adorazione eucaristica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/adorazione-eucaristica/ Settimanale di informazione regionale Fri, 05 Jan 2024 17:20:13 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg adorazione eucaristica Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/adorazione-eucaristica/ 32 32 I frati del Terzo ordine regolare in Umbria https://www.lavoce.it/i-frati-del-terzo-ordine-regolare-in-umbria/ https://www.lavoce.it/i-frati-del-terzo-ordine-regolare-in-umbria/#comments Wed, 23 Sep 2015 10:57:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43415 Convento annesso alla chiesa di Santa Maria della Pace a Massa Martana
Convento annesso alla chiesa di Santa Maria della Pace a Massa Martana

Il Terzo ordine regolare di san Francesco (da non confondersi con l’Ordine francescano secolare), è un Ordine religioso di riconoscimento pontificio. La sua origine avviene attorno agli antichi movimenti o gruppi di penitenti sviluppatisi nel Medioevo. Alcuni di questi gruppi, dopo l’incontro con il carisma di Francesco di Assisi, si sono associati e hanno assunto la consistenza di un vero e proprio Ordine religioso.

Nella Chiesa, l’Ordine è denominato: Terzo ordine regolare di san Francesco (Tor). Oggi è composto da quasi un migliaio di frati sparsi nel mondo, che vivono il carisma della penitenza continua secondo la spiritualità di san Francesco, attraverso varie espressioni di vita fraterna e pastorale. La famiglia religiosa è presente in molte nazioni: in Italia, Spagna, Croazia, Stati Uniti, India, Sudafrica, Sri Lanka, Brasile, Paraguay, Messico, Svezia, Bangladesh, Filippine, Perù.

È costituita dal ramo maschile, di vita attiva, ma anche da quello femminile di vita claustrale. Le attività svolte dall’Ordine vanno dalla vita fraterna per la pastorale nelle parrocchie, alla conduzione di scuole e università, senza tralasciare le attività di impegno prevalentemente assistenziale e caritativo.

In Italia i frati del Terzo ordine sono un centinaio, ripartiti in due province religiose. La provincia di San Francesco, costituita da nove fraternità distribuite tra il Nord e il Centro Italia, comprende le due fraternità umbre di Assisi e Massa Martana. Vi è poi la provincia dei Ss. Gioacchino e Anna che è presente maggiormente in Sicilia.

L’insediamento dei frati del Terzo ordine regolare di san Francesco in Umbria, e in particolare a Massa Martana, ha origine nel XIV secolo. Questi vivevano inizialmente in forma eremitica presso la località detta “del Busseto” dove, secondo la tradizione, subirono il martirio i santi Fidenzio e Terenzio. Questo luogo costituì il primo nucleo intorno al quale nel secolo XV si svilupparono il convento e la chiesa di S. Antonio Abate di Busseto. Ai frati era affidata, oltre all’officiatura della suddetta chiesa, la cura pastorale dei fedeli nelle chiese limitrofe alla città di Massa Martana. Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo i frati si stabilirono presso la chiesa di S. Maria della Pace e lì costruirono l’annesso convento che ancora oggi abitano.

Padre Mauro Dipalo
Padre Mauro Dipalo

Attualmente il carisma dei frati del Tor a Massa Martana si esprime nel vivere la fede in Cristo custodendo la comunione fraterna attraverso la vita comune, la preghiera, la celebrazione dei sacramenti, l’animazione giovanile e altre opere di evangelizzazione. La fraternità è composta da tre frati che in misura diversa collaborano con il parroco per le attività pastorali cittadine. Il convento inoltre è sede di pastorale giovanile ed è casa di postulantato della stessa provincia religiosa; pertanto la fraternità è spesso coinvolta in attività con gruppi di giovani, soprattutto nel periodo estivo.

Non mancano momenti di incontro per le famiglie, la catechesi per adulti, la formazione su temi di attualità e sui fondamenti della fede cristiana che si svolgono settimanalmente. La comunità è supportata anche da numerosi laici che collaborano con i frati in alcune attività e da una fraternità locale di francescani secolari. Quotidianamente è possibile vivere momenti di condivisione nella preghiera e nel lavoro, oltre alla disponibilità di celebrare l’eucaristia e il sacramento della riconciliazione. Ogni settimana la comunità infine prega per le vocazioni alla vita matrimoniale, sacerdotale e religiosa attraverso l’adorazione eucaristica.

Il desiderio della fraternità è quello di vivere la comunione con Dio e con i fratelli e di condividerla con gli uomini e le donne del nostro tempo. Una seconda fraternità dell’Ordine in Umbria è situata nel cuore della città di Assisi. Si tratta del convento di Sant’Antonio di Padova cui è annessa la chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Chiesa che domina la piazza del Comune con il sontuoso pronao di colonne corinzie, frontespizio di un tempio pagano della fine del I sec. a.C. Tempio che in epoca medievale è stato trasformato in chiesa e dal 1613, anche se non in forma continuativa, affidato alla cura pastorale dei frati del Terzo ordine regolare di san Francesco. Attualmente è sede del ministro provinciale per il Centro e Nord Italia.

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La casa dei giovani https://www.lavoce.it/la-casa-dei-giovani/ Thu, 10 Sep 2015 08:14:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43137 Alcune delle giovani volontarie al lavoro
Alcune delle giovani volontarie al lavoro

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, questo lo slogan del campo lavoro tenutosi nella casa diocesana di Spagliagrano nei giorni 3-5 settembre scorsi. Una moltitudine di ragazzi, circa settanta nella giornata di sabato, provenienti da diverse zone della diocesi di Orvieto-Todi, ha accettato l’invito rivolto dalle due coppie di sposi Paola e Leonardo, Fabrizio e Mariana con i loro due bambini, che abitano stabilmente la casa da un annetto, e dal seminarista Davide Basili, che ormai abitano stabilmente la casa da circa un anno.

La proposta era quella di mettersi in gioco e di sporcarsi concretamente le mani, facendo semplici lavori di ristrutturazione, di pulizia, di verniciatura per rendere la casa un luogo migliore e più accogliente, ma soprattutto per far sì che Spagliagrano possa diventare anche la casa di ogni ragazzo che passa da lì.

La parola-chiave del campo è sicuramente stata “servizio”. Ad aiutare sono stati giovani volontari, dai 14 anni in su, che come ricompensa non hanno avuto altro che la possibilità di vivere, in pienezza e insieme, un’esperienza diversa.

La bellezza del campo lavoro, come è anche emerso nella condivisione fatta la sera finale, è proprio nel donarsi gratuitamente agli altri e per gli altri; è affrontare la fatica e la stanchezza, scoprendo che insieme si dimezzano; è farsi forza e coraggio a vicenda nei momenti in cui si crede di non farcela; è sperimentare la gioia di vedere realizzata e apprezzata una piccola parte del proprio lavoro; è mettersi in gioco scoprendo nuovi talenti e cimentandosi in attività mai svolte prima.

La struttura della giornata era scandita dalla preghiera comunitaria: al mattino le lodi e a fine giornata i vespri, il vero motore spirituale del campo. La sveglia al mattino suonava presto. Immediatamente dopo la preghiera e la colazione, venivano spartiti i ragazzi in gruppi di lavoro, ognuno con un responsabile che coordinava le attività da svolgere fino all’ora di pranzo.

Successivamente, già dal primo pomeriggio si completavano i lavori iniziati la mattina, o se ne aggiungevano altri fino al momento della preghiera del vespro. La sera invece gli organizzatori avevano previsto serate animate e divertenti, con giochi e musica; a eccezione del venerdì sera in cui si è vissuto insieme un momento di preghiera e di adorazione eucaristica in cui i giovani sono stati sollecitati a riflettere su tutti i doni ricevuti nel corso della loro vita e quindi di ringraziare il Signore per essi.

Ad accompagnare i ragazzi non sono stati solo educatori e coloro che abitano già la casa, ma anche i sacerdoti don Riccardo Ceccobelli e don Marco Gasparri, alcuni volontari dell’Operazione Mato Grosso e i ragazzi della comunità Caritas di Villa San Faustino.

In un mondo in cui si evidenzia sempre il lato negativo delle situazioni, in cui i giovani vengono fatti passare tutti come svogliati o irrequieti o ancora più spesso depravati, è invece bello contrapporre una testimonianza di bene vero. Tutti, infatti, dai più piccoli agli adulti, hanno compiuto una scelta nel vivere con responsabilità e freschezza i giorni a Spagliagrano, donandosi e spendendosi non solo per una casa ma per il Signore.

 

Un’estate ricca di iniziative

Uno dei momenti vissuti insieme dai ragazzi e dai sacerdoti del campo lavoro a Spagliagrano è stato la condivisione delle esperienze vissute durante l’estate. Molto sono infatti le iniziative proposte dalla Pastorale giovanile, confacenti a tutte le esigenze di giovani di età e necessità diverse. Oltre ai Grest parrocchiali, che vedono un bacino sempre più ampio di aderenti, vi sono i campeggi. Quest’anno dall’Azione cattolica diocesana è stato organizzato quello a Loreto, “Ecco la vostra Casa!” nel quale giovanissimi ed educatori nei primi giorni si sono messi concretamente in cammino per la via lauretana affidandosi alla generosità e all’ospitalità dei paesi e delle cittadine incontrate lungo il cammino, per poi terminare il campo nel Centro “Giovanni Paolo II” a Loreto. Altri giovani hanno invece partecipato al campo lavoro presso la casa “Aranceto” in Calabria, dove a prevalere sono state la preghiera e il lavoro nei campi. Differente la missione in Albania che la diocesi porta avanti ormai da anni, dove i ragazzi fanno esperienza di evangelizzazione e servizio stando spesso a contatto con persone povere e bambini.

 

 

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Forti nella preghiera https://www.lavoce.it/forti-nella-preghiera/ Wed, 24 Jun 2015 08:51:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36406 convegno-padre-pio
Mons. Piemontese durante il suo intervento

In un clima di grande raccoglimento, intimità e fraternità si è tenuto nella chiesa di San Pietro a Terni il convegno diocesano dei gruppi di preghiera di Padre Pio, con catechesi, recita del rosario, adorazione eucaristica e la messa.

In diocesi sono presenti 24 i gruppi di preghiera che si riuniscono nelle chiese di San Pietro Apostolo, San Giovannino, Sant’Antonio di Padova, Sacro Cuore eucaristico, San Giuseppe Lavoratore, San Maria della Misericordia, Nostra Signora di Fatima, la rettoria di Santa Maria degli Spiazzi a Terni e il santuario di San Francesco d’Assisi in Piediluco; nella zona di Narni, nella chiesa di San Lorenzo martire, Sante Rita e Lucia, Sant’Antonio – Narni Scalo, famiglia Padre Pio in Taizzano, San Vito, Montoro e Nera Montoro, San Liberato; nella zona di Amelia presso la chiesa di San Pietro in Fornole, San Francesco, San Massimiliano Kolbe, Alviano, Penna in Teverina, Lugnano, Giove.

