Lo Spirito della verità

“Sia benedetto Dio Padre e l’unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo: perché grande è il suo amore per noi”, recita l’Antifona d’ingresso della Domenica della Solennità della Santissima Trinità.

Prima lettura

La I Lettura coincide con un inno che esalta la Sapienza elegantemente presentata non tanto con fattezze umane e dagli impegni quotidiani come è in altri ambiti dello stesso libro dei Proverbi(es. Pr31), quanto piuttosto è descritta in relazione alla creazione e avente degli ‘effetti’ cosmici.

Si parla del suo ‘concepimento’ (“intessuta”) e del suo essere venuta alla luce (“partorita”) prima di qualsiasi altra opera della creazione affermando con ciò la superiorità cronologica della Sapienza sulla creazione. Questo permette di evincere che nel momento in cui venivano plasmati il cielo, la terra e il mare la Sapienza era accanto (letteralmente “ero con lui”) al Signore e che ha anche svolto un ruolo fondamentale come ‘ordinatrice’ cioè ha prodotto armonia tra le varie opere della creazione e ciò a vantaggio degli uomini.

Il Testo ci propone anche la singolare immagine della Sapienza che ‘gioca’ sul globo terrestre come a dire la sua gioia nel condividere la vicenda terrena manifestando predilezione tra tutte le opere per i “figli dell’uomo”.

LA PAROLA della Domenica

PRIMA LETTURA
Proverbi 8,22-31

SALMO RESPONSORIALE
Salmo 8

SECONDA LETTURA
Lettera di Paolo ai romani 5,1-5

VANGELO
Vangelo di Giovanni 16,12-15

Salmo

In sintonia con questo messaggio rispondiamo alla I Lettura con il Salmo 8 che elogia l’‘opera’ risaltata tra due cornici: la prima cornice, che è anche l’ultima, è rappresentata dall’esaltazione del nome divino; la seconda cornice, che è anche la penultima, è rappresentata dalla creazione; al centro l’‘opera’ che è l’uomo!

Questo Salmo infonde “orgoglio umanistico” (Ravasi, I Salmi, I, 203) perché al centro vi è l’uomo e non Dio. Si presenta infatti come un triangolo al cui vertice c’è Dio poi il cosmo poi l’uomo che di fatto è centrale. “L’uomo, questa creatura di Dio, ancora più della luna misteriosa, al centro di questa impresa ci si rivela.

Ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore all’uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito, alla sua vita” (Papa Paolo VI, 12.07.1969, ad Armstrong e a Aldrin circa il Salmo 8).

Seconda lettura

Anche nella II Lettura centrale è l’uomo e, relativamente alla solennità odierna, è presentato in qualità di credente in relazione alla fede trinitaria. La pagina è tratta dal cap 5 della Lettera ai Romani, capitolo importante perché inizia la parte (5-8) relativa al tema della ‘giustificazione’.

L’apostolo Paolo fa presente che, contrariamente a quanto avveniva nel popolo dell’AT per cui ‘giusto’ era colui che osservava la Legge, ora è la fede che fa dell’uomo un ‘giustificato’. Ma questo che potrebbe sembrare un insegnamento solo teorico, ha in realtà un riscontro concreto nella vita del credente.

Paolo è infatti a conoscenza delle difficoltà che vivono i credenti cui si rivolge e parla quindi di ‘tribolazioni’ cui sono sottoposti, eppure essi “sono in pace” sono “saldi nella speranza” e la “speranza non delude”, ovvero i credenti perseguitati sanno che il loro continuare ad aver fiducia non è riposto nel vuoto, ma nell’amore di Dio che è una realtà presente nella vita dei credenti perché “è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.

Vangelo

Il Vangelo di Giovanni che ci ha guidato in queste domeniche del Tempo pasquale ci consegna un passaggio della seconda parte dell’ultimo discorso di Gesù ai discepoli. Nello specifico parla dell’azione dello Spirito Santo sui discepoli nonché della sua relazione con il Padre e del riscontro di cui essi ne beneficiano.

Il contesto è drammatico, Gesù sta per essere ‘inspiegabilmente’ arrestato, umiliato e ucciso e vorrebbe dire loro ancora molte cose, ma proprio per la delicatezza del momento che stanno per vivere non sono “capaci di portarne il peso”. Ma assicura loro la venuta (“verrà”) dello Spirito della verità che assolverà quattro funzioni delle quali le prime tre riguarderanno i discepoli (“guiderà, parlerà e annuncerà”) e la quarta Gesù stesso (“glorificherà”).

E in questo brevissimo testo è riferito il più grande dei misteri, l’intima relazione tra le Persone trinitarie: lo Spirito glorifica il Figlio, tutto quello che il Padre possiede è del Figlio e lo Spirito prende da quel che è del Figlio e “lo annuncerà”. Quanto lo Spirito “annuncia” è del Padre e del Figlio e se lo comunica a noi, ‘guidandoci’ e ‘parlandoci’, vuol significare che anche noi siamo resi partecipi di questa comunione d’amore!

È affascinante riflettere sul mistero della Santissima Trinità e nello stesso tempo mette timore per l’incommensurabilità dei suoi ‘confini’. Adoriamola servendoci a proposito delle parole di sant’Ambrogio: “Ora in noi, o Spirito Santo, uno con il Padre e con il Figlio, sii sollecito ad entrare, riversandoti nei cuori.

Bocca, lingua, mente, sensi e ogni nostra forza dia eco alla tua lode: divampi il fuoco dell’amore, faccia ardere colui che ci sta accanto. Fa’ che attraverso te conosciamo il Padre e assieme a lui vediamo il Figlio, e che crediamo in ogni tempo che tu sei lo Spirito di entrambi. Amen”.

Giuseppina Bruscolotti