‘Non dimentichiamo che la Chiesa (ogni parrocchia, ogni cristiano) esiste per evangelizzare’. Poche parole per indicare il fine ultimo delle indicazioni operative per il nuovo anno pastorale che il vescovo mons. Giuseppe Chiaretti propone con grande sintesi sul Nuntium del 15 settembre. Sono indicazioni, scrive il Vescovo, ‘che nascono da due eventi fondamentali: il convegno pastorale e il Sinodo diocesano conseguente alla Visita pastorale’. Anche il Sinodo, dunque, verrà celebrato ‘per evangelizzare’? Legittimo pensare che sì, questo evento straordinario dovrà aiutare la Chiesa di Perugia ad essere testimone del Vangelo. Le indicazioni pastorali per l’anno che è appena iniziato chiedono un impegno sull’oratorio giovanile e la nuova evangelizzazione, mete da perseguire con particolare attenzione ai giovani, alla Parola di Dio e alle opere di carità, senza trascurare l’impegno a rivitalizzare le parrocchie ponendo attenzione a quelle che ha definito ‘le quattro perseveranze: parola di Dio, carità, preghiera, messa domenicale. Si potrebbe dire che sono indicazioni per la vita ordinaria delle parrocchie chiamate, però, nello stesso tempo a vivere il Sinodo, questo evento ecclesiale che esce dalla ordinarietà per segnare una speciale tappa del cammino della Chiesa di Perugia. L’Arcivescovo ha scelto la festa della Chiesa locale per dare l’annuncio ufficiale, in cattedrale domenica prossima, nella solenne liturgia (alle ore 18) nella quale rinnoverà il mandato ai catechisti e ad altri ministri e darà ai chierici del seminario i ministeri del lettorato e dell’accolitato. Prima ancora, venerdì scorso, ha voluto incontrare i Consigli presbiterale e pastorale diocesano, in convocazione congiunta, per anticipare loro la decisione della celebrazione del Sinodo ed avviare già un primo dialogo sul modo di realizzarlo. Con l’Arcivescovo c’era il vicario generale don Gualtiero Sigismondi che ha raccolto suggestioni e proposto precisazioni. ‘Sarà un sinodo profetico e non programmatico’ ovvero, ha spiegato, dovrà indicare le emergenze pastorali, a partire dalle indicazioni dell’Arcivescovo ma aperti al discernimento; sarà un ‘camminare insieme’ ponendo l’accento sull’essere ‘insieme’, il ‘fare chiesa’ attraverso la stessa esperienza del sinodo; sarà un sinodo agile, non solo nei tempi ma anche nelle tematiche. Infine sarà un sinodo da vivere in tutte la sue fasi: dalla preparazione, fase molto importante per il coinvolgimento ‘dal basso’ ovvero delle parrocchie e soprattutto delle unità pastorali; alla celebrazione nelle assemblee e commissioni, che avrà inizio con l’indizione del Sinodo, probabilmente nella festa della Chiesa locale del prossimo anno; fino alla terza fase, quando dalle ‘proposizioni’ il Vescovo dovrà trarre il documento finale. Per tutto l’iter il Vescovo chiede preghiera e don Gualtiero ne sottolinea l’importanza con le parole del salmista: ‘Se il Signore non costruisce la città, invano vi faticano i costruttori’.