L’incontro è cominciato con l’adorazione eucaristica e la catechesi tenuta da don Francesco Vaccarini. Quindi la recita del rosario meditato, vissuto come momento di preparazione al Sinodo dei vescovi di ottobre e a sostegno e in comunione di preghiera con le famiglie presenti a Roma alla manifestazione “Difendiamo i nostri figli”. Si è meditato sulla famiglia secondo il progetto naturale di Dio.

È seguita la relazione di aggiornamento sull’esperienza dei gruppi di preghiera della diocesi, quale stimolo a proseguire e incrementare il cammino, tenendo presenti le difficoltà e le sfide attuali. È seguita poi la catechesi sulla spiritualità dei gruppi di preghiera, secondo le indicazioni di Padre Pio, con la testimonianza di don Francesco Vaccarini sull’esperienza originale di famiglia vissuta da suo padre all’inizio della fondazione e prima esperienza riminese dei gruppi di preghiera.

All’incontro è intervenuto anche il vescovo Giuseppe Piemontese che ha richiamato a vivere nella preghiera e nelle opere secondo lo spirito di san Pio sulle orme di Cristo, nella sensibilità di san Francesco di Assisi, che alternava momenti di contemplazione con l’azione pastorale ed evangelizzatrice tra la gente. Preghiera, carità e partecipazione alla croce del Signore sono state le indicazioni del Vescovo, come san Pio ha vissuto e testimoniato.

Ha concluso il convegno don Adolfo Bettini, assistente regionale dei gruppi di preghiera, che ha affidato loro il compito di essere gli animatori della preghiera nelle proprie comunità e di inserirsi nelle attività normali delle parrocchie.

 

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A servizio di un “santuario eucaristico” https://www.lavoce.it/a-servizio-di-un-santuario-eucaristico/ Wed, 17 Jun 2015 08:12:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36032 La basilica di Santa Cristina
La basilica di Santa Cristina

Dal 1987 il servizio alla basilica di S. Cristina e alla parrocchia dei Ss. Giorgio e Cristina in Bolsena è stato affidato a una comunità religiosa della congregazione del Ss. Sacramento, in Italia più nota con il nome di “padri Sacramentini”.

Un servizio richiesto e affidato dalla diocesi di Orvieto-Todi ai Sacramentini a causa del noto miracolo eucaristico che qui si verificò nel lontano 1263, collegato nel 1264 con l’istituzione della festa del Corpus Domini, estesa a tutta la Chiesa cattolica.

Ai numerosi pellegrini che giungono dall’Italia e dal mondo proponiamo una lettura dei segni e delle testimonianze che qui sono custoditi.

Innanzi tutto la tomba di santa Cristina, martire molto famosa dei primi secoli della Chiesa, cui, dalla sua origine, è dedicato il luogo sacro. Poi il celebre miracolo eucaristico.

Ci proponiamo soprattutto, mediante il nostro carisma, di sottolineare il valore e l’importanza dell’eucaristia e della messa nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Anche la pastorale che portiamo avanti nella parrocchia ha decisamente una impronta eucaristica. Presentiamo l’eucaristia come fonte di tutta la vita cristiana, che si esprime anche mediante momenti particolari di adorazione eucaristica in numerose feste e nei tempi forti dell’anno liturgico.

Viene particolarmente curata la festa del Corpus Domini attraverso una settimana di preparazione nella quale si cerca di far crescere e conoscere, nei vari membri della comunità parrocchiale, il Mistero dell’eucaristia. Agli sposi, con la celebrazione degli anniversari di matrimonio e la presenza dell’eucaristia nella famiglia. Una giornata poi viene dedicata a quanti lavorano per la preparazione esterna della processione con le famose infiorate. Un’altra giornata viene dedicata agli ammalati (che seguiamo tutto l’anno portando la Comunione a casa almeno una volta al mese), e altre giornate dedicate ai pellegrini e altri gruppi parrocchiali.

Padre Pio Zambon
Padre Pio Zambon

La congregazione dei padri Sacramentini è stata fondata a Parigi nel 1856 da san Pier Giuliano Eymard (1811-1868) alla conclusione di un suo lungo cammino spirituale di attrazione verso l’eucaristia. All’arcivescovo di Parigi che concesse la prima approvazione alla congregazione, il fondatore presentò il carisma dell’istituto dicendo che voleva vivere e far vivere “tutta l’eucaristia”. Pochi giorni prima di morire, a un religioso che desiderava una sua ultima parola, ebbe a dire: “Avete l’eucaristia, avete tutto!”.

Un momento significativo del suo cammino spirituale avvenne proprio 150 anni fa quando, il 21 marzo 1865, durante un lungo ritiro a Roma, fece quello che egli stesso definì “voto della personalità”. Ecco come lo racconta nei suoi appunti: “È stato come se il Salvatore mi dicesse: con la comunione tu vivrai per me, perché io sarò vivente dentro di te! Io riempirò la tua anima dei miei desideri e della mia vita (…) a tal punto che sarò io a vivere e a desiderare tutto dentro di te, al posto tuo; così tu sarai totalmente rivestito di me, tu sarai il corpo del mio cuore, la tua anima sarà le facoltà attive della mia anima… Io sarò la Persona della tua personalità e la tua personalità sarà la vita mia dentro di te!”.

Oggi la congregazione si trova in tutti i Continenti con una presenza non molto numerosa, composta da circa 800 religiosi, ma significativa. Ci impegniamo a testimoniare e far comprendere la realtà dell’eucaristia come ce la insegna la Chiesa in tutti i suoi aspetti e ad aiutare le comunità cristiane a vivere più profondamente il Mistero eucaristico. Con sottolineature diverse e secondo i luoghi e i Paesi dove ci troviamo a operare, la nostra missione si esprime nella cura delle celebrazioni liturgiche, nell’attenzione alle necessità dei poveri e nell’operare perché cresca sempre più l’impegno per l’unità e la comunione nella Chiesa e nella società.

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“Notte di luce” a Sant’Andrea di Spello per la festa del Corpus Domini https://www.lavoce.it/notte-di-luce-a-santandrea-di-spello-per-la-festa-del-corpus-domini/ Tue, 09 Jun 2015 15:00:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35156 La celebrazione in chiesa
La celebrazione in chiesa

Una cittadina in fiore, attraversata fino alle tarde ore della notte, in occasione di una tradizione che ogni anno si ripete per le mani di artisti-artigiani: l’infiorata di Spello; una chiesa aperta per la via, addobbata a festa, quella di S. Andrea; Gesù presente e vivo nella Ss. Eucaristia; e canti, riflessioni, incontri, lacrime, preghiere, comunione…

Questi sono stati gli ingredienti che hanno segnato la Luce nella Notte che, il 6 giugno scorso, ha visto impegnata la Pastorale giovanile della diocesi di Foligno, insieme, quest’anno, a quella di Spoleto e di Salerno, in un momento di comunione con il vescovo Gualtiero Sigismondi e con tutta la Chiesa locale presente attraverso i diversi movimenti che animano la spiritualità della diocesi, in occasione della solennità del Corpus Domini.

I giovani della diocesi impegnati nel Servizio di Pastorale giovanile, dopo un momento di preghiera insieme al Vescovo, si sono mescolati tra la folla che ha animato le vie della bella Spello per tutta la notte, facendosi annunciatori di una gioia più grande e profonda che nasce da un incontro, quello di Gesù Eucaristia.

Così, oltre 700 persone hanno accolto l’invito a entrare nella meravigliosa chiesa di Sant’Andrea per accostarsi, in preghiera, all’Adorazione eucaristica.

E molti sono coloro che sono stati toccati nel profondo da questa esperienza, accompagnata dalla possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione, grazie alla presenza di diversi presbiteri della diocesi.

La nottata è stata animata con canti e preghiere grazie all’alternarsi di diversi gruppi ecclesiali, quali la Pastorale giovanile di Foligno, le Adoratrici di Cristo in Spirito e Verità, le suore di San Giuseppe di Chambéry, il movimento dei Focolarini, gli amici di Taizé, la Caritas diocesana di Foligno, la Comunità Magnificat, i giovani del Cammino Neocatecumenale, Comunione e Liberazione e l’Unitalsi.

Toccanti sono state le parole del vescovo Sigismondi che ha paragonato l’Eucaristia ai fiori che hanno riempito le vie della cittadina di Spello per l’infiorata, guardando alla Sua delicatezza e forza e al Suo profumare di Dio, in Essa vivo e presente, nella specie del pane, in mezzo a noi.

Come ha ricordato il direttore del Servizio diocesano di Pastorale giovanile di Foligno, Michele Tufo, questo bel momento di comunione ecclesiale in occasione del Corpus Domini, che la bellezza delle infiorate di Spello ha reso più suggestivo, ci racconta come nella tradizione possiamo ritrovare il senso profondo della nostra fede. E ricorda a tutta la comunità ecclesiale che il Corpo di Cristo, la Chiesa, solo facendo comunione può essere annunciatrice della gioia del Risorto.

 

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Questa me la scrivo https://www.lavoce.it/questa-me-la-scrivo/ Wed, 20 May 2015 08:36:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33707 In parrocchia, dopo cena. Stiamo leggendo e commentando la traccia ideale che ci hanno messo in mano in vista del V Convegno della Chiesa italiana, a Firenze, con a tema il motto “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il frutto, ancorché essiccato, della nostra modesta riflessione confluirà – con quello delle altre parrocchie – alla Segreteria diocesana del Convegno, che farà sintesi e ne invierà il risultato alla Segreteria nazionale.

Siamo solo in quattro. Ma “quando due o tre sono saranno riuniti nel mio nome…”. E allora, anche stasera il “numero legale” c’è. Andiamo avanti. Riflettiamo, tossicchiamo. A me pare evidente che da tempo avremmo dovuto digerire i contenuti innovativi del Concilio, e non l’abbiamo fatto. Non c’è stata quella ruminatio che gli antichi maestri di spirito ritenevano indispensabile per assimilare davvero la Parola di Dio e i suoi derivati, ingeriti spesso con pericolosa facilità. Credo che proprio a questo ci chiami il Giubileo indetto da Papa Francesco per l’8 dicembre di quest’anno, alla scadenza dei 50 anni dalla fine del Concilio.

“Non venite a Roma” ci dice Papa Bergoglio, e su questo invito pesa un po’ il timore che, se a Roma andassimo in tanti, per tenere ancora delle udienze generali sarebbe necessario abbattere il colonnato del Bernini; ma pesa soprattutto la sofferenza del Papa per un dono assolutamente eccezionale che Cristo ha fatto alla sua Chiesa, e che non poche componenti della sua Chiesa hanno recepito poco e male, esaltandone aspetti non essenziali e ignorandone il nucleo rovente.

