In Umbria non si è fatta attendere la risposta all’appello di Papa Francesco fatto all’Angelus domenica 6 settembre: quello di ospitare i profughi nelle parrocchie, nei santuari e nelle comunità religiose.
Nella serata dello stesso giorno il card. Gualtiero Bassetti ha ricevuto quattro telefonate, tutte per dare la disponibilità ad accogliere famiglie di profughi. Si tratta di due parroci, una comunità monastica e un privato benefattore.
“Perugia e l’Umbria sono molto generose e solidali – è stato il commento del porporato -. Anche in occasione di altre emergenze umanitarie, non si sono fatti attendere gesti simili.
Ricordo ancora quando nella casa parrocchiale di San Giovanni del Prugneto, alle porte di Perugia, vennero accolte alcune decine di giovani immigrati giunti a Lampedusa tra il 2011 e il 2012.
Si fecero carico di loro gli operatori della Caritas diocesana, ma le famiglie del luogo si prodigarono al meglio, preparando a quei ragazzi tante buone pietanze, tra cui delle fumanti lasagne… guardandosi bene dall’usare come ingrediente la carne di suino”.
“Le nostre comunità – ha evidenziato Bassetti – aiutano a ‘gettare ponti di pace’ in sostegno di chi soffre nell’accogliere persone che fuggono dai loro luoghi di origine devastati da violenze e ingiustizie. Ovviamente l’accoglienza nelle strutture che Chiesa e privati cittadini mettono a disposizione deve essere fatta di concerto con le autorità civili, nella legalità, oltre a condividere il percorso di accompagnamento-assistenza che caratterizzerà il soggiorno sia di famiglie che di singoli nelle nostre comunità. Abbiamo dato la nostra disponibilità, alle autorità che coordinano gli arrivi, per offrire a questa gente assai provata un’accoglienza dignitosa”.
Il Cardinale, nell’accogliere e far suo l’appello di Papa Francesco, ricorda di avere già rivolto questo invito più volte in passato, nelle sue omelie, ai fedeli e non solo, affrontando questo tema in particolar modo in occasione delle solennità dei patroni della città, i santi martiri Costanzo, Ercolano e Lorenzo.
“Noi vogliamo essere Chiesa solidale – aveva detto durante l’omelia per la festa di san Lorenzo nell’agosto scorso – e vogliamo esprimere, secondo le nostre possibilità, un’accoglienza generosa e concreta, impegnandoci come Caritas e con l’aiuto delle istituzioni locali, che regolano i flussi dei migranti”.
Un appello rivolto non solo alle parrocchie, ai conventi, ai monasteri, anche di clausura, ma un invito che viene rinnovato a tutte “le famiglie di buona volontà”.
Gli interessati a collaborare per l’accoglienza dei profughi possono comunicare la loro disponibilità alla Caritas diocesana (tel. 075 5723851 email info@caritasperugia.it ), che coordinerà le accoglienze, nel rispetto della normativa vigente, sulla base delle richieste che perverranno dalle autorità competenti.