Sport testimone di carità, è l’evento promosso dalla Caritas diocesana di Spoleto-Norcia che si è svolto domenica 29 agosto, presso lo Stadio comunale di atletica leggera di Spoleto.
L’iniziativa, alla sua prima edizione, realizzata in collaborazione con la pastorale familiare, quella giovanile e quella liturgico-sacramentale, ad una lettura superficiale del titolo sembra che sport e carità non abbiano nulla in comune.
“Per organizzare questa giornata -afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas- abbiamo preso spunto dalla prima lettera di San Paolo a Timoteo dove uno dei suoi consigli più sentiti e rivolti alla fede fa riferimento allo sport. Leggiamo: Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale, hai fatto quella bella confessione di fede in presenza, di molti testimoni.
La lotta, quindi. Come gli atleti fanno nelle proprie gare. Lo sport è la metafora della vita e se San Paolo lo ha preso da esempio è un fenomeno ed un dono da non trascurare. L’obiettivo, è stato quello di trasmettere ai partecipanti un modo essenziale di vivere lo sport, nella sana competizione, nel valorizzare tutti i componenti della squadra. Lo sport include. E compito della Caritas è anche quello di contribuire a riportarlo ai suoi veri valori”.
Lo svolgimento della giornata
Hanno aderito diversi bambini, adolescenti e giovani provenienti dalle Pievanie della Diocesi. Tutto si è svolto nel rispetto delle norme anti Covid-19.
Divisi in sette squadre, a turno, si sono cimentanti con il calcio, la pallavolo, la boxe, la staffetta, il salto in lungo, la gincana, il vortex. I genitori nel frattempo, insieme ai referenti della pastorale familiare diocesana, si sono confrontanti sulla figura di San Giuseppe e dunque sul ruolo del padre nella famiglia. Dopo il pranzo al sacco, ci sono state le premiazioni dei vincitori per disciplina.
“Come Caritas -dice ancora don Edoardo Rossi- vorrei ringraziare quanti hanno collaborato per la riuscita della giornata: i miei collaboratori prima di tutto; e poi Giacomo Befani referente per la pista di atletica, la Polisportiva Dilettantistica La Fenice, il boxe club La Sfida, la Monini volley, Ezio Brevi, la CISOM sezione Alberto Clarici per l’autoambulanza, Le Aquile, per il servizio sicurezza”.
Santa Messa con l’Arcivescovo
La prima edizione di Sport testimone di carità, si è conclusa con la Santa Messa celebrata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto. Nell’omelia il presule, dopo aver ringraziato quanti si sono impegnati per la riuscita di questa manifestazione, ha sottolineato che sport e carità apparentemente hanno poche cose insieme.
“Ma carità -ha chiarito- significa essere qualcuno per gli altri. Lo sport insegna ad avere una disciplina, ad essere fedeli ad un progetto, trasmette la ricchezza di fare squadra e stare insieme prendendosi cura gli uni per gli altri. L’importante non è essere primi, ma essere in campo tutti insieme. Dalle regole dello sport impariamo che è necessario ad avere delle regole per la nostra vita.
Carità allora -ha concluso l’arcivescovo- non è solo l’aiuto materiale a chi è in difficoltà, ma è anche trasmissione di valori come l’accoglienza reciproca e il bene di tutti”.