Amarognolo il ricordo di quanto è successo oggi. Al centro di un’ora di adorazione eucaristica alla quale partecipavo, avevo proposto di utilizzare alcune delle splendide “intercessioni dopo la consacrazione” che recita il celebrante quando ha scelto una della quattro variabili della Preghiera eucaristica V . E mi sono accorto che non le conosceva nessuno! “Cioè?” chiede uno di noi quattro gatti, uno dei migliori. “Potresti farne un esempio?”. Certo! Eccolo: “La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, affinché tutti gli uomini possano aprirsi alla speranza di un mondo nuovo”.

E lui: “Fermi tutti, questa me la scrivo”. È un medico che solo un frattura scomposta ad ambedue le gambe autorizzerebbe a saltare la messa domenicale. “Questa me la segno”, e dà di piglio al suo libriccino d’appunti. Nelle parole che ho citato è concentrata tutta la novità valoriale della Chiesa del Concilio e tutta la novità del rapporto che essa vuole avere col mondo. Ma lui, il bravissimo cristiano, non l’ha mai udita. Ha ragione Papa Francesco: serve davvero un anno giubilare di nuovo conio, interamente impegnato a riprendere e a ruminare. Ci riusciremo? Dobbiamo riuscirci!

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La catechesi partendo dall’arte https://www.lavoce.it/la-catechesi-partendo-dallarte/ Wed, 22 Apr 2015 08:20:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31635 Giovani in ritiro spirituale ad Assisi
Giovani in ritiro spirituale ad Assisi

A Foligno, tra via Umberto I e via Garibaldi, si snoda un vicolo dal nome suggestivo: via dei Monasteri. Qui, nel 1388, ebbe origine una fraternità di “donne di lodevole vita” per le quali fra’ Paoluccio Trinci, iniziatore del movimento dell’Osservanza francescana, ottenne un riconoscimento da parte dell’allora ministro generale Enrico Alfieri da Asti. Tra queste donne vi era la beata Angelina dei conti di Marsciano, insieme a sua cugina Cecca: da loro la comunità prese il nome di “monastero delle Contesse”, che compare nei documenti accanto a quello di “monastero di Sant’Anna”, oggi casa madre delle suore Terziarie Francescane della beata Angelina, un piccolo istituto di diritto pontificio.

La caratteristica principale vissuta dalle 26 “monache povere” di Foligno era quella di essere comunità aperta, ossia un gruppo di donne che volevano vivere nella preghiera, nella penitenza e nel servizio agli altri, senza vivere in clausura: per questo ottennero, nel 1403, il riconoscimento pontificio. Lo splendido monastero di Sant’Anna si arricchirà nel corso dei secoli di affreschi e opere d’arte a cui le suore affideranno il compito di comunicare la loro spiritualità. Da alcuni decenni il complesso conventuale è visitato da pellegrini provenienti da tutto il mondo, anche per la presenza, all’interno di esso, della casa-bottega del pittore Niccolò Alunno, edificio in parte ereditato e in parte acquistato dalle suore nel corso del Cinquecento. La ricchezza di tali opere artistiche rende possibile un fecondo apostolato. Infatti, partendo dall’illustrazione delle immagini, le suore hanno la possibilità di annunciare il Vangelo, di parlare della spiritualità francescana intessuta dei lineamenti dell’umiltà e carità di Cristo e di esporre il carisma proprio dell’istituto, caratterizzato dallo spirito penitenziale e filiale, dal senso di stupore e gratitudine, dall’evangelicità e verginità gioiosa, dallo spirito di orazione e devozione, dalla contemplazione di Cristo sposo, povero e umile sulla croce, dalla fraternità semplice e dalla prossimità umile, dall’annuncio della pace e del perdono. Per la comunità folignate, ulteriore occasione di testimonianza e di diffusione del Vangelo è l’ambito catechetico, che si esercita nei confronti sia dei bambini sia degli adulti che intraprendono il cammino di iniziazione cristiana.

A questo ambito si aggiungono l’animazione liturgica parrocchiale e l’accompagnamento spirituale dei giovani bisognosi di orientamento. Mensilmente, nella chiesa conventuale di Sant’Anna si svolge la preghiera di adorazione eucaristica vocazionale, guidata dal vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, e animata dal Centro diocesano vocazioni. Non ultimi sono il ministero della prossimità fraterna ai malati, a cui le suore distribuiscono la Comunione, e l’accoglienza dei molti giovani che partecipano ai concorsi per il reclutamento nell’Esercito di Stato e sono ospiti della casa di ospitalità del monastero, funzionante dal Giubileo del 2000. Importante è stata in passato anche l’attività di insegnamento, che oggi si esplica soprattutto nelle fraternità del Brasile e del Madagascar.

Suor Claudia Maria Grieco
Suor Claudia Maria Grieco

Siamo infatti circa 80 religiose distribuite in 5 fraternità presenti in Italia, e dal 1975 siamo presenti in 4 fraternità del Brasile e da una decina di anni in Madagascar con due fraternità. Segno di comunione e di servizio amoroso alla Chiesa è la collaborazione fra le consorelle delle diverse comunità, tra cui quella di Assisi, ubicata di fronte alla basilica superiore di San Francesco. Nella città natale del Santo, le suore della beata Angelina si mettono a servizio dei giovani accompagnandoli per giornate di silenzio, spiritualità e fraternità in preparazione ai tempi liturgici forti (Pasqua, Natale), oppure accompagnandoli ai corsi di riscoperta della vita e vocazione cristiana tenuti dai Frati minori presso il loro Servizio di orientamento giovani. L’apostolato delle “figlie” di Angelina si concretizza oggi in una presenza amorosa e discreta presso i fratelli e le sorelle, come una volta era rivolto alle donne giovani o sole, vedove o partorienti, malate, moribonde del Medioevo. A laude di Cristo!

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Scuola della Parola: segue https://www.lavoce.it/scuola-della-parola-segue/ https://www.lavoce.it/scuola-della-parola-segue/#comments Wed, 15 Apr 2015 15:05:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31470 Lia Trancanelli e don Andrea Rossi, assistente spirituale diocesano dell’Ac
Lia Trancanelli e don Andrea Rossi, assistente spirituale diocesano dell’Ac

Sabato scorso si è concluso il ciclo della Scuola della Parola 2014-2015. Su questa iniziativa annuale abbiamo intervistato il presidente diocesano dell’Azione cattolica (organizzatrice della Scuola), Emanuele Bagnoli.

 

La Scuola della Parola è aperta a tutti: ragazzi, giovani, adulti, per un’opera di evangelizzazione e di promozione umana. Un’esperienza da continuare?

“La Scuola della Parola è un appuntamento cardine nel cammino dell’Azione cattolica della nostra diocesi, ed essendo aperta a tutti, è importante anche per tutti coloro che vogliono crescere nella preghiera e formazione laicale. Credo sia auspicabile continuare a poter vivere questi momenti, in quanto permettono ai laici di mettersi in relazione e di vivere insieme momenti di crescita umana e spirituale, così da ritornare nelle proprie parrocchie arricchiti dall’esperienza degli altri. La formula adottata in questi ultimi anni, quella di vivere il cammino anche come scuola di comunità, mettendo in relazione generazioni diverse, bambini, giovani e adulti, per quanto faticoso, è una soluzione che aiuta la trasmissione della fede e ci aiuta a conoscersi reciprocamente”.

Perché l’iniziativa sia più partecipata quali innovazioni bisognerebbe apportare, a suo parere?

“Il nostro impegno è sempre quello di migliorarci affinché, pur con i nostri limiti, possiamo testimoniare la fede nel quotidiano. Sicuramente intercettare i bisogni degli uomini e giovani d’oggi nel nostro territorio non è semplice; per poterlo fare c’è necessità di un discernimento collegiale tra tutti coloro che sono impegnati a organizzare questo cammino. La Scuola della Parola può e deve essere migliorata, per essere più attuale utilizzando per i giovani un linguaggio più moderno, capace di suscitare la curiosità verso Gesù e permettendo loro di innamorarsi di Lui. Agli adulti vanno offerti maggiori spunti per poter ‘dare ragione della propria fede’ in una società sempre meno cristiana”.

Sono state gradite le testimonianze rese da cristiani particolarmente impegnati nella vita della Chiesa?

“Le testimonianze sono, insieme all’autoformazione, uno dei cardini degli ultimi anni della Scuola della Parola. Le testimonianze ci aiutano a comprendere che si può vivere anche oggi il Vangelo, e che per farlo non servono doti da ‘supereroi’. L’ultimo testimone incontrato è stata la signora Lia Trancanelli, che con semplicità, ma con grande passione e amore, ci ha presentato la figura di suo marito, il servo di Dio Vittorio Trancanelli deceduto nel 1998. Ci ha illuminato facendoci comprendere che tutte le azioni manifestatrici del regno di Dio, piccole o grandi che siano, mettono radice in una vita di preghiera e di comunione con gli altri”.

Scuola della Parola: origini e sviluppi

La Scuola della Parola è un’esperienza nata agli inizi degli anni ’90 come scuola associativa dell’Azione cattolica, poi diventata appuntamento diocesano per tutti i giovani e adulti. Negli anni ha avuto varie sedi in cui si è svolta, passando dalla casa diocesana di Spagliagrano al santuario di Collevalenza. Per alcuni anni si è tenuta in modo itinerante nelle parrocchie: nella penultima edizione, nella parrocchia del Crocifisso di Todi, e quest’anno nelle parrocchie di Orvieto Scalo e Ciconia. Negli anni la Scuola ha avuto come comune denominatore tre momenti fondamentali: la preghiera o adorazione eucaristica, l’agape fraterna e la formazione spirituale laicale. Nel susseguirsi degli anni, diversi testimoni sono stati chiamati a raccontare la loro esperienza di vita cristiana. Tra loro, Giovanni Bachelet, sacerdoti maroniti e armeni, Luigi Alici e Franco Miano ex presidenti nazionali dell’Ac, e la scrittrice Susanna Tamaro; quest’anno è stata la volta di Lia Trancanelli.

