, allora? “Siamo un po’ preoccupati – spiega il presidente Sase, Fagotti – della resa del nostro volo su Milano, dove non è stata fatta un’adeguata campagna di marketing territoriale. Stiamo pensando di atterrare a Linate, piuttosto che a Malpensa. Laddove invece gli umbri si sono impegnati, Regione in primis, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: vanno molto bene i nostri voli verso Londra, dove ogni aereo è riempito al 70 per cento da inglesi che vengono in Umbria e verso la Spagna (il 40 per cento dei viaggiatori sono iberici), grazie anche al progetto universitario Erasmus”.

OBIETTIVI

Fino a quota 500.000

Nel 2009 sono transitati da Sant’Egidio 123.432 passeggeri, con un incremento dell’8,2 per cento rispetto ai 114.072 utenti registrati nel 2008. La Sase, società che gestisce lo scalo, ha effettuato una stima sull’impatto dei nuovi collegamenti sull’incremento del traffico annuale: l’obiettivo è quello di raggiungere a breve i 150 mila passeggeri trasportati in un anno. Nel medio periodo, si punta alle 500 mila utenze. Inserita tra le strutture di missione nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia, l’aeroporto di Sant’Egidio sta beneficiando di un finanziamento di 42.468.226,35 euro. Il finanziamento è ripartito tra la struttura di missione, per circa 25,8 milioni di euro, la Regione Umbria per un importo pari a 12 milioni di euro e l’Enac per i restanti circa 3,3 milioni di euro.

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