A cura del ‘Circolo Angelici’, sabato 16 settembre, si è svolta una conferenza tenuta dal rettore del Seminario regionale umbro, mons. Nazzareno Marconi. Tema: ‘La croce e il crocifisso: un simbolo scomodo?’. Partendo dall’analisi critica del crocifisso ligneo che si trova nel salone gotico del Museo del duomo, il conferenziere ha trattato poi ampiamente della croce nella simbologia cristiana e della sua presenza in tantissime culture. Del crocifisso ligneo, attribuito alla scuola di Giuliano Sangallo, ha messo in rilievo l’armonia e i particolari dell’opera. Vi è un dolore, si può osservare, espresso nelle contrazioni delle mani e dei piedi, ma non esasperato come in altri crocifissi dell’epoca. Il volto esprime volontà e pace, il perizoma è dorato indicando la regalità; è l’immagine di un vero uomo che ha sofferto, ma quella sofferenza l’ha vissuta Dio. Da qui la considerazione che per i cristiani il crocifisso non è una rappresentazione statica, ma il momento di una dinamica che sfocia nella resurrezione, tappa verso la salvezza. Il conferenziere non ha mancato di sottolineare che il crocifisso come atto di accusa verso Israele non fa parte di una lettura corretta della croce e ha ricordato come nel Vangelo di Luca sia scritto: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. Le parole del Cristo escludono quindi la colpevolezza di quanti lo hanno crocifisso. Il relatore è passato poi a una lettura del simbolismo della croce, segno che si può trovare già nel Neolitico. Ha messo in rilievo come il segno si ritrovi, con alcune variazioni, pure in ambito egiziano e tibetano; in quest’ultimo come svastica. Ed è sempre, comunque, una rappresentazione stilizzata del sole, simbolo di vita. Nei primi tempi del cristianesimo non appare la croce in quanto nel mondo romano era segno di patibulum, quindi disonorevole; diventa segno cristiano solo con Costantino. Il relatore ha qui ricordato come all’inizio del cristianesimo si ebbe sia una comunità formata da giudei convertiti, che elaborarono un cristianesimo con profondissime radici ebraiche, sia una chiesa etnocristiana. Fra le due comunità vi furono ottimi rapporti, ma in ciascuna si ebbe un sistema simbolico diverso. Nella prima si ritrova il Tau, che indica l’inizio di un tempo nuovo ed è già presente in ossari risalenti all’anno 70. La croce resta quindi il simbolo più antico del cristianesimo ed è simbolo di speranza, ha affermato don Nazzareno Marconi. Non esaltazione della sofferenza in sé, ma sofferenza che dà un senso alla vita.
Sofferenza che dà senso
Conferenza di don Nazzareno Marconi sul tema 'La croce e il crocifisso: un simbolo scomodo?'
AUTORE:
Eleonora Rose