L’invito, giunto alle famiglie a raccogliersi in preghiera in San Pietro accanto al Santo Padre per l’inizio del Sinodo, è stato accolto con gioia da tutta Italia. “Accendi una luce in famiglia”, questo il titolo dell’iniziativa, che ha visto una numerosa partecipazione. Tante erano le luci che si sono accese in piazza San Pietro quando è arrivato Papa Francesco, così come tante sono state le luci, sparse in tutta la Terra, alle finestre delle famiglie che non hanno potuto partecipare direttamente a Roma. Anche l’Umbria, così come annunciato dai responsabili dell’Ufficio famiglia regionale, ha aderito con entusiasmo. Dieci gli autobus partiti dalle otto diocesi. Coppie di sposi di ogni età, bimbi festanti e anche fidanzati hanno voluto portare in piazza la gioia e la bellezza di essere famiglia, nonostante tutto. Una grande “famiglia di famiglie” che, in silenzio e in preghiera, ha ascoltato le toccanti testimonianze di tre coppie che si sono alternate sul sagrato; una coppia di fidanzati e due coppie di sposi con storie differenti, eppure ricchissime di spunti su ciò che vuol dire essere famiglia oggi.
I racconti hanno detto la gioia e l’impegno di chi si prepara al matrimonio, e anche la fatica di chi nel corso del proprio cammino sponsale trova delle difficoltà. Nessuna retorica, piuttosto molta concretezza nelle parole di chi testimoniava, proprio com’è nello stile di noi famiglie. Perché tutti siamo consapevoli della fragilità che è insita in ogni coppia di sposi, eppure eravamo in piazza a testimoniare la nostra voglia di famiglia e la preziosità che essa rappresenta per la Chiesa. La piccola Chiesa domestica ha abbracciato spiritualmente i Padri sinodali e Papa Francesco, invocando su di loro lo Spirito santo perché soffi con forza e illumini i lavori del Sinodo, “per ricercare – come ha detto il Pontefice durante la sua riflessione in piazza – ciò che oggi il Signore chiede alla sua Chiesa. Dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’‘odore’ degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce (cfr. Gaudium et spes, 1). A quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia”. Perché, ha proseguito il Papa, “conosciamo come nel Vangelo ci siano una forza e una tenerezza capaci di vincere ciò che crea infelicità e violenza. Sì, nel Vangelo c’è la salvezza che colma i bisogni più profondi dell’uomo! Di questa salvezza, opera della misericordia di Dio e sua grazia, come Chiesa siamo segno e strumento, sacramento vivo ed efficace (cfr. Evangelii gaudium, 112). Se così non fosse, il nostro edificio resterebbe solo un castello di carte, e i Pastori si ridurrebbero a ‘chierici di stato’, sulle cui labbra il popolo cercherebbe invano la freschezza e il profumo del Vangelo (EG, 39)”.
Il Pontefice ha poi pregato lo Spirito santo perché conceda ai Padri sinodali tre doni essenziali, ossia “il dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama. Il dono del confronto sincero, aperto e fraterno, che ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé. Lasciamo che si riversino nel nostro cuore, senza mai perdere la pace, ma con la serena fiducia che a suo tempo non mancherà il Signore di ricondurre a unità. Lo sguardo è il terzo dono che imploriamo con la nostra preghiera. Perché, se davvero intendiamo verificare il nostro passo sul terreno delle sfide contemporanee, la condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, sostare nella contemplazione e nell’adorazione del suo volto”. Proprio come fece Maria, che a Cana disse: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5). Il momento di preghiera, vissuto in silenzio e intensità, rimarrà nel cuore di quanti si sono radunati a Roma e di chi ha voluto seguirlo in televisione da casa.
La gioia per questo momento di grazia cui è chiamata la Chiesa accompagnerà in questi giorni ogni famiglia, come la preghiera incessante per i lavori del Sinodo. I responsabili regionali ringraziano tutti i responsabili diocesani di pastorale familiare dell’Umbria e i loro Vescovi per l’entusiasmo con cui hanno aderito all’iniziativa, e collaborato perché la presenza delle famiglie della nostra regione non mancasse. È stata l’occasione per sperimentare, nel piccolo, quella comunione ecclesiale che veramente ci fa “famiglia di famiglie” al servizio della vigna del Signore.