Le sfilate di babbinatale e le misurazioni dei consumi natalizi, hanno fatto crescere la sete dell’anima per un Natale più autentico. C’è bisogno di risvegliare il senso e il calore della nascita del bambino di Betlemme come capofila di un Natale che venga celebrato quale solidarietà verso tutte le popolazioni sferzate dai nuovi Erode.
La festa cristiana deve portarci a riconoscere la condizione dell’infanzia tradita in troppe aree del mondo calpestate dai conflitti armati e dal mancato riconoscimento dei diritti umani. Diritti che sono la traduzione laica della dignità impressa dal Creatore nel profondo di ogni sua creatura.
È tempo di ritrovare l’incanto dei pastori verso il vagito della vita. Per queste ragioni la Pro Civitate Christiana propone una provocazione che si può visitare e meditare presso Palazzo Franchi in Assisi. Una mangiatoia vuota come la volle Francesco a Greccio. “Ucraina, Gaza, Israele, Yemen, Sud Sudan… – si legge sul pannello sopra la mangiatoia – Uno strappo dal grembo. Molto meno dell’assenza che avverti in una mangiatoia natalizia. Attenderlo o andargli incontro”.