 

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Bassetti celebra con il suo popolo https://www.lavoce.it/bassetti-celebra-con-il-suo-popolo/ Fri, 27 Mar 2015 13:46:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31097 Domenica-delle-PalmeNella settimana che si apre, la Settimana santa, il cuore liturgico è il triduo pasquale che ha il suo inizio con la messa “In coena Domini” dopo la quale, nè il Venerdì, nè il Sabato santo sarà più celebrata l’eucarestia in nessuna chiesa nel mondo, fino alla grande Veglia pasquale della notte di Pasqua. Tutta la settimana, anzi tutto l’anno liturgico, tende a questa notte in cui la Chiesa fa “memoria”, rivivendola, della risurrezione di Gesù. Ma se questo è il cuore liturgico la messa del Crisma, che in diocesi viene celebrata il mercoledì pomeriggio, rappresenta il “cuore ecclesiale” poiché tutte le componenti della comunità diocesana si raccolgono attorno al Vescovo nella chiesa Cattedrale. Il cardinale Gualtiero Bassetti nella lettera con cui invita i sacerdoti, diaconi e seminaristi a partecipare all’“incontro più bello e desiderato di tutto l’anno liturgico: la messa del Crisma”, la definisce “il nostro giorno”. “Se non ci incontriamo in quel giorno – scrive Bassetti – quale altro può essere più propizio?”. “In ognuno di noi – aggiunge – nel nostro essere personale è impressa un’impronta indelebile che ci assimila a Cristo. Lui ci associa alla grande opera della salvezza mediante l’annuncio del Vangelo e l’opera santificatrice dei sacramenti”. Il Cardinale nella lettera ricorda che è giunto al suo sesto anno di episcopato in questa diocesi, e che conosce bene, oramai, il suo clero, “e Dio sa – scrive – quanto ciascuno di voi sia per me un dono prezioso” pur nella grande diversità. Il Cardinale coglie l’occasione anche per annunciare che proprio in questa occasione comunicherà “all’intero popolo di Dio” che l’11 e il 12 settembre si terrà l’Assemblea diocesana, un “importante appuntamento ecclesiale grazie al quale desidero che ogni comunità cristiana si metta in discussione dinanzi alle esigenze di rinnovamento indicate nella Evangelii Gaudium, in vista dell’individuazione di concrete e innovative direzioni di impegno”. Con l’avvicinarsi della Pasqua per il Cardinale si moltiplicano anche gli incontri con il suo popolo. Dai giovani, che hanno pregato con lui in Cattedrale nella veglia di ieri sera (giovedì 26), ai lavoratori che incontra nei luoghi di lavoro (martedì 31 marzo sarà alla “Primigi” e il 10 aprile al Circolo dipendenti della Perugina), dai malati (martedì 31 marzo, alle ore 17.30 celebra nella cappella dell’Ospedale “Santa Maria della Misericordia”) ai carcerati per i quali celebrerà la messa il mattino del Giovedì Santo nella Casa Circondariale di Capanne-Perugia.

 

Cattedrale San Lorenzo – La Settimana santa con il Cardinale

DOMENICA DELLE PALME ore 10.30 In piazza 4 novembre benedizione delle Palme, processione e S. Messa In passione Domini

MERCOLEDÌ SANTO ore 17 S. Messa crismale

GIOVEDÌ, VENERDÌ E SABATO SANTO alle ore 9 Ufficio delle letture e Lodi mattutine (anima il gruppo corale Armonioso Incanto).

GIOVEDI SANTO ore 18 S. Messa in Coena Domini e lavanda dei piedi. Ore 22-23 Adorazione eucaristica all’altare della reposizione.

VENERDI SANTO ore 18 Celebrazione della passione del Signore. Ore 21 Ritrovo in Cattedrale per la tradizionale Via Crucis per le vie del centro storico. Presiede il Vescovo Ausiliare mons. Paolo Giulietti

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San Damiano, la ricchezza della povertà https://www.lavoce.it/san-damiano-la-ricchezza-della-poverta/ Fri, 20 Mar 2015 11:29:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30951 Padre Giulio Mancini
Padre Giulio Mancini

Il santuario di San Damiano: un insieme di poveri luoghi, ancora com’era ai tempi di san Francesco. Nascosto sulla balza sotto Assisi, in ambiente naturalistico d’incanto, defilato, volutamente fuori dal turismo organizzato, ci si arriva per richiamo d’anima. Anteriore di secoli al Mille e, tuttavia, tramandato a noi nell’adattamento che ne fecero san Francesco e santa Chiara, è luogo privilegiato di spiritualità, culla e reliquia delle origini francescane. Nel silenzio, una Presenza emana dai poveri muri. Qui si è operata la chiamata, la conversione e la risposta radicale di Francesco al Cristo povero e crocifisso. Qui si è consumato l’amore di Chiara nel vivere il Vangelo secondo la forma di Maria. Ambedue testimoni di una vita cristiforme, mariale, ecclesiale, umanissima. Divenuti evangelicamente loro stessi “Chiesa restaurata”, obbedienti al mandato della voce: “Va’, ripara la mia Chiesa” e alla giubilante rivelazione interiore: “Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me”. Fin dagli inizi di Francesco e Chiara, il luogo è abitato e animato dai Frati minori umbri, che vi si succedono da otto secoli. La comunità francescana ha la consapevolezza di aver ricevuto il privilegio di custodire la “grazia del luogo” e, attraverso la vita fraterna, animare il servizio liturgico, l’evangelizzazione, l’accoglienza e l’ascolto dei pellegrini. Nella chiesa riparata da Francesco con l’aiuto dei suoi poveri amici – davanti all’icona del Crocifisso che parlò a lui 24enne e davanti all’immagine della Madonna, posta nell’abside, che ispirò per 42 anni la forma di vita di Chiara – l’impegno primario è quello di vivere e offrire ai fedeli uno spazio di preghiera adorante “in spirito e verità”.

Il santuario di San Damiano ad Assisi
Il santuario di San Damiano ad Assisi

Due i momenti quotidiani forti: la celebrazione del mattino (a partire dalle ore 7) di lodi ed eucaristia; e la celebrazione dei vespri (ore 17 o, in estate, ore 19) con l’esposizione del Ss. Sacramento. Liturgie semplici e ravvicinate; canti che coinvolgono l’assemblea; silenzi intensi, essenziali tocchi di luci e fiori; brevi commenti; una presenza giovanile spesso traboccante; incontri stupefatti nello Spirito che diventano, allo stesso tempo, una scuola di preghiera. Per il resto del giorno, il santuario rimane aperto e i pellegrini sono invitati ad attraversarlo in silenzio devoto; per evitare intasamenti e chiacchiericci, le catechesi e le liturgie dei gruppi si svolgono nelle sale e nelle cappelle presso i chiostri. Alcuni giovani frati e suore sono impegnati nel servizio di accoglienza e di ascolto: comunicazioni semplici, per far cogliere nei luoghi le parole evangeliche vissute qui da Francesco e da Chiara come un modo nuovo d’essere uomini. In alcune salette riservate, viene offerta la possibilità lieta di accostarsi al sacramento della riconciliazione e, più ancora, a incontri / ascolto / dialogo per singoli o coppie.

Chi lo desidera può ritirarsi in preghiera nell’oratorio di Sant’Agnese, riservato all’adorazione eucaristica silenziosa. Lungo il percorso si apre una piccola Galleria di incisioni moderne che attualizzano il Cantico delle creature: Francesco lo compose e lo cantò qui con una sua melodia. È il testo che ha tenuto a battesimo il volgare italico in cui il Santo esprime, in fraterna comunione cosmica con tutte le creature, l’umanesimo nuovo della nuova creazione su misura di Cristo, e il manifesto di un’ecologia profetica ancora da attuare. Per quanto riguarda l’accoglienza: sacerdoti, religiosi e piccoli gruppi di laici possono essere ospitati in comunità per qualche giorno di preghiera e di raccoglimento. È questo il nostro servizio alla Chiesa e all’uomo di oggi, compreso quello prezioso e delicato della formazione francescana dei nostri giovani che vivono qui il loro anno di noviziato. Nell’Anno della vita consacrata, gli interrogativi lanciati da Papa Francesco ai religiosi proprio a San Damiano diventano provocazioni di grazia efficaci: Cristo Gesù e la sua santa Chiesa sono davvero il mio unico amore? Quanto posso dire con Francesco: “Conosco Cristo povero e crocifisso”? E con Chiara: “Colui che ti creò te ama, come la madre ama lo suo figliolo piccolino”?

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Sconvolti da Dio a fin di bene https://www.lavoce.it/sconvolti-da-dio-a-fin-di-bene/ Fri, 13 Mar 2015 10:57:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30866 La statua di San Giuseppe nel duomo di Orvieto
La statua di San Giuseppe nel duomo di Orvieto

La festa di san Giuseppe è in arrivo. Il 19 marzo per tutta la Chiesa è un giorno importante, ma in modo particolare lo è per la nostra diocesi di cui il Santo è patrono. Un patrono come san Giuseppe è il massimo! Al suo patrocinio affidiamo la nostra Chiesa in questa fase delicata del suo cammino plurisecolare. Oltre che intercedere per noi, ha anche molto da insegnarci: prima di tutto la fede, il coraggio, l’operosità, il silenzio… e tante altre virtù valide anche per il nostro convulso tempo. Com’è accaduto nei noti eventi della sua vita, anche noi siamo chiamati a rispondere a nuove domande, sollecitati dalla Chiesa e dai segni dei tempi a intraprendere nuove vie per annunciare il Vangelo.

Stiamo vivendo il cambiamento di un’epoca, non solamente alcune trasformazioni sociali. Sicuramente la Chiesa nella sua storia ha vissuto tanti sconvolgimenti, e sempre lo Spirito santo l’ha guidata e sostenuta, perché non siamo noi i “padroni della barca”. Questo però non ci toglie le nostre responsabilità odierne, quello che oggi “lo Spirito suggerisce alla Chiesa” di Orvieto-Todi. Come il nostro san Giuseppe, è necessario abbandonare la vita normale – come per un piccolo artigiano di Nazareth, con il desiderio di avere una famiglia – per lasciarsi “sconvolgere” da Dio. Oggi il Signore ci chiede di percorrere altre strade, per intraprendere, con il Vescovo, un cammino non sempre facile da decifrare, ma sorretti dalla Parola rassicurante: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa…”. È semplice ripetere, con Papa Francesco: “una Chiesa in uscita”, duro è attuarla, perché comporta il cambiamento di una prassi consolidata. Quando ci sono delle scelte da fare, sappiamo ciò che lasciamo e non vediamo ciò che ci aspetta. Abbiamo allora bisogno della fede di san Giuseppe, che, “destatosi dal sonno, fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.

La vita di san Giuseppe non è stata tranquilla, Dio non ci lascia sereni, tutti presi dalle nostre “pie pratiche”, ma ci scuote in profondità, e oggi è lo stesso come ieri: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!”. Durante la celebrazione in cattedrale, alle ore 17 del 19 marzo, presieduta dal vescovo mons. Benedetto, sarà ammesso tra i candidati al diaconato e al presbiterato il seminarista Davide Basili della parrocchia dei Santi Abbondio e Silvestro in Allerona Scalo. A Davide auguriamo di essere un “incendiario” per tutta la vita, perché ha scelto di donarsi completamente alla causa di Dio: per il Signore non vale il detto “si nasce incendiari e si muore pompieri”. Chiediamo l’aiuto del nostro Patrono per avere sempre una fede all’altezza di ciò che Dio ci chiede.

