Sabato 7 novembre si è tenuto a Pietralunga un incontro sul tema “La crisi del matrimonio e della famiglia è una crisi di fede. Cristo è la risposta”, organizzato dall’ufficio diocesano per la Pastorale familiare e dalla parrocchia di Santa Maria di Pietralunga. L’incontro, moderato da Luca Sbarzacchi, è stato condotto in modo coinvolgente da Costanza Miriano, con interventi del vescovo mons. Domenico Cancian e del Sindaco del paese. Numeroso il pubblico presente, costituito da religiosi, laici e famiglie provenienti da tutta la diocesi. Costanza Miriano, sposata e madre di quattro figli, giornalista e collaboratrice di varie testate giornalistiche nonché autrice di libri di successo come Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei, ha ribadito come la diversità naturale tra uomo e donna sia una ricchezza per la famiglia. In famiglia marito e moglie rivestono un ruolo complementare sia nella gestione del quotidiano che nell’educazione dei figli. La relazione, ricca di spunti per una riflessione in famiglia, può essere sintetizzata in alcuni punti essenziali. Innanzi tutto nessun matrimonio può funzionare “per sempre” se si toglie la presenza di Dio. Lo Sposo è Cristo anche per gli sposati: se marito e moglie lo accolgono, riflettono Dio uno e trino.
Gli sposi con Dio nel matrimonio “sacramento” diventano una sola carne: due persone che si amano nonostante le differenze di natura. Le numerosi crisi matrimoniali oggi sono conseguenza di questa inconsapevolezza o mancanza di fede. In secondo luogo, l’amore va comunicato in un linguaggio comprensibile. Uomo e donna devono essere coscienti che molte difficoltà di relazione sono dovute a difficoltà di comunicazione: le donne usano le parole non solo per comunicare un dato ma anche per comunicare il proprio stato d’animo, e nel comunicare spesso non vogliono una soluzione; spesso inoltre tornano sulle proprie decisioni. Il linguaggio maschile, al contrario, è aderente alla realtà e generalmente non ha un’intenzione sottintesa differente da quella espressa. Infine, la famiglia è il luogo della conversione reciproca! Il “quotidiano” converte più di gesti eroici. Se infatti non siamo fedeli nelle piccole cose, come possiamo esserlo nelle grandi? Molte donne diranno: “Ma come posso convertirmi, se non posso pregare perché tutto il giorno lo passo a pulire, stirare e raccogliere calzini?”… La conversione nel matrimonio sta nel raccogliere quel “calzino in più” per amore di Dio. Il marito, la moglie, i figli: sono loro la “stanza” dove trovare la porta del Giubileo. In conclusione, il matrimonio è per molti di noi la propria vocazione. Non deve essere vissuto come consuetudine ma come campo in cui spendere tanta energia e creatività.