di Tonio Dell’Olio*
Sono 69 gli Stati che finora hanno firmato il trattato per la definitiva messa al bando delle armi nucleari, e 19 quelli che l’hanno ratificato, ovvero introdotto nella legislazione delle proprie nazioni. Il trattato sarà pienamente operativo quando le ratifiche raggiungeranno il numero di 50.
Nei giorni scorsi tra Perugia e Assisi si è dibattuto molto sulla necessità che anche l’Italia si decida a firmare, ed è stata presentata la campagna “Italia, ripensaci”. Non sappiamo con precisione quante testate nucleari si nascondano nelle basi Usa tra Ghedi (Bs), Aviano (Pn) e altre che sono coperte da segreto militare, ma sicuramente questo fa di noi un territorio ancora più a rischio.
La comunità internazionale ha riconosciuto ampiamente l’importanza vitale della distruzione degli arsenali nucleari esistenti e della proibizione di produrre altri ordigni di questo tipo. Ce lo ricordano tragicamente gli hibakusha, gli ultimi sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
Ce lo ricorda con tutta evidenza la riflessione della teologia morale che, prima ancora che l’impiego di tali armi, ne condanna l’investimento economico, che sottrae risorse allo sviluppo, nonché la mentalità di sfiducia nelle sorti del mondo che si costruisce prevedendo un futuro di guerra invece che lavorare per dare vita al nostro pianeta e a tutti gli esseri viventi che lo abitano.
*presidente della Pro Civitate Christiana – Assisi