Don Marcello Cruciani

In onore del nostro Patrono gioia ma anche riflessione

Calendario degli eventi religiosi e culturali previsti a Orvieto nei giorni che ruotano attorno alla festa di san Giuseppe

Nei tre giorni che precedono la festa di san Giuseppe, patrono di Orvieto e della diocesi, nella chiesa a lui dedicata, dalle ore 11 alle 12 si svolge l’adorazione eucaristica e alle 17.30 la messa, seguita dall’adorazione fino alle ore 19.

Il 19 marzo, giorno della solennità, vi saranno celebrate le messe alle ore 9 e 11. Al termine, la statua del Santo sarà trasportata in duomo, da cui, dopo la solenne concelebrazione delle ore 17, avrà inizio la processione con la stessa immagine, fino alla chiesa di San Giuseppe, ove sarà ricollocata.

Eventi culturali

Oltre alle celebrazioni religiose, i festeggiamenti in onore del Patrono prevedono molte altre manifestazioni. Mercoledì 18, alle 21 al teatro Mancinelli, si terrà il concerto della banda e del coro della Scuola comunale di musica. Giovedì 19, in piazza San Giuseppe, alle 9.30 apertura della “pesca” con uova pasquali e alle 18.30 tradizionale frittellata allietata dalla banda filarmonica “L. Mancinelli”; alle 19 nell’atrio del palazzo dei Sette, premiazione dell’Artigiano dell’anno, a cura della Cna Orvieto. Venerdì 20, ore 16, all’oratorio San Filippo Neri, la Giostra dei quartieri presenta il “Torneo di calci…ovo”; alle 21, al teatro Villa Mercede, il recital Rose spezzate sulla violenza e gli abusi sulle donne, a cura dell’associazione culturale teatrale “La Batreccola” di Porano e della scuola di danza “Scarpette rosse” di Orvieto. Sabato 21 ore 16, all’oratorio le finali del “Torneo di calci…ovo”. In piazza San Giuseppe, alle 16.30 apertura pesca con uova pasquali e intrattenimento musicale con la Jobb Project (Jazz Orvieto Big Band) e alle 18 la Giostra dei quartieri – Corsa coll’ovo delle squadre dei quartieri della città. Alle 21 al teatro Villa Mercede “The Cherries” presentano Phoenix: A Cappella Live Concert. Domenica 22, alle ore 9.30 in piazza San Giuseppe, apertura pesca con uova pasquali. Alle 9.30 in piazza Duomo, raduno partecipanti alla “Passeggiata di primavera”, gara non competitiva per ragazzi delle scuole materna, elementari e medie, con partenza alle ore 10 e premiazione alle ore 11. Alle 13, il pranzo di san Giuseppe presso il ristorante “Al San Francesco” (prenotazioni presso “La Cartotecnica” in via Duomo entro il 20 marzo). Alle 17, in piazza San Giuseppe, il concerto della band dell’oratorio. Infine sabato 28, alle ore 11 in duomo, il Vescovo presiede la “Messa della montagna” in suffragio di mons. Italo Mattia.

M. M.

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Incontro del Vescovo Tuzia con i Consigli della Vicaria San Fortunato https://www.lavoce.it/incontro-del-vescovo-tuzia-con-i-consigli-della-vicaria-san-fortunato/ Fri, 06 Mar 2015 11:27:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30702 Un momento dell’incontro del Vescovo con i Consigli della Vicaria San Fortunato
Un momento dell’incontro del Vescovo con i Consigli della Vicaria San Fortunato

Mettersi in cammino è una metafora molto presente nella sacra Scrittura, ed è diventata per la nostra diocesi la linea-guida della “conversione pastorale” in atto. Il cammino iniziato all’Assemblea diocesana di settembre a Collevalenza prosegue nelle Vicarie e Unità pastorali. Il vescovo mons. Benedetto sta incontrando i nuovi Consigli di Unità pastorale nelle sei Vicarie in cui è suddivisa la diocesi.

Domenica 1° marzo, nella casa diocesana di Spagliagrano ha incontrato i Consigli delle tre Up che compongono il Vicariato di San Fortunato. Tale Vicariato coincide in larga parte con il territorio del Comune di Todi, ed è caratterizzato da numerosi insediamenti abitativi che rendono il territorio molto frastagliato. Gli oltre 80 membri dei Consigli presenti alla riunione non si sono lasciati prendere dallo “sconforto ecclesiale” per le tante situazioni problematiche emerse, ma hanno risposto con generosità per mettersi al servizio della nuova evangelizzazione.

Il Vescovo ha affermato con forza la necessità del coinvolgimento dei laici e della loro corresponsabilità nella Chiesa, scaturite dal battesimo e dalla comune fede. Ha ricordato la sua passata esperienza di parroco di una grande comunità di Roma, dove il Consiglio parrocchiale ha organizzato la comunità in un modo vivo e coinvolgente. Ha quindi affermato che le parrocchie non possono più vivere in autonomia: la lettura dei segni dei tempi ci porta a intraprendere nuove strade.

L’Unità pastorale è ormai il riferimento costante in cui bisogna muoversi pastoralmente, se vogliamo dare un futuro alle nostre comunità. Anche la gestione economica delle parrocchie va basata sulla trasparenza finanziaria e gestita insieme con il Consiglio degli affari economici, presente nel Consiglio di Up con un rappresentate di ogni comunità.

Al termine dell’intervento di mons. Tuzia hanno parlato i presenti, esprimendo la preoccupazione per l’oggi ma anche la consapevolezza di un impegno per la Chiesa e l’evangelizzazione. Dopo la prima parte vi è stato un momento di convivialità, occasione per conoscersi meglio creando rapporti fraterni.

La conclusione è avvenuta nella cappella della casa, dove si sono celebrati l’adorazione eucaristica e i vespri. Non un ‘atto dovuto’ ma il cuore dell’incontro, come ha rilevato il Vescovo. Il nostro agire trova infatti il suo alimento e la ragione nel rapporto con il Signore che rende vivo e dà forza all’agire ecclesiale.

A tutti è stato consegnato un foglio con domande che dovranno trovare una risposta sia personale che comunitaria. Il materiale sarà raccolto in ogni Vicariato quando, per Pentecoste, tutti i Consigli di Up si riuniranno nella Veglia per ricevere un “vademecum” di vita spirituale adeguato a un laico impegnato nella Chiesa e nel mondo.

Gli inizi sono sempre belli, ma ciò che conta è la perseveranza, è credere a quello che facciamo quando arriveranno le difficoltà inevitabili in ogni cammino, come ci ricorda l’Apocalisse: “Al vincitore che persevera fino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni”.

Domenica 8 alla Vicaria di San Felice

Nel pomeriggio di domenica 8 marzo, mons. Benedetto Tuzia incontrerà, presso il nuovo Centro pastorale di Casteltodino, i Consigli delle Unità pastorali della Vicaria di San Felice. Questa Vicaria, come definita con decreto del 21 settembre scorso (con il quale sono stati aboliti i 9 Vicariati foranei esistenti e costituiti i 6 nuovi), si estende su un territorio a forma di “U” che va dai monti Martani al Croce di Serra, e conta circa 15 mila abitanti. Quattro sono le Unità pastorali in cui è stata suddivisa: l’Up “Santa Cecilia” (parrocchie di Acquasparta e Casigliano – Rosaro); l’Up “San Felice, Faustino e beato Ruggero” (parrocchie di Massa Martana – Castel Rinaldi, Colpetrazzo, Villa San Faustino – Montignano); l’Up “San Nicolò” (parrocchie di Montecastrilli – Farnetta, Casteltodino – Collesecco e Quadrelli) e l’Up “Sant’Egidio” (parrocchie di Avigliano Umbro, Castel dell’Aquila, Dunarobba – Sismano, Acqualoreto, Collelungo di Baschi – Morre – Morruzze, Melezzole – Toscolano e Santa Restituta).

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Da Assisi al mondo, dal mondo ad Assisi https://www.lavoce.it/da-assisi-al-mondo-dal-mondo-ad-assisi/ Tue, 10 Feb 2015 17:22:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30261 DoloresUno degli istituti religiosi femminili nati in Umbria è la congregazione delle suore Francescane Missionarie di Assisi (note come “suore del Giglio”). La sua fondazione risale al 1702 a opera di padre Giuseppe A. Marcheselli, conventuale, e di madre Angela del Giglio, terziaria francescana della basilica di San Francesco. In un’epoca nella quale il Terz’ordine francescano aveva perso la freschezza originale, il Marcheselli propone alle sue figlie spirituali l’altissimo ideale della santità, cioè la partecipazione piena alla vita di Dio, la piena conformità a Lui nella carità: un ritorno non solo alle origini del francescanesimo, ma alle origini stesse della Chiesa primitiva.

Oggi, in continuità con il fervore delle origini, ci impegniamo a compiere ogni tipo di servizio nella carità, nello stile della “minorità”, della semplicità e letizia francescana. Ci occupiamo di accoglienza, di sostegno alle famiglie bisognose, di malati, di lebbrosi, di disabili, di anziani, dell’educazione dei bambini; ma siamo attive anche nella pastorale ecclesiale e giovanile, con inserimenti semplici tra la gente, soprattutto tra i più poveri, sostenendo la donna nei luoghi della emarginazione sociale. Sostenute dal magistero di Papa Francesco, ci sentiamo ancor più spronate ad andare verso le “periferie del mondo”. Ci dedichiamo a tutto questo col desiderio di incarnare oggi, nelle varie Chiese locali e nelle varie culture in cui ci troviamo a operare, l’essenziale del Vangelo, cioè la sequela di Cristo povero e crocifisso. I primi 200 anni di vita dell’istituto si sono svolti in Assisi a servizio della basilica di San Francesco e di alcune opere caritative e sociali cittadine.

AssisiNel 1902 vi fu la svolta missionaria. L’istituto ha incominciato a diffondersi dapprima in alcune regioni d’Italia e poi in molte nazioni del mondo. Attualmente siamo 556 religiose, di cui 130 italiane, distribuite in 92 comunità sparse nei vari Continenti. Siamo presenti in quasi tutto il mondo. In Europa: Italia, Romania, Croazia, Russia, Germania, Repubblica di Moldova. In Asia: Giappone, Corea del Sud, Vietnam, Filippine, Cina, Indonesia. Nelle Americhe: Brasile, Usa, Messico, Argentina, Cuba. In Africa: Zambia, Kenya, Malawi. Alla sequela di Gesù viviamo l’amore fraterno, la misericordia, l’umiltà, la povertà, l’accoglienza, la gioia, la pace, la fiducia nella Provvidenza, la preghiera di lode e di ringraziamento. In particolare l’“assisanità”, il servizio ai poveri e ai bisognosi nelle periferie del mondo, la disponibilità alla missione ad gentes, l’amore e la fedeltà alla Chiesa (vedi le nostre Costituzioni, 4,1).

