Un momento di grazia è quello che vivono gli operatori cattolici che hanno avuto la gioia di sentirsi spinti e indirizzati da Benedetto XVI ad usare le nuove tecnologie della comunicazione, senza abbandonare quelle già sperimentate. Questa spinta si è avuta nell’udienza del Papa sabato 24 aprile nell’ambito del convegno sui “Testimoni digitali”, di cui abbiamo un servizio nel n. 15 de La Voce e in questo numero una bella testimonianza a p. 12. Chi opera nella comunicazione, da questa data in poi, si sente ancor più motivato nel difficile e delicato impegno nell’ambito del mondo dei media, stampa, radio, televisione, cellulare, computer. C’è purtroppo ancora gente che non è sensibile a tale dimensione della vita della Chiesa, non l’ha ancora compresa, come l’avvocato fedele laico cristiano che disdice l’abbonamento al settimanale cattolico perché non ha tempo per leggere. Se un avvocato non ha quel minimo tempo neppure per sfogliarlo o per leggere i titoli e neppure per sentirsi legato alla comunità ecclesiale e sostenerlo a poco prezzo, c’è da essere preoccupati. Questo però è un ulteriore motivo per celebrare e preparare bene la Giornata delle comunicazion sociali che cade domenica 16 maggio, festa dell’Ascensione. Una giornata dedicata alla sensibilizzazione del popolo di Dio, perché diventi capace di ascoltare e annunciare il messaggio della salvezza e seminare nel mondo gioia e speranza. Ogni anno il Papa invia un messaggio per questa giornata. Quello del 2010, rivolto al clero, nell’ anno sacerdotale, invita a non aver paura dei nuovi strumenti, ma ad usarli al servizio della Parola di Dio. Il clero però, soprattutto quello meno giovane come farà ad imparare le varie tecniche per poter usare agevolmente il computer in tutte le sue risorse? Le parrocchie avranno bisogno di laici preparati che si pongano a servizio della comunità. A tale scopo i vescovi italiani, nel Direttorio del 2004, hanno proposto la figura dell’“Animatore della cultura e della comunicazione” in ogni parrocchia, oggi più che mai necessaria. Sarà bene ricordare che nella storia, quando è comparsa una nuova tecnica di comunicazione, come l’invenzione della stampa, la Chiesa, dopo aver preso le distanze per il pericolo della diffusione di errori religiosi ed eresie, l’ha usata in maniera abbondante per diffondere le proprie idee. Lo ha fatto anche con gli altri strumenti, quali la radio e la televisione. Non è stato abbastanza per la mancanza di risorse economiche e di personale preparato. Oggi è impegnata a reperire tali risorse da impiegare nei nuovi e vecchi media. Le comunità ecclesiali, in primo luogo i laici cristiani, sono invitati da Benedetto XVI ad impegnarsi. Lo capiranno? C’è da sperarlo per il futuro del vangelo e il bene della società intera. Di tale speranza si è fatta carico la Chiesa dei nostri tempi nel Concilio, che ha emanato il 4 dicembre 1963 il decreto sui “Gli strumenti di comunicazione sociale”, “Inter mirifica”, che inizia con la famosa affermazione, di stretta attualità, che dovrebbe essere scritta, a grandi caratteri, nelle aule dove avviene la formazione cattolica: “Tra le meravigliose invezioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l’ingegno umano è riuscito, con l’aiuto di Dio, a trarre dalle forze della natura creata, la Chiesa accoglie e segue con particolare cura materna quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che offrono nuove e rapidissime maniere di comunicare notizie, idee e insegnamenti”. I padri del Concilio ben sapevano che tali strumenti hanno un pesante costo di produzione e diffusione, per questo, oltre alla giornata, avevano indicato la colletta per raccogliere i fondi necessari. Questa esigenza costituisce oggi una priorità. Chi lavora da anni, con un servizio del tutto volontario e gratuito, lo può testimoniare.
Sono una risorsa
Domenica Comunicazioni sociali 16 maggio festa dell’Ascensione
AUTORE:
Elio Bromuri