Comincio col dire che il “vi racconto” riprende uno scritto pubblicato lo scorso anno a conclusione della Star Cup. Questa frase nella sacra Scrittura è ricorrente: è la testimonianza per eventi vissuti ed è la chiave dell’evangelizzazione: gli apostoli sono testimoni e annunciatori di quello che hanno visto e vissuto. Lo scorso anno ero stato agevolato da un evento unico: il 27 aprile si concludeva la Star Cup della Pastorale giovanile, ma soprattutto venivano proclamati santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Ma anche quest’anno c’è qualche cosa di grande: è il decimo anniversario della Star Cup. Qualcuno grossolanamente potrebbe dire: ce ne sono tanti di anniversari… uno più o uno meno! I più giovani non lo possono sapere e non possono fare riferimenti, ma la Pastorale giovanile della diocesi perugina aveva fatto tanto. E questo è un bel traguardo. Ricordo molto bene: erano gli anni Ottanta quando il vescovo Pagani ebbe l’intuizione di una Pastorale giovanile nuova e moderna, anticipando “la nuova evangelizzazione per un mondo che cambia”. Partì l’équipe di Pastorale giovanile, e l’attuale vescovo Paolo insieme a don Alberto ne sa qualche cosa perché ne fu l’artefice-esecutore. Il sottoscritto, dopo la bella esperienza nella parrocchia di Monteluce, in quegli anni è parroco intorno al lago e anche in qualità di assistente ecclesiastico del Centro sportivo italiano partecipa attivamente ed emotivamente a queste nuove intuizioni pastorali.
La sfida ormai è lanciata, si susseguono vescovi in diocesi e preti per la pastorale giovanile. Vorrei rammentare dei nomi, ma non lo faccio: non vorrei dimenticare qualcuno… Non vorrei dimenticare don Alberto, don Paolo, don Raffaele, don Roberto, don Simone, don Riccardo e don Francesco. Viva don Riccardo e don Francesco, che con fantasia e acume pastorale hanno vissuto i frutti di questa nuova primavera educativa con infinite iniziative! Ma la sfida è partita da lontano. Se oggi in diocesi ci sono un 60-70 oratori con presenze importanti, dai 1.500 giovani alle veglie in cattedrale agli oltre 1.000 della Star Cup, è grazie a quei “missionari” che si chiamano mons. Pagani, mons. Antonelli, mons. Chiaretti, il card. Bassetti e il vescovo Paolo. Oggi questa è l’unica pastorale giovanile vincente.
Ma torniamo alla Star Cup 2015. Il decimo anniversario, come sempre, è stato preparato con grande cura. I ragazzi-giovani hanno un sesto senso per le cose interessanti per loro: possono decretare la riuscita di un lancio commerciale e di un’iniziativa, ma possono anche decretarne la morte prima di iniziare: è una questione di feeling, direi di amore… loro capiscono subito chi li ama! E così la Star Cup è cresciuta, talmente tanto da aver bisogno di un’organizzazione ampia, nel tempo e nelle persone; ormai si muovono oltre mille persone e quasi cento squadre, che fanno riferimento a un 50-60 oratori. Quest’anno poi si è anche tentata la nuova via dei piccoli da zero a 10 anni. Anche a me è successo che negli anni scorsi gli animatori dell’oratorio “Insieme per”, insistendo, mi abbiano trascinato in quest’avventura iscrivendo una squadra e poi addirittura tre. Viva i giovani che fanno sentire giovani anche i preti che giovani non sono più! Li ringrazio molto. “Ma che vuoi che sia – può dire qualcuno. – Si fanno delle partite di calcio: le fanno in tanti!”. Non è così. Intanto, per vari giorni vedi costantemente mille e più ragazzi, in quell’età difficile ma fondamentale che è l’adolescenza. L’organizzazione, che ne sa una più del diavolo (ci mancherebbe che non fosse così), comunica all’ultimo momento gli orari delle partite, così tutti rimangono sul posto, e nel frattempo si propongono catechesi, testimonianze e l’adorazione eucaristica guidata, talmente guidata che poi i ragazzi ti vengono a dire che quella in parrocchia è… insopportabile! Non so chi inizialmente dieci anni fa abbia avuto l’idea e poi abbia pianificato la formula, ma credo abbia colto nel segno.
La mia esperienza mi ha portato negli oltre trenta anni a servizio del Centro sportivo italiano (che tra l’altro è partner attivo con la Pastorale giovanile nelle Star Cup) a vivere molte esperienze sportive-educative anche con numeri impegnativi. Ricordo corsi di formazione vissuti con centinaia di giovani, ma devo dire che questa strategia che abbina gioco-formazione-preghiera è unica: stesso concetto sottolineato da don Alessio Albertini (fratello di Demetrio, vedi Milan) consulente ecclesiastico nazionale del Csi, e del suo presidente Massimo Achini, invitati per le testimonianze da don Riccardo. In questi giorni, andando a tozzi e bocconi, ho anche avuto il tempo di mettermi su un angolo e osservare: è stato bello osservare quei tanti volti, quei tanti ragazzi, quelle tante storie fatte di obiettivi, speranze, ansie, progetti, problemi. Dio li ama, la Chiesa li ama, li amiamo tutti noi.