L’assisanità è per noi un valore da vivere: perché Assisi, la tomba di san Francesco e la sua basilica sono i luoghi che hanno ispirato i nostri fondatori. Accanto alla basilica infatti siamo nate, e per duecento anni ci siamo nutrite della spiritualità di tale sacro luogo. Qui le nostre origini: luogo della memoria e sorgente viva del nostro carisma. Di questa città portiamo il nome, che diffondiamo nel mondo. Qui ci incontriamo, provenienti da varie culture e da vari Paesi, per rafforzarci nello spirito e crescere nella “fraternità universale” voluta da san Francesco. Svolgiamo tale missione in collaborazione con i frati minori Conventuali sia in Assisi, in particolare nella basilica di San Francesco e per la pastorale con i giovani, sia nel resto del mondo. In seno alla Chiesa universale, ci sentiamo espressione della Chiesa di Assisi. In essa siamo state generate come congregazione, e in essa continuiamo a offrire il nostro servizio. Nelle parrocchie, nelle comunità Maria – Famiglie del Vangelo, al Sinodo diocesano e all’Oratorio dei pellegrini, mediante l’adorazione eucaristica quotidiana, offriamo la nostra preghiera e un luogo di ristoro spirituale per quanti ogni giorno transitano per le vie della città. Ad Assisi abbiamo anche il Segretariato per le missioni, che collabora con la Caritas diocesana. Diamo infine accoglienza ai pellegrini in foresteria.

Nella nostra casa di preghiera “Eremo della Trinità”, nella campagna di Assisi, offriamo accoglienza per esercizi e ritiri spirituali. E per ricordarci sempre le nostre radici, ad Assisi abbiamo la nostra casa madre e la Curia generale, dove vivono numerose religiose provenienti dai vari Continenti. Da sette anni, superiora generale dell’istituto è madre Juliana Malama, proveniente dallo Zambia (Africa).

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30 anni di adorazione eucaristica a Perugia https://www.lavoce.it/30-anni-di-adorazione-eucaristica-a-perugia/ Thu, 02 Oct 2014 13:36:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28243 madonna_luce
Foto Andrea Coli

02/10/2014 – Sono passati trent’anni da quell’ottobre 1984 in cui, per la prima volta nella chiesina della Madonna della Luce, il celebre predicatore padre Raniero Cantalamessa celebrò la messa per dare ufficialmente il via all’adorazione eucaristica perpetua. Siamo a Perugia, al fondo di via dei Priori; la chiesa della Madonna della Luce era rimasta a lungo in disuso, ma è stata restaurata in seguito a un’ispirazione improvvisa che aveva illuminato la Comunità Magnificat, nata nel 1978.

“Sentimmo con forza – ricorda una delle dirette interessate, Wanda Rossi – le parole di Gesù alla samaritana: ‘Se tu conoscessi il dono di Dio!’. Confidammo l’idea dell’adorazione perpetua al vescovo mons. Pagani, e lui ne fu subito entusiasta”. Del resto, Wanda aveva già ‘nel sangue’ il profondo valore dell’adorazione silenziosa, avendolo assimilato a Spello nella comunità di fratel Carlo Carretto.

“Questi trent’anni – aggiunge – non sono un traguardo, sono un punto di partenza che spinge sempre avanti, a oltranza”. La Comunità Magnificat e la diocesi, in collaborazione con il Cammino neocatecumenale, intendono festeggiare questa prima tappa con una serie di momenti di preghiera e di riflessione.

Per la verità – precisa ancora Wanda, con un po’ di rammarico – non si tratta di adorazione “perpetua” in senso stretto, senza interruzione, ma di adorazione “quotidiana”, per esigenze concrete. Attualmente viene portata avanti dalle ore 9 alle 18, tutti i giorni, domenica esclusa. All’inizio, a seguire i turni di adorazione erano quasi esclusivamente alcune consacrate della Comunità Magnificat; adesso, con il loro trasferimento in zona Ferro di Cavallo presso la chiesa di San Manno, sono subentrati altri fedeli per raccogliersi in preghiera di fronte al Santissimo. Ma in questo modo, anche a San Manno (altra chiesa che era caduta in totale abbandono, poi salvata) ha avuto il via l’adorazione continuata, dalle 8 del mattino del lunedì alla mezzanotte del venerdì. Si è cominciato proprio dalla solennità del Corpus Domini di quest’anno.

“L’adorazione – ribadisce Wanda – non è un rimanere statici, appagati di ciò che si ha. Dall’eucaristia scaturisce la necessità della missione. In questi anni ci sono state varie persone che, attratte da quanto vedevano a Madonna della Luce, ci hanno accostate per parlare di Dio. È un modo per avvicinare i ‘lontani’, oltre a un servizio reso alla diocesi e alla città, per dire a tutti: Gesù ci aspetta, ci desidera. Lasciamoci trasformare da Lui!”.

Gli incontri

Sempre nella chiesa di Santa Teresa degli Scalzi (al fondo di via dei Priori), ore 21

Venerdì 10 ottobre – card. Gualtiero Bassetti, “Dall’adorazione all’azione: la Chiesa in uscita”

Giovedì 30 ottobre – mons. Paolo Giulietti, “L’eucaristia nel cuore della città”

Venerdì 7 novembre – padre Mauro Angelini, ofm, “Mani innalzate per il mondo: la forza dell’intercessione”. A seguire, dalle ore 22 fino alle ore 8 di sabato 8 novembre, adorazione eucaristica ininterrotta nella vicina chiesa della Madonna della Luce

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È in corso ad Assisi il 2° Happening nazionale degli oratori https://www.lavoce.it/e-in-corso-ad-assisi-il-2-happening-nazionale-degli-oratori/ Thu, 04 Sep 2014 13:48:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27852 happening-OratoriCirca 1.500 giovani degli oratori di tutta Italia si sono dati appuntamento da giovedì 4 a domenica 7 settembre ad Assisi per l’H2O, il 2° Happening degli oratori. Insieme a loro ci sono anche gli animatori da oltre 65 diocesi di 15 regioni d’Italia. Tema dell’evento, organizzato dal Forum degli oratori italiani (Foi), è “LabOratori di comunità”: il programma prevede incontri, gemellaggi, workshop e momenti di festa. Dopo una prima edizione nelle diocesi di Bergamo e Brescia nel 2012, e un incontro per i responsabili a Loreto nel 2013, l’evento di Assisi prevede momenti di scambio, di formazione e di programmazione di iniziative future. Parteciperanno oltre 40 realtà associative che in Italia si occupano a tempo pieno della pastorale oratoriana insieme ai rappresentanti degli uffici della Pastorale giovanile, a cominciare da quello nazionale presso la Cei.

Il card. Gualtiero Bassetti, in occasione della recente presentazione ai Vescovi umbri dell’evento “H2O”, ha parlato di una “nuova primavera” degli oratori, evidenziando quanto da lui rilevato nella visita pastorale alle comunità parrocchiali della sua diocesi: “Ho notato, nelle parrocchie dove ha preso corpo l’attività oratoriale, una maggiore vivacità per l’intera comunità. Oggi l’oratorio è un centro vivo attorno al quale ruotano le attività più importanti di ogni comunità che si rivolge a fanciulli e ragazzi: dalla catechesi all’animazione ricreativa fino a quelle culturali, caritative e missionarie, che sono espressione dell’intera comunità cristiana. L’oratorio ha una sua centralità ed è punto di riferimento per tutti anche a livello sociale. Constato con gioia – ha concluso Bassetti – nella nostra regione lo sviluppo e l’incremento delle attività oratoriali”.

Giovedì 4 settembre gli intervenuti si sono incontrati prima al PalaEventi di Santa Maria degli Angeli e poi a Bastia Umbra. Venerdì 5 i gruppi potranno sperimentare “occasioni di comunità” raggiungendo le 7 diocesi umbre in cui vengono ospitati e dove potranno vivere un’esperienza di condivisione e comunione, coordinati e guidati dai seminaristi del Seminario regionale umbro. Rientrati ad Assisi, a partire dal primo pomeriggio animatori e operatori di oratorio vivranno una sorta di itinerario di esperienze, denominato “Navigatore di comunità”, organizzato e condotto dal Forum oratori italiani, percorrendo le vie della città di Francesco.

Nel percorso è infatti inserita anche la visita guidata della basilica, coordinata e organizzata dal Corso di perfezionamento in progettazione, coordinamento e gestione d’oratorio dell’Università di Perugia. La giornata si concluderà con una fiaccolata a partire dall’abbazia di San Pietro fino alla basilica Superiore di Assisi dove i giovani parteciperanno alla messa, presieduta dal card. Bassetti. Sabato 6 l’Happening vivrà il suo momento assembleare presso il teatro Lyrick: dopo i saluti istituzionali, interverrà il sindaco Claudio Ricci, i partecipanti ascolteranno gli interventi di suor Sara Donata delle Clarisse di Sant’Agnese e di Marco Moschini dell’Università di Perugia. Padre Charly Olivero, missionario argentino, che opera presso la fondazione dell’“Hogar de Cristo”, porterà la sua testimonianza di sacerdote presso questo centro per giovani tossicodipendenti inaugurato nel marzo 2008 da Papa Francesco.

È previsto anche un intervento del card. Bassetti (ore 11.30) che di seguito incontrerà la stampa insieme agli organizzatori. Il pomeriggio sarà dedicato a una serie di workshop per approfondire l’esperienza vissuta per le strade di Assisi. In serata, a partire dalle 21, l’H2O si concentrerà sul tema “Linguaggi di comunità” attraverso lo spettacolo teatrale Chiara di Dio al teatro Lyrick a cura della compagnia teatrale di Carlo Tedeschi. A conclusione gli animatori vivranno un intenso momento di preghiera nel corso dell’adorazione eucaristica presieduta da mons. Domenico Sorrentino.

Domenica 7 verrà presentata la sintesi finale dell’evento sul tema “Talenti di comunità” con la partecipazione di mons. Paolo Giulietti, neo-vescovo titolare di Termine Imerese e ausiliare di Perugia – Città della Pieve, insieme a don Michele Falabretti, responsabile del Servizio di pastorale giovanile della Cei e a don Marco Mori, presidente del Foi. A conclusione la solenne celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria degli Angeli presieduta da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto – Norcia e delegato per la pastorale giovanile.

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Pubblicato il testo base del prossimo Sinodo sulla famiglia https://www.lavoce.it/pubblicato-il-testo-base-del-prossimo-sinodo-sulla-famiglia/ Fri, 04 Jul 2014 13:31:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25943 Instrumentum-laboris-bnUna panoramica a 360 gradi sulla famiglia, senza reticenze o ipocrisie, nel momento in cui “si trova in un momento molto difficile”. Alle prese con fenomeni come l’aumento delle convivenze e delle “unioni di fatto” non riconosciute da nessun vincolo né civile né religioso, con questioni delicate come quelle che riguardano i separati, i divorziati risposati o le unioni tra persone dello stesso sesso. Senza contare le varie forme di violenza e di abuso – tra tutti il femminicidio e la pedofilia – e gli scandali sessuali, “contro-testimonianza” all’interno stesso della Chiesa.

