Al primo passaggio in Tv m’era sfuggito, poi me ne avevano parlato talmente bene che ho preso le misure giuste per non perdermi il Giorgio Perlasca, un eroe italiano di Rai 1.Fiction , perché la chiamano così? Di finto in quelle splendide quattro ore di trasmissione c’era solo la pelata di Luca Zingaretti, estranea al profilo da aringa del Baltico del Perlasca originale; ma era vera, e coinvolgente, la passione che ci ha messo l’attore, con il suo feriale volto espressivo, senza forzature, con la sua allergia ai proclami; al centro di un racconto dal ritmo narrativo serrato, accurato nelle ricostruzioni, con picchi lirici struggenti, come quello dell’uccisione da parte di un gelido soldato ariano della maestra di musica: con lo sguardo disperato lei canta, e accompagna fino all’ultimo il suo piccolo coro di angeli che esegue una della arie più frivole di Mozart, ilNon più andrai, farfallone amoroso del Don Giovanni. Angoscia, un groppo in gola. Ho avuto modo di parlare con uno di coloro che, da protagonisti, hanno costruito questo splendido manufatto televisivo. Mi ha detto delle pressioni ricevute da sinistra (perché non lo facesse) e da destra (perché facesse di Perlasca un eroe della solidarietà fascista). Ho pensato a lungo a quei 45 anni (tra il 1945 e il 1990) nei quali Perlasca poté azzardarsi a dire a nessuno, tranne che alla moglie e al figlio, come era riuscito a salvare tra i 5.000 e i 6.000 ebrei nella gelida Budapest dell’ultimo inverno di guerra, spacciandosi per il Console spagnolo grazie ad un autografo che il generalissimo Franco gli aveva rilasciato per aver partecipato da fascista alla guerra contro la Repubblica rossa e legittima degli anni ’30. Ho pensato a quanto si riesca ad essere intimamente poveri, miserabili, in nome anche degli ideali più alti, fino a non capire che un fascista, come un milite di Pol Pot, uno scagnozzo di Hitler, o un cultore della pulizia etnica può sempre recuperare la propria umanità, da qualsiasi lontananza. Quando il Tamino de Il flauto magico (ancora Mozart) deve presentarsi ai Vecchi Saggi per essere ammesso nel Tempio, sceglie lo stacco musicale perentorio: “Sono soprattutto un uomo!!”. Massone lui, massoni i saggi. Ma avevano perfettamente ragione.