La notizia l’abbiamo appresa da fonti indirette e francamente non ci fa piacere.Da una rilevazione recente, sulla base di dati regionali e provinciali, sembrerebbe che il maggior numero degli incidenti mortali dell’Umbria si registri nell’Orvietano, cioè nel territorio dei tredici comuni, che ne costituiscono l’area. Ad essere chiamate in causa, principalmente per il rischio, sarebbero le strade di Monteleone di Orvieto, di Fabro e di Castel Giorgio, dove nel corso dell’anno ’99, si sarebbero verificati i sinistri con il maggior indice di pericolosità. Per la frequenza invece con cui sono essi, più e meno gravi, accaduti, le zone più in vista sono Orvieto, Baschi e Porano. Specificatamente ad altissimo rischio appaiono, nella rete locale, strade, come quella detta di Fondovalle, che unisce Chiusi Scalo a Fabro e specie il tratto da Ponticelli-Fabro; la Maremmana nell’area di Castel Giorgio e la Provinciale 448, la Baschi-Todi; naturalmente nel territorio del comune di Orvieto i valori sono i più elevati. Le statistiche parlano di ben 203 incidenti, nel corso del 1998, con 328 feriti e undici morti. Il Bollettino dell’osservatorio sulla situazione socio-economica dell’Orvietano ci fornisce dei dati eloquenti, secondo i quali il numero maggiore dei feriti si registrerebbe a Baschi, Porano, Ficulle, Allerona, Castel Giorgio e Orvieto. I decessi invece più a Castel Giorgio, Monteleone, Fabro e Ficulle. Le statistiche, per se stesse, sono dei numeri che di solito servono a stabilire dei confronti tra avvenimenti che si ripetono. Che, se sono lieti, ben vengano, ma se sono tristi e dannosi, vanno arginati e possibilmente eliminati con accurato esame delle cause. Ora siccome le strade sono, per un certo senso, un po’ di tutti, dovrebbe essere particolare cura delle amministrazioni comunali preoccuparsi del loro stato e della loro agibilità o direttamente, se di loro competenza, o indirettamente, mediante apposite segnalazioni e richieste d’intervento da parte degli enti responsabili: e ciò con un monitoraggio continuo e rigoroso e non con rimedi appena provvisori o palliativi, come qualche volta accade, per la solita palata di terra elargita dal cantoniere. Ci sono dei manti stradali che fanno veramente pietà e carreggiate ridotte, sbordate e mal tenute. Non sempre e dappertutto, in verità. Comunque, se anche solitamente la colpa dell’incidente stradale per la più parte è attribuibile al cattivo utente della strada, che ne fa un uso scorretto, è doveroso che le amministrazioni comunali, con intelligenza tecnica e tempestività, si adoperino a rimuovere tutti quei difetti e motivi che possono rendere presente il pericolo sulla rete locale, affinché sia salvaguardata la vita della gente e l’incolumità di chi guida.