Sfogliando le pagine dell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, un dato emerge su tutti: l’atteggiamento scelto dalla comunità ecclesiale, che vuole declinare una parola-chiave del pontificato di Francesco, “misericordia”, adottando uno stile e indicando un obiettivo preciso: “accompagnare” le famiglie “come sono nella realtà”, con le loro “storie e sofferenze complesse, che necessitano di uno sguardo compassionevole e comprensivo”. “Urge permettere alle persone ferite di guarire e di riconciliarsi”, ha detto il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando in sala stampa vaticana il nuovo documento. Si tratta, ha detto, di “proporre, non imporre; accompagnare non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere”.

Le prossime tappe

L’Instrumentum laboris raccoglie le testimonianze e i suggerimenti inviati dalle Chiese particolari, in risposta al questionario del documento preparatorio, reso pubblico nel novembre scorso. Il testo è strutturato in tre parti: la prima è dedicata al “Vangelo della famiglia”, la seconda passa in rassegna le “situazioni difficili” e la terza è dedicata all’apertura alla vita e alla responsabilità educativa dei genitori.

Le tappe successive del cammino, iniziato con il Concistoro del febbraio scorso, saranno l’Assemblea generale straordinaria di ottobre e quella ordinaria che si terrà nel 2015, il cui tema – ha annunciato il card. Baldisseri – sarà “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il 28 settembre è in programma una giornata di preghiera per il Sinodo, e l’adorazione eucaristica quotidiana, durante i lavori sinodali, nella cappella della Salus Populi Romani della basilica di Santa Maria Maggiore.

La questione gender

Oggi la gender theory mette in discussione, rendendola “incomprensibile”, la “legge morale naturale”. Altro fenomeno minaccioso e incombente, si legge nel testo, è la “privatizzazione” della famiglia. La Chiesa è chiamata a prendersi cura delle famiglie che “vivono in situazioni di crisi e di stress”, accompagnandole “durante tutto il ciclo della vita”. A cominciare dalle parrocchie.

I media hanno un “impatto negativo” sulla famiglia, anzi sono degli “anti-modelli” che “trasmettono valori errati e fuorvianti”.

Tra le pressioni esterne che minacciano la famiglia, l’Instrumentum laboris segnala anche “l’impatto dell’attività lavorativa sugli equilibri familiari”, minacciati da orari spesso troppo lunghi, che si estendono anche alla domenica, e dalla “precarietà lavorativa”. L’antidoto sarebbero “giusti salari”, una politica fiscale a favore della famiglia e più aiuti per le famiglie e i figli.

Contro-testimonianze

Gli “scandali sessuali all’interno della Chiesa”, la pedofilia in particolare, ma anche in generale “un’esperienza negativa con il clero o con alcune persone” sono “contro-testimonianze” nella Chiesa. A questo, denuncia il testo, “si aggiunge lo stile di vita a volte vistosamente agiato dei presbiteri, così come l’incoerenza tra il loro insegnamento e la condotta di vita”.

Tra le contro-testimonianze rientra anche “la percezione del rifiuto nei confronti di persone separate, divorziate o genitori single da parte di alcune comunità parrocchiali, così come il comportamento intransigente e poco sensibile di presbiteri o, più in generale, l’atteggiamento della Chiesa, percepito in molti casi come escludente, e non come quello di una Chiesa che accompagna e sostiene”.

Gay e divorziati risposati

Sono sempre di più le coppie che convivono ad experimentum, cioè “senza alcun matrimonio né canonico né civile e senza alcuna registrazione”. La questione dei divorziati risposati è un’altra realtà di cui “prendersi cura”, insieme a quella delle ragazze madri che “si prendono cura da sole dei figli” e hanno alle spalle “storie molto sofferte, non di rado di abbandono”.

“Tutte le Conferenze episcopali – si legge nell’Instrumentum laboris a proposito delle unioni tra persone dello stesso sesso – si sono espresse contro una ‘ridefinizione’ del matrimonio tra uomo e donna attraverso l’introduzione di una legislazione che permette l’unione tra due persone dello stesso sesso”.

Le risposte al questionario, inoltre, si pronunciano “contro una legislazione che permetta l’adozione a bambini di persone in unione dello stesso sesso”. Ma se queste persone chiedono il battesimo per il bambino, quest’ultimo deve essere accolto con “la stessa cura, tenerezza e sollecitudine che si ha nei confronti degli altri minori”.

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Proseguono a Orvieto gli eventi “La città del Corpus Domini” https://www.lavoce.it/proseguono-a-orvieto-gli-eventi-la-citta-del-corpus-domini/ Fri, 20 Jun 2014 12:28:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25660 PietreVive34ANonostante la pioggia, sabato scorso l’evento “La Città del Corpus Domini” si è svolto a Orvieto presentando al pubblico una entusiasmante Partita a scacchi a personaggi viventi, vinta dalla città di Marostica.

Sconfitti lo scorso anno, i “bianchi” della cittadina veneta si sono così presi la rivincita aggiudicandosi, con lo scacco matto a Orvieto, la seconda edizione della partita giocata in piazza Duomo dalle rappresentanze dei Cortei storici di Orvieto e di Marostica, abilmente condotta dal brillante “giullar cortese” Gianluca Foresi.

Applausi, in serata, anche per il dramma sacro Miracolo de lo sacro Corporale – con, tra gli altri, Paola Gassman, Luigi Diberti, Renato Campese, Alessandro Federico, Massimiliano Franciosa, Massimiliano Iacolucci, per la regia di Maurizio Panici – andato in scena sul palco del teatro Mancinelli anziché sul sagrato del duomo, dopo le cene medievali in sette ristoranti del centro storico.

Ma per gli appuntamenti in calendario non finisce qui. Nell’ambito dell’evento, continua infatti fino al 30 giugno, nella chiesa di San Giacomo in piazza Duomo, la suggestiva mostra fotografica di Gianni Giansanti su Papa Giovanni Paolo II, “Karol, il Papa cha ha cambiato la storia”.

Riprendono poi nei sotterranei del duomo di Orvieto dal 19 al 22 giugno (ore 21 e 22.15) le recite dello spettacolo teatrale Pietre vive, interpretato da Renato Campese (nel ruolo di Bonaventura da Bagnoregio) e Andrea Brugnera (in quello di Tommaso d’Aquino), diretti da Maurizio Panici.

Il ciclo di docufilm sulla spiritualità si chiude invece all’auditorium Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto sabato 21 giugno alle ore 15.30 con la proiezione di Tessere di pace in Medioriente; interviene il prof. Silvio Manglaviti. Ingresso libero.

Ricordiamo che “La città del Corpus Domini” è un evento organizzato da Artè teatro stabile d’innovazione e Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto in collaborazione con ministero per i Beni e le attività culturali, Regione dell’Umbria, Comune di Orvieto, Camera di commercio di Terni, Opera del duomo di Orvieto, diocesi di Orvieto-Todi, Opera romana pellegrinaggi, Cassa di risparmio di Orvieto – gruppo Banca popolare di Bari, Engineering, Astro.

Ulteriori informazioni su www.teatromancinelli.com e www.arteteatro.it.

 

Programma per il Corpus Domini

Giovedì 19 giugno, memoria dell’istituzione dei Corpus Domini, alle ore 18 il Vescovo ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica e la processione con il Ss. Sacramento.

Venerdì 20 giugno, giornata penitenziale. Gli abitanti di Orvieto, con un voto del 1657, sono invitati al digiuno e all’astinenza. Dalle ore 9 alle 11, messa e adorazione eucaristica, presieduta dal parroco di S. Maria della Stella. Ore 15 – 17 adorazione e vespri. Alle ore 21 in piazza S. Andrea, concerto di musica medievale.

Sabato 21 giugno, ore 17.30 celebrazione dei primi vespri, partecipa l’associazione Lea Pacini del corteo storico e il corteo delle Dame. Ore 21.45 in piazza Duomo, Staffetta dei quartieri; arrivo della staffetta Praga – Bolsena – Orvieto.

Domenica 22 giugno, ore 5.45 accoglienza, alla Porta santa, dei partecipanti alla Marcia della Fede da Bolsena a Orvieto. Ore 6 ostensione del Corporale e celebrazione della messa presieduta dal mons. Benedetto Tuzia. Ore 9 celebrazione eucaristica presieduta dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Ore 10.30 storica processione del Corpus Domini. Al termine, benedizione eucaristica in piazza Duomo. Alle ore 18, messa e riposizione del Corporale. Alle ore 19 in piazza Duomo concerto della banda dei carabinieri, con il patrocinio dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

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Il grande incontro con il Papa allo stadio Olimpico https://www.lavoce.it/il-grande-incontro-con-il-papa-allo-stadio-olimpico/ Fri, 06 Jun 2014 12:26:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25331 Nel fermo immagine della diretta del Centro televisivo vaticano (il video dell’incontro si può rivedere sul sito www.vatican.va) il gesto del Papa che si inginocchia per ricevere la preghiera delle migliaia di partecipanti, e che si conclude con la preghiera ‘in lingue’ tipica dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito
Nel fermo immagine della diretta del Centro televisivo vaticano (il video dell’incontro si può rivedere sul sito www.vatican.va) il gesto del Papa che si inginocchia per ricevere la preghiera delle migliaia di partecipanti, e che si conclude con la preghiera ‘in lingue’ tipica dei gruppi del Rinnovamento nello Spirito

Erano in 52.000 allo Stadio olimpico, per una convocazione internazionale del Rinnovamento nello Spirito che ha avuto tutti gli ingredienti per diventare storica. Delle decine di migliaia di persone presenti, oltre 5.000 provenivano da altri 60 Paesi del mondo.

Inoltre, per la prima volta, una convocazione del Rns si è tenuta all’Olimpico, con un’organizzazione che ha coinvolto, oltre all’associazione guidata dal presidente Salvatore Martinez, anche gli International Catholic Charismatic Renewal Services (la principale struttura di coordinamento e di servizio del Rinnovamento carismatico cattolico mondiale, presieduta dall’inglese Michelle Moran) e la Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships (l’organismo internazionale che raggruppa numerose comunità carismatiche locali, il cui presidente è il brasiliano Gilberto Gomes Barbosa).

Ma il motivo per cui questa convocazione si fisserà nella storia del movimento è stato senza dubbio la presenza di Papa Francesco che ha creato “un evento nell’evento”.

La giornata di domenica 1° giugno è iniziata con la relazione del card. Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano, l’esortazione e la preghiera di intercessione guidata dalla statunitense Patti Gallagher Mansfield – tra le prime testimoni della nascita di questa “corrente di grazia” – e, dopo il pranzo, la relazione di padre Raniero Cantalamessa, grande amico del Rinnovamento. La celebrazione eucaristica, presieduta dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, ha preceduto l’incontro con il Papa.

