Nel tempo dedicato a S. Valentino, patrono dell’amore e degli innamorati, festeggiato con la sincerità di molti e il guadagno di altri, sono state riportate vicende tragiche, che tutti conosciamo, un ragazzo che uccide l’amica del cuore, il figlio che uccide il padre e fa un rudimentale rito di cremazione al cadavere, un padre che uccide con una fucilata il figlio, due coniugi che muoiono per omicidio suicidio, un giovane che uccide un amico. Tanti sono i commenti e le reazioni. E’ giusto che se ne parli. Non che serva per impedire che accadano ancora episodi del genere (nessuno si illuda; in questi giorni, nelle letture della liturgia, si leggeva la storia di Caino e Abele che forse molti giovani non la conoscono neppure), ma perché si riesca ad operare in maniera più incisiva in campo educativo e perché una società superficiale e distratta possa trarre qualche utile riflessione e venga scossa la pigrizia di coloro che si sottraggono alle loro responsabilità educative. Queste tragedie si sono maturate nel quotidiano e sono esplose con la violenza propria di eventi straordinari. Incredulità, disperazione, stupore, invettiva. Si chiama in causa anche Dio: dov’era in quel momento? Nessuno può comprendere e soffrire di tale inquietante domanda, che sembra una bestemmia oppure è un’invocazione, come quelle persone che nella Chiesa vivono a contatto diretto con migliaia di giovani e conoscono i loro problemi, i drammi che attraversano, le lusinghe e i falsi messaggi cui sono sottoposti, il disagio nel rapportarsi con gli altri, in modo particolare con i loro genitori.In genere è proprio nell’ambito del privato, della vita all’interno della famiglia e del gruppo dei coetanei che maturano, giorno dopo giorno, tensioni e sofferenze che talvolta esplodono in forme distruttive. E’ lì che si devono sciogliere le tensioni, devono essere costruite le difese da una società che ha rinunciato, come ha notato don Rigoldi, a pronunciare parole come amore, pazienza, sincerità, perdono, autocontrollo, fatica, solidarietà, onestà, comprensione, disciplina, riflessione, preghiera, consiglio, fiducia. Parole cancellate nel linguaggio ordinario. Il mito della trasgressione, l’accesa curiosità verso l’esoterismo, l’esibizione dell’orrido, l’enfatica esaltazione del negativo sotto tutte le sue molteplici forme, non costituiscono il clima giusto per la normale crescita umana degli adolescenti e dei giovani. Dio abita ovunque lo si lascia entrare, nel privato mondo dei pensieri e dei sentimenti, nel nucleo sereno di una famiglia unita e in una scuola ordinata e impegnata nella ricerca di ideali e di valori dai quali prende senso la vita propria e quella degli altri. L’esasperazione dei toni e il degrado delle relazioni ordinarie della vita quotidiana sono sintomi di pericolo che ogni adulto dovrebbe interpretare in tempo correndo ai ripari. La spavalda sicurezza del giovanilismo imperante, secondo la moda imposta dai mercato massmediale, non deve trarre in inganno i giovani che devono essere resi consapevoli della loro fragilità e del bisogno che hanno di potersi appoggiare con fiducia su spalle forti e sicure. Le nostre?
Straordinarie tragedie nate nel quotidiano
AUTORE:
Elio Bromuri