Il giorno dopo è stata la volta delle esortazioni di Ralph Martin, altro statunitense testimone degli inizi della realtà carismatica, e dei due presidenti degli organismi internazionali, Michelle Moran e Gilberto Gomes. Il pomeriggio, Salvatore Martinez ha avuto il compito di riepilogare tutto l’evento e di esortare in qualche modo a “uscire”, con slancio missionario, spinti dallo Spirito che “ci invia, ti invia, a partire dalla tua casa, dal tuo posto di lavoro, dal tuo gruppo”.

La celebrazione eucaristica presieduta dal card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha concluso l’evento, non prima di un momento di adorazione eucaristica animato e guidato dall’irlandese suor Briege McKenna.

Tutta la convocazione è stata una grande festa, dove la musica e i colori, i gesti e le coreografie (anche un flash mob ideato per l’occasione) hanno avuto un posto-chiave per fare unità, nella diversità di lingue e provenienze geografiche.

 

“Grazie, mi sono sentito a casa!”

Novanta minuti di presenza, di gesti, di ascolto, di parola, che hanno dato un tono tutto particolare alla convocazione del Rns allo stadio Olimpico del 1° e 2 giugno. Papa Francesco ha raggiunto il palco al centro del parterre salutato dalle centinaia di persone sistemate sulle curve nord e sud, sulla tribuna e sul prato, acclamato dai canti del coro e di tutta l’assemblea. Un canto a sorpresa è stato il primo dono che si è voluto fare al Papa: Vive Jesús, el Señor! “Sicuramente qualcuno ha fatto sapere agli organizzatori che a me piace tanto questo canto”, ha detto Bergoglio. E ha raccontato di quando celebrava la messa con i gruppi del Rinnovamento carismatico a Buenos Aires, quando “cantavamo questo canto con tanta gioia e con tanta forza, come voi l’avete suonato oggi”. E qui ha esclamato: “Grazie! Mi sono sentito a casa!”. I bei ricordi, però, non hanno impedito al Papa di mettere in guardia il movimento dai pericoli che possono trovarsi sulla strada, come “il pericolo dell’eccessiva organizzazione. Sì, avete bisogno di organizzazione, ma non perdete la grazia di lasciare a Dio di essere Dio!… Non c’è maggior libertà – ha detto, citando la Evangelii gaudium – che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto”. E ancora, ha messo in guardia dal pericolo di essere “controllori” della grazia di Dio. “Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non controllori! Non fate da dogana allo Spirito santo!… Nessuno nel Rinnovamento può pensare di essere più importante o più grande dell’altro, perché quando qualcuno di voi si crede più importante dell’altro o più grande dell’altro, incomincia la peste!”. Ciò che lui si aspetta dal Rinnovamento, ha detto ancora il Pontefice, è “che condividiate con tutti, nella Chiesa, la grazia del battesimo nello Spirito santo”, e “un’evangelizzazione con la Parola di Dio che annuncia che Gesù è vivo e ama tutti gli uomini”, “una testimonianza di ecumenismo spirituale con tutti quei fratelli e sorelle di altre Chiese e comunità cristiane che credono in Gesù come Signore e Salvatore”, “che rimaniate uniti nell’amore che il Signore Gesù chiede a noi per tutti gli uomini, e nella preghiera allo Spirito santo per arrivare a questa unità, necessaria per l’evangelizzazione nel nome di Gesù”; e infine, “avvicinatevi ai poveri, ai bisognosi, per toccare nella loro carne la carne ferita di Gesù”.

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Accolti tra le braccia di Gesù: “24 ore per il Signore” a Terni https://www.lavoce.it/accolti-tra-le-braccia-di-gesu/ Thu, 03 Apr 2014 14:54:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24098 In preghiera durante le “24 ore per il Signore” nella chiesa di San Pietro a Terni
In preghiera durante le “24 ore per il Signore” nella chiesa di San Pietro a Terni

In un clima di preghiera e raccoglimento, molte sono state le persone che nella chiesa di San Pietro a Terni hanno aderito all’iniziativa “24 ore per il Signore” voluta da Papa Francesco. In tanti si sono accostati al sacramento della penitenza, in un contesto di adorazione eucaristica, incontrando il Signore e facendo esperienza della Sua misericordia mediante la confessione individuale.

“Ho raccolto in questi giorni – racconta don Enzo Greco, coordinatore dell’iniziativa – la testimonianza di un giovane che, venuto a confessarsi, dice: ‘È da anni che non mi confesso più, ma oggi sono venuto qui perché, convinto dall’esempio e dalla predicazione di Papa Francesco sulla misericordia, ho vinto la resistenza e anche un po’di vergogna’. Questa bellissima iniziativa, rivolta alla Chiesa intera, ha l’intento di poter creare una felice tradizione, che annualmente troverà riscontro nella IV domenica di Quaresima, la ‘domenica della gioia’, come il Santo Padre esorta a fare negli anni futuri”.

Un’iniziativa che ha visto centinaia di fedeli partecipare alle celebrazioni in programma nei due giorni in cui la chiesa di San Pietro è rimasta ininterrottamente aperta, dalla catechesi sulla misericordia e sul sacramento della confessione tenute da don Francesco Vaccarini e da don Enzo Greco, alla veglia di preghiera e all’adorazione eucaristica, ma soprattutto alle confessioni, con una decina di sacerdoti che si sono alternati nei due giorni.

Molti i fedeli che hanno partecipato alla veglia di preghiera nella serata del venerdì: “Oggi – ha detto don Enzo nella meditazione – la salvezza è entrata in questa casa per ciascuno di noi, e questa sera ci è data l’opportunità di accogliere Gesù. Gesù trasforma i nostri cuori di pietra in cuori capaci di amare. Tutti siamo peccatori, ma Gesù ci apre le braccia per accoglierci e donarci la sua misericordia nella confessione, alla quale accostarsi vincendo le resistenze e i dubbi, ma cercando solo di affidarsi ancora di più a Gesù”.

Una proposta rivolta alla città intera che auspichiamo diventi un appuntamento annuale con la misericordia. “L’umanità – dice Papa Francesco – ha bisogno di giustizia, di riconciliazione, di pace. Dio nel sacramento della riconciliazione ci dona la forza di ricominciare. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito santo, che ci ricolma del lavacro di misericordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore spalancato del Cristo crocifisso e risorto”.

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La “pereginatio” del Crocifisso e di Madre Speranza in diocesi di Orvieto: una boccata di ossigeno spirituale https://www.lavoce.it/la-pereginatio-del-crocifisso-e-di-madre-speranza-in-diocesi-di-orvieto-una-boccata-di-ossigeno-spirituale/ Fri, 21 Mar 2014 12:41:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23781 Un momento di preghiera a Casteltodino
Un momento di preghiera a Casteltodino

Liturgia delle ore, adorazione eucaristica, confessioni, coroncina della Divina Misericordia, messa: questo il programma di ogni giornata nella Vicaria di San Callisto (parrocchie di Acquasparta, Casigliano – Rosaro, Avigliano, Castel dell’Aquila, Dunarobba – Sismano, Montecastrilli – Farnetta, Casteltodino – Collesecco, Quadrelli), in occasione della peregrinatio delle immagini del Crocifisso dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza, che, iniziata sabato 15, si conclude oggi, 21 marzo.

Giornate intense, che i parroci della zona – don Antonio Cardarelli, don Alessandro Fortunati, don Piero Grassi e don Lekë Marku – stanno vivendo insieme, spostandosi via via nelle diverse parrocchie raggiunte dalla visita, così come i fedeli, invitati a prendere parte alle varie celebrazioni in programma, proprio per esprimere l’unità della Chiesa attorno a Cristo-Amore Misericordioso e dare un segno di vicinanza e di collaborazione a tutte le comunità del territorio.

Importante la presenza, in occasione dell’apertura e anche in altri momenti, delle Ancelle e dei Figli dell’Amore Misericordioso, che hanno consegnato le immagini, animato alcuni momenti di preghiera, presentato la vita, le opere e il carisma di Madre Speranza, grazie ad un video e a significative testimonianze offerteci, anche da parte di chi non l’ha conosciuta direttamente ma, magari, attraverso i racconti, le parole e i gesti di religiosi e religiose più anziani che a loro volta hanno potuto vivere accanto a lei. E sul suo esempio, tutti siamo stati invitati a fissare gli occhi su Gesù Crocifisso, ad accogliere l’amore e la misericordia di Dio e riversarli poi, con la preghiera, con parole ed azioni concrete, in ogni nostro fratello.

Anche nella Vicaria delle Beate Angelina e Vanna (parrocchie di Ficulle, Montegabbione – Montegiove, Fabro – Colonnetta, Fabro Scalo – Carnaiola, Parrano – Cantone), le immagini di Madre Speranza e del Crocifisso sono state accolte sabato 15. Molti i fedeli intervenuti, tra cui un bel gruppo di bambini, e per tutti l’evento ha suscitato particolare interesse e curiosità. Alcuni presenti si ricordavano di aver fatto, proprio al santuario di Collevalenza, i ritiri spirituali di prima comunione, cresima o di preparazione al matrimonio.

È stata una boccata d’ossigeno per l’intera comunità, un annuncio forte, soprattutto nel nostro tempo in cui molte persone sono immerse in una vita frenetica, incentrate su loro stesse e che raramente si fermano a riflettere e pregare. Non sono mancate lacrime in coloro che, sentendo parlare di amore e di misericordia di Dio, sono stati toccati nel cuore in quel momento di grazia.

Sarebbe bello poter essere portatori di pace, di amore, di misericordia fin da piccoli insieme alla famiglia, guardando l’esempio eroico di Madre Speranza, la quale ci ricorda che anche “l’uomo più perverso e più miserabile e perfino il più abbandonato e trascurato è amato da Dio con immensa tenerezza”.

La conoscenza dell’Amore Misericordioso e di Madre Speranza continua in settimana nelle varie parrocchie della Vicaria con altri incontri, per arrivare alla beatificazione preparati spiritualmente.

Inoltre, alla Colonnetta, a Fabro, c’è una piccola chiesa dedicata a Maria Mediatrice ove saranno stabilmente collocati l’icona di Madre Speranza e il Crocifisso. Quanti vorranno attingere misericordia e speranza potranno, quindi, così come ha fatto lei, sostare davanti al meraviglioso Crocifisso, il quale rigenera ogni persona, ogni comunità, ogni malato o anziano a una vita nuova che viene dalla gioia e dalla misericordia del Vangelo.

Le prossime Vicarie ad essere visitate, sempre in contemporanea, a partire sabato 22 marzo, sono: S. Venanzio (parrocchie di Collelungo di S. Venanzo, Morrano, Ospedaletto, Ripalvella, Rotecastello, S. Faustino, S. Venanzo, S. Vito in Monte) e S. Cassiano (parrocchie di Baschi, Civitella del Lago, Montecchio, Tenaglie, Acqualoreto, Collelungo di Baschi, Melezzole, S. Restituta).

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